MONITORAGGIO DI BRIOFITE E LICHENI EPIFITI
Introduzione
Le crittogame epifite sono una significativa componente degli ecosistemi forestali e sono stati
riconosciuti da molti ecologi come sensibili indicatori di variazioni ambientali su piccola scala, che
non possono essere rilevate utilizzando le piante vascolari (Barkman, 1958, Pike, 1978, Rasmussen,
1975, Bates & Farmer, 1992). L'uso di licheni o di briofite è stato raccomandato per valutare
depositi minerali, inquinamento atmosferico (biomonitoraggio), età di superfici rocciose
(lichenometria), per classificare diversi tipi forestali, come indicatori di condizioni climatiche, ecc.
Il potere di questi organismi deriva dalla loro semplice morfologia e anatomia: sono di piccole
dimensioni, sempreverdi e perenni, non possiedono la cuticola (salvo alcune eccezioni), mancano di
uno sviluppato apparato radicale e di tessuti vascolari, hanno capacità di scambio cationico, ecc.
Tutte queste caratteristiche fanno di briofite e licheni degli ottimi bioindicatori, raccomandati per
studi di monitoraggio ambientale.
Briofite e licheni epifiti sono stati esaminati all'interno del progetto MONITO nelle sei AdS, per
avere quadro ancora più dettagliato degli ambienti forestali indagati.
Strategia di campionamento
Nelle sei AdS il monitoraggio di briofite e licheni epifiti è stato effettuato su leccio, cerro e faggio.
Le fasi operative della strategia di campionamento sono le seguenti:
• rilevamento di briofite e licheni epifiti solo sugli alberi dominanti (cerro, leccio e faggio);
• scelta a radom di 1 albero appartenente alla specie dominante, di grandezza media (circa 70 cm
di circonferenza) e non inclinato più del 10°, all'interno dei 10 quadrati di 100m2, delimitati in
ciascuna Ads (per un totale di 10 alberi per Ads)per il rilevamente delle piante vascolari;
• rilevamento della presenza di briofite e licheni, in una fascia del tronco compresa tra i 120-170
cm.
• le briofite (muschi ed epatiche) sono state rilevate anche in un’ulteriore fascia di 50 cm alla base
del tronco.
La raccolta delle epifite è stata condotta durante la primavera 1996 e si è protratta per tutta la
stagione autunnale. I campioni raccolti sono conservati presso l''Herbarium Universitatis Senensis.
Per la nomenclatura delle briofite è stato seguito Smith (1980;1990) e per i licheni Nimis (1993).
Risultati 1996-1997
E' stato redatto l’elenco dei licheni e delle briofite (muschi ed epatiche) epifiti, ottenuto dal
campionamento effettuato sugli alberi nelle sei AdS (vedi Annessi13-18).
Abbiamo rilevato un totale di 58 licheni e 20 briofite, di cui 14 muschi e 6 epatiche.
Le cerrete sono risultate l'ambiente più ricco di crittogame epifite (Tab. 1).
In tutti le aree il numero di specie di licheni è sempre risultato più alto di quello delle briofite, solo
nella lecceta di Colognole i due gruppi di epifite hanno un numero di specie simile.
Le briofite mostrano una ricchezza specifica alta (Tab.1) nella lecceta di Cala Violina. Il leccio
possiede numerose specie ospite-specifiche, come Lejeunea cavifolia, Neckera crispa, N.
complanata e Cololejeunea minutissima. Queste hanno una distribuzione oceanica e sono
caratteristiche di leccete fresco-umide (Cortini Pedrotti, 1988). Le regioni costiere caratterizzate da
alte temperature estive e da inverni miti, favoriscono lo sviluppo di briofite epifite (Barkman,
1958). Le faggete sono invece risultate l'ambiente più povero di briofite: è stata trovata solo 1
specie di muschio a Vallombrosa. La corteccia rugosa delle querce è sicuramente un habitat più
favorevole per lo sviluppo delle briofite, rispetto alla corteccia liscia del faggio (Barkman, 1958;
Smith, 1982). In tutte le stazioni il numero di briofite del fusto è risultato minore di quello della
base (Tab.2). Qui l’umidità e l’accumulo di sostanza organica decomposta, favorisce lo sviluppo
delle briofite, per cui la base del tronco può essere considerata un’estensione del terreno forestale
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(Kuusinen, 1996). Sono infatti presenti specie terricolo-sassicole come Fissides cristatus,
Eurhynchium praelongum e Lophocolea heterophylla.
I licheni mostrano un andamento diverso da muschi ed epatiche. Il numero più alto di licheni è stato
rilevato nella cerreta dell'Amiata e il più basso nella lecceta di Colognole. Sul cerro sono
principalmente presenti specie appartenenti al genere Caloplaca, Parmelia e Lecanora.
L'andamento dei licheni può essere correlato con il clima e l'altitudine. Si nota infatti come la
ricchezza specifica sia bassa vicino al mare (leccete) e in situazioni di altitudine (faggete), mentre
aumenti nelle aree intermedie (cerrete). Sicuramente altri fattori sono coinvolti, visto che nella
lecceta di Colognole sono state trovate solo sette specie di licheni.
Tabella 1. Ricchezza di crittogame epifite (numero medio ± errore standard) nelle 6 AdS.
Cala Violina AdS 06
Colognole AdS 03
Ulignano AdS 04
Amiata AdS 05
Vallombrosa AdS 02
Foresta del Teso AdS 01
Briofite
x ± Err.St
2.5 ± 0.3
2.7 ± 0.3
0.5 ± 0.1
2.6 ± 0.4
0.1 ± 0.1
0.0 ± 0.0
Licheni
x ± Err.St
7.0 ± 2.5
2.4 ± 1.6
9.8 ± 2.5
15.7 ± 2.4
9.9 ± 2.1
6.6 ± 2.0
tot
7
5
2
5
1
0
tot
17
7
19
31
15
15
Totale Epifite
x ± Err.St
tot
9.5 ± 3.6
24
5.0 ± 1.6
12
11.4 ± 2.8
21
18.3 ± 3.2
36
10.0 ± 2.3
16
6.6 ± 2.0
15
Tabella 2. Briofite epifite (numero medio ± errore standard) rilevate sul tronco e alla base nelle 6 AdS
Cala Violina AdS 06
Colognole AdS 03
Ulignano AdS 04
Amiata AdS 05
Vallombrosa AdS 02
Foresta del Teso AdS 01
Tronco
x ± Err.St.
2.5 ± 0.3
2.7 ± 0.3
0.5 ± 0.1
2.6 ± 0.4
0.1 ± 0.1
0.0 ± 0.0
tot
7
5
2
5
1
0
Base
x ± Err.St.
3.8 ± 0.4
3.5 ± 0.3
2.3 ± 0.2
2.4 ± 0.3
2.2 ± 0.4
2.7 ± 0.4
Totale
tot
8
8
3
5
6
6
8
10
3
7
6
6
Bibliografia
Barkman, J. J., 1958. Phytosociology and Ecology of Cryptogamic Epiphytes. Van Gorcum, Assen 628 pp.
Bates J. W., Farmer A. M. 1992. Bryophytes and lichens in a changing environment. Clerendon Press, Oxford
Cortini Pedrotti C., 1988, Le associazioni di briofite epifite del Leccio (Quercus ilex) in Umbria. Braun-Blanquetia
2:239-247.
Kuusinen M., 1996. Epiphyte flora and diversity on basal trunks of six old-growth forest tree species in Southern and
middle boreal Finland. Lichenologist 28 (5):443-463.
Pike, L. H., 1978 The importance of epiphytic lichens in mineral cycles. The Bryologist 81: 247-257.
Rasmussen L.,1975. The bryophytic epiphyte vegetation in the forest Slotved Skov, northern Jutland. Lindbergia, 3, 1538
Smith A. J. E., 1982. Bryophyte ecology. Chapman & Hall, London
Smith A. J. E., 1980. The Liverworts of Britain & Ireland. Cambridge University Press.
Smith A. J. E., 1990. The Moss Flora of Britain & Ireland. Cambridge University Press.
Nimis, P. L. 1993. The lichens of Italy. An annotated catalogue. Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino.
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