UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MESSINA Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione INFORMAZIONI PER L'USO IN SICUREZZA DI BOMBOLE DI GAS IN PRESSIONE Lo scopo primario delle norme qui riportate è quello di aiutare l'utilizzatore di gas in recipienti a pressione ad operare in condizioni di sicurezza ed in modo tecnicamente corretto. Le norme si riferiscono a tutte quelle operazioni che con il termine generale di "manipolazione" comprendono: la movimentazione, lo stoccaggio, il deposito e l'uso dei recipienti contenenti i gas compressi, liquefatti e disciolti sotto pressione. MOVIMENTAZIONE DEI RECIPIENTI § § § § § § § § I recipienti contenenti gas tecnici, non possono in nessun caso essere movimentati dagli studenti. I recipienti devono essere movimentati esclusivamente dagli operai della ditta fornitrice e dal personale a tale scopo autorizzato. Il personale autorizzato alla movimentazione dei gas tecnici, deve essere regolarmente informato e formato sui possibili rischi derivanti dalla movimentazione e dall’uso degli stessi gas. Tutti i recipienti devono essere provvisti dell'apposto cappellotto di protezione delle valvole, che deve rimanere sempre avvitato tranne quando il recipiente è in uso, o di altra idonea protezione, ad esempio maniglione, cappellotto fisso. I recipienti devono essere maneggiati con cautela evitando gli urti violenti tra di loro o contro altre superfici, cadute od altre sollecitazioni meccaniche che possano comprometterne l'integrità e la resistenza. I recipienti non devono essere sollevati dal cappellotto, né trascinati, né fatti rotolare o scivolare sul pavimento. La loro movimentazione, anche per brevi distanze, deve avvenire mediante carrello a mano od altro opportuno mezzo di trasporto. Per sollevare i recipienti non devo no essere usati elevatori magnetici né imbracature con funi o catene. Eventuali sollevamenti a mezzo gru, paranchi o carrelli elevatori devono essere effettuati impiegando esclusivamente le apposite gabbie, o cestelli metallici, o appositi pallets. I recipienti non devono essere maneggiati con le mani o con guanti unti d'olio o di grasso: questa norma è particolarmente importante quando si movimentano recipienti di gas ossidanti. STOCCAGGIO E DEPOSITO DEI RECIPIENTI o I recipienti contenenti gas non devono essere esposti all'azione diretta dei raggi del sole, né tenuti vicino a sorgenti di calore o comunque in ambienti in cui la temperatura possa raggiungere o superare I 50°C. 2 o o o I recipienti non devono essere esposti ad una umidità eccessiva, né ad agenti chimici corrosivi. La ruggine danneggia il mantello del recipiente e provoca il bloccaggio del cappellotto. I recipienti devono essere protetti da ogni oggetto che possa provocare tagli od altre abrasioni sulla superficie del metallo. È vietato lasciare i recipienti vicino a montacarichi sotto passerelle, o in luoghi dove oggetti pesanti in movimento possano urtarli e provocarne la caduta. N.B. Le frasi in grassetto sono di competenza della struttura che ha il compito, in particolare, di rendere i locali idonei allo stoccaggio dei gas. o o o o o o o o o o I locali di deposito devono essere asciutti, freschi, ben ventilati e privi di sorgenti di calore, quali tubazioni di vapore, radiatori, ecc. I locali di deposito, devono essere contraddistinti con il nome del gas posto in stoccaggio. Se in uno stesso deposito sono presenti gas diversi ma compatibili tra loro, I recipienti devono essere raggruppati secondo il tipo di gas contenuto. È vietato immagazzinare in uno stesso locale recipienti contenenti gas tra loro incompatibili (per esempio, gas infiammabili con gas ossidanti) e ciò per evitare, in caso di perdite, reazioni pericolose, quali esplosioni od incendi. È necessario altresì evitare lo stoccaggio dei recipienti in locali ove si trovino materiali combustibili o sostanze infiammabili. Nei locali di deposito devono essere tenuti separati i recipienti pieni da quelli vuoti, utilizzando adatti cartelli murali per contraddistinguere I rispettivi depositi di appartenenza. Nei locali di deposito i recipienti devono essere tenuti in posizione verticale ed assicurati alle pareti con catenelle od altro mezzo idoneo, per evitarne il ribaltamento, quando la forma del recipiente non sia già tale da garantirne la stabilità. I locali di deposito di recipienti contenenti gas pericolosi e nocivi (infiammabili, tossici, corrosivi) devono essere sufficientemente isolati da altri locali o luoghi di lavoro e di passaggio ed adeguatamente separati gli uni dagli altri. I locali di deposito di recipienti contenenti gas pericolosi e nocivi devono essere dotati di adeguati sistemi di ventilazione. In mancanza di ventilazione adeguata, devono essere installati apparecchi indicatori e avvisatori automatici atti a segnalare il raggiungimento delle concentrazioni o delle condizioni pericolose. Ove ciò non sia possibile, devono essere eseguiti frequenti controlli e misurazioni. Nei locali di deposito di recipienti contenenti gas pericolosi e nocivi devono essere affisse norme di sicurezza concernenti le operazioni che si svolgono nel deposito, evidenziando in modo particolare i divieti, i mezzi di protezione generali ed individuali da utilizzare e gli interventi di emergenza da adottare in caso di incidente. Nei locali di deposito di recipienti contenenti gas asfissianti, tossici ed irritanti deve essere tenuto in luogo adatto e noto al personale un adeguato numero di maschere respiratorie o di altri apparecchi protettori da usarsi in caso di emergenza. I locali di deposito di recipienti contenenti gas infiammabili devono rispondere, per quanto riguarda gli impianti elettrici a sicurezza, i sistemi antincendio, la protezione contro le scariche atmosferiche, alle specifiche norme vigenti. USO DEI RECIPIENTI • Un recipiente di gas deve essere messo in uso solo se il suo contenuto risulta chiaramente identificabile. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 3 • • L’uso dei gas compressi è assolutamente vietato agli studenti, a meno ché non siano assistiti dai loro docenti o dal responsabile del laboratorio. In ogni caso gli studenti devono essere preventivamente informati sui comportamenti da tenere e sui possibili rischi per l’uso errato dei gas tecnici. Il contenuto viene identificato nei modi seguenti: • • • • • • • • • • • • a. colorazione dell'ogiva, secondo il colore codificato dalla normativa di legge; b. nome commerciale del gas punzonato sull'ogiva a tutte lettere o abbreviato, quando esso sia molto lungo; c. scritte indelebili, etichette autoadesive, decalcomanie poste sul corpo del recipiente, oppure cartellini di identificazione attaccati alla valvola od al cappellotto di protezione; d. raccordo di uscita della valvola, in accordo alle normative di legge. Prima di utilizzare un recipiente è necessario assicurarlo alla parete, ad un palco o ad un qualsiasi supporto solido, mediante catenelle o con altri arresti efficaci, salvo che la forma del recipiente ne assicuri la stabilità. Una volta assicurato il recipiente si può togliere il cappellotto di protezione alla valvola. I recipienti non devono mai essere collocati dove potrebbero diventare parte di un circuito elettrico. Quando un recipiente viene usato in collegamento con una saldatrice elettrica, non deve essere messo a terra. Questa precauzione impedisce al recipiente di essere incendiato dall'arco elettrico. I recipienti non devono mai essere riscaldati a temperatura superiore ai 50ºC. È assolutamente vietato portare una fiamma al diretto cont atto con il recipiente. I recipienti non devono essere raffreddati artificialmente a temperature molto basse. Molti tipi di acciaio perdono duttilità e infragiliscono a bassa temperatura. I recipienti non devono essere usati come rullo, incudine, sostegno o per qualsiasi altro scopo che non sia quello di contenere il gas per il quale sono stati costruiti e collaudati. I recipienti devono essere protetti contro qualsiasi tipo di manomissione provocato da personale non autorizzato. L'utilizzatore non deve cancellare o rendere illeggibili le scritte, né asportare le etichette, le decalcomanie, I cartellini applicati sui recipienti dal fornitore per l'identificazione del gas contenuto. L'utilizzatore non deve cambiare, modificare, manomettere, tappare I dispositivi di sicurezza eventualmente presenti, né in caso di perdite di gas, eseguire riparazioni sui recipienti pieni e sulle valvole. Non devono essere montati riduttori di pressione, manometri, manichette od altre apparecchiature previste per un particolare gas o gruppo di gas su recipienti contenenti gas con proprietà chimiche diverse e incompatibili. Le valvole dei recipienti devono essere sempre tenute chiuse, tranne quando il recipiente è in utilizzo. L'apertura delle valvole dei recipienti a pressione deve avvenire gradualmente e lentamente. Non usare mai chiavi od altri attrezzi per aprire o chiudere valvole munite di volantino. Per le valvole dure ad aprirsi o grippate per motivi di corrosione, contattare il fornitore per istruzioni. La lubrificazione delle valvole non è necessaria. È assolutamente vietato usare olio, grasso od altri lubrificanti combustibili sulle valvole dei recipienti contenenti ossigeno e altri gas ossidanti. Prima di restituire un recipiente vuoto, l'utilizzatore deve assicurarsi che la valvola sia ben chiusa, quindi avvitare l'eventuale tappo cieco sul bocchello della valvola ed infine rimettere Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 4 il cappellotto di protezione. Si consiglia di lasciare sempre una leggera pressione positiva all'interno del recipiente. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 5 SCHEDE PER L'USO IN SICUREZZA DI BOMBOLE DI GAS IN PRESSIONE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. Acetilene Acido cloridrico Ammoniaca Anidride carbonica Anidride solforosa Argon Aria Azoto Biossido d'Azoto Bromuro di Metile (Monobromuro metano) Butano Carburo di Calcio Cloro Cloruro di Metile Elio Etano Etilene Freon Idrogeno Idrogeno Solforato Isobutano Isobutilene Kripto Metano Neon Nitrato di Ammonio Ossido di Azoto Ossido di Carbonio Ossido di Etilene Ossigeno Propano Propilene Protossido d'Azoto Tetrene Xenon pag. 5 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 28 30 32 33 35 37 39 40 41 43 45 47 48 50 51 53 55 57 59 61 63 65 67 69 Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 6 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: ACETILENE 1 FORMULA CHIMICA C2 H2 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali Gas incolore, di odore agliaceo, infiammabile, soggetto a fenomeni di decomposizione e polimerarizzazione. Non è tossico, ma ha azione narcotica. 2.2 Densità L'acetilene ha densità a 0°C, riferita all'aria, di 0,91; la sua massa volumica, in condizioni normali di pressione e temperatura è di 1,1747 kg/m3 ; a temperatura di 15°C a pressione atmosferica è di 1,117 kg/m3 . 2.3 Punto critico L'acetilene si liquefa allapressione critica di 61,91 bar e alla temperatura critica di 35,18°C. 2.4 Solubilità L'acetilene è solubile in acetone, che ne scioglie 24 volte il suo volume a pressione atmosferica; è pure solubile in molti altri solventi, tra I quali di particolare interesse la dimetilformamide. 2.5 Infiammabilità Il limite di infiammabilità in aria a pressione atmosferica (760 mm Hg) ed alla temperatura di 15°C è compreso tra 1,5% e 82% in volume di acetilene: la temperatura di accensione in aria a pressione atmosferica è di 300%. 2.6 Tossicità L'acetilene non è tossico, ma agisce come narcotico. Ad levata concentrazione nell'aria può diventare asfissiante, a causa della riduzione del tenore di ossigeno nell'atmosfera che ne consegue. 2.7 Corrosione L'acetilene non corrode, a temperatura ordinaria, I materiali metallici, con eccezione del rame, argento e mercurio con I quali forma dei composti suscettibili di dar luogo ad esplosione. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Esplosione L'elevato grado di instabilità dell'acetilene può provocare la decomposizione della molecola con fenomeni di esplosione.Allo stato gassoso l'acetilene è stabile a pressione atmosferica, ma portato a pressione superiore a 1,5 kg/cm2 diventa esplosivo. Allo stato liquido, a temperatura ordinaria, è fortemente esplosivo. L'esplosione può essere innescata da urti, detonazioni o altre cause ed avviene con notevole sviluppo di calore. Per consentirne l'impiego, l'acetilene viene prodotto allo stato gassoso e raccolto in gasometri a pressione non superiore a 1,5 kg/cm2 . Può essere compresso ma deve essere stabilizzato mediante soluzione sotto pressione in un solvente (acetone e, più raramente, dimetilformamide) fissato da una materia porosa contenuta in bombole, a pressione non superiore 1,5 kg/cm2 alla temperatura di riferimento di a 1,5°C. 3.2. Infiammabilità L'acetilene è particolarmente infiammabile a causa del limite di infiammabilità assai esteso e del basso valore della temperatura di accensione (ved. Punto 2.5). Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 7 3.2 Reazioni con sostanze chimiche L'acetilene reagisce violentemente a contatto con varie sostanze, in particolare gli alogeni ed i composti alogenati , dando origine ad esplosioni: reagisce anche con rame, argento e mercurio formando acetiluri suscettibili di decomporsi violentemente. 4 PRODUZIONE L'acetilene viene normalmente prodotto in appositi generatori facendo reagire carburo di calcio con acqua. È anche ottenuto come sottoprodotto di sintesi organiche o con processo di decomposizione del metano o del gas di raffineria. 5 UTILIZZAZIONE Oltre all'uso come materia prima nell'industria chimica per la produzione di numerosi prodotti di sintesi, l'acetilene viene normalmente usato: - per la saldatura ed il taglio di metalli con fiamma ossiacetilenica - per la maturazione artificiale di frutta. Viene trasportato in bombole che contengono l'acetilene disciolto sotto pressione in solvente entro materia porosa. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 8 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: ACIDO CLORIDRICO 1 FORMULA CHIMICA HCL 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali Gas incolore, di odore soffocante, infiammabile, chimicamente molto stabile, soffocante e corrosivo. 2.2 Densità L'acido cloridrico ha densità , a 0°C, riferita all'aria, di 1,27; la sua massa volumica in condizioni normali è di 1,639 kg/m3 . 2.3 Punto critico L'acido cloridrico si liquefa alla pressione di 82,58 bar ed alla temperatura critica di 31,4°C. 2.4 Solubilità L'acido cloridrico è solubile in acqua ed in molti solventi organici o minerali; a 0°C un volume di acqua scioglie 503 volumi di acido cloridrico. 2.5 Infiammabilità L'acido cloridrico non è infiammabile 2.6 Tossicità L'acido cloridrico ha, allo stato di vapore, azione irritante sulle mucose, sulla congiuntiva e sulla faringe, ed azione ustionante. La concentrazione massima ammissibile raccomandata nei luoghi di lavoro con esposizione di 8 ore al giorno per 5 giorni alla settimana è di 5 ppM in volume nell'aria. 2.7 Corrosione L'acido cloridrico allo stato perfettamente secco ed a temperatura ordinaria, è corrosivo solo nei riguardi di diversi materiali, quali acciaio inossidabile, alluminio e sue leghe, magnesio e sue leghe, mentre non attacca acciaio, ghisa, nichel, rame, piombo ed altri metalli. In presenza di umidità, anche in tracce modeste, corrode la maggior parte dei metalli ed occorre l'impiego di materiali speciali, quali nickel e hastelloy, per resistere a tale azione. Per conseguenza tutte le installazioni a contatto di acido cloridrico devono presentare atmosfere particolarmente anidre ed I recipienti destinati a contenere lo stesso acido devono essere perfettamente ermetici. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Tossicità L'elevata tossicità dell' acido cloridrico costituisce uno dei motivi principali della sua pericolosità d'impiego. 3.2 Corrosione ed azione ustionante Date le particolari caratteristiche di corrosione, nell'industria si usano per resistere all'azione dell'acido cloridrico leghe di hastelloy ed il nickel. La notevole avidità d'acqua causa a contatto della pelle e delle mucose ustioni per fenomeno di disidratazione. 4 PRODUZIONE Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 9 Si prepara industrialmente per reazione dell'acido solforico sul cloruro di sodio in appositi forni, o più frequentemente per sintesi dell'idrogeno col cloro. 5 UTILIZZAZIONE L'acido cloridrico è usato in numerose applicazioni industriali, tra le quali: - fabbricazione di cloruro di metile - fabbricazione di cloruro di vinile - fabbricazione di gomma sintetica - industria elettronica - fotoincisione - industria dei coloranti - tintoria Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 10 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: AMMONIACA 1 FORMULA CHIMICA NH3 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali Gas incolore, di odore irritante e pungente, poco infiammabile, tossico. 2.2 Densità L'ammoniaca ha densità a 0°C, riferita all'aria, di 0,596; la sua massa volumica, in condizioni normali di pressione e temperatura, è di 0,7714 kg/m3 . 2.3 Punto critico L'ammoniaca si liquefa alla pressione critica di 114,8 bar e alla temperatura critica di 132,4°C. 2.4 Solubilità L'ammoniaca è solubilissima in acqua: un volume di acqua a pressione atmosferica e a 0°C scioglie 1148 volumi di ammoniaca, a 20°C 740 volumi; è pure solubile in molti altri solventi organici e minerali. 2.5 Infiammabilità Il limite di infiammabilità in aria a pressione atmosferica (760 mm Hg) ed alla temperatura di 20°C è compreso tra 15% e 27% in volume di ammoniaca; la temperatura di infiammabilità a pressione atmosferica è 690°C. 2.6 Tossicità L'ammoniaca ha azione irritante sulle mucose della congiuntiva, delle narici e della fa ringe a funzione ustionante. La concentrazione massima ammissibile raccomandata nei luoghi di lavoro con esposizione di 8 ore al giorno per 5 giorni alla settimana è di 25 ppM in volume nell'aria. L'ammoniaca ha inoltre effetto ustionante. 2.7 Corrosione L'ammoniaca, allo stato anidro, è poco corrosiva: in presenza di ossigeno è però corrosiva con l'acciaio, ma corrode il rame e sue leghe, l'alluminio, il nickel ed il monel. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Infiammabilità Pur essendo classificata come fluido infiammabile, l'ammoniaca, per la sua elevata temperatura di infiammabilità (690°C) ed I limiti ristretti di infiammabilità della miscela (15+27%) è meno pericolosa di altri gas, anche perchè la sua presenza in aria è facilmente avvertita. 3.2 Tossicità In concentrazione di oltre 400 ppM in volume nell'aria provoca azioni broncopolmonari acute mentre al di sotto di tale limite può provocare disturbi alle vie respiratorie superiori con tosse, irritazione e nei casi più gravi, vomito. Una concentrazione superiore a 1500 ppm può provocare la morte per soffocamento ed emorragia polmonare. Allo stato liquido, a contatto della pelle, può provocare ustioni anche gravi. 4 Produzione L'ammoniaca si produce industrialmente soprattutto per via sintetica dei suoi componenti elementari. Può essere anche prodotta dalle acque ammoniacali, dai forni di cokeria e da altri processi industriali di minore importanza. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 11 5 Utilizzazione L'ammoniaca è usata in numerosi settori industriali: - per la produzione di acido nitrico, urea e fibre plastiche - come solvente - in metallurgia per ottenere atmosfere riducenti - in agricoltura come fertilizzante - nell'industria cartaria - nell'industria del freddo - nell'industria della gomma - nell'industria elettronica Viene trasportata normalmente liquefatta in bombole o in serbatoi sotto pressione. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 12 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: ANIDRIDE CARBONICA 1 FORMULA CHIMICA CO2 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali Gas incolore, inodore, inerte, infiammabile, poco attivo, chimicamente tossico solo in elevate concentrazioni. 2.2 Densità L'anidride carbonica ha densità a 0°C, riferita all'aria, di 1,527; la sua massa volumica in condizioni normali di pressione e temperatura è di 1,977 kg/m3 . 2.3 Punto critico L'anidride carbonica si liquefa alla pressione critica di 73,825 bar e alla temperatura critica di 31.06°C. 2.4 Solubilità L'anidride carbonica è solubile in acqua, che ne scioglie a pressione atmosferica e a temperatura ordinaria una quantità pari al proprio volume. 2.5 Infiammabilità L'anidride carbonica non è infiammabile. 2.6 Tossicità Per concentrazioni in volume nell'aria inferiori al 3% non provoca disturbi, per concentrazioni comprese tra 3% e5% può provocare mal di testa; per concentrazioni comprese tra 8% e 15% può provocare cefalee, nausee, vomito; oltre tale concentrazione può provocare insufficienza cardiaca con effetti anche letali. La concentrazione massima ammessa raccomandata per esposizioni di 8 ore al giorno e per 5 giorni alla settimana è di 5.000 ppM in volume nell'aria. 2.7 Corrosione Allo stato anidro l'anidride carbonica è praticamente inerte verso I metalli. Allo stato umido è viceversa corrosiva, e reagisce con quasi tutti I metalli salvo gli acciai inossidabili (tipo 316, 309 e 310) gli hastelloy ed il monel. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Tossicità Pur non essendo tossico se non a concentrazione molto elevata, l'anidride carbonica può rappresentare un pericolo in quanto, essendo un gas più pesante dell'aria, si può accumulare in zone basse poco ventilate o in serbatoi chiusi, fino a raggiungere concentrazioni pericolose, a causa della diminuzione del tenore di ossigeno nell'aria. 3.2 Effetto ustionante L'anidride carbonica allo stato liquido può provocare ustioni anche gravi alle mucose. 4 PRODUZIONE L'anidride carbonica viene prodotta bruciando carbonio in eccesso di aria, oppure per decomposizione termica del carbonato di calcio. 5 UTILIZZAZIONE Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 13 L'anidride carbonica viene messa in commercio liquefatta sotto pressione in bombole. Ha numerose utilizzazioni industriali, tra le quali: - preparazione acque gassate e altre bevande - industria del freddo - estintori di incendio - preparazione di carbonato di sodio e bicarbonati alcalini - disidratazione della penicillina - industria dei coloranti - saldatura all'arco elettrico Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 14 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: ANIDRIDE SOLFOROSA 1 FORMULA CHIMICA SO2 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali Gas incolore, di odore irritante, non infiammabile, tossico, irrespirabile. 2.2 Densità L'anidride solforosa ha densità a 0°C, riferita all'aria, di 2,264; la sua massa volumica in condizioni normali di pressione e temperatura è di 2,928 kg/m3 . 2.3 Punto critico L'anidride solforosa si liquefa alla pressione critica di 78,84 bar e alla temperatura critica di 157,65°C. 2.4 Solubilità L'anidride carbonica è solubile in acqua ed in numerosi composti organici. 2.5 Infiammabilità L'anidride solforosa non è infiammabile. 2.6 Tossicità L'anidride solforosa è irritante per gli occhi, la gola e le vie respiratorie. La concentrazione massima ammissibile raccomandata per esposizioni di 8 ore per 5 giorni settimanali è di 22 ppM di volume in aria. 2.7 Corrosione Allo stato anidro l'anidride solforosa non reagisce con I metalli, ad eccezione dello zinco e dei metalli alcalini che sono rapidamente aggrediti. Allo stato umido provoca la corrosione di molti metalli, sicché occorre impiegare acciaio inossidabile 8tipo 309, 310 e 316), hastelloy C e F Monel 825 per resistere alla sua azione. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Tossicità L'anidride solforosa è estremamente tossica per le vie respiratorie. Una concentrazione di 20 ppm in volume nell'aria provoca tosse ed irritazione degli occhi; l'effetto è tale che un'esposizione prolungata a tale concentrazione risulta impossibile, provocando rapidamente edema polmonare e coma per soffocamento. 3.2 Effetto ustionante L'anidride solforosa liquida può provocare ustioni cutanee ed oculari. 4 PRODUZIONE L'anidride solforosa viene prodotta per combustione dello zolfo o della pirite in apposito forno. 5 UTILIZZAZIONE L'anidride solforosa viene usata in numerose applicazioni industriali, tra le quali: - fabbricazione dell'acido solforico - fabbricazione di solfonati organici Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 15 - fabbricazione di solfuro di carbonio - come imbianchitore nell'industria della carta, dello zucchero e dei tessili - come agente riducente nell'industria del tannino, della stampa, dello zucchero - come antiparassitario ed antisettico nell'industria alimentare - nell'industria del freddo Il trasporto dell'anidride solforosa è fatto con bombole allo stato liquefatto sotto pressione. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 16 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: ARGON 1 FORMULA CHIMICA 2 PROPRIETÁ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali Ar Gas incolore, inodore, ininfiammabile, stabile chimicamente, non tossico. 2.2 Densità L'argon ha densità a 0°C, riferita all'aria, di 1,38; la sua massa volumica in condizioni normali di pressione e temperatura è di 1,7836 kg/m3 . 2.3 Punto critico L'argon si liquefa alla pressione critica di 48,98 bar ed alla temperatura critica di -185,86°C. 2.3 Solubilità Ha solubilità in acqua circa doppia di quella dell'aria; tale solubilità decresce con l'aumentare della temperatura. 2.4 Infia mmabilità L'argon non è infiammabile. 2.5 Tossicità L'argon è un gas inerte, non tossico. Tuttavia un'atmosfera contenente argon può diventare asfissiante se la concentrazione del medesimo è talmente elevata da ridurre la disponibilità di ossigeno per la respirazione. 2.6 Corrosione L'argon è inerte e quindi non corrosivo nei riguardi di metalli o altri materiali. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Nocività In atmosfera ricca di argon ma povera di ossigeno si possono manifestare sintomi di asfis sia quali: vertigine, mal di testa, formicolio all'estremità delle mani e dei piedi, difficoltà nella parola, difficoltà di lavoro muscolare, perdita progressiva della sensibilità. Avendo l'argon densità maggiore dell'aria, può accumularsi allo stato gas soso in zone basse non ventilate sostituendosi all'atmosfera normale e rendendo l'aria asfissiante per mancanza di ossigeno. 3.2 Effetto ustionante Quando usato liquefatto a bassa temperatura, può provocare sulla pelle ustioni da freddo. 4 PRODUZIONE L'argon viene prodotto attraverso il processo di liquefazione e distillazione dell'aria. 5 UTILIZZAZIONE L'impiego più frequente nell'industria è per l'esecuzione di saldature in atmosfera neutra; viene usato inoltre in metallurgia e siderurgia per realizzare atmosfere non ossidante, ed in elettrotecnica (fabbricazione di lampade) e radiotecnica (fabbricazione di tubi). Viene trasportato compresso in bombole o liquefatto a bassa temperatura. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 17 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: ARIA 1 FORMULA CHIMICA L'aria è un miscuglio gassoso di azoto, ossigeno, argon, anidride carbonica, neon, olio ed altri gas rari. La composizione normale in volume dell'aria secca è la seguente: N2 78,09 % O2 20,94 % Ar 0,93 % CO2 0,033 % Altri gas 0,007 % 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali L'aria è trasparente, inodore, comburente ma non combustibile, non tossica. 2.2 Densità La massa volumica dell'aria è di 1,2928 kg/m3 in condizioni di temperatura a pressione normali; la sua massa volumica è presa come riferimento per stabilire la densità relativa degli altri gas. 2.3 Punto di liquefazione L'aria si trasforma in liquido, a pressione atmosferica, alla temperatura di -194,35°C. 2.4 Solubilità L'aria è solubile in acqua a temperatura ambiente; la sua solubilità diminuisce con l'aumentare della temperatura. 2.5 Infiammabilità L'aria forma miscele infiammabili o esplosive con i gas infiammabili, costituendo il carburante della miscela: i limiti di infiammabilità dipendono dalle caratteristiche dei gas infiammabili con cui viene miscelata. 2.6 Tossicità È nulla in condizioni normali. 2.7 Corrosione L'aria allo stato secco non è corrosiva. In presenza di umidità provoca fenomeni di ossidazione su molti metalli, fenomeni spesso esaltati da pres enza di impurità gassose quali anidride solforosa, cloro sali marini ecc. 2.8 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ L'aria in condizioni normali non è pericolosa ma fornisce anzi l'ossigeno necessario alla respirazione. Solo quando la concentrazione dell'ossigeno diminuisce al di sotto del 17% iniziano difficoltà di respirazione, che portano alla perdita di conoscenza quando la concentrazione scende all'11% e all'arresto della respirazione quando la concentrazione si abbassa a meno del 6%. Sotto pressione l'aria deve essere respirata con particolari cautele per evitare fenomeni di embolia gassosa nella fase di ritorno in condizioni normali. 2.9 PRODUZIONE L'aria disponibile in natura, viene liquefatta per la separazione industriale con distillazione a bassa temperatura dei suoi componenti. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 18 2.10 UTILIZZAZIONE L'aria è usata allo stato gassoso come carburante per tutti i processi di combustione. Compressa in bombole può essere utilizzata per vari impieghi, on particolare per l'avviamento di motori. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 19 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: AZOTO 1 FORMULA CHIMICA N2 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali Gas incolore, inodore, ininfiammabile, chimicamente assai stabile, non tossico. 2.2 Densità L'azoto ha densità a 0°C, riferita all'aria, di 0,97; la sua massa volumica in condizioni normali di pressione e temperatura è di 1,25 kg/m3 . 2.3 Punto critico L'azoto liquefa alla pressione critica di 33,999 bar ed alla temperatura critica di -146,95°C. 2.4 Solubilità L'azoto è poco solubile in acqua, e la sua solubilità diminuisce con l'aumentare della temperatura. 2.5 Infiammabilità L'azoto è un gas non infiammabile, 2.6 Tossicità L'azoto non è tossico ma diventa asfissiante in caso di eccessiva concentrazione nell'aria. 2.7 Corrosione L'azoto non provoca azioni corrosive sui metalli o altre sostanze. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÁ 3.1.1 Nocività L'azoto non è tossico, ma l'aumento della sua concentrazione nell'aria provoca fenomeni di malessere crescente, quali vertigine, mal di testa, formicolio all'estremità delle mani e dei piedi, difficoltà nella parola, difficoltà nell'eseguire lavori fisici, diminuzione della sensibilità. 3.1.2 Effetto ustionante L'azoto allo stato liquefatto deve essere usato con cautela in quanto a contatto con la pelle può provocare ustioni da freddo. 4 PRODUZIONE L'azoto viene prodotto attraverso il processo di liquefazione dell'aria e successiva distillazione. 5 UTILIZZAZIONE L'azoto è impiegato in molte applicazioni industriali: tra le quali: - realizzazione di atmosfere inerti in metallurgia e petrolchimica - conservazione della frutta e dei vegetali - riempimento con altri gas delle lampade elettriche - spegnimento di incendi in miniera - come sorgente di freddo (allo stato liquefatto). Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 20 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: BIOSSIDO D'AZOTO 1 FORMULA CHIMICA N2 O4 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali Il biossido di azoto è liquido a temperatura ordinaria, ha colore giallo tenue, odore acido e soffocante, è ininfiammabile, si decompone molto facilmente ed è molto tossico. 2.2 Densità La densità del biossido di azoto , riferita all'aria a 0ºC è 2,44; la sua massa volumica in condizioni normali di pressione e temperatura è di 3,157 kg/m3. 2.3 Punto critico e punto di liquefazione Il biossido di azoto liquefa alla pressione critica di 101,32 bar e alla temperatura critica di 157,85ºC; il suo punto di liquefazione a pressione atmosferica è 21,10ºC. 2.4 Solubilità Il biossido di azoto è solubile in acqua e in cloruro di nitrosile. 2.5 Infiammabilità Il biossido di azoto non è infiammabile. 2.6 Tossicità Il biossido di azoto è tossico: la concentrazione massima ammissibile consigliata nella miscela con aria, per esposizioni di 8 ore al giorno per 8 giorni alla settimana, è 3 ppM in volume. 2.7 Corrosione Il biossido di azoto è molto corrosivo in presenza di umidità; allo stato anidro I materiali che offrono maggiore resistenza alla corrosione, sono il titanio, l'acciaio inossidabile tipo 3041 e 316 , l'alluminio. 3. CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Nocività Il biossido di azoto è un forte irritante delle vie polmonari: una moderata concentrazione nell'aria provoca tosse acuta, dolori al torace, convulsione e insufficienza circolatoria. L'attacco all'apparato polmonare può provocare danni irreversibili le cui manifestazioni più gravi si possono avere anche molti mesi dopo l'attacco. Essendo più denso dell'aria, I suoi vapori tendono a rimanere a livello del suolo. 3.2 Effetto ustionante Allo stato liquido può provocare ustioni da freddo alle mucose. 3.3 Corrosione Nell'impiego occorre usare materiali resistenti alla corrosione per evitare possibilità di rottura e di perdite, ed eseguire un accurato trattamento di essiccazione prima di introdurre il biossido di azoto in tubazioni o contenitori. 4 PRODUZIONE Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 21 Il biossido di azoto è prodotto per riscaldamento dal nitrato di piombo. 5 UTILIZZAZIONE Il biossido di azoto viene utilizzato per la preparazione di miscele gassose campioni usate per il controllo dell'inquinamento atmosferico. È trasportato liquefatto sotto pressione. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 22 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: BROMURO DI METILE (Monobromuro metano) 1 FORMULA CHIMICA CH3 Br 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali Gas incolore, inodore, moderatamente infiammabile, stabile a temperatura ordinaria, molto tossico. 2.2 Densità La densità del bromuro di metile, riferita all'aria a 0°C, è di 3,27; la sua massa volumica è di 4,225 kg/m3 in condizione di pressione e temperatura normali. 2.3 Punto critico Il bromuro di metile si liquefa alla pressione critica di 52,3 bar e alla temperatura critica di 194°C. 2.4 Solubilità Il bromuro di metile è solubile in acqua ed in molti altri solventi. 2.5 Infiammabilità I limiti di infiammabilità in miscela gassosa con l'aria, a pressione atmosferica ed a 20°C, sono compresi tra 13,5% e 14,5%; la temperatura di accensione a pressione atmosferica è 537°C. 2.6 Tossicità Il bromuro di metile è alquanto tossico. La concentrazione massima ammissibile raccomandata per esposizione di 8 ore al giorno e per 5 giorni alla settimana è di 5 ppM in volume in aria. 2.7 Corrosione Il bromuro di metile in presenza di umidità produce acido bromidico per cui occorre tener conto di tale circostanza nella scelta dei materiali con I quali viene messo in contatto. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Nocività L'azione tossica del bromuro di metile si manifesta inizialmente con sonnolenza, cefalea e disturbi gastrointestinali. Se l'esposizione al gas continua, iniziano perdita di equilibrio, scoordinamento dei movimenti, crisi epilettiche, perdita di sensibilità, di vista ed udito, confusione mentale, sindrome depressiva, allucinazione. La morte può avvenire per crisi epilettica. L'intossicazione può danneggiare i reni ed i polmoni. La proiezione di liquido sulla pelle può causare ustioni. La sua pericolosità è accentuata dal fatto di essere molto più pesante dell'aria e perfettamente inodore. 3.2 Infiammabilità Il bromuro di metile non è classificato tra i gas infiammabili, in quanto la sua pericolosità è ridotta avendo limiti di infiammabilità in aria ristretti e temperatura di accensione elevata. Allo stato liquido il bromuro di metile può provocare ustioni da freddo. 4 UTILIZZAZIONE Il bromuro di metile è impiegato: - nell'industria dei coloranti - come disinfettante e fumigante - nell'industria del freddo Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 23 Viene trasportato in bombole come gas liquefatto. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 24 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: BUTANO 1 FORMULA CHIMICA CH4 H10 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali Gas incolore, inodore, moderatamente infiammabile, stabile a temperatura ordinaria; non è tossico. 2.2 Densità Il butano ha una densità, riferita all'aria a 0°C, di 2,1; la sua massa volumica a 0°C è 2,7 kg/m3 . 2.3 Punto critico Il butano liquefa alla pressione critica di 37,96 bar e alla temperatura critica di 152,03°. 2.4 Solubilità Il butano ha scarsa solubilità nell'acqua, ma ha buone proprietà di solvente a temperatura ordinaria. 2.5 Infiammabilità Il butano ha un limite di infiammabilità nell'aria, a 20°C, compreso tra 1,8% ed 8,4%; la sua temperatura di infiammabilità a pressione atmosferica è di 420°C. 2.6 Tossicità Non è un gas tossico, ma ha un leggero potere narcotico; la concentrazione massima ammissibile raccomandata per esposizione di 8 ore al giorno per 5 giorni settimanali è di 800ppM di volume in aria. 2.7 Corrosione Il butano non ha azione corrosiva con nessun metallo. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Infiammabilità Essendo molto più pesante dell'aria ed avendo un limite di infiammabilità inferiore (1,8%) molto basso, forma facilmente miscele esplosive: per tale motivo nell'impiego viene odorizzato per evidenziarne la presenza. 3.2 Tossicità Non è tossico, ma in forte concentrazione (oltre 20%) può provocare effetti narcotici che si manifestano con senso di ebrietà e scoordinamento dei movimenti. 4 PRODUZIONE Viene normalmente prodotto dalla raffinazione del petrolio greggio. 5 UTILIZZAZIONE È utilizzato principalmente come combustibile per impieghi industriali e domestici. Tra gli impieghi industriali, come materia prima della chimica, è usato nella produzione di etilene, propilene, n-butani, isobutani, butadiene. È usato inoltre:come propulsore di aerosol. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 25 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: CARBURO DI CALCIO 1 FORMULA CHIMICA CaC2 2 2.1 PROPRIETÀ FISICHE Caratteristiche generali Sostanza solida, cristallina, incolore o chiara per presenza di impurità, con odore caratteristico, suscettibile di reagire rapidamente con l'acqua dando luogo alla produzione di acetilene. 2.2 Punto di fusione e densità Il carburo di calcio ha un punto di fusione superiore a 2500°C e peso specifico di 2,22 kg/dm3. 2.3 Infiammabilità Di per sè non infiammabile, reagisce rapidamente con acqua dando luogo a formazione di acetilene, altamente infiammabile. 2.4 Reazione chimica Il carburo di calcio reagisce con acqua producendo acetilene ed idrato di calcio, con reazione isotermica. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ Il carburo di calcio viene considerato sostanza pericolosa per la sua tendenza a reagire facilmente con l'acqua producendo acetilene. Per tale motivo il suo impiego è disciplinato da particolari disposizioni di legge. Essendo la causa maggiore di pericolosità rappresentata dal contatto con l'umidità, particolari precauzioni devono essere adottate per la sua conservazione ed il suo trasporto. Inoltre, in caso d'incendio, è vietato usare l'acqua come mezzo di spegnimento. 4 PRODUZIONE Il carburo di calcio viene prodotto in speciali forni facendo reagire ad alta temperatura il carbonio con ossido di calcio. 5 UTILIZZAZIONE Il carburo di calcio è la materia prima per la produzione di acetilene; trova anche impiego nella produzione di calciocianamide. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 26 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: CLORO 1 FORMULA CHIMICA CL2 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali Gas di colore giallo verdastro, di odore irritante e soffocante, non infiammabile, chimicamente stabile, molto tossico. 2.2 Densità Il cloro ha densità, riferita all'aria, a 0°C, di 2,49; la sua massa volumica, in condizioni normali di temperatura a pressione è di 3,22 kg/m3 . 2.3 Punto critico e punto di liquefazione Il cloro si liquefa alla pressione critica di 77 bar ed alla temperatura critica di 144°C, la temperatura di liquefazione a pressione atmosferica è di -34,1°C. 2.4 Solubilità Il cloro è solubile in un gran numero di sostanze organiche e minerali, in acqua è solubile con rapporto in peso di due parti di cloro per ogni parte di acqua. 2.5 Infiammabilità Il cloro non è infiammabile. 2.6 Tossicità Il cloro è altamente tossico e agisce come gas asfissiante sull'apparato respiratorio. La concentrazione massima ammissibile consigliata per esposizione di 8 ore per 5 giorni alla settimana è di 1 ppM in volume nell'aria. 2.7 Corrosione La presenza di umidità nella formazione di acido cloridrico provoca la corrosione di molti metalli; solo oro, tantalio, piombo ed hastolloy hanno una buona resistenza alla corrosione. Nettamente migliore il comportamento dei metalli quando il cloro è allo stato perfettamente essiccato. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Azione tossica Già in concentrazione dell'aria compresa tra 1 e 3 ppM provoca irritazione agli occhi e alle narici. In concentrazioni di 5 ppM provoca irritazione alla gola, ed una esposizione di lunga durata in tale situazione provoca affezioni bronchiali. In concentrazioni di 30 ppM provoca accessi convulsi di tosse; se la concentrazione sale ad un valore compreso tra 40 e 60 ppM un'esposizione di un'ora provoca lesioni gravi all'apparato respiratorio; in concentrazione superiore a 100 ppm il suo effetto diventa letale. La sua pericolosità è resa più elevata dal fatto che, essendo più pesante dell'aria, tende ad accumularsi nelle zone più basse degli ambienti ed a contatto col suolo. 3.2 Corrosione A causa del suo elevato effetto corrosivo in presenza di umidità, è necessario effettuare un trattamento di essiccazione prima di introdurre cloro in tubazioni e recipienti. 3.3 Effetto ustionante Allo stato liquido può provocare ustioni da freddo alle mucose. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 27 3.4 Reazioni pericolose Reagendo facilmente con prodotti organici e naturali, il cloro può dare origine a esplosioni o a incendi, in particolare a contatto con il fluoro, di fluoruri, ammoniaca, fosforo ed arsenico. 4 PRODUZIONE La produzione industriale del cloro è ottenuta con processo di elettrolisi di sali di iodio e di potassio. 5 UTILIZZAZIONE Il cloro trova numerosi impieghi tra gli altri: - per imbiancare fibre vegetali, carta e cellulosa - per sterilizzazione dell'acqua; - per preparazione di detersivi ed antiparassitari; - nell'industria chimica. Il trasporto del cloro avviene mediante bombole o contenitori sotto pressione allo stato liquefatto. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 28 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: CLORURO DI METILE 1 FORMULA CHIMICA CH3 CL 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali Il cloruro di metile (o monoclorometano) è un gas incolore, con odore irritante, infiammabile e tossico, con effetto narcotico. 2.2 Densità Il cloruro di metile ha densità, riferita all'aria, a 0°C, di 1,8; la sua massa volumica, in condizioni normali di temperatura a pressione è di 2,328 kg/m3 . 2.3 Punto critico e punto di liquefazione Il cloruro di metile si liquefa alla pressione critica di 66,8bar ed alla temperatura critica di 143,1°C, la temperatura di liquefazione a pressione atmosferica è di -23,76°C. 2.4 Solubilità Il cloruro di metile è solubile in acqua ed in molte altre sostanze quali alcool, etere, cloroformio, acido acetico, acetone e benzene. 2.5 Infiammabilità Il limite di infiammabilità del cloruro di metile, a 20°C a pressione atmosferica, è compreso tra 8,1% e 17,2% in volume nell'aria; la temperatura di infiammabilità a pressione atmosferica è 632°C. 2.6 Stabilità chimica Il cloruro di metile è stabile a temp eratura ambiente, ma a temperatura superiore a 400°C tende a decomporsi formando sostanze tossiche quali cloro, acido cloridrico e in particolari condizioni, fosgene. 2.7 Tossicità Il cloruro di metile è tossicocon effetto narcotico: agisce attraverso le vie respiratorie. La concentrazione massima ammissibile per esposizione di 8 ore al giorno per 5 giorni settimanali è di 50 ppM in volume nell'aria. 2.8 Corrosione In presenza di umidità il cloruro di metile provoca corrosioni su alcuni metalli quali lo zinco, l'alluminio e le relative leghe. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Infiammabilità Essendo più pesante dell'aria, in caso di fughe può formare miscele esplosivein quanto tende ad accumularsi nelle zone basse e radenti il suolo. 3.2 Tossicità L'azione tossica si manifesta con sintomi di cefalee, vertigini, nausee e vomito. Nelle intossicazioni gravi si ha stato confusionale e perdita di conoscenza, che nei casi estremi porta al coma e alla morte. I sintomi dell'avvelenamento si possono manifestare anche dopo alcune ore dalla respirazione del gas. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 29 Il contatto con la pelle e gli occhi di vapori ad alta concentrazione o di liquido provoca ustioni. 4 PRODUZIONE Il cloruro di metile è prodotto per sintesi chimica. 5 UTILIZZAZIONE Il cloruro di metile è utilizzato: - per anestesia locale in chirurgia - come agente refrigerante nell'industria del freddo (con la sigla R 40); - come propulsore nei contenitori come aereosol; - in varie applicazioni nell'industria chimica; - come solvente. È trasportato in bombole allo stato liquefatto sotto pressione. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 30 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: ELIO 1 FORMULA CHIMICA He 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali L'elio è un gas incolore, inodore, non infiammabile, chimicamente molto stabile, non tossico. 2.2 Densità L'elio è molto più leggero dell'aria e la sua densità, riferita all'aria, a 0°C, è di 0,137; la sua massa volumica, in condizioni normali di temperatura a pressione normale è di 0,176 kg/m3 . 2.3 Punto critico e punto di liquefazione Il cloruro di metile si liquefa alla pressione critica di 2,275 bar ed alla temperatura critica di 267,95°C, la temperatura di liquefazione a pressione atmosferica è di -268,9°C. 2.4 Solubilità L'elio è il meno solubile dei gas sia nell'acqua che in altri liquidi. 2.5 Infiammabilità L'elio è un gas non infiammabile. 2.6 Reazione con altre sostanze Non avendo proprietà corrosive, può essere usato a contatto di qualsiasi metallo. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ Trattandosi di un gas chimicamente stabile, non corrosivo, non infiammabile, non tossico, le sue caratteristiche di pericolosità dipendono esclusivamente dal fatto che può diventare asfissiante qualora, in caso di fuga o di perdita di bombole o impianto che lo contengono, vada a ridurre la quantità di ossigeno presente nell'atmosfera. Può provocare ustioni da freddo allo stato liquido. 4 PRODUZIONE Con procedimento di distillazione dalla liquefazione dell'aria. 4 UTILIZZAZIONE É utilizzato come gas di pressurizzazione: - in impieghi spaziali ed in aviazione - nei reattori nucleari ad acqua pesante; - nel campo della ricerca scientifica. È trasportato in bombole allo stato gassoso, oppure in contenitori sotto vuoto allo stato liquido. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 31 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: ETANO 1 FORMULA CHIMICA C2 H6 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali L'etano è un gas incolore, inodore, infiammabile, con buona stabilità chimica, non tossico. 2.2 Densità La densità dell'etano riferita all'aria, a 0°C, è di 1,0493; la sua massa volumica, in condizioni normali di temperatura a pressione normale è di 1,3562 kg/m3 . 2.3 Punto critico e punto di liquefazione L'etano si liquefa alla pressione critica di 48,839 bar ed alla temperatura critica di 32,27°C; la temperatura di liquefazione a pressione atmosferica è di -88,68°C. 2.4 Solubilità L'etano è poco solubile in acqua, ma è solvente nel cloro, acido cloridrico, idrogeno e altre sostanze organiche ed inorganiche. 2.5 Infiammabilità L'etano ha un limite di infiammabilità nell'aria, a temperatura di 20°C a pressione atmosferica, compresa tra 3% 12,4%; la sua temperatura di infiammabilità è di 515ºC a pressione atmosferica. 2.6 Tossicità L'etano non è tossico, ma può diventare asfissiante qualora il contenuto di ossigeno nell'aria venga a ridursi eccessivamente. 2.7 Corrosione L'etano non è corrosivo e può essere impiegato con qualsiasi metallo. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Infiammabilità L'etano ha una densità quasi uguale a quella dell'aria ed un limite inferiore di infiammabilità assai basso (3%) per cui forma facilmente con l'aria miscele infiammabili. 3.2 Tossicità Solo in miscela con l'aria in notevole percentuale (20%) può diventare pericoloso per l'effetto di asfissia causato dall'impoverimento di ossigeno nell'atmosfera. 4 PRODUZIONE Viene normalmente prodotto dalla raffinazione del petrolio greggio. 5 UTILIZZAZIONE È utilizzato nell'industria chimica per la produzione di alcune sostanze quali etanolo, acetaldeide, acetato di vinile, cloruro di etile, dicloroetano, polietilene. È trasportato compresso in bombole. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 32 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: ETILENE 1 FORMULA CHIMICA C2 H4 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali Gas incolore, con leggero odore dolciastro, infia mmabile, chimicamente stabile in condizioni normali, non tossico. 2.3 Densità L'etilene ha una densità riferita all'aria a 0°C, di 0,978; la sua massa volumica in condizioni normali di pressione e temperatura è di 1,260 kg/m3 . 2.3 Punto critico e punto di liquefazione L'etilene si liquefa alla pressione critica di 50,76 bar ed alla temperatura critica di 9,5°C; il suo punto di liquefazione a pressione atmosferica è di -103,72°C. 2.4 Solubilità L'etilene ha bassa solubilità in acqua, decrescente con l'aumentare della temperatura. 2.5 Infiammabilità Il limite di infiammabilità della miscela con aria, alla temperatura di 20°C ed alla pressione atmosferica è compreso tra 3,1% e 32%. La temperatura di infiammabilità a pressione atmosferica è di 520°C. 2.6 Tossicità Non è tossico, ma ha una leggera azione atmosferica. 2.7 Corrosione L'etilene non è corrosivo e può essere impiegato con qualsiasi metallo. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Infiammabilità Essendo molto vicina di densità a quella dell'aria ed avendo un limite inferiore di infiammabilità relativamente basso (3%) può formare facilmente miscele infiammabili con l'aria. 3.2 Tossicità L'azione anestetica non provoca nessun tipo di disturbo irreversibile, ma in concentrazioni molto elevate (20%) può provocare azione asfissiante per riduzione del contenuto di ossigeno nell'atmosfera. 4 PRODUZIONE L'etilene viene prodotto con processo di cracking termico dal petrolio e dal gas naturale. 5 UTILIZZAZIONE L'etilene viene impiegato nell'industria chimica come materia prima per produrre numerose sostanze di sintesi: alcool etilico, acido acetico, polietilene, cloruro di vinile, piombo tetrateile ecc. È usato inoltre come liquido frigorifero. Viene trasportato compresso in bombole o liquefatto in contenitori a bassa temperatura. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 33 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: FREON 1 FORMULA CHIMICA Sono considerati gas refrigeranti (con la denominazione commerciale di freon) i gas derivati dal metano e dall'etano per sostituzione degli ioni idrogeno con ioni di alogeni (cloro, fluoro, bromo). I gas della famiglia più comunemente usati sono: Triclorofluorometano R 11 CCl3 F Diclodifluorometano R 12 CCl2 F2 Clorotrifluorometano R 13 CCIF3 Tetrafluorometano R 14 CF4 Diclorofluorometano R 21 CHCI2 F Clorodifluorometano R 22 CHCIF2 Trifluorometano R 23 CHF3 Bromotrifluorometano R 13 BI CBrF3 Diclorotetrafluoroetano R 114 C2 CL2 F4 2 2.1 PROPRIETÀ FISICHE Caratteristiche generali Si tratta di gas incolori, senza odore o con debole odore di etere, ininfiammabili, chimicamente stabili, senza alcuna azione tossica. 2.2 Densità La densità dei gas, riferita all'aria alla temperatura di 0ºC e la massa volumica in condizioni normali di massa e di temperatura, sono le seguenti: R 11 densità 4,9 massa volumica 6,35 kg/m3 R 12 " 4,3 " " 5,56 " R 13 " 3,8 " " 4,87 " R 14 " 3.0 " " 3,884 " R 21 " 3,7 " " 4,73 " R 22 " 3,1 " " 4,005 " R 23 " 2,5 " " 3,19 " R 13 BI " 5,3 " " 6,91 " R 114 " 6,13 " " 7,92 " 2.3 Punto liquido e punto di liquefazione La pressione critica e la temperatura critica hanno i seguenti valori: R 11 pressione critica bar 43,74 temperatura critica 0ºC R 12 " " " 41,15 " " R 13 " " " 38,60 " " R 14 " " " 37,43 " " R 21 " " " 51,68 " " R 22 " " " 49,36 " " R 23 " " " 48,37 " " R 13 BI " " " 39,85 " " R 114 " " " 32,63 " " La temperatura di liquefazione a pressione atmosferica ha i seguenti valori: R 11 Temperatura di liquefazione ºC 23,77 R 12 " " " R 13 " " " R 14 " " " R 21 " " " R 22 " " " R 23 " " " R 13 BI " " " R 114 " " " 198 112 28,78 - 45,75 178,5 96 25,6 67 145,7 - 29,78 81,50 - 127,94 8,90 - 40,78 - 82,10 - 57,75 3,60 Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 34 2.4 Solubilità I freon hanno solubilità in acqua relativamente bassa; sono facilmente solubili in molti idrocarburi, in alcole, acetone, esteri, acidi organici. 2.5 Infiammabilità Nessuno dei gas freon è infiammabile in miscela con aria. 2.6 Tossicità I freon non hanno particolare azione tossica. La concentrazione ammissibile massima in aria consigliata è di 1000 ppM in volume. 2.7 Corrosione I freon non hanno particolare attività corrosiva e possono essere usati con tutti i metalli di normale impiego. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Incendio Pur non essendo né tossici né infiammabili, i freon, portati a temperatura elevata (alcune centinaia di °C) - ad es. a causa di un incendio -, possono decomporsi e dare origine alla formazione di gas tossici. 3.2 Tossicità Essendo più pesante dell'aria, in caso di perdita e fughe tendono ad accumularsi negli strati inferiori dell'aria e possono quindi causare asfissia per l'impoverimento del tenore di ossigeno che può aver luogo nell'atmosfera. 4 PRODUZIONE I freon vengono prodotti per sintesi chimica partendo dal metano. 5 UTILIZZAZIONE I freon trovano maggiore impiego nell'industria del freddo, come fluidi del ciclo frigorifero. Sono inoltre impiegati come gas di propulsione per aerosol, come solventi, come fluido per ricerca di fughe. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 35 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: IDROGENO 1 FORMULA CHIMICA H2 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali Gas incolore e inodore, fortemente infiammabile ad azione riducente, non tossico. 2.2 Densità È il più leggero dei gas ed ha densità, rispetto all'aria, a 0°C, di 0,69; la sua massa volumica, in condizioni normali di pressione temperatura è 0,08989 kg/m3 . 2.3 Punto critico e punto di liquefazione L'idrogeno liquefa alla pressione critica di 12,98 bar ed alla temperatura critica di -239,91°C; il suo punto di liquefazione a pressione atmosferica è di -252,76°C. 2.4.1 Solubilità La sua solubilità in acqua è molto bassa e decresce con l'aumentare della temperatura. 2.5 Infiammabilità L'idrogeno ha un limite di infiammabilità in aria alla temperatura di 20°C ed a pressione atmosferica, compreso tra 4% e 74,5%. La temperatura di infiammabilità a pressione atmosferica è 570°C. 2.6 Corrosione L'idrogeno ha una notevole azione riducente, avendo grande affinità per l'ossigeno e tutte le sostanze ossidanti. 3 3.1 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ Infiammabilità Forma miscele infiammabili con l'aria entro limiti molto estesi e si accende con molta facilità. Essendo molto più leggero dell'aria, si diffonde facilmente. Al contrario degli altri gas, si riscalda nell'espansione e ciò può provocare fenomeni di autoaccensione a contatto dell'ossigeno dell'aria. 3.2 Effetto ustionante L'idrogeno non è tossico, ma il suo impiego allo stato liquido deve essere eseguito con cautela perchè a contato con la pelle provoca ustioni da freddo. 4 PRODUZIONE L'idrogeno viene prodotto per elettrolisi dall'acqua o da idrocarburi naturali. 5 UTILIZZAZIONE L'idrogeno trova svariati impieghi industriali, tra i quali: - idrogenazione degli olii e dei grassi - trattamenti termici - raffreddamento alternatori - industria del vetro Viene trasportato compresso in bombole e liquefatto in contenitori con isolamento sotto vuoto. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 36 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: IDROGENO SOLFORATO 1 FORMULA CHIMICA H2 S 2 2.3 PROPRIETÀ FISICHE Caratteristiche generali Gas incolore, di odore sgradevole caratteristico, infiammabile, ad azione fortemente riducente, molto tossico. 2.2 Densità L'idrogeno solforato ha una densità, riferita all'aria, a 0°C, di 1,1906; la sua massa volumica a temperatura e pressione normale è di 1,534 kg/m3 . 2.3 Punto critico e punto di liquefazione L'idrogeno solforato liquefa alla pressione critica di 89,37 bar ed alla temperatura critica di 100,05°C; la sua temperatura di liquefazione a pressione atmosferica è di -60,2°C. 2.4 Solubilità L'idrogeno solforato è molto solubile in acqua ed in molte altre sostanze quali alcool, aldeide, acetone, etere, ammine ed idrocarburi. 2.5 Infiammabilità Il limite di infiammabilità in aria dell'idrogeno solforato a temperatura di 20°C varia tra il 4% ed il 44%; la sua temperatura minima di infiammabilità a pressione atmosferica è di 290°C. 2.6 Tossicità L'idrogeno solforato è un gas molto tossico. La concentrazione massima ammissibile consigliata per esposizione di 8 ore giornaliere e di 5 giorni settimanali è di 10 ppM in volume nell'aria. 2.7 Reazioni chimiche L'idrogeno solforato ha spiccate proprietà riducenti e può reagire violentemente a contatto con prodotti ossidanti. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Infiammabilità Il punto di infiammabilità molto basso e la sua densità maggiore dell'aria rendono l' idrogeno solforato particolarmente pericoloso per la formazione di miscele infiammabili, anche se l'odore caratteristico consente di rilevarne facilmente la presenza nell'atmosfera, a partire da una concentrazione intorno a 1000 ppM. 3.2 Tossicità A causa della sua azione riducente l'idrogeno solforato può reagire violentemente con sostanze ossidanti, quali acido nitrico, ipoclorito ed altro. In presenza di umidità corrode molti materiali quali il rame e le sue leghe ed acciaio al carbonio: è consigliabile pertanto l'impiego in tali condizioni di acciaio inossidabile. 4 PRODUZIONE L'idrogeno solforato viene preparato industrialmente per reazione di idrogeno o acidi con sostanze sulfuree. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 37 5 UTILIZZAZIONE È impiegato nell'industria chimica per la produzione di solfuri e di composti organici solforati: è pure usato come solvente. È trasportato liquefatto in bombole. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 38 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: ISOBUTANO 1 FORMULA CHIMICA C4 H10 2 2.1 PROPRIETÀ FISICHE Caratteristiche generali L'isobutano è un gas incolore, inodore, infiammabile, chimicamente stabile, non tossico, ma narcotico. 2.2 Densità L'isobutano ha una densità, riferita all'aria a 0°C, di 2,1, la sua massa volumica in condizioni di temperatura e pressione normali, è di 2,7 kg/m3 . 2.3 Punto critico e punto di liquefazione L'isobutano liquefa alla pressione critica di 37,2 bar ed alla temperatura critica di 134,98°C; la sua temperatura di liquefazione a pressione atmosferica è di -11,7°C. 2.4 Solubilità L'isobutano ha scarsa solubilità in acqua, ma ha ottime proprietà solventi con altri gas. 2.5 Infiammabilità Il limite di infiammabilità dell'isobutano in aria alla temperatura di 20°C varia tra 1,8 e 8,4%; la sua temperatura di infiammabilità a pressione atmosferica è 420°C. 2.6 Tossicità L'isobutano non è tossico, ma ha notevoli proprietà narcotiche. La concentrazione massima ammissibile consigliata nell'atmosfera per esposizioni di 8 ore per 5 giorni settimanali, è di 500 ppM in volume. 2.7 Corrosione L'isobutano non ha azione corrosiva con nessun metallo. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Infiammabilità Essendo molto più pesante dell'aria ed avendo un limite di infiammabilità inferiore (1,8%) molto basso, forma facilmente miscele infiammabili. 3.2 Tossicità Ha azione narcotica che deprime il sistema nervoso centrale, ma la concentrazione alla quale si avvertono tali effetti in modo evidente è molto elevata (20%). 4 PRODUZIONE L'isobutano viene prodotto nella raffinazione del petrolio greggio e si trova normalmente miscelato con il butano. 5 UTILIZZAZIONE È impiegato principalmente come combustibile in miscela con il butano, liquefatto in bidoni. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 39 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: ISOBUTANO 1 FORMULA CHIMICA C4 H10 2 2.1 PROPRIETÀ FISICHE Caratteristiche generali L'isobutano è un gas incolore, inodore, infiammabile, chimicamente stabile, non tossico, ma narcotico. 2.2 Densità L'isobutano ha una densità, riferita all'aria a 0°C, di 2,1, la sua massa volumica in condizioni di temperatura e pressione normali, è di 2,7 kg/m3 . 2.3 Punto critico e punto di liquefazione L'isobutano liquefa alla pressione critica di 37,2 bar ed alla temperatura critica di 134,98°C; la sua temperatura di liquefazione a pressione atmosferica è di -11,7°C. 2.4 Solubilità L'isobutano ha scarsa solubilità in acqua, ma ha ottime proprietà solventi con altri gas. 2.5 Infiammabilità Il limite di infiammabilità dell'isobutano in aria alla temperatura di 20°C varia tra 1,8 e 8,4%; la sua temperatura di infiammabilità a pressione atmosferica è 420°C. 2.6 Tossicità L'isobutano non è tossico, ma ha notevoli proprietà narcotiche. La concentrazione massima ammissibile consigliata nell'atmosfera per esposizioni di 8 ore per 5 giorni settimanali, è di 500 ppM in volume. 2.7 Corrosione L'isobutano non ha azione corrosiva con nessun metallo. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Infiammabilità Essendo molto più pesante dell'aria ed avendo un limite di infiammabilità inferiore (1,8%) molto basso, forma facilmente miscele infiammabili. 3.2 Tossicità Ha azione narcotica che deprime il sistema nervoso centrale, ma la concentrazione alla quale si avvertono tali effetti in modo evidente è molto elevata (20%). 4 PRODUZIONE L'isobutano viene prodotto nella raffinazione del petrolio greggio e si trova normalmente miscelato con il butano. 5 UTILIZZAZIONE È impiegato principalmente come combustibile in miscela con il butano, liquefatto in bidoni. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 40 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: KRIPTO 1 FORMULA CHIMICA Kr 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali Il kripto è un gas inodore e incolore, non infiammabile, chimicamente inerte, non tossico. 2.2 Densità Il kripto ha densità, riferita all'aria a 0°C, di 2,86; la sua massa volumica, in condizioni di temperatura e pressioni normali, è di 3,7 kg/m3 . 2.1.2 Punto critico e punto di liquefazione Il kripto liquefa alla pressione critica di 55,02 bar ed alla temperatura critica di -63,75C; la sua temperatura di liquefazione a pressione atmosferica è di -153,35°C. 2.4 Solubilità Il kripto ha scarsa solubilità in acqua. 2.5 Infiammabilità Il kripto non è infiammabile. 2.6 Tossicità Il kripto non è tossico. 2.7 Corrosione Il kripto è perfettamente inerte e quindi non ha azione corrosiva. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ Pur non essendo tossico, può causare asfissia nel caso in cui la sua concentrazione nell'aria raggiunga valori tali da ridurre la percentuale di ossigeno necessaria per la respirazione. È da notare infatti che il gas è molto più pesante dell'aria. 4 PRODUZIONE È prodotto per processo di liquefazione dell'aria. UTILIZZAZIONE Il kripto, trasportato allo stato gassoso compresso in bombole, è utilizzato per la produzione di lampade a incandescenza e di tubi fluorescenti. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 41 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: METANO 1 FORMULA CHIMICA CH4 2 2.1 PROPRIETÀ FISICHE Caratteristiche generali È un gas incolore, con leggero odore agliaceo, infiammabile, chimicamente stabile, non tossico. 2.2 Densità Il metano ha una densità, riferita all'aria a 0°C, di 0,55; la sua massa volumica, in condizioni di temperatura e pressioni normali, è di 0,7174 kg/m3 . 2.3 Punto critico e punto di liquefa zione Il metano liquefa alla pressione critica di 45,96 bar ed alla temperatura critica di -82,62C; la sua temperatura di liquefazione a pressione atmosferica è di -161,52°C. 2.4 Solubilità Il metano ha scarsa solubilità in acqua. 2.5 Infiammabilità Il limite di infiammabilità della miscela aria-metano è compreso tra 5% e 15% a temperatura di 20°C. La temperatura di infiammabilità a pressione atmosferica è di 580°C. 2.6 Tossicità Il metano non è tossico. 2.7 Corrosione Il metano è inerte e può essere usato con tutti i metalli di impiego normale. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Infiammabilità Il metano è molto più leggero dell'aria e può formare facilmente miscele infiammabili. 3.2 Tossicità Il metano non ha tossicità propria, ma essendo irrespirabile può causare asfissia qualora la sua concentrazione in aria riduca a valori troppo bassi il tenore di ossigeno per la respirazione. 4 PRODUZIONE Il gas metano industrialmente deriva dai giacimenti naturali. 5 UTILIZZAZIONE Il metano è utilizzato soprattutto come combustibile sia in impianti industriali che per le reti di gas urbano, come prodotto di base per l'industria chimica; come fluido criogenico. È trasportato compresso in bombole oppure liquefatto a bassa temperatura. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 42 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: NEON 1 FORMULA CHIMICA Ne 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali È un gas incolore, inodore, non infiammabile, inerte, non tossico. 2.2 Densità La densità del neon, riferita all'aria a 0°C, di 0,695; la sua massa volumica, in condizioni di temperatura e pressioni normali, è di 0,888 kg/m3 . 2.3 Punto critico e punto di liquefazione Il neon liquefa alla pressione critica di 27,56 bar ed alla temperatura critica di -228,75°C; la sua temperatura di liquefazione a pressione atmosferica è di -246,05°C. 2.4 Solubilità Il metano ha scarsa solubilità in acqua e in altre sostanze liquide. 2.5 Infiammabilità Il neon non è infiammabile. 2.6 Tossicità Il neon non è tossico. 2.7 Corrosione Il neon non è corrosivo e può essere impiegato con tutti i metalli. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ Pur non essendo tossico, il neon può diventare asfissiantenel caso in cui una sua concentrazione troppo elevata nell'atmosfera provochi una eccessiva riduzione dell'ossigeno disponibile per la respirazione. 4 PRODUZIONE Il neon viene prodotto attraverso il processo di liquefazione nell'aria. 5 UTILIZZAZIONE Il neon è usato industrialmente per la costruzione di lampadine, lampade fluorescenti, insegne luminose. È trasportato in bombole sotto pressione o in speciali contenitori con intercapedine sotto vuoto allo stato liquefatto. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 43 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: NITRATO DI AMMONIO 1 FORMULA CHIMICA NH4 NO3 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali Sostanza solida, cristallina, di colore bianco, deliquescente ad azione ossidante, senza odore caratteristico, non infiammabile, nè tossica. 2.2 Punto di fusione Il nitrato di ammonio fonde alla temperatura di 170ºC. 2.3 Solubilità Il nitrato di ammonio è assai solubile in acqua con abbassamento di temperatura: 100 parti di acqua sciolgono 187 parti di nitrato a 20ºC e 843 parti a 100ºC. 2.2.5 Infiammabilità Il nitrato di ammonio non è infiammabile, ma comburente. 2.5 Tossicità Il nitrato di ammonio non ha alcuna proprietà tossica. 2.6 Reazioni chimiche Il nitrato di ammonio si decompone a temperatura leggermente superiore al punto di fusione con reazione isotermica producendo protossido di azoto (N2O) ed acqua. A temperature superiori e innescato da detonatori si decompone con reazione esplosiva dando luogo a liberazione di azoto, ossigeno e vapore d'acqua. A temperature superiori e innescato da detonatori si decompone con reazione esplosiva dando luogo alla liberazione di azoto, ossigeno e vapore d'acqua. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ Non essendo nè infiammabile nè tossico Il giorno il nitrato di ammonio non presenta particolari caratteristiche di pericolosità perché venga conservato in quantitativi non eccessivi per evitare che la reazione termica di decomposizione possa innescarsi e dar luogo a fenomeni esplosivi.A tale scopo, mentre non esistono particolari prescrizioni nella legislativa italiana, si riportano le disposizioni stabilite dalla legislazione francese (Decreto 20.5.1953) che prescrive l'applicazione delle disposizioni riguardanti le industrie insalubri o pericolose per depositi del Nitrato di Ammonio di quantitativo: - superiore a 50 T quando il nitrato contiene più di 0,4% di materie estranee combustibili; - superiore a 500 T quando il nitrato contiene meno di 0,4% di materie estranee combustibili e viene conservato in appositi imballaggi; - superiore a 100 T quando il nitrato contiene meno di 0,4% di materie estranee combustibili e viene conservato alla rinfusa. 4 PRODUZIONE Il nitrato di ammonio viene prodotto per via chimica neutralizzando acido nitrico in soluzione diluita con ammoniaca. 5 UTILIZZAZIONE Il nitrato di ammonio è usato soprattutto come fertilizzante; è usato come materia prima per la produzione di protossido di azoto ed infine nell'industria degli esplosivi. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 44 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: OSSIDO DI AZOTO 1 FORMULA CHIMICA NO 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali L'ossido di azoto è un gas incolore, inodore, non infiammabile, facilmente ossidabile, tossico. 2.2 Densità L'ossido di azoto ha densità, riferita all'aria a 0°C, pari a 1,037; la sua massa volumica, in condizioni di temperatura e pressioni normali, è di 1,3402 kg/m3 . 2.3 Punto critico e punto di liquefazione L'ossido di azoto liquefa alla pressione critica di 64,85 bar ed alla temperatura critica di -93°C; il suo punto di liquefazione a pressione atmosferica è di -151,75°C. 2.4 Solubilità L'ossido di azoto è poco solubile in acqua; la sua solubilità decresce rapidamente con l'aumentare della temperatura. 2.5 Infiammabilità L'ossido di azoto non è infiammabile. 2.6 Tossicità L'ossido di azoto non è tossico; la concentrazione massima ammissibile consigliata per esposizione di 8 ore giornaliere per 5 giorni alla settimana è di 25 ppM in volume nell'aria. 2.6 Corrosione Poiché l'ossido di azoto si ossida facilmente all'aria formando diossidi che danno luogo alla formazione di acido nitroso e nitrico, in presenza di umidità corrode quasi tutti i metalli. Si consiglia pertanto l'impiego di acciaio inossidabile, monel, hastelloy A,B e C, tungsteno e molibdene. 2.6.1 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Tossicità L'azione tossica si manifesta con irritazione alle mucose: concentrazioni in aria comprese tra 60 e 150 ppM in volume provocano tosse e irritazione alla gola; esposizioni prolungate provocano dolori al torace, convulsione, insufficienza circolatoria ed edema polmonare. Per concentrazioni comprese tra 200 e 700 ppM in volume nell'aria l'azione tossica può risultare mortale anche per brevi esposizioni.L'ossido di azoto avendo densità quasi uguale a quella dell'aria, si diffonde rapidamente nell'ambiente nel quale viene immesso. 3.2 Corrosione L'azione corrosiva dell'ossido di azoto deve essere tenuta presente evitando l'impiego, per contenerla, di materiali inadatti. 4 PRODUZIONE L'ossido di azoto viene prodotto riducendo l'acido citrico col rame. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 45 5 UTILIZZAZIONE L'ossido di azoto viene utilizzato per la preparazione di miscele gassose campioni usate per il controllo dell'inquinamento atmosferico E’ trasportato compresso in bombole. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 46 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: OSSIDO DI CARBONIO 1 FORMULA CHIMICA CO 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali L'ossido di carbonio è un gas incolore, inodore, infiammabile, chimicamente stabile, ma ad azione riducente, molto tossico. 2.2 Densità L'ossido di carbonio ha densità, riferita all'aria a 0°C, pari a 0,954; la sua massa volumica, in condizioni di temperatura e pressioni normali, è di 1,234 kg/m3 . 2.3 Punto critico e punto di liquefazione L'ossido di carbonio liquefa alla pressione critica di 34,987 bar ed alla temperatura critica di -140,24°C; il suo punto di liquefazione a pressione atmosferica è di -191,53°C. 2.4 Solubilità La sua solubilità in acqua e in altri liquidi è molto bassa. 2.5 Infiammabilità Il limite di infiammabilità della miscela dell'ossido di carbonio con aria a temperatura di 20°C è compreso tra 12,5% e 74%; la sua temperatura di accensione a pressione atmosferica è 630°C. 2.6 Tossicità L'ossido di carbonio è un gas altamente tossico: la concentrazione massima ammissibile consigliata per esposizione di 8 ore al giorno per 5 giorni la settimana è di 50 ppM in volume nell'aria. 2.6 Corrosione L'ossido di carbonio non è corrosivo con i metalli di normale impiego. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Infiammabilità L'ossido di carbonio forma miscele infiammabili con l'aria ed avendo una densità molto prossima a quella dell'aria, la miscelazione avviene facilmente in qualsiasi condizione. 3.2 Nocività L'ossido di carbonio, respirato anche in piccole dosi, si fissa rapidamente sull'emoglobina del sangue causando situazioni di crisi nell'ossigenazione delle cellule. L’azione tossica si manifesta con cefalea e vomito e porta rapidamente ad uno stato di coma fino al blocco della respirazione, con collasso vascolare….. 4 PRODUZIONE L'ossido di carbonio viene prodotto industrialmente facendo reagire carbonio con ossigeno in difetto d'aria. 5 UTILIZZAZIONE Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 47 L'ossido di carbonio è usato industrialmente in metallurgia per ottenere atmosfere riducenti ed in industrie chimiche per la sintesi di numerose sostanze(alcole metilico, acido acetico, aldeidi, esteri, acetoni, fosgene, policarbonati etc…) È trasportato gassoso in bombole sotto pressione. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 48 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: OSSIDO DI ETILENE 1 FORMULA CHIMICA C2 H4 O 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali Gas incolore, con odore percettibile dolciastro, infiammabile, chimicamente instabile, tossico. 2.2 Densità L'ossido di etilene ha densità, riferita all'aria a 0°C, pari a 1,53; la sua massa volumica, in condizioni di temperatura e pressioni normali, è di 1,974 kg/m3 . 2.3 Punto critico e punto di liquefazione L'ossido di etilene liquefa alla pressione critica di 71,91 bar ed alla temperatura critica di 195,78°C; il suo punto di liquefazione a pressione atmosferica è di 10,45°C. 2.4 Solubilità L'ossido di etilene forma con l'acqua un idrato solido a temperatura inferiore a 10°C. 2.5 Infiammabilità Il limite di infiammabilità della miscela ossido etilene-aria è compreso tra 3% e 100% alla temperatura di 20°C. La temperatura minima di infiammabilità a pressione atmosferica è 430°C. 2.6 Tossicità L'ossido di etilene è un gas irritante, moderatamente tossico, con effetto narcotico. La concentrazione massima ammissibile consigliata per esposizione di 8 ore giornaliere per 5 giorni alla settimana è 10 ppM in volume nell'aria. 2.7 Corrosione Pur non essendo corrosivo, l'ossido di etilene si polimerizza a temperatura ordinaria con i metalli di comune impiego, quali acciaio, rame, alluminio; per evitare tale fenomeno è consigliato l'uso dell'acciaio inossidabile. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Infiammabilità ed esplosione L'ossido di etilene è altamente infiammabile e forma facilmente miscela esplosiva con l'aria, anche perchè, essendo più pesante della stessa, si propaga radente il suolo ed occupa le zone basse dei locali. Per ridurre il pericolo di infia mmabilità è trasportato allo stato liquido sotto l'atmosfera di gas inerte. I vapori di ossido di etilene possono dare luogo ad esplosioni a contatto con soda caustica, calce, cloruro di magnesio, ammoniaca, alcoli, ammine e idrocarburi in generale. 3.2 Tossicità L'ossido di etilene è irritante, con effetto narcotico. Deboli concentrazioni (0,01% nell'aria) causano difficoltà di respirazione, nausea, irritazioni agli occhi e al naso. Concentrazioni maggiori causano difficoltà di respirazione, nausea, irritazioni agli occhi e al naso. Concentrazioni maggiori causano difficoltà gravi di respirazione, stordimento, edema polmonare acuto. 3.3 Effetto ustionante Allo stato liquido provoca causticazioni agli occhi e alla pelle. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 49 4 PRODUZIONE L'ossido di etilene è prodotto mediante processo di ossidazione dell'etilene. 5 UTILIZZAZIONE L'ossido di etilene trova impiego nell'industria chimica per la sintesi di varie sostanze, tra cui: - glicole - polietilene - acrilonitrile È usato inoltre come conservante e sterilizzante in agricoltura, in chirurgia, per disinfezioni, per la preparazione di antibiotici. È trasportato allo stato liquefatto in contenitori sotto pressione di gas inerte. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 50 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: OSSIGENO 1 FORMULA CHIMICA O2 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali È un gas incolore, inodore, indispensabile alla respirazione e alla combustione, a reazione ossidante. 2.2 Densità La densità dell'ossigeno, riferita a quella dell'aria a 0°C, pari a temperatura e pressioni normali, è di 1,4289 kg/m3 . 2.3 1,10; la sua massa volumica, in condizioni di Punto critico e punto di liquefazione L'ossigeno liquefa alla pressione critica di 50,43 bar ed alla temperatura critica di -118,574°C; il suo punto di liquefazione a pressione atmosferica è -182,97°C. 2.2.1 Solubilità L'ossigeno è moderatamente solubile in acqua: la sua solubilità decresce con l'aumentare della temperatura. 2.5 Infiammabilità L'ossigeno è la sostanza comburente per eccellenza e forma miscele esplosive con i gas combustibili. 2.6 Tossicità L'ossigeno non provoca alcun effetto nocivo se contenuto in aria in concentrazione variabile tra il 17% e il 75%. 2.6.2 Corrosione L'ossigeno puro non è corrosivo e può essere impiegato con tutti i metalli di normale uso; ad alta pressione occorrono, tuttavia, particolari precauzioni nella scelta dei materiali. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Reazioni chimiche Reagisce con tutti i combustibili dando fuoco a pericolo di esplosione e d’incendio: tale pericolo è particolarmente grave quando l'ossigeno viene a contatto con olio e grassi. 3.2 Effetto ustionante L'ossigeno allo stato liquido può provocare ustioni da freddo per contatto con l'epidermide. 4 PRODUZIONE L'ossigeno è prodotto mediante liquefazione dell'a ria. 5 UTILIZZAZIONE L'ossigeno è usato industrialmente per aumentare la temperatura di combustione in molti processi quali: - saldatura dei metalli - siderurgia - vetreria È usato nell'industria chimica come ossidante in numerose reazioni di processo. Può essere trasportato sia allo stato gassoso in bombole sotto pressione che allo stato liquefatto in contenitori a bassa temperatura. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 51 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: PROPANO 1 FORMULA CHIMICA C3 H8 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali È un gas incolore, inodore, infiammabile, chimicamente stabile; non è tossico. 2.2 Densità La densità del propano, riferita a quella dell'aria a 0°C, è pari a 1,55; la sua massa volumica, in condizioni di temperatura e pressioni normali, è di 2,005 kg/m3 . 2.3 Punto critico e punto di liquefazione Il propano liquefa alla pressione critica di 42,5 bar ed alla temperatura critica di 96,67°C; il suo punto di liquefazione a pressione atmosferica è -42,045°C. 2.2.2 Solubilità Il propano ha scarsa sensibilità in acqua, ma è solubile in alcool, etere, cloroformio e benzene; ha buone proprietà di solvente a temperatura ordinaria. 2.5 Infiammabilità Il propano ha un limite di infiammabilità nell'aria, a temperatura di 20°C e pressione atmosferica , compresa tra 2,2% e 9,5%; la sua temperatura di infiammabilità a pressione atmosferica è 480°C. 2.6.3 Tossicità Il propano non è un gas tossico, ma ha debole azione narcotica. 2.7 Corrosione Il propano non ha azione corrosiva con nessun metallo. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Infiammabilità Il propano è pericoloso in quanto la sua densità maggiore di quella dell'aria e il limite di infiammabilità molto basso (2,2%) facilitano la formazione di miscele infiammabili; viene pertanto odorizzato per evidenziarne più facilmente la presenza nell'aria. 3.2 Tossicità Pur non essendo tossico, forti concentrazioni nell'aria (20%) possono provocare alla respirazione un effetto di narcosi che si manifesta con senso di ebrietà e stordimento. 4 PRODUZIONE Il propano viene prodotto nella raffinazione del petrolio greggio. 5 UTILIZZAZIONE È utilizzato come combustibile per impieghi industriali, per il taglio dei metalli e per la brasatura. È trasportato liquefatto sotto pressione in bidoni; è spesso fornito miscelato come butano. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 52 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: PROPILENE 1 FORMULA CHIMICA C3 H6 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali È un gas incolore, inodore, infiammabile, chimicamente stabile; non è tossico. 2.2 Densità La densità del propilene, riferita a quella dell'aria a 0°C, è pari a 1,51; la sua massa volumica, in condizioni di temperatura e pressioni normali, è di 1.953 kg/m3 . 2.3 Punto critico e punto di liquefazione Il propilene liquefatto alla pressione critica di 46,10 bar ed alla temperatura critica di 91,6°C; il suo punto di liquefazione a pressione atmosferica è -47,72°C. 2.4 Solubilità Il propilene ha scarsa sensibilità in acqua, ma è molto solubile in alcool e acido acetico. 2.5 Infiammabilità Il propilene ha un limite di infiammabilità in aria, a temperatura di 20°C, compreso tra il 2% e il 10,5%; la sua temperatura di infiammabilità a pressione atmosferica è 460°C. 2.6 Tossicità Il propilene non è tossico, ma ha leggera azione narcotica. 2.7 Corrosione c corrosivo e può essere impiegato con tutti i metalli di normale uso. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Infiammabilità Essendo più pesante dell'aria ed avendo un limite di infiammabilità assai basso (2%) può dar luogo facilmente a miscele infiammabili con l'aria. 3.2 Tossicità Il propilene non è tossico, ma respirato in notevole concentrazione nell'aria (20%) ha un effetto narcotico che si presenta con sensazioni di ebrietà e stordimento. 4 PRODUZIONE Il propilene viene ricavato dalla raffinazione del petrolio greggio. 5 UTILIZZAZIONE Il propilene è usato nell'industria chimica come prodotto di base per numerosi processi di sintesi. È usato in bidoni allo stato liquefatto sotto pressione come gas campione per usi di laboratorio. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 53 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: PROTOSSIDO D'AZOTO 1 FORMULA CHIMICA N2 O 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali È un gas incolore, inodore, dolciastro, non infiammabile, chimicamente stabile; non è tossico. 2.2 Densità Il protossido di azoto ha densità, riferita all'aria a 0°C, è pari a 1,54; la sua massa volumica, in condizioni di temperatura e pressioni normali, è di 1.99 kg/m3 . 2.3 Punto critico e punto di liquefazione Il protossido di azoto liquefa alla pressione critica di 72,45 bar ed alla temperatura critica di 36,41°C; il suo punto di liquefazione a pressione atmosferica è -88,47°C. 2.5.1 Solubilità È solubile in acqua e in numerosi altri solventi; la sua solubilità si riduce con l'aumentare della temperatura. 2.5 Infiammabilità Il protossido di azoto non è un gas infiammabile, ma è comburente. 2.5.2 Tossicità Non è tossico, ma le sue proprietà narcotiche ne hanno favorito l'impiego in chirurgia come anestetico. 2.5.3 Corrosione Il protossido di azoto non ha alcuna azione corrosiva nei confronti dei metalli di normale impiego. 2.5.4 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Nocività Non essendo né tossico né infiammabile, l'unico pericolo deriva dalla possibilità di effetti asfissianti in quanto un eccesso di concentrazione nell'aria porta ad una riduzione del tenore di ossigeno necessario alla respirazione: a tale proposito è opportuno ricordare che il protossido di azoto è più pesante dell'aria e pertanto tende a depositarsi nelle zone basse dei locali e resta entro i serbatoi se non vengono opportunamente areati. 3.2 Propagazione incendi A causa della sua qualità di comburente, il protossido di azoto può favorire il propagarsi d'incendi alimentando le fiamme in presenza di sostanze combustibili. 4 PRODUZIONE È ottenuto dalla decomposizione termica del nitrato di ammonio. 5 UTILIZZAZIONE Come anestetico in chirurgia e come propellente per aerosol. È trasportato in bombole liquefatto sotto pressione. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 54 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: TETRENE 1 FORMULA CHIMICA (composti attivi) 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali C3 H4 Il tetrene è un gas con odore, dolciastro caratteristico, infiammabile, stabilizzato chimicamente con aggiunta di idrocarburi gassosi; non è tossico. 2.2 Densità Il tetrene ha una densità, riferita all'aria a 0°C, di 1,4; la sua massa volumica alla temperatura di 15°C e a pressione normale, è di 1,81 kg/m3 . 2.3 Punto di liquefazione Il tetrene a pressione atmosferica liquefa ad una temperatura compresa tra -38, e -20°C. 2.4 Infiammabilità Il tetrene ha un limite di infiammabilità in aria, a temperatura ordinaria, compreso tra il 3,4 e il 10,8%. 2.5 Tossicità Il tetrene non è tossico. 2.6 Corrosione Il tetrene normalmente non corrode I metalli, ma può formare a contatto del rame acetiluri, per cui deve essere usato in contenitori e in tubazioni realizzate con materiali aventi un tenore di rame inferiore al 67%. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ 3.1 Infiammabilità Il tetrene è più pesante dell'aria e può formare facilmente miscele esplosive. 3.2 Tossicità Il tetrene non è tossico, ma essendo più pesante dell'aria, può causare asfissia qualora la sua concentrazione nell'aria riduca a valori troppo bassi il tenore di ossigeno nell'atmosfera di ambienti chiusi. 4 PRODUZIONE Il tetrene è una miscela di gas idrocarburati (metilacetilene e propadiene) con gas stabilizzanti, brevettata dall'AIR LIQUIDE. 5 UTILIZZAZIONE Il tetrene è usato essenzialmente come combustibile per le seguenti operazioni: - ossitaglio - metallizzazione - scriccatura - brasatura e saldobrasatura - tempra superficiale - riscaldo localizzato - decapaggio È trasportato in bidoni allo stato liquido. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione 55 Schede per l'uso in sicurezza dei gas: XENON 1 FORMULA CHIMICA Xe 2 PROPRIETÀ FISICHE 2.1 Caratteristiche generali Lo Xenon è un gas incolore e inodore, infiammabile, chimicamente stabile; non è tossico. 2.2 Densità Lo Xenon ha una densità, riferita all'aria a 0°C, di 4,56; la sua massa volumica in condizioni di temperatura e pressione normale, è di 5,892 kg/m3 . 2.3 Punto critico e punto di liquefazione Lo Xenon liquefa alla pressione critica di 58,4 bar e alla temperatura critica di 16,583ºC; il suo punto di liquefazione a pressione atmosferica è -108,1°C. 2.2.3 Solubilità Lo Xenon è abbastanza solubile in acqua: la sua solubilità decrescerapidamente con l'ammontare della temperatura. 2.5 Infiammabilità Lo Xenon è un gas non infiammabile. 2.5.5 Tossicità Lo Xenon non è tossico, ma ha solo una leggera azione narcotizzante. 2.5.6 Corrosione Lo Xenon non ha azione corrosiva nei riguardi dei metalli di normale impiego. 3 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ Lo Xenon non essendo nè tossico, nè infiammabile, non presenta particolari caratteristiche di pericolosità; può soltanto produrre azione asfissiante qualora, in elevata concentrazione nell'aria, provochi la riduzione eccessiva del tenore di ossigeno necessario alla respirazione. 2.2.4 PRODUZIONE Lo Xenon è prodotto attraverso il processo di liquefazione dell'aria. 6 UTILIZZAZIONE Lo Xenon è impiegato nella fabbricazione di lampade di vario tipo e di apparecchi scientifici. È trasportato allo stato liquefatto sotto pressione. Servizio Autonomo di Prevenzione e Protezione P.zza Immacolata di Marmo, 4 98100 Messina - Te. 090.711145 - 090.6764970-71 Fax. 090.711346 e-mail [email protected] ww2.unime.it/prevenzione