m = (24,4 0,4) g risultato finale Propagazione degli errori Studiando le operazioni più semplici tra le grandezze misurate direttamente dovremo analizzare i seguenti casi: Errori nelle somme e differenze; Errori nei prodotti e quozienti; Errori nell’elevamento a potenza; Errori nel prodotto con una costante. Sfruttando le regole ricavate dall'analisi di questi casi potremo passare a studiare anche funzioni composte riconducibili a singole applicazioni delle operazioni sopraelencate attuando la cosiddetta propagazione passo per passo. Errori nelle somme e differenze Supponiamo di avere le misure dirette (x e y) delle due grandezze di cui si vuole calcolare la somma, così espresse: x = xmx y = ym y Se chiamiamo z la grandezza pari alla somma di x e y, abbiamo che il valore "più alto" probabile per z si ha quando x e y assumono i loro valori più grandi, cioè per xm+x e ym + y: valore massimo probabile = (xm+x +ym+y) = (xm+ ym) + (x +y) mentre il valore "più basso" probabile si ha quando entrambe x e y assumono il loro minino, ossia xm- x e ym - y , per cui si ha: valore minimo probabile = (xm - x + ym- y) = (xm+ ym) - (x +y) Osservando i due valori (massimo e minimo) ricavati si vede che per la grandezza derivata z = x+y = zm + z abbiamo: zm = xm+ym e z x + y Errori nelle somme e differenze Si può operare in modo analogo per calcolare l'errore commesso nel caso di una differenza e si raggiunge lo stesso risultato. Possiamo allora definire la regola della composizione degli errori in una somma o in una differenza, generalizzando il risultato ottenuto a somme o differenze di N termini, nel modo seguente: Se diverse grandezze x, y, ... , w sono misurate con incertezze x , y , ... w, e tali valori vengono utilizzati per calcolare quantità del tipo: z = x +...+ y - (u+...+w) allora l'errore nel z x + y+ u valore calcolato di z è pari alla somma +...+w di tutti gli errori assoluti originali. Si è usato il simbolo di uguaglianza approssimata per sottolineare il fatto che quella che è stata fornita è una valutazione un po' "grezza" dell'errore: vedremo più avanti che esiste una stima migliore costituita dalla somma quadratica (o somma in quadratura) dei singoli errori. Per ora accontentiamoci della definizione data con la consapevolezza che essa rappresenta un limite superiore per la valutazione dell'errore, valido in qualsiasi caso. Esercizio La misura della lunghezza dei tre lati di un triangolo fornisce il risultato: a = (17.3 ± 0.2) cm, b = (11.25 ± 0.08) cm, c = (14.48 ± 0.06) cm. Si determini la lunghezza del perimetro e l'errore nella misura del perimetro con il corretto numero di cifre significative. Il perimetro si ricava dalla somma delle lunghezze dei tre lati: a+b+c=43.03 cm. In base alle usuali regole di propagazione degli errori l'errore assoluto in una somma è uguale alla somma degli errori assoluti. Nel nostro caso l'errore nel perimetro è 0.2 + 0.08 + 0.06 = 0.34 cm, che arrotonderemo per difetto a 0.3 cm in modo tale da tenere una sola cifra significativa nell'errore. Anche la misura andrà arrotondata in maniera tale da tenere una sola cifra dopo la virgola. In definitiva il perimetro 2p del triangolo sarà uguale a 2p = (43.0 ± 0.3) cm. Notiamo come lo zero dopo la virgola nella misura rappresenti a tutti gli effetti una cifra significativa. Errori nei prodotti e nei quozienti Supponiamo che la grandezza che vogliamo calcolare sia z = xy. Nel calcolo dell'errore nei prodotti (o nei quozienti) sfruttiamo gli errori relativi delle singole misure. Utilizziamo quindi una forma leggermente diversa per esprimere i valori delle quantità misurate direttamente in termini di errore relativo, cioè: valore misurato di x xm x xm (1 valore misurato di y ym y ym (1 x | xm | ) y | ym | ) Ora, poichè xm e ym costituiscono le nostre migliori stime per le grandezze x e y, la stima migliore che possiamo fare della grandezza z è proprio: zm = xm . ym Analogamente al caso della somma e della differenza, il valore massimo probabile per z si ha quando vengono considerati i valori più grandi di x e y, ossia nel caso in cui abbiamo il segno più nell'errore relativo: xm . ym (1 valore massimo probabile: x xm )(1 y ym ) mentre il valore minimo è dato da: xm . ym (1 valore minimo probabile: x xm )(1 y ym ) Se ora andiamo a sviluppare il prodotto delle due parentesi nel caso del valore massimo (il discorso si può ripetere in modo analogo per il valore minimo) otteniamo: (1 x xm )(1 y ym ) 1 x xm y ym x y xm ym 1 x xm y ym Si noti che nell'ultimo passaggio si è usata l'uguaglianza approssimata poichè abbiamo trascurato il prodotto dei due errori relativi in quanto, essendo singolarmente numeri piccoli (dell'ordine di qualche percento), il loro prodotto è assai piccolo e trascurabile rispetto alle altre quantità. Ne concludiamo in definitiva che le misure siffatte di x e y portano ad un valore di z=xy dato da: z xm . ym [1 ( x xm y ym )] Dal confronto dell’espressione sopra scritta con la forma generale per z: z zm (1 z zm ) Possiamo esprimere l’errore relativo su z come la somma degli errori relativi di x e y: z zm x xm y ym Errori nei prodotti e nei quozienti Per quanto riguarda i quozienti il modo di operare è analogo, per cui possiamo enunciare la regola generale della propagazione delle incertezze nei prodotti e nei quozienti nel modo seguente: se diverse grandezze x, y, ... , w sono misurate con incertezze x, y, ... , w e tali valori vengono utilizzati per calcolare quantità del tipo: x.... y z u....w allora l'errore relativo nel valore calcolato di z è pari alla somma dei singoli errori relativi: z z x x ........ y u y u ...... w w Anche in questo caso il simbolo di uguaglianza approssimata sottolinea il fatto che quella indicata è una sovrastima dell'errore, un limite superiore. Esercizi Supponiamo di aver effettuato le misure di due lunghezze e di aver ottenuto come risultato a = (21.3 ± 0.4) m e b = (19.61 ± 0.06) m. Usando le regole di propagazione degli errori si calcolino a + b, a - b, a · b, a : b, con il corretto numero di cifre significative. L'errore nella somma a + b è dato dalla somma degli errori assoluti δa + δb = 0.46 m. Dal momento che l'errore va sempre arrotondato ad un'unica cifra significativa arrotonderemo 0.46 per eccesso e l'errore nella somma sarà δa + δb = 0.5 m. Perciò la misura a + b = 40.91 m va arrotondata a 40.9 m. Analogo discorso vale per la differenza a - b = 1.69 m, che andrà arrotondata per eccesso a 1.7 m. Il risultato finale è: a + b = (40.9 ± 0.5) m, a - b = (1.7 ± 0.5) m. Nei prodotti e nei rapporti invece vanno sommati gli errori relativi: δa/a + δb/b = 0.0218. Questo è l'errore relativo nel prodotto a · b = 417.693 e nel rapporto a : b = 1.08618. Per ottenere l'errore assoluto in queste misure dobbiamo moltiplicare l'errore relativo per il risultato della misura indiretta. Nel caso del prodotto l'errore assoluto, arrotondato a una cifra significativa, è 417.693 · 0.0218 = 9 m2. Nel caso del rapporto l'errore assoluto è invece 1.08618 · 0.0218 = 0.02. Avremo pertanto: a · b = (418 ± 9) m2, a : b = 1.09 ± 0.02. Errori nell’elevamento a potenza Se x è misurato con incertezza l'espressione x e si deve calcolare z xn dove n è un qualunque numero noto fissato, positivo o negativo, allora l'errore relativo di z è |n| volte quello di x, ossia z z n z n x x x n 1 x Errori nel prodotto con una costante Supponiamo di misurare una grandezza x e in seguito di utilizzare tale quantità per calcolare il prodotto z=Kx dove il numero K è una costante e come tale non ha errore. Classico esempio di tale situazione è rappresentato dal calcolo della lunghezza di una circonferenza, ove il diametro, misurato con la sua incertezza, viene moltiplicato per la costante . Per la valutazione dell'incertezza sul prodotto di una grandezza per una costante ci rifacciamo a quanto è stato detto per il calcolo dell'errore nei prodotti e nei quozienti. In particolare l'errore relativo su z dovrebbe essere stimabile attraverso la somma di quelli su K e su x. Dal momento però che non abbiamo errore su K risulta: z zm x xm Se vogliamo considerare l’errore assoluto, abbiamo: z K x Funzioni arbitrarie di una variabile Dopo avere studiato i casi di somma, differenza, prodotto e quoziente andiamo a studiare funzioni più complicate di una variabile e cerchiamo di trovare una regola generale per la propagazione degli errori in tali funzioni. Vediamo come procedere: supponiamo al solito di avere misurato una grandezza x nella forma xmx e di usare questa quantità per calcolare una qualche funzione nota f(x). Per capire come l'errore sulla quantità di partenza x si propaghi attraverso il calcolo dell'ipotetica funzione f(x) consideriamo il grafico di quest'ultima: dalla figura vediamo come la miglior stima per f(x) sia costituita da fm che non è altro che il valore assunto dalla funzione nel punto xm. Per quanto riguarda l'errore sfruttiamo il più grande e il più piccolo valore probabile di x: da questi graficamente troviamo i corrispettivi valori probabili fmax e fmin della funzione. Operando in questo modo non è sempre detto che fmax e fmin siano simmetrici rispetto a fm : se però l'incertezza x è sufficientemente piccola, la porzione di grafico che andiamo ad analizzare è così ristretta che la funzione in quel dominio può essere approssimata ad una retta. Se così è, allora fmax e fmin sono ugualmente spaziati su entrambi i lati di fm e l'incertezza f , che ci permette di scrivere il risultato nella forma fm f , può essere ricavata dal grafico. Molto spesso però non si ricorre all'osservazione del grafico per ricavare l'errore in quanto si conosce la forma analitica della funzione (ad es. ln x, cos x, ecc.). Una nota proprietà dell'analisi matematica (espansione in serie di Taylor) afferma che nel caso in cui x sia piccolo si ha: f ( x0 x) f ( x0 ) df dx x x0 ( x0 x x0 ) f ( x0 ) df dx x x0 x E quindi: df f f x0 x f x0 dx x x0 x Cioè per trovare l’errore associato alla funzione y = f(x) dobbiamo calcolare la derivata della funzione f e moltiplicarla per x. df f x dx La regola generale per il calcolo dell'errore per una funzione arbitraria di una variabile si ottiene da questa con un piccolo accorgimento: poichè la pendenza della curva rappresentante la funzione può essere sia positiva che negativa, influenzando così il segno della derivata, dobbiamo considerare il valore assoluto di quest'ultima. In pratica abbiamo: df f x dx La propagazione passo per passo Consideriamo ad esempio un'espressione del tipo: z = x + y (u – w2) Se partiamo dalle singole quantità misurate x, y, u e w possiamo calcolare l'incertezza sulla precedente espressione procedendo in questo modo: calcoliamo la funzione w2, quindi la differenza u – w2, il prodotto y(u - w2) e infine la somma di x con y(u - w2). Dalla precedente analisi sulle singole operazioni siamo in grado di dire come si propagano gli errori attraverso ogni singolo passaggio: se supponiamo come abbiamo fatto finora che le grandezze in esame siano indipendenti, calcoliamo l'errore sul risultato finale procedendo secondo i passi descritti partendo dalle misure originali. Troveremo così inizialmente l'errore sulla funzione w2; noto questo, calcoleremo l'errore sulla differenza u - w2 e poi quello sul prodotto y(u - w2), arrivando finalmente all'errore completo sull'espressione x + y (u - w2). PROPAGAZIONE DEGLI ERRORI: funzioni arbitrarie di più variabili La necessità di introdurre una formula generale deriva dal fatto che la semplice propagazione passo per passo può talvolta dar luogo a degli errori di valutazione dell'incertezza nel risultato finale: questo accade ad esempio quando in un quoziente la stessa grandezza compare sia al denominatore che al numeratore. In questo caso i due contributi dovuti alle incertezze dei due fattori uguali potrebbero compensarsi parzialmente e attraverso la formula della propagazione passo per passo rischieremmo di dare una sovrastima dell'errore sul rapporto. Vediamo un esempio: Sfruttando il calcolo dell'incertezza per passi, si dovrebbero calcolare gli errori sulle due somme x + y e x + w e successivamente quello sul quoziente, rischiando però di trascurare una eventuale interazione tra i due fattori. Se infatti la nostra stima di x fosse errata, ad esempio, in eccesso avremmo che sia il denominatore che il numeratore risulterebbero sovrastimati, ma tale errore di valutazione verrebbe in parte compensato, se non totalmente cancellato, dalla successiva operazione di divisione. Analogamente l'effetto di una eventuale sottostima di entrambi i fattori risulterebbe celato dal quoziente. Funzioni arbitrarie di più variabili Consideriamo allora una funzione qualsiasi di due variabili del tipo: z = z (x , y) Poichè le nostre migliori stime per x e y sono xm e ym ci aspettiamo che la migliore valutazione per z sia: z = z (xm, ym) Per quanto riguarda il calcolo dell'incertezza su z dobbiamo ampliare il discorso già fatto nel caso di una variabile: dobbiamo cioè introdurre la seguente approssimazione per una funzione di due variabili: Tenendo presente che i valori probabili degli estremi per x e y sono dati da (xm x) e (ym y) e che le derivate parziali in x e y possono essere sia positive che negative, otteniamo che i valori estremi di z sono dati da: Funzioni arbitrarie di più variabili Dall’ultima relazione scritta ricaviamo subito che l'errore su z(x,y) è proprio: L'uso diretto della formula può risultare a volte un po' macchinoso: quando è possibile si preferisce procedere con il calcolo passo per passo, ricordando però che nel caso in cui la stessa variabile compaia più volte nell'espressione questo metodo può portare a delle stime errate. Propagazione degli errori Propagazione degli errori Esercizi Si può utilizzare la legge dei gas perfetti come esempio: dove •P : è la pressione del gas; •V : è il volume occupato dal gas; •n : è il numero di moli del gas; •R : è la costante dei gas perfetti, pari a 8,314 J·K-1·mol-1; •T : è la temperatura assoluta del gas, in kelvin. La pressione in funzione di n, R, T e V si esprime come: e scrivendo i rispettivi differenziali si ha: Se si sostituiscono i vari dx con i rispettivi errori, si ottiene: che fornisce l'errore assoluto del valore di P conoscendo gli errori di T, R, n e V. Esercizi Una grandezza fisica A è legata alle grandezze indipendenti B, C, D dalla relazione funzionale: A 2 BC 3 / D Sapendo che B viene misurata con un errore relativo del 2%, D con un errore relativo del 1%, con quale errore relativo deve essere determinata C, affinchè A sia determinata al meglio del 10%? Calcoliamo l’errore relativo su A: DA 1 DB DC DD 3 A 2 B C D Possiamo quindi scrivere: 0.01 + 3x + 0.01 0.1 con x = DC/C da cui x 0.08/3=0.027