LA BELLEZZA DI
SCOPRIRE LA VERA
CHIESA
casa
Ragioni
di
un
abbandono:
dal
rinnegamento, alla gioia del ritorno alla
del
Padre
Testimonianza del Diacono Baldassare LA FATA
ex vescovo dei testimoni di geova
Descrivere l‘esperienza della propria vita sono momenti che ti permettono di assaporare con
la serenità del “dopo”, quelle vicende che hanno contrassegnato e forse condizionato
permanentemente il corso della tua esistenza; forse anche quella di chi ti è vicino.
La mia esperienza forse mi accomuna a tanti altri; ma tengo a precisare che non rimpiango né
rinnego nessuno dei miei dieci anni trascorsi nell’organizzazione de Testimoni di Geova,
perché la “buona fede” era autentica, come era autentico lo zelo e soprattutto perché sono
convinto che ognuno di noi nella mente di Dio occupa un posto ben preciso, ed ha un compito
ben preciso da svolgere nel progetto salvifico di Dio. Sono altresì convinto che se non avessi
fatto l’esperienza con i TdG, non avrei l modesta conoscenza biblica che possiedo e il profondo
amore per la “vera” Parola di Dio, né tantomeno avrei avuto la possibilità di aiutare tanti ad
uscire da questa falsa organizzazione.
Come avete capito, sono un ex testimone di Geova; come “anziano” ero il sorvegliante (=
vescovo) che presiedeva la congregazione. Forse per lo zelo, forse per la mia fedeltà
all’organizzazione, ricoprivo anche l’incarico di “sorvegliante della contabilità” nelle
Assemblee di circoscrizione; (nomina che faceva direttamente la Bethel di Roma, segno che
godevo di stima e fiducia nell’organizzazione).
La mia militanza tra i TdG va dal 1969 al 1978. All’epoca in cui ebbi i primi approcci con i
testimoni, ero un giovane di 23 anni, felicemente sposato e con due bambine. Ero uno che
come la maggioranza dei cattolici conoscevo poco e niente la Chiesa Cattolica, la quale era da
me considerata la stazione di servizio o il supermercato dove andare per ottenere ciò di cui hai
bisogno.
Matrimoni, battesimi o altre ricorrenze familiari erano le uniche occasioni di contatto con la
Chiesa. Con tale mancanza di conoscenza sia della chiesa che della Bibbia, è facile essere
colpiti e attratti dal messaggio geovista, e ti ritrovi a rinnegare una Chiesa che non conosci
affatto.
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Fui visitato da un “pioniere speciale”, il quale dopo un lungo colloquio, mi lasciò il libro “La
verità che conduce alla vita eterna”, edito dalla Società Torre di Guardia. Lo lessi in una sola
serata e restai colpito e allo steso tempo affascinato dalla “verità” ivi presentata.
Forse a motivo dell’anticonformismo che caratterizza molti giovani, forse perché “l’istituzione
chiesa” era da me vista al negativo, condividevo tutto ciò che nel libro veniva esposto, senza
che in me nascesse la minima obiezione o dubbio, anzi godevo nell’apprendere che di lì a poco
la Chiesa Cattolica, identificata con “Babilonia la Grande”, sarebbe stata distrutta nella
imminente battaglia di Armaghedon. Nella “visita ulteriore” che ricevetti di lì a pochi giorni,
accettai lo studio biblico a domicilio propostomi, e senza che me ne rendessi conto, iniziò quel
processo di rinnegamento totale della Chiesa ed il contemporaneo ingresso nel labirintico
mondo geovista. Quasi da subito iniziai a frequentare il “gruppo isolato” da poco sorto; infatti
non esisteva ancora la “congregazione”. Il gruppo era frequentato da una ventina di persone
provenienti dai paesi circonvicini che avevano conosciuto “la verità” all’estero.
Feci rapidi “progressi spirituali”, e dopo pochi mesi di “studio”, sono stato “battezzato” come
simbolo di dedicazione a Geova. A motivo della scarsa presenza maschile, da subito fui
nominato “servitore di ministero”; ben presto mi ritrovai a condurre lo “studio di libro”, e
dopo qualche anno lo studio della rivista “La Torre di Guardia”, oltre a tenere discorsi
pubblici di un’ora.
Ero fermamente convinto di “essere nella verità”. Ben presto il “gruppo” divento
“congregazione” a motivo della crescita numerica. Lo zelo e l’impegno da me profuso era
ricompensato dai tanti studi biblici che tenevo nelle case delle persone interessate. Ho portato
tanti a quella che pensavo essere la “verità”. Mi sentivo benedetto da Dio. Oltre al tempo,
dedicavo anche parte del mio stipendio alla causa geovista. Ben presto il luogo delle adunanze
divenne piccolo, ed affittammo una sala più grande (allo stato grezzo, che ho rifinito a mie
spese). Ero cercato e benvoluto dai membri della congregazione. Anche mia moglie si associò
ai TdG più per paura di perdermi che per convinzione personale nella nuova fede.
Nel 1975 venni invitato alla Bethel di Roma (la filiale italiana dei TdG) a frequentare la scuola
di ministero per anziani…
Quella che per me doveva essere occasione di ulteriore “progresso spirituale nella verità”, si
trasformò in occasione per conoscere aspetti e fatti che avrebbero determinato la mia
dissociazione dall’organizzazione. L’intenso programma di studio alla scuola per anziani
lasciava poco spazio al tempo libero, solitamente qualche ora dopo il pranzo. Come tutti i
testimoni, conoscevo solo i titoli dei libri scritti dal fondatore Russel o dal successore
Rutheford, ma non ne avevo mai visto né letto uno. La fornitissima biblioteca della Bethel ,
(all’epoca attigua alla sala da pranzo), li conteneva tutti. Con un certo timore riverenziale
cominciai a sfogliare alcuni di questi libri. Penso che anche oggi per tanti testimoni di geova
sarebbe il sogno da realizzare. Ad un certo punto mi capita tra le mani un libro “L’arpa di
Dio”, scritto da Rutheford nel 1921.
Nello sfogliarlo, il mio sguardo si soffermò a pagina 114 ove è rappresentata la morte di Gesù
in croce. Pensai subito che il relativo capitolo intitolato “Il riscatto” fosse una trattazione
sull’origine pagana della croce, che Cristo non morì in croce ma su di un palo, e cose simili.
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All’epoca, raramente nelle pubblicazioni della Società Torre di Guardia si ammetteva che la
croce faceva una volta parte del credo geovista. Almeno io ero totalmente all’oscuro. Potete
immaginare lo stupore misto a rabbia che provai quando, leggendo il capitolo, vi trovo scritto:
“Il prezzo del riscatto fu provveduto alla croce….. La croce di cristo è la grande verità
centrale del piano divino….Io mi glorio della croce di Cristo…”
Quel momento fu l’inizio della fine. Mi sentii tradito; avrei voluto andare via subito dal corso
senza aspettarne la fine. Ero in uno stato evidente turbamento. La notte presi sonno molto
tardi, cercando di convincermi che senz’altro le cose stavano diversamente da come io me le
ero immaginate. Ma ormai il dubbio si era insinuato nella mia mente. Tornato in
congregazione non comunicai a nessuno la mia “scoperta”. Cominciai a riflettere sulle
Scritture con la mia mente. Non so né il come né il perché , mi venne in mente Luca 23,43; e
contemporaneamente mi si affolarono nella mente tante domande. Mi dicevo: Gesù usò tante
volte l’espressione: “In verità ti dico” ma non usò mai l’avverbio di tempo “OGGI”.
Ragionavo dicendomi: se l’intendimento corretto è quello di dei TdG, Gesù poteva benissimo
dire: “In verità ti dico, tu sarai con me in paradiso”, senza usare la parola oggi. Non sarebbe
cambiato niente, perché l’azione si sarebbe svolta sempre nel futuro.
Inoltre mi dicevo: se è vero che la scelta dei 144000 al regno dei cieli ebbe inizio alla pentecoste
(così come recita il credo geovista), cioè 53 giorni dopo la promessa di Gesù al ladrone pentito,
come poteva Gesù promettere il paradiso celeste (aveva detto: sarai con me) ad uno che non
ne aveva diritto perché appartenente alla “grande folla” che ha solo speranza di stare per
sempre sulla terra? (sempre secondo il credo geovista).
Inoltre, riflettendo su Apocalisse capitolo 7 e capitolo 14, trovavo assurdo l’intendimento
geovista sul senso letterale dei 144000 (non uno in più né uno in meno) destinati al cielo, e
della “grande folla” di Ap. 7,9 destinata alla terra, poiché nella descrizione biblica la “grande
folla” è dinanzi al trono di Dio, insieme a creature spirituali. Inoltre in Ap. Cqp. 14 si dice che
i 144000 (inteso sempre in senso letterale), “SONO VERGINI”, “NON SI SONO
CONTAMINATI CON DONNE” (ma io conoscevo fratelli che professavano di essere “UNTI”
MA CHE ERANO SPOSATI; ( in teoria avrebbero dovuto essere tutti uomini, ma io
conoscevo alcune “SORELLE” CHE PROFESSAVANO DI APPARTENERE AL PICCOLO
GREGGE DEGLI UNTI). Più riflettevo e più trovavo contraddizioni tra le credenze dei TdG
e le Sacre Scritture. Quando ricevetti la visita semestrale del “sorvegliante di circoscrizione”,
dopo la consueta adunanza con gli anziani della congregazione, gli dissi che desideravo
parlargli privatamente. Accettò di buon grado; e a partire da ciò che avevo “scoperto” alla
Bethel, gli elencai tutti i miei dubbi. Inoltre gli dissi che mi sarebbe piaciuto conoscere le basi
scritturali del CAMBIAMENTO DI VEDUTE CIRCA LA CROCE!
Il sorvegliante mi guardò sorpreso e mi disse: “Fratello, tu potresti costituire un pericolo per
la congragazione”, al che replicai: “proprio per questo ho voluto parlare con te, perché sono
convinto che la risposta ci sarà, e che sono io a non conoscerla”. Mi rispose che ne avremmo
parlato l’indomani. Il giorno seguente, dopo il servizio di campo, (l’opera di casa in casa), lo
avvicinai per conoscere la sua risposta, ma con mio stupore mi disse che semplicemente: “ne
parleremo alla prossima assemblea COL SORVEGLIANTE DI DISTRETTO”. Quella
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risposta fece accrescere in me la convinzione che nemmeno lui aveva la risposta e che i miei
dubbi erano fondati. Passarono altri mesi: venne il tempo dell’Assemblea di distretto.
In quella sede, la risposta che mi fu data dal sorvegliante di distretto fu: “Fratello, tu ragioni
come gli apostati”, al che replicai: “Se hai una risposta alle mie domande, sono lieto di
ascoltarti, altrimenti da questo momento non sono più il responsabile della congregazione”.
Naturalmente non rispose alle mie domande. Da allora ci fu un letterale via vai di fratelli da
casa mia, ma io restai sulle mie posizioni. Dopo circa un anno, stanco delle continue visite,
chiesi di essere disassociato. A quel tempo i dissociati non erano assimilati ai disassociati così
come avviene ora. Alla mia richiesta di essere disassociato, mi viene risposto: “Non possiamo
disassociarti perché non abbiamo la base scritturale per farlo” (Da notare che i motivi della
mi dissociazione erano conosciuti solo dal sorvegliante di circoscrizione e da quello di
distretto).
Al che dissi alla mia bambina che allora aveva 13 anni di andarmi a comprare un pacchetto di
sigarette. Ne accesi una in presenza di alcuni “anziani”, e dissi: “Ora avete la base
scritturale”. Era l’anno 1978.
Solo chi ne ha fatto l’esperienza può capire la frustrazione, l’apatia, l’indifferenza, il senso del
nulla con cui cominci a vivere da disassociato. Anche se ti crei altri interessi, non ti senti
appagato o realizzato.
Per 13 anni, dal 1978 al 1991 sono vissuto con una sorta di “rigetto” verso qualsiasi religione,
anche se di tanto in tanto leggevo qualche capitolo della Bibbia.
Un pomeriggio dell’autunno 1991 stavo leggendo il capitolo 1 del Profeta Isaia (brano che
conoscevo bene). Arrivato al versetto 18 sono stato colto da un turbamento ed una sensazione
mai provate prima. Rilessi più volte il versetto; avevo netta la sensazione che quelle Parole
fossero dirette proprio a me. Forse quello è stato il momento in cui sono stato toccato dalla
grazia di Cristo.
Ho sentito vivo il desiderio di andare in Chiesa, conoscere quella Chiesa che avevo rinnegato
senza conoscere. E’ stato l’inizio di un cammino che mi ha fatto sperimentare la pace
interiore, il senso vero del perdono, la dolcezza del vero amore cristiano. E tutto questo l’ho
sperimentato quando, dopo più di 23 anni, mi sono di nuovo cibato di CRISTO
EUCARISTIA.
Sono momenti che non si possono descrivere ma solo vivere. Scoprii la bellezza dello stare con
Cristo, sentivo il cuore cantare e danzare. In quel momento ho preso la decisione di aiutare i
miei ex fratelli ad aprire gli occhi, e con la grazia di di Dio, tanti non sono più TdG; e alcuni
operano con zelo nella Caritas parrocchiale. Sulla mia pelle ho potuto sperimentare la
differenza che passa tra leggere la Bibbia come cattolico, e leggerla come testimone di Geova.
La lettura del cattolico è meditazione, è preghiera, è un relazionarsi con Dio! Il TdG invece
legge la “SUA BIBBIA” per distruggere la fede di chi non è testimone di Geova e memorizza
quei versetti che, estrapolati dal contesto, si prestano bene ad attacchi contro l’ortodossia
della fede cattolica.
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Nell’anno scolastico ’96-’97 mi sono iscritto al corso di teologi PRESSO L’Istituto di Scienze
Religiose della Diocesi di Monreale e nel Giugno del 2000 ho conseguito il titolo con un tesi dal
titolo “La Cristologia dei testimoni di Geova”. Nel frattempo avevo fatto richiesta di essere
ammesso al corso di formazione dei diaconi permanenti e nel Febbraio del 2006 ho ricevuto il
Sacramento dell’ordine nel grado del Diaconato, dalle mani di S.E. Rev. Mons. Cataldo Naro,
di venerata memoria.
Nella diocesi sono il responsabile del settore Apostolato Biblico.
Come Maria, mi sento di dire: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”.
Baldassare La Fata
Diacono permanente della Diocesi di Monreale
Potete leggere la mia tesi di laurea nei siti indicati qui sotto
http://www.cristianicattolici.net/cristologia_dei_testimoni_di_geova.html
http://www.infotdgeova.it/dottrine.php
O alcune mie testimonianze e insegnamenti su questi links
http://www.gloria.tv/?media=322260
http://www.youtube.com/watch?v=hfJdGfW7tn0
http://www.youtube.com/watch?v=Yg6akWVSJlo
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