10 R VENERDÌ 15 OTTOBRE 2010 LA GAZZETTA DELLO SPORT SERIE A L’INTERVISTA Melo «Molto più che un allenatore. Oggi posso dire di avere un grande amico in più». E il nuovo c.t. Menezes? «Se guida il Brasile vuol dire che lo merita». «Macchè cattivo Sono un duro che ha voltato pagina» «Alla Juve si può sbagliare un anno, non di più E con Lecce e Bologna capiremo se siamo grandi» DAL NOSTRO INVIATO MIRKO GRAZIANO 5 RIPRODUZIONE RISERVATA VINOVO (TORINO) dFelipe Melo il cattivo ha lasciato il posto a un pezzo di pane? «Non confondete il carattere con la cattiveria. Comunque, fate voi. Ho sentito pure di peggio...». Cioè? «Dopo il Mondiale mi hanno dato dello sleale. Andate a rivedervi la mia carriera: non ho mai fatto male a nessuno. Sono duro, grintoso, ma corretto». Sarà per quel suo passato da lottatore di "Vale Tudo", lotta brasiliana praticamente senza regole. «Sbagliato. Mio papà praticava il Vale tuto, io ho fatto Ju-Jitsu, altra roba». Dov’è cresciuto Felipe Melo? «A Volta Redonda, nello stato di Rio de Janeiro. Ma a nove anni mi sono trasferito a São Gonçalo, più vicino a Rio. Ci ho vissuto con i nonni dopo che mi prese il Flamengo. Andavo ad allenarmi in pullman, spesso da solo. Non ero in una favela, ma di certo nemmeno in un posto tranquillo». Insomma, luoghi dove bisogna imparare presto a difendersi. «Diciamo dove si diventa grandi in fretta». Oggi è un calciatore della Juve, con una bella famiglia. A proposito, uno dei tre figli si chiama Lineker. E’ in onore del grande bomber inglese? «Assolutamente no, l’ho letto da qualche parte, ma non è vero. E’ un’idea rubata a mio papà, che voleva chiamare così mio fratello. Ero ragazzino, ma gli dissi: "Papà, trova un altro nome, perché questo vorrei metterlo al mio primo figlio". Avevo già le idee chiare (ride ndr)». Cose le resta dentro di Brasile-Olanda, di quel cartellino rosso e dell’eliminazione dal Mondiale? «Tanta tristezza, la sensazione di una grande occasione persa, perché nel primo tempo potevamo andare sul 3-0». Sensi di colpa? «Fino a un certo punto, perché al momento del mio rosso eravamo già sotto, e in un certo senso avevamo capito tutti che non saremmo più riusciti a rimontare». Cosa successe nello spogliatoio dopo la partita? «Abbiamo pianto, anche Dunga, ma nessuno mi fece pesare qualcosa». Però, al ritorno, in Brasile, fu violentemente contestato. «Falso. Sono sceso dall’aereo, c’erano 200 persone. Uno mi ha urlato: "Figlio di...". Immediatamente, tutti gli altri lo hanno fischiato e cinque bambini si sono avvicinati per incoraggiarmi, mentre qualcuno mi chiamava "guerriero". Di più, nei giorni successivi ho incontrato gente con la mia immagine tatuata sulle spalle, mi dicevano che nel Brasile c’era ancora bisogno di un guerriero come me. Vi sembra contestazione questa? La verità è che i giornalisti avevano bisogno di un capro espiatorio». Chi è Dunga per lei? Beh, però intanto l’ha fatta fuori dalla Seleçao. «Io so quello che valgo. Sono un grande giocatore, il brasiliano più pagato dalla Juventus, uno dei club più prestigiosi del mondo. Penso a fare il mio dovere in campo, a dare tutto, inseguo il sogno di tornare in Nazionale. E se gioco bene il c.t. non potrà non tenerne conto. Lui ha il dovere di osservare tutti i brasiliani. Oltretutto, so che per un po’ si fermerà in Europa per vedere alcune partite. Bene, lo invito anche da noi, magari per Milan-Juventus...». Prima però ci sono Lecce e Bologna in campionato. «Certo. La vera prova del nove per questa Juve. Voglio sei punti per andare a San Siro da protagonista, a godermi una grande serata, e magari a divertirci pure... Manchester City e Inter ci hanno detto che possiamo giocarcela con tutti, ma finora siamo mancati in quelle gare teoricamente più semplici. Ed è facendo punti in certe partite che si diventa grandi, che si sta lassù». La Juve ha svoltato a San Siro contro l’Inter? «In un certo senso sì, ma ripeto: se poi roviniamo tutto con Lecce e Bologna...». Krasic, Felipe Melo, Aquilani e Marchisio: è il centrocampo più forte del campionato? «Aggiungerei Sissoko e Pepe, tutti nazionali. Sì, è un grande centrocampo, non abbiamo nulla da invidiare nemmeno a livello internazionale». A proposito, tutto chiarito con Sissoko? «Non le rispondo nemmeno. Assurdo parlare di lite per sciocchezze che sul campo avvengono spessissimo». Inter-Juve esempio di fair-play? «Si è finalmente giocato in un bel clima. Qualche duro colpo è volato lo stesso, ma in campo la lealtà non è mai mancata. Ci voleva, le tensioni in passato erano cresciute troppo». Perché i tifosi bianconeri devono essere ottimisti? «Perché siamo la Juve, il più grande club del mondo, destinato a vincere. Qui si sbaglia al massimo un anno, non di più». x HA DETTO Scusi Felipe, che formuletta magica ha usato Delneri con lei? «Il mister e Marotta a inizio stagione mi hanno preso da parte e mi hanno detto: "Felipe, per noi sei molto importante". Il resto lo hanno fatto Dio e la mia voglia di voltare pagina. Anche se un anno storto non dipende mai da un solo giocatore». Juve rivoluzionata. La sorpresa? «Facile dire Krasic, ma mi piace indicare Grygera. E’ un giocatore prezioso, che è risultato decisivo in un momento delicato della stagione». DA VINOVO Traorè si ferma ancora: oggi gli accertamenti Si ferma di nuovo Traoré. In settimana il francese era tornato in gruppo e aspettava solo la convocazione. Ieri la ricaduta, durante la partitella. Stesso dolore, stesso muscolo, per valutare i tempi di recupero bisognerà aspettare gli accertamenti di questo pomeriggio. Domenica contro il Lecce Delneri sembra intenzionato a riproporre la Juve di San Siro, con un’unica differenza: Amauri al posto di Iaquinta (recuperato dal fastidio muscolare ma non al 100%), in coppia con Quagliarella. V sul centrocampo Io, Krasic, Aquilani (nella foto), Marchisio, Sissoko e Pepe: sì, è decisamente un grande reparto V sulla svolta Dico grazie a Dio e al mio carattere. Delneri? Lui e Marotta mi hanno detto, "Felipe, per noi sei importante" V su Dunga Per me è stato importantissimo. Oggi posso dire di avere sicuramente un grande amico in più NUOVO PARTNER La Juve intanto sigla una nuova partnership di sponsorizzazione con MSC Crociere. «C’è una crociera già organizzata per i tifosi bianconeri, mi hanno detto sorride Delneri —. Ed è in programma la seconda settimana di maggio. Non credo che i tifosi se la prenderebbero se fossimo costretti a rinunciare alla crociera per giocare la finale di Europa League». Così Chiellini a Sky: «La Juve ha bisogno di cambiare marcia. La differenza bisogna farla con le squadre piccole o comunque inferiori a noi». E sul contratto: «C’è stata una stretta di mano, la firma è un dettaglio». (a.m.) V su Menezes Voglio tornare in Nazionale. So quello che valgo e gioco nel club più importante del mondo LA SCHEDA O FELIPE MELO 27 ANNI CENTROCAMPISTA JUVENTUS In bianconero dopo un anno alla Fiorentina Felipe Melo, 27 anni (foto INSIDE), è arrivato in Italia alla Fiorentina nel 2008. Dopo l’ottima stagione in viola, diventa titolare nella Seleçao e viene ceduto alla Juventus per 25 milioni. Non si ripete sugli stessi livelli in bianconero. Ma in questo inizio di stagione, invece, sembra tornato quello della stagione a Firenze. Stampato e distribuito da NewspaperDirect http://edicola.corriere.it supporto telefonico 02-63797510 t03*(*/"-$01:t03*(*/"-$01:t03*(*/"-$01:t03*(*/"-$01:t03*(*/"-$01:t03*(*/"-$01:t03*(*/"-$01:t03*(*/"-$01:t03*(*/"-$01:t03*(*/"-$01:t COPYRIGHT AND PROTECTED BY APPLICABLE LAW - © TUTTI I DIRITTI RISERVATI