Obiettivi dell’Osservatorio identificare e fotografare con precisione il comparto delle imprese high-tech della Provincia di Pisa approfondire l’analisi delle caratteristiche dei diversi settori, le diverse tipologie di imprese, i processi di nascita e di crescita monitorare il trend del settore valutare la competitività delle imprese dell’area in un’ottica comparativa Cosa sappiamo dell’high-tech a Pisa? spirito estremamente collaborativo nei confronti del gruppo di ricerca sappiamo molto della ricerca pubblica relativamente poco sulle imprese high-tech informazione incompleta e “casuale” (“giornalisitica”) su imprese tutto sommato poco visibili e interessate alla notorietà su scala locale necessità di conoscenza dettagliata I primi risultati (1) Molte stelle, moltissime stelline, qualche cometa. Vitalità - Oltre 200 imprese individuate; prima fotografia così dettagliata disponibile (anche su un sito) per questo territorio - Di per sé si tratta di un servizio di marketing che colma un grave gap informativo (anche nell’area stessa) - Più di 6500 addetti impiegati - Fatturato stimato di 1,6 mld di Euro - Banca dati ulteriormente utilizzabile per approfondimenti - Predominanza dei settori legati all’informatica (50%) - Tenuta e crescita del farmaceutico - Ampia varietà tecnologica I primi risultati (2) Forte dualismo piccole-grandi imprese, pur in presenza di un buon numero di imprese medio-grandi Buoni livelli di investimenti in R&S Buona crescita negli ultimi tre anni, soprattutto come occupazione, ma anche come fatturato Interessanti aspetti di innovazione nella corporate governance, di spin-off della ricerca pubblica, di presenze di gruppi internazionali Fondamentale il ruolo del polo universitario, come “fabbrica” di imprenditori e di tecnici/ricercatori Emergere di nuove forme di incubazione Fondamentale ora uno sforzo tassonomico Su cosa lavorare per un aumento della competitività (1) Molti imprenditori sono in realtà artigiani dell’hightech, basati sul modello della consulenza più che su quello della vendita di prodotti e servizi standard. La “conversione” non è facile Molte imprese non hanno alcun patrimonio di marchio e fanno riferimento a pochissimi clienti e/o un mercato locale L’intensità relazionale in molte pmi è bassa L’effetto distretto è ancora incompiuto; necessità di individuare e valorizzare gli ambiti relazionali, sia fisici che di altra natura Su cosa lavorare per un aumento della competitività (2) Necessità di aumentare la cultura d’impresa; formazione manageriale in entrata, mentoring Migliorabili i rapporti con la ricerca pubblica, anche se il dinamismo di quest’ultima cresce sensibilimente Necessità vitale di “ampliare la torta”, cercando mercati extralocali per smarcarsi da dinamiche di body rental Sviluppo di un vero e proprio mercato del lavoro locale per favorire la mobilità interna all’area e aumentare la retention Distribuzione delle imprese per settore N. imprese intervistate % N. imprese individuate % Informatica 19 31,7% 51 25,1% Informatica R&D 13 21,7% 47 23,2% Altro 7 11,7% 11 5,4% Meccatronica 5 8,3% 20 9,9% Farmaceutico 4 6,7% 7 3,4% Servizi per l’innovazione 3 5,0% 29 14,3% Telecomunicazioni servizi 3 5,0% 9 4,4% Microelettronica 2 3,3% 9 4,4% Telecomunicazioni R&D 2 3,3% 6 3,0% Biomedicale 1 1,7% 2 1,0% Energia e Ambiente 1 1,7% 10 4,9% Informatica diffusione 0 0 2 1,0% 60 100% 202 100% Settore Totale Domina l’informatica. In crescita la meccatronica. Localizzazione delle imprese Sede dell’impresa % imprese Pisa 46,5% Altri comuni 53,5% Di cui Ospedaletto 17,6% Navacchio 13,9% Pontedera 11,1% Ghezzano 7,4% Cascina 5,5% Altri 44,5% Crescente decentramento al di fuori del capoluogo La nascita di nuove imprese 56 60 50 37 40 30 20 13 19 10 10 0 Dal 1910 al 1980 Dal 1981 al 1985 Dal 1986 al 1990 Dal 1991 al 1995 Dal 1996 al 2001 In aumento l’Information Technology. Nuove presenze di rilievo (Marconi, Ericsson Lab, Abiogen Pharma, Netikos, ecc.) Il dualismo tra piccole e grandi imprese Il 70% delle imprese ha meno di 30 addetti, molte sono microimprese Hanno in forma ancora più marcata le stesse difficoltà delle pmi dei settori tradizionali; le dinamiche temporali qui sono ancora più stringenti; i recuperi più difficili Difficoltà nel coltivare i mercati e nello sfruttare il patrimonio di conoscenze tecnologiche dei fondatori Diversi tipi di piccole imprese: alcune sono fisiologicamente destinate ad una dimensione ridotta, altre potrebbero svincolarsi da un rigido rapporto addetti/fatturato Dipendenti e fatturato 5200 44 43 5000 42 41 4800 40 4600 4400 39 dipmedi 38 fatmedio 37 4200 36 35 4000 34 3800 33 1998 1999 2000 2001 IN AUMENTO IL FATTURATO MEDIO E ANCORA DI PIU’ IL NUMERO MEDIO DI ADDETTI Tassi di crescita nei settori 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 A F I tasso di crescita medio del fatturato Ir&d Mec Mic tasso di crescita medio dei dipendenti I settori più dinamici l’informatica e l’informatica R&D Ts La struttura occupazionale 1998 17% Imprenditori 8% 3% 7% Dirig./Quadri (amm./mkt) Dirig./Quadri (tecn.-scient.) Amministrativi 2001 Imprenditori Dirig./Quadri (amm./mkt) 8% 7% 11% 7% 14% Dirig./Quadri (tecn.-scient.) 7% 9% 10% 6% 4% 10% Ricercatori Tecnici Amministrativi Ricercatori Tecnici 14% Operai 23% 35% Operai Agenti commerc. Agenti commerc. Collaboratori esterni Collaboratori esterni CATEGORIE PIU’ SIGNIFICATIVE, E IN AUMENTO: RICERCATORI E TECNICI STABILITA’ DELLE COMPETENZE DI MANAGEMENT E DI MARKETING Quale spazio delle donne L’occupazione nell’high-tech nell’high-tech? (lavori solo per gli uomini?) Imprenditori 92 Dirigenti amm./mkt 84 Dirigenti tecn.-scient. 88 34 12 66 25 Tecnici 67 50 71 16 Amministrativi Ricercatori 75 8 MASCHI 65 67 UOMINI 33 50 Operai Agenti commerc. Collab. esterni Totale occupati 29 35 33 DONNE Il profilo dei fondatori “Buona” categoria imprenditoriale, giovane e motivata Il 90% di questi imprenditori ha conseguito la laurea presso l’Università di Pisa Solo un terzo è di origine pisana; gli altri (68%) provengono dall’esterno (35% da altre province della Toscana, 23% da altre regioni del Nord e del Centro, 11% dal Sud, 1% dall’estero) Hanno competenze tecnologiche avanzate, ma c’è la necessità di aumentare le competenze manageriali e la “cultura d’impresa”, la consapevolezza Le relazioni con il territorio (problemi, sì, ma chi cerca trova?) % sul totale delle imprese Università di Pisa 83,1% Imprese high-tech della Provincia 66,7% Imprese high-tech fuori della Provincia 58,9% Ass ociazioni di Categoria 56,9% Consi glio Nazionale Ricerche 55,2% Scuola Superiore Sant’Anna 55,0% Imprese settori tradizionali 47,3% Istituzioni pubbliche 41,4% Istituzioni finanziarie 36,8% Scuola Normale Superiore 25,0% Altri centri di ricerca 19,0% Soggetto con il quale l'impresa ha rapporti Pochi rapporti Abbastanza Molti Rapporti Rapporti 29,8% 12,8% 17,1% 36,4% 43,8% 46,9% 18,2% 42,3% 0,0% 58,3% 9,1% Pochi contatti tra new e old economy 51,1% 53,8% 51,4% 27,3% 37,5% 31,3% 31,8% 42,3% 63,6% 33,3% 63,6% 19,1% 33,3% 31,4% 36,4% 18,8% 21,9% 50,0% 15,4% 36,4% 8,3% 27,3% Le capacità relazionali (1) 56 51 46 41 36 31 26 21 16 11 6 1 0 0,5 1 1,5 2 Relazionalità inaspettatamente bassa. Fare network costa troppo? E’ troppo difficile? Non serve? Le capacità relazionali (2) Filo-ricerca Solitari Socievoli Filo-impresa Spiegazioni possibili: varietà tecnologica, mercato locale limitato, spirito individualista I rapporti di equity e i flussi di persone L’importanza dei “gruppi” e delle “scuole” Da osservare con attenzione (agenda di ricerca) La presenza di gruppi stranieri, anche in partnership con le università Gli esperimenti di aggregazione (es. il Polo di Navacchio, il gruppo Ata, il consorzio Nat, ecc.) I processi di spin-off (Sant’Anna, Cpr, ma non solo) L’incubazione – tipo business angel – da parte di grandi imprese L’attenzione da parte di grandi gruppi italiani, interessati alle tecnologie e ai cervelli pisani I servizi e la finanza per l’high-tech: mancano davvero? L’utilizzo di risorse pubbliche per l’acquisizione di servizi avanzati La dimensione associativa, il “club”