L’eolico tra sindrome NIMBY e
partecipazione
Il problema della gestione pubblica
delle opere «senza mercato»
Giacomo Manna
Cosa c’entra la teoria economica?
«Bene» è tutto ciò che genere
felicità e soddisfazione nel
consumatore.
BENE PRIVATO
Escludibilità nel consumo:
E’ possibile escludere altri individui dal
trarre soddisfazione dal suo consumo.
Rivalità nel consumo:
Il consumo da parte di un individuo
preclude quello di altri.
BENE PUBBLICO
Non è economicamente possibile
escludere i singoli dal consumo
I benefici collegabili al suo consumo si
estendono a tutta la comunità,
indipendentemente dal contributo
versato dai cittadini per usufruirne.
…considerazione fondamentale!
Il bene pubblico
è un bene, per
sua natura,
senza mercato.
Problemi legati alla natura del bene
pubblico
Problema economico
• Difficoltà nello stimare il prezzo ed il
valore da applicare.
Problema sociale
• Legato all’impatto del bene pubblico
(opera pubblica) nel territorio.
Simulare il mercato
Ricorso a metodi e
modelli che consentono di
stimare qualità ed impatto
delle opere.
Obiettivo modelli:
individuare, tramite
questionari rivolti ai
consumatori, disponibilità
a pagare/accettare per
sostenere miglioramento
o per ovviare a perdita
proprio benessere in
relazione alla fornitura del
bene.
Un nuovo paradigma da proporre
Ripensare le
categorie di Stato
e di mercato
come regolatori
unici per la
soluzione di
problemi di
interesse
collettivo.
Privilegiare un
paradigma nuovo,
un approccio
d’azione dinamico,
flessibile,
inclusivo.
Privilegiare le
relazioni tra attori
pubblici e privati
arricchendo il
processo
decisionale
partecipato.
Beni pubblici e risorse in questione
Beni pubblici e risorse in questione
Ambiente e strutture per la generazione elettrica da
fonti rinnovabili: rette parallele che possono incontrarsi
Ambiente bene
pubblico per
eccellenza
Cooperazione;
meccanismi e
regole sociali di
reciprocità e
fiducia pubblicoprivato
Informare le
comunità locali
rispetto ai
progetti ed alle
loro
caratteristiche
Valutarlo in
relazione alle
attitudini delle
comunità locali
Valutarlo
rispetto
all’impatto
sociale ed
ambientale delle
opere
Entrando nel merito…
Ma...il meccanismo
appena descritto è così
fluido?!?
Perché si parla di
attitudine delle comunità
locali verso le FER e, nel
nostro caso, di «wind
power attitude»!?!
La realizzazione di una
struttura/opera
d’interesse pubblico, pur
portando sostanziali
benefici alla comunità
interessata, può essere
da questa osteggiata?!?
Esiste forse una
contraddizione di fondo,
un gap, tra attitudine
positiva verso le FER e
costruzione di un’opera
nel territorio?!?
Come ti smaschero il «romanticismo
ambientale»
Il favore pressoché incondizionato verso il
ricorso alle tecnologie rinnovabili e la green
culture si può sgretolare fino a trasformarsi in
dissenso.
Ma perché???
NIMBY e i
suoi
fratelli
La famiglia degli acronimi
NIMBY (Not
In My Back
Yard)
BANANA (Built
Absolutely Nothing
Anywhere Near
Anyone)
NIABY (Not
In Anyone’s
Back Yard)
LULU (Local
Unwanted
Land Uses)
Cos’è il NIMBY?
An attitude ascribed to persons who object to
the siting of something they regard as
detrimental or hazardous in their own
neighborhood, while by implication raising no
such objections to similar developments
elsewhere
(Oxford English Dictionary, 2011)
Molto interesse sul tema ma motivazione delle
opposizioni non univoca!!
«[…] si allude al fatto che dietro le reazioni oppositive
si celino presunti interessi egoistici e localistici,
spiegando di fatto le proteste con una sorta di deficit
di cultura civica da parte della popolazione
interessata» Tipaldo, 2012)
«detrimental or hazardous» (OED, 2012)
«[...] le opposizioni […] mosse dal cieco egoismo di chi non vuole un certo impianto a
casa propria, ma non muoverebbe un dito se esso fosse proposto a casa d’altri (Bobbio e
Zeppetella, 2012)
«[…] the expected consequences concerning primarly noise and visual impact» (Khron e Damborg,
1999)
Schema unico delle esternalità legate alle FER
Fonte: Bigerna, Manna, Polinori (2015)
Criticità del NIMBY
“A theory with highly questionable validity” (Wolsink, 2000)
“Pejorative, implying selfishness” (Kepton et al., 2005)
“Too simplistic and does not
accurately represent the reasons for
opposition” (Devine-Wright, 2005,
2011; Ek, 2005)
Considerazioni insostenibili…
Attribuiscono alle
comunità locali
delle motivazioni
verificabili solo
ricorrendo ad
approfondite
ricerche, tramite
precisi supplementi
d’indagine.
…ma d’altra parte…
Il valore che si nasconde dietro ad un acronimo
Resta L’indicatore fondamentale per
comprendere le tendenze delle popolazioni
rispetto allo sviluppo della tecnologia eolica
Indice analitico di riferimento che deve essere
«raffinato»
Per agire, è necessario studiare e comprendere i
motivi delle opposizioni locali ai progetti
Considerazione fondamentale
Dalla letteratura di
settore, si evince che
la sindrome NIMBY
non si cancella, non
scompare
Livello di accettazione di un parco eolico per i
residenti di un’area prima, durante e dopo
l’installazione delle turbine
Fonte: Wolsink, 2007; Krohn and Damborg, 1999.
Un’immagine su cui riflettere
L’alternativa alle FER?
Il cielo azzurro sopra Pechino!!
Quindi, cosa fare??
Risulta necessaria la gestione delle
conflittualità!
INFATTI
Il fenomeno rappresenta
uno dei principali ostacoli
al raggiungimento degli
obiettivi delle politiche
ambientali europee
finalizzate a contrastare il
cambiamento climatico
tramite il ricorso all’energia
verde.
Consistente dilatazione dei
tempi di realizzazione si
ripercuote pesantemente
anche sui costi finali delle
iniziative promosse.
Riconoscimento della
scarsa accettazione
pubblica delle comunità
per l’installazione degli
impianti nel territorio come
fattore che caratterizza il
generale ritardo
infrastrutturale e la crescita
del nostro Paese
In che modo?
Riqualificando i
rapporti fra cittadini e
PA.
Promuovendo processi
decisionali inclusivi
dotando quest’ultime
di strumenti e
tecniche innovative di
coinvolgimento, di
comunicazione, di
consultazione e di
ascolto delle comunità
locali.
Pensare un nuovo processo partecipato per
comprendere le opposizioni e gestire i conflitti
Decisione
Cooperazione
multilivello
Inclusività
Trasparenza
Perché fare affidamento su questo
processo?
Perché è documentabile come lo sviluppo di un ampio processo cooperativo ed inclusivo trasparente, che renda
effettiva la partecipazione dei cittadini alla fase decisionale per la realizzazione di un determinato impianto a fonti
rinnovabili, riduca le opposizioni ascrivibili al NIMBY ed incoraggi le tendenze positive e di favore rispetto alla
collocazione delle strutture nelle aree interessate rendendole socialmente più accettabili.
Perché la partecipazione porta benefici economici e sociali
Perché lo stallo ed il ritardo infrastrutturale italiano sono una faccia della crisi del nostro Paese.
Perché attraverso le stime sull’impatto positivo e l’adattabilità al contesto locale, l’intento è fornire ai residenti un quadro completo dei vantaggi derivanti dalla promozione di
tali processi decisionali in riferimento all’installazione di opere per la generazione energetica da FER.
Perché l’iniziativa partecipata, consentirà di ridurre i costi derivanti dai ritardi infrastrutturali, velocizzando la realizzazione dei progetti ed evitando il blocco delle opere.
Di cosa necessita?
Di un’evoluzione delle
strategie di
comunicazione e
relazione tra gli attori
del processo sociale.
Di abbandonare la logica che vede
l’opzione di una partecipazione a
livello più ampio come minaccia alla
credibilità ed all’egemonia
decisionale delle PA e delle imprese
(esito finale di questa logica è quello
di minare le basi fondamentali del
processo democratico conducendo
forzatamente la comunità ad
accettare decisioni già prese
gerarchicamente senza essere stata
messa a conoscenza degli effetti di
questi nelle aree di interesse
specifico su cui i progetti
interverranno).
Il senso pratico: la fattibilità che ci
suggerisce il contesto internazionale
Laddove (GB
soprattutto) questi
processi hanno portato
sostanziali vantaggi in
termini di tendenze
positive rispetto alle
politiche proposte e allo
sviluppo degli impianti,
come si è agito?
Si è favorita la nascita ed il coinvolgimento di organi di
facilitazione, composti da personale autorizzato e
indipendente
I compiti principali
Verificare l’esistenza del
processo partecipato
Verificare e monitorare
l’effettiva trasparenza del
processo decisionale
intrapreso.
Impegnarsi a rinsaldare le
relazioni tra cittadini ed
istituzioni attraverso una
comunicazione
orizzontale, semplice e
comprensibili degli
obiettivi del progetto e
dello sviluppo dell’opera.
Mettere a disposizione dei
partecipanti tutti gli
elementi del progetto di
sviluppo che si intende
promuovere.
Il metodo della Valutazione
Contingente
Basato su interviste rivolte di norma ai
cittadini consumatori, raccolte con
l’intento di valutare la disponibilità a
pagare (WTP) o ad accettare (WTA) dei
rispondenti relativamente alla dotazione
degli impianti a fonti rinnovabili.
Fondamentale importanza in relazione
alla fase finale del presente progetto di
ricerca, in cui si proporrà il
coinvolgimento della figura di un
mediatore o di un facilitatore che possa
gestire le conflittualità eventualmente in
essere tra attori del processo politico
decisionale.
Estrae e sistematizza il flusso di
informazioni.
Si crea perciò una sorta di
mercato simulato, ove tutte le
transazioni sono ipotetiche.
Tecnica di aiuto per il
facilitatore; strumento di
sintesi per valutare
l’intervento da promuovere.
Informare i residenti = dare voce alla
comunità
Deficit
d’informazione
Tra le
cause
principali
che
portano
al NIMBY
Sfiducia nelle
istituzioni
Sensibilizzare le parti
Rete di
cooperazione
interattiva ed
efficiente
Mutua
fiducia
La partecipazione?
Non lasciamola in mano ai comitati…
Prima informiamoci!
Alcuni esempi per il territorio umbro
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Una mozione e un'interrogazione sugli impianti eolici denominati “La montagna” e “Poggio della
cavallaccia”. Sono quelle a firma Simona Scafati che hanno presentato i consiglieri della lista civica
“San Venanzo Viva” per tenere alta l'attenzione sul progetto dell'impianto eolico che interessa il
Peglia.
“Visto che la società Innova Wind nei primi giorni di maggio ha fatto richiesta all'amministrazione
comunale della documentazione riguardante la destinazione d'uso dei territori interessati
all'installazione degli impianti e verificato che la Provincia di Terni ha dato la procedibilità al
progetto – affermano i consiglieri – proponiamo al sindaco e alla giunta di conferire incarico a un
tecnico esperto in materie ambientali al fine di gestire al meglio le osservazioni che
l'amministrazione potrà presentare in fase di Via, in merito alla viabilità e quant'altro.
Chiediamo inoltre quali azioni sono state intraprese dall'amministrazione in questo ultimo mese per
contrastare i progetti, quali quelle che si intendono intraprendere per il futuro, se sono stati
eseguiti solleciti o si sono avute risposte inerenti alla lettera inviata alla Regione, congiuntamente
agli altri sindaci del comprensorio (passata legislatura), dove si richiedeva la modifica del
regolamento regionale 7 sulle energie rinnovabili e, infine, se intenzione degli amministratori
rinnovare la richiesta della modifica da soli o insieme agli altri sindaci”.
Orvietonews.it (8 luglio 2014)
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PERUGIA - Nella riunione odierna della seconda commissione del consiglio regionale, Alfredo De Sio
(Fdi) ha presentato una proposta di legge, firmata anche dagli altri due componenti del gruppo,
Franco Zaffini e Andrea Lignani Marchesani, che mira ad includere il Sistema territoriale di interesse
naturalistico ambientale Monte Peglia e Selva di Meana tra le aree non idonee alla installazione di
impianti di produzione di energia da fonte eolica.
L'iniziativa legislativa - ha spiegato De Sio - tiene conto delle istanze espresse dai territori di
Allerona, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle, Monteleone di Orvieto, Montegabbione, Orvieto, Parrano,
San Venanzo.
La proposta di legge, composta da un solo articolo – spiega un comunicato della Regione verra' approfondita con l'assessore regionale all'Agricoltura, Fernanda Cecchini, prima di approdare
in aula per il voto.
De Sio ha infine ricordato che nel luglio dello scorso anno i sindaci dei Comuni di San Venanzo e
Parrano, i rappresentanti del Comitato per la tutela del monte Peglia e il presidente
dell'associazione Amici della terra di Orvieto proprio in seconda commissione avevano ribadito il
loro "no alle 18 torri eoliche sul monte Peglia, ognuna alta 150 metri, con basamenti in cemento
per un totale di 6 ettari, vari chilometri di nuove strade di collegamento tra le torri, due enormi
sottostazioni elettriche, chilometri di nuovi elettrodotti per l'innesto alla rete elettrica nazionale".
UmbriaLeft.it (30 luglio 2014)
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“Il sindaco e la Giunta si attivino per impedire uno scempio di enormi proporzioni per il nostro
territorio”. È la richiesta che arriva dal consigliere comunale in quota Forza Italia, Riccardo Meloni,
in relazione alla realizzazione di un parco eolico nella zona di Annifo. La vicenda, al centro delle
cronache delle ultime settimane, approda ancora una volta in consiglio comunale e a farsi
portavoce delle istanze degli abitanti della frazione montana è ancora una volta Forza Italia.
Lo aveva fatto in passato il consigliere Massimo Maggiolini e lo fa, a distanza di poco tempo,
Riccardo Meloni. Il capogruppo del partito nella massima assise cittadina chiede che, laddove non si
possa impedire la realizzazione dell'impianto eolico, si lavori quantomeno per “ridurre l'impatto
ambientale e i disagi degli abitanti”.
Diversi gli aspetti negativi - messi nero su bianco nell'ordine del giorno a firma di Riccardo Meloni –
legati all'installazione delle pale eoliche nell'area individuata, quella dei Castellari, e già denunciate
dagli stessi abitanti sulle colonne del Corriere dell'Umbria. Innanzitutto l'estrema vicinanza alle
abitazioni – solo 300 metri – a seguire l'impatto ambientale su quella che viene definita “una zona
naturalistica incontaminata”. E ancora l'impatto acustico, oltre al fatto che la frazione di Annifo
risulta inserita tra le aree soggette a tutela dei crinali della Provincia di Perugia e che la zona
individuata è soggetta a vincoli ambientali ed archeologici.
Rgunotizie.it (4 agosto 2014)
Le due turbine del PR del Monte
Cucco: 15 MW d’innovazione dal 1999
Valutazione contingente per l’impatto
al 2006
Fiducia nel progetto
La percentuale registrata nel
2006 per questo elemento risulta
molto elevata: il 74,1% degli
intervistati (campione di 732
famiglie) credeva nel progetto.
Solo il 32% ne riconosceva però i
benefici in termini ambientali.
La disponibilità a sostenere l’opera
Il 77% si dichiara
favorevole allo sviluppo
dell’opera.
Di questi, solamente il
41% dichiarava la propria
WTP, e solamente per un
contributo pari a €50-250.
Le interviste al novembre 2014
Campione più ridotto.
Meno interesse.
Più consapevolezza dell’opera.
Nessun fastidio per ciò che
riguarda l’impatto visivo.
Neanche per chi vede
giornalmente l’impianto.
…ma non dimentichiamo:
«La natura è il nostro
petrolio»
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