DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DEL
TABACCO KENTUCHY
A cura del
Comitato Tecnico Scientifico per il Tabacco
(Coordinatori proff. G. COVARELLI e F. VENTURA)
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Introduzione
Possiamo parlare di un Disciplinare di produzione come di uno strumento che nel tracciare le linee
guida per il miglioramento qualitativo definisce altresì le Norme di una produzione che sia
Socialmente Responsabile.
Una estensione quindi, del concetto di miglioramento qualitativo ai temi che riguardano la
sostenibilità ambientale, il rispetto della salute degli operatori e del consumatore finale.
Il rispetto del consumatore finale si lega ad una tematica, definita “integrità del prodotto”, che oggi
appare fondamentale e alla quale deve essere dedicata la massima attenzione.
Questo Disciplinare di Produzione si configura quindi, come strumento operativo volto ad evitare
sia errate pratiche colturali sia una non corretta manipolazione del prodotto da parte del coltivatore
che potrebbero rendere potenzialmente meno apprezzabile il tabacco stesso.
Punti cardine del Disciplinare sono:
♦
La scelta varietale: è un punto molto importante che condiziona poi l’impostazione di tutte
le successive scelte tecniche colturali. Criteri base da seguire: resistenza o tolleranza ad
avversità biotiche ed abiotiche, performance in funzione delle diverse condizioni
pedoclimatiche, qualità merceologica richiesta dal mercato.
♦
L’uso esclusivo di sementi certificate: indispensabile GMO free e seme proveniente da
piante madri basse convertitrici (LC) della Nornicotina.
♦
La definizione di buone pratiche colturali compresa una corretta lotta antiparassitaria:
buone pratiche colturali sono tutte quelle economicamente attuabili, sicure per gli operatori e
rivolte a produrre qualità. Esse tengono conto della sostenibilità ambientale e quindi sono
volte a proteggere le risorse idriche, il suolo, l’aria e la vita di piante ed animali.
Avvicendamenti colturali, reintegrazione della sostanza organica con colture intercalari,
corretta gestione del suolo con le sistemazioni idraulico agrarie e le lavorazioni, giuste dosi
di concimazione, lotta integrata, utilizzo di agrofarmaci registrati sulla coltura, di bassa
classe tossicologica; rispetto dei tempi di carenza prima della raccolta, dei Limiti Massimi di
Residui previsti per legge, e via di seguito.
♦
L’allestimento del prodotto: la giusta umidità e densità del tabacco all’interno dei colli è
condizione indispensabile per una corretta conservazione e per ridurre la formazione di
Nitrosammine. L’attenzione all’eliminazione di sostanze estranee che possono contaminare
il tabacco è priorità assoluta e alla base del concetto di integrità del prodotto.
♦
Il monitoraggio dei punti critici del processo produttivo e del rispetto delle norme e la
tracciabilità del prodotto: attraverso l’assistenza Tecnica prestata dalle Associazioni, che
avranno il compito di monitorare e registrare la tecnica adottata dal Coltivatore e assicurare
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l’identificazione del prodotto, sarà possibile garantire l’origine e i modi in cui è stato
coltivato il tabacco e rendere visibile l’affidabilità di tutto il processo produttivo.
Esigenze pedologiche
Il terreno può influenzare la resa e la qualità del tabacco Kentuchy in funzione delle sue
caratteristiche chimiche e fisiche. Per quanto riguarda le prime è necessario porre in evidenza che
un buon contenuto di azoto e di sostanza organica (1% - 1,8%) consente di ottenere un tabacco
Kentuchy di elevata qualità.
Anche per la coltivazione del tabacco Kentuchy è da scartare qualsiasi terreno che contenga cloruri
che ne deprimono fortemente la combustibilità.
Il tabacco Kentuchy preferisce un pH di 6,0-6,5 ma tollera anche condizioni di alcalinità.
Qualunque sia la tessitura è necessario che nel terreno non vi siano ristagni d’acqua. La coltura del
Kentuchy preferisce terreni tendenzialmente argillosi, ma si adatta bene anche su terreni
tendenzialmente sabbiosi.
Esigenze climatiche
Tra i fattori climatici in grado di condizionare quantitativamente e qualitativamente la coltura hanno
importanza preminente la temperatura dell’aria e del terreno, la disponibilità di acqua nel terreno,
l’umidità relativa dell’aria, la durata e l’intensità dell’illuminazione.
Il tabacco inizia a vegetare quando la temperatura del terreno è intorno a 10-12°C.
Poiché un terreno bagnato si riscalda meno rapidamente di uno asciutto, i campi devono essere ben
sistemati per facilitare lo sgrondo dell’acqua in eccesso.
Temperature diurne di 25-30°C e notturne di 16-20°C sono ottimali per l’accrescimento del tabacco
Kentuchy.
Aree di produzione e rese
Al fine di garantire che i fattori pedo-climatici siano favorevoli alla coltivazione e quindi assicurare
una discreta qualità di base, la Comunità Europea ha stabilito per ogni gruppo varietale di tabacco
specifiche aree di coltivazione. La coltivazione del Kentuchy può essere realizzata nelle seguenti
Regioni: Veneto, Toscana, Marche, Umbria, Lazio e Campania.
Per il Kentuchy il pieno rispetto delle norme contenute nel Disciplinare di Produzione, dà luogo a
produzioni quantitative che non possono in nessun caso superare le 3,3 t ha-1. Oltre tali rese si
incorrerebbe in un sicuro scadimento dell’insieme di quelle caratteristiche di qualità, definite nel
Programma per il Miglioramento Qualitativo, oggetto e scopo del presente Disciplinare.
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Avvicendamento colturale
La migliore precessione colturale per il tabacco Kentuchy è un cereale a ciclo autunno-vernino
quale frumento o orzo che consentono le lavorazioni del terreno al momento opportuno
contribuendo alla formazione di una sua buona struttura.
E’ fortemente sconsigliato ripetere per più di due anni consecutivi il tabacco o un’altra solanacea
nello stesso appezzamento. Dove esiste disponibilità di terreni buona pratica è di coltivare tabacco
sullo stesso appezzamento ad intervalli di almeno tre anni.
Gestione del suolo
E’ opportuno prestare maggiore attenzione a tutte quelle pratiche colturali che agiscono
positivamente sulla fertilità e sulla struttura del terreno; quest’ultima, infatti, ha un’influenza
determinante sulla qualità del tessuto fogliare.
Sistemazioni idraulico-agrarie
Le sistemazioni idraulico-agrarie hanno lo scopo di evitare ristagni d’acqua favorendo:
- minore suscettibilità della coltura alle fitopatie (es: marciume radicale da Chalara elegans
Nag Raj and Kendrick) e conseguente diminuzione dell’uso di prodotti chimici;
- minor sviluppo di particolari piante infestanti e parassite;
- più rapido e uniforme insediamento della coltura per una maggiore contemporaneità delle
fasi di sviluppo e quindi l’ottimizzazione di tutti gli interventi colturali;
- tempestività degli interventi colturali.
Lavorazioni
Subito dopo la raccolta della coltura precedente, si deve eseguire l’aratura del terreno ad una
profondità variabile in funzione della sua tessitura: 45-50 cm nei terreni prevalentemente argillosi, e
35-40 in quelli di medio impasto o franchi. I terreni prevalentemente sabbiosi possono essere arati a
fine inverno inizio primavera alla profondità di 25-30 cm. Essendo importante anticipare l’epoca di
trapianto, con le lavorazioni si dovrà favorire, oltre al deflusso dell’acqua, un’anticipata
preparazione del letto di trapianto.
Nei terreni di medio impasto o tendenzialmente argillosi è consigliabile eseguire una lavorazione a
doppio strato (ripuntatura più aratura superficiale) o un’aratura tradizionale prima dell’inverno,
entrambe seguite da un’estirpatura e una o due erpicature con erpice rotante per un’ottimale
preparazione del letto di trapianto.
Ulteriori interventi possono essere:
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− una rippatura profonda al fine di rompere la suola di lavorazione, avere un più rapido sgrondo
dell’acqua e di conseguenza favorire l’aumento della temperatura del terreno; una ripuntatura
nei terreni tendenzialmente argillosi nell’estate o nell’autunno precedente alla coltura del
tabacco per favorire la rottura della suola di lavorazione e uno sgrondo più rapido delle acque;
− un’assolcatura con funzione di offrire all’azione degli agenti atmosferici una maggiore
superficie esposta, a tutto vantaggio dell'aumento della temperatura del terreno e miglioramento
della sua struttura.
Qualsiasi sia la modalità ed il numero delle lavorazioni si deve cercare di non riportare in superficie
terreno poco fertile, ridurre il consumo energetico richiesto dalle lavorazioni profonde e soprattutto
non mettere in profondità terreno ricco di sostanza organica, microflora e microfauna.
Lavori consecutivi
Circa dieci giorni dopo il trapianto è consigliabile eseguire nell’interfila della coltura una
sarchiatura con attrezzo ad elementi discissori (“tiller” o similari), per diminuire la compattazione
del terreno, favorirne l’arieggiamento e l’innalzamento della temperatura. Questo passaggio risulta
altresì utile all’eliminazione di malerbe anche sfuggite all’eventuale diserbo chimico. A questo
intervento può essere abbinata una concimazione azotata.
E’ molto utile eseguire la rincalzatura, talvolta preceduta da una sarchiatura, allo scopo di favorire
un miglior ancoraggio delle piante al terreno per aumentarne la resistenza al vento.
Scelta varietale
Per la scelta delle varietà si dovrà fare riferimento a quelle iscritte o in corso d'iscrizione al Registro
Nazionale delle varietà e a quelle di provenienza estera purché certificate, per le caratteristiche
richieste, nei loro Paesi.
Nella scelta della semente, particolare attenzione dovrà essere posta alla purezza varietale e alla
sanità fitopatologica; inoltre, le varietà dovranno risultare certificate “non geneticamente
modificate”. Si dovrà tenere in considerazione la tipologia di prodotto finito che si vuole ottenere:
tabacco da fascia con un tenore di nicotina del 3.5-3.8%; tabacco da ripieno leggero e da ripieno
pesante con un tenore di nicotina rispettivamente del 3% e 4%. Percentuali leggermente inferiori
sono tipiche e si riscontrano nella zona di Benevento.
Indicazioni sulle caratteristiche specifiche delle varietà consigliate in funzione delle condizioni
pedoclimatiche sono riportate nella tabella allegata (Tabella 1).
Dovranno essere preferite le varietà ad alta qualità merceologica con elevate caratteristiche
qualitative del fumo.
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Particolare importanza ha la resistenza alle diverse fitopatie con l’obiettivo di ridurre o non eseguire
i trattamenti di difesa. Vi sono, inoltre, virus molto temibili per la tabacchicoltura quali il mosaico
(TMV) ed il virus necrotico della patata (PVY). Per i terreni dove il tabacco è coltivato senza interruzione per diversi anni di seguito, si impone la scelta di una varietà resistente a tali virosi per non
incorrere in elevate perdite produttive.
Allevamento della piantina
L’allevamento della piantina avviene in serra mediante la tecnica del float-system che consiste nella
semina su contenitori alveolati forati in basso riempiti di idoneo substrato a base di torba bionda e
bruna e galleggianti in una vasca contenente acqua con disciolti elementi nutritivi ed agrofarmaci.
La corretta gestione del float-system richiede di porre attenzione ad alcuni importanti aspetti:
Dimensionamento delle serre e delle vasche al fine di:
- garantire una adeguata produzione di piantine per soddisfare le esigenze aziendali;
- evitare che nelle vasche ci sia spazio non occupato dai plateaux;
- garantire il controllo climatico (temperatura e umidità relativa) della serra;
- automatizzare le operazioni di sfalcio;
E’ preferibile inoltre utilizzare acqua proveniente da pozzi ed eseguirne un’analisi preventiva.
Materiali da utilizzare
Contenitori alveolati da 170 a 260 fori. E’ indispensabile evitare di costipare eccessivamente il
terriccio negli alveoli per non favorire lo sviluppo di radici spiralate.
E’ auspicabile utilizzare seme confettato. Dovrà essere assicurata la tracciabilità del lotto di seme
utilizzato.
Non è consigliabile il riutilizzo dei plateaux per produzioni successive. Le serre devono essere
coperte con film plastici in polipropilene o polietilene più rete ombreggiante che servirà a limitare
gli effetti negativi della luce.
E’ importante assicurare il corretto smaltimento e se possibile il riciclaggio dei materiali utilizzati
per la produzione della piantina.
Elementi nutritivi da aggiungere all’acqua nella vasca
Nella scelta dei concimi va assolutamente ricercata una equilibrata presenza di N, P e K; al
momento del riempimento della vasca immettere nella soluzione circa 150 g/m3 sia di azoto che di
potassio e 75 g/m3 di fosforo (per esempio volendo usare un concime ternario 20-10-20, se ne dovrà
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impiegare circa 750 g/m3).
Al “rabbocco” della vasca, se necessario e volendo utilizzare nitrato di calcio (15,5% di N), se ne
dovrà impiegare la dose di 300 g/m3 di acqua più eventuali integrazioni successive; oppure nitrato
ammonico (26.5% di N) alla dose di 300-400 g/m3 di acqua con un unico intervento; la dose di
questa concimazione aggiuntiva varia in funzione dello stadio vegetativo del tabacco.
E’ indispensabile controllare la conducibilità elettrica dell’acqua utilizzata; la conducibilità della
soluzione finale non deve superare i 2500 µS.
Difesa dai parassiti animali e vegetali
La lotta antiparassitaria nei semenzai viene eseguita con trattamenti sovrachioma.
E’ necessario distribuire periodicamente esche insetticide lungo i bordi delle serre per evitare
attacchi di lumache. Dalla fase di “crocetta” in poi, a seconda delle necessità, trattare le piantine con
una miscela di prodotti con effetto insetticida e fungicida; particolare attenzione deve essere rivolta
alla difesa dalla peronospora (Peronospora tabacina Adam), al fine di evitare il trapianto di
materiale non sano che può essere causa delle relative fitopatie in pieno campo. I trattamenti non
devono essere eseguiti nelle ore più calde della giornata. Prima del prelievo delle piantine per il
trapianto, occorre eseguire l’ultimo trattamento di difesa da insetti e crittogame, evitando così nei
successivi 10-12 giorni ulteriori trattamenti in pieno campo. Al termine del trapianto è
indispensabile distruggere prontamente le piantine non utilizzate.
Per la scelta dei prodotti si veda la tabella allegata (Tabella 2).
Operazioni di sfalcio
-
eseguire il primo intervento quando le foglie delle piantine più sviluppate hanno raggiunto una
lunghezza di circa 4 cm;
-
regolare la macchina per asportare circa un terzo della lunghezza della foglia;
-
gli interventi successivi devono essere eseguiti in funzione della crescita delle piantine;
-
ogni volta che si passa da una vasca all’altra lavare la parte meccanica (elica e raccoglitore) del
tosaerba con soluzione al 2% di fosfato trisodico o in alternativa con una soluzione di sali
quaternari di ammonio e risciacquare accuratamente.
Controllo delle condizioni climatiche all’interno della serra
-
arieggiare la serra tutti i giorni per favorire il ricambio dell’aria ed evitare quindi un eccessivo
aumento di umidità relativa;
-
nella fase di germinazione dei semi evitare correnti di aria;
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-
evitare che la temperatura superi i 30°C o scenda sotto 0°C;
-
eliminare eventuali malerbe presenti che possono favorire attacchi di mosaico;
-
nel periodo che precede il trapianto, se le condizioni climatiche lo consentono, lasciare aperta la
serra anche durante la notte per favorire l’adattamento delle piantine alle condizioni esterne e
limitarne lo sviluppo.
Dove l’allevamento della piantina in float-system avviene ad opera di vivai specializzati, questi
dovranno essere preventivamente autorizzati e in grado di garantire la corrispondenza tra la semente
scelta e la piantina prodotta.
Per quanto riguarda il semenzaio tradizionale, ancora utilizzato da un ristretto numero di coltivatori,
è necessario impiegare 1g di semente per circa 10 m2 di semenzaio; per il trapianto di un ettaro di
tabacco sono necessari 80-90 m2 di semenzaio.
Concimazione organica
La concimazione organica si può eseguire mediante sovescio, letamazione e interramento dei
residui colturali:
Sovescio
Si utilizzano prevalentemente leguminose come colture intercalari da seminare in settembre-ottobre.
Le specie più indicate sono favino (Vicia faba var. minor), trifoglio alessandrino (Trifolium
alexandrinum), trifoglio incarnato (T. incarnatum) e trifoglio squarroso (T. squarrosum).
Quest’ultimo è particolarmente indicato anche per il controllo dell’orobanche favorendone la
germinazione e riducendo l’infestazione potenziale. Va tenuto in particolare considerazione che
l’apporto di azoto dovuto al sovescio della parte epigea di queste leguminose può variare da circa
30 a 150 Kg/ha in funzione dell’epoca di interramento e dello sviluppo raggiunto dalla coltura.
Nel caso del favino la quantità di azoto lasciata per la coltura successiva può essere nettamente
superiore.
Letamazione
Questa pratica risulta di grande beneficio per il tabacco Kentuchy, ma si dovrà porre particolare
attenzione alla scelta del letame da distribuire per quanto riguarda origine, stato di maturazione e
contenuto di elementi nutritivi. La concimazione organica va effettuata prima dell’aratura con 30-40
t ha-1 di letame maturo.
Bisogna evitare, per l’elevato contenuto di cloruri, l’utilizzazione di liquami e pollina.
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Interramento dei residui colturali
Dopo la raccolta della coltura precedente, diversa dal tabacco, i residui colturali devono essere
trinciati ed interrati con una lavorazione.
Nel caso di paglie di cereali, prima dell’interramento, è opportuno distribuire un kg di azoto per
ogni quintale di paglia interrata; ciò facilita l’azione di decomposizione del materiale vegetale ad
opera dei microrganismi.
Concimazione minerale
Lo scopo della concimazione è quello di garantire il mantenimento della fertilità e nel contempo
favorire un incremento produttivo e soprattutto una elevata qualità del prodotto.
Prima di eseguire il piano di concimazione si consiglia di effettuare una analisi chimico-fisica del
terreno per ciascuna area omogenea di gestione dell'azienda, intendendosi con quest’ultima la
porzione di superficie aziendale caratterizzata da suoli e pratiche agronomiche uniformi.
Nell’effettuare le analisi si dovranno adottare i metodi analitici indicati nei “Metodi Ufficiali di
analisi chimica del suolo”, pubblicati dalla Società Italiana della Scienza del Suolo (S.I.S.S.).
Le caratteristiche del terreno da conoscere sono:
tessitura; pH; sostanza organica; azoto totale; fosforo assimilabile; potassio scambiabile; calcare
totale; calcare attivo; cloruri.
Concimazione azotata
La concimazione azotata è uno degli aspetti più delicati ed importanti di tutta la tecnica colturale del
tabacco, poiché se da un lato l’azoto aumenta la resa della coltura e la qualità del tessuto fogliare
(“grana”, elasticità, colore), dall’altro può peggiorarne la qualità merceologica fino a rendere non
commerciabile il prodotto. L’azoto, inoltre, influenza la durata del ciclo vegetativo, la resistenza
alle malattie, il contenuto in nicotina e nornicotina, gli zuccheri, la cura ed in sintesi tutte le
caratteristiche intrinseche ed estrinseche del prodotto finale.
E’ importante tenere presente che:
- la carenza di azoto causa: colore pallido, tessuto liscio, riduzione dello sviluppo e della resa e
non permette l’ottenimento di prodotto aromatico;
- l’eccesso di azoto causa: ritardo di maturazione, aumento della suscettibilità agli attacchi di
crittogame ed insetti, eccessivo sviluppo dei germogli, difficoltà di cura dovuta a ritardo o
assenza di maturazione con un allungamento della fase di ingiallimento e ampie bruciature
nelle foglie; dal punto di vista ambientale l’aspetto negativo delle possibili perdite per
lisciviazione.
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Il quantitativo di azoto da somministrare varia in funzione di:
-
linea varietale coltivata;
-
investimento unitario;
-
altezza di cimatura;
-
coltura precedente e sua concimazione;
-
andamento climatico;
-
tessitura e contenuto di sostanza organica del terreno.
Per quanto riguarda il contenuto di sostanza organica nel terreno la S.I.S.S. propone la seguente
classifica:
-
Terreno povero: tenore di sostanza organica: < 1,5%;
-
Terreno sufficientemente dotato: tenore di sostanza organica: 1,6-2,5%;
-
Terreno ben dotato: tenore di sostanza organica: 2,6-3,5%;
-
Terreno ricco: tenore di sostanza organica: > 3,5%.
Diverso dovrà essere l'apporto di azoto in queste differenti condizioni.
Particolare attenzione si dovrà porre nel determinare la dose e il frazionamento della concimazione
azotata al fine di ottimizzarne l’assorbimento da parte della pianta e quindi l’efficacia.
L'andamento stagionale ed in particolare la piovosità della zona, incidono sul quantitativo di
azoto da somministrare in quanto scarse precipitazioni nel corso della coltura precedente o
durante l'inverno che precede il periodo del trapianto, possono non avere dilavato l'azoto
minerale somministrato in precedenza, quindi nel terreno ce ne sarà una maggiore disponibilità.
Viceversa, un'accentuata piovosità nell'anno precedente o un andamento stagionale molto
piovoso alla vigilia della coltura, non consentono a questa di poter usufruire di una fertilità
azotata residua.
Per quanto riguarda l'azoto disponibile dalla mineralizzazione dei residui della coltura precedente,
va ricordato che questo non sempre è positivo.
Si riportano i valori dell’azoto lasciato nel terreno da alcune colture che possono precedere il
tabacco negli avvicendamenti:
Coltura praticata nell’anno precedente
Barbabietola
Cereali autunno-vernini
- paglia asportata
- paglia interrata
Girasole
Mais
- stocchi asportati
- stocchi interrati
Pomodoro, altre orticole
N da residui
(kg/ha)
30/50
-10
-30
0
-10/-20
-30/-40
30/50
10
Erba medica
Sovescio di leguminose (in primavera)
60/80
50/150
In relazione alla scelta dei concimi da utilizzare si ricorda che la pianta di tabacco Kentuchy
assorbe l'azoto sia sotto forma nitrica che ammoniacale.
Per quanto riguarda l’epoca di somministrazione, questo elemento deve essere fornito in maniera
frazionata: al momento del trapianto, circa 20 giorni dopo e prima della rincalzatura.
La distribuzione deve avvenire, preferibilmente, lungo la fila della coltura.
Apporti successivi si eseguono in particolari situazioni di palese carenza da parte delle piante.
Le dosi di azoto da apportare variano da 120 a 180 kg ha-1. La dose inferiore si riferisce ad un
terreno con alto contenuto in azoto totale e soprattutto con un buon livello di sostanza organica.
Alcune varietà possono richiedere quantitativi di azoto leggermente superiori a quelli indicati ma
comunque mai oltre i 200-220 kg ha-1.
Concimazione fosfatica
Un giusto quantitativo di fosforo favorisce la precocità della coltura e uno sviluppo armonico della
stessa. Un eccesso di questo elemento (superiore a 200-250 kg/ha) può ridurre leggermente la
produzione, causare un eccessivo ispessimento delle foglie ed aumentare la nornicotina. Viceversa
la carenza di fosforo ritarda la maturazione e le foglie tendono a crescere orizzontali e più strette del
normale.
Il quantitativo totale di fosforo da apportare è strettamente legato al contenuto esistente nel terreno
che, generalmente, nei terreni italiani non è elevato.
La soglia di sufficienza, secondo la S.I.S.S., determinata con il metodo Olsen, è compresa tra 30 e
60 ppm di P2O5 in relazione al valore della Capacità di Scambio Cationico (CSC) del terreno.
Una classifica della dotazione in fosforo di un terreno è riportata nella tabella seguente:
P2O5 totale
P assimilabile
(ppm)
(ppm)
0-6
0-2.6
Molto bassa
6.1-15
2.7-6.5
Bassa
15.1-23
6.6-10.0
Media
23.1-50
10.1-21.8
Alta
> 50
> 21.8
Molto alta
Dotazione
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Quando la coltura si attua su terreni con dotazione molto bassa, bassa o media, è consigliabile un
apporto di 150-180 kg ha-1 di P2O5 , mentre se la dotazione è alta o molto alta la dose può essere di
100-140 kg ha-1.
Il fosforo, fortemente trattenuto dal potere assorbente del terreno, deve essere interrato; tutto o in
parte potrà essere localizzato al trapianto vicino alla piantina.
Concimazione potassica
Il potassio è un elemento essenziale per la qualità del tabacco è il principale costituente delle ceneri.
Un giusto apporto di questo elemento migliora l’attitudine alla cura, la combustibilità del tabacco, il
colore, il peso specifico, nonché la struttura delle foglie e le loro proprietà igroscopiche. Inoltre, è
riconosciuto al potassio il conferimento alla pianta di una maggiore resistenza a stress biotici e
abiotici.
Una classifica della dotazione di potassio scambiabile (metodo internazionale) del terreno è
riportata nella tabella seguente:
K2O totale
K scambiabile
K
(ppm)
(ppm)
(%CSC)
61-120
51-100
<2% CSC
Bassa
121-180
101-150
2-5% CSC
Media
181-240
151-200
>5% CSC
Alta
Dotazione
I concimi potassici devono provenire da solfati e non da cloruri e devono essere interrati in quanto il
potassio è trattenuto dal potere assorbente del terreno; vanno interrati all’aratura nei terreni
tendenzialmente argillosi e al momento della preparazione del letto di trapianto in quelli
tendenzialmente sabbiosi.
Nel tabacco Kentucky i quantitativi da apportare variano in funzione della dotazione del terreno: se
la dotazione è bassa o media il quantitativo da apportare dovrà essere di 150-180 kg ha-1 di K2O;
mentre se è alta, 100-130 kg ha-1.
Trapianto
L’epoca del trapianto è strettamente influenzata dall'andamento stagionale primaverile e dalla
tessitura del terreno. Si consiglia di iniziare le operazioni di trapianto quanto prima possibile,
compatibilmente con le condizioni pedoclimatiche, al fine di favorire un anticipo di tutte le fasi del
ciclo vegetativo. In funzione delle temperature, nei diversi areali di coltivazione, il trapianto inizia
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nella seconda decade di aprile per concludersi al più tardi alla fine di maggio. E’ consuetudine che i
trapianti più precoci si avranno nei terreni tendenzialmente sabbiosi, quelli più tardivi si avranno nei
terreni tendenzialmente argillosi.
Si deve tener presente che per uno sviluppo iniziale della pianta è necessaria una temperatura del
terreno di 10-12°C.
Nel tabacco Kentucky la densità consigliata varia da 10.000 a 12.000 piante a ha-1; per la
produzione del tabacco da fascia queste densità possono essere diminuite del 10% anche per
facilitarne la raccolta.
Controllo delle piante infestanti
Dovranno essere privilegiati i metodi indiretti preventivi per la riduzione della flora infestante quali:
-
avvicendamento colturale;
-
interventi con specifiche lavorazioni complementari atte a preparare un letto di trapianto senza
erbe infestanti;
-
controllo delle piante infestanti nelle scoline e nelle aree perimetrali degli appezzamenti, al fine
di evitarne la loro diffusione all'interno degli appezzamenti stessi;
-
identificare in anticipo le erbe infestanti la coltura.
Diserbo chimico
È opportuno un impiego razionale del diserbo chimico al fine di limitare i possibili effetti negativi
sull’ambiente e sulla coltura.
A tale proposito si ricorda di:
-
impiegare principi attivi ad azione residuale in pre-trapianto alle dosi minime consigliate;
-
per migliorare il controllo delle piante infestanti lungo la fila della coltura è possibile eseguire
trattamenti localizzati con principi attivi di post-trapianto;
-
incentivare la tecnica del trattamento localizzato sulla fila, controllando le infestanti tra le file
del tabacco mediante i lavori consecutivi;
-
nel caso di presenza di piante infestanti, in particolare perennanti, è opportuno eseguire, in
assenza della coltura, trattamenti a base di glyphosate;
-
impiegare nei diversi anni principi attivi con diverso meccanismo d’azione al fine di evitare il
rischio della comparsa di fenomeni di resistenza delle infestanti agli erbicidi; fenomeno
maggiormente possibile nei casi di monosuccessione del tabacco.
Il diserbo chimico può essere completato dalla sarchiatura o fresatura nell’interfila, abbinata
all’eventuale rincalzatura della fila.
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Irrigazione
La coltura del tabacco deve essere attuata mediante l'ausilio dell'irrigazione.
La carenza d'acqua durante il ciclo colturale causa un forte abbassamento produttivo e un
peggioramento qualitativo. Stress idrici provocano al tabacco la chiusura degli stomi e di
conseguenza, foglie dal tessuto a grana chiusa.
L’acqua utilizzata per l’irrigazione non deve apportare cloruri alla coltura. E’ generalmente
ammesso che la soglia di pericolosità nell’acqua è di 30 ppm di cloro, ma dipende molto
anche dai volumi totali distribuiti con l’irrigazione.
Tra i diversi metodi irrigui l’aspersione rappresenta quello maggiormente utilizzato.
Tra le tecniche alternative vi sono l’irrigazione a goccia e quella a basso volume. Quest’ultima si è
dimostrata molto efficiente palesando altresì caratteristiche positive riguardo al risparmio idrico.
I volumi massimi di adacquamento per singolo intervento di irrigazione variano da 200 m3 ha-1 in
terreni tendenzialmente sabbiosi e con la coltura ad uno stadio intermedio di sviluppo, fino a 500 m3
ha-1 nei terreni argillosi e con la coltura molto sviluppata.
Il numero di adacquate varia oltre che con il volume di adacquamento, con la lunghezza della
stagione irrigua e con l'andamento metereologico.
Il turno irriguo, cioè l'intervallo di tempo in giorni che passa tra due successivi adacquamenti, è in
funzione dell'acqua apportata con l'irrigazione, dalle piogge e di quella evapotraspirata dalla coltura.
Poiché non tutta la pioggia che cade effettivamente concorre al reintegro di umidità del terreno, per
convenzione si considerano utili quelle piogge che apportano più di 10 mm di acqua nelle 24 ore.
In base all’andamento stagionale, all’evapotraspirazione e alle caratteristiche fisiche del terreno,
dopo il trapianto è necessario distribuire volumi crescenti di acqua per ripristinare la capacità di
campo.
In particolare, l’intervento irriguo successivo a quello effettuato al trapianto, deve essere
opportunamente ritardato al fine di favorire l’approfondimento delle radici delle giovani piante,
consentendo così, nelle fasi successive del ciclo colturale, un buon ancoraggio e una maggior
capacità di esplorare volumi maggiori di terreno, ottimizzando in tal modo l’utilizzo delle risorse
idriche e nutritive. Si tenga tuttavia presente che l’esasperazione di questo concetto può causare
prefioritura e mancato sviluppo della coltivazione.
In generale nei terreni sabbiosi si consiglia di ridurre i volumi di acqua e di aumentare la frequenza
degli interventi.
Nel tabacco Kentuchy, soprattutto nei periodi caratterizzati da una elevata evapotraspirazione,
risulta importante eseguire un’irrigazione qualche giorno prima della raccolta al fine di avere in
14
questa fase foglie con una buona turgidità, caratteristica importante per un’adeguata cura. È
consigliabile, altresì, non raccogliere foglie quando la pianta ha ripreso a vegetare.
Cimatura
La cimatura va eseguita quando 2/3 delle piante presentano i bottoni fiorali. Si esegue lasciando da
12 a 14 foglie utili.
Controllo dei germogli
Dopo la cimatura, è necessario eseguire il controllo dei germogli che si originano dalle gemme
situate all'ascella delle foglie e si sviluppano in conseguenza della rimozione della dominanza
apicale. La presenza di germogli determina riduzioni delle rese e peggioramento qualitativo dovuto
alla bassa presenza nelle foglie di amido e di conseguenza di zuccheri riduttori.
La tecnica per il controllo dei germogli si basa sull'impiego di fitoregolatori ad azione di contatto e
ad azione sistemica da impiegare secondo le seguenti possibili diverse modalità:
Trattamenti frazionati in due interventi:
primo intervento: con prodotti ad azione di contatto, a base di alcol grassi, da impiegare diluiti in
acqua, alla dose del 4-5% di formulato commerciale; normalmente necessitano dai 400-600 litri di
acqua/ha. Il trattamento deve essere effettuato su piante asciutte, evitando giornate ventose e le ore
più calde della giornata;
secondo intervento: da effettuarsi dopo 5-8 giorni, con prodotto ad azione sistemica, a base di
idrazide maleica, da impiegare diluito in acqua a concentrazione non superiore al 3% per i formulati
commerciali contenenti il 15% di p.a., o non superiori allo 0,8% per i formulati commerciali
contenenti il 60% di p.a.; ciò utilizzando volumi di 400-500 litri/ha di acqua. Questa operazione si
deve effettuare con il tabacco in pieno turgore vegetativo. Una pioggia entro le 6 ore dal trattamento
può comprometterne l’efficacia.
Trattamenti frazionati in tre interventi:
Si utilizzano prodotti ad azione di contatto, a base di alcoli grassi, da impiegare in interventi
successivi, a distanza di 5-7 giorni l’uno dall’altro e con soluzioni a concentrazioni crescenti di
formulato commerciale:
1-1.5% primo intervento; 2-2.5% secondo intervento; 3-3.5% terzo intervento.
Prevenzione e difesa fitosanitaria in pieno campo
L’uso degli agrofarmaci deve essere limitato allo stretto necessario, facendo ricorso ad essi quando
è indispensabile ed evitando, se possibile, qualsiasi difesa con trattamenti a calendario.
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Per poter diminuire il loro impiego è necessario tenere nella massima considerazione i principi della
lotta integrata che si basano su una serie di scelte tecniche che hanno come obiettivo non la
semplice eliminazione dell’avversità ma un razionale compromesso tra esigenze tecnologiche,
economiche ed ambientali.
Grande importanza devono avere le pratiche agronomiche preventive quali l’avvicendamento
colturale, equilibrate concimazioni particolarmente azotate, uso di colture di copertura o di
risanamento ( es: trifoglio squarroso), lavorazioni a due strati, sarchiatura, oculata scelta delle soglie
di intervento quali strumenti di base nella gestione integrata delle fitopatie. Le aziende di ridotte
dimensioni fondiarie sono, talvolta, costrette a coltivare il tabacco per più anni consecutivi nello
stesso appezzamento; in questi casi, terminata la raccolta, i residui colturali devono essere
prontamente distrutti e se possibile allontanati. Si ricorda e si sottolinea il fatto che una corretta
scelta delle linee varietali, che tenga conto delle diverse sensibilità alle fitopatie, rappresenta il
punto di partenza per una razionale difesa fitosanitaria.
Per ogni situazione agroambientale è indispensabile determinare la soglia di presenza delle fitopatie
al disotto della quale non necessita eseguire i trattamenti.
Prima del ricorso ai mezzi chimici si dovrà verificare:
- per le malattie fungine quando le condizioni climatiche diventano favorevoli per lo sviluppo del
fungo (si consiglia di utilizzare i dati rilevati da stazioni meteorologiche ubicate nella zona di
produzione), l’eventuale periodo di incubazione, la scelta del prodotto e i tempi utili di intervento:
periodo di copertura nei riguardi della malattia e rispetto dell’intervallo di sicurezza prima della
raccolta;
- per gli insetti la presenza (volendo per il monitoraggio possono essere utilizzate anche trappole a
feromoni). Verificarne il ciclo biologico, le abitudini, i danni causati e la presenza di nemici
naturali. Prima di decidere l’intervento, dovrà essere valutata la soglia del danno: il trattamento
deve essere eseguito soltanto quando il costo sia inferiore alla perdita di prodotto.
Nell’eseguire i trattamenti, tra le diverse molecole idonee alla difesa della coltura la scelta dovrà
essere fatta tenendo in considerazione i seguenti criteri:
- agrofarmaci approvati e registrati per l’uso su tabacco;
- più basso intervallo di sicurezza;
- più bassa classe tossicologica;
- possibilità di essere abbinati a coadiuvanti specifici per poter ridurre la dose d’impiego;
- provata efficacia;
- serietà della Ditta produttrice;
- nel combattere una stessa avversità, nell’eventualità che si rendesse necessario, evitare di
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ripetere i trattamenti con lo stesso principio attivo.
Nell’uso degli agrofarmaci è fondamentale il rispetto delle dosi e di tutte le altre istruzioni riportate
in etichetta; durante la manipolazione e la distribuzione l’uso degli appropriati DPI previsti per
legge in base alla classe tossicologica del prodotto.
Particolare attenzione dovrà essere rivolta ai mezzi per la distribuzione degli agrofarmaci e al loro
stato di manutenzione. Si valuta che un utilizzo nel corretto stato di efficienza permette di ridurre
del 10-15% l’impiego di prodotto mantenendo inalterata l’efficacia del trattamento.
Si raccomanda particolare attenzione sia per la scelta del prodotto che per le modalità ed i tempi di
distribuzione al fine di:
- garantire la massima sicurezza degli operatori;
- evitare residui sul tabacco o ridurli il più possibile e al massimo mai al di sopra dei limiti previsti
dalla legge;
- evitare di alterare l’equilibrio biologico naturale e in particolare evitare danni agli insetti utili.
E’ assolutamente necessario che tutti i contenitori vuoti vengano puliti, forati per impedirne il
successivo utilizzo e smaltiti nel rispetto delle normative vigenti.
Nel caso in cui si conservino gli agrofarmaci in azienda si ricorda di seguire le disposizioni di legge
sul loro corretto stoccaggio.
Su un’apposita scheda è indispensabile annotare data, qualità e quantità degli agrofarmaci usati
nella coltura.
L’elenco dei prodotti consigliati è riportato nella Tabella 2.
Fumigazione
Tra le avversità biotiche della coltura del tabacco, i nematodi ,soprattutto Meloidogyne incognita ,
costituiscono una importante causa di decremento produttivo e qualitativo. Risulta quindi
fondamentale mettere in atto, oltre alle già citate pratiche agronomiche, un razionale controllo
chimico che prenda in considerazione i seguenti aspetti:
-
valutazione della presenza di nematodi nel terreno;
-
esecuzione dei trattamenti secondo ben definite modalità.
In situazioni di verificata presenza di nematodi previo campionamento e analisi dei terreni risulta
necessario eseguire trattamenti al terreno utilizzando i principi attivi ed i criteri riportati nella
tabella allegata. In particolare, le modalità per l’impiego dei fumiganti devono seguire i seguenti
criteri:
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-
localizzare i trattamenti lungo la fila su una banda di 30-40 cm di larghezza alla formazione del
colmo di terreno;
-
successivamente procedere all’arieggiamento del colmo prima delle operazioni di trapianto.
Raccolta
Per avere una buona qualità è fondamentale raccogliere foglie al giusto grado di maturazione.
Non raccogliere alcuna foglia prima che sia trascorso l’intervallo di sicurezza (periodo di carenza)
dei diversi agrofarmaci utilizzati per la difesa della coltura e per il controllo dei germogli.
Nel Kentucky la raccolta si esegue preferibilmente nel pomeriggio, iniziando dalle foglie apicali per
procedere poi verso il basso; è preferibile raccogliere il tabacco leggermente immaturo per avere un
minor contenuto in nicotina; va assolutamente evitata la raccolta di tabacco molto maturo. Quanto
detto è valido sia nel caso di raccolta a foglia o a pianta che in quella mista (parte di stelo con 3-5
foglie).
Cura
La cura è una fase cruciale del processo di produzione del tabacco nel corso della quale avvengono
trasformazioni chimiche e biochimiche che condizionano le caratteristiche del prodotto finale e il
suo valore merceologico. Il tabacco, infatti, viene anche classificato secondo la cura eseguita che ha
un'influenza determinante sul suo impiego nei prodotti manufatti.
Nel Kentucky la cura si effettua a fuoco diretto ("fire cured"); le essenze arboree consigliate sono
quelle “forti”, costituite da quercia, cerro, ecc. Sono da escludere legni resinosi che conferiscono
aromi indesiderati alle foglie.
Fondamentale per una buona cura è evitare la costipazione del tabacco che può causare ristagno di
umidità, innalzamento della temperatura e difficoltà di arieggiamento.
Per garantire un’ottima cura è necessario una giusta uniformità di colore e di umidità. Il tabacco
deve essere predisposto dentro le stufe uniformemente. Il processo di cura si svolge in quattro fasi
successive come di seguito riportate:
a. ingiallimento della lamina: dura in genere dai 3 ai 4 giorni, con temperatura intorno ai 28-29 °C e
umidità molto elevata (87-88 %);
b. ammarronamento: dopo la fase di ingiallimento si accendono dei piccoli fuochi avendo cura che
si produca soprattutto fumo. La temperatura di 30 °C viene mantenuta per circa 36 ore;
successivamente viene portata gradualmente a 38 °C in modo da evitare la fuoriuscita di acqua dalle
foglie. Questa fase dura 4-5 giorni con un’umidità elevata (circa 90%).
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c. essiccazione della lamina: quando l’ammarronamento è completato si alza progressivamente la
temperatura (2 gradi ora) avendo cura di aprire gradualmente le feritoie in maniera di favorire
l’uscita dell’acqua; quando la lamina è completamente essiccata, i fuochi si spengono e si chiudono
le aperture; anche se la costola non è essiccata si può procedere alla sfornatura.
c. essiccazione della costola: l’essiccazione della costola, se la stagione non è umida, può avvenire
in locali coperti e ben arieggiati; se ciò non è possibile si procede alla SECONDA CURA che da
alla foglia anche un colore più scuro e brillante: dentro i forni a temperatura ambiente la lamina
assorbe umidità dalla costola e riacquista turgore. Successivamente si riaccendono i fuochi, si
aprono le aperture e così di seguito per 3-4 volte, fino a quando anche la costola non è
completamente secca; la temperatura non deve mai superare i 40 °C; la durata di questa fase è di 45 giorni.
Allestimento della partita
Al fine della migliore valorizzazione e conservazione del tabacco in attesa di lavorazione e per
consentire allo stesso di beneficiare di una continua e graduale trasformazione biochimica che ne
migliora la qualità, il tabacco in foglia deve essere condizionato in colli provvisori rispettando
regole consolidate da lunga esperienza quali:
- eliminazione di foglie verde-marcato, nere e sostanze estranee diffuse (germogli, parti di stelo,
erbacce, foglie con muffa, terra, sassi, etc.), tale operazione è indispensabile ai fini del possibile
inserimento del collo in una delle classi merceologiche. Un eccesso di tali materiali porterà a
classificare il collo non commerciabile.
La presenza di materiali di origine sintetica porterà a classificare il collo non commerciabile;
- l’umidità non deve superare quella consentita dai regolamenti U.E. per le diverse tipologie di
tabacco, che per il Kentucky è del 22%; tuttavia, è preferibile rimanere al di sotto di questo
valore per assicurare al prodotto una buona conservazione ed evitarne possibili alterazioni
(placcature, muffe e incremento di nitrosammine);
- la densità del tabacco all’interno del collo deve essere quanto più bassa e uniforme, onde evitare
una elevata costipazione che può determinare un deterioramento della qualità e a seconda
dell’umidità una frasamizzazione o la placcatura e/o muffa del prodotto;
-
nel Kentuchy per l’allestimento in ballette il peso ottimale è di 40 Kg e quello massimo di 50
Kg; per l’allestimento in cartoni, il peso ottimale è di 90 Kg e quello massimo di 100 Kg;
-
i colli dovranno essere identificati con appositi cartellini per la tracciabilità del prodotto.
La fase di allestimento della partita di tabacco “in foglia” è fortemente condizionata dalla tecnica
colturale ed in particolare da una attenta separazione delle diverse corone fogliari alla raccolta.
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Nel Kentucky l’allestimento si pone come obiettivo, la separazione del prodotto secondo i gradi
merceologici ed il rispetto delle condizioni di seguito descritte:
− Fascia
(gradi A1D – A1M – A1MC);
− Ricavo fascia
(gradi A2D – A2M – A2 MC);
− Ripieno pesante
(gradi R1P – R2P);
− Ripieno leggero
(gradi R1L - R2L);
− Trinciati pesanti;
− Trinciati leggeri
a) presenza del grado nel singolo collo (balletta o scatolone) in percentuale superiore all’80%;
b) i gradi “fascia” e “ricavo fascia” devono essere selezionati per gradazione del colore, in
una delle seguenti tonalità: colore marrone scuro uniforme e vivace; colore marrone
uniforme e vivace; colore marrone chiaro uniforme e vivace;
c) i fascicoli di foglie destinati all’impiego “ripieno pesante” devono essere selezionati per
consistenza e maturità del tessuto, oltre che per il colore marrone scuro uniforme;
d) i fascicoli di foglie destinati all’impiego “ripieno leggero” devono essere selezionati per
consistenza media e maturità del tessuto, oltre che per il colore marrone chiaro;
Per l’allestimento minimo delle partite è necessario che vengano rispettate le seguenti condizioni:
a) il tabacco deve essere affascicolato per corona fogliare;
b) i fascicoli devono avere le seguenti caratteristiche:
− contenere fino ad un massimo di nn. 25 - 35 foglie (20 - 25 per il tabacco da fascia);
− essere legati con materiale di origine naturale o reggetta di plastica, comunque di
colore ben visibile;
− ben allineati nella parte basilare della foglia al fine di razionalizzare il taglio della
parte alta (testate);
− assolutamente privi di spago vegetale utilizzato per la formazione delle filze di
foglie.
Tracciabilità
Ogni singolo collo sarà dotato di un cartellino di identificazione che riporti oltre alla ragione sociale
dell’Associazione ed al nome del Produttore, le informazioni necessarie per la tracciabilità del
prodotto: linea varietale e tecnica colturale adottata dal Coltivatore.
Al momento della vendita del tabacco, queste informazioni saranno fornite all’Azienda di
Trasformazione acquirente che provvederà a collegarle al futuro prodotto finito, su richiesta del
Cliente finale.
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Conservazione del tabacco curato
I locali per la conservazione del prodotto in colli devono essere esclusivamente adibiti al tabacco
(almeno nel periodo di permanenza di questo). Ove questo non sia possibile per problemi di
logistica aziendale, devono necessariamente essere definite aree specifiche destinate solo al tabacco,
separate con barriere fisiche dagli altri spazi e materiali. Come barriere possono essere utilizzati
pannelli di legno, mattoni o altri materiali durevoli; film plastici di polietilene possono essere
considerati una soluzione a breve termine purché in perfetto stato di conservazione.
La conservazione del tabacco deve avvenire nel rispetto delle seguenti norme:
-
i locali di conservazione devono essere asciutti e ben arieggiati;
-
deve essere garantita l’igiene e l’assenza di qualsiasi potenziale fonte di contaminazione del
tabacco sia di origine organica (animale o vegetale) che inorganica;
-
nel locale non devono esservi sostanze che possono cedere odore al tabacco (nafta, vernici,
antiparassitari etc.);
-
il tabacco va posto su pedane o tavole di legno;
-
nel caso di formazione di masse, queste non devono essere eccessivamente larghe per rendere
possibile il controllo della temperatura e umidità al loro interno;
-
il tabacco deve essere separato per corona fogliare per facilitare il successivo allestimento dei
colli;
-
coprire le masse con teli porosi e mai con materiali impermeabili per evitare condense di
umidità e quindi formazione di muffe.
Riduzione delle nitrosammine
La formazione delle nitrosammine è legata a fenomeni di natura chimica e biologica che avvengono
a partire dalla fase di raccolta delle foglie, con la conseguente morte cellulare, fino al momento in
cui il tabacco viene confezionato in sigaretta o altro prodotto finito.
La pianta del tabacco non contiene nitrosammine ma gli alcaloidi suoi precursori: nicotina,
nornicotina, anabasina e anatabina.
Il livello finale di nitrosammine nel tabacco può dipendere dai seguenti fattori:
- la varietà e la tecnica colturale che influenzano il contenuto iniziale di alcaloidi e nitrati nelle
foglie;
- le condizioni di cura in cui avviene il processo di nitrosazione degli alcaloidi;
- le condizioni di conservazione del tabacco curato, prima e dopo l’allestimento in colli, che
possono incrementare il processo di nitrosazione degli alcaloidi.
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Nei programmi per la riduzione delle nitrosammine si dovranno perciò tenere in considerazione i
seguenti aspetti:
Concimazioni azotate
Un’alta disponibilità di azoto per la pianta può contribuire ad elevare i contenuti di composti azotati
nelle foglie e di conseguenza il contenuto di nitrosammine.
Si dovrà prestare la massima attenzione alle giuste dosi e forma di azoto da apportare alla coltura.
Umidità di conservazione del tabacco dopo l’imballaggio
Per la riduzione delle nitrosammine è di fondamentale importanza la corretta conservazione del
tabacco curato. Prima e dopo l’imballaggio livelli di umidità superiori a quelli massimi riportati
precedentemente e con temperature favorevoli all’avvio dell’attività microbica, possono portare ad
un innalzamento del contenuto di nitrosammine.
Le foglie all’interno dei colli dovranno avere una densità uniforme e mai eccessiva. Inoltre,
dovranno essere adottate le misure necessarie ad evitare qualsiasi fenomeno di innalzamento della
temperatura all’interno dei colli allestiti.
Eliminazione delle sostanze estranee
Per l’ottenimento di un prodotto di alta qualità ed integro è indispensabile porre sempre maggiore
attenzione alle sostanze estranee che possono essere presenti nel tabacco. Le maggiori probabilità
che queste entrino a contatto con il tabacco si verificano nelle diverse fasi del processo produttivo.
Occorre, quindi, mettere in atto azioni volte ad eliminare questo inconveniente.
Alcuni esempi di sostanze estranee possono essere:
- spaghi e legacci vegetali e sintetici;
- germogli e parti di fusto del tabacco;
- parti di altre piante: ramoscelli, foglie, semi
- erbe infestanti;
- terra e sassi;
- piume e materiali vari che possono trovarsi a terra;
-
insetti, piccoli animali, parti di pelle, pelo o setole di animali
- frammenti di vestiario degli operatori, guanti, oggetti personali vari;
- confezioni di cibo, sigarette, bottiglie e bicchieri di plastica.
Inoltre dai locali di cura e dall’allestimento in colli possono derivare:
- frammenti di film plastici, di cartoni, gomma, legno, metallo, cemento;
- olio idraulico delle presse;
- targhette di identificazione, colla, spaghi, reggette, etc.;
22
-
insetti, piccoli animali, parti di pelle, pelo e setole di animali.
Per ovviare a questi inconvenienti è indispensabile:
- prevenire l’introduzione di sostanze estranee durante il processo produttivo;
- individuare e rimuovere le sostanze estranee eventualmente trovate nel tabacco;
- proteggere il prodotto confezionato in colli;
- aumentare la consapevolezza degli operatori riguardo le sostanze estranee;
- usare macchinari, strumenti e strutture che impediscano la presenza di sostanze estranee nel
tabacco;
- eseguire un’appropriata manipolazione del tabacco;
Le più importanti disposizioni da adottare per evitare la presenza di sostanze estranee nel tabacco
confezionato in colli sono:
- identificare e registrare insieme ai Tecnici delle Associazioni i potenziali rischi di
contaminazione presenti nell’Azienda;
- eseguire appropriate tecniche colturali, in particolare nel controllo delle erbe infestanti, nella
cimatura e nel controllo dei germogli;
- prima dell’utilizzo dei macchinari e delle strutture eseguire una pulizia e manutenzione degli
stessi;
- istruire gli operatori per evitare contaminazione da parte di indumenti e oggetti personali:
− usare abbigliamento adeguato senza tasche aperte o pendenti per evitare possibili lacerazioni;
− evitare di portare oggetti personali che possano cadere nel tabacco;
− controllare regolarmente a fine turno di lavoro di non aver smarrito guanti, cappellini, etc.;
− non appoggiare nessun oggetto sopra al tabacco in fase di manipolazione;
- non permettere di mangiare, bere e fumare vicino al tabacco;
- evitare di mettere direttamente nel collo in allestimento il tabacco raccolto da terra senza prima
averlo cernito accuratamente;
- tenere puliti durante la giornata lavorativa i luoghi di lavoro durante le varie operazioni;
- avere contenitori con scritto evidente “sostanze estranee”;
- cartellinare i colli per la tracciabilità del prodotto e quindi poter disporre azioni correttive su una
partita;
- assicurare l’igiene e la pulizia dei magazzini;
- evitare ogni potenziale contaminazione durante il trasporto ai magazzini di vendita.
Per una corretta operazione di sfilatura dovranno essere adottati tutti quegli accorgimenti pratici
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che riducono al massimo il rischio di presenza di sostanze estranee e soprattutto pezzetti di spago
nel tabacco (banchetti con reti forate o griglie, evitare spezzettamenti dello spago, etc.).
Assistenza tecnica
Sarà prestata da personale specializzato delle Associazioni di Produttori.
Il tecnico seguirà il produttore dalla fase di programmazione della campagna tabacchicola fino al
conferimento del prodotto.
In particolare dovrà consigliare e verificare:
- la varietà più idonea da coltivare;
- gli interventi tecnici da adottare per ottenere una piantina di buona qualità;
- la concimazione del suolo;
- le lavorazioni ritenute più idonee alle caratteristiche fisiche del terreno;
- gli eventuali trattamenti fungicidi in funzione anche all’andamento climatico registrato nelle
indispensabili stazioni meteorologiche;
- la popolazione di insetti parassiti e di quelli utili con l’ausilio di opportuni strumenti (trappole a
feromoni, etc.);
- l’effettiva necessità di intervenire, dopo il trapianto, con erbicidi;
- la soglia del danno, consigliando il tipo di prodotto, i tempi e la modalità di distribuzione;
- le norme relative alla sicurezza durante la distribuzione dei fitofarmaci ed il corretto smaltimento
delle confezioni;
- le norme relative allo stoccaggio dei fitofarmaci;
- i tempi di carenza degli agrofarmaci per evitare residui nel tabacco secco;
- le eventuali correzioni al piano di concimazione legate all’andamento stagionale ed allo sviluppo
vegetativo della coltivazione;
- i tempi e i volumi di adacquamento mediante il controllo dell’evapotraspirazione e lo sviluppo
delle piante;
- il momento ottimale delle operazioni di cimatura;
- i tempi di raccolta in funzione del grado di maturazione;
- il programma di cura idoneo alle caratteristiche del tabacco raccolto;
- le modalità di cernita ed allestimento del prodotto;
- l’applicazione dei programmi per evitare la presenza delle sostanze estranee;
- la qualità del prodotto del singolo coltivatore durante il conferimento, al fine di individuare, in
tempo reale, eventuali difetti e, per il futuro, operare quelle scelte tecniche indispensabili alla loro
correzione.
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RIFERIMENTI NORMATIVI
Regolamento (CEE) 2075/92
Regolamento (CE) n° 2075/92 del Consiglio del 30 giugno 1992, relativo all’organizzazione
comune dei mercati nel settore del tabacco greggio, come integrato e modificato dal Regolamento
(CE) n° 1679/2005 del Consiglio del 6 ottobre 2005 e successive modifiche ed integrazioni.
Regolamento (CE) 1782/2003
Regolamento (CE) n° 1782/2003 del Consiglio, del 30 settembre 2003, che stabilisce norme comuni
relative ai regimi di sostegno diretto nell'ambito della politica agricola comune e istituisce taluni
regimi di sostegno a favore degli agricoltori e che modifica i regolamenti (CEE) n° 2019/93, (CE)
n° 1452/2001, (CE) n° 1453/2001, (CE) n° 1454/2001, (CE) n° 1868/94, (CE) n° 1251/1999, (CE)
n° 1254/1999, (CE) n° 1673/2000, (CEE) n° 2358/71 e (CE) n° 2529/2001 e successive modifiche.
Regolamento (CE) 864/2004
Regolamento (CE) n° 864/2004 del Consiglio del 29 aprile 2004, che modifica il Regolamento (CE)
n° 1782/2003 che stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto nell’ambito della
politica agricola comune e istituisce taluni regimi di sostegno a favore degli agricoltori, tenendo
conto dell’adesione all’Unione europea della Repubblica ceca, dell’Estonia, di Cipro, della
Lettonia, della Lituania, dell’Ungheria, di Malta, della Polonia, della Slovenia e della Slovacchia e
successive modifiche ed integrazioni.
Regolamento (CE) 795/2004
Regolamento (CE) n° 795/2004 della Commissione, del 21 aprile 2004, recante modalità di
applicazione del regime di pagamento unico di cui al Regolamento (CE) n° 1782/2003 del
Consiglio, che stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto nell'ambito della
politica agricola comune e istituisce taluni regimi di sostegno a favore degli agricoltori, come
integrato e modificato dal regolamento (CE) n° 2183/2005 della Commissione del 22 dicembre
2005 e successive modifiche ed integrazioni.
Regolamento (CE) 796/2004
Regolamento (CE) n° 796/2004 della Commissione, del 21 aprile 2004, recante modalità di
applicazione della condizionalità, della modulazione e del sistema integrato di gestione e di
controllo di cui al Regolamento (CE) n° 1782/2003 del Consiglio, che stabilisce norme comuni
relative ai regimi di sostegno diretto nell'ambito della politica agricola comune e istituisce taluni
regimi di sostegno a favore degli agricoltori, come integrato e modificato dal regolamento (CE) n°
2184/2005 della Commissione del 22 dicembre 2005 e successive modifiche ed integrazioni.
Regolamento (CE) 1973/2004
Regolamento (CE) n° 1973/2004 della Commissione, del 29 ottobre 2004, recante modalità di
applicazione del Regolamento (CE) n° 1782/2003 del Consiglio, per quanto riguarda i regimi di
sostegno di cui ai titoli IV e IV bis di detto regolamento e l’uso di superfici ritirate dalla produzione
allo scopo di ottenere materie prime, come integrato e modificato dal regolamento (CE) n°
2182/2005 della Commissione del 22 dicembre 2005 e successive modifiche ed integrazioni.
D.Lgs. 27 maggio 2005, n° 102
Decreto Legislativo n° 102, del 27 maggio 2005, recante norme sulla regolazione dei mercati
agroalimentari e successive modifiche ed integrazioni.
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D.M. 29 luglio 2005, n° 790/G-1
Decreto Ministeriale n° 790/G-1, del 29 luglio 2005, recante disposizioni per l’attuazione della
riforma della politica agricola comune nel settore del tabacco per quanto riguarda il premio
disaccoppiato e la fissazione dei tassi di disaccoppiamento in Italia.
D.M. 30 gennaio 2006, n° D/63
Decreto Ministeriale n° D/63, del 30 gennaio 2006, recante disposizioni per l’attuazione della
riforma della politica agricola comune nel settore del tabacco per quanto riguarda l’aiuto accoppiato
in Italia.
Circolare AGEA ACIU 187 - 2006
Circolare AGEA ACIU 187 – 2006, del 21 febbraio 2006, applicativa del Decreto Ministeriale n°
D/63, sulle disposizioni per l’attuazione della riforma della politica agricola comune nel settore del
tabacco per quanto riguarda l’aiuto accoppiato in Italia.
Legge 25 novembre 1971, n° 1096
e successivi atti di modifica e di integrazione, relativa alla disciplina dell’attività sementiera.
D.M. del 14/10/2002, D.M. del 14/10/2003, D.M. del 7/3/2005, D.M. del 30/09/2005, D.M. del
02/01/2006
relativi all’iscrizione di varietà di tabacco al Registro Nazionale delle Varietà Vegetali.
D.P.R. n° 290 del 23/04/2001
Regolamento di semplificazione dei procedimenti di autorizzazione alla immissione in commercio e
alla vendita di prodotti fitosanitari e relativi coadiuvanti.
D.M. 27 agosto 2004
e successive modificazioni, sui limiti massimi per residui di sostanze attive di fitosanitari in prodotti
destinati all’alimentazione, tabacco compreso.
D.Lgs. 19 settembre 1994, n° 626
Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE,
90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori
sul luogo di lavoro e successive modifiche ed integrazioni.
D.Lgs. 5 febbraio 1997, n° 22
Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi, 94/62/CE sugli
imballaggi e sui rifiuti di imballaggi e successive modifiche ed integrazioni.
26
Tabella 1. Elenco delle varietà consigliate e loro caratteristiche.
Attitudine nei riguardi delle principali fitopatie (**)
Ciclo
Predisposizione
Varietà
vegetativo
alla raccolta
Resistenza
Tolleranza
Sensibilità
(*)
meccanica
Kentucky
171
P
PVY
171 x 104
M
PVY
171 x madole
T
PVY
Foiano
M,P
PVY
Nostr. Benev.
M
PVY
(*) T: tardivo; M: medio; P: precoce
(**) TMV (Tobacco mosaic virus), CMV (Cucumber mosaic virus), PVY (Potato virus Y), Marciume
radicale (Chalara elegans), Peronospora (Peronospora tabacina), Nematodi (Meloidogyne spp.)
27
Tabella 2. Principi attivi consigliati per la coltura del Tabacco
Principio Attivo
Nome Commerciale (% p.a.)
Classe
Toss.
(*)
Avversità/Malattia
TELONE 97 (97%)
RUGBY 200 CS (22.2%)
NEMACUR G (4.8%)
NEMACUR 240 (23.1%)
Xn
Xn
Xn
Xn
Nematodi
Nematodi
Nematodi
Nematodi
EPIK (20%)
Mcp
CONTEST (14.5%)
Xi
ONCOL 5 G (4.7%)
BRIGATA Flo (2%)
DURSBAN GRANULARE (7.5%)
DURSBAN (44.6%)
PYRINEX QUICK (22.6%+0.54%)
BAYTEROID EW (5%)
DECIS JET (1.6%)
REGENT G (2%)
CONFIDOR 200 SL (17.8%)
CONFIDOR SUPRA (7.1% + 2.4%)
KARATE X (2.5%)
Mcp
Mcp
Mcp
Xn
Mcp
Mcp
Xi
Mcp
Mcp
Mcp
Xi
MESUROL N ESCA (1%)
Mcp
PIRIMOR 17,5 (17.5%)
PLENUM 50 WG (50)
FORCE (0.5%)
ACTARA 25 WG (25%)
Mcp
Mcp
Xi
Mcp
Afidi (Myzus persicae),
Pulce (Epitrix spp.)
Afidi (Myzus persicae),
Pulce (Epitrix spp.)
Insetti terricoli
Nottue, Pulce, Afidi
Elateridi (Agriotes spp.)
Insetti terricoli
Elateridi , Nottue, Pulce, Afidi
Nottue (Agrotis spp.), Pulce
Nottue, Pulce, Afidi
Insetti terricoli
Afidi, Pulce
Afidi, Pulce
Nottue, Pulce
Lumache (Helix spp. e Limax spp.),
Grillotalpa (Grillotalpa grillotalpa)
Afidi
Afidi
Insetti terricoli
Afidi, Pulce
BION MX (4% + 40%)
Xi
Peronospora (Peronospora tabacina)
GALBEN M 8-65 (8% + 65%)
CIMOX 25 WP (25%)
Xi
Mcp
Peronospora
Peronospora
R6 TRIPLO (2,5% + 32.5% + 25%)
Xi
Peronospora
CURZATE M (4% + 40%)
SCLEROSAN 50 (47.5%)
ELICIO (4.4%+66.7%)
RIDOMIL Gold 480 EC (46.2%)
RIDOMIL GOLD MZ (4% + 64%)
TOPAS 10 EC (10.2%)
SUMISCLEX (50%)
Mcp
Xi
Xn
Mcp
Mcp
Mcp
PREVICUR (66.5%)
Mcp
PREVICUR Energy (47.2%+27.6%)
Mcp
CHALLENGE (49%)
BONALAN (19.2%)
STRATOS ULTRA (10,9%)
COMMAND 36 CS (31.4%)
TRAMAT FLO (44.6%)
WHIP S (6.8%)
FUSILADE MAX (13.4%)
Xi
Xi
Xi
Xi
Mcp
Xi
Mcp
Nematocidi
1,3-Dicloropropene
Cadusafos
Fenamiphos
Fenamiphos
Insetticidi
Acetamiprid
Alphacypermethrin
Benfuracarb
Bifenthrin
Chlorpyrifos
Chlorpyrifos
Chlorpyrifos + Deltametrina
Cyfluthrin
Deltamethrin
Fipronil
Imidacloprid
Imidacloprid + Cyfluthrin
Lambda-cyhalothrin
Methiocarb
Pirimicarb
Pymetrozine
Tefluthrin
Thiamethoxam
Anticrittogamici
Acibenzolar-s-methyl +
Metalaxil-m
Benalaxyl+Mancozeb
Cymoxanil
Cymoxanil + fosetilalluminio + mancozeb
Cymoxanil + mancozeb
Dicloran
Fenamidone + Fosetyl Al
Metalaxil-M
Metalaxil-M + mancozeb
Penconazole
Procimidone
Propamocarb
Propamocarb + Fosetyl Al
Peronospora
Marciumi radicali
Peronospora
Peronospora
Peronospora
Oidio (Erysiphe cichoracearum)
Alternaria
Marciumi radicali in semenzaio
(Rhizoctonia solani, Chalara
elegans, Pythium spp)
Marciumi radicali in semenzaio
(Rhizoctonia solani, Chalara
elegans, Pythium spp)
Erbicidi
Aclonifen
Benfluralin
Cicloxidim
Clomazone
Ethofumesate
Fenoxaprop-p-ethyl
Fluazifop-p-butyl
Piante infestanti
Piante infestanti
Piante infestanti graminacee
Piante infestanti
Piante infestanti
Piante infestanti graminacee
Piante infestanti graminacee
28
Glyphosate
Napropamide
Oxadiazon
Pendimethalin
Propaquizafop
Quizalofop-etile-isomero-d
ROUNDUP BIOFLOW (31%)
DEVRINOL F (41.9%)
RONSTAR FL (34.1%) e G. (2%)
STOMP 330 E (31.7%)
AGIL (9.7%)
TARGA FLO (4.9%)
Mcp
Mcp
Mcp
Xi
Xi
Xi
Piante infestanti in assenza di coltura
Piante infestanti
Piante infestanti
Piante infestanti
Piante infestanti graminacee
Piante infestanti graminacee
Fitoregolatori
Idrazide Maleica
ROYAL MH 60 G (60%)
Mcp
Fitoregolatore ad azione sistemica
Idrazide Maleica
ROYAL MH (15%)
Mcp
Fitoregolatore ad azione sistemica
N-decanolo
DE-SPROUT N (79%)
Mcp
Fitoregolatore ad azione di contatto
N-decanolo
ROYALTAC N (78.4%)
Xi
Fitoregolatore ad azione di contatto
(*): T+ = Molto tossico; T = Tossico; Xn = Nocivo; Xi = Irritante; Mcp = Manipolare con prudenza.
29
Difesa dalle piante infestanti
Epoca
d’impiego
Piante
infestanti
Principi attivi
Pre-trapianto
Dicotiledoni
e Graminacee
Glifosate
Pre-trapianto
(con
interramento)
Dicotiledoni
e Graminacee
Dicotiledoni
Formulato
commerciale
% di p.a.
nel f.c.
Dose f.c.
(L/ha o
kg/ha)
Classe
Tossic.
(*)
Tempo di
sicurezza
(giorni)
Note
Scegliere le dosi più alte per il controllo delle
infestanti perenni.
31
1,5-6
M.c.p.
n.r.
Napropamide
ROUNDUP e
altri
DEVRINOL F
41,9
2,2-2,5
M.c.p.
n.r.
Benfluralin
BONALAN
19,2
6-8
Xi
n.r.
Aclonifen
CHALLENGE
49
2,0-2,5
Xi
STOMP 330 E
31,7
3-4
Xi
Pendimethalin
e altri
Pre-trapianto
(senza
Dicotiledoni
TRAMAT FLO
Ethofumesate
44,6
1,5-2
M.c.p.
interramento) e Graminacee
e altri
RONSTAR FL
Oxadiazon
34,1
1,5
M.c.p.
e altri
Dicotiledoni
COMMAND
Clomazone
31,4
0,5
Xi
e Graminacee
36 CS
STRATOS
Cicloxidim
10,9
1,5-2,5
Xi
ULTRA
Fenoxaprop-P-etile
WHIP S
6,8
1-1,5
Xi
Post-trapianto
FUSILADE
Graminacee Fluazifop-P-butile
13,3
1-1,5
M.c.p.
MAX
Propaquizafop
AGIL
9,7
1-1,2
Xi
Quizalofop-etile
TARGA
5,3
1-1,5
Xi
isomero D
GOLD
(*): T+ = Molto tossico; T = Tossico; Xn = Nocivo; Xi = Irritante; Mcp = Manipolare con prudenza.
Preferire le dosi più basse nei terreni particolarmente
sabbiosi.
n.r.
n.r.
90
Preferire le dosi più basse nei terreni particolarmente
sabbiosi.
In miscela con pendimethalin per ampliare lo spettro
d’azione.
n.r.
Particolarmente attivo verso Solanum nigrum.
n.r.
Trattamento localizzato sulla fila, al momento del
trapianto su terreno umido.
30
90
60
30
30
Fitoregolatori
Principi attivi
N-decanolo
Idrazide maleica
12-20
12-20
Classe
Tossic.
(*)
M.c.p.
Xi
Tempo di
sicurezza
(giorni)
7
7
12-15
M.c.p.
n.r.
Formulato commerciale
% di p.a.
nel f.c.
L o Kg ha-1
di f.c.
DE-SPROUT N
ROYALTAC N
79
78,4
ROYAL MH
15
Note
È obbligatorio l’impiego di formulazioni inodore
Per le modalità di trattamento si veda quanto riportato
nel testo
(*): T+ = Molto tossico; T = Tossico; Xn = Nocivo; Xi = Irritante; Mcp = Manipolare con prudenza.
30
Difesa dai fitofagi
Avversità
Chiocciole e limacce (Helix
spp., Limax spp);
Grillotalpa
(Gryllotalpa gryllotalpa)
Elateridi (Ferretti) (Agriotes
spp.)
Nematodi
(Melaidogyne spp.)
Principi attivi
Formulato commerciale
% di p.a.
nel f.c.
Dose f.c.
(L/ha o
kg/ha)
Classe
Tossic.
(*)
Tempo di
sicurezza
(giorni)
Methiocarb
MESUROL N ESCA
1
6-10
Mcp
21
Metaldeide
DIVERSI
5
5-10
Mcp
20
Tefluthrin
Chlorpyrifos
Fipronil
Benfuracarb
Fenamiphos
FORCE
DURSBAN GRANULARE
REGENT G
ONCOL 5 G
NEMACUR G
0,5
7,5
2
4,7
4,8
12-15
10-16
5-7,5
10-12
90-100
Xi
Mcp
Mcp
Mcp
Xn
n.r.
60
n.r.
n.r.
80
Fenamiphos
NEMACUR 240 CS
23,1
25
Xn
80
1,3 Dicloropropene
TELONE 97
97
100-190
Xn
n.r.
0,2
1,2
0,8
0,3
0,5
1,5-2
0,4-0,5
0,2
0,25
Mcp
Mcp
Xi
Mcp
Mcp
Mcp
Mcp
Mcp
Mcp
14
14
3
n.r
14
14
14
14
14
Thiamethoxam
ACTARA 25 WG
25
Imidacloprid + cyfluthrin
CONFIDOR SUPRA
7,1 + 2,4
Deltamethrin
DECIS JET
1,6
Cyfluthrin
BAYTEROID EW
5
Imidacloprid
CONFIDOR 200 SL
17,8
Pirimicarb
PIRIMOR 17,5
17,5
Afidi o Pidocchi verdi
Pymetrozine
PLENUM 50 WG
50
(Myzus persicae,
Macrosiphe euphorbiae)
Thiamethoxam
ACTARA 25 WG
25
Acetamiprid
EPIK
20
(*): T+ = Molto tossico; T = Tossico; Xn = Nocivo; Xi = Irritante; Mcp = Manipolare con prudenza.
Pulce del tabacco
(Epitrix hirtipennis)
Note
Distribuire le esche preferibilmente
dopo pioggia o irrigazione.
Le dosi
si riferiscono alla
distribuzione localizzata sulla fila.
Le
dosi
si
riferiscono
alla
distribuzione localizzata (banda di 30
cm) sulla fila.
Eseguire il trattamento almeno 30 gg.
prima del trapianto.
Eseguire i trattamenti preferibilmente
al mattino, quando l’insetto ha minor
mobilità, avendo cura di bagnare
abbondantemente la vegetazione.
31
Difesa dalle crittogame
Avversità
Principi attivi
Formulato
commerciale
% di p.a.
nel f.c.
Marciumi delle radici in
Metalaxil-M + Mancozeb
RIDOMIL GOLD MZ
4 + 65
semenzaio
Propamocarb
PREVICUR
66,5
(Rhizoctonia solani,
Pythium spp., Chalara
Acibenzolar-s-methyl + Metalaxil-M
BION MX
4 + 40
elegans)
Fenamidone + Fosetyl Al
ELICIO
4,4 + 66,7
Metalaxil-M + Mancozeb
RIDOMIL GOLD MZ
4 + 65
Peronospora o Muffa
Cymoxanil
CIMOX 25 WP
25
blu
(Peronospora tabacina) Acibenzolar-s-methyl + Metalaxil-M
BION MX
4 + 40
Benalaxyl + mancozeb
GALBEN M 8-65
8 + 65
Oidio o Mal bianco
(Erysiphe
Penconazole
TOPAS 10 EC
10,2
cichoracearum)
Avvizzimento
(Fusarium oxysporum f.
sp. Nicotianae
Verticilium dahliae)
Mal del colletto o
Rizoctonia
(Rhizoctonia solani)
Maculature batteriche
(Pseudomonas spp.)
Tumori radicali
(Agrobacterium
tumefaciens)
Virosi
Dose f.c.
(L/ha o
kg/ha)
1-1,5
8-12 ml m-2
in 4-5 L
0,25-0,30
0,25-0,30
1-1,5
80-90 g hl-1
0,25-0,30
1-1,5
Classe
Tossicol.
(*)
M.c.p.
Tempo di
sicurezza
(giorni)
28
M.c.p.
20
Xi
Xi
M.c.p.
M.c.p.
Xi
Xi
7
30
28
10
7
28
0,25
M.c.p.
14
Note
Nei semenzai tradizionali (su
terreno) è consigliabile sia
dazomet che metam-sodio
Preferire varietà tolleranti.
Adottare opportune rotazioni
colturali.
Evitare ristagni di umidità.
Come per l’avvizzimento da
Fusarium e Verticillium.
Adottare opportune rotazioni
colturali.
Preferire le varietà resistenti.
Eseguire un buon controllo
degli insetti vettori (afidi) e
delle infestanti che possono
costituire ospiti intermedi di
virus e vettori.
(*): T+ = Molto tossico; T = Tossico; Xn = Nocivo; Xi = Irritante; Mcp = Manipolare con prudenza.
32
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PDF: Disciplinare di Produzione Tabacco Kentucky