BULLETTINO DELLA SOCIETÀ BOTANICA I T A L I A N A 363 b) Che o c c o r r e v a n o soluzioni diluite di solfato di rame affinchè i tralci non ne venissero in b r e v e tempo danneggiati. Dopo questo, iniziai un altro esperimento, nell'agosto, con tralci sani disposti nel medesimo modo nei matracci, allo scopo di dimostrare se la piccola quantità di sali di rame, introdotta per tale assorbimento nelle foglie, fosse stata capace di impedire l o sviluppo del micelio della peronospora. Trascurai perciò le s o - luzioni troppo concentrate di solfato di rame, ed adoperai soluzioni c h e ne contenevano da \ \ al 2 ° / . 0 0 Scelti i tralci perfettamente sani e sistemati nei matracci, li collocai sopra il solilo tavolo, o v e misi pure tre matracci pieni di acqua e portanti tralci sani. Dopo due giorni bagnai tutte l e foglie con acqua mediante uno spolverizzatore, e disseminai gli zoosporangi della peronospora tanto nella pagina superiore c h e nella inferiore delle foglie di ogni tralcio. Per tutto il t e m p o che durò l'esperimento ( c i r c a 18 g i o r n i ) in nessun tralcio dr quelli immersi nella soluzione ramica si sviluppò la peronospora, mentre in alcune foglie di quelli immersi in acqua osservai un leggero sviluppo del parassita. Ripetei l ' a n n o scorso questo esperimento con tralci e c o n sole foglie nelle medesime condizioni, ed ottenni resultati identici. Non si è mai sviluppata la peronospora nè nelle foglie isolate né in quello dei tralci. Avrei voluto far seguire a queste ricerche, un quadro analitico che mostrasse la quantità di rame contenuto nei tralci e nelle foglie, ma non potei per allora soddisfare questo mio desiderio. Dopo questi resultati preliminari, decisi nel febbraio dell'anno passato di portare i miei esperimenti in un campo più esteso, ciò.'; nelle viti delle v i g n e e dei filari dei campi, ponendo a disposizione delle loro radici, quantità variabili di sale di r a m e , onde osservare se v e n i v a n o assorbiti e trasportati nelle diverse parti della pianta, in quantità sufficiente per impedire lo sviluppodelia peronospora. E a questo punto sento il d o v e r e di porgere i miei migliori ringraziamenti a l l ' e g r e g i o sig. Conte Paolo Camerini, c h e c o n vera squisita cortesia, appena richiestone da me, pose a mia disposizione tutto quanto mi o c c o r r e v a per compiere tali esperimenti su larga scala, nella sua vigna e nei suoi campi del F a g g ò presso Padova. Anzi a tale scopo mi offri l'aiuto del sig. Vitto-