Fuoco pallido
Frank Kermode, Zemblances (1962): “Uno dei romanzi più
complessi che siano mai stati scritti”.
Mary McCarthy, A Bolt from the Blue (1962): “Fuoco
pallido è una scatola a sorpresa [a jack-in-the-box], un
gioiello di Fabergé, un gioco meccanico, un problema di
scacchi, una macchina infernale, una trappola per i critici,
un gioco del gatto con il topo, un kit da bricolage […]
Questa opera-centauro di Nabokov, metà poesia, metà
prosa, questo tritone degli abissi è una creazione di perfetta
bellezza, simmetria, stranezza, originalità e verità morale”.
Fuoco pallido: Storia del testo
 Primavera 1940: Nabokov lascia Parigi e si imbarca per gli
Stati Uniti, dove resterà quasi vent’anni;
 Negli ultimi mesi di permanenza a Parigi, nell’inverno
1939-40, mette mano al suo ultimo romanzo in russo, che
resterà incompiuto e che può essere considerato una lontana
anticipazione di Fuoco pallido (come L’incantatore nei
confronti di Lolita);
 Due frammenti del romanzo incompiuto vengono
pubblicati:
• Il primo con il titolo Solus Rex (secondo capitolo del
progettato romanzo), nel 1940, sulla rivista “Sovremennye
zapiski” (LXX, Paris);
• Il secondo con il titolo Ultima Thule (primo capitolo del
romanzo), nel 1942, sulla rivista “Novyj Žurnal” (I, New
York);
Fuoco pallido: Storia del testo
 1960: Nabokov rientra in Europa e si stabilisce a
Montreux, sul lago di Ginevra, dove prende alloggio in una
suite dell’Hotel Palace (vi resterà fino alla morte);
 Qui scrive Pale Fire, che riprende alcuni spunti di
quell’abbozzato e incompiuto romanzo in russo
 Il testo viene scritto nel 1961 e pubblicato nel 1962
(editore Putnam, New York)
Fuoco pallido: Storia del testo
L’impianto definitivo dell’opera, che affianca testo e
commento, e che mette in scena il mondo dell’accademia
americana, è certamente influenzata:
• Dall’esperienza di Nabokov nel mondo universitario
americano, dove ha tenuto corsi di letteratura russa e
letteratura europea per diversi anni (soprattutto alla Cornell
University);
• Da un lavoro molto impegnativo che lo occupa a fasi
alterne tra il 1949 e il 1957 (e pubblicato solo nel 1964):
cioè la traduzione e il commento a Puskin, Evgenij Onegin
(1823-32).
Fuoco pallido: Struttura
Il libro è costituito da quattro sezioni:
 Una Prefazione (Foreword), datata 19 ott. 1959, Cedarn,
Utana, in cui Charles Kinbote presenta ai lettori il poema
Pale Fire, l’ultima opera del poeta americano John Shade,
di cui è stato vicino di casa per alcuni mesi (feb.-lug.
1959);
 Il Poema (Pale Fire, A Poem in Four Cantos), un
“poema in distici eroici di novecentonovantanove versi”,
iniziato il 2 luglio 1959 e concluso – o meglio rimasto
interrotto − il 21 luglio, giorno della morte di Shade;
 Il Commento (Commentary) di Kinbote, che come
dimensioni eccede di gran lunga il poema stesso;
 Un Indice analitico (Index) in cui sono elencati
personaggi, luoghi e motivi significativi.
Fuoco pallido: Il titolo
Poema, vv. 961-62 (trad. it. Adelphi, p. 60)
(But this transparent thingum does require
Some moondrop title. Help me, Will! Pale Fire.)
Cfr. Shakespeare, Timone d’Atene, IV, iii, vv. 436-40
“The sun’s thief, and with his great attraction
Robs at vast sea; the moon’s an arrant thief,
And her pale fire snatches from the sun;
The sea’s thief, whose liquid surge resolves
The moon into salt tears”
Commento, Nota al v. 1000 (trad. it. pp. 294-95): “My
commentary to this poem, now in the hands of my readers,
represents an attempt to sort out those echoes and wavelets of
fire, and pale phosphorescent hints, and all the many
subliminal debts to me”.
Shade e Kinbote
Brian Boyd, Nabokov’s “Pale Fire”: The Magic on Artistic
Discovery (1999):
“Fuoco pallido, dunque, mostra uno scontro tra due tipi
di mente. La vera storia narrata dal romanzo [è] la tensione
tra un Kinbote condannato alla reclusione solitaria nella sua
anima e uno Shade che compie ogni sforzo per superare la
naturale delimitazione della coscienza, tra un Kinbote che
tenta di imporre la sua gloria su Shade e sul mondo e uno
Shade che deve resistere, deve attaccarsi alla sua vita e al
suo lavoro dimostrandosi il più possibile gentile nei
confronti di Kinbote. […] La struttura di poema-commento
permette a Nabokov di drammatizzare due atteggiamenti
opposti nei confronti dell’io” (72).
Un lapsus di Kinbote
Cfr. la Prefazione, Foreword
 Il termine viene ripreso nell’ultimo capoverso: “my
foreword” (ed. italiana, p. 29);
 Ma in un’occorrenza precedente, Kinbote usa il termine
Preface: “my preface” (p. 19).
Dizionario Merriam-Webster:
• Foreword: prefatory comments (as for a book) especially
when written by someone other than the author;
• Preface: the introductory remarks of a speaker or author.
Un romanzo-ombra
John O. Lyons, Pale Fire and the Fine Art of Annotation:
“Gradualmente ci rendiamo conto che Nabokov – prima
comicamente e poi seriamente − considera il commento
un’ombra [shadow] o un riflesso (per utilizzare le
immagini fondamentali dell’opera) del poema”.
Il luogo della narrazione
Prefazione datata 19 ott. 1959, Cedarn, Utana
(Utah+Montana): Località montana nella quale si è
rifugiato e dove vive in una sorta di capanno di tronchi:
In alcune occasioni la definisce “caverna”, spesso con
riferimento al Timone d’Atene:
 “Nel desolato cottage in cui vivo come Timone nella sua
caverna” (p. 70; the desolate log cabin where I live like
Timon in his cave);
 Cfr. la corrispondente voce dell’Indice: “mancanza di
una biblioteca a sua disposizione nella caverna timonea”, p.
305; his having no library in his Timonian cave);
 “Nella mia caverna montana senza libri” (p. 189; my
bookless mountain cave).
Il luogo della narrazione
Intervista del 1966:
“Alcuni lettori ritengono che Fuoco pallido sia almeno in
parte un commento al mito platonico della caverna, e il
continuo gioco di Ombre [the constant play of Shades and
Shadows] in tutta la sua opera fa pensare a un platonismo
consapevole. Vuole commentare questa ipotesi?
Come ho già detto, non stravedo per Platone, né resisterei
a lungo nel suo regime teutonico fatto di militarismo e
musica. Non credo che questa faccenda della caverna abbia
qualcosa in comune con il mio Shade e le mie Ombre [with
my Shade and Shadows]” (pp. 93-94).
Brian Boyd, Nabokov’s “Pale Fire”
“Dopo che Shade viene ucciso, dopo aver constatato che
il lungo poema di Shade ignora Charles II di Zembla,
Kinbote si aggrappa al manoscritto per attaccarvi un
Commento che racconti la storia di Zembla e rifletta la sua
tripla centralità: come Charles il Beneamato; come vicino e
amico la cui saga di Zembla ha ispirato l’esplosione
creativa in cui Shade ha scritto ‘Pale Fire’; e come vittima
designata di un vasto complotto [plot] esteso da Zembla
attraverso l’Europa e l’America” (p. 61).
Brian Boyd, Nabokov’s “Pale Fire”
“[Kinbote] soffre di classica paranoia nelle sue tre forme
principali. Quelli che sono stati delusi nelle loro manie di
grandezza hanno il tipo più raro e solitamente più grave di
paranoia, e le loro delusioni, a differenza di quelle degli
schizofrenici e dei maniaci, tendono a essere dettagliate,
coerenti, stabili e persistenti, come la convinzione di Kinbote
di essere l’ultimo re di Zembla. Questa fantasia potrebbe
riflettere un’insopportabile nostalgia per una patria reale,
magari la Russia, dal momento che sa certamente il russo
[…] e che la sua storia implica una deposizione da parte di
una rivoluzione à la russe.
Brian Boyd, Nabokov’s “Pale Fire”
Quelli con paranoia erotica credono di essere amati
sessualmente da qualcun altro, di solito famoso, che
manifesta il suo affetto attraverso innumerevoli segnali, come
Kinbote è convinto che l’illustre poeta americano John Shade
apprezzi la sua compagnia “più di quella di chiunque altro”.
Kinbote mostra inoltre i segni della terza forma di paranoia,
la mania di persecuzione. Al di sotto del suo irremovibile
autocompiacimento, è consapevole dell’intenso disagio che
suscita intorno a sé per la sua omosessualità e per il suo
narcisismo megalomane. Il suo senso di solitudine assediata
produce terrori, sudori freddi, il panico della solitudine
notturna, in cui la paura dell’assassinio e la sua stessa forte
tentazione di sfuggire alla solitudine con il suicidio si
fondono ripetutamente” (p. 60).
Armadi e passaggi segreti
Alphina, Betty, Candida, Dee
Alfin (padre), Blenda (madre), Charles, Disa (moglie)
Closet
• L’armadio in casa del giudice Goldsworth in cui nasconde
le foto delle figlie (p. 73)
• L’armadio dietro cui scopre il passaggio segreto (p. 118)
• L’armadio in cui nasconde il manoscritto (p. 292)
La contro-trama paranoica
Jakob Gradus = Jack Grey
“Una delle Ombre più importanti” (p. 251) = Gerald
Emerald
Andronnikov e Niagarin = Prof. H. e Prof. C.
Kinbote / Botkin / Nabokov
Chi è V. Botkin?
Nabokov, Intervista del 1962:
“Lo sgradevole commentatore non è un ex-re di Zembla
né è il professor Kinbote. È il professor Botkin, o Botkine,
un russo e un pazzo”.
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