IL SISTEMA NERVOSO Il sistema nervoso è costituito da un insieme complesso di organi centrali racchiusi all’interno della cavità cranica e del canale vertebrale, e da organi periferici, preposti a di raccogliere gli stimoli interni ed esterni. Le attività di trasmissione a tutti gli organi del corpo umano, sono regolate da un complesso sistema di cellule dette neuroni. Il neurone Il neurone è l’unità fondamentale del sistema nervoso. Dal punto di vista fisiologico, rappresenta una cellula in grado di generare e trasmettere un impulso. Il sistema nervoso è formato da un numero enorme di neuroni,circa diecimila milioni.Generalmente il sistema nervoso è suddiviso in sistema nervoso centrale, costituito dall’encefalo e dal midollo spinale, e sistema nervoso periferico, che è costituito dai nervi cranici e dai nervi spinali. ANATOMIA Il cervello e’ il segmento più voluminoso e più importante del sistema nervoso, perché centro motore dell’attività nervosa e sede delle facoltà intellettive. -La forma del c. è grossolanamente simile a quella di un ovoide, più espanso posteriormente. -Esternamente il cervello appare fondamentalmente formato da due masse voluminose, gli emisferi cerebrali. CERVELLO o (ENCEFALO) FISIOLOGIA Al cervello pervengono le stimolazioni che, trasmesse dalla periferia attraverso i nervi sensoriali, sì trasformano in impulsi e sensazioni. Dalla corteccia partono le risposte volontarie che giungono ai muscoli e agli organi periferici. I due emisferi non svolgono le stesse funzioni fisiologiche: -Quello di sinistra risulta infatti dedicato ai centri motori, particolarmente importanti (del linguaggio articolato, della scrittura, della memoria delle parole note, dell’associazione tra espressione verbale e immagini o idee). -Quello di destra invece è coinvolto in attività non linguistiche e ha soprattutto la capacità di cogliere i messaggi visivi. MENINGI Ciascuna delle membrane che avvolgono l’encefalo e il midollo spinale. La dura madre è la più esterna,(a contatto con la teca cranica). La pia madre (a contatto con il cervello) L’aracnoide (intermedia dedicata alla vascolarizzazione) Tra le meningi si forma lo spazio subaracnoideo, che contiene liquido cefalorachidiano. PATOLOGIE MAGGIORI DEL SISTEMA NERVOSO ICTUS I TRAUMI CRANIO-ENCEFALICI EPILESSIE ICTUS CEREBRALE DEFINIZIONE : RAPIDA COMPARSA DI SINTOMI E SEGNI DI DISFUNZIONE CEREBRALE DELLA DURATA MAGGIORE DI 24 ORE (A MENO DI MORTE O GESTIONE CHIRURGICA) SENZA ALTRA CAUSA APPARENTE DIVERSA DALLA ORIGINE VASCOLARE, DOVUTO AD ISCHEMIA O EMORRAGIA. L’ictus coinvolge principalmente la funzione vitale COSCIENZA: E’ UN’ URGENZA MEDICA CHE MERITA, NELLA FASE ACUTA, UN RICOVERO IMMEDIATO E UNA TERAPIA E/ RIABILITAZIONE PRECOCE, PER EVITARE ESITI INVALIDANTI. LE CARATTERISTICHE CLINICHE COMPORTANO L’IMPROVVISA COMPARSA DI SEGNI E SINTOMI, ALCUNE VOLTE VI E’ UN SUCCESSIVO ALLEGGERIMENTO DELLA SINTOMATOLOGIA. DATI EPIDEMIOLOGICI NAZIONALI 180.000 NUOVI CASI ALL’ANNO È CAUSA DEL 10% CIRCA DEL TOTALE DEI DECESSI. È LA PRIMA CAUSA DI INVALIDITÀ. PREVALENZA ATTUALE PROIETTATA NEL 1999 IN ITALIA 870.000 PERSONE NEL 2008 950.000 PERSONE L’INCIDENZA E LA MORTALITA’ SONO COSTANTI DATI PROVINCIALI NEL 2002 CIRCA 1600 RICOVERI NEL 67% ISCHEMICI NEL 12% EMORRAGICI NEL 2,3% ESA NEL 19% TIA EZIOPATOGENESI MANCATA IRRORAZIONE SANGUINEA DI UN’ AREA DEL CERVELLO. FATTORI DI RISCHIO IPERTENSIONE ARTERIOSA IPERCOLESTEROLEMIA ETÀ SINTOMATOLOGIA La sintomatologia dipende dall’area colpita e può dare deficit: DEFICIT MOTORIO DEFICIT SENSITIVO DEFICIT CAMPIMETRICO DISTURBO DELLA PAROLA DISTURBO DELLA MOA (MOTILITA’ OCULARE ESTRINSECA DISTURBI DELLA FCS (FUNZIONE CORTICALE SUPERIORE) MOTORIO UN LATO SI MUOVE, L’ALTRO NO (oppure male) (PLEGIA / PARALISI O PARESI) SENSITIVO TOCCANDO IL PZ EGLI AVVERTE DIVERSITÀ DA UNO DEI DUE LATI; SIA COME SENSIBILITÀ SIA COME TEMPERATURA DELLA PAROLA NON PARLA NON ARTICOLA PAROLE INAPPROPRIATE CAMPIMETRICO DISTURBI DEL CAMPO VISIVO DISTURBO MOE MOTILITA’ OCULARE ALTERATA (NISTAGMO) DISTURBO FCS FUNZIONALITÀ CORTICALE SUPERIORE ALTERATA (AGISCE SULLA SCALA DEL COMA) SCALA SVDN S – Sveglio (orientato nel tempo e nello spazio V – Risposta verbale ( Risponde correttamente, confuso, non parla ) D – Risposta al dolore N – Nessuna risposta SCALA DI GLASGOW Prisposta verbale Apertura degli occhi Risposta motoria Nessuna 1 Assenza di verbalizzazione di qualsiasi tipo Incomprensibile 2 Grugniti/(gemiti non linguaggio Inappropriata 3 Intelligibile, non frasi prolungate Confusa 4 Conversa, ma è confuso, disorientato orientata 5 Consapevole del tempo, del luogo e delle persone Nessuna 1 Anche alla pressione sovraorbitaria 2 Dolore da pressione sullo sterno/su un arto/sovraorbitaria 3 Risposta non specifica, non necessariamente ad un comando 4 Occhi aperti, non necessariamente cosciente Nessuna 1 Risposta di allontanamento assunzione di postura emiplegica In estensione 2 Spalla addotta e spalla e avambraccio ruotati internamente In flessione 3 Risposta di allontanamento o assunzione di postura emiplegica Allontanamento 4 Allontanamento dell’arto al dolore Localizza al dolore 5 Arto tenta di allontanare dolore da pressione sovraorbitaria/toracica Obbedisce ai comandi 6 Esegue semplici comandi Scala di Cincinnati Valutare quanto segue ( la presenza di anormalità in uno di essi è indicativa di ictus ): Faccia- ( chiedere al pz di mostrare i denti o di sorridere ) Normale: mobilità simmetrica del viso Anormale: un lato non si muove come il controlaterale Forza degli arti- ( braccia estese, sollevate per 10 secondi Normale: se simmetrico Anormale: se uno non si muove o è più debole del controlaterale Parola- (si faccia dire al pz una frase complessa: “ il sole splende nel cielo di trento”) NormaleNormale- se usa le parole correttamente senza difficoltà nell’ nell’articolare i suoni ) Anormale- se usa parole inappropriate, ha difficoltà nell’articolare i suoni, non parla per nulla. QUANDO DUE DEI SUDDETTI PARAMETRI RISULTANO ALTERATI ESISTE LA PROBABILITA’ CHE SIA PRESENTE UN ICTUS. FISIOPATOLOGIA ICTUS TROMBOTICO 40% PUÒ ESSERE GRADUALE EMBOLICO 25% IMPROVVISO LACUNARE 20% PUÒ ESSERE GRADUALE EMORRAGICO 15% IMPROVVISO SCALA IDEALE DEI TEMPI DI INTERVENTO COP RAPIDA CHIAMATA 1 O 2 MIN MEDICO A DOMICILIO 10 MIN A VOLTE SI SALTA (per questioni legate al territorio e ai tempi) VISITA NEUROLOGICA 25 MIN COMPLETAMENTO TAC 40 MIN REFERTAZIONE TAC 60 MIN TRATTAMENTO (TROMBOLISI) 75 MIN IL TRATTAMENTO PUÒ ESSERE ESEGUITO COMUNQUE ENTRO MA NON OLTRE LE 3 ORE. ASSISTENZA ABC RAPIDA VALUTAZIONE DEL QUADRO CLINICO POSIZIONAMENTO DEL PZ ADEGUATO ( semiseduto) ANAMNESI DEGLI ASTANTI (raccolta informazioni celere ma approfondita) MONITORAGGIO PARAMETRI VITALI -Tenere monitorato lo stato di COSCENZA. -PRESSIONE ARTERIOSA ( se ipertensione importante, con segni e sintomi orientamento verso il rischio di ictus emorragico ) -SATURAZIONE -FREQUENZA CARDIACA I CONTROLLI PROSEGUONO ANCHE DURANTE TUTTO IL TRASPORTO. HGT ( Solo per fare diagnosi differenziale ) TERAPIA OSSIGENOTERAPIA INCANNULAMENTO PERIFERICO CON FISIOLOGICA 20 ML ORA NB. RICORDA SEMPRE: Autoprotezione Valutazione primaria Chiamata COP Valutazione secondaria Trasporto e monitoraggio Chiamata COP per eventuali variazioni EPILESSIA Malattia dell’encefalo caratterizzata da crisi dovute ad interferenze nell’ambito della cooperazione delle cellule nervose durante la comunicazione tra loro. Lo 0.5–1% circa di tutta l’umanità soffre di una qualche forma di epilessia. Tutti si possono ammalare di epilessia. La malattia può comparire a tutte le età della vita. Sono equamente colpiti gli uomini e donne di tutte le razze e di qualsiasi estrazione culturale. Possono ammalarsi di epilessia gli appartenenti a qualsiasi strato sociale. Si possono distinguere due tipi di crisi: Quando una crisi nasce in una sede circoscritta dell’encefalo,(focolaio) si parla di crisi focale. Quando l’attività coinvolge sin dall’inizio entrambi gli emisferi cerebrali, si parla di crisi generalizzata. Le nostre cellule nervose danno origine ad un’attività elettrica disorganizzata, registrabile direttamente sulla superficie della testa, con (EEG). Le frecce indicano l’attività elettrica delle rispettive regioni cerebrali. Le crisi epilettiche si manifestano con onde alte ed aguzze. CRISI FOCALI La sede in cui nasce la crisi viene denominata «centro» oppure «focolaio» epilettogeno. Le crisi,a seconda del luogo d’origine nell’encefalo, possono presentarsi con aspetti molti diversi. Lo strato più esterno dell’encefalo (corteccia cerebrale) è specializzato a svolgere compiti specifici, pertanto a seconda delle zone coinvolte vengono interessati i movimenti, le emozioni, oppure la percezione. FOCOLAI DI PARTENZA CRISI EPILETTICA Cause dell’epilessia I fattori scatenanti di una crisi. La metà di tutte le crisi viene causata da determinate situazioni o da fattori particolari. Lo stress ha un’importanza fondamentale (nel 28%). Eccessiva stanchezza(11%). Dalla televisione, videogiochi o da luci intermittenti (11%). Come si può diagnosticare l’epilessia? Soltanto con un elettroencefalogramma (EEG) si può verificare se siamo in presenza di epilessia o meno. L’EEG riproduce l’attività elettrica cerebrale, analogamente al modo in cui l’ECG rispecchia l’attività elettrica del cuore. Quali forme di crisi esistono? Assenze Le assenze consistono in crisi epilettiche «piccole», di durata molto breve, senza comparsa di convulsioni. Le assenze iniziano e terminano in modo repentino. Crisi focali Nelle crisi focali l’eccitazione nasce in un focolaio o centro epilettogeno. Crisi focali semplici o aura Per aura si intende una crisi focale della durata di solo pochi secondi senza compromissione della coscienza. Crisi focali motorie Si evidenziano inizialmente in una parte dell’arto superiore o inferiore e si estendono poi sotto forma di scosse muscolari all’arto intero o eventualmente a un’intera metà del corpo o a tutto il corpo. Crisi focali sensitive Originano nella parte sensitiva della corteccia cerebrale. Le scariche epilettiche in questa regione si manifestano con improvvisa comparsa di parestesie, di insensibilità, di sensazioni di calore o di altri disturbi sensitivi. Crisi focali sensoriali Possono interessare tutti i sensi e portare a disturbi dell’udito, della vista, dell’olfatto, del gusto o dell’equilibrio Crisi focali con sintomi psichici Crisi focali complesse Crisi di grande male epilettico All’incirca la metà degli eventi epilettici consiste in crisi di grande male. Queste crisi convulsive rappresentano la forma più drammatica di epilessia. Nella crisi di grande male si distinguono tre fasi: 1. Fase di tensione della muscolatura (fase tonica) con irrigidimento di tutto il corpo. Durata circa 10 – 20 secondi. Spesso accompagnata da caduta, sospiro o grido iniziale. 2. Comparsa di convulsioni (fase clonica) con alternanza di contrazione e rilasciamento, durata circa 30 – 60 secondi. Spesso salivazione e formazione di schiuma alla bocca. Occhi aperti e stravolti. 3. Remissione della crisi; durata da alcuni minuti a ore. ( fase postcritica ) Stato epilettico Si parla di stato epilettico quando le crisi persistono oltre mezz’ora oppure quando le crisi si susseguono in rapida sequenza, senza permettere un intervallo di recupero. Lo stato epilettico rappresenta una condizione potenzialmente infausta e deve essere trattato immediatamente in modo adeguato onde evitare gravi complicanze. Caratteristiche della crisi epilettica Obiettivi del trattamento. Il motivo per un intervento rapido è “prevenire”: Le ferite che spesso vengono riportate durante le cadute in corso di crisi. Le difficoltà create dalle crisi sul luogo di lavoro ed in famiglia. Il pericolo di annegamento durante il nuoto senza ausili protettivi. Il divieto della guida di automobili per le persone che presentano crisi. La potenzialità delle crisi di grande male, che durano oltre 15 minuti, di dare origine ad un danno cerebrale persistente. La compromissione della capacità di concentrazione in fase postcritica che può persistere per molte ore. TERAPIA Esistono dei farmaci in grado di proteggere l’encefalo dall’attività epilettica. I farmaci non sono in grado di eliminare le cause di un’epilessia, ma agiscono nell’encefalo e prevengono la comparsa di nuove crisi. Una repentina sospensione di farmaci antiepilettici deve avvenire soltanto per motivi urgenti come gravi allergie (sotto protezione con altri farmaci). Altrimenti esiste il pericolo di gravi complicanze fino allo stato epilettico con pericolo per la vita. Primo soccorso Il decorso di per sé della crisi non è influenzabile dall’esterno. I tentativi di immobilizzare gli arti in corso di contrazione o di aprire le arcate dentarie, portano spesso a ferimenti dell’interessato e del soccorritore, quindi devono essere evitati. Osservare con precisione Osservare in maniera calma e precisa la crisi; durante la crisi occorre spostare il malato da zone rischiose. Dopo la crisi è consigliabile posizionarlo sul fianco; quando riprende i sensi, spesso è in uno stato confusionale, non sempre prontamente riconoscibile. Parlare al malato con gentilezza e calma Parli al malato con gentilezza, tranquillizzandolo, lo rassicuri disponibilità ad aiutarlo. Spesso lo stato confusionale si risolve in pochi minuti. Vi è pericolo soltanto nel caso in cui la crisi persista per più di 10 minuti o quando più crisi si succedono a breve. Fondamentalmente, valgono le seguenti regole: Una singola crisi appare minacciosa, ma non è pericolosa. Recede da sola. Annotare la durata della crisi. Non inserire nulla tra i denti. Non praticare la respirazione artificiale. Proteggere dal raffreddamento. Le scosse delle braccia, delle gambe e del volto spesso recedono dopo 1– 2 minuti. Durante il risveglio, dopo la crisi, è consigliabile non lasciare solo il malato. Occorre interpellare un medico – quando la crisi persiste oltre 10 minuti – quando le scosse recedono solo transitoriamente – quando il volto appare bluastro – quando lo stato confusionale persiste oltre 30 minuti IL TRAUMA CRANICO Il trauma cranico è una lesione del cranio determinata da cause fisiche: 1)da un oggetto in movimento che esercita una pressione sul cranio o addiruttura vi penetra, 2)dall'urto del cranio contro qualche corpo rigido. La lesione ,nella maggior parte dei casi ,è dovuta a caduta dall'alto,ad aggressione con corpi contundenti, ad incidenti stradali. SEGNI E SINTOMI -Interessano lo stato di coscienza: -assenza -agitazione -stato confusionale -Emisindromi -Cefalea -Nausea-Vomito -Rinoliquorrea. -L'otorrea,l'otorragia -Variazioni diametro pupillare: - miosi / midriasi - isocoria / anisocoria NB: LE VARIAZIONI DEL DIAMETRO PUPILLARE SONO ESPRESSIONE ANCHE DI TUTTE LE ALTRE PATOLOGIE DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE. DIAMETRO PUPILLARE PUPILLE ISOCORICHE REAGENTI (NORMALI) MIOSI MIDRIASI ANISOCORIA ESITI PATOLOGICI DEL T. C. : COMMOZIONE CEREBRALE La commozione cerebrale si manifesta immediatamente dopo il momento del trauma e comporta solo una perdita della conoscenza di breve durata mai oltre un'ora e reversibile, in questo periodo si può rilevare una diminuzione dei riflessi, un rallentamento del polso e la caduta della pressione arteriosa. Il ritorno della coscienza può essere rapido. Di solito, l'individuo non ricorda immediatamente l'accaduto (amnesia), che tuttavia scompare totalmente nello spazio di pochi giorni. CONTUSIONE CEREBRALE Quando il trauma cranico è causato da lesioni che comportano alterazioni anatomiche a carico del cervello, si parla di contusione cerebrale. In questo caso l'incoscienza può durare dal momento del trauma a qualche ora o a parecchi giorni. Nelle forme più gravi il malato non si riprende più dal coma e la morte sopraggiunge per insufficienza cardiorespiratoria. EMATOMI L'ematoma consiste nella raccolta di sangue in un tessuto con formazione di un coagulo, in seguito alla rottura di un vaso sanguigno. EDEMA L'edema cerebrale consiste in una grave alterazione dell'encefalo caratterizzata dal rigonfiamento del tessuto nervoso per accumulo di liquido interstiziale con conseguente aumento della pressione endocranica e compressione dell'encefalo a causa della inestensibilità della scatola cranica. LACERAZIONI le lacerazioni sono ferite provocate nell'encefalo dal meccanismo traumatico, possono essere provocate dalla penetrazione di frammenti ossei nel punto dell'impatto , oppure possono essere provocate dall'urto contro le superfici interne della scatola cranica. MONITORAGGIO E ASSISTENZA ABC RAPIDA VALUTAZIONE DEL QUADRO CLINICO POSIZIONAMENTO DEL PZ ADEGUATO ( semiseduto) ANAMNESI DEGLI ASTANTI (raccolta informazioni celere ma approfondita) MONITORAGGIO PARAMETRI VITALI -Tenere monitorato lo stato di COSCENZA. -PRESSIONE ARTERIOSA ( se ipertensione importante, con segni e sintomi orientamento verso il rischio di ictus emorragico ) -SATURAZIONE -FREQUENZA CARDIACA I CONTROLLI PROSEGUONO ANCHE DURANTE TUTTO IL TRASPORTO. HGT ( Solo per fare diagnosi differenziale ) OSSIGENOTERAPIA ( 2 L/M ) POSIZIONAMENTO INTERVENTO : posizionare i pazienti supini con il tronco leggermente sollevato. SCOPO : riduzione dell’irrorazione cerebrale. EFFETTO : riduzione della pressione endocranica che potrebbe verificarsi in seguito al trauma. POSIZIONE ALTERAZIONI DEI PARAMETRI NEL QUADRO DI IPERTENSIONE ENDOCRANICA SI PUO’ RISCONTRARE: Bradipnea Bradicardia Ipertensione arteriosa. SE AVETE DOMANDE DA FARE SARA’ PER UN’ALTRA VOLTA ABBIAMO FATTO TROPPO TARDI LA PROSSIMA VOLTA STATE PIU’ATTENTI SPERIAMO COMUNQUE CHE SIATE MENO CONFUSI DI PRIMA. BUON PROSEGUIMENTO DI CORSO