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ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE “R. FUCINI”
GROSSETO, Via Aurelio Saffi, 15
Tel. 0564/411011 - fax 0564/414820
Piano Offerta Formativa
A.S. 2012/2013
INDICE GENERALE
1. L’Istituto Tecnico
Commerciale
“R. Fucini”
2. L’Istituto ed il suo
territorio
6. Gruppi di lavoro
3. Piano dell'Offerta
Formativa
4.1 L’Istituto e la sua
struttura
8. Recupero e
sostegno
7. Criteri generali per la
misurazione degli
8.1 Recupero debito
apprendimenti
formativo
7.1 Tipi di verifiche
7.2 La valutazione
12. Progetto
orientamento
4. Il profilo professionale 5. Finalità e obiettivi
in uscita
educativi generali
13. Progetto stages
9. Attività di
complemento
10. Attività
extracurricolari
11.1 Visite di
istruzione e aziendali
11.2 Educazione alla
10.1 Attività
salute e stradale
extracurricolari facoltative
11.3 Area di progetto
14. Corso antimeridiano
15. Corso serale
indirizzo I.G.E.A.
Progetto SIRIO
12.1 Orientamento in
entrata
14.1 Classe I nuovo
ordinamento
12.2 Orientamento in
itinere
14.2 Classe seconda
12.3 Orientamento in
uscita
16. Le strutture
dell’Istituto
11. Attività integrative
14.3 Triennio
17. I servizi
amministrativi
18. Regolamento interno
19. Statuto degli
studenti e successive
modifiche
18.1 Normativa
ministeriale sulla
valutazione della condotta 19.1 Patto educativo di
corresponsabilità
18.2 Criteri adottati
dall’Istituto per la
valutazione della condotta
2
1. L’Istituto Tecnico Commerciale " R. Fucini”
L’Istituto Tecnico Commerciale “R. Fucini” ha ottenuto il riconoscimento legale con
D.M. del 01.09.1995 e la parità con D.M. del 25.10.2001 a decorrere dall’A.S. 2001/2002 ed è
l’unico I.T.C. paritario della provincia di Grosseto prima dell’entrata in vigore della riforma
Gelmini.
Nel corso degli anni gli obiettivi prefissati sono stati rinnovati, i traguardi raggiunti sono
stati superati e l’offerta formativa è stata adeguata alla domanda presente sul territorio, sempre
sulla base della tutela, della salvaguardia e di una formazione di qualità degli studenti.
Il percorso dell’Istituto, denominato in base al vecchio ordinamento “Tecnico
Commerciale con indirizzo giuridico economico aziendale” (IGEA) e convertito in base
all’attuale riforma Gelmini in “Istituto Economico con indirizzo Amministrazione, Finanza e
Marketing”, si articola in un’area di istruzione generale comune agli altri istituti tecnici previsti
dal sistema scolastico nazionale e in un’area di indirizzo di amministraione, finanza e marketing
per la classe I (nel rispetto della riforma) e giuridico economico e aziendale per le altre classi.
L’area di istruzione generale mantiene, con la riforma, l’obiettivo che il nostro Istituto già
si prefiggeva in precedenza: formire ai giovani la preparazione di base acquisita attraverso il
rafforzamento e lo sviluppo degli assi culturali che caratterizzano l’obbligo di istruzione (asse dei
linguaggi, matematico, scientifico-tecnologico, storico-sociale). Il profilo del percorso di settore
si caratterizza attualmente, in attesa che la riforma coinvolga tutte le classi, per la cultura tecnicoeconomica riferita ad ampie aree quali l’economia, l’amministrazione delle imprese, la finanza,
l’economia sociale e la geopolitica.
Dall’anno scolastico 2003/04 è attivo per l’Istituto Tecnico Commerciale il progetto Sirio, per
studenti lavoratori di classe V, funzionante in orario serale, che permetterà il conseguimento del
diploma di ragioniere perito commerciale.
Tale corso accoglie l’invito dell’U.E. che ha posto l’elevamento dei livelli di scolarità e
l’educazione degli adulti, anche extracomunitari, al centro della politica educativa attuale. In
particolare le direttive dell’Unione Europea rispondono alla necessità di:

organizzare nuove forme di intervento recupero delle carenze nella formazione di base

riconvertire professionalmente i lavoratori per favorire la mobilità

formare, in modo permanente, in funzione dei profondi e rapidi mutamenti della società
una figura che bene possa inserirsi o ricollocarsi nel mondo del lavoro
Anche il Ministero della Pubblica Istruzione ha favorito nel corso degli ultimi anni percorsi e
metodologie didattiche rivolte in particolare agli studenti adulti, istituendo proprio il Progetto
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SIRIO che si articola, attualmente, in quattro indirizzi- Commerciale, industriale, Geometri e
Turismo.
Il corso serale è un progetto che valorizza l’esperienza di cui siano portatori gli studenti e
risponde all’esigenza di offrire una seconda opportunità di istruzione e di qualifica professionale
aggiornata favorendo negli adulti già inseriti nel mondo del lavoro un percorso di riconversione
culturale e professionale.
Con l’adozione del progetto Sirio, l’Istituto consente a coloro che intendano rientrare nel sistema
scolastico di trovare un’organizzazione idonea che permetta loro di continuare gli impegni extra
scolastici.
Ciò si realizza mediante un numero ridotto di discipline oggetto di studio, ma anche con
l’adozione di una metodologia didattica

dedicata alle esigenze di utenti particolari, quali coloro che intendono rientrare nel
sistema formativo, essendone usciti, talvolta, in tempi lontani.

attenta in modo da consentire l’individuazione di obiettivi naturalmente profondamente
diversi rispetto a quelli che caratterizzano gli allievi ”più tradizionali del mattino”.

flessibile per valorizzare l’esperienza di vita e di lavoro, peculiare di ciascun studente con
l’obiettivo di integrare le conoscenze, le capacità e le competenze, derivanti dai separati
percorsi culturali e professionali.
L'Istituto Tecnico Commerciale "R. Fucini", formato da una sezione completa, e dalla classe V
del Progetto Sirio, convive in perfetta simbiosi e comunità di intenti con il Liceo Linguistico "W.
Blake", nei locali di Via Saffi, 15, sempre nella città di Grosseto.
La Chiron School SCD, di cui l’Istituto Tecnico Commerciale fa parte è in possesso della
certificazione di qualità ISO 9001/UNI EN ISO 9001: 2008 relativamente al settore
“Progettazione ed erogazione di servizi: Istruzione, formazione scolastica e formazione
professionale”.
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2. L'Istituto, il suo territorio
Un aspetto significativo dell’attività del nostro Istituto è quello di interagire con i bisogni
del mondo del lavoro e il territorio grossetano. Questo, che si presenta morfologicamente e
climaticamente favorevole, permette un continuo collegamento della nostra scuola con la realtà
socio-economica maremmana. Il nostro Istituto ha avuto modo di incrementare le esperienze
degli studenti, di testarne le capacità, ma anche di far conoscere meglio il “risultato” della nostra
offerta formativa, grazie alle varie attività lavorative possibili nella realtà grossetana.
3. Il Piano dell’Offerta Formativa

PIANO OFFERTA FORMATIVA (P.O.F.).
Il Piano dell’Offerta Formativa qui presentato rende esplicito il percorso formativo della
scuola, la politica e gli aspetti fondamentali su cui la scuola si basa e che ne rappresentano
una sorta di carta di identità dell’Istituto alla quale, sia le famiglie che tutti coloro che sono
direttamente interessati possono far riferimento per conoscere meglio la realtà dell'istituto e
dei servizi erogati. Il POF è, infatti, il momento di sintesi o meglio il progetto che la
comunità di operatori propone agli utenti, famiglie e alunni.

I MOTIVI DEL POF
Il regolamento sull’autonomia delle istituzioni scolastiche prevede che in ogni istituto
venga approntato, con la partecipazione di tutti i componenti, un documento funzionale
denominato POF. Questo Piano permette, sia al dirigente scolastico che ai singoli docenti,
di definire ed illustrare il complesso delle attività didattiche, dei percorsi formativi e dei
vari servizi erogati, in modo da consentire a famiglie, alunni e al territorio di conoscere
tutte le attività formative messe in campo dalla scelta.

I FRUITORI DEL POF
Il POF, si rivolge inoltre alle varie istituzioni che operano sul territorio e che possono
collaborare con la scuola, per sviluppare proficuamente un'ampia offerta formativa.

L’UTILITA' DEL POF
Il significato fondamentale del POF è quello di:
1.
Attuare un insegnamento che ponga l’accento non solo sulle capacità, ma anche sulle
attitudini personali dei singoli allievi allo scopo di limitare al massimo sia la mortalità
scolastica che l’abbandono durante il ciclo scolastico.
5
2.
Esplicitare in modo chiaro quelle che sono le attività dell’Istituto allo scopo di aiutare gli
allievi e le famiglie nell’attuazione di una scelta convinta e consapevole.

L’ESISTENZA E LA SOPRAVVIVENZA DEL POF
L’esistenza del POF è dettata dalla necessità di informare sulle attività della scuola tutte le
famiglie e gli alunni all’atto della loro iscrizione. Il POF dovrà rinnovarsi anno dopo anno,
a seconda delle esigenze degli allievi, delle informazioni tratte dal cambiamento sociale e al
rapporto con il territorio circostante. Importanti rimangono comunque le scelte
fondamentali e le finalità che la scuola, una volta enunciate, deve rispettare ed attuare,
cambiandone anche le modalità se necessario senza alterarne la sostanza.

OBIETTIVI GENERALI DEL POF (Formativi, Educativi, Culturali e specifici)
L’offerta formativa si prefigge, alla fine dei cinque anni canonici, il raggiungimento dei
seguenti obiettivi:

Elevare il livello di educazione e istruzione personale di ciascun alunno, cercando di
favorirne l’orientamento ai fini delle scelte successive.

Contribuire al miglioramento della qualità e del livello delle prestazioni scolastiche, con
l’utilizzo di risorse integrative ed alternative in unione ai metodi didattici.

Aumentare in tutti gli allievi le personali capacità critiche per permettere loro di acquisire
un metodo efficace di studio e di lavoro.

Approfondire le conoscenze generali e rafforzare la sensibilità e il rispetto per l’ambiente

Educare al mantenimento e al miglioramento della salute, a rispettare il proprio corpo e la
propria identità.

Educare alla conoscenza dei diritti e dei doveri in modo da rispettare la legalità.
6
4. Il profilo professionale in uscita
Il percorso del progetto I.G.E.A, che ha sostituito l’indirizzo tradizionale amministrativo,
è stato organizzato in funzione di figure professionali polivalenti in cui si possono coniugare in
modo equilibrato una consistente formazione culturale, buone capacità linguistico-espressive,
logico-interpretative, ed una consapevolezza ampia e sistematica dei processi che caratterizzano
la gestione aziendale sotto il profilo economico, giuridico, organizzativo e contabile.
Il progetto si prefigge di fornire a tale figura di esperto in economia aziendale gli strumenti per
affrontare con metodi appropriati i problemi tecnici, organizzativi e gestionali e per essere
quindi in grado di interpretare il cambiamento continuo in aziende operanti nel settore pubblico e
privato.
Alla luce di tutto ciò, si è strutturato un curricolo che, in linea con le indicazioni espresse dalle
istituzioni scolastiche, ha il fine di formare una persona capace di inserirsi in contesti aziendali
diversi, tutti caratterizzati dalla presenza di fenomeni complessi, dalla sempre più diffusa
automazione, dai frequenti mutamenti tecnici e organizzativi.
Per ottenere la figura professionale delineata l’offerta formativa del quinquennio si è basata sui
seguenti punti cardine:
 L’inserimento nell’area comune del biennio di una materia denominata “Diritto
economia” che supera il concetto di “Educazione civica” ritenuta inadeguata alle attuali
esigenze formative.

L’accorpamento di Ragioneria e Tecnica in un unico insegnamento denominato
“Economia Aziendale” che si sviluppa durante l’intero quinquennio.

L’introduzione dell’insegnamento di una seconda lingua comunitaria che permetta allo
studente di poter operare in modo competente e adeguato anche in strutture che lavorano
con contatti esteri, nonché nel settore turistico.

L’introduzione dell’insegnamento della “Geografia economica” al fine di far acquisire
allo studente conoscenze e competenze sulle moderne possibilità di comunicazione,
trasmissione e accesso alle informazioni, alla cultura e alle innovazioni tecnologiche e
scientifiche del mondo globalizzato.
Il profilo del diplomato nell’indirizzo giuridico economico aziendale è il seguente:

Ha una consistente cultura generale accompagnata da buone capacità linguisticoespressive e logico-intepretative.
 Conosce in modo ampio e sistematico i processi che caratterizzano la gestione aziendale
sotto il profilo economico, giuridico, organizzativo, contabile.

Affronta le differenti e complesse situazioni problematiche sia con un approccio
sistemico, sia con strumenti di analisi quantitativa.
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
Utilizza metodi, strumenti, tecniche contabili ed extra contabili per una corretta
rilevazione dei fenomeni gestionali.

Legge, redige e interpreta ogni significativo documento aziendale.
 Elabora dati e li rappresenta in modo efficace per favorire i diversi processi decisionali.

Sa cogliere gli aspetti organizzativi delle varie funzioni aziendali per adeguarvisi,
controllarli o suggerire modifiche.

Documenta adeguatamente il proprio lavoro.

Sa comunicare efficacemente utilizzando appropriati linguaggi tecnici.
 Effettua scelte e prende decisioni ricercando ed assumendo le informazioni opportune.

Partecipa al lavoro organizzato e individuale o di gruppo accettando ed esercitando il
coordinamento.

Affronta cambiamenti aggiornandosi e ristrutturando le proprie competenze.
4.1 L'Istituto e la sua struttura
Attualmente presso l'Istituto “R. Fucini” sono presenti i seguenti indirizzi:

Giuridico Economico Aziendale per la classe IV e V

Settore commerciale – ragionieri (Progetto SIRIO)
 In osservanza della riforma Gelmini sul riordino degli ordinamenti la classe prima,
seconda e terza del settore economico ambito amministrazione finanza e marketing.
Le attività curricolari seguono il seguente orario ministeriale:
Tabella 1 Biennio comune
BIENNIO
Classe I
Classe II
ITALIANO
4
4
STORIA
2
2
PRIMA LINGUA STRANIERA
3
3
SECONDA LINGUA STRANIERA
3
3
SCIENZE INTEGRATE (FISICA
2
SCIENZE INTEGRATE (CHIMICA)
2
GEOGRAFIA
3
3
MATEMATICA E LABORATORIO
4
4
DIRITTO ED ECONOMIA
2
2
ECONOMIA AZIENDALE
2
2
INFORMATICA
2
2
8
GEOGRAFIA
3
3
EDUCAZIONE FISICA
2
2
TOTALE
32
32
Tabella 2 Amministrazione finanza e marketing
TRIENNIO
Classe III
Classe IV
Classe V
LINGUA E LETTERE ITALIANE
4
3
3
STORIA
2
2
2
PRIMA LINGUA STRANIERA
3
3
3
SECONDA LINGUA STRANIERA
3
3
3
GEOGRAFIA ECONOMICA
3
2
3
MATEMATICA
3
4
3
ECONOMIA AZIENDALE E LABORATORIO
6
10
9
DIRITTO
3
3
3
ECONOMIA POLITICA E SCIENZA FINANZE
3
2
3
INFORMATICA
2
EDUCAZIONE FISICA
2
2
2
TOTALE
34
34
34
Tabella 3 (SIRIO)
Tabella 4 (SIRIO)
TRIENNIO
Classe V
ITALIANO
3
STORIA
2
MATEMATICA
3
LINGUA INGLESE
3
ECONOMIA AZIENDALE
9
DIRITTO
2
ECONOMIA POLITICA
3
25
TOTALE
9
5. Finalità e obiettivi educativi generali
L'offerta formativa si prefigge il raggiungimento, a fine quinquennio, dei seguenti obiettivi:
Obiettivi comportamentali
 Saper riconoscere e praticare la parità dei diritti e dei doveri di uomini e donne;
 saper considerare la diversità di ideologie e di opinioni come occasione di confronto;
 saper riconoscere il diritto alla diversità etnica, religiosa, culturale, razziale;
 saper integrare la presenza del disabile nella comunità scolastica;
 saper cogliere il valore della legalità intesa come rispetto del diritto e quindi saper
rispettare le regole, l'ambiente e gli altri;
 saper valutare e autovalutarsi con senso critico;
 conoscere l'ambiente circostante e sapersi muovere in esso in autonomia;
 sapersi relazionare con il gruppo classe ed i docenti.
Tali obiettivi sono perseguiti attraverso percorsi formativi correlati ai programmi di studio e ai
comportamenti che i docenti adottano nell'espletamento della programmazione didattica.
Obiettivi cognitivi – Biennio
 Sapersi esprimere in modo chiaro e corretto, utilizzando il lessico specifico delle varie
discipline;
 saper comprendere un testo, individuandone i punti fondamentali e saperne esporre i punti
significativi;
 saper cogliere la coerenza all'interno dei procedimenti;
 saper applicare regole e principi;
 saper collegare argomenti della stessa disciplina o di discipline diverse, cogliendone
relazioni semplici;
 saper stabilire connessioni di causa-effetto;
 acquisire un metodo di studio.
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Obiettivi cognitivi – Triennio
 Saper leggere, redigere ed interpretare testi e documenti;
 saper interpretare fatti e fenomeni;
 saper elaborare dati e saperli rappresentare in modo efficace per favorire i processi
decisionali;
 saper documentare adeguatamente il proprio lavoro;
 saper comunicare efficacemente utilizzando appropriati linguaggi tecnici;
 saper analizzare situazioni e rappresentarle con modelli funzionali ai problemi da risolvere;
 saper effettuare scelte e prendere decisioni ricercando ed assumendo le informazioni
opportune.
Questi obiettivi sono perseguiti attraverso la programmazione dei contenuti culturali effettuata a
livello di Collegio dei Docenti e dei singoli Consigli di Classe.
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6. Gruppi di lavoro
I gruppi di lavoro vengono eventualmente formati anno per anno con modalità diverse e
secondo le caratteristiche e le attitudini dei docenti che si succedono nel tempo. Si tiene conto, in
particolare, delle priorità che l’attività scolastica richiede e delle personalità preminenti delle
classi come organo di sviluppo della programmazione, nonché delle esigenze peculiari del
territorio. A tal proposito riportiamo di seguito alcune funzioni ritenute prioritarie.
 contribuire all'elaborazione del Piano dell'Offerta Formativa di Istituto;
 elaborare sistemi di monitoraggio dell'efficienza ed efficacia dell'azione
educativa;
 curare la programmazione curricolare annuale;
Gruppi di lavoro
 proporre criteri di valutazione su tutti i tipi di prove e sull'attribuzione
dei voti;
 proporre attività e i progetti integrativi curricolari e extracurricolari;
 elaborare test di verifica del graduale apprendimento degli alunni
tendenti ad accertare il livello delle conoscenze e delle capacità
maturate.
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7. Criteri generali per la misurazione degli apprendimenti
I criteri generali per la misurazione degli apprendimenti si identificano con verifiche scritte
ed orali variamente strutturare. Queste costituiscono un momento importante della progettazione
didattica perché consentono di misurare le reali prestazioni delle alunne e degli alunni in
relazione agli obiettivi da raggiungere.
Per il singolo insegnante esse hanno lo scopo di:
 assumere informazioni sul processo di insegnamento-apprendimento in corso per orientarlo e
modificarlo secondo le esigenze;
 controllare, durante lo svolgimento dell'attività didattica, l'adeguatezza dei metodi, delle
tecniche e degli strumenti ai fini prestabiliti;
 accertare il raggiungimento degli obiettivi didattici prefissati;
 pervenire ad una classificazione degli alunni;
 attivare interventi di sostegno, di recupero o di approfondimento.
Per il singolo studente le verifiche, il cui esito andrà tempestivamente comunicato, hanno lo
scopo di:
 far acquisire la consapevolezza del suo livello di apprendimento;
 stimolare un ripensamento del lavoro svolto;
 attivare, in caso di prestazioni inadeguate e con l'aiuto dell'insegnante, i correttivi idonei al
recupero.
E’ pertanto indispensabile che esse siano continue e diversificate in base agli obiettivi che si
vogliono indagare. Tali obiettivi, coerentemente con la normativa che regola il nuovo esame di
stato, si intendono distinti in:
 Conoscenza (Sapere) = Contenuti disciplinari.
 Competenze – Capacità (Saper fare) = Abilità a livello operativo e attitudini.
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7.1 Tipi di verifiche
Prove oggettive strutturate e semistrutturate, utili per l'accertamento delle conoscenze:
 domande vero/falso;
 risposte chiuse;
 risposte aperte;
 risposte multiple.
Interrogazioni orali e prove scritte non strutturate, finalizzate all'accertamento di obiettivi
più elevati (analisi, sintesi, elaborazione critica) e al controllo delle capacità espressive:
 temi e relazioni;
 soluzione di problemi;
 saggio breve.
Qualunque sia il tipo di prova, è indispensabile:
 comunicare agli studenti gli obiettivi dell'accertamento;
 avvalersi, quando se ne ravvisi la necessità, di apposite griglie di correzione per ridurre i
margini di discrezionalità e rendere la misurazione il più possibile oggettiva;
 informare gli allievi sui criteri di correzione che saranno di volta in volta adottati.
7.2 La valutazione: Criteri comuni per la formulazione dei giudizi
La valutazione di ogni singolo alunno tiene conto sia della misurazione delle prestazioni
che gli strumenti di verifica fanno registrare (obiettivi cognitivi), sia di ogni altro elemento non
misurabile (obiettivi non cognitivi), al fine di pervenire ad un giudizio consapevole e completo
del lavoro svolto dagli studenti.
Funzioni della valutazione
Serve a individuare, attraverso la somministrazione di test d'ingresso:

il livello di partenza degli alunni;

ad accertare il possesso dei pre-requisiti per lo svolgimento dell'attività didattica relativa
a un determinato anno scolastico;

a predisporre eventuali attività di recupero delle abilità non possedute.
Valutazione diagnostica
Non vengono attribuiti dei voti ed è utile in particolare per le classi prime e terze (inizio del
ciclo). L'individuazione di tre livelli (alto, medio, basso) serve a dare una precisa panoramica
delle conoscenze e abilità possedute nelle materie per le quali è stata effettuata la prova.
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Accerta, attraverso la compilazione di questionari motivazionali e socioculturali, le
caratteristiche e le attitudini degli studenti, utili per la progettazione delle attività scolastiche e
extrascolastiche.
Valutazione formativa
E' finalizzata a cogliere, attraverso l'utilizzo di qualsiasi strumento, informazioni tempestive,
analitiche e continue sul processo di apprendimento. Favorisce l'autovalutazione da parte degli
studenti e fornisce ai docenti indicazioni per attivare eventuali correttivi all'azione didattica o
predisporre interventi di rinforzo/recupero. Non prevede nessuna forma di classificazione del
profitto degli studenti.
Valutazione sommativa
Consente un giudizio sulle conoscenze e abilità acquisite dallo studente in un determinato
periodo di tempo o al termine dell'anno scolastico.
Essa tiene conto sia dei risultati delle prove sommative (prove scritte strutturate e non
strutturate nonché prove orali), sia di altri elementi quali:
 l'impegno
 la partecipazione
 la motivazione
 la progressione rispetto ai livelli di partenza
 la capacità di recupero
 il metodo di studio
 la capacità di lavorare in gruppo
Per dare omogeneità alla misurazione dell'apprendimento, a livello di coordinamento
disciplinare, vengono definiti i saperi minimi richiesti per affrontare la classe successiva e, a
livello generale, verrà adottata una scala di valutazione espressa in decimi e, per le classi
quinte anche in quindicesimi, come da Esame di Stato.
VOTO/GIUDIZIO
L'ALLIEVO E' IN GRADO DI
2/3 NULLO/SCARSO
L'allievo non ha nessuna (o quasi) conoscenza.
4/5 INSUFF./MEDIOCRE
CONOSCERE, ma frammentariamente e/o superficialmente i
contenuti della disciplina.
6 SUFFICIENTE
CONOSCERE in maniera completa ma non approfondita i
contenuti della disciplina.
7 DISCRETO
CONOSCERE e COMPRENDERE quanto appreso.
8 BUONO
CONOSCERE, COMPRENDERE e APPLICARE quanto appreso.
15
9 OTTIMO
CONOSCERE, COMPRENDERE, APPLICARE e
ANALIZZARE quanto appreso.
10 ECCELLENTE
CONOSCERE, COMPRENDERE, APPLICARE, ANALIZZARE;
SINTETIZZARE e VALUTARE quanto appreso.
TABELLA DI CONVERSIONE DEI VOTI
Voti in
decimi
Giudizio Motivato sintetico
Voto in
quindicesimi
Voto in
trentesimi
2/3
NULLO o SCARSO: L'allievo non ha
nessuna conoscenza della materia
2-5
2 - 10
4/5
INSUFFICIENTE – MEDIOCRE:
L'allievo conosce frammentariamente
i contenuti della disciplina
6-9
11 - 19
10
20
11 - 13
21 - 25
6
SUFFICIENTE: L'allievo conosce
completamente ma non in modo
approfondito i contenuti della
disciplina
7
DISCRETO: L'allievo conosce e
comprende quanto appreso
8
BUONO: L'allievo conosce,
comprende e applica quanto appreso
14
26 - 28
>8
OTTIMO: L’allievo conosce,
comprende, applica, analizza, e
sintetizza quanto appreso,
esprimendosi in modo più o meno
critico
15
29 - 30
Le valutazioni delle prove di ogni singolo alunno sono puntualmente comunicate alle
famiglie attraverso due valutazioni intermedie, orientativamente alla metà dei due quadrimestri
e prima dei ricevimenti collettivi dei genitori.
16
8. Recupero e sostegno
Questa duplice attività riveste particolare interesse in ordine al contenimento della
dispersione scolastica (recupero cognitivo e motivazionale) e al potenziamento dell'offerta
formativa (approfondimento). In particolare:
- consente di raggiungere gli obiettivi prefissati per chi non li ha raggiunti;
- permette di approfondire gli argomenti svolti o di analizzarne di nuovi per chi ha
raggiunto gli obiettivi prefissati.
Il recupero viene effettuato:

Recupero in itinire

Classi aperte
In orario curricolare:

Il sistema delle classi aperte, prevede lo svolgimento
contemporaneo di attività di recupero e di attività di
approfondimento con il temporaneo frazionamento
delle classi parallele e la riaggregazione degli studenti
in "gruppi di recupero" e in "gruppi di
approfondimento".

Pausa didattica (per il periodo di tempo stabilito dal
Consiglio di Classe in base alle risultanze degli scrutini
intermedi) durante la quale gli insegnanti non
proseguiranno nello svolgimento del programma, ma
approfondiranno gli argomenti già svolti o li
riproporranno per permettere il recupero agli studenti
In orario extracurriculare:

che hanno manifestato risultati insufficienti.
Su richiesta della famiglia in accordo con gli
insegnanti corsi di recupero individuali per chi
presenta situazioni di particolare disagio.
Nel corso dello svolgimento dell'attività didattica e in orario curricolare vengono attivati anche
interventi di approfondimento cui devono partecipare tutti gli alunni e le alunne della classe secondo
modalità e su temi concordati in ambito di programmazione del Consiglio di Classe.
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8.1. Recupero debito formativo
Il nostro Istituto guarda con particolare attenzione a tutti coloro che, non avendo
raggiunto gli obiettivi prefissati nel corso dell’anno scolastico, sono gravati da uno o più
debiti scolastici. In ottemperanza all’OM n. 92 il Collegio dei docenti delibera le modalità
attraverso le quali sarà consentito agli studenti, nell’arco dell’intero anno scolastico, il
recupero dei debiti, prevedendo criteri e tempi di svolgimento.
9. Attività di complemento
Le attività di complemento prevedono l’attuazione del seguente punto:
o
Interscambio conoscitivo
Allo scopo di allargare la visione spesso ingessata che un singolo ordinamento d’Istituto è in
grado di dare, abbiamo programmato per il corrente anno scolastico 2011/2012 un percorso
comune inerente alle classi I e II dell’Istituto Tecnico Commerciale e del Liceo Linguistico,
per quelle materie contemplate in entrambi gli ordinamenti, approfittando della coesistenza
di due istituti con orientamento diverso in un unico plesso.
10. Attività extracurricolari
In relazione alle possibilità di ampliamento dell'offerta formativa, l’Istituto offre agli
allievi i progetti qui di seguito elencati. Le domande degli allievi verranno vagliate dal
Consiglio di Classe.
Progetto PET – Preliminary English Test
L’Istituto Tecnico Commerciale “R. Fucini” offre ai suoi studenti del triennio
l’opportunità di sostenere, in base al livello di conoscenza acquisito nell’arco dell’anno,
l’esame necessario per il conseguimento del TRINITY, del PET (Preliminary English Test) e
del FIRST CERTIFICATE, certificati internazionali rilasciati rispettivamente dal Trinity
College e dalla Cambridge University, corrispondenti ai livelli A1 A2 B1 e B2 (intermedio)
del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue (Strasburgo, 2001). Tali certificati
sono quelli richiesti in ambito europeo per attestare il livello di conoscenza e competenza
della lingua inglese e sono richiesti al cittadino europeo al fine di poter superare le barriere
linguistiche e culturali in un’ottica di mobilità personale e di cooperazione internazionale. La
sufficiente padronanza della lingua inglese, attestata dal certificato PET e più ancora dal
FIRST CERTIFICATE favorisce l’integrazione delle diverse identità culturali all’interno
dell’unione stessa. Tale certificato consente inoltre agli studenti:
18
1)
di ottenere crediti formativi importanti in vista dell’esame di stato dell’ultimo
anno;
2)
di ottenere e capitalizzare 6 crediti formativi universitari spendibili in qualsiasi
corso universitario. E’ infatti noto che ormai da qualche anno a questa parte ogni
facoltà italiana richiede ai propri studenti il superamento dell’esame PET quale
condizione imprescindibile per l’ottenimento della laurea. In altre parole, gli
studenti, qualora ottenessero il certificato PET, si ritroveranno con un esame in
meno da dover sostenere nella loro carriera accademica.
A partire dall’anno scolastico 2006/2007, ed anche per l’anno scolastico 2011/2012, il Piano
dell’Offerta Formativa dell’ITC “R. Fucini” prevede dunque che agli studenti di tutte le
classi venga offerta la possibilità, nell’ambito della disponibilità del 20% del monte orario, di
seguire un numero di lezioni che sarà parte integrante del monte orario curriculare. Tali
lezioni mireranno alla preparazione per il PET, svolta dai docenti di lingua e civiltà inglese
dell’Istituto in collaborazione, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo dell’abilità di
speaking, con i lettori madrelingua. Due terzi circa delle lezioni avranno luogo nel primo
quadrimestre e rientreranno pertanto nella normale programmazione scolastica relativa alla
lingua e civiltà inglese del triennio; così facendo si darà a tutti gli allievi la possibilità di
lavorare alla preparazione dell’esame in questione. Alla fine del primo quadrimestre, tramite
un test scritto e una successiva prova orale, verranno individuati gli studenti che posseggono
i requisiti linguistico-comunicativi minimi richiesti per affrontare l’esame. A costoro verrà
proposto un corso intensivo di 20 ore circa durante il quale gli studenti svilupperanno
ulteriormente e consolideranno quelle conoscenze, capacità e competenze necessarie per il
superamento dell’esame.
Gli studenti potranno sostenere l’esame nel mese di marzo presso la sede del nostro Isituto,
oppure presso un’altra sede sita in Grosseto che l’ente certificatore Cambridge comunicherà
alla scuola e alla quale invierà i loro esaminatori.
La possibilità di ottenere una certificazione riconosciuta a livello europeo sulle competenze
linguistiche sarà estesa dal corrente anno scolastico anche alla lingua francese con il DELF e
alla lingua tedesca con il FIT.
Progetto: Laboratorio di teatro
Anche per l’anno scolastico 2011/2012, il Piano dell’Offerta Formativa dell’ITC “R.
Fucini” prevede che agli studenti di tutte le classi venga offerta la possibilità, nell’ambito
della disponibilità del 20% del monte orario, di seguire un numero di lezioni che sarà parte
integrante del monte orario curriculare, con l’obiettivo di approfondire, con metodi didattici
19
più partecipativi, le conoscenze linguistiche e letterarie degli alunni e di stimolare un
approccio alla letteratura e alla lettura meno scolastico e più spontaneo. Il progetto per il
laboratorio di teatro nasce in primis con la volontà di creare un gruppo di lavoro compatto ed
entusiasta di svolgere con la scuola un’attività che, per una volta, porti i ragazzi a sentirsi
liberi di avanzare proposte ed idee per creare un qualcosa di originale, frutto del loro
impegno e della loro fantasia.
Scelto il tema portante su cui lavorare, sarà fornita ai ragazzi una rosa di testi, poetici,
prosastici e teatrali, insieme a film e apparati iconografici. Sulla base di questo materiale, che
essi avranno il compito di leggere e visionare, dovranno, una volta creata una storia e dato un
volto e un carattere ai personaggi, stendere un vero e proprio copione.
Si è pensato di scegliere come contesto storico l’Italia della seconda guerra mondiale, sia per
far riflettere i ragazzi su un tema purtroppo ancora molto attuale, sia perché tale argomento è
assai pertinente con i programmi di studio, soprattutto per coloro che frequentano l’ultimo
anno.
L’apparato dei testi offre storie ambientate negli ultimi anni della guerra, storie che toccano
gli avvenimenti che segnarono profondamente questi difficili anni: il ventennio fascista, la
dissoluzione dell’esercito dopo l’8 settembre, la resistenza, i campi di concentramento.
I testi scelti sono:

Aspettando Godot;

Uomini e no;

L’Amleto;

La locandiera;

Se questo è un uomo.
I film scelti sono:

Hotel Ruanda;

Il bambino con il pigiama a righe;

Salvate il soldato Rayan.
10.1 Attività extracurricolari facoltative
In relazione alle possibilità di ampliamento dell'offerta formativa, l’Istituto offre agli
allievi i progetti qui di seguito elencati. Le domande degli allievi verranno vagliate dal
Consiglio di Classe.
Nel corso del corrente anno scolastico, l’Istituto ripropone, sulla base della positiva
esperienza degli anni precedenti, la partecipazione ad iniziative di carattere sociale. Lo scopo
è quello di sensibilizzare gli alunni e informarli in merito alle problematiche sociali e
20
condizioni di disagio presenti nel nostro territorio, al fine di favorire negli studenti un
approccio solidale e responsabile verso situazioni di difficoltà presenti nella realtà locale.
Sarà pertanto riproposta la partecipazione alla giornata della colletta alimentare, organizzata
dalla Fondazione Banco Alimentare Onlus. Gli studenti che aderiranno, in qualità di
volontari, inviteranno le persone a donare alimenti non deperibili che saranno poi distribuiti a
persone indigenti attraverso 8.000 enti (mense per i poveri, comunità per minori, banchi di
solidarietà , centri di accoglienza, ecc.) convenzionati con la Rete Banco Alimentare.
L’obiettivo di tale iniziativa è quello di sensibilizzare i ragazzi a compiere gesti di solidarietà
e condivisione dei bisogni di chi è in difficoltà.
Sarà presentato, nuovamente, anche il progetto “Crescere in compagnia” proposto dalla
Società della Salute (ex COESO - Consorzio per la gestione delle politiche sociali) progetto
al quale ad alcuni dei ragazzi più grandi sarà data la possibilità di seguire, in qualità di tutor,
i bambini disagiati della nostra realtà locale. Tale progetto ha lo scopo di sostenere le
famiglie e i ragazzi che si rivolgono ai servizi sociali territoriali per chiedere sostegno nello
svolgimento della funzione genitoriale durante la fase critica dell’adolescenza. Il progetto si
propone l’obiettivo di favorire l’autonomia e la sicurezza dei ragazzi seguiti e aumentare la
capacità di rapportarsi con gli altri singoli o gruppi che siano. Tra le attività previste l’aiuto
nelle problematiche scolastiche, la realizzazione di un laboratorio creativo, colloqui personali
con gli educatori e i tutor, sviluppo di lavori di gruppo e giochi collettivi, attività di sostegno
e orientamento.
L’Istituto si impegna ad aderire, sulla base della partecipazione espressa dagli studenti e del
coinvolgimento degli stessi, alle iniziative proposte da Lega Ambiente, particolarmente in
relazione alla raccolta differenziata, alla tutela della biodiversità, al risparmio energetico e
all’utilizzo di fonti rinnovabili.
Nel periodo di marzo sarà proposta agli studenti frequentanti tutte le classi di corso il
viaggio di istruzione nei luoghi e nei tempi che il Collegio docenti delibererà nel corso
dell’anno.
11. Progetto Attività integrative
II Progetto Attività Integrative rappresenta l'insieme delle attività e degli
approfondimenti curriculari che integrano il lavoro svolto a livello curricolare, perciò
diventano obbligatorie per tutti gli allievi.
Si svolgono durante l'orario didattico. Sono soggetti a verifica e valutazione e riguardano
soprattutto momenti di analisi e riflessione su tematiche che intervengono su temi generali
21
(ad esempio educazione alla legalità, educazione alla diversità, educazione e conoscenza del
proprio corpo) o su argomenti propri delle discipline (approfondimenti in campo letterario,
artistico e linguistico).
In queste attività sono compresi anche i viaggi di istruzione, poiché rappresentano un
momento significativo del percorso didattico.
22
11.1 Visite di istruzione e aziendali
Nel corso dell'anno vengono organizzate visite guidate a musei, biblioteche, Archivio
di Stato, mostre cittadine di particolare interesse per la storia e la cultura della città. Inoltre,
vengono organizzate visite ad Aziende (aeroporto, alberghi, campeggi e agenzie turistiche) al
fine di fare acquisire informazioni circa i sistemi di gestione pubblica, di organizzazione del
mercato del lavoro, di problematiche aziendali.
11.2 Educazione alla salute e stradale
Si tratta di servizi offerti alle classi da Agenzie territoriali (Azienda Sanitaria Locale,
Ser.T., Lega Italiana Lotta contro i Tumori, Consultorio) su problemi di ampio interesse
quali droga, alcolismo, tabagismo. In corso d'anno vengono invitati responsabili della
Motorizzazione Civile per introdurre brevi lezioni di educazione alla sicurezza stradale, con
il compito di stimolare una corretta conoscenza delle norme civiche.
11.3 Area di progetto
È una "simulazione" di esperienza multidisciplinare che, partendo da un problema
pratico il cui interesse sia rilevante per l'indirizzo di studio, propone il coordinamento di
varie discipline al fine di:

Abituare gli studenti ad affrontare un compito reale inerente al loro ambito di
interesse, per individuarne i metodi, le procedure, i linguaggi ed i tempi;

Far cogliere l'unitarietà del sapere, la produttività della divisione del lavoro, il
confronto fra l'istituzione scolastica e la realtà lavorativa.
I docenti cominciano a mettere in pratica tale simulazione dalla classe terza per poi
approfondirla nelle classi successive e presentarla, eventualmente in sede di Esame di Stato.
23
12. Progetto Orientamento
Orientamento in entrata
- Scuola media
- Continuità
- Accoglienza
Orientamento in itinere
- area del sé: conoscenza di sé, processo di scelta
- area altro da sé: scelta indirizzo, conoscenza mondo del lavoro. Università, stages e
visite
Orientamento in uscita
- mondo del lavoro: visite, incontri
- Università: sportello, visite, conferenze
12.1 Orientamento in entrata
Con l'espressione "orientamento in entrata" si intende il complesso di iniziative atte a
favorire l'ingresso di nuovi alunni nell’Istituto Tecnico Commerciale “R. Fucini”.
Si tratta di incontri con docenti e studenti delle Scuole Medie del territorio, durante i quali
viene illustrato il Piano dell'Offerta Formativa dell'Istituto, le caratteristiche dei corsi, la
figura professionale del Ragioniere.
Il termine "continuità" indica le iniziative volte ad approfondire la collaborazione con gli
insegnanti della Scuola Media e a rendere graduale l'inserimento dei nuovi alunni
nell'Istituto, mentre l'“accoglienza" prevede iniziative intese a mettere a proprio agio la
nuova utenza nell'istituto e a favorire la socializzazione.
11.2 Orientamento in itinere
Comprende quelle iniziative volte a favorire la conoscenza di se stessi da parte degli
alunni e anche delle proprie attitudini, abilità, aspirazioni che si proiettano oltre la scuola
media superiore.
Prevede le iniziative comprese nell’area del sé, che riguardano la sfera psicologica
dell’alunno, e quelle comprese nell’area dell’altro, che prevedono il relazionamento dello
studente con il mondo del lavoro oppure con l’università. I docenti intervengono nelle classi
per intessere un dialogo che stimoli le capacità introspettive del ragazzo, l’autoanalisi, la
24
presa di coscienza dei propri problemi e delle proprie esigenze con l’aiuto di personale
specializzato. Questo soprattutto nel biennio.
Nel triennio viene privilegiata piuttosto la fase di apertura verso la realtà post-diploma, ossia
il mondo del lavoro, delle università, degli stages, e di tutte quelle attività inerenti l’ingresso
nella vita da adulto. Vengono chiamati esperti per illustrare gli indirizzi universitari, gli
sbocchi professionali e le possibilità di impiego sul territorio.
Allo scopo di creare le condizioni migliori per la conoscenza del funzionamento didattico
della nostra scuola, abbiamo sentito la necessità di prendere contatto con gli studenti esterni
che avranno presentato regolare domanda per sostenere l’Esame di Stato quali candidati
privatisti. Saranno programmati, a partire dal mese di gennaio, incontri con i docenti delle
varie discipline allo scopo di fornire loro tutte le indicazioni necessarie circa i programmi
svolti e indicando loro quanto serve per una corretta impostazione della preparazione.
11.3 Orientamento in uscita: Progetto Università
II Progetto Università si inserisce in un più ampio discorso sul "progetto di scelta" che
ogni studente deve compiere durante il quinto anno. L'obiettivo che ci si pone è di preparare
il diplomando a compiere la sua scelta in base alle proprie potenzialità, considerando risorse
e limiti facenti parte della sua personalità.
Il Progetto Università ha lo scopo di offrire l'opportunità agli studenti del quinto anno di
informarsi e di orientarsi sulle caratteristiche delle facoltà universitarie, sui corsi di laurea e
diplomi universitari.
Il progetto si può sintetizzare nei seguenti punti:
• durante il mese di ottobre viene distribuito un questionario conoscitivo per rilevare le
preferenze nel post-diploma, un questionario sugli interessi professionali per verifìcare la
corrispondenza tra preferenze e interessi, un fac-simile della scheda di preiscrizione
all'università;
• vengono organizzati incontri con rappresentanti delle Università.
Il vantaggio di iniziare l'orientamento universitario fin dal mese di ottobre è duplice: da un
lato consente ai diplomandi di riflettere sulla scelta da compiere per l'intero anno scolastico,
dall'altro il periodo condiziona in misura limitata il normale svolgimento delle lezioni.
25
13. Stages
L'ITC “R.Fucini” organizza gli stages per gli studenti del quarto e quinto anno. Gli
stages si svolgono per un periodo di una settimana durante il corso dell'anno scolastico.
La realizzazione dell'iniziativa coinvolge oltre gli enti promotori, anche le Associazioni di
categoria, le aziende, i professionisti, gli enti pubblici. Lo stage si configura quindi come una
modalità attraverso la quale varie realtà presenti sul territorio comunicano tra loro,
scambiandosi esperienze e in generale confrontandosi. A livello di Consiglio di classe e, più
in generale di Istituto, diventa un momento di verifica dell'attività didattica e di confronto
con la realtà esterna alla scuola. Un'esperienza di lavoro concreta offre allo studente la
possibilità di compiere scelte per il post-diploma più in linea con le proprie capacità e
possibilità. Gli obiettivi dell'alternanza possono sintetizzarsi nei seguenti:
•
Rappresentare l'organizzazione del lavoro, della funzione o del reparto organizzativo;
•
Osservare e descrivere il ruolo professionale a cui fa riferimento;
•
Acquisire o migliorare le abilità trasversali utili in ogni ambiente lavorativo;
•
Orientare alle scelte professionali o più in generale alle scelte post-diploma;
•
Rimotivare allo studio.
26
14. Corso antimeridiano – IGEA
Il quadro orario è impostato sulla base di lezioni di 50 min. per permettere ai numerosi
studenti fuori sede che frequentano il nostro Istituto di raggiungere la scuola e tornare a casa
senza gravi disagi legati principalmente agli orari e alle frequenze delle corse messe a
disposizione dalle aziende di trasporti pubblici. Tuttavia il Collegio docenti in osservanza
della riforma Gelmini in merito al quadro orario e allo svolgimento di ore di lezione di 60
minuti delibera, di non usufruire della riduzione di orario prevista (dal D.M. del maggio
2010) per le materie giuridiche/economiche/aziendali (classe di concorso A019/A017) e di
esercitare l’autonomia e la flessibilità tutelata dalla riforma stessa e di recuperare quindi,
nell’ambito del 20% nel biennio iniziale e nell’ultimo anno e del 30% nel secondo biennio, lo
scarto negativo inserendo nel programma extra-curriculare (come previsto dal punto 10.)
attività didattiche come il corso per il PET, il progetto teatrale, l’area di progetto scientifica e
gruppi sportivi che, per aree disciplinari, permettano nell’arco dell’anno di raggiungere il
monte orario effettivo previsto dalla normativa ministeriale.
1 Italiano – biennio
Obiettivi
Contenuti
Approfondimenti
Modalità e
strumenti di lavoro
Acquisire competenza comunicativa di base. Sviluppare capacità autonoma
di lettura. Analizzare, produrre testi riassuntivi, espositivi e argomentativi.
Distinguere le categorie di errori e gli elementi fondamentali della
morfologia e sintassi.
Recupero abilità grammaticali. Analisi morfologica e della frase complessa.
Analisi di testi letterali di diversi generi: novella - romanzo - testo poetico.
Saranno approfonditi gli argomenti di maggior interesse per gli alunni, in
particolare viene data rilevanza al romanzo storico.
Lezioni frontali. Coinvolgimento degli allievi attraverso discussioni, letture
ed esercizi individuali e di gruppo, esercizi di autocorrezione. Manuale, testi
di vario tipo inerenti alle forme della comunicazione, griglie di analisi
testuale di comprensione, audiovisivi.
2 Storia – biennio
Obiettivi
Contenuti
Approfondimenti
Modalità e
strumenti di lavoro
Esporre in modo chiaro e coerente gli argomenti proposti. Acquisire capacità
di orientarsi nel tempo e nello spazio storici. Riconoscere i rapporti di causa
effetto all'interno di un evento storico. Acquisire i termini fondamentali del
lessico specifico della disciplina.
Dalla preistoria all'età dei Severi (classe prima). Dall'età di Costantino alla
crisi del 1300 (classe seconda).
Alcuni argomenti di maggior interesse per gli alunni.
Lezione frontale, lettura, analisi del libro di testo. Cartine, documenti,
audiovisivi.
3 Dipartimento di lingue – biennio
Obiettivi Didattici
Acquisizione delle abilità di base. Acquisizione della terminologia e del
lessico della lingua. Capacità di interpretare e comprendere diversi tipi di
testi. Acquisizione di competenza operativa a livello produttivo.
Acquisizione di capacità nell'uso corretto degli strumenti.
27
Contenuti
Approfondimenti
Modalità e
strumenti di lavoro
Funzioni, nozioni, espressioni linguistiche tratte dai testi in adozione e da
altri testi di vario tipo riferite a tematiche motivanti per gli studenti,
situazioni comunicative di vita quotidiana, argomenti di attualità occasione
di confronto con la realtà italiana.
Lettura di riviste e visione filmati in lingua. Uso di materiale multimediale.
Preparazione all'esame internazionale P.E.T.
Lezione frontale partecipata. Pair work. Uso regolare di materiale
audiovisivo. Tests, esercitazioni.
4 Scienze naturali
Obiettivi
Contenuti
Approfondimenti
Modalità e
strumenti di lavoro
Conoscere le principali proprietà della materia. Sviluppare capacità di analisi
e sintesi dei fenomeni naturali proposti. Sapere avanzare ipotesi e verificarne
la solidità. Sviluppare capacità di strutturazione logica delle conoscenze
sperimentali. Acquisire un linguaggio scientifico corretto.
Classe prima: conoscenza delle principali proprietà fisiche e chimiche dei
corpi, delle principali leggi della dinamica, della classificazione delle sostanze
e studio delle loro trasformazioni. Temperatura, calore, studio della forza,
equilibrio dei corpi, pressione, moto dei corpi, sostanza semplici e composti,
semplici reazioni chimiche.
Classe seconda: energia, magnetismo, lenti, struttura atomica, reazioni di
ossido-riduzioni, i composti del carbonio, PH, elettrolisi.
Elettromagnetismo, idrocarburi, materie plastiche.
Lezione frontale, lezione riassuntiva, lezione partecipata. Esercitazioni
individuali e di gruppo. Attività pratiche. Esperienze di misura. Costruzioni di
grafici e tabelle
6 Matematica e fisica per la classe prima – Matematica per la classe seconda
Obiettivi
Contenuti
Approfondimenti
Modalità e
strumenti di lavoro
Alla fine del biennio lo studente dovrà essere in grado di: individuare
proprietà invariantive per trasformazioni elementari; conoscere i concetti
fondamentali della geometria piana; utilizzare consapevolmente le tecniche, le
procedure di calcolo studiate e gli strumenti informatici; riconoscere relazioni
e funzioni; sapersi esprimere in modo pertinente e logico; saper organizzare il
proprio lavoro in classe e a casa anche in relazione alle proprie capacità.
Insiemi numeri e calcolo – Relazioni e funzioni; Geometria del piano;
elementi di logica; laboratorio di informatica.
Calcolo numerico e letterale – Funzione lineare; Equazioni di secondo grado.
Lezioni frontali, lezioni partecipate e attività di gruppo. Libro di testo e
lavagna; laboratorio di informatica.
7 Diritto ed Economia Politica - biennio
Obiettivi
Contenuti
Conoscenza degli aspetti fondamentali dei programmi proposti ed
esposizione corretta dei contenuti. Coordinare e correlare le diverse nozioni
in una situazione reale, individuando le corrispondenti fonti normative
(competenze). Adattare ragionamenti corretti ed adeguati alla diversità delle
due discipline.
Diritto - La norma giuridica e l'ordinamento giuridico - soggetti del diritto –
beni - lo Stato italiano e sua evoluzione costituzionale. Analisi della
Costituzione italiana -Gli organi costituzionali - Diritti e doveri dei cittadini Gli Enti locali - l'Unione europea.
Economia - I bisogni economici ed i beni - l'impresa - i settori produttivi ed i
fattori della produzione. La moneta - le Banche - inflazione e disoccupazione
-sviluppo e sottosviluppo - il Commercio internazionale e le principali
organizzazioni internazionali - l'Euro.
28
Approfondimenti
Modalità e
strumenti di lavoro
Diritti umani e circolazione stradale.
Lezioni frontali interattive - Valutazione: verifiche orali e prove strutturate.
Esercitazioni con uso del codice, dei quotidiani, delle riviste specializzate
-Strumenti audiovisivi.
8 Economia aziendale – biennio
Obiettivi
Contenuti
Approfondimenti
Modalità e
strumenti di lavoro
Conoscenze: gli elementi costitutivi dell'azienda. Le caratteristiche della
documentazione in programma tenendo conto della normativa vigente.
Modalità con cui effettuare i calcoli relativi alle operazioni economiche e
finanziarie. - Capacità: individuare i tipi di azienda. Esaminare, interpretare e
utilizzare con proprietà la documentazione studiata.
Gli strumenti operativi per l'economia aziendale. Lo scambio economico e il
suo contesto. L'azienda. Il credito e i relativi calcoli finanziari. I mezzi di
pagamento.
- La normativa. IVA II patrimonio aziendale. - Casi particolari di
fatturazione.
Esercitazioni individuali e di gruppo, lezione frontale, lezione riassuntiva.
Libri di testo, CD-ROM.
9 Informatica
Obiettivi
Contenuti
Approfondimenti
Modalità e strumenti
di lavoro
Conoscere il funzionamento del personal computer. Saper usare il sistema
operativo MS Dos per sommi capi. Sapersi muovere in ambiente Windows.
Usare bene un programma; video scrittura; foglio elettronico.
Organizzare un lavoro d'ufficio organico e autonomo. Gestire un archivio.
Compilare fatture e dépliants illustrativi.
Principali comandi MS DOS e Windows. Scrittura con metodo delle dieci
dita. Corrispondenza commerciale. Lettere circolari con busta ed etichetta.
Compilazione di fatture e tabelle- grafici e Data base.
Inserimento di immagini e disegni in brani e tabelle. Personalizzazione del
lavoro.
Lezioni frontali. Dimostrazione pratica del lavoro d'ufficio. Esecuzione di
esercitazioni di copia e di diteggiatura. Personal Computer e relative
stampanti.
10 Geografia
Obiettivi
Contenuti
Modalità e strumenti
di lavoro
Gli obiettivi didattici possono essere sintetizzati nella capacità di osservare,
descrivere, interpretare i sistemi territoriali esistenti, nel cercare le
spiegazioni attraverso le interazioni operanti tra i vari elementi, in un
linguaggio appropriato, nell'interpretazione critica di carte, grafici,
nell'individuazione dei principali elementi costitutivi di sistemi, nel
confrontare assetti territoriali di spazi diversi.
Rispetto dei programmi ministeriali. Utilizzazione accorta del testo e di
articoli vari.
Lezione frontale e lettura analitica del libro con particolare cura per la
comunicazione orale, la riflessione personale e l'analisi soggettiva. Analisi
di carte geografiche, tematiche, grafici, dati statistici, utilizzazione di
articoli di giornali e riviste.
11 Lettere- triennio
Obiettivi
Conoscenza dei contenuti disciplinari. Capacità di comprensione, analisi,
sintesi, capacità critiche. Uso corretto della lingua e dei linguaggi specifici.
Formazione dell'alunno come persona umana e come cittadino.
Acquisizione delle abilità necessario per l'eventuale prosecuzione degli
29
Contenuti
Approfondimenti
Modalità e strumenti
di lavoro
studi a livello universitario.
ITALIANO Sarà svolto lo studio della storia letteraria per unità didattiche
secondo i programmi ministeriali. Gli argomenti delle unità didattiche
saranno specificate nella programmazione delle singole unità didattiche.
STORIA Lo studio degli argomenti storici previsti dai programmi
ministeriali sarà svolto per unità didattiche. Gli argomenti saranno
specificati nella programmazione delle singole unità didattiche.
Processi storici contemporanei: integrazione europea. Il novecento e la
memoria. La donna nel Novecento.
Conferenze con esperti. Visite guidate. Lezioni frontali. Esercizi per la
verifica e l'approfondimento. Lavoro di gruppo. Discussioni guidate. Libri
di testo. Opere di narrativa italiana e straniera. Giornali. Strumenti
multimediali. Concorsi.
12 Dipartimento di lingue – triennio
Obiettivi didattici
Contenuti
Approfondimenti
Modalità e strumenti
di lavoro
Potenziamento delle abilità di base - Sviluppo delle abilità logiche di analisi
e di sintesi -Capacità di interpretare e comprendere diversi tipi di testi Acquisizione di competenza operativa a livello produttivo - Capacità di
usare e produrre documenti relativi al settore aziendale - Acquisizione e
sviluppo delle capacità di operare in ambiti diversi ed in modo autonomo Acquisizione di contenuti riguardanti nozioni di civiltà.
Presentazione di varie tipologie di testi scritti, orali e sonori (di tipo
aziendale, giuridico, economico, amministrativo, storico, geografico...)
Lettura di riviste - visione filmati in lingua - Uso di materiale multimediale.
Lezione frontale partecipata - Pair work - uso regolare di materiale
audiovisivo Tests, esercitazioni.
13 Matematica - triennio
Obiettivi
Contenuti
Approfondimenti
Modalità e strumenti
di lavoro
Conoscenza delle linee fondamentali degli argomenti trattati dal punto di
vista teorico concettuale e pratico; conoscenza di idonei strumenti di calcolo
e metodi operativi; uso consapevole di tecniche e procedure; espressione
pertinente e logica e conoscenza lessicale terminologica specifica;
riconoscere relazioni e funzioni; matematizzare semplici problemi,
motivando scelte e strumenti; tradurre e rappresentare problemi economici
tramite modelli matematici.
Classe 3°: Progressioni aritmetiche e geometriche, le coniche, logaritmi,
matematica finanziaria.
Classe 4°: Funzioni di una variabile reale, limiti e derivate di funzione,
studio di una funzione, calcolo combinatorio, calcolo delle probabilità,
matematica attuariale.
Classe 5°: riserva matematica, assicurazioni danni, geometria analitica,
retta, parabola, ricerca operativa, problemi di scelta in una variabile
d'azione.
Funzione esponenziale e logaritmica; ammortamenti - Risoluzione di
problemi più complessi in relazione ai vari argomenti - Collegamenti e
relazioni tra i vari temi
Lezioni frontali, lezioni partecipate e attività di gruppo. Libro di testo e
lavagna.
14 Economia aziendale – triennio
Obiettivi
Contenuti
Visione organica della dinamica aziendale. Conoscenza dei metodi degli
strumenti e delle tecniche contabili. Lettura e interpretazione del bilancio.
Comprensione delle diverse funzioni aziendali.
TERZA: Acquisire una generale visione del funzionamento dell'azienda.
Riconoscere la struttura del patrimonio e le correlazioni tra fonti e impieghi.
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Approfondimenti
Modalità e strumenti
di lavoro
Analizzare le operazioni aziendali negli aspetti finanziario ed economico.
Rilevare le operazioni aziendali secondo il metodo P.D. Comprendere il
significato delle principali forme di bilancio.
QUARTA: Individuare ed analizzare le gestioni tipiche aziendali.
Individuare ed applicare le procedure contabili delle gestioni aziendali.
Individuare le principali caratteristiche delle varie forme aziendali.
QUINTA :Riconoscere le fasi e gli aspetti fondamentali della gestione delle
aziende industriali e bancarie con i rispettivi cicli economici, finanziari e
produttivi. Rilevare contabilmente le operazioni di gestione delle suddette
aziende. Redigere il bilancio di esercizio e calcolare il reddito imponibile.
Elaborare e analizzare piani e programmi, budget, bilanci, costi dei processi
produttivi.
Verranno affrontati diversi livelli di approfondimento se il contesto in cui si
svolge l'azione didattica ne suggerirà l'opportunità.
Lettura e commento del testo. Lezione frontale. Lezione riassuntiva
dell'argomento. Lavoro di gruppo. Esercitazione guidata. Libri di testo.
Codice civile. Documenti. Riviste economiche/finanziarie. Dizionario
economico.
15 Geografia economica
Obiettivi
Contenuti
Approfondimenti
Modalità e strumenti
di lavoro
Gli obiettivi didattici possono essere sintetizzati nella capacità di osservare,
descrivere, interpretare i sistemi territoriali esistenti, nel cercare le
spiegazioni attraverso le interazioni operanti tra i vari elementi, in un
linguaggio appropriato, nell'interpretazione critica di carte, grafici,
nell'individuazione dei principali elementi costitutivi di sistemi, nel
confrontare assetti territoriali di spazi diversi.
Rispetto dei programmi ministeriali. Utilizzazione accorta del testo e di
articoli vari.
Gli approfondimenti verteranno con maggiore incidenza sui rapporti ItaliaEuropa, Unità Europea ed Unità Europea con le maggiori entità politiche ed
economiche mondiali.
Lezione frontale e lettura analitica del libro con particolare cura per la
comunicazione orale, la riflessione personale e l'analisi soggettiva. Analisi
di carte geografiche, tematiche, grafici, dati statistici, utilizzazione di
articoli di giornali e riviste.
31
16 Diritto - Economia Politica -Scienza delle finanze
Obiettivi
Contenuti
Approfondimenti
Modalità e strumenti
di lavoro
Conoscenza degli aspetti fondamentali dei programmi proposti ed
esposizione corretta dei contenuti. Coordinare e correlare le diverse nozioni
in una situazione reale, individuando le corrispondenti fonti normative
(competenze). - Adattare ragionamenti corretti ed adeguati alla diversità
delle due discipline.
Principi generali del diritto - soggetti ed oggetto del diritto - diritti reali possesso - obbligazioni - Contratti - il principio di responsabilità. -l'impresa
- l'azienda - le società - le procedure concorsuali - i contratti d'impresa - i
titoli di credito. II cittadino e la Costituzione - il cittadino e la P.A. - il
cittadino e l'amministrazione della giustizia Economia. II sistema
economico - gli operatori economici - la produzione - la domanda - i
mercati - la distribuzione.Gli interventi dello Stato nell'economia - politica
monetaria e fiscale - dinamica del sistema - rapporti internazionali. Politica
della spesa e delle entrate - Politica del Bilancio finanza locale - sistema
tributi.
Saranno individuate tematiche rispondenti agli interessi evidenziati dagli
allievi.
Esercitazioni con uso del codice, dei quotidiani, delle riviste specializzate Strumenti audiovisivi. Lezioni frontali interattive - Valutazione: verifiche
orali e prove strutturate.
17 Educazione fisica
Obiettivi
Contenuti
Modalità e strumenti
di lavoro
Obiettivi educativi: Puntualità e frequenza delle lezioni. Rispetto delle
scadenze. Capacità utilizzazione attrezzature. Interazione propositiva e
costruttiva con l'insegnante. Gestione collaborativa con compagni di classe.
Saper operare singolarmente, a coppie, a piccoli gruppi.
Obiettivi didattici: 1) area qualità fisiche; 2) area funzionalità
neuromuscolare; 3) area capacità operative e sportive; 4) area dell'aspetto
teorico-pratico
Preatletismo generale: Esercizi a carico naturale e aggiuntivo. Esercizi in
opposizione e resistenza. Esercizi a corpo libero e con piccoli attrezzi.
Giochi sportivi: Fondamentali individuali e di squadra, pallavolo,
pallacanestro, calcio. Tecniche specialità atletica leggera: velocità,
passaggio ostacoli, salto in alto e in lungo, lancio del peso e del disco, corsa
lenta e prolungata, staffetta. Informazioni tutela salute: prevenzione
infortuni. Igiene alimentare. Informazioni attività motorie atte a compensare
quadri deterioramento psico-fisico. Tipologie lavorative
Le lezioni saranno impostate con metodo induttivo-deduttivo Ogni lavoro,
ogni strumento dovrà tenere alta la motivazione del gruppo. Si opererà
sempre con gradualità in ogni occasione si terrà conto dell'individualità e
della creatività di ogni allievo.
15. Corso serale – SIRIO
Dando corso alle numerose richieste di studenti lavoratori, che per motivi di impiego
giornaliero non possono, come vorrebbero, migliorare il proprio “status lavorativo” e per rispettare
il loro diritto allo studio, il nostro Istituto ha istituito dall’anno scolastico 2002-2003 e anche per
questo anno scolastico un corso sperimentale nel quadro del progetto SIRIO che funzionerà con una
classe V di ragionieri e periti commerciali, seguendo gli obiettivi, i contenuti e le modalità di lavoro
di seguito riportate.
1 Lettere - triennio
Obiettivi
Contenuti
Approfondimenti
Modalità e
strumenti di lavoro
Conoscenza dei contenuti disciplinari. Capacità di comprensione, analisi, sintesi,
capacità critiche. Uso corretto della lingua e dei linguaggi specifici. Formazione
dell’alunno come persona umana e come cittadino. Acquisizione delle abilità
necessarie per l’eventuale prosecuzione degli studi a livello universitario.
ITALIANO: studio della storia letteraria per unità didattiche secondo i programmi
ministeriali Gli argomenti saranno specificati nella programmazione delle singole
unità didattiche.
STORIA: studio degli argomenti storici previsti dai programmi ministeriali per unità
didattiche. Gli argomenti saranno specificati nella programmazione delle singole unità
didattiche.
Processi storici contemporanei: integrazione europea. Il Novecento e la memoria.
Laboratorio di scrittura.
Visite guidate. Lezione frontale. Esercizi per la verifica e l’approfondimento. Lavoro
di gruppo. Discussioni guidate. Libri di testo. Libri di narrativa italiana e straniera.
Giornali. Strumenti multimediali.
2 Dipartimento di lingue - triennio
Obiettivi
Contenuti
Approfondimenti
Modalità e
strumenti di lavoro
Potenziamento delle abilità di base. Sviluppo delle abilità logiche di analisi e di
sintesi. Capacità di interpretare e comprendere diversi tipi di testi. Acquisizione di
competenza operativa a livello produttivo. Capacità di usare e produrre documenti
relativi al settore aziendale. Acquisizione e sviluppo delle capacità di operare in
ambiti diversi ed in modo autonomo. Acquisizione di contenuti riguardanti nozioni di
civiltà.
Presentazione di varie tipologie di testi scritti, orali e sonori (di tipo aziendale,
giuridico, economico, amministrativo, storico, geografico...)
Lettura di riviste. Visione filmati in lingua. Uso di materiale multimediale.
Lezione frontale partecipata. Uso di materiale audiovisivo. Tests, esercitazioni.
3 Matematica - triennio
Obiettivi
Contenuti
Approfondimenti
Modalità e
strumenti di lavoro
Conoscenza delle linee fondamentali degli argomenti trattati dal punto di vista teorico
concettuale e pratico; conoscenza di idonei strumenti di calcolo e metodi operativi;
uso consapevole di tecniche e procedure; espressione pertinente e logica e conoscenza
lessicale terminologica specifica; riconoscere relazioni e funzioni; matematizzare
semplici problemi, motivando scelte e strumenti; tradurre e rappresentare problemi
economici tramite modelli matematici.
Progressioni aritmetiche e geometriche; le coniche; logaritmi, matematica finanziaria Funzioni di una variabile reale; limiti e derivate di funzione; studio di una funzione;
calcolo combinatorio; calcolo delle probabilità; matematica attuariale, riserva
matematica, assicurazioni danni, geometria analitica; retta, parabole, ricerca operativa;
probabilità di scelta in una variabile d’azione.
Funzione esponenziale e logaritmica; ammortamenti - Risoluzione di problemi più
complessi in relazione ai vari argomenti - Collegamenti e relazioni tra i vari temi.
Lezioni frontali, lezioni partecipate e attività di gruppo. Libro di testo e lavagna.
4 Economia aziendale - triennio
Obiettivi
Visione organica della dinamica aziendale. Conoscenza dei metodi degli strumenti e
delle tecniche contabili. Lettura e interpretazione del bilancio. Comprensione delle
diverse funzioni aziendali.
Contenuti
Riconoscere le fasi e gli aspetti fondamentali della gestione delle aziende industriali e
bancarie con i rispettivi cicli economici, finanziari e produttivi. Rilevare
contabilmente le operazioni di gestione delle suddette aziende. Redigere il bilancio di
esercizio e calcolare il reddito imponibile. Elaborare e analizzare piani e programmi,
budget, bilanci, costi dei processi produttivi.
Approfondimenti Verranno affrontati diversi livelli di approfondimento se il contesto in cui si svolge
l’azione didattica ne suggerirà l’opportunità.
Modalità e
Lettura e commento del testo. Lezione frontale. Lezione riassuntiva dell’argomento.
strumenti di lavoro Lavoro di gruppo. Esercitazione guidata. Libri di testo. Codice civile. Documenti.
Riviste economiche/finanziarie. Dizionario economico. Laboratorio P.C. Programma
di contabilità integrata. Foglio elettronico. Data base, C.D. multimediali, Internet.
5 Diritto ed Economia Politica - triennio
Obiettivi
Contenuti
Approfondimenti
Modalità e
strumenti di lavoro
Conoscenza degli aspetti fondamentali dei programmi proposti, esposizione corretta
dei contenuti. Coordinare e correlare le diverse nozioni in una situazione reale,
individuando le corrispondenti fonti normative (competenze). Adottare ragionamenti
corretti ed adeguati alla diversità delle due discipline.
Diritto: Il cittadino e la Costituzione - Il cittadino e la P.A. - Il cittadino e
l’amministrazione della giustizia. Economia: Politica della spesa e delle entrate Politica del Bilancio finanza locale - Sistema tributario italiano.
Saranno individuate tematiche rispondenti agli interessi evidenziati dagli allievi.
Esercitazioni con uso del codice, dei quotidiani, delle riviste specializzate. Strumenti
audiovisivi. Lezioni frontali interattive. Valutazione: verifiche orali e prove
strutturate.
16. Le Strutture presenti in Istituto
 Laboratorio computer per Trattamento testi e dati
 Laboratorio di scienze
 Biblioteca
17. Servizi amministrativi
Segreteria
I servizi amministrativi sono l'insieme delle strutture organizzative, procedure, mezzi e
personale destinati allo svolgimento delle attività gestionali che supportano l'azione formativa
dell'Istituto Tecnico Commerciale “R.Fucini”. L'Ufficio di Segreteria è diviso nei seguenti settori:
• Segreteria didattica
• Segreteria amministrativa
• Uffici amministrativi
In coerenza con il nuovo quadro normativo dell'autonomia, le funzioni del personale sono
organizzate per il perseguimento della qualità del servizio scolastico attraverso il coinvolgimento di
tutti i soggetti nei gruppi di lavoro e nei vari progetti proposti dall'Istituto.
Il personale, nello svolgimento delle proprie competenze, assicura, in forma professionale e
responsabile, sia verso l'utenza interna che verso l'utenza esterna, i seguenti aspetti fondamentali:
• l'efficienza;
• l'efficacia;
• la trasparenza dell'azione;
• la qualità.
Il personale, nella sua totalità, assicura le varie procedure stabilite per la sorveglianza, l'incolumità
degli allievi, l'intervento rapido in caso di infortunio.
L'organizzazione del lavoro è articolata come segue:
• l'orario di servizio del personale di segreteria, verrà attuato in sei giorni lavorativi, utilizzando
turni di lavoro diurni, pomeridiani e serali.
18. Regolamento interno
Poiché è dovere di ogni studente partecipare al proprio percorso formativo e alla vita della
scuola in modo responsabile, il consiglio di Istituto stabilisce di applicare le seguenti regole, inserite
nel POF, miranti a promuovere la coscienza civica, a preparare all’esercizio della democrazia, ad
assolvere i doveri civili per acquistare effettiva libertà nello sviluppo intellettuale, morale, culturale
e professionale della persona.
TITOLO I – FREQUENZA E RITARDIART. 1
La frequenza alle lezioni e alle esercitazioni, nel rispetto della normativa ministeriale della riforma
Gelmini deve essere tale da consentire agli insegnanti la valutazione delle conoscenze, delle
capacità e delle competenze acquisite. Gli alunni devono trovarsi in classe all’ora stabilita per
l’inizio delle lezioni.
ART. 2
Dopo l’ora fissata per l’inizio delle lezioni, gli alunni saranno ammessi in classe previa
autorizzazione del Coordinatore delle attività didattiche.
ART. 3
Nel corso della lezione lo studente non può lasciare l’aula, neppure per breve tempo, senza il
permesso dell’insegnante responsabile. E’ vietato allontanarsi dall’aula per recarsi in segreteria o in
altre aule senza preventiva autorizzazione del docente o del Coordinatore delle attività didattiche.
Le uscite degli alunni dalle classi durante le ore di lezione devono essere regolate in modo da
consentire un ordinato svolgimento delle attività didattiche; l’insegnante può autorizzare l’uscita
dalla classe non prima delle ore 9:30, ad un alunno per volta, salvo che per motivi didattici o
straordinari.
ART. 4
E’ possibile autorizzare permessi di uscita anticipata previa richiesta motivata al Coordinatore delle
attività didattiche.
ART. 5
Lo studente che per qualsiasi motivo è stato assente dalle lezioni ha per legge l’obbligo di
giustificare dichiarandone il motivo. Le giustificazioni devono essere firmate da un genitore, sia
quando l’alunno sia un minore sia dopo il raggiungimento della maggiore età. La mancata
giustificazione va annotata sul diario di classe e comporterà l’avviso ai genitori e l’invito a
giustificare personalmente se prolungata oltre il terzo giorno.
ART. 6
Ogni assenza per malattia, di durata superiore a cinque giorni, deve essere accompagnata da
regolare certificato medico, attestante la possibilità della riammissione a scuola.
ART. 7
La giustificazione, regolarmente firmata, deve essere presentata al Coordinatore delle attività
didattiche e consegnata all’insegnante della prima ora di lezione che la annota sul registro di classe.
ART. 8
Il Coordinatore delle attività didattiche o un suo delegato ha facoltà di richiedere agli interessati o ai
loro genitori ulteriori chiarimenti e di considerare eventualmente non giustificata l’assenza.
ART. 9
Le assenze ingiustificate, le assenze troppo numerose (ma tali da garantire la valutazione dello
studente) e la ripetuta mancanza di puntualità costituiscono mancanza disciplinare di cui il
Consiglio di Classe deve tener conto nell’attribuzione del voto di condotta e del credito scolastico.
TITOLO II – IL COMPORTAMENTOART. 10
Il rispetto della persona è essenziale. Ognuno ha, quindi, il dovere di comportarsi in modo corretto e
rispettoso, anche sul piano formale, nei confronti del personale della scuola e dei compagni. Anche
l’abbigliamento deve essere consono ad un luogo pubblico di lavoro.
ART. 11
Gli studenti condividono la responsabilità di rendere accogliente l’ambiente scolastico e di avere
cura come importante fattore di qualità della vita della scuola.
ART. 12
Gli studenti sono tenuti ad utilizzare le strutture, i macchinari e i sussidi didattici e a comportarsi,
nella vita scolastica, in modo da non arrecare danni al patrimonio della scuola.
ART. 13
La disciplina è affidata all’autocontrollo degli studenti e alla responsabile vigilanza dei docenti e del
Coordinatore delle attività didattiche.
ART. 14
In classe ogni allievo deve avere quanto occorre per il regolare svolgimento delle lezioni.
ART. 15
Gli alunni sono ricevuti dal Coordinatore delle attività didattiche e dai professori per richieste,
accordi e colloqui vari inerenti alla vita scolastica di regola in momenti liberi dalle lezioni.
ART. 16
A norma delle vigenti disposizioni è vietato fumare nell’ambito dell’edificio scolastico, tale diritto è
esercitabile solo durante la ricreazione nell’atrio aperto che funge da ingresso alla struttura.
ART. 17
L’uso del telefono presente in segreteria è consentito agli alunni in caso di necessità, mentre è
tassativamente vietato l’uso del telefono cellulare durante le ore di svolgimento delle lezioni.
Durante lo svolgimento dei compiti in classe il docente può far depositare i cellulari sulla cattedra.
E’ altresì vietato eseguire foto, registrazioni o filmati, anche tramite MMS o web, senza l’espresso
consenso delle persone interessate e comunque ne è fatto espresso divieto durante le ore di lezione.
ART. 18
Durante l’intervallo gli alunni possono circolare nei corridoi; il servizio di vigilanza è affidato ai
docenti di turno.
ART. 19
Durante i cambi dell’ora gli alunni devono restare nelle proprie classi, tenere un comportamento
corretto e responsabile; di conseguenza non devono disturbare né circolare e sostare nei corridoi,
nell’ora che segue l’intervallo gli alunni non devono uscire dalla classe se non per necessità.
ART. 20
Durante gli spostamenti dalle aule al laboratorio o alla biblioteca gli studenti sono tenuti a non
recare disturbo alle altre classi.
ART. 21
L’Istituto non risponde di beni, preziosi, oggetti personali lasciati incustoditi o dimenticati pur
cercando di evitare il più possibile fatti incresciosi di furto.
Ogni allievo sarà responsabile del banco a lui assegnato.
ART. 22
Gli alunni che deteriorano il materiale e le attrezzature scolastiche sono tenuti al risarcimento del
danno ai sensi della C.M. n° 177 del 4 Luglio 1975.
TITOLO III – VISITE GUIDATE E VIAGGI DI ISTRUZIONEART. 23
In materia di visite guidate e viaggi di istruzione si fa riferimento alla normativa vigente sia per ciò
che concerne il limite massimo dei giorni da destinarsi a tali attività, sia per ciò che riguarda le
procedure di richiesta di preventivi e scelta dell’agenzia vincitrice dell’appalto.
ART. 24
Sarà cura del collegio docenti proporre viaggi il cui costo non sia tale da discriminare la
partecipazione degli alunni stessi. Ai genitori viene inviato un modulo di accettazione con
indicazione della meta, della data e dell’importo approssimativo del viaggio. Il modulo viene
restituito firmato al Coordinatore delle attività didattiche, il quale, per i viaggi di più giorni, potrà
chiedere una caparra minima a garanzia della effettiva volontà dell’alunno di partecipare all’attività
proposta. Non viene assicurata la restituzione della caparra in caso di rinuncia al viaggio in tempi
successivi.
ART. 25
Gli alunni che non partecipano al viaggio di istruzione frequenteranno regolarmente le lezioni. Se
assenti, presenteranno debita giustificazione.
ART. 26
I docenti che si renderanno disponibili ad accompagnare gli studenti alle visite guidate o ai viaggi di
istruzione hanno l’obbligo di una attente e assidua vigilanza a norma della C.M. 92/ 291, art. 8
comma 1.
ART. 27
Gli alunni che dovessero recare danno a strutture ed oggetti o che si comportassero in modo non
consono, saranno sottoposti alle stesse sanzioni previste per atti di vandalismo o indisciplina nei
locali scolastici.
I docenti accompagnatori saranno tenuti a segnalare al Dirigente scolastico e alle famiglie
direttamente interessate qualsiasi caso accertato di uso illecito di droghe o abuso di alcolici.
Nei casi di comportamento comunque scorretto il Consiglio di Classe valuterà l’adozione di
eventuali sanzioni.
TITOLO IV – DISCIPLINAART. 28
I provvedimenti disciplinari hanno finalità educative e tendono al rafforzamento del senso di
responsabilità dello studente nei confronti della comunità in cui interagisce.
ART. 29
La responsabilità disciplinare è personale. Nessuno può essere sottoposto a sanzioni disciplinari
senza essere stato prima informato sulla natura delle mancanze che gli vengono contestate ed
invitato ad esporre le proprie ragioni. Le sanzioni ricevute non influiscono sul profitto, ma possono
condizionare il voto di condotta e l’assegnazione dei crediti formativi sulla base della tabella
allegata.
ART. 30
Lo studente ha diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola e lo scritto. Gli studenti
tuttavia non hanno diritto di sciopero.
ART. 31
In caso di mancato rispetto del regolamento di Istituto o di infrazioni che compromettano il regolare
andamento delle attività scolastiche, gli studenti sono soggetti alle seguenti sanzioni: a)
ammonizione scritta sul registro di classe dal docente e/o dal Coordinatore delle attività didattiche;
b) sospensione dalle attività scolastiche da uno a cinque giorni dal Coordinatore delle attività
didattiche e dal Consiglio di Classe, per conto del Consiglio di Istituto da uno a quindici, nel
rispetto di quanto previsto in materia dalla normativa ministeriale; c) allontanamento dalla comunità
scolastica deciso dal Consiglio di Istituto.
ART. 32
Sanzioni di tipo “a”
Mancato rispetto del regolamento interno; comportamento scorretto nei confronti degli altri; lieve
danneggiamento volontario delle strutture (ad esempio scritte sui muri e sui banchi).
Sanzioni di tipo “b”
Sospensione con obbligo di frequenza
Comportamento e linguaggio gravemente offensivo oltre che lesivo della dignità altrui o della
privacy; offese al decoro personale e alle istituzioni; danneggiamento volontario di macchinari,
sussidi scolastici o suppellettili.
Sospensione dalle attività didattiche senza obbligo di frequenza
Furti commessi nell’Istituto o durante visite didattiche; uso personale di stupefacenti nell’Istituto o
durante visite didattiche; minacce e percosse.
Sanzioni di tipo “c”
Reati rientranti nella competenza degli organi giudiziari, laddove si renda pericolosa la presenza a
scuola dello studente responsabile.
ART. 33
E’ parte integrante del presente regolamento la tabella A (schema esemplificativo delle sanzioni
erogate).
ART. 34
I provvedimenti disciplinari adottati dal coordinatore delle attività didattiche devono essere annotati
sul registro di classe e nel caso in cui prevedano sospensioni devono essere deliberate dal Consiglio
di Classe o, in caso di sospensioni superiori a 15 giorni, dal Consiglio di Istituto.
ART. 35
Gli studenti che ricevono più di tre sanzioni di tipo “a” saranno condizionati dal voto di condotta, in
senso negativo, ai fini dell’attribuzione di crediti scolastici, nella misura stabilita da ciascun
Consiglio di classe sulla base della tabella allegata.
ART. 36
Entro quindici giorni dalla formale comunicazione alla famiglia dell’irrogazione di tipo “a” e “b”,
lo studente interessato può ricorrere al Collegio dei docenti integrato da un rappresentante della
classe di appartenenza che delibererà, ascoltate le parti, entro quindici giorni dal ricevimento del
ricorso. Per le sanzioni di tipo “c” i ricorsi sono regolamentati dal comma 4 del decreto legislativo
16 aprile 1994 n.297.
ART. 37
Per tutto quanto non citato nel presente regolamento vale quanto disposto dal DPR n. 249/98 e
successive modifiche.
TITOLO VI - COLLEGIO DOCENTI INTEGRATO ART. 38
Il collegio docenti integrato, in carica per un anno scolastico, è composta da uno studente
rappresentante della classe di appartenenza, nominato dal Collegio dei docenti, un membro del
personale amministrativo, un genitore nominato dal collegio sempre rappresentativo della classe di
appartenenza ed è presieduto dal Coordinatore delle attività didattiche.
ART.39
La Commissione di garanzia si riunisce entro 5 giorni dalla presentazione del ricorso su
convocazione del Coordinatore delle attività didattiche e,raccolti tutti gli elementi utili, decide entro
8 giorni dalla prima convocazione.
ART. 40
Il collegio docenti integrato, su richiesta degli interessati, decide anche sui conflitti che sorgano
all’interno della scuola in merito all’applicazione del regolamento contenuto nel DPR n. 249/98.
18.1 Normativa Ministeriale sulla valutazione della condotta
Decreto ministeriale n. 5 del 16 gennaio 2009 IL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, Regolamento recante lo
Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, Regolamento recante
norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell'art. 21 della legge 15 marzo
1997, n. 59 e in particolare l’articolo 14, commi 1 e 2;
VISTO il decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, recante la definizione delle norme generali
relative alla scuola dell’infanzia e al primo ciclo dell’istruzione a norma dell’articolo 1 della legge
28 marzo 2003, n. 53, e in particolare l’art. 11, commi 1, 2, 3;
VISTO il decreto legge 7 settembre 2007, n. 147, convertito con modificazioni dalla legge n.
176/2007, recante disposizioni urgenti per assicurare l’ordinato avvio dell’anno scolastico
2007/2008, e in particolare l’art. 1, comma 4;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 21 novembre 2007, n. 235, Regolamento recante
modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249,
concernente lo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria;
VISTA la nota prot. 3602/PO del 31 luglio 2008 avente per oggetto: DPR. n. 235 del 21 novembre
2007 - Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 24
giugno 1998, n. 249, concernente lo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola
secondaria;
VISTO il decreto legge 1 settembre 2008, n. 137, convertito con modificazioni dalla legge 30
ottobre 2008, n. 169 che, all’art. 1, istituisce nella scuola l’insegnamento “Cittadinanza e
Costituzione”, e all’art. 2 introduce la “valutazione del comportamento” degli studenti nelle scuole
secondarie di primo e di secondo grado;
CONSIDERATO che il comma 3 dell’art. 2 del predetto decreto legge n. 137/2008, convertito dalla
legge n. 169/2008, stabilisce che con apposito Decreto il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e
della Ricerca individua i criteri di valutazione del comportamento degli studenti inferiore alla
sufficienza, vale a dire inferiore a 6/10, nonché ulteriori modalità applicative della nuova tipologia
di valutazione;
TENUTO CONTO dei fenomeni di violenza, di bullismo e di offesa alla dignità e al rispetto della
persona, che si verificano in maniera purtroppo ricorrente anche nelle istituzioni scolastiche e che
richiedono corresponsabilità educativa tra scuola, genitori e territorio, nonché l’elaborazione ed il
rispetto di norme condivise;
CONSIDERATO che l’acquisizione, da parte dei giovani, di una compiuta e consapevole cultura
dei valori della cittadinanza e della convivenza civile si esprime soprattutto nella pratica di
comportamenti coerenti, maturi e responsabili all’interno della comunità di appartenenza;
RAVVISATA l’urgenza di rendere più avvertita e partecipata nelle giovani generazioni la
sensibilità verso una piena consapevolezza dei propri diritti e doveri scolastici;
RITENUTO, altresì, che le scuole secondarie di I e II grado, nell’esercizio della loro funzione
educativa e formativa, che integra e sostiene l’azione educativa dei genitori,debbano poter disporre
anche di strumenti di valutazione del comportamento degli studenti;
DECRETA
Articolo 1
Finalità della valutazione del comportamento degli studenti
1. La valutazione del comportamento degli studenti di cui all’art. 2 del decreto legge 1
settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169, risponde
alle seguenti prioritarie finalità: -accertare i livelli di apprendimento e di consapevolezza raggiunti,
con specifico riferimento alla cultura e ai valori della cittadinanza e della convivenza civile;
-verificare la capacità di rispettare il complesso delle disposizioni che disciplinano la vita di
ciascuna istituzione scolastica; -diffondere la consapevolezza dei diritti e dei doveri degli studenti
all’interno della comunità scolastica, promuovendo comportamenti coerenti con il corretto esercizio
dei propri diritti e al tempo stesso con il rispetto dei propri doveri, che corrispondono sempre al
riconoscimento dei diritti e delle libertà degli altri; -dare significato e valenza educativa anche al
voto inferiore a 6/10. 2. La valutazione del comportamento non può mai essere utilizzata come
strumento per condizionare o reprimere la libera espressione di opinioni, correttamente manifestata
e non lesiva dell’altrui personalità, da parte degli studenti.
Articolo 2
Caratteristiche ed effetti della valutazione del comportamento
1. La valutazione del comportamento degli studenti nella scuola secondaria di primo grado e
nella scuola secondaria di secondo grado è espressa in decimi.
2. La valutazione, espressa in sede di scrutinio intermedio e finale, si riferisce a tutto il
periodo di permanenza nella sede scolastica e comprende anche gli interventi e le attività di
carattere educativo posti in essere al di fuori di essa. La valutazione in questione viene espressa
collegialmente dal Consiglio di classe ai sensi della normativa vigente e, a partire dall’anno
scolastico 2008-2009, concorre, unitamente alla valutazione degli apprendimenti, alla valutazione
complessiva dello studente.
3. In attuazione di quanto disposto dall’art. 2 comma 3 del decreto legge 1 settembre 2008, n.
137, convertito dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169, la valutazione del comportamento inferiore alla
sufficienza, ovvero a 6/10, riportata dallo studente in sede di scrutinio finale, comporta la non
ammissione automatica dello stesso al successivo anno di corso o all’esame conclusivo del ciclo di
studi.
4. La votazione insufficiente di cui al comma 3 del presente articolo può essere attribuita dal
Consiglio di classe soltanto in presenza di comportamenti di particolare ed oggettiva gravità,
secondo i criteri e le indicazioni di cui al successivo articolo 4.
Articolo 3
Criteri e modalità applicative della valutazione del comportamento
1. Ai fini della valutazione del comportamento dello studente, il Consiglio di classe tiene
conto dell’insieme dei comportamenti posti in essere dallo stesso durante il corso dell’anno.
2. La valutazione espressa in sede di scrutinio intermedio o finale non può riferirsi ad un
singolo episodio, ma deve scaturire da un giudizio complessivo di maturazione e di crescita civile e
culturale dello studente in ordine all’intero anno scolastico. In particolare, tenuto conto della
valenza formativa ed educativa cui deve rispondere l’attribuzione del voto sul comportamento, il
Consiglio di classe tiene in debita evidenza e considerazione i progressi ei miglioramenti realizzati
dallo studente nel corso dell’anno, in relazione alle finalità di cui all’articolo 1 del presente decreto.
Articolo 4
Criteri ed indicazioni per l’attribuzione di una votazione insufficiente
1. Premessa la scrupolosa osservanza di quanto previsto dall’articolo 3, la valutazione
insufficiente del comportamento, soprattutto in sede di scrutinio finale, deve scaturire da un attento
e meditato giudizio del Consiglio di classe, esclusivamente in presenza di comportamenti di
particolare gravità riconducibili alle fattispecie per le quali lo Statuto delle studentesse e degli
studenti - D.P.R. 249/1998, come modificato dal D.P.R. 235/2007 e chiarito dalla nota prot.
3602/PO del 31 luglio 2008 - nonché i regolamenti di Istituto prevedano l’irrogazione di sanzioni
disciplinari che comportino l’allontanamento temporaneo dello studente dalla comunità scolastica
per periodi superiori a quindici giorni (art. 4, commi 9, 9 bis e 9 ter dello Statuto).
2. L’attribuzione di una votazione insufficiente, vale a dire al di sotto di 6/10, in sede di
scrutinio finale, ferma restando l’autonomia della funzione docente anche in materia di valutazione
del comportamento, presuppone che il Consiglio di classe abbia accertato che lo studente:
- nel corso dell’anno sia stato destinatario di almeno una delle sanzioni disciplinari di cui al
comma precedente; successivamente alla irrogazione delle sanzioni di natura educativa e riparatoria
previste dal sistema disciplinare, non abbia dimostrato apprezzabili e concreti cambiamenti nel
comportamento, tali da evidenziare un sufficiente livello di miglioramento nel suo percorso di
crescita e di maturazione in ordine alle finalità educative di cui all’articolo 1 del presente Decreto.
3. Il particolare rilievo che una valutazione di insufficienza del comportamento assume nella
carriera scolastica dell’allievo richiede che la valutazione stessa sia sempre adeguatamente motivata
e verbalizzata in sede di effettuazione dei Consigli di classe sia ordinari che straordinari e
soprattutto in sede di scrutinio intermedio e finale.
4. In considerazione del rilevante valore formativo di ogni valutazione scolastica e pertanto
anche di quella relativa al comportamento, le scuole sono tenute a curare con particolare attenzione
sia l’elaborazione del Patto educativo di corresponsabilità, sia l’informazione tempestiva e il
coinvolgimento attivo delle famiglie in merito alla condotta dei propri figli.
Articolo 5
Autonomia scolastica
1. Ciascuna istituzione scolastica autonoma, nel rispetto dei principi e dei criteri di carattere
generale previsti dal presente Decreto e dalla normativa vigente, può determinare, in sede di
redazione del Piano dell’Offerta Formativa, ulteriori criteri e iniziative finalizzate alla prevenzione,
tenendo conto di quanto previsto dal Regolamento di Istituto, dal Patto educativo di
corresponsabilità e dalle specifiche esigenze della comunità scolastica e del territorio.
18.2 TABELLA A –
Criteri di valutazione e attribuzione del voto in condotta
Il Consiglio di Istituto ha adottato il seguente REGOLAMENTO DISCIPLINARE così
suddiviso:
1. Norme di comportamento richieste;
2. Mancanze disciplinari;
3. Sanzioni disciplinari;
4. Organi competenti per l’applicazione delle sanzioni;
5. Procedura di contestazione degli addebiti e accertamento delle responsabilità;
6. Organi di garanzia;
7. Patto educativo di corresponsabilità.
Il voto di condotta viene attribuito dall’intero Consiglio di Classe riunito per gli scrutini secondo i
seguenti criteri:
. Frequenza e puntualità;
. Comportamento;
. Partecipazione attiva alle lezioni;
. Rispetto verso il personale della scuola e i compagni;
. Rispetto degli impegni scolastici;
. Rispetto del Regolamento d’Istituto.
DESCRITTORI
10
Frequenza costante e assidua
Ottima socializzazione
Interesse e partecipazione attiva alle lezioni
Rispetto degli altri
Regolare e serio svolgimento delle consegne scolastiche
9
Scrupoloso rispetto del Regolamento d’Istituto
Frequenza costante
Equilibrio nei rapporti con gli altri
Buona partecipazione alle lezioni
Ruolo positivo e collaborazione con il gruppo classe
Costante adempimento dei doveri scolastici
8
Rispetto del regolamento d’Istituto
Frequenza quasi regolare
Discreta attenzione e regolare partecipazione alle attività scolastiche
Discreta contributo al regolare svolgimento delle lezioni
Partecipazione al funzionamento del gruppo classe
Svolgimento quasi sempre preciso dei compiti assegnati
7
Osservazione quasi regolare delle norme scolastiche
Frequenza non sempre regolare
Limitata attenzione e partecipazione discontinua alle attività scolastiche
Disturbo del regolare svolgimento delle lezioni
Partecipazione discontinua al funzionamento del gruppo classe
Svolgimento non sempre preciso dei compiti assegnati
6
Osservazione non regolare delle norme scolastiche
Frequenza saltuaria; assenze non giustificate; ritardi e uscite anticipate non
adeguatamente giustificate
Funzione negativa all’interno del gruppo classe
Frequente disturbo delle attività di lezione
Rapporti problematici con gli altri
Saltuario svolgimento dei doveri scolastici
Episodi di mancato rispetto del Regolamento d’Istituto
5
Sanzioni che hanno richiesto l'intervento del Consiglio di Classe
Assenze frequenti e non giustificate; ritardi e uscite anticipate non
giustificate
Comportamento scorretto nei rapporti con insegnanti, compagni e personale
amministrativo
Assiduo disturbo delle lezioni
Funzione negativa nel gruppo classe
Mancato rispetto del Regolamento d’Istituto
Sanzioni che hanno richiesto l'intervento del Consiglio di Istituto
Commissione di reati che violano la dignità e il rispetto della persona umana
Casi di recidiva di atti di violenza grave o comunque connotati da una
particolare gravità tale da ingenerare un elevato allarme sociale
Una valutazione di 5/10 in sede di scrutinio finale comporterà
automaticamente la non promozione alla classe successiva o la non
ammissione all’Esame di Stato. La valutazione del comportamento riguarda
tutto il periodo di permanenza nella sede scolastica e la partecipazione ad
attività extrascolastiche, come viaggi di istruzione, visite guidate, soggiorni
linguistici, alternanza scuola-lavoro, ecc.
19. Statuto degli studenti e successive modifiche - Patto educativo di
corresponsabilità
DPR 24 giugno 1998, n. 249
Regolamento recante lo Statuto delle studentesse e degli studenti
della scuola secondaria
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Omissis...
ADOTTA IL SEGUENTE REGOLAMENTO
"Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria"
Art. 1 (Vita della comunità scolastica)
1. La scuola è luogo di formazione e di educazione mediante lo studio, l'acquisizione delle
conoscenze e lo sviluppo della coscienza critica.
2. La scuola è una comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai valori
democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. In essa ognuno, con pari
dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza, la
realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle
situazioni di svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione
internazionale sui diritti dell'infanzia fatta a New York il 20 novembre 1989 e con i principi
generali dell'ordinamento italiano.
3. La comunità scolastica, interagendo con la più ampia comunità civile e sociale di cui è
parte, fonda il suo progetto e la sua azione educativa sulla qualità delle relazioni insegnantestudente, contribuisce allo sviluppo della personalità dei giovani, anche attraverso l'educazione alla
consapevolezza e alla valorizzazione dell'identità di genere, del loro senso di responsabilità e della
loro autonomia individuale e persegue il raggiungimento di obiettivi culturali e professionali
adeguati all'evoluzione delle conoscenze e all'inserimento nella vita attiva.
4. La vita della comunità scolastica si basa sulla libertà di espressione, di pensiero, di
coscienza e di religione, sul rispetto reciproco di tutte le persone che la compongono, quale che sia
la loro età e condizione, nel ripudio di ogni barriera ideologica, sociale e culturale.
Art. 2 (Diritti)
1. Lo studente ha diritto ad una formazione culturale e professionale qualificata che rispetti e
valorizzi, anche attraverso l'orientamento, l'identità di ciascuno e sia aperta alla pluralità delle idee.
La scuola persegue la continuità dell'apprendimento e valorizza le inclinazioni personali degli
studenti, anche attraverso un'adeguata informazione, la possibilità di formulare richieste, di
sviluppare temi liberamente scelti e di realizzare iniziative autonome.
2. La comunità scolastica promuove la solidarietà tra i suoi componenti e tutela il diritto dello
studente alla riservatezza.
3. Lo studente ha diritto di essere informato sulle decisioni e sulle norme che regolano la vita
della scuola.
4. Lo studente ha diritto alla partecipazione attiva e responsabile alla vita della scuola. I
dirigenti scolastici e i docenti, con le modalità previste dal regolamento di Istituto, attivano con gli
studenti un dialogo costruttivo sulle scelte di loro competenza in tema di programmazione e
definizione degli obiettivi didattici, di organizzazione della scuola, di criteri di valutazione, di scelta
dei libri e del materiale didattico. Lo studente ha inoltre diritto a una valutazione trasparente e
tempestiva, volta ad attivare un processo di autovalutazione che lo conduca a individuare i propri
punti di forza e di debolezza e a migliorare il proprio rendimento.
5. Nei casi in cui una decisione influisca in modo rilevante sull'organizzazione della scuola gli
studenti della scuola secondaria superiore, anche su loro richiesta, possono essere chiamati ad
esprimere la loro opinione mediante una consultazione. Analogamente negli stessi casi e con le
stesse modalità possono essere consultati gli studenti della scuola media o i loro genitori.
6. Gli studenti hanno diritto alla libertà di apprendimento ed esercitano autonomamente il
diritto di scelta tra le attività curricolari integrative e tra le attività aggiuntive facoltative offerte
dalla scuola. Le attività didattiche curricolari e le attività aggiuntive facoltative sono organizzate
secondo tempi e modalità che tengono conto dei ritmi di apprendimento e delle esigenze di vita
degli studenti.
7. Gli studenti stranieri hanno diritto al rispetto della vita culturale e religiosa della comunità
alla quale appartengono. La scuola promuove e favorisce iniziative volte all'accoglienza e alla tutela
della loro lingua e cultura e alla realizzazione di attività interculturali.
8. La scuola si impegna a porre progressivamente in essere le condizioni per assicurare:
- un ambiente favorevole alla crescita integrale della persona e un servizio educativo-didattico
di qualità;
- offerte formative aggiuntive e integrative, anche mediante il sostegno di iniziative
liberamente assunte dagli studenti e dalle loro associazioni;
- iniziative concrete per il recupero di situazioni di ritardo e di svantaggio nonché per la
prevenzione e il recupero della dispersione scolastica;
- la salubrità e la sicurezza degli ambienti, che debbono essere adeguati a tutti gli studenti,
anche con handicap; la disponibilità di un'adeguata strumentazione tecnologica; servizi di sostegno
e promozione della salute e di assistenza psicologica.
9. La scuola garantisce e disciplina nel proprio regolamento l'esercizio del diritto di riunione e
di assemblea degli studenti, a livello di classe, di corso e di Istituto.
10. I regolamenti delle singole istituzioni garantiscono e disciplinano l'esercizio del diritto di
associazione all'interno della scuola secondaria superiore, del diritto degli studenti singoli e
associati a svolgere iniziative all'interno della scuola, nonché l'utilizzo di locali da parte degli
studenti e delle associazioni di cui fanno parte. I regolamenti delle scuole favoriscono inoltre la
continuità del legame con gli ex studenti e con le loro associazioni.
Art. 3 (Doveri)
1. Gli studenti sono tenuti a frequentare regolarmente i corsi e ad assolvere assiduamente agli
impegni di studio.
2. Gli studenti sono tenuti ad avere nei confronti del capo d'Istituto, dei docenti, del personale
tutto della scuola e dei loro compagni lo stesso rispetto, anche formale, che chiedono per se stessi.
3. Nell'esercizio dei loro diritti e nell'adempimento dei loro doveri gli studenti sono tenuti a
mantenere un comportamento corretto e coerente.
4. Gli studenti sono tenuti ad osservare le disposizioni organizzative e di sicurezza dettate dai
regolamenti dei singoli istituti.
5. Gli studenti sono tenuti a utilizzare correttamente le strutture, i macchinari e i sussidi
didattici e a comportarsi nella vita scolastica in modo da non arrecare danni al patrimonio della
scuola.
6. Gli studenti condividono la responsabilità di rendere accogliente l'ambiente scolastico e
averne cura come importante fattore di qualità della vita della scuola.
Art. 4 (Disciplina)
1. I regolamenti delle singole istituzioni scolastiche individuano i comportamenti che
configurano mancanze disciplinari con riferimento ai doveri elencati nell'articolo 3, al corretto
svolgimento dei rapporti all'interno della comunità scolastica e alle situazioni specifiche di ogni
singola scuola, le relative sanzioni, gli organi competenti ad irrogarle e il relativo procedimento,
secondo i criteri di seguito indicati.
2. I provvedimenti disciplinari hanno finalità educativa e tendono al rafforzamento del senso
di responsabilità ed al ripristino di rapporti corretti all'interno della comunità scolastica.
3. La responsabilità disciplinare è personale. Nessuno può essere sottoposto a sanzioni
disciplinari senza essere stato prima invitato ad esporre le proprie ragioni. Nessuna infrazione
disciplinare connessa al comportamento può influire sulla valutazione del profitto.
4. In nessun caso può essere sanzionata, né direttamente né indirettamente, la libera
espressione di opinioni correttamente manifestata e non lesiva dell'altrui personalità.
5. Le sanzioni sono sempre temporanee, proporzionate alla infrazione disciplinare e ispirate,
per quanto possibile, al principio della riparazione del danno. Esse tengono conto della situazione
personale dello studente. Allo studente è sempre offerta la possibilità di convertirle in attività in
favore della comunità scolastica.
6. Le sanzioni e i provvedimenti che comportano allontanamento dalla comunità scolastica
sono sempre adottati da un organo collegiale.
7. Il temporaneo allontanamento dello studente dalla comunità scolastica può essere disposto
solo in caso di gravi o reiterate infrazioni disciplinari, per periodi non superiori ai quindici giorni.
8. Nei periodi di allontanamento deve essere previsto, per quanto possibile, un rapporto con lo
studente e con i suoi genitori tale da preparare il rientro nella comunità scolastica.
9. L'allontanamento dello studente dalla comunità scolastica può essere disposto anche quando
siano stati commessi reati o vi sia pericolo per l'incolumità delle persone. In tal caso la durata
dell'allontanamento è commisurata alla gravità del reato ovvero al permanere della situazione di
pericolo. Si applica per quanto possibile il disposto del comma 8.
10. Nei casi in cui l'autorità giudiziaria, i servizi sociali o la situazione obiettiva rappresentata
dalla famiglia o dallo stesso studente sconsiglino il rientro nella comunità scolastica di
appartenenza, allo studente è consentito di iscriversi, anche in corso d'anno, ad altra scuola.
11. Le sanzioni per le mancanze disciplinari commesse durante le sessioni d'esame sono
inflitte dalla commissione di esame e sono applicabili anche ai candidati esterni.
Art. 5 (Impugnazioni)
l. Per l'irrogazione delle sanzioni di cui all'articolo 4, e per i relativi ricorsi si applicano le
disposizioni di cui all'articolo 328, commi 2 e 4, del decreto legislativo 16 febbraio 1994, n.297.
2. Contro le sanzioni disciplinari diverse da quelle di cui al comma 1 è ammesso ricorso, da
parte degli studenti nella scuola secondaria superiore e da parte dei genitori nella scuola media,
entro 15 giorni dalla comunicazione della loro irrogazione, ad un apposito organo di garanzia
interno alla scuola, istituito e disciplinato dai regolamenti delle singole istituzioni scolastiche, del
quale fa parte almeno un rappresentante degli studenti nella scuola secondaria superiore e dei
genitori nella scuola media.
3. L'organo di garanzia di cui al comma 2 decide, su richiesta degli studenti della scuola
secondaria superiore o di chiunque vi abbia interesse, anche sui conflitti che sorgano all'interno
della scuola in merito all'applicazione del presente regolamento.
4. Il dirigente dell'Amministrazione scolastica periferica decide in via definitiva sui reclami
proposti dagli studenti della scuola secondaria superiore o da chiunque vi abbia interesse, contro le
violazioni del presente regolamento, anche contenute nei regolamenti degli istituti. La decisione è
assunta previo parere vincolante di un organo di garanzia composto per la scuola secondaria
superiore da due studenti designati dalla consulta provinciale, da tre docenti e da un genitore
designati dal consiglio scolastico provinciale, e presieduto da una persona di elevate qualità morali
e civili nominata dal dirigente dell'Amministrazione scolastica periferica. Per la scuola media in
luogo degli studenti sono designati altri due genitori.
Art. 6 (Disposizioni finali)
1. I regolamenti delle scuole e la carta dei servizi previsti dalle disposizioni vigenti in materia
sono adottati o modificati previa consultazione degli studenti nella scuola secondaria superiore e dei
genitori nella scuola media.
3. È abrogato il capo III del R.D. 4 maggio 1925, n. 653.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti
normativi della Repubblica.
Decreto del Presidente della Repubblica 21 novembre 2007, n. 235
(in GU 18 dicembre 2007, n. 293)
Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 24
giugno 1998, n. 249, concernente lo statuto delle studentesse e degli studenti della scuola
secondaria
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Omissis...
EMANA IL SEGUENTE REGOLAMENTO:
Art.1. Modifiche all'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n.
249
1. L'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, è sostituito
dal seguente:
"Art. 4 (Disciplina). - 1. I regolamenti delle singole istituzioni scolastiche individuano i comportamenti che configurano mancanze disciplinari con riferimento ai doveri elencati nell'articolo 3, al
corretto svolgimento dei rapporti all'interno della comunità scolastica e alle situazioni specifiche di
ogni singola scuola, le relative sanzioni, gli organi competenti ad irrogarle e il relativo
procedimento, secondo i criteri di seguito indicati.
2. I provvedimenti disciplinari hanno finalità educativa e tendono al rafforzamento del senso
di responsabilità ed al ripristino di rapporti corretti all'interno della comunità scolastica, nonché al
recupero dello studente attraverso attività di natura sociale, culturale ed in generale a vantaggio
della comunità scolastica.
3. La responsabilità disciplinare è personale. Nessuno può essere sottoposto a sanzioni
disciplinari senza essere stato prima invitato ad esporre le proprie ragioni. Nessuna infrazione
disciplinare connessa al comportamento può influire sulla valutazione del profitto.
4. In nessun caso può essere sanzionata, né direttamente né indirettamente, la libera
espressione di opinioni correttamente manifestata e non lesiva dell'altrui personalità.
5. Le sanzioni sono sempre temporanee, proporzionate alla infrazione disciplinare e ispirate al
principio di gradualità nonché, per quanto possibile, al principio della riparazione del danno. Esse
tengono conto della situazione personale dello studente, della gravità del comportamento e delle
conseguenze che da esso derivano. Allo studente è sempre offerta la possibilità di convertirle in
attività in favore della comunità scolastica.
6. Le sanzioni e i provvedimenti che comportano allontanamento dalla comunità scolastica
sono adottati dal consiglio di classe. Le sanzioni che comportano l'allontanamento superiore a
quindici giorni e quelle che implicano l'esclusione dallo scrutinio finale o la non ammissione
all'esame di Stato conclusivo del corso di studi sono adottate dal consiglio di istituto.
7. Il temporaneo allontanamento dello studente dalla comunità scolastica può essere disposto
solo in caso di gravi o reiterate infrazioni disciplinari, per periodi non superiori ai quindici giorni.
8. Nei periodi di allontanamento non superiori a quindici giorni deve essere previsto un
rapporto con lo studente e con i suoi genitori tale da preparare il rientro nella comunità scolastica.
Nei periodi di allontanamento superiori ai quindici giorni, in coordinamento con la famiglia e, ove
necessario, anche con i servizi sociali e l'autorità giudiziaria, la scuola promuove un percorso di
recupero educativo che miri all'inclusione, alla responsabilizzazione e al reintegro, ove possibile,
nella comunità scolastica.
9. L'allontanamento dello studente dalla comunità scolastica può essere disposto anche quando
siano stati commessi reati che violano la dignità e il rispetto della persona umana o vi sia pericolo
per l'incolumità delle persone. In tale caso, in deroga al limite generale previsto dal comma 7, la
durata dell'allontanamento è commisurata alla gravità del reato ovvero al permanere della situazione
di pericolo. Si applica, per quanto possibile, il disposto del comma 8.
9-bis. Con riferimento alle fattispecie di cui al comma 9, nei casi di recidiva, di atti di violenza
grave, o comunque connotati da una particolare gravità tale da ingenerare un elevato allarme
sociale, ove non siano esperibili interventi per un reinserimento responsabile e tempestivo dello
studente nella comunità durante l'anno scolastico, la sanzione è costituita dall'allontanamento dalla
comunità scolastica con l'esclusione dallo scrutinio finale o la non ammissione all'esame di Stato
conclusivo del corso di studi o, nei casi meno gravi, dal solo allontanamento fino al termine
dell'anno scolastico.
9-ter. Le sanzioni disciplinari di cui al comma 6 e seguenti possono essere irrogate soltanto
previa verifica della sussistenza di elementi concreti e precisi dai quali si desuma che l'infrazione
disciplinare sia stata effettivamente commessa da parte dello studente incolpato.
10. Nei casi in cui l'autorità giudiziaria, i servizi sociali o la situazione obiettiva rappresentata
dalla famiglia o dallo stesso studente sconsiglino il rientro nella comunità scolastica di
appartenenza, allo studente è consentito di iscriversi, anche in corso d'anno, ad altra scuola.
11. Le sanzioni per le mancanze disciplinari commesse durante le sessioni d'esame sono
inflitte dalla commissione di esame e sono applicabili anche ai candidati esterni.".
Art. 2. Modifiche all'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n.
249
1. L'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, è
sostituito dal seguente:
"Art. 5 (Impugnazioni). - 1. Contro le sanzioni disciplinari è ammesso ricorso, da parte di chiunque
vi abbia interesse, entro quindici giorni dalla comunicazione della loro irrogazione, ad un apposito
organo di garanzia interno alla scuola, istituito e disciplinato dai regolamenti delle singole
istituzioni scolastiche, del quale fa parte almeno un rappresentante eletto dagli studenti nella scuola
secondaria superiore e dai genitori nella scuola media, che decide nel termine di dieci giorni. Tale
organo, di norma, è composto da un docente designato dal consiglio di istituto e, nella scuola
secondaria superiore, da un rappresentante eletto dagli studenti e da un rappresentante eletto dai
genitori, ovvero, nella scuola secondaria di primo grado da due rappresentanti eletti dai genitori, ed
è presieduto dal dirigente scolastico.
2. L'organo di garanzia di cui al comma 1 decide, su richiesta degli studenti della scuola
secondaria superiore o di chiunque vi abbia interesse, anche sui conflitti che sorgano all'interno
della scuola in merito all'applicazione del presente regolamento.
3. Il Direttore dell'ufficio scolastico regionale, o un dirigente da questi delegato, decide in via
definitiva sui reclami proposti dagli studenti della scuola secondaria superiore o da chiunque vi
abbia interesse, contro le violazioni del presente regolamento, anche contenute nei regolamenti
degli istituti. La decisione è assunta previo parere vincolante di un organo di garanzia regionale
composto per la scuola secondaria superiore da due studenti designati dal coordinamento regionale
delle consulte provinciali degli studenti, da tre docenti e da un genitore designati nell'ambito della
comunità scolastica regionale, e presieduto dal Direttore dell'ufficio scolastico regionale o da un suo
delegato. Per la scuola media in luogo degli studenti sono designati altri due genitori.
4. L'organo di garanzia regionale, nel verificare la corretta applicazione della normativa e dei
regolamenti, svolge la sua attività istruttoria esclusivamente sulla base dell'esame della
documentazione acquisita o di eventuali memorie scritte prodotte da chi propone il reclamo o
dall'Amministrazione.
5. Il parere di cui al comma 4 è reso entro il termine perentorio di trenta giorni. In caso di
decorrenza del termine senza che sia stato comunicato il parere, o senza che l'organo di cui al
comma 3 abbia rappresentato esigenze istruttorie, il direttore dell'ufficio scolastico regionale può
decidere indipendentemente dall'acquisizione del parere. Si applica il disposto di cui all'articolo 16,
comma 4, della legge 7 agosto 1990, n. 241.
6. Ciascun ufficio scolastico regionale individua, con apposito atto, le modalità più idonee di
designazione delle componenti dei docenti e dei genitori all'interno dell'organo di garanzia
regionale al fine di garantire un funzionamento costante ed efficiente dello stesso.
7. L'organo di garanzia di cui al comma 3 resta in carica per due anni scolastici.".
Art. 3. Patto educativo di corresponsabilità e giornata della scuola
1. Dopo l'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, è
inserito il seguente:
"Art. 5-bis (Patto educativo di corresponsabilità). - 1. Contestualmente all'iscrizione alla singola
istituzione scolastica, è richiesta la sottoscrizione da parte dei genitori e degli studenti di un Patto
educativo di corresponsabilità, finalizzato a definire in maniera dettagliata e condivisa diritti e
doveri nel rapporto tra istituzione scolastica autonoma, studenti e famiglie.
2. I singoli regolamenti di istituto disciplinano le procedure di sottoscrizione nonché di
elaborazione e revisione condivisa, del patto di cui al comma 1.
3. Nell'ambito delle prime due settimane di inizio delle attività didattiche, ciascuna istituzione
scolastica pone in essere le iniziative più idonee per le opportune attività di accoglienza dei nuovi
studenti, per la presentazione e la condivisione dello statuto delle studentesse e degli studenti, del
piano dell'offerta formativa, dei regolamenti di istituto e del patto educativo di corresponsabilità.".
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli
atti normativi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo
osservare.
Dato a Roma, addì 21 novembre 2007
NAPOLITANO
Prodi, Presidente del Consiglio dei Ministri
Fioroni, Ministro della pubblica istruzione
Visto, il Guardasigilli: Mastella
Prot 3602/PO del 31 luglio 2008Prot 3602/PO del 31/7/2008
torna... (font:)
Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione
Allegati
Roma, 31 luglio 2008
Oggetto: D.P.R. n. 235 del 21 novembre 2007 - Regolamento recante modifiche ed
integrazioni al D.P.R. 24 giugno 1998, n. 249, concernente lo Statuto delle
studentesse e degli studenti della scuola secondaria
Nella Gazzetta n. 293 del 18.12.2007 è stato pubblicato il D.P.R n. 235 del 21 novembre 2007 Regolamento che apporta modifiche ed integrazioni al D.P.R. 24 giugno 1998, n. 249, concernente
lo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria.
PREMESSA
I fatti di cronaca che hanno interessato la scuola, negli ultimi anni, dalla trasgressione delle
comuni regole di convivenza sociale agli episodi più gravi di violenza e bullismo hanno determinato
l’opportunità di integrare e migliorare lo Statuto delle Studentesse e degli Studenti, approvato con
DPR n. 249/1998. La scuola, infatti, quale luogo di crescita civile e culturale della persona,
rappresenta, insieme alla famiglia, la risorsa più idonea ad arginare il rischio del dilagare di un
fenomeno di caduta progressiva sia della cultura dell’osservanza delle regole sia della
consapevolezza che la libertà personale si realizza nel rispetto degli altrui diritti e nell’adempimento
dei propri doveri.
Il compito della scuola, pertanto, è quello di far acquisire non solo competenze, ma anche valori da
trasmettere per formare cittadini che abbiano senso di identità, appartenenza e responsabilità .
Al raggiungimento di tale obiettivo è chiamata l’autonomia scolastica, che consente alle singole
istituzioni scolastiche di programmare e condividere con gli studenti, con le famiglie, con le altre
componenti scolastiche e le istituzioni del territorio, il percorso educativo da seguire per la crescita
umana e civile dei giovani.Ed infatti obiettivo delle norme introdotte con il regolamento in
oggetto, non è solo la previsione di sanzioni più rigide e più adeguate a rispondere a fatti di gravità
eccezionale quanto, piuttosto la realizzazione di un’alleanza educativa tra famiglie, studenti ed
operatori scolastici, dove le parti assumano impegni e responsabilità e possano condividere regole e
percorsi di crescita degli studenti.
Con le recenti modifiche non si è voluto quindi stravolgere l’impianto culturale e normativo che sta
alla base dello Statuto delle studentesse e degli studenti e che rappresenta, ancora oggi, uno
strumento fondamentale per l’affermazione di una cultura dei diritti e dei doveri tra le giovani
generazioni di studenti.
Tuttavia, a distanza di quasi dieci anni dalla sua emanazione, dopo aver sentito le osservazioni e le
proposte delle rappresentanze degli studenti e dei genitori, si è ritenuto necessario apportare delle
modifiche alle norme che riguardano le sanzioni disciplinari (art. 4) e le relative impugnazioni (art.
5).
In particolare, anche di fronte al diffondersi nelle comunità scolastiche di fenomeni, talvolta
gravissimi, di violenza, di bullismo o comunque di offesa alla dignità ed al rispetto della persona
umana, si è inteso introdurre un apparato normativo che consenta alla comunità educante di
rispondere ai fatti sopra citati con maggiore severità sanzionatoria.
Si è infatti voluto offrire alle scuole la possibilità di sanzionare con la dovuta severità, secondo un
criterio di gradualità e di proporzionalità, quegli episodi disciplinari che, pur rappresentando
un’esigua minoranza rispetto alla totalità dei comportamenti aventi rilevanza disciplinare, risultano
particolarmente odiosi ed intollerabili, soprattutto se consumati all’interno dell’istituzione pubblica
preposta all’educazione dei giovani. La scuola deve poter avere gli strumenti concreti di carattere
sia educativo che sanzionatorio per far comprendere ai giovani la gravità ed il profondo disvalore
sociale di atti o comportamenti di violenza, di sopraffazione nei confronti di coetanei disabili,
portatori di handicap o, comunque, che si trovino in una situazione di difficoltà. Comportamenti
che, come afferma chiaramente la norma, configurino delle fattispecie di reati che violano la dignità
ed il rispetto della persona umana o che mettano in pericolo l’incolumità delle persone e che, al
contempo, nei casi più gravi, siano caratterizzati dalla circostanza di essere stati ripetuti dalla stessa
persona, nonostante per fatti analoghi fosse già stato sanzionato, e che quindi siano connotati da una
particolare gravità tale da ingenerare un elevato allarme sociale nell’ambito della comunità
scolastica. Di fronte a tali situazioni, che la norma descrive in via generale, la scuola deve poter
rispondere con fermezza ed autorevolezza al fine di svolgere pienamente il suo ruolo educativo e, al
tempo stesso, di prevenire il verificarsi dei predetti fatti.
I comportamenti riprovevoli, e connotati da un altissimo grado di disvalore sociale, non possono
essere trattati al pari delle comuni infrazioni disciplinari, ma devono poter essere sanzionati con
maggiore rigore e severità, secondo un principio di proporzionalità tra la sanzione irrogabile e
l’infrazione disciplinare commessa.
L’inasprimento delle sanzioni, per i gravi o gravissimi episodi sopra citati, si inserisce infatti in un
quadro più generale di educazione alla cultura della legalità intesa come rispetto della persona
umana e delle regole poste a fondamento della convivenza sociale.
CONTENUTO DEI REGOLAMENTI D’ISTITUTO
Occorre innanzitutto premettere che destinatari delle norme contenute nello Statuto delle
Studentesse e degli Studenti sono gli alunni delle scuole secondarie di 1° e 2° grado. Per gli alunni
della scuola elementare risulta ancora vigente il Regio Decreto 26 aprile 1928, n. 1927, salvo che
con riferimento alle disposizioni da ritenersi abrogate per incompatibilità con la disciplina
successivamente intervenuta. Le disposizioni così sopravvissute devono poi essere comunque
“attualizzate” tramite la contestuale applicazione delle regole generali sull’azione amministrativa
derivanti dalla L. n 241/1990, come più avanti si ricorderanno.
La legge n. 241/1990, che detta norme sul procedimento amministrativo, costituisce comunque il
quadro di riferimento di carattere generale per gli aspetti procedimentali dell’azione disciplinare nei
confronti degli studenti.
Il D.P.R. in oggetto apporta sostanziali novità in materia di disciplina, con specifico riferimento alle
infrazioni disciplinari, alle sanzioni applicabili e all’impugnazione di quest’ultime.
Le modifiche introdotte impongono alle singole istituzioni scolastiche di adeguare ad esse i
regolamenti interni.
Appare necessario, a seguito delle modifiche introdotte dal D.P.R. in oggetto, ricapitolare i
contenuti dei regolamenti d’istituto in tema di disciplina, come risultanti unitariamente dalle
vecchie e dalle nuove norme.
Detti regolamenti dovranno individuare: le mancanze disciplinari. Partendo dalla previsione dell’
art. 3 del citato D.P.R. n 249/98, che individua dei macro-doveri comportamentali facenti
riferimento ad ambiti generali del vivere insieme, i regolamenti delle istituzioni scolastiche devono
declinare gli stessi, tramite la specificazione di doveri e/o divieti di comportamento e di condotta. le
sanzioni da correlare alle mancanze disciplinari. Le sanzioni diverse dall’allontanamento dalla
comunità scolastica sono appannaggio del regolamento delle istituzioni scolastiche, che quindi le
dovrà specificatamente individuare. A tal fine le istituzioni scolastiche si ispireranno al principio
fondamentale della finalità educativa e “costruttiva” e non solo punitiva della sanzione e alla non
interferenza tra sanzione disciplinare e valutazione del profitto (art 4, comma 3, DPR 249). Quello
che si richiede alle scuole è uno sforzo di tipizzazione di quei comportamenti generali cui
ricollegare le sanzioni e non un rinvio generico allo Statuto delle studentesse e degli studenti, che
di per sé non contiene fattispecie tipizzate, se non nei casi gravissimi. gli organi competenti a
comminare le sanzioni. Il regolamento d’istituto è chiamato ad identificare gli organi competenti ad
irrogare le sanzioni diverse dall’allontanamento dalla comunità scolastica (ad es. docente, dirigente
scolastico o consiglio di classe). Le sanzioni comportanti l’allontanamento dalla comunità scolastica
sono, inoltre, riservate dal D.P.R. alla competenza del Consiglio di Classe e del Consiglio d’Istituto.
Al riguardo va osservato che, a seguito delle recenti modifiche normative, la competenza di irrogare
sanzioni che comportino l’allontanamento non viene più attribuita genericamente in capo ad un
organo collegiale, come avveniva nel testo normativo previgente.
E’ stato, viceversa, specificato dall’art. 4 comma 6 che: a) le sanzioni ed i provvedimenti che
comportano l’allontanamento dalla comunità scolastica per un periodo inferiore a 15 giorni sono
sempre adottati dal CONSIGLIO DI CLASSE; b) le sanzioni che comportano un allontanamento
superiore a 15 giorni, ivi compresi l’allontanamento fino al termine delle lezioni o con esclusione
dallo scrutinio finale o la non ammissione all’esame di Stato conclusivo del corso di studi, sono
sempre adottate dal CONSIGLIO DI ISTITUTO.
In particolare, con riferimento al Consiglio di classe si deve ritenere che l’interpretazione
maggiormente conforme al disposto normativo (art. 5 D.Lgs. n. 297/1994) sia nel senso che tale
organo collegiale quando esercita la competenza in materia disciplinare deve operare nella
composizione allargata a tutte le componenti, ivi compresi pertanto gli studenti e i genitori, fatto
salvo il dovere di astensione (es. qualora faccia parte dell’organo lo studente sanzionato o il
genitore di questi)e di successiva e conseguente surroga. il procedimento di irrogazione delle
sanzioni disciplinari, con specifico riferimento ad es. alla forma e alle modalità di contestazione
dell’addebito; forma e modalità di attuazione del contraddittorio; termine di conclusione. procedure
di elaborazione condivisa e sottoscrizione del Patto educativo di corresponsabilità. E’ questo un
ulteriore e nuovo elemento di contenuto del regolamento d’istituto, introdotto dal D.P.R.n. 235 del
2007.
PRINCIPI GENERALI
Occorre tener presente che il nuovo testo normativo tende a sottolineare la funzione educativa
della sanzione disciplinare, rafforzando la possibilità di recupero dello studente attraverso attività di
natura sociale, culturale ed in generale a vantaggio della comunità scolastica (Art. 4 comma 2).
Pertanto i regolamenti d’istituto individueranno le sanzioni disciplinari rispondenti alla predetta
finalità, per esempio, le attività di volontariato nell’ambito della comunità scolastica, le attività di
segreteria, la pulizia dei locali della scuola, le piccole manutenzioni, l’attività di ricerca, il riordino
di cataloghi e di archivi presenti nelle scuole,la frequenza di specifici corsi di formazione su
tematiche di rilevanza sociale o culturale, la produzione di elaborati (composizioni scritte o
artistiche) che inducano lo studente ad uno sforzo di riflessione e di rielaborazione critica di episodi
verificatisi nella scuola, etc.
Le misure sopra richiamate, alla luce delle recenti modifiche si configurano non solo come sanzioni
autonome diverse dall’allontanamento dalla comunità scolastica, ma altresì come misure accessorie
che si accompagnano alle sanzioni di allontanamento dalla comunità stessa .
Le norme introdotte dal D.P.R. 235, però, tendono anche a sanzionare con maggiore rigore i
comportamenti più gravi, tenendo conto, non solo della situazione personale dello studente, ma
anche della gravità dei comportamenti e delle conseguenze da essi derivanti. Nell’attuazione delle
suddette sanzioni, infatti, occorrerà ispirarsi al principio di gradualità della sanzione, in stretta
correlazione con la gravità della mancanza disciplinare commessa.
Occorre, inoltre, sottolineare che le sanzioni disciplinari sono sempre temporanee ed ispirate, per
quanto possibile, alla riparazione del danno. (Art.4 – Comma 5).
Ove il fatto costituente violazione disciplinare sia anche qualificabile come reato in base
all’ordinamento penale, si ricorda che il dirigente scolastico sarà tenuto alla presentazione di
denuncia all’autorità giudiziaria penale in applicazione dell’art 361 c.p..
CLASSIFICAZIONE DELLE SANZIONI
Per maggiore chiarezza, si riporta una classificazione delle sanzioni disciplinari secondo un
crescendo di gravità.
A tal proposito va precisato che, le esemplificazioni che seguono non sono esaustive delle possibili
mancanze disciplinari, né delle possibili sanzioni, ma scaturiscono da una ampia ricognizione delle
esperienze
di molte
scuole e dei loro regolamenti
d’istituto.
A) Sanzioni diverse
dall’allontanamento temporaneo dalla comunità scolastica (art. 4 – Comma 1) Si tratta di sanzioni
non tipizzate né dal D.P.R. n. 249 né dal D.P.R. n. 235, ma che devono essere definite ed
individuate dai singoli regolamenti d’istituto, insieme, come già detto nel paragrafo precedente, alle
mancanze disciplinari, agli organi competenti ad irrogarle ed alle procedure B) Sanzioni che
comportano l’allontanamento temporaneo dello studente dalla comunità scolastica per un periodo
non superiore a 15 giorni ( Art. 4 - Comma 8):
Tale sanzione - adottata dal Consiglio di Classe - è comminata soltanto in caso di gravi o reiterate
infrazioni disciplinari derivanti dalla violazione dei doveri di cui all’art. 3 del D.P.R. n. 249/98.
Durante il suddetto periodo di allontanamento è previsto un rapporto con lo studente e con i suoi
genitori al fine di preparare il rientro dello studente sanzionato nella comunità scolastica.
C) Sanzioni che comportano l’allontanamento temporaneo dello studente dalla comunità
scolastica per un periodo superiore a 15 giorni (Art. 4 – Comma 9).
Le suddette sanzioni sono adottate dal Consiglio d’Istituto, se ricorrono due condizioni, entrambe
necessarie:
1) devono essere stati commessi “reati che violino la dignità e il rispetto della persona umana ( ad
es. violenza privata, minaccia, percosse, ingiurie, reati di natura sessuale etc.), oppure deve esservi
una concreta situazione di pericolo per l’incolumità delle persone (ad es. incendio o allagamento);
2) il fatto commesso deve essere di tale gravità da richiedere una deroga al limite
dell’allontanamento fino a 15 giorni previsto dal 7° comma dell’art. 4 dello Statuto. In tal caso la
durata dell’allontanamento è adeguata alla gravità dell’infrazione, ovvero al permanere della
situazione di pericolo.
Si precisa che l’iniziativa disciplinare di cui deve farsi carico la scuola può essere assunta in
presenza di fatti tali da configurare una fattispecie astratta di reato prevista dalla normativa penale.
Tali fatti devono risultare verosimilmente e ragionevolmente accaduti indipendentemente dagli
autonomi e necessari accertamenti che, anche sui medesimi fatti, saranno svolti dalla magistratura
inquirente e definitivamente acclarati con successiva sentenza del giudice penale.
Nei periodi di allontanamento superiori a 15 giorni, la scuola promuove - in coordinamento con la
famiglia dello studente e, ove necessario, con i servizi sociali e l’autorità giudiziaria - un percorso di
recupero educativo mirato all’inclusione, alla responsabilizzazione e al reintegro, ove possibile,
nella comunità scolastica.
D) Sanzioni che comportano l’allontanamento dello studente dalla comunità scolastica fino al
termine dell’anno scolastico ( Art. 4 - comma 9bis):
L’irrogazione di tale sanzione, da parte del Consiglio d’Istituto, è prevista alle seguenti
condizioni, tutte congiuntamente ricorrenti:
1) devono ricorrere situazioni di recidiva, nel caso di reati che violino la dignità e il rispetto per la
persona umana, oppure atti di grave violenza o connotati da una particolare gravità tali da
determinare seria apprensione a livello sociale;
2) non sono esperibili interventi per un reinserimento responsabile e tempestivo dello studente nella
comunità durante l’anno scolastico;
Con riferimento alle sanzioni di cui ai punti C e D, occorrerà evitare che l’applicazione di tali
sanzioni determini, quale effetto implicito, il superamento dell’orario minimo di frequenza richiesto
per la validità dell’anno scolastico. Per questa ragione dovrà essere prestata una specifica e
preventiva attenzione allo scopo di verificare che il periodo di giorni per i quali si vuole disporre
l’allontanamento dello studente non comporti automaticamente, per gli effetti delle norme di
carattere generale, il raggiungimento di un numero di assenze tale da compromettere comunque la
possibilità per lo studente di essere valutato in sede di scrutinio.
E) Sanzioni che comportano l’esclusione dello studente dallo scrutinio finale o la non
ammissione all’esame di stato conclusivo del corso di studi (Art. 4 comma 9 bis e 9 ter)
Nei casi più gravi di quelli già indicati al punto D ed al ricorrere delle stesse condizioni ivi
indicate, il Consiglio d’Istituto può disporre l’esclusione dello studente dallo scrutinio finale o la
non ammissione all’Esame di Stato conclusivo del corso di studi (Comma 9 bis).
E’ importante sottolineare che le sanzioni disciplinari di cui ai punti B,C,D ed E possono essere
irrogate soltanto previa verifica, da parte dell’istituzione scolastica, della sussistenza di elementi
concreti e precisi dai quali si evinca la responsabilità disciplinare dello studente (Comma 9 ter).
***
La sanzione disciplinare, inoltre, deve specificare in maniera chiara le motivazioni che hanno
reso necessaria l’irrogazione della stessa (art. 3 L . 241/1990) . Più la sanzione è grave e più sarà
necessario il rigore motivazionale, anche al fine di dar conto del rispetto del principio di
proporzionalità e di gradualità della sanzione medesima.
Nel caso di sanzioni che comportano l’allontanamento fino alla fine dell’anno scolastico,
l’esclusione dallo scrutinio finale, la non ammissione agli esami di stato, occorrerà, anche
esplicitare i motivi per cui ”non siano esperibili interventi per un reinserimento responsabile e
tempestivo dello studente nella comunità durante l’anno scolastico”.
Di norma, (si rinvia in proposito alle disposizioni sull’autonomia scolastica) le sanzioni disciplinari,
al pari delle altre informazioni relative alla carriera dello studente, vanno inserite nel suo fascicolo
personale e, come quest’ultimo, seguono lo studente in occasione di trasferimento da una scuola ad
un’altra o di passaggio da un grado all’altro di scuola. Infatti, le sanzioni disciplinari non sono
considerati dati sensibili, a meno che nel testo della sanzione non si faccia riferimento a dati
sensibili che riguardano altre persone coinvolte nei fatti che hanno dato luogo alla sanzione stessa
(es. violenza sessuale). In tali circostanze si applica il principio dell’indispensabilità del trattamento
dei dati sensibili che porta ad operare con “omissis” sull’identità delle persone coinvolte e
comunque nel necessario rispetto del D.Lgs. n. 196 del 2003 e del DM 306/2007.
Ai fini comunque di non creare pregiudizi nei confronti dello studente che opera il passaggio
all’altra scuola si suggerisce una doverosa riservatezza circa i fatti che hanno visto coinvolto lo
studente.
Va sottolineato, inoltre, che il cambiamento di scuola non pone fine ad un procedimento
disciplinare iniziato, ma esso segue il suo iter fino alla conclusione.
Ovviamente i regolamenti d’istituto dovranno contenere anche precisazioni in ordine a quanto
precede.
IMPUGNAZIONI
Per quanto attiene all’impugnazione (Art. 5) delle suddette sanzioni disciplinari le modifiche
introdotte dal regolamento in questione sono finalizzate a garantire da un lato “il diritto di difesa”
degli studenti e, dall’altro, la snellezza e rapidità del procedimento, che deve svolgersi e concludersi
alla luce di quanto previsto, della Legge 7 agosto 1990, n. 241.
Va rammentato, infatti, che il procedimento disciplinare verso gli alunni è azione di natura
amministrativa, per cui il procedimento che si mette in atto costituisce procedimento
amministrativo, al quale si applica la normativa introdotta dalla Legge n. 241/90 e successive
modificazioni, in tema di avvio del procedimento, formalizzazione dell’istruttoria, obbligo di
conclusione espressa, obbligo di motivazione e termine.
Il sistema di impugnazioni delineato dall’art. 5 del D.P.R. non incide automaticamente
sull’esecutività della sanzione disciplinare eventualmente irrogata, stante il principio generale che
vuole dotati di esecutività gli atti amministrativi pur non definitivi: la sanzione potrà essere eseguita
pur in pendenza del procedimento di impugnazione, salvo quanto diversamente stabilito nel
regolamento di istituto.
Contro le sanzioni disciplinari anzidette è ammesso ricorso da parte di chiunque vi abbia interesse
(genitori, studenti), entro quindici giorni dalla comunicazione ad un apposito Organo di Garanzia
interno alla scuola, istituito e disciplinato dai regolamenti delle singole istituzioni scolastiche.
L’organo di garanzia dovrà esprimersi nei successivi dieci giorni (Art. 5 - Comma 1). Qualora
l’organo di garanzia non decida entro tale termine, la sanzione non potrà che ritenersi confermata.
Si evidenzia che il Regolamento di modifica dello Statuto ha meglio definito, anche se non
rigidamente, nel rispetto delle autonomie delle singole istituzioni scolastiche – la sua composizione.
Esso – sempre presieduto dal Dirigente Scolastico - di norma, si compone , per la scuola secondaria
di 2° grado da un docente designato dal consiglio d’istituto, da un rappresentante eletto dagli
studenti e da un rappresentante eletto dai genitori; per la scuola secondaria di 1° grado, invece, da
un docente designato dal Consiglio d’istituto e da due rappresentanti eletti dai genitori (Art. 5 Comma 1).
A proposito va sottolineato che i regolamenti dovranno precisare:
a) la composizione del suddetto organo in ordine:
1) al n. dei suoi membri, che in ragione delle componenti scolastiche che devono rappresentare
non possono essere meno di quattro;
2) alle procedure di elezione e subentro dei membri, nonché alla possibilità di nominare membri
supplenti, in caso di incompatibilità (es. qualora faccia parte dell’O.G. lo stesso soggetto che
abbia irrogato la sanzione) o di dovere di astensione (es. qualora faccia parte dell’O.G. lo studente
sanzionato o un suo genitore)
b) il funzionamento dell’organo di garanzia, nel senso che occorrerà precisare:
1) se tale organo in prima convocazione debba essere “perfetto”(deliberazioni valide se sono
presenti tutti i membri) e magari in seconda convocazione funzioni solo con i membri
effettivamente partecipanti alla seduta o se, al contrario, non sia mai necessario, per la validità
delle deliberazioni, che siano presenti tutti i membri;
2) il valore dell’astensione di qualcuno dei suoi membri (se influisca o meno sul conteggio dei
voti).
L’organo di garanzia decide - su richiesta degli studenti della scuola secondaria superiore o di
chiunque vi abbia interesse - anche sui conflitti che sorgono all’interno della scuola in merito
all’applicazione del presente regolamento (Art. 5 Comma 2).
ORGANO DI GARANZIA REGIONALE
Il comma 3 del citato art. 5 modifica l’ulteriore fase di impugnatoria: la competenza a
decidere sui reclami contro le violazioni dello Statuto, anche contenute nei regolamenti d’istituto,
già prevista dall’originario testo del DPR 249, viene specificatamente attribuita alla competenza del
Direttore dell’Ufficio scolastico regionale.
Il rimedio in esame, attraverso la valutazione della legittimità del provvedimento in materia
disciplinare, potrà costituire occasione di verifica del rispetto delle disposizioni contenute nello
Statuto sia nell’emanazione del provvedimento oggetto di contestazione sia nell’emanazione del
regolamento d’istituto ad esso presupposto.
E’ da ritenersi che, in tal caso, il termine per la proposizione del reclamo sia di quindici giorni, in
analogia con quanto previsto dal comma 1 dell’art. 5, decorrenti dalla comunicazione della
decisione dell’organo di garanzia della scuola o dallo spirare del termine di decisione ad esso
attribuito.
La decisione è subordinata al parere vincolante di un organo di garanzia regionale di nuova
istituzione – che dura in carica due anni scolastici. Detto organo - presieduto dal Direttore
dell’Ufficio Scolastico Regionale o da un suo delegato – è composto, di norma, per la scuola
secondaria di II grado, da due studenti designati dal coordinamento regionale delle consulte
provinciali degli studenti, da tre docenti e da un genitore designati nell’ambito della comunità
scolastica regionale. Per la scuola secondaria di I grado, in luogo degli studenti sono designati altri
due genitori.
Con riferimento alla designazione dei genitori, nel rispetto dell’autonoma decisione di ciascun
Ufficio Scolastico Regionale, si suggerisce che la stessa avvenga nell’ambito dei rappresentanti del
Forum Regionale delle Associazioni dei genitori (FORAGS).
Per quanto concerne, invece la designazione dei docenti, lasciata alla competenza dei Direttori
degli Uffici Scolastici Regionali, la scelta potrà tener conto, per quanto possibile, dell’opportunità
di non procurare aggravi di spesa in ordine al rimborso di titoli di viaggio.
L’organo di garanzia regionale, dopo aver verificato la corretta applicazione della normativa e dei
regolamenti, procede all’istruttoria esclusivamente sulla base della documentazione acquisita o di
memorie scritte prodotte da chi propone il reclamo o dall’Amministrazione (Comma 4). Non è
consentita in ogni caso l’audizione orale del ricorrente o di altri controinteressati.Il comma 5 fissa il
termine perentorio di 30 giorni, entro il quale l’organo di garanzia regionale deve esprimere il
proprio parere. Qualora entro tale termine l‘organo di garanzia non abbia comunicato il parere o
rappresentato esigenze istruttorie, per cui il termine è sospeso per un periodo massimo di 15 giorni e
per una sola volta (Art.16 - comma 4 della Legge 7 agosto 1990, n. 241), il Direttore dell’Ufficio
Scolastico Regionale può decidere indipendentemente dal parere.
PATTO EDUCATIVO DI CORRESPONSABILITÀ
Si tratta di un’assoluta novità (art. 5-bis dello Statuto), in diverse scuole già anticipata dalla
prassi in essere.
La disposizione di cui all’art. 5 bis va coordinata con le altre disposizioni dello Statuto ed in
particolare, laddove fa riferimento a “diritti e doveri nel rapporto fra istituzione scolastica
autonoma, studenti e famiglie”, essa va coordinata con gli artt. 2 e 3 che prevedono già “diritti” e
“doveri” degli studenti, anche al fine di distinguere il Patto educativo di corresponsabilità, così
introdotto, dal regolamento d’Istituto e/o di disciplina. Può allora osservarsi che i destinatari
naturali del Patto educativo di cui alla disposizione in questione siano i genitori, ai quali la legge
attribuisce in primis il dovere di educare i figli (art. 30 Cost., artt. 147, 155, 317 bis c.c.).
L’obiettivo del Patto educativo, in sostanza, è quello di impegnare le famiglie, fin dal momento
dell’iscrizione, a condividere con la scuola i nuclei fondanti dell’azione educativa.
La scuola dell’autonomia può svolgere efficacemente la sua funzione educativa soltanto se è in
grado di instaurare una sinergia virtuosa, oltre che con il territorio, tra i soggetti che compongono la
comunità scolastica: il dirigente scolastico, il personale della scuola, i docenti, gli studenti ed i
genitori.
L’introduzione del patto di corresponsabilità è orientata a porre in evidenza il ruolo strategico che
può essere svolto dalle famiglie nell’ambito di un’alleanza educativa che coinvolga la scuola, gli
studenti ed i loro genitori ciascuno secondo i rispettivi ruoli e responsabilità.
Il “patto” vuole essere dunque uno strumento innovativo attraverso il quale declinare i reciproci
rapporti, i diritti e i doveri che intercorrono tra l’istituzione scolastica e le famiglie.
La norma, contenuta nell’art. 5 bis, si limita ad introdurre questo strumento pattizio e a
definire alcune caratteristiche generali lasciando alla libertà delle singole istituzioni scolastiche
autonome il compito di definire contenuti e modelli applicativi che devono scaturire dalle esigenze
reali e dall’esperienza concreta delle scuole, non potendo essere astrattamente enucleati a livello
centrale.
Ad esempio, a fronte del ripetersi di episodi di bullismo o di vandalismo, ritenendosi di orientare
prioritariamente l’azione educativa al rispetto dell’ “altro”, sia esso persona o patrimonio, la scuola
opererà su un doppio versante: da un lato potrà intervenire sulla modifica del regolamento d’Istituto
individuando le sanzioni più adeguate, dall’altro, si avvarrà del Patto educativo di corresponsabilità,
per rafforzare la condivisione da parte dei genitori delle priorità educative e del rispetto dei diritti e
dei doveri di tutte le componenti presenti nella scuola.
Ciò consente di distinguere dunque, sul piano concettuale, il Patto educativo di corresponsabilità dal
regolamento d’Istituto.
Patto condiviso tra scuola e famiglia sulle priorità educative il primo, vincolante con la sua
sottoscrizione; atto unilaterale della scuola verso i propri studenti teso a fornire loro la
specificazione dei comportamenti ad essi consentiti o vietati il secondo, vincolante con la sua
adozione e pubblicazioneall’albo.
L’azione della scuola tesa alla sottoscrizione del Patto potrà costituire occasione per la diffusione
della conoscenza della parte disciplinare del regolamento d’Istituto (così come degli altri
“documenti” di carattere generale che fondano le regole della comunità scolastica, quali il Piano
dell’offerta formativa e la Carta dei servizi), ma i due atti dovranno essere tenuti distinti nelle
finalità e nel contenuto.
Appare il caso di evidenziare che l’introduzione del Patto di corresponsabilità si inserisce
all’interno di una linea di interventi di carattere normativo e amministrativo attraverso i quali si
sono voluti richiamare ruoli e responsabilità di ciascuna componente della comunità scolastica:
docenti, dirigenti scolastici, studenti e, da ultimo, genitori. Al fine di consentire all’istituzione
scolastica di realizzare con successo le finalità educative e formative cui è istituzionalmente
preposta, ciascun soggetto è tenuto ad adempiere correttamente ai doveri che l’ordinamento gli
attribuisce. In questa ottica, pertanto, gli studenti sono tenuti ad osservare i doveri sanciti dallo
Statuto degli studenti e delle studentesse, in particolare quelli contemplati negli articoli 3 e 4 del
D.P.R. 24 giugno 1998, n. 249 come modificato ed integrato dal recente D.P.R. 21 novembre 2007,
n. 235; il personale docente quelli attinenti alla deontologia professionale enucleati dalla legge e dai
Contratti collettivi nazionali di lavoro.
L’inosservanza di tali doveri comporterà, per gli studenti, l’applicazione delle sanzioni disciplinari
secondo il sistema che è stato sopra illustrato, per il personale scolastico, l’esercizio rigoroso,
tempestivo ed efficace del potere disciplinare anche alla luce di quanto previsto dalla più recente
normativa (si veda, in particolare, la circolare n. 72 del 19 dicembre 2006 del M.P.I. - Procedimenti
e sanzioni disciplinari nel comparto scuola. Linee di indirizzo generali - e l’art. 2 comma 1 del D.L.
7 settembre 2007 n.147, convertito, con modificazioni, nella Legge 25 ottobre 2007 n.176).
Con particolare riferimento alla responsabilità civile che può insorgere a carico dei genitori,
soprattutto in presenza di gravi episodi di violenza, di bullismo o di vandalismo, per eventuali danni
causati dai figli a persone o cose durante il periodo di svolgimento delle attività didattiche, si ritiene
opportuno far presente che i genitori, in sede di giudizio civile, potranno essere ritenuti direttamente
responsabili dell’accaduto, anche a prescindere dalla sottoscrizione del Patto di corresponsabilità,
ove venga dimostrato che non abbiano impartito ai figli un’educazione adeguata a prevenire
comportamenti illeciti. Tale responsabilità, riconducibile ad una colpa in educando, potrà
concorrere con le gravi responsabilità che possono configurarsi anche a carico del personale
scolastico, per colpa in vigilando, ove sia stato omesso il necessario e fondamentale dovere di
sorveglianza nei confronti degli studenti.
Sulla base di quanto sopra chiarito, e nell’ambito delle valutazioni autonome di ciascuna istituzione
scolastica, il Patto di corresponsabilità potrà contenere degli opportuni richiami e rinvii alle
disposizioni previste in materia dalla normativa vigente, allo scopo di informare le famiglie dei
doveri e delle responsabilità gravanti su di loro in uno spirito di reciproca collaborazione che deve
instaurarsi tra le diverse componenti della comunità scolastica. Infatti i doveri di educazione dei
figli e le connesse responsabilità, non vengono meno per il solo fatto che il minore sia affidato alla
vigilanza di altri (art. 2048 c.c., in relazione all’art. 147 c.c.).
La responsabilità del genitore (art. 2048, primo comma, c.c.) e quella del “precettore” (art. 2048,
secondo comma c.c.) per il fatto commesso da un minore affidato alla vigilanza di questo ultimo,
non sono infatti tra loro alternative, giacchè l’affidamento del minore alla custodia di terzi, se
solleva il genitore dalla presunzione di “culpa in vigilando”, non lo solleva da quella di “culpa in
educando”, rimanendo comunque i genitori tenuti a dimostrare, per liberarsi da responsabilità per il
fatto compiuto dal minore pur quando si trovi sotto la vigilanza di terzi, di avere impartito al minore
stesso un’educazione adeguata a prevenire comportamenti illeciti (Cass. Sez III, 21.9.2000, n.
12501; 26.11.1998, n. 11984).
Il Patto di corresponsabilità, pertanto, potrà richiamare le responsabilità educative che incombono
sui genitori, in modo particolare nei casi in cui i propri figli si rendano responsabili di danni a
persone o cose derivanti da comportamenti violenti o disdicevoli che mettano in pericolo
l’incolumità altrui o che ledano la dignità ed il rispetto della persona umana.
In ogni caso, resta fermo che il Patto di corresponsabilità non potrà mai configurarsi quale uno
strumento giuridico attraverso il quale introdurre delle clausole di esonero dalla responsabilità
riconducibile in capo al personale scolastico in caso di violazione del dovere di vigilanza. Tale
obbligo nei confronti degli studenti è infatti previsto da norme inderogabili del codice civile; di
conseguenza, nell’ipotesi in cui il patto contenesse, in maniera espressa o implicita, delle clausole
che prevedano un esonero di responsabilità dai doveri di vigilanza o sorveglianza per i docenti o per
il personale addetto, tali clausole dovranno ritenersi come non apposte in quanto affette da nullità.
Con riferimento, poi, alle modalità di elaborazione, il D.P.R. 235 (comma 2 dell’art. 5 bis) rimette
al regolamento d’istituto la competenza a disciplinare le procedure di elaborazione e di
sottoscrizione del Patto. Ciò significa che la scuola, nella sua autonomia, ove lo preveda nel
regolamento d’istituto, ha la facoltà di attribuire la competenza ad elaborare e modificare il patto in
questione al Consiglio di istituto,dove sono rappresentate le diverse componenti della comunità
scolastica, ivi compresi i genitori e gli studenti.
Quanto al momento di sottoscrizione del patto, l’art. 5 bis comma 1 dispone che questa debba
avvenire, da parte dei genitori e degli studenti, “contestualmente all’iscrizione alla singola
istituzione scolastica”. Come è noto, la procedura di iscrizione inizia con la presentazione della
domanda, in generale entro gennaio, e termina con la conferma dell’avvenuta iscrizione, a seguito
dell’acquisizione del titolo definitivo per il passaggio alla classe successiva, alla fine dell’anno
scolastico di riferimento.
Pertanto, è proprio nell’ambito delle due settimane di inizio delle attività didattiche – art. 3 comma
3 – che ciascuna istituzione potrà porre in essere le iniziative più opportune per la condivisione e la
presentazione del Patto di corresponsabilità. (v.allegato)
Poiché è dovere di ogni studente partecipare al proprio percorso formativo e alla vita della scuola in
modo responsabile, il consiglio di Istituto stabilisce di applicare le seguenti regole, inserite nel POF,
miranti a promuovere la coscienza civica, a preparare all’esercizio della democrazia, ad assolvere i
doveri civili per acquistare effettiva libertà nello sviluppo intellettuale, morale, culturale e
professionale della persona.
19.1
PATTO EDUCATIVO DI CORRESPONSABILITÀ
I.T.C “RENATO FUCINI”
A.S. 2011-2012
Il Patto educativo di corresponsabilità, previsto dal D.P.R. 21 novembre 2007, n.235 e stilato
dal nostro Istituto, vuole definire in maniera sintetica, ma dettagliata e condivisa, l’impegno
reciproco di diritti e doveri nel rapporto tra l’istituzione scolastica, gli studenti e le famiglie.
La sottoscrizione del Patto implica il rispetto dello Statuto delle studentesse e degli studenti (D.P.R.
21 novembre 2007 n. 235 e D.P.R. 24 giugno 1998 n. 249) e del Regolamento d’Istituto, riportati
nel POF, affissi all’albo e consegnati all’atto dell’iscrizione. Questi documenti sono letti e analizzati
nei primi giorni di scuola durante le attività di accoglienza e sono sempre disponibili per la
consultazione.
La famiglia, considerata la sua responsabilità educativa, si impegna a partecipare attivamente a tutti
i momenti di formazione e informazione che la Scuola organizza e a seguire in modo costruttivo i
propri figli nel percorso di studio controllando anche assenze e ritardi.
Lo studente si impegna a costruire il proprio percorso di istruzione e formazione rispettando le
regole convenute, la propria persona e quella altrui, l’edificio e gli arredi della scuola e perseguendo
attraverso lo studio gli obiettivi previsti.
Il nostro Istituto basa la propria azione educativa sulla centralità dell’alunno che apprende,
promuove la crescita e la formazione della persona e del cittadino attraverso percorsi di studio che
garantiscono il rispetto della normativa vigente e la prevenzione del disagio e della dispersione.
Il nostro Istituto assicura lo svolgimento di corsi di recupero, sostegno, consolidamento e
arricchimento, anche in orario extracurricolare.
Per l’Istituto Tecnico Commerciale il collegio docenti, recependo l’Ordinanza Ministeriale n. 92, ha
deliberato le modalità attraverso le quali sarà consentito agli studenti, nell’arco dell’intero anno
scolastico, il recupero dei debiti, prevedendo sia i criteri che i tempi di svolgimento.
L’organizzazione del nostro Istituto, facilita l’applicazione del nuovo decreto sull’obbligo
scolastico fino a 16 anni (D.M. n.139/2007) e tutte le attività didattico-educative sono finalizzate al
raggiungimento degli obiettivi previsti dalla normativa.
La finalità dell’obbligo è rappresentata dall’acquisizione di quelle competenze chiave di
cittadinanza che possono aiutare i giovani al pieno sviluppo della loro personalità, attraverso la
progressiva acquisizione ed il consolidamento delle conoscenze di base e delle competenze
indispensabili per imparare ad imparare, progettare, comunicare, collaborare e partecipare, agire in
modo autonomo e responsabile, risolvere problemi, individuare collegamenti e relazioni, acquisire
ed interpretare informazioni.
Il profilo sostanziale di questo Patto si basa, dunque, su un positivo e rinnovato dialogo tra
tutti gli utenti del servizio scolastico per una responsabile crescita qualitativa tesa a prevenire
insuccessi e devianze.
Firma dell’alunno ________________________
Firma del genitore _________________________
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Piano Offerta Formativa per l`Istituto Tecnico Commerciale A.S. 2012