COMMISSIONE CONSILIARE III Seduta del 26/10/2010 PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE GALLI Arg. n. 3 all’Ordine del Giorno: “ITR n. 3018 – Interrogazione concernente la chiusura del consultorio pediatrico di Via Paravia a Milano” 1 PRESIDENTE Buongiorno a tutti come voi sapete oggi abbiamo in audizione l’Assessore alla sanità Luciano Bresciani e darei subito la parola Al Consigliere Borghetti per illustrare l’interrogazione 3018 avente per oggetto il Consultorio pediatrico di Via Paravia numero 81 in Milano. La parola al Consigliere BORGHETTI. Grazie, Presidente. Come spesso succede, le interrogazioni nascono sulla richiesta di chiarimenti, sulla spinta di casi specifici, com’è nel caso in oggetto, ma è evidente che vanno poi contestualizzate in una situazione più ampia, ed è quello che voglio fare con due parole introduttive, dando per letta ovviamente l’interrogazione. Il contesto più ampio è quello che si viene a creare a seguito di un programma di riorganizzazione dei servizi sociosanitari per la famiglia di Regione Lombardia, che ha comportato per l’ASL Città di Milano una riorganizzazione del sistema dei consultori pediatrici, che di fatto passano da ventisei a diciannove, con la novità rilevante – e questo forse è il punto più delicato, oltre a quello della diminuzione di numero – che in nessuno di questi diciannove consultori si fanno più le vaccinazioni ai bambini, vaccinazioni che si potranno fare solo in sei centri vaccinali specifici dove ovviamente questi bambini e le mamme che porteranno i bambini troveranno una situazione sicuramente di affollamento e anche di più difficile possibilità di raggiungimento per tanti motivi che oggi sono evidenti, per la difficoltà delle mamme di spostarsi, per la difficoltà di poter utilizzare il trasporto pubblico. Oltretutto, voi capite che la riduzione da ventisei punti dove si facevano le vaccinazioni solo ai bambini a sei punti dove si fanno le vaccinazioni anche agli adulti significherà per questi sei centri anche una maggiore mole di lavoro, che sicuramente non darà la possibilità anche di dedicare quell’attenzione e quella delicatezza che è necessaria nel caso delle iniezioni ai bambini. Le stime sono di vaccinazioni che vengono fatte in una tempistica sicuramente molto, molto più veloce. E questo sicuramente indurrà anche molte mamme a ricorrere ai “pediatri privati”, il che comporterà una spesa aggiuntiva. A questo si aggiunge anche una carenza storica dei pediatri di libera scelta in Regione. Tra l’altro, anche in passato abbiamo fatto notare che, a fronte di un massimale standard di ottocento pazienti per pediatra, in Regione Lombardia si parla di 1.400 pazienti, per cui c’è anche una contestualizzazione ulteriore rispetto al problema che riguarda il problema dei pediatri. Questo un po’ stupisce nel momento in cui anche nel Piano sociosanitario in discussione, ossia quello che la Giunta ha presentato, ovviamente si dà grande enfasi alla territorializzazione, alla diffusione dei servizi, ai servizi di prossimità in un contesto anche di copertura vaccinale che sin dal Piano nazionale per il Paese, quindi anche per la Lombardia, è considerato un contesto al di sotto degli standard. Non è una criticità quella della copertura vaccinale in questo Paese. E se è vero come è vero che Regione Lombardia si vuole proporre come modello è evidente che la direzione che si prende con questo taglio di fatto dei consultori pediatrici è una direzione opposta a quella prevista dal Piano dei vaccini. Così come è una direzione opposta rispetto a quella sempre proclamata 2 di sostegno in realtà alla famiglia. È chiaro che qui stiamo dando alle famiglie di questa città un grattacapo in più e soprattutto stiamo dando un servizio oggettivamente di qualità inferiore e soprattutto anche non sufficientemente tempestivo. Teniamo conto che gli utenti dei ventisei consultori pediatrici storici comprendono anche situazioni – uso una parola brutta – border line, cioè di quelle mamme straniere che trovano anche difficoltà all’accesso a dei servizi territoriali. Quindi, è evidente che la riduzione dei punti d’accesso da ventisei a sei e comunque tutti i problemi che dicevo prima anche per questi casi renderanno più difficile l’assistenza pediatrica a quei bambini che in realtà dovrebbero essere gli ultimi a pagare le conseguenze delle cosiddette riorganizzazioni. Questa è un po’ la considerazione finale che faccio – ripeto – dando poi per letta l’interrogazione, cioè più che di riorganizzazione di fatto qui ci troviamo di fronte a un vero e proprio taglio. E se è vero come è vero che i tagli sono necessari dato il contesto economico difficoltoso, però credo che nessuno possa negare che non tutti i tagli sono uguali. E se andiamo a tagliare un servizio di questo tipo credo che facciamo davvero qualcosa di negativo per una fascia della popolazione, quella dei bambini, che dovrebbe essere addirittura più tutelata, non meno tutelata, nello sviluppo di un sistema. Al di là del fatto specifico che chiede l’interrogazione di sapere se quello di Via Paravia sarà mantenuto come consultorio, anziché chiuso come era previsto, ovviamente la domanda più generale è se Regione Lombardia sia convinta che la direzione presa sia giusta e non pensi, invece, di introdurre qualche modifica se non per tornare alla situazione iniziale almeno per lenire un po’ le difficoltà che le mamme stanno trovando. E cito quest’ultima cosa: le petizioni si sprecano ormai, i movimenti di popolo in città sono tanti, perché il disservizio è notevole e molto sentito. PRESIDENTE La parola all’Assessore Bresciani. Grazie, Presidente. Commissario, risponderò in questo modo. Risponderò in modo specifico per quanto riguarda il consultorio di Via Paravia. Poi risponderò su alcuni aspetti di tipo sistemico da lei sollecitati. Le devo dire che ci conducono i principi, e i principi sono che, laddove i volumi sono bassi, non c’è sicurezza per la procedura, che quindi va sospesa e trasferita in un ambito dove i volumi possono essere più alti. Questa è una regola che viene, ad esempio, dal British Journal of Cardiology, e lo cito semplicemente per darle un’idea. Credo sia l’11 febbraio 2001 quando dice che più bassi sono i volumi più alti sono i rischi di una procedura di poca esperienza. E questo è un principio fondamentale. L’altro principio è la logica di impegnare il personale in modo appropriato, cioè che il volume giustifichi la presenza di ore di presenze di personale. Ebbene, questi due principi regolano la cosiddetta riorganizzazione del sistema soprattutto, come lei riferisce in questo caso, dell’area metropolitana milanese, che non è fatta di valli e di fiumi, ma è fatta semplicemente di un territorio piano che è servito da un servizio pubblico, che sicuramente crea – credo – poco disagi alla popolazione, se non in momenti particolari. Dati questi principi, l’ambulatorio di Via Paravia, è un ambulatorio a bassi volumi; di conseguenza, viene accorpato ad un altro ambulatorio di più alti volumi, per garantire sicurezza al cittadino nell’ambito vaccinale e sicurezza al cittadino nell’ambito dell’esperienza pediatrica, tenendo presente che c’è sempre il pediatra di libera scelta, che è consultabile ed è disponibile, e che c’è un’altra organizzazione più interessante, per cui in questi ambulatori si effettua una pratica di consultorio familiare 3 integrato, offrendo al cittadino maggiori capacità di formazione e informazione per quanto riguarda la materia in esame. In questo momento le elenco, in quanto mi piace essere documentato, altrimenti chiaramente sono semplicemente delle affermazioni di politica sanitaria, i fatti. In relazione all’interrogazione relativa alla prospettata chiusura del consultorio pediatrico di Via Paravia numero 81, si conferma che le attività attualmente svolte presso tale sede verranno trasferite nei prossimi mesi, quasi certamente entro la fine del 2010, in altre strutture del Distretto 5, site nelle zone circoscrizionali 6 e 7, come previsto dal Piano di riorganizzazione aziendale di Milano – e ci aggiungerei anche dal Piano sociosanitario regionale, che è stato precedentemente votato, che è attualmente in discussione e che è di continuazione. La territorialità non vuol dire andare sul territorio e portare un ambulatorio in ogni casa del cittadino, vuol dire portare i servizi appropriati, con la sicurezza appropriata sul territorio. Questa secondo noi è territorialità: non vuol dire portare la medicina in casa del malato, ma vuol dire portare la medicina vicino al malato. Nello specifico, le attività consultoriali continueranno ad essere garantite presso il consultorio familiare integrato di Via Monreale numero 13, quindi in sede molto prossima a quella di Via Paravia. Il consultorio familiare integrato offre una specifica attività territoriale di promozione della salute, cioè è un di più, è un servizio in più che viene fornito, rivolto ai bambini nei primi anni di vita e ai loro genitori, finalizzato a rispondere ai bisogni di orientamento – quindi non tagli, ma aggiunte –, consulenza e primo intervento specialistico delle famiglie, in una logica di integrazione delle attività sanitarie, psicologiche e sociali. Si lavora di concerto, come dico e come incito spesso, ed in continuità assistenziale fra territorio, medici pediatri e di famiglia, e ospedali. I servizi offerti sono: consulenze di educazione alla salute in incontri, quindi non parliamo di vaccinazione ma parliamo delle consultazioni e delle capacità di poter fruire anche di vaccinazioni, nel contesto, e parliamo di volumi vaccinali. Parliamo quindi anche di consulenze e di educazione alla salute in incontri individuali; vengono fornite informazioni sull’allattamento al seno: quante inappropriatezze sull’allattamento al seno, per mancata informazione delle mamme, quante intolleranze alimentari perché si passa alla pressione industriale dell’allattamento artificiale. Bisogna quindi che le mamme lo sappiamo, perché quando sono informate abbiano poi il diritto di scegliere, ma non dai loro il diritto di scegliere senza informarle, dai loro l’obbligazione di scegliere un’informazione che magari viene dall’industria, che è finalizzata ad altre cose. Vengono poi, corretta alimentazione infantile e vaccinazioni. Qual è il beneficio che dà una pratica vaccinale rispetto a una pratica non vaccinale? Quante mamme sono nel dubbio, quindi non abbiamo una risposta vaccinale ideale, perché non portano i bimbi alla vaccinazione, avendo delle false informazioni da organi di stampa e quant’altro? In consultorio si dice la verità, e poi dopo, loro hanno il potere di decidere, perché hanno il potere dell’informazione corretta e bilanciata. Sulla prevenzione degli incidenti e dell’esposizione al fumo passivo: quante mamme fumano? Che cosa vuol dire fumare? Quindi, valutati rischio e beneficio, poi scegli tu, mamma, quello che vuoi per tuo figlio. Si parla di igiene e salute del bambino, delle diverse fasi del suo sviluppo, ad esempio, gioco, lettura ad alta voce e quant’altro. Consulenze per l’allattamento: viene offerto il sostegno per l’inizio, il mantenimento e la gestione pratica dell’allattamento materno, con spazi personalizzati e operatori preparati per sostenere le mamme. Noi adesso stiamo creando anche un sito dove si possa allattare in luogo pubblico, stiamo sperimentando 4 questa possibilità, l’abbiamo presentata recentemente. La mamma quindi allatta in un sito abbastanza riservato, in modo che non debba allattare necessariamente in pubblico, nelle aree pubbliche, ma in ambito riservato. Dicevo di consulenze psicologiche brevi, sportello mamma e papà, ciclo di colloqui per accompagnare i momenti di crisi della relazione genitore-bambino. Voi conoscete le reazioni psicologiche negative che ha la partoriente, soprattutto al primo parto, sapete che ci sono delle patologie rilevanti che si vengono a scatenare per nevrosi, per fenomeni di tipo anche psichiatrico della mamma che ha partorito di recente. Gruppi mamma-bambino, cercare di legare questa filiera, finalizzata a favorire il riconoscimento e il rinforzo delle competenze dei genitori all’educazione alla salute, come alimentare il bimbo, come educarlo alla salute, quali sport fargli fare, che tipologia e quant’altro, attraverso il confronto tra genitori e l’approfondimento con operatori formati di tematiche relative alla prevenzione, al sostegno dell’allattamento materno e alla promozione della salute nelle diverse fasi dello sviluppo del bambino. A questo si aggiungono i consultori pediatrici, così come previsti nel precedente assetto milanese, che rappresentano una peculiarità non più giustificata dagli assetti istituzionali e normativi fissati a livello nazionale e regionale. La funzione specialistica di base, infatti, è affidata al pediatra di famiglia, che deve rappresentare per le mamme e i loro figli il riferimento fiduciario per ogni intervento che investe la salute del bambino. Cosa fa il pediatra di famiglia? Visita in ambulatorio a scopo diagnostico-terapeutico per il controllo dello sviluppo fisico, psichico e sensoriale e visite per patologia, visita a domicilio, qualora il giudizio del pediatra e le condizioni cliniche non consentano la trasferibilità del bambino in ambulatorio, bilanci di salute, prestazioni aggiuntive a giudizio del pediatra, quali ad esempio medicazioni, suture, eccetera, prescrizione di accertamenti diagnostici, esami di laboratorio e strumentali, prescrizione di visite specialistiche, terapie, ricoveri ospedalieri e cure termali, prescrizioni di farmaci, certificazioni obbligatorie per legge ai fini della riammissione alla scuola dell’obbligo, agli asili nido, alla scuola materna e alle scuole secondarie superiori, ai fini dell’astensione dal lavoro del genitore a seguito delle malattie del bambino, certificazione di idoneità allo svolgimento di attività sportive non agonistiche in ambito scolastico, assistenza programmata domiciliare per particolari categorie di utenti, educazione alla salute rivolta ai genitori. Resta fermo quanto sopra precisato, ma tenendo anche conto della particolarità dei bisogni presenti nell’area metropolitana milanese dell’ASL di Milano, che ha attivato una ulteriore funzione di rinforzo alle famiglie, prevedendo sperimentalmente l’organizzazione di un ambulatorio pediatrico di primo livello, la sera, il sabato e la domenica. Questo è un evento eccezionale che nel nostro Paese non è così frequente. Bisogna trovare un equilibrio esatto fra la spesa e l’appropriatezza delle prestazioni; se non trovi questo equilibrio sei un cattivo amministratore. È facile spendere tanto, dando tutto a tutti, ma poi devi togliere dalle tasche del cittadino, e poi dopo, automaticamente abbassi i volumi e di conseguenza abbassi la qualità del sistema e hai incidenti. Non è facile, è giusto però trovare gli equilibri continui, che è quello che noi stiamo cercando di fare. Non troppi servizi, quindi, ma servizi necessari, con le spese necessarie, con la sostenibilità necessaria, i trasporti. Certo, anche l’organizzazione dei trasporti ha un’incidenza importante. Detto questo, per quanto riguarda l’attività vaccinale, invece, verrà svolta presso i due centri vaccinali del Distretto 5, che si trovano in Piazza Stovani numero 5 e Via Remo La Valle numero 7, oltre che eventualmente negli altri centri vaccinali cittadini – questi erano i 5 due più vicini – uno per zona circoscrizionale a cui le famiglie possono liberamente rivolgersi. La decisione di dare un nuovo assetto alle strutture proposte alle vaccinazioni risponde a indirizzi orientati a criteri di appropriatezza e qualità erogativa dei servizi rivolti alla popolazione. E mi riallaccio a quello che ho detto prima: tra gli standard di qualità previsti per i servizi vaccinali vi è anche quello di avere personale esclusivamente dedicato a un numero minimo di utenti di almeno cinquanta persone al giorno. Questi standard garantiscono una maggiore uniformità nell’erogazione del processo vaccinale e una maggiore garanzia di assicurare le coperture vaccinali ottimali e la sicurezza sanitaria necessaria. La struttura di Via Paravia è sita all’interno di un nido e non presenta i criteri di accessibilità più idonei a ospitare una struttura sanitaria. L’affluenza negli anni è stata ben lontana da quanto sopra definito, contando un numero di utenti nuovi per anno di poco superiore a 400 e un afflusso quotidiano di meno di 15 bambini, quindi tre volte inferiore al numero di 50 minimo previsto per la sicurezza. Detto questo, ci pare che comunque sia confermata la volontà dell’ASL Città di Milano di non ridurre alcun servizio, ma anzi di continuare a garantire tutte le attività fino ad ora assicurate, sia pure magari con un movimento di qualche metro o di qualche centinaio di metri verso un’altra direzione, in un’ottica di maggiore appropriatezza, efficienza organizzativa e standard più elevati nell’erogazione delle prestazioni, e io direi anche di sicurezza del cittadino e di contenimento dei costi impropri. PRESIDENTE Grazie, Assessore. Consigliere Borghetti, a lei la replica. BORGHETTI Capisco il principio che i volumi bassi sono potenzialmente sintomo o possibilità di una minore qualità della prestazione. Però, credo che questo principio del tutto generale che lei cita per la medicina non sia tout court applicabile per ogni attività della medicina. Io faccio fatica a pensare che se faccio cinquanta vaccinazioni sono di qualità migliore che se ne faccio quindici con lo stesso personale. Non sono un tecnico della materia, voglio semplicemente capire se questi principi una volta applicati sono applicabili anche qua come si fa per i tagli in maniera orizzontale o se sono, invece, principi da applicare volta per volta a seconda delle questioni, dal momento che poi dal principio alla pratica c’è sempre una serie di passaggi. Mi sembra che, comunque, il dato di fatto innegabile sia quello che si passa da ventisei punti in cui si potevano portare i bambini a fare le vaccinazioni a sei punti. Qui non è una via di mezzo, cioè da ventisei a sei. Sono ridotti da ventisei a diciannove i consultori, dopodiché gli è stata tolta questa possibilità. Spostarsi in città oggi – è vero che siamo a Milano, non siamo nelle valli bergamasche – è più semplice, però spostarsi con un bambino da zero a tre anni soprattutto – con tutto il rispetto per le valli bergamasche, le valli bresciane e tutte le valli di questa Regione – per alcune tipologie di mamme o di famiglia non è da considerare una cosa così scontata. C’è di fatto un’offerta di prestazione che è limitata rispetto a quella che c’era precedentemente. La domanda a questo punto diventa: non si è esagerato in quella che si chiama riorganizzazione? Non si è fatto il passo un po’ più lungo di quello che si poteva fare, di quello che era sostenibile fare? Considerate che stiamo parlando di un’utenza, cioè quella dei bambini da zero a tre anni e di mamme e di neomamme, particolarmente delicata. 6 Colgo anche la sua sollecitazione a usare i numeri. Lei, alla fine, citava alcuni numeri sui volumi di prestazioni di Via Paravia. Non so se Via Paravia è paragonabile alle altre situazioni, ma io penso che anche qua, prese in esame le ventisei situazioni dei ventisei consultori pediatrici preesistenti, probabilmente ci sarà una graduatoria di consultori che avranno volumi inferiori e volumi superiori. E credo che, al fine di mantenere il servizio da un punto di vista territoriale più diffuso, si potesse scegliere di lasciare qualche servizio laddove i volumi non erano magari quelli ottimali, ma erano comunque volumi discreti. Ripeto, questo principio dei volumi probabilmente dopo va declinato. Anche il fatto che la riorganizzazione della rete non preveda poi la tipologia del consultorio pediatrico non può essere assunto come un teorema. Può darsi che uno abbia fatto una scelta che poi alla prova è da rivedere. Quindi, è la conseguenza di una scelta fatta, ma qui si sta chiedendo se si conferma la validità della scelta. Il disagio che stanno manifestando i cittadini è altissimo, ripeto. È chiaro che siamo in un tempo in cui non si può fare tutto, perché le risorse sono limitate. Si chiede se anche nel caso specifico di Via Paravia, anche rispetto alla valutazione sui volumi, non si possa limitare il volume dei tagli. PRESIDENTE Questa è un’ulteriore domanda che lei fa all’Assessore? BORGHETTI Carlo Sì, e mi ha già risposto. PRESIDENTE Ringraziamo l’Assessore per la presenza e dichiaro conclusa la seduta. 7