Testi e foto © e naturalmente anche il suo contrario, l’eccessivo ingrandimento di un particolare. Quando noi guardiamo in un microscopio vediamo un campo rotondo e di certe dimensioni, mentre quando guardiamo nella fotocamera per immortalare il nostro vetrino, vediamo un campo rettangolare che può essere più grande del cerchio (vignettatura) o più piccolo (particolare). Se queste differenze sono troppo marcate, la nostra foto è troppo dispersiva o troppo ingrandita, ma in entrambi i casi non ci soddisfa. In genere, quando questo accade, non è facile trovare il colpevole e rimediare. Molto spesso, la causa dei nostri problemi consiste nell’avere troppe variabili in gioco. Particolare Vignettatura Sul nostro microscopio ci sono troppi elementi incontrollati, ciascuno già da solo può fare il disastro, ciascuno può modificare in meglio o in peggio l'azione degli altri. Presupponendo di avere un sistema di ripresa del tipo “afocale”, il più diffuso, io comincerei con eliminare delle variabili: 1- il raccordo del tuo microscopio è regolare ? Togli tutta la parte sovrastante il raccordo fotografico e monta lo stesso oculare con cui normalmente guardi. L'immagine è già a fuoco e vedi tutto il campo così come lo vedevi con la visione normale ? Se si, siamo a posto, altrimenti fermati e trova l'errore: il tubo è troppo lungo o troppo corto. 2- L'oculare fotografico è quello giusto ? Escludi l'AF della cinepresa e mettila fissa su infinito. Escludi lo zoom digitale e metti lo zoom ottico a tutto tele. Appoggia la cinepresa all'oculare e guarda il monitor: 2a - L'immagine è un tondo luminoso su sfondo nero ? Se sei già al massimo tele non ti resta che provare con altri obiettivi meno potenti tipo 7x, 5x fino ai 2,5x, se non riesci la colpa è dell'angolo di ripresa della telecamera, non adeguato allo scopo. La soluzione giusta è cambiare fotocamera, la soluzione sbagliata è accorciare il tubo di raccordo, in quanto modifica la messa a fuoco. 2b - L'immagine è una piccola parte del cerchio ripreso dal microscopio ? Sposta lo zoom della fotocamera verso il grandangolo, fino ad avere la giusta centratura: il cerchio tangente ai lati lunghi, i lati corti alla stessa distanza dal cerchio. Ora l’allineamento è corretto, non modificarlo più. Zoom a metà fra tele e grandangolo: perfetto ! 3 – La parte di campo inquadrata ti soddisfa ? Puoi fare leggere modifiche spostando lo zoom in più o in meno fino ad inquadrare la zona voluta. Altre modifiche che puoi fare è provare altri oculari di potenza simile, per vedere quale rende meglio in fotografia. Se li hai, puoi provare gli speciali oculari fotografici, particolarmente corretti e capaci di piccole variazioni in lunghezza per compensare la messa a fuoco. 4 – La messa a fuoco resta costante passando da visuale a foto ? Per lo meno dovrebbe essere molto simile, ma se volete ottimizzarla dovete avere oculari fotografici provvisti di collare di messa a fuoco. Si ruota la ghiera fino ad avere a fuoco l’immagine esattamente come nella visuale diretta. Oculari fotografici a fuoco variabile 5 - La fotocamera è fissata in modo stabile ? Il problema sono le vibrazioni che danno origine a foto confuse. In genere la fotocamera va fissata solo al microscopio, non al muro o ad altri sostegni separati. E’ per questo motivo che è sempre preferibile avere strumenti di ripresa piuttosto piccoli e leggeri, in modo da fare un blocco unico con il microscopio. E se proprio qualche cosa deve muoversi, meglio assieme in sincrono piuttosto che separati ! Se fate fotografie, ricordatevi di usare sempre l’autoscatto e di settare la fotocamera su “Panorama” per eliminare flash e messa a fuoco automatica. Euplotes in luce polarizzata 6 - La messa a fuoco è corretta ? Diciamo che avete trovato un soggetto interessante, quindi commutate la illuminazione alla fotocamera (o inserite la fotocamera al posto di un oculare se non avete la testa trinoculare). Ora, se non usate oculari fotografici compensati, non fidatevi e rifate la messa a fuoco guardando lo schermo LCD, meglio se con l’aiuto di una debole lente. Per ultimo controllate la composizione della foto, avendo cura che l’area utilizzata per l’autofocus e per il calcolo della esposizione sia sopra al nostro soggetto e, finalmente, pigiate l’autoscatto. Radiolari E’ un metodo di illuminazione molto interessante, peccato solo che richieda un certo impegno economico in quanto occorre sostituire il condensatore e gli obiettivi con altri che hanno al loro interno un piccolo anello che ha appunto il compito di modificare la luce. La luce, così modificata, è in grado di mettere in evidenza anche minime variazioni di densità della sostanza che attraversa. E’ quindi un metodo molto efficace per farci vedere, senza bisogno di coloranti speciali, anche tessuti completamente trasparenti, quasi invisibili se guardati alla luce normale, ma che hanno al loro interno zone di diversa densità. Anelli di luce Per mettere alla prova il Contrasto di Fase facciamo un rapido test: con un cotton fioc sfreghiamo con forza l’interno della nostra guancia, prelevando così saliva e cellule di sfaldamento. Depositiamo il tutto su un vetrino e copriamo con il copri oggetto. Andiamo al microscopio e osserviamo in luce normale e poi in contrasto di fase. Luce normale Contrasto di Fase Ancora più impressionante è il confronto di sezioni non colorate e trasparenti, in questo caso il CdF permette di evidenziare i più piccoli particolari del tessuto. Sezione di cute del capo Luce normale Contrasto di Fase Per il montaggio sono disponibili dei kit standard con condensatore, quattro obiettivi (10,20,40,100) e l’oculare per l’allineamento. L’oculare viene utilizzato per allineare l’anello del condensatore con quello dell’obiettivo. Una particolare lente permette di vedere contemporaneamente i due anelli luminosi e mediante alcune viti di registro si riesce a sovrapporre le due immagini, in modo da avere la massima efficienza del sistema ottico. Fuori asse Allineato Spesso, il condensatore a CdF, è predisposto per fornire anche una buona illuminazione in campo oscuro, purché ci si limiti ai piccoli o medi ingrandimenti. Allo scopo si usano gli stessi anelli di fase o appositi schermi, già predisposti per tale tipo di illuminazione.