CARTOGRAFIA.UNO
Introduzione
Processo cartografico
Sistemi di riferimento, datum e coordinate
Equazioni della carta
Da 3D a 2D ?
Deformazioni cartografiche
Proiezioni
Indice
Carte di Gauss, UTM
Il sistema italiano Gauss – Boaga. UTM Roma 40
Il sistema europeo. UTM ED 50
Il sistema mondiale. UTM WGS 84
Differenze fra sistemi
Classificazione cartografia
Rappresentazione simbolica o reale ?
Cartografia numerica
La cartografia è la scienza che si propone di descrivere la
superficie fisica della Terra, con rappresentazioni grafiche
definite carte. Le tecniche di rappresentazione variano con
l’estensione del territorio che deve essere rappresentato e con
Introduzione
le finalità della rappresentazione. La tradizionale produzione
cartografica è resa su supporti cartacei, ma con lo sviluppo
dell’informatica a questo tipo di cartografia si è affiancata la
cartografia numerica o digitale: in questo caso ad ogni punto
rappresentato
in
carta
sono
associati
memorizzati su supporti ottici o magnetici
codici
elettronici
La rappresentazione cartografica è ridotta in quanto, non è
possibile descrivere la superficie della Terra nelle dimensioni
reali, ma solo ricorrendo a un opportuno fattore di scala.
È simbolica in quanto tutti gli elementi in essa rappresentati sono
Introduzione
descritti con segni convenzionali, che spesso possono non
riprodurre l’esatta forma.
Infine benché la cartografia possa sembrare una scienza esatta,
ogni rappresentazione risulterà sempre approssimata, in quanto
la superficie sferica della Terra non sarà mai riproducibile con
esattezza su di un piano senza dare luogo a deformazioni
Il processo cartografico consiste nei seguenti passi:
 acquisizione del dato (rilievo) mediante osservazioni dirette sul terreno o su
immagini del terreno (topografia, fotogrammetria); in questa fase devono essere
archiviate informazioni sul posizionamento dei punti e sulla codifica degli oggetti
Il processo
cartografico
archiviati.
 scelta del sistema di riferimento (approssimazione della superficie terrestre,
tipo di ellissoide prescelto, scelta del sistema di coordinate)
 scelta della rappresentazione cartografica, cioè delle equazioni matematiche che
consentono di "proiettare" la superficie terrestre nel piano della carta o sullo
schermo.
L’impossibilità di rappresentare globalmente sul piano la superficie
terrestre senza deformazioni ha indotto i cartografi a definire sistemi
locali, validi in determinati contesti, al fine di limitare le deformazioni
stesse. L’attenzione si è concentrata, oltre che sulla scelta della
proiezione più adatta, su quella dell’ellissoide più appropriato. Sono
Sistemi di
riferimento
Datum
stati così proposti vari tipi di ellissoide, in certi casi opportunamente
orientati per renderli tangenti al geoide nel punto centrale del campo
cartografico di interesse (punto di emanazione). È convenzionalmente
denominato DATUM, l’insieme dei parametri che individuano il sistema
di riferimento, di solito l’ellissoide, definito dai suoi semiassi, dalla
posizione spaziale e dal suo orientamento. Nell’ambito di uno stesso
Datum possono essere utilizzate svariate proiezioni e tutte le
trasformazioni di coordinate ad esse associate
Sistemi di
riferimento
Datum
Sistemi di
riferimento
Datum
La posizione di un punto sull’Ellissoide può essere
determinata fornendo il valore del parallelo e del
meridiano a cui appartiene. Per individuare il
parallelo sarà sufficiente conoscere la latitudine
geografica, cioè l’angolo φ formato dalla normale
per il punto e il piano equatoriale. Tale angolo è
Sistemi di coordinate
Geografiche
positivo se il punto si trova tra l’equatore e il polo
nord, negativo se si trova tra equatore e polo sud.
Il meridiano è invece individuato dalla longitudine
geografica, cioè dall’angolo λ che si forma tra il
piano contenente il meridiano passante per il
punto e il piano per il meridiano assunto come
origine, passante per Greenwich
 origine delle coordinate coincidente con il centro di massa della Terra
 asse Z diretto verso il Polo Nord
 asse delle X è l’intersezione tra il meridiano zero (quello passante per Greenwich) con
il piano equatoriale
 l’asse delle Y completa una terna ortogonale destrorsa e giace sul piano equatoriale
Z
Sistemi di coordinate
Geocentriche
P
Zp
O
Yp
X
P’
Y
X = Nord
Q.4
Q.1
T (- ; +)
EP
P (+ ; +)
NP
0
Sistemi di coordinate
Y = Est
Piane
R (+ ; -)
S (- ; -)
Q.3
Q.2
Con l’espressione equazioni della carta o equazioni di rappresentazione,
si fa riferimento a quelle relazioni che fanno corrispondere a un
qualsiasi punto dell’ellissoide di coordinate geografiche note, latitudine
φ e longitudine λ, un punto preciso della carta con coordinate
rettangolari X = Nord ed Y = Est.
X = fx (φ, λ)
Y = fy (φ, λ)
Le equazioni della
carta
È possibile anche il passaggio inverso dalle coordinate cartografiche alle
coordinate geografiche
φ = f φ (X, Y)
λ = f λ (X, Y)
Si deve prestare molta attenzione al fatto che, nelle rappresentazioni
cartografiche, l’ascissa e l’ordinata sono rispettivamente espresse con
Y (Est) e X (Nord)
Il problema di rappresentare la superficie fisica della Terra sul piano del
foglio è complesso. La prima difficoltà è dovuta al fatto che si deve passare
da una superficie tridimensionale (la Terra) a un oggetto piano (la carta).
Questo problema è in parte superato utilizzando tecniche che permettono
questa trasformazione: le proiezioni.
da 3D a 2D ?
?
Le parti di superficie terrestre che vengono rappresentate devono essere il
più possibile fedeli alla realtà , sebbene alcune deformazioni siano inevitabili.
Esistono tre tipi di deformazioni: lineare, angolare, superficiale, definite da
rispettivi moduli:
modulo di deformazione areale (μ): si ottiene dal rapporto tra l’area di una
superficie misurata sulla carta e la corrispondente area misurata sull’ellissoide.
Se μ = 1, cioè se risultano inalterate le aree, la carta è definita Equivalente.
Le deformazioni
cartografiche
modulo di deformazione angolare (δ): ottenuto dalla differenza di un qualsiasi
angolo misurato sulla carta e il corrispondente angolo misurato sull’ellissoide. Se
δ = 0 la carta è definita Conforme o Isogonica.
modulo di deformazione lineare (m): si ottiene dal rapporto tra la lunghezza di un
segmento misurato sulla carta (moltiplicato per il fattore di scala) e la
corrispondente lunghezza reale misurata sull’ellissoide. Se m = 1, la carta è
definita Equidistante.
Si definisce proiezione l’operazione di trasporto e di riproduzione del
reticolato sferico su una superficie piana. Le proiezioni possono avere o meno
le seguenti proprietà:
 Equivalenza: le aree delle maglie rappresentate risultano proporzionali alle
corrispondenti aree misurate sulla superficie terrestre. Si mantengono quindi
inalterati i rapporti tra le aree ma non le figure che risultano deformate
Proiezioni
 Conformità o isogonia: gli angoli misurati tra le intersezioni fra meridiani
e paralleli rimangono inalterati sulla carta; ciò comporta però l’impossibilità di
rispettare la proporzione tra le distanze
 Equidistanza: tutte le distanze misurate sulla carta sono proporzionali alle
corrispondenti distanze misurate sul terreno
Poiché una proiezione non potrà possedere contemporaneamente
più di una di tali proprietà, essa dovrà essere scelta in base
all’uso a cui la carta è destinata. Non esiste una carta in cui m =
Proiezioni
1, δ = 0, μ =1. Nella pratica si cerca di realizzare una carta con il
miglior compromesso possibile tra i tre moduli, ovvero che
presenta tutte e tre le deformazioni, ma con valori minimi. Una
carta di questo tipo e definita Afilattica.
Possono essere:
Proiezioni prospettiche se la superficie
terrestre è proiettata su una superficie
Proiezioni
piana
Proiezioni per sviluppo se le parti della
superficie terrestre vengono proiettate su
una superficie avvolgente di sviluppo, (per
esempio un cono o un cilindro)
Le proiezioni prospettiche possono essere classificate in base alla posizione del
piano su cui vengono proiettati i punti e in funzione della posizione del centro di
proiezione. Per la posizione del piano possono essere: - polari se il piano è tangente
ai poli; - equatoriali, se il piano è tangente all’equatore; - oblique, se il piano è
inclinato rispetto all’asse di rotazione terrestre.
Proiezioni
prospettiche
In funzione del centro di proiezione si hanno proiezioni: - centrografiche, se il
punto di proiezione coincide con il centro dell’ellissoide; - stereografiche, se il
punto si trova sulla superficie dell’ellissoide opposto al piano di rappresentazione;
- scenografiche, se il punto è esterno; - ortografiche, se il punto è posto
all’infinito con i punti proiettati perpendicolari al piano di rappresentazione
Nelle proiezioni per sviluppo, i punti dell’ellissoide vengono proiettati su
un cilindro o su un cono che possono essere tangenti o secanti
all’ellissoide. Cilindri e coni sono poi sviluppati su di un piano. Le proiezioni
per sviluppo possono essere:
 Dirette o normali: se l’asse del cilindro o del cono coincide con l’asse
Proiezione per
sviluppo
polare terrestre
 Trasverse: se l’asse del cilindro o del cono è normale all’asse polare
terrestre
 Oblique: se l’asse del cilindro o del cono è inclinato di un angolo qualsiasi
rispetto all’asse polare terrestre
Proiezione per
sviluppo
Proiezione conica
ISIS “Via Yvon de Begnac, 6 Ladispoli _ Prof. Dagore Ristorini
Nelle proiezioni cilindriche le maglie del reticolo risultano
rettangolari. A mano a mano che ci si allontana dal circolo di
tangenza si verifica una dilatazione delle aree se il centro di
proiezione è posto nel centro del globo.
Proiezione per
sviluppo
distanza
tra
i
paralleli
risulterà
in
Di conseguenza la
aumento
procedendo
dall’equatore verso i poli. I meridiani sono invece tutte rette
parallele equidistanti. La proiezione cilindrica per sviluppo è
isogona, cioè mantiene inalterati gli angoli passando dalla
superficie sferica a quella piana della carta.
È una delle proiezioni cilindriche più utilizzate. Il suo inventore è stato nel 1569
l’olandese Kremer, Mercatore in italiano. È una proiezione cilindrica diretta,
ottenuta proiettando i punti dal centro dell’ellissoide su un cilindro tangente
all’equatore, successivamente sviluppato su di un piano. La rappresentazione è
stata poi resa conforme, modificando le equazioni della carta.
Proiezione diretta di
Mercatore
I meridiani, in questa proiezione sono rettilinei, paralleli ed equidistanti mentre i
paralleli sono rettilinei, perpendicolari ai meridiani e posti tra loro a distanza
crescente con l’allontanarsi dall’equatore, cioè con l’aumento della latitudine. I
limiti di questa rappresentazione sono l’impossibilità di rappresentare i poli e la
maggiore dilatazione che hanno le regioni di maggiore latitudine rispetto a quelle
più vicine all’equatore.
Proiezione diretta di
Mercatore
Questo tipo di rappresentazione è una proiezione cilindrica inversa è si ottiene
proiettando i punti dal centro dell’ellissoide su un cilindro orizzontale tangente a un
meridiano. La proiezione è stata resa conforme modificando le equazioni della carta.
Solo il meridiano tangente al cilindro e l’equatore sono rettilinei e tra loro ortogonali.
Con questo tipo di proiezione, il modulo di deformazione lineare, aumenta di molto man
mano che ci si allontana dal meridiano di tangenza.
Proiezione inversa di
Mercatore o
Carta di Gauss
Per passare dall’ellissoide al piano, sono state imposte da Gauss le
seguenti condizioni:
l'equatore si trasforma nell'asse delle ascisse Est (Y);
il meridiano assunto come origine delle longitudini si trasforma nell'asse
Proiezione inversa di
Mercatore o
Carta di Gauss
delle ordinate Nord (X);
un arco di lunghezza m sul meridiano origine diventa un segmento di
uguale lunghezza sull'asse delle ordinate N;
l'angolo formato da due direzioni uscenti da un punto sull'ellissoide è
uguale a quello delle corrispondenti direzioni riportate nella carta;
il coefficiente di deformazione, pur variando da punto a punto, è uguale
in tutte le direzioni uscenti da un punto.
Il problema legato alle deformazioni lineari può
essere limitato dividendo il globo in tanti fusi, ognuno
dei quali è rappresentato su un cilindro tangente al
meridiano centrale. In questo modo si può realizzare
UTM
Universale Trasversa
di Mercatore
una carta in cui la deformazione lineare sia contenuta
entro il limite dell’errore di graficismo.
Partendo
da
queste considerazioni, si è giunti
all’utilizzo di una rappresentazione cartografica a
livello internazionale, ideale per rappresentare tutta
la superficie terrestre. Tale rappresentazione e
denominata UTM (Universal Trasverse Mercator)
Nel sistema UTM l’ellissoide è diviso in 60 fusi ognuno della larghezza di
6° di longitudine, numerati da 1 a 60, procedendo da Ovest verso Est. Il
fuso numero 1 è quello compreso fra 180° e 174° Ovest a partire
UTM
Universale Trasversa
di Mercatore
dall’antimeridiano di Greenwich. L’aggiunta di mezzo grado fornisce la
necessaria zona di sovrapposizione tra fusi adiacenti. Questo tipo di
rappresentazione è adottata per latitudini comprese tra – 80° e + 80°
(per le calotte polari viene invece utilizzata una proiezione stereografica
polare UPS). L’ellissoide utilizzato per rappresentare la superficie
terrestre è quello internazionale di Hayford
Ogni fuso è stato suddiviso in 20 fasce di ampiezza pari a 8° di latitudine ciascuna,
individuate da una lettera maiuscola; ciascuna zona, individuata dall’intersezione di
un fuso con una fascia, viene ulteriormente suddivisa in quadrati di 100 Km di lato,
con rette parallele agli assi N ed E individuati da due lettere maiuscole.
Un punto viene identificato mediante coordinate alfanumeriche (numero del fuso e
UTM
Universale Trasversa
di Mercatore
lettera della fascia, coppia di lettere del quadrato ed infine dalle sue coordinate
piane). Nella cartografia UTM la coordinata Nord ha origine sull’equatore, mentre,
allo scopo di eliminare l'uso dei numeri negativi per le ascisse dei numeri posti ad
Ovest dei rispettivi meridiani centrali, si è ricorso allo spostamento fittizio
dell'origine delle ascisse, istituendo una falsa origine e attribuendo ai punti sul
meridiano centrale di ogni fuso un valore convenzionale dalla coordinata Est pari a
500 km. Si vengono quindi a determinare le coordinate E (Est) e N (Nord), definite
da: N = y ; E = 500 ± x
UTM
Universale Trasversa
di Mercatore
I quadrati di 100 km sono, a loro volta,
suddivisi in quadrati minori di 1 km di
UTM
Universale Trasversa
di Mercatore
lato; disegnati sulle carte topografiche
formano
il
reticolo
chilometrico
e
sostituiscono efficacemente il reticolo
geografico.
UTM
Universale Trasversa
di Mercatore
La rappresentazione di Gauss – Boaga è fu adottata in Italia nel 1940 utilizzando come
superficie di riferimento l’ellissoide internazionale di Hayford. La cartografia utilizza,
come il sistema UTM, la rappresentazione di Gauss, ma prevede unicamente l'utilizzo
di due fusi, denominati fuso Ovest e fuso Est, coincidenti approssimativamente
rispettivamente con i fusi 32 e 33 del sistema UTM, e aventi rispettivamente i
meridiani 9° e 15° ad Est di Greenwich come meridiani centrali.
Come punto di emanazione (luogo geometrico origine del Datum in cui la normale
Il sistema italiano
Gauss – Boaga
UTM - ROMA 40
all'ellissoide e la verticale al geoide sono coincidenti) per il calcolo delle coordinate
geografiche di tutti i vertici della rete geodetica italiana fu assunto il vertice di Roma
Monte Mario (Roma 40), al quale in seguito ad accurate osservazioni astronomiche,
erano state attribuite le seguenti coordinate geografiche:
φ = 41°55'25”.51 - λ = 12°27'08”.40
La rappresentazione Gauss – Boaga differisce da quella di Gauss per l’introduzione di
un coefficiente di contrazione, che serve a rimpicciolire tutta la rappresentazione; di
conseguenza il modulo di deformazione lineare risulta mediamente dimezzato e le
deformazioni sono uguali o inferiori all’errore di graficismo.
Per ciascun fuso, fu istituita una falsa origine, attribuendo ai punti sul meridiano
centrale del fuso Ovest un valore convenzionale pari a 1500 km, ed a quelli sul
meridiano centrale del fuso Est un valore di 2520 km. Si venivano quindi a determinare
le coordinate N e E, definite da:
Il sistema italiano
Gauss – Boaga
UTM - ROMA 40

Entrambi i fusi: N = Y

Fuso Ovest: E = 1500 ± x

Fuso Est E: = 2520 ± x
L’ascissa corrisponde alla distanza dal meridiano centrale del fuso, mentre l’ordinata
corrisponde alla distanza presa dall’Equatore. In tal modo la prima cifra della
coordinata Est corrisponde sempre al numero del fuso ed è quindi pari a 1 per il fuso
Ovest e a 2 per il fuso Est. Per collegare le rappresentazioni nei due fusi nazionali è
stata creata una zona di sovrapposizione estendendo il fuso Ovest dell'ampiezza di
30' in longitudine; in tale zona i vertici trigonometrici sono riferiti sia al fuso Est sia
al fuso Ovest, e sulla cartografia che rappresenta tale zona vengono impressi i
riferimenti dei due sistemi. Per consentire poi l'intera rappresentazione del territorio
nazionale in soli due fusi, anche il fuso Est è stato esteso di 30' in modo da
comprendere la Penisola Salentina che altrimenti sarebbe stata rappresentata su un
terzo fuso
Il sistema italiano
Gauss – Boaga
UTM - ROMA 40
Negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, le nazioni dell’Europa occidentale
decisero di unificare le loro reti geodetiche fissando a Postdam, una località in
prossimità di Berlino, il punto di emanazione per il calcolo delle coordinate
geografiche. In particolare, proprio in tale punto venne imposta la coincidenza tra la
normale all'ellissoide e la verticale (normale al geoide). Essendo tale punto diverso da
quello adottato dal sistema Roma 40, ci si trova di fronte a degli sfasamenti irregolari
tra i due sistemi. Di conseguenza, le coordinate geografiche di Roma Monte Mario
hanno subito delle piccole variazioni, risultando di:
Il sistema europeo
UTM – ED 50
φ = 41°55'31”.49 λ = 12°27'10”.93
Questa differenziazione nell’orientamento dell’ellissoide fa sì che uno stesso punto
della rete italiana presenta coordinate differenti nei due sistemi. Questo nuovo
sistema identificato con il nome di ED 50 (European Datum 1950), ha adottato come
meridiano fondamentale (longitudine 0°) il meridiano di Greenwich. Analogamente al
sistema Roma 40, venne istituita una falsa origine, attribuendo ai punti sul meridiano
centrale dei fusi 32 e 33 un valore convenzionale di + 500 Km, in maniera tale da
ottenere coordinate sempre positive anche ad ovest del meridiano. Il sistema ED 50
ha inoltre in comune con quello di Roma 40 l’ellissoide di riferimento (ovvero
l’ellissoide di Hayford), la proiezione di Gauss con assi cartesiani rappresentati
dall’equatore e dai meridiani.
Al fine di superare le limitazioni connesse alla possibilità di rappresentare solo
parzialmente la superficie fisica della Terra dei precedenti sistemi di riferimento quali
il Roma 40 e l’European Datum (ED 50), nel 1984 venne creato un nuovo sistema di
riferimento geodetico in grado di coprire tutto il globo terrestre, il World Geodetic
System 1984 (WGS84). Si tratta di un sistema globale geocentrico, definito attraverso
osservazioni spaziali e costituito da una terna cartesiana destrorsa con origine
coincidente con il centro di massa della Terra, l’asse Z diretto verso il polo Nord, l’asse
Il sistema mondiale
UTM - WGS 84
X ortogonale al precedente e intersecante il meridiano di Greenwich al 1984 e l’asse Y
diretto in modo da completare una terna destrorsa
A differenza di altri sistemi di riferimento, che si appoggiano all’ellissoide di
Hayford, questo nuovo sistema è associato all’ellissoide WGS84, con centro e assi
coincidenti con quelli della terna cartesiana.
La rappresentazione piana del sistema WGS84 avviene attraverso il sistema
cartografico UTM. Il sistema WGS84 rappresenta normalmente il sistema di
Il sistema mondiale
UTM - WGS 84
riferimento per i posizionamenti effettuati con strumenti GPS e la sua
realizzazione su scala mondiale è stata curata dal Dipartimento della Difesa degli
Stati Uniti.
In Europa, la realizzazione del sistema WGS84 è costituita dall’ ETRS89, mentre
in Italia il sistema WGS84 è stato realizzato con l’istituzione della rete geodetica
tridimensionale di alta precisione, denominata IGM95, rilevata con strumenti di
posizionamento GPS differenziale.
I due sistemi hanno in comune:
 L’Ellissoide internazionale di Hayford
 La proiezione Gauss
 Gli stessi assi cartesiani
Differenze tra
Roma 40 e ED 50
Differiscono invece per:
 Punto di emanazione: Monte Mario per Roma 40 e Potsdam per ED 50
 Meridiano fondamentale: Monte Mario per Roma 40 e Greenwich per ED 50
 False origini delle coordinate Est
La cartografia italiana riporta normalmente gli elementi necessari per determinare le
coordinate piane di un punto nei due sistemi di riferimento
Differenze tra
Roma 40 e ED 50 e
WSG 84
Differenze tra
Roma 40 e ED 50 e
WSG 84
TIPO
Piante o mappe
SCALA (S)
S < 1:5000
Topografiche
1:5000 < S < 1: 100.000
Corografiche
1:100.000 < S < 1:1.000.000
Geografiche
S > 1:1.000.000
UTILIZZO
particelle di terreno,
aziende, centri urbani
Piccole zone della
superficie fisica
Classificazione
cartografia in
funzione della scala
Regioni, parti di Stati,
Continenti
Carte fisiche in cui vengono rappresentati solo gli
 Generali
elementi naturali: fiumi, laghi, coste, …
Carte politiche: con confini amministrativi e politici,
città , strade, ferrovie, …
Carte costruite per uno scopo preciso; per esempio le
Classificazione
cartografia in
funzione dei contenuti
 Speciali
carte idrografiche che comprendono le carte marine o
nautiche, oppure le carte aeronautiche, turistiche, …
Carte che mettono in risalto particolari aspetti fisici,
 Tematiche
biologici, antropici ed economici. Ad esempio le carte del
suolo, le carte della vegetazione, …
Nella cartografia di media o piccola scala ragioni di graficismo obbligano talvolta
ad adottare segni convenzionali e a modificare dimensioni e posizione degli
elementi. Di conseguenza gli oggetti non rappresentano in scala l’oggetto reale. Le
scale comprese tra 1:500 – 1:10000, invece, sono caratterizzate dal fatto che tutti
gli elementi sono rappresentati in vera proiezione, senza subire deformazioni.
Questa cartografia è ovviamente la più adeguata per le attività di progettazione
Una rappresentazione
simbolica o reale ?
 Rappresentazione convenzionale in scala 1:50.000
 Rappresentazione proporzionale in scala 1:500
La cartografia numerica è costituita da una sequenza di numeri
memorizzati su supporto magnetico e strutturati secondo le
logiche delle banche dati. Tali numeri rappresentano le
Cartografia numerica
coordinate dei punti in un certo sistema di riferimento, ed una
loro codifica, che stabilisce una relazione tra il punto in esame
e gli altri punti memorizzati, stabilisce cioè, ad esempio, se il
punto sia isolato o se appartenga ad un contorno poligonale.
 rappresenta una evoluzione della cartografia tradizionale
 ha il vantaggio di concentrare una mole di dati nel computer,
lasciando alla rappresentazione grafica solo il compito descrittivo
 fornisce le informazioni qualitative e metriche sotto due aspetti:
Cartografia numerica
caratteristiche
quello numerico, e quello grafico riportando la cartografia su
videografico o su supporto cartaceo
 elimina gli elementi di soggettività che caratterizzano le operazioni
di misura e i problemi di deformabilità e usura dei supporti cartacei
 consente di incrociare il dato numerico con altre banche dati
L’introduzione della cartografia numerica fa decadere il concetto tradizionale
di scala della carta, che viene sostituito da quello di scala nominale. Per
convenzione si assume che una cartografia numerica, con un certo rapporto di
scala nominale, abbia almeno le stesse caratteristiche di precisione metrica, di
risoluzione e di contenuti che generalmente ha la cartografia tradizionale di
pari scala.
Cartografia numerica
scala nominale
La necessità di realizzare una cartografia numerica è legata alla possibilità,
fornita dal computer, di visualizzare la cartografia su schermo in un rapporto
di scala che può essere molto superiore a quello nominale. Il corrispondente di
tale operazione per la cartografia tradizionale è l’ingrandimento fotografico
che aumenta il rapporto di scala, ma che rovina definitivamente la qualità della
medesima. Con la cartografia numerica, invece, l’operatore può permettersi di
utilizzare una cartografia in scala 1:1000, presentandola su video in scala
1:500 o 1:200, senza perdere la qualità della cartografia d’impianto.
L’informazione
necessaria
allo
sviluppo
della
numerica può essere ottenuta mediante:
 rilievo diretto sul terreno
 restituzione fotogrammetrica
Cartografia numerica
 digitalizzazione di una mappa preesistente
cartografia
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