Coordinamento associazioni
di volontariato Cuggiono
Allo spett.le Coordinamento
Sindaci del Castanese
Cuggiono, 16 aprile ’04
Oggetto: Situazione ospedale Cuggiono
Osservazioni alla Lettera della direzione generale datata 29/3/04 a vs. mani.
Egr. Signori Sindaci, pensando fare cosa gradita, vi sottoponiamo le seguenti considerazioni generali e
osservazioni alla lettera in oggetto:
Le preoccupazioni dei cittadini del nostro territorio derivano da una progressiva presa di coscienza degli
effetti dell’azione congiunta dei vari provvedimenti adottati nel tempo sia a livello regionale, sia dalla
Azienda Sanitaria Locale Milano 1, sia dall’Azienda Ospedaliera di Legnano.
L’orientamento che si sta lentamente concretizzando è il cambiamento progressivo della funzione del
presidio ospedaliero di Cuggiono, da ospedale multispecialistico a ospedale in cui sia preponderante fino
ad essere esclusivo la funzione riabilitativa e di lungodegenza.
Il meccanismo congiunto delle indicazioni regionali, della predisposizione dei piani strategici della ASL
Milano 1 e dell’Azienda Ospedaliera di Legnano sono esemplari in tal senso. Nel Piano Strategico
dell’Azienda Ospedaliera di Legnano più recente (approvato con la DGR 3223 del gennaio 2001), si
evince chiaramente che le Unità Operative specialistiche se non d’eccellenza sono destinate ai Presidi di
Legnano e di Magenta, mentre l’U.O. di riabilitazione viene assegnata al Presidio di Cuggiono. Ma
sempre nello stesso documento appare citato quanto viene definito nel Piano Strategico dell’Azienda
Sanitaria Locale Milano che programma un abbassamento del tasso di ospedalizzazione della popolazione
residente del 3%, quando per la popolazione residente si riscontrava già il tasso di ospedalizzazione tra i
più bassi della Lombardia. D’altra parte la sfasatura tra offerta ospedaliera del territorio e popolazione
residente è stata più volte riportata come esemplare nei documenti regionali.
Oltre alla citata delibera regionale, dove testualmente si affermava che già nel 2001 le AO per affrontare
la mobilità extraterritoriale del 50%, intendevano concentrarsi sulla casistica di maggior peso anche a
costo di rinunciare a quella di minore complessità. In altri termini, sia la ASL che le AO non puntavano
su un’autosufficienza territoriale e al dimensionamento dell’offerta alla domanda, ma puntavano alla
cosiddetta eccellenza supponendo che la mobilità fosse derivata da una carenza di offerta solo in quel
senso. Da questo “errore” programmatorio ne ha conseguito il permanere dei flussi migratori dei pazienti
verso altre ASL anche negli anni successivi. In termini reali si è riscontrato una graduale e incessante
riduzione del numero dei letti attivi dell’azienda Ospedaliera di Legnano ed in particolare di Cuggiono.
Il presidio Legnano Cuggiono ha visto nel solo periodo 1999-2002 la perdita di circa 100 posti letto attivi
passando da 831 letti nel 1999 a 737 nel 2002 (dati regionali). I posti letto accreditati nel 1998 erano
complessivamente 1027.Se si considera tutti i presidi dipendenti lo scarto tra i letti accreditati dichiarati
(nel sito internet aziendale) 1657 e 119 di day hospital e quelli effettivamente attivi si può riscontrare un
forte scarto di letti destinati alla degenza ordinaria. Sempre rispetto al bacino di utenza prospettato dalla
Direzione Aziendale (500000 residenti) si conferma un offerta reale dell’AO di circa 2,6 posti letto per
mille abitanti che è analoga all’indice riscontrabile nell’intero territorio dell’ASL Milano 1.
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Questa carenza è stata ulteriormente e recentemente sottolineata, nell’allegato della DGR 16721 del
12.3.2004, dove si afferma “è possibile evincere che le ASL nella cintura di Milano, in particolare l’ASL
Milano 1 e Milano 3, sono caratterizzate da tassi di ricovero tendenzialmente bassi rispetto alla media
regionale, dato che, potrebbe essere interpretato quale espressione della necessità di una migliore
qualificazione dell’offerta delle strutture localizzate nelle ASL dette.” E ancora” è interessante osservare
che l’ASL Città di Milano esercita una forte attrazione ed è caratterizzata da una relativa mobilità e da
una ridotta attrazione. Ciò può ulteriormente avvalorare la tesi per la quale, l’offerta di prestazioni
sanitarie di una certa qualità e tipologia necessita di riqualificazione e rilancio, nelle zone dei territori
delle ASL di Milano 1 e Milano 3”.
Nella stessa delibera che per oggetto l’attuazione nel 2004 del piano d’investimenti pluriannuale in sanità,
viene rinviato il finanziamento dei presidi minori dell’azienda ospedaliera di Legn ano, mentre viene
confermato il finanziamento per la costruzione del nuovo ospedale di Legnano, che a regime dovrebbe
avere un dimensionamento di circa 500-600 posti letto. Da questi brevi riferimenti si può capire i
fondamenti della preoccupazione dei cittadini che vede in prospettiva un depotenziamento complessivo
dell’offerta sanitaria ospedaliera nel territorio del Castanese e non certo un potenziamento. In questo
quadro allora le scelte accennate nel POA sono ulteriori sintomi del processo di dequalificazione del
presidio di Cuggiono e del progetto di depotenziamento accennato.
In merito alle risposte contenute nella lettera del 29.3.2004, queste non possono tranquillizzare le
preoccupazioni espresse dai cittadini in quanto:
1) gli investimenti di 12 milioni di euro, in base alla delibera 16721, non avranno finanziamenti per
l’anno 2004 e da quanto risulta nello stesso allegato alla lettera, si ritiene forse perverranno nel
2005, e neppure appaiono credibili gli interventi straordinari in fase di studio (con finanziamenti
propri da bilancio) in quanto non risultano accantonamenti previsti nel bilancio di previsione del
2003 (d’altra parte non si capisce cosa si potrebbe accantonare quando la perdita d’esercizio
programmata per il 2003 e di 32 milioni di euro).
2) Per quanto riguarda l’attività di pronto soccorso, posto che nel incontro pubblico tenuto a
Cuggiono il 12 febbraio, è stato prospettato dal Direttore Sanitario Aziendale un funzionamento
ridotto del pronto soccorso dove verrebbe garantita sulle 24 ore la sola presenza di un medico
internista, sembra che l’organizzazione siffatta di un pronto soccorso sarebbe un suo
declassamento ad un punto di pronto intervento, prodromo a una sua futura chiusura. Sembra
inoltre sottovalutata l’incidenza della rispo sta anche a soli due casi chirurgici medi notturni
(verrebbe di volta in volta chiamato il medico chirurgo di turno in reparto) con rischi sia per chi si
rivolge al pronto soccorso che chi è ricoverato in reparto. Appare poi scarsamente credibile l’alta
percentuale dei codici bianchi mentre non si precisa quanto è il numero complessivo degli accessi.
Il servizio di pronto soccorso non può essere erogato parzialmente (come qualche clinica privata)
o viene approntato seriamente o rappresenta un rischio per l’ utenza.
3) Il potenziamento delle attività riabilitative e di lungodegenza non viene rifiutato dalla cittadinanza,
stante la scarsa offerta presente a livello territoriale, ma non deve essere messo in alternativa
all’offerta per acuti, a meno che si voglia trasformare il presidio di Cuggiono unicamente in senso
riabilitativo.
4) Non si ritiene degno di commento quanto affermato al punto a) mentre come si è dimostrato
precedentemente il territorio densamente abitato (500000 abitanti) presuppone un offerta
complessiva di circa 2000 posti letto. L’azienda Ospedaliera di Legnano sembra implicitamente
volere autoridimensionarsi e non espandere la propria offerta. La dimensione del bacino di utenza
dovrebbe suggerire che l’azienda dovrebbe attrezzarsi anche per le l e cosiddette alte specialità
(non si prospetta alcuna analisi dettagliata della fuga di utenza causata dalla carenza delle alte
specialità).
5) la mobilità non è solo extradistrettuale ma è al di fuori del territorio della ASL. Dal dato riportato,
la scarsa offerta dell’AO di Legnano induce all’emigrazione verso le Case di Cura di Castelllanza
e all’Ospedale di Busto Arsizio. Nella risposta quasi c’è un compiacimento di questa fuga di
clientela, quasi che l’obiettivo aziendale fosse quello d’incentivarla piut tosto che ridurla. In questo
quadro è evidente che la riduzione dell’offerta da parte dell’AO di Legnano sia finalizzata anche a
favorire altri tipi di offerta. D’altra parte la funzione svolta dall’ASL Milano 1 nella redazione dei
contratti ha carattere semplicemente di tipo economico (tetti di spesa) e non certo intende ridurre o
razionalizzare l’alto livello di mobilità, né tantomeno considerare gli effetti sociali di tale mobilità.
La funzione programmatoria che questo Ente territoriale dovrebbe avere non si capisce in quali
forme si esprime. D’altra parte nella risposta non si riferisce di nessun progetto ASL -AO che
preveda un governo della continuità di cura né tantomeno uno sviluppo dei processi d’integrazione
tra livelli assistenziali.
In conclusione le preoccupazioni dei cittadini dei Comuni del Castanese non sono state fugate dalla
risposta del Direttore Generale, ma sicuramente la mobilitazione del territorio e la raccolta di firme
ha prodotto un primo effetto: rompere l’isolamento in cui l’Azienda Ospedaliera di Legnano è stata
confinata dalle scelte regionali e costringere il Direttore Generale a spiegare le ragioni delle sue
scelte aziendali alle comunità locali e ai loro sindaci. L’autonomia e i poteri dei Direttori generali
non possono essere interpretati in modo autoreferenziale o referenziale ai vertici regionali.
L’ospedale è diventato azienda, viene detto, per essere più efficiente ma anche più efficace per
rispondere alla domanda esplicita ed implicita della popolazione del territorio. In questo senso
calare le proprie decisioni senza spiegare, senza dialogare, senza ascoltare ai cittadini e agli
operatori dipendenti, trasforma l’azienda ospedaliera in un’entità sorda e lontana dalla
cittadinanza la quale vede l’ospedale come parte essenziale del tessuto civile e sociale. Per questo se
è vero che, come è affermato nella risposta, la strategia aziendale è orientata dalla analisi della
domanda e dalla preoccupazione di diversificare e modulare i servizi in base ai trend
epidemiologici, il Direttore Generale può dimostrarlo da subito partecipando, tra l’altro, alla tavola
rotonda pubblica che gli stiamo proponendo al fine di approfondire e definire in modo trasparente
e serio il destino futuro dell’ospedale di Cuggiono.
Rimanendo a disposizione per ogni necessità, con l’occasione vogliate gradire i nostri più distinti saluti .
Per il coordinamento:
Cuggiono 16.04.04
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Osservazioni alla lettera della direzione ospedaliera16/04/04