LE POLITICHE DI FIDELIZZAZIONE DELLE COMPAGNIE AEREE: I FREQUENT FLYERS PROGRAMS CUSTOMER LOYALTY IN THE AIRLINE INDUSTRY: FREQUENT FLYERS PROGRAMS Roberta Minazzi April, 2003 Abstract The aim of this paper is to study loyalty programs in the airline industry. In particular, FFP’s are analysed. FFP’s have the objective to reward customers that travel with the airline for more than 10-12 times every year. They collect miles that can use to obtain allowances and other advantages. Are FFP’s only promotional tools based on price competition or are they relationship marketing strategies that want to create long-term customer loyalty? This paper tries to answer this question analysing objectives, costs, risks and effectiveness of FFP’s. Finally FFP’s of major airlines are analysed. Findings reveal a main trend that is the creation of international networks based, not only on partnership among airlines, but also on alliances with operators of other industries such as banks, mobile operators, credit cards, hotels, etc. Existing international alliances are Sky Team, Oneworld and Star Alliance. This concentration trend entail the integration of loyalty programs towards the creation of “extended” FFP’s, which include programs of each operator of the alliance. Working Paper dell’Istituto di economia e marketing LE POLITICHE DI FIDELIZZAZIONE DELLE COMPAGNIE AEREE: I FREQUENT FLYERS PROGRAMS di Roberta Minazzi* n. 5, aprile 2003 * Roberta Minazzi è dottoranda di ricerca in “Marketing e comunicazione d’impresa” presso l’Università IULM di Milano, dove svolge attività di assistenza ai corsi di Marketing ed Economia e gestione delle imprese turistiche. 2 Indice 1. Lo sviluppo del mercato del trasporto aereo dopo la deregulation 4 1.1 Cenni introduttivi 4 1.2 Il Deregulation Act 4 2. Lo sviluppo di un nuovo strumento di marketing: i frequent flyers programs 6 2.1 Brevi cenni storici 6 2.2 I FFPs come strumenti di loyalty marketing 2.2.1 Gli strumenti di marketing relazionale 8 9 2.3 Gli obiettivi dei frequent flyers programs 12 2.4 I costi e i ricavi dei FFPs 14 3. Un confronto fra FFPs esistenti 17 3.1 Le principali caratteristiche dei FFPs 22 3.2 La gestione delle miglia 25 4. Conclusioni 28 Bibliografia 30 Riviste di settore 31 Siti internet consultati 31 Elenco dei working paper……………………………………………………………..…33 3 1. Lo sviluppo del mercato del trasporto aereo dopo la deregulation 1.1 Cenni introduttivi L’impresa del trasporto aereo è stata caratterizzata negli ultimi vent’anni da marcate trasformazioni, che hanno portato alla maturazione di un orientamento al mercato basato sulla determinazione da parte della domanda del livello di servizio e del livello di prezzo, fino a quel momento controllati dallo Stato e dal potere pubblico. I motivi principali che avevano spinto a considerare il settore aereo di interesse pubblico furono principalmente tre:1 - il tentativo di evitare una guerra dei prezzi che avrebbe potuto provocare una diminuzione della sicurezza del trasporto aereo e quindi anche rischi per l’occupazione e per gli investitori del settore; - la qualificazione del trasporto aereo come servizio di pubblica utilità; - la protezione di un settore di importanza strategica e militare nella prima fase del suo sviluppo.2 Il principale avvenimento che condusse alla trasformazione del settore e quindi al passaggio dalla regulation degli anni ’30 alla liberalizzazione del mercato degli anni ’80, fu il Deregulation Act americano del 1978, che introdusse nel settore del trasporto aereo statunitense i principi del libero mercato. 1.2 Il Deregulation Act 3 La situazione economica durante gli anni Settanta presentava delle criticità. La crisi petrolifera del 1973 aveva infatti condotto ad un aumento del prezzo del carburante e ad un generale aumento dell’inflazione. Gli economisti americani dell’epoca, sottolineando che il controllo del settore da parte dello Stato non era più necessario e che il settore del trasporto aereo era naturalmente competitivo, evidenziavano l’opportunità della sua liberalizzazione (soprattutto dopo il successo di quella del trasporto merci che aveva condotto ad enormi vantaggi per il mercato). Finalmente, il 24 ottobre del 1978 il Deregulation Act veniva approvato dal Congresso e firmato, quattro giorni dopo, dal Presidente Jimmy Carter. I principali effetti della liberalizzazione del trasporto aereo furono i seguenti: a) lo sviluppo di nuovi sistemi di rotte denominati hub and spokes che collegavano una serie di aeroporti periferici ad un aeroporto centrale. Gli hub sono, per definizione, 1 Cfr. A.C. Pellicelli (1996), Le compagnie aeree. Economia e gestione del trasporto aereo, parte IV “Deregulation e concorrenza”, pag. 645 – 693. 2 L’autorità di controllo del Governo degli Stati Uniti nel settore aereo era il Civil Aeronautics Board (CAB) che controllava l’entrata e l’uscita delle imprese dal settore, determinava le tariffe, attribuiva sussidi per la promozione dello sviluppo delle compagnie aeree e controllava in generale la struttura del settore. Cfr. A.C. Pellicelli (1996), Le compagnie aeree. Economia e gestione del trasporto aereo, parte IV “Deregulation e concorrenza”, pag. 645 – 693. 3 Si veda www.airlines.org, sito ufficiale dell’Associazione Americana del Trasporto aereo Air Transport Association: Airline Handbook, cap. 2 “Deregulation”. Si veda, inoltre, A. C. Pellicelli (1996), Le compagnie aeree. Economia e gestione del trasporto aereo, parte IV “Deregulation e concorrenza”, pag. 645 – 693. 4 gli aeroporti delle città in cui le compagnie aeree hanno i maggiori volumi di traffico. Giunti in questi luoghi, i passeggeri possono cambiare velivolo e raggiungere destinazioni non servite da voli diretti. Grazie a questo nuovo strumento, le compagnie potevano offrire un servizio migliore e più completo ai clienti, aumentando il numero medio di passeggeri per volo e, di conseguenza, riducendo i costi; b) l’entrata di nuovi concorrenti e lo sviluppo di compagnie low cost, che praticavano politiche di prezzi bassi offrendo un servizio decisamente inferiore al cliente (puro trasporto sprovvisto di servizi a bordo); c) i due fattori precedentemente descritti condussero inevitabilmente ad una maggior competizione e concorrenza nel mercato e alla tendenza generalizzata a praticare una diminuzione delle tariffe per fronteggiarla (dal 1978 ad oggi le tariffe sono mediamente diminuite del 35%); 4 d) un aumento del traffico dovuto soprattutto alla diminuzione delle tariffe; e) lo sviluppo dei Computer Reservation Systems (CRS), sistemi informatici che permettevano la prenotazione e la vendita di biglietti aerei, solitamente utilizzati anche dagli agenti di viaggio per l’attività di distribuzione del servizio aereo. Molte grandi compagnie hanno sviluppato i propri CRS (Apollo da parte di United Airlines e Sabre da American Airlines) e poi li hanno resi disponibili ad altri operatori mediante accordi di partnership; f) lo sviluppo di accordi di codesharing, ossia accordi fra due compagnie aeree (di qualsiasi dimensione) per operare voli in congiunzione, tramite la ripartizione del codice.5 Ad esempio Alitalia pratica correntemente accordi di codesharing con altre compagnie aeree sia per il lungo, sia per il medio-breve raggio.6 Nel primo caso con Air Canada, Japan Airlines, Qantas e Varig; nel secondo caso con Air Europe, Croatia Airlines, Cyprus Airway, Meridiana, Tarom, ecc… Dal novembre del 2001 Alitalia ha sviluppato un accordo di codesharing anche con Air France che permette una maggior copertura delle rotte europee ed extra-europee; g) lo sviluppo di formule promozionali denominate Frequent flyers programs (FFPs). Si tratta di programmi sviluppati per clienti abituali della compagnia aerea, che viaggiano più volte l’anno (convenzionalmente almeno 10-12 volte l’anno). Tramite l’accumulo di miglia/punti questi “viaggiatori frequenti” possono ottenere premi (viaggi gratuiti, buoni sconto sia per i voli aerei sia nei confronti dei partners della compagnia appartenenti ad altri settori come quello ricettivo, del noleggio auto ecc…), promozioni e vantaggi nell’erogazione del servizio (sale d’attesa dedicate, priorità in lista d’attesa ecc…).7 Esistono programmi semplici e altri più complessi. I primi hanno un andamento costante: un chilometro gratuito ogni chilometro pagato. I secondi invece prevedono una soglia (o più soglie) oltre la quale l’accumulo di chilometri per chilometro pagato aumenta (ad esempio oltre gli 80.000 Km il cliente accumulerà 3 Km per ogni km pagato). 4 Si veda www.airlines.org, sito ufficiale dell’Associazione Americana del Trasporto aereo “Air Transport Association”: Airline Handbook, cap. 2 “Deregulation”. 5 Il code sharing consiste in un accordo tra due vettori, di cui uno (il vettore operante) opera un certo servizio utilizzando il proprio codice identificativo (codice velivolo IATA + numero del volo), e l’altro (il vettore code sharing) vende al pubblico lo stesso servizio sotto il proprio codice identificativo ma senza operare effettivamente il servizio. 6 Si veda www.alitalia.it, sezione “Partners”. 7 Si veda il sito www.dot.gov/airconsumer/frequent.htm. Sito ufficiale del Dipartimento dei trasporti americano. 5 Nel prossimo capitolo si analizzerà il tema dei FFPs, conseguenza della liberalizzazione del settore aereo. 2. Lo sviluppo di un nuovo strumento di marketing: i frequent flyers programs Con lo sviluppo della concorrenza e della globalizzazione dei mercati la capacità da parte delle compagnie aeree di fidelizzare la clientela, tramite lo sviluppo di politiche e programmi appositi, diviene un fattore di cruciale importanza. 2.1 Brevi cenni storici I FFPs si sviluppano negli Stati Uniti negli anni Ottanta per cercare di “strappare” clienti alla concorrenza e far fronte alla guerra dei prezzi provocata dalla Deregulation americana del 1978. Tali programmi si fondano su un principio generale molto semplice che riguarda la premiazione della fedeltà dei passeggeri, attuata con diverse modalità da parte delle differenti compagnie aeree interessate. Le due principali motivazioni che portano allo sviluppo di tali strumenti di marketing sono legate al Deregulation Act del 1978, come anticipato nel capitolo precedente, e alle sue conseguenze, precedentemente illustrate. Il primo FFP si sviluppa nel maggio del 1981 su iniziativa della compagnia aerea americana American Airlines (AA) e prende il nome di Aadvantage.8 L’obiettivo principale era mantenere la fedeltà del cliente tramite premi e ricompense e si basava sulla creazione di un Club (Very Important Travellers Club), che offriva vari vantaggi agli appartenenti riguardanti la gestione dei bagagli, i servizi a bordo, cibi migliori, ecc. E’ significativo il fatto che American Airlines fosse, in quel periodo, e ancora oggi, leader nel settore del marketing e dei sistemi informatici. Infatti, American Airlines decise di creare un database di 150 mila fra i suoi migliori clienti tramite il sistema informativo dei CRS (Sabre) che gestiva i dati di prenotazione. Dopo l’analisi delle miglia percorse dai passeggeri, la compagnia era in grado di premiarli con biglietti omaggio e servizi aggiuntivi. La seconda compagnia aerea ad introdurre un programma frequent flyers chiamato “Mileage Plus”, fu United Airlines (UA), sempre di nazionalità americana. La parola “Plus” si riferiva ai punti che lo distinguevano dal programma Aadvantage di AA, ossia un bonus di 5 mila miglia alla sottoscrizione e l’inesauribilità delle miglia. Da quel momento molte altre compagnie aeree seguirono questi esempi rendendo tali programmi importanti strumenti di marketing. Il passo successivo fu la creazione di partnership con altri operatori (catene alberghiere, compagnie di autonoleggio, ecc.), che permettevano l’offerta di un servizio migliore al cliente. Esempi significativi sono gli accordi oggi in vigore di American 8 Cfr. C. Lovelock, L. Wright (1999), Principles of Service Marketing & Management, pag. 128-130. Si veda, inoltre, il sito www.frequentflier.com, con riferimento alla pagina “A history of frequent flyer programs”. 6 Airlines con Hertz e Hyatt e quelli poi sviluppati da Alitalia con Hilton, Starholtels, Avis, Hertz, ecc. Inizialmente sia le catene alberghiere, sia le compagnie di autonoleggio erano partners dei FFPs delle compagnie aeree. Dopo aver scoperto le potenzialità di tale mezzo anche questi operatori svilupparono propri programmi per fidelizzare la clientela. Holiday Inn fu il primo a lanciare il proprio “frequent-stay program” nel 1983 il quale comprendeva, dopo 75 presenze in albergo, 2 biglietti gratuiti per l’Europa, una settimana gratuita in hotel a Parigi e una settimana gratuita di noleggio auto. L’eccessiva generosità di tale programma fu poi ridimensionata nel 1986. Comunque, il principale mezzo per le catene alberghiere di partecipare ad un FFP è quello di far parte di programmi sviluppati da compagnie aeree. Con il passare del tempo gli operatori si sono resi conto che i FFPs, per quanto costosi, sono indispensabili strumenti di marketing per trattenere e fidelizzare il cliente e quindi per far fronte alla concorrenza. Oggi9 esistono più di 92 FFPs attivi in tutto il mondo con più di 120 milioni di membri e con tassi di crescita significativi.10 Anche le compagnie europee, e in generale mondiali, ed altri operatori di settori diversi da quelli turistici si sono avvicinati a tali programmi: operatori bancari (carte di credito), operatori della telefonia (Omnitel-Vodafone partecipa al programma Millemiglia di Alitalia) ed altri operatori commerciali (Total, Trenitalia, ecc.). Infatti, la principale tendenza del mercato per offrire vantaggi al cliente finale, è quella di creare delle partnership con operatori che coprono tutte le fasi del viaggio: dal volo, al pernottamento, agli spostamenti in loco. Ogni partner offrirà i propri vantaggi al cliente arricchendo sempre di più l’offerta e la possibilità di accumulare punti o miglia. Ad esempio Meridiana, nell’attivare il proprio programma frequent flyers “Hi-Fly”, ha stretto accordi con la catena Boscolo Hotels (per il pernottamento), con Hertz e Maggiore (per il noleggio auto) e con Diners (per la sottoscrizione di una carta di credito gratuita).11 La creazione di partnership rende più forte l’operatore e incrementa i vantaggi al cliente finale. I programmi frequent flyers sono diventati una parte importante dell’offerta complessiva dell’impresa di trasporto aereo. Il consumatore presenta fra le aspettative, oltre a programmazioni vantaggiose, prezzi competitivi e sicurezza, anche la possibilità di accumulare miglia e di essere premiato per questa attività. Il segmento dei frequent flyers, classificabile a seconda del comportamento e dell’intensità d’uso del servizio, per quanto di piccole dimensioni, è responsabile di una alta percentuale degli acquisti totali delle compagnie aeree, risultando così di fondamentale importanza per le aziende del settore. Originariamente i FFPs erano diretti principalmente ai business travellers e l’obiettivo era di rendere questo segmento di mercato meno sensibile alle variazioni di prezzo. In seguito si capì che i business travellers erano sicuramente più sensibili alla puntualità e alla frequenza dei voli e quindi i FFPs si sono diretti alla creazione della fedeltà di questi segmenti di clientela. 9 Il momento di riferimento della presente indagine è rappresentato dal primo semestre 2002. La maggior parte degli iscritti ai FFPs si trova negli Stati Uniti (74 milioni) mentre la restante parte si trova in Europa (24 milioni) e in Asia (21 milioni). Tale dato fa riferimento ai programmi di fidelizzazione in generale. Se si prendono in considerazione solo i membri dei programmi delle compagnie aeree, nel 2000 erano 70 milioni. Si veda il sito www.frequentflier.com, con riferimento alla pagina “A history of frequent flyer programs”. Si veda inoltre il sito www.webflyer.com, in particolare la pagina “Frequent Flyers Facts”. 11 Si veda il sito www.meridiana.it, sezione programma Hi-Fly. 10 7 Infatti, il cliente, una volta “fidelizzato”, è più disposto a perdonare alcuni errori della compagnia aerea senza che l’immagine totale dell’impresa ne risenta completamente. Tuttavia, i programmi presentano anche alcuni punti deboli che riguardano la possibilità che i concorrenti copino tali iniziative di marketing e, dal punto di vista economico, il rischio di una minore occupazione degli aeromobili.12 Infatti, una conseguenza negativa per le compagnie aeree è rappresentata dal non utilizzo dei premi ottenuti lasciando così posti “vuoti” in aereo non più vendibili a clienti paganti.13 Oggi i FFPs sono diretti sia a clienti business, sia a clienti leisure a seconda delle scelte della compagnia aerea. Un esempio è British Airways che dirige la propria offerta solo a viaggiatori d’affari, mentre altre compagnie come American Airlines preferiscono allargare l’offerta anche ai viaggiatori leisure.14 2.2 I FFPs come strumenti di loyalty marketing Le compagnie aeree, come ben noto, sono imprese che appartengono al settore dei servizi. L’applicazione del concetto di marketing a tale settore, avvenuta negli ultimi anni, ha stravolto gli approcci tradizionali, non sempre utilizzabili dalle imprese di servizi.15 Infatti il marketing di un’impresa di servizi è caratterizzato da peculiarità16 che possono condurre da un lato allo sviluppo di un nuovo modello di marketing mix17 e, dall’altro lato, alla diffusione del concetto di “marketing relazionale18 il quale implica la creazione, il mantenimento e il rafforzamento di rapporti con i clienti ed altri fornitori dell’azienda tramite un reciproco scambio e mantenimento delle promesse. L’orientamento al marketing relazionale si basa sul concetto fondamentale di customer retention e quindi sulla creazione di relazioni durature con il cliente. Lo scopo principale del marketing diventa dunque quello di costruire il sistema di relazioni necessario a garantire il flusso di contatti e di informazioni tra azienda e cliente con l’obiettivo di creare clienti fedeli.19 12 Cfr. J.Bateson, D. Hoffman (2000), Gestire il marketing dei servizi, pag. 288. Il 5% dei posti aerei è adibito ai membri dei programmi promozionali. Si veda A.C. Pellicelli (1996), Economia e gestione del trasporto aereo, parte II, cap. 1, pag. 375-387. Tale dato aumenta se si considerano le maggiori compagnie aeree americane. Per American Airlines nel 2002, l’incidenza dei premi sul Revenue passenger Miles (RPMs) era dell’8% mentre per United Airlines era del 7,8%. 14 Si vedano i siti www.aa.com e www.british-airways.com, rispettivamente i siti di American Airlines e di British Airways. 15 Gli studi riguardanti il marketing dei servizi si sono sviluppati durante gli anni Settanta seguendo due principali correnti di pensiero: l’applicazione dei concetti e delle modalità gestionali utilizzate per i beni anche nel campo dei servizi; un approccio specifico al marketing dei servizi considerandone le caratteristiche peculiari. Si veda G. Cozzi, G. Ferrero (2000), Marketing. Principi, metodi, tendenze evolutive, pag. 102. 16 I servizi sono dotati di alcune caratteristiche peculiari che li differenziano dai beni quali l’intangibilità, l’inseparabilità, la variabilità, la deperibilità e l’assenza di proprietà. Si veda A.G. Mauri (2002), Le caratteristiche dei servizi e il service management, pagg. 1-32. 17 L’ampliamento del modello tradizionale del marketing mix consiste nell’aggiungere alle tradizionali 4 P alcuni nuovi elementi (vi sono modelli a 5, 6 e 7 P). Secondo Magrath, gli elementi aggiuntivi riguardano: il personale, che evidenzia la componente umana dei servizi, il supporto fisico (physical facilities) ossia l’ambiente, le strutture per l’erogazione dei servizi ed, infine, la gestione dei processi (process management), ossia il modo in cui viene organizzato il processo di erogazione del servizio. Cfr. A.J. Magrath (1986), When Marketing Services 4 Ps Are Not Enought. 18 Cfr. C.Grönroos (1994), Marketing e management dei servizi, pag. 142. 19 Cfr. E. Invernizzi (2000), Comunicazione organizzativa: teorie, modelli e metodi, pag. 174. Anche secondo P.Kotler (1999), mantenere la clientela fedele è fondamentale per l’impresa. Infatti, il costo di acquisizione di un nuovo cliente è sicuramente 4-5 volte superiore al costo di mantenimento di un cliente 13 8 L’esempio che segue descrive quanto sia importante per l’impresa il mantenimento della clientela. Nel caso in cui due imprese incrementino i clienti del 10% ogni anno ma non tutti i clienti acquisiti rimangono fedeli: Il “secchio (l’impresa) è bucato e perde”. Più grande è il “buco” più alto è il tasso di perdita dei clienti acquisiti mentre, al contrario, minore è il “buco” maggiore è il tasso di mantenimento della clientela. La dimensione del buco dipende dal grado di soddisfazione del consumatore.20 La società B, nonostante l’acquisizione del 10% annuo di nuovi clienti, dopo 14 anni di attività ha sempre lo stesso numero di clienti, fenomeno dovuto ad una perdita di clientela del 10%. Al contrario, la società A riesce a contenere tale perdita con un tasso del 5% (minor “buco”). Il risultato sarà il raddoppio della clientela nello stesso periodo di tempo (14 anni). Le compagnie aeree applicano questi nuovi principi di marketing ai propri servizi e cercano di mantenere la propria clientela tramite lo sviluppo di strumenti quali i FFPs, che offrano un vantaggio reale al cliente e differenzino il proprio servizio, prevalentemente standardizzato, dalla concorrenza. I programmi frequent flyers, quindi, si pongono come barriere alla defezione del cliente utilizzando il vantaggio derivante da premi e promozioni del programma per instaurare relazioni di lungo periodo con i viaggiatori. 2.2.1 Gli strumenti di marketing relazionale Al fine di instaurare un legame di lungo periodo con il cliente, l’impresa dovrebbe cercare di creare una partnership con il cliente, ossia offrire servizi personalizzati con un diretto coinvolgimento del consumatore nella definizione delle loro caratteristiche tecniche e d’immagine. I principali strumenti che permettono all’azienda di creare questo tipo di rapporto sono il valore e la fiducia.21 Il valore è il beneficio totale che i clienti ricevono in cambio di un costo complessivo cui vanno incontro. Aggiungendo valore al proprio prodotto l’impresa può creare relazioni durature e stabili con la clientela. Il concetto di valore è direttamente collegato a quello di qualità e soddisfazione del cliente; infatti la componente fondamentale da tenere in considerazione è quella del “valore reso al cliente” più che quella del “valore totale” (fig. 1). L’impresa deve confrontare il valore totale e il costo totale del proprio prodotto per il cliente con quelli della concorrenza, per determinare la propria posizione in termini di valore reso al cliente. Se le imprese concorrenti presentano un’offerta migliore dell’impresa, questa può agire operando sul valore totale, oppure sul costo totale per il cliente. Nel primo caso si procederà ad un aumento del valore totale, per esempio mediante il miglioramento del bene, del servizio, del personale o dell’immagine. Nel secondo caso si procederà ad una riduzione del costo totale per il cliente tramite, per esempio, la diminuzione del prezzo, lo snellimento del processo di ordine e di consegna, l’offerta di garanzie che coprano i rischi del cliente.22 esistente. Si veda P. Kotler (1999), Il marketing secondo Kotler. Come creare, sviluppare e dominare i mercati, pag. 157. Si veda inoltre, il sito www.frequentflier.com, in particolare “Frequent Flyer Marketing”. 20 Cfr. J.Bateson, D. Hoffman (2000), Gestire il marketing dei servizi, pag. 234 –237. 21 Vedi A. Mortara (2002), Customer asset management: è proprio vero che il cliente ha sempre ragione?, Congresso internazionale “Le tendenze del marketing in Europa”. Vedi, inoltre, R. Normann, R. Ramirez (1995), Le strategie interattive d’impresa. Dalla catena alla costellazione del valore, parte seconda. 22 Cfr. P. Kotler, G. Armstrong, J. Saunders, V. Wong (2001), Principi di Marketing, pag. 352. 9 Procediamo ora ad analizzare il secondo fattore che influisce sul rapporto impresacliente: la fiducia. Il grado di fiducia attesa dall’individuo dipende dall’affidabilità e dall’integrità che questo attribuisce alla controparte.23 Figura 1. L’equazione del valore V alore totale per il cliente ( V alore del prodotto, dei serviz i, del personale e dell'imm agine) C osto totale per il cliente (C osti m onetari, di tempo, di energia e psichici) V alore reso al cliente (P rofitto per il cliente) Meno U guale Fonte: P. Kotler, G. Armstrong, J. Saunders, V. Wong (2001), Principi di marketing, pag. 232. Il principale fattore che influisce sulla fiducia e quindi sulla conseguente fedeltà del cliente, è l’immagine di marca, riconosciuta come fondamentale per la creazione di un rapporto duraturo con il cliente. Le due variabili precedentemente descritte sono direttamente ricollegabili al concetto di fedeltà della clientela e quindi al fine ultimo che dovrebbe caratterizzare ogni impresa, ossia la creazione di rapporti duraturi e stabili con il cliente. Il tasso di fedeltà della clientela, infatti, è l’indicatore centrale che integra tutte le dimensioni aziendali e misura quanto valore l’impresa stia creando per i propri clienti.24 Costabile (2001) parla di capitale relazionale dell’impresa intendendo la quantità e la qualità (stabilità e cooperazione) delle relazioni con i clienti e quindi di capacità relazionale dell’impresa proprio perché la quantità e la qualità delle relazioni con i clienti si accumulano nel tempo. Tutti i fattori descritti nella figura 2 ossia la soddisfazione dei clienti, la fiducia, la fedeltà, la lealtà e l’immagine aziendale (immagine di marca e reputazione), incidono sul valore dell’impresa e dipendono dal valore offerto ai clienti.25 Secondo Costabile la soddisfazione del cliente si trasforma più volte prima di giungere alla cosidetta loyalty, lealtà del cliente. Inizialmente la soddisfazione del consumatore crea un immediato rapporto di fiducia con l’azienda, che pone le basi per lo sviluppo della fedeltà del cliente. Esistono diversi stadi della fedeltà del cliente. Da una fedeltà che implica solo un comportamento di riacquisto, si passa ad una fedeltà mentale (convinzione), nel momento in cui il cliente confronta il prodotto con la concorrenza e si rende conto della superiorità della propria esperienza rispetto a quella che avrebbe vissuto con un’altra 23 Secondo A.G. Mauri i fattori che influenzano la fiducia sono due: la conoscenza e la deterrenza. Il primo fattore dipende dalla competenza, dall’integrità dell’impresa (intesa come coerenza di comportamento ed affidabilità) e dall’attenzione per gli altri che conducono allo sviluppo di una ripetitività nel tempo dei rapporti, mentre il secondo fattore si ricollega alla presenza di garanzie contrattuali o ambientali. Si veda A.G. Mauri (2000), L’outsourcing nell’economia delle imprese. Un approccio strategico alle decisioni di make or buy, pag. 208. Si veda inoltre Baccarani C. (1995), “Riflessioni sulla fiducia”, introduzione a M. Ugolini, La natura dei rapporti tra imprese nel settore delle calze per donna. 24 Cfr. F. Reichheld, T. Teal (1997), Il fattore fedeltà. Clienti, dipendenti, investitori fedeli per la redditività d’impresa, pag. 3. 25 M. Costabile (2001), Il capitale relazionale: gestione delle relazioni e della customer loyalty, cap.1. 10 azienda. La convinzione si trasforma, successivamente, in loyalty. Il cliente osserva la storia della relazione con l’azienda e, nel caso in cui reputi il comportamento della stessa equo nei suoi confronti, diviene collaborativo con l’impresa e sviluppa quindi un sentimento di loyalty. E’ proprio questo il rapporto che un’impresa dovrebbe sempre saper sviluppare con la propria clientela. Figura 2. Le configurazioni del capitale relazionale Fonte: M. Costabile (2001), Il capitale relazionale: gestione delle relazioni e della customer loyalty, pag. 33. Al fine di sviluppare la fedeltà della clientela, le imprese sviluppano appositi programmi di fidelizzazione, vere e proprie azioni di management per mantenere il cliente. Le strategie utilizzate dalle aziende per raggiungere la fedeltà del consumatore possono essere raggruppate in quattro grandi categorie.26 Le strategie di prezzo, le quali collegano la ripetizione dell’acquisto all’offerta di sconti e premi; la creazione di un rapporto esclusivo con il cliente, il quale, grazie a programmi di marketing mirati e personalizzati, consente all’azienda di permettersi un maggior margine di errore nei suoi confronti; la gestione dell’abbandono, la quale si concentra sulle tecniche per il mantenimento della clientela esistente; le garanzie, le quali diminuiscono la percezione del rischio del cliente nei confronti del servizio erogato. Le compagnie aeree attivano tutte queste politiche, le più utilizzate sono ricollegabili alle prime due citate e si riassumono nello strumento di marketing chiamato frequent flyers programs, definiti nel precedente paragrafo.27 I FFPs si propongono, inizialmente, come semplici strategie di prezzo. Il cliente accumula miglia/chilometri gratuiti man mano che utilizza i servizi della compagnia i quali possono essere a loro volta tramutati in viaggi gratuiti nel futuro. L’alto tasso di imitazione di tali strategie e il comportamento delle compagnie aeree, le quali durante gli anni Ottanta scatenarono una vera e propria guerra di incentivi, 26 Cfr. Bateson, D. Hoffman (2000), Gestire il marketing dei servizi, pagg. 287-301. Le compagnie aeree, in alcuni casi, realizzano azioni di management in risposta alle restanti due strategie di fidelizzazione. Alcune compagnie aeree sviluppano programmi di marketing interno per incentivare i dipendenti a migliorare il rapporto con la clientela (gestione della defezione) e svolgono azioni correttive nel caso di overbooking, dimostrando un’ottima gestione del disservizio e trasformando un evento negativo in azione per il miglioramento dell’immagine aziendale. 27 11 hanno logorato l’effetto fedeltà dei programmi, causando notevoli problemi alle compagnie aeree. 28 La soluzione adottata per ovviare questo problema è quella di unire una strategia prettamente di prezzo ad una strategia basata sulla creazione di un rapporto unico con il cliente e, quindi, di sviluppare una personalizzazione della relazione impresa-cliente. Ciò significa basare i programmi di marketing non solo su agevolazioni di prezzo (premi e sconti) ma anche su servizi esclusivi (sale d’attesa e servizi di prenotazione agevolati, check-in facilitati, ecc…) e sulla creazione di un senso di appartenenza ad un “club” che generi una fedeltà di lungo periodo. Inoltre, i programmi frequent flyers implicano uno straordinario vantaggio per le compagnie aeree. Infatti, oltre a fornire importanti informazioni sui clienti (database clientela), che difficilmente potrebbero raccogliere, i FFPs permettono lo sviluppo di piani di marketing personalizzati e mirati. Concludendo, sembra doveroso sottolineare quali siano le caratteristiche fondamentali di un programma frequent flyers perché questo abbia successo:29 - essere difficilmente imitabile;30 - essere coerente con le peculiarità del segmento che vuole fidelizzare; - prevedere premi che valorizzino la marca e il cui valore monetario sia difficilmente quantificabile; - prevedere meccanismi che mantengano l’interesse anche successivamente la riscossione del premio; - essere integrato con il sistema di raccolta dei dati del cliente e di conoscenza dello stesso al fine di sviluppare rapporti personalizzati; - sviluppare meccanismi che privilegino l’anzianità della relazione; - prevedere soglie di accesso a migliori livelli di servizio (es. Club Ulisse e Freccia Alata di Alitalia); - presentare un meccanismo di calcolo semplice e intuitivo; - prevedere un continuo contatto con il cliente (Newsletter, sito Internet, customer service, ecc.). L’elencazione di queste caratteristiche permette di comprendere come i FFPs delle compagnie aeree siano programmi di marketing di successo che si sviluppano sempre di più, non tanto nel numero, in quanto ormai adottate da quasi tutte le compagnie aeree, ma nella forma.31 2.3 Gli obiettivi dei frequent flyers programs Abbiamo precedentemente trattato il tema della fedeltà del cliente come fondamentale motivazione dei FFPs e di come questi non siano solo basati su una strategia di prezzo, ma comprendano motivazioni più profonde, basate sull’aspetto relazionale del rapporto cliente-impresa. 28 Tale problema è riscontrabile soprattutto nelle compagnie aeree americane ove il moltiplicarsi dei programmi frequent flyers e l’intensificarsi degli incentivi hanno condotto i clienti ad iscriversi a tutti i programmi delle principali linee aeree americane. Si veda J. Bateson, D. Hoffman (2000), Gestire il marketing dei servizi, pag. 290. 29 Cfr. A.G. Busacca (2001), Costruire la fedeltà. Disegnare e realizzare un’efficace strategia di customer loyalty, pagg.153-154. 30 In realtà questa caratteristica è difficilmente applicabile nel settore dei servizi. Il tema sarà approfondito nei prossimi paragrafi. 31 Le tendenze di sviluppo dei FFPs saranno meglio argomentate nei paragrafi successivi. 12 I clienti business, per esempio, sono interessati ai servizi aggiuntivi proposti dal programma (sale d’attesa dedicate e priorità in lista d’attesa), piuttosto che a sconti sulla tariffa (che verrà loro comunque rimborsata dall’impresa). Questo segmento esprime come sia importante il senso di appartenenza ad un club che offra servizi distintivi rispetto alla concorrenza. Ulteriori motivazioni, strettamente collegate alla creazione della fedeltà, e altrettanto importanti, sono: a) la creazione di barriere all’entrata; b) l’affermazione dell’immagine di marca; c) la raccolta di informazioni riguardanti il cliente finale. a) La creazione di barriere all’entrata In una situazione di alta competitività è importante creare degli ostacoli ai nuovi entranti per ritagliarsi una quota del marcato. La creazione di fedeltà della clientela è un importante strumento per creare barriere all’entrata nei confronti di altri operatori. Lo strumento dei FFPs ha, infatti, permesso alle grandi compagnie aeree, durante i primi anni successivi alla deregulation, di contrastare le nuove compagnie low cost,32 offrendo non solo promozioni ed offerte ma anche una più ampia scelta di mete e rotte, molto più attrattive e competitive rispetto alle compagnie più piccole.33 b) L’affermazione dell’immagine di marca La creazione di fedeltà della clientela da parte della compagnia aerea incrementa le possibilità per l’impresa di affermare la propria immagine di marca e il proprio posizionamento strategico. I FFPs possono, comunque, creare alcuni problemi nella creazione dell’immagine di marca a causa di due principali motivazioni. In primo luogo, la maggior parte delle volte, le compagnie aeree non permettono agli operatori della distribuzione (agenzie di viaggi) di vendere i propri biglietti compresi di promozione. Al contrario, i premi derivanti dai FFPs sono validi, solitamente, solo se prenotati direttamente presso la compagnia aerea (numeri verdi, negozi specializzati), oppure mediante Internet, questo per evitare il pagamento delle commissioni su un biglietto già fortemente scontato. Questa situazione porta spesso al malcontento dei canali distributivi. In secondo luogo, lo sconto praticato solo ad alcuni clienti crea reazioni negative negli acquirenti che pagano la tariffa piena, con inevitabili ripercussioni sull’immagine totale della compagnia. c) La raccolta delle informazioni Lo sviluppo dei FFPs permette alla compagnia aerea di ottenere, grazie al processo di iscrizione all’iniziativa promozionale, importanti informazioni, fondamentali per una migliore conoscenza del cliente e quindi per poter sviluppare una migliore capacità di soddisfazione del consumatore (customer satisfaction). Uno degli strumenti più utilizzati per la raccolta delle adesioni, e quindi dei dati, è Internet. Quasi tutti i siti web delle compagnie aeree permettono la sottoscrizione del programma promozionale on-line, compilando un semplice modulo. Inoltre, il mezzo telematico permette, in modo diretto, tramite il rilascio di un codice personale, il controllo della propria situazione punti/miglia e delle offerte per i soci. Non sono però dimenticati servizi come il numero verde per i soci, sempre presente per risolvere qualsiasi problema in modo personalizzato. 32 La presente ricerca non considera il settore low cost che, per definizione elimina i servizi aggiuntivi, i cosidetti frills, e quindi non offre alcun tipo di programma di fidelizzazione. 33 Cfr. J. Fitzsimmons, M. Fitzsimmons (2000), Service Management, pag. 93. 13 Internet e i CRS (Computer Reservation Systems) permettono un’efficace segmentazione del mercato e danno la possibilità di conoscere e contattare il cliente, rendendo possibile una costante comunicazione ed informazione e, in caso di calo o di cessazione dei consumi, di capirne le motivazioni e procedere alla riattivazione dell’interesse del cliente con speciali strumenti di marketing. E’ quindi fondamentale la corretta gestione del database della clientela. Spesso le imprese, per mancanza di tempo o di personale qualificato a cui affidarne la responsabilità, lasciano inutilizzate tutte queste informazioni. Il database della clientela, chiamato transaction database, è un fondamentale strumento di relazione e di conoscenza del cliente e permette svariate attività tra cui la suddivisione dei consumatori in segmenti in base al valore della relazione che possono generare e la possibilità di acquisire nuovi clienti, oppure quella di sviluppare attività di cross-selling con quelli esistenti.34 2.4 I costi e i ricavi dei FFPs Le imprese del trasporto aereo sono capital intensive e labor intensive ossia ad alta intensità di capitale e di lavoro (si pensi all’acquisto di aeromobili oppure al costo della sosta negli aeroporti e al costo del personale, specie se qualificato).35 Ciò significa che richiedono ingenti somme di denaro per operare sul mercato. Più del 90% dei biglietti venduti negli Stati Uniti sono scontati ed una piccola porzione del mercato, i frequent flyers, che compongono solo l’8% del numero totale dei passeggeri in un anno, è responsabile del 40% dei voli svolti.36 Secondo la classificazione utilizzata dal Dipartimento dei Trasporti americano,37 i principali costi delle compagnie aeree sono attribuibili a: - operazioni di volo (equipaggi, carburante, spese aeroportuali e assistenza al volo, assicurazioni sull’aereo, leasing e affitti); - manutenzione (riparazioni, revisioni, materiali, ecc…); - servizi ai passeggeri (catering, gestione bagagli); - servizi ai velivoli (rifornimento e servizi a terra); - servizi di traffico (costi delle operazioni ai terminals: trasferimento bagagli, salari del personale a terra); - servizi amministrativi; - promozioni e vendite; ammortamenti (velivoli, attrezzature di volo, ecc…). La figura n. 3 evidenzia il peso delle tipologie di costi nel settore aereo. Ovviamente, il problema della sicurezza, derivante dall’aumento degli atti di terrorismo, implica la necessità di sviluppare sistemi di controllo adeguati e quindi un conseguente aumento dei costi per le compagnie aeree (costo del personale, rallentamento delle operazioni, ecc…). 34 Sul tema si veda C. Mauri (1997), Promuovere la fedeltà. Strumenti, tecniche, concetti, pagg. 187- 190. 35 Si veda il sito www.airlines.org, sito ufficiale dell’Associazione Americana del Trasporto aereo “Air Transport Association”, alla pagina Airline Handbook, “Airline Economics”, cap.4. 36 I dati sono da riferirsi al sito www.airlines.org, sito ufficiale dell’Associazione Americana del Trasporto aereo “Air Transport Association”, alla pagina Airline Handbook, “Airline Economics”, cap.4. 37 Si veda A.C. Pellicelli (1996), Le compagnie aeree. Economia e gestione del trasporto aereo, appendice n°2, pag 875. 14 Figura 3. La ripartizione dei costi nel settore aereo 30% 27% 25% 20% 16% 13% 15% 13% 9% 10% 10% 6% 6% 5% O pe ra zi on i di vo lo M an ut en zi Se on rv e iz ia ip as se gg er Se i rv iz ia iv el iv ol Se i rv iz id it Se ra ffi rv iz co ia m m in i st Pr ra om tiv i oz io ni ev en di te A m m or ta m en ti 0% Fonte: Dipartimento dei trasporti USA (1999). Dopo aver riportato la composizione dei costi all’interno del settore del trasporto aereo, è possibile analizzare i costi e i ricavi derivanti dai FFPs come indicati nella tabella 1. Come si può notare, i principali costi generati dai FFPs sono costi operativi, di comunicazione e premi finali. Tabella 1. I costi e i ricavi incrementali generati dai frequent flyers programs. COSTI Operativi RICAVI - Maggiori volumi di vendita - personale - marketing - servizi informatici (hardware, software) - servizi alla clientela (linee telefoniche) - Incasso di quote iscrizione per l’adesione al programma - Incasso di 1-2 cents per miglia utilizzata presso il partner (pagate dal partner alla compagnia aerea) per la copertura di spese promozionali e di pubblicità Comunicazione materiali per iscrizione al programma, illustrativo e promozionale Premi Se usati con la compagnia aerea: - costi diretti; - costi di spostamento. Se usati con i partners: acquisto del premio per il cliente da parte della compagnia Fonte: Adattamento da materiale Dipartimento dei Trasporti USA. 15 I costi operativi riguardano il costo del personale impiegato nel programma promozionale, di marketing, e i costi dovuti ai servizi quali servizi informatici (hardware, software), che permettono la raccolta dei dati e la creazione di database di clientela e ad altri servizi ai clienti quali le linee telefoniche (numeri verdi). Il secondo tipo di costi riguarda la comunicazione, il materiale informativo e d’iscrizione al programma e i costi promozionali in genere. Il terzo tipo di costi riguarda i premi finali che variano a seconda che siano usati con la stessa compagnia aerea oppure con i partners. Se il cliente utilizza il proprio premio oppure le proprie miglia gratuite con la stessa compagnia aerea i costi saranno: - diretti, riguardanti i costi del pasto, e gli altri costi incrementali per il trasporto del passeggero aggiuntivo; - di spostamento, derivati dal fatto che un passeggero non pagante il biglietto occupa il posto di un eventuale passeggero pagante utilizzando un premio (costo opportunità). Mentre la prima tipologia è sempre un costo, la seconda dipende dal grado di occupazione dell’aereo e dall’eventualità che il cliente avrebbe potuto non viaggiare con la compagnia se avesse dovuto pagare il biglietto. Se, al contrario, i premi finali sono utilizzati con i partners del programma, la compagnia aerea procederà all’acquisto del premio per il cliente con un prezzo, solitamente, di 1-2 centesimi di dollaro per miglia.38 Se un cliente di American Airlines, ad esempio, decide di utilizzare il proprio premio per un viaggio gratuito per Londra con British Airways (50,000 miglia), sarà la stessa compagnia (AA) ad acquistare il volo come premio per il cliente ad un costo di $500 oppure $1000 a seconda che il prezzo pattuito con il partner (BA) sia di 1 oppure 2 cents per miglia.39 Oltre a costi, i FFPs generano anche dei ricavi. In primo luogo, le somme derivanti dagli accordi di partnership. I partners pagano una quota di iscrizione alla compagnia aerea titolare del programma per il privilegio di farne parte. Inoltre, i partners pagano alla compagnia aerea solitamente 1-2 centesimi di dollaro per miglia guadagnate e utilizzate dai membri del programma presso di loro. Tale versamento è utilizzato per la copertura delle spese promozionali e pubblicitarie. Grazie allo sviluppo dei programmi FFP’s, le compagnie aeree raggiungono maggiori volumi di vendita a causa dei nuovi clienti che decidono di viaggiare con la compagnia, per fruire dei benefici del programma promozionale. Peraltro, l’obiettivo principale dei FFP’s non è rappresentato dai ricavi immediati, bensì dal consolidamento/rafforzamento delle relazioni con la clientela e del loro volume degli acquisti negli anni venturi. Anche se ad alta componente di costi i FFPs sono fondamentali per il successo delle compagnie aeree. Alcune compagnie, che inizialmente videro tali programmi promozionali come uno strumento di marketing di breve periodo e molto costoso, risentono ancora oggi del ritardo con cui abbracciarono l’iniziativa. Sicuramente l’esperienza ha insegnato che, fino ad oggi, i vantaggi (i ricavi) dei FFP sono risultati maggiori dei costi ma soprattutto, indipendentemente dai costi e dai ricavi che generano, i FFPs sono risultati fattori indispensabili agli occhi del cliente per la scelta della compagnia. 38 Nonostante il valore generalmente accettato sia 2 centesimi, quello di un miglio può variare da 1 a 8 centesimi a seconda del premio scelto. I dati si riferiscono al sito www.webflyer.com. 39 Questo è possibile perché entrambe le compagnie (AA e BA) fanno parte dell’alleanza oneworld. 16 3. Un confronto fra FFPs esistenti Nella parte che segue, si sono analizzate le peculiarità effettive di alcuni programmi frequent flyers esistenti. L’analisi è riferita al 2002. Inizialmente l’intenzione era quella di analizzare i FFPs di alcune famose compagnie aeree fra cui American Airlines, British Airways, Alitalia, ecc., e di confrontarli per coglierne le principali differenze. Proseguendo con l’analisi è emerso che i programmi di fidelizzazione delle compagnie aeree sono molto simili fra loro se non, in alcuni casi, identici. Inoltre, è emerso che la principale tendenza del settore aereo si concretizza nella creazione di alleanze/network non solo riferiti ad operatori del settore aereo, ma trasversali a tutti i settori, nel tentativo di coprire completamente l’esperienza di viaggio del consumatore.40 I fenomeni di aggregazione presenti nel settore aereo possono essere osservati da due punti di vista. Da un lato le partnership create dalla compagnia aerea con altre compagnie e altri operatori di settori differenti e, in molti casi, non appartenenti al settore turistico (istituti finanziari, operatori delle telecomunicazioni, ecc.), i quali solitamente entrano a far parte del programma del vettore aereo. Tali accordi e partnership permettono la sinergia fra più programmi promozionali e quindi la creazione di una immagine di marca positiva e forte per tutte le aziende che ne fanno parte (vedi tabella 2). Dall’altro lato si possono osservare vere e proprie concentrazioni (accordi orizzontali) fra compagnie aeree internazionali le quali creano grandi alleanze strategiche. Esistono svariate ragioni che conducono allo sviluppo delle alleanze nel settore. In primo luogo i viaggiatori sono più esigenti dal punto di vista della qualità e della varietà del servizio. In secondo luogo, le compagnie aeree, unendosi, raggiungono una maggior efficienza ed una sostanziale riduzione dei costi permettendo alle singole compagnie una maggiore crescita. Infatti, durante gli ultimi anni, le compagnie indipendenti che non hanno beneficiato dei rapporti con grandi alleanze hanno trovato grandi difficoltà nel mantenere la propria quota di mercato. Mentre nel caso di accordi verticali fra operatori, l’appartenenza ad una partnership per un albergo, per esempio, significa partecipare al programma frequent flyer della compagnia aerea, nel caso di concentrazioni orizzontali le compagnie mantengono i propri programmi promozionali, cercando però di creare delle linee guida omogenee a livello centralizzato. Si creano, dunque, frequent flyer programs “allargati” che comprendono tutti i programmi promozionali delle imprese facenti parte del network41 divenendone il contenitore ed il traduttore. 40 Le partnership del settore aereo, di qualunque natura esse siano, sono peraltro sottoposte al vaglio degli organismi deputati alla tutela della concorrenza. 41 Noi prenderemo in considerazione come i grandi gruppi emergenti del settore inglobino, seppur mantenendo, i piccoli programmi delle compagnie aeree facenti parte del network e radicati nell’immagine aziendale. Non consideriamo una possibile unificazione anche di programmi promozionali di operatori di settori differenti, ma comunque partners. Ad esempio un programma di fidelizzazione sviluppato autonomamente da un albergo. 17 Tabella 2. I partners di Alitalia I PARTNERS DI ALITALIA Compagnie aeree Imprese alberghiere AeroMexico Air France Continental Airlines Czech Airlines Delta Eurofly Malev Qantas Varig Best Western Concord Golden Tulip Hilton Hyatt Inter-Continental Le Meridien Shangri-La Starhotels Starwood Summit Noleggio auto Avis Europcar Hertz Maggiore Sixt (Dollar) Carte di credito American Express Diners Club Gruppo Banca Lombarda Altri partners AD (Traveller) Aeroporti di Roma Albacom Api Blu Esselunga Griff Air (Alitalia) Intesa Offshore Omnitel Vodafone Ras assicurazioni Telecom Trenitalia Fonte: www.alitalia.it Alla luce di queste considerazioni è sembrato più produttivo procedere all’analisi dei FFPs di networks piuttosto che di compagnie aeree singole osservandone indirettamente anche i programmi autonomi che ne fanno parte. Le principali alleanze presenti sul mercato sono: oneworld, Star Alliance e Sky Team (tabella n.3). 18 Tabella 3. I principali accordi internazionali nel settore aereo Nome accordo FFP generale classificazioni Elite SKY TEAM Sky Team Emerald One World Sapphire Ruby Gold STAR ALLIANCE Alitalia Czech Airlines Delta Airlines Korean Air FFPs singoli Club Premier Frequent Plus Petroleum Club Club Millemiglia Ok Plus Sky Miles Sky pass American Airlines British Airways Cathay Pacific Finnair Iberia Qantas LanChile Aer Lingus Aadvantage Executive Club Marco Polo Club Finnair plus Iberia Plus Frequent Flyer LanPass TAB Air Canada Air New Zealand All Nippon Airways (ANA) Austrian Airlines British Midland Lauda Air Lufthansa Mexicana Airlines Scandinavian Airlines (SAS) Singapore Airlines Thai Tyrolean Airways United Airlines Varig Aeroplan Air Points Mileage Club Miles & More Diamond Club Miles & More Miles & More Frecuenta Eurobonus KrisFlyer Royal Orchid Plus Miles & More Mileage Plus Smiles Air France Elite Plus ONEWORLD membri Aeromexico Star Alliance Silver Fonte: Nostre elaborazioni sulla base delle informazioni tratte dai siti internet dei gruppi analizzati L’alleanza Sky Team nasce nel giugno del 2000 ad opera di Aeromexico, Air France, CSA Czech Airlines, Delta Air Lines e Korean Air. L’alleanza Star Alliance nasce nel maggio del 1997 e raggruppa 14 compagnie aeree internazionali: Air Canada, Air New Zealand, All Nippon Airways (ANA), Austrian Airlines,42 British Midland, Lauda Air, Lufthansa,43 Mexicana Airlines, Scandinavian Airline, Singapore Airlines, Thai, Tyrolean Airways, United Airlines e Varig. L’alleanza oneworld nasce dall’idea di alcune compagnie aeree (American Airlines, British Airways, Cathay Pacific, Canadian Airlines e Qantas) e si concretizza nel febbraio del 1999 creando per prima un’unità centrale di gestione a Vancouver (Canada) denominata oneworld Management Company (oMC). 42 Austrian Airlines, Lauda Air e Tyrolean Airways fanno parte del gruppo Austrian Airlines a cui appartiene anche la compagnia aerea Rheintalflug. Tutti i vettori citati sono in accordo con Lufthansa per la condivisione del FFP Miles & More. 43 Lufthansa, a sua volta, sviluppa accordi con le compagnie italiane Air Europe e Air Dolomiti condividendo il proprio programma frequent flyer Miles & More. 19 Attualmente i principali membri dell’alleanza sono 8 delle maggiori compagnie aeree internazionali: American Airlines, British Airways, Qantas, Cathay Pacific Airways, Iberia, LanChile, Finnair, Aer Lingus (vedi tabella n.3 e n.4) Nei prossimi paragrafi si analizzeranno le principali caratteristiche dei FFPs esistenti; la tendenza alla creazione di programmi “contenitore” delle grandi alleanze e i principali aspetti che li caratterizzano. 20 Tabella 4. L’alleanza Oneworld Destinazioni Paesi Partenze giornaliere Passeggeri (m) Dipendenti Flotta Reddito operativo (m) Costi operativi (m) Profitto operativo (m) Frequent flyer programme Airport lounges 571 135 8,511 242 273,495 1,983 ---si Numero di lounges Sede + di 380 -- Anno di nascita Proprietà Indirizzo Internet Vettori correlati 245 50 4,551 125 109,300 1,095 US$ 18,963 US$ 21,433 -US$ 2,470 AADVANTAGE 216 92 1,371 41 66,861 329 £8,340 * £8,450 * -£110* Executive Club 45 26 151 12 14,343 72 HK$ 30,436 HK$ 29,604 HK$ 832 Marco Polo Plus 64 28 282 6 9,214 57 Euro 1,630 Euro 1,617 Euro 13.3 Finnair Plus 99 39 932 30 29,124 144 Euro 4,738 Euro 4733 Euro 5 Iberia Plus 46 17 177 4.3 9,801 56 US$ 1,428 US$ 1,378 US$ 50 LanPass Admirals Club and Flagship Lounges Executive Club, Concorde, First, and Club World/Club Europe Cathay Pacific First and Business Golden Gate, Silver Wings, Long haul lounge, Domestic lounge, Finnair Lounge (ARN) Salas VIP Salon VIP 27 Dublin, Ireland 50 Fort W orth, Texas, USA 150 London, UK 42 Hong Kong 6 Helsinki-Vantaa, Finland 73 Madrid, Spain 17 Santiago, Chile 1999 1936 Origini precedenti il 1926 Origini precedenti il 1919 1946 1923 1927 1929 -- 95% in possesso del Governo Irlandese. 5% controllato dai dipendenti Completamente controllata da AMR Corporation, traded companyquotata alla borda di New York Società quotata in borsa con azioni sulla borsa di Londra e New York. Società quotata alla borsa di Hong Kong e Londra. I maggiori azionisti sono Swire Pacific Ltd (45.1%) e CITIC Pacific Ltd (25.4%) Società quotata in borsa ad Helsinki. Il Governo Finlandese è il maggiore azionista con il 59% delle azioni. 9% controllata da British Airways, 1% da American Airlines, 30% da istituzioni, 60% quotata alla borsa di Madrid Azienda commerciale, with 7.8% quotata alla borsa di New York e 9.1% alla borsa del Chile. I maggiori azionisti detengono il restante 83,1% delle azioni della compagnia. Società quotata alla borsa australiana. British Airways è il maggiore azionista con il 21.7% www. oneworld.com www.aerlingus. ie www.aa.com and www.amrcorp.com www.british airways.com www.cathay pacific.com www.finnair.com www.iberia.com www.lanchile.com www.qantas. com.au -- -- American Eagle, AmericanConnection, TWA LLC BA CitiExpress, British Mediterranean, Comair, GB Airways, Loganair, Maersk Air UK, Regional Air, Sun-Air, Zambian Air Services -- -- Air Nostrum LanExpress, LanPeru QantasLink: Airconnex, Airlink, Eastern Australia Airlines, Southern Australia Airlines, Sunstate Airlines si 28 9 174 7 5,635 34 Euro 1400 Euro 1320 Euro 80 TAB (Travel Award Bonus) Gold Circle Club Fonte: www.oneworld.com.. Sito ufficiale dell’alleanza oneworld (dati aggiornati al giugno 2002) . 82 18 873 18 29,217 197 $A 10,188 $A 9,492 $A 696 Qantas Frequent Flyer Qantas Club, First and Business 45 Sydney, New South W ales, Australia 1920 3.1 Le principali caratteristiche dei FFPs Dalla ricerca svolta emerge la presenza di programmi frequent flyers nella maggior parte delle compagnie aeree. La maggior parte delle compagnie aeree utilizza come unità di misura le miglia oppure i punti. Il cliente, utilizzando il servizio aereo, accumula miglia/punti di cui può disporre con modalità che dipendono dal programma promozionale a cui appartiene. Un secondo fattore ricorrente è la classificazione interna che riguarda la suddivisione dei viaggiatori in classi, il cui raggiungimento dipende dalla quantità di miglia accumulate. Nel caso di American Airlines, il programma frequent flyer, denominato Aadvantage, è composto da 3 livelli di classificazione. La compagnia richiede ai membri di raggiungere un diverso livello di miglia/punti per far parte di Aadvantage Gold, Platinum oppure Executive Platinum. Nel caso di British Airways, il programma frequent flyer, denominato Executive Club, presenta altrettanti 3 livelli (Gold, Silver e Blue). L’appartenenza a Executive Club Silver e Gold rispetto a Blue, permetterà al cliente l’accesso ai vantaggi dell’alleanza oneworld, essendo la compagnia aerea un membro ufficiale del gruppo. Per citare un caso italiano, Alitalia è caratterizzata da due Club esclusivi: Club Ulisse e Freccia Alata. Con sole 45.000 miglia accumulate nell’arco di un anno solare, il cliente sarà automaticamente ammesso al Club Ulisse mentre con 90.000 miglia potrà accedere al Club Freccia Alata.44 Ogni compagnia ha le proprie condizioni e la propria suddivisione in classi ma i servizi aggiuntivi e i vantaggi più ricorrenti offerti dai programmi sono: - sale vip (attesa) dedicate; - check-in facilitati; - priorità in lista d’attesa; - accesso diretto a classi superiori (upgrading); - appositi call-center e linee dirette di prenotazione; - eccedenza peso bagaglio di 10 oppure 20 Kg. A seconda della classe di appartenenza; - privilegi offerti da altri partners (compagnie autonoleggio, imprese ricettive, carte di credito, ecc…). I vantaggi dipendono dalla classe di appartenenza, infatti un membro di Aadvantage Gold godrà di servizi differenti da un membro della classe inferiore. Il tentativo è quello di creare un percorso della fedeltà che conduca il cliente al massimo dei vantaggi e l’azienda ad ottenere un cliente fedele. Nel caso di British Airways, come accennato precedentemente, alcuni privilegi derivanti dall’appartenenza all’alleanza oneworld sono ottenibili solo se membri della classe Silver e Gold del programma Executive Club (posto a bordo assicurato Reservation 24; ampia rete di lounge in tutto il mondo; check-in più facili ed agevolati), mentre gli appartenenti al primo livello (Blue) non possono usufruirne. 44 Le informazioni sono state raccolte consultando il sito Internet della compagnia aerea (www.alitalia.it) ed esaminando del materiale informativo fornito dalla stessa impresa. 22 La maggior parte delle compagnie analizzate utilizza servizi di facilitazione per il cliente, ossia servizi che permettono al cliente una più facile fruizione del programma, soprattutto grazie a supporti informatici (Internet). Si fa riferimento ad un codice personale che permette di controllare il proprio estratto conto “miglia/punti”, un numero verde che permette di richiedere informazioni in qualsiasi momento e la possibilità di iscriversi on-line senza lunghe attese burocratiche. La validità delle miglia guadagnate è sempre stata, fin dalla loro nascita, una materia trattata diversamente a seconda della compagnia aerea. United Airlines introdusse il suo programma con la caratteristica dell’inesauribilità delle miglia per differenziare il proprio programma da quello di American Airlines. Oggi la maggior parte dei FFPs negli Stati Uniti presenta questa caratteristica mentre, per quanto riguarda le compagnie di altra nazionalità, le miglia guadagnate solitamente si esauriscono dopo tre anni. Per esempio, Millemiglia (Alitalia), Miles & More (Lufthansa) e Frequent Plus (Airfrance) presentano una validità delle miglia di 3 anni mentre il programma Executive Club (British Airways) di 5 anni. Il risultato finale dei programmi FFPs si riassume in premi finali (biglietti omaggio nazionali, internazionali), miglia gratuite guadagnate, servizi e vantaggi esclusivi, soggiorni premio presso hotels e altri servizi offerti dai partners della compagnia aerea. Lo sviluppo di programmi “contenitore” non modifica le caratteristiche peculiari dei FFPs e nascono con lo scopo di creare un denominatore comune all’esistenza di diversi programmi. Nel caso di oneworld, per esempio, gli otto membri possiedono otto FFPs differenti. La soluzione è sviluppare un programma riferito all’intera alleanza che riassuma in se tutti quelli dei singoli operatori. Tali programmi (senza un nome distintivo) mantengono la stessa struttura, precedentemente descritta, e gli stessi vantaggi aggiuntivi creando proprie classificazioni a cui corrispondono quelle dei singoli operatori. Continuando l’esempio precedente, oneworld, presenta tre classificazioni di viaggiatori ossia Emerald, Sapphire e Ruby. Se un viaggiatore di American Airlines si trova nella classe Executive Platinum, beneficierà dei vantaggi della classe Emerald del gruppo. Se appartiene alla classe Platinum beneficierà di quelli della classe Sapphire mentre il livello Gold corrisponde a quello Ruby dell’alleanza (vedi tabella 5). Tabella 5. Le classificazioni dell’alleanza oneworld oneworld American Airlines British Airways Aer Lingus Cathay Pacific Finnair Iberia Lanchile Ruby Gold Gold Gold Circle Silver Plus Silver Premium Silver Prestige Gold Plus Gold Premium Silver _ Elite Diamond Plus Platinum Comodoro Sapphire Emerald Platinum Executive Platinum Fonte: www.oneworld.com Per British Airways la possibilità di beneficiare dei vantaggi del gruppo è permesso solo ai viaggiatori appartenenti ai livelli Silver e Gold (rispettivamente Sapphire e 23 Emerald per oneworld) mentre quelli del livello Blue (il più basso) non potranno beneficiarne. Lo stesso accade per le altre due alleanze, Sky Team con le classi Elite ed Elite Plus e Star Alliance con le classi Gold e Silver. Al fine di rendere più comprensibile per il cliente la propria situazione e i possibili vantaggi, i siti internet delle alleanze hanno creato dei motori di ricerca appositi che permettono, cliccando sulla propria compagnia e la classe di appartenenza, di conoscere la posizione corrispondente nel programma frequent flyer dell’alleanza e i benefici ricollegabili a tale posizione. Lo scopo di fondo è creare una maggiore omogeneità fra i programmi, sviluppando una migliore e più chiara comunicazione con il cliente, al fine di sfruttare al meglio i vantaggi di queste alleanze strategiche senza minare all’immagine dei singoli operatori presso il cliente, ma sviluppando politiche e programmi di fidelizzazione comuni a tutta l’alleanza e non più appartenenti alle singole compagnie aeree. Un ulteriore strumento di omogeneità riguarda la comunicazione e, in particolare, le campagne pubblicitarie. Oneworld, infatti, ha creato una campagna pubblicitaria comune a tutto il gruppo che esprime un forte senso di appartenenza e delinea i principali benefits per un cliente dell’alleanza (fig. 6 - 7). Figura 4 - 5 La campagna pubblicitaria oneworld (It’s natural to want to work together; It’s natural to want to be confortable). Fonte: www.oneworld.com 24 3.2 La gestione delle miglia Una volta descritti i FFPs da un punto di vista qualitativo, sembra opportuno indicare alcuni dati quantitativi che evidenzino la portata del fenomeno. Dal 1981 al 2002 l’accumulo di miglia è cresciuto in modo esponenziale, passando da 4 miliardi a 13.255 miliardi. Il numero di membri dei programma frequent flyers è invece cresciuto da 1,8 milioni nel 1981 a 70 milioni nel 2000. Secondo la rivista The Economist, nel 2002 esistono circa 100 milioni di persone membri di frequent flyers programs nel mondo.45 Anche il numero di miglia utilizzate dai viaggiatori è cresciuto, seppur con minore intensità rispetto a quelle accumulate, da 2 miliardi di miglia nel 1981 a 4.124 miliardi di miglia nel 2002. Ne consegue un evidente divario nella crescita indicata fra le miglia accumulate e quelle utilizzate che si concretizza in 9.132 miliardi di miglia inutilizzate nel 2002. Osservando la tabella 6 si può notare come tale dato sia aumentato nel periodo 1995-2002 con un tasso di crescita medio annuo del 20% circa. Tabella 6. La variazione percentuale delle miglia inutilizzate per il periodo 1995-2002. 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 miglia inutilizzate 2.609 3.183 3.892 4.609 5.540 6.630 7.889 9.132 variazione % rispetto all’anno precedente - 22,0% 22,2% 18,4% 20,2% 19,7% 19,0% 15,8% Fonte: Dati SEC (Security and Exchange Commission), Report 10-K (2002). La figura 6 rappresenta graficamente due curve. La curva continua descrive l’andamento delle miglia accumulate, mentre quella tratteggiata l’andamento di quelle utilizzate. La distanza fra le due curve evidenzia il divario esistente fra le miglia accumulate e quelle utilizzate. Le miglia inutilizzate dai viaggiatori rappresentano un debito per le compagnie aeree. Ci si interroga quindi su cosa accadrà in futuro. Il rapporto 10-K del Security and Exchange Commission (SEC) ipotizza che il 1634% dei premi non sarà utilizzato. Le motivazioni possono essere di diverso tipo a seconda che il cliente, ad esmepio: 1. non abbia accumulato abbastanza miglia per alcun premio; 2. non abbia accumulato abbastanza miglia per il premio desiderato; 3. preferisca aspettare il prossimo viaggio per utilizzare le miglia; 4. si dimentichi di fruire delle miglia oppure non sia interessato al loro utilizzo; 5. lasci scadere la promozione; 45 I dati si riferiscono all’articolo “The world’s number two currency”, in The Economist, 4 maggio 2002. 25 6. muoia oppure sia troppo anziano per fruirne, avendo meno occasione di viaggiare. Figura 6. Cronologia dell’utilizzo delle miglia dal 1981 al 200246 14.000 miliardi di miglia 12.000 10.000 8.000 6.000 4.000 2.000 19 81 19 83 19 85 19 87 19 89 19 91 19 93 19 95 19 97 19 99 20 01 - miglia accumulate miglia utilizzate Fonte: Dati SEC (Security and Exchange Commission), Report 10-K (2002). Alla luce di tali considerazioni è possibile formulare alcune ipotesi sulle dinamiche future. Da un lato, la forbice esistente fra le miglia accumulate e quelle utilizzate potrebbe continuare il suo percorso attuale, ciò non genererebbe problemi economici alle imprese aeree. Dall’altro lato, l’utilizzo delle miglia potrebbe accrescersi notevolmente, aumentando il numero dei passeggeri non paganti e quindi riducendo i ricavi ed erodendo ulteriormente il Revenue Passenger Miles (RPMs), principale indicatore dei ricavi ottenuti dai passeggeri paganti. A questo proposito, se si osserva l’esperienza di alcune delle principali compagnie americane,47 si può notare come negli ultimi due anni (2001-2002) si sia verificato un aumento del numero delle miglia utilizzate da circa 13.218.000 a 15.387.000 dovuta, secondo alcuni osservatori, alla recente crisi economica del settore che crea preoccupazioni nei viaggiatori i quali temono la perdita delle miglia accumulate negli anni.48 Il grado/modalità di utilizzo delle miglia dipende anche da fattori quali i vincoli alla libera scelta di come utilizzarle. Le compagnie aeree possono valutare due alternative di comportamento a seconda dell’obiettivo che l’impresa si pone. Da un lato, siccome 46 I dati non includono i premi utilizzati per upgrading e presso i partners. I programmi a cui i dati fanno riferimento riguardano le seguenti compagnie: Alaska Mileage Plan, America West FlightFund, American AAdvantage, Continental OnePass, Delta SkyMiles, Midwest Express Frequent Flyer, Northwest WorldPerks, Southwest Rapid Rewards, TWA Aviators (precedente al 2001), United Mileage Plus and US Airways Dividend Miles. 48 Si veda il recente caso di United Airlines. Dati SEC (Security and Exchange Commission), Report 10-K (2002). 47 26 l’utilizzo dei premi presso i partners delle compagnie aeree incide solo per il 3% sul totale dei premi utilizzati, è possibile perseguire una differenziazione dell’offerta tramite una diversificazione dei premi, offrendo sempre maggiori tipologie anche in nuovi settori, prima non utilizzati.49 Un esempio riguarda il settore enogastronomico, con l’offerta di bottiglie di vini pregiati, di visite e percorsi enogastronomici oppure il settore dello spettacolo, con l’offerta di biglietti per concerti e spettacoli teatrali. Inoltre, è possibile ricercare sempre nuove soluzioni di offerta anche nei settori già utilizzati dalle compagnie aeree. Per esempio offrendo tour in elicottero oppure affitti di limousines. Il principale obiettivo perseguito da tale alternativa è quello di differenziare il proprio programma da quelli della concorrenza. Secondo un recente sondaggio svolto da Webflyer (www.webflyer.com), sito specializzato in materia di frequent flyers programs, i viaggiatori, alla domanda “cosa dovrebbero fare le compagnie aeree per fronteggiare la grande crescita delle miglia inutilizzate”, rispondono per il 51,4% richiedendo un’offerta maggiore e migliore di premi che non riguardino direttamente il viaggio. Sembra, quindi, che tale soluzione sia gradita alla clientela e quindi permetta una migliore percezione del programma da parte della stessa. Non mancano però i lati negativi. Offrire premi che riguardano i partners dell’impresa implica il pagamento del premio per il cliente e quindi incide notevolmente sui costi aziendali acuendo la crisi economica in corso. Una seconda alternativa per le compagnie aeree può essere quella della gestione delle modalità di utilizzo delle miglia, applicando forti restrizioni. Ovviamente, le compagnie preferiscono non regalare viaggi se possono avere clienti paganti. Quindi l’inserimento di limitazioni può essere utile a tal fine. Sono già da tempo utilizzate le blackouts dates, ossia le date in cui i premi non possono essere utilizzati perché considerate di alta stagione. Estendendo le limitazioni anche alle tipologie di tratte, all’orario del volo, ai luoghi di destinazione, al numero dei posti disponibili sui voli,50 al numero di miglia necessarie per ottenere un volo gratuito e così via, sarebbe possibile aumentare il load factor in alcuni periodi, orari e tratte meno richieste, senza invece rischiare eccessi di domanda. In questo modo è possibile ottimizzare l’allocazione della capacità produttiva. Inoltre, le imprese aeree potrebbero agire direttamente sulle modalità di accumulo delle miglia diminuendo il numero di miglia accumulabili sulle principali rotte,51 oppure imponendo delle date di scadenza alle promozioni, già largamente diffuse nel contesto europeo. Questo repentino cambio delle “regole del gioco” è possibile perché i programmi non sono regolamentati in modo specifico. Sarebbe quindi necessario un organo che detti delle regole e dia maggior chiarezza, tutelando il viaggiatore. 49 Si vedano gli articoli “Frequent flyer economics” e “”Fly me to the moon”, in The Economist, 4 maggio 2002, pagg. 15 e 68. 50 Dopo l’11 settembre 2001 e quindi con l’aumento dei posti vuoti sui voli, le compagnie aeree avevano ridotto le restrizioni e quindi era più facile per i frequent flyers l’utilizzo dei premi per voli gratuiti. Con il ritorno al normale traffico, le compagnie aeree hanno rinforzato di nuovo le restrizioni nei confronti dei viaggiatori i quali hanno trovato di nuovo difficoltà nell’utilizzo delle proprie miglia per viaggi gratuiti. 51 Tale soluzione può solo in parte restringere il numero di miglia accumulate perché la maggior parte di queste sono guadagnate a terra tramite i partners (utilizzo carte credito, soggiorni, noleggio auto, telefonia) e non più volando con la compagnia aerea. 27 4. Conclusioni Alla luce dell’analisi effettuata è possibile svolgere alcune considerazioni. Alla loro nascita i frequent flyers programs erano uno strumento di marketing fondamentale per le compagnie aeree perché permettevano una differenziazione del proprio servizio da quelli della concorrenza, giungendo ad una fidelizzazione della clientela. Attualmente, sulla base delle verifiche effettuate, sembra potersi affermare che le caratteristiche, la struttura organizzativa e i vantaggi offerti dai FFPs siano prevalentemente simili per tutte le compagnie aeree. Si tratta quindi uno strumento ormai consolidato e accettato da tutte le imprese del settore come elemento fondamentale per la propria attività. Le nuove tecnologie permettono lo sviluppo di servizi sempre nuovi, utilizzando il sito Internet della compagnia e velocizzando, in questo modo, le normali pratiche di viaggio. Ad esempio, la possibilità di effettuare il check-in e di stampare le carte d’imbarco lo stesso giorno della partenza.52 Il futuro dei FFPs, e più in generale delle compagnie aeree, è quello degli accordi e delle partnership. Da un lato accordi verticali con gli altri operatori della filiera turistica ed operatori di altri settori, dall’altro lato grandi alleanze strategiche orizzontali fra compagnie aeree (attualmente sono tre: oneworld, Sky Team e Star Alliance).53 I principali benefici di quest’ultimo fenomeni andranno soprattutto ai frequent flyers che potranno accumulare miglia e riscattare premi presso tutte le compagnie aeree coinvolte nell’accordo. La tendenza alla concentrazione conduce inevitabilmente alla creazione di politiche di fidelizzazione comuni che riassumano le politiche dei singoli operatori (programmi frequent flyers denominati nella presente ricerca “contenitore”) e allo sviluppo di politiche di comunicazione unificate nei confronti del cliente in grado di comunicare un’immagine unica e forte del gruppo. In una situazione di crisi, come quella che ha colpito il settore del trasporto aereo, dopo la tragedia americana dell’11 settembre 2001, lo spazio per i piccoli operatori autonomi è ormai destinato ad esaurirsi e uno strumento di questo tipo sarà di fondamentale aiuto per le compagnie aeree al fine di mantenere la propria clientela e il proprio posizionamento strategico sul mercato. Un’ulteriore tendenza del settore che potrebbe compromettere la situazione delle compagnie aeree è l’aumento vertiginoso del numero dei frequent flyers e così anche delle miglia gratuite che le compagnie devono rendere disponibili ai viaggiatori.54 Nell’ipotesi in cui in futuro l’utilizzo delle miglia continui a salire, le compagnie aeree possono adottare due alternative di comportamento a seconda dell’obiettivo che si pongono. Da un lato possono differenziare l’offerta e i premi al fine di differenziare, a sua volta, il proprio programma dalla concorrenza ed offrire alla clientela maggiori e migliori opportunità di utilizzo delle miglia. Dall’altro lato possono rinforzare le 52 Questo esempio si riferisce al nuovo servizio di Delta per i frequent flyers. Si veda www.delta.com e l’articolo pubblicato su “Quotidiano Travel” del 21-22 febbraio 2002 “Delta, cala il traffico a gennaio”. 53 Si veda il punto 3 del presente lavoro (pag. 22). 54 Nel caso di American Airlines, sono 9,9 milioni i viaggiatori fedeli a cui spetterebbe un biglietto gratuito. I dati si riferiscono agli articoli “Frequent flyer economics” e “”Fly me to the moon”, in The Economist, 4 maggio 2002, pagg. 15 e 68. 28 restrizioni e le limitazioni sulle modalità di accumulo e di utilizzo delle miglia al fine di aumentare la percentuale di occupazione in alcuni periodi, orari e su alcune rotte ed ottimizzando l’allocazione della capacità produttiva. Ovviamente le due alternative appena descritte non si escludono a vicenda. Una compagnia aerea può perseguire entrambi gli obiettivi nello stesso momento. Lo scenario e i dati presentati descrivono una situazione di grande incertezza, soprattutto per i viaggiatori, i quali sentono sempre di più la necessità di chiarezza, anche tramite una regolamentazione seria sul tema dei programmi frequent flyers. Le compagnie aeree stanno cercando di capire, quindi, quale sia il comportamento migliore per mantenere la propria clientela e non diventare vittime della perdita di controllo di questo strumento. 29 Bibliografia Baccarani C. (1995), “Riflessioni sulla fiducia”, introduzione a M. Ugolini, La natura dei rapporti tra imprese nel settore delle calze per donna, Cedam, Padova. Baccarani C. (a cura di) (1995), Saggi sulla qualità nell’economia dell’impresa, Cedam, Padova. Bateson J., Hoffman D. (2000), Gestire il marketing dei servizi, Apogeo, Milano. Busacca A.G. (1998), Costruire la fedeltà. Disegnare e realizzare un’efficace strategia di customer loyalty, Il Sole 24 Ore, Milano. Busacca B. (1994), Le risorse di fiducia dell’impresa, soddisfazione del cliente, creazione di valore, strategie di accrescimento, Utet, Torino. Busacca B. (1997), Customer satisfaction:un linguaggio organizzativo per il governo della complessità e la creazione di valore, Working paper n.31, SDA Bocconi, Milano. 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Sono disponibili sia su carta sia in formato elettronico richiedendoli all’Istituto di economia e Marketing, Via Carlo Bo 8, 20143 Milano, tel.: 02/891412636, e-mail: [email protected]. Working paper pubblicati n. 1, M. Porcelli, S. Mazzolini, “La comunicazione nelle Associazioni imprenditoriali”, gennaio 2003. n. 2, L. Santandrea, “Mind space e shelf space: strategie possibili per le PMI alimentari”, gennaio 2003. n. 3, A. Mazzei, “Finalità e strumenti di gestione della comunicazione nelle Università italiane”, febbraio 2003. n. 4, M. Trimarchi, “Regulation, integration and sustainability in the cultural sector”, marzo 2003. n. 5, R. Minazzi, “ Le Politiche Di Fidelizzazione Delle Compagnie Aeree: i Frequent Flyers Programs, aprile 2003. 33