Associazione Club degli Alcolisti
in Trattamento
di Lucca
SCUOLA ALCOLOGICA
TERRITORIALE
I° MODULO
L’etica
• La ricerca della pace
•
•
10 marzo 2009
SPIRITUALITA’
Caratteristica di ciò che è non può essere
definito in termini materiali.
ANTROPOLOGICA
Attinente all’ANTROPOLOGIA, scienza
che studia l'uomo dal punto di vista
sociale, culturale, fisico e dei suoi
comportamenti nella società.
La personalità umana può essere vista
come un’entità formata da una parte biofisica e da una parte spirituale.
L’una e l’altra parte sono ugualmente
importanti e formano un insieme.
Senza l’una o l’altra
immaginare l’uomo.
non
possiamo
V. Hudolin
Con il termine spiritualità il riferimento è non
tanto ad una fede religiosa in particolare, ma nel
senso religioso dell’uomo, che implica il rispetto
per le diverse professioni di fede, con maggiore
attenzione agli elementi che accomunano più che
a quelli che dividono.
La spiritualità antropologica viene vista come un
insieme delle caratteristiche umane trasmesse
attraverso la filogenesi (sviluppo della specie
umana) e l’ontogenesi (sviluppo dell’individuo):
in altre parole, può essere vista come la cultura
umana basata sui valori esistenti che l’uomo ha
da sempre posseduto come codice interno di
regole di comportamento.
V. Hudolin, Padova 1993
E’ un sentire comune che va al di là dei credo
religiosi ed è insito nella natura umana: ci
spinge a prenderci cura dell’altro in quanto
esseri umani, a riconoscere ed accettare le
diversità, alla solidarietà.
E’ un passaggio dalla centralità della sostanza
(alcol, droga…) all’importanza della
persona, delle relazioni e degli altri valori
umani.
E’ la consapevolezza dei propri sentimenti e la
valorizzazione dell’umanità esistente nei Club.
Si può scegliere di ascoltarla, di viverla, di agirla
sentendo la corresponsabilità nella e della
relazione umana.
E’ ciò che ci fa ridere, piangere, commuovere,
amare e odiare, essere amici, solidali
compartecipi, luce nell’ombra, calore nel gelo.
E’ guardarsi negli occhi dell’altro e ritrovarsi.
DISTURBO SPIRITUALE
Problemi alcolcorrelati
Problemi complessi
Multimensionalità della sofferenza
Disagio spirituale
“problemi provocati dalla non accettazione di sé
stessi, del proprio comportamento e del proprio
ruolo nella comunità, della cultura sociale
esistente, della prevalente giustizia sociale”
DISTURBO SPIRITUALE
Questo disagio è accompagnato da un senso di
impotenza davanti al problema e di impossibilità
di capirlo.
Se la spiritualità può essere vista come insieme
della nostra cultura e delle caratteristiche di vita in
un certo momento nelle nostre comunità, in tutta
la società e sul pianeta intero questo disagio può
essere presente in maniera particolare nei vari
settori della spiritualità: emozionale, politico,
religioso, ecc…
Hudolin, Assisi 1994
DISTURBO SPIRITUALE
Questo disagio non è specifico delle persone coi
problemi legati all’uso di alcol e droga ma
riguardano l’uomo, tutte le persone di tutte le
comunità del mondo.
Esso genera sofferenza,
difficoltà di comunicazione
ed interazione.
NELLA VITA NON CI SONO SPETTATORI
L’empatia dà la possibilità dello sviluppo della
comunicazione e dell’interazione profonda
umana, una possibilità di accettare l’altro e di
poter comprendere la sua sofferenza…
L’empatia può essere imparata e sviluppata da
tutti, sarà differente da uno ad un altro.
E’ necessario accettare tutti, nonostante il loro
comportamento.”
Vl. Hudolin, Assisi 1993
“Tutta la società si trova in una crisi profonda che non
può essere risolta con una proclamazione ecologica
formale.
Bisogna coltivare l’amicizia, l’amore, la solidarietà, la
convivenza armoniosa, la compartecipazione e la
condivisione”
INTERDIPENDENZA
V. Hudolin, 1994
Si tratta innanzitutto dell’interdipendenza, sentita
come sistema determinante di relazioni nel
mondo contemporaneo, nelle sue componenti
economiche, culturali, politiche e religiose
assunte come categorie morali.
Quando l’interdipendenza
Viene così riconosciuta,
la correlativa risposta come
atteggiamento morale e sociale,
come virtù, è la SOLIDARIETÀ.
La solidarietà non è un sentimento di vaga
compassione o di superficiale intenerimento per
i mali di tante persone, vicine o lontane.
Al contrario, è la determinazione ferma e
perseverante di impegnarsi per il bene comune:
ossia per il bene di tutti e di ciascuno, poiché
TUTTI SIAMO RESPONSABILI DI TUTTI
AL CLUB
Non si accompagna l’altro:
ognuno fa il proprio percorso.
Non si aiuta l’altro:
ognuno cambia sé stesso e così facendo
contribuisce al cambiamento dell’altro.
Il cambiamento non è solo astinenza:
l’astinenza è il primo gradino verso la sobrietà
in un cammino di crescita e maturazione.
I Club, con il loro lavoro sia nella comunità
multifamiliare, sia in quella locale,
promuovono il cambiamento della cultura
sanitaria e generale esistente per giungere ad
una migliore qualità della vita, e questo
significa un lavoro antropologico spirituale, la
cui responsabilità si estende non solo alla
famiglia e alla comunità locale, ma alla
comunità in generale e richiede una ecologia e
una giustizia sociale”.
V. Hudolin, 1993
Lottando per i diritti umani fondamentali, per la
solidarietà, l’amicizia e l’amore, cercando di accettare
la diversità e la convivenza, ed imparando a
promuovere la pace, il Club degli alcolisti fa tutto il
possibile per proteggere i valori spirituali, quei valori
che sono specifici della specie umana e che la
rendono diversa da tutte le altre creature che la
circondano.
La società odierna, in profondissima crisi spirituale,
potrà sperare di garantire questi valori cercando di
definire dei comportamenti capaci di portare ad una
spiritualità ecologica o ecologia spirituale.
Senza la pace non si
può promuovere e
proteggere la salute.
“Tutti noi non lavoriamo solamente per l’astinenza, ma
per la famiglia, per la sobrietà, per una vita migliore,
per una crescita e maturazione e infine per la pace.
La pace non può essere conquistata se prima di tutto
non siamo in grado di averla dentro di noi: una pace
nel cuore, una possibilità di riguadagnare la gioia di
vivere, la riappropriazione del proprio futuro, un
superamento, una trascendenza da se stessi”
V. Hudolin, 1996
Come può il Club trasferire il proprio codice etico al
resto della comunità? Attraverso…

la testimonianza dei membri del Club
(comportamento osservabile)

l’Interclub

i Corsi di sensbilizzazione

la Scuola Alcologica Territoriale di III° modulo

la collaborazione con le istituzioni


la collaborazione con le altre realtà della società civile
(volontariato, auto-aiuto, cooperative, etc…)
la cooperazione e la solidarietà nel mondo


La presenza e l’assunzione di responsabilità nella
comunità si costruisce attraverso un processo lungo
e complesso fatto di piccole vittorie, condivisione
dei risultati, riconoscimento dei fallimenti.
Avere sempre di mira:
 la pace
 l’equo accesso alle risorse
 il diritto alle libertà individuali
 la garanzia dei diritti umani
 il diritto alla pace e al benessere
 la possibilità per tutti di scegliere e di determinare
la propria vita, individuale e collettiva
Adattamento da Lobby e Advocacy - Caritas




Le vere trasformazioni si attuano insieme “standoci
dentro” e sviluppando la stessa corresponsabilità e
partecipazione
La comunità deve essere informata e formata
Non basta la sola assistenza: un problema sociale
disatteso deve essere affrontato anche cercando di
arrivare a coglierne le cause e le responsabilità che
siano in capo a persone e a istituzioni che hanno il
potere e il dovere di risolverle
Occorre riconoscere con spirito critico le risorse e le
capacità (le forze e i limiti) del singolo, della famiglia
e della comunità nell’assumere impegni e svolgere
compiti concreti.
Adattamento da Lobby e Advocacy - Caritas
PERCHÉ STARCI DENTRO
“I problemi degli altri sono uguali ai miei. Sortirne
insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia”.
Don Milani
“La politica è la più alta forma di carità”.
Paolo VI
Carità come “gratuità” con cui ci si vuole mettere al
servizio degli altri, del bene di tutti, della
comunità.
PER TESSERE PROPOSTE CAPACI DI
PERSEGUIRE IL BENE COMUNE
L’importante non
è l’alcol,
importante è
l’uomo.
Vladimir Hudolin
La vita, un mistero che può essere visto, sia come
evoluzione spontanea dal materiale organico presente
nell’universo, o come un dono di Dio.
Sia un dono di Dio o della natura, in entrambi i casi non e’
esclusivamente una proprietà privata semplice, anzi si
potrebbe dire che ci sia stata data in prestito dalla natura
o da Dio.
In ogni caso nonostante siamo liberi di usarla, da un punto
di vista etico, non siamo liberi di danneggiarla
intenzionalmente o di distruggerla.
V. Hudolin. Assisi 1995
principi
club
A
S
S
O
C
I
A
Z
I
O
N
I
club
amore
Prevenzione
primaria solidarietà
amicizia
rispetto diversità
“Cooperazione
fra i
programmi
territoriali un
ponte di
collaborazione
tra pubblico e
privato”
Centro
alcologico
territoriale
funzionale
Vladimir Hudolin
puntualità riservatezza
non si fuma divisione
club
regole
Dati
Ricerca
editoria
club
S
E
R
V
I
Z
I
“Quello che potrai fare potrà
sembrarti terribilmente
insignificante ma, in realtà, è
terribilmente indispensabile che
tu lo faccia”.
“Sii il cambiamento che vuoi
vedere avvenire nel mondo”.
Gandhi
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