26 settembre 2006 RAPSODIA silicon –on –diamond devices Proponenti: Firenze/ Perugia 1 26 settembre 2006 Sommario • Oggetto della Proposta: silicon-diamond wafer-bonding • Materiali compositi e Wafer-bonding • Prospettive • Stato della tecnologia silicon-on-diamond (semiconductor on diamond) • Proprietà termiche del diamante (breve cenno) • Attività proposta nel 2007: i. realizzazione del wafer-bonding (discussione delle strategie adottate e delle difficoltà da superare). ii. Caratterizzazione delle interfacce • Preventivi di spesa (ridotti) per l’attività di ricerca proposta 26 settembre 2006 Oggetto: Realizzazione di giunzioni SOD (Silicon on Diamond) (CVD Diamant- IAF ) Silicio: elettronica integrata, sensore Diamante: Heat-spreader e isolante 3 26 settembre 2006 Materiali compositi Il grande interesse dell’industria elettronica per i materiali compositi è dovuta ai problemi posti dalla richiesta di alti livelli di integrazione (densità di transistors), di alte prestazioni (frequenza, I/O ottici) e dalla conseguente densita`di potenza da dissipare. Il Silicon-On-Insulator (SOI) [p. 6-7] è una risposta consolidata anche se in evoluzione e con recenti interessanti aperture al campo della rivelazione di particelle ionizzanti (pixel detectors) [p. 8-9]. Nuovi materiali semiconduttori tipo (Si,GaN)-On-Diamond sono in corso di sperimentazione o sono stati appena annunciati [P. 10-13] In 4 questi, il diamante gioca il ruolo (meccanico) del SiO2-Si nel SOI ma, 26 settembre 2006 Wafer-bonding Alla base dei materiali compositi c’è (spesso) una tecnica di saldatura (wafer bonding) capace di unire tenacemente e intimamente (saldatura “atomica”) materiali diversi fra loro. La realizzazione della giunzione puo` avvenire o con l’utilizzo di catalizzatori a pressione ambiente e temperature contenute o ricorrendo a pressioni e temperature elevate. In entrambi i casi le superici dei due materiali devono essere accuratamente pulite e lucidate. Per la coppia silicio-diamante non è ancora consolidata la tecnica di bonding. La tecnica di wafer bonding dipende dal tipo di materiali utilizzati ma, entro certi limiti, non dalla loro qualita`e 5 26 settembre 2006 Prospettive L’acquisizione di una tecnologia di wafer-bonding Si-Diamond ha una valenza ampia, spendibile in ambito INFN anche a livello di componentistica di sistemi di rivelazione complessi, là dove sia richiesto un’efficiente dispersione di calore (Virgo, RAPS,...). Lo scopo della proposta NON E’ lo studio del diamante ma la tecnica di bonding SilicioDiamante policristallino (pCVD) 26 settembre 2006 Prospettive (II): possibili dispositivi Diamante come supporto e heat spreader per la tecnologia RAPS (RAPS On DIA) p+ n+ E p+ SOD con spessore di ~10 µm di diamante (micro-patterning del diamante con plasma etching) p well diamante 7 26 settembre 2006 SOI: geometria/vantaggi Integrazione dell’elettronica su strati di Si < 1 µm Spessore dello strato isolante (SiO2) ≤ 1µm Supporto meccanico Si≈ 300 µm Due tecnologie costruttive : SIMOX, Wafer Bonding La tecnologia SOI e` usata da molti costruttori di chip con tecnologie 130 nm, 90 nm ( IBM, AMD, INTEL,.. ) Migliore performance-per-watt, velocità dei dispositivi Minore sensibilita`alle radiazioni ionizzanti dei dispositivi Ma... Pessima conducibilita`di calore (dovuta al SiO2) 26 settembre 2006 (Jastrzab et al., Perché non utilizzare il supporto SOI per realizzare Pixel Detectors? NIMA 560 (2006) 31) 150x150 µm2, 128x128 canali supporto SOI ad alta resistività giunzioni disposte in 2D attraverso l’ossido Vedi anche: Int. Symp. on Detector Devel. SLAC, CA, April 5, 2006 Yasuo Arai (KEK) (PIXEL), detector FZ >4kΩ cm, 300 µm elettronica sullo strato superficiale di Si, ~10 Ωcm,1.5 µm in corrispondenza di un pixel 26 settembre 2006 Da SOI a Semiconductor-On-D 2” GaN on Diamond 26 settembre 2006 Silicon-on-diamond: An advanced silicon-oninsulator technology Diamond & Related Materials 14 (2005) 308– 313 1.5 µm thick Si 50 µm thick diam 3 ×30 µm2 heater strips and two 3 ×30 µm2 Heat sink di rame 26 settembre 2006 Thermal imaging del profilo di temperatura Auto-riscaldamento del punto caldo Potenza applicata 26 settembre 2006 (1) The thermal load is spread over an area much larger than the heater for the SOD sample, while it is concentrated primarily below and around the heater for the SOI sample; and (2) the applied power density for the SOD sample is more than one order of magnitude higher. The SOD sample can handle ~12.5 times more power than the SOI sample And it would be far better for a thinner Si device layer and diamond with higher thermal 26 settembre 2006 Proprietà termiche del diamante CVD commerciale Da: Diamond Materials Spin-off del Fraunhöfer Insitut www.diamond-materials.com 26 settembre 2006 Proprietà termiche del diamante CVD commerciale Le proprietà termiche ed ottiche del diamante policristallino CVD eguagliano quelle del diamante singolo cristallo rame RT 26 settembre 2006 Proprietà termiche del diamante CVD commerciale Calore specifico relativamente basso… RT 0.5 J/g 26 settembre 2006 Diamante CVD come heat spreader Conducibilità termica 20 W/cm K (più alta di qualsiasi sostanza a T ambiente) D = K /ρ c =12.5 cm2/s Diffusività termica D altissima Bassa densità (più di 10 volte quella del rame) 3.52/cm3 Il diamante diffonde il calore Basso calore molto velocemente Specifico: 0.5 J/g K E’ un heat-spreader 17 ideale 26 settembre 2006 Diamante CVD come heat-spreader • • Condizioni meno stringenti sulla qualità del thermal/optical grade diamond rispetto al detector-grade Grande mercato : è realistico pensare ad un forte calo del costo/ unità di superficie, nei prossimi anni Molti produttori sul mercato (non solo De Beers): Sumitomo, Diamonex, sp3, Apollo Diamond, Diamond Materials etc… 26 settembre 2006 Attività di Ricerca: wafer-bonding • Il diamante utilizzato fino a ora per wafer-bonding è altamente difettoso poche decine di micrometri dal substrato di nucleazione (SOD-N). • Come in altre applicazioni ad alta tecnologia vogliamo utilizzare il lato di crescita rimosso a ~100 µm dal substrato (SOD-G) • Il materiale (diamante) di qualità cristallina ottimale (unbowed, unstressed) a bassa concentrazione di bordi di grano, può essere quindi saldato al materiale (silicio) di qualità elettronica ottimale 19 26 settembre 2006 Precedenti tentativi di wafer-bonding • Il diamante è stato saldato al silicio per diffusione ad una pressione di 300 atm e a una temperatura di 850-950 oC Ci proponiamo di acquisire e ove possibile migliorare questa tecnologia per ora su piccole superfici (~1 cm2) Scale-up a 5 x 5 cm2 realistico G.N. Yushin et al. Wafer bonding of highly oriented diamond to silicon, Diamond & Related Materials 13 (2004) 1816–1821 20 26 settembre 2006 Problemi da risolvere: Thermal mismatch α [10−6/Κ] 6 5 4 silicio 3 diamante 2 1 0 200 600 1000 1400 T [Κ] I difetti di saldatura con questa tecnica si presentano ai bordi di grano del diamante a temperature superiori a 950 oC Occorre portare la temperatura del processo a 1000 K (~750oC) per evitare stress di trazione al diamante policristallino 21 26 settembre 2006 Strategie per migliorare la tecnica di wafer bonding rispetto al recente stato dell’arte Diminuzione della temperatura e aumento della pressione esercitata/ aumento del tempo di processo Trattamenti preliminari delle superfici (lappatura, parallelismo, pre-trattamenti termici) Cicli di annealing a temperature intermedi saranno utilizzati per riportare la struttura a temperatura ambiente, dove il coefficiente di dilatazione termica è diverso per i due materiali di un fattore 26 settembre 2006 Secondo metodo: wafer bonding con catalizzatore • Sinergia con il gruppo Virgo di Perugia (L. Gammaitoni, H. Vocca) • Esperienza consolidata di bonding SiO2-SiO2 (silicate bonding) • Reallizati anche bonding SiZaffiro(Al2O3), Si-Si, Al2O3Al2O3, Si-Al2O3 con varie orientazioni cristalline. Fused silica wires saldati allo specchio di quarzo (35 cm diam, 10 cm, 21 Kg)23 26 settembre 2006 Silicate bonding E' un “incollaggio atomico” a pressione e temperatura normali, che utilizza un catalizzatore (in generale il KOH) per creare una (1) reazione tra le molecole del materiale e gli ioni OH-. KOH O Si O Si O O Si Si O O (2) Si OH- O K+ K+ OH- Si H3O+ (3) OH- Si O H Si O Si Si HO O H (4) O Si O Si vuole indagare l’utilizzo di tale O tecnica, cambiando il Si catalizzatore (altre basi od acidi), per saldatura di Silicio con (5) O Si Si O O O Si O O O O O Si O HO Si O Si O O O O Si O Si O Si O O Si O O Si O 24 26 settembre 2006 Apparato UHV ad alta pressione e alta temperatura proposto Sistema di spinta esterno (Descrizione schematica) Soffietto UHV solidale con il pistone interno In grado di esercitare (almeno) 1000 atm su 25 mm2 Un successivo scale-up non comporta particolari problemi 25 26 settembre 2006 Apparato ad alta pressione e alta temperatura Portacampione e riscaldatore 26 26 settembre 2006 Pistone e blocco di acciaio invito SOD e buffer material (BN) 5 X 5 mm2 allumina Blocchi Schermo termico riscaldati 27 26 settembre 2006 Caratterizzazione dei campioni (prima) e dell’interfaccia (dopo il processo) • Diffrazione X (orientazione cristallina, stress residui) • Microscopia SEM, AFM,(morfologia lucidatura) TEM (difetti cristallini) • Misura della conducibilità termica • Caratterizzazione elettrica interfaccia 28 26 settembre 2006 Preventivo proposto 2007 Apparato/messa a punto Wafer-bonding Preparazione campioni e caratterizazioni interfaccia SOD Totale Firenze Perugia Totale 18 10 28 7 3 10 25 13 38 26 settembre 2006 Composizione del gruppo • Firenze Alessio Fossati, AR 100 % Stefano Lagomarsino, Ass 100 % Anna Macchiolo, AR. 20% Simone Paoletti, Ric. 20 % Giuliano Parrini, PA 30% Silvio Sciortino Ric. 50% 3.2 FTE • Perugia Mancarella Fulvio, AR 40 % Moscatelli Francesco, AR. 70 % Andrea Scorzoni, PA 100% 2.1 FTE Collaborazione esterna Luca Gammaitoni Helios Vocca (Gruppo Virgo Pg) 26 settembre 2006 Conclusioni • La proposta è stata riformulata PER UN ANNO con preventivo ridotto al 50% Focalizzata sulla realizzazione del materiale composito • Formulazione e discussione del proseguimento SJ al risultato raggiunto 26 settembre 2006 Trasparenze di appoggio • SOI 1-2 • HOD 3 • Diamante come rivelatore di radiazione 26 settembre 2006 Elettronica Esempio di PIXEL -SOI (130x130 µm2) ~10 Ω cm 1.5 µm isolante Detector FZ >4kΩ cm , 300 µm Realizzati blocchi di 128 × 128 canali 26 settembre 2006 26 settembre 2006 Highly Oriented Diamond S.K. Han et al. / Diamond and Related Materials 9 (2000) 1008–1012 Van der Drift evolutionary selection thickness of 15 µm. 35 26 settembre 2006 Charge Collection Distance Definiamo la Charge Collection Distance come il prodotto dell'efficienza di raccolta η=Q/Q0 per lo spessore del materiale W d=η×W dove Q è la carica misurata e Q0 è la carica prodotta all'interno del rivelatore: Si=89 coppie e-h/µm D=36 coppie e-h/µm • d è la distanza media percorsa dai portatori prima che siano (i) intrappolati, (ii) che si ricombinino, (iii) che raggiungano gli elettrodi. 26 settembre 2006 Diamante come rivelatore • Bassa capacità, costante dielettrica metà di quella del silicio • Alta velocità dei portatori: 2 10 7 cm/s a 1 V/µm (Diamond detectors with subnanosecond time resolution for heavy ion spill diagnostics, E. Berdermann GSI Darmstadt) • Alta tolleranza da radiazione: operativo fino a 2 1016/cm2 Limitato nelle prestazioni dalla natura policristallina (pCDV) Il diamante singolo cristallo (scCVD) è attualmente prodotto con un area massima di 1.4 x 1.4 cm2 (De Beers) 26 settembre 2006 Diamond properties Low capacitance εr =5.7 up to a frequency of 3500 GHz about half that of silicon High mobility (at 1 V/µm) Holes: 2064 cm2 /V s Electrons: 1714 cm2 /V s High drift velocity (at 1 V/µm) Holes: 0.96 107 cm/ s Electrons: 1.41 107 cm/ s H. Pernegger, S. Roe, P.Weilhammer et al. J. Appl. Phys. 97, 073704 (2005) n = !r From: Diamond Material gmbH 26 settembre 2006 36 pairs/mm generated by MIPs Charge Collection Distance: # of electrons CCD [ µ m ]= 36 Deconvoluted Landau 5000 CCD=260 µm Counts 4000 3000 2000 1000 # electrons 12000 10000 0 8000 4000 2000 0 0 20 40 T[oC] 60 10000 20000 # electrons 5 % loss in 80 oC 6000 0 80 We have demonstrated Operation up to 80 oC 30000 26 settembre 2006 Very low leakage currents Thermally Stimulated Currents on neutron irradiated polyCVD diamond S. Miglio Dept. Energetics Florence Diploma Thesis Sample UTS1: 5×5 mm2 Leakage currente less than 1pA at 300 K And lowers after neutron irradiation! 26 settembre 2006 CCD e Spessore (polycrystalline) 80 µm 2500 e- I punti blu rappresentano il campione in cui viene gradualmente rimosso materiale difettoso, quelli rossi il procedimento inverso, in cui viene rimosso il materiale dal lato di crescita 26 settembre 2006 Riproducibilità Valore std 2006 300 µm Status of Experiments on CVD Diamond DetectorsHarris Kagan, Ohio State University RESMDD 2004, October 10-13, 2004 - Florence, Italy 26 settembre 2006 Radiation Hardness pCVD La CCD del diamante decade ad 1/e dopo 1.25 1016 p/cm2 Il diamante può quindi operare dopo fluenze di adroni pari a 2 1016 /cm2 a T ambiente, a relativamente bassa tensione (1V/µm) 26 settembre 2006 Recente prototipo di Pixel detector basato su polycrystalline CVD diamond W. Adam et al. / Nuclear Instruments and Methods in Physics Research A 565 (2006) 278–283 y x 2 x 6 cm2 pixel pitch 50 µm (direzione y), lunghezza 400 µm (direzione x), 26 settembre 2006 Diamond pixel detector • • • • elettronica utilizzata: ATLAS IBM 0.25 µm Beam test a DESY (2005) Rumore 136 e-, soglia 1350 eEfficienza: 98 % rispetto al telescopio di riferimento • risoluzione: 23 mm lungo in direzione y (contro 37 µm del Si quando misurato a Desy) 26 settembre 2006 • Il SOD è stato realizzato con crescita eteroepitassiale (highly oriented diamond, HOD) di diamante su silicio, e capovolgendo il materiale (Articolo citato) Il substrato diventa lo strato di silicio del SOD Lo heat-spreader (diamante) viene saldato allo heat sink (rame) 46 26 settembre 2006 RAPS (On DIA) p+ n+ E diamante p+ p well 26 settembre 2006 SOD 26 settembre 2006 Costo attuale del thermal-grade diamond 50 $/cm2 (in ulteriore diminuzione) www.sp3inc.com $/mm2 26 settembre 2006