FR11_P079_83_RiDemaria 13-11-2006 16:09 Pagina 79 SPECIALE MELO Ricerca Influenza delle reti antigrandine sulle popolazioni e sulla gestione di Cydia pomonella (L.) in Piemonte Primi risultati D. DEMARIA(1) - I. MARTINI(2) - A. GALLIANO(1) - A. ALMA(2) (1) Consorzio di Ricerca e Sperimentazione per l’Ortofrutticoltura Piemontese (CReSO) - Cuneo Di.Va.P.R.A., Entomologia e Zoologia applicate all’Ambiente “Carlo Vidano” - Università di Torino (2) L a moderna frutticoltura intensiva rappresenta uno dei comparti più importanti dell’agricoltura italiana sia per il valore della produzione, sia per l’attività indotta. La necessità di salvaguardare le produzioni da eventi meteorologici avversi acquista quindi importanza non solamente per la salvaguardia del valore intrinseco delle possibili perdite, ma anche nell’ottica di permanere sul mercato internazionale con una produzione costante anno per anno, onde evitare la perdita di quote ambite da altri Paesi competitori. A questo fine, dalla metà degli anni ’90, per effetto della disciplina del Fondo di Solidarietà Nazionale (legge 185 del 14/02/92) e per successivi interventi contributivi di alcune Regioni (ad esempio L.R. 12/2003 del Piemonte), sono stati adottati sempre più diffusamente sistemi di difesa attivi costituiti da reti di protezione antigrandine. In Piemonte dalle poche decine di ettari coperti del 1994-95 si è rapidamente giunti alla fine del 2005 ad una superficie coperta che supera i 1600 ettari (Baldi, 2006). Se l’adozione su larga scala di tale sistema di difesa attiva risulta sicuramente una scelta vincente, sul piano tecnico il fenomeno pone alcuni problemi circa l’impatto sull’agro-ecosistema semplificato della frutticoltura specializzata. Innanzitutto tale copertura modifica il microclima dei frutteti (Giulivo, 1979; Garnaud, 1997; Jaquinet et al., 1998; Peano et al., 2001; Peano et al., 2002; IN- Ricerca finanziata dalla Regione Piemonte (bando sulla ricerca scientifica applicata 2003 – Del. CIPE 3 maggio 2002, n. 36) Fuori rete antigrandine b a a b b b a a b a Sotto rete antigrandine b a b b a a a b a b Fig. 1 - Schema della disposizione in un meleto delle trappole a feromone: a 3 metri di altezza (a) e 1,5 metri di altezza (b). RA, 2003; Shahak et al., 2004) con conseguenze ipotizzabili sulla qualità (colore, tenore di zuccheri, acidità, ecc.), sull’incidenza di attacchi fungini e di fitofagi. Gli aspetti qualitativi sono già stati oggetto di alcune indagini specifiche che hanno consentito di orientare le scelte sul tipo di rete e di struttura in funzione delle specie e delle cultivar protette (Giulivo, 1979; Peano et al., 2001; Leite et al., 2002; Peano et al., 2002; Shahak et al., 2004; Thalheimer e Paoli, 2005; Torggler, 2005, 2006). Per quanto riguarda variazioni negli attacchi fungini, sebbene non vi siano lavori specificamente dedicati, vi sono indicazioni che le reti inducono differenze rilevanti principalmente attraverso variazioni di umidità e tempo di bagnatura fogliare (Leite et al., 2002; INRA, 2003; Shahak et al., 2004), in alcuni casi tali da imporre variazioni dei modelli previsionali (Liboni, 2005). Finora poco è stato fatto per valutare l’impatto sulla dinamica di popolazione degli artropodi dannosi ed utili, nonché sulle eventuali modifiche da apportare alle tecniche di lotta. Alcuni lavori riportano influenza sull’attività delle api (Giulivo, 1979; Leite et al., 2002). Diversi Autori hanno ipotizzato che la variazione delle condizioni micro-climatiche potrebbe creare situazioni favorevoli allo sviluppo dei fitofagi oppure la presenza delle reti rappresentare un ostacolo meccanico al volo degli adulti riducendone la presenza (Giulivo, 1979; Hutin e Boucher, 1996; Garnaud, 1997). A rafforzare queste ipotesi sappiaFRUTTICOLTURA - n. 11 - 2006 79 FR11_P079_83_RiDemaria 13-11-2006 16:09 Pagina 80 60 A Fuori rete Sotto rete 50 40 un lavoro condotto in Austria nel 1978 e citato in un articolo di Giulivo del 1979. In tale lavoro è riportata inoltre la mancanza dell’ultima generazione in presenza di rete antigrandine. Vi sono ancora indicazioni che le reti potrebbero indirettamente essere motivo di variazione nel livello di popolazioni dei fitofagi attraverso la modifica dell’efficacia degli interventi fitosanitari (Orts, 2003). Alla luce delle considerazione sopra riportate e dell’incidenza dei lepidotteri carpofagi Grapholita molesta (Busck) e C. pomonella sulla qualità della frutta, la Regione Piemonte ha avviato un progetto per valutare l’effetto della copertura delle reti antigrandine sui due fitofagi e sulle relative tecniche di difesa mediante confusione sessuale. Tale lavoro potrà fornire importanti informazioni, essenziali per una corretta gestione dei due lepidotteri attraverso il miglioramento delle strategie di difesa nel rispetto dell’ambiente. Ciò potrebbe concretizzarsi in una riduzione o ri-posizionamento degli interventi volti al contenimento degli insetti in presenza di copertura. Si deve infatti tener conto del fatto che le moderne strategie di lotta prevedono l’utilizzo di principi attivi ad azione specifica che devono essere applicati in modo mirato sugli stadi sensibili. Sono qui presentati i risultati preliminari ottenuti sul comportamento del principale carpofago delle mele, C. pomonella. 30 Fig. 2 - Curve di scarico (mg/h/ha) dei diffusori per la confusione sessuale in frutteti protetti e non da rete antigrandine. A: Isomate (ShinEtsu), B: Rak 3 (Basf). 20 10 0 8-giu 23-giu 8-lug 23-lug 7-ago 22-ago 6-set 21-set 25 B Fuori rete 20 Sotto rete 15 10 5 0 8-giu 23-giu 8-lug 23-lug 7-ago 22-ago 6-set 21-set 90 Sotto rete Fuori rete 80 Fig. 3 Andamento percentuale medio delle catture di Cydia pomonella (L.) in tre meleti coperti e non da reti antigrandine (aperte il 25 maggio). 70 60 50 40 30 20 10 -m ag 8gi u 22 -g iu 6lug 20 -lu g 3ag o 17 -a go 31 -a go 14 -s et 28 -s et ag -m 25 11 27 -a pr 0 mo da un lavoro condotto presso il centro sperimentale della Morinière in Francia (Orts et al., 2002) come non vi siano catture di Cydia pomonella in trappole poste appena sopra la copertura antigrandine e la popolazione si concentri sotto alla rete. Nello stesso lavoro non è però stata indagata la differenza tra presenza e assenza di rete nel livello di popolazione. Indicazioni di minori catture di C. pomonella alla presenza di copertura antigrandine si evincono da 90 80 Fuori 1,5 m Sotto 1,5 m Fuori 3 m Sotto 3m 70 60 50 40 30 20 10 FRUTTICOLTURA - n. 11 - 2006 . ett . ett 24 s 9s ug . . ag o 25 . ag o. 10 26 l lug 11 26 giu . giu . 11 ma 27 ma 12 27 ap r 80 g. g. 0 . Fig. 4 Andamento percentuale medio delle catture di Cydia pomonella (L.) ad 1,5 e 3 metri di altezza rilevato in tre aziende coperte e non da rete antigrandine (aperte il 25 maggio). Materiali e metodi I frutteti Sono stati scelti tre meleti situati in ambiente di pianura pedemontana a circa 300 m s.l.m, ubicati nell’area frutticola del saluzzese nei comuni di Saluzzo e Tarantasca in provincia di Cuneo e Cavour in provincia di Torino. Tutti i tre frutteti sono per circa la metà coperti da rete antigrandine (sotto rete) da due-tre anni, mentre l’altra metà manca di tale copertura (fuori rete). Le due parcelle sperimentali sono appartenenti alla stessa azienda, di circa 2 ettari, con disposizione dei filari lungo l’asse Nord-Sud, contigui, omogenei fra loro per età, varietà e tecniche colturali, con irrigazione a goccia. In tutte le aziende è stata condotta una strategia di difesa integrata con piccole variazioni, senza pratiche di confusione sessuale nell’anno della sperimentazione come nei precedenti. I medesimi interventi fitosanitari sono stati fatti nello stesso giorno nel- 13-11-2006 16:09 le due parcelle (coperta e non da rete antigrandine) all’interno della stessa azienda. La sperimentazione è stata condotta nel 2005 a partire dal mese di aprile fino al mese di settembre. Le reti antigrandine Le reti impiegate nella copertura dei frutteti in prova sono in polietilene HDPE 100% del tipo Kristall, di colore nero. La maglia è a tessitura piana con il giro inglese di misura 4x7 mm, 45 g/m2; il filo ha diametro 0,3 mm. L’ombreggiatura dichiarata in etichetta è del 15%. Sono poste in campo con disposizione a rete piana o semipiana da metà maggio a ottobre. Tutti gli impianti di rete antigrandine dove è stata condotta la sperimentazione sono stati messi in opera nel biennio 20032004: erano quindi al secondo-terzo anno di copertura. Verifica dell’influenza sui diffusori di feromone Nei tre meleti sono stati posizionati diffusori di 3 diverse società (Shin-Etsu, Basf e Suterra) di cui è stata seguita la curva di scarico, espressa come milligrammi erogati in un’ora per ettaro (mg/h/ha), mediante misurazioni gravimetriche a cadenza mensile fino a luglio e poi con cadenza quindicinale fino a settembre. Per ogni modello e per ogni tesi (non coperto e coperto) sono stati posizionati nella parte centrale di ogni parcella sperimentale 60 diffusori a gruppi di 15 su corde che sono state appese alle piante simulando i protocolli operativi convenzionali. I diffusori sono stati posti nel frutteto in modo da non interferire con le catture delle trappole. In totale sono stati impiegati e valutati 360 diffusori per ciascuno dei seguenti modelli: Isomate (Shin-Etsu), Rak 3 (Basf) e Chekmate CM (Suterra). Rilevamento di C. pomonella Per il rilevamento del lepidottero in ciascuna tesi, coperta e non da rete antigrandine, sono state disposte trappole a feromone sessuale nei quattro punti cardinali e nel centro. Ciascun punto è rappresentato da una trappola a circa 1,5 metri ed una a circa 3 metri di altezza, a livello degli apici vegetativi e appena sotto la rete antigrandine, ad una distanza di sicurezza tra le due di circa 30-40 metri (Fig. 1). In totale sono state disposte 10 trappole per ogni parcella sperimentale coperta e non coperta. Sono state utilizzate trappole a tunnel (Accinelli et al., 1998) innescate con erogatori di feromone Novapher® e poste in campo nell’ultima settimana d’aprile. Gli erogatori di feromone sono stati sostituiti ogni 5 Pagina 81 20 % di danno FR11_P079_83_RiDemaria Fuori rete Sotto rete 15 10 5 0 Fig. 5 Percentuale di frutti colpiti da Cydia pomonella (L.) in un meleto con o senza rete antigrandine. 1 settimane. Le catture sono state rilevate e registrate settimanalmente sino alla fine di settembre. I dati delle catture sono stati dapprima raggruppati in catture medie per parcella sperimentale. Tale raggruppamento permette di eliminare le difformità delle catture che le singole trappole possono subire per casualità o ad opera di variabili ambientali (vicinanza di abitazioni, magazzini, altri frutteti…). I dati di ciascuna azienda sono stati normalizzati ponendo di ogni frutteto (parcella coperta e non coperta) il valore medio della stagione più elevato pari a 100, e calcolando tutti gli altri in proporzione. È stato così ottenuto un raggruppamento per ogni data di lettura operando la media delle tre aziende. I dati sono stati analizzati statisticamente con il software Sigmastat for Windows 2.0.173 applicando il T-test per p<0,05 tra le due serie di dati raccolte in presenza ed in assenza di copertura. Risultati e discussione Influenza sui diffusori di feromone per la confusione sessuale Dall’analisi dei dati sulle curve di scarico dei diffusori di feromone sessuale (Fig. 2) si osserva come per due dei modelli considerati (Shin-Etsu, Basf) i diffusori presentino lo stesso andamento di rilascio del feromone, in particolare senza differenze statisticamente significative tra fuori e sotto rete in tutte le aziende considerate (P>0,05, T-test). Dall’elevato numero di ripetizioni allestite in campo (48 per ogni modello di diffusore) possiamo dire che questo risultato è affidabile. Questo anno è comunque in corso la ripetizione della prova. Non sono stati presentati i dati relativi ai diffusori Suterra in quanto per la conformazione degli stessi (ampia superficie ricettacolo di impurità che rende inaffidabile il valore della pesa- ta) il dato ottenuto non è attendibile. Si può comunque sostenere che, per quanto attiene alla tecnica di difesa che utilizza la confusione sessuale, non ci sono differenze nell’andamento di rilascio del feromone da parte dei diffusori di ciascuna società i quali erogano allo stesso se posizionati sia in presenza che in assenza della rete antigrandine. Una diversa considerazione può essere fatta per quella che viene definita la nube feromonale, ovvero la permanenza del feromone nel frutteto. Accertato con questo lavoro che nell’ambiente viene rilasciata la stessa quantità di feromone sia fuori che sotto rete anche nel periodo più caldo della stagione, resta da verificare se sotto rete c’è una persistenza maggiore, ovvero se la rete costituisce una limitazione alla dispersione della nube feromonale. È stata infatti riportata una diminuzione della ventosità sotto rete (Giulivo, 1979; Garnaud, 1997; Orts et al., 2002; Peano et al., 2002) che potrebbe ipoteticamente modificare la persistenza delle nube feromonale in campo. In effetti è riportata (Orts et al., 2002) in frutteti senza confusione sessuale e in presenza di rete una differenziazione delle catture in base alla concentrazione dell’innesco di feromone per la quale è ipotizzata una dipendenza dalla ventosità. Inoltre, misurazioni di feromone in frutteti non coperti riportano una diminuzione di concentrazione verso la parte alta della vegetazione (Witzgall et al., 1999): la copertura antigrandine potrebbe ipoteticamente diminuire la dispersione della sostanza volatile. Per accertare come la rete influenzi la persistenza della nube feromonale sono in corso misurazioni dirette del feromone in campo in collaborazione con ShinEtsu. FRUTTICOLTURA - n. 11 - 2006 81 FR11_P079_83_RiDemaria 13-11-2006 16:09 Rilevamento di C. pomonella Con le trappole disposte in diversi punti del frutteto è stato possibile rilevare con precisione l’andamento delle generazioni del fitofago attraverso le catture dei maschi. Dalla figura 3 si vede come le catture sono sempre maggiori fuori rete, con una differenza tra presenza e assenza di rete che può raggiungere l’85% (28 luglio). Tale differenza, media di tre situazioni aziendali indipendenti, è statisticamente significativa (T-test tra le due serie di dati P = 0,0035). Dalla stessa figura si vede inoltre come la differenza tra fuori e sotto rete sia già presente nella prima generazione. Questa differenza, siccome si tratta della generazione svernante, non è altrimenti spiegabile se non considerando un “effetto accumulo” dall’anno precedente. Se è vera, come pare dai risultati ottenuti, l’influenza delle reti antigrandine sulle popolazioni d’insetti fitofagi, allora non è scorretto ipotizzare che le larve in diapausa invernale siano in numero minore nelle porzioni di frutteto coperte dalle reti e, di conseguenza, la prima generazione sia più contenuta. Si sa infatti che le popolazioni di C. pomonella non hanno un’elevata mobilità e tendono ad insistere “endemicamente” sui frutteti (Weissling e Knight, 1994; Schumacher et al., 1997). Da queste osservazioni emerge la necessità di considerare in futuro la variabile costituita dagli anni d’esercizio della struttura antigrandine nei frutteti dove si svolge la sperimentazione. Al fine di verificare se le minori catture sotto rete siano dovute all’interferenza fisica con i voli a livello delle cime delle piante, i dati sono stati scomposti per trappole poste in basso (1,5 metri di altezza) e trappole poste appena al di sotto della rete antigrandine (3 metri di altezza) e riportati graficamente nella figura 4. Siccome è noto che i maschi volano preferibilmente al culmine della vegetazione, ovvero a livello degli apici vegetativi (Tremblay, 1986), si era inizialmente ipotizzato che la rete antigrandine potesse rappresentare una barriera meccanica o un disturbo al volo degli adulti. Non si sono verificate invece ridotte catture nelle trappole poste in alto, ma si assiste bensì alla riduzione delle catture ad opera della copertura antigrandine sia a 1,5 che a 3 metri di altezza in modo pro- 82 FRUTTICOLTURA - n. 11 - 2006 Pagina 82 porzionale. Anche in presenza di rete le catture maggiori si hanno ancora nelle trappole poste in alto (Fig. 4), esattamente come in assenza della copertura. Non sembra pertanto verificato un impedimento negli spostamenti all’interno del frutteto ad opera della rete. Volendo formulare delle ipotesi per spiegare il contenimento del fitofago si potrebbe parlare di impedimento meccanico ad ingressi dall’esterno ricordando il già citato lavoro condotto presso il centro sperimentale della Morinière in Francia (Orts et al., 2002) dove non si sono registrate catture in trappole poste appena sopra la copertura antigrandine. Le modifiche delle condizioni micro-climatiche potrebbero giocare un ruolo non trascurabile anche se di difficile correlazione con la diminuzione di fitofagi. Infine, vi è ancora l’ipotesi che le reti siano causa indiretta della diminuzione di insetti fitofagi attraverso l’aumento dell’efficacia degli interventi insetticidi; sono state infatti riportate variazioni in tal senso (Orts, 2003). Al momento non sappiamo ipotizzare quale sia il motivo prevalente del fenomeno che abbiamo osservato e neppure possiamo escludere che si tratti di concorso di più cause. Lasciando le cause per concentrarsi sugli effetti, pare che le differenze di popolazione sopra riportate si riflettano anche sui danni a carico dei frutti. È stato infatti registrato un contenimento del 50% dei danni nel raccolto protetto da rete in una delle tre aziende in cui è stata condotta la sperimentazione e che presentava danni significativi (15% di frutti colpiti in assenza di rete; Fig. 5). Tuttavia, il fatto che questo si sia verificato in uno solo dei frutteti, quello maggiormente infestato da C. pomonella e in modo non statisticamente significativo, impone prudenza nel trarre conclusioni. Nelle parcelle sperimentali è infatti in atto una strategia di difesa mirata contro i carpofagi che nelle altre due aziende ha contenuto i danni sotto l’1%. È pertanto difficile osservare nell’ambito di un margine così stretto delle differenze significative imputabili all’influenza della copertura. Nel secondo anno di sperimentazione si porrà particolare attenzione alla ricerca delle differenze al momento della raccolta. Conclusioni È stata registrata nel primo anno di sperimentazione una riduzione signi- ficativa della presenza del carpofago C. pomonella in presenza della copertura antigrandine. Tale diminuzione sembra comportare una ridotta incidenza di danni alla raccolta. Si è verificato inoltre che i diffusori di feromone impiegati nella confusione sessuale rilasciano la stessa quantità di feromone sia in presenza che in assenza di rete antigrandine. Il lavoro è in corso per il secondo anno consecutivo al fine, innanzitutto, di consolidare i risultati con un biennio di osservazioni. È stato incrementato il numero delle aziende per raccogliere il maggior numero di dati, soprattutto a livello di danni alla raccolta. Sono state mantenute le sole trappole alte senza riposizionare le trappole ad altezza uomo in quanto per questa variabile dai dati ottenuti non paiono esserci variazioni imposte dalla copertura. Infine, in una delle aziende con popolazioni più abbondanti, viene effettuata la lettura due volte alla settimana per identificare eventuali anticipi/ritardi nella comparsa delle generazioni dovute alla presenza della copertura antigrandine. ■ RIASSUNTO Negli ultimi 10-15 anni le reti antigrandine si sono diffuse in Italia in misura tale da porre alcuni interrogativi circa gli effetti sulle variabili microclimatiche e di conseguenza sulla qualità dei frutti (colore, epoca di maturazione…), sull’incidenza di attacchi fungini e sulla presenza di insetti fitofagi. Mentre sono già stati compiuti alcuni lavori sulle variazioni microclimatiche, sulla qualità dei frutti e sulla incidenza di attacchi fungini, nessun dato definitivo è invece per ora disponibile sulle variazioni delle popolazioni di insetti in presenza di rete antigrandine. In questo lavoro preliminare si confrontano il volo del lepidottero carpofago principale del melo Cydia pomonella (L.) in frutteti coperti da rete antigrandine con il volo in frutteti adiacenti non coperti. Dai risultati ottenuti si evidenzia come in presenza di reti antigrandine la popolazione del carpofago sia significativamente ridotta con alcune indicazioni di una conseguente riduzione dei danni. È stato altresì verificato come i diffusori di feromone impiegati nella strategia di difesa basata sulla confusione sessuale, non vengano influenzati dalle reti antigrandine nell’erogazione del feromone. FR11_P079_83_RiDemaria 13-11-2006 16:09 SUMMARY Anti-hail nets influence on Cydia pomonella (L.) populations and management in Piedmont (Italy). Preliminary results. Anti-hail nets increased so much in Italy in the last 10-15 years to raise questions about side effects that such structure could cause. Such unexpected consequence could interest micro-climate conditions and, as a consequence, the fruit quality (colour, ripe-time…) and the fungi and insects occurrence. Some data are already known about variation that anti-hail nets cause on microclimate conditions, fruit quality, and fungi occurrence but no definitive data are available about influence on insects population. We compare presence of codling moth (Cydia pomonella L.) in apple orchards with and without anti-hail nets. Our data show that population of the moth pest is significantly lowered with anti-hail nets and we have some indication that also fruit-damages seem to be reduced. We also report that anti-hail nets do not affect release of pheromone by mating disruption dispensers. BIBLIOGRAFIA Accinelli G., Maini S., Capizzi A. (1998) - Effetti del tipo di trappola e dell’innesco feromonico sulla cattura di Cydia pomonella. Informatore fitopatologico, 1, 2, 70-75. Pagina 83 Baldi A. (2006) - Comunicazione personale. 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