“Come un romanzo”, Daniel Pennac e i diritti di noi lettori - 09-19-2015
di Katya Maugeri - Sicilia Journal, Giornale online di notizie - http://www.siciliajournal.it
“Come un romanzo”, Daniel Pennac e i diritti di noi lettori
di Katya Maugeri - 19, set, 2015
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di Katya Maugeri
«Non ho mai avuto tempo di leggere, eppure nulla, mai, ha potuto impedirmi di finire un romanzo che mi
piaceva. La questione non è di sapere se ho o non ho tempo per leggere, ma se mi concedo o no la gioia
di essere lettore».
“Il verbo leggere non sopporta l’imperativo, avversione che condivide con alcuni verbi: il verbo amare, il
verbo sognare”. Inizia così il libro di cui vi parlerò oggi. Un’analisi approfondita sull’approccio
giornaliero alla lettura, esaminando varie fasi dello sviluppo di un individuo, è così che Daniel Pennac in
“Come un romanzo”, riesce brillantemente a mostrare alcune storture comuni con le quali spesso si tende
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ad allontanare i giovani dall’amico fidato, il libro.
Daniel Pennac,
professore di francese da circa vent’anni in un liceo parigino in questo testo affronta un problema che non
è solo dei suoi ragazzi: il disinteresse per i libri che la nuova generazione manifesta in modo così
eclatante: il libro deve essere parte della formazione dell’uomo, che parte dal bambino che ascolta
incantato le fiabe lette dai genitori, per passare all’adolescente che si ribella e combatte contro
la monotonia dei testi obbligatori scolastici, fino ad arrivare al vero lettore. Il testo è diviso in brevissimi
capitoli, scritti in maniera discorsiva, semplice, affascinante, un linguaggio che arriva dritto al cuore. Al
cuore del lettore, di chi di lettura si nutre e senza la quale sentirebbe un enorme vuoto.
“Come un romanzo” parla di tutti noi, di chi ama i libri e di chi vive un rapporto conflittuale come
l’adolescente descritto da Pennac, il quale si ritrova dinanzi a un romanzo noioso e al quale si sente
incatenato. Descrive l’importante ruolo rappresentato dai genitori che non dovrebbero imporre la lettura,
questa avversione nella fase adolescenziale – così descrive l’autore – è certamente rappresentata dai
programmi scolastici, dalle varie distrazioni: l’epoca dell’audiovisivo e dalla tivù, per fare un esempio.
Pennac ci fornisce un’infinità di riflessioni relative alla lettura, sul tempo che dedichiamo ai libri e
all’amore per la letteratura: «Quando questi adolescenti saranno riconciliati coi libri, percorreranno
volentieri il cammino che va dal romanzo al suo autore, dall’autore alla sua epoca e dalla storia letta ai
suoi molteplici significati». Esaminando tecnicamente ogni sfaccettatura ed elencando quelli che sono i
motivi, dal suo punto di vista, per cui un ragazzo decide che la lettura sia un momento troppo
impegnativo decidendo così di non approfondirla.
Il nostro caro autore gioca abilmente, affascinando il lettore, con la parola “ligoter”, che nello slang
francese vuol dire sia “leggere” e sia “incatenare”, scrive: «Nel linguaggio figurato un grosso libro è un
mattone. Sciogliete quelle catene e il mattone diventerà una nuvola, ecco che “Come un
romanzo”si rivela un saggio di come un libro, viene vissuto da varie categorie di persone: dallo studente,
all’insegnante, all’adolescente, e ne descrive persino i cosiddetti “Diritti del Lettore”: diritto di non
leggere, di non finire un libro, di rileggere, di leggere qualsiasi cosa, diritto al bovarismo, di spizzicare,
di leggere a voce alta e diritto di tacere. Un libro breve e ricco di suggerimenti che esaltano lo stile
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sublime di Daniel Pennac.
La lettura è una
grande Maestra, insegna a confrontarsi, ad arricchire il nostro bagaglio emozionale, ad aprirci totalmente
alla vita esplorando mondi e dinamiche a noi sconosciute. Inutile rifugiarsi all’interno di involucri di finte
scuse: mancanza di tempo, stanchezza, fattori esterni, il tempo dedicato alla lettura è un percorso di
crescita personale, mai una perdita di tempo, poiché lui stesso afferma: “Il tempo per leggere è sempre
rubato, come il tempo per scrivere, d’altronde, o il tempo per amare”.
Laddove la lettura è presentata come dovere, Daniel Pennac la pone invece come diritto, piena libertà
dunque nell’approccio individuale alla lettura perché “le nostre ragioni di leggere sono strane quanto le
nostre ragioni di vivere”, ecco che la lettura – dichiara l’autore – è un modo di essere. Un amore
incondizionato che non richiede nulla in cambio. Un libro ironico, piacevole, ricco di riflessioni
stimolanti, e proprio come un romanzo, cerca di divulgare un messaggio ben chiaro, nessuna forma di
“razzismo culturale” – a priori – nei confronti di chi sceglie di non leggere, è piuttosto un invito alla
comprensione intellettuale, un libro su cui meditare, come tutte le opere di Pennac, un inno alla lettura, un
gioiello letterario da custodire gelosamente.
K.M.
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