La Spiritualità antropologica
e i nuovi orizzonti
dell’approccio ecologico-sociale
Con il termine spiritualità il riferimento è non tanto ad una
fede religiosa in particolare, ma nel senso religioso
dell’uomo, che implica il rispetto per le diverse professioni
di fede, con maggiore attenzione agli elementi che
accomunano più che a quelli che dividono.
“Si potrebbe dire che la spiritualità antropologica
significa per noi la cultura sociale umana basata sui
valori che l’uomo ha da sempre posseduto come
codice interno di regole di comportamento.Qualche
volta l’uomo spiega questi valori come decalogo
datoci da Dio, altre volte con una direzione interna di
vita che non sa spiegare che cerca di descrivere
usando varie teorie filosofiche”
V. Hudolin, Padova 1993
LA SPIRITUALITÀ PUÒ ESSERE VISTA
COME:
· la relazione con gli altri in un rapporto umano
e di amicizia;
• una relazione piena di solidarietà
· riconoscimento della diversità
· crescita che porta alla trascendenza
· come un profondo legame di appartenenza
· un senso della vita, del dolore, della morte.
Può essere vista anche come:
· un passaggio nelle nostre considerazioni dalla centralità
alla sostanza (alcol, droga…)
· all’importanza della persona, delle relazioni e degli altri
valori umani
· consapevolezza dei propri sentimenti
valorizzazione dell’umanità esistente nei Club
· la trasformazione delle regole e forme di lavoro in un
valore profondamente umano
· una ricerca di valori in noi stessi
· un veicolo che ci offre l’opportunità di
incontrare la società.
· è differente dalla religione: è una ricerca
personale che non può essere delegata
agli altri, ma può ricevere stimoli dagli
altri
Vl. Hudolin, Padova 1993
DISTURBO SPIRITUALE
“Fra gli altri che possono essere constatati nella
complessità dei problemi alcol-correlati e
multidimensionali e in genarale dei disagi del
comportamento, il più costante è il disagio
spirituale.
In questo disagio vedo i problemi provocati dalla
non accettazione di sé stesso, del proprio
comportamento e del proprio ruolo nella
comunità, della cultura sociale esistente, della
prevalente giustizia sociale”
Questo disagio è accompagnato da un senso di
impotenza davanti al problema e di
impossibilità di capirlo. Se la spiritualità può
essere vista come insieme della nostra
cultura e delle caratteristiche di vita in un
certo momento nelle nostre comunità, in
tutta la società e sul pianeta intero questo
disagio può essere presente in maniera
particolare nei vari settori della spiritualità:
emozionale, politico, religioso, ecc…
Hudolin, Assisi 1994
LA DIAGNOSTICA DEL DISAGIO
SPIRITUALE ED ESISTENZIALE
• QUESTI DISAGI NON SONO SPECIFICI PER
LE PERSONE COI PROBLEMI DI ALCOL E
DROGA ED ALCOL/DROGA CORRELATI MA
SI TROVANO NELLA SITUAZIONE
ODIERNA Dl MOLTE PERSONE COMUNITA’
SU TUTTO IL PIANETA.
• BISOGNA DIAGNOSTICARLE
PRECOCEMENTE E NON CONFONDERLE
CON ALTRI PROBLEMI, PRIMA DI TUTTO
LE DIFFICOLTA’ PSICHIATRICHE E CON I
SINTOMI SOMATICI….
• QUESTI PROBLEMI SI ESPRIMONO CON UNA
ALESSITIMIA, VUOL DIRE CON UNA IMPOSSIBILITA’ Dl
COMUNICAZIONE ED INTERAZIONE.
• LA PERSONA COLPITA PERDE LA POSSIBILITA’ DI
INTERAGIRE IN SOCIETA’, PUO’ SENTIRSI DEPRESSA
NON POTENDO COMPRENDERE SE STESSA, GLI ALTRI,
COMPRENDERE CHE COSA STIA ACCADENDO E
PERDENDO LA SPERANZA E LA VOGLIA DI FARE
QUALCHE COSA...»
HUDOLIN, - Assisi 1995
“Il servitore-insegnate dovrebbe essere in grado di suscitare empatia,
di ascoltare, di non giudicare e di essere esperto ad un contatto
umano.”
Vl. Hudolin, Padova 1993
“Il servitore-insegnante ed il Club devono essere in grado di captare il
disagio spirituale, di lasciare un ampio spazio alla sua
verbalizzazione stimolando la crescita e la maturazione, in altre
parole, un cambiamento longitudinale, progressivo verso una
propria perfesione che, devo subito dire, non è mai raggiunta.
Raggiungerla significherebbe la fine del ciclo sociale umano”
Vl. Hudolin, Assisi 1994
“Il servitore-insegnante sia professionale, sia volontario non
professionale deve condurre il colloquio iniziale e durante il
colloqui fare la diagnosi del problema. Non si tratta di una diagnosi
in senso medico ma di una possibilità di comprendere la sofferenza
esistente”
Vl. Hudolin, Assisi 1994
Le parole- chiave della
spiritualità antropologica:
Persona come valore
Dignità di vita
Comprensione
Valorizzazione delle differenze
Reciprocità
Riflessione e Meditazione
Interdipendenza
Futuro
Solidarietà
Sobrietà
Le parole- chiave della
spiritualità antropologica
La persona come risorsa
Dignità
Comprensione
Valorizzazione delle differenze
Reciprocità
Riflessione - Meditazione
Interdipendenza
Futuro
Solidarietà e giustizia sociale
Sobrietà
Nella vita non ci sono
spettatori
“L’empatia significa non solamente
etica, come qualche volta viene
definita, ma la possibilità dello
sviluppo di comunicazione e
dell’interazione profonda umana,
una possibilità di accettare l’altro e
di poter comprendere la sua
sofferenza…
L’empatia può essere imparata e
sviluppata da tutti, sarà differente
da uno ad un altro. E’ necessario
accettare tutti, nonostante il loro
comportamento.”
Vl. Hudolin, Assisi 1993
MEDITARE
Dizionario: Fermare la mente su qualcosa,
attentamente e a lungo; ed è più che riflettere
Ai Club degli alcolisti in trattamento
• ci si ferma, sedendosi in cerchio
• si parla uno alla volta di quello che ciascuna famiglia
sta vivendo, condividendo le esperienze
• si offre a tutti la possibilità di parlare
• lo si fa uno alla volta con calme (1h 30s)
• quanto viene detto non esca dal Club
•… …
Da questo si deduce che un clima di amicizia e di
fiducia favorisce la meditazione e la possibilità di
trascendenza.
IO
L’ALTRO
DIALOGO
CREATIVITA’
SOLUZIONE
Il Futuro
“ i Club fin dall’inizio hanno sempre
parlato del futuro. Parlare del passato
significa vivere nel passato significa
vivere nel passato e fermare la
crescita e la maturazione. Anche il
passato deve essere ricordato, ma non
si deve vivere nel passato. Senza
passato si perde l’identità personale e
l’appartenenza alla comunità.
Vl.Hudolin, Grado 1996
SOLIDARIETA’
“Vorrei qui sottolineare l’importanza dei pensieri sulla solidarietà di
Giovanni Paolo II nella sua lettera enciclica “Sollecitudo Rei
socialis”:
“Si tratta innanzi tutto dell’interdipendenza, sentita come sistema
determinante di relazioni nel mondo contemporaneo, nella sua
componente economica, culturale, politica e religiosa, e assunta
come categoria morale. Quando l’interdipendenza viene così
riconosciuta, la relativa risposta come atteggiamento morale e
sociale, come virtù, è la solidarietà. Questa dunque, non è un
sentimento di vaga compassione, o di superficiale intenerimento
per i mali di tante persone, vicine e lontane. Al contrario, è la
determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene
comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti
siano veramente responsabili di tutti. Tale determinazione è
fondata sulla convinzione che le cause che frenano il pieno
sviluppo siano quella brama del profitto e quella sete di potere
di cui si è parlato
(…)”
SOBRIETÀ
UN MODO DI ENTRARE
ED ESSERE IN RELAZIONE
Uno stile diverso nell’affrontare
le difficoltà, una diversa capacità di
esprimere i propri sentimenti.
Sobrietà diventa
sinonimo di crescita
oltre l’astinenza,
possibilità di
trascendere se
stesso, il proprio
comportamento.
Scegliere una vita
migliore, una
spiritualità
antropologica
migliore, un modo
diverso di entrare in
contatto con le
persone.
SOBRIETÀ
UNA COMPETENZA
NELL’ABITARE IL MONDO
Meglio è parlare
di sobrietà,
di stile di vita
sobrio, pulito,
armonico …
Non ci si
propone
di smettere
qualcosa …
Non si vuole
raggiungere
solo un
cambiamento …
ma un insieme
di cambiamenti
nel modo
di comportarsi.
Un Ponte verso il futuro
(che è già qui…)
I Club delle
Famiglie in Sobrietà
( CAT - Club Alcologici Territoriali )
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