LA GRANDINE
Ogni anno la grandine colpisce diverse zone della Lombardia, spesso a macchia di leopardo e vi sono
alcune zone storicamente colpite tutti gli anni.
I vigneti non sempre sono protetti da reti e i prodotti non sempre coperti da assicurazione.
La grandine è uno dei peggiori flagelli della viticoltura per i danni quantitativi e qualitativi che produce.
L’intensità del danno varia con l’epoca della grandinata; se l’evento si verifica nella fase erbacea
dell’acino questo può cicatrizzare la ferita perché è in una fase di divisione cellulare; se cade dopo
l’invaiatura (fase di distensione cellulare) i danni sono più gravi e si possono aggravare causa l’attacco di
funghi (muffa grigia in particolare).
A seconda della fase fenologica in cui si trova la vite al momento dell’evento grandinigeno, il vigneto
deve essere trattato in modo diverso.
E’importante valutare:
Gli eventuali trattamenti fitosanitari da effettuare contro la botrite (muffa grigia), il marciume acido,
il marciume bianco ed il tumore batterico che colpiscono le piante penetrando attraverso le ferite e
contro la peronospora e l’oidio che colpiscono la nuova vegetazione che nasce;
gli eventuali interventi di potatura, cimatura e scacchiatura sul verde e di potatura sul bruno;
le eventuali concimazioni atte a ripristinare le sostanze nutritive del tronco che la pianta consuma per
ripristinare la vegetazione danneggiata sottraendole alle riserve indispensabili per la lignificazione dei
tralci e per la produzione di gemme per l’anno successivo (nel caso di grandine estiva nel periodo di
Giugno e Luglio).
Se la grandine colpisce tra il germogliamento e la prefioritura
Trattamenti fitosanitari
danni lievi: non occorre intervenire. Procedere con le consuete pratiche di difesa da peronospora ed
oidio.
danni gravi con accecamento di tutti i germogli: non occorre intervenire immediatamente, ma solo con
prodotti di copertura come rame o mancozeb o metiram per proteggere dalla peronospora e con zolfo
per proteggere dall’oidio i nuovi germogli che la pianta getterà.
Concimazioni
Se danni leggeri: non concimare.
Se danni gravi: concimare subito con azoto in modo da stimolare il ricaccio di germogli da parte delle
piante e prevedere concimazioni fogliari su indicazione del tecnico durante la stagione.
Potature
Se danni leggeri: non intervenire.
Se danni gravi: regolare le scacchiature se sono necessarie.
Se c’è stata distruzione del vigneto: cimare i germogli, non potare.
Se la grandine colpisce tra la prefioritura e l’allegagione
Trattamenti fitosanitari
Se danni lievi: non occorre intervenire.
Se danni più gravi: se ci troviamo tra la fioritura e l’allegagione si potrà intervenire con un antibotritico
su valutazione del tecnico.
Ricordarsi di mantenere coperta la nuova vegetazione di ricaccio con rame e zolfo.
Concimazioni
Se danni leggeri: non concimare.
Se danni gravi: concimare subito con azoto in modo da stimolare il ricaccio da parte delle piante e
prevedere concimazioni fogliari su indicazione del tecnico durante la stagione.
Potature
Se danni leggeri: sfogliare leggermente la zona dei grappolini per rendere più efficace il trattamento
antibotritico e consentire un migliore ricircolo dell’aria evitando il crearsi delle condizioni
microclimatiche ideali per la crescita della botrite (muffa grigia).
Se danni gravi: sfogliare la zona dei grappolini per rendere più efficace il trattamento antibotritico e
consentire un migliore ricircolo dell’aria evitando il crearsi delle condizioni microclimatiche ideali per la
crescita della botrite (muffa grigia).
Cimare leggermente i germogli per stimolare il ricaccio.
Se c’è stata distruzione del vigneto: cimare i germogli per stimolare il ricaccio, non potare.
Se la grandine colpisce tra l’allegagione e l’invaiatura
Trattamenti fitosanitari
Effettuare un trattamento antibotritico immediatamente dopo la grandinata soprattutto sulle varietà
più sensibili a grappolo compatto come il Groppello oppure effettuare un trattamento con diclofluanide
che controlla sia la botrite che il marciume bianco. Ricordarsi di mantenere coperta la nuova
vegetazione di ricaccio con rame e zolfo.
Concimazioni
Se danni leggeri: non concimare
Se danni gravi: leggera concimazione (non abbondante altrimenti si prolunga troppo la fase vegetativa
rischiando che freddi precoci facciano morire i tralci non ancora ben significati) e prevedere
concimazioni fogliari su indicazione del tecnico.
Potature
Se danni leggeri: sfogliare la zona del grappolo per rendere più efficace l’eventuale trattamento
antibotritico e per arieggiare i grappoli evitando l’instaurarsi delle condizioni ideali per la crescita della
botrite (muffa grigia).
Se danni gravi: sfogliare la zona del grappolo per arieggiare i grappolini evitando l’instaurarsi della
botrite.
Cimare leggermente i germogli per stimolare il ricaccio.
Se c’è stata distruzione del vigneto: cimare i germogli per stimolare il ricaccio.
Se la grandine colpisce tra l’invaiatura e la maturazione
Trattamenti fitosanitari
Effettuare un antibotritico ed ancora 2 o 3 trattamenti con poltiglia bordolese prima della vendemmia,
ove possibile e rispettando i periodi di carenza. Il rame indurisce la buccia degli acini rendendoli più
resistenti e combatte anche il marciume acido oltre a proteggere la nuova vegetazione che si forma
abbondante soprattutto in caso di gravi danni da grandine.
Aggiornamento: Dicembre 2009
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Concimazioni
Non effettuare concimazioni in questa fase.
Potature
Se danni leggeri: sfogliare la zona del grappolo per rendere più efficace il trattamento antibotritico e
per arieggiare i grappoli evitando l’instaurarsi della botrite.
Se danni gravi: sfogliare la zona del grappolo per arieggiare i grappolini evitando l’instaurarsi della
botrite.
In questa fase è importantissimo tenere sotto controllo il vigneto per valutare la possibilità di
effettuare un trattamento antibotritico, eventualmente a breve tempo di carenza (Fenhexamid), nel
caso si sia prossimi alla vendemmia o anticipare se possibile la raccolta per limitare la diffusione del
danno da muffa grigia.
Per quanto riguarda i trattamenti fitosanitari resta chiaro che una pioggia di intensità maggiore dei 30
mm come anche una grandinata dilavano i consueti trattamenti anticrittogamici, pertanto, se si tratta
di trattamenti di copertura, essi, indipendentemente da tutto ciò che è stato detto finora, andranno
ripetuti, mentre se si tratta di trattamenti sistemici si dovrà prevedere di anticipare di qualche giorno
la ripetizione del trattamento se prevista.
Periodo invernale
Potature
E’ buona norma attendere il più possibile ad effettuare la potatura invernale, anche a fino a febbraio in
modo da poter effettuare una più accurata selezione di quelle gemme che riescono a sopravvivere alle
gelate, soprattutto se il vigneto è giovane o se è stato colpito da grandine.
Se il danno da grandine è stato di media entità sulle gemme ed il vigneto è di vigoria regolare: lasciare
qualche gemma in più rispetto al solito: tante più gemme tanto maggiore è il danno. Effettuare poi in
primavera delle scacchiature per eliminare gli eventuali germogli di troppo.
Se il danno alle gemme è stato forte e la vigoria del vigneto è regolare: lasciare molte più gemme del
solito ed eventualmente curvare un po’ di più il tralcio nell’archetto. Effettuare poi in primavera delle
scacchiature per eliminare gli eventuali germogli di troppo.
Se il vigneto è debole: lasciare più gemme in potatura ed effettuare poi in primavera delle scacchiature
per eliminare gli eventuali germogli di troppo. Troppi germogli indebolirebbero la pianta, ma lasciare
poche gemme è rischioso poiché molte di queste saranno certamente cieche.
Sull’archetto e sul guyot una soluzione alternativa potrebbe essere di lasciare in fase di potatura 3
tralci produttivi 2 dei quali si legheranno accoppiati sullo spesso filo (non sovrapposti ad altezze
diverse), mentre 1 servirà di scorta se un tralcio dovesse spezzarsi in legatura. Tale pratica si può fare
solo se in primavera prevediamo di avere il tempo e le risorse per effettuare buone scacchiature in
modo da ritrovarci alla fine ad avere un numero di germogli pari a quello che avremmo procedendo ad
una potatura tradizionale. Se sappiamo di non poter effettuare opportune scacchiature, è meglio
lasciare in potatura un tralcio più lungo piuttosto che fare questo lavoro.
Un’altra alternativa potrebbe essere quella di fare, solo per quest’anno e nei vigneti con tralci molto
danneggiati dalla grandine, un cordone speronato sulle varietà che più si prestano come il barbera, il
cabernet, il merlot o il sangiovese, non sul marzemino che non germoglia le 2 gemme più basali dei tralci.
Tale pratica si consiglia solo a coloro che già hanno pratica sul cordone speronato.Per eseguirlo basterà
lasciare 4 speroni da 2 gemme (non troppo lunghi quindi, attenzione!) per avere alla fine le stesse 10-12
gemme del guyot.
Concimazioni
Qualcuno afferma che la concimazione azotata autunnale conferisca maggiore vigore alle piante al
momento del germogliamento primaverile, ma non è provato. L’Ente Vini Bresciani quest’anno effettuerà
delle sperimentazioni per provare l’efficacia di tale pratica.
L’ideale, allo stato attuale delle conoscenze, è procedere dando una buona concimazione a base di
potassio e fosforo durante l’inverno ed apportando azoto un po’ più abbondante in primavera frazionato
in almeno due passate (in modo da rendere più efficace la concimazione). Effettuare le concimazioni
sulla base delle indicazioni del tecnico.
Aggiornamento: Dicembre 2009
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