PIANO FAUNISTICO VENATORIO DELLA PROVINCIA DI SIENA 2012-2015 SINTESI NON TECNICA A cura del Settore Risorse Faunistiche e Aree Protette della Provincia di Siena Allegato “4” Deliberazione G.P. n° _________ del _____________ Prot. n° 193562 del 13.12.2012 SINTESI NON TECNICA Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 INDICE 1. CARATTERISTICHE DEL PFVP ................................. Errore. Il segnalibro non è definito. 2. RAPPORTO AMBIENTALE ............................................................................................. 5 3. STUDIO DI INCIDENZA ............................................................................................ 23 Pagina 3 SINTESI NON TECNICA Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 CAP. 1 - CARATTERISTICHE DEL PFV 1.1. CONTENUTI DEL PFVP Ai sensi della L.R. 3/94 (legge di recepimento della L. 157/92 “Norme per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio”), tutto il territorio agro–silvo–pastorale regionale è soggetto alla pianificazione faunistico venatoria la cui attuazione è compito delle Province che lo esplicano attraverso la destinazione differenziata del territorio di loro competenza. A tal fine le Province articolano il proprio territorio in Comprensori omogenei al cui interno individuano le strutture e gli istituti faunistico venatori previsti dalla legge e necessari alla massima valorizzazione del territorio stesso. I Comprensori, gli istituti e le strutture di cui sopra vengono individuati nel Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) sulla base delle seguenti indicazioni discendenti dalla normativa nazionale: - - - una quota compresa tra il 20% ed il 30% del territorio agro-silvo-pastorale deve essere utilizzata per la protezione della fauna. Sono compresi in queste percentuali i territori ove, anche per effetto di altre norme, sia vietata l’attività venatoria: 1. le aree protette di cui alla L. 394/91 e alla L.R. 49/95 e i territori demaniali soggetti a divieto di caccia; 2. i territori di cui all’art. 6 bis, co. 4, lett. a), b) e c) della LR 3/1994: Zone di Protezione (ZP), Oasi di Protezione, Zone di Ripopolamento e Cattura (ZRC), centri pubblici di riproduzione di fauna selvatica allo stato naturale (CPuRFS); 3. le Zone di Rispetto Venatorio (ZRV) superiori a 150 ha; 4. i fondi chiusi; 5. le aree sottratte alla caccia programmata (art. 25, L.R. 3/94); una quota massima del 15% è riservata alla gestione privata: 1. Aziende Faunistico Venatorie (AFV); 2. Aziende Agrituristico Venatorie (AAV); 3. Centri privati di riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale (CPRFS); una quota massima del 2% può essere utilizzata per l’istituzione delle Aree per l’addestramento, l’allenamento e le gare per cani (AAC); la quota di territorio agro-silvo-pastorale rimanente è destinata all’attività venatoria programmata; costituisce il Territorio a Gestione Programmata della Caccia (TGPC) ed è gestita dagli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC). NOTE: Non rientrano nell’ambito di applicazione del PFVP le aree protette (istituite ai sensi della 49/95), i demani regionali a divieto di caccia, i Fondi Chiusi (autorizzati dai Comuni, previa comunicazione alla Provincia) e le aree sottratte alla caccia programmata (art. 25, L.R. 3/94). Il Piano Faunistico Venatorio Provinciale, oltre a realizzare la destinazione differenziata del territorio agro-silvo–pastorale di competenza, deve individuare gli obiettivi, le strategie di intervento e le risorse necessarie alla gestione faunistico venatoria. La sua durata è pari a quella del PRAF. Il PFVP 2012-2015 è redatto nel rispetto della L. 157/1992 e della legge di recepimento regionale LR 3/1994 e in coerenza con gli indirizzi regionali contenuti nella sezione C – “Gestione faunistico venatoria” del Piano Regionale Agricolo Forestale (PRAF) 2012-2015, approvato con Delib. C.R. 24 gennaio 2012, n. 3. 1.2. GLI OBIETTIVI FAUNISTICI E VENATORI PER IL PERIODO 2012-2015 Con il PFVP 2012-2015 si delineano le strategie e gli strumenti di intervento per il raggiungimento dei seguenti obiettivi faunistici e venatori individuati come prioritari per il periodo di programmazione 2012-2015. Pagina 5 SINTESI NON TECNICA Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 1) Destinazione differenziata del territorio agricolo forestale provinciale, per garantire la coesistenza di tutte le tipologie di istituti previsti dalla legge (art. 6 bis della LR 3/1994) nel rispetto della normativa e dei criteri orientativi dettati dalla Regione, e funzionali al raggiungimento degli obiettivi generali e faunistici venatori provinciali. L’individuazione degli istituti e strutture deve avvenire in una più attenta verifica delle finalità istitutive e degli obiettivi previsti con il presente Piano, per una loro riqualificazione. 2) Gestione della fauna selvatica, anche al fine di garantirne la coesistenza con le attività antropiche presenti sul territorio. Nell’ambito della gestione faunistico vanatoria il PFVP individua come prioritari i seguenti obiettivi faunistici e venatori: individuazione dei criteri gestionali per la piccola fauna stanziale, con particolare attenzione alla valorizzazione del fagiano, per la fauna migratrice e per le specie di interesse conservazionistico; definizione dei criteri gestionali per gli ungulati per il raggiungimento di densità sostenibili, anche attraverso una gestione non conservativa delle specie per tutelare le produzioni agricole e per ridurre lo stato di rischio e preoccupazione per la pubblica incolumità (incidenti stradali, frequentazione di aree periurbane e residenziali); determinazione dei criteri gestionali anche per i selvatici diversi dagli ungulati, per la valorizzazione e tutela delle specie di interesse conservazionistico e per la difesa delle colture e in generale delle attività antropiche attraverso piani di limitazione dei danni delle specie predatrici e concorrenti (art. 37 della LR 3/1994) e delle specie "problematiche" allo scopo di aumentare il valore delle risorse faunistiche riducendo al tempo stesso gli aspetti negativi; 3) Definizione/individuazione di criteri e modalità per il monitoraggio della fauna (ungulati, piccola fauna stanziale, predatori). Nel Piano Faunistico Venatorio Provinciale si individuano i criteri e le modalità per il monitoraggio qualitativo e quantitativo della fauna selvatica, soprattutto in riferimento agli ungulati e alla piccola fauna stanziale da applicarsi in maniera uniforme sul territorio provinciale tenuto conto delle finalità e caratteristiche dei singoli Istituti. 4) Definizione/individuazione di criteri e modalità per la prevenzione e per il risarcimento danni in favore degli imprenditori agricoli per i danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e alle opere approntate sui fondi. In coerenza con il PRAF il Piano Faunistico Venatorio Provinciale definisce i criteri e le modalità per l’erogazione dei contributi per le opere di prevenzione, delle procedure di accertamento e risarcimento dei danni alle colture agricole. 1.3. LE AZIONI DEL PIANO FAUNISTICO VENATORIO DELLA PROVINCIA DI SIENA Nel Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 la gestione faunistico venatoria si articola nelle seguenti sezioni: 1. “Destinazione differenziata del territorio agricolo forestale”. 2. “Fauna selvatica: conservazione e incremento della fauna selvatica, anche al fine di garantire la coesistenza con le attività antropiche presenti sul territorio e criteri uniformi per la gestione degli ungulati”. 3. “Criteri e modalità per il monitoraggio della fauna”. 4. “Criteri per la realizzazione dei miglioramenti ambientali negli istituti faunistici pubblici”. 5. “Criteri e modalità per la prevenzione e per il risarcimento danni in favore degli imprenditori agricoli per i danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e alle opere approntate sui fondi”. 6. “La vigilanza venatoria”. 7. “Quadro finanziario di riferimento”. Pagina 6 SINTESI NON TECNICA Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 Per ciascuna sezione vengono definiti i criteri, gli obiettivi gestionali e le priorità d’azione per il cui dettaglio si rimanda ai capitoli 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 8 del Volume II “Pianificazione Faunistica e Venatoria”. Ai fini del Rapporto Ambientale e dello Studio di Incidenza per la valutazione dei potenziali effetti che il PFVP potrebbe produrre sull’ambiente e sui SIR, i contenuti del Piano sono stati raggruppati in due settori: 1) la destinazione differenziata del territorio; 2) le azioni derivanti dalla gestione faunistico venatoria; 1.3.1. DESTINAZIONE DIFFERENZIATA DEL TERRITORIO Nel PFVP 2012-2015 gli istituti e le strutture di competenza vengono revisionati in base alle loro finalità istitutive e alla loro funzionalità rispetto agli obiettivi faunistici venatori provinciali. Nel rispetto delle percentuali fissate per gli istituti e le strutture faunistico e venatorie dalle norme vigenti e descritte al par. 2.1, la destinazione differenziata del territorio agro-silvopastorale (SAF) provinciale, pari a 360.277 ettari, proposta con il PFVP è la seguente: - Aree per la protezione della fauna: comprese tra il 20% e il 30%; - Istituti privati (AFV, AAV, CPRFS): non superiore al 12,5% della SAF provinciale; - Aree Addestramento Cani: non superiore al 2%. Nella Tabella 1.1 sono riportati gli ettari e le percentuali di territorio agro-silvo-pastorale proposti per il periodo di programmazione 2012-2015 per le diverse tipologie di Istituti pubblici (ZRC, ZRV, ZP) e privati (AFV, AAV, CPRFS) e per le AAC, fermo restando l’attuale assetto delle Riserve Naturali Statali, delle Riserve Naturali Regionali, delle aree sottratte all’esercizio venatorio per effetto della proprietà demaniali, di fondi chiusi e delle aree istituite ai sensi dell’art. 25 LR 3/199, al di fuori della competenza del Settore Risorse Faunistiche e Aree Protette della Provincia di Siena. TERRITORIO PER LA PROTEZIONE DELLA FAUNA Riserve naturali statali* Riserve regionali* Demanio a divieto di caccia* Art. 25 e fondi chiusi* Istituti Faunistici Pubblici (ZRC e ZRV) Zone di protezione TOTALE TERRITORIO A GESTIONE PRIVATA AFV, AAV, CPRFS AAC TERRITORIO A GESTIONE PROGRAMMATA DELLA CACCIA TOTALE SUPERFICIE (ha) 1.636 8.880 2.541 7.823 62.500 5.426 88.806 % su SAF provinciale SUPERFICIE massima(ha) % su SAF provinciale 45.000 7.200 <12,5% <2% SUPERFICIE massima(ha) % su SAF provinciale 219.271 60,9% 24,6% Tab. 1.1 PFVP 2012-2015: destinazione differenziata del territorio. NOTE: i territori contrassegnati da * non rientrano nell’ambito di applicazione del PFVP. Per l’illustrazione dettagliata dei criteri per l’istituzione e la gestione degli Istituti pubblici a tutela della fauna (ZP, ZRC e ZRV), per l’autorizzazione e la gestione degli Istituti privati (AFV, AAV e CPRFS), per i fondi chiusi e per la gestione del territorio a caccia programmata si rimanda al Capitolo 2 del Volume II “Pianificazione Faunistica e Venatoria” del PFVP. Pagina 7 SINTESI NON TECNICA Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 1.3.2. LE AZIONI DERIVANTI DALLA GESTIONE FAUNISTICO VENATORIA La gestione faunistico venatoria prevista nel Piano Faunistico Venatorio 2012-2015 si esplicita, grosso modo, nelle seguenti attività che verranno poi descritte sinteticamente al fine della loro successiva analisi in relazione ai possibili effetti sui siti: 1) Caccia; 2) Interventi di controllo delle specie problematiche; 3) Ripopolamento e immissione di fauna selvatica; 4) Addestramento e allenamento cani da caccia; 5) Gare dei cani; 6) Miglioramenti ambientali a fini faunistici; 7) Monitoraggio; 8) Prevenzione danni fauna selvatica; 9) Vigilanza venatoria. 1.3.2.1. CACCIA Ai sensi dell’articolo 12 della L. 157/92, commi 1, 2 e 3, costituisce esercizio venatorio ogni atto diretto all'abbattimento o alla cattura di fauna selvatica mediante l'impiego dei mezzi di cui all'articolo 13 della medesima legge; è considerato altresì esercizio venatorio il vagare o il soffermarsi con i mezzi destinati a tale scopo o in attitudine di ricerca della fauna selvatica o di attesa della medesima per abbatterla. L'attività venatoria si svolge per una concessione che lo Stato rilascia ai cittadini che la richiedano e che posseggano i requisiti previsti dalla legge. La stagione venatoria ha inizio la terza domenica di settembre e termina il 31 gennaio di ogni anno. Per l’intera stagione venatoria la caccia è consentita tre giorni per ogni settimana, che il titolare della licenza può scegliere fra il lunedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica. L’esercizio venatorio è consentito da un’ora prima del sorgere del sole fino al tramonto. Per ciascuna specie cacciabile il calendario venatorio, nel rispetto della L. 157/1992, definisce i periodi in cui la caccia è consentita. Fa eccezione il prelievo di selezione degli ungulati che sulla base di adeguati piani di abbattimento selettivi, distinti per sesso e classi di età, e sentito il parere dell' ISPRA può essere regolamentato anche al di fuori dei periodi e degli orari stabiliti dalla legge 157/92 (Legge 2 dicembre 2005, n. 248). La caccia in selezione agli ungulati termina un’ora dopo il tramonto e, al di fuori della stagione venatoria, è consentita per cinque giorni la settimana. L’attività venatoria può essere svolta in forma singola e in forma collettiva, con o senza l’uso del cane e nelle seguenti forme: 1) caccia agli ungulati 2) da appostamento fisso o temporaneo 3) vagante Caccia agli ungulati In Provincia di Siena la caccia agli ungulati viene esercitata sul Cinghiale, Capriolo, Daino, Cervo e Muflone. Caccia a cervidi (capriolo, cervo, daino) e bovidi (muflone) La caccia al capriolo, cervo, daino e muflone è effettuata esclusivamente nella forma della caccia di selezione. La caccia di selezione è l’attività venatoria basata sul rispetto di piani di abbattimento annuali, quantitativi e qualitativi per classi di età e di sesso, attuata esclusivamente in forma individuale, con i sistemi della cerca e dell'aspetto, senza l'uso del cane, fatta eccezione per il cane da traccia per il recupero dei capi feriti, e con l'esclusione di qualsiasi forma di battuta, mediante l’impiego delle armi consentite dalla normativa regionale. Durante l’esercizio della caccia di selezione il selecontrollore non può fare uso, ai fini dell’abbattimento, di sorgenti luminose. Pagina 8 SINTESI NON TECNICA Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 La caccia di selezione è finalizzata al mantenimento delle popolazioni a determinate Densità Agricolo Forestale sostenibile (DAF) ovvero densità massima tollerabile in relazione alle esigenze di tutela delle colture agricole e forestali. La gestione faunistica e venatoria dei Cervidi e dei Bovidi è attuata dagli ATC in unità territoriali denominate Distretti di gestione, che secondo il PFVP 2012-2015, possono comprendere, oltre al TGPC, anche le Zone di Rispetto Venatorio (ZRV) e il territorio delle AAV (non utilizzato per l’attività agri-turistico-venatoria e previa intesa con il titolare e l’ATC). La caccia di selezione è effettuata anche nelle AFV. In merito ai tempi della caccia di selezione, la Provincia determina, nel calendario venatorio provinciale, il periodo di prelievo dei piani di abbattimento degli ungulati previo parere dell’ISPRA e nel rispetto della normativa vigente che prevede la regolamentazione del prelievo in selezione anche al di fuori della stagione venatoria e cioè dei periodi e degli orari di cui alla legge 11 febbraio 1992, n. 157. Caccia al cinghiale Gli obiettivi e le strategie operative relativi alla gestione del Cinghiale sono individuati in funzione della “vocazionalità” ambientale del territorio suddiviso in Area non vocata al cinghiale (in cui la presenza del cinghiale non è sostenibile) e Area vocata (in cui la presenza del cinghiale è sostenibile a determinate densità). Il PFVP 2012-2015, prevede una revisione delle due aree, nel rispetto di quanto indicato dal PRAF (par. 2.3, Sez. C): le Aree vocate dovranno corrispondere sostanzialmente alle superfici boscate e, complessivamente, non potranno superare 172.374 ettari. Nell’Area non vocata al cinghiale la densità prevista (da raggiungere) per la specie deve tenderà a 0 mentre nell’Area vocata la Provincia di Siena ha individuato una densità sostenibile (da raggiungere) a fine stagione venatoria di 1-3 capi/100 Ha. Nell’area vocata, gli obiettivi gestionali per il cinghiale sono raggiunti prioritariamente attraverso l’attività venatoria che è esercitata, all’interno del TGPC, in unità territoriali di gestione definite Distretti, gestite dagli ATC attraverso le squadre di caccia al cinghiale, nella forma della braccata. Il territorio delle AAV, previa intesa tra il titolare e l’ATC, può essere ricompreso nel Distretto di gestione. Nelle AFV ricadenti in area vocata la caccia al cinghiale può essere esercitata sia in forma singola che in braccata. TGPC (Distretti di gestione) AFV AAV ZRV CACCIA NON SELETTIVA AL CINGHIALE BRACCATA (periodo consentito: 1 ottobre-31 gennaio) prelievo selettivo (cerca e/o appostamento) (periodo consentito: anche al di fuori della stagione venatoria) BRACCATA (periodo consentito: 1 ottobre-31 gennaio) (rientra nel Distretto, previa intesa ATC e titolare) prelievo selettivo (cerca e/o appostamento) (periodo consentito: anche al di fuori della stagione venatoria, previa intesa ATC e titolare) - CACCIA DI SELEZIONE AGLI UNGULATI (solo cervidi e bovidi) BRACCATA (periodo consentito: 1 ottobre-31 gennaio) FORMA SINGOLA (periodo consentito: 1 ottobre-31 gennaio prelievo selettivo (cerca e/o appostamento) (periodo consentito: anche al di fuori della stagione venatoria) prelievo selettivo (cerca e/o appostamento) (periodo consentito: anche al di fuori della stagione venatoria) AREE A DIVIETO DI CACCIA (p.es. ZP, FC, RN)* - - Tab. 1.2 - Caccia agli ungulati in area vocata. *NOTA:ai sensi del PFVP 2012-2015, in area vocata al cinghiale non sono autorizzate ZRC. La braccata è un metodo di caccia collettiva che presuppone l’utilizzo di una muta di cani condotta da uno o più bracchieri, che scova i cinghiali e li dirige verso i cacciatori che li attendono alle poste. La braccata rappresenta un metodo di prelievo la cui efficacia e il cui impatto dipendono in larga misura dalle modalità di effettuazione. Pagina 9 SINTESI NON TECNICA Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 Nel territorio non vocato, la densità obiettivo tendente a 0 può essere perseguita con l’attività venatoria le cui modalità saranno stabilite in conformità a quanto prescritto nel calendario venatorio regionale. La legge n. 157/92, art. 18, comma I, stabilisce che la caccia al cinghiale non in selezione possa essere effettuata per un arco temporale di tre mesi a partire dal 1 ottobre o dal 1 novembre; i periodi sono individuati nel calendario venatorio provinciale. Con il PFVP 2012-2015, la Provincia di Siena intende attivare la caccia di selezione al cinghiale, un metodo di prelievo individuale in cui un cacciatore, senza l’uso del cane, cerca e avvicina i cinghiali (cerca) o li attenda in punti prestabiliti (aspetto). Il DPGR 33R/2011 prevede la possibilità di attivare questo metodo di caccia solo nelle aree non vocate (TGPC, ZRV, AFV). In merito ai tempi della caccia di selezione, come specificato sopra, la Provincia determina, all’interno del calendario venatorio provinciale, il periodo di prelievo dei piani di abbattimento previo parere dell’ISPRA e nel rispetto della normativa vigente che prevede la regolamentazione del prelievo in selezione anche al di fuori della stagione venatoria e cioè dei periodi e degli orari di cui alla legge 11 febbraio 1992, n. 157. TGPC CACCIA NON SELETTIVA AL CINGHIALE CACCIA DI SELEZIONE AGLI UNGULATI (compreso il cinghiale) AFV Forma singola e/o collettiva con cani prevista dal calendario venatorio regionale (nel periodo consentito: 1 ottobre-31 gennaio) AAV ZRV Forma singola e/o Forma singola e/o collettiva con cani collettiva con cani prevista dal prevista dal calendario venatorio calendario venatorio regionale (nel regionale (nel periodo consentito: periodo consentito: 1 ottobre-31 1 ottobre-31 gennaio) FORMA gennaio) (rientra SINGOLA (periodo nel Distretto, previa consentito: 1 intesa ATC e titolare) ottobre-31 gennaio prelievo selettivo prelievo selettivo prelievo selettivo prelievo selettivo con cerca e/o con cerca e/o con cerca e/o con cerca e/o appostamento appostamento appostamento appostamento (periodo (periodo consentito: (periodo consentito: (periodo consentito: anche anche al di fuori anche al di fuori consentito: anche al di fuori della della stagione della stagione al di fuori della stagione venatoria) venatoria, previa stagione intesa ATC e titolare venatoria) venatoria) AREE A DIVIETO DI CACCIA (p.es. ZP, FC, RN, ZRC) - - Tab. 1.3 - Caccia agli ungulati in area non vocata. Caccia da appostamento Viene definita da appostamento la caccia agli uccelli in cui il cacciatore non cerca la preda, magari con l’aiuto del cane, ma si apposta e l’attende. L’appostamento può essere fisso o temporaneo. Ai sensi dell’art. 73 del DPGR 33R/2011, costituiscono appostamento fisso di caccia tutti quei luoghi destinati alla caccia di attesa caratterizzati da un’apposita preparazione del sito e dai necessari manufatti. Sono altresì considerati appostamenti fissi le botti in cemento o legno. Gli appostamenti fissi si distinguono in: 1. appostamento fisso alla minuta selvaggina; 2. appostamento fisso per colombacci costituito da un capanno principale collocato a terra o su alberi o traliccio artificiale con lunghezza massima di 15 metri; 3. appostamento fisso per palmipedi e trampolieri costituito da un capanno collocato in acqua, in prossimità dell’acqua, sul margine di uno specchio d’acqua o terreno soggetto ad allagamento; 4. appostamento fisso per palmipedi e trampolieri su lago artificiale realizzato mediante idonee arginature e sistemazioni idraulico-agrarie che consentono l’allagamento artificiale di un sito altrimenti asciutto. I laghi artificiali non sono consentiti nelle aree Pagina 10 SINTESI NON TECNICA Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 palustri naturali individuate dalla provincia e sono provvisti di tabelle lungo gli argini perimetrali. Ai sensi dell’art. 74 del DPGR 33R/2011, costituiscono appostamento temporaneo di caccia, con o senza l’uso di richiami, tutti i momentanei e superficiali apprestamenti di luoghi destinati all’attesa della selvaggina, effettuati utilizzando di norma capanni in tela o altro materiale artificiale o vegetale, che non comportino alcuna modifica di sito e non presentino alcun elemento di persistenza. Sono altresì considerati appostamenti temporanei le zattere e le altre imbarcazioni, purché saldamente e stabilmente ancorate durante l’esercizio venatorio. Gli appostamenti temporanei sono rimossi a cura dei fruitori al momento dell’abbandono. La caccia da appostamento fisso e temporaneo viene praticata agli uccelli dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio sia all’interno delle Aziende Faunistico Venatorie sia ne TGPC. L’analisi della caratterizzazione dell’attività venatoria eseguita con il PFVP 2012-2015 ha evidenziato che sul territorio provinciale nel 2011 erano presenti 1.893 appostamenti fissi di diversa tipologia, di cui 74 nelle AFV e i rimanenti 1.819 sul territorio a caccia programmata (911 alla minuta selvaggina, 896 per il colombaccio, 12 a palmipedi e trampolieri). Con riferimento all’art. 81 co. 2 del DPGR 33R/2011 che stabilisce che le Province non possono autorizzare appostamenti fissi in numero superiore a quello rilasciato nell’annata venatoria 1989/1990, la Provincia di Siena ha la possibilità di autorizzare in totale 1.938 appostamenti fissi (di cui 120 riservati alle AFV). Caccia vagante La caccia vagante è esercitata con diverse modalità a seconda della specie cacciata, delle caratteristiche ambientali e delle consuetudini locali. Può essere esercitata in forma singola e collettiva con o senza l’uso del cane e, in quest’ultimo caso, sono utilizzati vari tipi di cane (p.es. da punta, da ricerca e riporto, segugi). La caccia vagante è praticata dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio a seconda della specie, nelle Aziende Faunistico Venatorie, nelle Aziende Agri-Turistico Venatorie (solo su fauna appositamente immesse) e nel TGPC. 1.3.2.2. INTERVENTI DI CONTROLLO DELLE SPECIE PROBLEMATICHE L’attività di controllo della fauna selvatica viene disciplinata dall’articolo 19 della L. 157/92, recepito in Toscana dall’articolo 37 della L.R. 3/94 che prevede, ai commi 2, 2bis e 3, quanto segue: Comma 2. Le Province, per la migliore gestione del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela di particolari specie selvatiche, per la tutela del patrimonio storico-artistico, per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche, provvedono al controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia. Tale controllo, esercitato selettivamente, viene praticato di norma mediante l’utilizzo di metodi ecologici su parere dell’ISPRA. Comma 2bis. Ai fini del controllo delle popolazioni di fauna selvatica, le Province utilizzano i metodi e le caratteristiche degli interventi ecologici come definiti dall’ISPRA. Comma 3. Spetta alle Province, in caso di ravvisata inefficacia degli interventi ecologici di cui al comma 2bis, motivare e autorizzare piani di abbattimento con modalità di intervento compatibili con le diverse caratteristiche ambientali e faunistiche delle aree interessate. Tali piani sono attuati dalle Province con la presenza diretta di un’agente di vigilanza (così come definito all’articolo 51 della stessa legge) e sotto il coordinamento del corpo di polizia provinciale. Per la realizzazione dei piani le Province possono avvalersi dei proprietari o conduttori dei fondi nei quali si attuano i piani di abbattimento, delle guardie forestali e del personale di vigilanza dei comuni, nonché delle guardie di cui all’articolo 51, purché i soggetti in questione siano in possesso di licenza di caccia. In Provincia di Siena, i metodi di controllo per la riduzione delle problematiche previste dal comma 2 dell’art. 37 LR 3/1994 saranno condivisi con l’ISPRA, attraverso un protocollo Pagina 11 SINTESI NON TECNICA Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 d’intesa e specifici pareri. Solo se l’ISPRA dovesse ritenere comprovata l’inefficacia dei metodi ecologici, verranno autorizzati anche dei piani di abbattimento da attuare con modalità selettive e compatibili con le diverse caratteristiche ambientali e faunistiche delle aree interessate. Le specie che sono reputate “problematiche” e per le quali il PFVP 2012-2015 prevede l’attuazione di programmi di riduzione degli impatti sono: - Cinghiale Sus scrofa, per il quale il PFVP individua un programma sistematico di controllo per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali, da sottoporre al parere ISPRA: INTERVENTI DI CONTROLLO DEL CINGHIALE AI SENSI DELL’ART. 37/1994 AMBITI TERRITORIALI IN CUI SI PREVEDE DI AUTORIZZARLI area vocata al cinghiale ZRV, Fondi chiusi, terreni demaniali a divieto di caccia, ZP, divieti di caccia istituiti ai sensi dell’art. 33 L.R. 3/94 e AAC (di tipo 1), aree agricole o ad arboricoltura da legno disperse nell’area vocata (c.d. aree critiche), Distretti di gestione (solo per il completamento dei Piani di caccia). aree non vocate alla specie ZRC, AAV, CPRFS, Demani Regionali, divieti di caccia istituiti ai sensi dell’art. 33 della L.R. 3/94, Fondi Chiusi, ZP, AFV, ZRV e territorio a gestione programmata della caccia METODI DI CONTROLLO aspetto: forma individuale di intervento, senza l’uso del cane, in cui l’operatore attende l’uscita degli animali appostato in punti di vantaggio; cerca notturna: forma di interventi effettuata con uso di arma a canna rigata, munita di ottica o sistema elettronico di puntamento di calibro consentito dalla vigente normativa, attuato anche a bordo di autoveicolo, lungo un percorso fisso secondo specifiche prescrizioni provinciali individuato solo all’interno dei confini di strutture e istituti; girata con limiere: forma di intervento collettiva effettuata dal conduttore di un unico cane che scova i cinghiali e li fa muovere verso un numero limitato di poste la traccia; braccata forma collettiva di intervento, con l’utilizzo di una muta di cani condotta da uno o più bracchieri, che scova i cinghiali forzandoli verso gli operatori in attesa alle poste; cattura: eseguita con recinti di cattura (c.d. chiusini), fissi o mobili, o con trappole mobili di ridotte dimensioni. Gli interventi con la modalità della braccata potranno essere autorizzati, previa valutazione dell’inefficacia degli altri metodi di controllo, e quando ritenuta tecnicamente necessario al raggiungimento degli obiettivi, secondo le indicazioni contenute nel Protocollo con l’ISPRA e/o dietro specifico parere, con le seguenti eccezioni: (1) dal 1 marzo al 31 agosto (più sensibile per la biologia delle specie selvatiche) la braccata è vietata nei SIR; quando per le caratteristiche del territorio sia effettivamente ravvisata l’inefficacia di altre tecniche, quando occorrano misure urgenti di limitazione della consistenza della specie o quando sia ravvisabile pericolosità per le persone, può essere consentita in tale periodo previa acquisizione di specifico parere favorevole dell’ISPRA e previa valutazione d’incidenza. - Cornacchia grigia Corvus corone cornix e gazza Pica pica (appartenenti alla famiglia dei Corvidi), Storno Sturnus vulgaris, Tortora dal collare Streptopelia decaocto decaocto, Colombo di città Columba livia forma domestica, Volpe Vulpes vulpes, Nutria Myocastor coypus, Coniglio selvatico Oryctolagus cuniculus. Per queste specie il PFVP riporta uno schema descrittivo che esprime l’orientamento della Provincia in merito alle attività di controllo, ma che per divenire esecutivo necessita del parere favorevole dell’ISPRA (cfr. L. 157/92, art 19). I metodi, i tempi e gli ambiti territoriali in cui effettuare gli interventi saranno concordati con l’ISPRA in un apposito protocollo d’intesa, Pagina 12 SINTESI NON TECNICA Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 tenuto conto che il paragrafo 3.4. del PFVP individua le caratteristiche che i metodi devono avere: “…..i metodi di controllo devono assicurare adeguata selettività, escludendo un significativo disturbo su componenti non target della zoocenosi, di norma mediante l’utilizzo di metodi ecologici su parere dell’ISPRA, dove per metodi ecologici si intendono quegli interventi non cruenti che agiscono sull’ambiente per renderlo “meno ospitale” alla specie problematica (Es. eliminazione di fonti alimentari), impediscono o limitano l’accesso alla risorsa da tutelare (Es.: incremento delle aree di rifugio per le specie preda da tutelare, dissuasori, reti di protezione).” Pagina 13 SINTESI NON TECNICA Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 FINALITA’ AMBITO DEL CONTROLLO Tutela delle produzioni zooagro-forestali. istituti faunistici in cui è prioritaria l’esigenza della conservazione e riproduzione della fauna stanziale (ZRC, ZRV, CPRFS, AFV, e aree limitrofe). In tutto il territorio provinciale Controllo della presenza/densità di specie indigene Danni alle colture agricole Danni alle attività produttive (allevamenti, strutture) In tutto il territorio provinciale (nelle aree in cui si manifesta il danno e nelle sue immediate vicinanze) In tutto il territorio provinciale (nelle aree in cui si manifesta il danno e nelle sue immediate vicinanze) SPECIE AUTORIZZABILI VOLPE, CORVIDI NUTRIA, CONIGLIO SELVATICO CORVIDI, PICCIONE, TORTORA, STORNO CORVIDI, PICCIONE, TORTORA Per i cervidi e il muflone, il PFVP per eventuali situazioni di emergenza, che possono presentarsi in aree soggette a regime di protezione o di vincolo e/o in tempi diversi da quelli previsti dal calendario venatorio, saranno affrontate attraverso la richiesta di specifici pareri tecnici all’ISPRA, ai sensi dell’art. 37 della LR 3/1994. Inoltre, per le specie per le quali non è previsto un programma di riduzione degli impatti, il PFVP 2012-2015 non esclude la possibilità di attivare piani di limitazione con successivi e specifici pareri dell’ISPRA. Poiché la Volpe è una specie cacciabile, il PFVP ribadisce il concetto che negli istituti faunistici e faunistico venatori dove è consentita la caccia e nel TGPC, il mantenimento di densità compatibili con la salvaguardia delle altre specie dovrebbe essere perseguito e raggiunto principalmente attraverso l’attività, durante il periodo concesso dal calendario venatorio. 1.3.2.3. RIPOPOLAMENTI E IMMISSIONI Per immissione faunistica si intende il trasferimento e rilascio, intenzionale o accidentale, di una specie in un determinato territorio. Si parla di ripopolamento, invece, quando la specie immessa è già naturalmente presente nell’area di rilascio. Ai fini della gestione faunistico venatoria, il PFVP prevede la possibilità di effettuare: nelle AFV non sono consentite immissioni di fauna selvatica. Solo in casi eccezionali previsti dal PFVP, sono consentiti ripopolamenti di lepre, con animali di cattura provenienti dal territorio provinciale. Dalla fine della stagione venatoria al 31 agosto, sono consentiti i ripopolamenti di fagiano secondo piani di immissione approvati dalla Provincia con animali di cattura provenienti dal territorio provinciale e, mediante l’uso di idonei recinti di ambientamento, con capi prodotti con tecniche di allevamento seminaturale, secondo il progetto provinciale del “Fagiano di qualità” o, in una prima fase, con fagiani provenienti da allevamenti nazionali; nel TGPC e nelle ZRV sono consentiti ripopolamenti di fagiano e di lepre di origine controllata e in genere provenienti dal territorio senese (animali catturati nelle ZRC provinciali); nelle ZRV, ove ritenuto opportuno, il PFVP prevede piani eccezionali d’immissione (con durata predefinita pari al periodo di vigenza del presente PFVP) anche con giovani fagiani prodotti con tecniche di allevamento semi-naturali (secondo il progetto provinciale del “Fagiano di qualità”) immessi previa stabulazione in recinti a cielo aperto; nelle ZRC non sono ammesse immissioni delle specie di indirizzo. Solo per il fagiano possono essere previste operazioni di immissione nella fase di primo impianto, con animali di cattura (dalle ZRC provinciali), quando sia accertato un palese declino della popolazione dietro autorizzazione provinciale; nelle AAV, le immissioni di fauna selvatica sono effettuate a discrezione del titolare in tutti i periodi dell’anno. I capi immessi devono appartenere a specie selvatiche proprie della fauna toscana (cinghiale, capriolo, cervo, daino, muflone, lepre, fagiano, starna, pernice rossa, germano reale, quaglia) e, ad eccezione degli ungulati, provenire da allevamento. Le specie ungulate e la lepre devono essere immesse in aree recintate in modo da impedire la fuoriuscita degli animali; Pagina 14 SINTESI NON TECNICA - Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 nelle AAC le immissioni di selvaggina sono effettuate a discrezione del responsabile. I soggetti immessi devono provenire da allevamenti e devono appartenere a specie selvatiche proprie della fauna toscana: quaglia, fagiano, starna, pernice rossa, lepre, cinghiale. Nel caso della lepre e del cinghiale deve essere effettuata in aree recintate in modo da impedire la fuoriuscita degli animali. 1.3.2.4. ADDESTRAMENTO, ALLENAMENTO E GARE CANI Nel PFVP e secondo la normativa vigente, l’attività di addestramento e allenamento dei cani è prevista negli istituiti elencati di seguito e nei periodi indicati: - nel TGPC, nel periodo consentito dal calendario venatorio e secondo le normative vigenti; - nelle AFV e nelle AAV, a discrezione e dietro autorizzazione del titolare; - nelle Aree Addestramento Cani l’attività può essere svolta tutto l’anno. Se l’addestramento è su lepre o su cinghiale, deve essere svolta all’interno di un recinto; per tutte le altre specie l’addestramento allenamento può avvenire al di fuori di un recinto, con o senza la possibilità di sparo. Per quanto riguarda le gare dei cani , il PFVP prevede che devono essere organizzate all’interno delle Aree per l’addestramento, l’allenamento e le gare dei cani (AAC) appositamente istituite e all’interno delle Aziende Faunistico Venatorie e delle Aziende Agrituristico Venatorie, a discrezione del titolare dell’autorizzazione. Al di fuori di questi istituti, nel periodo compreso dal 1 febbraio al 31 agosto non sono consentite gare cinofile in tutto il territorio ricompreso nei SIR. Il PFVP prevede inoltre che le gare cinofile possono essere organizzate anche al di fuori degli istituti sopra detti nel rispetto delle seguenti indicazioni: nelle ZRC le gare cinofile, senza immissione e abbattimento, ai sensi della normativa vigente, sono autorizzate dalla Provincia solo se di livello internazionale, nazionale e regionale e promosse dall’ENCI o da altre associazioni cinofile o venatorie riconosciute a livello nazionale. Le gare sono autorizzate solo in periodo di divieto di caccia, e comunque al di fuori del periodo 10 aprile – 15 luglio, e con l’adozione delle necessarie misure di salvaguardia della fauna selvatica e delle produzioni agricole; nelle ZRV le gare cinofile di livello internazionale, nazionale, regionale e locale, senza immissione e abbattimento, sono autorizzate dalla Provincia solo se promosse dall’ENCI o da altre associazioni cinofile o venatorie riconosciute a livello nazionale. Le gare sono autorizzate solo in periodo di divieto di caccia, e comunque al di fuori del periodo di immissione e ambientamento e del periodo riproduttivo (10 aprile – 15 luglio) della selvaggina, e con l’adozione delle necessarie misure di salvaguardia della fauna selvatica e delle produzioni agricole; nel territorio a gestione programmata della caccia sono vietate le gare cinofile ad eccezione delle gare internazionali, nazionali o regionali su cinghiale in area vocata e in periodo di divieto di caccia (compresa la caccia di selezione). 1.3.2.5. MIGLIORAMENTI AMBIENTALI A FINI FAUNISTICI Il PFVP prevede il proseguo del programma di miglioramento ambientale a fini faunistici, indirizzato ad aumentare la disponibilità alimentare della fauna selvatica stanziale, a ridurre i fattori limitanti delle popolazioni e ad aumentare la biodiversità degli ambienti agrari (p.es. conservazione biennale dei margini dei cereali, miscugli specifici per la nidificazione dei fagiani, miscugli a due vie cereale-leguminosa specifici per la lepre), da effettuare: - nelle ZRC e in particolare in quelle con elevate potenzialità faunistiche e caratterizzate da idonei indirizzi colturali e adeguate pratiche agricole, in cui realizzare politiche di tutela della piccola selvaggina e di miglioramenti ambientali a fini faunistici comprendenti coltivazioni per l’alimentazione della fauna selvatica, il ripristino di zone umide e fossati, la differenziazione delle colture, l’impianto di siepi, cespugli e alberature, l’adozione di tecniche colturali e attrezzature atte a salvaguardare nidi e Pagina 15 SINTESI NON TECNICA Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 riproduttori, nonché l’attuazione di ogni altro intervento rivolto all’incremento e alla salvaguardia della fauna selvatica; - nelle ZRV che sono strutture finalizzate all’attuazione di opere di miglioramento ambientale tramite programmi predisposti dagli ATC comprendenti coltivazioni per l’alimentazione della fauna selvatica, il ripristino di zone umide e fossati, la differenziazione delle colture, l’impianto di siepi, cespugli e alberature, l’adozione di tecniche colturali e attrezzature atte a salvaguardare nidi e riproduttori, nonché l’attuazione di ogni altro intervento rivolto all’incremento e alla salvaguardia della fauna selvatica; - nelle AFV (su almeno il 6% della superficie vincolata) e nelle AAV (non inferiore al 2% della superficie vincolata che eccede la superficie minima per il rilascio (100 ettari) e che non utili ai fini del raggiungimento delle finalità istitutive). Nelle AFV è individuata anche la percentuale minima di superficie equivalente (in “ettari equivalenti”) che deve essere impiegata in interventi di miglioramento o ripristino ambientale e che non può essere inferiore al 3% della superficie vincolata; questo duplice metodo di valutazione, non è riferito soltanto alla semplice misurazione della estensione degli appezzamenti (in ettari), ma è ispirato a una valutazione di tipo comparato che tenga conto di aspetti sostanziali, quali le essenze utilizzate, il frazionamento degli interventi e il tipo di gestione agraria (morganature, sfalci, etc.) (in “ettari equivalenti”). Il PFVP non prevede interventi di miglioramento ambientale nell’area vocata al cinghiale (se non negli istituti pubblici e privati previa adeguata programmazione che escluda, comunque, l’incremento degli ungulati) e ritiene tali attività marginali nel restante territorio a gestione programmata in quanto fruibili in genere da popolazioni selvatiche numericamente limitate; unica eccezione è la fascia di confine delle ZRV provviste di recinti di ambientamento, in modo da favorire un irradiamento controllato dei fagiani immessi. Nella scelta delle pratiche agricole da realizzare ai fini del miglioramento ambientale costituisce strumento di riferimento e indirizzo anche la DGR 454/2008 relativa ai criteri minimi per la definizioni di misure di conservazione delle ZPS. 1.3.2.6. MONITORAGGIO Il PFVP nel confermare l’importanza del monitoraggio quale strumento fondamentale nella gestione faunistica promuove le attività volte a incrementare le conoscenze, anche attraverso specifiche indagini, di quelle specie sensibili all’attività venatoria. Il PFVP 2012-2015 evidenzia l’importanza del monitoraggio di ungulati, di piccola selvaggina stanziale e di altre specie selvatiche oggetto di caccia o controllo, come il parametro conoscitivo di base per una loro corretta gestione faunistica e venatoria. Per le tecniche da applicare per la stima numerica delle popolazioni selvatiche, da utilizzare in maniera integrata, comparata o alternativa, il PFVP rimanda ad appositi Disciplinari, nel rispetto di quanto individuato nel PRAF e secondo indicazioni tecnico-scientifiche (p.es. ISPRA). Per quanto attiene l’avifauna migratrice, nel par. 3.2 il PFVP prevede un monitoraggio realizzato con la compilazione di registri consegnati ai titolari degli appostamenti fissi e per il colombaccio anche con una mappatura dei principali dormitori e di una parte delle rotte dei voli di foraggiamento. I dati dei carnieri relativi alle specie migratrici potrebbero anche essere integrati dalla lettura dei tesserini venatori sia a livello di ATC che regionale. Il PFP prevede inoltre di valutare la fattibilità di un progetto di inanellamento dell’avifauna migratoria. 1.3.2.7. PREVENZIONE DANNI Il PFVP prevede che la prevenzione dei danni è attuata dalla Provincia e dagli ATC in tutto il territorio di competenza mediante una adeguata gestione delle popolazioni di fauna selvatica e mediante la predisposizione di apposite iniziative di prevenzione concordate preventivamente con gli imprenditori agricoli. Nella destinazione delle risorse disponibili per la tutela delle colture agricole è garantita priorità al finanziamento delle iniziative di prevenzione danni. Pagina 16 SINTESI NON TECNICA Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 Le modalità di controllo della fauna particolarmente idonee a garantire un’efficace prevenzione dei danni alle colture agricole sono quelle che prevedono un tempestivo intervento a seguito della segnalazione da parte degli agricoltori. Il piano di prevenzione dei danni all’agricoltura è parte integrante del piano di gestione e prelievo degli ungulati e deve essere predisposto tenuto conto della realtà agricola presente sul territorio, dell’ammontare dei danni che si sono verificati, delle popolazioni animali presenti e delle caratteristiche dei luoghi. L’azione di prevenzione dei danni può essere esercitata mediante: 1. recinzioni individuali in rete metallica o "shelter" in materiale plastico; 2. reti antiuccello; 3. protezione elettrica con filo percorso da corrente elettrica a bassa intensità; 4. protezione meccanica con recinzioni perimetrali in rete metallica, purché non sia impedito il passaggio delle specie selvatiche non oggetto dell’intervento di prevenzione o precostituire condizioni idonee alla istituzione di fondi chiusi; 5. protezione acustica con strumenti a emissione di onde sonore di ampiezza variabile, apparecchi radio, apparecchi con emissione di grida registrate di allarme o di stress; 6. palloni predatori, dissuasori acustici e nastri riflettenti; 7. interventi di protezione con sostanze repellenti, tali da non arrecare danni alla salute delle persone e degli animali, che agiscono sul gusto e/o sull'olfatto dell'animale. Oltre alle tipologie suddette la Provincia e gli ATC possono implementare, anche in via sperimentale, sistemi innovativi di prevenzione. Costituiscono comunque azione di prevenzione dei danni tutti gli interventi agronomici, ambientali e silvocolturali in grado di offrire alla fauna selvatica fonti trofiche alternative alle produzioni agricole. Tali interventi dovranno comunque essere validati dalla Provincia o dagli ATC prima della loro realizzazione a fini preventivi. La Provincia promuove periodicamente seminari di aggiornamento e formazione in tema di prevenzione dei danni all’agricoltura rivolti ai soggetti interessati, compresi agricoltori e tecnici. 1.3.2.8. VIGILANZA VENATORIA Per perseguire gli obiettivi individuati nel PFVP e in particolare per la tutela della biodiversità all’interno dei SIR e delle Aree di rilevanza faunistica individuate dal Rapporto Ambientale e per la salvaguardia della fauna selvatica all’interno di alcuni istituti pubblici, il PFVP prevede il potenziamento dell’attività di vigilanza e di controllo attraverso l’azione coordinata della Polizia Provinciale e delle Guardie Ambientali Volontarie (GAV) e Guardie Giurate Venatorie Volontarie (GGVV). In quegli istituti faunistici pubblici di interesse (ZRC, ZRV, ZP), dove appare maggiormente utile minimizzare i fattori limitanti per la piccola selvaggina sia per quanto riguarda la repressione degli abusi, sia per la prevenzione e tutela delle risorse faunistiche e ambientali, sarà individuato un gruppo di agenti volontari che vi svolgono la loro attività di vigilanza in maniera prevalente e che mantengono stretti rapporti con la Polizia Provinciale e con un incaricato locale di riferimento, residente e rappresentativo dell’area. Pagina 17 SINTESI NON TECNICA Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 2. RAPPORTO AMBIENTALE Il Rapporto Ambientale è lo strumento attraverso il quale viene effettuata la valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP), ai sensi della L.R. 10/2010. Il Rapporto Ambientale ha il compito di valutare gli effetti sull'ambiente delle azioni previste dal PFVP e focalizza la valutazione su tre differenti aspetti, ritenuti quelli maggiormente influenzati dal Piano: • flora e fauna e biodiversità in generale • salute umana • contesto socio-economico In relazione a questi tre comparti, il rapporto Ambientale individua e analizza i potenziali effetti del Piano, sintetizzati in tabella 2.1. Comparto Flora, fauna e biodiversità Effetti potenziali • Disturbo (in aree di alimentazione, svernamento e nidificazione) • Abbattimenti di specie cacciabili in periodi di vulnerabilità delle specie • Abbattimenti illegali • Controllo specie in eccessiva densità e controllo specie alloctone • Ibridazione e diffusione di specie alloctone a causa delle immissioni a scopo venatorio • Mantenimento di agroecosistemi e gestione di habitat Salute umana • Intossicazione da piombo per consumo di selvaggina Contesto socio-economico • Incidenti stradali con fauna selvatica • Danni da ungulati alle colture agricole • Rafforzamento dell'indotto economico delle aziende agrituristico-venatorie • Interferenza con le attività ricreative all'aperto • Recupero fauna selvatica in difficoltà • Sensibilizzazione del mondo agricolo alle tematiche di tutela della fauna • Corretto smaltimento e valorizzazione della selvaggina oggetto di controllo Tabella 2.1– Sintesi dei potenziali effetti del PFVP sull’ambiente analizzati nel Rapporto Ambientale. Per quanto riguarda il comparto “Flora, fauna e biodiversità” l'analisi della significatività degli effetti viene effettuata in riferimento alle aree del territorio provinciale dove gli effetti (positivi o negativi) del PFVP potrebbero essere più significativi che altrove per i valori naturali in esse contenuti: • i 19 SIR (Siti di Importanza Regionale) del territorio provinciale, comprendenti SIC, ZPS e Sir, per i quali viene realizzato ai sensi delle L.R. 10/2010 e L.R. 56/2000 un apposito Studio di Incidenza, allegato al Rapporto Ambientale; • le 8 Aree di Rilevanza Faunistica descritte al Cap. 1 del Volume I, comprendenti 8 zone del territorio senese non ricomprese in SIR ma importanti dal punto di vista faunistico soprattutto per gli uccelli. L'analisi degli effetti sui tre comparti di cui alla tabella 2.1 ha portato all'individuazione di una serie di misure di mitigazione per le diverse azioni del PFVP, alcune delle quali sono state già recepite dal Piano mentre altre verranno recepite negli strumenti di attuazione previsti dal PFVP stesso (Calendario venatorio, disciplinari, regolamenti, protocolli di intesa). Nelle tabelle 2.2 e 2.3 vengono sintetizzati gli effetti e le corrispondenti misure di mitigazione previste per prevenire gli impatti derivanti dalle azioni di piano su flora, fauna e biodiversità in generale, e quelli su salute e contesto socio-economico; molti degli effetti negativi dell’attività venatoria Pagina 18 SINTESI NON TECNICA Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 evidenziati dal Rapporto Ambientale sono stati presi in considerazione già nel corso della stesura del PFVP ed eliminati o mitigati con specifiche disposizioni. Effetti Tipo effetto Azione e specie/habitat interessati Necessità di misure di mitigazione Recepimento CACCIA PER TUTTE LE FORME DI CACCIA: 1. Non autorizzare nuovi appostamenti fissi in tutte le aree di rilevanza faunistica Tutte le specie di uccelli acquatici nei siti di svernamento, alimentazione, nidificazione e sosta Lanario in prossimità dei siti di riproduzione Disturbo Negativo Occhione in periodo di dipendenza della prole e in periodo pre-migratorio Moretta tabaccata in periodo di svernamento Piviere dorato nei siti di migrazione e svernamento Lepre italica nei siti di presenza della specie (non conosciuti) Colombella nei svernamento Abbattimenti di uccelli cacciabili in periodi di vulnerabilità delle specie (caccia in pre-apertura) Abbattimenti illegali siti di 2. Non autorizzare appostamenti fissi nei siti di svernamento della colombella, una volta individuati 3. “Lago delle Volpaie”: mantenimento dell’attuale livello di protezione o trasformazione in istituto a maggiore protezione; adeguamento dei confini dell’attuale AFV finalizzato a limitare il disturbo proveniente dall’attività venatoria esterna; 4. “Lago della Maddalena”, “Laghetti presso Buonconvento”, “Granocchiaio (Dolciano)”, “Pianure del torrente Arbia presso Monteroni d’Arbia”: mantenimento dell’attuale livello di protezione o trasformazione in istituto a maggiore protezione; 5. “Canale Maestro dal lago di Montepulciano a Chianacce”: ulteriori misure di mitigazione non necessarie salvo evidenze provenienti da ulteriori studi; 6. “Rilievi della Valdorcia”: creare aree interdette a tutte le forme di caccia nel periodo di gennaio-giugno; Negativo Per gli abbattimenti: tutte le specie di uccelli escluso Cornacchia grigia, Gazza, Ghiandaia, Tortora selvatica, Merlo in caccia da appostamento • Qualora prevista dal calendario venatorio regionale, evitare la preapertura nelle Aree di Rilevana Faunistica e, nel resto del territorio, regolamentarla come dal documento “Guida per la stesura dei calendari venatori”(ISPRA, 2010) Negativo Albanella reale Falco pellegrino Lanario Nibbio bruno Nibbio reale Falco di palude Colombella Occhione Tarabuso Lupo Puzzola Martora Gatto selvatico Misure di mitigazione non necessarie. Il PFVP prevede l’aumento della sorveglianza con priorità alle Aree di Rilevanza Faunistica e attività di formazione e aggiornamento dei cacciatori (PFVP Volume II, paragrafo 1.1). 1. Recepita nel PFVP Cap. 3.2 2. Da recepire negli strumenti di attuazione del PFVP 4. Da recepire negli strumenti di attuazione del PFVP 5. Da recepire negli strumenti di attuazione del PFVP 7. Da recepire negli strumenti di attuazione del PFVP Da recepire negli strumenti di attuazone del PFVP. - Pagina 19 SINTESI NON TECNICA Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 Tipo effetto Effetti Azione e specie/habitat interessati Falco di palude Moretta tabaccata e tutte le altre specie di anatidi Avvelenamento piombo da negativo In generale tutte le specie di uccelli acquatici, uccelli granivori terrestri e loro predatori Necessità di misure di mitigazione Misure di mitigazione non necessarie.Il PFVP vieta l’uso del piombo negli appostamenti fissi a palmipedi e trampolieri nei SIR e nelle ARF e prevede una strategia per l’eliminazione graduale del piombo anche in tutte le altre forme di caccia (PFVP Volume II, paragrafi 3.2 e 3.3). Recepimento - CONTROLLO DELLE SPECIE PROBLEMATICHE 1. “Lago delle Volpaie”, “Laghetti presso Buonconvento”, “Canale Maestro dal lago di Montepulciano a Chianacce”, “GranocchiaioDolciano”, “Pianure del torrente Arbia presso Ponte d’Arbia”: evitare qualsiasi intervento di controllo al cinghiale tramite braccata in periodo di permaneza degli svernanti (ottobre-febbraio); Negativo Disturbo • Tutte le forme di controllo: lanario nei siti di riproduzione, albanella minore nei siti di nidificazione, colonie di aironi (garzaie) nel periodo di attività 2. “Lago della Maddalena”: evitare qualsiasi intervento di controllo nella fase di insediamento e attività della garzaia (febbraio-luglio); • Controllo cinghiale in braccata: tutte le specie in periodo riproduttivo e tutte le specie di uccelli acquatici tutto l’anno. 4. “Rilievi di Castiglioncello del Trinoro”: evitare qualsiasi intervento di controllo nel periodo di insediamento e nidificazione dell’albanella minore (marzo-agosto); 3. “Pianure del torrente Arbia presso Monteroni d’Arbia”: evitare qualsiasi interventi di controllo nel periodo di raduno pre-migratorio dell’occhione (settembre-ottobre); • Da recepire negli strumenti di attuazione del PFVP. 5. “Rilievi della Valdorcia”: evitare qualsiasi intervento di controllo nel periodo riproduttivo del lanario (gennaio-giugno); Le forme di controllo in braccata potranno essere previste solo quando tecnicamente necessarie. Controllo Ungulati: • Habitat forestali • Crocus etruscus e varie specie di orchidee Diminuzione della pressione sulla biodiversità da parte delle specie con elevate densità locali Positivo Avvelenamento piombo Negativo Negativo da Uccisioni accidentali di specie protette Misure di mitigazione non necessarie. Il PFVP prevede interventi di controllo regolamentati sulle specie problematiche (PFVP Volume II, paragrafi 3.3 e 3.4) - Si veda quanto detto sopra per l’attività di caccia. Si veda quanto detto sopra per l’attività di caccia. Si veda quanto detto sopra per l’attività di caccia. • Controllo Corvidi con gabbie Larsen: Lanario nell’Area di Rilevanza Faunistica “Rilievi della Valdorcia” Misure di mitigazione non necessarie. Il PFVP vieta il controllo dei corvidi nell’Area di Rilevanza Faunistica “Rilievi della Valdorcia” (PFVP Volume II, paragrafo 3.4). - • Escludere immissioni di Lepre comune dove è accertata la presenza della Lepre italica. Da recepire al momento in cui saranno disponibili dati sulla distribuzione Controllo Nutria: • Habitat “Comunità di idrofite radicate e non del Nymphaeion albae (Cod. 3150)” RIPOPOLAMENTI E IMMISSIONI DI FAUNA SELVATICA Competizione con altre specie Negativo Per ripopolamenti con lepre comune: Lepre italica Pagina 20 SINTESI NON TECNICA Effetti Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 Tipo effetto Azione e specie/habitat interessati Necessità di misure di mitigazione Recepimento della specie. Inquinamento genetico e trasmissione di patologie Negativo Quaglia comune Germano reale Intensificare la sorveglianza e il controllo su ripopolamenti e immissioni. Recepito nel PFVP Volume II, cap. 7. ALLENAMENTO, ADDESTRAMENTO E GARE CANI 1. Per tutte le aree di rilevanza faunistica: evitare l’istituzione di nuove AAC. 2. “Lago della Maddalena”: evitare gare di cani nella fase di insediamento e attività della garzaia, febbraio-luglio). • Tutte le specie in periodo riproduttivo e in particolare Lanario, Albanella minore, tutti gli ardeidi, Quaglia, Occhione, Calandro Disturbo Negativo • Tutte le specie di uccelli acquatici svernanti 3. “Lago delle Volpaie”, “Laghetti presso Buonconvento”, “Canale Maestro dal lago di Montepulciano a Chianacce”, “GranocchiaioDolciano”, “Pianure del torrente Arbia presso Ponte d’Arbia”: evitare addestramento e allenamento cani e realizzazione di gare nel periodo di permanenza degli svernanti (ottobre-febbraio). 4. “Pianure del torrente Arbia presso Monteroni d’Arbia”: evitare gare di cani nella fase di raduno pre-migratorio dell’occhione (settembre-ottobre). 5. “Rilievi di Castiglioncello del Trinoro”: evitare attività di allenamento/addestramento cani e gare nel periodo di insediamento e nidificazione dell’albanella minore (marzoagosto). • Occhione in periodo riproduttivo e in fase di raduno pre-migratorio Misura 1: recepita nel PFVP Volume II, par. 2.3.2.). Misure 2-6: da recepire negli strumenti di attuazione del PFVP. 6. “Rilievi della Valdorcia”: evitare attività di allenamento e addestramento cani e gare nel periodo riproduttivo del lanario (gennaiogiugno). Al momento non si ritengono necessarie ulteriori misure di mitigazione per scarsità di dati sulla localizzazione delle specie sensibili. Il PFVP prevede che eventuali misure saranno intraprese a seguito ampiamenti del quadro conoscitivo. MIGLIORAMENTI AMBIENTALI A FINI FAUNISTICI Miglioramento dell’idoneità degli agroecosistemi per la fauna. Positivo Potenzialmente specie. tutte Positivo Potenzialmente tutte le specie ed in particolare quelle oggetto di monitoraggio. le Misure di mitigazione non necessarie. Il PFVP prevede l’integrazione dei disciplinari di gestione degli istituti pubblici e privati con indicazioni per la gestione degli agroecosistemi che hanno come riferimento gli indirizzi della D.G.R. 454/2008, relativa ai criteri minimi per la definizioni di misure di conservazione delle ZPS (PFVP Volume II, Cap. 5). - Misure di mitigazione non necessarie. Il PFVP nell’ambito del monitoraggio delle specie prevede anche l’attivazione di forme di monitoraggio specifiche per le specie sensibili all’attività venatoria, anche tramite l’integrazione di programmi di monitoraggio esistenti (PFVP Volume II, Cap. 4). - Misure di mitigazione non necessarie. Il PFVP prevede programmi di prevenzione danni compreso la realizzazione di corsi per gli agricoltori (PFVP Volume II, Cap. 6). - MONITORAGGIO Aumento della conoscenza del patrimonio faunistico. PREVENZIONE E RISARCIMENTO DANNI Minori interventi di controllo e quindi minori effetti negativi derivanti da questa attività. Positivo Tutte le specie. Aumento della Negativo Tutte le specie di scarsa Misure di mitigazione non necessarie. Per gli Da recepire Pagina 21 SINTESI NON TECNICA Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 Tipo effetto Effetti frammentazione del territorio e ostacolo agli spostamenti delle specie selvatiche. Azione e specie/habitat interessati mobilità. Necessità di misure di mitigazione Recepimento interventi di prevenzione che comportano la realizzazione di recinzioni, prevedere il passaggio della fauna di piccole e medie dimensioni (passaggi di 20x20 cm) e progettare la recinzione in modo che non venga percepita come una barriera dalla fauna. negli strumenti di attuazione del PFVP VIGILANZA VENATORIA Maggiore protezione delle specie Positivo Tutte le specie Potenziare la sorveglianza Rilevanza Faunistica. nelle Aree di Recepito nel PFVP Volume II, cap. 7. Tab. 2.2 - Riepilogo degli effetti potenziali della gestione faunistico-venatoria su flora, fauna e biodiversità in generale, e misure di mitigazione per il PFVP. Tipo effetto Effetto Aspetto interessato Necessità di misure di mitigazione Recepimento Negativo Cittadini. Misure di mitigazione non necessarie. Il PFVP prevede un percorso per la dismissione graduale delle munizioni di piombo nell’attività venatoria nell’ambito del suo corso di validità (accordi per sperimentazione con squadre di caccia, giornate informative, definizione di limiti temporali per il passaggio a munizioni alternative) (PFVP Volume II, paragrafi 3.2 e 3.3) - Positivo Produzione rifiuti. Misure di mitigazione non necessarie. Il PFVP prevede un percorso per il corretto smaltimento e per la valorizzazione economica laddove possibile (PFVP Volume II, paragrafo 3.5). - Misure di mitigazione non necessarie. Il PFVP prevede l’attuazione di una serie di interventi per la prevenzione dei danni (PFVP Volume II, paragrafo 6.3). - Automobilisti Misure di mitigazione non necessarie. Il PFVP prevede la continuazione dell’attività del Gruppo di Lavoro specifico sulla problematica e la continuazione del progetto LIFE attivato sulla materia (PFVP Volume II, paragrafo 3.5). - Aziende agricole Misura di mitigazione non necessaria. Il PFVP incentiva l’aumento dell’indotto economico delle aziende considerandolo fra gli elementi di valutazione (PFVP Volume II, paragrafo 2.3.2.). - Negativo Escursionisti e cicloescursionisti Problematica non di competenza del PFVP, che comunque prende atto del problema nel Rapporto Ambientale. E’ auspicabile che la Provincia avvii un monitoraggio delle presenze sui sentieri RET per la valutazione dell’effettivo rischio, promuovendo laddove necessario la riclassificazione stradale dei tratti interessati ai fini di tutela dall’attività venatoria. - Positivo Sensibilizzazione della popolazione Misure di mitigazione non necessarie. Il PFVP prevede la continuazione, da garantire per legge, del servizio di recupero della fauna ((PFVP Volume II, paragrafo 3.5). - EFFETTI SULLA SALUTE Intossicazione piombo da Corretta gestione degli scarti di macellazione provenienti dagli animali oggetto di controllo EFFETTI SUL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO Diminuzione dei costi pubblici per indennizzo danni e Positivo Agricoltori diminuzione del conflitto con la fauna selvatica Diminuzione degli incidenti stradali Rafforzamento dell’indotto economico delle aziende agrituristicovenatorie Interferenza con le attività ricreative all’aperto e in particolare sulla sentieristica RET e sugli itinerari di lunga percorrenza (Francigena, Sentiero della Bonifica”) Recupero della fauna selvatica in difficoltà Positivo Positivo Tab. 2.3 - Riepilogo degli impatti potenziali della gestione faunistico-venatoria sulla salute e sul contesto socioeconomico e misure di mitigazione per il PFVP. Pagina 22 SINTESI NON TECNICA Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 3. STUDIO DI INCIDENZA La Valutazione di Incidenza è il procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi piano o intervento che possa avere un’incidenza significativa su di un sito di Importanza Regionale (SIR), singolarmente o congiuntamente ad altri piani o interventi, tenuto conto dei suoi obiettivi di conservazione. I SIR costituiscono la rete ecologica regionale e comprendono Siti di Importanza Comunitaria (SIC), Zone di Protezione Speciale (ZPS), Siti di Interesse nazionale (Sin) e Siti di interesse regionale (Sir) Il procedimento è stato introdotto dall’articolo 6, paragrafo 3, della Direttiva “Habitat”, recepita in Italia dal DPR 357/92 (“Regolamento recante attuazione della Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali, seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche”) e dalla Regione Toscana con la R.L. 56/2000 che disciplina la procedura della Valutazione di Incidenza e, all’articolo 15, in particolare, definisce il procedimento per quanto riguarda gli atti di pianificazione: - Gli atti di pianificazione di settore e le loro varianti, ivi compresi i piani sovracomunali agricoli, forestali e faunistico venatori, non direttamente connessi e necessari alla gestione del sito, qualora interessino in tutto o in parte siti di importanza regionale (SIR) o comunque suscettibili di produrre effetti sugli stessi, contengono uno Studio di incidenza ai fini della valutazione di incidenza di cui all’articolo 5 del DPR 357/97. Tale studio, teso ad individuare i principali effetti che il piano può avere sul sito interessato tenuto conto dei suoi obiettivi di conservazione, viene valutato nell'ambito della procedura di approvazione degli atti stessi. Lo Studio di Incidenza, allegato al Rapporto Ambientale del Piano Faunistico Venatorio 2012 – 2015 della Provincia di Siena, quale parte integrante e sostanziale (art. 73, L.R. 10/2010), è stato realizzato in conformità al D.P.R. 357/1997 e alla L.R. 56/2000 e tiene conto dei contenuti del Formulario Natura 2000 del Ministero dell’Ambiente, degli obiettivi di conservazione previsti per ciascun sito dalla D.G.R. 644/2004 “Attuazione art. 12, comma 1, lett. a) della L.R. 56/2000. Approvazione norme tecniche relative alle forme e alle modalità di tutela e conservazione dei Siti di importanza regionale (SIR)”, di quanto stabilito dalla DGR. 454/2008 “D.M. 17.10.2007 del Ministero Ambiente e Tutela del Territorio e del mare – Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relativa al Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS) – Attuazione”, della documentazione di indirizzo per la gestione dei siti predisposta dal Ministero dell’Ambiente e dall’Unione Europea, del contenuto informativo della Banca Dati RE.NA.PRO.SI. (Repertorio Naturalistico Provincia di Siena), delle indagini e degli studi realizzati dalla Provincia di Siena e della bibliografia scientifica e tecnica di riferimento. Il suo obiettivo è quello di individuare gli interventi e le attività riguardanti la gestione faunistico-venatoria del territorio della Provincia di Siena che possono produrre effetti sullo stato di conservazione degli habitat e delle specie presenti nei SIR, tenuto conto dei loro obiettivi di conservazione, e di indicare eventuali misure o azioni atti a mitigare tali effetti al fine di rendere l’incidenza del Piano Faunistico Venatorio Provinciale, nel suo complesso, non significativa. L’analisi dei potenziali effetti è stata eseguita prendendo in considerazione le specie animali di interesse conservazionistico segnalate per il sito e di queste solamente quelle appartenenti alle classi dei Mammiferi, Uccelli, Rettili e Anfibi. Non sono stati presi in esame i Pesci (effetto ritenuto nullo visto l’ambito di applicazione del PFVP) e gli Invertebrati, gli Habitat e le Piante in generale. Per questi ultimi tre gruppi, sulla base della poca bibliografia in merito, l’effetto è stato ritenuto a priori non significativo anche se non si può escludere una qualche incidenza dovuta all’eccessiva densità di ungulati in determinati contesti della quale però mancano, ad oggi, dati sufficienti. Gli effetti del PFVP sui siti e sulle specie di interesse conservazionistico sono stati valutati in seguito all’esame della bibliografia disponibile sull’argomento e all’analisi delle criticità sito specifiche individuate dalla DGR 644/2004 e delle minacce/fattori limitanti le specie di interesse conservazionistico presenti nei siti. In quest’ultimo caso i dati analizzati derivano dagli studi ornitologici propedeutici ai Piani di Gestione dei singoli siti, dal quadro conoscitivo Pagina 23 SINTESI NON TECNICA Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 dei Piani di Gestione delle Riserve Naturali e da studi faunistici e vegetazionali realizzati dalla Provincia di Siena. Per quanto riguarda le Misure di mitigazione proposte, queste sono state individuate tenendo conto che, ai sensi del D.P.R. 357/97 e della L.R. 56/2000, la finalità dei siti, qualunque sia la loro tipologia (SIC, ZPS, Sin o Sir), è quella di mantenere o ripristinare, in uno stato di conservazione soddisfacente, gli habitat e le specie di interesse conservazionistico in essi presenti. Dall’analisi effettuata nell’ambito dello Studio di Incidenza risulta che i 19 SIR (Siti di Importanza Regionale) presenti in Provincia di Siena sono distribuiti più o meno uniformemente sul territorio provinciale e comprendono le aree più rilevanti sotto l’aspetto naturalistico. Di questi 11 sono SIC (Siti di Importanza Comunitaria), 6 ZPS (Zone di Protezione Speciale) e 2 Sir (Siti di interesse regionale) e interessano una superficie pari a circa 60.000 Ha. I siti ospitano, nel loro complesso, 30 habitat, 216 specie di fauna e 202 specie di flora di interesse conservazionistico comunitario, nazionale e regionale contribuendo in maniera sostanziale alla conservazione della biodiversità sia locale che globale. Le conoscenze in merito a questo grande patrimonio naturalistico sono abbastanza approfondite per quanto riguarda le ZPS dove esistono studi specifici realizzati per l’elaborazione dei Piani di Gestione (di prossima approvazione). Nei SIC sono state realizzate indagini su diversi gruppi (es: Anfibi, Rettili, Orchidee) e, in quelli interessati da Riserve Naturali, anche degli studi e delle indagini su fauna e flora finalizzati all’elaborazione dei Piani di Gestione delle singole Riserve. I Sir invece sono molto carenti sotto questo aspetto per cui l’insufficiente conoscenza del patrimonio naturalistico viene segnalata come una delle principali criticità per entrambi i siti. Gran parte delle criticità segnalate per ciascun sito, riguardano attività inerenti la gestione agrosilvopastorale del territorio, argomento di competenza dell’eventuale Piano di Gestione (in corso di elaborazione quelli relativi alle ZPS provinciali). Solo per 4 di essi la caccia viene indicata come una delle principali criticità, interna e/o esterna al sito, e solo per la ZPS Lago di Chiusi la DGR 644/2004 individua come necessario, per soddisfare le esigenze di conservazione del sito, l’ampliamento delle aree a divieto di caccia. Gli studi propedeutici all’elaborazione del Piano di Gestione di questo sito, inoltre, segnalano che l’attività venatoria non è compatibile con le finalità della ZPS e indicano, quale fattore di primaria importanza, la chiusura della caccia almeno nel settore sud del sito. Per quanto riguarda le specie di interesse conservazionistico, anche in questo caso, gran parte delle minacce/fattori limitanti le singole specie riguardano aspetti relativi alla gestione agrosilvopatorale del territorio e dunque ad attività e/o interventi che determinano l’alterazione e/o sottrazione/distruzione del loro habitat. Per 47 delle 102 specie presenti, però, vengono segnalate minacce/fattori limitanti derivanti in maniera diretta o indiretta dalle attività inerenti la gestione faunistico venatoria. Prendendo in considerazione l’incidenza delle azioni previste dal PFVP 2012 – 2015 sui SIR, dall’analisi della distribuzione degli istituti/strutture faunistico venatori risulta che la destinazione differenziata del territorio all’interno di questi siti è estremamente variabile e spesso frammentata; i divieti di caccia variano da un minimo del 2% a un massimo del 96%, della superficie dei siti e sono costituiti per il 50% dalle Riserve Naturali (aree escluse dalla programmazione faunistico venatoria). Dall’analisi viene messo in evidenzia come l’incidenza degli effetti delle diverse azioni derivanti dalla gestione faunistico venatoria sia strettamente dipendente dal regime di protezione (presenza di Riserve Naturali e loro dimensione) e dalla tipologia e dimensione degli istituti/strutture presenti, al di là della tipologia di sito (ZPS, SIC e Sir) e delle specie di interesse conservazionistico in esso presenti. Gran parte delle azioni inerenti la gestione faunistico venatoria possono produrre un effetto negativo sulla conservazione delle specie di interesse conservazionistico presenti nei SIR, alcune, invece, producono degli effetti positivi (Tabella 3.1). Pagina 24 SINTESI NON TECNICA Effetti DESTINAZIONE DIFFERENZIATA DEL TERRITORIO Diminuzione dell’impatto della gestione faunistico venatoria sulla biodiversità Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 Impatto/incidenza Specie interessata Positivo Tutte CACCIA Disturbo Negativo Abbattimenti illegali Negativo Avvelenamento da piombo Negativo Qualunque forma: uccelli acquatici siti di svernamento, alimentazione e nidificazione e di sosta; Lanario in prossimità siti di riproduzione; Occhione in periodo di dipendenza della prole. Braccata: tutte le specie in periodo riproduttivo Rapaci diurni; Lupo; Puzzola; Moretta tabaccata. Moretta tabaccata, Moriglione e Mestolone; specie di uccelli acquatici; predatori CONTROLLO SPECIE PROBLEMATICHE Diminuzione impatto sulla biodiversità dovuto a specie con elevate densità locali Disturbo Positivo Negativo Rettili; anfibi; micro mammiferi; alcune specie di uccelli aree aperte e zone umide Tutte le forme di controllo: Lanario; Braccata: Tutte le specie in periodo riproduttivo. Avvelenamento da piombo Negativo Uccisione accidentale specie protette Negativo Moretta tabaccata, Moriglione e Mestolone; specie di uccelli acquatici; predatori Lanario (gabbie Larsen per contenimento Corvidi) e Lodolaio (sparo al nido per contenimento Corvidi) IMMISSIONI E RIPOPOLAMENTI Inquinamento genetico specie autoctone Negativo Quaglia comune ADDESTRAMENTO E ALLENAMENTO CANI DA CACCIA Disturbo Negativo Tutte le specie in periodo riproduttivo GARE Disturbo Negativo Tutte le specie in periodo riproduttivo Positivo Tutte le specie Positivo Tutte le specie Positivo Tutte le specie Negativo Specie di piccole e medie dimensioni a scarsa mobilità Positivo Tutte le specie e tutti gli habitat MIGLIORAMENTI AMBIENTALI Miglioramento dell’idoneità degli agro ecosistemi per la fauna MONITORAGGIO Aumento delle conoscenze PREVENZIONE DANNI Diminuzione dei conflitti e degli interventi di controllo Aumento della frammentazione del territorio e ostacolo allo spostamento delle specie di fauna VIGILANZA VENATORIA Maggiore protezione delle specie e degli habitat Tabella 3.1 - Azioni che producono effetti negativi sulle specie di interesse conservazionistico. Come specificato nei paragrafi dedicati all’analisi, alcuni degli effetti che hanno un’incidenza negativa sulle specie di interesse conservazionistico sono già sufficientemente mitigati dai Pagina 25 SINTESI NON TECNICA Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 divieti generali e sito specifici che la D.G.R. 454/2008 prescrive per le ZPS (paragrafo 2.2.1., Tab. 2 e paragrafi dedicati alle singole ZPS). Al fine tuttavia di ridurre o annullare gli effetti negativi su habitat e specie derivanti dalle azioni pianificate dal PFVP 2012 – 2015 e donare ai SIR la tutela richiesta e prevista dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale occorre adottare alcune misure di mitigazione per poter escludere con ragionevole certezza un’incidenza significativa. Le misure di mitigazione proposte sono riportate nel paragrafo 4.1 dello Studio di Incidenza e riassunte nella Tabella 3.2. Pagina 26 SINTESI NON TECNICA Effetti DESTINAZIONE DIFFERENZIATA DEL TERRITORIO Diminuzione dell’impatto della gestione faunistico venatoria sulla biodiversità CACCIA Disturbo Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 Impatto Specie interessata Sito interessato Necessità di misure mitigazione Recepimento Positivo Tutte Tutti 1. 1 e 2 da recepire negli atti di attuazione del PFVP 2. Ampliare il divieto di caccia nella ZPS Lago di Chiusi a tutto il sito; 2. Dare una adeguata tutela alle aree della ZPS Lago di Montepulciano esterne alla RN valutando anche la possibilità di istituire una Area Contigua; 3. Mantenere divieto di caccia ZPS Crete di Leonina e Crete di Camposodo e SIC Cono vulcanico del Monte Amiata; 4. Creazione di piccole aree non disturbate (da gennaio a giugno) in prossimità dei siti di nidificazione del Lanario nelle ZPS Monte Oliveto Maggiore e Crete di Asciano; Lucciolabella; Crete dell’Orcia e del Formone; nei SIC Cono vulcanico del Monte Amiata e Cornate e Fosini appena individuato il sito di nidificazione. 5. Nessun nuovo appostamento fisso e/o nuove collocazioni in tutti i SIR. 6. Non effettuare la preapertura nei SIR qualora venga prevista nel Calendario venatorio regionale. Non necessarie (stagione venatoria al di fuori del periodo riproduttivo di gran parte delle specie; il Lanario già tutelato dalla creazione delle aree di protezione di cui sopra) 1. Aumento sorveglianza, priorità in SIR e RN; 2. Sensibilizzazione e miglioramento della preparazione dei cacciatori in ambito conservazionistico Non necessarie (Divieto di utilizzo pallini in ZPS dal 2008/2009. Il PFVP vieta l’uso dei pallini di piombo negli appostamenti fissi a palmipedi e trampolieri nei SIR e prevede una strategia per l’eliminazione graduale del piombo anche in tutte le altre forme di caccia). 1., 2., 3, 4 e 6*, da recepire negli strumenti di attuazione del PFVP; Potenzialmente tutti i siti Non necessarie. - Siti in cui è presente il Lanario 1. 1. da recepire negli atti di attuazione del PFVP Qualunque forma: uccelli acquatici siti di svernamento, alimentazione e nidificazione e di sosta; Lanario in prossimità siti di riproduzione; Occhione in periodo di dipendenza della prole ZPS: Lago di Montepulciano; Lago di Chiusi; Crete di Leonina e Crete di Camposodo; Monte Oliveto Maggiore e Crete di Asciano; Lucciolabella; Crete dell’Orcia e del Formone; SIC: Cono vulcanico del Monte Amiata, Cornate e Fosini Negativo Braccata: tutte le specie in periodo riproduttivo Tutti i siti Abbattimenti illegali Negativo Rapaci diurni; Lupo; Puzzola; Moretta tabaccata. Potenzialmente tutti i siti Avvelenamento da piombo Negativo Moretta tabaccata, Moriglione e Mestolone; specie di uccelli acquatici; predatori Zone umide delle ZPS Positivo Rettili; anfibi; micro mammiferi; alcune specie di uccelli aree aperte e zone umide Tutte le forme di controllo: Lanario; CONTROLLO SPECIE PROBLEMATICHE Diminuzione impatto sulla biodiversità dovuto a specie con elevate densità locali Disturbo Negativo Negativo Nei SIR mantenere le aree a divieto o vincoli di tutela assicurati dagli istituti esistenti. Istituire eventuali nuovi divieti prioritariamente all’interno dei SIR. 1. Creazione di piccole aree non disturbate (da gennaio a giugno) in prossimità dei siti di nidificazione del Lanario nelle ZPS Monte Oliveto Maggiore e Crete di Asciano; Lucciolabella; Crete dell’Orcia e del Formone; 1. Fuori dalle RN, controllo del Cinghiale tramite cattura, o abbattimento all’aspetto e in girata. Braccata solo eccezionalmente e solo se tecnicamente necessario previa Valutazione di Incidenza (modulo); 2. Controllo volpe se in battuta, in braccata previa Valutazione di Incidenza (modulo). Non necessarie (mitigato dal divieto di utilizzo pallini in piombo nelle ZPS dalla 454/2008, dal divieto nel PFVP di utilizzare i pallini in piombo negli appostamenti fissi a palmipedi e trampolieri all’interno dei SIR e dal percorso previsto dal PFVP di dismissione graduale delle munizioni a piombo nell’ambito del suo corso di validtà) Negativo Braccata: Tutte le specie in periodo riproduttivo. Potenzialmente tutti i siti Avvelenamento da piombo Negativo Moretta tabaccata, Moriglione e Mestolone; specie di uccelli acquatici; predatori - Uccisione accidentale specie protette Negativo Lanario (gabbie Larsen per contenimento Corvidi) e Lodolaio (sparo al nido per contenimento Corvidi) Lanario:PS Monte Oliveto Maggiore e Crete di Asciano, Lucciolabella, Crete dell’Orcia e del Formone, SIC Cono vulcanico dell’Amiata e Cornate e Fosini; Lodolaio: ZPS Lago di Montepulciano, Lago di Chiusi, Crete dell’Orcia e del formone; SIC Alta Val di Merse, Basso Merse, Foreste del Siele e Pigilleto di Piancastagnaio 1. Potenzialmente tutti i siti 1. Sorveglianza e controllo su ripopolamenti e immissioni. IMMISSIONI E RIPOPOLAMENTI Inquinamento genetico specie autoctone Negativo Quaglia comune 2. Divieto di contenimento dei Corvidi con gabbie Larsen nei SIC dove è presente il Lanario (Cono Vulcanico del Monte Amiata e Cornate e Fosini). Altre misure non necessarie. 5.Recepita dal PFVP paragrafo 3.2. - 1.Recepita dal PFVP capitolo 7 2. Recepita dal PFVP paragrafo 1.1 - 1., 2., da recepire negli strumenti di attuazione del PFVP - 1. Recepita dal PFVP paragrafo 3.4.; (Lanario tutelato dalla 454/2008 che vieta il contenimento dei corvidi nelle ZPS in cui è presente la specie; Lodolaio già tutelato dal PFVP che vieta la pratica dello sparo al nido su tutto il territorio) 1. Recepita dal PFVP Capitolo 7 Pagina 27 SINTESI NON TECNICA Effetti ADDESTRAMENTO E ALLENAMENTO CANI DA CACCIA Disturbo GARE Disturbo MIGLIORAMENTI AMBIENTALI Miglioramento dell’idoneità degli agro ecosistemi per la fauna MONITORAGGIO Aumento delle conoscenze PREVENZIONE DANNI Diminuzione dei conflitti e degli interventi di controllo Aumento della frammentazione del territorio e ostacolo allo spostamento delle specie faunistiche VIGILANZA VENATORIA Maggiore protezione delle specie e degli habitat Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Siena 2012-2015 Impatto Specie interessata Sito interessato Necessità di misure mitigazione Recepimento Negativo Tutte le specie in periodo riproduttivo Tutti i siti 1. 2. Nessuna nuova AAC in SIC. Non sono necessarie altre misure (nelle ZPS l’addestramento vietato dalla 454 fuori dalle AAC dal 1 febbraio al 31 agosto) se permane il divieto (Calendario venatorio regionale) di effettuare l’allenamento nel TGPC al di fuori del periodo compreso tra la 3 domenica di settembre e il primo giovedì antecedente l’apertura della caccia. In caso contrario vietare nei SIC al di fuori dalle AAC, AAV, AFV dal 1 febbraio al 31 agosto (come nelle ZPS). 1.Recepita dal PFVP paragrafo 2.3.3. 2.Eventualmente da recepire negli strumenti di attuazione del PFVP. Negativo Tutte le specie in periodo riproduttivo Tutti i siti 1. Vietare nei SIR, fuori dalle AAC, AAV, AFV dal 1 febbraio al 30 agosto. 1. Recepita dal PFVP paragrafo 2.3.3. Positivo Tutte le specie Siti con presenza di istituti faunistico venatori pubblici e privati Il PFVP individua come strumento di riferimento per le pratiche agricole di miglioramento ambientale la DGR. 454/2008 - Positivo Tutte le specie Potenzialmente tutti i siti 1. Il PFVP prevede il potenziamento programmi di monitoraggio anche a tutela delle specie di interesse conservazionistico maggiormente sensibili alla gestione faunistico venatoria - Positivo Tutte le specie Potenzialmente tutti i siti 1. 1. Recepita dal PFVP paragrafo 6.3. Negativo Specie di piccole e medie dimensioni a scarsa mobilità - 1. Realizzare corsi per gli agricoltori sulle tecniche di prevenzione. Nei SIR realizzare solo recinzioni che consentano il passaggio della piccola e media fauna (passaggi di almeno 20 x 20 cm) che non vengano percepite come barriere Positivo Tutte le specie e tutti gli habitat Potenzialmente tutti i siti 1. Il PFVP prevede il potenziamento della sorveglianza nei SIR e nelle RN - 1. da recepire negli strumenti di attuazione del PFVP Tab. 3.2 - Tabella riassuntiva degli effetti e delle misure di mitigazione individuate dallo Studio di Incidenza. Pagina 28 Pagina 29