Il Consorzio Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale
•
Storia e mission
•
La concia al vegetale: definizione e caratteristiche
•
Attività di tutela e garanzia
Consorzio Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale
Piazza Spalletti Stellato, 12 – 56024 Ponte a Egola (PI)
T. +39.0571.485158 Fax +39.0571.499450 E-mail: [email protected]
Il Consorzio Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale:
storia e mission
Il Consorzio Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale è composto da 23 concerie toscane del
Distretto del Cuoio, piccole e medie imprese, l’una concorrente dell’altra, unite ormai da oltre 15
anni per promuovere sul mercato mondiale un prodotto di nicchia quale la pelle conciata al
vegetale.
La concia al vegetale è una lavorazione antichissima che ha origini nella preistoria e che oggi,
come allora, utilizza solo estratti di piante per il processo di concia. I conciatori toscani sono
riusciti a preservare questo antico metodo di conciare le pelli e a far sì che non venisse dimenticato,
tramandando di padre in figlio la preziosa tradizione artigianale che oggi, unita alla più avanzata
tecnologia, sta alla base di questa lavorazione.
La tradizione e la cultura della concia al vegetale sono oggi in Italia un patrimonio quasi esclusivo
della Toscana. Sebbene la concia al vegetale sia praticata anche in altre parti del mondo, la Toscana
è attualmente l’unico produttore mondiale di pellame conciato al vegetale di alta qualità.
Per tutelare ed esaltare questa “eccellenza toscana” il Consorzio ha creato il marchio di qualità
Pelle Conciata al Vegetale in Toscana, un marchio che garantisce la qualità di un prodotto ottenuto
con una lavorazione prevalentemente artigianale e manuale, di un materiale naturale prodotto
completamente in Toscana senza alcuna delocalizzazione, in impianti a norma con piena garanzia
della tutela dei lavoratori e con il rispetto per la sostenibilità ambientale.
Le aziende associate, per poter vendere i loro pellami a marchio “Pelle Conciata al Vegetale in
Toscana”, devono attenersi al Disciplinare Tecnico di Produzione emanato dal Consorzio, dove
sono fissati precisi parametri fisici, chimici e territoriali che un pellame deve rispettare per potersi
fregiare di tale marchio.
Uno dei parametri più importanti, per contrastare il fenomeno della delocalizzazione delle imprese
e tutelare la tipicità di questa produzione, prevede che il processo produttivo nelle sue fasi
qualificanti sia svolto interamente sul territorio toscano.
Le concerie associate sono sottoposte a controlli da parte di un ente terzo, esterno al consorzio, per
verificare il rispetto delle normative e garantire trasparenza.
Fin dalla sua fondazione il Consorzio e le concerie associate investono economicamente per
promuovere le peculiarità della pelle conciata al vegetale in Italia e nel mondo verso tutti i
possibili interlocutori della filiera pelle, con attività e materiali pensati di volta in volta per le
esigenze di ogni singolo pubblico: approfondimenti e visite guidate in conceria per scuole e istituti
di moda, seminari ad-hoc per la catena distributiva, ricerche, mostre, eventi e pubblicazioni sulle
tendenze emergenti per stilisti e produttori, conferenze stampa per i giornalisti, materiali a garanzia
dell’originalità e della qualità del pellame per i consumatori finali.
Stagionalmente il Consorzio presenta, in Italia e nelle maggiori capitali mondiali della moda, i
trend e le nuove collezioni delle concerie associate, organizza eventi, mostre e seminari di
approfondimento sul pellame conciato al vegetale. Sedi prestigiose quali il Guggenheim Museum
di New York, lo Spiral Hall di Tokyo, il Centre Pompidou di Parigi, il Natural History Museum di
Londra o la Stazione Leopolda e il Palazzo Pitti di Firenze hanno fatto da cornice a questi
importanti eventi che, nel tempo, hanno contribuito a rafforzare il prestigio del Made in Tuscany.
La concia delle pelli
La pelle dell’animale, così come tutti i tessuti che costituiscono il corpo dell’animale stesso,
durante la sua vita è regolata da una attività biologica che ne assicura la funzionalità e la resistenza
agli agenti esterni, siano essi chimici, fisici o biologici. Alla morte dell’animale cessa l’attività
biologica e la pelle, così come gli altri tessuti, non è più “protetta” e diventa attaccabile da agenti
esterni che ne causano in breve tempo la putrefazione.
Il processo conciario ha lo scopo di impedire questo fenomeno di putrefazione attraverso l’impiego
di prodotti concianti che si fissano alla fibra collagenica del derma della pelle e riescono a
stabilizzarne la struttura. In questo modo il pellame, putrescibile e non lavorabile, si trasforma in
cuoio, ovvero un materiale non putrescibile che ha ancora le proprietà del pellame ma può essere
lavorato per l’ottenimento di un prodotto finito in una svariata articolistica: calzatura, pelletteria,
abbigliamento, arredamento, etc.
Riassumendo dunque il processo conciario si può definire una trasformazione che riduce la
biodegradabilità della pelle rendendola un materiale idoneo a successivi tipi di lavorazione.
Il processo conciario non è figlio della modernità.
Prima ancora che agricoltore, l’uomo è stato conciatore. La prima documentazione scritta sull’arte
conciaria risale infatti al 1250 a.C., e poi traspare lungo l’intera storia della civiltà, dall’antica
Grecia a Roma, dall’Egitto all’Asia.
Dai primi tentativi di rendere imputrescibili le pelli utilizzando fumo, grassi, allume ed altro, si è
giunti “istintivamente” alla prima concia vera e propria: la concia al vegetale. Ad un certo punto si
è capito che la corteccia di certi alberi conteneva una sostanza in grado di conciare le pelli e così è
nata la concia al vegetale, semplicemente mischiando ingredienti che la natura metteva a
disposizione dell’uomo. La concia al vegetale è ancora oggi la più classica e la più tradizionale, la
più naturale e appartiene tanto al passato quanto al futuro dell’umanità.
La concia al vegetale in Toscana
Già nel 1300 Firenze era famosa per la sua produzione di pelle, ma l’attività conciaria nel distretto
toscano iniziò a svilupparsi in maniera massiccia verso la metà del 1800, traendo vantaggio dalle
particolari caratteristiche del territorio: abbondanza d’acqua, eccedenza di manodopera in
agricoltura, presenza di boschi da cui trarre le materie concianti.
Oggi il distretto toscano del cuoio è leader mondiale nella produzione di cuoio da suola e di pelle
conciata al vegetale.
Il tannino
Il processo della concia al vegetale si basa sull’uso del tannino, il principio attivo che produce la
trasformazione del derma animale nel materiale compatto e resistente, propriamente definito cuoio.
Questa sostanza si trova più o meno concentrata in numerosi tipi di piante e può essere presente
nella scorza o nel legno, nelle foglie, nelle radici o anche nei frutti.
Nell’attuale pratica conciaria si utilizzano estratti tannici liquidi o in polvere. Il più noto e antico è
l’estratto di castagno, oggi principalmente usato nella concia del cuoio da suola per le sue proprietà
indurenti. Il più diffuso nella concia al vegetale è l’estratto di quebracho, un albero che cresce in
Argentina: dalla sua corteccia si ricava una polvere dal caratteristico colore rossastro, che
conferisce alle pelli un’inconfondibile tonalità calda. Sono, dunque, i tannini a dare alla pelle
conciata al vegetale quelle caratteristiche di unicità e naturalezza che la rendono così particolare e
viva.
Definizione di “Pelle Conciata al Vegetale”,
tecnicamente “CUOIO”
Si riporta la definizione di CUOIO secondo la direttiva 94/11/CE, recepita con D.M. del 11 Aprile
1996: “Termine generale per designare la pelle o il pellame di un animale che ha conservato la
sua struttura fibrosa originaria più o meno intatta, conciato in modo che non marcisca. I peli o la
lana possono essere asportati o no. Il cuoio è anche ottenuto da pelli o pellame tagliati in strati o
in segmenti, prima o dopo la concia. Se però la pelle o il pellame conciati sono disintegrati
meccanicamente e/o ridotti chimicamente in particelle fibrose, pezzetti o polveri e,
successivamente, con o senza l’aggiunta di un elemento legante, vengono trasformati in fogli o in
altre forme, detti fogli o forme non possono essere denominati ‘cuoio’. Se il cuoio ha uno strato di
rifinizione, indipendentemente da come sia stato applicato, o uno strato accoppiato a colla, tali
strati non devono essere maggiori di 0,15 mm.”
Si riporta la definizione qualitativa di CONCIA AL VEGETALE, secondo l’International Glossary
of Leather Terms: “Pellame conciato esclusivamente con materiali concianti vegetali o con detti
materiali e l’aggiunta di piccole quantità di altri ingredienti usati soltanto per agevolare il
procedimento di concia o per migliorare o modificare il conciato, ma non in quantità tali da
alterare notevolmente i caratteri essenziali della concia vegetale del prodotto”.
Per definizione le pelli conciate al vegetale possono derivare da qualsiasi tipologia di grezzo
animale ed avere, quando finite, qualsiasi destinazione d’uso. A titolo esemplificativo e non
esaustivo: pelletteria, calzatura, arredamento, selleria, abbigliamento, ortopedia, nautica, etc.
Per uso e consuetudine locale precisiamo che la pelle conciata al vegetale prodotta in Toscana
deriva prevalentemente da grezzi bovini (vacca, toro, vitello) e viene commercializzata nei
seguenti tagli: mezzi vitelli, fianchi, spalle, avancorpi, gropponi in spessori variabili, a seconda del
taglio, da un minimo di 0.7/0.8 mm ad un massimo di 4.0 mm. Per la concia al vegetale si usano
principalmente tannini estratti da castagno, mimosa e quebracho.
Secondo la tradizione toscana, non si conciano al vegetale pelli bovine intere, ma solo tagli di
bovine intere.
Caratteristiche del pellame conciato al vegetale
La pelle è un materiale estremamente versatile, assai resistente alle sollecitazioni meccaniche e
nello stesso tempo morbida e flessibile come ben pochi altri materiali. Per le funzioni biologiche
cui è necessaria per l’animale, possiede estreme capacità traspiranti e contemporaneamente ottime
resistenze agli agenti esterni quali temperatura e agenti chimici di varia natura.
Il processo conciario consta di numerose lavorazioni chimiche e meccaniche atte a trasformare un
materiale organico destinato col tempo alla putrefazione, in un materiale inalterabile,
imputrescibile e lavorabile per l’ottenimento di molteplici prodotti finiti.
Tra le varie tipologie di lavorazione di concia della pelle, la più antica è la concia al vegetale,
nella quale vengono impiegati i cosiddetti tannini, estratti appunto da specifiche piante e che hanno
caratteristiche concianti, in grado cioè di legarsi chimicamente alle fibre proteiche della pelle,
rendendola compatta e resistente all’azione idrolitica di batteri causa della putrefazione. La pelle
finita ottenuta con la concia al vegetale, tecnicamente definita “cuoio”, possiede la necessaria
resistenza all’usura del tempo ed in più, rispetto ad altre lavorazioni conciarie, possiede proprietà
importanti:
•
•
•
•
•
•
•
•
La pelle conciata al vegetale presenta innanzitutto delle caratteristiche qualitative
inconfondibili, con una spiccata naturalezza, una mano rotonda e gentile ed un tatto caldo e
setoso;
La pelle conciata al vegetale vive con chi la utilizza: grazie alla sua naturale capacità di
invecchiare e modificarsi in base alla vita che il prodotto conduce, rende “personale”
qualsiasi manufatto;
La pelle conciata al vegetale, identificabile dal marchio Pelle Conciata al Vegetale in
Toscana, garantisce l’assenza di sostanze tossiche, come coloranti azoici, nichel o
pentaclorofenolo, cromo (VI), nocive non solo per l’essere umano ma anche per l’ambiente;
Il cuoio conciato al vegetale garantisce una maggiore tollerabilità per persone allergiche ai
metalli, grazie all’assenza di prodotti sintetici e di metalli pesanti;
Una volta terminato il suo ciclo di vita, un manufatto in pelle al vegetale può essere
smaltito con facilità proprio grazie alle sue caratteristiche chimico biologiche;
La maggior parte dei sottoprodotti della lavorazione delle pelli vengono recuperati,
adeguatamente trattati e riutilizzati in altri settori.
Gli ingenti investimenti delle concerie negli impianti di depurazione e di smaltimento rifiuti
assicurano il pieno rispetto dell’ambiente;
Per la concia vengono utilizzate prevalentemente pelli destinate all’industria alimentare.
Nessun animale viene abbattuto direttamente per la concia delle sue pelli che, anzi, se non
utilizzate nel processo conciario, andrebbero a creare gravi problemi di smaltimento.
Attività di tutela e garanzia:
Il marchio Pelle Conciata al Vegetale in Toscana
Una delle attività fondamentali del Consorzio è quella di tutelare, disciplinare e regolamentare la
produzione del prodotto PELLE CONCIATA AL VEGETALE IN TOSCANA e di farne
conoscere le caratteristiche a stilisti, produttori e consumatori.
La Toscana è da sempre famosa in tutto il mondo per la propria tradizione culturale ed artigianale,
che ne distingue le produzioni di alta qualità, tra cui la pelle conciata al vegetale: una produzione di
nicchia ancora possibile grazie al fondamentale background storico, culturale e tradizionale che da
sempre caratterizza questo territorio e lo valorizza.
La Pelle Conciata al Vegetale in Toscana non è semplicemente un prodotto, ma una vera e propria
filosofia del “lusso”: il lusso di un materiale ottenuto con una lavorazione prevalentemente
artigianale e manuale, di un materiale naturale, prodotto completamente in Toscana, senza alcuna
de-localizzazione, in impianti a norma, con piena garanzia della tutela dei lavoratori e con il
rispetto per la sostenibilità ambientale.
Per tutelare questo alto profilo è nato un ampio progetto in cui il Consorzio è impegnato da alcuni
anni.
Il primo passo è stato la creazione di un marchio di eccellenza che distinguesse le concerie
toscane del vegetale: Pelle Conciata al Vegetale in Toscana.
Il concept creativo del logo è di Oliviero Toscani.
Il nome è stato pensato per dare risalto, in modo particolare, alla
Toscana, regione conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo, e
alle peculiarità del suo territorio.
Il termine vegetale è caratterizzante del processo produttivo ed
evocativo della tradizione artigiana locale.
L’immagine della mano richiama l’artigianalità del prodotto, il
suo essere plasmato dalle mani e dalla passione di maestri
conciatori eredi di una lunga tradizione.
Il marchio è registrato e di proprietà esclusiva del consorzio.
Il cartellino di garanzia
Il secondo passo è stata la creazione di un “riferimento” che permettesse ai clienti finali di
individuare in modo immediato, chiaro e inequivocabile i prodotti realizzati con i pellami delle
concerie associate al Consorzio: il Certificato di Garanzia a numerazione registrata che permette
la tracciabilità della filiera e garantisce la qualità del pellame.
Il Certificato di Garanzia si propone sotto forma di cartellino abbinabile al prodotto finito,
realizzato in cartoncino pregiato, corredato di tecniche grafiche anticontraffazione e di codice
numerico registrato ricollegabile alla conceria che fornisce il pellame e all’azienda che produce il
manufatto.
Il marchio registrato può essere utilizzato solo dalle concerie associate che rispettino il disciplinare
interno e gli standard tecnici di produzione fissati dal consorzio e può essere concesso in uso,
tramite il cartellino di garanzia, solo a quei clienti che acquistino il pellame dalle concerie
consorziate.
Il cartellino di garanzia a marchio Pelle Conciata al Vegetale in Toscana, esposto sul prodotto
finito, è un utile strumento per comunicare al consumatore finale la qualità delle materie prime
utilizzate e la loro origine toscana, valori che il consumatore di oggi, attento e consapevole, ha
imparato ad apprezzare come parte integrante del prodotto che acquista.
Il Disciplinare Tecnico di Produzione
La terza fase ha visto la stesura di un Disciplinare Tecnico di Produzione collegato all’uso del
marchio Pelle Conciata al Vegetale in Toscana che fissa precisi parametri fisici, chimici,
territoriali che un pellame dovrà rispettare per fregiarsi del marchio.
Il disciplinare è entrato in vigore nell’ottobre 2010 e tutte le aziende aderenti al Consorzio sono
impegnate a rispettarlo e a sottoporsi a controlli periodici presso i loro impianti produttivi.
Oltre a dare definizione di che cosa possa chiamarsi “pelle” o “cuoio” e a codificare nelle specifico
la “pelle conciata al vegetale”, il disciplinare prevede che il processo produttivo nelle sue fasi
qualificanti sia svolto interamente sul territorio toscano e che i pellami prodotti a marchio Pelle
Conciata al Vegetale in Toscana rispettino una scheda tecnica di produzione con precisi parametri
di riferimento i cui valori, in certi casi, sono anche più restrittivi di quelli previsti dalla norma
nazionale UNI 10885 che definisce la pelle conciata al vegetale.
Per serietà e trasparenza nei confronti dei clienti a valle della filiera e dei consumatori finali, il
Consorzio ha previsto che il rispetto del Disciplinare Tecnico non sia un atto volontario delle
singole concerie, ma sia requisito fondamentale per poter continuare a far parte del
Consorzio. Per questo motivo il Consorzio ha introdotto anche l’obbligo di verifica dei requisiti di
ammissibilità e del rispetto delle regole del Disciplinare da parte delle concerie consorziate
demandando i controlli ad un ente terzo esterno al Consorzio. L’incarico di ente verificatore è stato
affidato ad ICEC, Istituto di Certificazione per la qualità dell’Area Pelle.
www.pellealvegetale.it
per informazioni e materiale fotografico
CONSORZIO VERA PELLE ITALIANA CONCIATA AL VEGETALE
piazza spalletti 12 . 56024 Ponte a Egola (PI) . Italia
[email protected] t. +39 0571 485158
Scarica

Il Consorzio Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale