NF 396 76 Software di progettazione e involucro Massimo Rossetti, Università Iuav di Venezia, Emilio Antoniol, Università Iuav di Venezia BIM, Building Information Modeling Un sistema di progettazione integrata dell’edificio. La gestione parametrica e intelligente dell’involucro edilizio nell’esperienza di Permasteelisa Group. Intervista all’ing. Christian Florian, 3D Standardization Team Coordinator di Permasteelisa Group. Il termine BIM, acronimo di Building Information Modeling, ha avuto ampia diffusione a partire dal 2000 benché esso, nella forma del Building Product Models, fosse noto già dagli anni ’70 grazie al lavoro di Charles M. Eastman che lo definiva come “una rappresentazione digitale del processo costruttivo che facilita lo scambio e l’interoperabilità delle informazioni in formato digitale”1. In tale definizione sono contenuti i fondamenti del BIM che possiamo individuare nell’interoperabilità dei dati e nel concetto di “formato digitale”, ossia nella possibilità di gestire l’intero ciclo di vita di un edificio attraverso un modello virtuale. Tra le varie definizioni, una delle più complete risulta essere quella proposta dallo standard americano NBIMS (National Building Information Model Standard) che riporta: “il BIM è un modo radicalmente diverso di creare, usare e condividere i dati di un edificio durante il suo ciclo di vita. […] La sua potenzialità complessiva può essere rappresentata da tre configurazioni del BIM: BIM come prodotto o rappresentazione digitale intelligente, BIM come processo di collaborazione e gestione dei dati in modo aperto e condiviso, BIM come processo di gestione del ciclo di vita di un edificio, dalla sua progettazione fino alla sua dismissione”2. Il BIM non è quindi un semplice modello tridimensionale ma un sistema di progettazione integrata dell’edificio che inizia con la realizzazione di un modello virtuale, in cui ad ogni elemento vengono associate specifiche caratteristiche (geometriche, fisiche, materiche, di costo, ambientali ecc) e prosegue con le fasi di analisi, gestione, organizzazione del cantiere o della manutenzione fino all’eventuale dismissione. L’ottimizzazione di tempi e costi passa attraverso l’interoperabilità dei dati e lo scambio Esempio di verifica della connessione tra involucro e struttura in acciaio in un modello BIM. L’ing. Christian Florian. diretto di informazioni tra i diversi operatori che avviene intervenendo direttamente sul modello il quale, a sua volta, si adatta in modo automatico alle modifiche che vengono apportate ai suoi componenti. Le varie parti costituenti il modello non sono più infatti semplici linee ma “elementi digitali parametrici” editabili tramite apposite piattaforme software. Tra queste, la prima è stata introdotta dalla Graphisoft nel 1986 col nome di ArchiCAD. Oggi esistono decine di software per la progettazione parametrica tra cui si possono citare Autodesk Revit, Vectorworks Architect, Nemetschek Allplan, Solibri, Bentley Architecture, Digital Project e molti altri. Al contempo sussistono ancora numerose difficoltà nella diffusione del BIM dovute spesso all’incompatibilità dei formati che rende difficoltosa la condivisione dei dati. Su questo 77 NF 396 tema è stata recentemente emanata la nuova ISO 16739:2013: “Industry Foundation Classes (IFC) for data sharing in the construction and facility management industries” che fissa i parametri e i formati di scambio dei dati nel campo delle costruzioni, individuando dei protocolli ai quali i software BIM devono sottostare per poter consentire una corretta interoperabilità. Uno degli ambiti in più rapida ascesa è invece quello del cosiddetto Green BIM, ossia l’applicazione dei sistemi parametrici al campo delle costruzioni sostenibili. Secondo il rapporto “Green BIM 2010”3 i software BIM sono stati fino ad ora prevalentemente impiegati nelle nuove costruzioni ma sta emergendo una forte spinta nell’utilizzo degli stessi anche nella riqualificazione energetica e nel monitoraggio degli edifici, soprattutto per quando riguarda la gestione dell’involucro e dei sistemi impiantistici ad esso collegati. Le potenzialità di queste applicazioni sono ancora spesso poco sfruttate e rappresentano, ad oggi, uno dei settori di ricerca di frontiera del BIM. Sull’utilizzo dei sistemi BIM nel settore dell’involucro architettonico abbiamo parlato con l’ing. Christian Florian, 3D Standardization Team Coordinator di Permasteelisa Group, che ci ha illustrato l’esperienza condotta dal Gruppo in occasione di diversi progetti e il loro approccio alla materia. Qual è la vostra concezione dei sistemi BIM e quali settori/ambiti sono gestiti tramite sistemi BIM in azienda? “Dall’esperienza maturata sui progetti di Permasteelisa Group, ciò che posso dire è che, purtroppo, non ho una risposta sintetica - e chiara - a questa domanda. Quando parliamo di BIM, possiamo intendere i software che ci permettono di dialogare e collaborare con tutti gli attori di un progetto ma, al tempo stesso, possiamo anche intendere il processo, regolato dalla documentazione contrattuale. Molto spesso, più semplicemente, ci si limita a considerare il BIM come il modello tridimensionale che risulta da questo processo. Che dire? Queste interpretazioni sono tutte corrette ma, al tempo stesso, incomplete se considerate individualmente; dipende dal contesto e da chi le considera. Per quanto riguarda il BIM in azienda, da qualche anno siamo impegnati per Vista generale, Eight Spruce Street, New York, NY , Gehry Partners, LLP, Crediti immagine ©Lester Ali Photography]. Facciate e serramenti a cura di Permasteelisa Group. incrementare l’integrazione dei servizi e della tecnologia dei software 3D nei nostri processi di offerta, sviluppo e gestione dei progetti. Data la specificità del mercato curtain wall (che richiede strumenti dedicati) e l’orizzontalità delle piattaforme BIM disponibili sul mercato, abbiamo preferito sviluppare una suite proprietaria, in grado di rispondere alle esigenze specifiche del nostro business nonché di razionalizzare tutto il processo produttivo dalla fase iniziale del design fino a quella dell'assistenza postvendita passando per produzione, controllo qualità, logistica e installazione. Il risultato che abbiamo ottenuto è una piattaforma globale e proprietaria che abbiamo denominato "Permasteelisa Moving Forward", e che tutti nel Gruppo chiamiamo PMF. Oggi, PMF è a disposizione di oltre 5000 utenti collocati nelle 50 sedi a livello mondiale, e accompagna un processo innovativo nello sviluppo e nella gestione dei progetti”. Quali sono i punti di forza e i punti deboli di una progettazione BIM? “Dal punto di vista teorico, il BIM fornisce l’indubbio vantaggio, nella fase di offerta di un progetto, di quantificare precisamente - e più rapidamente che in passato - i materiali richiesti per un progetto e di stimare con maggiore accuratezza anche i costi di progettazione, produzione e installazione. Nella fase tecnica, una volta che la commessa è stata acquisita, il BIM idealmente ci fornisce gli strumenti per ottenere un prodotto di altissima qualità ridu- NF 396 ©Lester Ali Photography. ©Andreina Schoeberleina 78 Software di progettazione e involucro Dettaglio della facciata, Eight Spruce Street, New York, NY , Gehry Partners, LLP Novartis Campus, Basilea, Gehry Partners. Facciate e serramenti a cura di Josef Gartner/Permasteelisa Group cendo al minimo il numero delle criticità, sempre presenti in un progetto. Pensiamo che, ad esempio, attraverso un opportuno scambio di modelli BIM, e’ possibile effettuare un’analisi delle interferenze tra involucro architettonico e struttura, così da anticipare e risolvere problemi che altrimenti risulterebbero evidenti solo in fase di installazione. Per contro, l’utilizzo del BIM richiede che la organizzazione si adatti in qualche modo al BIM stesso, e, se mi è concesso il termine, diventi “BIM-centrica”. Questa è stata una delle motivazioni che hanno spinto Permasteelisa a sviluppare internamente il proprio sistema proprietario: così facendo, infatti, il change management necessario ad ottenere il massimo dal BIM è stato sviluppato parallelamente al sistema stesso, così da ottimizzare la transizione e l’allineamento delle funzioni allo strumento e viceversa”. Riferimenti bibliografici Il BIM si pone come un sistema di interscambio e condivisione. Quali sono i principali fattori che attualmente limitano l’interoperabilità nei software BIM e quali passi avanti potrebbero essere compiuti verso una completa interoperabilità? “Bella domanda! Il problema è piuttosto datato; dieci anni fa si sentiva già parlare di sistemi BIM e uno dei principali problemi - fra molti altri a quel tempo - era proprio l’interoperabilità. Posso dire, per esperienza, che la situazione è migliorata: molti programmi, oggi, possono leggere formati nativi di altre applicazioni. Parliamo però di uno scambio finalizzato al coordinamento e alla verifica dei modelli 3D di un progetto. Il prossimo passo, per quanto riguarda l’interoperabilità, potrebbe consistere, > - Bergin M., A Brief History of Bim, in http://www. archdaily.com/302490/a-brief-history-of-bim/. - Eastam C., Building Product Models: Computer Environments Supporting Design and Construction, CRC Press, 1999. - Lo Prete M., A colloquio con Riccardo Balbo, Modulo n. 373, pag. 188-192. - National Building Information Modeling Standard™, National Institute of Building Sciences, 2007. - Zacchei V., Building Information Modeling. Nuove tecnologie per l’evoluzione della progettazione– costruzione, Aracne, Roma, 2010. non solo nel leggere, ma anche nel modificare e salvare file nei loro formati nativi su qualsiasi piattaforma software. Stiamo però parlando di una sorta di rivoluzione dove il concetto di file nativo verrebbe a perdere il proprio significato”. Il BIM dovrebbe porsi anche come strumento di controllo dei costi finali attraverso una miglior gestione delle risorse, dei tempi e delle operazioni legate al progetto. È effettivamente così o esistono ancora ostacoli a questo tipo di ottimizzazione? “L’esperienza formata nel recente passato è in linea con questa affermazione ma devo anche dire che il BIM, per quanto riguarda il mondo del curtain wall, è qualcosa di nuovo. Di conseguenza, siamo convinti che esistano margini di miglioramento, e che questi siano direttamente proporzionali al livello di integrazione che il sistema BIM riesce a raggiungere in tutte le fasi della commessa. Crediamo che questo costituisca una grande opportunità, di cui vedremo i frutti nel prossimo futuro”. Attualmente, uno dei settori di maggior sviluppo è il cosiddetto “Green BIM”, ossia l’applicazione di sistemi BIM al progetto, alla verifica 79 NF 396 ©Brad P. tori esterni, invece, sono abitualmente definiti dalla documentazione contrattuale. I software più diffusi che abbiamo visto utilizzati da main contractors e architetti sono, in fase di offerta o studio iniziale, Autodesk Revit, Rhinoceros (con e senza Grasshopper) e Dassault Catia o Digital Project. Nella fase tecnica di un progetto, oltre ai software sopra citati, Navisworks è una piattaforma molto spesso utilizzata per mescolare insieme i modelli provenienti dai vari sub-contractors coinvolti nella realizzazione”. Novartis Campus, Basilea, Gehry Partners, e alla certificazione di edifici eco-sostenibili. Secondo la vostra esperienza aziendale la progettazione BIM può davvero contribuire alla realizzazione di “edifici ad energia quasi zero”? "E' difficile dare una risposta esaustiva a questa domanda. L’involucro architettonico, su cui agisce Permasteelisa Group, può contribuire in modo significativo a far si che il bilancio energetico di un edificio sia positivo. Sfortunatamente, la qualità tecnologica e costruttiva dell'involucro non è di per sé conditio sufficiente alla conquista di una certificazione poiché i sistemi preposti tengono in considerazione molti elementi diversi che esulano molto spesso dal perimetro di attività di chi, come Permasteelisa Group, realizza il Curtain Wall." Che competenze sono richieste per operare in ambito BIM? Sono richieste competenze specifiche rispetto a quelle di un progettista o disegnatore che utilizza altre tipologie di software? “Lavorare in ambito BIM significa, innanzi tutto, conoscerne le regole. Queste, purtroppo, possono cambiare da progetto a progetto perchè esistono molti standard BIM e nessuno di questi è riconosciuto, per ora, come riferimento “unico” a livello internazionale. Risulta quindi importante saper leggere e analizzare la documentazione contrattuale relativa al BIM spesso si parla di “BIM execution plan” - ma non solo: bisogna, anche, essere in grado di interpretarla, discuterla con i principali attori del progetto avendo l’obiettivo di concordare strategie dedicate per l’involucro architettonico. Se consideriamo il BIM come software, dico che, per definizione, utilizzare un BIM significa basare il proprio lavoro, per l’intero ciclo di vita di un progetto, su modelli 3D. In ogni caso, sono certo che, per lavorare in ambito BIM, il tecnico che abbia competenze sia nell’utilizzo di sistemi 2D che 3D è un progettista con una marcia in più. Mi sento di aggiungere che la vera differenza nel lavorare con sistemi BIM rispetto ai tradizionali sistemi CAD, siano essi bi o tridimensionali, consiste nel fatto che non ci si limita a considerare la geometria di un progetto ma l’intero insieme di informazioni ad esso relative”. Quali software utilizzate per operare in ambito BIM? “Come detto sopra, Permasteelisa Group utilizza un BIM proprietario per sviluppare e gestire i progetti al proprio interno. I sistemi in uso per lo scambio di informazioni BIM con at- Potete illustrare alcuni esempi di architetture che hanno visto l’utilizzo di sistemi BIM? “Potrei citare l’esperienza del Novartis Campus a Basilea: anche se a quel tempo non si parlava ancora esplicitamente di BIM - parliamo di un progetto svolto tra il 2005 e il 2008 - il contratto imponeva lo scambio di modelli 3D in formato nativo Catia. La facciata doveva seguire il 3D master model architettonico, rispettando ogni eventuale nuova versione ricevuta da Gehry Partners. Negli ultimi anni abbiamo visto incrementare i progetti basati sul BIM; volendo citare un’esperienza più recente, possiamo considerare un altro progetto di Gehry Partners, una torre residenziale alta 256 metri realizzata a New York, Eight Spruce Street. In questo progetto abbiamo collaborato in ambito BIM con i sub-contractors che si occupavano dei solai definendo, in dettaglio, la pianta di ciascun solaio in cemento in modo da permettere il corretto ancoraggio della facciata alla struttura”. Nota: "Si ringrazia Permasteelisa Group per le immagini concesse. Christian Florian ringrazia Stephen Green, di Permasteelisa North America, per il continuo confronto sul BIM da cui nascono alcune delle risposte di questa intervista". 1 Eastam C., Building Product Models: Computer Environments Supporting Design and Construction, CRC Press, 1999. 2National Building Information Modeling Standard™, National Institute of Building Sciences, 2007. 3Green BIM. How Building Information Modeling is contributing to green design and construction, McGraw-Hill Construction, 2010.