ANATOMIA
ED ETOLOGIA
DEGLI ESSERI
ESOBIOLOGICI
MANUALE PER DEBELLATORI
ANATOMIA
ED ETOLOGIA
DEGLI ESSERI
ESOBIOLOGICI
MANUALE PER DEBELLATORI
Tratto da
“Alieni in Italia - Invasione fredda”
di Fabrizia Pizzuti
alieninitalia.wordpress.com
bettanonegentile.wordpress.com
Edito da Eterea Comics&Books
www.etereabooks.com
© All rights reserved
1.0
TIPOLOGIE
DI ALIENI
1.2 TIPOLOGIE DI ALIENI
1.2.1 Mutaforma o tipo A
ALIENO DI TIPO A
Altezza media: 190 cm
Peso medio: 35 kg
Può mutare il proprio aspetto in umano
Sensibile agli ormoni umani
Se ne distinguono almeno 4 tipologie:
Common, Fighter, Leader, Researcher
Il tipo A è essenzialmente un alieno mutaforma. Non si sa moltissimo su questa
forma di vita, dato che le ricerche si sono concentrate sul come respingere i loro
attacchi e non molto altro. Il solo fatto che siano riusciti a raggiungere la Terra li
classifica come meritevoli di estensivi studi, ma la situazione e, soprattutto, la
loro superiorità tecnologica ci rende impossibile un approccio di questo tipo.
Questo alieno ha due forme: la forma umana che prendono dopo aver preso di
mira un umano, che sia per sostituirlo o per ingannarlo, e la forma base, un
incubo gelatinoso. I pochi sfortunati che vedono un alieno in quest’ultima forma
generalmente non vivono per raccontarla.
A dispetto della sua composizione in gran parte acquosa non sembra disturbato
né dalle basse temperature: anzi, si suppone che provengano da un pianeta piuttosto freddo dove l’unica forma di fluidi in forma liquida sia costituita da loro.
Le motivazioni dietro l’invasione non sono chiarissime. Date le finalità e le modalità
di approccio e l’apparente mancanza di piccoli, essi presumibilmente stanno
cercando scampo da un’infertilità insorta di recente.
1.2 TIPOLOGIE DI ALIENI
Questa ipotesi giustifica la presenza di due sessi: il maschio e la femmina. Il
maschio è alto in media 2 metri, mentre la femmina 1.80. Nell’invasione hanno
ruoli diversi:
Il maschio generalmente uccide e si sostituisce ad un maschio umano.
Le femmine rapiscono uomini e donne, i primi allo scopo di riprodursi con
loro, le seconde allo scopo di sostituirsi a loro.
Lo scopo è sempre quello: riprodursi con gli umani.
Nonostante riesca a riprodurre perfettamente le movenze umane, non sembra
particolarmente a suo agio con le scale, né in salita né in discesa, cosa che torna
utile per distinguerli tra le folla.
È sensibile agli ormoni umani: distingue abbastanza bene gli ormoni collegati
alle emozioni (la paura, il desiderio, il benessere…) ed è attratto da quelli del
desiderio. Hanno studiato il comportamento umano e sanno mimarlo molto
bene, specialmente i segnali per attrarre l’umano dell’altro sesso e comunicare la
propria disponibilità all’accoppiamento. Si suppone che sappiano determinare
se un umano è sano o no, perché evitano gli ospedali e colpiscono quasi esclusivamente persone sane.
Ci sono anche diversi tipi di mutaforma:
Normali/Common
Più comuni, relativamente facili da
smascherare.
Sangue giallo
e viscoso.
Soldato/Guerriero/
Fighter
Fortunatamente meno comuni dei normali:
più furbi e più forti, sono pericolosi.
Sangue bianco
e fluido.
Leader
Mai avvistati (si suppone però che siano
forme particolari di Fighter).
N.D.
Researcher
I più intelligenti di tutti i tipi (o così si suppone
dato che non esistono dati sui leader) e coloro
che presumibilmente hanno sviluppato la
tecnologia. Si vedono talvolta insieme ai
soldati, raccolgono campioni e fanno ricerche;
non sono pericolosi.
N.D.
1.2 TIPOLOGIE DI ALIENI
1.2.2. Tipo B
ALIENO DI TIPO B
Altezza media: 2,30 m
Peso medio: 300 kg
Fauci affilate, mandibola fragile
Braccia tentacolari capaci di stritolare
un uomo
Molto lento nei movimenti
Non si trovano molte immagini del tipo B perché si cerca sempre di evitare di
andar loro vicino. Sono molto grandi (un esemplare in media è alto 2 metri e
mezzo), sono dotati di un esoscheletro simile a quello degli insetti ma cambia
consistenza a seconda del bisogno. I debellatori devono stare attenti a non avvicinarsi troppo perché finire a portata degli arti significa essere stritolati o soffocati
a morte, oppure essere dilaniati dalle loro fauci affilate.
La preoccupazione principale tuttavia, sono proprio i suoi arti, perché le fauci
affilate sono piuttosto fragili, ed un umano adulto in buona forma può giungere
a possibile spezzargliela con uno strattone ben assestato.
D’altra parte sono abbastanza lenti e non particolarmente intelligenti, tanto che
sono spesso utilizzati come “cani da guardia” dai mutaforma, da cui in cambio
ricevono cibo e, si suppone, un passaggio verso nuovi pianeti.
1.2 TIPOLOGIE DI ALIENI
1.2.3. Tipo C o Kappa
ALIENO DI TIPO C
Altezza media: 60 cm
Peso medio: 30 kg
Pelle squamosa, vivono nell’acqua
Numerose braccia sparse per tutto il corpo
Veloce nei movimenti
I debellatori nippofili (ce ne sono molti) li hanno soprannominati kappa. Più
piccoli degli altri alieni, hanno l’aspetto squamoso, una decina di lunghe dita
palmate su ciascuno degli otto-dodici arti, e sembrano apprezzare parecchio
l’acqua, probabilmente per un grande bisogno di idratazione.
Sono pericolosi perché sono onnivori e abbastanza veloci da non aver paura di
un umano disarmato. Tuttavia, pur essendo veloci, non hanno un gran senso
della direzione in movimento, quindi per evitarli basta essere pronti. Per cacciarli
i debellatori hanno sviluppato l’abitudine di restare vicini ad un albero, individuarli, farsi individuare e attaccare, e lasciare che si spappolino contro i tronchi.
2.0
LA SICUREZZA
SUL LAVORO
2.3 IL METODO O.S.C.A.R.
Il metodo OSCAR, acronimo di Observe – Safety – Cut – Attack – Repel, è la
prassi utilizzata dai debellatori britannici che rielabora la procedura sviluppata
dai debellatori svedesi. È inoltre la prassi accettata ai fini del brevetto europeo.
1
Observe: studia l’ambiente in cui ti trovi, le vie d’uscita, i nascondigli e la densità di oggetti nell’area (cfr. par 2.3.1).
2
ensure Safety: assicurati che tutte le persone siano al sicuro, lontano dall’alieno o dalla minaccia dell’alieno. Questo passo è particolarmente importante,
perché permette di eseguire i restanti nella massima tranquillità (cfr par 2.3.2).
3
Cut: pratica un taglio sulla cute del presunto alieno per controllare che si tratti
effettivamente di un mutaforma.
4
Attack: appurata l’identità dell’alieno, procedere ad attaccare con le tecniche
mostrate in 3.4
5
Repel: ripulire l’area a fondo e con cura (cfr. cap. 4) al fine di scongiurare rischi
biologici e il ritorno di altri alieni.
3.0
RESPINGERE
LA MINACCIA
3.1 STRUMENTI COMUNI
3.1.1 Armi bianche
Come suggerito dal terzo passo del metodo O.S.C.A.R., cut, prima di procedere
con l’eliminazione della minaccia, il debellatore è legalmente obbligato a verificare che il presunto alieno sia davvero tale, tramite la rottura dell’epidermide,
meno estesa possibile. Per questo nella sua attrezzatura deve essere inclusa una
lama in acciaio sterile per minimizzare rischi di contagio agli umani.
I tipi più comuni:
Bisturi chirurgico usa e getta: deve esserne aperto uno nuovo ad ogni uso
e per la sua eliminazione è necessario rivolgersi alle strutture ospedaliere.
Tipo Eckart: manico in alluminio con innesto in plastica e lama bisturi usa
e getta o set di lame rimovibili. La lama rimovibile deve essere sottoposta
a sterilizzazione tramite autoclave e risigillata prima di essere riutilizzata.
Wholesteel: coltello multiuso in acciaio. Deve essere sottoposto a sterilizzazione tramite autoclave dopo ogni uso.
È comunque consigliabile attrezzarsi di tipi di coltelli multiuso da salvataggio o da
outdoor per ogni evenienza.
Altre armi bianche utilizzate sono le scuri da debellatore, particolarmente affilate
e capaci di amputare un arto di alieno nonostante la loro consistenza gelatinosa.
Bisturi
ARMI BIANCHE
Wholesteel
Scure da debellatore
3.1 STRUMENTI COMUNI
3.1.2 Contundenti
Le specifiche delle armi contundenti non sono regolamentate. Generalmente si
tratta di oggetti comuni reperibili in qualsiasi ferramenta, anche se esistono sul
mercato alcuni prodotti pensati specificatamente per i debellatori. Per completezza indichiamo i più comuni:
Martello: specialmente utilizzato in Svezia e molto apprezzato per l’efficacia
nel procurare danni. A volte utilizzato in concomitanza con altri oggetti. La
grandezza generalmente varia a seconda delle preferenze personali. Tra i tipi
più utilizzati si contano il martello da fabbro (sledgehammer) per la sua capacità di distribuire la forza su una superficie più larga, il martello da carpentiere,
martello da elettricista. Vi è inoltre commercio un modello chiamato smasher
sviluppato in Irlanda appositamente per i debellatori, caratterizzato da una
massa più pesante e un manico maneggevole con l’estremo opposto più
largo per effettuare più agevolmente la tecnica Johansson (cfr. 3.4.4).
Mazze sportive: baseball, softball, cricket, croquet. Più spesso utilizzate per
respingere l’alieno che come oggetti contundenti.
Martello da carpentiere
ARMI CONTUNDENTI
Smasher
Martello da
elettricista
Mazza da cricket
Mazzuolo
Mazza da baseball
3.4 TECNICHE DI ATTACCO
SACCA CAPITALE
Controlla ed irrora
le braccia e tutta
la parte superiore
del corpo
POSIZIONE DELLE SACCHE
IN FORMA UMANA
Le sacche servono ad accumulare
liquido nelle zone dove è richiesta
maggiore mobilità
Sacche di liquido
Zona vulnerabile
Zona sicura
Zona pulita
SACCA INFERIORE
Controlla ed irrora
le braccia e tutta la
parte superiore del
corpo
Zona vulnerabile
non vitale
3.4.1 Tecnica classica
1
ZONE DA COLPIRE
È preferibile utilizzare
armi contundenti.
FASE
FASE
La tecnica classica consiste nel colpire dapprima la sacca capitale (situata, in
forma umana, all’altezza della testa e del petto) e in seguito la sacca inferiore
(situata in corrispondenza dell’addome). Può essere eseguita in zona sicura (dove
è più facile assestare il colpo ma il risultato è generalmente più disordinato) o in
zona preferibile detta “pulita” perché diminuisce il rischio di sporcare l’ambiente
più del necessario.
2
ZONE DA COLPIRE
È preferibile utilizzare
armi contundenti.
3.4 TECNICHE DI ATTACCO
3.4.2 Tecnica reverse
1
ZONE DA COLPIRE
È preferibile utilizzare
armi contundenti.
FASE
FASE
In caso di un alieno di taglia particolarmente grande o in cui ci sia il rischio che il
tipo A fugga, può rendersi necessario applicare la tecnica reverse, che consiste
nell’assestare innanzitutto un colpo in corrispondenza delle gambe, specialmente
le ginocchia, per inibire la fuga. Non è una zona molto irrorata, pertanto si deve
procedere poi a colpire la sacca inferiore e in ultimo la sacca superiore.
Questa tecnica, però, lascia la parte superiore, dotata di maggior destrezza e dov’è
emessa la maggior parte degli impulsi nervosi, tra cui quelli che attivano la mutazione, intatta fino all’ultimo, rendendo la tecnica leggermente più pericolosa.
2
ZONE DA COLPIRE
È preferibile utilizzare
armi contundenti.
3.4.3 Tecnica Johansson
1
ZONE DA COLPIRE
È preferibile utilizzare
armi contundenti.
FASE
FASE
La tecnica Johansson è una variante della tecnica classica in cui il debellatore si mette
in condizione di attaccare solo zone pulite. Consiste fondamentalmente nell’assestare dapprima un forte colpo nella zona del basso addome senza procurare danni, al
solo scopo di far piegare l’alieno, e in seguito si procede ad applicare la tecnica classica dietro la nuca (zona pulita della sacca capitale) e nella zona lombare (zona pulita
della sacca inferiore). Si può attuare con due strumenti o con uno strumento solo.
2
ZONE DA COLPIRE
È preferibile utilizzare
armi contundenti.
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