PRESENTAZIONE DEL SECONDO REGISTRO DELLE MISSIVE AI contenuto pressochè unico del primo registro, inteso ad annotare, con disordinata successione cronologica, le disposizioni, date da Francesco Sforza dal 1447 al 1458, sulla tenuta delle fortezze poste a garanzia della sicurezza del territorio e a vigilanza sulla popolazione, si contrappone il secondo registro con una varietà di annotazioni che permettono di cogliere il formarsi dello Stato sforzesco e di individuare più da vicino la personalità di Francesco Sforza. Preoccupazioni per la fornitura del grano, attenzione per la regolarità del servizio dei cavallari in modo che le comunicazioni del capo siano puntuali, cura sempre solerte per le fortezze, rapporti non sempre pacifici tra e con i feudatari, sono temi in cui ci si imbatte con varia frequenza. I bisogni di uno Stato in perpetuo stato d'allarme per pericoli di scontri agli incerti e malsicuri confini con Venezia, che mal sopporta l'affermarsi di un condottiero che blocca la sua mai sopita volontà di espansione sulla terraferma; la scomoda vicinanza del Savoia, sempre disponibile ad alleanze ostili; interventi pacificatori di contrasti tra l'amica comunità di Lucca e il non nemico marchese di Ferrara, questi sono gli altri argomenti di cui si fa parola. Ripiegando, poi, su assillanti problemi domestici, si narra delle preoccupanti e mai appagate necessità sforzesche di danaro, dalle quali consegue un patologico ritardo nei pagamenti del soldo ai militari, ritardo che, a sua volta, consente alla cronaca di riportare un incessante crescendo di furti d’ogni genere ed entità. Nè ciò bastasse, le diserzioni si seguitano con discreta frequenza : bastano semplici e incontrollate voci dell’approssimarsi del nemico perchè parte della truppa cerchi scampo nella fuga. La difesa di un territorio, quale quello sforzesco, circoscritto da gente avversa, fa nascere, accrescere e ingigantire le esigenze di alloggiamenti per i soldati, che destinati alla difesa contro i nemici esterni, mal si adattano a salvaguardare la tranquillità delle piccole e grandi comunità. Comunità che mal sopportano tale presenza, cagione di gravi scontenti non solo e non tanto per gli aggravi finanziari, ma per gli inconvenienti con i quali i militari si sbizzarriscono a rifarsi del ritardato e insufficiente soldo con sottrazione di cose e di frutti della terra, giungendo perfino ad asportare il bestiame, prezioso strumento con cui il contadino lavora il campo, da cui ricava l’essenziale per potere quotidianamente porre una ciotola piena dell’usuale pasto sul misero desco “fiorito d’occhi di bambini”. Dal canto suo Francesco Sforza, ben conscio di tutto ciò, ritiene opportuno, per raddrizzare torti, rendere saggiamente giustizia e governare con il consenso del popolo richiamarsi all'usato, a quanto, cioè, si faceva al tempo addietro, ai giorni del " suocero e padre", com'egli andava ripetendo. Era, perciò, indispensabile dare ai sudditi un ben visibile e poderoso segno dell’affermazione della sua autorità, che coadiuvasse a instillare nelle loro menti la persuasione della continuità di una signoria, che era stata ieri viscontea, e che era al presente sforzesca, ma le cui leggi e le cui disposizioni, pur " mutato nomine," non si discostavano da quelle del precedente signore. E subito , quasi all’indomani della presa di Milano, vede, come vindice per tutti del suo potere e della sua determinazione di comando, la ricostruzione di un possente castello, che imponga disciplina ai sottoposti e incuta timore ai nemici. Abbattuto, come è noto, quello visconteo, dagli uomini della Repubblica Ambrosiana, perché ritenuto simbolo della tirannide, il nuovo signore profonde, nella tenacemente voluta fortezza cittadina, notevoli sostanze e ne segue, passo passo, il crescere. Alla sua realizzazione convoglia le maggiori possibili prestazioni. La generalità dei sudditi sono chiamati a contribuire, dopo che tutti i Milanesi hanno (poco conta quanto sponte) annuito alla sua edificazione, lasciando solitario l’unico oppositore, il giureconsulto Piattino Piatti, che scorgeva nella sua realizzazione una permanente minaccia alla libertà dei sottoposti. 1 Francesco Sforza teneva all'amore del popolo, ma, da signore avveduto, non ne ignorava la naturale instabilità e, perciò, a quel simbolo di potenza non intendeva rinunciare, anzi, ne sollecitava (come i documenti ripetutamente testimoniano) insistentemente il compimento. Da poco si era posta la prima pietra (5 giugno 1450) e già il 18 settembre 1450 manifestava la sua impazienza perché i lavori avessero un'accelerazione. Impone al capitano e alla comunità di Monza che "pro expeditione castri Porte lovis" devono consegnare al famigliare ducale, Rizzardo d'Avignone, "carra duo fulcita hominibus, victualibus et aliis necessariis". Altrettanto ordinerà ai podestà di Abbiategrasso e di Rosate. Un carro, egualmente equipaggiato, ne daranno Binasco, Lacchiarella, Siziano, Locate, Vidigulfo, Bascapè, ecc. Sulla universale partecipazione all'edificazione di tale imponente costruzione era inflessibilmente esigente. Se alcune località del vicariato di Gallarate si dimostreranno renitenti a collaborare, egli farà capire che non ammetterà mai alcuna diserzione a tale obbligo e, deciso, replicherà (14 ottobre 1450) al capitano del Seprio: "intendimo che ogniuno del dicto vicariato li debba contribuire".Non solo vuole che si faccia tale castello, ma pretende pure che si faccia di tutto perchè lo si abbia subito. Centrale sua preoccupazione è che " dicto nostro castello sia fornito prestissimo" (21 novembre 1450), e ne espliciterà pochi giorni dopo (8 dicembre), la ragione:è la “ cosa dove pende molto el facto nostro". Di più: l’esigenza di un centrale ben munito e possente castello viene dallo Sforza associato alla volontà di avere fortezze e rocche ben salde, disseminate sul territorio : "le fortezze et le roche è la principale cosa che habiamo in lo stato nostro". Volendo, da uomo pratico dell’ambiente militare, testare quanto nella reatà esse siano valido presidio del territorio manda a ispezionarle Giovanni Orombelli, esigendo da lui che "in scriptis"gli dia un resoconto di "come sono guardate, se li castellani e conestabili tengono li fanti che degono tenere, segondo la lista che Cicho ha data...; le monicione che gli sonno et quello ti pare gli bisogna." Disposizioni necessarie. Non vuole che si debba constatare, come ebbe lui stesso a denunciare (12 novembre 1450) al castellano della rocchetta di Cremona, "che li fanti vostri et voi medesimi, anchora a tempo di nocte,... andati a vendemiare le uve et fructi deli nostri cittadini et poveri homeni....Credevamo pur dovessevo essere quilli che ve reputavamo et non dovessevo mettere il facto nostro in pericolo et talle schandolo, quale è aprire de nocte le nostre fortezze et lassarle a quello modo in possanza deli fanti". Quanta insoddisfazione in quel: "credevamo pur essere quilli che ve reputavamo"! Scontento che il duca avrà ancora modo, in molteplici occasioni, di attestare nei riguardi dei suoi soldati a constatazione che la gente che egli governa non si è ancora ripresa dagli scossoni politici che si sono succeduti nei tre anni successivi alla morte di Filippo Maria Visconti. Il senso della disciplina e il dovere dell'ubbidienza stenteranno a essere una nota distintiva sia dei militari che degli ufficiali civili dello stato. Avrà motivo di rimbrottare, ancora il 3 giugno 1451, l'uomo d'arme Ungaretto di Ungaria per avergli detto, e lui sa "quante volte et con quanta instantia", di lasciare Gravellona Lomellina, ma egli non s’è mosso, né servirono le "minaze": egli s’è comportato "pezo che mai". Tale il comportamento di un uomo d'arme, e affatto dissimile è stato quello di un ufficiale ducale, Battista de Burgo, commissario di Oleggio, al punto da indurre il duca alla sconfortante ammissione che si ha " poco concepto de obbedire le nostre lettere" (11 dicembre 1450). E neppur più affidante attenzione mostra agli ordini sforzeschi lo stesso capitano del Seprio, se lo Sforza deve deplorare d'avergli scritto "più altre nostre lettere", perchè gli segnalasse quanti uomini e cavalli "Iogiano nel Seprio". Non un accenno di risposta. Allo Sforza non resta che contestargli: “tuto cognoscimo procedi per la poca stima fai dele littere et comandamenti nostri". (14 dicembre 1450) Se l'attenzione si sposta dai laici agli ecclesiastici la sensazione che se ne trae è che gli ordini ducali siano acolti con la medesima , se non maggiore “nonchalance” Lo Sforza scrive ( 5 novembre 1450) al vicario vescovile di volere "ad contemplacione nostra conferire lo canonicato" a prete Tommaso Visconti. L'invito ducale, non solo è disatteso, ma si elegge tutt'altra persona dal patrocinato "camorero" sforzesco. Il signore non tollera lo sgarbo pretesco e s’impunta. Rivendica obbedienza e s’impunta a esigere la riforma della decisione, nettamente esigendo che la scelta cada sul suo raccomandato, che dovrà essere eletto "in canonico solennemente". 2 Né è pago, la sua reazione lo porta ad ammonire, mirando anche prevenire probabili future disobbedienze: "nostra intencione è che non siano impetrati alchuni beneficii, tanto delli riservati in corte, quanto deli non riservati et de tucti quilli se expectano alla collazione vostra". L'irritazione sforzesca per un'altra noncuranza ecclesiastica alle sue sollecitazioni per il conferimento del canonicato a prete Giovanni Bassano lo fa sbottare in una finale affermazione che ha del grottesco. L'arciprete di Mulazzano non si dà per inteso. Il duca lo rampognerà per non aver "voluto fare niente, stimando... le nostre littere quanto ve scrivesse lo minimo diacono habiati". L’imperativo ducale sarà perentorio : s’ha da " elleggere et deputare al canonicato esso prete Zohanne", e ammonirà il renitente che, all’occorrenza : "saremo essere vescovo et abate, prete et canonico" (15 novembre 1450). Al di là di simili forzati atteggiamenti, sempre, comunque, nella riaffermazione dei suoi diritti di signore dello Stato, il comportamento sforzesco verso il clero è nella normale correttezza. Ben testimoniati sono i rapporti del duca con il cardinale beneventano, Astorgio Agnesi, che, come gli dirà lo stesso Niccolò V, "excellentie tue ...plurimum afficitur". E' il prelato cui lo Sforza si rivolge in svariati casi e per le più svariate occorrenze, specie se desidera o è necessaio che la richiesta dello Sforza arrivi al pontefice. come avverrà quando perorerà (12 novembre 1450) il conferimento a Gabriele Maino della commenda della milanese abbazia di San Celso, abbazia che è “preso le mura dela citade, loco importantissimo". Lo Sforza si dilunga a confutare "la informacione data alla santità de nostro signore, più a voluntà che a raxone" per impedire che il beneficio sia conferito al suo "affino", e giunge quasi a sfidare il pontefice per una verifica in loco della verità delle sue asserzioni. “La santità de nostro signore mandi ad havere informacione dal canto de qua". Lo chiede "per respecto nostro", a dimostrazione che non scrive avventatamente e chiede di venir appagato in testimonianza di non essere "in poco precio cum la santità de nostro signore, quando... non poteremo ottenere uno simile beneficio". Il papa lo accontenterà.( Poco conta che un mese dopo (16 dicembre) si proporrà il Maino per uno scambio con l'abbazia di San Pietro di Civate). Dal papa otterrà pure (tramite un altro intermediario) che Giovanni da Capistrano lasci Siena, che lo vuole trattenere, e si porti a Milano, ove è tanto atteso dal duca e dal popolo milanese. Popolo milanese, che pare venga scosso da un tal monaco, Martino da Lesa, che, smesso l’abito monacale con il solo consenso del padre, se n’è uscito dalla Certosa di Pavia, ritornando "a l'habito et vita mondana: cosa nefanda et vergognosa al mondo". Il duca non crede di poter tollerare tanto ardimento e spedisce immediatamente l'ordine al padre di ricondurre il figlio tra le mura del convento. L'avvenimento è di tal gravità, da creare grandissimi disagi alla gente, perché, "siando lui continue in excomunicatione..., qualunque gli parla cade in scomunicatione". Tutto ciò premesso, dieci giorni dopo (22 novembre), lo Sforza avvertirà il capitano del Lago Maggiore perché, occorrendo, intervenga il "brazo seculare ad moderare questo fatto", onde, "per ogni via et rimedio oportuno .…effectualmente" il défroqué ripari nuovamente nella Certosa. Tutto s’acquieterà quando il giovanotto, ripreso l’”habito moniale”, riparerà nuovamente accanto a quel gioiello dell’arte che è la Certosa di Pavia e riprenderà l’”habito moniale” a seguito di una bolla papale. Non a bolle papali, ma a pressioni ecclesiastiche dovrà far ricorso (16 aprile 1451) Francesco Sforza, perché il vicario vescovile rimuova il divieto ai dazieri di Piacenza di confessarsi, proprio in vicinanza della Pasqua. Non si capacita di tale inibizione, considerando "quod licitum esse nobis et premissum exigi posse facere et debere vectigalia ordinaria absque ulla imputatione." Si tolga, quindi, ogni impedimento all'effettuazione delle confessioni. Dei dazieri si interesserà ancora lo Sforza, ma non per difenderli, bensì per richiamarli e, in ispecie, rimbrotta sia quelli di loro che lasciano condurre gran "quantità de biada ..,non facto ancora el pagamento deli dacii de (Milano) como de Como" (3 novembre 1450). Negligenza nell'assolvere il proprio dovere nella riscossione della dovuta tassazione, da una parte, sprovveduta applicazione di una norma, dall'altra , per cui il duca deve (21 novembre 1450) deplorare i dazieri di Piacenza che esigono il pagamento del "datio per le biade, quale 3 vanno per l'uso della corte," e motivano il loro intervento nella mancanza di sottoscrizione ducale sulla licenza di trasporto. Atri eccessi dei dazieri non mancheranno. Succederà che l'ebreo Moysè da Cremona debba far ricorso al duca, (4 gennaio 1451) perché viene "molestato per el dacio delli uxorari de Cremona, nel quale dice non havere a fare niente et averli renunciato". Il duca anche allora interverrà, "perché non voramo che lui (Moysè) né nessuno fosse menato alla lunga per subterfugi et cavilacione". Se mai una merce gode (o soffre) di un primato di tassazione, detta merce è il sale, da cui lo Stato trae la maggiore delle sue entrate: da ciò la gelosa cura perché tale tassa sia dovunque e da chiunque riscossa, non essendovi privilegio che ne consenta la esenzione. Lo Sforza avrà modo di ribadirlo (11 maggio 1451) al conte Franchino Rusca : "in li privilegi feudale...havimo reservati per nuy...la gabella del sale et certi altri datii." Siccome il conte ne impedisce l'esazione, pronta arriva l'ammonizione del duca: "non vi impazati per modo alcuno, immo lassati scodere per li datiarii... senza contraditione alcuna". Semmai fosse ancora necessario attestare in quale conto il signore di Milano tiene il sale, basta rivedere quanto egli ha scritto (2 ottobre 1450) al doge di Genova, Piero Campofregoso, quando lo sollecita a fornire tale merce con puntualità e abbondanza, "considerato quanto importa allo augmento et conservatione de l'intrate nostre che se habia del sale in copia per uso delle gabelle nostre necessario,...il mancamento del quale ce ritorna in grande detrimento della Camera nostra." Se è tanto prezioso e tanto indispensabile alle fortune finanziarie dello Stato e se è di tanto (anche imposto) consumo, è naturale accorgimento della furberia (o dell’intraprendenza per avere di che vivere)che nello smercio di tale bene vi si inserisca il "frosatore". Appartiene, costui, a quel genere di persone truffaldine, delle quali non si lamenta la mancanza sul lago di Como, come gli denuncerà (12 ottobre 1450) Boniforte Guarguaglia. Il duca lo ringrazierà dell'informazione fornitagli e avrà modo nel contesto della missiva di soggiungere: "considerato che al procedere più oltre contra li dicti frosatori specta al nostro capitano del lago di Como, volimo che tal inventione debbi dare al dicto capitano et informarlo di tutto come la cosa passa, sichè lui possa fare circa ciò quanto richiede il suo officio”. Rispetto ducale delle competenze, che, nel contempo, rivela nel signore costante avvertenza di ammonire i sudditi sui compiti e sulle connesse responsabilità di ciascun ufficiale dello Stato, su cui si vuole ( o, almeno, aspira a che) si imperni il buon governo. Sensibilità per le competenze,ma esercitate, però, sempre nei limiti della legalità Così, in tema di giustizia, lo Sforza avverte (12 ottobre 1450) il luogotenente e il podestà di Alessandria, ai quali spetta "ius facere", che nel giudicare i malfattori (come sono quelli che hanno tra le mani, autori di “ robbarie et homicidii") vogliano "havere bona advertentia che, non avendo sufficienti et evidenti inditii, non proceda(no) ad tortura, né ad acto personale, ma proceda(no) maturamente et cum grande diligentia, et advertentia che non siano artati et torturati fuora del dovere." Sapienti norme di procedura, come quelle che farà praticare il duca ordinando che si sospenda (1 novembre 1450) un processo perché l'imputato, Cazanimico Spinola, "ex supremo Ancianorum magistratu" è impegnato nei compiti di tale magistratura e non può, di conseguenza, assentarsi da Genova per portarsi a Milano, ove la causa, “reo legitime absente”, verrebbe irregolarmente trattata (principio oggi tanto ovvio, ma che allora tanta ovvietà non doveva sempre avere, come appare evidente dal fatto che il duca debba intervenire a reclamizzarlo, sia in questo che nel caso successivo). Lo stesso indirizzo processuale verrà osservato quando dei poveri borghigiani non potranno accedere a Milano, perché nei loro luoghi infierisce la peste. Di tutt’altra, e opposta, specie è il caso offerto dagli abitanti di Ottaviano. Essi non consentono a Giorgio Trotti di "exequire la iustitia". Interviene allora lo Sforza e minaccia: "vi daremo ad vedere che faciate male et che ne dispiaza". Altrettanto severo è con chi vuole arrogarsi compiti di giudice: "qui havemo nostri officiali, non intendendo che iusticia manchi a niuno" e, in aggiunta, avverte che vi è un supremo regolatore del diritto: lui, "qui non volimo altro signore che noy." (30 dicembre 1450). 4 Che sia lui il signore, lo dimostra con una vigilanza insistita sul comportamento di coloro cui ha trasmesso poteri di intervento. Non gli è dato di capire (26 gennaio 1451) perché il luogotenente di Alessandria non sia intervenuto contro "li dishonesti portamenti et tristi, quali fanno li conestabili delle porte della città." Non vi è nessuno che passi per dette porte senza che i connestabili "non vogliano torre la parte loro". Chiudono le porte "più a bona hora che non debeno" per pretendere un balzello da chi deve entrare in città. L'accusa ducale cala sul luogotenente: simili malefatte "non poterissevo essere senza imputatione, non avendoli provisto, como è vostro officio". E, a ribadire quanto gli aveva già scritto (10 novembre 1450), lo ammonisce: ''l'officio vostro è de far ragione". Il capitano di Casteggio gli invia dati inesatti. Il duca, di rimando, lo gratifica di incapace: "o che tu non sai fare quello che te scrivemo o che tu non lo voli fare". Lo rimette alla prova e gli rifà la richiesta di una precisa lista di uomini e cavalli ivi stanziati, pretendendo da lui una risposta "chiara et neta et...vera". AI castellano della rocchetta di Parma che persevera nei mali modi "tanto in fare tristissima guardia quanto in ogni altra cosa", dà il benservito: lo licenzia, "ad ciò non intervenga sinistro alcuno". AI rimprovero e all'esonero sa opportunamente accompagnare, là ove occorre, la ricompensa, facendo prevalere la meritevole prestazione sulla letterale formalità delle disposizioni. E' il caso di Cristoforo da Mozzanica de Ghislieri. Il duca impone al podestà di Covi e Antignago (10 gennaio 1451) di pagare Cristoforo "integramente...del suo salario...nonobstante ch'el non avesse littere confirmatorie oltre li sei primi mesi del dicto officio". Quel che allo Sforza importa è l'efficienza del servizio durante tutto il mandato e Cristoforo "se è portato bene et laudabilmente in questo officio". Osservatore attento dei comportamenti umani, traduce tale sua qualità in ammaestramenti al fratello Alessandro che va a Firenze. "Perché il magnifico Cosmo scrive una cosa et li excelsi signori fiorentini ordinano un'altra, vedi di portarti per la via di mezzo cum tali modi che né l'una parte né l'altra ti possa dare imputatione, ma piuttosto commendatione". Più naturali e spontanee e senza impicci di opportunità scivolano le parole del duca quando volge il discorso alla caccia. Sono ringraziamenti (3 dicembre 1450) a Novello Malatesta per il falcone inviatogli: "el quale molto ne piace". Ne mandi pure degli altri, "perché de tali uzeli se deletamo". Eguali espressioni di gratitudine invia (29 dicembre 1450) a Borso d'Este per il "paro de falconi mandatine". Nulla di nuovo ! Attestazioni delle simpatie venatorie del duca ci sono note: le ha inequivocabilmente già espresse (25 novembre 1450) al futuro capitano della Lomellina : “havemo ad core le caze..(che) volemo sianno preservate per li solazi et piaceri" suoi e della consorte. Carlo Paganini 5 NOTE AL SECONDO REGISTRO DELLE MISSIVE SFORZESCHE Il registro n. 2 delle Missive Sforzesche reca sulla costa il seguente titolo “A.S.M. ARCHIVIO DUCALE SFORZESCO – REG. MISSIVA 1450 – 1451” Si tratta di un registro cartaceo di cc. 1r – 478r, le carte, secondo l’antico sistema di cartolazione, sono numerate sul recto. Il registro reca una altra numerazione poste a matita in basso al centro di ogni pagina (uguale sia per il recto che per il verso), che non sempre corrisponde alla numerazione in alto a destra. Numerose sono le carte bianche: 11r – 21v; 24r – 68r; 140r. Vi sono inoltre varie carte mancanti: 387r – 403v; 418r – 445v; 455r – v. 23r – v; 142r – v; 198r – v; 262r – v; 353r – v; 368r – v; Alba Osimo 6 1 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AGLI UOMINI DI CASTELNUOVO PIACENTINO DI AVER CONCESSO IN FEUDO NOBILE E GENTILE AL CONDOTTIERO GIACOMAZZO DA SALERNO LA LOCALITÀ DI CASTELNUOVO CON TUTTI I POSSEDIMENTI, DIRITTI, ENTRATE,GIURISDIZIONE E LA FORTEZZA DEL LUOGO 1450 febbraio 3, Vimercate. 1r MCCCCL die iii februarii, in Vicomercato comuni Castrinovi Placentini. Dilecti nostri, ve avisamo como nuy havemo dato in feudo nobile et gentile alo spectabile et strenuo nostro compadre et conductero carissimo Iacomacio da Salerno quela nostra terra et forteza de Castelnovo cum tute le sue ville, possessione, honori, utilitate, intrate et commoditate, iurisdictione et dritto d'aqua; et che d'essa terra, forteza et ville et d'ogni altra cossa licite spectanti pertinente a Castelnovo predicto possa disponere et fare como a luy parerà et piacerà et co mo possemo nuy medesimo. Pertanto volemo et per lo tenore dela presente vi comandiamo che de questo dì inanci voy debeati obedire al dicto Iacomacio in tute quele cosse che luy vi dirà, ordinarà et commanderà como faressevo la nostra propria personna. Et cossì da questo dì presente inanci volemo respondeati al dicto Iacomacio, o ad altri che luy vi dicesse, ogni intrata et commoditate che se perciperà de quela nostra terra et dele sue possessione, ville et iuri sdictione de Castelnovo predicto, perché cossì è nostra voluntà intentione, avisandovi che dal dicto Iacomacio voy sareti tuti benissimamente tractati et veduti, per modo che ogni dì restareti de luy meritamenti ben contenti et satisfacti. Et per più vestra chiareza et ad ciò vidiati che que sta sia la nostra voluntà et intentione, habiamo suttoscripto la presente de nostra propria mano. Data ut supra. Iohannes. 2 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AD ANTONIO DA DESIO, PODESTÀ DI CASTELNUOVO PIACENTINO, LA CONCESSIONE IN FEUDO DI DETTA LOCALITÀ CON TUTTE LE SUE PERTINENZE A GIACOMAZZO DA SALERNO, A CUI DEVE FARE LA CONSEGNA DI TUTTO 1450 febbraio 3, Vimercate. Antonio de Dexio, potestati Castrileonis Placentini. Antonio, perchè havemo donato in feudo nobile et zentile allo spectabile nostro compare et conductero Iacomazo da Salerno quella nostra terra de Castelnovo de Piacentina cum le forteze, possessione, ville et tucte sue iurisditione come tu vederai che nuy scrivemo a quelli nostri homini de Castelnovo, volemo, et cossì per la presente te commandiamo, che a qualuncha messo del dicto Iacomazo che ti porterà littera subtoscripta de sua propria mano ad ogni sua posta et requisitione tu li debbi consignare liberamente et senza alcuna contradictione quella nostra terra de Castelnovo predicta cum le sue forteze, terre, ville, possessione et ogni altra cosa expectante alla dicta terra et loco de Castelnovo. Et facta haverai dicta consignatione, tu venerai subito qui da nuy et non dimorare più là; et non guardare che noi non te mandiamo li contrasigni perché qui in campo non habiamo la cassetta d'essi contrasegni, quale è ad Lode, ma per più toa chiareza habiamo sottoscripto la presente de nostra propria mano. Data ut supra. Iohannes. 7 3 FRANCESCO SFORZA COMUNICA A G IACOMO BOLOGNINO D’AVER MANDATO NELLA ROCCA DI SANT’ANGELO IL MARCHESE DI COTRONO: VUOLE CHE LO TENGA IN STRETTA SORVEGLIANZA E NON GLI CONSENTA DI COMUNICARE CON ALTRI . GLI ORDINA, INOLTRE, DI NON LIBERARLO SE NON IN SEGUITO AD UNA LETTERA DA LUI DUE VOLTE SOTTOSCRITTA 1450 febbraio 25, Vimercate. 1v Iacobo Bolognini in Vicomercato, die xxv februarii 1450. Iacomo, nuy vi mandiamo el marchese de Cotrono perchè lo tenghi lì in quella rocha de Sancto Angelo et lo habiamo voluto piutosto mandare a ti che a niuno altro, perchè sapemo a chi lo mandiamo, et ne pare potere dormire securo. Et pertanto volimo lo debbi acceptare cum lo suo regazo solamente et lo tenirai in una camera quale meglio parirà a ti, dove possa stare comodamente et cum tale guardia de persone fidate, cum tale diligentia che non possa per alcuno modo fugirsine, al quale non vogliamo li possa parlare niuno senza nostro bullectino et licentia, non ma coloro che l’havirano ad guardare et governare, advisandoti, Jacomo, ch'el dicto Marchese è multo astuto et malitioso, sì che tanto più è d' haverli bona cura et circa lo vivere suo siamo contenti habbia bono tractamento. El quale marchese tu non lassarai mai se prima non vedi littera nostra che dica dela sua liberatione sottoscripta dui volte de nostra propria mano, come questa presente, como tu vedirai. sì che in conclusione fa per modo che tu nelo sappi reconsignare come tilo facimo consignare a ti. Data ut supra. Franciscusfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Franciscusfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Iohannes. 4 FRANCESCO SFORZA COMUNICA CHE MATROGNANO COIRO GLI HA CONSEGNATO LA FORTEZZA E IL CASTELLO DI COMO: GLI SARANNO DATI 1000 DUCATI D’ORO PER IL SERVIZIO DA LUI PRESTATO AL TEMPO DELLA REPUBBLICA AMROSIANA 1450 marzo 6, Vimercate. 2r Magistris intratarum. Perché nuy siamo convenuti con Matrognano Coyro, castellano del castello de Como che luy ne consegna la dicta forteza et castello de Como, et nuy gli havemo promisso dargli mille ducati, cioè ducati 1000, quali dice resta havere dal servito suo et per spexe et damno supportato per tenere quella rocha al tempo dela libertà de Mediolano. Pertanto volimo che, como siano incantati li datii dela dicta nostra città de Como, gli faciati assignatione che delli primi denarii se caverano delle intrate dela dicta nostra città de Como, siano pagati al dicto Matrogniano ducati mille d'oro a ratione de soldi sexantaquatro per ducato. Et questo fati liberamente et senza alcuna exceptione nè contraditione, perché così è la voluntà nostra. Et perché siati più chiari de questo havemo sottoscripta la presente de nostra propria mano. Et così da mò ve ordinamo et commettemo non pagati ne fati pagare dinaro alcuno senza nostra littera sottoscripta de nostra propria mano como è questa. Ex campo nostro felici in Vicomercato, die vi martii 1450. Franciscusfortia Vìcecomes manu propria subscripsit. Cichus. 8 5 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE VENGANO VERSATI A FERMO DA LANDRIANO 300 DUCATI, COME GIÀ ASSEGNATIGLI , PER AVERE CONSEGNATO LE TORRETTE DI TREZZO. 1450 MARZO 13, MONZA. Domino Antonio de Minutis et magistris intratarum. Altra volta, como ti, ser Antonio, sey informato, facessimo assignare ad Fermo de Landriano, che ne deti le torrecte de Trezo, ducati trecento in Pavia et non gli ha possuto havere. La casone per la quale sia proceduto non sapimo, Il perché volimo che, avuta questa, vuy faciatì una assignacione al dicto Fermo in qualche locho dove ve pare, sichè luy per ogni modo habii li dicti denarii, et che per tal casone non ne bisogna scrivere, attento maxime lo servitio che ne ha facto lo dicto Fermo. Data, Modoetie, die xiii martii 1450. Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 6 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SIANO DATI A GIOVANNI DA MELZO 1200 DUCATI D’ORO PER IL RISCATTO DI ALCUNI PEGNI 1450 marzo 18, Monza. Magistris Intratarum. Perché nuy havimo alcuni pigni alle parte de Sotto, deli quali è informato Iohanne da Melzo, cittadino de quella nostra città, presente portatore, pertanto volimo che al dicto Iohanne da Melzo debiati, recevuta questa, fare assignatione sopra le intrate de quella nostra città de ducati mille ducento d'oro, perché possiamo rehavere li dicti pigni nostri. Ex Modoetia, die xviii martii 1450. Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 7 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE VENGANO DATI, IN PIÙ RATE NELL’ANNO IN CORSO, 220 DUCATI D’ORO AL CASTELLANO DELLE TERRE DI OLONA PER AVERLE SOTTOPOSTE AL DOMINIO SFORZESCO 1450 marzo 16, Monza. 2v Magistris intratarum. Siamo rimasti d’acordo cum el castellano dele terre de Ologna del locho nostro de Como, la quale è reducta ad la nostra obedientia, et dargli per le paghe soe ducentovinti ducati, dele quali volimo li ne debiati respondere la terza parte de presente, el resto, cioè l’altre doe parte, volimo li debiati assignare sopra le intrate nostre de Como de l’anno presente, sichè per tuto questo anno venga ad essere integramente satisfacto de la dicta quantità de ducentovinti ducati. Ex castro nostro Modoetie, die xvi martii 1450 Li quali ducati intendimo che siano d’oro. Data ut supra. Franciscusfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 9 8 FRANCESCO SFORZA ALLA RICHIESTA DI FRANCESCO CRIVELLI, CASTELLANO DI UNO DEI CASTELLI DI BELLINZONA, DI 400 DUCATI PER IL SERVIZIO PRECEDENTEMENTE SVOLTO, VUOLE CHE CONSTATATONE LA REALTÀ GLI SI DIANO, AL PRESENTE, 100 DUCATI 1450 marzo 28, Milano. Magistris intratarum nostrarum. Francischo Crivello, castellano de uno dei castelli da Berinzona, dice dovere havere più de qua trocento ducati per lo suo servito del tempo passato; et perché nostra intentione è che gli sia sati sfatto, ve commettimo et volimo che fazati vedere le ratione sue et ne avisati de tuto quello che realmente el resta habere per lo suo servito passato, et ulterius gli fazati rispondere al presente de cento ducati da essere compensati nel dicto suo credito, mediante li quali se possa levare da la dicta rocha, como havemo ordinato. Data, Mediolani, die xxviii martii 1450. Appresso volimo che ad Antonio dala Chiesia fazati dare et exbursare vinti ducati d’oro per pretio de certo feno dato per luy ad Monza per uso della corte nostra mettendolo per spexa consumata. Data, ut supra. Franciscusfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 9 FRANCESCO SFORZA AI MAESTRI DELLE ENTRATE PER SALDO DEL CREDITO DI FRANCESCO DE MONTE 1450 aprile 18, Lodi. 3r Magistris intratarum. Iuxta factam per nos requisitionem Francischo de Monte, olim thexaurario civitatis nostre Parme, subvenit ille nobis de ducatis tercentum, a soldis lxiiii pro ducato, per eum hic modo nobis exbur satis; volumus ergo et mandamus quatenus ipsum Franciscum de dictis ducatis tercentum credi torem camere nostre in et super libris illis de quibus expedire videbitur et opus fuerit fieri ex nunc faziatis. Cum autem per referendarios nostros generales idem Franciscus camere nostre creditor compertus fuerit de libris novemcentumnonagintaquinque soldis decem et denariis undi cim ipsi occaxione administrationis dicte thexaurarie a kalendis proxime preteriti mensis ianuarii retro et proinde quia intendamus quod tam de hac ipsa pecunie summa quam de predictis ducatis tercen tum ei satisfiat, sicut dignum est, fatiatis assignationem sibi fieri, sicut et nos per presentes face mus firmam quidem et validam de ipsis ducatis tercentum et libris novemcentumnonagintaquin que soldis decem et denariis undecim imperialium super primis pecuniis datii introytus portarum premisse civitatis xxxxxxx mensibus Januarii et februarii ani proximi venturi 1451 pro rata, cum utilitate etiam duorum pro centinario singulo mense, usque quo huiusmodi denarios fuerit conse quutus, faziendo de premissis omnibus fieri ex nunc scriptum et expediri confessiones quaslibet necessarias prout idem Francischus duxerit, requirendo in modum quod prescriptas denariorum quantitates, simul cum utilitate predicta modo et ordine quibus supra, consequi veniat et habere, incipiendo utile pro dictis ducatis trecentum et libris novemcentumnonagintaquinque soldis de cem et denariis undicim; ponendoque dictos ducatos trecentum pro expensa consumata si expe diens fuerit, declarantes et volentes quod propter fiendas in futurum quibusvis assignationes aliquas super datio supradicto derogari non possit neque debeat huic ipsi asignationi presenti. Data Laude, xviii aprilis 1450. Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 10 10 FRANCESCO SFORZA ORDINA IL PAGAMENTO DEL CREDITO DI FRANCESCO DA MONTE CHE I MAESTRI DELLE ENTRATE AVEVANO ERRONEAMENTE ASSEGNATO A DEBITO 1450 aprile 28, Lodi. 3v Magistris intratarum. Ritrovandose Francisco da Monte, olim vice thexaurero dela nostra città de Parma, haverne subvenuto per li nostri bisogni de ducati tricento et altri havere exbursati nel offitio della thexauraria libre novecentonovantacinque solidi deci denarii undeci de imperialibus più che non ha havuto de intrata, como appare nel suo calculo de ragione facta per li nostri referendarii generali, ve scripsemo che fessene creditore a li libri dela nostra camera el dicto Francisco deli dicti ducati 300 et dele dicte libre 995, solidi 10 et denari 11 de imperiali et che gli ne fessene lo assignamento dele dicte quantitate cum la utilità de duy per cento el mese fina ala sua integra satisfatione. Hora intendemo che lo havete facto debitore de le somme predicte et non creditore et che li voleti fare retentione de capsoldi de quelli denarii che luy se trova havere sborsati contanti nel dicto offitio dela thexauraria, che non ne pare cosa conveniente. Pertanto volemo servati modo ch’eI dicto Francisco sia facto creditore dele predicte quantità de ducati trecento a soldi 64 per fiorino per ducato, dele dicte libre 995, soldi 10, denari 11 de imperiali et che gli ne fazati lo assignamento senza alcuna retentione de capsoldi sopra li datii che altra fiada ve scripsemo, como è debita e conveniente cosa. Laude, die xxviii aprilis 1450. Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 11 FRANCESCO SFORZA ORDINA IL PAGAMENTO DEL MENSILE A TOMMASO DA BOLOGNA 1450 aprile 27, Lodi. Magistris intratarum. Havemo el spectabile Thomasio da Bolognia nostro carissimo commissario a Como e in quelle parte, como sapeti, al quale havemo taxato quaranta florini el mese per quello tempo ch’elo starà lì e luy, como nostro servitore, è restato contento de quanto ne è piaciuto. Pertanto volemo, e così vi commandiamo, che, senza alcuna exceptione, gli fazati rispondere ogni mense quaranta fiorini su quelle nostre entrate di Como, como è nostra intentione. Data, Laude, xxvii aprilis 1450. Cichus. 11 12 FRANCESCO SFORZA LASCIA A PIETROMARIA ROSSI LA LEVA DEL SALE, SALVO IL RELATIVO ADDEBITAMENTO ALLA CAMERA SFORZESCA 1450 aprile 28, Lodi. 4r Magistris intratarum. Li pagamenti del dinaro havesseno a fare ad la camera nostra li comuni et homini del spectabile nostro conductero Petromaria Rosso per la leva del sale haveranno ad fare, comenzando a kalende de mazo de l’anno presente et seguendo per tutto el presente anno vogliamo, et così espresse ve commandiamo, li lassati exigere et retenire in sé al prefato miser Petromaria, non= obstante alcuna cosa in contrario, perché così è nostra intentione. Data, Laude, die xxviii aprilis MCCCCL. Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscrpsit. Cichus. Et de questo sale fariti debitore Petromaria dela camera nostra. 13 FRANCESCO SFORZA ORDINA L’ESECUZIONE DI ORDINATIVI SOTTOSCRITTI DA ANTONIO DE MINUTI 1450 aprile 14, Lodi. Magistris intratarum. Perché accadono et accadrano pur continuo farsi dele spese per la camera nostra che dovendo aspectare ogni volta littera sottoscripta de nostra propria mano, secondo l’ordine dato, non si poriano così exequire le cose ad tempo et ne poria seguire alle volte per cose minimi inconvenienti, però volimo e ve ordinamo che in similibus, zoè in cose de poca somma, che senza littera nostra sottoscripta exequati quanto ve ordinarà ser Antonio di Minuti refenderario et administratore, per soe littere scripte o sottoscripte de sua propria mano, perché luy è informato dela mente nostra. Ex Laude, xiiii aprilis 1450. Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit. 14 FRANCESCO SFORZA ORDINA AI MAESTRI DELLE ENTRATE L’OSSERVANZA DEL CAPITOLO FATTO A FERMO DA LANDRIANO, E CIOÈ ABBIA IL SOLDO PER 25 PAGHE IN RAGIONE DI 3 FIORINI PER PAGA MENSILE 1450 MAGGIO 9, LODI. 4v Magistris intratarum. L’invernata passata quando fornissemo le rochette overo torrette de là d'Adda per mezo Trezo, promettessemo a Fermo da Landriano, lì castellano, el capitulo qui incluso. Pertanto vi commet tiamo et volemo gli fazati observare quanto se contene in esso capitulo et ulterius gli fazati fare la prestanza de uno mese per le paghe gli forono promisse. Data Laude, die viiii maii 1450. Franciscus Sfortia manu propria subscripsit. Cichus. 12 Copia. Item lo sopradicto cancellero, nomine quo supra, promette al dicto Firmo che, per finchè piacerà ala excelentia del conte che esso Firmo stia per castellano dele dicte torrette, sarà pagato et haverà el soldo per paghe xxv, ad ragione de firini tri per paga singulo mense, cum hoc che lo dicto Firmo sia tenuto et debia tenere tutte le sopraditte page xxv bone et suffitiente et fare le mostra dele dicte page una et più del mese secondo et como parirà et piacerà a sua excelentia o ad altri per la signoria sua sopra ciò deputati. 15 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SULLE ENTRATE DI MILANO O DI PAVIA VENGA ASSEGNATO A GUGLIELMO DI MONFERRATO LA QUOTA MENSILE CORRISPONDENTE AI DUEMILA DUCATI D’ORO ANNUI CON LUI CONVENUTI 1450 maggio 27, Lodi. Magistris intratarum. Perché siamo obligati ter li capituli novamente facti con lo illustre ser Gulielmo de Monferà dargli ducati duomilia d’oro per anno in compensatione dele intrate de Alixandria, finchè altramente gli provederimo in qualche loco de intrata equivalente. Et pertanto volimo gli fazati assignatione in suso le intrate de Mediolano o de Pavia, per modo che la signoria sua possa havere dicti denarii de doy mesi in doy mesi per rata parte, et che provediati con effecto per modo la signoria sua resti contenta, perché nostra intentione è observarli quello gli havimo promisso et molto più. Et di questo fati ogni scripto et bullette opportune. Laude, xxvii maii 1450. Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 16 FRANCESCO SFORZA ORDINA UNA ULTERIORE ASSEGNAZIONE SULLE ENTRATE DEL SALE A CARLO GONZAGA 1450 maggio 28, Lodi. 5r Magistris intratarum. Volimo et semo contenti che oltra le doe assignatione facte al signore misser Carlo sopra quelle intrate nostre del sale, zoè l’una de ducati vii milia, l’altra de ducati iii milia et D cento gli fazati ancora per questa un’altra assignatione de ducati cinquecento, zoè 500, per vignara poy havere in tutto assignatione de ducati xi milia. Sichè della dicta assignatione de ducati 500 gli fati quelle littere vorà la signoria sua, et non manchi. Ex Laude, xxviii mai 1450. Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 13 17 FRANCESCO SFORZA ORDINA SIA FATTA UNA ULTERIORE ASSEGNAZIONE DI MILLE DUCATI ORO A CARLO GONZAGA 1450 giugno 11, Lodi. Magistris intratarum. Volirno che ultra li ducati xi milia ciòè undicimillia, di quali ha havuta assignatione lo illustre signore miser Carlo sopra le nostre intrate del sale, che li fazati l’assignatione de altri mille ducati oro, che venirà ad havere havuta assignatione in tuto per ducati duodicimillia; e fatilli dare de ciò quelle bollette et scripture vorà siché sia contento, e non manchi. Laude, xi iunii 1450. Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 18 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SIANO DATI A GIACOMO DA CAMERINO 1700 DUCATI PER RISCATTARE IL PEGNO CHE GIOVANNI DA TOLENTINO HA A FIRENZE 1450 giugno 15, Lodi. Magistris Intratarum. Accade uno bisogno molto extremo al magnifico nostro genero miser Zohane da Tollentino de al cuni argenti et robbe sono in pegno a Firenza per ducati milleseptecento d’oro, sive ducati mdcc, li quali pegni inpegnò l'anno passato per venire alli nostri servitii et condure la compagnia, et non mandando quisti denarii per tutto lo presente mese a Firenza, se perderanno dicti pigni, argenti et cose Et perché el damno d'esso misser Zohanne saria pur nostro et ancora ne saria incarico, però volimo tegniatì modo et via possibile che in contanti o per littera de cambio a Fiorenza ser Iacomo da Camerino presente portatore canzellario del dicto miser Zohanne, fra domane o l’altro sia facto contento delli dicti ducati rnilleseptecento, remosta ogni casone. Siché operati ogni vostro studio et dilligentia ch’el dicto ser Iacomo fra domane et l’altro, per ogni modo con effecto ut supra, sia facto contento. Laude, xv iunii 1450. Franciscus Sfortia manu propria subscripsit. Cichus. 19 FRANCESCO SFORZA ORDINA AI MAESTRI DELLE ENTRATE DI TROVARE MERCANTE O BANCHIERE CHE FACCIA AVERE DA NAPOLI, CON LETTERA DI CAMBIO, A NICCOLÒ ARCIMBOLDI 100 DUCATI D’ORO 1450 luglio 13, Milano 5v Magistris intratarum. A ciò che miser Nicolò Arcimboldo, nostro consigliero, possa perseverare in li nostri servitii, volimo che ritrovati qualche mercadante o bancheri che gli risponda a Napole per littera de cambio de ducati cento, cioè 100, d’oro, in modo ch’el dicto miser Nicolò li habia presto. Mediolani, xiii iulii 1450. Franciscus Sfortia manu propria subscripsit. Cichus. 14 20 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE LA COMUNITÀ E GLI UOMINI DI CASALMAGGIORE ABBIANO MILLE LIRE, RESTO DEI MILLE DUCATI D’ORO SOVVENUTIGLI 1450 agosto 8, Lodi. Magistris Intratarum. La comunità et homini de Casalmagiore del districto nostro de Cremona dicono essere creditori dela camera nostra de mille libre per resto de mille ducati d’oro di quali ne sovenerono, et recchedeno gli vogliamo fare fare assignatione del dicto resto sopra l’imbotate de quella terra in questo anno, como altre volte gli promissemo; et perché nostra intentione è che conseguano el debito suo, siamo contenti et volimo gli assignati esse mille libre sopra l’imbotade predicte, ita ch’el venga ad conseguire el debito suo. Data Laude, die viii augusti 1450. Cichus. 21 FranceSCO SFORZA ORDINA CHE SIANO PAGATI A COSIMO DE MEDICI I 200 DUCATI DA LUI AVUTI IN PRESTITO 1450 30 novembre, Milano. 8r Magistris intratarum. Meminibus ordinasse hac prossima estate et mandavisse quod magnifico fratri nostro carissimo domino Alixandro Sfortie respondeatur de ducatis quingentis aureis, ex quibus, cum camera nostra consequi non potuerit nisi ducatos trecentum solummodo necesse fuit alios ducentum ducatos cum mutuo recuperare, et recuperavit a magnifico carissimo Cosma de Medicis florentino; ut ergo Cosmas ipse nedum nobis verum etiam nostris munificum se et liberalem exhibere sem per se consuevit, ita et nos honoris debiti nostri esse, censemus providere quod restitutionem dictorum denariorum asequatur. Volumus itaque et mandamus quatenus eidem Cosme, sive Paulo de Castignolo eius nomine ipsos ducatos ducentum assignetis quenadmodum et nos per presentes assignamus super prima solvendis pecuniis ex datio macine civitatis huius nostre in mense augusti proximi anni 1451, faciatisque postmodum sibi de ipsis responderi ex primis, ut prefertur, tempore debito, nec minus ex nunc fieri scripturas et confessiones quaslibet proinde necessarias, si et prout opus fuerit, fieri fatiendo debitorem de ipsis ducatis ducentum prefatum dominum Alixandrum, prout convenit. Data Mediolani, ultimo.novembris 1450. Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 15 22 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE VENGANO ASSEGNATI 400 DUCATI D’ORO A MESSER CARLO 1450 agosto 23, Lodi. Magistris intratarum. . Volimo et ve commettiamo che alo illustrissimo signore miser Carlo, nostro capitano generale, debiate fare assignare, dare et numerare ducati quatrocento d’oro cioè ducati 400, de quelle iii milia libre che de’ exborsare Donato del Conte, per resto dele vii milia libre, e curati sia expedito presto. Aciò che el dicto signore miser Carlo se possa valere deli dicti denarii de presente, considerate el dice havere grandissima necessità per lo vivere suo proprio. Data Laude, xxiii augusti 1450. Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 23 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE VENGANO DATI 300 DUCATI D’ORO AL FRATELLO ALESSANDRO PER L’IMPRESA IN TOSCANA 1450 novembre 1, Milano. 8v Magistris intratarum. Perchè mandiamo al presente Alixandro nostro fratello verso la Thoschana ad alcuna impresa quale nuy gli havemo commiso, et pertanto volimo che gli fatiati dare o a Pavia o dove vi parirà meglio trecento ducati d’oro, cioè 300, facendovi fare le debite bollette et scripture sopra ciò espedienti et necessarie, et mettendoli per dinari consumati. Item faritigli vinti, cioè xx cellate, xx para de guanti et vinti gorgellini. Ceterum volimo che de quilli milleducento ducati, cioè 1200, quali ne restamo a Piasenza per l’anno presente, non gli debiati assignare ad alcuna persona, perché nuy gli havimo assegnati et ordinati a chi volimo siano dati. El spazamento predicto de Alixandro, subito ricevuta questa, daritelo a ser Michele suo canzellero. Mediolani, primo novembris 1450. Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 24 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SIANO RESTITUITI A LELIO FRADUZIO DUCATI 500 DA LUI AVUTI 1450 novembre 3, Milano. 9r Magistris intratarum. Subvenit alias mutuo nobis Lilius Fraduzius de Ancona de ducatis quinquegentum Venetis, prompte quidem libera manu et absque ullo prorsus interesse ; nos itaque restitutioni huiusmodi denariorum opportune providere intendentes, tum quia dignum est, tum ut ipse Lilius in futuris necessitatibus nostris subvenire etiam nobis possit, volumus et mandamus quatenus eidem Lilio dictos ducatos quinquecentum assignatis, sicut et nos per presentes assignamus, super quibuscumque intratis ordinariis nostre civitatis Cremone in mensibus augusti, septembris et octubris anni proxime futuri 1451 mensuatim pro rata solvendos, aut de ipsis assignationem sibi fatiatis alibi super quibusvis intratis nostris, prout melius vobis videbitur, intratis camere satisfacere nequentibus, cum hoc quod huiusmodi assignationem possit ille in alium transferre si et prout sibi videbitur et magis placuerit, fatiendo fieri ex nunc scripturas quaslibet proinde 16 necessarias et expedientes et congruis temporibus solutiones debitas. Data, Mediolani iii novembris 1450. Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 25 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE VENGANO SALDATI I PRESTITI IN DANARO AVUTI DA SOLAM DE MONSIGNOR E DAI SOCI EBREI NONCHÉ DA LEONARDO DI NICOLA BONAROLLI 1450 novembre 3, Milano. Suprascriptis magistris. Habere debent a camera nostra Solam de Monsignor et eius sotii Ebrey ducatos duos mille du centos aureos, de quibus usque die septimo mensis augusti anni cursi 1447 mutuo nobis subve nerunt cum interesse ducatorum quoatuordecem pro centenario in anno, quod quidem usque ad diem presentem capit in sumam, computatis nonnullis aliis expensis inde sequtis, ducatos septin gentos duos et soldos trigintaduos, ultra libras centum quinquaginta et soldos septem in drapis presentialiter sibi in hac civitate solutas. Debet quoque Leonardus Nicolai Bonarolli de Ancona ab ipsa camera habere ducatos tercentum quatuor, de quibus mutuo nobis similiter subvenit de mense augusti anni cursi mccccxlvi cum interesse ducatorum 9v viginti pro centinario singulo anno quod ascendit in suma ducatos centumnonaginta duos et soldos quadragintasex. Qui om nes denarii, computatis libris millesexingentis imperialium que pro interesse temporis futuri ad ra tionem quindicim pro centinario iuxta camptam conventionem debentur ascendunt sumam libra rum duodecimmille quadragentarum septuaginta septem et soldorum decem imperialium si cut de premissis omnibus constat per rationem visam et calculatam cum ipsis Ebreis et Leonar do in concordia per dilectum familiarem nostrum Steffanum de Zachariis cum scientia et parti cipatione vestrum. Et quia nedum obtulerunt illi verum etiam promisserunt restituire nobis nonnulla iocalia et pignera nostra penes eos pro cautione denariorum de quibus, ut pretangitur, mutuo nobis sub venerunt, existentia, si securi per nos fiant de solutione dictarum librarum duodecimmille quadri gentarum septuaginta septem et soldorum decem per fiendam eis super intratis nostris assigna tam opportunam, habentes hanc oblationem et promissionem suam nonmodo gra tam sed etiam acceptissimam, deliberamus et intendimus digne eorum petitioni satisfacere. Quare contentamur, volumus et mandamus quatenus eisdem Ebreis et Leonardo firmam validam et irrevocabilem assignationem fatiatis, sicut et nos per presentes irrevocabiliter facimus, de predictis libris duode cimmille quadrigentis septuaginta septem et soldos decem imperialium super quibuscumque in tratis ordinariis huius inclite urbis nostre mensium augusti, septembris et octobris proxime futuri anni mcccclprimi sibi mensuatim pro rata solvendis, decernentes et ipsis Ebreys et Leonardo con cedentes quod ipsam assignationem possint in totum vel partem alienare vel in alium trans ferre, prout sibi melius videbitur et placuerit, fatiendo fieri ex nunc scripturas quaslibet pro pre missis necessarias et expedientes et congruis temporibus solutiones debitas. Mediolani, iii novembris 1450. Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 17 26 FRANCESCO SFORZA ORDINA AI MAESTRI DELLE ENTRATE DI PAGARE UN DEBITO DI 45 DUCATI D’ORO DEI FRATELLI SANTO E NICCOLÒ DA SARNANA 1450 novembre 5, Milano. 10r Magistris intratarum. Per Santo da Sarnana, nostro canzellario, et Nicolò suo fratello similmente canzellario del magni fico miser Alixandro nostro fratello, ne hanno dicto essere debitori de Bartholomeo de Folchino, thexorero de quella nostra città, de ducati quarantacinque d’oro, cioè ducati 45 d’oro, per certo panno che loro tolessero in la morte de magistro Marino loro padre; et perché essi fratelli per le loro virtute et fidele servitii verso de nuy meritono maiore cosa da nuy che questa, ve commet temo e volemo che de li denarii de l’intrate nostre li faciati contento el dicto Bartholomeo d’essi quarantacinque ducati, mettendoli per spesa consumata. Data Mediolani, v novembris 1450. Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 27 FRANCESCO SFORZA ORDINA SIANO DATI 150 DUCATI D’ORO A SUO FRATELLO GIOVANNI 1450 novembre 6, Milano. Suprascripsit magistris. Ut magnificus germanus noster Iohannes Sfortia substentare se valeat donec uberiorem sibi provisionem facere poterimus, contentamur immo committimus vobis et volumus quod eidem seu agentibus pro eo, dari et numerari faciatis ducatos centumquinquaginta auri et in auro, omni exceptione remota. Data, Mediolani, die vi novembris 1450. Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Chicus. 28 FRANCESCO SFORZA ORDINA SIANO DATI 10770 DUCATI AL MARCHESE DI MANTOVA PER LA CONDOTTA DELL’ESERCITO 1450 novembre 24, Milano Como haviti inteso, nuy havemo conduto ali nostri servitii lo illustre signor marchexe de Mantua e siamo obligati ad dargli ducati deceseptemiliaseptecento al presente, perché così siamo convenuti e rimasti d’acordo insieme. Pertanto volimo, vi stringemo et caricamo quanto strettamente, possimo debiati, avuta questa, provedere et ordinare per quello modo et via parirà ad vuy, ch’esso illustre signor marchexe con ogni celerità possibile habia dicti ducati xvii milia settecento ad ratione de soldi cinquantaquatro per ducato; et in questo poneti ogni vostra dilligentia et sollici tudine per modo ch’esso illustre signor marchexe possa valerse de dicti denari et habia caxone di chiamarse contento de nuy, computando però in dicti ducati xvii milia 10v settecento ogni denaro ch’el avesse avuto, alla ricevuta di questa, portati alla signoria sua per Carlo de Agnelli suo mandatario. E fati in modo non bisogna replicarvi più questo facto, ad ciò 18 ch’esso illustre signor marchexe possa ancora attendere et exequire le promesse che luy ha facto ad nuy. Considerato quanto al facto nostro importa el facto d’esso illustre marchexe, avisandovi che nuy siamo obligati per scripture ad esso illustre signor marchexe at darli tutti li dicti ducati xvii milia dcc per infino al mezo el mese de decembre proximo, et deliberamo per ogni modo che anzi al dicto termine sia satisfacto da nuy de dicti denarii si che ad questo vi sforzati con ogni vostra diligentia et studio in modo ch’esso illustre signor marchexe anzi el dicto tempo sia contento et satisfacto de nuy de dicti denarii de li quali fareti debitore esso illustre signor marchexe, et in questo fati quelle scripture et bollecte ve parirano necessarie et opportune et non manchi. Data Mediolani, xxiiii novembris 1450. Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 29 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE VENGANO DATI AL SUO CAMERIERE 100 DUCATI PER L’ACQUISTO DI DUE BUOI 1450 dicembre 3, Milano. Magistris intratarum. Nuy havemo concesso ad Papi, nostro camerero, li denarii de doy bovi de quelli se pagano ad questa festa per l’honoranza nostra; pertanto volimo gli fazati dare li denarii del bove che tocha ad pagare alo abbate de Sancta Chrystina et essendo promessi quelli ad altri, volimo gli fazati dare li denari de duy altri bovi de quelli non sono promissi, cioè ducati cinquanta per bove,che sono per duy bovi ducati cento et non manchi. Mediolani, iii decembris 1450. Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 30 FRANCESCO SFORZA NOTIFICA A PIETRO DE TEBALDISCHIS LO STUPORE CHE NON GLI SIA STATO ANCORA CONSEGNATO IL CASTELLO DI GAMBALERO I CUI FRUTTI EGLI DOVRÀ ACQUISIRE 1450 giugno 17, Lodi 68v Domino Petro de Tebaldischis, locumtenenti Alexandrie. Nuy ne meravigliamo grandemente ch’el castello di Gambalero non vi sia hoy may stato posto nelle mane a quello che noy ne habiamo scripto al segnor Marchexe et al segnor Gulielmo, ad li quali replicamo de presente anchora per le allegate, le quali volemo che le mandiate subitamente, et che solicitate con instancia che el dicto castello ad omni modo ve sia posto nelle mane, delle quali littere ve mandiamo la copia inclusa, ad ciò sapiate melio quello haveti a fare et che noy li scrivamo, et secondo ne seguirà avisatene, ad ciò ve possiame possa scrivere quello nuy vorremo che vuy ne faciate. Demum ser Lorenzo, fratello di Simone Giglino, forse anchora non fosse ritornato in Alexandria ad casa sua, siamo contentissimi et volemo che ad omni modo glielo faciate ritornare et che vediate realmente et sinceramente, sine strepitu et figura iudicii, sola facti veritate inspecta, remotis frivolis invocacionibus et petitionibus quibuscumque, se quelle occupacioni facte alli dicti fratelli per li parenti suoi et per altri, et se altri ce vi fusse, sonno debitamente et honestamente facte, non habiando maxime possuto essi Simonino et Laurencino deffendere le raxone loro. Et possendo vuy fare con honestade et equitade, secondo semo informati lo possete fare, volemo che li remitiate in tutti li boni soi, et quando pur paresse non poderlo farlo, como è dicto, volemo che prendiate li fructi et cussì omne altra soa cosa occupata 19 per chi se voglia in vuy, perfin che vi scriveremo altro. In lo facto de Gamalerio, studiate provedere non sianno exportati li fructi per condicione veruna, como habiamo scripto alli segnor Marchexe et ad Guiglielmo, che gli piacia provedere ancha loro, rescrivendone subito quanto hareti facto circha tutte le predicte cose, et avixatene sì chiaramente et particularmente del tutto che gli possiamo provedere et pigliare partito, segondo ne parerà, ad omni cosa. Et in questo vogliate mettere ogni celerità possibile, perché Simonino non habia ad prehendere li fructi de Gamalerio, perché tutte queste dillacioni che danno, le danno per per ricogliere degli dicti fructi. Data Laude, xvii iunii MCCCCL. Cichus. 31 FRANCESCO SFORZA DÀ DISPOSIZIONE CIRCA I FUORIUSCITI, I RIBELLI E I FORESTIERI 1450 giugno 18, Lodi. 69r Domino Petro suprascripto. Respondendo ad più parte de vostre littere dicemo et prima alla parte delli foraussiti haveti remis si in casa, ne piaze et tante più quanto l’habiate facto con el bono modo che scriveti, et cussì siamo contenti et piaceno ch'el fratello de Simonino Ghiglino sia anchora luy remisso et possa ritornare a casa, como per una altra nostra anchora comprehenderite. AIl'altra parte delli fructi delli ribelli, dicemo che nostra intencione è stata et è che tutti quelli, che sonno stati fatti ribelli della morte della bona memoria dello illustrissimo quondam signor ducha passato nostro socero in qua, possiano et debiano retornare in casa liberalmente et godere gli loro beni; et cussì simil mente quelli che erano rebelli al tempo del prefato quondam signor ducha et che habiano gratia dalla sua illustrissima signoria. Et cussì anchora dicemo de quelli che al tempo del prelibato si gnor duca non eranno però banduti, ma staveno fuora de casa per dubio et suspecto delli emuli, non como rebelli. Quelli eranno rebelli al dicto tempo et che non hebeno may la gratia dal pre fac to ducha, volemo ne debiate advisare particularmente et chiaramente chi sono et li nomi de essi, et che beni, et che robbe, et cose eranno le loro et chi le ha tenuti dicti loro beni per lo passato et chi li tene al presente, distintamente, perché poy ve advisaremo della intencione nostra super ciò. Et cussì ne advisate della valuta et rendita delli dicti beni tanto chiaramente et distinctamen te omne cosa quanto se possa, perché possiamo pigliare quello partito ne parerà. Alla [parte] del li beni delli eredi di miser Aluyse Guasto, volemo rilassati alli dicti eredi liberalmen te. Alla parte de foresteri, ad quali è proveduto de alogiamento separato dalle case et habitacioni delli homini e pur in burgo gli è del grano et del vino gle fate dare dall’altri tri quarteri, siamo contenti et piace ne. Et cussì de mettere el castelano per nuy mandato nella rocha del castelaccio, ne piace an chora. A Lucha Schiavo provedeteglì de alogiamento o lì nel castelazo o unde ve parerà meglio et fategli dare como alli altri. Alla parte de Gamalero per le altre nostre haveriti da Simonino Ghiglino o da suo messo. Et cussì delle biade fa segare Menabruzo, intenderete la voluntade nostra. De Refrancoro vi dicemo solicitate con ogni instancia haverlo in le mane; del messo aveti mandato dreto all’abate veneciano et cetera, havete facto bene et di quanto seguirà advisatene. Data Laude, die xviii iunii MCCCCL. Cichus. 20 32 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SIA DATA ESECUZIONE ALLA SENTENZA CONTRO TAYANIMICO SPINOLA 1450 settembre 19, Milano. 69v Magistris intratarum nostrarum extraordinariarum. Ne è stato exposto per parte de Francesco Pompeio, figliolo quondam del spectabile Theodoro Bosso, havere una sentencia contra Tayanimico Spinola, in la quale lui fui condennato in una certa quantità de dinari verso quondam esso Theodro et Innocente Cotta per li precessori vostri al tempo dela comunità, supplicandone che dicta sentencia sia exequita, vogliamo et ve comme tiamo che, vocatis vocandis, faciati ragione summaria et expedita in questo facto, mandando ad execucione dicta sentencia in quanto de ragione debia essere exequita etiam per la parte del dicto Innocente la qual, como sapeti, tocha alla camera nostra per li soi demeriti. Data Mediolani, die xviiii septembris 1450. Cichus. 33 FRANCESCO SORZA DISPONE CHE SIA CONCESSO A GIACOMO CHIZOLO DI APRIRE,SE NON VI È PREGIUDIZIO DI PERSONA ALCUNA, UNA BOTTEGA IN CASALMAGGIORE 1450 luglio 27, Lodi. 70r Potestati nostro Casalis Maioris. Desyderosi de compiacere a li subditi et servitori nostri in tute le cosse honeste et rasonevele, però avendone rechesto Iacomo Chizolo, abitatore de quella nostra terra, gli vogliamo concedere licentia ch’el possa fare una botega dentro la porta de verso Cremona da man drita, siamo contenti che possendosse fare la dicta botega senza preiudicio de alcuna terza persona et dela guardia et conservatione de essa terra, gli la lassi fare. Quando non se podesse fare senza el dicto preiudicio, volemo non gli concedi licentia alcuna, ma ne avisi a chi et quale preiudicio seguiria per lo fare dela dicta botega. Iohannes. 34 FRANCESCO SORZA ORDINA LA REINTEGRAZIONE DI LUIGI BOSSO E DEI DEFUNTI TEODORO, ANTONIO, GIACOMINO E CARLO BOSSO NELLA FAMA E NEI BENI 1450 luglio 30, Lodi. Dominis de consilio secretto. Come heri vi scripsemo, de novo replicamo ch’el ne piace et siamo contenti che ad ogni richesta de miser Aluysino Bosso gli faciati fare littere patente de liberatione absolutione et restitucione deli beni, della fama et honori suoi de quondam Theodoro, Antonio, Iacomino et Carlo Bosso, cum irritatione et cassatione d’ogni bando, processo, et condemnatione factali al tempo della libertà, cum le clausule et in quella più piena forma sapereti, perché tali sono stati et sonno li deportamenti suoy verso noy che ne pare meritanno anchora maiore cosa di questa. Cichus. 21 35 FRANCESCO SFORZA ORDINA SIANO DATE LE MONETE TOSATE AI LORO INVENTORI, TENUTI, PERÒ, A FONDERLE 1450 luglio 31, Lodi. Domino referendario Papie. Avemo inteso quanto ne aviti scripto circa le monete tosate dele quale sono facte invencione al Roso da Valle et Augustino suo fratello et a Gabriel Alexandrino, sìche considerate le rasone in le vostre littere alligate, maxime che de rasone et per li ordini aliax superinde compillati dicte monete 70v debono spectare et applicarse alli inventori de quelle, dicemo che, essendo così usitato et servato al tempo della bona memoria del illustre quondam signor duca passato, siamo contenti et volemo che le dicte monete, alli predicti trovate, siano vostre et se convertino in vostra utilitate, facendo però funderle in modo non siano spese per condicione alcuna, como el debito volle et è nostra ferma intencione. Laude, xxxi Julii 1450. Cichus. 36 FRANCESCO SFORZ A È D’ACCORDO CHE SIA MESSO ALL’INCANTO L’UFFICIO DELLE BOLLETTE DI PARMA, MA RINVIA L’INCANTO DELL’UFFICIO DEL CAPITANEATO DI CASTEGGIO 1450 agosto 2, Milano Regulatori et magistris intratarum. Dilecti nostri, per certo respecto volimo et dicemovi per questa siamo contenti incantati l'offitio dele bollette de Parma; ma quando habiati tirati el dicto offitio ad quello magiore pretio ve parerà sia rasonevele, volimo non lo debiati liberare senza nostra licentia, ma ne advisati ad quanto serà posto perché nuy ve responderemo la intentione et voluntà nostra. Ceterum, volimo non debiati incantare l'offitio del capitaneato Chiastezo zoé de Pavese Ultra Po, perché nuy lo havemo concesso al presente capitaneo per uno anno, del quale anno anchora non ha finito li primi sey mesi; per la provisione de xx fiorini lo mese, quali siamo obligati ad darli. Ma lo dicto offitio del capitaneato de Chiastezo siamo contenti se incanti finito l’anno del presente capitaneo. Data Mediolani, die secundo augusti 1450. Iohannes. Die tertio augusti tulit dictam litteram Filippus de Bononia. 37 FRANCESCO SFORZA ORDINA SIA TOLTA L’ADDIZIONE DEL SALE CHE, NEL PAVESE INCREMENTEREBBE IL GIÀ CONSISTENTE CONTRABBANDO 1450 agosto 31, Lodi. 71r Dominis Oldrado de Lampugnano et Lanzaloto de Mayno. Dilectissimi nostri, havemo intesso che vui haveti messa l’adicione in lo dacio del sale, cioè de deci soldi per staro; ad che dicemo che questo ad nuy non par ben facto per modo alcuno, considerato: primo, como vui sapeti, che in Pavese se togli pocha quantità de sale, perché la maior parte non usa se non sal frosato et essendo messa tal addicione se toglirà meno sal del 22 nostro et se farano, per questo maior respecto, froxacione. Poy perchè in li capitoli sonno cum questi Zenoesi, che danno lo sale, se contene che omni accresimento et ogni guadagno se tra sese del dicto dacio del sale, debbe essere loro. Sichè questo facto ad nuy non reportaria utilità alcuna, ma grandissimo danno. Sichè vediati per omni modo levare via la dicta addicione et meterla in qualche altro luocho como meglio ve parirà. Laude, ultimo augusti 1450. Cichus. 38 FRANCESCO SFORZA CHIEDE DI VERIFICARE SE UNA COSTRUZIONE VICINO ALLA ROCCA LE SIA DI DANNO: NEL QUAL CASO VENGA ABBATTUTA 1450 agosto 4, Milano. Domino Sacramoro Vicecomiti ac potestati Castrileonis. Dilecti nostri, intendimo che uno Pezino hatitatore in Castellione ha facto uno levamento di una casa presso ala rocha de Issio de quella nostra terra, lo quale levamento secundo Carlo de Calabria, castellano dela dicta rocha, dice è molto nocivo ad essa rocha. Et pertanto volimo che vedati se lo dicto Pezino ha havuto licentia alcuna di fare lo dicto levamento et da chi et quale rasone gli ha havuta ad farlo; et se per caso Pezino predicto non havesse havuta altra licentia, ma como da sè havesse facto lo dicto levamento, et non gli havesse havuta rasone alcuna, et che fosse in preiuditio e nocimento ala dicta rocha, como lo dicto castellano dice, volimo che vui faciati buctari per terra lo dicto levamento, et eo maxime perchè siamo informati che ad niuno tempo, et maxime ad tempo de guerra, non è stato contiguo hedifitio alcuno ala dicta rocha. Ma, se questo facto passasse per altra via, volimo che non ve movati ad cosa alcuna, ma advisatine de tucto chiaramente, et questo tale advisamento mandati in mano de Cecho nostro secretario. Data Mediolani, die iiii augusti 1450. Cichus. 39 FRANCESCO SFORZA CHIEDE A LUCHINA DAL VERME DI TOGLIERE IL SEQUESTRO DEI BENI DI GALASSO DE FIGINO 1450 agosto 4, Milano. 71v Domine Luchine de Verme comitise et cetera. Magnifica carissima nostra, veduta la ultima littera responsiva alla nostra et preponuta la conti nencia d'essa nel nostro consilio secreto, c’è parso cosa convenevole et bene honesta che depo nendo Galasso de Figino ydonea segurtade devanti alli magistri de l’intrate nostre extraordinarie de stare ad rasone et pagare ogni condemnazone gli porrà venire ad essere facta sive per li mis ser Antonio Boso et Georgio Prato alli quali fo altra volta la differencia vertise fra vuy commessa, sive per qualunch’altri haverano per nostra commissione ad dare iudicio et sentencia sula causa, come nelle predicte nostre scripsemo, vuy vogliati fare in tuto revocare el sequestro del quale el dicto Galasso se grava. Et pertanto repplicamo et ve carrichiamo quanto possemo che ve piaza fare anullare et revocare el sequestro antedicto, dagando luy la segurtade como è dicto. El che facendo, fareti per certo cosa degna de vuy et a nuy molto piacevele et grata; altra mente, non dovendo nuy né volendo manchare al dicto Galasso de rasone como non poriamo altramente già fare cum nostro honore, el quale sopra ogni altra cosa disponiamo de salvare, ve avissamo aciò non vi ne possiati tenere gravata che non lo facendo vuy esso sequestro revocare, nuy lo faremo 23 mò prorsus annullare et revocare et ex nunc prout ex tunc lo habiamo et faremo lo havere per an nullato et revocato, sempre prius dando lui la seguritade com’è dicto bene, né sarà più caro ch’el faciati vuy. Et così speramo de sentire presto che l’habiati facto, al che de novo ve carichiamo. Mediolani, iiii augusti 1450. Cichus. Edita per dominos de conscilio secreto. 40 FRANCESCO SFORZA DÀ DISPOSIZIONE CIRCA IL TRASPORTO DI BIADE E VETTOVAGLIE 1450 agosto 3, Milano. Domino Petro de Nursia locumtenenti et Raynaldo Testagrosse capitaneo devetus Alexandrie. Dilecti nostri, vidimus quas scripsistis litteras spectabilibus de consilio nostro secreto, et propterea vobis respondimus quod licet vel oretenus vel per litteras vobis comisserimus ut non permiteretur et partibus illis trahi aliquam bladorum quantitatem nisi pro hiis bladis extrahendis vobis consignarentur littere facte pro licenciis signate propria manu nostra, tamen ut faciamus inclitam hanc urbem nostram melius bladis, ut non mediocri tenemur desiderio, abundare et minus dificultatem inveniant homines ad ipsa conducenda volumus ut, predicta commisione nostra nonobstante, permitatur non solum inde trahi, sed, undecumque venerint, transire illac quecumque blada et victualia ad urbem prefatam conducenda, dummodo licenciam habuerint conducentes ab officialibus illis nostris equorum iurisdicione 72r ipsa blada levaverint, cum illa tamen excepcione de qua facit mencionem capitulum iis involutum, quod ideo ad vos mitti iussimus ut ipsum observetis et vos et ius copiam deferri faciatis ad omnes ac singulos officiales nostros precium illarum, qui intelligant etiam ab eis illud observandum esse de nostro mandato. Quos item volumus moneatis nostri parte ut advertant in concedendis licenciis predictis pro extrahendis, uti prefertur bladis omnino observari formam antedicti capituli et a nemine ista de causa pecunias accipere, quod nisi fecerint male eis succederet, et vos similiter ordinetis cum vestris quod nullatenus pecunias extorqueant. Quantum ad blada que conduci voluerint non ad ipsam urbem, sed ad alias districtus nostri partes, volumus hunc modum observetis et moneatis dictos officiales ad ipsum observandum, quod non permittant e partibus illis trahi nisi litteras videritis et viderint ipsi nostras de concessa volentibus conducere dicta blada licencia;et ut conducere volentes dicta blada intelligant hanc mentem et ordinacionem nostram, volumus quod de huiusmodi continencia litterarum nostrarum faciatis per publicam proclamationem noticiam fieri et rescribatis consilio nostro secreto prout feceritis. Mediolani, die iii augusti 1450. Cichus. 41 DISPOSIZIONI DI FRANCESCO SFORZA PER IL TRASPORTO DI BIADE E LEGUMI A MILANO E PAVIA s.d. Item quod quilibet de omnibus nostris terris hearum territoriis possit conducere et conduci facere ad civitatem nostram Mediolani excepto de civitate nostra Papie et eius territorio, et ad dictam civitatem nostram Papie excepto de ipsa nostra civitate Mediolani et eius territorio, bladum et legumina cuiuslibet maneriei impune, solutis tamen daciis et pedagiis ordinatis et servatis ordinibus nostris, videlicet quod conducere volentes dicta blada vel legumina ad ipsas nostras civitates Mediolani vel Papie teneantur et debeant accipere licenciam ab illo officiale sub cuius iurisdicione dictum ladum vel legumina levabuntur. Qui officiales dictam licenciam eisdem facere teneantur absque solucione alicuius pecunie, et dictum bladum vel legumina conducere per stratas rectas cum dicta licencia et ipsa consignare, cum fuerint Mediolani vel Papie, potestati vel illi officiali, qui ad hoc deputatus erit ac etiam ab ipso potestate vel officiales accipere litteras de 24 consignacione bladi vel leguminum; que littere eisdem fiant absque solucione alicuius pecunie, et que presententur predicto officiali sub cuius iurisdicione, ut premititur, dictum bladum vel legumina levabuntur et qui dictam concesserit licenciam. 42 FRANCESCO SFORZA ORDINA A RAFFAELE DE PUGNELLI DI PORTARSI DAL CONTE BARTOLOMEO ANGUISSOLA PERCHÉ CESSI DAL MOLESTARE VENTURA DA PARMA NEL SUO POSSESSO NEL PIACENTINO 1450 agosto 4, Milano. 72v Nobili familiari nostro dilecto Raphaeli de Pugnellis. Dilecte noster, cum più nostre lettere havimo sollicitato et confortato el conte Bartholomeo Angu sola et Honofrio suo fratello ad dovere non dare molestia de facto ad Ventura de Parma, nostro homo d’arme, per caxone de una possessione quale gli specta per rasone de nostra concessione ha presa lì in Piasentina. Per fino qui non c'è stato modo gli habiano vossuto farvi pendendo le lettere nostre: il perché n’havemo grande dispiacere, ma perché a nuy non pare più con lettere de instare a questa cosa havemo deliberato et cossì volimo che tu personaliter per parte nostra vadi al dicto conte Bartholomeo et gli dichi como t’havimo mandato da luy per la dicta casone per le quale gli havimo scripto più fiade et pare che del nostro scrivere pocho se cura, del che se maravigliamo assay, perché credevamo che luy et li soy dovessero essere deli più ferventi ala obedientia et executione dela voluntà nostra che avesse quello nostro paese ma ne pare et cossì per effecto trovamo faciano el contrario.Et quando in una cosa minima como questa ne sonno renitenti, che dovemo allora de loro concipere et sperare in le maiore et ch’el farrà bene a relassa re dicta possessione et non dare più casone a Ventura de venire ad infestarne de questa cosa et che non guardano che più gli scrivamo lettere che disposti siamo a più non scriverli per tale casone, ma, non rilassandola, siano certi pigliarimo altra via ale reintegracione dela raxone de Ventura, chè disposti siamo che al più minimo subdito non sia facto violentia né iniustitia alcuna, et relassandola, faramno cosa che n ‘è piacere. Et de quanto faray circha questo, volimo ne avisi ad plenum. Data Mediolani, die iiii augusti 1450. Cichus. 43 STESSE FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE DOMENICO D’ALESSANDRIA, SUO UOMO D’ARME, GODA DELLE ESENZIONI DEGLI ALTRI PARI COLLEGHI D’ARME 1450 agosto 5, Milano Locuntenenti et potestati Alexandrie. Cum grande instantia ne ha richesto Dominico d’ Alexandria, nostro homo d’arme, che non vogliamo farlo contribuire alle taxe delle gente d’arme né a prestiti né altre spese extraordinarie, come è usanza che l’altri nostri homini d’arme sonno preservati da simile spese. Et perché la richesta sua ne pare honesta, volemo et siamo contenti che a mo’ in antea non debiati astringere dicto Dominico a taxa veruna né prestito né altra spesa extraordinaria, come havemo deto de sopra, perché nostra intentione è che non sia pezo traxtato né in pegiore condictione che l’altri no stri homeni d’arme. Mediolani, v augusti 1450. Cichus. 25 44 FRANCESCO SFORZA COMUNICA L’ASSUNZIONE DI GIOVANNI DA MILANO A CAVALLARO AL POSTO DI GIOVANNI DA LOCATE 1450 agosto 4, Milano. Magistris intratarun et colaterali generali. Dilecti nostri, assunpsimus in numero cabalariorum nostrorum Iohannem de Mediolano loco Iohannis de Locate, quem a caballariatus officio, presentium tenore, revocamus, cum illa mensuali provisione florenorum septem, quam et prout habent alii nostri caballarii. Volumus igitur quod, facta eius scriptione iuxta ordines banchi illius, sibi de dicta provisione, ordinatis temporibus, respondere faciatis, incipiendo in kalendis mensis huius. Data Mediolani, die iiii augusti 1450. Cichus. 45 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SIANO DATI BIADA E FRUMENTO AL MESSO DI PERINO CAMPOFREGOSO 1450 agosto 6, Lodi. Raynaldo Testagrosse capitaneo districtus Alexandrie. Dilecte noster, volimo che ad qualunque messo di messer Perino de Campofregoso non solo presti patientia, ma etiamdio adiuto et favore per cavare fora di quello nostro districto de Alexandria modii 200 di biada et modii 100 di frumento, per condurlo dove piacerà ad esso meser Perino in le parte soe delà. Et questo faray senza contradictione né prohibitione alcuna. Data Laude, die vi augusti 1450. Cichus. Date fuerunt suprascripte littere Iohanni de Lerino de Gavis. 46 ORDINE CHE SI DIA A BARTOLOMEO DE PORRIS LA POTESTARIA DI PAVIA O DI COMO 1450 agosto 6, Lodi. 73v Laude, die vi augusti 1450. Scriptum fuit regulatori et magistris intratarum quod providerent et deliberarent Bartholomeo De Porris aut potestariam Papie aut Cumarum, ipso solvente precium quod solvere deberet unius alius. Impetrante domino Aluisino Bossio. Cichus. 26 47 FRANCESCO SFORZA ORDINA A RINALDO TESTAGROSSA DI ANNULLARE TRE CONDANNE PER DISOBBEDIENZA 1450 agosto 6, Lodi. Dictis loco et die. Dilecte noster, et per ti et per li toi precessori sonno stati condemnati per disobediencia Zorzo Donà da Fregarolo in libre 100, Baptestino Restiano in forini 100 et Zohannina, figliola de Oberto Guascho, in altri 100 firini; el che, quando così fosse, saria per legiera casone. Pertanto ve commettiamo et volemo che, se li predicti sonno stati condemnati per la dicta casone solamente, tu non gli lassi dare impazo alcuno, immo fazi annullare la dicta condemnatione quale, isto casu, nuy gli remettiamo liberamente. A tergo: Raynaldo Testegrosse capitaneo devetus Alexandrie. Impetrante Petro de Pusterla. Cichus. 48 DISPOSIZIONE CHE A LISA DE ATTENDOLIS VENGANO ASSEGNATI 100 DUCATI PER I MALATI CHE HA IN CASA 1450 agosto 6, Lodi. Dictis loco et die Scriptum fuit referandario Papie quod ex denariis provisionis magnifice domine Lise de Attendolis recuperaret ducatos 100, quos daret eidem domine Lise pro substentatione aliquorum infirmorum quos habet in domo. Impetrante domino Angelo Simonetta. Cichus. 49 DISPOSIZIONI POSTE NEGLI INCANTI DEI DAZI DELLA CITTÀ ED EPISCOPATO DI LODI A FAVORE DEL DUCA E DELLA DUCHESSA E DI QUANT’ALTRI A ESSI PIACERÀ s. d., s.l. 74r Rapperitur in incantu daciorum civitatis Laude capitula infrascripta sic fore scripta. Et primo: Incantentur omnia dacia civitatis et episcopatus Laude cum pacto expresso quod illu stris dominus noster et quod illustrissima domina Blancha, eius consors, et quilibet ipsorum pos sint conduci facere omnia que eorum dominationibus videbuntur et placuerint pro usu dominatio num suarum et curiarum suarum absque solutione alicuius dacii, pedagii, gabelle et fondinavis, et intelligantur conducte nomine suo, si conducens habuerit litteras dominationum suarum pos sendi ipsas tales res conducere. Item quod liceat et licitum sit ac sit in arbitrio illustris et excellen tis domini nostri concedendi licenciam cuicumque persone et quibuscumque personis, quibus do minationi sue videbitur et placebit conducendi et conduci fatiendi omnem frumenti et bladorum quantitatem ab extra territorium dominationis sue natura et nascitura ad quascumque partes dominationis sue secundum quod dominationi sue videbitur et placebit, absque solucione ali cuius dacii, pedagii et alterius cuiusvis gabelle; et sit in arbitrio etiam prelibati domini de ipsius frumenti et bladorum quantitate fatiendi solvere dacium, si dominationi sue videbitur et placuerit. 27 50 FRANCESCO SORZA ORDINA CHE SI FACCIANO REALIZZARE I CREDITI SPETTANTI ALLO SQUADRIERO OTTAVIANO VISCONTI 1450 agosto 7, Lodi. Potestati Varisii. Dilecte noster, el strenuo squadrero Octaviano Vesconte ne ha facto exponere che ha lì sotto la vostra iurisdicione certi suoi debitori, dali qualli per loro subterfugii non po’ conseguire el debito suo; pertanto volimo, et per questa ve competiamo, che, cognosciuta la verità del facto, ad omni requisicione d’esso Octaviano o de qualunche suo legitimo meso, li faciati contra ogni suo debi tore rason summaria senza strepito et figura de iudicio, per modo che esso Otaviano consegui sca el dovere suo integramente. Laude, vii augusti 1450. Iohannes. 51 FRANCESCO SFORZA DICHIARA AI CREMONESI LA SUA INSODDISFAZIONE PER L’OFFERTA DI FRUMENTO DA LORO FATTA 1450 agosto 7, Lodi. Communitati Cremone. Dilecti nostri, per relacione delli vostri ambasiatori, qualli forono da nuy, doveti havere inteso co mo noy non se contentavamo a tanto nostro bisogno della vostra proferta a noy facta de quella moza 74v ii milia de frumento cum quelle condicioni ce mandassemo a dire; nunc autem così per vostre littere como etiam per relacione de Andrea nostro cancellero, havimo intiso de quanto ve siti alzati che non ni satisfaria, anci, se bene consideramo el facto nostro, ne metaria meglio lasa rlo stare che acceptarlo per più respecti: primo, perché saria uno refridare l’animi a l’altri nostri subditi, quali se sono offerti liberaliter et de notabel summa subvenirce in questi nostri bisogni; sa ria etiamdio uno insuperbire et dare piacere a nostri inimici, quando vedeseno vuy moverve così fievolmente alli nostri subsidii et adiuti, et per altri respecti, qualli ve dirà esso Andrea, nostro can zelero, al qual dariti quella pieneza de fede che faresti a nuy proprii. Pertanto ve confortiamo et denuo pregamo che a questa fiata ve vogliati estendere et fare quello che potiti in tanto nostro bisogno; et quando pur non voleseno più estendere che habiati dicto et scripto, restarimo conten ti, dummodo in la subvencione non se includano li exempti, anci sianno exclusi, et similiter non sia computato quello frumento ha havuto Iohanne Botto a nostro nome. Et quanto non ve delibe rate aquiescere ad questo, saremo più contenti non havere niente da vuy et cercharimo fare el facto nostro alla meglio che potrimo, senza tal adiuto et senza dare impazo a vuy, como ve dirà esso ser Andrea per nostra parte. Laude, vii augusti 1450. Cichus. 28 52 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE TADDEO NON LASCI MONZA SENZA SUO PERMESSO 1450 agosto 7, Lodi. Capitaneo et castellano Modoetie. Dilecti nostri, havimo inteso ne ha facto rechiedere che darà securitade sufficiente de non partir se de Monza senza nostra licencia, facendolo nuy cavare della rocha. Pertanto siamo contenti et per questa vi dicemo debiati togliere securitade sufficiente per 4000 ducati dal dicto Thadeo che non se partirà senza nostra licencia de Monza per modo ne siati bene cauti et securi. Et quando habbiati dicte securitade, siamo contenti lo liberati della rocha, cioè che lo lassati andare nella terra, essendo voi securi, como havimo dicto, ch’ello non se parterà de Monza senza nostra licencia et observarà le confine ordinate, rispondendone como haveriti facto. Laude, vii augusti 1450. Cichus. 53 FRANCESCO SFORZA ORDINA AI MEMBRI DEL CONSIGLIO DI GIUSTIZIA DI INDAGARE SUL RAPIMENTO DELLA FIGLIA DI DONATO CRIVELLI PERPETRATO DA PIETRO MORIGGIA 1450 agosto 7, Lodi. 75r Dominis de consilio iusticie. Dilecti nostri, in questa hora havimo intiso uno acto molto straneo et dishonesto facto per Pedro Morigia da Palanza, el qual è andato lì in Milano in casa de uno Donato Crivello, citadino de Milano, non sapendolo dicto Donato, et hagli menato via una sua figliola et factola sposare per uno filiolo d’esso Pedro, perché dice che è de multa hereditate. Il qual acto como inhonestissimo asay asay ne dispiace et havemolo molestissimo. Et perché ne pare se ne debba fare debita punicione, volemo et così ve cometiamo che cum omni dilligencia et solicitudine opportuna a tale casone, ve ne vogliati bene informare et chiarire et fargli sì per respecto ad matrimonio como etiamdio alo acto, ch’è stato tanto protervo et inhumano, omni provissione et punicione ve parirà gli convegna. Laude, vii augusti 1450. Cichus. 54 FRANCESCO SFOZA ESPRIME AL COMMISSARIO DI PELLEGRINO LA SUA SODDISFAZIONE PER LA DISPONIBILITÀ DELLE “VILLE” A CONTRIBUIRE CON PARMA 1450 agosto 7, Lodi. Comissario Pelligrini. Dilecte noster, haveno recevuto le toe littere et per quello inteso la suassione hai facta per nostra parte alle ville, dele quali le nostre littere facevano mencione, che vogliano essere contenti de rispondere alla cità de Parma et contribuire cum essa, et havimo etiamdio intiso lo apparire tuo circa questo. Et perché il tuo avisso ne piace, siamo contenti et volimo che ali homini delle dicte ville non faci altra novitate, né gli astringi, né conforti, né persuadi ad fare altro fine a tanto che 29 non ordinemo altro.. E volimo tegni la cosa in ti, non ne facendo altra mencione. Data Laude, vii augusti 1450. Ceterum volimo et te comendiamo che subito faci cavare una copia in forma autentica delli capituli concessi a nostro nome alla comunità de Pelligrino e la mandi in mano de Cicho, nostro secretario. E in questo non intervenga fallo alcuno. Data ut supra. Cichus. 55 FRANCESCO SFORZA VUOLE SI CORRISPONDA A MARCOBELLO LA PROVVIGIONE DA LUI FISSATA 1450 agosto 8, Lodi. Administratori et magistris intratarum nostrarum. Dilecti nostri, siamo contenti et volimo che debiati respondere ad Marchobello dela provisione sua, quale nuy li havemo ordinato per le nostre lettere patente ad luy per nuy concesse, dal primo dì che forono concesse esse lettere per fin al dì presente, et similiter fareti per lo advenire. Data Laude, die viii augusti 1450. Iohannes. 56 FRANCESCO SFORZA CHIEDE DI RINVIARE L’ASSEGNAZIONE DELLA TESORERIA DI PIACENZA 1450 agosto 7, Lodi. 75v Regolatori et magistris intratarum. Dilecti nostri, volimo che soprastati per quatro giorni proximi a venire, comenziando al dì de do mane, ad delivrare la texauraria de Piasenza; et hoc perché el fratello de misser Antonello da Pia xenza ce ha mandato a dire che vole fare bunissima condicione alla camera nostra per dicta the xauraria. Sichè volimo supersediate alla delivracione d’essa per quatro dì, como hadvimo dicto. Laude, vii augusti 1450. Cichus. 57 FRANCESCO SFORZA ORDINA AD ATANASIO DE FERRARIIS DI RESTITUIRE AI FRATELLI MALETTA I BENI AVUTI DA LUDOVICO DI POSTORIONI E INFORMI DI CHI ALTRI NE AVESSE 1450 agosto 7, Lodi. Atanasio de Ferrariis civi Parmensi. Dilecte noster, como dei havere inteso, li nobili Boniforto et Iohanne Antonio Maleta, nostri citadini pavesi, hanno sposate et tolte per soe legitime sposi et mogliere Chiarabiancha et Anna, olim mogliere et figliola unica del strenuo Lodovico di Postorioni da Parma, per lo quale matrimonio essi iugali vengano ad hereditare tuti li beni mobili et immobili del dicto quondam Lodovico per respecto della dicta Anna sua unica et legitima figliola. Et perché siamo certificati che tu eri amatissimo del dicto quondam Lodovico et non gli è alcuna persona meglio informata de ti delli beni lassati per esso, te cometiamo, carrichiamo et volimo che ad essi fratelli di Maleti non solamenti restituissi et assegni integramente tuti li beni del dicto quondam Lodovico che te ritrovi havere preso de ti, ma etiamdio gli dagi ogni expediente informacione de qualunche altro havesse deli dicti beni, como da loro et da suoy mesi sarai richesto. Et in questo non mancha 30 perché pertenendo a loro li dicti beni de rasone, nostra ferma disposicione è che omnino li goldeno, possedeno et habiano; et non habbi respecto alla legitima del figliolo perché l’havimo facto annullare. Et aciò credere questo procedere de mente nostra, havimo sottoscripto la presente de nostra propria mano. Ricordandote che quello bene faray alli dicti fratelli lo reputaremo lo faci a nuy. Laude, vii augusti 1450. Franciscusfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 58 FRANCESCO SFORZA CONCEDE LA GRAZIA A TRE GIOVANI RIMETTENDO OGNI PENA PECUNIARIA 1450 agosto 9, Lodi. 76r Magistris intratarum extraordinariarum. Dilecti nostri, per lo capitaneo nostro del districto de Alexandria sonno stati condennati per inobediencia Zorzo Donà dal Fregarolo in livere cinquanta, Baptistino Ristiano, figliolo de Stefano, in fiorini cento, et Zohanina, figliola de Oberto Guasco, in altri cento fiorini, et è mandata la condemnatione ala camera; per quello intendiamo nuy, considerato che li predicti sonno pueri homini et che la dicta condempnatione gli è facta per casone legieria, gli ne havemo facto gratia spetiale. Pertanto ve commetiamo et volemo che le dicte tre condemnatione remitiati liberamente ad essi Zorzo, Baptistino et Zohannina et li fatiati cassare de tucte li libre, filze et scripture, in modo che in niuno tempo posseno essere guastati. Data Laude, die viiii augusti 1450. Cichus. 59 AUTORIZZAZIONE AD ANTONINO DA CONTE DI PORTARSI NEL SUO POSSEDIMENTO A BARANZATE 1450 agosto 7, s.l. Capitaneo et castellano Modoetie. Scriptum fuit die vii augusti quod, dante Antonino de Comite fideiussionem sufficientem ducato rum iiii milium, permitterent ipsum ex terra Modoetia, ut eis videretur, accedere ad eius posses sionem Barazie prope Modoetiam et novi prope Binaschum, dummodo essent securi quod non accederet Mediolanum vel alio sine licencia domini. Cichus. 60 DICHIARAZIONE DI RICEVUTA DA GIOVANNI STEFANO DA CASATE, A NOME DI GIOVANNIANTONIO DE CASATIS, DELL’IMPORTO PER L’INCANTO DELL’UFFICIO DI DOMODOSSOLA 1450 agosto 7, s.l. Magistris intratarum ordinariarum. Dicta die scriptum fuit quod Iohanni Stefano de Casate computarent pro receptis ducatos l auri in incantu officii Domus Ossule, nomine Iohannisantonii de Casatis, quem dominus acceperat ad eius servicia, dicto Iohanne Stefano solvente reliquum incantus in pecunia numerata; iterm quod darent dicto Iohanniantonio pannos per decem ducatos. Cichus. 31 61 ORDINE A GIANFRANCESCO MANGANO DI SOPRASSEDERE ALLA TRATTAZIONE DELLE CAUSE PENDENTI DAVANTI A LUI 1450 agosto 7, Lodi. 76v Laude, die vii augusti 1450. Scriptum fuit domino Iohannifrancisco de Mangano quatenus soprasederet in omnibus causis coram eo vertentibus, nec amplius in ipsis procederet, donec dominus aliud mandaret, prout dominus asserebat bis ei dixisse Mediolani. 62 CONFERMA DELL’ ASSEGNAZIONE DELL’UFFICIO DELLE BOLLETTE DI PAVIAQ AD ANTONIO DA VARESE E DEL CAPITANEATO DEL LAGO DI COMO AD ANTONIO PORRO 1450 agosto 7, Lodi. Laude, die vii augusti 1450. Scriptum fuit magistris intratarum quatenus intencio domini erat quod officia bullettarum Papie et capitaneatus lacus Cumarum incantarentur; et, cum deducta essent ad summam equivalentem, volentibus exbursare dictas summas denariorum Antonio de Varisio pro officio bullettarum et Antonio Porro pro officio capitaneatus, quibus presunt, deliberarent pocius eis quam alteri persone. Cichus. In simili forma scriptum fuit pro Bartholomeo Porro pro potestaria Papie aut Cumarum, cui preest. 63 COMUNICAZIONE AI MAESTRI DELLE ENTRATE DELL’ ASSEGNAZIONE DELL’’UFFICIO DELLE BOLLETTE DI NOVARA A GIACOMO SUARDO, SPONSORIZZATO DA GASPARE DA VIMERCATE 1450 agosto 9, Lodi. Laude, viiii augusti 1450. Scriptum fuit regulatori et magistris intratarum quod deliberarent officium bullettarum Novarie Ia cobo Suardo, instanti Gaspare de Vicomercato. Et quia dictus Gaspar volebat solvere denarios, qui ponerent ad partitum dicti Gaspari omnem summam denariorum ad quam ascendisset dictum officium, habitis presentibus, et haberent pro receptis, et quod advisarent dominum de summa denariorum ad quam dictum officium ei deliberassent ut possent poni ad partitum dicti Gaspari. Cichus. 32 64 FRANCESCO SFORZA, SPINTO DAL MALCONTENTO DEI DAZIERI DELLA MERCANZIA CHE RITENGONO NOCIVA ALLE ENTRATE DELLO STATO L’ADDIZIONE PROPOSTA, VUOLE SI RIASCOLTINO I MAESTRI DELLE ENTRATE E SI INTERROGHINO DEI COMPETENTI IN MATERIA 1450 agosto 8, Lodi. Dominis Oldrado de Lampugnano et Lanzaloto de Mayno militibus. Spectabiles dilectissimi nostri, havimo intiso per più vostre littere quanto haviti scripto nella materia del subsidio per lo quale seti andati là, et, fra l’altre cosse, quanto diciti deli dacieri della mercancia, li qualli alla prima monstrorono acquiescere et essere contenti delo acrescimento, et postea hanno voltato el folio et nedum dicto al contrario, ma subornato l’altri in contrario in nostro preiudicio et tardare la facenda, del che se ne retrovamo mal contenti. Et avendo mandato per loro, sonno venuti et allegano molte cose che pur hanno deli verisimili et dicono, fra l’altre cose, che tale adicione, 77r maximamente a quello dacio, grandemente preiudicaria ad quelle nostre intrate per lo incanto de l’anno a venire, et che ulterius saria loro total desfactione et uno erradicarli funditus per molte ragione, qual allegano; et perché non volessimo preiudicare a l’intrate no stre se l’anno a venire, et anche non vorisimo far torto a veruno né iniusticia, et avendo maxime respecto che tale diferencie et disputacione non siano cagione de tardare el facto nostro, volimo che habiati novo consilio et informacione cusì dali maystri dele nostre intrate como d’altri periti et docti in similibus pratici et in deferenti, se tale addicione è preiudicativa a l’intrate nostre, como havimo dicto, et anche s’el se po’ fare senza iniuria de veruno. Et demum, consi derato el carico havimo alle spale de queste nostre gente d’arme, che ogni dì ce demandono dinari, ve confortiamo et ad fare presto conclusione alla facenda. Data Laude, viii augusti 1450. Cichus. 65 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SIA DATO ALL’USCIERE DI SAN PIETRO MARTIRE QUANTO GLI COMPETE PER LE SPESE SOSTENUTE 1450 agosto 10, Lodi. Regulatori et magistris intratarum. Dilecti nostri, siamo contenti et volimo che al hosero de Sancto Pietro martire, quale habita sula stradella tra Milano et Pavia, fatiati numerare et exbursare quello che veramente debbe havere per le spese facte ad Falameschia da Bagnio, metendolo per spesa consumata. Data Laude, die x augusti 1450. Iohannes. 33 66 ELENCO DI PAGAMENTI 1450 agosto 10, Lodi. 77v Antonio de Minutis, regulatori intratarum. Dilecte noster, siamo contenti et volimo ali descripti in la cedula alla presente inclusa faci dare uno ducato per uno ducato per cadauno a soldi cinquantaquatro per ducato. Data Laude, die x augusti 1450. Cichus. Resegato p.10 Angello dala Roca p. 2 Colla de Maystrata p. 4 Scaramuza de Resegato p. 2 Chierico da Firenza p. 4 Iohanne dela Volta p. 2 Bartolo da Firenza p. 4 Pietro de Colegio p. 4 Gulielmo Picinino p. 4 Scaramuza da Luca p. 3 Marino da Fermo p. 4 Leonato da Trano p. 2 Gregoro da Trano p. 4 Zorzo Albanese p. 4 Petro dala Rafa p. 2 Petruza de Conza p. 2 Colla de Celano p. 2 Rizo da Pavia p. 2 Zohanne Cane p. 2 Francesco de Resegato p. 4 p. 71 Piacentino Malagrapi Colla siciliano Guido siciliano Spinozo Romanello Franchino da Cremona Francisco siciliano Iohanne de Serigno Iohanne da San Lorenzo Petro da Balsarana Tatio Batista da Nolla p.10 p. 4 p. 4 p. 4 p. 4 p. 4 p. 2 p. 4 p. 4 p. 4 p. 4 p. 2 p. 3 p. 53 34 67 DISPOSIZIONI AD ANTONIO DE MINUTIS PER VARI PAGAMENTI 1450 agosto 10, Lodi. 78r Ser Antonio da Minutis. Ser Antonio, finché providerimo altramente al spectabile misser Raynaldo da Foligno, volimo ch'el abia omni mese fiorini xxv da soldi xxxii per fiorino et che, visis presentibus, habia la paga de duy mese. Item che ad ****************** maestro da Zarabatane dati fiorini xvi dalla dicta raxone de soldi xxxii per fiorino. Item perché quello conza el horilogio dice non gli basti fiorini 6, sive sey, el mese et che se reduca ad fiorini octo, como haveva prirna, siché nuy siamo contenti gli sia da calende del presente mese inanzi resposto firini octo al mese. Item che faciano dare ad Bruniforto Guarguaglia, qual va al laco de Como, ducati xii d'oro. Data Laude, die x augusti 1450. Franciscusfortia Vicecomes manu propria subscrpsit. Cichus. 68 FRANCESCO SFORZA AUTORIZZA CHE SI CONSENTA A GIOVANNI DA SUIGO DI PORTARSI IN CITTÀ, DOPO AVER DATA IDONEA CAUZIONE DI RITORNARE 1450 agosto 11, Lodi. Magnifico Bolognino de Atendolis. Dilecte noster, havemo intiso che Iohanni de Suygo è molto gravato de febre et per meglio curarse se voleria reducere in la cità; volendoli adoncha compiacere, siamo contenti, che dando luy ydonea et sufficiente segurità de ducati quatromilia, cioè 4000 d'oro, de non partirse et de presentarse, tu gli daghi licencia et faci comoditate ch'el se gli posa reduere per suo aconcio et meglio liberare. Data Laude, xi augusti 1450. Cichus. 69 FRANCESCO SFORZA ORDINA, SU RICHIESTA DI ANTONINO BOSSIO, DI COSTRINGERE I DEBITORI PER LA VENDITA DEL SALE A SODDISFARE IL RICORRENTE 1450 agosto 11, Lodi. Capitaneo Valis Lugani. Dilecte noster, requisisti a spectabili milite domino Aluisino Bossio ut opportune provideremus quod nonnullos debitores, quos hic essent in illa nostra Valle Lugani, occaxione salis eis vendito per quondam Theodorum, ipsius domini Aluisini fratrem, possit convenire et eius debitum con sequi, scribimus tibi et mandamus quod, ad requisicionem prefati domini Aluisini, vel agencium pro eo, huiusmodi debitores convenias et, constante tibi de eorum debito, per omnia iuris reme dia compellas illos ad sibi vel agentibus ut supra integre satisfaciant de omni et toto eo de quo veri debitores apparuerint, sine litigio et temporum ulla dillacione exequendo et in presentiarum vigore aliarum litterarum nostrarum patentium, quas eidem domino Ludovico impartiti sumus. Data, die xi, Laude, augusti 1450. Cichus. 35 70 FRANCESCO SFORZA ORDINA, CHE IN CASO DI PESTE A PAVIA, SI PROVVEDA A RICOVERARE GLI INFETTI A S. GIOVANNI IN VIGNA E SI PAGHI L’UFFICIALE ALLA SANITÀ CON I SOLDI DERIVATI DALLE CONDANNE. DIFFIDA I COMUNI DI NAZANO E BELGIOIOSO DI METTERE AL BANDO DETTA CITTÀ 1450 agosto 11, Lodi 78v Dominis Oldrado de Lampugnano et Lanzaloto de Mayno. Dilecti nostri, ad ciò che accadendo peste in quella nostra cità, che Dio non voglia per sua infinita missericordia, niente manchi per la salute d’essa, siamo contenti et volimo che se togliano li de nari di lavorery et d’essi se ne fazano le spese necessarie a San Zohanne in Vigne per li infecti et se ne pagano li medici, barberi et li altri se acccaderà deputare a tal maestrero siamo etiamdio contenti che l’officiale deputato alla sanità dela dicta peste habia provisione xx fiorini el mese delli denari delle condemnacione, qualle gli accederà ad fare, cum questo ch’el se possa compo nere cum li condemnati; et così volimo se ne avisi lo referendario et thexaurero nostro lì. Et per chè intendiamo che li comuni et homini de Nazano et da Belzoyoso hanno havuto ardire de ban nire quella nostra cità contro la verità, se ne siamo molto maravigliati, et però gli scrivemo in mo do se ne retrarano et la cavarano de bando. Ulterius perché etiamdio havimo inteso ch’el nostro podestà se parte de lì per suspecto dela peste, volemo providiati che per niuno modo se parti. Laude, die xi augusti 1450. Cichus. 71 FRANCESCO SFORZA ORDINA SI DIA DENARI AL FIGLIO SFORZA E VELLUTO CREMISI A GENTILE DELLA MOLARA 1450 agosto 12, Lodi. Ser Antonio de Minutis regulatori, et cetera. Ser Antonio, volimo che ad Sforza nostro figliolo faci dare ducati cinquanta d’oro et così lo zornee ordinato, como say. Item ad Zentile dalla Molara volimo che faci dare el veluto cremisili piano per uno zuparello. Data Laude, die xii augusti 1450 Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit Cichus. 72 FRANCESCO SFORZA CHIEDE SE SIA PIÙ CONVENIENTE CHE LE SPESE PER IL NAVIGO DA S.ANGELO A MILANO SIANO SOSTENUTE DA LUI O DA ALTRI E QUALE VANTAGGIO NE VERRÀ ALLA CAMERA DUCALE 1450 agosto 13, Lodi Regulatori et magistris intratarum. Egregi dilecti nostri perché de questo facto del Navilio de Po ad Sancto Angello et de Sancto Angello ad Milano gli sonno asay diverse et diverse cose, volimo che vuy ne advisati in che modo lo fati incantare. Et perché n’è stato dicto ch’el dicto Navilio al precio che sarà incantado sarano mercatanti et conductieri 79r de sale che butarano fora la quantità del denaro del incanto, senza nuy gli habiamo mettere alcuno denaro contanti, vogliamo che ne advisati chiaramenti et 36 distintamente como trovati ad fare ch’el dicto Navilio se faza et quale metaria meglio, o sborsando nuy tuto el denaro, o che altri li exborsase; et che utile li ne veneria. Item advissatene quanto credeti se possa incantare l’anno et che utilità ne venise ala camera, detratta omni spexa. Et cusì ne vogliati subito advissare chiaramente ad ciò non habiamo mandare un' altra volta da vuy per questo. Laude, die xiii augusti 1450. Iohannes de Ulesis. 73 FRANCESCO SFORZA SOLLECITA CHE SI PROVVEDA ALLA RIPARAZIONE DELLA CASA DEL PODESTÀ AVVALENDOSI DELLE CONDANNE EROGATE DAI VARI GIUDICI DEL COMUNE 1450 agosto 13, Lodi. Potestati, vicario et duodecim provisionum ac sindicis communis Mediolani. Dilecti nostri, secundo intendiamo, maxime per querella de ti, podestà, non è anchora riparata la cassa tua como per più littere havemo scripto; d’il che, sì per lo disconzo tuo quanto per lo poco honore ne reportiamo, se maravigliamo et tanto più quanto ch’el nostro scrivere è quondam modo poco extimato. Il che non volendo nuy più patire, immo dispositi che la dicta casa omnino et senza più dilacione sia repparata; per il che habiamo facta vedere per dui inzigneri la spexa della dicta reparacione et monta circa centodece libre, como ne ha referito maystro Zoanne da Solero et maystro Antonio da Novate, incigneri de quello nostro comune. Pertanto volimo che, havuta insema bona et opportuna intelligencia, et domandati li dicti incigneri, procediati, così ti, podestà, como vui, vicario, dodici et sindici, ad fare omni execucione reale et personale contra qualuncha debitori che spectano alo comune de quela cità per casone de tute le condemnacioni facte et che se farano, così per la corte de ti, podestà, et per lo iudìce nostro de maleficio, como per lo iudice deli dacii, como per lo iudice delle victualie et per qualunche altre condemnacione spectano al dicto comune, facendone fare omni scriptura opportuna. Et circa questo metiti tanto più dilligencia in exequire l'intencione nostra quanto fine a qui è usato mazor negligencia et facti per modo che non habiamo più casone de scrivere sempre may havendo bona advertencia che la dicta spesa sia utile et necessaria et che i denari se scodano per questo realiter 79v in questa opera se convertiseno et non in altro et non transisseno in sinistro. Laude, die xiii augusti 1450. Cichus. 74 ORDINE CHE MARCHINO DE PREALONI NON VENGA RITENUTO COLPEVOLE DI FRODE DI SALE 1450 agosto 13, Lodi. Ser Antonio de Minutis administratori. Scriptum fuit che facit fede ad chui specta che Marchino de Prealoni non è colpevole de l’acusa gli è stata facta de havere comissa frosatione de salle, ma che, partendosi lui da questa cità et andare ad habitare sul Milanese, portò cum luy tre libre de sale. Et considerato che quello ha facto non l'à facto ad intencione de cometere fraude, debia provedere, non sia molestato per questo; ma se da mo’ inanti se retrovase in simile falli sia punito quanto volerà la rasone. Laude, die xiii augusti 1450. Iohannes. 37 75 FRANCESCO SFORZA SI DICE SODDISFATTO DEL SUSSIDIO PROMESSO DALLA CITTÀ E NE SOLLECITA LA RISCOSSIONE.CHIEDE CI SI RIVOLGA ALLA COMUNITÀ EBRAICA PER UNA ULTERIORE CONTRIBUZIONE, RICAMBIANDOLA CON ASSEGNAZIONI SULLE ENTRATE 1450 agosto 13, Lodi. Locuntenenti Cremone et ser Andree de Folignio. Havimo intiso così per vostre como per littere de quella comunità nostra, la provissione facta conclusa per essa nostra comunità circa el subsidio richesto et cetera; et siando noy certissimi che habiati usato omni industria cura studio et dilligentia per haverlo più grasso, siamo contenti de quanto è facto et volimo che acceptate la proferta d'essa nostra comunità, ma sopra tuto ve dete che se scoda quanto più presto sia posibile aciò che possiamo provederi a quelle nostre gente che restano ad havere la sua rata et che ce stimulano, et non mancho extimeno la preste za e la celerità dela cosa quanto la cosa propria. Siamo etiamdio contenti faciate quelle concessione domandano quilli nostri citadini de poter metre l’interciamento per lo dicto subsidio, dummodo non se metano su debio che preiudicase a l’intrate nostre; et de questo havitene bona intelligentia cum Iohanne Boto, nostro referendario generale. Gli concederiti anchora che se pos sano taxare fra loro et che tal taxa habia loco; et perché essa comunità ce richede concediamo che se scoda le addicione della draparia de quella nostra cità, dicemo essere contenti dum tamen 80r fiat senza iniuria et senza preiudicio dele ragione de veruno, al che habiati bona advertencia. Ceterum, perchè più è bona copia de ebrei in quella nostra cità, le quali altre volte ce subvenero ne li nostri bisogni, volimo che gli rechediate anchora de presente ad subvenirce di quel più potriti, facendoli bona assignacione sule nostre intrate de quanto ce subvenerano. Et ultra ciò volimo che assignati ad Theseo de Spoleto conto de quello frumento se retrarà ch’el possi satisfare a quilli de chi gl’ havemo scripto. Laude, die xiii augusti 1450. Cichus. 76 FRANCESCO SFORZA RINGRAZIA PER AVER PROPIZIATO IL SUSSIDIO DATO DA CREMONA 1450 agosto 13, Lodi. Presidentibus Cremone. Dilecti nostri, havemo recevuto le vostre littere circa la provixione haviti ordinata in nostro subsidio, et intiso bene tuto, havimo giarito la mente nostra al magnifico nostro locotenente lì et ad ser Andrea da Folignino de quanto sia a dire et exequire, si c’havendove loro ad referire la voluntà nostra, non ve scrivemo altro salvo che ve ringraciemo de vostra bona et optima voluntà, la qualle, benchè ad noy non sia cosa nova, havemo gratissima et tanto più quanto il nostro bisogno, et ben cognoscemo expressissimamente fedellissimi nostri, che se pur ve fuseno potuto extendere l’haverisseno facto volentera per la vostra solita fede, caritade et benivolencia portati ad noy et al stato nostro. Acceptamo adoncha la vostra proferta, confortandove ad exequirla quanto più presto sia possibile. Quantum autem ad reliqua, ve respondrano li predicti magnifico locotenenti et ser Andrea, como havimo sopradicto. Laude, die soprascripta. Cichus. 38 77 FRANCESCO SFORZA ECCEPISCE SUL MODO DA LORO USATO PER LA RICHIESTA DI SUSSIDIO 1450 agosto 13, Lodi. Dominis Georgio de Mayno et Georgio de Annono. Dilecti nostri, havimo intiso per vostre littere quanto haviti facto fari mò in la materia del subsidio, per lo quale seti andato là. Alle qualle brevemente respondendo, dicimo che a nostro iudicio non haviti havuto quello fundamento alla facenda che dovevate havere al principio per conserva cione, consecucione della facenda, et a noy pare gli dovevati servare altri modi; nondimeno, possendo refirmare la cosa in migliori termini, usateli omni industria e ussati omni dilligencia per cavare quello effecto et conclusione che possibile sia. Laude, die suprascripta. Cichus. 78 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE ALLA FINE DEL MANDATO DI MARCO DA MARLIANO SUBENTRI NEL CAPITANEATO DI VOLTOLINA ANTONIO DA PEGI 1450 agosto 12, Lodi. 80v Regulatori et magistris intratarum. Dilecti nostri, per declaracione dela mente vostra, ve avvisamo nostra intencione essere che Marco da Marliano exercisca el capitaneato de Voltilina per l’anno a lui assignato, et poy, finito el termino d’esso Marco, havendo bono concepto dela fede et devocione del nobile Antonio da Pegii nostro citadino milanese, verso nuy et el stato nostro, deque industria et sufficiencia sua, volimo sia assignato ad esso Antonio, facendo el dovere alla camera nostra secondo l’incanto. Et cusì servati questa nostra mente. Data Laude, die xii augusti 1450. Ceterum volimo che induciati ad scotere li dinari per tal officio dal dicto Antonio per fin ad dui mesi inanti el termine che intrarà ad l’ officio et inanti non lo gravati ad exbursarli. Data ut supra. Cichus. 79 FRANCESCO SFORZA ORDINA SI RESTITUISCA A MARIANO DI CALABRIA QUANTO GLI APPARTIENE 1450 agosto 14, Lodi. Commissario Pizleonis. Dilecte noster, ser Mariano de Callavria, capo de squadra, è stato qui da nuy, quale ne dice che tu anchora hay presso ti alcune pancere et arme soe, que furono retenute fin quando retornò da Melzo per andare in Cremonese; pertanto volimo che subito, recevuta questa, remosa omni cagione, gli restituissi omni cossa del suo. Et non manchi. Laude, die xiiii augusti 1450. Cichus. 39 80 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE LA VERTENZA TRA MARTINO DA TRESSANO E SOCI CON I DAZIERI VENGA DIBATTUTA A LODI 1450 agosto 14, Lodi. Regulatori et magistris intratarum. Egregii dilecti nostri, perché Martino de Tressano e lo compagno se grava alquanto de vuy che haveti mandato per luy per casone della differencia qual ha cum li dacieri dela ferraza, perchè dicono non havere la possibilitate de potere stare ad litigare ad Milano, et che le prove loro sonno qua e non le porria far andare ad Milano, pertanto ve dicimo che la vogliate cometre qua in questa nostra cità de Lodi ad qualuncha ve parerà, che sempre starano paciente ad quanto per quilli sarà chiarito. Laude, xiiii augusti 1450. Iohannes de Ulesis. 81 FRANCESCO SFORZA CALOROSAMENTE RINGRAZIA GUARNERIO CASTIGLIONI PER LA SUA ATTVITÀ A NOVARA PER LA CONCESSIONE DEL SUSSIDIO 1450 agosto 14, Lodi. 81r Domino Guarnerio de Castilione. Spectabilis dilectissime noster, è stato a nuy Damiano, vostro cancellero, el quale havemo vedu to volintera et inteso quanto ne à referito per parte vostra. Dicemo prima che, per quanto inten dimo vuy havere ordinato et facto a Novara per lo subsidio et cetera, comprendimo che haviti metuta a scotto la vostra usata prudentia, industria, cura, studio, amore, caritate et benevolentia, con le quale sempre haviti persequito nuy et el stato nostro, del che, benchè a nuy non sia cosa nova né may havessemo altra opinione de vuy, in la quale magis in dies ce conservati, ve ren gratiamo et bene videmo che como sapientissimo et ardentissimo del nostro bene, considerati che le intrate sono nervi del stato nostro, como pur sono. Havemo adhuncha ordinato et scripto ali vostri collegi et magistri dele intrate nostre che, intendendose con vuy, mandano ad execu tione gli partiti vostri, gli quali molto ne piaceno. Quantum autem ale altre parte di rechesta a nuy facta per lo privilegio de Garlasco et degli denari de Conrado, credemo havere satisfacto ala petitione vostre per nostre littere assignate ad epso Damiano, et quando pure non ne satisfaces seno, avisatice che gli provederemo et volintera, cossì etiam in altre cose como in que sta, per ché la fede vostra verso nuy el merita. Laude, die xiiii augusti MCCCCL. Cichus. 40 82 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE I MEMBRI DEL CONSIGLIO SEGRETO E I MAESTRI DELLE ENTRATE S’INCONTRINO CON GUARNIERO CASTIGLIONI PER ESTENDERE LA RICHIESTA DEL SUSSIDO DAPPERTUTTO 450 agosto 14, Lodi. Consilio secreto et magistris intratarum, et cetera. Dilectissimi noster, benchè ali dì passati havessemo inteso l’opera haveva facta el spectabile doctore misser Guarnerio nostro consiliero ad Novara, dove era andato per la richesta del sub sidio, et cetera pur de presenti siando nuy magis habunde informati de quanto ha facto et ordina to, comprendiamo che la sua andata parturaria bono fructo chi bene intende et mandi ad executione quanto ha ordinato, et non solamente in la provintia de Novara, 81v ma etiam in tute le ter re del nostro dominio. Il perché volimo ve ritrovati con el prefato misser Guarnerio et, bene discu ssa re et intisa la facenda da luy, mandati con ogni celeritate possibile ad executione tuti quelli or dini de quali ve informarà et quali ve parirano tendere ad bene et augumento dele intrate nostre. Laude, die xiiii augusti MCCCCL. Cichus. 83 FRANCESCO SFORZA ORDNA DI NON MUTARE NULLA DEL PRIVILEGIO DI GARLASCO DATO A GUARNERIO CASTIGLIONI, PRIVILEGIO CHE DEVE ESSERE GODUTO AL PARI DEGLI ALTRI FEUDATARI [1450] agosto 14, Lodi Magistris intratarum extraordinariarum. Dilecti nostri, per certo bono rispecto che non exprimemo adesso, siamo contenti et volimo che, facendovi securi et protestandovi o per instrumenti publici o per scripto de sua mano propria, como meglio ve parirà, el spectabile misser Guarnerio de Castiliono, nostro consiliero, de stare a una moderacione se fa a gli privilegii dele concessione per nuy facte per el facto de Garlascho et che non usarà el suo privilegio de Garlascho se non con quelle iurisdictione, modi et forme che ve parissano de esser facte et che se faciesseno ad altri nostri feudatarii de simile natura, non mutate altramente el dicto suo privilegio, anze ge lo lassati imaculato et integro como el sta ad litteram, quanto ala littera , ma quanto alo effecto sia observato quanto agli altri. Laude, xiiii augusti. Cichus. 84 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI DIA A GUARNERIO CASTIGLIONI GARANZIA DEI SOLDI RUBATI AL DI LUI FAMIGLIO CORRADO 1450 agosto 14, Lodi Iohanni de Christianis. Dilecte noster, nonobstante cosa che te fusse scripta in contrario, volimo et te commettiamo che stringe la segurtade de Boschayno ad satisfare al spectabile misser Guarnerio nostro consiliero per li denari che 82r furono robati ad Conrado suo famiglio. Exequisse adhuncha questa nostra 41 mente in modo che al dicto misser Guarnerio sia facto el dovere. Laude, xiiii augusti MCCCCL. Cichus. 85 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI COSTRINGANO GLI UOMINI D’ARME A PAGARE I DENARI RUBATI AL FAMIGLIO DI GUARNERIO CASTIGLIONI 1450 agosto 13, Lodi. Magnifico domino Iohanni de Tolentino. Magnifice miles gener noster carissime, nonobstante cosa alchuna havissemo scrita in contrario, nostra intentione è et volimo che le segurtade, quale avevano prestate quelli homini d’arme de pagare gli denari robati al famiglio de spectabile misser Guarnerio nostro consiliero, siano conscrecte al debito pagamento. Et cussì facite in modo ch’el dicto misser Guarnerio consequi el suo dovere senza più dillatione. Laude, xiii augusti MCCCCL. Cichus. 86 FRANCESCO SFORZA ORDINA SI DIA LA POTESTARIA DEL CASTELLAZO A MAFFEO STAMPI 1450 agosto 14, Lodi. Regulatori et magistris intratarum. Dilecti nostri, siamo contenti et volimo che deliverati la potestaria del Castellazo ad Mafio di Stampi per quello precio l’ha abocato, non avendolo dopo lui alzato, et se fose alzato per altri, volimo pur lo delivrati ad esso Mafio, bonificando lui quello più fose alzato, contentandose nuy che toliate da lui tanto panno in pagamento per competente precio, quanto montarà lo incanto de dicto officio. Servati adoncha questa nostra mente senza veruna excepcione. Laude, xiiii augusti 1450. Cichus. 87 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE NELLA CONTROVERSIA PER LA PODESTARIA DI ROSATE TRA GIOVANNI DONATO DEGLI ANTONI E GIOVANNI ANTONIO SACCO VENGA FAVORITO DONATO 1450 AGOSTO 14, LODI. Regulatori et magistris intratarum. Dilecti nostri, essendo altercacione et differencia tra Zohanne Donato degli Antoni et Zohanne Antonio Saco per l’officio de la podestaria de Rosà, ve scrisemo che, atese le littere prima scrite per esso Zohanne Donato et quanto era seguito da poi, doveseno fare ragione et dare l’officio a chui de iure doveva essere dato; ma perché pare sia opposito al facto del dicto Zohanne Donato, perché non habia l’officio vostro presentata la nostra littera in termino, dicimo che siando questo non havere esso Zohanne Donato presentata dicta 82v littera al termine competente proceduto per havere lui obbedito et exequito quello gli avevano comandato circa li allogiamenti et viveri deli subditi nostri sonno in Roxà, non ne pare gli debia preiudicare et che debia per questo perdere el facto suo, qualle nostra intencione fu che avesse, como appare per la prima nostra littera alla quali ne referimo. Volemo adoncha che, attendute le cose soprascripte, faciate rasone 42 alle parte sumarie et expeditamente. Laude, die xiiii augusti 1450. Cichus. 88 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE, SE RITENUTO IDONEO, VENGA DATO PER UN ANNO L’UFFICIO DI RAZIONATORE DEL COMUNE DI PAVIA A PIERO ROSSO 1450 agosto 14, Lodi. Referendario Papie et Gracino de Piscarolo. Spectabilis miles ac nobilis dilecti nostri, perchè Piero Roso ha obtenuto l’officio del racionatore del comune di Pavia per sey mesi, ne adimanda che li sia concesso per uno anno dicto officio; et perché misser Adriano, quale habbe dicto officio, fo posto per li maystri nostri de l’intrate, perché dicevano essere apto et idoneo ad quello officio et che non era officio de chi non lo sa exercitare et fare. Pertanto, avendo noy asay bona informatione della sufficiencia del dicto Piero Roso, volemo da vuy essere advisati s’ello dicto Piero Rosso è sufficiente al dicto officio o non, o quale è più idoneo et sufficiente al dicto officio, perché non die essere officio de tanta dificultà che non se imprenda in x dì; sichè, siando dicto Piero idoneo, volimo che lui habia dicto officio per un anno, quantuncha sia stato scripto che lo habia per mesi sey. Et così volimo fati l’officio liberamente per lo dicto anno siando idoneo al dicto officio. Laude, xiiii augusti 1450. Iohannes de Ulesis. 89 FRANCESCO SFORZA RIBADISCE CHE NON SI PUÒ ESTRARRE GRANO DAL CREMONESE SENZA SUA LICENZA. SCRIVE, POI, ESSERE STATO NECESSARIO FAR FUNZIONARE IL PORTO DI CASTIGLIONE.... 1450 agosto 14, Lodi. Locuntenenti Cremone. Magnifico miles gener noster carissime, inteso quanto ne scriveti dela inibicione dela tracta del frumento del Cremonese, et cetera, ve respondemo nostra intencione essere ch’el bando altre volte facto se observi, cioè ch’el non se possa cavare fora del Cremonese alcuna quantità di grano, se non gli è licencia sotoscripta de nostra propria mano; et così volimo se observino quelle havimo concesso da qui indreto sottoscripte como è dicto o non. Ala parte del porto de Castigliono dicimo ch’el è vero che per lo passato non solevase exercire lì quello porto, ma n’è stato necessario meterglilo per 83r lo facto de Crema; et, se li dacieri se gravano de questo, pono mandare li suoy officiali, como fanno a Piziguitone. Laude, xiiii augusti 1450. Intendemo, però, prima se questo se po’ fare cum raxone, bench’el ne parà meglio provederli per altra forma in levare dicto porto via, che mandarli altri officiali ad ciò che non se possa nascere inconveniente alcuna. Data ut supra. Cichus. 43 90 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE ANTONIO DA VERTUA VENGA SODDISFATTO DEL SUO CREDITO DI 470 LIRE 1450 agosto 14, Lodi. Gracino de Piscarolo. Dilecte noster, como in questi dì scrisemo al referendario et thesorero nostri lì, s’è lamentato Antonio de Vertua, abitatore de quella nostra, ch’el non po’ conseguire cccclxx livre vel circa ch’el debbe havere per robbe date a noy et alla corte nostra, como appare per soe bolete et scripture facte, quantunche più volte habiamo scripto circha de ciò. Pertanto, ve cometiamo et volemo che sopra quelli dacii te parirano, omnino faci satisfare al dicto Antonio de quello debbe havere, senza exccepcione o contradicione alcuna et in modo ch’el non habia più casone de venire da nuy ad lamentarse. Data Laude, die xiiii augusti 1450. Cichus. 91 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GALEOTTO DA SANSEVERINO DI RILASCIARE I PRIGIONIERI DA LUI INGIUSTAMENTE FATTI 1450 agosto 14, Lodi. Galeoto de Sancto Severino armorum ductori. Strenue dilette noster, havemo sentito cum poca admiracione che tu hay substenuto el Farina Provenzale et Bolognese, qualli erano venuti dal canto de qua et conzasate cum te cum nostro consentimento. Non credendo nuy che tu gli dovese fare tal tractamento senza nostra saputa et non avendo loro cometuto altro defecto che sapiamo. Dela qual cosa molto ce ne rincresce, perché questo non saria fare el facto nostro ma desfarlo, perché quando li nostri fugino dal canto de là furono acarezati et che quelli vengono de là in qua fuseno mal trattati non ne metaria bene; volemo adoncha et te cometiamo che tu li debi relaxare non avendo loro cometuto cosa degna de tal presonia e sustencione dela quale seria debito tuo ad avisarce. Data Laude, die xiiii augusti 1450. Cichus. 92 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE GIOVANNI DA COMO VENGA SCARCERATO 1450 agosto 14, Lodi. 83v Dux Mediolani, et cetera. Tenore presencium mandamus potestati civitatis nostre quatenus relaxetis et relaxari faciatis libere sine excepcione et contradicione aliqua, Iohannem de Como quem detentum et carceratum tenetis ocaxione cuiusdam malefitii et condemnacionis inde factis, de qua condemnacione sibi liberalem graciam facimus, habita tamen pace ab offensis quam praticari faciet, liberato tamen a carceribus, ut prefertur, quem, visis presentibus, liberari et rellaxari volumus. Laude, die xiiii augusti 1450 Cichus. 44 93 FRANCESCO SFORZA CHIEDE LA MOTIVAZIONE PER CUI GALEOTO DA SANSEVERINO HA IMPRIGIONATO FARINA PROVENZALE E BOLOGNESE 1450 agosto 13, Lodi. Locuntenenti Cremone. Magnifice gener noster carissime, havimo intiso cum grande admiracione che Galeoto da San Severino ha sostenuto et impresonato et tolta la roba sua al Farina Provenzale et Bolognese, qualli venuti al canto de qua se erano conzati cum ti de nostro consentimento, del che, non siando noy avissati dela cagione, se dolimo, perché non saria fare el facto nostro, ma desfarlo ché li nostri fugeno da qua in là siano carezati et quelli de là venendo in qua siano presonati. Il perché scrivemo ad esso Galeoto che de ciò se dolimo et che, se avesero comiso cossa digna de presonia, suo debito era advisarce et che aut li relaxi, aut doceat causam detencionis, sichè, relaxandoli, seremo contenti, non li relaxando, volimo ve informati de ciò. Et non havendo loro comisso altro che sapiamo, fatili relaxare, aut informandovi dela cosa avisatece como passa. Laude, xiii augusti 1450. Cichus. 94 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE PAGHI IL MENSILE A GIOVANNI D’ISEO, CAPITANO DEL DIVIETO 1450 agosto 14, Lodi. Referendario Parme. Dilecte noster, volimo che debbiati rispondere ogni mese del suo salario et stipendio ad misser Zohanne de Iseo, capitaneo nostro del deveto del vescovato de Parma, nonobstante littere nostre o deli maystri dele intrate nostre scripte in contrario, perché così è nostra intencione. Et fati non manchi. Laude, die xiiii augusti 1450. Franciscusfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 95 FRANCESCO SFORZA COMUNICA DI AVER MANDATO LÌ GIOVANNI SECO QUALE COMMISSARIO: SI DIA STANZA E LEGNA PER LUI E STRAME PER I CAVALLI 1450 agosto 14, Lodi. 84r Castellano potestati et hominibus Viglevani. Dilecti nostri, perchè havemo deputato nostro comissario lì el dilecto nostro miser Zohanne Secho per alchune cose importante al stato nostro, pertanto lo mandiamo là, al qual volemo faciati subito, recevuta questa, secondo el consueto, provedere de una stantia secondo el consueto per luy et così per li soy cavalli; et voliamo li fatiati dare strame per li soy cavalli et legne per suo uso. Et non manchi per conditione alchuna. Ex Laude, die xiiii augusti 1450. Iohanne de Ulesis. 45 96 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE PER RIGUARDO A FILIPPO VISCONTI NON SI DIA SPAZIO NELLE LOCALITÀ DI GORLA MAGGIORE, CAIRATE E BERGERA A MILITARI 1450 agosto 14, Lodi. Capitaneo et commissario Seprii. Nobiles dilecti nostri, ad contemplacione del spectabel affine nostro misser Filipo Visconte, siamo contenti et volemo che alli lochi et ville de Gorla Magiore, Cayrà et Bergera non gli lassati stare né allogiare soldato veruno delli nostri così da pede como da cavalo, per finchè havereti da noy altro in contrario. Laude, die xiiii augusti 1450. Iohannes. 97 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE A COLELLA MOZAMANO, AGGIUDICATARIO DEL POSTRIBOLO DI CREMONA, SIANO LASCIATE 50 LIRE DELL’INCANTO 1450 agosto 13, Lodi. Referendario ac thexaurario Cremone. Dilecti nostri, avendo incantato Colella Mozamano el postribolo de quella cità nostra cum mosi et pacti honesti et convenevoli, siamo contenti et volimo sia deliverato a luy, et ultra ciò volimo che deli denari de l’incanto gli siano donati ad nostro nome libre cinquanta, cioè cinquanta imperiali, metendole per spexa consumata et facendone fare ogni scriptura et bolete necessarie et opportune. Servate adoncha questa nostra mente. Laude, xiii augusti 1450. Franciscus Sforcia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 98 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI STIA IN GUARDIA PERCHÉ 20 VENEZIANI SONO PARTITI ALLA VOLTA DELLA DARSENA DI PAVIA PER BRUCIARLA 1450 agosto 14, Lodi. Domino Antonio de Eustachiis. Siamo avissati dal canto de là che Veniciani cerchano cum omne cativanza et trista industria fare brusare quella nostra darsana et già, secondo l’aviso havimo, sono 84v partiti vinti dellà in due squadre e sonno venuti ad Pavia. Il perchè ve confortiamo et carrichiamo, quanto più possimo, che gli vogliati havere bona advertencia et far fare tal guardia, cusì la nocte como el dì, che talle damnoso sinistro non occurresse, et studiate cum omni vigilancia, industria et cura de far fare pigliare qualchuno de quelli scelerati, che tentano tanto nostro preiudìcio. Data Laude, die xiiii augusti 1450. Cichus. 46 99 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI DIA A TOMMASINO FORLANO IL SOSTENTAMENTO SUO E DELLA FAMIGLIA PER UN MESE OLTRE ALLA BIADA PER I CAVALLI 1450 agosto 14, Lodi. Consuli, comuni et hominibus Caursii. Dilecti nostri, volimo che ad Thomasino Forlano nostro homo d’arme logiato lì provideati del vivere suo et suoy per uno mese a venire, che sia uno staro de frumento per bocha, intendendo per le boche vive et extante, et similiter una brenta de vino et uno pocho de biava per dui tanto deli suoy cavalli. Et perché nostra intencione è et volimo omnino pagarve dicto frumento, farina et biava gli dariti, non vi debb’essere gravo a dargelo; dateglio adoncha senza veruna excepcione. Laude, die xiiii augusti 1450. Cichus. 100 INFORMATO CHE A CREMONA VI È LA PESTE, FRANCESCO SFORZA ORDINA GRANDE AVVERTENZA SU QUANTI VENGONO DA LÀ 1450 agosto 14, Lodi. Comissario Pizleonis. Dilecte noster, havendo nuy informacione che pur a Cremona è suspecto de mala malatia et ce ne sonno morti alcuni, volimo che nel lasar passare quelli che vengono da Cremona habi bona advertencia che non passano alcuni contaminati né infecti, Quantum autem ad quelli che vengono d’altroe et da lochi vetiti et infecti, siamo certissimi che tu faray el dovere et debito tuo et perciò non te repplicamo altro salvo che a noy non potrese far maior piacere como ad ponere ogni tua dilligencia et vigilanzia in non lasare contaminare le parte de qua per alcuni che passasseno da quello ponte. Laude, die xiiii augusti 1450. Cichus. 101 MERAVIGLIATO DELLA LUNGAGGINE DELLA CAUSA DI BETTINO DORDONE, FRANCESCO SFORZA,VUOLE ESSERNE INFORMATO DEL PERCHÉ E ORDINA CHE IL DORDONE E FILIPPO D’ANCONA SIANO MANDATI DA LUI PER ESPORRE LE LORO RAGIONI 1450 agosto 14, Lodi. Domino Silvano de Nigris et ser Antonio de Minutis. Per certo non possiamo fare che non se maravigliamo et che in duoi anny non habiamo possuto fare tanto 85r cum vuy che habiati terminata la causa de Betino Dordone; comprendemo non sia senza qualche macula de qualchuno. Il perché volimo che domatina debiati advisarci per questo cavalaro quale è la casone de questo, ad ciò che sapiamo che fare. Et anchora ne mandati qua domane Filipo d’Ancona et Betino cum le loro rasone. Et questo non manchi per quanto haviti cara la gracia nostra, avisandove che de questo facto havimo gran despiacere per non poter sapere la casone de questa tardanza cum nostro preiudicio. Et fati che ad hore xiii habiamo la resposta de questo domatina infalanter. Laude, die xiiii augusti 1450. Cichus 47 102 FRANCESCO SFORZA VUOLE CONOSCERE LA RAGIONE DELL’OCCUPAZIONE DI LANGOSCO, POSSEDIMENTO DELLA CAMERA DUCALE 1450 agosto 14,Lodi. Dominis Silano de Nigris et magistris intratarum extraordinariarum. Crediamo sapiati como Langusco è possessione della nostra camera et tenuta indebite per quilli la occupano de presente; et perché nostra intencione è sapere quello sia nostro, volimo che tro vati le raxone dela camera nostra et così intendiati le rasone delli dicti occupanti et expeditamen te procedere et exequire in predictis quanto de rasone ve parerà, ** et del tuto per vostre littere advisarci cum quella cellerità che possibile ve sia, che siamo certi in dece dì porriti tuto vedere. Laude, die suprascripta. Cichus. Replicata die xviii prout iacet. Repplicata die xviiii cum hac parte adiuncta, videlicet: ** et se cum honore se potesseno far sequestrare li beni, saresmo contenti. 103 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI TENGA CONTO DEI SEI CONFEDERATI CHE HANNO PRESO PARTE ALLA MOSTRA, PERCHÉ NON SIANO PRIVATI DELLO STIPENDIO 1450 agosto 15, Lodi Collaterali generali. Dilecte noster, licet in profectione tua Modoeciam et monstra facta a castellano ibi nostro defuerint sex sociales, quos idem castellanus alio transmisserat tam pro serviciis suis quam pro beneplacitis nostris et illustrissime domine et consortis nostre, verumtamen contenti sumus et volumus quod eorum scripcionem facias nec paciaris quod ullum proinde veniant stipendium amittere, aliquo ordine in contrarium nonobstante. Laude, die xv augusti 1450. Cichus. 104 FRANCESCO SFORZA INTERDICE L’USO DEL PORTO DI CASTIONE 1450 agosto 15, Lodi. Comuni Castioni Dilecti nostri, per bon respecto del qual havimo avissato Donato da Milano, nostro famiglio, volimo che per alcuni dì sia levato in tuto quello porto da Castione, in modo che veruno non gli possi passare. Levatello aduncha senza excepcione alcuna et non aspectate più nostre littere sopra ciò. Laude, die xv augusti 1450. Cichus 48 105 FRANCESCO SFORZA COMUNICA IL DIVIETO DELL’USO DEL PORTO DI CASTIONE 1450 agosto 15, Lodi. Donato de Mediolano Donato, perché sentimo che ad Brexa et in lì lochi circomstanti et anche a Parma ne moreno più de peste et sentendo 85v noy che per el porto de Castione ogniuno passa che volle, per schiva re li periculi de contagione in le parte de qua, considerando ch’anchora la persona nostra non saria senza periculo, volimo che per alcuni dì faci cioè toglire al tuto quello porto da Castione, sichè non se gli possa per modo alcuno passare. Laude, die xv augusti 1450. Cichus. 106 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SIA DATO A RAIMONDO TESTAGROSSA IL SUO SALARIO PER IL PERIODO IN CUI FU CAPITANO DEL DIVIETO 1450 agosto 15, Lodi. Locumtenenti, referendario et thexaurario civitate Alexandrie Dilecti nosri, volemo et siamo contenti che fati pagare a Raymondo Testagrossa, nostro capitaneo del diveto, dele condemnagioni che luy ha facte et mandate ala camera nostra el suo salario per lo tempo che luy è stato al dicto officio secondo se contene nele sue littere, tanto de quelle dal Fregarolo quanto dell’altre ve pareranno. Data Laude, die xv augusti 1450 Cichus 107 FRANCESCO SFORZA ACCONDISCENDE CHE VENGANO ASSICURATI TUTTI I BENI E LE MERCANZIE DEI VENEZIANI 1450 agosto 15, Lodi. Consilio secreto. Dilecti nostri, gli dacieri dela mercancia de quella nostra inclita cità ce hanno mandato a chiedere per Melchion Squasse che ne piaccia per nostro salvaconducto asecurare tutte le robbe et merchancie de Venetiani in quella nostra cità, como de esso Melchion più apieno seriti informati; el qual remandimo a voy a ciò richesto como meglio vi parerà, et noy aquieserimo a quanto ordinarite et farite. Ben vi recordiamo che, quando se condescenda ala richesta, la qual lasemo a la deliberatione vostra, a noy pareria che tale secureza e salvoconducto dovesse essere reciproco cusì per li nostri como per li suoi. Data Laude, xv augusti MCCCCL. Cichus. 49 108 FRANCESCO SFORZA CONCEDE A LUIGINO BOSSO DI POTER TAGLIARE LEGNA NEI BOSCHI DI CUSAGO 1450 agosto 14, Lodi Offitiali datiarum. Nobilis dilecte noster, havemo concesso al spectabile cavalliero misser Alouysino Bosso per monitione dela casa sua el possa fare tagliare in quelli luochi de lì quelle ligne che li piace et de le quale 86r luy per suo uso bisognia. Il perché ti avisamo per queste nostre, et ti comandamo che ad omni richesta d’esso spectabile misser Aluisino li lasci fare quelle legne ti pareno conve nentemente satisfare a l’usare suo, togliendole però in luogo più comodo et che sia manco disconzo ad quelli nostri boschi da Cusagho che sia possibile, havendoli in questa bona advertencia. Data Laude, die xiiii augusti MCCCCL. Cichus. 109 FRANCESCO SFORZA INVIA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELL’ENTRATE L’ELENCO DEI LAVORI DA FARSI PER LA RIPARAZIONE DEL PONTE DI PIZZIGHETTONE 1450 agosto 15, Lodi. Regulatori et magistris intratarum nostrarum. Dilecti nostri, vederite per la inclusa, sive alligata, cedula la previxione et spexa necessaria ala reparatione del nostro ponte. Voliemo adoncha, como per altre nostre sottoscritte de nostra propria manu ve scrisemo, che subito si li proveda et statim examinate adoncha essa lista facta per mastro Iohanne da Pavia, presente portatore, cum el qual ve intenderiti et gli darite qualche denare, mandando com si chi ve parerà et facendo omni necessarie et opportune provixione perché se ripare como è nostra total intentione. Data Laude, xv augusti MCCCCL. Cichus. Provisio fienda pro reparatione pontis Pizleonis incipiendo a bocha magna usque ad bocham bochettam citra Abduam. Prima volumne 60, longhe brazza 28 fine in 30 et grosse once 8 dal capo grosso ad computo del libre 3 per l’una, monta libre 1.8.0. Item, per fare le cavriate, ligni 60 longhi brazza 14 l’uno et grosso once 7 in 8, ad computo de soldi 24 l’uno monta libre 0.72. Item, per fare le mazze delle sopraditte cavriate, ligni 48 longhi brazza 8, et sey grossi de once 7 in 8, ad computo de soldi 16 l’uno, libre 0.3.8 soldi 8. Item, braccia 300 de tasselli longhi brazza xii l’uno et grossi once 2, ad computo de soldi x per brazzo, monta libre 1.5.0. Item, pexi de ferro 200 per fare chiodi et ponte de ferro per incalzare la colona, ad computo de libre l 1 soldi 12 el peso lavorato 86v monta soldi 3 2 0. Item, brachiere 200 ad computo de soldi 6 l’una, monta libre 0.6 0. Procimo per prese 4 de corde luoghi de brazza 60 l’una ad compoto pesi 6 l’una, monta soldi uno il peso, vale libre 0 1 9 soldi 4. Item, bastarde doe longhi brazza 200 ad compoto suprascripto per pisi 4 l’una, monta libre 0 12 soldi 16. Item, sartia una longha brazza 60 de pisi 8 al supradicto prexio libre 0 1 2 soldi 16. 50 Item, sinighotti 200 per tirare la mazza per confichare le colunne. Item, nave doy per mettere suso lo castello, libre 0 20 soldi. Item, colunne 90 de brazza 20 per fino ad 22 et grosse 7 once ad compoto de libre 1 soldi 12 l’una, monta libre 1 4 4 soldi. Somorii 12 de brazza 14 l’uno et grossi once 10, ad compoto de libre 3 l’uno. Capelli 46 longhi bracce 14 grosse once 6 et 7, libre 3 6 soldi ad computo de soldi 20 l’uno, monta libre 40 soldi Item, per lo magistrerio libre 4 0 0 soldi --. Libre 14 95 soldi 4. 110 FRANCESCO SFORZA CONCEDE CHE ANTONIO DEL CONTE POSSA PORTARSI NEI SUOI POSSEDIMENTI PURCHÈ DIA UNA GARANZIA DI 4000 DUCATI DI FAR RITORNO AL CONFINO 1450 agosto 7, Lodi. In nomine Domini. Anno a nativitate eiusdem millesimo quadringentesimo quinquagesimo indictione xiii, die merchurii xii mensis augusti. In executione infrascriptarum litterarum tenoris huiusmodi videlicet: Dux Mediolani et cetera, Papie Anglerieque comes ac Cremone dominus, dilecti, miser Antonio del Conte, confinato in quella terra nostra, ne ha facto con istantia richierere siamo contenti el possa andare alcune fiade fora de quella nostra terra ale suoe possessione de Daradia (Barazia), apresso a Monza et Sanctonovo presso Binascho, perché luy darà sigurtà sufficiente non se partirà de quella nostra terra senza licentia et non andarà altrove che ale dicte soe possessione. Pertanto siamo contenti togliati sigurtà da luy de ducati quatromilia, zoè iiii milia, dele qual siate bene securo che el dicto Antonio non andarà altrove che ale ditte possessione senza licentia nostra. 87r Et quando abbiate ditte securità, siamo contenti lo lassiate andare andare ala ditta possessione et tornare, como ve parerà, dumodo che el non vada senza nostra licentia a Millano né altrove che ale ditte possessione. Ex Laude die vii augusti MCCCCL. Cichus. 111 ATTO NOTARILE CON CUI SI ATTESTA CHE ANTONIO DE COMITE PROMETTE DAVANTI AL CASTELLANO E AL CAPITANO DI MONZA DI NON LASCIARE IL CONFINO SENZA PERMESSO DUCALE. INTERVENTO DEI FIDEIUSSORI PER 2000 DUCATI D’ORO A GARANZIA DELLA PROMESSA Signatarum et sigillatarum sigillo ducali, a tergo: nobilibus viris castellano et capitaneo nostris Monde. Modo ad executionem predictarum litterarum et aliis omnibus modo iure via et forma, quibus me lius et validius potuit et potest, suprascriptus dominus Antonius de Comite, filius condam domini Thomaxii civitatis Mediolani, porte Ticinensis, parochie sancti Alesandri in Zebedia, et nunc mo ram trahentis in Modoetia pro confinato in contrata medicum, et constitutus personaliter coram dominis Andrea de Simonetis, castelano castri Modoetie, et Lanzaloto de Beaquis, capi taneo Modoetie, promisit et vadiam dedit, obligando se et omnia sua bona mobilia et immobilia presen tia et futura et etiam suppelectilia domus et ea que alias verisimiliter non caderent in generali obligatione pigneri prefatis dominis castellano et capitaneo Modoetie, necnon in manibus mei notarii infrascripti persone publice et quilibet nostrum presentium stipulantium et recipientium nomine et vice et ad partem et utilitatem ducalis camere, quod ipse dominus Antonius de Comite non se transferat ad aliquas alias partes nec ad civitatem Mediolani et non se transferat nisi ad predictas possessiones, nisi per transitum, sine spetiali licentia prefati illustris domini domini nostri ducis, nisi et prout in dictis licteris fit et habetur mencio. Et hoc sub 51 pena, et nomine pene, in stipulacione deducte predictorum ducatorum quattuormilium, de quibus in dictis litteris fit et habetur mentio, auri et in auro et ad computum librarum trium sive quattuor imperialium pro quolibet ducato, dandorum et solvendorum per predictum dominum Antonium si et in casu quo predictis contrafecerit et non attendiderit et non observaverit predicta superius declarata et in dictis litteris contenta et specificata et in stipulatione et obligatione aducta, predictis modo et forma ut supra, renunciando et cetera, promittens, et cetera. Et pro predictis omnibus et singulis per predictum dominum Antonium attendendis extiterunt et sunt fideiussores et in solutum ut infra atenditores pro ratis formis et tenoribus infrascriptis, videlicet: ser dominus Iohannes de Petrasancta, filius quon dam Antonii, porte Romane, parochie Sancti Nazarii in Brolio Mediolani, pro ducatis mille auri et in auro; Iacobus de Alzate, filius quondam Antonii, porte Horientalis, parochie Sancti Viti in Pa squirolo in Mediolano, pro aliis ducatis mille auri et in auro ut supra; 87v Antonius Rabia, filius quondam Girardi, porte Nove, parochie Sancti Stephani ad Nosichiam, pro ducatis mille auri et in auro ut supra; Bernabuvis de Comite, filius quondam Petri, porte Ticinensis, parochie Sancti Se bastiani Mediolani, pro aliis ducatis mille auri et in auro, ut supra. Qui domini Iohannes de Petra sancta, Iacobus de Olzate, Antonius de Comite et Bernabuvis de Comite sese constituerunt prin cipales debitores, observa tores et in solidum fideiussores pro quantitatibus et modis ac formis suprascriptis declaratis et specificatis ut supra, renunciantes epistule divi Adriani et beneficio novarum constitutionum et omni alii iuri et auxilio usus et legis, iuris et facti, quo et quibus sese tueri possint vel iuvari modo aliquo vel ingegnio, obligantes sese omnia eorum et cuiuslibet eorum in solidum bona ut supra et iura pro quantitate et modis suprascriptis. Et hec omnia cum pactis roborando, et cetera. Actum in castro Modoetie, presentibus pro notario Iacobo de Monetis filio quondam Iohannis, et Iohanne de Casate, filio quondam Girardi, ambobus Modoetie notariis. Interfuerunt ibi testes: dominus Iacobus Rabia filius quondam Girardi, Franciscus de Seregnio filius quondam Henriperti, ambo habitatores Modoetie noti; Tadeus de Busti, filius quondam Iohannis civitatis Mediolani porte Horientalis parochie Sancti Nazarii in Brolio Mediolani et nunc moram trahens in castro Modoetie similiter notus; Iacobus de Abiate, filius quondam Iohannini, porte Horientalis, parochie Sancti Viti in Pasquirolo Mediolani, notus similiter; omnes testes ad premissa ydoney vocati specialiter et rogati. Ego Girardus de Bosomis, filius quondam Iacobi publicus imperiali auctoritate notarius civitatis et ducatus Mediolani, necnon terre Modoetie notus ac habitator rogatus presens instrumentum promissionis tradidi et in testimonium promissorum subscripsi. 112 ELENCO DEGLI ESLIATI E FUORIUSCITI DAL TERRITORO DI LECCO 88r Magistris intratarum extraordinariarum. Bandezati dela terra de Leco. Vannotus de Merlinis est in villa Olerte subtus capitaneum Martesane; Vaninus de Belingardis est Mediolani; Antonius de Gazonis est Mandeli; Isachus de Madio est Oggioni, et cotidie vadit ad partes inimicas; Filiponus de Cantonis est Mediolani; Petrius de Boldizonis est Bononie; Gaspar de Ysachis est Ballabii in territorio marchionum; Iohannes quondam Rovede de Teoldis est Bergami; 52 Carolus quondam Bay de Mandello est Mandeli; Omnes quottidie veniunt ad Malgradum ad eorum libitum. Forausiti et confinati Leuci. Augustinus de Bacho est Melinate et Malgrade et Vallis; Gulielmus iiii capellis est ut supra; Melchion et Gaspar, fratres, de Belingardis sunt Mediolani; Petrus de Isachis et Balzarinus eius filius sunt Oggioni; Andreas Petrus et Mutus, fratres, de Scanagatis sunt in lacu; Petrus, frater Isachi, de Madis est Clivate; Petrus Rovede de Teoldis est in Malgrate; Ferdolis et Iacobus, fratres Filipini, de Caritonis est sive sunt; Iacobus, frater Antonii, de Gacii est cum capitaneo Martesane. 113 FRANCESCO SFORZA INFORMA FRANCESCO BOTTO E BARTOLOMEO DE LOCADELLO CHE UN CITTADINO DI CREMONA INTENDE SPOSARE UNA LORO PARENTE 1450 agosto 13, Lodi 88v Francisco Botto et Bartolomeo de Locadelo affinibusque suis. Dilecti nostri, el spectabile et strenuo Bernabò da San Severino, nostro conductero, ce ha pregati ve voliamo scrivere che dagati Apolonia vostra parente per molie ad Iohanne Manara nostro citadino Cremone. Per compiacere adoncha ad esso Bernabò siamo contenti che de ciò faciate commo vi pare et piace. Laude, xiii augusti. Cichus. 114 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE IL RICORRENTE BERNARDO DA RIVA SIA RISARCITO DEI CAVALLI E DELLE COSE RUBATIGLI 1450 agosto 29, Lodi. Capitaneo lacus Cumarum. Dilecte noster, perchè Bernardo da Riva se grava de certi homini, qualli forano casone de farli tore certi cavagli et robbe, come da luy intenderiti, et domanda gli faciamo fare rasone, pertanto volimo che mandiate per quilli homini ve nominarà luy, et, constandovi che dicti homini siano stati cagione de farli perdere li cavali et robbe gli fo tolta, astrenzeti mediante iusticia dicti homini ad pagare dicta sua robba al dicto Bernardo. Laude, die xxviiii augusti 1450. Iohannes de Ulesis. 53 115 FRANCESCO SFORZA INFORMA CHE DAVIDE DA PARMA È DISPOSTO A CONCORRERE, PAGANDO, ALLA PODESTARIA DI CALISTANO. A PARITÀ DI OFFERTE, VUOLE VENGA PREFERITO 1450 agosto 28, Lodi Regulatori et magistris intratarum. Dilecti nostri, già sono più dì passati promettessemo ad David de Parma per suoy benemeriti et de casa sua verso nuy la podestaria de Calistano; ma siando poy succeduto lo incanto universa le delli officii, dice che, per non detrare alle nostre intrate, è contento de pagare de dicto officio insieme cum la fictaleza de Calistano quello che qualuncha altro volese pagare. Siamo adoncha contenti et volimo che ve intendiati cum esso David et vogliando luy exbursare quanto un altro, datila a luy, perché, considerati li respecti havimo dicto, ne pare et volimo ad egual pre cio luy sia preferito. Et siamo contenti che al facto del denaro gli faciati uno poco de sufferencia de vi dì aut vii in viii, mentre andarà a casa per fare provisione al dinaro. Laude, xxviii augusti 1450. Cichus. 116 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE SI DIA A PARMESANO DELL’ALTRO TEMPO PER AVERE UN RAGAZZO AL POSTO DI QUELLO SPROVVEDUTAMENTE GARANTITOGLI DA RIZARDO 1450 agosto 15, Lodi 89r Domino locuntenenti Cremone. Nonobstante ch’el Parmesano, homo d’ arme compagno del strenuo Stamignone, havese dato per seguritade Rizardo nostro homo d’ arme de cinquanta ducati per uno regazo, como crediamo vuy essere informato, et già fose caduto in pena el dicto Rizardo de pagare dicti cinquanta du cati, per certo respecto non volimo perhò ch’el dicto Rizardo né veruno altro per el dicto regazo sia molestato né inquietato, per fin che non ve scriveremo altro, perché intendimo ch’el dicto Par mesano habia uno poco di tempo ad ricatare un altro regazo, et poy relaxarà et licenciarà quello. Data Laude, die xv augusti 1450. Cichus. 117 ANTONIO DE MINUTIS INFORMA CHE LE TERRE DUCALI SONO STATE MESSE ALL’INCANTO ALLA CONDIZIONE CHE SENZA PAGAMENTO DI DAZIO SI POSSA CONDURRE NEI POSSEDIMENTI DEL SIGNORE QUANTO ALTROVE VIENE RACCOLTO 1450 agosto 10, Milano Magnifico Cicho, et cetera. Copia. Domine compater, respondendo ad una vostra littera, responsiva ale mie per lo fatto de li dacieri, se puono in tute le littere del nostro illustre signore domandare restoro dele biavie forasterie ad menare in le terre del prelibato signore nostro; ve dico questo per certissima conclusione che tuti li dacii de tute le terre che erano del prelibato signore nostro lo zenaro passato, sono incantati cum rapis et spinolis et cum lo decreto derrogatorio e preciso, et ulterius cum questo ch’el prelibato signore possa dare licencie ad cadauno de conduere alle terre della excellencia sua omni biave nasciute et recolte fora delle terre della signoria sua senza pagamento de dacio 54 alcuno e senza far restoro alcuno. Et pertanto ve avisso che per alcuna dele suprascripte casone non li cade restoro in alcuna dele terre nostre et de questa non bisogna cerchare più chiareza. Mediolani, x augusti 1450. Vestre excellentie Antonio de Minutis 118 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE GIACOMO LANDRIANO VENGA SODDISFATTO, SE REALMENTE DOVUTOGLI, PER LA PASSATA CASTELLANIA DI NOVARA 1450 agosto 16, Lodi Regulatori et magistris intratarum. Dilecti nostri, como vederiti per copia di uno capitulo in la domanda inclusa, Iacomo de Landriano, olim castellano de Novara, quando occupassemo la cità, se pretende dovere havere certa quantità de denari a lui restati per lo tempo haveva servito alla libertà, et dice sonno restati tali denari a lui debbuti in le mane del thexaurero et daciere tunc de Novara, como da lui sareti informato et credimo simile casone ve debbeno constare. Volimo adoncha et vi comitimo, intiso el credito d’esso Iacomo, provediati li sia satisfacto secondo richede ragione et l’honestate. Laude, xvi augusti 1450. Cichus. 119 FRANCESCO SFORZA DICHIARA CHE IL SUSSIDIO ACCORDATOGLI DA PAVIA CON UNA ADDIZIONALE SUI DAZI NON LO SODDISFA AFFATTO PER IL DANNO CHE NE DERIVERÀ ALLE ENTRATE DUCALI DELL’ANNO SUCCESSIVO. MANDA, PERCIÒ, GIAMPIETRO CAYMO A PAVIA PERCHÉ S’INTENDA SULLA FACCENDA CON OLDRADO E LANZALOTTO E LA COMUNITÀ PAVESE 1450 agosto 16, Lodi 89v Magistris intratarum. Como credemo habiati inteso per lo subsidio qualle havemo domandato alla comunità nostra de Pavia, la dicta comunità ha deliberato subvenirci dono de fiorini xv milia, benchè nuy invito l’habiamo acceptati perché nuy volevamo ne subvenissero supra le nostre intrate de l’anno futuro, et ha deliberato dicta comunità che questi fiorini xv milia siano rescosi sopra l’addicione deli dacii; et perché li dacieri molto se sonno gravati de queste addicioni, allegando che, nonobstante sia la desfactione loro per questo anno, ma sarà gran preiudicio in l’anno a venire ale intrate nostre, nuy havimo scripto ad vuy et così alli spectabili misser Oldrado et Lanzaloto a Pavia che intendessero bene questa cosa, et poy facessero quello gli paresse lo meglio. Et perché ne pare per questo sia dilongato lo facto nostro et lo bisogno nostro richede cellerità, perhò volimo che vuy, Iohannepetro Caymo, andati domatina a Pavia et ve intendiati cum li predicti misser Oldrado et Lanzaloto et la comunità quale ha facta dicta adicione et intiso insieme el tuto volimo che dichiarate questa cosa che habia fine che nuy habiamo lo facto nostro per quello meglior et più honesto modo et forma vi parerà perché nuy damo lo peso et lo incarico a vuy et li predicti in Pavia. Et che questa dichiaratione sia facta per tuto martedì o mercordì proximo futuro infalanter et che nuy ne siamo advissati. Et facto questo, cerchati le vie et li modi per li qualli se possano retrare li dicti xv milia fiorini et che li possiamo assignare ad alcuni nostri conducteri et homini d’ar me. Data Laude, die xvi augusti 1450. Cichus. 55 120 FRANCESCO SFORZA INFORMA DI AVERE INCARICATO GIOVANNI DA TOLENTINO E ANDREA DA FOLIGNO PERCHÉ RICHIEDANO UN SUSSIDIO IN DANARO E IN NATURA DAI CITTADINI, DAI CONTADINI E DAGLI EBREI 1450 agosto 18, Lodi. Referendario et thexaurario Cremone. Dilecti nostri, occurrendoce el bisogno al presente d’essere subvenuti dali nostri che ne amano et cum fide et carità prosequino el stato nostro, havimo cometuto al magnifico nostro genero et licotenenti lì domino Iohanne da Tolentino et ser Andrea de Foligno, nostro cancellero 90r che rechedano alcuni nostri fidelli citadini et anche contadini de quella nostra cità, cusì in particulare como in comune, et così seculari como ecclesiastici, ad servirci chi de denari et chi de frumento o pano, secundo le loro facultate, cum ordine che dela quantità ne servirano gli siano facte debi te assignacione sule intrate nostre de l’anno a venire. Volemo adoncha, et per le presente nostre litere ve comettimo che a qualuncha ne subvenirà faciati debite assignationi sulle nostre intrate de l’anno a venire, como havimo dicto, secondo l’ordine ve darano essi magnifico locotenenti et ser Andrea nostri, informati dela mente nostra, intendendo el simile deli Ebrei habitanti in quella nostra cità, li qualli, secondo le nostre richeste, ce subvenerano. Laude, die xviii augusti 1450. Franciscusfortia Vicecomes manu propria subscripsit Cichus. 121 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE VENGANO RESTITUITI ANIMALI E COSE CHE RISULTASSERO EFFETTIVAMENTE SOTTRATTE NELLA LOCALITÀ DI INVERIGO A BIANCHINO DEL CONTE 1450 agosto 16, Lodi Potestati Mediolani. Dilecte noster, Bianchino del Conte, dilecto nostro, pretendi che certi habitatori de quella nostra cità habianno di suoi beni, qualli gli furono tolti nel loco de Inverico al tempo delle guerre passate, como da lui saray informato, et ne richede vogliamo providere alla restitucione d’essi. Per compiacerli aduncha, te commetiamo et volemo che, essendo como lui dice e retrovandose alcune bestie bovine o equine, vestimenti o lecti de quilli gli furano tolti nel dicto loco, gli li faci restituire liberamente et senza excepcione alcuna. Data Laude, die xvi augusti 1450. Cichus. 56 122 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI CANTÙ QUANTO SOPRA RICHIESTO AL PODESTÀ DI MILANO A FAVORE DI BIANCHINO DEL CONTE 1450 ottobre 18, Milano Potestati Canturii. a Dilecte noster, Bianchino del Conte, dilecto nostro, pretende che alcuni habitatori de quella no stra cità et de destrecto d’essa habiano certi suoi beni, quali gli furono tolti in Inverico al tempo delle guerre passate; dele quali et como sarai da lui informato, et ne rechede vogliamo provede re alla restitucione d’esse. Per compiacerli adoncha, siamo contenti et volemo che, se così è co mo luy dice et retrovandose alcune bestie bovine, cavalli, vestimenti et lecti, quali gli fosseno tolte nela dicta villa, gli li faci restituire liberamente et senza excepcione et contradicione alcuna. Mediolani, xviii octobris 1450. Cichus. a Corretto su Potestati Cumarum, depennato. 123 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI RESTITUISCA DA AMBROGIO DE ALBICIS E STRAMEZOLO QUANTO DA LORO SOTTRATTO IN CAVALLI E BIADE A BELTRAMINO DA ERBA 1450 agosto 16, Lodi Dominico de Albicis et Stramezolo. Cum singular despiacere et mal contentamento de vui havemo intesso per diversi modi la novità haviti fatta ad Beltramino 90v da Herba et soy compagni in torli cinque cavali et biade, qualle conducevano ad Asso, nonobstante havesseno bona licencia da Bartholomeo Trovamale. Et certamente haviti facto male et contra l’honore et debito vostro ad fare contra la dicta licencia, perché essendo esso Bartholomeo locotenente in quelle parte per la magnifica madona Luchina dal Verme, non doveresti contrafare, immo piutosto exequire quello ordinasse luy nel facto de conduere biade. Pertanto ve comendiamo et volimo che, vedute le presente, subito et senza excepcione o contradicione alcuna et senza aspectare altro comandamento da nuy, vui relaxati et restituati le dicte cavalle biave et omni altra cosa tolta alli poveri homini predicti, havendo bona advertencia ad exequire questa nostra intencione et observare le licencie de biave, quale facese el dicto Bartholomeo, perché, quando facesti altramente, ne fareti cosa molesta et ve daremo a vedere che siamo de vuy malcontenti. Laude, die xvi augusti 1450. Cichus. 57 124 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE , IN SEGUITO ALLA DENUNCIA DI GIOVANNI ANTONIO MARCELLO, LA GENTE DI PANDINO DESISTA DAL FARE QUALSIASI NOVITÀ PER LA ROGGIA 1450 agosto 16. Lodi. Potestati comuni et hominibus Pandini. Dilecti nostri, per le incluse littere del magnifico misser Iohanne Antonio Marcello, vederiti quanto scrive delo excesso comisso per vuy, secondo luy dice, per quella rugia, et perché a noy non pare ragionevole che ve faciati rasone da vuy stessi, et anche non volimo comportare vuy siati cagione de scandali et questione, ve comandiamo che debiati desistere da simile novitate et revocare quelle havessevo facte. Et se gli pretenditi ragione alcuna, avissati noy che cercharimo remediargli et gli remediaremo, ma in questo mezo non ve deshonestate. Et lecte che haveriti le incluse, mandatile in mano de Cicho nostro secretario. Laude, die xvi augusti 1450. Cichus. 125 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE SOLLECITAMENTE SI RACCOLGANO DANARO E FRUMENTO DA ASSEGNARE A CHI LUI INTENDE 1450 agosto 17, Lodi. Locuntenenti Cremone et ser Andree de Fulgnato. Dilectissimi nostri, havemo recevuto vestre littere circa el facto dele addicione, cioè an se debeno fare et cetera; alle 91r qualle respondemo, dicimo che, essendo com vui scriviti, siamo contenti et anche volimo che concedati ad nostro nome che se possano fare per cagione del sub sidio, al qual ve carrichiamo quanto più possimo, vogliati insistere cum omni industriosa solicitudine et dilligencia, ita che senza perdimento de tempo se reschoti, ad ciò che possimo deli dinari o frumento di quello assignare la parte sua a chi la intendemo dare. Siamo ultra ciò contenti, attento quantto scriveti del dacio dela draparia. Alla parte dela biava per li cavali deli soldati, ad noy non pare né volimo che se gli dia fino a tanto che non ve scriveremo altro. De quanto ce haviti scripto vuy, Zohanne, dela conditione de quella nostra cità rimanemo molto leti et consolati, confortandovi et pregandove che gli faciati havere tal dilligencia che se conservi in sanità, dela quale non ne potresti far cosa che più ne piacese né più ne fose grata. Laude, xvii augusti 1450. Cichus. 58 126 FRANCESCO SFORZA RICHIAMA IL PROBLEMA DELLA ROGGIA RIPETENDO CHE VUOLE SI DESISTA DA OGNI NOVITÀ 1450 agosto 16, Lodi. Iacobo Antonio Marcello provissori Creme. Havimo intiso quanto ce ha scripto la vostra magnificencia delo excesso, segondo ditano vestre litere, comiso per quilli de Pandino nel facto de quella rogia; del quale se ne maravigliamo, et per le alligate gli ne scrivemo opportunamente in modo che desistirano et, se havirano facte le novita te, le revocherano se gli fareti presentare le littere. Et quando non lo faceseno et ne sarimo avis sati, gli darimo ad intendere che non siamo contenti sia facto cosa che rincresca alla vostra magnificiencia né ali suoi suppositi. Laude, xvi augusti 1450. Cichus. 127 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE VENGANO PAGATI IL CAPITANO DELLA CITTADELLA E IL CASTELLANO IN MODO CHE POSSANO FORNIRSI DELLE COSE NECESSARIE PER NON LASCIARE USCIRE I SOLDATI 1450 agosto 17, Lodi Iohanni Botto generali referendario ac referendario et thexaurario Parme. Dilecti nostri, essendo quella nostra cità reducta alla condicione ch’el è per respecto alla pe ste,delibarimo et volimo che al capitaneo della citadella et castellano nostro li faciati respondere dela paga del mese passato, mediante le quale se possino fornire dele cose necessarie per non havere cagione de lasare usire fora li compagni et infectarsi dela dicta peste. Laude, die xvii augusti 1450. Cichus. 128 FRANCESCO SFORZA DISPONE CHE AL FAMIGLIO DUCALE ALESSANDRO DA FOLIGNO VENGANO ASSEGNATI QUATTRO DUCATI AL MESE SENZA ALCUNA BOLLETTA COME INVECE PRETENDONO DI FARE IL REFERENDARIO E IL TESORIERE 1450 agosto 17, Lodi. 91v Antonio de Minutis regulatori. Ordinassemo altre volte che ad ser Alexandro da Foligno, nostro famiglio, fose dato la spessa ad Cremona per quatro boche et tu, como say, li fessi assignare quatro ducati el messe per le dicte spese. Da poy noy scrissemo al referendario et thexaurero che gli dovesseno respondere deli dicti denari senza fare altre bolete, et, per lamenta ne fa el dicto Alexandro, essi referendario et thexaurero non lo voleno fare, dicendo havere comissione dali maystri de non respondere ad alcuno de dinari se le bolete non se fanno lì a Milano; et etiamdio dice gli voleno retenere uno grosso per fiorino de capsoldo et xxxii de incanepa. Pertanto, non intendendo che questo ordine se extenda al dicto Alexandro, te cometiamo et volemo provedi et ordine che ad esso ser Alexandro sia resposto ad Cremona deli dicti quatro ducati senza retencione de capsoldo senza canepa et senza gravarlo delo facto dele bollete. Laude, die xvii augusti 1450. Cichus. 59 129 FRANCESCO SFORZA ORDINA ALLE COMUNITÀ SUACCENNATE DI CONTINUARE A PASSARE LE LORO ENTRATE AI CASTELLANI 1450 agosto 17, Lodi. Comuni et hominibus villarum Albazani, Isole Vallis Parme, Annole et Prete districtu Parme. Dilecti nostri, ali dì passati ve scripsemo che dovesti contribuire obedire et essere sottoposti alla nostra comunità de Parma, el che molto ne piaceria per reintegrari li suoi membri alla cità; nondimeno perchè intendiamo che l’intrate et censi de quella terra per lo passato erano ordinate e deputati ad quelli castellani, deliberamo et volimo che, fin a tanto che per altra via faremo provissione alli dicti castellani, vuy gli rispondiate d’esse intrate a modo usato. Laude, die xvii augusti 1450. Cichus. 130 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE, CAUSA LA PESTE, SIANO LASCIATE APERTE SOLO TRE PORTE DELLA CITTÀ 1450 agosto 17, Lodi Vicecomissario et potestati nostris Parme. Essendo vacuata quella nostra cità de citadini como è, per casone dela peste, ne pare superfluo appriri tante porte quante gli sonno. Pertanto laudiamo et volimo che, aprindo solamente porta Nova, porta Santa Croce et porta San Francesco, tegnati serrate tute l’altre durante questa condicione et fin alla ritornata deli dicti citadini, facendo questo cum bon modo per non dare umbreza alli citadini, como saperiti ben fare. Et aciò quella nostra cità resti più secura in questa evacuacione volemo che tute quilli fanti sono ordinati a venire lì siano 92r logiati in la piaza. Eseguiti adoncha questa nostra intencione. Data Laude, die xvii augusti 1450. Cichus. 131 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE A FRANCESCO ALMERICO E BERNABÒ DA SANSEVERINO VENGA DATA LA RIMANENZA SUI 300 DUCATI DI PANNO DO VUTI 1450 agosto 17, Lodi. Iacobo Griffo. Iacomo, scripsemo in questi dì et ordinassemo che li magnifici Francesco Almerico et Barnabò da San Severino fosse dato in trecento ducati de panno, et anco non ne hanno avuto se non in L ducati, como loro dicono. Pertanto volemo che subito provede che incontinenti gli sia dato el resto fin al computo delli dicti trecento ducati. Laude, die suprascripta. Cichus. 60 132 FRANCESCO SFORZA ORDINA VENGANO TRATTENUTE TRE PERSONE IN ATTESA DI SUE DISPOSIZIONI 1450 agosto 18, Lodi Iacobo de Alferiis. Iacomo, volimo servi ogni via et modo a te possibile de fare che honestamente tu habii nelle mane uno chiamato Zanna, figliolo de Leone Zucho, un altro Cattanio suo fratello et un altro nipote de Donato, che sta alla Cassinaza in Vallera, l’altri dui sopradicti stanno in Vallera; li qualli tutti tri volimo debii far ben guardare et tenere in districto. Et facto questo, ne advissa noy, perchè te advisaremo quello doveray fare de loro. Et questa cosa fa che tu la governi cum boni modi ad ciò che non andaseno in sinistro. Laude, die xviii augusti 1450. Cichus. 133 SI INFORMA IL DUCA DELLA IMPOSSIBILITÀ DI FORNIRE DATI CERTI SUI VANTATI PRIVILEGI DEI FRATELLI FRANCESCO E GUIDO VISCONTI. SI RICORDA CHE NOTIZIE SI POTREBBERO AVERE SUI PREDETTI PER IL LORO RICORSO AL CONSIGLO SEGRETO PER POTER VENDERE IL SALE AI LORO UOMINI AL PREZZO DA LORO FISSATO, VANTANDO ANCHE IN QUESTA MATERIA AMPI PRIVILEGI IMPERIALI. SI ALLEGANO DATI SUI LUOGHI (DEI QUALI VENGONO INDICATI I FUOCHI E LE ENTRATE) RIVENDICATI DAI SUDDETTI FRATELLI COME A LORO SOGGETTI 1450 luglio 24, Milano Illustrissimo principi et domino duci Mediolani. Illustrissime princeps et excellentissime domine noster singularissime. In execucione dele littere della excellentia vostra, nuy cum quilli modi ne sono parsi più secreti, havemo tolta quella informacione sopra quello domanda misser Francesco et misser Guido fratelli deli Vesconti, la quale inclusa ve mandiamo, avissando la excellentia vostra che deli suoy privilegii et rasone noy non possiamo chiarire la Signoria Vostra che non li domandasi suoy privilegii et raxone ad essi fratelli, ma la cosa poy non saria secreta. Gli è perzò uno modo indirrecto, per saperlo perchè intendiamo dicti fratelli essere heri stati in consiglio secreto et havere richesto poter havere licencia de vender sale alli suoi homini per quello precio li pare ad loro, et che 92v al tempo del duca Zohanne et de lo illustre signore passato loro pagavano el salle alla gabella ad raxone de soldi xl el staro, et poy loro lo dispensaveno a loro modo. Et hanno dicto in consiglio haveri privi legii imperiali molto ampli. Il perché la Signoria Vostra potria scrivere ad quilli del consiglio secreto se faciano mostrare quilli suoy privilegii et raxoni, le qualli perfin adesso non sono anchora veduti da perso na; sichè saria laudabile ad vederli. Et avissamo la excellentia vostra che al tempo del signore passato li Vesconti per li suoy massari et per loro avevano el salle per uno certo precio et minori che gli altri; ma erano anchora obligati ad levare una certa taxa de salle, la quale però may non fiseva levata cum quanti comandamenti se podeva fare. Misser Pedro Cotta è andato a Como per facti dela excellentia vostra, et nuy senza luy havimo tolta quella informacione havemo potuto havere tanto secretamente quanto è stato possibile. Se recomendiamo alla excellentia vostra. Mediolani, xxiiii iulii 1450. Eximie excellentie vestre fideles servitores. Silanus de Nigris. Antonius de Bosiis et Iohannes Calcaterra. Pro dominis Francisco et Guido Vicecomitibus. Primo la terra de Summa et Mezana cum le pertinencie tenevano al tempo del signore passato. 61 Item, Grialasica e Vergià cum le sue pertinencie hanno comprato dalla comunità, como appare per carta. Item, lo resto della pieve rechedita la qualle teneno, son li infrascripti Vizolla, si è una cassina, le qualle sonno separate per littere della Signoria Vostra dalo vicariato de Gallarà e date a noy per la provisione a noy altre volte facta le qualle sono de minima intrata, como porrà vedere la Signoria Vostra: prima, Corzeno che sonno foghi x; item, Cuyrono che sono foghi viiii; item, Cimbro che sono foghi vi; item, la Villa con lo monastero foghi iiii; item, Nornago foghi iiii; item, Montanate foghi xii; item, Vinago foghi vii; item, Corrignola foghi xii; item, Quinzano foghi xiii; item, in Arsago, che è nostro, foghi vi; item, in Caxora foghi vi; item, Castelnovate foghi i; item, Castilago, lo quale è nostro como apare per littere delo duca Zohanne; item, li è protestanze, le quale ho facto fare a recheduta dela Signoria vostra, como lo signore passato ne volea rendere Lonà Pozoldo et le altre terre nostre. 93r Infrascripta è la informacione tolta su la richesta ha facto misser Francesco e Guido frateli deli Vesconte al nostro illustre signor duca de Milano et cetera. Soma è bon loco e capo dela pieve e fa cento fochi et ha porto su Ticino, et è de intrada per dacio, panni, vino et carne e per la imbotata de vino et de biava, ogni anno livre cccxx. Et li dicti fratelli et li suoy antecessori ultra la exempcione hanno nel dicto loco, segondo se dice, hanno exercitado mero et mixto imperio et may non habiamo intiso per qualle raxone né concessione né privilegio era tenuto el dicto luocho per loro Vesconte, salvo che le ussanza de Vesconti se hanno possessione in uno locho per la exempcione che hanno deli soi beni, usurpeno de comandare alli homini che stanno ali dicti luochi, et fare como se fusano signori. Et in quello locho de Somma, Otto e Galeazio, fratelli de misser Batista, che fo padre deli dicti misseri Francesco et Guido, aveveno la parte sua. Et la parte de Otto, per la imputatione li fo facta dela morte del duca Zohanne, fo confiscata et donata per lo illustrissimo signore passato ad messer Conradino da Vicomercato, et così ha sempre golduto fin alla morte del duca passato, et così li beni aveva el dicto Otto ad Castillago. La parte de Galeazio anchora fo confiscata per uno homicidio fece in questa cità e poy ultimamente fo donata ad Francesco Vesconte figliolo che fo de messer Hestor. Et sempre l’ha golduta salvo che da duy anni in qua misser Francesco et lo fratello diceno che la parte de Galeazio de’ essere confiscata alla camera loro, como signori de Soma, et che lo illustrissimo signore passato li sforzava. Mezana è una villa della dicta pieve de Soma et sempre tenuta per lo illustre signore passato et cercato li dacii ad suo nome salvo che in lo anno mccccxlvi, che li Veniciani passaro Adda, dicti fratelli comenzarono ad usurpare el dicto locho. Et dal luocho da Soma in fora, tuto lo resto de la pieve fiseva tenuta per lo illustrissimo signore passato, et cercato li dacii ad suo nome deli qualli se ne cava, non mettindo Soma né Grillasica, circa libre cccc vel D lo anno.Grillasica fa pur de fochi lx, et lo illustrissimo signore passato la dedi ad goldere ad Petro Zuchono per certi dinari che lui exbursò; et ne cavava el dicto Petro del dicto luocho più de libre cc l’anno. Vergià è poco locho et è dela dicta pieve de Soma; et quilli altri lochi dela dicta sono dato in scripto per li dicti fratelli, hanno deli fochi più de xxx che non hanno dato in scripto. Et la intrata deli dicti lochi monta omni anno 93v circa libre cccc vel D, como è dicto sopra, non li metando Soma né Grillasica. Havemo anchora trovato che la comunità de questa terra a dì xvii de novembre de mccccxlviii fue vendita ali doi fratelli deli luochi de Grillasica et de Vergià per ducati cccc, non che al tempo del signore passato tenesseno may li dicti luochi. Cistellago è la migliore villa che sia sotto la pieve de Olzà Olona lunze da Soma più de xii miglia, et fa più de fochi clx; in lo qualle locho dicti fratelli hanno alcune possessione et pochè hanno anchora succeduto a misser Iacomo Vesconte suo barba, il 62 quale ancora lui lì aveva alcune possessione. Et per la exempcione che lui aveva, stagando lui lì et fazando del signore, faceva grande damno ad li dacii delo illustrissimo signore per modo che li daciarii delo illustre signore bisognava sempre acordarse per fiorni c l’anno e mancho che fanno libre clx. Et poy el dicto messer Iacomo faxeva cerchare la terra ad suo modo, cavava anchora de uno pristino et de una taberna, che lui faceva fare, circa ducati cento l’anno. Sichè a concludere, dicti fratelli non hanno altra raxone in quello locho, salvo la exempcione, la parte deli beni de Otto, barba suo, haveva in lo dicto loco fo dovuta ad messer Conradino da Vimercato Lonà Pozoldo se chiama borgo et è bono locho apresso Ticino, et fa più de ccl fochi et al tempo del signore passato valeva la imbotata del vino et dela biava ogni anno da libre dccc perfin in libre m; del dacio del panne, vino et carne se ne cavava circha libre cc l’anno. Anchora se cavava del dicto borgo una intrata de libre L l’anno, la quale responde alla camera extraordinaria et se chiamava la honorancia dela podestaria del signore. Né may intendessimo da persona che viva che li antecessori deli dicti fratelli havesseno concessione né raxone nel dicto borgo; ancora li è memoria de homo che se recorda che lo dicto logo fosse tenuto per li antecessori deli dicti fratelli, né crediamo anchora che li habiano una minima possessione. 134 GUARNERIO CASTIGLIONI SI IMPEGNA PER AUMENTARE A NOVARA L’ENTRATA DEI DAZI DEI QUALI DÀ INFORMAZIONI SIA PER NOVARA CITTÀ CHE PER IL VESCOVADO. CONSIDERATO IL GRANDE CONTRABBANDO DI SALE E LA MODESTA QUOTA FISSATA PROPONE DI ELEVARLA DA 4 MILA A7 OD 8 MILA STAIA E DI INCANTARE LA TASSA DEL SALE PER TALE CIFRA. PER GARLASCO, DI CUI GUARNERIO È FEUDATARIO ASSICURA CHE NON INTACCHERÀ LE ENTRATE DUCALI. QUANTO AI SOLDI RUBATI DAL FAMIGLIO TEDESCO PROPONE DI ACCONTENTARSI DI REPERIRE 300 DUCATI s.d. Instructio et memoria dicendorum illustrissimo domino nostro parte domini Guarnerii. Primo, che iunto che fo in Novara, fece le pratiche cum varie et diversi citadini per obtenere li acresimenti de dacii, segondo la comissione, et conduxi tuti li principali discordi in altro ad consentire a questo, quantuncha alcuni populari fossano molto contrarii. Et narrari tuti li progresi et difficultate sarebbe cosa più longa et tediosa che subtile; ma perchè sempre dicevano voler fare per sua qualitate como le altre citate, quantuncha foseno rari poveri et afflicti mandorono a Pavia. Et anche vene lì uno mese Susino de Simone fornaro che dixi male asay che non volevano rumpere convencione né accrescere dacii, se non per questo tanto in modo che Novaresi pretendeva no non tocargli uno quinto de quello subsidio de Pavia per gli extimi antichi et vole seno fari a quella rata. Post multa la excellentia sua me scripsi che attendesse alla expresione de quantitate et facesse questa conclussione et rechedessi fiorini xii milia senza molestia de citadini, et non gli metese umbreza, che anche non se facese per meno et che venesse ad conclusione o sopra accressimenti de dacii o de altro. Et per questo per omni industria cum magiore fatica che may avesse, ho facto conclusione credo molto bona et assay conforme alla peticione dela excellentia sua. Et per cavari più denari et per remediare al stilo antico, che de ogne carrico la citate toleva el terzo et gli dui terzi compartiva in el vescoato de fora, secondo la qualle forma haveriamo havuto doe volte più denari, ma non s’è potuto fare al presente, perché quasi tute le terre de fora sonno alienate et infeudate excepto tre. Pertanto la citate cum poche villete desfacte s’è obligata per instrumenti publici, nonobstantibus convencionibus, a subsidio de libre xii mi lia sopra acresimenti de dacii et de sale. Et ulterius sono taxate libre cccc milia dccc ad Olegio, Cerrano et Borgo Maynero, per lo qualle sonno offerti fiorini ii milia, ma restiamo in conclusione che sianno libre iiii milia per compire florini x milia. Tochaveno etiam a Breme, Romagnano et Carpegnano circha fiorini mile, ma dicano che tute l’intrate sonno date ad Francesco et Imerico et per questo senza special comissione non sonno taxati, sichè la sua excellentia po’ chiarire questo passo. Le altre terre bene non 63 respondano: messer Oldrado tene Trechate, Ugolino Crivello Galiate, el conte Filipo tene nove terre del novarese, misser 94v Zanardo Torniello et mes ser Thomaso Caza tengano el resto per feudo novo, sichè la citate remane quasi sola, et non fa octocento homini da guardia et ritrovo Olegio farne quasi più; ma se la excellentia sua volese fosseno taxate quelle de Francisco et Imerico sarebbe el subsidio appreso xviii milia libre, aliter resta in xvi milia. Et perché questi denari, quantucha foseno asay, secondo el scrivere dela signoria sua, perché la citate è povera, parendome tamen a me pochi alla necessitate sua, et vedan do la intrata del sale in frose et grandissimo straxordine, perché non se leva la mitate dell’usato, et tute le gabelle non le valeno più de libre ii milia dccc, et mangiasse più salle vercellese, per fede et devocione me son sforzato fare ordinare et alzare quella intrata et accre scere più de altre libre vi milia o vii milia per sutile industria, dela quale novaresi non sono avisti, per fare reiusire in tuto circa libre xxiii milia, in questa forma che ho capitulato in contratto che ultra l’interciamento de dacii extanti, acrescano x soldi el staro del salle ma xxxx per staro per lo subsidio. Et perché ritrovo così poca leva de sale se debia fare et moderare la taxa vegia per fare levare mazor quantitate de sale in citate et tuto el vescoato, in modo che, levandose adesso mancho che stara iiii milia, se ne leva rà vii milia o viii milia servando el mio ordine; et in questo acresci mento de iii milia stara et più, la excellentia sua guadagna non x soldi ma xl per staro, sichè qua serano dele libre vii milia sotocoperto. Ma non bisogna publicare questo guadagno per non guastarlo, ma solum exequire l’or dine et lo capitulo et havere el fructo. Et quantuncha sia dicto solum per questo anno et sequen te, non dimancho saperò tenere modo che da poy se continuerà la taxa. Et facendo questo principio a Novara, sarà fundamento et casone de farlo per tuto el terreno, se gli sarà necessitate de denari per guerra per non perdere, quantuncha io più laudaria et piaceria la pace ma, non potendola havere, se vale fare ogni cosa per vincere. Et questa pa rebbe la maior intrata et più comune et factibile, che removarene le frose et relevarene più che libre ccc milia ubique. Item dirai ala excellencia sua che, quantuncha gli accresimenti de dacii predicti sianno per questo anno et se quente per lo 95r subsidio tantum, como scripsi la signoria sua, nondimanco ad quello termino non dubito che se tenerà modo che Novara continuarà questi accrescimenti, se Pavia et l’altri citate farano el simile perchè molti se spegiano in Pavia et al presente avevano convencione che non se potesse metre questo carrico; ma io gli ho mostrato agli libri et sostenuto per rasoni che le convencione non se extendeno quando emergi et nasci nova casone de periculo de stato. Così, finito questo tempo, sustineremo che per nova casone bisogna continuare questi acrescimenti, che in Novara seranno quasi alter tanto como la prima intrata avissando che, quando gli dixi Pavia fare per xvii milia fiorini, fuoreno più retrogredi dicendo che Novara non pò fare per lo sexto de Pavia, pur sono conducti ut supra, ma gi è bisognato et del dolze et del brusco et de ogni inzegno cum solicitudine. In el la qualle ho facto più ex corde che conservare la vita propria. Item diray che mio officio non è de incantare né scotre intrate et che poco valeria fare boni ordeni et contracti et accrescimenti se non foseno exequiti cum dilligencia et prom ptudine. Et pertanto è necessario mandare uno degli suoy maystri o altro grato ad incantare gli dacii cum gli accrescimenti et accordare gli dacieri, che non voleno scoteri gli accrescimenti, et ad ordinare la predicta tassa de salle per tanta utilitate et non perdere tempo, et anche facendo questo bono pegno per rehatare parte deli denari bisognando, et cetera. Avissando etiam che ho havuto alcuni iorni el dolore collico et sonto infermo che potria essere fora de casa, quantun cha questa volta non habia voluto fare difficultate ne excusacione. Item diray che, volendo misser Antonio Bosio retore el mio privilegio de Garlasco, ho sentito che tuto era per exceptare el salle; ma de questo non bisogna che la excellentia sua prenda affano, perché io gli farò, per littera cum mano propria o per contracti, chiareza o certeza de impagiarme de sale mercancia in gualdi, per dare exempio ad altri feudatarii, né may gua starò le sue intrate, quan tuncha Garlasco a me vaglia pochissimo, avissando ch’el mio privilegio novo non è largo, anzi mezo et molto mancho che non era el vegio et la reservacione non era posta nel mio privilegio vegio perchè fo facto già xvii anni inanti quello ordine. Non dimancho son a 95v Item diray che de quelli lxxx ducati forano furati per lo fameglio tedesco et robati a luy, non hagio rehavuto nesuno, perchè, siando date le segurtate per xxx ducati, ha poy facta una littera che gli 64 robbatori non siano astricti per fino non correno le pagge; pertanto supplico se degna far lettera revocatoria, et che siano astrecte le sugurtate a Melignano et Cremona, almancho per quilli xxx ducati, per non perderli tuti. a La carta 95r termina così. 135 ALL’ACCUSA DEI CREMASCHI CONTRO GLI UOMINI DI PRANDINO, FRANCESCO SFORZA FA SEGUIRE UNA LETTERA DI RIMPROVERO CONTRO QUESTI CHE, A LORO VOLTA, RESPINGONO ( IN DATA 17 AGOSTO) OGNI IMPUTAZIONE. DI FRONTE A QUESTO SCAMBIO DI ACCUSE, IL DUCA SCRIVE AL PROVVEDITORE DI CREMA PERCHÉ INDAGHI AI FINI DELL’ACCERTAMENTO DELLA VERITÀ 1450 agosto 18, Lodi 96r Provissori Creme. Ali dì passati recevessemo una littera dela vostra magnificentia, continente certo excesso havere facto li homini da Pandino ad quelli da Crema per la rogia et cetera. Il perché subito scrisemo alli dicti da Pandino in modo se doveano accorgere noy havere per male quanto se diceva loro havere facto; unde loro ce respondeno quanto vederiti per sue incluse. Intesso adoncha el tenore de quelle, pregamo la vostra magnificentia se vogli bene informare dela verità et se forsi ve fose dato ad intendere mancho ch’al vero, avissando che havimo per fermo proposito che per li nostri non se faci cosa che debbia rincrescere ad vuy né alli vostri. Et così monstraremo cum effecti, perchè nostra intencione è che non gli innovata cossa alcuna contra el dovere. Laude, die xviii augusti 1450. Cichus. 1450 agosto 17, Pandino. Illustri domino duci Mediolani. llustris princeps et excellens dux domine noster, post humilissimam reverenciam et recomenda cionem cum debita reverencia, havimo intiso quanto ne scrive la illustre vostra signoria sopra el facto dela lamenta ha exponuto lo magnifico misser Iacomo Antonio Marcello per la turbatione dela roga da Crema, qual se cava d’Ada. Cum digna humilitate avissamo la vostra illustre signo ria è tuto in contrario como è significato che alle xiiii del mese presente andono quilli da Crema, ad una cum alcuni infanti forastieri, alla dicta sua roza, e li fereno uno arzeno et uno obstaculo nanti alla nostra roza contra ragione per modo la nostra non ne haviva niente aqua. Et vedendo de tracta ad noy manchare aqua, mandassemo dui deli nostri ad vedere per que manchava. Et quando forano al dicto loco atrovareno li dicti cremaschi havere stopata tuta quanta la nostra et, dicendo loro che haviveno facto male, li suoi fanti forasteri assaltareno li nostri et incalzareno, trandoli dele prede, per modo se non se fosano atrovati a cavallo gli haveriano a guastati. Sichè, vedendo loro avere pecato, ha voluto prima lamentarse e levare lo pigno allo camparo. Et de questo se offerisemo de stare che se veda quello che de ragione. Ex Pandino, xvii augusti 1450. Eiusdem vestre dominationis fideles subditi. Potestas et homines Pandini. 65 136 FRANCESCO SFORZA CHIEDE CHE IL RESTO DELLA GARANZIA DOVUTO DA ROSSO DA VALLE VENGA DATO AL MESSO DI ALESSIO DA PUSTERLA 1450 agosto 18, Lodi. Refferendario Papie. Dilecte noster, volemo che per urgentissima necessità deli lavorerii facimo fare qua, faciati metre in punto el resto de quelli doa milia ducati debbeno pagare le segurtate del Rosso da Valle; el qualle resto debbe essere ducati ducentovinti, li qualli havimo deputati ad questi lavorerii. Li qual li recuperati et metuti insieme, che 96v volimo gli assignati ad qualuncha messo ve manderà Ale xio da Pusterla, nostro thexaurero deputato sopra questo lavorero; ma sopratuto, se may havesti voglia fare cosa che ce fose grata, dati oppera cum questo effecto che subito siano apparichiati. Laude, die xviii augusti 1450. Franciscusforcia Vicecomes manu proipria subscripsit. Cichus. 137 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI LASCI A FIASCO, SUO COMPAGNO, TAGLIARE DELLA LEGNA NEI BOSCHI DUCALI DA CACCIA 1450 agosto 18, Lodi. Magistro caciarum. Siamo contenti et volimo che presti paciencia ad Fiasco, nostro compagno, de far tagliare dele ligne da foco per suo uso honestamente et condurli cum dui o tri mulli, de quelli boschi vetati per le nostre caze, dum tamen se habia bona advertencia che non se guasta lignami utili né anche le caze instituite per li piaceri nostri. Laude, die suprascripta. Franciscusforcia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 138 FRANCESCO SFORZA SOSPENDE L’INCANTO DELLA COLLATERIA GENERALE LASCIANDOLA ALL’ATTUALE TITOLARE 1450 agosto 19, Lodi Magistris intratarum. Nostra intencione è et volimo che desistate dal incanto dela nostra collateraria generale, perchè volimo che la rimanga ad Iaco d’Alzà. Servate adoncha questa nostra mente, et lassate esso Iacomino al officio non gli dando altro impazo. Laude, xviiii augusti 1450. Cichus. 66 139 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI DIA A PIETRO AMBROSIO DA CASALE IL CAPITANEATO DELLA VALLE DI LUGANO, PERCHÉ SUA È STATA LA MAGGIOR OFFERTA 1450 agosto 19, Lodi Regulatori et magistris intratarum. Dilecte noster, quid per alias nostras scripserimus, havendo Petro Ambrosio da Casale, già prima domandato el capitaneato de Val Lugano et per quello proferto quatrocento fiorini, cioè 400, et non siando poi incantato se non ducento cinquanta, a noi pare et volimo, così perché ne pare ragionevele, che debba precedere el primo, como etiam per lo avantagio della nostra camera, che date el dicto capitaneato al prefato Petro Ambrosio mediante li 400 fiorini. Dateglilo adoncha senza contradicione et replicacione de più nostre littere. Data Laude, die xviiii augusti 1450. Cichus. 140 FRANCESCO SFORZA ORDINA A FRANCESCHINO DA SAN PIERO DI PORTARSI A PAVIA E ACCORDARSI CON IL REFERENDARIO PER PRENDERE POSSESSO, A NOME DELLA CAMERA DUCALE, DEI BENI FACENTI PARTE DELL’EREDITÀ DI PAOLO DA GALLIATE 1450 agosto 19, Lodi 97r Magistris intratarum extraordinariarum. Perché intendemo che la hereditate de Paulo de Gallià è devoluta legittimamente alla camera nostra, pertanto volimo che vui mandiati ad pigliare la possessione, beni e fructi dela dicta heredità in nome della camera nostra. Et parevace et volimo che vuy, Franceschino da Sancto Piero, ve conferati perfino a Pavia et lì ve intendiati con lo referendario nostro et pigliati la possessione deli dicti beni per nome della camera nostra; et vogliati ancora, bisognandovi, intendervi cum lo dicto referendario per lo facto dello Rosso da Valle et dareti al dicto referendario ogni aiuto ve parerà et che ne recercarà. Et circa ad ciò vogliati ussare omni dilligencia et solicitudine. Ex Laude, xviiii augusti 1450. Post datum. Volimo similiter che vediate examinare Gabriel et Augustino et tuti quilli altri bisognarà per lo facto delo tossare della moneta. Et dati circa de ciò omni favore bisognarà per trovare la verità della cossa. Et se della presa dela dicta possessione se lamentase alcuno, diceti che vengano da nuy che gli faremo raxone. Data ut supra. Cichus. 67 141 FRANCESCO SFORZA INFORMA IL REFERENDARIO CHE HA ORDINATO AI MAESTRI STRAORDINARI DELLE ENTRATE DI PRENDERE POSSESSO DELL’EREDITÀ DI PAOLO DA GALLIATE E HA SOLLECITATO FRANCESCHINO DI SAN PIETRO, UNO DEI PREDETTI MAESTRI, DI ACCORDARSI CON IL REFERENDARIO PER I FATTI DI ROSO DA VALLE I CUI BENI VUOLE VENGANO VENDUTI ALL’INCANTO SINO ALLA CIFRA DI 2000 DUCATI E DI 1000 LIRE. VUOLE, INFINE, CHE FRANCESCO DA MODENA, DEBITORE DI ROSO DA VALLE PER 240 FIORINI, VENGA COSTRETTO A SALDARLI 1450 agosto 18, Lodi. Referendario Papie. Dilecte noster, nuy scrivemo alli maystri de l’intrate nostre extraordinarie che debiano mandare ad pigliare la possessione dela heredità de Paulo de Galià et scrivemo che vegna per fino lì Fran ceschino de Santopetro, qual è uno deli dicti maystri, ad pigliare dicta possessione; al quale scri vemo se habia ad intendere cum vuy et similiter, bisognando lo adiuto suo in cosa alcuna per li facti del Roso da Vale se intenderà cum vuy et farà quanto gli direti. Ceterum al facto del Roso da Valle, ve dicemo che vogliati far vendere ad lo incanto li beni suoy per fino alla qiuantità delli ii milia ducati et libre mille, che intendemo poy gli si faza raxone et iusticia, secondo lo errore et de licto suo. Et advisatece de quanto haveriti facto et similiter de Augustino et Gabriel. Ulterius al facto de Gabriel dicemo che vediati per bono modo metendoli una bona parola como passa la co sa et advissatemi se ha pagato li cento ducati vel non e como sta la cossa; et de tuto ne advissa ti como haveriti, in modo restamo ben chiari. Ceterum per que bisognamo qua, per questi lavore rii facimo fare qua, circa ducento ducati, et intendemo che Francescho da Modena è debi tore del Roso da Valle de ducento et quaranta fiorini, pertanto voglimo che lo strengiati ad pagarli de presente, secondo havimo informato Iohannefrancesco vostro cancello, al quale tanto in que sto quanto in omni altra cosa de soprascripta vogliati credere et dare fede quanto ad nuy proprii. Et 97v così vogliati cum dilligencia subito exequire quanto per questa ve scrivemo et che ve dirà dic to Iohannefrancesco. Ex Laude, xviii augusti 1450. Cichus. 142 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE SI RICERCHI BETTINO DORDONE CHE NON SI È PRESENTATO CON FILIPPO D’ANCONA 1450 agosto 19, Lodi. Domino Silano et regulatori ac magistris intratarum nostrarum. Dilecti nostri, havimo intiso quanto haviti scripto in la causa de Filipo d’Ancona et Betino Dordona; et perché Filippo è venuto qua et Betino non se trova, volimo che faciati cerchare esso Betino per tuto, tanto che se trova. Et fatti che domane per tuto dì vegna qua da noy. Laude, xviiii augusti 1450. Cichus. 68 143 FRANCESCO SFORZA, SORPRESO PER LA FUGA DI ALCUNI SUDDITI, CHE EMIGRATI ALTROVE SPARLANO IMMOTIVATAMENTE CONTRO DI LUI ORDINA CHE SIANO BANDITI DALLO STATO COME RIBELLI E I LORO BENI VENGANO INCAMERATI 1450 agosto 19, Lodi. Dominis de consilio secreto Simo informati como da Milano sono fugiti, da poy che nuy havemo obtenuto lo dominio de quella cità, alcuny qualli ve mandiamo annotati in la cedula inclusa in la presente, et che ne sono ancora andati via alcuni di qualli non sapiamo lo nome, de che prendemo non poca admiracione, che costoro habiano facto così repentina fuga senza essergli altra cagione data, considerato da poy havemo havuto lo dominio di quella cità non è stato in cosa alcuna ad nisuno facta iniusticia né torto ad alcuno se non raxone et iusticia ad ogn’omo, como è notorio. Et ultra che costoro habiano facto fuga, siamo chiaramente informati che, dove costoro sono andati, et de sparlare et de operare e praticare male non gli hanno perduto tempo né perdono, per la qual cosa non aven do costoro 98r havuta alcuna legitima casone, comprendiamo manifestamente che l’hanno facto per iniquo et perfido animo, qualle hanno et bene lo demostrano per lo portamento che fanno verso nuy et lo stato nostro; unde, quanto ad nuy, pareria se dese bando ad costoro de rebelione et li loro beni, pagati quelli che debitamente dovesero havere da loro sopra dicti beni, se appli cassero alla camera nostra, perché, faciando per questa via, raxone et iusticia , ad costoro, loro sarano puniti del fallo et alli altri cadarà in exemplo de non presumire far tal fallo. Sichè exami nato havereti questo nostro parere, s’el ve parerà iusto, ce ne vogliati avissare; et se fossero de altro iudicio, pur ce ne advisati, perché mandaremo ad execucione quello parerà più iusto et conveniente, advissando anchora et giungendo in la lista quilli più fossero fugiti, di qualli non sapiamo lo nome. Et de questo vogliatene responderne presto. Data Laude, die xviiii augusti 1450. Cichus. Dominus Paganus de Platis, Petrinus Pilizarius de Roxate, Bartholomeus et Giavacius de Regiis, Augustinus de Cixate, Iohannes de Placencia, Bartolà de Bernadigio, Inocencius Cota, Petrus de Samoyrago, Gabriel de Tabernis, Petrus de Foglianis faber, Fachinus de Calvenzano, Iohnnes de Regnis. 69 144 FRANCESCO SFORZA DICE DI CONVENIRE CON QUANTO GLI HANNO SCRITTO DA MILANO IL GIORNO PRECEDENTE I MAESTRI DELLE ENTRATE CIRCA IL LAMENTO DEI DAZIERI DELLE GRASSINE. CONVIENE, INOLTRE, SULLA SCELTA DI GIACOMO DA COZZO ALLA GUARDIA DEL PONTE SUL PO A MONSELICE 1450 agosto 19, Lodi Consilio secreto. Reverende in Christo pater et spectabiles dilectissimi nostri, per le lamenta facevano li dacieri dele grase de quella nostra inclita cità li maystri de l’intrate nostre, in remedio dela iactura d’essi nostri dacieri ce scriveno quanto vederiti per le inclusa littere in le quali como vederiti allegano etiamdio lo apparere vostro. Il perché siamo contenti che ordinati sopra tal materia quanto ve pare per occore al preiudicio de dicti dacieri, cum questo che se habia tal advertencia per cagio ne dela peste che periculo non occorra, del quali al presente facimo più caso che de veruna altra cosa. Et così per la sufficiencia et rectitudine fi allegata de Iacomo da Cozo, siamo contento che lo deputate a quello porto del quale le littere fanno mencione. 98v Faretili adoncha fare le littere opportune et daretili tale thema et instructione da essere per lui servata nel lassare passare robba et mercancia che sinistro non possa occorrere. Laude, xviiii augusti 1450. Cichus. 1450 agosto 18, Milano. Illustrissimo domino duci Mediolani et cetera Inteso quanto ce scrive la signoria vostra del lamento hanno fatto li dacieri delle grasse de questa vostra inclita cità de l’anno presente, habiamo avuti da nuy essi dacieri et inteso li modi et vie qualle hanno proponute in fare che loro non ne patiscano alcuno danno, etiam cum la salute de queste parte per quella inhibicione dicono essere facta di mandamento vostro; et da puy habiamo conferito del tuto cum el magnifico consiglio vostro secreto, al quale gli è parso che solo resti sopra Po el porto da Muntiseli como quello meglio serve et è più comodo al passare de qua da Po le cose obligate al pagamento del predicto dacio, con questo però gli deputa la excellentia vostra uno officiali pratici, sufficienti et fidelle el quale non si lasi corrumpere per alcuna cossa gli fose data overo promessa, ad lassare passare altri che le robbe et victualie obligate al predicto dacio; et anchora qualche persone necessarie et opportune per conduere le dicte robbe, le quale però non sianno state né praticate in loco alcuno infecto de peste. Et ha nominato uno Iacobo da Cozo como persona sufficiente ad questo, parendo così alla signoria vostra. Dela qual cosa habiamo voluto avissare la excellentia vostra ad ciò gli possa fare sopra de questo quella provissione meglio gli piacerà et parirà. Data Mediolani, die xviii augusti 1450. Eiusdem dominationis fideles servitores regulator et magistri intratarum vestrarum. Cichus. 70 145 FRANCESCO SFORZA SI DICE D’ACCORDO CON LA PROPOSTA DI GIOVANNI D’ ALESSANDRIA, MEMBRO DEL CONSIGLIO SEGRETO, DI NOMINARE GIOVANNI NIGRO ALLA CURA DELLA SANITÀ DI QUELLA CITTÀ 1450 agosto 19, Lodi, Dominis de consilio secreto. Inteso quanto ce haviti scripto del abisso a vui dato per lo spectabile misser Iohanne de Alexandria, vostro collega, per deputare uno officiale habia cura dela salute della nostra cità de Alexandria, et anche habia cura dela reparatione del conducto overo botale per utile de quella nostra comunità de Alexandria, dicimo che non è cossa, qual al presente habiamo più a core, como la conservacione d’essa cità et altre da contagione de peste; a noy molto piace tal ricordo et siamo contenti provvedendo essa 99r del sallario, como scriviti, che sia deputato alla cura predicta Iohanne Nigro in esse vostre littere nominato. Gli fareti adoncha fare quelle littere ve parirano necessarie et opportune et dare quella instructione et ordine et forma vi pareno sia da essere observate in similibus; fatilo adoncha et quanto più presto, meglio. Data Laude, xviiii augusti 1450. Cichus. 146 FRANCESCO SFORZA STABILISCE LA MISURA DI STRAME E BIADE CHE COMUNITÀ DELL’ ALESSANDRINO DEVONO PASSARE MENSILMENTE ALLA GENTE DARMI OLTRE AGLI ALLOGGIAMENTI 1450 agosto 20, Lodi. Locuntenenti Alexandrie. Dilecte noster, le comunità et homini de quelle parte se gravano che per le zente d’arme in quelle parte lozate voleno essere astreti a dargli del vino et de l’altre cose, che è contra la mente nostra, perché, como sapiti, ordinasemo che alla zente d’arme fosseno dato solamente stara doa de grano alla mesura milanese ogni mese per boca viva; fo ben dicto che alli fanti a pede fosse dato qualche poco de vino, perché non gli podevamo provedere del dinaro, ma a loro non basta un poco de vino che ne vorriano una brenta. Pertanto, aciò sapiate la mente nostra, dicimo così che alle dicti zenti non faciati dare cosa alcuna se non lozamento, strame et biave in la forma dicta de sopra. Et provedeti in modo che le dicte comunicate et homini non habiano iusta casone de lamentarse. Laude, die xx augusti 1450. Cichus. 71 147 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE IL CAPITANO DI GIUSTIZIA AGISCA CONTRO TRE PERSONE ACCUSATE DA ANTONIO MISSAGLIA DI AVERGLI SOTTRATTO BIADE E ALTRE COSE 1450 agosto 20, Lodi. Capitaneo iusticie. Dilecte noster, Antonio, figliolo de Misaglia maystro da arme in quella nostra cità dice che al tempo dela libertà misser Pagano Prato, Iacomo del Ponzo et Lionardo Cicero, quali adesso sonno absenti, gli tolseno per forza certe biade et altre robbe, como sareti informato da lui. Pertanto, constandovi che cossì sia, ve commetiamo et volimo che contra li predicti faciati rasone et procedati contro d’essi in modo ch’el dicto Antonio consegua el debito suo. Laude, die xx augusti 1450. Cichus. 148 FRANCESCO SFORZA LODA ALBERTO SANTO PER LA SUA CONDOTTA VERSO LE GENTI DI GIACOMO PICCININO USCITE DA VOGHERA, INVITANDOLO A SOLLECITARE IL COMUNE E LE ALTRE LOCALITÀ A SOSTENTARLE 1450 agosto 21. Lodi Alberto Sancto ducali familiari. Dilecte noster, havimo intiso per toe littere como quelle gente de Iacomo Pizinino sonno usiti fora de Vogera et como tu gli hay sequiti et per conservarli et per evitare de molto inconvenienti che potriano essere occorsi; dele quali cose te comendiamo et molto plaudiamo li modi per te serva ti, confortandote et caricandote ad fare cum simile solicitudine in tute le cosse te occorerano per bene de noy et stato nostro. Et tene modo de metre dicte gente in qualche loco che non se sviano, aut, non volendo essere acceptati, che almancho le terre e comune gli faciano qualche provissione del vivere per fin a tanto che se gli provede altramente. Et in questo usa tua solita dilligencia per conservare dicte gente. Laude, die xxi auguti 1450. Iohannes de Ulesis. 149 FRANCESCO SFORZA, AL QUALE AVEVANO SCRITTO IL 15 AGOSTO GLI UOMINI DI COTIGNOLA PERCHÉ VENIVANO VESSATI A CAUSA DEL TERRENO A BARBIANO, DEL QUALE SI VOLEVA TASSARLI, ORDINA AD ANTONIO DA TREZZO DI PORTARE LA VERTENZA DAVANTI AL MARCHESE D’ESTE 1450 agosto 21, Lodi Antonio de Tricio. Dilecte noster, per le incluse littere vederai et intenderai de quanto se gravano li nostri comuni et homini de Cotignola per gli sconci et disturbii gli sino dati per lo terreno de Barbiano; et desiderando nuy occorrere ad li loro danni, volimo che tu te trovi cum lo illustre signor marchese et lo preghi per nostra parte voglia provedere opportunamente che essi nostri homini non siano molestati nì agravati ad contribuire ad graveza alcuna per el terreno de Barbiano, che saria contra el dovere, et insta cum omni cura, studio et dilligencia che la excellencia del marchese gli proveda totalmente che li homini nostri non habiano più cagione de gravarse de ciò, et sopratuto procura cum omni instancia che le cavale et bovi tolti alli nostri siano restituiti. Laude, die xxi augusti 1450. Cichus. 72 1450 agosto 15, Cotignola. Domino duci Mediolani, et cetera. Illustris princeps et potens domine domine noster singularissime, post humilem et debitam comendacionem et cetera, nonobstante che in li zorni passati habiamo scripto alla vostra illustre signoria circa la ocupacione che nuy habiamo de zorno in zorno per lo terreno de Barbiano, nondimeno, essendo novamente succeduto certi inconvenienti per cagione del dicto terreno, è bisogno che nuy repplicamo alla vostra illustre signoria predicta, la qual advissamo che per vigore de una littera la qual già gran tempo ce scrise la vostra illustre signoria, comandandoce che nui non dovessemo pagare graveza alucuna a Lugo, per casone del dicto terreno, volemo observare quella, ma non possiamo se la prelibata vostra signoria non li fa provissione; di che gli notificamo che in questi zorni proximi, essendo andato uno de questa terra suso el dicto terreno per tuor certo formento del ficto che dovea havere da suoi beni che possedi lì, gli fo tolte le cavale, cum che portava dicto frumento, per li provisionati che stanno a luogo et sono conducte ala dicta terra de Lugo, et dicono che le dicte cavalle sonno perdute perchè non haveva la bolleta de posser conduere el dicto frumento. Simelmente ad alcuni homini de Barbiano che sonno reducti in questa terra ad habitare, gli hanno tolte li bovi et posti anchora in presone perchè non erano andato a Lugo ad tore la bolleta per conduere le loro biave; sì che, illustre signore nostro, nuy pregamo et quanto possemo confortamo la vostra illustre signoria che una fiata li piaqua de volire diffinire questa cosa cum lo illustre signor marchese cum quelle provis sioni che pare ad essa, in modo che nuy sapiamo se nuy siamo liberi dal terreno de Balbiano o non, ad ciò che questi simili inconvenienti non nascano. Et così supplicamo la vostra illustre signoria che se. degni de scrivere al prelibato 100r al prefato signor marchese, circha el facto dele sopradicte cavalle che diceno sono perdute, in modo che gli restituite al bonhomo. Et per questa casone mandamo Maxo da Cutiglia, presente ostensore, al quale ultra de ciò gli havemo comeso alcune cose che debia refferire alla vostra prelibata illustre signoria, la qual se digna de audirlo et dargli piena fede. Insuper ricordemo alla vostra illustre signoria dela frumentaria, dela qual semo constrecti ad pagare, como per altra gli habiamo scripto, advissandola che nui non l’habiamo termino, se non per tuto questo mese proximo, non altro. Sempre ne recomendiamo alla vostra illustre signoria, la qual Dio conservi sempre in stato felice. Ex Cotignola, xv augusti 1450. Illustrissime vestre dominationis servitores massarius, procuratores et comune Cotignole. 150 FRANCESCO SFORZA FA PRESENTE AL CARDINALE BENEVENTANO L’INGIUSTA TASSAZIONE, IMPOSTA DAGLI UFFICIALI DELLA CHIESA, SULLE GRANAGLIE DI COTIGNOLA, LUOGO ESENTE, 1450 agosto 21, Lodi. Cardinali Beneventano. Reverendissime in Christo pater et domine, li homini nostri de Cotignola ce hanno scripto et gravatose cum nuy che per alcuni officiali di Sancta Chiesa sono rechesti ad pagare la fumentaria contra el dovere et usato. Nam, da poy che la bona memoria del illustre nostro patre comprò quello locho et noy lo fecimo murare, may non pagò fumentaria; et ben credimo nuy che la Sanctità del nostro signore de ciò sapia nulla, ma che più tosto socto generalità sianno richesti li nostri homini. Et perciò havimo scripto ad Vicencio Amidano, nostro cancellero, che per obviare ad tal graveza non dovuta sia cum la vostra signoria, la qual preghiamo, benchè credemo non bisognare, che in questo como in li altre nostre cose voglia far per nuy como ha sempre facto et como nuy farissimo. Vicencio più apieno informarà la signoria vostra, a piaceri e comodi dela 73 quale sempre siamo apparigiati, et benchè questa cosa sia picola, pur nuy ne faciamo caso per l’honore nostro. Laude, die xxi augusti 1450. Cichus. 151 FRANCESCO SFORZA SCRIVE A VINCENZO AMIDANO DI PORTARSI DAL PAPA PER NOTIFICARGLI CHE LE GRANAGLIE DEGLI UOMINI DI COTIGNOLA NON DEVONO, PER PRIVILEGI ACCORDATI , ESSERE TASSATE DAGLI UFFICIALI DELLA CHIESA 1450 agosto 21, Lodi. Vicencio Amidano ducali cancellario. Dilecte noster, li nostri comune et homini da Cotignole de presente ce hanno scripto gravandose che per li officiali de Sancta Chiesa fino rechesti pagare la fumentaria et monstrano volerli gravare et dare spexa se, fra termino de questo meso et l’altro, non haverano pagato, che saria contra el dovere et l’usato, perchè da poy che la felice memoria del illustre nostro padre comprò quelo locho, del quale havimo li privilegii opportuni, che lo fecimo murare, may non pagarono fumentaria, benchè nuy siamo certissimi che la Sanctità de nostro signore non se sapia nulla, anci crediamo piutosto che tale rechesta sia facta sotto una generalità che faciano li officiali de Sancta Chiesia ale altre terre. 100v Pertanto volimo tu te trovi cum la Sanctità de nostro signore et gli supplichi per nostra parte che proveda che a tal cosa non devuta non siano gravati li homini nostri, et talmente insta che per opportune littere sia revocata tal novità, conferendone etiam cum monsignore Beneventano, al qual etiam scrivemo de ciò. Et de quanto haveray facto ce avissarà et simelmente avissaray li homini nostri de Cotignola de quanto succederà et gli mandaray le littere se haberano sopra ciò. Laude, die xxi augusti 1450. Cichus. 152 NICOLA V SCRIVE A FRANCESCO SFORZA DI ACQUIETARSI PER L’ASSEGNAZIONE DEL PRIORATO DI CAMPOMORTO AL CARDINALE DI BOLOGNA Anno quarto del pontificato, Fabriano. Nicolaus papa v. Dilecte fili, salutem et apostolicam benedicionem. Pluribus litteris ac nunciis tuis intelleximus desiderium tuum super facto prioratus Campimortui, quod erat prout aduc esse videtur ut illum in aliquem de Landriano bonis respectibus conferremus. Respondemus, prout alias etiam excellentie tue per dilectum filium nostrum cardinalem Beneventanum et multos alios responderi fecimus, nos summe cupere posse desideriis tuis omni tempore complacere et ita iam per effectum cognovit et cognoscet excellentia tua in occurrentibus. Verum in hac re nobilitati tue nullo pacto complacere possemus, absque diminutione magna nostri honoris, nam alias dicto prioratu vacan te, cupientes voto tuo satisfacere, ipsius provisionem per aliquod tempus distulimus, expectantes ut civitate Mediolani potieris. Quod cum tardius expectatione omnium sequeretur et nos ex parte comunitatis Mediolani ac aliunde plurimum sollicitaremur ut ispius prioratus provisionem face remus, tandem ut omnes petitiones merito sopirentur ac ut persone forsitam statui tuo suspecte dictus prioratus non daretur, eundem dilecto filio nostro Filipo cardinali Bononiensi germano nostro contulimus, quo casu putavimus omnibus satisfactum quod autem modo collationem ipsam per nos etiam antequam dominio Mediolani potireris factam revocaremus nec dignitati conveniret nec honori nostris 101r immo si faceremus de levitate 74 notaremur. Quare, cum ad nos et sedem apostolicam ipsius prioratus et omnium aliorum beneficiorum collatio pleno iure pertineat, et persone non indigne nec statui tuo suspecte providerimus, hortamur atque monemus per hec scripta excellentiam tuam ut velis tamquam bonus et catolicus princeps huic provisioni nostre aquiescere et permittere quod prefatus cardinalis dicti prioratus pacificam possessionem obtineat, nec solus princeps esse velis cum ceteri reges et principes catolici etiam exteri nobis plene obediant, qui provisiones nostras contemnas et sis rebellis nobis et appostolice sedi, quia esset valde alienum a dignitate tua et honore tue nobilitatis. Nam, cum tantum principatum tam brevi tempore fueris consecutus, non debes te Deo, a quo cuncta procedunt, et eius vicario in terris reddere ingratum. Propterea ut finem faciamus, excellentiam tuam per presentes cerciorem reddimus nos hanc provisionem nostram pro nunc nullo modo immutaturos immo curraturos omnibus remediis, ut effectum debitum sortiatur; in qua re si vuoluntati nostre aquieveris, ut de bes, ac teneris in occurentibus famiglie ipsorum de Landriano, cui dudum plurimum afficimur, ita providebimus quod nobilitas tua et ipsi merito poterunt contentari. Data Fabriani, sub annulo piscatoris nostri anno quarto. Petrus de Noseto. A tergo : dilecto filio nobili viro Francisco Sfortie Vicecomiti duci Mediolani et cetera. 153 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE PETROLO E I FRATELLI CITTADINI NON VENGANO TASSATI PER LA PUSTERLA PRESSO PORTA TICINESE 1450 agosto 21, Lodi. Die xxi augusti 1450. 101v Magistris intratarum nostrarum extraordinariarum. Dilecti nostri, intendemo che Petrolo et fratelli di Citadini sono convenuti con quella nostra Camera per una pusterla, la quale è appresso porta Ticinese, sul fosso de quella nostra citate de Mediolano et ch’el ne de’ pagare cinque ducati l’anno; il perché ve commettiamo et volemo che ali dicti fratelli di Citadini, per occasione dela dicta pusterla, seu per il pagamento d’essa, niuna molestia né impacio gli dagati finchè da nuy non haveriti altro in contrario. Data Laude, die xxi augusti 1450. Iohannes. 154 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE GIOVANNI ANTONIO DA CASTELNUOVO SIA RICONFERMATO QUALE SECONDO NELLA LETTURA ORDINARIA DI MEDICINA 1450 agosto 21, Lodi Dominis de Consilio secreto et iustitie Perchè promissemo l’anno passato al signore misser Carolo refermare alla lectura sua lo famoso doctore d’arte et de medicina maystro Zohanni Antonio da Castelnovo per l’anno proximo futuro, et de presente el dicto signore misser Carolo ce l’ha cum instancia recordato, benché anche nuy l’havessemo alla mente, volimo, sì per cason dela dicta promissione et sì perché simo fidedignis etiam de domo nostra informati che sonno grandi li suoi meriti, sì de pratica et sì de lectura, sia refermato per secondo alla lectura ordinaria de medicina de quello nostro studio de Pavia, alla qual lectura è stato tre anni proximi passati, presertim perché al dicto secondo loco per la 75 sciencia e virtù sua è stato così deputato questo anno como nel rottolo facto secondo li statuti e consuetudine dela università di medici del nostro studio de Pavia. Laude, die xxi augusti 1450. Iohannes. 155 FRANCESCO SFORZA INFORMA IL LUOGOTENENTE DEL RE DI FRANCIA IN ASTI CHE MANDERÀ TADDEO DE MORUCIO PER ACQUISTARE UNA GROSSA QUANTITÀ DI BIADE PER MILANO E CHIEDE NE FAVORISCA L’ESPORTAZIONE 1450 agosto 18, Lodi. Magnifico amico nostro optimo locuntenenti serenissimi domini regis Francorum in citate Ast. Summum studium animo inest nostro reficere inclitam hanc urbem nostram nonnisi strage preteritorum bellorum satis afflictam, eandemque quibus possumus maioribus commoditatibus atque prerogativis recreare. Inter cetera huic uni rei dilligeris datam a nobis operam ut efficiamus ipsam bladis abundantem et undique curamus ad eam anonam importari ut inde popullus hic noster nu merosissimus et utilitatem percipiat et senciat voluptatem et nos gaudeamus ipsam rebus ac victualibus oppleri. Cum igitur spes nobis sit data quod e partibus illis astensibus facilime recuperare poterit anone bona summa 102r mittendum eo duximus ac mittimus nobilem Thadeum de Morucio, civem nostrum Mediolanensem dilectum, harum exhibitorem, dato et com misso sibi ne gocio ut emat nomine nostro, tam in illa civitate quam in partibus exterioribus, usque ad mileno rum modiorum anone quantitatem, huc deinde transmitendam. Ea propter hortamur vos placeat pro ea devocione quam regie gerimus mayestati et nostra erga vos non exigua benivolencia, non solum concedere ut inventam et solutam eiusmodi anonam inde trahere vel trahi facere possit, sed et vestros ei prebere favores, quibus mediantibus et anonam cicius invenire et melius illinc iuxta votum nostrum sese expedire queat. Nam nos hic omnia faceremus et fieri mandaremus nobis possibilia pro regiis serviciis et que vobis grata futura putaremus sic que facturos nos offerimus. Laude, xviii augusti 1450. Franciscusfortia Vicecomes dux Mediolani. et cetera. Iohanne de Ulesis. 156 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE SI CONSENTA AGLI INGEGNERI DI FARE NELLA CORTE DELL’ARENGO TUTTO QUANTO È NECESSARIO PER LE FONDAMENTA DEL DUOMO 1450 agosto 22, Lodi Dominis de Consilio secreto. Reverende in Cristo pater ac spectabiles dilectissimi nostri, sonno stati da nuy li maystri dela fabrica del domo nostro de Mediolano, pregandone et supplicandone vogliamo concedergli licentia che possano fare li fundamenti nela corte nostra del arengo, secondo è stato ordinato, li fundamenti d’essa ecclesia, come voy ne dovete essere pienamente informati. Et perché sempre, da poi che noi ne recordiamo essere homo siamo stati et havemo in grandissima reverentia et honore lo gloriosissimo nome de madonna sancta Maria, et sempre in tucte quelle cose a noy possibile ne siamo sforzati augumentare et crescere le cose sue, come deve fare ciascheduno fidele christiano, volimo, recevuta questa, mandati per li nostri magistri dele intrate et che, nonobstante cosa alcuna gli avessimo ordinata, siamo contenti che lassino stare li dicti fundamenti, secundo hanno designato li ingegneri et maystri d’essa fabrica, ad ciò che se possa 76 dare mezo et fine ad esso lavorero, esaminando et intendendo voy molto bene questa cosa et del tucto ne vogliati advisare. Laude, die xxii augusti 1450. Cichus. 157 FRANCESCO SFORZA INFORMA DI AVER INCARICATO GIORGIO DA MODENA E SOCI DI CONDURRE PER L’ESERCITO FRUMENTO E BIADE NON GRAVATE DI DAZIO 1450 agosto 22, Lodi. 102v Beltramo de Sertorelis. Per fare abundevole lo esercito nostro de victualie, havimo cometuto et dato caricho al egregio Georgio de Modena et a certi suoy compagni de conduere dale parte de sotto ad queste nostre parte una notevole quantità cusì de frumento como d’altre biave, segondo se contene nelle littere gli havimo facto superinde; et scrivendo nuy che sia lassato passare senza pagamento de dacio, como è nostra intencione, così ve confortiamo et carrichiamo vuy in specialità che non gli faciati contrasti alcuno, braiccandulo anchora lui venendo o mandando da vuy; e gli dariti libero transito senza pagamento alcuno. Laude, die xxii augusti 1450. Cichus. In simili forma infrascriptis et primo magnifico Rolando marchioni Palavicino, magnificis domino Giberto et Mafredo de Corrigia, comiti Christoforo Torello. 158 FRANCESCO SFORZA INFORMA IL TESORIERE DI AVER DATO ALLE PERSONE DA LUI INDICATE LA LICENZA RICHIESTA 1450 agosto 23, Lodi. Thexaurario Cremone. Nobilis dilecte noster, inteso quanto ne scrivite della licentia domandati per Lanfranchino de Lamo et Iacomo Guazzone per venire qua da nuy, ecco ve le mandamo qui introclusa, sì che fati che vegnano subito da nuy. Laude, xxiii augusti 1450. Cichus. 159 NELLA NECESSITÀ DI DOVER METTERE ALL’INCANTO LE PODESTARIE O DI CREMONA O DI VOLTILINA, FRANCESCO SFORZA COMUNICA DI AVER SCRITTO AL PODESTÀ DI CREMONA DI OPTARE PER L’INCANTO DI VOLTILINA 1450 agosto 23, Lodi Regulatori et magistris intratarum. Nui havemo [scripto] allo egregio dilecto nostro misser Alberto da Marliano, potestate de Cremona, che per lo bisogno nostro grande non possiamo fare di mancho che non faciamo incantare uno di questi dui officii, videlicet la podestaria de Cremona o de Voltilina, et che nuy havemo deliberato per più suo honore la podestaria de Cremona per lui. Pertanto volemo 77 incantati l’officio de Voltilina, del quale n’è dicto e quasi n’è stato data certeza che se ne cavarà milli fiorini; sichè seguiti in ciò como meglio ve parirà, avantagiando lo facto nostro più che porriti. Laude, die suprascripta. Cichus. 160 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AD ALBERTO DA MARIANO DI AVERE DELIBERATO DI LASCIARGLI LA PODESTARIA DI CREMONA E DI AVER POSTO ALL’INCANTO QUELLA DI VOLTELINA, SPERANDO CHE VI CONCORRA SUO FIGLIO 1450 agosto 23, Lodi. 103r Potestati Cremone. Noy havevamo facto restare de incantare dui officii, cioè la potestaria de Cremona et quella de Voltolina, per lassarle ad vuy et ad vostro figliolo; ma, considerato che nuy facemo incantare tuti li nostri officii per la necessitate grande et bisogno che havemo del dinaro, n’è stato bisogno et etiam strecti da necesitate, incantare dicti officii delli qualli certamente n’è gravato assay. Pur ve advissamo como havemo deliberato lasarvi uno deli dicti dui officii, quali è quello de Cremona, dove seti de presente, per lo più commodo et honorevele per vuy; quello de Voltellina havemo deliberato sia incantato et così se incantarà et deliberarasse presto. Pertanto ne posseti advis sare Marcho vostro figliolo de questo, inanzi se deliberi dicto offitio, perché volendo lui incantarlo, seresemo contenti gline fose compiazuto ad l’ incanto, secondo se deliberano gli altri officii. Laude, die suprascripta. Cichus. 161 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE NON SI DIA ALTRO DENARO A GIUSEPPE DA CREMONA 1450 agosto 23, Lodi. Regolatori et magistris intratarum. Volemo soprasediati de dare dinaro più alcuno ad maystro Ioseph hebreo da Cremona per finchè haveriti da nuy altro in contrario. Laude, die suprascripta. Iohannes. 162 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI FACCIANO GRIDE CONTRO I FUGGITIVI ( NEMICI DELLO SFORZA MA ANCHE DEL BEN VIVERE ); SCADUTO IL TERMINE POSTO NELLE GRIDE SI PASSI D’ACCORDO CON I CONSIGLIERI DI GIUSTIZIA E CON I MAESTRI DELLE ENTATE STRAORDINARIE, AL BANDO PER RIBELLIONE E ALLA CONFISCA DEI BENI. 1450 agosto 23, Lodi Dominis de consilio secreto. Reverende in Christo pater ac spectabiles dilectissimi nostri, havemo recevuto le vostre littere responsive alle nostre circa el facto de quilli sonno sonno fugiti da quella nostra inclita cità da poy havemo obtenuto el dominio d’essa, et bene intiso el tenori de quella. A noy molto piace et laudiamo el iudicio et apparere vostro iustificato, equo et ragionevele como nuy sempre in omni nostra cosa desideremo; et respondendo dicimo che perseverando nuy in la sentencia che nele prime littere ve dicesemo, ce pare et volimo che per reprimere la rabie et prava opinione de tal 78 fugitivi nemici non solum de noy, ma del ben vivere et essere de tuti li nostri subditi, procedati ad far fare le cride publice limitate de honesto et competente termino, el qual passato, volimo che succesive procedati al bando rebellacione et confiscacione de beni loro; ma ve carrichamo, benchè credamo non bisogna, che circa ciò procedati cum tale maturità, iustificacione et fermeza che may per veruno tempo avenire non se gli possa opponere cum ragione et rimanga corrOborato de ragione quanto se farà contra gl’ inobedienti retrogradi et rebbelli, participando de questo cum el nostro consiglio de iusticia et li maystri de l’intrate nostre extraordinarie, avissandove che havemo informacione che tuti quelli ve mandasemo notati in la lista sonno fugiti et absentati senza licencia da poy obtenesemo el dominio de quella cità. Servate adoncha questa nostra mente 103v in quanto havemo dicto. Quantum autem alla parte de far mencione nele cride che niuno dubita repatriare per cossa havese comesa nel tempo ante lo acquisto del dominio, havendo già nuy giarito questo et remoso omni cosa, siamo contenti che se faza, et cusì faciti; et benchè nuy habiamo informacione, como havimo dicto, che quelli mandasemo in quella lista siano partiti senza licencia, nondimeno siamo contenti et volemo ve informati se cusì è, et così de qualuncha altro absentato, aciò che niuno posa dire che se faza per torgli el suo, né per veruno altro respecto, se non per fare ragione. Laude, die xxiii augusti MCCCCL. Cichus. 163 FRANCESCO SFORZA COMUNICA CHE GLI AMBASCIATORI DI COMO SI SONO LAMENTATI CON LUI PERCHÉ, AL DI LÀ DELL’ADDIZIONE DEI DAZI, PIETRO COTTA HA RICHIESTO ALLA CITTÀ UN SUSSIDIO PARTICOLARE, SUSSIDIO CHE CONSIGLIEREBBE DI TOGLIERE, ALTRA LAMENTELA NASCE DAL FATTO DI PRIVARE I DEPUTATI DI QUELLA COMUNITÀ DEL POTERE DI CALMIERARE LA CARNE: SI REVOCHI TALE DISPOSIZIONE. QUANTO, POI, ALL’UFFICIO DELLE VETTOVAGLIE SI PROVVEDERÀ IN MODO DI ACCONTENTARE LA CITTÀ 1450 agosto 23, Lodi. Petro Cotte consiliario. Dilectissime noster, sonno venuti a noy ambasatori comaschi, li qualli fra l’altre cosse, dicendo che, ultra l’addicione di dacii per tri anni avenire in nostro subsidio, tu gli domandi subsidio parti culare; del che se gravano molto in nome de quella comunità rechedendo che tal particularità voliamo fare et metere silencio et star contenti al subsidio de l’addicione facta in comune. Alli quali, benchè habiamo resposto che ad quelli ce subvenirano faremo bone et debite assignacio ne, pur se gravano et instano che non se facia altra richesta. Il perché dicemo cusì che tu, che è su lo facto, debbi considerare ogni cosa et quanto potria intervenire per troppo asprezare la cosa, et procedere cum bona maturità humanamente et cum dolci modi inducergli s’el se po’; casu quo non, non vorresemo già tanto aspregiarli che potesero dire farlo per forza. Sichè in questo habi bona consideracione al facto nostro et provede cum tua solita prudencia a quanto se po’. Ulterius, dicono questi ambasiatori che sonno emanati nostre littere per vigore dele quale se tolle l’arbitrio et la possanza alli deputati de quella comunità de dare la meta et calmero ale carne se vendano lì, et data tal possanza alli officiali; la qual cosa non è senza suspicione che li be chari vogliano cometre fraude cercando questo contra l’usato. Et perché de tale littere non siamo informati se forse non fusero procedute dal nostro consiglio, volimo tu te ne informi et inteso quanto te sarà dicto da loro sopra ciò, volimo, parendote, che tu revochi questa cosa et la retorni al consueto. Quantum autem al facto deli logiamenti, havimo scripto ad Boniforto Guarguaglia quanto se debba fare cum tua participacione; sichè provede al tuto cum tua solita prudencia. 104r Ceterum perché ci hanno richesto che gli vogliamo reintegrare la iurisdicione de quella cità et ge lasiamo l’officio dale victualie fine ad kalende de zenaro prossimo avenire, volimo che tu gli 79 respondi che al facto dela iurisdicione gli provederimo in modo restarano ben contenti, et lo officio dele victualie li lassarimo como domandano. Laude, die xxiii augusti 1450. Cichus. 164 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE LA COLLATERIA DEL PODESTÀ DI MILANO VENGA DATA A BABILA DA FILAGO 1450 agosto 23, Lodi. Magistris intratarum. Siamo contenti et volimo deliberati la collateria del potestate nostro de Milano a Babila da Filago citadino nostro de Millano, per quello ultimo prexio ve vorrà dare cadauna altra persona. Laude, die suprascripta. Iohannes. 165 FRANCESCO SFORZA DÀ ASSICURAZIONE ALLE AUTORITÀ COMASCHE CIRCA L’ESITO DELL’AMBASCIATA CITTADINA 1450 agosto 23, Lodi. Presidentibus Cumarum. Dilecti nostri, havimo veduto volentera li vostri ambasatori et intiso quanto ci hanno referito per parte vostra, havimo scripto la opinione et voluntate nostra circa le richeste vostre ad Petro Cotta et Boniforto Guarguaglia, li qualli ve darano resposta et provederano a nostro nome in modo che crediamo restariti ben contenti. Laude, die suprascripta. Cichus. 166 FRANCESCO SFORZA RICONFERMA NESSUN ALLOGGIAMENTO IN COMO, MA PER LE RICHIESTE DI EGUALE ESENZIONE DI TRE BORGHI COMASCHI RICHIEDE CHE BONIFORTE GUARGUAGLIA SI ACCORDI CON PIETRO COTTA 1450 agosto 23, Lodi. Boniforto Guarguaglie ducali familiari. Tu debbe già havere intiso quanto te havimo comisso et scripto per li logiamenti de quelle nostre gente; ma, siando novamenti venuti a noy ambasiatori comaschi per facende dela comunità de Como, et havendoce fra l’altre cose facto mencione deli logiamenti cum richesta che non gli diamo graveza de logiare gente te repplicamo che nostra intencione non è né volimo che se allo gi gente d’armi in la cità, né borghi, né corpi santi de Como. E perché richedeno el simile dela plebe de Cicio Ogiate et Fino, dicimo anchora che de questi debbi essere cum Petro Cotta et ordinare cum sua participacione et consilio in modo che non habiano cagione de gravar se, havendo respecto al subsidio a lor richesto, allogiando le dicte nostre gente et partendole là suso per lo lago et dove meglio ve parirà, alargando più che se po’, aciò che li nostri subditi non habiano cagione de gravarse che siano gravati altri, et altri non. Laude, die suprascripta. 80 167 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE GIOVANNI FRANCESCO DE MANGANO NON SENTENZI CONTRO I CAPITANI E UFFICIALI DELLA REPUBBLICA AMBROSIANA FINO A NUOVO SUO ORDINE 1450 agosto 7, Lodi. 104v Domino Iohanni Francisco de Mangano vicario et sindicatori nostro dilecto. Dilecte noster, movendove certi legiptimi et honesti respecti, et non per volere preiudicare ale rayone de alchuno, volemo et per la presente ve commettemo che sopra sedati de dare sententia alcuna nele cause vertisse denanzi da vuy contra li capitanei et officiali olim de l’asserta libertà de Milano fini che haverite altro mandato da nuy. Data Laude, die vii augusti MCCCCL. Cichus. 168 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE LA CAMPAGNA LUNGO IL LAMBRO DA MONZA, DESIO E MARLIANO FINO A MILANO SIA RISERVATA AI PIACERI DEI CONIUGI SFORZA. A GARANZIA DI TALE DISPOSIZIONE VUOLE CHE VENGANO FATTE DELLE GRIDE VIETANTI QUALSIASI CACCIAGIONE PENA MULTE PECUNIARIE O FUSTIGAZIONI 1450 agosto 23, Lodi. Potestati nostro Marliani. Dilecte noster, perché intendemo che quelle campagne de Monza et de Dexio et de Marliano et de la iurisdicione deli dicti lochi dal Lambro fine a Milano sia reservato et ben guardato per li pia ceri nostri et dela illustre consorte nostra madona Biancha e che non sia persona alcuna sia de qual stato et condicione se voglia o sia, che ardesca desfare o guastare li dicti nostri piaceri, volimo per quanto ad caro hay de fare cosa che ad nuy piaccia, viduta la presente, per obviare alle insolentie de molti che non gli hanno advertentia veruna, facci fare una crida publica tentro da quella nostra terra in più lochi et in tucti quelli altri lochi et ville circonstanti che te parirano biso gnare, ad ciò che veruno non se possa excusare de ingnorantia, in la forma quale te mandia mo qui inclusa. Et cossì, facta la dicta crida, la facci servare ad unguem sicome cosa la quale have mo grandemente ad cura, puniendo che contrafarà et facendo lo tenore de questa crida senza remissione et exceptione alcuna, etiam s’il fussi deli più cari, quali habiamo apressa alla persona nostra. Et ad ciò che veruno non possa contrafare senza tua saputa, volimo tu ordini campari et persone pratiche che 105r guadeno et che habiano bona cura ad ciò, secondo te parerà bisognare, advisandote che similimente scrivemo alli potestati nostri de Monza et de Dexio, cari candote che in questo usi tale diligentia che non habiamo più caxione de scrivere questi incon venienti, altramente te faremo intendere quanto ne serà rencresuto la tua negligentia intorno ad ciò, rescrivendone dela receptione presente et come haveray facto per lo portatore presente. Laude, xxiii augusti 1450. Iohannes. 81 Forma cride. Ch’el non sia persona alcuna grande o picola de quallo stato, grado o condictione se voglia o sia, che de questa hora inanzo de dì né de nocte ossa né presuma caciar né fare caciare suso la campagna de Monza del Lambro per fin ad Milano, cum rette, lacii, né altri artificii da prendere ucelli, né animale, o salvadicina de quala mayneria se voglia, apti a dare piacceri al nostro illu strissimo signore et alla illustre domina Biancha sua consorte, sotto pena de florini xxv, che vadano alla camera del prefato nostro signore, per ogni volta che serano trovati ad caciare cum dicti artificii o in atto de caciare fuora de strata a zascaduno che contra farà. Et ciascuna persona possa accusare et haverà la mitade dela condamnasone et serà tenuto secreto s’il contrafa ciento serà apto ad pagare, se no gli seranno dati quattro squasi de corda senza remissione et perdonanza alcuna, et sia chi se voglia.105v In simili forma scriptum fuit castellano Modoetie et potestati Dexii et capitaneo Modoetie. 169 FRANCESCO SFORZA IMPONE CHE VENGA LIBERATO IL MUGNAIO DI OLDRADO DA LAMPUGNANO FATTO PRIGIONIERO DAI FAMIGLI DEL FRATELLO GIOVANNI E ALTRESÌ VENGA RESTITUITA LA CAVALLA RUBATA 1450 agosto 23, Lodi Iohanni Sforcie de Attendolis comiti Cotignole. Magnifice frater carissime, se è lamentato gravemente cum nuy el spectabel cavellero misser Oldrado da Lampugnano, che, venendo da Novaria uno suo molinaro fo priso alla campagna per alcuni tuoi famigli destenuto et totoli la cavala, sotto presto che a tempo dela guerra passata gli fo tolto uno cavalo a Lignano, che non ne pare licita né bona scusa a pigliare li homini, prima perchè già havimo remisso ogni errato fato inanti havessemo el dominio de Milano, secondo perché essendo tolto el cavalo a tempo di guerra et non havendolo tolto quello che è priso non è ragionevole lo debba pagare. Pertanto volimo che, senza veruna excepcione, faci lasare et liberare el dicto molinaro liberamente cum sua cavala et robbe, senza altra replicacione de nostre littere; et faray bene et cosa che ce piacerà ad admonire li tuoi et provedere talmente che non habiamo lamenta de là quante habiamo, como doveresi fare per l’honore nostro etiam se non te ne scrivesemo nulla, perchè venendone ogni dì lamente et scrivendote noi tanto e tu non gli remediando, saria necessario che gli provedessimo in modo che forsi non te piaceria. Laude, die suprascripta. Cichus. 170 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE SI AMMONISCANO GLI UOMINI DI FROSSONARIA AD OBBEDIRE A SCAGOSSO E FRATELLI DI ANFOSSO AI QUALI È STATO RINNOVATO IL POSSESSO DEL LUOGO GIÀ CONCESSO DA FILIPPO MARIA VISCONTI 1450 agosto 21, Lodi. Locuntenenti Alexandrie. Dilecte noster, confirmato habiamo et de novo concesso al Scagoxo et fratelli de Anfoxo el loco de Froxonaria del districto de quella nostra cità, secondo haveano dala felice memoria delo illu stre signor duca passato nostro socero et patre; per la qual cosa ve scrivemo et volemo che admoneati et inducati li homini del dicto loco de Froxonaria ad iurare la debita fidelitate et obe diencia alli predicti fratelli de Anfoxo, che gli siano fidelli et obedienti, como erano nel tempo del prelibato quondam nostro socero et patre; e così è nostra intencione, remota omni exceptione. Data Laude, xxi augusti 1450. 82 Intendendo però se alcuno havesse in questa cosa ragione alcuna non se gli preiudica. Data, ut supra. Cichus. 171 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE VENGA ASSEGNATA LA PODESTARIA DI ALESSANDRIA A GIOVANNI DA ZONO 1450 agosto 24, Lodi 106r Regulatori et magistris intratarum. Siamo contenti et volimo che siando homo da bene sufficiente et pratico, como scriviti, Iohanne de Zono et non essendo trovato più dela podestaria de Alexandria, como lui habia incantata, che la delivrati a lui per quello più ve ha offerto; et così facite. Data Laude, die xxiiii augusti 1450. Cichus. 172 FRANCESCO SFORZA SOLLECITA GIOVANNI DA TOLENTINO PERCHÉ D’ACCORDO CON IL TESORIERE SI FACCIA DARE 650 DUCATI DAGLI EBREI DI CREMONA, ASSICURANDOLI CHE VERRANNO RIFUSI SUI DAZI DELL’ANNO SUCCESSIVO 1450 agosto 24, Lodi. Domino Iohanni de Tollentino Cremone locumtenenti. Magnifice et strenue miles gener noster carissime, nui havemo dato licentia ad quisti ebrei da Cremona che se tornino ad casa, con questo, che debiano servirce de quelli 650 ducati che restavano ad havere dela somma de mille ducati che altre volte prestarono per le mano de misser Andriocto del Mayno; pertanto volimo che vui ve debiate intendere per tal faccenda con el thesaurero o con qualunqua altro parirà ad vui debia bisognare et fare che dicti 650 ducati se possano havere, azò li possamo operare in li nostri bisogni. Et alli decti ebrei vui ne fariti fare li assignamenti su in le nostre intrate in li datii de l’anno che vene, azò che ancora loro siano chiari potere ad qualche tempo havere li loro denari, assignando ad ciascuno la rata sua per quello prestarono la prima volta et che non siano gravati più l’uno che l’altro al presente che fussero allora, quando exborsarono li dicti denari. Laude, die 24 augusti 1450. Cichus. In simili forma et dicta die scriptum fuit Antonio Trecho thesaurario Cremone. 83 173 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI SOPRASSIEDA ALL’INCANTO DELL’UFFICIO DI MORBEGNO E NEL FRATTEMPO I MAESTRI DELLE ENTRATE ESAMININO L’ACCORDO INTERVENUTO CON EMANUELE MALACRIA 1450 agosto 24, Lodi. Magistris intratarum. Dilecti nostri, ve mandiamo inclusa la copia d’uno capitolo concesso per nuy al spectabel misser Emanuel Malacria; come in quello vederiti, volimo che, considerato al presente s’incantano li officii, debiati dilligentemente intenderlo et examinarlo per forma non se contrafacese alli capituli et a quello havessemo concesso al dicto misser Emanuel, perchè intendemo de observargli quanto gli habiamo concesso et volemo soprasedeati allo incanto delo officio de Morbegno, finchè altro vi scrivaremo. Data Laude, die xxiiii augusti 1450. Cichus. 174 FRANCESCO SFORZA DÀ ORDINE CHE SI FACCIANO RIPARAZIONI NEL CASTELLO DI MONZA, DOVE SI SISTEMERANNO DONNA AGNESE CON I FIGLIOLI DEL DUCA 1450 agosto 25, Lodi. 106v Magistris intratarum. Dilecti nostri, perché havimo deliberato che la magnifica madona Agnesa et nostri figlioli, quali sonno a Pavia, se levano da lì et vadano ad stare a Monza, et intendiamo che in quello castello de Monza gli sonno necessarie certe reparacione, dele qualli siti informati, ve cometiamo et volimo che subito li faciati fare, aciò che li predicti madona Agnesa et nostri figlioli non stiano impazati a levarsi de Pavia. Data Laude, die xxv augusti 1450. Cichus. 175 FRANCESCO SFORZA MANDA AI CONSIGLIERI DI GIUSTIZIA LE RISULTANZE DELLE RICERCHE DOCUMENTALI DI TRE INVIATI CON LETTERA DEL 17 LUGLIO A PAVIA DALLE QUALI SI LEGITTIMA L’ACQUISIZIONE ALLA CAMERA DUCALE DEI POSSESSI DI ROVESCALA E DI SCALDASOLE 1450 agosto 25, Lodi Dominis de Consilio iusticie. Egregi dilecti nostri, nuy mandassemo ad Pavia per havere informatione dele possessione de Rovescala et de Scaldasole, et nuy havemo havuta la resposta, come vedirite per la inclusa littera, quale vi mandiamo ad vostra informatione; il che ve dicemo che vogliati havere quella informatione vi pare bisognare, et, parendovi debita cosa, vogliati farle pigliare per la camera nostra iuridicamente et vogliati subito advisarne poy come havirite facto, ad ciò sappiamo in che termini stanno. Et vogliati dare ad questo celere expeditione et advisarce. Laude, xxv augusti 1450. 84 1450 agosto 21, Pavia. Illustrissime ac excellentissime domine domine noster, humili recomendacione premissa, habiando recevuto le littere dela signoria vostra date ex Mediolano die xvii iulii proxime preteriti, per le quale la excellentia vostra manda che habiamo dilligentissima informacione dele possessione de Roveschala et de Scaldasole se le se aspectano pleno iure dela camera et se sonno dela Camera et se la signoria vostra rasonevelemente le po’ pigliare per la camera advissando de tuto et cetera, prout lacius in esse continetur, et advissata la continencia de quelle, respondemo prima alla parte de Rovescala che, appresso alle scripture dela camera, non è confiscatione alcuna, sed habiamo inteso che lo figliolo de Zohanne Matto di Grasi haveva, et dè havere alo presente la mogliere delo dicto Zohanne, le littere olim ducale de donatione facta alo dicto Zohan ne alo dicto Zohanne delo castello et la possessione da Rovescala, ch’era de quilli conti, como confiscati per rebelione per uno procisso facto contra uno Zohanne Zorzo in uno litigio facto contra lo dicto Zohanne Mato, per lo quale se dice essere provato la cagione dela confiscacione. Non ne habiamo però la copia, sed sonno state producte davanti al officiale dela camera vostra et etiam poy reportati presto. Habiamo scripte doe littere alla dicta dona che mandi li originali, aciò se daga fine alle composione 107r facte per lo figliolo. Non habiando resposta, credimo sia per la contagione ch’è in Piaxenza, là unde se dimora; item habiamo trovato che è in le littere dela donacione de Cicognola facte a ser Scaramuza Vesconte, le quale sonno appresso al dicto ser Scaramuza, se dice aperte che Zohanmartino et li fratelli di Roveschala hanno li suoi beni confiscati, et così fi degiarato confiscati. Et questo è quanto alla parte de Rovescala. E si così è che appaia dela dicta sentencia et confiscacione et la signoria vostra vole che fiza observata, dicemo che la signoria vostra po’ pigliare quella. Alo facto de Scaldasole respondimo, illustre signore, che abbiamo veduta la sentencia data contro misser Ardengo Folperto de chi era, la qual fo data al spectabile doctore misser Bonifacio Guarnerio, confiscatoria de tuti li beni delo dicto misser Ardengo, salvo iure descendencium ascendencium que et predictorum ex causis ex sentencia narratis data die quarto februarii 1430, et altre sentencie cum molti capituli, così in favore dela camera como de altre singolar persone e comunicate, perchè in diversi iorni fo data quella sentencia; item per altre littere olim ducale se trova sub die decimo sexto ianuarii 1439, essere declarate per iudicio delo spectabile doctore misser Pacino da Perosa vicario generale et cetera lo castello cum le pertinencie de Scaldasole poter essere de valore de fiorini xxiiii milia et ultra, et ali figlioli delo dicto misser Ardengo essere stati assignati tanti beni et possessione in la terra de Sanctonazaro che asendano alla summa de fiorini vii milia cento xlv, et esse stati taxato per la legitimacione alli dicti figlioli fiorini xv milia D setanta dui et solde dece imperialium; unde se conclude loro fratelli restar creditori de fiorini viii milia cccc et declarato quelli fratelli per li dicti beni de Santo Nazario deveno essere exstimati per li beni che teneno in lo comitato de Pavia et che siano exempti per essi beni dalo pagamento de l’incarrighi impositi et che si impo nerano dala sentencia citra et in futurum quoad ipsi fratres habuerint et consequti fuerint tottam et integram legitimam. Et così li dicti fratelli alli suoi carrichi trovamo essere stati preservati exem pti.Trovamo che alo tempo dela libertà di questa vostra inclita cità de Pavia li dicti fratelli intrarono lo castello et la possessione de Scaldasole et fi dicto trovano lì de molti beni et continue dala dicta apprehensione in qua hanno tenuto et golduto lo dicto castello et possessione cum molti fructi et presencialiter teneno. Unde dicemo, illustre signore, che se la signoria vostra vole la dicta sentencia havere loco et fi mandata ad execu cione, salvo iure dicte legitime ascenden cium et descendencium et salvis declaracionibus ante dictis, che la signoria vostra po’ li dicti beni pigliare per la dicta camera. E questo scrivemo ala signoria vostra essere nostro apparere et che deli carrighi passati se dice che non se trovano li libri del comune, benchè più volti li habiamo cercati per la dicta camera. Alla qual signoria vostra supplicamo se degna nui havere per recomandati vostri fidelissimi, la quale Dio sempre conservi. Ex Papia, xxi augusti 1450. 85 Illustrissime et excellentissime dominationis vestre fedelissimi servitores Bartholomeus de Corrigia miles, Gracinus de Piscarolo referendarius generalis et Augustinus de Barrachis sindicus camere Papie, et cetera. A tergo : illustri principi ac excellenti domino nostro singularissimo domino duci Mediolani et cetera, Papie Anglerieque comiti ac Cremone domino, et cetera. 176 I MAESTRI DELLE ENTRATE COMUNICANO AL DUCA LE ENTRATE DEI DAZI DI PANE, VINO E CARNE DI DORNO E DI LOMELLO 1450 agosto 1, Milano 107v Illustrissime princeps et cetera, advisamo la signoria vostra che la vostra terra de Dorni è de entrata cadauno anno de libre novecento fin in mille per respecto deli dacii del pane, vino et carne, de vino et biada tanto pagando per le dicte imbotature ad ragione de dinari ventiquattro per brenta de vino et dinari dodeci per quaduno mozo de biada; et Lomelo è de quattrocento fin in cinquecento libre per li antedicti datii et imbotature tanto, et pagando al modo predicto, quantunche al tempo dela bona memoria del duca passato fussero de magiore quantitade. Data Mediolani, die primo iulii 1450. Excellentissime dominationis vestre fedelissimi servitores magistri intratarum vestrarum. 177 FRANCESCO SFORZA TRASMETTE AL CAPITANO DELLA MARTESANA IL SUGGERIMENTO DI UN SUO CONFIDENTE PER IL PERCORSO DELLE MERCI DA COMO 1450 agosto 25,Lodi 108r Domino Petropaulo capitaneo Martesane. Egregie miles dilecte noster, te mandiamo qui introclusa una informatione quale v’è stata data da uno nostro fidatissimo, ad ciò che tu la vedi et intendi molto bene. Pertanto volimo mandi ad exe cutione et provedi opportunamente quanto in essa se contene, sforzandote fare per tale modo che para tu l’habbi bene intesa; et advisarane dela receptione de questa nostra littera. Laude, die xxv augusti 1450. Cichus. Copia infrascriptorum capitulorum missa interclusa in littera suprascripta. Tertio: bisogna ch’el signore proveda che le biave non vengano per lo lago né per la rivera, per niuna altra via che per quella da Come, ciò è ad conservare bene la Martesana de sopra, incomenciando a Melze, Vimercato, Seregno, Meda et Cantù et fare che da lì in suso non sia lassato passare biava né per recto ne per indirecto, si non per lo usare dela pieve de Incino Vallasina et Monte Brianza tantum et non ultra. Et cossì facendo sequitarà al signore questi beni, prima el datio dela biava da Como, che è deli boni datii ce sia, valerà bene a modo usato et forse meglio et anche gli altri datii datii da Como se ne sentirano beneficati secundo el signore havirà la bria in mano de dare biava a suoi inimici ad libitum et li soi far stare drudi et più habundanti. Et in queste cose non serà fatica veruna perchè queste cose sonno solite essere servate per lo tempo del duca Filippo Maria passato et soi precessori. 86 178 FRANCESCO SFORZA RIBADISCE AL CONSIGLIO SEGRETO QUANTO SOPRA RIPORTATO 1450 agosto25, Lodi. Dominis de Consilio nostro secreto. Reverende in Christo pater ac spectabiles dilectissimi nostri, per conservare bene la Martesana de sopra incomenzando da Melzo, Vicomercato, Seregno, Meda et Cantù è necessario prove dere che biave non vengano per lo lago de Como né per la rivera né per niuna altra via che per quella de Como et fare che biava veruna non sia lassata passare né per recto né per indirecto si non per l’usare dela pieve de Incino Vallissina et Monte de Brianza solamente et non ultre. Pertanto volimo provedati come meglio vi parirà, sì che questo ve scrivemo sia mandato ad executione, tanto nele parte de Commo, quanto etiam in Martesana, advisandove che de questo ne consequiremo utile assai, perchè le nostre intrate de Commo se augumentarano grandemen te et le terre nostre restarano fornite de biava in abundantia. Laude, die xxv augusti 1450. Cichus. 179 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE DI ACCETTARE LA RATA CHE GIANPIETRO DI LANTERI INTENDE PAGARE 1450 agosto 25, Lodi. Regulatori et magistris intratarum. Dilecti nostri, Iohannepetro de Lanteri ce ha facto dire et pregar cum instantia lo vogliamo havere recomandato in questo, cioè che havendo lui asieme cum alcuni compagni incantato el dacio dele porte de quella nostra inclita cità, et havendo scavedato del dacio et volendo lui pagare la ra ta sua 108v del dicto dacio nonobstante fuse obligato in solidum, volimo essere contenti et prove dere non sia molestato per li altri suoi compagni siando loro bene solvendo, como sono, et paren doce la sua domanda pur contenire del raxonevele asay, siamo contenti gli faciati quello aconzo honesto se po’, non derrogando però aliqualiter al facto nostro né ala ragione de veruno altro. Laude, die xxv augusti 1450. Cichus. 180 FRANCESCO SFORZA COMUNICA DI AVER CONCESSA VALGRAVENA AI CONTI GIOVANNI DA BALBIANO E FRATELLI : PERCIÒ IL CAPITANO NON SI IMMISCHI NELLE FACCENDE DI DETTA VALLE 1450 agosto 25, Lodi. Capitaneo lacus Cumarum. Dilecte noster, havemo confirmato et de novo concesso Valgravena in contato al spectabile cavalero misser Zohanne da Balbiano et soy fratelli conti dela dicta valle, como per li privilegii per nuy facti largamente se po’ vedere; et volendo che pacificamente cum li suoy homini possano vivere como richedi l’honestà et la natura de simili contadi, te cometiamo et volimo che dela iurisdicione dela dicta valle e così deli homini non te ne impazi per modo alcuno, ma accadendo et bisognando più una cosa che un’altra habii recorso dali dicti conti o da suoi officiali 87 quali se intenderano cum ti in tute le cosse occorerano; et questa nostra disposicione observa et fa observare senza excepcione alcuna. Laude, die xxv augusti 1450. Cichus. 181 FRANCESCO SFORZA COMUNICA LA RICONFERMA DELLA VALGRAVENA A GIOVANNI DA BALBIANO 1450 agosto 25, Lodi. Comissario et potestati et referendario lachus Cumarum. Dilecti nostri, habiamo confirmato et de novo concesso Vallegravena al spectabile cavalero misser Zohanne da Balbiano et a suo fratello et cetera: finendo de verbo ad verbum prout suprascripta. Data die suprascripta. Cichus. 182 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI COSTRINGA GIOVANNI ANDREA DA CORENO A VERSARE 108 DUCATI A GARANZIA DEL RISCATTO DI LAMBERTO DA TRIULZIO 1450 agosto 25, Lodi. Capitaneo lacus Cumarum. Dilecte noster, altre volte te scripsemo ad instancia del conte Zohanne da Balbiano et Simonino Arrigono che, constandote per confessione o per sacramento de Zohanne Andrea da Coreno, o per altra via, che esso avesse promisso ali predicti cento octo ducati per securità dela redemp cione de misser Lamberto de Triulcio, lo dovesse constrenzere al pagamento; et per quello intendiamo ancora non ne hay facto execucione alcuna solamente perchè non fo nominato per nome el dicto Lamberto 109r ma fo dicto uno presone. Pertanto te cometiamo et volemo che exequisi le dicte nostre littere, nonobstante ch’el dicto misser Lamberto non fosse nominato in esse per nome, astrenzando esso Zohanne Andrea al pagamento deli dicti denari constandoti como è dicto de sopra. Laude, die xxv augusti 1450. Cichus. 183 FRANCESCO SFORZA ORDINA A MALASPINA DI CALCEDONI DA PEROSA, GIÀ COMMISSARIO IN VALCAMONICA 12 ANNI FA, DI RITORNARSENE A CASA NON PREOCCUPANDOSI, PER IL MOMENTO, DELL’IMPOSIZIONE FATTAGLI PER CONTO DEI MAESTRI DELLE ENTRATE STRAORDINARIE 1450 agosto 25, Lodi. Domino Iacobo de Angleria vicario nostro generali. Dilecte noster, è stato da nuy Malaspina di Calcedoni da Perosa lamentandosse che, per certe imputacione gli sono facte per lo tempo ch’el fo commissario in Valcamonica zà dodeci anni passati, gli haviti mandato uno commandamento in executione de certa commissione quale ve hano facta li magistri de l’intrate nostre extraordinarie circa de ciò. Nuy gli havemo resposto ch’el se ne vada a casa perché è gotoso et infermo et etiandio perché, essendo zà passati xii anni, non ne pare che se gli devessi dare impazo per questo. Nondimanco, aciò sapiati la mente 88 nostra circa de ciò et quella possati exequire, dicemo che, se questa imputatione è de dodece anni passati et pertene ala camera nostra, volemo che la tegnati suspesa et non procedati più oltra fin a tanto saremo meglio informati dela cosa. In quanto pertenesse a terza persona, siamo contenti ministrati rasone. Laude, die xxv augusti 1450. 184 FRANCESCO SFORZA RIMBROTTA IL CASTELLANO PER AVER ACCOLTO UOMINI PROVENIENTI DA LUOGHI APPESTATI E D’AVER VIETATO CHE VENISSERO CACCIATI DAL TERRITORIO 1450 agosto 26, Lodi Castellano nostro Nazarii. Dilecte noster, cum gran dispiazere habiamo intexo che tu recepti in quello nostro castello deli homini, quali vengono da lochi infecti da pesta; et non solo li recepti nel castello, ma etiamdio li metti in la terra; et che volendo li homini de quella terra caciare fuora alcuni de quilli gli havevi missi dentro, gli l’hay prohibito cum saxi et altre cose, che non è stato nì bono ni laudevele nì etiam convenieto allo debito et honore tuo, perché doveresti cercare la salute et sanità di quelli homini, nonchè vetarli che non possino caciare li suspecti. Pertanto te commetiamo et commandiameti che, per quanto hay ad caro la gratia nostra, da mò inanzo non recepti in quella nostra forteza alcuno senza nostra saputa et etiamdio non te impazi deli homini dela terra, ma solamente faci l’offitio tuo. Data Laude, xxvi augusti 1450. Cichus. 185 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI IMPONGA A RIGOLLO DI MANGIACAVALLI DA MENAGGIO DI DARE QUANTO HA PROMESSO A GIOVANI DA BOLOGNA PER L’OSPITALITÀ CONCESSAGLI DURANTE LA REPUBBLICA AMBROSIANA 1450 agosto 26, Lodi 109v Capitaneo lacus Cumarum. Dilecte noster,ne ha significato Zohanne da Bonomia che, avendo luy, al tempo dela libertà de Milano liberato dale mane di partessani et tenuto in cassa soa per uno tempo Rigollo di Mangiacavalli da Menasio a proprie spese, esso Rigollo gli promisse in la partita sua de dargli fra xv dì novanta ducati, como appare per uno suo scripto e may no gli l’ha dati, immo recusa de darli. Pertanto volimo che, intisa questa cosa, provedi che dicto Zohanne sia satisfacto de quello debbe havere. Laude, die xxvi augusti 1450. Cichus. 89 186 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE VENGA ARRESTATO UN CERTO AGOSTINO CHE HA RUBATO SULLA STRADA SARONNO-CARONNO DUE SPARVIERI DONATIGLI DAL CONTE FRANCHINO RUSCA 1450 agosto 26, Lodi Capitano Seprii. Dilecte noster, mandandone a donare el magnifico conte Franchino Rusca dui sparaveri, quando quello che ne li portava fo tra Serono et Carono, gli sonno stati tolti li dicti sparaveri alla strata per uno Angelino nepote de Gabriel dicto compagno de Castigliono; la qual robaria n’è stato tanto molesta quanto dire se possa, et non volendola tollerare te cometiamo et volimo che te inzegni per omni modo et via de havere in le mane del dicto Angelino et lo tegni sotto bona guardia, non rexandolo senza nostra saputa et licencia. Laude, die xxvi augusti 1450. Cichus. 187 FRANCESCO SFORZA, INFORMATO CHE LA GENTE DI BELLANO E VARENNA TRASPORTA VIVERI ED ALTRO ELUDENDO IL PAGAMENTO DEI DAZI, ORDINA AL CAPITANO DEL LAGO DI COMO DI PERSEGUIRE CON I SUOI UOMINI A BELLANO, A VARENNA E ALTROVE TALI VIOLATORI DI ORDINI E DECRETI 1450 agosto 26, Lodi. Capitano lacus Cumarum. Dilecte noster, habiamo intiso cum grande displicencia dali nostri maystri de intrate et refe rendario nostro de Como per frequentate lamente a loro facti per li dacieri nostri da Como, che li homini da Bellano et da Varena conduceno et fanno conduere de molte biave, bestiame, formagio, coramo, brase et altre merchadancie senza el debito pagamento deli dacii nostri, qual cosa molto ne dispiace et cede in grandissimo damno nostro; et, deliberati non volere simile co se patire per modo alcuno, volimo et strectamente te comandiamo, per quanto t‘è caro la gratia nostra, che tu transcorre la tua fameglia et corrabiese per tuto quello laco così verso quelle terre de Bellano et da Varena quam etiam altrove, puniendo li malfactori secondo la forma deli decreti et ordeni deli dacii nostri; et del tuto ne avisaray de dì in dì; però non se contenendo essi homini da simile errore, li provedaremo in modo restarano malcontenti et transirà in exemplo ad altri. Laude, die xxvi augusti 1450. Iohannes. 188 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL CANCELLIERE D’AVER RICHIAMATO VESCOVO E CLERO PER IL CONTRIBUTO; QUALORA FOSSERO DETERMINATI A NON DARLO VUOLE CHE COMPAIANO DAVANTI A LUI. AI DAZIERI E AI MERCANTI SI CHIEDE CHE DIANO DI PIÙ. 1450 agosto 26, Lodi Ser Andree de Fulgineo cancellario. Rispondendo alle tue littere et primo, quanto alla dureza et obstinacione deli preti secondo el parere tuo, scrivemo per le alligate al vescho et a tuto el clero de quella nostra cità cum questi propositi, che se debano movere ad fare la voluntate nostra; et casu quo ne faciano et pur voliseno perseverare nel suo duro proposito che se debbeno, volimo che aut tu ne avisi aut che 90 comandi per parte nostra ad quelli te 110r parirà che vengano dala nostra presencia. Alla parte che anchora non sia facto el compartito, dicemo che crediamo mò debba essere facto per tua solicitudine, perché già sonno passato quatro dì da poy el data dele tue; et quando pur non fose facto, solicitalo cum omni dilligencia. Alla parte deli dacieri et mercadanti da essergli richesti denari, pani, veluto et frumento, dicimo che tu cum participacione del magnifico nostro loco tenente, debbi richedere subsidio in nostro nome a chi ve parerà et cavare da essi più che se pote facendoli debite assignacione de quanti ce subvenirano. Alla parte ad chi se debba el frumento et per bolletini de chi, te havimo già scripto che tuto quello frumento se haverà del contado lo debbi assignare ad Torniello nostro fameglio il qualle l‘haverà ad distribure segondo l‘ordinacione nostra; et così fa. De quello dela cità non volemo se mova perché l‘havemo ordinato ad altri bisogni. Laude, die xxvi augusti 1450. Cichus. 189 FRANCESCO SFORZA RIMBROTTA IL VESCOVO PER IL MANCATO SUSSIDIO. SPERA CAMBI IDEA ALTRIMENTI AGIRÀ DI CONSEGUENZA 1450 agosto 26, Lodi Episcopo et universo clero civitatis Cremone. Reverende in Christo pater et venerabiles dilecti nostri, cum ampla fede et speranza che alli nostri bisogni ce dovesseno soccorrere, ve habiamo già mandato più dì fa ad chedere per ser Andrea da Foligno nostro cancellero, subsidio appresso gli altri nostri subditi cremonesi, al quale per certo non dovevati far dificile volendone nuy fare securo d‘essi su l‘intrate nostre; ma, per quanto comprehendemo, non ve moviti cum quella amorevoleza nè benivolencia che doveresti fare et che faciamo nuy per la conservacione de tuti vuy; del che ne siamo molto maravigliati et dolene perchè remanemo molto inganati dela oppinione havevamo verso voy, né possiamo pensare donde proceda tanta vostra dureza. Et renditivi certissimi che a tanti nostri bisogni non smenticarimo lingeramente chi ce servirà e chi non: et perché ce disponimo una volta de intendere se da vuy possimo may sperare che faciati la volentà nostra, volimo che cum quanto più cellerità possiti, provedati ad subvenirce respondendo ad ser Andrea del subsidio voliti fare, aut respondeti ad noy per vostri mesi proprii delo vostra ultima voluntà, avissandove che mal volentera comportarimo essere così postergati da vuy. Laude, die xxvi augusti 1450. Cichus. 190 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI INTERVENGA SUBITO PER EVITARE LA DIVERSIONE DEL TICINO CON GRAVE DANNO DI PAVIA 1450 agosto 26, Lodi Presidentibus negociis Papie. Siamo certificati ch‘el fiumo de Ticino de sopra el ponte fa una diversione verso la chiesa de Sancto Antonio lasando el ponte et quella nostra cità da canto, in modo che, non providendoli presto, sarà da poy mayor dificultate ad ripararli; et perchè intendeti molto bene 110v quanto importa al dicto ponte a quella nostra cità et de quanto preiudicio saria la dicta diversione, ne pare et così vi confortiamo et carichiamo che vogliati far fare uno cavo in quello luocho, unde fo ordinato per la felice memoria del illustrissimo quondam duca, primo overo altrove ove ve parirà meglio et più utile per obviare alla dicta diversione, metendo in questo ogni cura et dilligencia 91 vostra, perché ultra provederiti alla secureza de quella cità per questa via, sariti cagione de spalmiare de maior spexa et ad nuy fareti cossa gratissima. Laude, xxvi augusti 1450. Cichus. 191 FRANCESCO SFORZA SI LAMENTA CHE ENTRINO LIBERAMENTE IN CITTÀ MOLTE PERSONE. SI STIA MOLTO ATTENTI ALLE PORTE OSSERVANDO GLI ORDINI DUCALI IN MODO CHE NESSUNO, PROVENIENTI DA LUOGHI INFETTI, VI POSSA PENETRARE 1450 agosto 26, Lodi Presidentibus Papie. Dilecti nostri, havemo inteso che continuamente intrano in quella nostra cità de molte persone et non se ne ha consideracione alcuna de intendere dove vegnano; siamo etiamdio informati che de qua de Po passano persone asay che vegnano de lochi suspecti; dele quali cose se dolemo grandemente, perchè sono cagione de infectare non solamente quella cità, ma etiandio tuto lo resto del territorio nostro. Pertanto ve cometiamo et volemo provediate alle porte che niuno possa passare et se serveno li ordini nostri; zordinati etiamdio et facti fare tal guardia alle porte de quella cità che niuno, sia chi se voglia, possa intrare venendo da loco contagioso et infecto, provedendo ulterius alli Pavesi infecti che sonno mandati de fora della cità in modo non habiamo casone de morire de fame et in necessità et andare de qua et de là ad infectare li altri lochi. Laude, die xxvi augusti 1450. Cichus. 192 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE DEGLI OMICIDI SI FACCIA LA DESCRIZIONE DEI BENI DA CONSEGNARE A PERSONA IDONEA E POI ALLA CAMERA DUCALE PER I RISARCIMENTI DOVUTI 1450 agosto 26, Lodi. Referendario Papie et Gracino de Piscarolo. Ve cometiamo et volemo che, medianti comandamenti et per qualuncha altro modo ve parirà, providiati che da mò inanzi, accadendo ad cometere alcuno homicidio o ferita mortale in quella nostra cità et nel suo contato, et li officiali, a chi specta, faciano fare la descripcione di beni de quelli haverano comisso tal maleficio et consignacione d‘essi preso idonea persona, in modo che, accadendo altro de l‘infamo, la camera nostra resti secura. Providiati etiamdio che niuno deli dicti officiali sotto quello parirà a vuy olsa o presuma tore alcuni deli dicti beni senza licencia de quelli officiali a chi specta, la qual appaia in scripto, perchè l‘intencione nostra è che tuti li dicti beni siano consignati alla camera et poy de essi ne sia facta satisfactione o compensacione a chi se deverà fare. Exequiti adoncha questa nostra mente senza exepcione alcuna. Laude, xxvi augusti 1450. Cichus. 92 193 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE I FRATELLI GUARGUAGLI CONSEGNINO ALLA CHIESA DI SAN GUINIFORTO I BENI ACQUISTATI PER LA SUA DOTE 1450 agosto 26, Lodi. 111r Referendario Papie et Gracino de Piscarolo. Desiderosi dela salute et conservacione di beni ecclesiastici, deliberamo et volemo che haviti da vuy Aluyse et li fratelli delli Guarguagli habitatori et citadini de quella nostra cità, vediati de indurgli ad fare per publico instrumento de mane del nostro notaro lì, la vendita di beni acquistati per la dote dela chiesia de San Guiniforto, considerato che la bona memoria dell‘illustre signore quondam duca passato ordinò che li dicti beni fossaro assignati alla dicta giesia et che essi beni stano meglio presso la dicta giesia che presso loro fratelli; volemo astrenzi li dicti fratelli successori et heredi de quello era preyto in la dicta giesia a consignare ad essa in presencia del prevosto et deli vicini circumstanti tuti li beni et patrimonio dela chiesia predicta; et in questo non intervenga excepcione alcuna. Laude, die xxvi augusti 1450. Cichus. 194 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI COSTRINGANO I RAGIONIERI DEL COMUNE A CONSEGNARE I LIBRI DELLE CONFISCHE E DELLE CONDANNE DI PERSONE PUBBLICHE E PRIVATE DELLA CITTÀ E DEL CONTADO PER CONOSCERE I DIRITTI DELLA CAMERA DUCALE 1450 agosto 26, Lodi. Referendario Gracino de Pisacarolo ac presidentibus Papie. Deliberando nuy per utilità della camera nostra far vedere li libri dele confiscacione et condem nacione de private et publice persone così dela cità como del contato de quella nostra cità, ve cometiamo et volimo che havuti da vuy li rasonati del comune, li qualli hanno tenuti preso de si le chiave dela rasonaria del tempo passato così denanzi como da poy la morte del illustrissimo quondam signore duca, li astrenziati realmente et personalmente et sotto ogni pena ve parirà ad consignarvi li dicti libri perché così è la mente nostra, per potere vedere le rasone dela camera. Laude, die xxvi augusti 1450. Cichus. 195 FRANCESCO SFORZA CHIEDE VENGANO OSSERVATI I CAPITOLI DELLA PACE VIOLATI DAGLI UOMINI DI BASSIGNANA CHE OSTACOLANO LA CONDUZIONE DI BIADE E AFFITTI AI CITTADINI E SUDDITI PAVESI 1450 agosto 27, Lodi. Presidenti seu potestati Burgi Franchi Basignane. Egregie amice noster carissime, quantuncha per li capitoli dela pace, qual è tra nuy e lo vostro illustre signor duca, sia licito et debianno li homini de quello borgo de Bassignana conduere le biave et ficti alli citadini et subditi nostri de Pavia et del contato, nondimeno gli è proibito el con duere dele dicte cosse; del che se maravigliamo et non possiamo quasi credere che così sia perché credemo et havimo per indubitato che la mente dela excellentia sia de observare le con vencione et capitoli dela dicta pace como etiamdio nuy dal canto nostro intendiamo de fare verso la signoria sua. Pertanto ve confortiamo et pregamo che contra li capitoli dela dicta .pace non 93 vogliati tentare cosa alcuna imo vogliati lasare conduere per li homini del dicto borgo ali nostri le biave et ficti dicti de sopra, 111v perché cusì facendo, fareti como deno fare li boni vicino l’uno cum l‘altro et como faciamo nuy verso li vostri et ulterius ne fariti cosa grata et accepta. Laude, die xxvii augusti 1450. Cichus. 196 FRANCESCO SFORZA ESPRIME COMPIACIMENTO PER IL MATRIMONIO DI UN SUO UOMO D’ARME CON LA FIGLIA DI FACINO DA CANTÙ 1450 agosto 27, Lodi. Facino de Canturio. Havemo presentito che fay mencione et già sono fate parole de contrahere matrimonio fra una tua figliola et il Franzoso nostro homo d’arme dela squadra de Pupi da Pisa; dela qual serimo molto contenti et per respecto del dicto Franzoso, el qual amemo et gli havimo voglia far del bene, et anche per bene dela puta tua, la qual crediamo sarà bene maritata, avissandote che ha vimo piacere che gli nostri soldati se maritano de qua et faciano parentato cum li valenti homeni et nostri servitori como crediamo tu sia, te confortiamo adoncha, se non l’ hay facto, che lo faci. Laude, die xxvii augusti 1450. Non astrengendote se non quanto a te pare, ma te lo confortiamo bene. Data ut supra. 197 FRANCESCO SFORZA SI LAMENTA DEL TRATTAMENTO FATTO A TOMMASO DA FARA. 1450 agosto 27, Lodi. Petro dela Bella squadrero. Havimo asay intiso deli tractamenti fino facti alli nostri homini et anche siamo informati como è stato tractato Thomaso da Faro da Romanengo; dele qualcose quanto ne siamo de malavoglia et malcontenti per certo lo monstrarimo un dì cum effecto, ma dicimo altro per adesso se non che tu faci restituire la cavalla et ogni sua robba al dicto Thomaso senza altra repplicacione de nostre littere et faray bene ad farlo et questo basti. Laude, die xxvii augusti 1450. Cichus. 198 FRANCESCO SFORZA SI COMPIACE DELLA DELIBERA DELLA COMUNITÀ DI SONCINO DI FORTIFICARE QUELLA TERRA E INVIA COME CONTRIBUTO CINQUANTA DUCATI D’ORO 1450 agosto 27, Lodi. Regulatori et magistris intratarum. Dilecti nostri, la communità et homini nostri de Soncino del districto de Cremona hanno deliberato fortificare quella terra et la rocha d‘essa, el che molto ne piace et per poterlo meglio fare ne hanno richesto subvencione de qualche dinaro; nuy gli havemo resposto non havere lo modo de presente per l’altre nostre spese et che nondimeno siamo contenti provederli al presente de cinquanta ducati fine, a tanto gli potremo far megliore provissione. Pertanto siamo 94 contenti faciati respondere alli dicti homini d‘essi cinquanta ducati d‘oro sopra l‘intrate d‘essa nostra terra de Soncino da essere convertiti in la dicta reparacione. Laude, die xxvii augusti 1450. Cichus. Franciscusforcia Vicecomes manu propria subscripsit. 199 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE SI FACCIA QUANTO CHIEDE ANTONIO TRIVULZIO PER I BOSCHI DI MELEGNANO PURCHÈ CONFORME A RAGIONE 1450 agosto 27, Lodi. 112r Magistris intratarum extraordinariarum. Dilecti nostri, è stato da nuy el spectabile Antonio da Trivulcio nostro consigliero et dice che, pretendendosse ragione in li boschi da Melignano, vui gli facti alcune innovacioni richedendo proinde che debiamo fare vedere et bene intendere da vuy estessi quanto ne volle ragione. Parendoce adoncha la sua peticione honesta et contenere iusticia, siamo contenti et volemo che, vedute examinate et bene intese le sue ragione et quelle dela camera nostra, faciati quanto vole ragione non avendo respecto a cossa veruna, ma solum al debito de ragione. Laude die xxvii augusti 1450. Cichus. 200 FRANCESCO SFORZA CHIEDE IN PRESTITO DEL FRUMENTO PER I SOLDATI DI STANZA NEL MELZESE 1450 agosto 27, Lodi. Comuni et hominibus Melcii. Dilecti nostri, per li affani et rencresimenti haveti havuti per lo passato, ne rencresce ad darvi più desconzo alcuno, ma pur la necessità hanno quilli nostri soldati sonno lì, ne strenze a darvi ancora alquanto più desconzo; del che ve dicemo et volemo che diati ad a trovare tra vuy tanto frumento che ad quelli nostri soldati sonno lì diati per boca stara doy al mese. Et ad questo non die essere exempto nisuno perchè intendemo rendervi el dicto frumento o pagarvello per modo sareti satisfacti; chè nostra intencione è che dicto fromento ce lo prestiati et così ne tegneati ben conto, che ve farimo bono lo dicto formento; et questo non chiedemo per via de taxa, ma imprestanza. Sichè vogliati per omni modo provedere come è dicto alli dicti soldati che quantuncha ve sia alquanto disconzo non lo perderete chè ve li renderemo o pagarimo et questo facti senza excepcione et repplicacione alcuna, perché non possemo fare de mancho che non vi diamo questa poca graveza al presente et questo non intendemo sia preiudicio ad nisuno exempti nì ad altri, perchè, como havimo dicto, intendemo de renderlo. Laude, die xxvii augusti 1450. Cichus. 95 201 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE I SOLDATI DI GIACOMO PICCININO SIANO BEN TRATTATI E VENGANO ALLOGGIATI NELLE TERRE DI LUCHINA DAL VERME 1450 agosto 27, Lodi. Alberto Santo. Havimo inteso cum quanta dilligentia et solicitudine tu ti hai portato circa el governo et salvacione de quelle gente del spectabile Iacomo Picinino, le quale tanto havimo care quanto verune ne habiamo nuy; de che te comendiamo. Et perché non intendimo che a quelle manchi più como a l‘altre gente, volimo et te cometimo che, vedute le presente nostre littere, tu debbi levare le dicte gente dala campagna 112v dove sonno, et alllogiarle nelle terre dela magnifica madona Luchina dal Verme, cum più ordine sia possibile et havendo bona advertencia che, nelle terre et lochi dove le metray, non regni morbo, et gli faray provedere del loro vivere secondo l‘ordine se provede ad l‘altri, cum questo proposito che quelli dove erano prima et a chi tocha el caricho d‘esse pagano poy le spexe gli sirano facti per lì altri; et così ne faray tenere el conto.Serva adoncha questa nostra mente et a ciò ce possi avissare de quanto acadirà, te mandiamo uno buletino per el passare de uno tuo che te parirà. Laude, die xxvii augusti 1450. Cichus. 202 FRANCESCO SFORZA RISPONDE A PIETRO CHE PROVVEDERÀ PER LA SUA SQUADRA, PERÒ SI LAMENTA DEL MANCATO SUO INTERVENTO NEL TACITARE CRITICHE CONTRO IL DUCA 1450 agosto 27, Lodi Petro de La Bella. Dilecte noster, per tue littere, scrite a Cicho nostro secretario, havimo intiso la solicitudine che per lo spacio tuo et dela squadra tua; al che respondendo dicemo che non te maraviglii se havimo induciato fin a mò ad provedergli, perchè non gli havimo havuto el modo; ma presto presto gli haverimo el modo et mandarimo per te per provederte a ti et alla squadra, sichè ad questo non bisogna dire altro. Ma ben te dicimo, Petro, che che quando l‘altri faciseno poca stima del honor nostro, credevamo che tu non dovesti portarti cusì in lasarce venire tante lamente deli tuoi, le quale tanto ne sono moleste quanto dicere se potesse, et crede fermamente che s‘el fuse mile fiata nostro fratello, non lo comportarimo. Pertanto, s‘el te piace, provedeli et non volere la nostra vergogna et danno. Laude, die xxvii augusti 1450. Cichus. 96 203 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI DIA A GIOVANNI DA PAVIA UNA GIORNEA, UN PAIO DI CALZE ALLA MODA SFORZESCA E UNO ZUPPONE 1450 agosto 27, Lodi. Ser Antonio de Minutis et cetera. Dilecte noster, siamo contenti et volimo che tu fazi dare ad magistro Zohanni da Pavia, nostro ingegnero, presente portatore, una zolnera et uno paro de calze ala divisa nostra, et etiam uno zoppone, facendoli dare presta expeditione. Laude, xxvii augusti 1450. Cichus. 204 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE SI ARRUOLINO DIECI GIOVANI CAPACI COME BALESTRIERI E SCHIOPPETTIERI E ALTRETTANTO SI FACCIA A PAVIA E A CREMONA 1450 agosto 27, Lodi. Commissario, potestati et referendario nostris Novarie. Dilecti nostri, perché havemo bisogno al presenti de alcuni balestreri fidati per adoperarli in uno nostro servitio de grandissima importantia, vi confortiamo caricamo et volemo che, vedute le presente, vogliate recaptare in quella nostra città dece zoveni ben apti per balestreri et schiopecteri, et neli mandiati subito pagati 113r per duy mesi ad rasone de tre fiorini per paga, senza alcuna retemptione de caposoldi; et in questo non intervegna fallo né exceptione alcuna. Et aciò crediati questa essere la mente nostra, havemo sottosscritta la presente de nostra propria mano. Laude, die xxvii augusti 1450. Cichus. In simili forma scriptum fuit infrascriptis videlicet: potestati et referendario Papie ac Gracino de Piscarolo, locuntenenti et potestati et referendario Cremone. 205 FRANCESCO SFORZA CHIEDE CHE, COME CONVENUTO, SI RESTITUISCANO IL CASTELLO E LE TERRE DI REFRANCORE 1450 agosto 27, Lodi. Illustri domino Iohanni Melchioni Montisferrati. Illustris tamquam frater noster carissime, più volte havemo scripto et facto instantia preso la si gnoria vostra che la volesse farne consignare in le mane la forteza et terra de Refrancore, come è obligata per vigore di capituli celebrati et contracti tra lo illustre ser Guglielmo vostro fratello et nuy et confirmati per essa vostra signoria; et fin adeso non havemo possuto havere. Cognoscemo benchè Bernardo Maceo non s’è curato restituirlo per godere li fructi, ma non havemo facto novitate alcuna, credendo pur che la signoria vostra gli dovese provedere. Pertanto mando de là Antonio da Dexio, nostro famiglio, exibitore dela presente, solamente per questa casone; de novo confortiamo et pregamo la prefata signoria vostra che per honore suo et observancia deli dicti capituli gli piacia provedere et ordinare ch’el dicto castello et terra gli siano 97 consignati in le mane et non darne più casone de replicare littere sopra de ciò, perché, oltra fariti cosa debita, l’haveremo a piacere. Data Laude, die xxvii augusti MCCCCL. Cichus. In simili forma scriptum fuit infrascriptis: illustri domino Gulielmo de Monteferrato et strenuo Bernardo de Maceo. 206 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SIANO DATI A LEONE STAMPA, SUO UOMO D’ARME, 60 DUCATI 1450 agosto 28, Lodi. Ser Antonio de Minutis. Volimo che faciati dare ad Lione Stampa, nostro homo d’arme, ducati sexanta delli nostri, zoè ducati 60 delli nostri et fati 113v fare subito spazato de quelli denari delli officii et non manchi. Ex Laude, xxviii augusti 1450. Cichus. Franciscusforcia Vicecomes manu propria subscripsit. 207 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI AIUTI VINCENZO DA CAMNAGO A RICUPERARE LE COSE RUBATEGLI DURANTE LA REPUBBLICA AMBROSIANA 1450 agosto 28, Lodi. Domino Galihoto Rato capitaneo nostro Mediolani. Dilecte noster, siamo informati che, nel tempo dela libertà de quella nostra cità de Milano, fo sachezata la casa ad Vicenzo da Cannago, presente portatore, et toltogli molte robbe, fra le quale erano alcune robe de certi homini d’arme; et perché dicti homini d’arme voleno le robbe sue et cerchano de far destenire dicto Vincenzo, considerato che queste cose gli fonno tolte publicamente, et che luy le vole pagare, potendo essere satisfacto da quelli chi hanno havute dicte sue robbe, secondo seriti informato da luy, pertanto volimo che ad ogni sua requisitione, constandove che quelli, li quali luy ve dirrà, habiano tolte dicte sue robbe, gli faciati fare raxone summaria et expedita sine strepitu et figura iudicii, cavillationibus et frivolis quibuscumque reiectis; et per questa caxone gli havimo concesso uno salvaconducto, como vedereti. Data Laude, die xxviii augusti 1450. Cichus. 208 FRANCESCO SFORZA ASSERISCE CHE L’AZIONE FATTA DAI FANTI DI ALESSANDRIA CONTRO IL CASTELLO SABAUDO DELLA PRETA DI MARAZZI È DOVUTO A LORO IGNORANZA E INSOLENZA PER REAZIONE ALLA CATTURA DI ALCUNI DI LORO FATTA DALL’UFFICIALE DI BASSIGNANA 1450 agosto 29, Lodi. Duci Sabaudie. L’è venuto da nuy Catallano de Valperga cum littere credenciale dela excellentia vostra qual ne pare ha dicto del caso qual fa la prefata vostra excellentia de l’acto facto per quelli fanti nostri stanno in Alexandria verso lo castello vostro della Preta di Marazi. Dicimo che questo è proce duto per insolencia et ignorancia deli fanti, perché el suo connestabile era amallato a Milano, e fo 98 contra saputa et voluntà del nostro locotenente de Alexandria; et la cagione fo per alcuni de loro qualli erano stati pigliati per l’officiale vostro de Bassignana, che volevano per quelli fare repre saglia et usanza, et dove sono le gente d’arme 114r far deli inconvenienti. Ma de questo a nuy è doluto grandemente et gli havimo remediati: nostra intencione è de ben vivere et ben vicinare et observare la pace, como più largamente sopra questo havimo a bocha dicto la mente nostra al dicto Catallano. Alla parte del compromisso, el dicto Catallano responderà anchora ad pieno alla excellentia vostra, alli piaceri dela qualle ne offerimo apparichiati. Data Laude, die xxviiii augusti 1450. Cichus. 209 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI ABBIA LA MASSIMA VIGILANZA PERCHÉ NESSUNO, PROVENIENTE DA LUOGO SOSPETTO DI PESTE, POSSA PASSARE 1450 agosto 28, Lodi. Officiali portus Dossorum. Dilecte noster, nonobstante quanto habiamo scripto da qui indreto che li porti siano levati via, volemo et per questa te commetiamo che faci portezari et passare cadauno che capitarà ad quello porto cum licencia o boletino, ma vogli havere bona advertencia cura et dilligencia cum talle studio et vigilancia che non lasi passare veruno che vada o venga de locho morboso et suspecto; et in questo vogli meterli omni sentimento et industria che non passi nissuno che venga de luocho morboso, et perché gli va el stato et la vita, et quando altramente fuse facto, te certificamo che te daressemo tale mencione che sempre te ne recordaresti. Laude, die xxviii augusti 1450. Cichus. 210 FRANCESCO SFORZA SI STUPISCE CHE IL TRIVULZIO MOLESTI ANTONIO SQUASSA E AGOSTINO CACCIA DA MARIGNANO PER DEL FRUMENTO, CHE FU INVECE SOTTRATTO DALLA ROCCA DI MARIGNANO DAI SOLDATI QUANDO GIOVANNI CRISTIANO VI FU FATTO CASTELLANO 1450 agosto 28, Lodi. Petro de Trivulcio, et cetera. Dilecte noster, perchè Antonio Squassa et Augustin Caza da Marignano se gravano de vuy, dicendone che li volete aggravare ad pagarvi certa quantità de formernto, quale dicete haverlo venduto, quale havevati nella rocha da Marignano quando deputassemo Iohanne Cristiano per castelano, et lo quale formento da poy fo tolto per li soldati nostri. Il che ne pare che siando stato tolto per li soldati, como fo, et como fo tolto ad locha et ad tuti li luochi milanesi, che non sia mole stato et aggravato de quello che non hanno havuto perchè nissun’ altra persona de quelli sonno stati in simili dani, attento che li soldati gente d’arme et tali quali, como fanno le guere, habbiano havuto et tolto le biade et formenti non sonno may stati molestati per simile perdite; nì anche ne pare condigna cossa che li dicti Antonio et Augustino siano molestadi 114v da quello non hanno avuto, come et rasonevole. Ex Laude, die xxviii augusti MCCCCL. Iohannes de Ulesis. 99 211 FRANCESCO SFORZA DICHIARA DI AVER RICEVUTO IN MUTUO DA NICOLA DE GEORGIS, COMMISSARIO E PODESTÀ DI LODI 100 FIORINI CHE VUOLE GLI VENGANO RESTITUITI SULLE ENTRATE FUTURE DELLA CITTÀ 1450 agosto 29, Lodi. Regolatori et magistris intratarum nostrarum. Dilecti nostri, habuimus iam pluribus diebus mutuo a viro nobile Nicolao de Georgiis, commissa rio et potestate nostro huius nostre civitatis Laude, florenos centum ad computum soldorum tre gintaduorum pro singulo floreno; volumus itaque et vobis iniungimus quatenus eidem Nicolao responderi faciatis de dictis florenis centum de et super introytibus futuris anni presentis huius nostre civitatis, facendo et superinde fieri buletas opportunas, et dictos florenos centum ponendo camere nostre pro expensa consumata. Data Laude, die xxviiii augusti 1450 Cichus. Franciscusforcia Vicecomes manu propria subscripsit. 212 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI FACCIANO I LAVORI DI RIPARAZIONE E FORTIFICAZIONE DELLA CITTADELLA E DELLA ROCCHETTA DI PARMA SEGNALATI DA GIOVANNI BOTTO, REFERENDARIO DELLA CITTÀ 1450 agosto 29, Lodi. Referendario et thexaurario Parme. Dilecti nostri, il nobile Iohanne Botto nostro generale referendario ne scrive havere ordinato alcune cose da firfacte per reparatione et fortificatione de quella nostra citadella de Parma et cossì dela rocheta. Pertanto volimo ve intendiati col capitaneo nostro dela citadella et provediati in modo che cum effecto sia exequito et mandato ad executione quanto per esso Iohanne Botto è stato ordinato, cossì in fortificatione et reparatione et altre cose necessarie alla citadella, come etiam dela rocheta, perché cossì è la voluntà nostra; et non manchi. Laude, die xxviiii augusti 1450. Iohannes. 213 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE VENGA AFFIDATO PER 400 FIORINI IL CAPITANEATO DELLA VALLE DI LUGANO A FRANCESCO ALMERICO E BERNABÒ DA SANSEVERINO 1450 agosto 29, Lodi. 115r Magistris intratarum nostrarum. Dilecti, vuy seti informati como è passato el facto el capitaneato de Val Lugano, per lo qual gli è chi ne ha offerto quatrocento fiorini; et perché nuy havemo concesso la dicta valle alli magnifici Francesco Almerico et Bernabò da Sanseverino nostri conducteri, siamo contenti et volemo gli lasiati a loro el dicto capitaneato per essi quatrocento fiorini et quello più o meno ne trovati d’altri, facendoli compensari li dicti denari nel credito hanno cum la camera nostra. Laude, xxviiii augusti 1450. Cichus. 100 214 FRANCESCO SFORZA NOTIFICA AI MAESTRI DELLE ENTRATE CHE GUGLIELMO RIVERO È STATO DA LUI PROTESTANDO CHE L’UFFICIO DI CASALMAGGIORE CONCESSOGLI È STATO INCANTATO E DELIBERATO A STEFANINO ZACCARIA. VUOLE CHE SI OSSERVINO GLI ORDINI IN MODO CHE NESSUNO ABBIA DA LAMENTARSI 1450 agosto 29, Lodi. Magistris intratarorum nostrarorum. Egregie dilecti nostri, Guglielmo Rivero et stato qua da nuy, al quale fo concesso l’offitio de Cassalmagiore, et alla ha la lettera del dicto offitio, per bene ch’el non sia ancora lo tempo de andare al dicto offitio; et dice che ha inteso ch’el dicto offitio è stato incantato et deliverato per Stephanino Zacharia et gravasso de questo; de che nuy lo mandiamo da vuy et che dica la rasone sua denanzi de vuy. Et perché vuy sapeti la cosa et li ordini et deliberatione facte circha al facto delo incantare et deliverare dicti offitii, vogliati che sia observati li ordini et quello vole la rasone et lo dovere, per modo nisiuno non se possa iustamente gravare. Ex Laude, die xxviiii augusti 1450. Iohannes de Ulesis. 215 FRANCESCO SFORZA ORDINA IL LICENZIAMENTO DI DIECI MILITARI, L’ALLEGGERIMENTO DI BUSTO ARSIZIO DI ALCUNI CAVALLI E LA RAZIONE MENSILE DEGLI UOMINI D’ARME 1450 agosto 29, Lodi. 115v Capitaneo Seprii. Dilecte noster, li homeni d’arme, quali se retrovano in quelle parte, se lamentano che non gli è provisto d’alozamento ; nui te advisamo, a ciò sappi el tucto, che de quelli homeni d’arme, quali sonno descripti in la cedula introclusa, nui ne havemo cassati dece, cioè quelli hanno la croce denanzi, et volemo che, provedendo d’alozamento a quelli non hanno la croce, a tucti li altri che l’hanno daghi licentia cum bono et honesto modo che si ne vadano per li facti loro et non stagano più alle spalle de quelli nostri homeni. Provedi etiamdio che la comunità de Busti sia ligerita de quelli tre cavalli hano, quali volimo distribuischi altrove, ove te parirà meglio, ligerendola etiandio de quelli altri più cavalli che possibile serà, et ordinando che quelli sono lozati in essa terra da qui indiretro habiano quello di che sonno convenuti cum essa comunità, ma da mò inanzi non habiano si non secundo li ordini nostri, cioè lozamento, strame et dua stara de grano alla mesura milanese per bocha viva ogni mese, intendando nostra intentione essere che facci tucte le predicte cose cum el consentimento de miser Baptista dal Burgo, al quale havemo scripto che se intenda techo del tucto. Laude, xxviiii augusti 1450. Cichus. 101 216 FRANCESCO SFORZA COMUNICA A BATTISTA DE BURGO LE DECISIONI CONTENUTE NELLA MISSIVA PRECEDENTE, OLTRE AL LICENZIAMENTO DI DIECI UOMINI D’ARME ALLOGGIATI IN SEVESO 1450 agosto 29, Lodi. Domino Baptista de Burgo. Dilecte noster, havemo cassato dece homeni d’arme de quelli sonno lozati in Sevro et havemo scripto al capitaneo nostro lì che daghi lozamento alli altri et lezerisca la comunità de Busti de quelli tre cavalli hanno alle spalle et anche deli altri, zoè de quelli più serà possibile; proveda etiandio che li soldati lozati in quella nostra tera da qui indiretro habiano quello de che sonno convenuti cum la comunità, ma da mò inanze non habiano si non secondo li ordini nostri. Et de tucte queste cose se intenda cum vuy. Pertanto vi commectiamo et volimo che, havendo inteligentia cum esso capitaneo, quale havemo informato del tucto, provedati che questa nostra mente se exequisca et se faccia come è dicto de sopra. Quelli homeni d’arme havemo cassati sonno quelli che sonno signati de una croce. Data Laude, xxviiii augusti 1450. Cichus. 217 FRANCESCO SFORZA INFORMA LA MOGLIE DI NON POTERLA ACCONTENTARE PER L’UFFICIO RICHIESTO A FAVORE DI FRANCESCO DAL MAINO AVENDOLI GIÀ TUTTI ASSEGNATI, MA DI ESSERE DISPONIBILE AD ACCONTENTARLA SE SI DESSE UN UFFICIO ADATTO A FRANCESCO 1450 agosto 28, Lodi. Domine Blanche Marie. Illustrissima consors nostra precordialissima, veduto quello ne ha scripto la signoria vostra de provedere a miser Francesco dal Mayno de uno deli offitii descripti in la interclusa cedula, ve re spondiamo che nuy gli compiazeressemo voluntera de uno, sì per respecto dela signoria vostra, sì etiamdio perché l’he homo da bene; ma perché tuti sonno dati ad boni piazere et ad homini benemeriti de nuy, non li poteressimo cum nostro honore tore ad quelli li hanno per dare ad altri. Sichè advisati s’el gli è alcuna altra cosa che se affatia per luy, perché gli ne compiazeremo de bona voglia. Data Laude, die xxviii augusti 1450. Cichus. Lista supradicta offitiorum. La castellania de Como. La castellani[a] de Abbià. La castellania de Vigevano. La castellania de Melignano. La rocheta de porta Romana. 102 218 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE SI SOPRASSIEDA ALL’INCANTO DELL’UFFICIO DEL BOLLO DI MILANO ASSEGNAZIONE A FRANCHINO BONACIO DEL BORGO DI SAN DONNINO 1450 agosto 30, Lodi. Regulatori et magistris intratarum nostrarum. Per certi respecti, deliberamo et volimo che soprasidiati ad fare incantare l’officio del bollo de quella nostra cità fin a tanto sarimo ad Milano. Laude, die xxx augusti 1450. Et questo faciti, nonobstante alcuna littera in contrario. Data ut supra. Cichus. Item quod in contemplacione domini Alexandrie deliberarent officium potestarie Burgi Sancti Donini domino Franchino Benacio pro precio ad quod erat abochatum secundum listas missas. Data ut supra. Cichus. 219 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SIANO DATI A MESSER CARLO 400 DUCATI SUI SETTEMILA SOVVENUTIGLI DA DONATO DEL CONTE 1450 agosto 30, Lodi. Magistris intratarorum nostrarorum. Dilecti nostri, benchè in questi dì ve mandassimo a dire per Christofono da Romano nostro fameglio che devesti fare dare quatrocento ducati al illustre signore messere Carllo, nondimeno intendemo per soa querella che ancora non li ha havute; de che se maravegliamo et però ve commettiamo de non 116v et volemo che de quilli sette millia, vii millia, di quali ne sovene Donato del Conte, ne faciate dare adesso al signore messere Carllo li dicti quatrocento ducate et ne avisato quando poremo avere lo resto. Data Laude, die xxx augusti MCCCCL. Cichus. 220 FRANCESCO SFORZA ASSICURA CARLO DI AVERE ORDINATO AI MAESTRI DELLE ENTRATE DI VERSARGLI 400 DUCATI 1450 agosto 30, Lodi. Illustri domino Carulo. Illustris tamquam frater noster carissime, inteso quanto ne ha facto dire la signoria vostra per Azino Toschano de quelli quatrocento ducati, l’avisamo che nuy havemo ordinato cum li magistri delle intrate nostre che ve li facciano dare et credimo che, alla receptione de questa, li havereti recevuti; nondimeno ad mayore certeza li scrivimo per l’alligata in forma che, se la signoria vostra non li haverà havuti, li receverà. Laude, xxx augusti 1450. Cichus. 103 221 FRANCESCO SFORZA SI MERAVIGLIA CHE NON ABBIANO TROVATO DIECI BALESTRIERI O SCHIOPPETTIERI; VUOLE CHE AD OGNI COSTO GLIELI TROVINO 1450 agosto 30. Lodi. Referendario Papie et Gracino de Piscarolo. Non possiamo credere, respondendo alla vostra littera, che in quella nostra cità non se debiano trovare dece balestreri overo schiopteri bene apti, se vuy gli meteti la dilligencia vostra a cerchar li; et però ve repplicamo et volemo che per omni modo li retrovati et ne li mandati subito, non guardando a mezo firino ultra li tre, a farli contenti per venire da nuy. Data Laude, die xxx augusti 1450. Cichus. 222 FRANCESCO SFORZA DICE CHE PER QUANTO RIGUARDA I ROMEI CHE PASSANO PER LA LOMELLINA DI AVER DATO DISPOSIZIONI AL LOCALE CAPITANO E AGLI UFFICIALI DEI PORTI. PER QUEL CHE RIGUARDA LE LAMENTELE DELLE GUARDIE DELLA DARSENA INFORMA DI AVER DATO DISPOSIZIONE PERCHÉ VENGANO SODDISFATTE.ASSICURA,INOLTRE, ANTONIO EUSTACHIO DI TENERE IN CONSIDERAZIONE I SUOI DESIDERI 1450 agosto 30, Lodi. Domino Antonio de Eustachio Veduto quello ne scrivi per doe littere date heri, dicemo per resposta, quanto alla parte deli romeri qualli passano per Lomellina che haveno scripto al capitaneo nostro lì et alli officiali di porti quanto bisogna, et de l’avisso qual ne hai dato circa de ciò .te commendiamo.117r Alla parte dele guardie dela darsina, qual se lamentano dele quatro paghe deno havere et dela detractione facta del salario, scriveno per le alligate alli maystri de l’intrate nostre a Milano quanto bisogna, sì che voglile mandare et fare solicitare a expedicione. Et perché recordi che la bona memoria del illustrissimo quondam signore duca nostro te haveria lasato lì in queste condicione de tempi, te respondemo che non te havemo manco caro como te haveva la signoria sua, et quando quella nostra cità fose in mali termini non solamente non te teneressemo lì, immo te confortaressemo al partire; ma non essendo per divina gracia maior periculo como gli è, non ne pare che tu te parti per condicione del mundo. Laude, die xxx augusti 1450. Cichus. 104 223 FRANCESCO SFORZA VIETA CHE PASSINO PER I SUOI PORTI PERSONE PROVENIENTI DA ROMA 1450 agosto 30. Lodi. Officialibus portuum Thovi et Dossorum. Dilecti nostri, ve comandamo et volimo che quelli vengono da Roma senza nostro boletino non lasiati passare per quelli nostri porti, ma li mandiati a passare più in suso sia possibile, ad ciò che tochino del nostro territorio meno che sia possibile. Data Laude, die xxx augusti MCCCCL. Cichus. 224 FRANCESCO SFORZA ORDINA DI PRESTARE ATTENZIONE A CHE I ROMEI DALLE PARTI DI VERCELLI NON ABBIANO A CALARE VERSO LA LOMELLINA 1450 agosto 30, Lodi. Capitaneo Lomeline. Dilecte noster, perché siamo avissati che da verso Vercelli per quelle parte de Lomellina passano molti romeri, qualli vano a passare alli porti dala bastita de Pancharana et del Tovo et porriano essere casone de infectare tuto quello payse in grande periculo del stato nostro, ne pare et te commetiamo et volemo che tuti quelli romeri haverano a passare provedi che vadano et passano più dala longa de Lomellina che possibile sia; et in questo habi bona advertencia. Data Laude, die xxx augusti 1450. Cichus. 225 FRANCESCO SFORZA ORDINA DI INTERVENIRE A FAVORE DELLE GUARDIE DELLA DARSENA IN MODO CHE NE SIANO CONTENTI 1450 agosto 30, Lodi. Regulatori et magistris intratarum. Antonio de Eustachio, nostro capitaneo di galioni, ne ha scripto l’introclusa littera circa la querella fano le guardie dela darsina per li denari deno havere et per la reductione del salario, quale gli è stata facta; et perché nele presente condicione de tempi per respecto dela peste è necessario havere diligentissima guardia et cura dela dicta darsina, ve cometiamo et volemo che ale dicte guardie faciati quelle provisione ve parirano et tal che restano contenti et posino atendere a l’officio et a fare el debito suo. Laude, die suprascripta. Cichus. 105 226 ANTONIO EUSTACHIO ESPONE IL MALCONTENTO DELLE GUARDIE PER LA RIDUZIONE DI STIPENDIO, E RICORDA LA PROMESSA DI FILIPPO M. VISCONTI DI FARGLI LASCIARE PAVIA DA CUI AVVISA CHE PARTIRÀ SE LE CONDIZIONI PEGGIORERANNO 1450 agosto 29, Pavia. [Illustrissimo domno duci Mediolani] 117v. Illustrissime princeps et excellentissime domine domine singularissime, la excellentia vostra sa per quante littere a mi ha scripto circa la cura et dilligencia dela guardia dela darsina, alla quale io ho ogni diligencia cura solicitudine et viglilanza per conservare la dicta darsina et perché le guarde dela dicta darsina sono venute da me, dicendo non voleno più stare ala dicta guarda perché diceno havere doe paghe de l’anno passato, et doe altre de questo presente. Et ultra de questo como hanno avuto fiorini tre il mese per lo tempo passato li hanno reducto in questo anno a libre iiii et soldi iiii per paga ogni mese, sichè, considerati li tempi che regnano al presente et considerato che ogni homo fuge da Pavia, prego la excellentia vostra se voglia dignare et provedere siano pagate le dicte guarde de qui a callende che vene et che habiano a rasone de fiorini tre el mese per paga, como hanno havuto per lo passato, altramente io me excuso alla excellentia vostra de ogni periculo et sinistro gli achadesse, per mia sempre excusacione. Alla quale ricordo se lo illustre signore quondam duca de Milano fose vivo per questi tempi regnano al presente, la signoria sua non me haveria lassato tanto in Pavia, sichè in l’anno de mccccxviiii, xxiii et xxxi, quando comenzava ad regnare simile condicione, la signoria me scriviva me dovese partire da Pavia per ogni modo et se io non me havea proveduto de logiamento, la signoria sua me fatea provedere, aricordando alla excellentia vostra che in questa septimana, se le condicione havirano pezorare, io me partirò da Pavia, perché ogni homo fuze et inanti ch’io me parte io provedarà ala dicta darsina, siando provisto del dinaro dela provissione; dela qual darsina per mi facta ne avissarò la excellentia vostra, la qual gli potrà provedere como meglio gli parirà. La excellentia vostra pò ben sapere in quanto pericolo starebe la dicta darsina senza guarda; alla quale propiciamente me recomando. Papie, xxviiii augusti 1450. Excellentissime vestre dominationis fidelis servitor Antonius de Eustachio. A tergo : Illustrissimo domino duci Mediolani, et cetera. 227 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE LE ENTRATE DI BIANDRINA VENGANO ASSEGNATE ALLA SORELLA LISA 1450 agosto 31, Lodi. 118r Referendario et thesaurario civitatis nostre Novarie, et cetera. Dilecti nostri, perché noi havemo concesse quelle intrade de Biandrina a madonna Lise nostra sorella, pertanto volemo et commandamovi che de quelle intrade tutte de Biandrina debiate integraliter et con effecto senza altra exceptione et contraditione responderli et farli respondere. Data Laude, die xxxi augusti MCCCCL. Franciscus Sfortia manu propria subscripsit. Cichus. 106 228 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SIA PERSEGUITO CON UN SUO COMPLICE ANGELO, FAMIGLIO DI PIETRO DELLA BELLA, COLPEVOLE DI FURTO AI DANNI DI TOMMASO DAL FERRO DI ROMANENGO 1450 agosto 31, Lodi. Potestati terre nostre Trinoli. Dilecte noster, crediamo che tu debbi essere informato delo excesso comesso in la persona de Thomaso dal Ferro da Romanengo; et perché havemo voluto havere informacione como sia pas sata la facenda. Et siamo informati fra l’altri essere colpevole uno Angello, familio de Petro dala Bella, et etiam uno altro, deli quali seray informato da esso Thomaso, volimo et te compatiamo, per quanto tu hay cara la gratia nostra, che tu debbi subito fare piliare et mettere stretamente in pregione esso Angello et etiam quello altro, del qual saray informato da esso Thomaso, non relasandoli senza nostra licencia, facendo questa cosa cum quanta dilligencia te sia possibile et secrete; et se Petro dala Bella o alcuno deli suoi volesseno obviare ad questo, fa et comanda a tuti li homini de quella nostra terra che siano ad lo opposito et se defendano 118v et gli tractano como nostri nemici, avissandote che, se tu non faray questa nostra volontà, te farimo pagare a ti tuto quello è stato tolto al dicto Thomaso et ulterius te privarimo dela gratia nostra, avissandoce poy subito como haveray facto circa ciò. Laude, die ultimo augusti 1450. Cichus. 229 FRANCESCO SFORZA SI COMPIACE DELLE BUONE DISPOSIZIONI VERSO DI LUI DEL CONTE QUERSIO 1450 agosto 31, Lodi Magnifico comiti Quersio. Magnifice amice noster carissime, sotto littere credentiale dela magnificentia vostra havemo inteso quanto ne ha referito per vostra parte Gasparino di Sancto Angelo del bono amore et sincera dispositione vostra verso de nuy; circa le quale cose non ne extendimo più ultra, parendone superfluo et perché al dicto Gasparino havemo resposto a compimento et siamo certi vi referirà ogni cosa fidelmente. Laude, die ultimo augusti 1450. Cichus. 230 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI CONCEDA A GASPARINO DA SANT’ANGELO D’ANDARE DAL MAGNIFICO SIMONETTA 1450 agosto 31, Lodi. Iohanni de Tolentino. Dilectissime noster, perché Gasparino da Sancto Angelo, al quale havivamo deputato logia mento su quello de Casalmaiore, cum nostra bona licentia debe andare dal magnifico Simonecto cum soe arme et cavalli, et dice havere avuto octanta stara de frumento, volimo scrivati et prove dati ch’el fine possa andare nonobstante ch’el habia havuto dicto frumento, perché lo pagaremo nuy; ma s’el havesse havuto altro frumento, oltra li lxxx stara o altra robba oltra li ordini nostri, siamo contenti che li paghi. Laude, die xxxi augusti 1450. Cichus. 107 231 FRANCESCO SFORZA ASSICURA GLI EREDI DEL FU GASPARINO DA PREMENUGO DI ESSERSI INTERESSATO PERCHÉ IL COMUNE DI TORTONA VENGA AD UNA CONCLUSIONE CON CRISTOFORO DA BERNADIGIO IN MODO CHE CONSEGUANO QUANTO LORO SPETTA 1450 agosto 31, Lodi. Heredibus quondam Gasparrini de Promenugo Mediolanensis. Dilecti nostri, havimo facto et facimo quanto possimo che il comune et homini da Terdona sianno d’acordio et vengano ad conclusione cum Christoforo de Bernadigio, ad ciò vuy subsequenter veniati ad consequire el facto vostro; et cossì de presente, per pigliare modo et forma alla facenda, havimo mandato al comune de Terdona che infra il termino de dece dì mandano da nuy tri informati dela facenda, per via deli quali se gli meta tale ordine et forma che ancora vuy consequirete el dovere vostro.Volimo adoncha et ve confortiamo che, fra questo termino de dece dì, habiati patientia et non ve metiati ad fare novitade alcuna contra esso Christoforo. Data Laude, ultimo augusti 1450. Cichus. 232 FRANCESCO SFORZA CHIEDE AI PRESIDENTI DEGLI AFFARI DELLA CITTÀ DI TORTONA CHE MANDINO DUE O TRE PERSONE BENE INFORMATI CIRCA LA CAUSA CON CRISTOFORO BERNADIGIO 1450 agosto 31,[ Lodi]. 119r Presidentibus negotiis civitatis Terdone. Spectabiles dilecti nostri, è stato da nuy Zacharia Zentile ad vostro nome per la causa haveti insieme cum Christoforo da Bernadigio; et perchè esso Zacharia monstra et dice essere mal informato dela causa, et ad ciò che ad essa se possa pigliare qualche partito et forma, ve confortiamo et anche volimo che, fra el termine de dece giorni ad tardius, mandate ad nuy, dove se trovarimo, duy o tri bene informati de dicta facenda et ita informati che ozimay ogni deferentia vigente fra vuy et dicto Christoforo se tolia via, come desideremo. Data, ultimo augusti 1450. Cichus. 233 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE ANTONIO DE PICHETIS PROVVEDA ALLA RESTITUZIONE AI FRATELLI DELLA CHIESA DELLA COLLANA DATA A GARANZIA DEL PAGAMENTO DELLA DECIMA DI CASTANO 1450 agosto 31, Lodi. Domino Antonio de Pichetis. Venerabilis in Christo pater dilecte noster, vederite per la supplicatione, quale ve mandiamo introclusa ale presente, quanto ne hanno significato Iacomo et Antonio fratelli dela Croce; et, ricordandece noy havere hauto li dinare, de quali la supplicatione fa mentione, perché fo necessario facessemo cussì per subvenire alhora ali nostri bisogni, et ordinasemo che la decima rimanese a l’homeni de Casteno, ce pare sia da considerare la ragione de dicti suplicanti. Il perché ve confortiamo et carichamo voliate provedere ala restitutione dela soa collana, maxime se quela fo resposta apresso voy per secureza del pagamento d’essa decima, li dinare dela qualle havessemo noy, como havimo dicto. Fate adoncha la restitucione de essa cullana, aciò 108 che dicti Iacomo et Antonio suplicanti non habiano cagione de più ricorere a noy per questa cossa. Data Laude, ultimo augusti 1450. Cichus. 234 GIACOMO E ANTONIO DELLA CROCE CHIEDONO AL DUCA DI ORDINARE AD ANTONIO PICHETO DI RESTITUIRE LA COLLANA DATA IN GARANZIA PER LA DECIMA CHE IL DUCA, POI, DECISE DI LASCIARE AGLI UOMINI DI CASTANO 119v Illustrissime princeps, cum debita reverencia exponeno li vostri fidelissimi servitori et citadini milanesi Iacomo et Antonio dela Croce che, como sa la vostra excellencia quando loro venero for de Milano, avevano tolto ad ficto da quelli che facevano per lo reverendissimo domino misser lo archiepiscopo de Milano passato, cioè da misser Antonio Picheto, la decima de Casteno et, per segureza del pagamento el prefato misser Archiepiscopo dedino ad esso misser Antonio Picheto una sua collana de perle la qual lui, misser Antonio, ha anchora. La signoria vostra sa como ella volse che alli homini de Casteno remanesse la dicta decima et la prefata signoria vostra hebbe li denari; sichè li dicti Iacomo et Antonio non hano goduto cosa alcuna et, rechedendo la dicta sua collana, non li vole fir data dal prefato misser Antonio, el quale de presente è per doversi partire da Milano et non se sa quando retornarà. Per la qual cossa humiliemente suplicano dicti Iacomo et Antonio alla vostra excellentia, la qual è fontana de iusticia, che la se digna de provedere che loro non vengano a supportare danno de quello del che non hanno havuto utile veruno et comandare al dicto misser Antonio Picheto che statim, ante ch’el se parte et senza veruna exceptione, gli restituisca la dicta collana, perché credeno non essere intencione vostra che y pagano de quello de che non hanno goduto et che è pervenuto alla signoria vostra, alla quale humilmente s’arecomandano. 235 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL COMMISSARIO DI OLEGGIO CHE VENGANO PAGATE LE SPESE DI ALBERGO ALL’UOMO D’ARME ANTONIO SCHIAVO A CUI NON SI ERA PROVVEDUTO ALLOGGIO A SEVRO 1450 settembre 1, Lodi. Domino Batiste de Burgo commissario Olegii. Dilecte noster, essendo altre volte ordinato che ad Antonio Schiavo nostro homo d’arme fose proveduto de logiamento in Sevro et non essendoli proveduto così presto, ne è dicto che li festi allozare sopra l’hostaria et gli prometesti che li faresti satisfare dele spese, quale fese sopra essa hostaria per li homini che lo dovevano logiare; et avendo el dicto Antonio facta longa resi dencia et bona spesa alla dicta hostaria, iusta gli vogliamo provedere gli sia satisfacto. Essendo adoncha così, siamo contenti et volimo che provediati gli sia satisfacto dele dicte spese per quelli li dovevano logiare et non lo volesseno acceptare, perché così ne pare convenienti et debito. Laude, die primo setembris MCCCCL. Iohannes. 109 236 FRANCESCO SFORZA DICE CHE SONO STATI DA LUI DUE AMBASCIATORI DI CASALMAGGIORE E DI AVER PRESO PROVVEDIMENTI DI CUI RIFERIRANNO 1450 settembre 1, Lodi. 120r Comunitati et hominibus Casalis Maioris. Dilecti nostri, sono stati da nuy Bernardo Burato et Pedro di Bonzohanne vostri ambassatore, et ne hano referto alcune cosse per vostra parte, ali quali havemo resposto et etiandio facto certo provisione ali facti vostri dele quale et como sarite informati da loro ; sichè porreti credere ale relatione loro come ale nostre. Data Laude, die primo septembris MCCCCL. Cichus. 237 FRANCESCO SFORZA COMUNICA CHE AGLI AMBASCIATORI DI CREMONA È STATO NOTIFICATO QUANTO SPETTA ALLA GENTE D’ARME IN MODO CHE NON DIANO FASTIDIO ALLA POPOLAZIONE CON RICHIESTE SUPPLETTIVE E DI CIÒ VENGA INFORMATA ANCHE LA GENTE DI CASALMAGGIORE 1450 settembre 1, Lodi. Domino Iohanni de Tollentino locumtenenti Cremone. Dilectissime noster, sonno venuti da nuy duy ambasiatori dela comunità de Cremona qual ne hanno richesto alcune cose et nuy gli habiamo resposto in forma che sono remasti contenti; pur, perché tra le altre cose se gravano che le zente d’arme logiate in quelle parte hano le spese dali homini dele ville et poy togliano ancora la taxa da queli dela terra et voleno del vino del feno lanzoli et ligne, che è totalmente contra la mente nostra, ve cometiamo et volimo che, mandando uno di vostri cum uno citadino fidato ale dicte parte de Casal Maiore per intendere queste cose, providiati che le dicte zente non gravano li homini et subditi nostri se non in quello loco ove sono logiati. Non li gravano etiamdio de feno, trovandose dele stopie bone, come loro dicono. Et in conclusione, avendo loro logiamento, strame et uno staro de frumento alla mesura cremonese per cadauna boca viva ogni mese, non gli diano altro impazo de lanzoli ligne nì altro, excepto de vino, qual siamo contenti possino havere medianti li suoi pigni. Vogliati adoncha exequire questa nostra mente, dela quale loro homini restano contenti. Laude, i setembris 1450. Cichus. 238 FRANCESCO SFORZA CONCEDE AL MARCHESE PALLAVICINO DE SCIPIONE E AI FIGLI IL POSSESSO DELLA ROCCA DI SPECCHIO, IL MULINO DI SERRAVALLE E LA VILLA DI CONTILLI 1450 settembre 2, Lodi. 120v Domino Petro marchioni Pallavicino de Scipiono. Magnifice dilecte noster, azò cognoscati et intendati per effecto che la intencione nostra è fare verso li nostri servitori per omne modo ad nuy possibile cose grate maxime verso vuy, conside rato quanta devocione et fide ne haveti continuamente portato et monstrato cum effecto, non possendo nuy, al presente, usari verso vuy quella liberalità che saria la intencione nostra et che comprendimo merita la continua sincera devotione et fede vostra verso nuy et lo stato nostro, ve havemo concesso la rocha nostra de Spechio, el molino de Seravalle et la villa de Contilli per 110 vuy et vostri figlioli, delli quali ve farimo fare opportuni privilegii. Et così per la alligata scrivimo al potestà nostro de Pellegrino, quale ve metterà alla possessione de dicte cose. Laude, die ii setembris 1450. Cichus. 239 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL PODESTÀ DI PELLEGRINO QUANTO DA LUI CONCESSO AL MARCHESE PIETRO DE SCIPIONE 1450 settembre 2, Lodi. Potestati Pellegrini. Dilecte noster, nuy havemo concesso al magnifico Petro de Sipiono, per usare liberalità verso luy, la rocha de Spechio, lo mollino de Seravalle et la vigna de Contilli, deli quali gli farimo fare opportuni privilegii. Pertanto volimo che, subito avuta questa, senza alcuna contradictione, mettati alla possessione della dicta rocha et pertinencie, così della dicta villa et molino, lo prefato magnifico Pedro da Sipione et suoi figlioli, et non manchi, perché così è la intencione nostra. Data ut supra. Cichus. 240 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE ANCHE GLI ESENTI CONTRIBUISCANO ALLE SPESE PER L’ARGINE E LA PALIFICATA NEL TERRITORIO DI CASALMAGGIORE 1450 settembre 1, Lodi. Potestati Casalis Maioris. Dilecte noster, tra le altre cose, per le quale li ambassatori de quella nostra terra sono stati da nuy, essi ne hanno rechesto che, essendo la corte overo territorio suo poca cosa, et havendo de molte graveze ale spalle et de zente d’arme et de fare uno arzine et una pallificata, vogliamo providere che li exempti, como sono il reverendo vescovo et li marchesi de Soragna, che hano di 121r beni in esso territorio, contribuiscano alla spesa del dicto arcine et palificata, et etiamdio che li homini dele terre del illustre signor misser Carlo lì vicine patiscano una parte dela spesa dele dicte zente d’arme, dicendo che ancora loro contribuiscano con essi homini, accadendoli carico alcuno, quando questo potesse essere, nuy ne saresemo molto contenti per lezerire quilli nostri homini dele innumerabile graveze che hano. Pertanto siamo contenti et volemo vedi de induere li dicti exempti ad contribuire alla spesa deli dicti arcine et pallificata, poichè anchora loro ne hano utilità come li altri. Se etiamdio cum persuasione et cum honesto et piacevole modo podesti induere li homini de misser Carlo ad contribuire ala spesa di soldati, l’haveressemo molto caro per beni et comodo de quelli nostri homini. Laude, die primo setembris 1450. Cichus. 111 241 FRANCESCO SFORZA ESPRIME LA SUA MERAVIGLIA AI MAESTRI DELLE ENTRATE PER AVER ASSEGNATO A SUA INSAPUTA MILLE DUCATI A MADONNA BIANCA SUA CONSORTE 1450 settembre 2, Lodi. Regulatori et magistris intratarum. Havemo intiso vuy havere assignato ala illustre madona Biancha nostra consorte mile ducati sula subvencione dela nostra cità de Pavia; de che ne maravigliamo molto, nì possimo pensare che ve habia inducti ad fare questa cosa senza nostra licencia et saputa, avissandove che tal assignacione non pò havere loco, perché già havimo assignati li dinari de dicta subvencione ali magnifici signori da Correza et Petro Maria Roso et altri conducteri. Volemo adoncha che, veduta la presente, remetiate dicta assignacione altrove ala prefata illustre nostra consorte, aciò che quilli de quella subvencione vadano come l’havimo assignati. Et per certo quanto più pensamo tanto più ne maravigliamo che habiate facta tal assignacione senza nostra saputa; ben volimo che madona habia el dover suo per altra via, ma non per questa, che saria sconzare quanto havimo facto et ordinato. Data Laude, die ii setembris 1450. Cichus. 242 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CAPITANO DI GIUSTIZIA DI MILANO DI RILASCIARE BALUCHINO DA PIEMONTE CATTURATO ERRONEAMENTE 1450 settembre 2, Lodi. Capitaneo iusticie Mediolani Havimo inteso che l’altro dì, essendo andato li vostri fanti per pigliare certi famigli de Michel de Pemonte piglarane assieme cum essi uno giamato Baluchino de Pemonte per errore e che non havemo colpevele de cosa alcuna el dicto Baluchino; volimo che subito lo debiati liberamente relaxare et così faciti, Laude die ii setembris 1450. Cichus. 243 FRANCESCO SFORZA COMUNICA DI AVER ORDINATO A TORNIELLO DA FIRENZE DI FAR CONDURRE DA CREMONA A LODI 1000 STAIA DI FRUMENTO AD USO DELLA FAMIGLIA DUCALE OLTRE A 1136 STAIA DA CREMONA A PIZZIGHETTONE 1450 settembre 2, Lodi. Thexaurario Cremone Ordinassemo ali dì passati ad Tornielo da Fiorenza, nostro fameglo, che mandase et facese conduere da quella nostra cità qua a Lodi mile stara de frumento per uso dela famiglia nostra et milecentotrentasey stara pur de lì fin a Piziguitone; aciò che adoncha se exequisca questo nostro ordine, volimo che tu faci pagare deli denari dele nostre intrate quella spesa andarà per fare dicta conducta, così de nave como de carri, et così fa. Laude, secondo setembris 1450. Franciscusforcia Vicecomes manu propria subscripsit Cichus 112 244 FRANCESCO SFORZA COMUNICA DI FAR CONDURRE NEL CASTELLO DI CREMONA AMBROGIO TRIULZIO PERCHÉ VI SIA CONSERVATO SOTTO BUONA GUARDIA, ESSENDO UOMO SAGACE ED ASTUTO E ORDINA DI LASCIAR LIBERO DON GIULIANO 1450 settembre 2, Lodi Laude. Bettucio, per Zohan Caymo, nostro cancellerio, et Michele de Bataglia, nostro famiglio presente portatore, mandiamo lì, in quello nostro castello de Cremona, Ambroxio de Triulzio, perché tu el tenghi et fazi guardar nel dicto castello sotto bona custodia fin ad tanto che gli haverà ad stare. Pertanto volimo tu el debbi acceptare et in sua compagnia uno ragacio deli soi solamente; et lo faray stare in una de quelle camare, o altro loco, de quello castello, donde el non se possi partire senza tua licentia, mettendoli tu appresso luy bone et sufficienti persone di toy per sua guardia, quali sianno fidati et che tu credi né per via de promissione né per niuna altra cosa non consen tino alla sua fuga, né possano essere da luy inganati, perché per tuo adviso el dicto Ambroxo è homo molto sagace et astuto e che sa dire et fare; et vede tenirlo in conclusione per altro modo che non hay tenuto don Zuliano, perché, come dicemo, questo è homo più sagaze et de più importancia al stato nostro che non è don Zuliano, sichè tu nel sapi ad ogni nostra posta consi gnare. Bene volimo che circa lo suo vivere usi discrecione, perché, purchè siamo del facto suo securi, semo contenti ch’el sia bene tractato del vivere et stare suo. a Volimo liberamente relassi el dicto don Zuliano che vada dove pare ad luy, recordandoti et commandandoti che per niuna via non debbi mai relassare el dicto Ambroxio senza lettera sottoscripta de nostra mano, et cetera. Data, ii septembris 1450. Iohannes. Franciscusfortia Vicecomes manu propria subscripsit. a Da semo a stare suo scritto a margine sinistro. 245 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE A PARITÀ D’OFFERTA, VENGA ASSEGNATA LA PODESTARIA DI ALESSANDRIA A BARTOLOMEO PORRO 1450 settembre 3, Lodi 122r Magistris intratarum nostrarum. Dilecti nostri, perché havemo bonissime informacione dele virtute et laudevele portamenti de Bartholomeo Porro, nostro podestà de Como, in li officii che l’ha exercitato per lo passato, deliberamo et volimo che, exbursando lui a l’incanto per la podestaria de Alexandria quello se ne trovasse da veruno altro, li la dagati piutosto a luy. Data Laude, die lll setembris 1450. Cichus. 113 246 FRANCESCO SFORZA COMUNICA A BARTOLOMEO PORRO CHE LA PODESTARIA DI ALESSANDRIA PER CUI EGLI HA OFFERTO 500 FIORINI È STATA MESSA ALL’INCANTO PER 600 FIORINI, SBORSANDO I QUALI EGLI VERREBBE PREFERITO 1450 settembre 3, Lodi Bartholomeo de Porris potestati Cumarum. Dilecte noster, restiamo avissati per le toe littere de quanto ne scrivi dele bombarde et municione sono in quella nostra cità, et circa de ciò non dicemo altro se non che, comendandote de l’avisso tuo, li provideremo come ne parirà expediente. Ala parte del facto del livrarte la podestaria de Alexandria per cinquicento fiorini, nonobstante che Zohanne Zello, o sia Zeno l’habia incantata per sey cento, dicemo che non ne potressemo fare, perché esendo nuy a necessitate de dinari et per questa casone facendola incantare, è necessario darla a chi fa meglior condicione alla camera nostra; ben te avissamo che, exbursando tu quello è stata incantata da altro, siamo contenti remangha ad ti et cossì scrivemo per l’aligata alli magistri dele intrate nostre. Data Laude iii septembris 1450. Cichus. 247 FRANCESCO SFORZA DICE CHE NON PUÒ ESSERE DATO A COLLELLA DA NAPOLI LA SISTEMAZIONE DI 40 CAVALLI TRA PO E TICINO, ZONA GIÀ OCCUPATA DAL CONTESINO 1450 settembre 3, Lodi. Francisco Georgio. Respondendo a quello ne scrivi del alogiamento se ha ad dare per xl cavali ad Collella da Napoli tra Po et Ticino, dicemo che quantuncha el Contesino sia partito, non volemo però sia impazato el logiamento suo per veruno altro; immo sia provisto altroe al dicto Collella. Et perché dice ch’el Sichomario sempre è stato preservato nel passato, ne pare ch’el non se debia guardare ad que sto, perché se al tempo dell’illustrissimo quondam signore passato era preservato, proce deva perché la excellentia sua non haveva tanta multitudine de zente d’arme quanto havemo nuy; ma, havendone tante quante se retrovamo havere al presente, è necessario fare como se pò. Data Laude, die iii septembris 1450. Cichus. 248 GIOVANNI DA TOLENTINO, ALBERTOLO DA MARLIANO E GIOVANNI DE SCHITIS INVIANO DIECI TRA BALESTRIERI E SCHIOPPETTIERI COME RICHIESTO DAL DUCA 1450 settembre 3, Lodi. 122v Illustrissime princeps et cetera, havemo dato opera et retrovati quelli dece tra balestreri et schiopecteri n’ha per una sua richiesto la signoria vostra, quali sonno li descripti nela interclusa cedula, li quali consignarà ala signoria vostra Domenico de Pelizoni presente exhibitore et uno d’essi descripti; se in più breve tempo li havessemo poduto retrovare fidati como richedeti et speramo in questi, li haresemo mandati ala signoria vostra, ala quale se recommandiamo. Cremone, i septembris 1450. 114 Illustrissime dominationis vestre servitores, Iohanne de Tolentino, Albertolus de Marliano, potestas et Iohannes de Schitiis vicereferendarius. Questi sonni li balestreri et schiopecteri: Domenico de Pelizoni, Bartholomeo de Cuchlarii, Conrado de Tezani dicto Thodesco, Iacomo di Verderii, Nicolò de Sancto Anglo, Domenico de Cremona, Valariano de Scrosati, Iacomo de Perli, Bartholomeo de Cavichiello, Iacomo da Lodi, figlio de Zohanne. 249 FRANCESCO SFORZA INFORMA GIOVANNI DA TOLENTINO SULLA PARTENZA DI GASPARINO DA SANT’ANGELO, SULLA FERMA DI GIOVANNI UNGARO, SUGLI ALLOGGIAMENTI DI FRANCESCO E ANTONELLO SECURO 1450 settembre 3, Lodi. Iohanni de Tholentino. Dilecte noster, restiamo contenti, respondendo ale vostre littere, ch’el sia dato ordine al lozamento de miser Baldasar, aciò che, quando retorni indireto, non sia impazato. Et ala parte de Gasparino de Sancto Angelo et de Francesco Securo dicemo che esso Gasparino deve essere partito, perché in questi dì te scripsemo ch’el se lassasse andare cum li soi, nonobstante ch’el habia havuto lxxx stara de frumento, quali farimo pagare nuy; ma s’el havesse havuto altro, ch’el pagasse, et così credimo sia exequito. Francesco et Antonello Securo volemo restino alli soi lozamenti et in scontro d’essi se proveda a miser Baldasarre altroe. Zuhanne Ungaro è andato a Mediolano et è refirmato cum nuy, et però volimo che gli sia provisto come è facto fin qui, secundo li ordini nostri, havendo però advertentia ch’el non se possa partire insalutato hospite, come recordati. Laude, iii septembris 1450 Cichus 250 FRANCESCO SFORZA MANDA AGLI ARRESTI DOMICILIARI DUE SUDDITI A COMO, DUE A NOVARA E DUE AD ALESSANDRIA 1450 settembre 3, Lodi. 123r Potestati et officiali bullectarum Cumarum. Dilecti nostri, per certi respecti mandiamo a stare lì Antonio Bonono et Rodulfo Favallo; pertanto volimo che li receptiati in quella nostra città et provedati che se presentano nanzi ad voy una volta el dì. Laude, die iii septembris 1450. Cichus. 115 In simili forma potestati et officiali bullectarum Novarie, de Marco Longo et Christoforo de Quinteris. In eadem forma potestati et officiali bullectarum Alexandrie, de Aluysio de Villanova et Antonio Garoffolo. Cichus. 251 FRANCESCO SFORZA RICORDA LO STATO DI FERMO DEI CARRI A MILANO PERCHÉ A PAVIA NON SI PUÒ FAR FRONTE ALLA SPESA. PER OVVIARE A CIÒ IL DUCA DECIDE CHE L’ADDIZIONE POSTA DAI PAVESI RIMANGA LORO PER ALTRI DUE MESI 1450 settembre 2, Lodi. Potestati, referendario, Gracino de Piscarolo, nec non deputatis provisioni communis Papie. Dilecti nostri, havemo inteso quanto ne scriveti circa el facto de quelli carrigii, li qualli sono a Milano, como vuy, deputati, diciti non havere el modo né potere suplire ala spesa de quele carre, per li duy mesi, como havimo richesto, perché la addicione, quale vuy havevati posta per questo la haveti relassata al subsidio, credendo vuy havere satisfacto ale dicte carre. Pertanto siamo contenti et volimo che ve remanga la dicta adicione per dui mesi, et che suppleati ale carre per lo termino sopradicto de dui mesi cum questo che, passato el dicto termino, volimo che l’una et l’altra addicione remangna a nuy fina ala satisfacione deli fiorini xv milia deli quali ne haveti facta subvencione. Laude, ii septembris 1450. Cichus. 252 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE NON SI RITARDI OLTRE A DARE I 400 DUCATI CHE SPETTANO A CARLO 1450 settembre 3, Lodi. Magistris intratarum. Ha mandato qua da noy el signore misser Carlo, qual ne dice non havere havuto li ducati quatrocento ve scrissemo; dela qual cosa ne maravigliamo grandemente, considerato che lui ne ha priso despiacere asay e tanto, che quasi ne ha domandato licencia, parendoli non essere ben tractato et questo non è nostro difecto, ma vostro. Et pertanto volimo che, visis presentibus, li dati dicti ducati quatrocento, per modo che per tuto hogi sia facto contento et satisfacto; quali toliti o deli denari de officii o interesse o per omni via et modo ve parerà, posposto ogni altro pagamento et omni altra cosa, perché così è la voluntà nostra. E non manchi, per quanto haveti cara la gratia nostra. Laude, iii setembris 1450. Cichus. Franciscusforcia Vicecomes manu propria subscripsit. 116 253 ELENCO DI DENARI CHE DEVONO ESSERE DATI DAL REFERENDARIO DI LODI 1450 settembre 3, Lodi. 123v Scriptum fuit referendario Laude quod dare deberet Villano de Gualdo florenos triginta ad usum domini, ituro pro castellano arcis Cassani; item domine Caterine, uxori strenui Flaschi, ducatos L ad rationem soldorum liiii pro quolibet ducato. Laude, die iii septembris 1450. Cichus. 254 FRANCESCO SFORZA È GRATO A SIMONETTO PER LE PAROLE AFFETTUOSE ESPRESSEGLI, MA AFFERMA NON POTERLO ASSUMERE AL SUO SERVIZIO AVENDO GIÀ “GRAN CARICHO DE GENTE D’ARME”. 1450 agosto 31, Lodi Simonecto comiti Castri Petre. Magnifice et strenue tanquam frater noster carissime, et per vostre lettere date a dì xvii del presente, et per relatione de Gasparino de Sancto Angelo vostro compagno, havemo inteso quanto amore et affectione ne portate et quanto site desideroso de farne cosa grata et d’essere alli servitii nostri, el che molto n’è piaciuto et, benchè prima fussemo più che certi l’animo vostro essere tale verso noy quale ne havite significato, perché molte volte l’havemo experimentato, nondimeno n’è stato gratissimo haverlo inteso de novo et tanto vi ne regratiamo et siamo obli gati, quanto dire potessemo, certificandvi che l’animo nostro è reciproco verso de voy et, ove possiamo fare cosa alcuna che redundi in bene et honore vostro, trovarite che lo farimo volunteri, come per nuy stessi. Et per venire alla spetialità dela vostra lettera et de quello ne ha exposto dicto Gasparino circa el condurve alli nostri servitii, dicemo essere vero che Alexandro, nostro fratello, ne ha parlato assai de facti vostri, et lo nostro desiderio saria de havervi cum nuy, perché cognoscemo le virtute et valere vostro et la fede et affectione vostra verso noy; et si le conditione nostre fusseno tale che potessemo supportare la spesa, più voluntere vi acceptares semo che non veneresti voy. Ma, havendo gran caricho de gente d’arme alle spalle et tale che non possiamo supplire alla spesa, non vi vorressemo tirare de qua et poi stentarvi al pagamento vostro, che non se faria per voi né etiamdio per noi; non di mancho noi continuamente acten diamo ad mectere ordine et affecto alli facti nostri et speramo dirizare le cose nostre in modo che col tempo potiremo fare verso voi quello che n’è totalmente impossibile al presente. Et perché largamente havemo resposto et dicto al dicto Gasparino l’animo et mente nostra, et però non ne stendiremo più oltra, si non che alluy la magnificentia vostra porrà credere quanto a nuy proprii. Laude, ultimo augusti 1450. Cichus. 117 255 FRANCESCO SFORZA SI CONGRATULA CON LE AUTORITÀ DI ALESSANDRIA PER LA SOVVENZIONE ACCORDATA DI DIECIMILA FIORINI ASSICURANDO CHE VERRANNO RESTITUITI 1450 settembre 5, Milano. 124r Locuntenenti, potestati et anzianis Alexandrie. Spectabiles ac egregii dilecti nostri, siamo informati come è stato deliberato per quella nostra comunità de subvenirce a questo nostro bisogno de florini x milia, cum remissione de l’imboctato et cum alcuni altri capituli et cetera; da poi siamo anchora informati come domenica proxima passata fu deliberato de exigere et retrahere dicti denari supra lo registro d’essa nostra comunità. La qual cosa n’è molto piaciuta, per respecto che intendiamo, è cosa grata a tucto quello popolo, et anche perchè è cosa più facile a recaptare dicti denari; ma perché havemo grande bisogno del denaro, volimo facciati a sapere a chiaschuna persona, a chi specta questa cosa, che, infra termine de octo dì proximi che verrano, loro habiano recaptati et trovati dicti florini x milia et noy in questo termine vi mandarimo li capituli sigillati et conzi, come deverano stare secundo è remasta d’accordio dicta compositione. Et vogliati sollicitare cum ogni diligentia et sollicitudine, non li perdendo uno minimo actomo de tempo che questi denari siano presto recaptati, sichè al decto termino ne possiamo aiutare d’essi. Mediolani, v septembris 1450. Cichus. 256 FRANCESCO SFORZA VIETA CHE I SOLDATI ALLOGGIATI SULLE TERRE DI MADONNA LUCHINA SI SPOSTINO ALTROVE 1450 settembre 5, Milano Capitaneo nostro comitatus Papie ultra Padum. Dilecte noster, per lamenta de Matheo da Becharia nostro cittadino de Pavia havemo inteso che certe zente d’arme dela magnifica madonna Luchina, lozate in le terre soe, hanno deliberato de venire ad lozare nel loco de San Gaudentio del contado nostro de Pavia a persuasione de Menapace Buctigella, quale ha una possessione a ficto nel dicto luoco; et perché non ne pare conveniente nì da tollerare che quelli sono lozati in le terre de madonna Luchina, et maxime li soi, se levine de lì et vengano in le terre nostre a suasione d’alcuna persona, volemo provedi che non se lozano nel dicto loco de San Gaudentio, immo restino in li soliti lozamenti soi, overo in le terre dela prefata madonna Luchina, et, s’el dicto Menapace gli vole dari li fructi dela posses sione sua, siamo contenti glili dia, purchè non logiano in lo dicto loco. Mediolani, die v septembris 1450. Cichus. 118 257 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE ANTONINO DA RIVA, GIÀ CASTELLANO DELLA TORRE DI OLOGNO, VENGA SODDISFATTO DEI CREDITI, SE DOVUTI, CHE PRETENDE DI AVERE 1450 settembre 5, Milano. 124v Regulatori et magistris intratarum ac collaterali generali nostris dilectis. Dilecti nostri, Antonino da Ripa, quale in la estate proxima fu castellano dela torre de Ologno, ne rechiede gli vogliamo far satisfare quello deve havere per le paghe tenute in la dicta torre, segondo la dispositione dele nostre lettere, nonobstante che non gli siano facte alcune scriptione e monstre; et perché non ne pare honesto che, havendo finito, non sia satisfacto, ve commectiamo et volimo che, constandovi che esso Antonino habia tenute le paghe dele quale fa mentione la dicta lettera, provediati che per esse li sia satisfacto in la forma et come se contene in essa, benchè mai non gli sia facta scriptione nì monstra alcuna. Data Mediolani, die v septembris 1450. Cichus. 258 FRANCESCO SFORZA COMUNICA DI AVER NOMINATO LORENZO DA CORNETO UFFICIALE E COMMISSARIO CONTRO LA PESTE PER PAVIA E CONTADO 1450 settembre 5, Milano Potestati et referendario Papie ac Gracino de Piscarolo. Dilecti nostri, nuy havemo deputato in quella nostra città et contado nostro officiale et commissario ad pestem evitandam ser Laurenzo da Corneto, loco et scontro de Nicolò da Palude, cum mensuale salario de xx fiorini el mese da essergli pagati secundo che se contene nele lettere sue del officio; per la quale cosa volimo che gli fazati respondere del suo debito salario a tempi congrui et ulterius gli date ogni favore et aiuto ad exercire dicto officio per conservatione de quella nostra città et contado. Mediolani, v septembris 1450. Cichus. 259 AFFIDAMENTO A GIOVANNI DE ROTTORIO DEL LA SOLUZIONE DELLA VERTENZA TRA BALDASSARRE DE BARZIS E SIMONE, FRATELLI E NIPOTI 1450 settembre 5, Milano Iohanni de Rottorio mercatori Mediolani. Scriptum fuit dicto Iohanni per differentias vertentes inter Baldexarrem de Barzis et Simonem ac fratres suos nepotes commissas sibi deberet iuste quam citius determinare et ipsos ad quietem et pacem deducere. Mediolani, die v septembris 1450. Cichus. 119 260 FRANCESCO SFORZA CHIEDE AL CASTELLANO E PODESTÀ DI ABBIATEGRASSO CHE SI PROVVEDA AGLI ALLOGGIAMENTI DI UOMINI E CAVALLI DEL CONDOTTIERO GIACOMO ORSINO 1450 settembre 6, Milano. Castellano et potestati Abiate Grassi Iacomo Ursino nostro conductero ne ha rechesto vogliamo provedere gli sia provisto in quella terra per lo mese presente. A nuy rencresce dare carichi a quilli nostri homini, nondimeno, astreti da necessità, perché tute le nostre terre sono gravate de simili carichi, siamo contenti et volemo che per quille boche et cavalli se retrova havere el dicto Iacomo gli faciati provedere 125r per lo presente mese al modo usato. Et perché dice havere de presente più cavalli che non soliva, siamo contenti che, se possibile è, vediati de alozarli. Data Mediolani, vi septembris 1450. Cichus. 261 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE IL MULO DEL CAVALIERE DE URSINI VENGA RILASCIATO A GIACOMO DA MULAZZANO 1450 settembre 6, Milano. Antonio Galino hospiti Capelli Mediolani. Siamo contenti et volimo ch’el mulo del cavalero de Ursini, quale è sequestrato presso de te ad instancia de Iacobino de Mulazano, relaxi al dicto Iacobino aciò se posa pagare de quello debbe havere dal dicto cavalero et esso mulo non se consumi sopra l’hostaria. Ex Mediolano in curia, die vi septembris 1450. Cichus. 262 FRANCESCO SFORZA ORDINA AD ANDREA DE CERRUTIS DI CONSEGNARE A GIACOMO DA MULAZZANO IL RONZINO SEQUESTRATO PRESSO L’OSTERIA DEL CAPPELLO 1450 settembre 6,Milano. Andree de Cerrutis. Havemo inteso che hai tolto preso de ti uno roncino del cavalero de Ursini, qual era sequestrato presso l’hostero del Capello de questa nostra cità ; et perchè havemo ordinato ch’el dicto hostero relaxi el mulo et l’altre cose sequestrate a Iacobino da Mulazano per lo credito ha cum esso cavallero, te cometiamo et volemo che etiamdio gli consigni el dicto roncino senza excepcione alcuna. Ex curia nostra Mediolani, die vi septembris 1450. Cichus. 120 263 FRANCESCO SFORZA ORDINA AD ONOFRIO ANGUISSOLA DI RESTITUIRE AL PARENTE GIOVANNI ANGUISSOLA I BUOI E IL CARRO RUBATIGLI 1450 settembre 6, Milano. Comiti Honofrio de Angusolis. Siamo avissati che hai tolto doa para de bovi et uno carro ad misser Zohanne Angosola da Vigulzono, de che se maravigliamo asay perché, essendo tuti dui parenti, deveresti defendere li beni l’uno de l’altro, non che torli como hai facto ti. Pertanto te carrichiamo et volimo che subito gli restituisi li dicti bovi e carro et da mo’ inanzi habii advertencia a non commettere simile deshonestate, facendo in modo non habiamo più lamenta di facti tuoi; e, facta la dicta restitucione, subito vogli venire da nuy. Mediolani, die vi septembris 1450. Cichus. 264 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI LASCINO CONDURRE BIADE DAL TERRITORIO DI CREMONA A ROMANENGO 1450 settembre 6, Milano. Angelo Lombardo. Dilecte noster, ce hanno rechiesti cum instantia li nostri comuni et homini de Romenengo che vogliamo provedere gli sia facta licentia de potere trahere et condure biave dal nostro territorio de Cremona ad Romenengo per seminare et etiam per loro usare del vivere suo; et parendoce la sua domanda honesta et volendoli consentire, siamo contenti et volemo che tu gli fazi licentie oportune, secondo è lor bisogno, per seminare et vivere tanto, avendo bonissima advertencia che non sine faza mercantia né vada per altre vie contra li nostri ordeni. Guarda aduncha satisfare ali loro bisogni senza preiudicio deli ordeni nostri. Mediolani, vi septembris 1450. Cichus. 265 FRANCESCO SFORZA COMUNICA ALLA COMUNITÀ DI ROMANENGO DI AVER DISPOSTO L’INVIO DELLE BIADE RICHIESTE PER LA SEMINA E PER IL VITTO E L’AMMONISCE A NON MERCANTEGGIARE LA MERCE 1450 settembre 6, Milano. 125v Consulibus et comuni et hominibus Romenenghi. Dilecti nostri, havemo inteso quanto ne scriveti dela necessità vostra de biave cossì per seminare come etiandio del vivere ; et, deliberandoce soccorere alli bisogni vostri, siamo contenti et cossì scrivemo ad Angelo Lombardo, nostro capitano del diveto, che vi conceda licentia oportuna per la necessità vostra, ma ben ve admonimo che vogliati essere contenti de havere licentia de quello tanto vi bisognarà et non farne mercantia, perchè, presentendo nuy che fidesse menato altroe contra gli ordini nostri, ve darissemo intendere cum effectu che farissevo male. Mediolani, die vi septembris 1450. Cichus. 121 266 FRANCESCO SFORZA, IN MERITO AL SUSSIDIO RICHIESTO ORDINA AL REFERENDARIO DI LODI DI MANDAR VIA BOCCALARO SE SI OSTINA NEL SUO MALO PROPOSITO; PER QUANTO RIGUARDA ANTONIO BONONO CI SI ACCONTENTA DEL TERZO RICHIESTOGLI; INFINE ANTONIO BORSINARO VENGA MANDATO A PARMA SE PERSISTE NEL RIFIUTO 1450 settembre 6, Milano Referendario Laude. Dilecte noster, havemo inteso quanto tu hai scripto del subsidio rechiesto ad Antonio Bonono, el Boccalaro et Antonio Borsinaro, nostri cittadini lodesani; et miravigliandose et anche dolendoce dela loro dureza et obstinanza, dicemo prima quanto al Buccalaro che, volendo luy perseverare nel suo mal proposito, tu lo debbi mandare via perché tale sua obstinanza ne pare procedere da perverso animo. Al facto de Antonio Bonono, dicemo che gli fazi pagare almancho el terzo dela richiesta a luy facta. Se Antonio Borsinaro non si vole redure al convenevole, volimo che tu lo mandi a Parma. Et questa è la nostra oppinione circa tucti tre. Mediolani, vi septembris 1450. Cichus. 267 GRACINO DE PISCAROLO INFORMA CICO SIMONETTA DELL’INVIO DI DIECI UOMINI CON CERBOTTANE E BALESTRE 1450 settembre 5, Pavia Magnifico Cicho. Magnifice et generosse maior onorande, mando alla magnificiencia vostra Stefanino da Mazenta, exhibitore dele presente, cum novi compagni bene in puncto cum zarabatane et balestre, apti al mistero, como vederiti; li sonno pagati per duy mesi, como se contene nelle littere del illustre nostro signore, et ve mando incluso el nome de cadauno de loro suso una lista. Papie, v septembris 1450. Gracinus de Piscarolo. Videlicet Stefanus de Mazenta, Petrus Cumpesanus, Bartolomeus de Palancia, Iacobus de Palancia, Franciscus Guerrerius, Augustinus de Garrotis, Georgius de Aliprandis, Franciscus de Grassis, Damianus de Novi, Petrinus Cagnola, omnes descripti ad officium cum nominibus geni torum et portis ac parochis eorum habitacionum. 122 268 FRANCESCO SFORZA ACCONSENTE AL REFERENDARIO DI PAVIA DI ASSENTARSI PER MOTIVI DI SALUTE 1450 settembre 7, Milano 126r Referendario Papie. Per satisfare ala rechesta tua siamo contenti che te possi absentare per meglio curare la tua infermità, de quello officio, lassando in tuo loco Gracino da Piscarolo, quale suplirà ad quanto sarà bisogno. Mediolani, die vii septembris 1450. Cichus. 269 FRANCESCO SFORZA ORDINA AI FRATELLI CORREGGIO DI NON TURBARE I POSSESSI A PASCOLO CHE DONNA LUCHINA DAL VERME HA NEL PARMENSE 1450 settembre 7, Milano. Manfredo et domino Giberto fratribus de Corigia. Magnifici dilectissimi nostri, la magnifica madona Luchina dal Verme molto se grava che da poco tempo gli haveti turbata anche usurpata la sua ragione de certi pasculi, quali già longo tempo ha goduto pacifice là in Parmesana, alegando lei per più certeza del facto suo, che, essendo altre fiate posti in diferencia dicti pasculi, ne fo dato sentencia in favore del magnifico quondam ser Aluise suo consorte; il perché da poi in qua sempre li ha golduti sine controversia. Et mo’, essendoli facto novità, se grava et pargli per la sua viduanza che gli mancano li favori o sia mal tractata; che non intendemo debia essere cusì, anci volemo gli siano conservate le sue ragione et intendemo che non gli siano turbate più, como fideva in vita del prefato conte et così la volimo conservare in possessione de quelle tute che gli spectano de ragione. Pertanto ve confortiamo et carichiamo non gli vogliati lasar far né fare vui torto né violencia et, se pur ne pretendesevo ragione alcuna in li dicti pasculi, non ve la vogliati far per vuy, anzi fatela vedere de ragione, aciò che essa madona Luchina non habia ragione de tanto gravarse cum noy, como siamo certi fareti et non vorreti se non quanto ne vole iusticia. Mediolani, vii septembris 1450. Cichus. 270 FRANCESCO SFORZA ORDINA A RABOTTO DE LAUDECH DI SODDISFARE I CREDITI CHE FILIPPINO DI ARSAGO E SUO FRATELLO HANNO CON LUI PER LE FORNITURE FATTEGLI 1450 settembre 7, Milano. 126v Rabotto de Laudech. Dilecte noster, ce significano Filippino de Arsago et suo fratello, nostri cittadini lodesani, che tu li se’ debitore de ducati 30, zoè ducati trenta et soldi 17, per casone de zornera et zopponi a te dati per la tua famiglia, et tale suo credito domandano cum instantia et anche se tornano a Baldaxare de Bazi, quale dicono fu tua sicurtà. Pertanto, così per el debito dela raxone, essendo come esso Filippino dice, così etiam per disbrigare decto Baldexare, volimo che tu debbi satisfare al decto Filippino et relevare de securtà dicto Baldexar. Et in questo non mancare, aciò che non habiamo casone de provedere per altra via de rasone. Mediolani, die 7 septembris 1450. Cichus. 123 271 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REFERENDARIO DI LODI DI TRATTENERE SULLO STIPENDIO A RABOTTO DE LAUDECH LA SOMMA DI CUI FILIPPO DI ARSAGO È CREDITORE, QUALORA LUI NON PROVVEDA DIRETTAMENTE 1450 settembre 7, Milano. Referendario Laude. Facendone fare querella Filipino de Arsago et suo fratello, nostri citadini lodesani, che debeno havere da Raboto de Laudech nostro conductero ducati trenta, cioè 30 et soldi più, et non gli poteno havere, havemo scrito a dicto Raboto che gli faza el debito et così volimo che ge lo faza. Pertanto volemo et te cometimo che, non facendo el debito dicto Raboto al prefato Filipino, tu gli lo faci fare sula asignatione a lui facta lì, fin ala summa de tal debito, per la qual retencione dicto Filipino conseguisca el dovere suo. E questo non manchi. Mediolani, vii setembris 1450. Cichus. 272 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIACOMO DE BILIS DI PORTARSI DA ZELLO A NOVARA E DI PRESENTARSI ALL’UFFICIALE DELLE BOLLETTE CHE DARÀ AL DUCA CONFERMA DELLA SUA PRESENTAZIONE 1450 settembre 8, Milano. Iacobo de Biliis. Te concedessemo ali dì passati che da Novara potessi venire al loco de Zello per tuo piacere per componere et per visitare li frati tuoi; et considerando che mo’ debbi havere dato ordine a quanto bisogna, volimo et comandiamote che tu debii partire de lì et andare a Novara et te presenti alo officiale nostro dale bolete et faci che per sue littere ne avissi dela tua presentacione. Et facendo cusì, farai bene et la voluntà nostra, altramente se renderesemo malcontenti de ti et gli provede resemo altramente. Mediolani, die viii septembris 1450. Cichus. 273 FRANCESCO SFORZA CHIEDE A GIOVANNI FERUFFINO E A SILANO DE NEGRIS INFORMAZIONI SULL’ATTIVITÀ DI LUCA DE GRASSI, CHE SI LAMENTA DELLO STIPENDIO, CHIEDE INOLTRE CHE SI FACCIANO ALTRE INDAGINI PER UN ADEGUATO GIUDIZIO SUGLI STUDI E LE FATICHE DI LUCA 1450 settembre 8, Milano. 127r Dominis Iohanni Ferufino et Silano de Nigris ducalibus consiliariis. Ve scripsemo altre fiate che recevesti et referesti a noy le informacioni ve daria misser Lucha deli Grassi, doctore, dele fatiche sue et studii, perché potessemo sapere, previa discrezione, prove dergli de premio, perché se lamentava de noy essergli proveduto de poco salario per respecto ali studii suoy et fatiche passate et presente. Adesso ne ha significato le legitime seu ragionevele occupacione et absencie vostre per le quale non ne havete potuto respondere et havine richesto che ve repplicamo per una altra nostra littera per havere le dicte informacione. Adoncha, perché la sua domanda ne pare iusta, ve scrivemo de novo per meglio intendere como se spende el nostro dinaro, reccivate le dicte informacione et quale, segondo che ve le darà, ne le significati et 124 noy farimo poy sopra quelli il iudicio et provisione ne parirà de fare, avissandove che de esse fatiche sue et studii volemo anche da altri iurisperiti havere informacione per meglio sapere provedere a chi ce serve. Mediolani, die viii septembris MCCCCL. Cichus. 274 FRANCESCO SFORZA SOLLECITA IL PODESTÀ DI PAVIA PERCHÉ INTERVENGA PRESSO I DEBITORI DI CREMONINO DA CREMONA, FORNITORE DELL’ESERCITO DUCALE, PERCHÉ VERSINO IL DOVUTO AGLI EREDI 1450 settembre 8, Milano Potestati Papie. Dilecte noster, li heredi de quondam Cremonino da Cremona, quale soleva fornire l’exercito nostro de biave et de pano, deno havere certi denari in quella cità, come da Ieronimo loro cosino sarai informato; et perché l’ è forastero et non pò el dicto Ieronimo attendere a piadezare lì, te cometiamo et volimo che gli faci rasone contra qualuncha suo debitore summaria et expedita, astrengendoli quando te consti havere in modo che non habiano iuxta ragione de lamentarsi che siano menato in longo, perché la fede et li servicii recevuti dal dicto quondam Cremonino meritano che gli figlioli siano ben tractati et che gli sia facto ogni honesto favore. Mediolani, viii setembris 1450. Cichus. 275 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIOVANNI GRANDE DI DARE GLI ALLOGGIAMENTI RICHIESTIGLI PER LETTERA 1450 settembre 8, Milano. Raphaeli Pugnello. Respondendo ale tue litere ne maravigliamo grandemente che tu non habi dato logiamento ad Iohanne Grande, segondo el tenore dele nostre litere. Volimo adoncha che subito, senza veruna excepcione, gli dia logiamento, et non essendoli altro logiamento, dagli de quelli hai reservati per te. Et non manchi, per quanto tu hay cara la gracia nostra. Mediolani, die viii septembris 1450. Cichus. 276 FRANCESCO SFORZA ORDINA AI MEMBRI DEL CONSIGLIO DI GIUSTIZIA DI COMPORRE LA VERTENZA TRA PIETRO TRIVULZIO E ANTONIO PALAFERRO, ANTONIO SQUASO E AGOSTINO CACCIA PER LA VENDITA DI BIADE VENDUTE DAL TRIVULZIO E DA COSTORO NON PAGATE 1450 settembre 8, Milano. 127v Dominis de consilio iusticie. Dilecti nostri, rechedendo altre volte Pedro da Trivulcio, nostro dilecto citadino de Milano, ad Antonio Palaferro, Antonio Squaso et Augustino Caza certi dinari per biade a loro vendute, essi forono da nuy gravandosi de questo et dicendo che le dicte biade erano consumati in nostri serv[i]cii et per questo non erano obligati al pagamento; il perché scripsemo al dicto Pedro non li 125 volese gravare d’esse. Adesso el dicto Pedro se lamenta et dole esser privato del credito suo et hanno sporto la cedula qui introclusa. Pertanto ve cometiamo et volemo che, odite le parte et intesse le rasone loro, providiati et faciati in questo facto quello vole la rasone et in modo che nì l’una parte nì l’altra habia iusta casone de lamentarse. Mediolani, viii septembris 1450. Cichus. 277 INVIO DELL’INGEGNERE DUCALE AD ALESSANDRIA PER LAVORI DI ABBELLIMENTO DELLA CITTADELLA 1450 settembre 8, Milano. Mediolani, die viii septembris 1450. Scriptum fuit potestati Salarum quod det alligatas ingeniario ibidem ducali eique mandat quod vadat Alexandriam ad exequenda sibi scripta per ducales litteras. Cichus. Scriptum fuit die suprascripta ingeniario ducali commoranti Saliarum quod vadat Alexandriam ad videndam citadellam ibidem et notet in scriptis expensam necessariam pro ipsa citadella reficien da in ea forma qua erat tempore proxime defunti ducis Mediolani, et eam depingi faciat et de depincta portat domino duci. Cichus. Scriptum fuit die suprascripta potestati Alexandrie quod solvat pitorem pro dicta citadella depin genda et suprascripto ingeniario det necessarias res pro exequendo que habet in mandatis a domino nostro duce. Cichus. 278 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL COMMISSARIO DELLA SANITÀ DI PAVIA DI APPURARE QUAL È LA SITUAZIONE IN CITTÀ PER POTER EVENTUALMENTE CONCEDERE AI FRATI DEL MONASTERO DELL’ANNUNCIATA L’APERTURA DELLA LORO CHIESA 1450 settembre 8, Milano. Commissario sanitatis Papie. Se gravano li venerabili frati del monastero dela Annunciata di quella nostra cità che, piutosto per mal dire de altrui che per suspecto de morbo, gli è facta inhibicione de apprire la loro giesia et casa, supplicandone proinde che vogliamo provedere sia revocata tale inhibicione. Volimo adoncha che dilligentemente ve informate de tal cosa et, retrovando che fose como essi frati significano, siamo contenti sia revocata la inhibicione; ma habiati bona advertencia a questo et atrovando che gli fose suspecto alcuno de peste, attendete, postpositis omnibus, alla sanitate dela cità, non guardando a cosa alcuna. Mediolani, die viii septembris 1450. Cichus. 126 279 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI PROVVEDA DEL FIENO O DELLO STRAME PER QUANTI SONO ALLOGGIATI NEL CREMONESE 1450 settembre 9, Milano. 128r Iohanni de Tolentino. Magnifico et cetera, essendo come ne significa el strenuo Antonio de Landriano che al presente non se trova più herba né stopia né strame ala campagna, volimo che a quelli del dicto Antonio logiati lì in Cremonese facciate provedere de feno o strame secundo l’usanza et ordini nostri. Mediolani, die viiii septembris 1450. Cichus. 280 FRANCESCO SFORZA CHIEDE QUANTO MATERIALE (PIETRE, MATTONI E COPPI) ALESSIO DA PUSTERLA HA RICEVUTO E QUANTO ANCORA GLIENE ABBISOGNA 1450 settembre 8, Milano.. Alexio de Pusterla et presidenti laboreriis Laude. Dilecte noster, havemo sentito per lo strenuo Antonio de Landriano che per quelli nostri lavorerii tu hay havute alcune quantità de prete mathoni et coppi dali soi; et perché vorrissemo sapere come et quante ne hay havute, volimo che subito tu ce ne avisi quanti ne hay havuti fine in questa hora, et quanto montano, et similiter se più ti ne bisogna per lo avenire e quante. Mandace aduncha tucto in scripto destinctamente. Mediolani, viii septembris 1450. Cichus. 281 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL TESORIERE DI ALESSANDRIA DI PAGARE AL CASTELLANO DELLA ROCCA DI ANNONE LE PAGHE DOVUTEGLI 1450 settembre 8, Milano. Gaspari Tachono thesaurario Alexandrie. Dilecte noster, se grava el nostro castellano dela rocha de Annone che già tre mesi e mezo non ha havuto altro che una paga et uno quarto d’un’altra, et rechiede che gli fazamo fare provisione aciò che si possa fare provisione alle munitione per bona guardia de quella nostra forteza, instando el tempo de fornirse de victualie. Volimo adonche che omnino tu gli fazi dare una paga integra et tri quarti de l’altra che gli restano, et questo sia de presente. Mediolani, die viii septembris 1450. Cichus. 127 282 FRANCESCO SFORZA ORDINA A SACRAMORO VISCONTE DI IMPEDIRE AI SUOI UOMINI DI RECAR DANNO ALLA CORTE DEI CAVALCABOVI IN POSSESSO DEL CONTE ANTONIO CRIVELLI 1450 settembre 9, Milano. Domino Sacramoro Vicecomiti et ceteris armigeris alogiatis in Castroleone. Dilecti nostri, se miravigliamo grandemente che, nonobstante le nostre littere, quale altra volta ve scripsemo, de novo incontento nostro sentiamo damnificati la possessione dela corte dicta de Cavalcabovi, quale havemo concessa al spectabile conte Antonio de Crivelli, in tagliarli l’erbe li megli e cogliere le ughe. Pertanto, havendo noi de questo summa displicentia, iterum vi dicemo et commandiamo che per l’avenire non presumate inferire più alcuno damno né novitate alli fructi d’essa possessione, altramente, si ne haviremo più lamenta, li faremo tale provisione che restarite malcontenti havere spregiate nostre lettere. Mediolani, die viiii septembris 1450. Cichus. 283 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REFERENDARIO DI CREMONA DI METTERE ALL’INCANTO, COME VUOLE IL CONTE ANTONIO CRIVELLI, LA CORTE DI MONTOLLARO, DETTA DEI CAVALCABOVI NELLE FORME E ALLE CONDIZIONI CON CUI IL DUCA L’AVEVA INCANTATA NEL PASSATO 1450 settembre 9, Milano. 128v Referendario Cremone. Dilecte noster, vogliando el spectabile conte Antonio Crivello, potestà dela città nostra de Pavia, far mectere a l’incanto la possessione dela corte de Montollaro, dicta de Cavalcabovi, per affictarla cum maiore commodità lì in Cremona, vogliamo et siamo contenti che ad ogni requisitione sua o de cadun suo messo la debbi incantare cum quelli modi, pacti, conventione et forma et cum quelle exemptione, comoditate, honorantie et prerogative solite, secondo la forma del incanto, quale era solito quando noi la tenevamo; et questo farai cum summa diligentia perché liberalissimamente havimo concessa essa possessione al prefato conte Antonio. Mediolani, viiii septembris 1450. Cichus. 284 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE VENGANO SEQUESTRATI I BENI DELL’URSINO FINO ALLA COMPLETA SODDISFAZIONE DI GIACOMINO DA MULAZZANO 1450 settembre 9, Milano. Collaterali generali. Perché Iacomino da Mulazano dice ch’el sa dove sonno alcuni beni del cavalero di Ursini, siamo contenti et volimo che, retrovando ove sia di la dicta roba, la faci sequestrare fin a integra satisfactione del dicto Iacomino. Ex curia nostra Mediolani, viiii setembris 1450. Cichus. 128 285 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI SANNAZZARO CHE CONSEGNI AL PODESTÀ DI PAVIA I DUE LADRI DI SCALDASOLE 1450 settembre 9, Milano. Presidentibus negociis comunitatis Papie. Se maravigliamo, respondendo ale vostre littere ch’el podestà de San Nazaro non habia vogliuto consignare ala fameglia de quello nostro podestà quelli duy da Scaldasole, che hanno furato el grano; né è puncto nostra intencione che quella iurisdicione sia usurpata per alcuna persona. Et però scrivemo al dicto podestà de San Nazaro che facia in tuto deli dicti duy ladri como ordinarà el vostro podestà. Data Mediolani, viiii septembris 1450. Ala parte de quelli lochi, quali vorresti contribuiseno ala spesa dele carre, havemo scripto circa de ciò al referendario lì et a Gracino quanto bisogna. Data ut supra. 286 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI MANTENGANO E SI OSSERVINO GLI ORDINI PER IL PASSAGGIO DEI PORTI FINO ALLA CESSAZIONE DELLA PESTE 1450 settembre 9, Milano. Potestati comuni et hominibus Salarum. Compiaceresemo, volentera ala richesta vostra in dare licencia al vostro portenaro de passare le persone inanze et indreto, quando se potese fare senza periculo, et l’havesemo data ali altri; ma ve avissamo che noy non havemo fin a qui revocata alcuna inhibicione facta ali dicti portenari, immo intendiamo che li ordini nostri se observano per salute di nostri subditi, dala quale procede, immo depende el bene 129r del stato nostro. E’ ben vero che havemo facto metre uno porto de sopra da Pavia, per lo passare dele mercancie, et in loco d’esso n’è remosto un altro; si ch’el ne pare habiati un poco de paciencia, perché speriamo purchè in breve debia cessare la contagione de peste et alhora ve compiaceremo de bona voglia. Mediolani, die viiii septembris 1450. Cichus. 287 FRANCESCO SFORZA ORDINA A FRANCESCO DE GIORGIS DI SISTEMARE I CAVALLI DI COLELLA DA NAPOLI, DOVE GLI PARERÀ MEGLIO 1450 settembre 9, Milano. Familiari dilecto Francisco de Georgiis. Nonobstante quello te scripsemo in questi dì de lozare in Sichomario certi cavalli de Colella da Napoli nostro squatrero, adesso deliberamo per certi respecti et volimo che non gline allozi alcuno, ma li allozi altroe, come te parirà meglio. Mediolani, viiii septembris 1450. Cichus. 129 288 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIACOMO DE ALFERIIS DI AIUTARE IL PODESTÀ DI VILLANTEA A CONSEGUIRE IL SUO STIPENDIO 1450 settembre 9, Milano Iacobo de Alferiis de Crema. Sonno pur difficili renitenti li homeni de Villantrà ad satisfare a Guglielmo Marinono, suo pote state, del suo salario, secondo intendiamo per la mente d’esso. Pertanto, replicandoti quello che altre volte te havemo scripto, te commectiamo et volimo che circa la consecutione del credito suo gli daghi ogni brazo et favore possibile. Mediolani, viiii septembris 1450. Cichus. 289 FRANCESCO SFORZA ORDINA A DONATO DA MILANO DI INDURRE FOTINO A SALDARE IL DEBITO DI 14 MILA DUCATI D’ORO CHE HA CON GIACOMO DA CAVALERA 1450 settembre 10, Milano. Donato de Mediolano. Dilecte noster, Iacomo da Cavalera, compagno de misser Thiberto, è stato da nuy e dictone debbe havere da Fontino ducati xiiii milia d’oro, li quali tu prometesti ad ogni modo de fargli restituire, e pur fin a qui non gli ha havuto Pertanto volemo et scrivemo sii con dicto Fotino et teni modo che gli habia et presto, avissandoti, se più retornarà da nuy che non gli habia havuti, faremo tore tanti deli beni d’esso Fotino ch’el dicto Iacomo venirà havere suo debito, perché ad omni modo volimo sia pagato. Mediolani, die x septembris 1450. Cichus. 290 FRANCESCO SFORZA ORDINA A FOTINO DI PAGARE I 14000 DUCATI D’ORO A GIACOMO DA CAVALERA ALTRIMENTI IL DUCA SI AVVARRÀ SULLA ROBA SUA 1450 settembre 10, Milano 129v Fotino armigero nostro. Iacomo da Cavalera compagno de miser Ziberto ne ha decto ch’el deve havere da ti ducati xiiii milia d’oro; li quali, quamvis più fiate te li habbia requesti et rechieda ogni dì, non li po’ havere. Pertanto te scrivemo et volimo che per ogni modo lo paghi et habia il debito suo et presto, advisandoti che, se da noi più venirà che non l’habi satisfacto, farimo torre tanto dela robba tua ch’el venirà ad essere satisfacto, perché cossì volimo al postucto. Mediolani, x septembris 1450. Cichus. 130 291 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CAPITANO DEL LAGO DI COMO DI CONVOCARE GLI UOMINI DI PIANELLO E DI CUGNOLO PER IMPORRE LORO DI OBBEDIRE AD EMANUELE MALACRIDA E AL NIPOTE RAFFAELE CHE VANTANO PRIVILEGI FEUDALI SU DI LORO 1450 settembre 8, Milano Capitaneo lacus Cumarum. Dalo egregio cavalero miser Emanuello Malacrida et Raffael suo nevote, nostri dilecti, siamo advisati che li homeni de Pianello et de Cugnolo de mezo del comune de Mussio non gli vogliono prestare quella debita obedientia che meritamente debiono et sonno atenuti per vigore deli soi privilegii feudali; la qual cosa non è de nostra intentione né poteria questa loro renitentia et inobedientia passare senza nostro incarco. Il perché volemo et ti commectiamo che habi li decti homeni denanzi da ti et intendi da loro la casone perché non vogliono obedire; deinde la chiarirai et provederai che debiano obedire alli dicti miser Emanuel et Raffael suo nevote, come sonno tenuti per li dicti soi privilegii, perché cossì è nostra intentione et volemo si observi per honore nostro, nonobstante alcune nostre littere che fusseno emanate non facendo mentione dele obligatione feudali deli dicti comuni et homeni. Data Mediolani, die viii septembris 1450. Cichus. 292 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIACOMO DE ALFERIIS DI METTERE IN LIBERTÀ CATTANEO DA VALERA SE ANCHE A LUI CONSTA CHE NON ABBIA PRESO PARTE AD UN OMICIDIO 1450 settembre 10, Milano. Iacobo de Alferiis de Crema. Havemo recevuta la toa littera et inteso quanto ne scrivi del facto de Cataneo da Valera, qual hay in presone per la informacione quale n’era stata data che lui s’era trovato in quello homicidio, et cetera, che luy è senza difecto; dicimo che, constando ad te essere così il vero, volimo, rece vuta questa, il debie liberare et relaxare fora de presone et meterlo in sua libertate. Mediolani, x septembris 1450. Cichus. 293 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CONTE FRANCHINO RUSCA DI ATTENERSI AL PASSATO NEL PAGAMENTO DEL DAZIO PER LE VETTOVAGLIE DIRETTE AL CASTELLO DI BELLINZONA 1450 settembre 10, Milano 130r Comiti Franchino Rusche. Ne ha facto lamenta el figliolo de Zohanne de Landriano, castellano nostro de Berinzona, che per le victualie, quale fa conduere de Arona alla dicta forteza per quilli da Locarno, gli vole esse re tolto l’integro pagamento del dacio, ove per lo passato non soliva pagare se non per lo terzo. Essendo adoncha così, te confortiamo et carichiamo non gli lassi innovare alcuna cosa contra l’u sato et se per lo passato non pagavano se non el terzo del dacio provedi non gline sia tolto più. Mediolani, die x setembris 1450. Cichus. 131 294 FRANCESCO SFORZA COMUNICA A GIACOMAZZO DA SALERNO IL SUO BENEPLACITO AL MATRIMONIO CON LA NIPOTE DI ROLANDO PALLAVICINO 1450 settembre 10, Milano Domino Iacomacio de Salerno. Havemo presentito che li magnifici Rolando Palavicino et madonna Caterina sua consorte, per rispecto dele virtute et conditione vostre, haveriano piacere et contentariase fare amicitia et con trahere parenteza cum voy per lo mezo d’una sua nevote ve vorriano dar per moglie; la qual co sa non saparessemo se non laudare et confortarvene quando a voi piacesse de cusì fare. Et havendo voi oppinione de maritarve, se aduncha cossì pare a voi. Similiter a noi pare et siamone contenti. Mediolani, x septembris 1450. Cichus. 295 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL LUOGOTENENTE DI PIACENZA E AL LOCALE VICARIO EPISCOPALE DI FARE L’INVENTARIO DEL BENEFICIO DELLA CHIESA PIACENTINA DI SAN MICHELE E DI CONSEGNARE OGNI COSA ALL’AGOSTINIANO FRA GIOVANNI 1450 settembre 9, Milano. Locuntenenti Placentie et vicario episcopi Placentie. Perché li fructi et le altre cose del beneficio della ecclesia de san Michele de dentro de quella nostra città, per la morte de prete Matheo Chrocho non vadano in sinistro alcuno, per fin che verrà la dispensatione dela Santità de nostro Papa, volimo per bello inventario facciati consignare ogni cosa del dicto beneficio a fra Zohanne del ordine de Sancto Augustino, presente portatore, quale mandiamo lì ad posta facta per questa casone; et fate per tale modo che né fructi né altra cosa non vada in sinestro. Mediolani, viiii septembris 1450. Cichus. 296 FRANCESCO SFORZA COMUNICA DI AVER ASSUNTO COME USCIERE DELLA CAMERA DUCALE AMBROGIO PELLARATO 1450 settembre 10, Milano. Regulatori et magistris intratarum. Dilecti nostri, havemo tolto a nostri servicii et per hoschiero dela camera nostra Ambroso Pellara to con mensuale provisione de sey fiorini a rason de solde xxxii per fiorino. Pertanto vi cometia mo et volimo che da mo’ inanzi incommenzando in calende de agosto proxime passato gli faciate respondere dela dicta provisione a tempi debiti et fare le scripture expedienti. Data Mediolani, x setembris 1450. Iohannes. 132 297 FRANCESCO SFORZA CHIEDE CHE VENGA AFFIDATO A VALENTI UOMINI IL GIUDIZIO SUL RISARCIMENTO DEL FURTO SUBITO DA DUE MILANESI IN TERITORIO MONFERRINO 1450 settembre 10, Milano. 130v Melchioni de Monteferato et domino Gulielmo. Illustres domini tamquam fratres carissimi, havimo per altre nostre littere scripto et anche manda to nostro trombeta ale vostre signorie per la robaria facta sul vostro terreno ad Antonio da Ligna no et compagno, nostri cittadini; et perché retornato il nostro trombeta et ancho il vostro cancel lero, dicono che le vostre signorie alegano non essere obligate ala menda et restauro deli dicti nostri citadini robbati perché se la robbaria è facta non è facta per quelli de vostre signorie, anci per forasteri, dicimo noy havere informacione che sonno stati li vostri et a nuy pare poco verissi mile che tal robaria possa essere facta senza saputa de alcuni di vostri et anche consenti mento et colpa. Nondimeno nonobstante le informacione havemo, siamo contenti et così pregamo et confortamo le vostre signorie che vogliano essere contente che se veda de iure, per iudicio de valenti homini se le vostre signorie sonno obligate ala menda de dicta robaria como havimo etiandio dicto a boca al cancellero dele signorie vostre, che de ciò ve ne habia ad fare noticia. Mediolani, die x septembris 1450. Cichus. 298 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL LUOGOTENENTE DI PIACENZA E AL LOCALE VICARIO EPISCOPALE DI CONSEGNARE, INVENTARIATI, I BENI DELLA CHIESA PIACENTINA DI SAN MICHELE ALL’AGOSTINIANO FRATE GIOVANNI 1450 settembre 10, Milano. Nostro locumtenenti et vicario episcopi Placencie. Perché fructi et altre cose del beneficio dela giesa de san Michele de dentro de quella nostra cità, per la morte de pre’ Matheo Chiocho, non vadano in sinistro alcuno per fin che verrà la dispensacione dela Santità de nostro signore Papa, volimo per bello inventario faci consignare omni cosa del dicto beneficio a fra Zohanne de l’ordine de Sancto Augustino, presente portatore, qual mandiamo lì ad posta facta per questa cagione. Et facti per tal modo che nì fructi né veruna altra cosa possa andare in sinistro. Mediolani, die x septembris 1450. Cichus. 299 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL LUOGOTENENTE E ALL’UFFICIALE CONRO LA PESTE DI ALESSANDRIA DI PRENDERE OGNI PROVVEDIMENTO PER EVITARE CHE ENTRI IN CITTÀ GENTE INFETTA DA PESTE 1450 settembre 10, Milano. Locumtenenti et officiali contra pestem nostris Alexandrie. Perché nostra intencione è modo provedere che quella nostra cità se perservi sana dala peste, pertanto volimo et così pur ve comandiamo che debiati usargli ogni diligencia et bona adverten cia ve sia posibile, sichè quella nostra cità se perservi sana, et volimo debiati bandegiare tute quelle terre et lochi che fossero infecti de peste, che persona alcuna non gli possa venire, et pigliatigli quili megliori ordini et vie ve pareranno, sichè quella nostra cità se mantenghi sana. Et 133 perché de’ venire lì miser Iacomo dal Pozo per alcune cose gli havimo commesso, volimo lo lasiati intrare per stare ad suo bon piacere in quella cità. Mediolani, x septembris 1450. Cichus. 300 FRANCESCO SFORZA RIMPROVERA PIETRO GIOVANNI DA CAMERINO PER I SUOI SCORRETTI COMPORTAMENTI 1450 settembre 10, Milano. 131r Petro Iohanni de Camerino squatrerio. Se miravigliamo et siamo troppo malcontenti dele lamente, quale havemo continuamente de facti toi, per li mali deportamenti fai in quella terra, perché non te basta havere logiamenti et feni, che ancora fai pascere li prati deli frati dela Certosa; et certo ne pare essere stata grande prosump tione la toa, che, essendo venuto da ti el potestà de quella terra per questa casone, gli habi menazato. Pertanto te commectiamo et volemo che da mo’ inanzi te deporti più honestamente et, essendote provisto de quello è conveniente et debito, non gravi più oltra quelli nostri homeni, facendo in modo che non habiamo più querela de facti toi, perché, havendone, ne darai materia de fare altra provisione, quale forse non te sarà grata. Et circa de ciò havemo commesso alcune cose ad Zohanne da Besozo, nostro trombetta, quale te debia referire per nostra parte, ala cui relatione credarai et darai piena fede come a noy stessi. Mediolani, x septembris 1450. Cichus. 301 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL CASTELLANO DI SAN COLOMBANO DI AVER FATTO RICHIAMARE A BUONI COMPORTAMENTI PIERO GIOVANNI DA CAMERINO TRAMITE UN TROMBETTIERE CHE, DA PARTE SUA, RIVENDICA ALCUNI CREDITI CHE, SE REALI, IL CASTELLANO PROVVEDERÀ SIANO SODDISFATTI 1450 settembre 10, Milano. Castellano Sancti Columbani. Veduto quanto ne hai scripto deli captivi deportamenti de Pietro Zohanne da Camerino nostro squatrero, li quali certamente ne recresceno quanto dire se possa, gli havemo scripto quello n’è parso, et ulterius gli mandiamo uno nostro trombecta a dirgli in modo ch’el intenderà, et speramo che da mo’ inanzi serà più continente; sichè in questo non accade dire altro. Et perché esso trombecta dice devere havere lì certi denari, te commectiamo et volimo che, mediante la rasone, provedi ch’el sia satisfacto con ogni possibile celerità de tucto quello realmente deve havere, et in modo non habia casone restare sopra l’hostaria a spendere, perché, essendo occupato in li servitii nostri, non è honesto ch’el sia menato in longo. Mediolani, x septembris 1450. Cichus. 134 302 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL COMMISSARIO DI OLEGGIO CHE INTERVENGA PERCHÉ I FRATELLI NICOLINO ED ANTONIO DA PALTRONI, NOVARESI, NON VENGANO, ARBITRARIAMENTE, OBBLIGATI A CONCORRERE CON GLI UOMINI DI CALPIGNANO AL CARICO DELLA GENTE D’ARME 1450 settembre 10, Milano. Domino Baptiste de Burgo commissario Olegii. Ce hanno significato cum grave querella Nicolino et Antonio, fratelli da Paltroni, nostri citadini novaresi, che nonobstante pagano, et iamdiu, la loro rata de grance occurrenti cum l’altri nostri citadini novaresi, cusì per li loro beni hano in la cità como nel districto, como etiandio ne hanno significato per loro littere li nostri potestate et presidente de Novara. Atamen fino molestati per quelli da Calpignano et astrecti ad contribuire cum essi per lo carico dele gente d’arme; et per questo gli hanno facto novitate ne loro beni, che non pare ragionevele che duplici onere gravari debeant. Per la qual cosa volimo et vi cometimo che de ciò ve debiati diligenter informare et, vocatis vocandis, intendere la ragione dele parte 131v et ministrare iusticia, ita che neutra partium possit iuste querellam facere; et, se iniusta novitate fose facta alli dicti fratelli per quelli da Calpignano, volimo la debiati revocare si et in quantum de iure veniat revocanda. Mediolani, die x septembris 1450. Cichus. 303 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE DI AVERE ASSUNTO COME PORTINAIO DELLA CAMERA DUCALE AMBROGIO PELLARATO CON IL MENSILE DI 6 FIORINI 1450 settembre 10, Milano. Regulatori et magistris intratarum. Havemo tolto a nostri servitii et per hostrero dela camera nostra Ambrosio Pellarato cum mensua le provisione de sei fiorini ad rasone de soldi xxxii per fiorino; pertanto vi commectiamo et volimo che da mo’ inanze, incomenzando in calende de augusto proximo passato, gli fazati respondere dela dicta provisione a tempi debiti et fare le scripture expedienti. Mediolani, x septembris 1450. Iohannes. 304 FRANCESCO SFORZA CHIEDE AL CARDINALE DI BOLOGNA DI VOLER RILASCIARE UNA CONFESSIONE LIBERATORIA A FAVORE DEI FRATELLI LANDRIANO, RELATIVA AL BENEFICIO DI CAMPOMORTO 1450 settembre 9, Milano. Reverendissimo domino cardinali Bononie. La signoria vostra debbe havere inteso, per quello ha mandato in questa parte per toglere la possessione de Campomorto, como Antonio de Landriano nostro conductero ha et consignato al predicto messo la possessione del dicto beneficio et cetera, el qual meso ha facto al predicto Antonio et fratelli confesione et liberacione de omni cosa pervenuta ale mane loro. Pregamo la signoria vostra li piaza, sì per respecto de havere boni vicini li dicti fratelli, sì anche per compiacere a quelli, far de novo un’altra concfesione et liberacione de tuto quanto fose pervenuto ale mane deli predicti fratelli, cioè misser Francesco, Antonio, Andrea, Giorgio et 135 quondam Galeoto da Landriano, così in vita del priore suo fratello, como doppo la morte sua, di beni mobili, fructi, ficti o altro che fose del predicto priore et del predicto beneficio. Data Mediolani, viiii septembris 1450. Cichus. 305 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REFERENDARIO DI LODI DI ACCORDARSI CON GIOVANNI DA MILANO PER LE FINESTRE DELLA CASA DEL DUCA A LODI 1450 settembre 11, Milano. 132r Referendario Laude. Perché sonno da fare certe fenestre impannate in la casa nostra de Lode, volemo te debbi trovare cum Zohanne da Mediolano et vedere inseme con luy quante fenestre gli serano da fare, et fa che siano facte prestissimo, pagando tu ogni spesa li andasse. Mediolani, xi septembris 1450. Cichus. 306 FRANCESCO SFORZA SCRIVE A GIOVANNI DA MILANO CHE FARÀ CONTROLLARE QUANTO DA LUI FATTO NELLA CASA LODIGIANA DEL DUCA. LO RIMPROVERA PER I BURCHIELLI “DE CALZINE” CHE HA TRATTENUTI . SI STUPISCE, ANCORA, CHE MENTRE PER LA COSTRUZIONE DEL CASTELLO DI PORTA GIOVIA CI SI SERVA DI 10 CARRI EGLI NE VOGLIA TANTI QUANTI NE SONO IN LODI 1450 settembre 11, Milano. Iohanni da Mediolano. Havemo recevuto la toa lettera et inteso quanto ne scrivi che per tucto lo dì de sabbato havirai facto conzare tucte le camere et la sala de sopra, secondo te ordinassemo; dicemo che ne pia ce, advisandote che mandiremo là uno nostro ad vedere se tu n’havirai scripto la veritate. Al fac to de quelli burchielli de calzine, che hay retenute, dicemo che ne dispiace grandemente et per tanto vogli subito, recevuta questa, farle liberare et licentiare che vadano dove deviano andare. Alla parte dele carre et cetera, dicemo che ne miravigliamo del tuo scrivere, considerato che si fa lo castello de porta Zobbia con x carre et tu hai da fare una piccola cosa et voli quanti carre sonno in Lode: che quanto te parà honesto vogliamo lo debbi considerare. Pure te advi samo che le carre, che se adoperano de presenti per portare ligname, volimo portino legne per uno de casa nostra; provedi come te pare che facci per ogni modo portare lo ligname da conzare lo ponte, et quello che hai da fare, fa che sia facto presto. Mediolani, xi septembris 1450. Cichus. 136 307 FRANCESCO SFORZA SI COMPIACE CON IL LUOGOTENENTE DI LODI PER QUANTO HA DETTO E FATTO, MA VORREBBE SAPERE QUANDO ALCUNI CITTADINI SI SONO IMPOSSESSATI DI CASE SENZA L’AUTORIZZAZIONE NÉ DUCALE NÉ DI UFFICIALI 1450 settembre 11, Milano. Domino Folchino locuntenenti Laude. Havemo recevuto tue littere et inteso quanto ne scrivi deli denari, che tu hai domandati al factore de Iacomino da Villanova et dela resposta che lui t’ha facta et cetera, et quanto tu hai dicto a quelli cittadini, che hanno tolto quelle case et del commandamento gli hai facto; del tucto resta mo advisati et piacene quanto hai dicto et facto. Et perché tu non ne advisi di che tempo costoro intrarono et pigliarono la possessione dele dicte cose, non sapemo chiaramente in che forma debiamo respondere, ma ben te advisamo che nostra intentione è che li decti cittadini non debia no fare così de facto, senza haverne dicto una minima parola a noi né a nostri officiali; et però volimo gli commandi che dele dicte possessione non ne possano far niente senza nostra licentia. Et se miser Bartholomeo dicesse cosa veruna, respondigli humanamente et piacevol mente, concludendoli questa nostra voluntà essere così. Et fa che ne advisi subito quanto tempo è che li dicti pigliarono le dicte case et possessione. Data Mediolani, die xi septembris 1450. Cichus. 308 FRANCESCO SFORZA ORDINA A CORRADO DA FOLIANO DI VALUTARE SE VERAMENTE IL CONTE STEFANO DA SANVITALE SIA GRAVATO DI ALLOGGIAMENTI DI UOMINI E DI CAVALLI AL DI LÀ DI QUANTO GLI TOCCHI 1450 settembre 11, Milano. 132v Domino Conrado de Foliano armorum ductori. Ne ha facto dire, lamentandose, el spectabile conte Stefano da Sanvitale ch’è molto gravato de logiamento de zente d’arme et che ha logiati sul suo terreno molto più cavalli che non gli toca per la sua debita rata parte. Pertanto volimo che, veduta la presente, essendo così como ne dice el predicto conte Stefano, lo aleviisci tanto de cavalli che non sia gravato ultra el debito dela sua rata parte et non habia iusta casone de lamentarse per questo, gravando quelli a chi tocase el gravamento sopra più havese et se retrovase havere el dicto conte Stefano. Mediolani, xi septembris 1450. Iohannes. 137 309 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE CRISTOFORO TORELLO RISOLVA INSIEME CON PIETRO DA SCIPIONE LA VERTENZA TRA PIERMARIA ROSSI E STEFANO SANVITALE, VERTENZA CHE IL DUCA VUOLE SIA RISOLTA ENTRO 15 GIORNI 1450 settembre 11, Milano. Christoforo Torello. Havemo inteso che la diferencia, quale vertise fra li magnifici Pedromaria Rosso et conte Stefano da Sanvitale, è commessa a vui, la quale habiate a vedere et terminare insieme cum lo spectabile Petro da Scipione; dela qual cosa restamo molto contenti. Et perché intendimo pur la deferite, ve dicimo et carichiamo che, postposta omni altra cosa, infra termino de xv dì vogliati diffinire dicta differencia et pacificare le parte in modo non habiano più querella. Data Mediolani, xi septembris 1450. Iohannes. 310 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE A FRA POLO DA LAMPUGNANO VENGANO PAGATE LE SPESE DA LUI SOSTENUTE PER L’OSPEDALE DI SAN LAZZARO DI COMO 1450 settembre 11, Milano. Commissario et potestati Cumarum. Fra Polo da Lampugnano ne ha rechiesto che, poi nuy restassemo contenti ch’el non havesse l’hospitale de San Lazaro de quella nostra città, quale haveamo dato, almancho vogliamo prove dere che gli siano pagate le spese facte per luy circa el facto del dicto hospitale; è vero, como sapete, che noi concessemo el dicto hospitale ad esso fra Polo, perché la fede et devotione sua verso de noi lo meritava, ma, vedendo che quelli nostri cittadini non si ne contentavano, la revo cassemo. Pertanto dicemo cossì che, parendone honesto ch’el dicto fra Polo habbia le dicte spese facte per luy, providati che le habbia, ad ciò ch’el si ne possa adiutare in la liberatione dela infermità sua, et l’haviremo gratissimo. Mediolani, xi septembris 1450. Cichus. 311 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE, SE RESTITUISCONO LA ROBA RUBATA, VENGANO LIBERATI I TRE SACCOMANNI PRESI [1450] settembre 11, Milano. Capitaneo descrictus Novarie Siamo advisati che hai nele mane tri sachomani de quelli del magnifico Almerico da Sancto Severino per casone de certe robarie facte per loro. Pertanto siamo contenti et volimo per usare liberalità et clementia secho, che, restituendo loro la robba tolta, li fazi relassare senza exceptione alcuna. Mediolani, die xi. Cichus. 138 312 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL LUOGOTENENTE DI LUCHINA DAL VERME DI PROVVEDERE CARRI O CAVALLI PER IL TRASPORTO DELLE BIADE ACQUISTATE DAL CASTELLANO DELLA TORRE ROTONDA DI COMO NELLA PIEVE DI INCINO 1450 settembre 11, Milano. 133r Locuntenenti magnifice domine Luchine de Verme in plebe Incini. Michele de Petraccini da Cotignola, nostro castellano dela Torre Rotonda de Como, ha comparate certe biave, videlicet moze xxv, nela pieve de Incino, per uso et munitione d’esso castello, la quale non po’ far condure; pertanto siamo contenti et caricamoti che recaptati tante carre o cavalli in quelle parte che conducano le dicte biave ad essa forteza. Mediolani, die xi septembris 1450. Cichus. In simili forma scriptum fuit infrascriptis pro eorum territoriis: spectabili capitaneo Marthesane de modiis xxv bladorum; Egano de Bononia de modiis xxv bladorum. Cichus. 313 FRANCESCO SFORZA RIMPROVERA GASPARE DA VIMERCATE E BOSCHINO DI ANGERA PER NON AVER ANCORA RISOLTO LA VERTENZA TRA CRISTOFORO E ANTONINO PANIGAROLA E TOMMASO GRASSO 1450 settembre 11, Milano. Comiti Gasparri de Vicomerchato et Boschino de Angleria. Dilecti nostri, altre volte come sapeti, ve commissemo la deferencia quale vertise tra Christorofo et Antonino Panigaroli per una parte, et Thomasyo Grasso per l’altra; et ancora non l’haveti terminata et dicisa, immo la menati in longo et pare non ve ne curati. Del che maravigliandose et essendono malcontenti, perché el desiderio nostro seria che subito gli metiati fine secondo la forma dela ragione et in modo non habiamo più caxone de scrivere circha de ciò. Data Mediolani, die xi septembris 1450. Iohannes. 314 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI PROVVEDA A SCARAMUZA QUANTO È NECESSARIO PER LUI E PER I SUOI UOMINI 1450 settembre 11, Milano. Francisco Georgio. Li dì passati scripssemo al podestà nostro dala costa che facese provedere a Scaramuza da Trivisio, nostro homo d’arme, per li homini de San Zenone ove è allozato de quello sonno obligati per li ordini nostri, et niente, ha possuto havere como lui dice; de che gravandose lui, te commetiamo et volemo provede che ad esso Scaramuza per lui et per li suoy sia provisto per li dicti homini, secondo è la disposicione de l’ ordini nostri e como è dicto de sopra. Data Mediolani, xi setembris 1450. Cichus. 139 315 FRANCESCO SFORZA AUTORIZZA L’ASSENZA DEL CONNESTABILE PER UN MESE,PURCHÈ LASCI UN SUO SOSTITUTO 1450 settembre 11, Milano. 133v Conestabili porte Turris Cumarum. Per satisfare alla richesta tua siamo contenti et te concediamo piena licencia per vigore dele presente che te possi partire dala guardia de quella porta per spacio d’uno meso, computato l’andare, stare et retornare, lassando in tuo loco persona fidata qual suplisca dilligentemente alla guarda d’essa porta. Mediolani, xi setembris 1450. Cichus. 316 FRANCESCO SFORZA CHIEDE A GIACOMO ANTONIO MARCELLO CHE FACCIA RESTITUIRE IL CAVALLO RUBATO A UN UOMO D’ ARME DUCALE 1450 settembre 11, Milano. Domino Iacobo Antonio Marcello provissori Creme. Da Bertola da Nava, nostro homo d’arme, è fugito uno fameglio suo, qual gli ha conducto via uno suo ronzino et menatello a Lodovico Spagnolo, soldato dela illustre signoria, como da suo messo, exhibitore dela presente la magnificiencia vostra sarà pienamente informata. Pertanto confortiamo et pregamo la magnificiencia vostra che, intesa la cosa, ve piaza operare et scrivere al dicto Ludovico in forma ch’el dicto cavallo sia restituito al dicto nostro homo d’arme, come è debito et rechede el modo de ben vivere insieme. Mediolani, die xi septembris 1450. Cichus. 317 FRANCESCO SFORZA ORDINA AD ANTONIO DA CASTANO DI CONSEGNARE QUELLO CHE LUI HA A FALAMESCHIA PER IL FRATELLO GALASSO 1450 settembre 11, Milano. Antonio de Casteno sutori Mediolani. Siamo contenti et volimo che tu debbi consignare ogni et tucta robba reposta appresso te per Galasso da Bagno ad Falameschia suo fratello, presente exhibitore; et questo facendote el devere esso Falameschia de quanto te fosse obligato el prenominato Galasso suo fratello, intendendo sempre che tu habi el tuo devere. Mediolani, xi septembris 1450. Cichus. 140 318 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL CASTELLANO PUNISCA I SUOI UOMINI CHE DI NOTTE ESCONO PER VENDEMMIARE UVA E FRUTTA DEI CITTADINI 1450 settembre 11, Milano. Castellano castri Cremone. Havimo giara informacione che gli tuoi famigli a tempo de nocte calono la piancheta dal secorso de quello nostro castello et iscono de fori ad vendimiare le uve et fructi deli nostri citadini et poveri homini; la qual cosa quanto sia scandalosa et vergognosa, pensalo tu. Et benchè ce rendiamo certi et non dubitamo niente che sia senza tua saputa et consentimento, nondimeno non è senza tuo grande caricho et imputacione et grande rigiamo a noy; et pertanto volimo che cum omni dilligencia intervenghi qualli sono quilli deli tuoi che hanno comeso questo errore, et li punisi del passato, admonendoli et facendo tal provissione che per la venire non intervenga simile cose, dele quale se domandarimo ultromodo mal contenti. Et attende ben a questo, che non extimemo poco. Mediolani, xi septembris 1450. Cichus. 319 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI CREMONA DI CONVOCARE I DEBITORI DI GABRIELE VISCONTI PERCHÉ POSSA RECUPERARE I SUOI CREDITI 1450 settembre 11, Milano. 134r Alberto de Marliano potestati Cremone. Ce ha significato Gabriel Vesconte che ha de multi debitori cossì in quella nostra città come nel distrecto, da quale non po’ havere el debito in suo grande preiudicio et damno; et proinde rechiede gli sia proveduto de oportuno remedio de ragione. Volimo adunca et te commectimo che, vocatis vocandis, fazi rasone al dicto Gabriel contra qualinca suo vero debitore, summarie et de plano sine strepitu et figura iudicii, cavillationibus et frivolis exceptionibus quibuscumque reiectis, ita tamen procedendo che veruna dele parte non habia legitima casone de querela. Mediolani, xi septembris 1450. Cichus, 320 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE GLI SIANO CELERMENTE TROVATE 300 MOGGIA DI FRUMENTO DA CONDURRE A LODI PER POI FARLE TRASPORTARE A MILANO 1450 settembre 11, Milano. Domino Iohanni de Tollentino et ser Iohanni Botto, ser Andree de Fulgineo ac thexaurario Cremone. Magnifice miles gener, dilecti nostri volimo e così per questa ve ne carichiamo et stringemo quanto possimo che subito, visis presentibus, cum quanta dilligencia et solicitudine possiti, trovati moza trecento de frumento ad quella mesura, qual volemo per metre in castello de Porta Zobia, et lo mandiate subito ad Lode cum quanta celerità ve sia possibile et cum tale ordine che non sia mosso uno minimo granello fin non sia conducto et giunto a Lodi; et in questo ve sforzati cum ogni vostra industria provedendo, o per via de assignacione, o per quello altro melior modo 141 et via parerà ad vuy che senza alcuna excepcione et senza altra replicacione dicto frumento sia subito trovato et cum ogni celerità possibile. Et in questo non manchati, se may desiderati farne cosa grata et accepta. Et quando sia conducto a Lodi, ordinati siamo subito avisati aciò possiamo dare ordine a farlo conduere qui; et vuy, Iohanne Botto, remosa ogni cagione, per tuto lunedì proximo ve retrovariti qui da nuy. Mediolani xi septembris 1450. Cichus. Replicata sub die xiiii septembris. 321 FRANCESCO SFORZA COMUNICA DI AVER PRESO DUE FRATELLI DI STRADELLA COME SUOI CAVALLARI E VUOLE VENGANO DATI LORO 14 DUCATI PER COMPRARE DUE CAVALCATURE 1450 settembre 12, Milano. Referendario Papie et Gracino de Piscarolo. Havemo tolti in nostri cavalari Iohannepetro et Bartholomeo, fratelli de Strabelle cum una cavalcadura per cadauno per servire ala posta de Durne; volemo adoncha che li fazati, segondo l’ordini,scrivere et respondere de quello salario per cadauno che hanno li altri nostri cavalari incominzando a dì xv del mese presente et al presente gli faciati dare ducati xiiii fra loro per paghe doe, per comprare doe cavalcadure, da essere da poy retenuti a poco a poco sopra la provixione loro. Mediolani die xii septembris 1450. Cichus. 322 FRANCESCO SFORZA RIMPROVERA L’USCITA DI NOTTE DALLA FORTEZZA PER VENDEMMIARE UVA E FRUTTI E VUOLE SIANI PUNITI I FANTI CHE HANNO FATTO CIÒ 1450 settembre 12, Milano. 134v Castellano rochete et conestabili porte Sancti Laurencii civitatis Cremone. Dilecti nostri, havemo giara informatione che li fanti vostri et voi medesmi anchora a tempo di nocte, calate le pianchete che respundeno de fori, et andati a vendemiare le uve et fructi deli no stri cittadini et poveri homeni; la qual cosa quanto sia ignominiosa et vergognosa a voi lo possiti pensare, a noy anchora è grande caricho et ne havemo richiamo assai perché, vedendo fuori li nostri homeni, li loro facultade cridano et ricorano a nuy. Ma lasiamo andare questo. Credevamo pur dovessevo essere quilli che ve reputavamo et non dovessevo mettere il facto nostro in periculo et talle schandolo, quale è aprire de nocte le nostre forteze et lassarle a quello modo in possancia deli fancti; et pertanto volimo, per quanto havite cara la gratia nostra, che vi abstignate da simile errore et per dare evidentia ad altri che siti mal contenti de ciò, fate punitione ad quilli vostri fanti che hano facto il malle per lo passato, admonendogli che per l’avenire non se facia più, et, se non ne farite punitione, crederimo siate vuy cagione de tuto il malle. Data Mediolani,xii setembris 1450. Cichus. 142 323 FRANCESCO SORZA COMUNICA D’AVER SCRITTO AL SUO FAMIGLIO LORENZO D’ORVIETO PERCHÉ SI PORTI A CASTELL’ ARQUATO PER FAR CESSARE I FURTI DI UVA E FRUTTI FATTI DA GENTE D’ARME 1450 settembre 12, Milano. Comunitati et hominibus Castriarquati. Essendo nui avissati che per le zente d’arme del signore misser Carolo et de misser Gasparo dal Piglio ve sono continuamente facte infinite robarie in le uge et in li altri fructi vostri, se ne siamo retrovati de mala voglia, perché havemo caro el bene vostro como el nostro proprio, et per questo havemo scripto a Lorenzo de Orvieto, nostro fameglio in Firenzola, che venga a quella terra et faza ogni reparo et provisione expediente, aciò che le dicte robarie cessano et le ughe non siano tolte; et così credemo farano, sichè anche vuy lo vogliati solicitare. Mediolani xii septembris 1450. Iohannes. 324 FRANCESCO SFORZA MANDA LORENZO DA ORVIETO A CASTELL’ARQUATO PER FAR CESSARE I FURTI DI FRUTTA DA PARTE DLLA GENTE D’ARME 1450 settembre 12, Milano. 135r Laurencio de Urbeveteri. Siamo avissati che le zente d’arme del signor misser Carolo et de misser Gasparro dal Piglio usa no de grande deshonestate in robare de Castelarquà et torgli le ughe et li altri fructi, et questo procede perché quilli sonno sul facto non gli provedano et etiamdio perché li homeni de chi son no, per essere absentati per casone dela peste, non gli porono reparare. Pertanto maraviglian dose de questo et essendo malcontenti, te cometiamo et volemo che, andando al dicto loco de Castelarquà, faci tuti quelli repari et provisione sarano expediente, aciò che cessino le dicte robarie et tolte non siano l’ughe né altre cose; de che te carrichamo quanto savemo et possemo. Mediolani, die xii septembris 1450. Cichus. 325 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL DUCA LUDOVICO DI SAVOIA CHE NON GLI CONSTA ESSERE DETENUTO MICHELE ZOPELLO, SUO SERVITORE. 1450 settembre 12, Milano. Domino Ludovico duci Sabaudie. Illustrissime princeps et excellentissime domine consanguinie noster honorande, vidimus que ad nos scribit excellencia vestra circa liberacionem Michelis Zopelli de Xacillo, servitoris vestri in civitate nostra Alexandrie detenti. Breviter autem respondentes eundem Michaelem de mandato nostro nequaquam detentum fuisse quinymmo de tali detencione nullam unquam noticiam habui. mus; miramur etiam quod idem Micael ab officialibus nostris aut ab alio quoque, nulla subsistente causa, detentus extiterit, quemadmodum vestra celsitudo presuponit. Si ergo de hac re cerciores facti erimus, curabimus votis celsitudinis vestre quantum possibile nobis fuerit satisfacere, ad eius beneplacita queque parati. Mediolani, die xii septembris 1450. Cichus. 143 326 FRANCESCO SFORZA VUOLE CONOSCERE IL PREZZO DI UN CORROBIO PER POTER PAGARE IL VALORE DI QUELLO SOTTRATTO DA LUI AD ANTONIO MAGNO 1450 settembre 12, Milano. Comissario Cumarum. Per ordinacione nostra è stato tolto a Antonio da Magno uno corrobio, qual havea nel laco, et reposto lì a Como, et nuy gli havimo promisso pagarglilo; pertanto volemo che parlandone cum qualche homo pratico de simili cose, vedi de intendere quanto vale lo dicto corrobio et subito ne avisi. Mediolani, die xii septembris 1450. Cichus. 327 FRANCESCO SFORZA ORDINA AI FRATELLI MANFREDO E GILBERTO CORREGGIO DI LASCIARE NOCETO E DI PORTARSI A CASA PROPRIA 1450 settembre 12, Milano. 135v Manfredo et domino Giberto fratribus de Corrigia. Havemo sentito cum grande admiracione che, summoste dele gente de Rolando Palavicino et quele de conte Stefano da Sanvitale, seti andati a campo a Noxeto, la qual cosa c’è molto dificile a noy crederla, perché non se possemo persuadere che tanta insolentia et temerità procedese da vuy senza nostra saputa. Per la qual cosa, si cusì è, como non potimo perhò credere, ve comandiamo che subito, vedute le presente, ve removate de lì et andiati a casa vostra; e questo per quanto haviti cara la gracia nostra, altramente ne faresti carezare et ne daresevo materia de farvene levare a più de passo, como ve dirà anchora a boca ser Andrea nostro cancellero, al qual credeti quanto ala nostra persona persona propria . Mediolani, die xii septembris 1450. Cichus. In simili forma magnifico Rolando Palavicino et agentibus pro eo contra Nucetum ac comiti Stefano de Sanctovitali. 328 FRANCESCO SFORZA, D’ACCORDO CON IL PODESTÀ DI LODI SUL FATTO DI ANTONIO MOZO E DELL’ALTRO DETENUTO, ORDINA CHE SIANO RIMESSI IN LIBERTÀ 1450 settembre12, Milano. Nicolao Georgio potestati Laude. Havemo inteso el parere tuo sopra el facto de Antonio Mozo et de quello altro prima destenuto per medesima cagione et, essendo de medesima opinione, cioè che siano state feminele parole et vane, non trovando vuy altro, siamo contenti et volemo che tu li devi liberare et metre in tua libertà. Mediolani, die xii septembris 1450. Cichus. 144 329 FRANCESCO SFORZA COMUNICA A RIVALDONE IL SUO COMPIACIMENTO PER LA VOLONTÀ DI GIORGIO VISCONTI DI SPOSARE UNA DI LUI FIGLIA 1450 settembre 12, Milano. Domino Rivaldono de Tormellis. Zorzo Vesconte, figliolo del quondam magnifico Hermes, desidera molto contrahere amicitia et affinità con voy in torre per mogliera una vostra figliola, el che ne piaceria grandemente per bene de l’una parte et de l’altra et per ogni altro respecto. Pertanto vi confortiamo vogliati condescendere a fare la dicta amicitia, perché anchora nuy l’haviremo grata. Data Mediolani die xii septembris 1450. Cichus. 330 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE NON SI INFASTIDISCANO PER MOTIVO DI PESTE PATERNA I FIGLI DEL QUONDAM GIOVANNI DE RINERI 1450 settembre 12, Milano. 136r Officiali deputato super morbo in Placentia Mediolani, xii septembris 1450. Dilecte noster, intendimo como tu voli gravare li figlioli et heredi del quondam Iohanne de Rineri, dicendo como lo dicto Iohanne intrò in Piasenza amalato de morbo; et perché havimo informatione ch’el dicto Iohanne quando intrò in Piasenza non havia male alcuno de sospecto, ma gli intrò per purgarse, volimo che ali dicti figlioli et heredi non daghi per la dicta casone graveza né impazo alcuno, attento etiam la fede et devotione ch’el dicto Iohanne havia verso nui et, per consequens, li dicti suoi figlioli. Data. Persanetus. 331 FRANCESCO SFORZA RISPONDE A LUCHINA DAL VERME CHE DEVE INNANZITUTTO RESTITUIRE AL CONTE ALBERTO SCOTTI LA LOCALITÀ DI VICOMARINO ASSICURANDOLA CHE POI EGLI INTERVERREBBE PRESSO DETTO CONTE AFFINCHÉ ABBIA SODDISFAZIONE DI TUTTE LE SUE RICHIESTE 1450 settembre 8, Milano. Magnifice domine Luchine de Verme. Magnifica tamquam soror carissima, veduto quanto ne scriveti, respondendo a quello v’è dicto per parte nostra per Zohanne de Virago, cancellero vostro, dele qualle vostre questo è lo effecto, che noy vogliamo, prima, sia veduto dela casone vostra, anziché restituati Vicomarino al conte Alberto Scoto, ve sia satisfacto deli debitori haviti in Sarmato dela parte vostra dele biade, iusta le promese facte a noy, tercio, che per esso conte Alberto quietacione et liberacione de tuto quello ve volse domandare et cetera, dicemo ch’el conte Alberto dice el termino dela dicta stasfactione de che s’è convenuto cum Andrea, cancellero et agente per vuy, durare per tuto el mese presente e così non essere ancora mancato dele promese et in tuto voler attendere, ita tamen, como più volte ve habiamo mandato a dire, vui satisfaciati deli fructi haveti havuto questo anno de Vicomarino; quo facto, ve satisfarà integramente in lo termino convenuto et così se 145 offerise de dare bona promessa. Ance dice esso conte Alberto non essere obligato in havere promesso de fare liberacione veruna et così non dovere etiam che inanze la restitucione de Sarmato dela dicta liberacione. Sichè nonobstante le predicte cose allegate per vui, ve confortamo et carrichamo et stringemo che, senza più dilacione, debiati restituire el dicto loco de Vicomarino al dicto conte Alberto et vogliati fare che per questo non habiamo più casone de scrivere né de mandare da vui. Qua restitucione facta, se offeremo a farvi fare bona raxone et expedita cum lo dicto conte Alberto in ogni cosa quale domandariti superinde, senza dimora et alcuna excepcione a fare el debito suo. Mediolani, viii septembris 1450. Cichus. 332 FRANCESCO SFORZA CONCEDE AL CASTELLANO DI BINASCO DI ASSENTARSI DAL CASTELLO PURCHÈ NE LASCI LA GUARDIA AL FRATELLO 1450 settembre 12, Milano. 336v Ser Angelo castellano Binasschi Per satisfare ala rechesta toa et provedere alla necessità tua, siamo contenti et te dasemo piena et larga licentia che, per dui misi prossimi a venire, te possi asentare dalla guardia de quella nostra forteza doe volte el mese et andare ove te piacerà per fare li facti toi, nonobstante alcuni ordini in contrario, lassando però in tuo loco tuo fratello, quale durante la tua absentia non ussisca fora del castello per quanto ha cara la vita, immo atenda con li altri compagnie a bona guardia d’esso. Data Mediolani die xii setembris 1450 Cichus. 333 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE ANCHE CRISTOFORO TORELLO MANDI UN SUO UOMO PER PORRE FINE ALLA CONTROVERSIA CON QUELLI DI COREZA 1450 settembre 12, Milano. Domino Christoforo Torello Magnifice dilecte noster, perché havemo deliberato per ogni modo mettere fine alla diferencia quale vertise tra vuy et li zintili homeni da Coreza, havemo scripto ad essi zintil homeni che subito vogliano mandar da nuy uno deli soi, intelligente et bene informato de tale diferentia; sichè ne advisamo anchora vuy ad ciò possati mandare uno di vostri. Data Mediolani die xii septembris 1450 Cichus. 146 334 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GILBERTO CORREGGIO DI MANDARE UN SUO UOMO DA LUI PER PORRE FINE ALLA VERTENZA CON IL CONTE TORELLO 1450 settembre 12, Milano Domino Giberto et Antonio fratribus de Corigia Magnifici dilecti nostri, respondendo ad quanto ne haveti scripto vuy, miser Giberto, dicemo, sotto brevità, che nostra ferma intentione et disposicione è de mettere fine alla vostra deferentia vertente tra vuy et el conte Christoforo Torello; et pertanto ne pare, et così ve confortiamo et caricamo, che subito vogliati mandare qua da noy uno de vostri, quale sia inteligente et bene informato de questa diferentia. Mediolani xii septembris 1450 Cichus. 335 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE IL NOBILE FILIPPINO VISCONTI VENGA TRATTATO CON I SUOI MASSARI, FITTAVOLI, COLONI, DIMORANTI SULLE SUE TERRE, AL PARI DEI NOBILI VISCONTI PARENTI DEL DUCA E PERTANTO CHE NEI COMPARTITI CHE SI FARANNO IN QUEL VICARIATO, DETTI MASSARI, FITTAVOLI E COLONI DI FILIPPINO NON VENGANO GRAVATI DI ALCUN ONERE 1450 settembre 12, Milano. 337r Capitaneo Martesane Est nostre intentionis ut nobilis Filippinus Vicecomes, genitor Iohannis cancellarii nostri dilecti, cum suis massariis fictabilibus colonis et hominibus super suis bonis manentibus, atque tolenti bus, tractentur in omnibus quemadmodum tractantur ac tractabuntur reliqui nobiles Vicecomites affines et propinqui nostri; itaque volumus advertatis ne in compartitis facendis in illo vicariatu inter plebem et plebem ac inter locum et locum plebis Cornaliani dicti vicariatus, occasione occur rentium et occursurorum et aliquorum onerum, gravetur comune loci Cavaglioni suprascripte plebis Cornagliani pro dictis massariis fictabilibus colonis et hominibus Filippini memorati, quos deinde non faciatis vos nec permictatis ab aliis dictorum onerum causa aliquanto molestari. Mediolani, die xii septembris 1450. Cichus. In simili forma scriptum fuit potestati Melzii. 336 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE DAGLI UOMINI DI MELZO E DEL VICARIATO SI PROVVEDANO GLI ALLOGGIAMENTI PER LA SQUADRA DI ALESSANDRO VISCONTI IN MODO CHE SIA PROVVISTA DI STRAME E MASSERIZIE 1450 settembre 12, Milano. Potestati Melzii. Non havemo noy al presente el modo de provedere d’altro lozamento alla squadra de Alexandro Vesconte; volimo et vi commectimo che fazi tra li homini de quella nostra terra et del vicariato si mectano in ordine li lozamenti per quelli dela dicta squadra, ita che gli possino stare compe tentemente, facendoli provedere de stantie strame et massaritie grosse. Et questo non manchi. Mediolani, die xii septembris 1450. Cichus. 147 337 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE ZANONE DA CREMONA PAGHI IL DEBITO CHE HA CON SCARINZO, DA CUI FARÀ POI RESTITUIRE IL CAVALLO SOTTRATTO 1450 settembre 12, Milano Domino Iacobo Antonio Marcello. Veduto quanto la magnificencia vostra ha scripto del cavallo menato via per Scarinzo a Zanon da Crema, dicemo che nuy l’haveressemo facto restituere; ma come Augustino di Bianchi, presente portatore, vostro messo, ha veduto et intexo, dicto Scarinzo pretende dovere havere dal dicto Zanone ducati xxv et domandane non gli faciamo iustitia, però voglia Zanono contentare costuy del debito et nuy faremo restituire lo cavallo, se vallesse bene ccc ducati, come a bocha avemo dicto al dicto Augustino. Mediolani xii septembris MCCCCL. Cichus. 338 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE VENGA APERTA LA PORTA DI BOLOGNA E CHE SI FACCIA BUONA GUARDIA A DETTA PORTA COME A TUTTE LE ALTRE E ALLE FORTEZZE. IMPONE, INOLTRE, AL CAPITANO DELLA CITTADELLA DI NON USCIRE SENZA SUA LICENZA 1450 settembre 13, Milano. 137v Capitaneo cittadelle civitatis nostre Parme. Nobilis dilecte noster, volemo debbie fare apiare la porta de Bologna, quale è serrata, perché intendemo molto commoda ad quelli nostri cittadini per lo facto delle vendemie; alla quale porta et cossì ad tucte le altre porte et fortezze, volemo faciati fare bona guardia de dì et de nocte et che stagano cum li ochii aperti. Et questo ordinati per modo sia mandato ad execucione cum effecto. Data Mediolani die xiii septembris 1450. Et per evitare ogni inconveniente potesse sequire cossì de quelle nostre cosse dellà como della persona vostra per questa, ve dicemo et ordiniamo debbiate stare fermo nella cittadella et non eusire d’essa senza nostra licentia se nuy non ve scrivemo altro. Data ut supra. Cichus. 339 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE VENGA IMPOSTA LA MEDESIMA TAGLIA CHE FU IMPOSTA NELLE STESSE TERRE DEL VESCOVATO PARMENSE AFFINCHÉ SIANO ANCHE SODDISFATTI I FRATELLI DA CORREZA E IL TESORIERE DI PARMA, PRESTATORI DI DENARO AL DUCA 1450 settembre 13, Milano Thxeaurario Parme. Dilecte noster, habiamo per altre nostre littere ali officiali et alla comunità de quella nostra cità de Parma vogliano in modo provedere che la taglia, quale se ha ad imponere in l’anno presente in le terre del vescoato dela dicta cità, per satisfacione dele convencione in loco de l’imbotato havu ta cum la camera nostra cadauno anno fiza inposta in le terre, dale quale l’anno passato fo resco sa, et servato quelle terre quale sono descripte in la cedula in esse littere inclusa, et le qual le per certi iusti respecti reservamo per l’anno presente l’anno presente tanto, aciò che alli magnifici 148 fratelli da Correza et a ti, qualli haveti sopra d’essa assignacione, li possa essere opportune satisfacto, come fu sempre et è nostra intentione de satisfare ad quadauno ne ha imprestato et ne imprestarà per lo advenire alcuna quantitade de dinari. Il perché vogliamo et te caricamo resti contento che la predicta taglia se impona nele terre antedicte, secondo habiamo ordinato et, da poi rescosa serà, se 138r satisfaza prima alli prenominati fratelli deinde ad ti, secondo l’ordine de le dicte assignatione, perché siamo certi ne reiuserà tanta quantitade de dinaro poterà comoda mente esser satisfato ad ciascuno né voglio per questo dubitare segua per alcuno modo alcuno manchamento de dinari quale te sia alcuno damno, perché gli provederemo in forma non have ray caxone de dolerte, anzi staray contento da nuy. Data Mediolani, xiii septembris 1450. Iohannes de Ulesis. 340 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL PODESTÀ DI ROMANENGO INTERVENGA TRA TOMMASO DI ZORZI E ZORZO DI ZORZI A METTERE PACE FRA DI LORO 1450 settembre 13, Milano. Potestati Romanenghi. Sentimo essere nasciuta diferencia fra Thomaxo di Zorzi et Zorzo di Zorzi de quella nostra terra; et perché como havimo intiso sonno parenti insieme, non ne pare che fra parenti sia honesto piadezo. Pertanto volimo che tu te studii de metere accordio fra loro. Mediolani, xiii septembris 1450. Cichus. 341 FRANCESCO SFORZA INVITA IL CONTE FILIPPO BORROMEO A SCRIVERE AL PODESTÀ PERCHÉ PIETRO PAOLO DA ALEMAGNA RIABBIA ROBE E DENARI E SIA RISARCITO CON INTERESSE DEL DANNO SUBITO 1450 settembre 13, Milano. Comiti Filipo de Bonromeis. Havemo giara informacione, già più mesi passati, fo robato in la valle de Vegezo Petro Paulo da Alamagna, fameglio ala nostra stalla, da alcuni de lì et, per provedere alla indennità del dicto Petro Paulo havemo scripto al podestà de lì che gli proveda de ragione ita ch’el dicto Petro Paullo sia restaurato del danno suo. Ve confortiamo che vogliati scrivere ancora vui al dicto podestà che gli faci raxone così per le robbe et denari, como de ogni danno et interesse gli n’è seguito. Mediolani, xiii septembris 1450. Cichus. 149 342 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI VIGEZZO DI INTERVENIRE PER PUNIRE COLORO CHE HANNO RECATO DANNO A PIERO PAOLO, CHE DEVE ESSERE RISARCITO DI OGNI DANNO CON INTERESSE 1450 settembre 13, Milano. Potestati Vigecii. Havemo giara informacione et anche debbe essere notorio a molti de quella iurisditione che, già più mesi passati, fo robato Petro Paulo da Alamagna, presente portatore fameglio, da alcuni de lì, como sarai informato; et deliberandose noy ch’el dicto Petro Paulo sia restaurato del suo dano et siano li malfactori astrecti ala emenda de omni danno et interesse, te cometemo et comanda mo che, havuta diligente informacione 138v de quilli comeseno tal excesso, procedi contra loro per omni via de ragione ad integre satisfare al dicto Pedro Paulo, procedendo in questo sumarie simpliciter et de plano sine strepitu et figura iudicii, cavilacionibus frivolis quibuscumque reyetis et excepcionibus, expediendo la cosa quanto cicius, perché havimo bisogno de lui per la cura di nostri cavali. Mediolani,xiii septembris 1450. Cichus. 343 FRANCESCO SFORZA CONSENTE CHE AI FRATELLI GALEAZZO E GABRIELE BOSI VENGANO CORRISPOSTE PER IL PASSATO 22 PAGHE CHE PER L’AVVENIRE SARANNO SOLAMENTE 20 1450 settembre 14, Milano. Regulatori et magistris intratarum ac collaterali generali. Galeaz et Gabriel fratelli de Bosi nostri castellani del ponte de Leco ne rechedeno vogliamo provedere gli satisfacto del passato a rasone de xxii page, como si contene nela sue littere. E’ vero che la soa littera diceva de xxii, sive 22 paghe, el che procedete per errore del scriptore, ma la mente nostra fo et è che li habianno xx paghe solamente, computate doe morte; e così havemo facto reconzare la dicta littera. E perché non ne pareria honesto che havendo lui tenuto xxii paghe, non gli siano facte bone, ve cometiamo et volemo che da mezo el presente mese indreto gli faciati satisfare dele dicte xxii paghe in quanto ne habia tenute xx vive, et in l’avenire gli faciati respondere solamente a raxone de xx paghe in tuto. Mediolani, die xiiii septembris 1450. 344 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE I DUE CAVALLARI DA LUI ASSUNTI ALLA POSTA DI SERRAVALLE VENGANO PAGATI MENSILMENTE 1450 settembre 14, Milano. Referendario Alexandrie. Perché havemo ordinato de presenti che stiano duy cavallarii ala posta de Seravale, pertanto volimo che ad ogni hora mandirà lì da te misere Blaso de Axereto per lo pagamento de diti cavallari, li debi respondere dela rata loro de mese in mense, perché havimo disposto el pagamento d’essi se faza lì; e de presenti, pur ad requisitione del prefato miser Biasio gli daray una prestantia per uno, azò se posseno metere imponto de quello li bisogna, avisando dito misere Blasio de quanto ti scrivimo ad ciò ch’el sapia quello havirà a fare, et che te mande in scripto dicti cavallari; intendendo la dicta prestanza la paga d’uno mese como se dà ali altri cavallari 150 Data Mediolani, xiiii septembris 1450. 345 FRANCESCO SFORZA COMUNICA DI AVER ASSUNTO COME CAVALLARI FRAUBOLDO DE ALEMANIA E AMBROGIO DE BERETIS A SETTE FIORINI AL MESE E CON UNA CAVALCATURA 1450 settembre 14, Milano. 139r Dominis magistris intratarum et coleterali nostro generali Asumssimus in numero caballariorum nostrorum Frauboldum de Alamania et Ambrosium de Be retis, nuncupatum comissarium, cum equitatura una pro quolibet eorum et florenis septem in mense quamadmodum habent ceteri alii caballarii nostri; vollumus igitur quod ipsos scribi faciatis iuxta illius banchi nostri ordines et de dicta provisione debitis temporibus responderi, ponendo scriptionem eorum in calendis presentis mensis septembris, quia et ipsi abinde citra continue, cum equitaturis convenientibus, serviverunt et debitum suum fecerunt prompte quidem ac diligenter. Data Mediolani, die xiiii septembris 1450. 346 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE I DENARI PER I CAPOSOLDI NON VENGANO DISPERSI IN ALTRE COSE, MA USATI UNICAMENTE PER LE MUNIZIONI 1450 settembre 14, Milano. Regulatori et magistris intratarum nostrarum Perché intendimo che li denari deli capisoldi sonno dispersi in altre cose che in le munitione, che ne miravigliamo et rincrescene siando cossì, perché sapete se deno spendere in le munitione secondo li ordini et non in altro. Pertanto volimo et commandamovi che debiati havere cura che tali denari de capisoldi, che rasonevelemente se denno retenere et pigliate che li reteniate tucte et che non siano dispesi in niun altra cosa che nele munitione, perché intendiamo circa ciò siano servati li ordini et non fati in contrario per cosa alcuna, perché cossì è nostra intentione. Mediolani, xiiii septembris 1450. Iohannes de Ulesis. 347 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI ASSECONDI IL DESIDERO DEGLI UOMINI DI BUSTO CHE VI SI MANDI FRANCESCO VISCONTI, PAGANDO QUANTO HA O DEVE PAGARE GUIDINO LAMPUGNANI CHE HA CONCORSO ALL’INCANTO DELL’UFFICIO DI BUSTO 1450 settembre 14, Milano. Regulatori et magistris intratarum nostrarum. Voy vederite la inclusa, quali ne hanno scripta li homini da Busti ; et perchè non ne pare ad mectere officiali suspecti et exosi alli homini, et siando alloro grato come è Francesco Vesconte, quale gli è al presente, siamo contenti et cossì vi confortiamo fazati per quello più aconzo modo vi pararà che gli resti dicto Francesco, pagando quello ha pagato o che de’ pagar Guidino de Lampugnano, quale ha incantato dicto officio de Busti, perché, come havimo dicto, non ne pare bene mandare dicto Guidino, non siando grato a quelli homini, come siamo informati. Data Mediolani, die xiiii septembris 1450. Cichus. 348 151 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SIANO PRONTAMENTE CONSEGNATE 2000 LIRE IMPERIALI A GUGLIELMO DEL MONFERRATO, COME CONVENUTO QUANDO GLI CONSEGNÒ ALESSANDRIA 1450 settembre 14, Milano. 139v Domino Petro locuntenenti Alexandrie. Volimo che provediati per quella più aconza expediente via vi parirà che lo illustre signor messer Guielmo habia quelle duimilia libre de imperiali, quali li restarono ad pagare quelli homini et comunità de Alexandria, quando ne consignò Alexandria, per modo sia integramente satisfacto et pagato come per altre vi havemo scripto, et non manchi. Mediolani xiiii septembri 1450. Cichus. 349 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL LUOGOTENENTE DI ALESSANDRIA CHE FACCIA RESTITUIRE A GIOVANNI BENEDETTO QUANTO GLI È STATO TOLTO DA GIANGALEAZZO TROTTO 1450 settembre 14, Milano. Suprascripto locuntenenti Alexandrie. Pare che Iohanne Galeaz Trocto facesse torre certi cavalli arme et altre cose ad Iohanne Benedecto, già capitaneo del diveto in Borgoglio, per lo signore Guielmo, come intenderite dal portatore de questa. Pertanto vogliati intendere questa cosa et, siando cossì, vogliati fare restituire dicte cose integramente. Mediolani die xiiii septembris 1450. Iohannes de Ulesis. 350 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE MICHELE ZUPELLO VENGA DAL LUOGOTENENTE DI PIACENZA TENUTO STRETTAMENTE NELLA CITTADELLA IN MODO CHE NON POSSA FUGGIRSENE 1450 settembre 14, Milano. Locuntenenti Placencie. Spettabilis dilecte noster, nuy mandiamo lì per lo presente portatore uno Michele Zupello, como vederai, lo quale volimo lo debbi receptare lì nella citadella et volimo lo tegni in modo nello sapi reconsignare et che per niente non se ne fugisse et tenello tanto strecto quanto sia possibile al mondo; che niuno deli tuoi, se non qualchuno fidato, et niuna altra persona del mundo sapia ch’el sia lì. Et in questo omni dilligencia et solicitudine per modo se exequisi questa nostra voluntà ad unguem. Mediolani die xiiii septembris 1450. Cichus. 351 152 FRANCESCO SFORZA SI LAMENTA COL PODESTÀ D’ALESSANDRIA CHE SIA GIUNTO A NOTIZIA DEL DUCA DI SAVOIA IL TRASFERIMENTO AD ALESSANDRIA DI MICHELE ZUPELLO. GLI ORDINA, PERTANTO, DI PROCEDERE AL TRASFERIMENTO DEL MEDESIMO A PIACENZA, IMPUTANDOGLI A NEGLIGENZA OGNI FUGA DI NOTIZIE IN MERITO 1450 settembre 14, Milano. Potestati Alexandrie. Tu say quanto strectamente te caricassemo dovessi tenere quello Michele Zopello qual hay presso ti secreto, in modo non fose persona alcuna che sapese el fose lì; et pur non habiamo possuto far tanto che è venuto al orecchie del duca de Savaya, dela qual cosa havemo avuto grandissimo dispiacere, considerando nuy questo esse processo per vostra negligencia, che forse gli haviti lasato parlare ad qualche persona contra la voluntà et intencione nostra. Pertanto volimo che subito, recevuta questa, mandati subito zuso el dicto Michelle ad Piasenza cum la alligata nostra littera, qual scrivemo alo nostro locotenente lì, et lo mandati in modo che a salvamento sia conducto a Piasenza, facendolo conduere como parerà a vuy, fino de sotto da Basignana per terra et poy de lì a Piaxenza per aqua, et mandatelo cum tal ordine et diligencia de nocte, o como parerà a vuy, che per niuno modo persona alcuna non ne sapia niente. E questo facte cum tal diligencia et solicitudine che non habiamo casone gravarse de vui, certificandovi che, accadendo altro de questo, ne teneremo gravati de vuy et non d’altri. Mediolani xiiii septembris 1450. Cichus. 352 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE, PER COMPIACERE BIANCA MARIA, VENGA ASSEGNATA A GIOVANNI GHEZONO LA PODESTARIA DI SORICO. 1450 settembre 14, Milano. 140v Regulatori et magistris intratarum. Dilecti nostri, per compiacere alla illustre consorte siamo contenti et volimo deliberati l’officio dela podestaria de Sorico ad Zohanne Ghezono, presente portatore, pagando lui solamente li denari deli avantagii delo incanto d’esso officio, perché deli denari delo incanto nuy siamo contenti da luy. Mediolani, die xiiii septembris 1450. Cichus. 353 FRANCESCO SFORZA RASSICURA IL PODESTÀ DI MALETO CHE ETTORE DA VILLANOVA NON DEVE RIMANERE LÌ, MA LO FACCIA ANDAR VIA SUBITO 1450 settembre 14, Milano. Potestati Maleti. Havemo veduto et inteso quello ne scrivi de quello Hectore da Vilanova quale è venuto et demoratose in quella nostra terra. Respondendo te dicemo che la intentione nostra non è ch’el stia in quella nostra terra, et, se bene guardi la licentia gli havemo concessa, dice solamente de andare da Mediolano a Cremona et non de stare lì, sichè, non essendo partito, lo fa partire subito, havuta questa. Ex Mediolano, die xiiii setembris 1450. Cichus. 354 153 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE GLI UOMINI DI MORTARA NON VENGANO GRAVATI AL DI LÀ DI QUANTO DEBBONO PER LA SQUADRA DI UNGARETO 1450 settembre 14, Milano. Potestati Mortarii. Instancia de che li homini de quella nostra terra ne hanno facto lamenta che per lo nostro capitaneo de Lomelina voleno essere astricti insieme cum alcuni altri lochi ad contribure al logiamento de alcuni cavalli de quelli del signore misser Carolo, nonobstante siano gravati de quelli dela squadra de Ungareto et etiamdio d’altri; se doleno etiamdio et voleno essere astretti a dare biade per li cavalli, che è totalmente contra la mente nostra. Pertanto volemo che non gli lasi dare impazo alcuno per cavalli de misser Carolo nì d’altri ad se voglia, se non te scrivemo; provedi etiamdio che dando essi homini alli cavalli sonno al presente per le boche vive doa stara de grano alla mesura milanese per caduna de loro et per li cavalli feno et paglia per la mitate, non siano gravati più ultra perché così è la disposicione et l’ordini et la mente nostra. Mediolani, die xiiii septembris 1450. Cichus. 355 SI IMPONE AL PODESTÀ DI RETORBIDO DI OSSERVARE LE ESENZIONI CONCESSE A ANGELILLO DA LAVELLO E DI RESTITUIRE IL FRUMENTO SOTTRATTO 1450 settembre 14, Milano. Potestati Returbii. Scriptum fuit potestati Returbii quod deberet observare exemptiones concessas Angelelo de Lavello pro suis possessionibus in loco Returbii et quod debeat sibi restituere salmas decem frumenti quas abstulit pro dictis possessionibus, et quod in futurum totaliter conservet ipsum Angelelum exemptum. Data Mediolani, die xiiii 1450. Cichus. 356 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL COMMISSARIO DI COMO CHE POSSONO ESSERE DATE A BENZO ED ANTONIO ALBRICI LE NAVI A LORO TOLTE PURCHÈ AD OGNI RICHIESTA VENGANO RESTITUITE 1450 settembre 14, Milano. 141r Comissario Cumarum. Per la introclusa supplicacione de Benzo et Antonio de Albrici, citadini de quella nostra cità, intenderai la rechesta qual ne fano de quelle doe nave, quale gli sonno tolte, et perché essendo loro citadini habitanti lì et volendo adoperare le dicte nave per le casone per loro allegate, ne pare se gli possa facilmente compiacere. Siamo contenti et volemo che, dando loro idonea securtà de consegnare le dicte nave del molo ad omni nostra richesta et de nostri officiali, gli le faci liberamente restituire. Mediolani xiiii septembris 1450. Havendo però advertencia che per questo non possa sequire scandalo nì periculo alcuno. Data ut supra. Cichus. 154 357 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CAPITANO DI NOVARA CHE CON OGNI MEZZO FACCIA AVERE A MANFREDI DA FORLÌ, GIÀ CAPITANO DEL DISTRETTO NOVARESE, QUANTO GLI SI DEVE 1450 settembre 14, Milano Capitaneo nostro Novarie. Per casone del suo salario, dice Manfredo da Forlì, olim capitaneo de quello nostro distrecto, dovere havere alcuni denari così de condemnacione como d’altro, como da suo meso sarai pienamente informato. Pertanto te cometiamo et volimo che ad omni richesta del dicto suo meso astrenzi per ogni rasonevele remedio qualuncha veraze debitore a satisfarli de quello debbe havere, procedendo in questo summarie in modo che presto consegua el debito suo et non habia iusta casone de lamentarse nì de recorere più a noy per questa casone. Mediolani, xiiii septembris 1450. Cichus. 358 FRANCESCO SFORZA NON CONVIENE CON IL CAPITANO DELLA CITTADELLA DI NOVARA CHE LA COMUNITÀ PROVVEDA I PROVVISIONATI DI LEGNA E DI MASSERIZIE PER NON CREARE UNA NUOVA CONSUETUDINE. QUANTO ALLA RICHIESTA DI AVERE LE CHIAVI DELLA METÀ DELLE PORTE DI NOVARA, IL DUCA SI DICE D’ACCORDO 1450 settembre 14 Milano. Capitaneo citadelle Novarie. Veduto quello ne scrivi deli cativi modi observano quilli nostri provisionati, per seguire el tuo recordo, qual ne pare laudevele et bono te scrivemo la nostra ala presente alligata, como vederai, la qual porai mostrare como te parirà. Quello ne scrivi de fare che quella nostra comunità proveda de ligne et masaricie ali dicti provisionati, non ne par bene per non metere questa consuetudine inusitata et etiamdio perché siamo certi che quilli citadini non gli consentirano, et perché dici che non sonno pagati, dicemo che nuy crediamo molto bene ch’el Bolognino gli faza el debito loro. Ala parte de farte havere le giave per la mità dele porte de quella cità, scrivemo per l’aligate che, solendose tenere per li tuoi precessori, al potestà nostro lì farà che tu le tegni. Mediolani, die suprascripta. Cichus. 359 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL CAPITANO DI NOVARA TENGA, COME I PREDECESSORI, PARTE DELLE CHIAVI DELLE PORTE DELLA CITTÀ 1450 settembre 14, Milano. 141v Potestati Novarie. Siamo avissati dal capitaneo nostro de Novara che li precessori suoi al tempo del illustre quondam signor duca passato solivano tenere parte dele giave dele porte de quella nostra cità; pertanto, essendo così, siamo contenti et volimo che etiamdio lui le tegna. Mediolani, die xiiii septembris 1450. Cichus. 155 360 FRANCESCO SFORZA ORDINA AI MAESTRI DELLE ENTRATE STRAORDINARIE CHE INDAGHINO E PROVVEDANO CIRCA LE LAMENTELE DI FRANCESCO DA GALLARATE 1450 settembre 14, Milano. Magistris intratarum extraordinariarum. Vederite per la supplicatione de Francisco da Galerà, quale ve mandimo introclusa, de quanto esso Francesco se lamenta e grava; pertanto volimo che diligentemente ve informate dela conti nentia d’essa et faciati rasone ita che con honesta querela non habbia più cagione retornare a noy. Et perché ultra ciò, dice esso Francisco essergli facta indebita novità per cagione contenuta in la supplicatione, volimo, casu che cossì sia, la debiate revocare. Mediolani xiiii septembris 1450. Cichus. 361 FRANCESCO SFORZA PERORA PRESSO I MONACI DEL MONASTERO DI CIVATE LA CONCESSIONE IN AFFITTO A GALEAZZO DELLA RIVA DI UNA PICCOLA POSSESSIONE NELLA PIEVE DI INCINO 1450 settembre 14, Milano. Iconimo et monacis monasterii de Sancti Petri de Clivate Mediolani. Ce ha facto significare Galeaz dela Riva, nostro servitore, che avendo quello monasterio de Clivate una possessionzella in la plebe de Incino, chiamata Borrune, volonteri la torria a ficto novennio per competente et honesto pretio et proinde ce ha facto pregare che vi confortiamo ad cusì fare; pertanto actenta la fede et devotione del dicto Galeaz verso noy, el stato nostro, non derogando ale ragione del monastero et parendone, a noi serà piacere assai che glila affictiate per honesto et competente pretio secondo che lui se proferisse. Et de questo ve confortiamo intendendo sempre con aconzo del monasterio. Mediolani xiiii septembris 1450. Cichus. 362 FRANCESCO SFORZA INFORMA RAFFAELE DE PUGNELLIS CHE INTENDE INTERVENIRE CONTRO GLI UOMINI DI VEGIANO, AUTORI DI ATTACCHI AI MASSARI DI DONNA CATERINA DA LANDO, O TRAMITE IL CONTE MANFREDO O DIRETTAMENTE 1450 settembre 16, Milano. 143r Raphaeli de Pugnelis in Placentino. Havemo intexo pienamente quanto ne hay scripto delo excesso comisso contra li massari dela nobile donna Caterina da Lando, che fu mogliere de Giovane Matho di Grassi da Castelone, per li homini da Vegiano; scrivemo opportunamente al conte Manfredo e in forma siamo certi providerà a tali inconveniente et non providendogli fa che ne avisi che li provederemo nuy, per modo quili da Vognano non se ne haverano a laudare. Data Mediolani, die xvi septembris 1450. Iohannes. 156 363 FRANCESCO SFORZA RASSICURA CATERINA DE LANDO DEL SUO INTERVENTO PRESSO IL CONTE MANFREDO PER GLI ECCESSI COMMESSI DAGLI UOMINI DI VIGIANO NEI CONFRONTI DEI SUOI MASSARI DI AUSTIANO 1450 settembre 16, Milano. Caterine de Lando relicte strenuy Iohannis Mathei. Havemo inteso per le littere vostre lo excesso commesso per quelli da Vigiano contra li vostri massari da Austiano, del quale ne è dispiaciuto pur assai; et scrivemo al conte Manfredo per modo siamo certi se guardirà da tali inconvenienti et quando pur non volesse stare deli debiti termini, li farimo conoscere non facia bene et che non volimo che niuno sotto l’ombra nostra faza iniuria al compagno. Et cossì stativine de bona voglia. Mediolani, xvi septembris 1450. Iohannes. 364 FRANCESCO SFORZA AFFIDA A CITTADINI MILANESI LA VERTENZA TRA IL GENOVESE BRANCALEONE LERCARIA E NARTINOLO DA CORBETTA E SOCI, ESORTANDOLI A PORTARLA A TERMINE PRONTAMENTE E SENZA ECCESSI DI SPESA 1450 settembre 15, Milano.. Bartholomeo de Vimercato, Bartholomeo Galerani, Raffaeli de Nigris et Francho Luciano civibus Mediolani. Scrisimus vobis commissam esse causam quandam vertentem, parte una, inter virum nobilem Brachaleonem Lerchariam civem ianuensem, parte altera, inter Nartinolum de Corbecta et socios: quapropter vos stricte hortamur et oneramus ut eandem causam, quo celerius possibile sit, terminetis set decidatis sic quod unicuique partium ius suum ministretur nec partes ipse ob eandem causam frustentur in expensis. Data Mediolani die xv septembris 1450. Cichus. 365 FRANCESCO SFORZA ORDINA ALLE AUTORITÀ DI NOVARA DI DARE AD ANTONIO DA LONATE QUANTO DEL SUO SALARIO ANCORA GLI SPETTA PER IL PERIODO IN CUI FU PODESTÀ DI QUELLA CITTÀ 1450 settembre 15, Milano. Iacobo Scrovinio potestati et presidentibus Novarie. Sicuti nobis exposuit egregius legum doctor dominus Antonius de Lonate pro eo tempore quo prefuit et servivit officio potestarie illius nostre civitatis de eius salario adhuc habere restat certam denariorum quantitatem, quam exigere non potuit ex factis per eum condemnationibus, implorans ob inde circa consecutionem eiusmodi crediti benignos favores nostros ei impendi. Cum igi tur idem dominus Antonius de nobis adeo benemeritus sit ut in maioribus complaceremus, man damus vobis quatenus modum oportunum statim adhibeatis et oportune provideatis quod sive ex intratis ordinariis communi dicte civitatis spectantibus, sive per viam tales in dicto communi ob inde imponende sive quamlibet aliam meliorem 143v et expeditiorem viam statim satisfiat dicto domino Antonio de omni et toto eo quod habere restat occasione dicti eius salarii. 157 Mediolani, xv septembris 1450. Cichus. 366 FRANCESCO SFORZA SCRIVE AL CARDINALE AGNESI ASTORGIO PERCHÉ PERORI PRESSO NICCOLÒ V LA DISPENSA MATRIMONIALE PER ONOFRIO RUFALDO E CARACOSSA SPINOLA 1450 settembre 14, Milano. Domino Cardinali Beneventano. Recitaremus aliter, reverendissime pater et domine prestantissime, pater noster precipue, casum strenui Honofrii Rufaldi ex nostris armorum ductoribus circha contractum et consummatum iam ab eo cum nobili Caracossa Spinula matrimonium nisi replicative ad maximum pontificem littere nostre latius ipsum continerent et plenissimam eius notitiam haberet internuntius suus harum portitor qui cum viva voce exponet; quod itaque reliquum est paternitatem vestram, que nostris et nostrorum in rebus continue magis accensa est, quanta maiore possumus prece rogamus inter cedat operet et instet apud apostolicam beatitudinem cause naturam examinet et illi compatiatur et nostri contemplatione, et tum vel maxime pro innata sibi benignitate ac clementia, inclinet ad concedendam iugalibus ipsis dispensationem, que tot votis et precibus expetitur et que adeo necessaria est. Nos enim eam auribus et ex auditione condignam existimamus et usque adeo gratam et acceptam habebimus quam in hoc prestabit vestra paternitas opeam, ut nulla alia re gratiorem et cariorem habere possumus; et satis scimus quantum gratie habeat apud beatitu dinem apostolicam vestra paternitas et quantum ponderis sint et efficatie persuasiones et orationes sue.Cuius vestre paternitatis ad beneplacita queque nos semper offerimus. Data Mediolani, die xiiii septembris 1450. Cichus. In simili forma, scriptum fuit domino Petro de Nuceto, secretario apostolico. Item in simili forma, domino Iacobo de Calvis, apostolico soldano. Item in simili forma,Vicencio de Amidanis. In simili forma, Cardinali Morinensi. 367 FRANCESCO SFORZA IMPETRA DAL PAPA LA DISPENSA MATRIMONIALE PER ONOFRIO RUFALDO E CARACOSSA SPINOLA 1450 settembre 14, Milano. 144r Beatissimo domino nostro Pape. Satis intellexit vestra Sanctitas causam strenui Honofrii Rufaldii ex meis armorum ductoribus circa contractum et consumatum ab eo matrimonium cum nobili Caracosa Spinula. Is enim, non tam iuvenili appetitu quam necessitate motus et pietate, id egit, videns ab Antonello avunculo sine patrimonio sine opibus sine facultatibus parvulas duas filias relictas et earum quidem enu triendarum et extollendarum ac educandarum onus et curam ad eum in primis pertinere, et id se castrensibus in laboribus et milicia occupatum male facere posse, nisi matrem quoque secum et in uxorem assumeret. Eadem immo movit et ipsam, cum presertim ne dotem quidem habere se videre, qua necessariis sibi et carissimis filiolis satisfacere posset, in multis ipsa deliciis educata et e nobilissima familia Spinulorum orta et illa prosapia, que per omne tempus, et Antonius pater non in ultimis percelebris memorie principem dominum Filipum Mariam patrem et predecesso rem meum et me precipuam fidem observanciam singularem et summam devocio nem edocuit. Agitur de salute et discrimine animarum quibus ingenti cura dilligenti attencione et omni studio consulendum est, et eo magis a Sanctitate vestra quo plus potest et benignitate bonitate et cle 158 mencia ceteros omnes longe antecellit. Agitur de re qua iam acta et perfecta est et irrevocabilis et nulius arte nisi beneficio et ope Beatitudinis vestre medicabilis. Agitur de tanto liberorum interesse qui nisi Sanctitas vestra provideat spurii et illegitime nati et gravi ignominia et macula obrupti sine culpa sua dicerentur. Itaque Sanctitatem vestram suplex et denuo qua maiore pos sum instancia et efficacia oro dinietur iugalibus ipsis dispensacionem impartiri quam ipsi, quam Antonius pater quam affines et amici omnes sui votis et studiis omnibus suis expostulant, quam et eo quidem pretattis et omnibus et aliis que humanum quemvis excitarent pro singolari gracia sum habiturus et tanta quanta in presenciarum facere mihi possit vestra Beatitudo, cui causam hanc iterum et iterum meque simul ex corde comendo et cui longevam incolumitatem et feliciora continua incrementa prestari cupio. Mediolani xiiii septembris 1450. Sanctitatis vestre servitor Franciscus Sfortia. Cichus. 368 AUTORIZZAZIONE AL CASTELLANO DELLA ROCCA DI GRANDOLA AD ASSENTARSI PER I SUOI AFFARI PURCHÈ LASCI UN FIGLIO O UN NIPOTE A CUSTODIA DEL LUOGO 1450 settembre 15, Milano. 144v Castellano roche Grandole. Quod dimitente in ipsa rocha loco sui aliquem ex filiis aut nepotum ipsius aptum ad custodiam dicte roche, dominus contentatur possit se absentare aliquando pro aliis suis negociis peragendis habens respectum tempori et quod dicte roche aliquid sinistri intervenire non possit. Mediolani, die xv septembris 1450. Cichus. 369 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CAPITANO DEL SEPRIO DI COSTRINGERE LA COMUNITÀ DI BUSTO A SALDARE A FRANCESCO ALMERICO E BERNABÒ SANTOSEVERINO QUANTO ANCORA LORO SPETTA DI AVERE 1450 settembre 15, Milano. Capitaneo Seprii. Ad instancia deli magnifici Francesco Almerico et Bernabò da Sancto Severino, nostri conducteri, havemo scripto più volte a Busti per consecucione de certi denari restano ad havere lì de una assignacione factali per nuy altre volte et may non li hanno possuto conseguire per negligencia deli officiali. Comettiamo aduncha a ti et volimo che ad ogni richesta d’essi frattelli, o a loro meso, astrenzati essa comunità a satisfarli integramente de quello restano ad havere, in modo che non habiano più casone de recorere da nuy per questa casone. Mediolani, xv septembris 1450. Cichus. 370 159 CONVOCAZIONE ALLA SUA PRESENZA DI FRANCESCO SFORZA DI QUATTRO PERSONE 1450 settembre 16, Milano. Potestati terre Sallarum. Quod moneat infrascriptos quatenus venire debeant ad presenciam domini; auditis que ipsis dominis dicere voluerit et quod rescribat de recepcione litterarum et de execucione in hoc per eum facta. Data Mediolani, die xvi septembris 1450. Cichus. Dominus Thomenus de Trovamalis; dominus Iohannes Bonus de Madiis; Augustinus Galianus; Gulielmus Tetho. 371 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE CRISTOFORO E FRATELLI QUADRIO RESTITUISCANO AL GIÀ CASTELLANO SCARPA QUELLO CHE LUI E COMPAGNI LASCIARONO NEL CASTELLO 1450 settembre 15, Milano. Capitaneo Vallis Lugani. Dilecte noster, como per altre vi havimo scripto, volimo che faci restituire da Christoforo et dali fratelli de Quadrio al Scarpa, già castellano de ********** overo al portor presente, suo messo, tuta quella robba lasò in el dicto castello, segondo gli fo promesso in vostre mane et similiter la roba deli suoi compagni, et che le segurtate siano astricte a fare el dovere, quando lor nol faxano. Et, se de questo niuno se tene gravato, compara denanzi a noi, che li faremo rasone et fati che non sentiamo più lamenta di questo. Mediolani,xv septembris 1450. Cichus. 372 FRANCESCO SFORZA ESPRIME AL VESCOVO DI TORTONA LA PROPRIA SODDISFAZIONE PER L’ASSEGNAZIOE DEL PREVOSTATO DI SPAROVARIA AL PRETE GUGLIELMO DA MALINDO, SUDDITO SFORZESCO, CONTRASTANDO QUANTI NEGANO LA GIURISDIZIONE SFORZESCA DELLA LOCALITÀ 1450 sttembre 16, Milano. 145r Episcopo Terdonensi. Havemo facto vedere una collacione per la vostra paternità alias facta al venerabile prete Gulielmo da Malindo dela terra nostra de Sale, el quale havemo accepto asay del prevostato de Sparovaria, et piacene dela dicta collacione, maxime intendendo nuy li gentili homini conti essere contenti; et perché intendimo al dicto prete Gulielmo fi dato impazo nel dicto beneficio per altre persone non subdite al dominio nostro, quale etiamdio pare vogliano dire el loco de Sparovaria non essere de nostro dominio et de nostra iurisdicione, confortamo la vostra Reverencia al dovere conservare la dicta collacione al dicto prete Gulielmo et doveti asay credere non siamo contenti ne sia gitati in questione li lochi nostri, anzi havemo a caro, ceteris paribus, et potendose fare cum rasone, como in questo caso, li benefici rimangano infra li subditi del dominio nostro et 160 non in li forasteri, li quali non hanno cum nuy a fare. Et sopra ciò de quanto hareti exequito saremo contenti havere vostra resposta. Mediolani, die xvi septembris 1450. Iohannes de Ulesis. 373 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIORGIO VENTURINO DI RESTITUIRE TUTTI GLI OGGETTI DI CULTO DELLE CHIESE DELLE QUALI GUGLIELMO DA MALINDO È TITOLARE 1450 settembre 16, Milano. Georgio Venturino. Ve vogliamo olsare confortare che al venerabile prete Gulielmo da Malindo, preposito dela chiesa de San Marciano de Sparovaria et de Sancta Maria de Candio, dilecto nostro, vogliati dare et restituire le fine paramenti, calici et tute altre cose dele dicte giesie, altramente non vedemo poter fare de manco che cum honore nostro non li provediamo. Mediolani, die suprascripta. Iohannes de Ulesis. 374 FRANCESCO SFORZA EPRIME MERAVIGLIA CHE I CONTI DI SPAROVARIA NON GLI ABBIANO MAI FATTO PAROLA DEL TENTATIVO DI USURPAZIONE DELLA GIURISDIZIONE SFORZESCA SU SPAROVARIA E COMUNICA LA NOMINA DI GUGLIEMO DA MALINDO AL BENEFICIO LOCALE DI S. MARCIANO E A QUELLO DI S. MARIA DI CANDIA 1450 settembre 16, Milano. Comitibus Sparovarie. Ne maravigliamo alquanto se cerchi per alcuni usurpare la iurisdicione nostra del loco de Sparovaria e non manco ne maravigliamo de vuy, che may non ce ne habiati facto aviso. Pertanto ve dicemo che del beneficio de Sancto Marciano da Sparovaria et de Sancta Maria de Candio haremo a caro, in quanto la presentacione spectase ad vuy, debiati metre omni vostra cura et dilligencia che elle rimangano in mane de prete Gulielmo da Malindo, subdito nostro, alo qual una fiata, secundo intendimo, sonno state iuridicamente conferite, ch’a in gente aliene et che non sapiano che se siamo. Mediolani, die suprascripta. Iohannes de Ulesis. 375 FRANCESCO SFORZA DESIGNA LUIGI GARELO A CAVALLARO DELLA POSTA DI ALESSANDRIA IN LUOGO DEL DEFUNTO SUO PADRE 1450 settembre 16, Milano. 145v Dilectis nostris magistris intratarum nostrarum ducalium et collateralibus nostris generali bus. Dilecti nostri, periit die primo presentis mensis Iacobinus Garelus de Alexandria, qui curie nostre caballarius erat ad postam ipsam Alexandrie; bonam igitur habentes informationem de Aluisio, filio suo et eius sufitientia, ipsum sui loco deputamus et constituimus cum stipendio quod ipse Iacobinus habebat, comitentes vobis et volentes quod, facta scriptione opportuna, sibi de dicto 161 stipendio mensuatim ordinatis temporibus responderi faciatis, incipiendo die predicto primo presentis, quondam ipse continue servivit. Data Mediolani, die xvi septembris MCCCCL, signata Cichus. 376 ORDINE CHE SI FACCIA GIUDIZIO SOMMARIO CONTRO I DEBITORI DEI FIGLI DEL FU GIOVANNOLO DETTO VARENE 1450 sttembre 16, Milano. Antonio Porro, capitaneo lacus Cumarum. Quod ministret ius summarium et expeditum ad instantiam filiorum quondam Iohannoli dicti Varene de Pino contra quoscumque suos veros debitores Mediolani, die xvi septembris 1450. Iohannes. 377 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE A FIORAVANTE DA POSA SI CONCEDA PER UN MESE QUANTO GLI SI È DATO NEL PASSATO 1450 STTEMBRE 17, MILANO Capitaneo nostro comitatus Papie. Deliberamo et volemo che a Fioravante da Posa, nostro conductero per si et per li suoi, faci provedere per uno mese avenire de quello se contene per l’ordini nostri e como è facto per lo passato. Mediolani, die xvii septembris 1450. Cichus. 378 FRANCESCO SFORZA, DELUSO DEL SUO INSUCCESSO COME PRONUBO, MINACCIA AD AGNESINA LE SUE REAZIONI QUALORA ANDASSE A NOZZE CON PERSONA DIVERSA DA QUELLA DA LUI PATROCINATA 1450 settembre 16, Milano. Agnesine de Castroleone. Altre volte ve scripsemo ch’el ne saria stato et haveressemo caro che ve volesti maritare a Dominico da Padoa, nostro squadrero, et credevamo ch’el dicto matrimonio fose facto como quello saria metuto bene a l’una parte et a l’altra, ma intendiamo el contrario et che vuy diceti non volerve maritare ad alcuna persona. Pertanto ve dicemo così che, se vuy non ve voleti maritare may, non volemo già essere quello che ve faciamo maritare per forza, ma vi avissamo etiamdio che, se ve maritareti ad altra persona che a luy, l’haveremo molesto et ve monstraremo che haverite facto male a non compiacere et al desiderio et piacere nostro. Mediolani, die xvi septembris 1450. Cichus. 162 379 FRANCESCO SFORZA , IN SEGUITO ALLE LAMENTELE DEGLI UOMINI D’ARME DEL CONTE GAPARE DA VIMERCATE, ORDINA CHE VENGA DATO STRAME E FIENO PER I CAVALLI NONCHÉ LA RATA MENSILE DI FRUMENTO AI SOLDATI OLTRE A DEL VINO 1450 settembre 16, Milano. 146r Locuntenenti et potestati Alexandrie. Qua sonno venuti una frocta de homeni d’arme de quelli del spectabile conte Gasparro da Vimer cato, quali sonno querelati che non possono havere né grano né strame né cosa alcuna: che siando così, ne miravigliamo et rincrescene. Pertanto volimo che, recevuta questa, debiate dare tal forma et ordini che dicti soldati habiano la rata sua per uno mese del frumento, secondo l’ordine vi è stato dato et fateli dare per li cavalli loro strame, cioè per le due parte paglia et la ter za parte feno, et similiter vogliate operare et interponervi che habiano del vino per uso loro, perché lo prefato conte Gasparro lo pagarà luy et faralo pagare a qualuncha deli soi che havira no havuto del vino prima se partano de là; et cossì possite vuy promettere alli homini ch’el vino darano alli compagni et soldati del prefato conte Gasparre gli serà realmente et cum effecto pagato. Et circa le predicte cose date tale forma et modo che siano exequite et che non habiamo ad rescrivere più de ciò, intendendo tamen che per li cavalli de casa del conte Gasparre sia dato tucto fieno et niente. Et miravigliamone ch’el potestà del Castellazo non ha exequito quanto li habiamo scripto sopra zò, et vogliati admonire però li villani che non vogliano essere sì bruschi et usare parole stranie, et che si vogliano portare modestamente con loro per modo non habia ad succedere inconveniente alcuno. Mediolani die xvi septembris 1450. Iohannes de Ulesis. 380 ORDINE CHE SI CONCEDA A COLELLA DI NAPOLI E A GIOVANNI PICCININO DI PARLARE CON GASPARE DE PIGLIO 1450 settembre 16, Milano. Domino Galeoto capitaneo iusticie. Quod permittat loqui domino Gaspari de Piglio per Colellam de Neapoli dominum de Parma et Iohannem Picininum de Caravagio. Data Mediolani, die xvi septembris 1450. Iohannes. 381 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL COMMISSARIO DI OLEGGIO E AL CAPITANO DEL SEPRIO DI ACCERTARE SE I SOTTOPOSTI DEL VISCONTI SIANO OLTREMODO OPPRESSI DA CARICHI DI ALLOGGIAMENTI E, SE COSÌ CONSTA, DI ALLEGGERIRLO DI TALI ONERI 1450 settembre 15, Milano. Domino Baptista de Burgo, commissario Olegii, et capitaneo Seprii. El spectabel cavalero misser Gasparino Vesconte nostro dilecto se grava che li homini deli lochi suoy, quali teni, sono troppo gravati de logiamenti de cavalli et vorria li facessimo reduere al dovere; parendone adonca la richesta sua iusta et digna de provisione, ve cometiamo et volimo 163 ve informati de questo e, trovando essere così como luy dice, provediati che li suoi homini et lochi non siano gravati più de l’altri, nì ultra del dovere. Mediolani, xv septembris 1450 Cichus. 382 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI DIA VINO ALLA COMPAGNIA DI SAGRAMORO VISCONTI 1450 settembre 15, Milano.. Potestati Castrileonis. Fin a tanto potrimo meglio far provissione ala compagnia del spectabile cavallero misser Sagra moro Vesconte, logiate in quella nostra terra, deliberamo et volemo che ultra quello se gli ha a dare segondo gli ordini nostri, gli faci provedere del vino sopra l’arme et pegni suoy. Mediolani,die xv septembris 1450. Cichus 383 FRANCESCO SFORZA MANIFESTA IL DESIDERIO CHE CERTA AGNESINA SI SPOSI CON UN SUO SQUADRERIO 1450 settembre 15, Milano. 146r Potestati Castrileonis. El spectabile cavalero misser Sagramoro Vesconte te informarà como nostro desiderio saria che una Agnesina se maritasse cum Domonico da Padoa, nostro squadrero et a ciò che questo facto più tosto se meta ad effecto, pertanto volimo che in quele cose ch’el dirà gli daghi piena fede. Mediolani, xv septembris 1450. Cichus. 384 FRANCESCO SFORZA INTERVIENE PRESSO IL REFERENDARIO DI PIACENZA PERCHÉ A GIOVANNI DALLA NOCE SIA DATA L’ASSEGNAZIONE CHE GLI COMPETE 1450 settembre 16, Milano. Referendario Placencie. Se lamenta el spectabile cavallero misser Zohanne dala Noce, nostro conductero, che fin al presente dì non ha possuto conseguire quelli denari resta havere de l’assignacione factali in quella nostra cità, nonobstante che li habia solicitati et procurati continuamenti, immo per con secucione d’essi dice havere facte de grande spese de usura et d’altro; pertanto maraviglian dose de questa tua negligencia e siandone malcontenti, te cometiamo de novo et volemo che, usando circa de ciò maior dilligencia, che non hai facto per lo passato, omnino provedi che subi to sia satisfacto lui, o chi ordinarà, de tuto quello resta ad havere per casone dela dicta assignacione. E in questo non intervenga falo. Data Mediolani, xvi septembris 1450. Cichus. 164 385 FRANCESCO SFORZA INTERVIENE PRESSO IL PODESTÀ E IL COMMISSARIO DI COMO PERCHÉ AL GIUDICE DELLE STRADE NON SI RITARDI OLTRE IL PAGAMENTO DEL SALARIO 1450 settembre 16, Milano.. Commissario et potestati Cumarum. Benché la consuetudine cossì deli homini de laco come del resto del vescovato di Como sia de pagare el salario del zudexe dele strade de quella città a kalende de augusto per tucto l’anno, nondimeno Zohanne Adulberto de Pellegrini se lamenta che fine al presente dì non ha possuto consequire el debito suo, imo è menato per dilatione in suo granve preiudicio. Pertanto vi commectiamo et volimo che provediati el deto Zohanne zudexe sia satisfacto integramente de quello deve havere per casone del dicto salario in modo non habia iusta casone de lamentarsi. Mediolani, die xvi septembris 1450. Cichus. 386 FRANCESCO SFORZA INTERVIENE PERCHÉ A GIORGINO PIEMONTESE VENGA RESTITUITO QUANTO RUBATOGLI 1450 settembre 16, Milano. Michaeli de Pedemonte. Ch’el tegna modo che Baptista et fante Aguzo restituiscano quatro cavalli et altre cose hanno menato via a Georgino de Pemonte, quali gli hanno menato via; et in questo farà cosa grata al signore. Mediolani, die xvi septembris 1450. Iohannes de Ulesis. 387 FRANCESCO SFORZA ORDINA AI CONSIGLIERI SEGRETI DI PRENDERE I PROVVEDIMENTI RITENUTI DOVEROSI PERCHÈ I SUDDITI DI DONNA ISABETTA E DEL COGNATO STEFANINO MERIGGIA PRESTINO QUEGLI ATTI DI OBBEDIENZA E FEDELTÀ DA LORO DOVUTI 1450 settembre 16, Milano. 147 Dominis de Consiglio Secreto. Supplicatum nobis extitit velimus et scribere et mandare litteris nostris hominibus locorum Cusu gni et Ugnasche, subditis domine Isabete de Vicecomitibus et Stefanini Morigie eius cognati, qua tenus debeant ipsis domine Isabete et Stefanino quam iam annis septem lapsis consueverunt prestare fidelitatem et obedienciam, prout apparet ex privilegiis ipsis domine Isabete et Stefani no per illustrem quondam dominum ducem concessis et etiam postea per nos concessis ; quare volumus et vobis per presentem comitimus quatenus in hac re debitas assu matis informa ciones et deinde que vobis videbuntur iustas et honeste faciatis provisione, nobis tamen rescri bendo quicquid hoc in facto per vos gestum extiterit. Mediolani, xvi septembris 1450. Cichus. 165 388 FRANCESCO SFORZA,PUR DOPO AVER INTESO I LORO AMBASCIATORI, RICONFERMA AI COMUNI E UOMINI DELLA VAL SESIA LA NECESSITÀ DEL LORO CONTRIBUTO DI DUECENTO DUCATI 1450 settembre 16, Milano. Communibus et hominibus Vallis Sicide. Sonno stati da nuy li vostri ambasatori, qualli havimo veduti volentera, et ne hanno referto alcune cose per parte vostra et ultra ciò dato in scripto quanto potrite vedere per le introcluse, le quale tutte cose intese, dicemo che non siamo mancho malcontenti che vuy che ce bisogna richederne et darne carrico alcuno, e siate certissimi che non lo facimo volentera ma, attento el nostro biso gno, non havimo potuto fare che, asieme cum l’altri nostri servitori, non ve habiamo richesto quel lo subsidio deli ducento ducati el qual è bisogno habiamo da vuy, ma dative bona voglia che, mediante la gratia de Dio et questo subsidio, che ne fa universalmente tutti li nostri subditi, le cose nostre passaranno totalmente che per l’avenire non haverimo cagione darvi simili carichi, anci goderiti et reposariti in modo che, se per lo passato haveriti supportato dele spese, tanto manco ne supportareti per l’avenire. Fati adoncha che, senza veruna excepcione, habiamo li dicti ducati ducento infra quindeci dì o, al più tardo, sin a vinti; e non manchi per quanto haviti cara la gratia nostra. Mediolani, die xvi septembris 1450. Cichus. 389 FRANCESCO SFORZA COMUNICA DI AVER NOMINATO PIETRO DI SANT’ANGELO CAVALLARO ALLA POSTA DI PAVIA LICENZIANDO PER INEFFICIENZA I FRATELLI DOSSO E IL COMMISSARIO DEI CAVALLARI [1450] settembre12, Milano. 147v Referendario Papie et Gracino de Piscarolo. Dilecti nostri, havemo tolto in nostro cavallaro Petro de Sancto Angelo cum una cavalcatura per stare a quella posta de Pavia. Volimo duncha lo fatiati scrivere secondo li ordini et respondergli de quello salario che hanno li altri nostri cavallari, incommenzando a dì xv del presente, et al presente gli fatiati dare ducati vii per due page per comprare una cavalcatura, et da poy reteniteli a poco a poco sopra la provisione sua, et revocamo quilli erano denanzo, zoè Dosso cum lo fratello et lo commissario cavallari, perché non serveno bene; lassamo Zohanne Rampino cum due cavalle. Data Mediolani, die xii septembris. Cichus. 390 ORDINE A BOLOGNINO DI FARSI DARE DA UN CERTO GALEAZZO DA FORLÌ LE SCRITTURE POSSEDUTE DA UN TESORIERE PAVESE PER POI, TRASMETTERLE AL DUCA 1450 settembre 16, Milano. Bolognino. Quod inveniat quondam Galeaz de Forlì et quod ab eo sibi dari faciat omnia illa instrumenta omnesque processus et escripturas, quas habet de certo thexaurario Papiensi; et omnes illas scripturas hibitas per unum cavalarium Binaschi mittat uno ex cavalariis poste, qui inde ad nos portet Domino. Mediolani, die xvi septembris 1450. Cichus. 166 391 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE CERTI UOMINI D’ARME VENGANO PAGATI CON FONDI CLERICALI E CHE LE TRECENTO MOGGIA DI FRUMENTO DESTINATI AL CASTELLO DI PAVIA VENGANO DIROTTATI A LODI 1450 settembre 17, Milano. Ser Andrea de Fulgineo. Havimo ricevuta vostra litera et inteso quanto ne scriveti dela expedicione de quelli homini d’arme, dicemo che semo contenti che li spaci deli denari, che pagarano li preti, et spazali subito. Ceterum nuy non volimo che ne mandi quelle 300 moza de frumento a Pavia, quale volimo per lo castello per respecto alla peste, ma vogli subito mandarlo ad Lodi e far che sia consegnato a Martino da Tresina, et attendi ad exigere lo resto de quello frumento. Mediolani, die xvii septembris 1450 Iohannes de Ulesis. 392 FRANCESCO SFORZA RACCOMANDA AL DUCA DI SAVOIA IL MILANESE GUIDETTO E CHIEDE CHE AL CASTELLANO DI AVIGLIANA, OVE IL GUIDETTO ABITA, SI ABBIA UN CERTO RIGUARDO NEI SUOI CONFRONTI 1450 settembre 17, Milano. Domino Duci Sabaudie. Perchè se rendiamo certi che, per la benivolencia et fraternitate è fra la vostra signoria e nuy averesti sempre. Reguardati et per recomandati qualunche citadini subditi et servitori nostri, nientedimeno ex abundantia per amore portiamo verso el nobile Guideto da Cusano, fratello de Azino et Galdino, citadini milanesi et sevitori nostri devotissimi, se siamo mosti a recomandare ad ad essa vostra signoria el dicto Guideto: et così preghiamo la signoria vostra per nostro respecto gli haverli per recomandati et favorirli in omni cosa recorerano ad essa vostra signoria, et anche piaza ala vostra signoria inclinarse, per li respecti predicti, recomandare alo egregio castalano vostro de Vigliana, ove el dicto Guideto habita da lungo tempo, per forma ch’esso castellano intenda che ogni bono tractamento farà verso el dicto Guideto a nuy sarà accepto et gratissimo: nel che, ultra che fareti cosa digna d’essa vostra signoria, ne compiacerà grande mente essa vostra signoria, per la qual siamo apparigiati, et cetera. Mediolani, xvii septembris 1450. Cichus. 393 FRANCESCO SFORZA, SU ISTANZA DEI RETTORI DI BERGAMO, IMPONE AL PODESTÀ DI PAVIA CHE DISPONGA CHE IL BERGAMASCO PIETRO VENGA SODDISFATTO DI QUANTO RICHIEDE DA NOLO PER UN CAVALLO E CONNESSE PRESTAZIONI 1450 settembre 17, Milano. 148r Potestati Papie. Dilecte noster, li rectori de Pergamo ne hanno scripto la lettera inclusa ala presente in favore de Petro, suo subdito exhibitore dela presente, per caxone de uno cavallo prestato a Nolo Egozo, come per lo tenore d’essa intenderai. Et perché nostra intentione è che ali subditi dela illustris sima signoria de Venesia sia facto raxone non manchi che alli nostri, te commectiamo et volimo 167 che, ad in stantia del dicto Pietro, face raxone summaria et expedita contra el dicto Nolo et gli facci satisfare cossì del pretio del cavallo come dela vitura, trovando essere cossì come se con tene nela dicta lettera. Et spazi questa cosa senza dilazione alchuna, perchè, essendo forestero, non volimo sia menato in longo. Mediolani,die xvii septembris 1450. Cichus. 394 PERMESSO A GRACINO DI UN COLLOQUIO CON IL MARCHESE DI COTRONE, RINCHIUSO NEL CASTELLO DI PAVIA 1450 settembre 17, Milano. Scriptum fuit Bolognino de Attendolis quod permitteret entrare in castrum Papie spectabilem dominum Gracinum, militem nostrum, et aloqui cum domino marchione de Cotrono ad sue libitum voluntatis, et cetera. Data Mediolani, die xvii septembris 1450. 395 FRANCESCO SFORZA CONCEDE AL CASTELLANO DI BELLINZONA DI PORTARSI DA LUI PURCHÈ LASCI A CUSTODIA I SUOI TRE FIGLI 1450 settembre 17, Milano. Iohanni de Landriano, castellano castri magni Berinzone. Dilecte noster, contentamur quod a custodia, cui prees, te discentare possis et venire ad nos, dimissis tamen loco tui tribus filiis tuis per mensem unum, et cetera. Data ut supra. Cichus. 396 ORDINE A DEFENDINO DI RESTITUIRE “ VEGECES” POSSEDUTE 1450 settembre 17, Milano. Iohanni Cristiano. Quod restituat Defendino vegeces quas habet, sicuti Dominus ordinavit. Data ut supra. Iohannes. 397 FRANCESCO SFORZA INFORNA IL CONTE RUSCA CHE I DAZIERI DI LOCARNO ESIGONO CHE SI PAGHI L’INTERO DAZIO, ANZICHÉ UN TERZO, PER LE VETTOVAGLIE DESTINATE AL CASTELLO DI BELLINZONA 1450 settembre 17, Milano. 148v Comiti Franchino Rusche. Dilecte noster, n’è facta lamenta per parte de Zohanne da Landriano, castellano da Berinzona, che per le victualie et robbe, qual fa conduere da Arona alo dicto castello, volle essere astricto per li tuoi da Locarno a pagare interamente el dacio, nonobstante che al tempo delo illustre quon dam signore passato pagasse solamente el terzo; et quantoncha crediamo non sia de mente toa 168 che al dicto castellano nì ad altri sia innovata alcuna cossa contro l’ussato, nondimeno, perché forsi non ne hay notcia alcuna, te ne havemo vogliuto avisare et te confortiamo vogli provedere et ordinare che in le cosse, quale farà conduere el castellano ala sua forteza, non sia gravato ultra el dovere et l’usanza del passato. Mediolani, die xvii septermbris 1450. Cichus. 398 FRANCESCO SFORZA ORDINA AI MARCHESI DI DARE ALLO SQUADRERIO E AI SUOI UOMINI QUANTO LORO IMPOSTO 1450 settembre 18, Milano. Marchionibus Galigliassi. Innocentio Rozone, nostro squatrero, se lamenta che alcuni di voy marchesi, quali site absenti, recusati de farli el devere de quello ordinassemo altre volte dovesse havere per lui et per li soi; del che miravigliandone, vi carichamo et volimo omnino gli provedati de quello fu ordinato et gli fazati etiamdio provedere da quelli sonno absenti per la rata soa, et immo non ne habiamo più querela. Mediolani, xviii septembris 1450. Cichus. 399 FRANCESCO SFORZA ORDINA, SU PETIZIONE DEGLI UOMINI DI MOZZANICA, CHE NON VI SI MANDINO OFFICIALI E, CONSEGUENTEMENTE , SI RESTITUISCA A LUCHINO BOTTO QUANTO VERSATO PER L’INCANTO 1450 settembre 18, Milano. Vicereferendario et thesaurario Cremone. Dilecti nostri, li homini da Mozaniga ne hanno supplicato che non vogliano per adesso mandarli officiali in quella terra, attenta la povertà loro per li tempi passati. Pertanto volimo et ve dicemo per questa debbiati restituire li suoi dinari ad Luchino Botto, quali aveva incantato, perché non volimo gli vada officiale alcuno per adesso; et perché fino qui nuy li havemo pagato quello offitiale è stato a Mozanega, secondo fu ordinato per ser Antonio, ve declaramo che nostra intentione è de non pagare più cosa alcuna per dicto offitiale. Data Mediolani, die xviii septembris 1450. Cichus. 169 400 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SIANO DATI AD ANTONIO MAGNO CINQUANTA DUCATI D’ORO PER IL CORABIO PRESO DA LUI 1450 settembre 17, Milano. 149r Regolatori et magistris intratarum. Perché nuy havemo facto pigliare da Antonio Magno uno suo corabio, qual aveva et lo quale intendemo operare in quelle parte de Como, pertanto vogliati fare scrivere a Como che al dicto Antonio Magno, per pagamento del dicto carabio, sia resposto de ducati d’oro cinquanta, zioè ducati 50 sopra quelle nostre intrate de quella nostra cità de Como overo sopra la composicione di lacuale, per modo sia satisfacto cum effecto deli dicti ducati 50. Mediolani, die xvii septembris 1450. Cichus. 401 FRANCESCO SFORZA DISPONE CHE NON VENGA TOCCATO NULLA DI QUANTO LASCIATO A PIACENZA DA SCEVA DE CURTE, GIÀ PODESTÀ DELLA CITTÀ. SE, A SUA RICHIESTA, EGLI VORRÀ ESSERE SINADACATO CON I SUOI, IL DUCA COSTITUIRÀ GIUDICE IL LUOGOTENENTE 1450 settembre 18, Milano.. Locumtenti Placencie. Volimo prendiati carico de non lassar far novitate alcuna ale cose dal spectabile doctore dilecto nostro misser Sceva de Curte, olim lì potestate, le quale ha lassate lì per fin a tanto quella cità sarà desbandezata et che ello possa venire securamente e, se fosi facta, sia revocata et ritor nato omni cosa a loco; et poi voriamo, a sua richesta, che lui et la corte sua sia legitimamente sindicata, et così faciti: li suoi officiali sonno lì ex nunc dagano le debite segurtate et, se al tempo porrà venire lì misser Sceva, sarà chi pretenda havere cosa alcuna da lui, alhora ve commetemo siati iudice ad intendere lo vero e faciati rasone sumaria a chi l’haverà. Data Mediolani, die xviii septembris 1450. Iohannes de Ulesis. 402 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIOVANNI DELLA NOCE E A DONNINO DI PARMA DI DECIDERE SECONDO IL RITO MILITARE CIRCA LE RICHIESTE DI DENARO CHE PIETRO DE LUNA PRETENDE DALLA GENTE D’ARME AGLI ORDINI DEL PADRE. 1450 settembre 18, Milano. Domino Iohanni dela Nuce et Donnino de Parma. Secundo che a noi è significato, se pretende devere havere il nobile Pietro da Luna una bona et notevole quantità de denari da quelle nostre gente d’arme, che militavano et erano sotto el gover no del spectabile condam Iacomo da Luna suo padre, et dice havere esso Pietro tal credito per denari et robbe hanno havuto esse gente per lor sustentamente, ultra il saldo li davamo noi. Domandando aduncha Pietro predicto gli sia facto ragione, confidendoci noi in la vostra equani mità, dricteza et peritia nel facto de l’arme, volimo et vi commectiamo che, havute le parte et inte se bene et diligentemente le ragione d’esse, cognoscate et terminate la causa segondo vi parirà convenire alla ragione, procedendo in essa causa segondo el stilo et usanza militare, confortan 170 dove, benché credimo non bisognare, che procedate talmente che veruna dele parte non habia legitima cagione de lamentarse. Data Mediolani, die xviii septembris 1450. Cichus. 403 SI ORDINA A GIACOMO BOLOGNINO DI PROVVEDERE A SCARAMUZZA DA CREMA ALLOGGIO A SANT’ANGELO PER TRE CAVALLI E ALTRETTANTI UOMINI, DANDO A QUELLI STRAME E A QUESTI DUE STAIA MENSILI DI FRUMENTO 1450 settembre 18, Milano 149v Iacobo Bolognini. Quod provideat Scaramucie de Crema in Sancto Angello de logiamento pro equis tribus et toti dem buchis et faciat ei dare pro equis stramina et pro qualibet buca viva ex predictis tribus staria duo frumenti in mense ad mensuram Laudensem. Mediolani, die xviii septembris 1450. Iohannes. 404 FRANCESCO SFORZA CHIEDE AD ANDREA DE OLIVIS IL PRESTITO DI CENTOCINQUANTA DUCATI D’ORO 1450 settembre 18, Milano. Andrea de Olivis. Havendote sempre cognosciuto prompto et caldo in li nostri servicii, ne pare poderte richedere cum fiducia in le cosse occorrente; pertanto, essendone necessarii de presenti alcuni dinari per uno nostro strecto bisogno te confortiamo et carichiamo ne vogli sovenire de ducati centocin quanta d’oro et numerarli ad Antonio Trecho, nostro thexaurero lì, certificandote che l’haveremo gratissimo et prometiamo fartelli restituire subito. Et così per vigore dela presente te assignamo li dicti centocinquanta ducati sopra li primi dinari de l’intrate nostre de quella cità del mese de mar zo proximo avenire fin a l’integra satisfacione tua. Mediolani, die xviii septembris 1450. Franciscus Sfortia manu propria. Cichus. In simili forma scriptum fuit Fustino de Fustignonibus. Franciscusfortia manu propria. Cichus. 405 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI CONSENTA AGLI UOMINI DI MOZZANICA DI CONDURVI LIBERAMENTE TRENTA MOGGIA DI FRUMENTO PER USO DEL LORO MULINO E PER LA SEMINA 1450 settembre 18, Milano Capitaneo districtus Cremone. Quod permittat homines de Mozaniga ex territorio Cremonensi conducere ad locum Mozanighe modia treginta frumenti pro usu eorum pistrini et pro semenando libere sine aliqua condicione modo pena et pluribus vicibus, prout melius poterint, usque quo conduxerint dictam quantitatem, advertendo tamen qod maiorem non conducant quantitatem. Mediolani, die xviii septembris 1450. Cichus. 171 406 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIOVANNI DA MILESIO DI RIPORTARE IN MONASTERO IL FIGLIOLO, GIÀ PROFESSO MONACO, CHE EGLI AVEVA CONSENTITO NE USCISSE 1450 settembre 18, Milano. 150r Iohanni de Milexo de loco Lexie Lacus Maioris. Havemo inteso non cum poca admiratione che siando già ser Martino, tuo figliolo, monaco pro fesso del monastero dela Certosa de Pavia, hai non solamente consentito che uscisca del mona sterio, ma che torni a l’habito et vita mundana, cosa nefanda et vergognosa al mundo, contra la lege divina, contra bon costume et ogni exempio a chi havesse voglia de vivere bene et spiritual mente. Et perchè questa cosa partoriria grandissimo scandalo perché, siando lui continue in excommunicatione, tu anchora et qualuncha li parli cade in scommunicatione, ad ciò che tu non sii casone de tanto male che dispiaza a Dio e al mundo, te confortiamo et caricamo che subito conduchi in persona el dicto miser Martino tuo figliolo al dicto monasterio, al quale già è dedito et obligato; ma si poi poterai impetrari per bolle papale dispensa sopra ciò, serimo contenti se exequisca la ordinatione e voluntà del Sancto Padre, ma in questo mezo volimo che senza alcuna exceptione tu lo conduchi al dicto monasterio. Mediolani, xviii septembris 1450. Cichus. 407 LDESTRIFRANCESCO SORZA ASSICURA IL CAPITANO DELLA CITTADELLA DI NOVARA CHE RICHIAMERÀ PRESSO DI LUI IL PROVISIONATO GIACOMO ALBANESE PER QUANTO HA FATTO A SUO DANNO E VUOLE CHE RICHIAMI I PROVISIONATI PER I FURTI DI UVA E ALTRI LORO MA 1450 settembre 18, Milano. Capitaneo citadelle Novarie. Veduto quello ne scrive de l’acto deshonesto ussato conta de te per Iacomo Albaneso nostro provisionato, n’è parso meglio scrivere et così scrivemo per l’aligata al dicto Iacomo che venga da nuy et, venendo esso, li providerimo como ne parirà. Et perché havemo speso lamenta dele deshonestate usano li nostri provvisionati in robare le uge et fare deli altri mali; et pur novamente quella nostra comunità ne ha scripto circa de ciò, volemo li amonischi et provedi che vivano hone stamente, cessando le robarie et noi non habiamo de loro altro rechiamo. De che te carichiamo quanto savemo et possemo. Mediolani, die xviii septembris 1450. Cichus. 408 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI NOVARA E AL COMMISSARIO DI OLEGGIO DI DISTRIBUIRE EQUAMENTE NELLE VARIE LOCALITÀ LA GENTE D’ARME 1450 settembre 18, Milano. Potestati Novarie et comissario Olegii. Fanno continuamente le zente d’arme nostre in le terre ove sonno logiate et etiamdio dela inequalità quale s’è observata nel logiare dele dicte zente et n’è suplicato vogliamo provedere ale predicte cosse, et perché ne pare bene ad provederli per ogni respecto, ve commetiamo et volemo compartiati le dicte zente in modo se observi equalità, et che neuno loco habia casone. 172 Per parte de quella nostra comunità n’è facto lamenta per scripto et a boca dele grande estor sione, qualli one de lamentarse de essere più gravato de l’altro et ultra el dovere; et ulterius provedati che, dando li subditi nostri ale dicte zente logiamento, strame et doa stara de frumento ala mesura milanese ogni mese per boca viva cum el suo sacramento, non sia molestati più oltra. Et per execucione de questa nostra voluntà ve carichiamo ve intendiati bene insieme. Havemo ben caro che, bisognando alle dicte zente d’arme vino o altro, ne gle ne sia dato a credenza sopra li pigni suoi. Mediolani, die xviii septembris 1450. Cichus. 409 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CAPITANO E ALLA COMUNITÀ DI MONZA DI CONSEGNARE A RIZZARDO DI AVIGNONE DUE CARRI CON UOMINI E VETTOVAGLIE E ALTRE COSE NECESSARIE PER CINQUE O SEI GIORNI PER LA COSTRUZIONE DEL CASTELLO DI PORTA GIOVIA. UN CARRO SINGOLO DI ALTRE LOCALITÀ DEVONO ESSERE CONSEGNATI AD ALTRI INCARICATI 1450 settembre 19, Milano. 150v Capitaneo Modoecie ac communitati ibidem. Quod pro expedicione Castri Porte Iovis mittere debeant hic ad castrum predictum et consignare Rizardo de Avignone, ducali familiari presencium latori, carra duo fulcita hominibus victualiis et aliis necessariis pro quinque aut sex diebus. Data Mediolani, die xviiii septembris 1450. In simili forma potestati ac communitati Abiatis pro carris duobus. In simili forma potestati ac communitati Rosate pro caris duobus. Nicolaus de Signore. Carrum 1 pro qualibet Carrum 1 similiter potestati et communitati Binaschi potestati et communitati Lactarelle potestati et communitati Siciani plebs Locate Locate Carpiani Carrum 1 Landriani Videgulfi Carrum 1 Basicapetri Iohannes de Mediolano Galupus parente fameglio Boldrinus caballarius 173 Iacobus de Roma 410 FRANCESCO SFORZA INVITA IL CARDINALE BENEVENTANO A PATROCINARE IL BENEFICIO DELL’ABBAZIA DI SAN CELSO PER GABRIELE MAINO 1450 settembre 18, Milano. Cardinali Beniventano. Havemo ricevuta vostra littera et inteso quanto la signoria vostra scrive circa alla richesta et supplicacione havemo facta ala Santità de nostro Signore per fare conferire l’abbacia de Sancto Celso a Gabrielo del Mayno, affino nostro et dela illustre nostra consorte madona Biancha, dela risposta scrivite havere facta la prefata Santità quale dice per informacione ha havuta tanto del beneficio, devocione et sito suo, quanto dela condicione del dicto don Gabriello preferito, non li pare de farlo in consiencia sua, perché dice dicto don Gabriello essere molto giovene per rispecto alla qualitate, condicione, devocione et sito del locho, et per lo concorso che ha, et cetera. De che respondemo ale parte: et prima, alla parte dela observancia, sito et devocione del locho, dicemo che è vero ch’el loco porta el nome de observancia et devocione, ma nelli effecti non è de tanta observancia quanto fi dicto, et questo è per non havere fermo et continuo superiore, et è preso la mura dela citade, loco importantissimo; ma ala seconda parte del dicto Gabriel, dicemo che la informacione data alla Santità de nostro Signore è stata data per persone che hanno parlato più a voluntà che a raxone, perché lo dicto don 151r Gabriello è de quello ordine, ma non de quella regula, lo quale è de etade de anni circa xxxiiii et è docto, idoneo, continente et virtuoso et digno et capace del dicto beneficio. Et ad verificacione de questo, dicemo dicemo che receveremo in singular piacere et contentamento che la Santità de nostro Signore mandi ad havere informacione dal canto de qua in questa citade, dove esso don Gabriello è noto dela condicione, etate et suficiencia sua, prima per respecto nostro, ad ciò che parà non scrivamo cussì facilmente per ogniuno che non sapiamo come et per non perdere el credito. Che quando la Santità de nostro Signore credesse ad tale informacione non vere, per ogniuno che li scrivesemo staria in ambiguo, credendo fose inganata la consciencia sua; et poy pariria ad altri fossemo in poco precio cum la Santità de nostro Signore quando per uno modo idoneo non potessemo obtenere uno simile beneficio. Et perché semo certi la prefata Santità ha mosto tal parlare per sinistra et non vera informacione havuta, pregamo la signoria vostra voglia instare cum la prefata Sanctità che se digni de conferire la dicta abbacia al prefato don Gabriel dal qual sarà optima mente recta et governata. Et quando pur avesse in ciò dubietade, semo contentissimi che mandi chi li pare dal canto de qua ad informarse dela condicione sua, perché non dubitamo che, se la prefata Santità soa solummodo lo vedese senza altro examine, gli concederia molto più degno beneficio de quello. Piacevi operare per omni modo che habia locho, perché, non avendo loco et siando affine et idoneo, como è, ne cederia ad mancamento asay, como doveti pensare, et attento maxime che in quello loco, respecto al sito, bisogna li sia persona dela qual ne possiamo pigliare confidencia et che sia fidatissimo. Mediolani, die xviii septembris 1450. Iohannes de Ulesis. 174 411 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CAPITANO DELLA MARTESANA DI CONVOCARE GIOVANNI DA MEDOLATO PERCHÉ DIA AD ANTONIO DA COMO QUANTO GLI SPETTA PER UN PANNO AFFIDATOGLI 1450 settembre 18, Milano Capitaneo Martesane. Volimo che habiati denanzi a voy Zohanne da Medolato ad instantia de Antonio da Como, homo d’arme del spectabile miser Zohanne dala Noce per certo panno, che esso Antonio li dede in governo; et fateli rasone summaria senza strepito de predo per modo el dicto Antonio habia el debito suo et che non habbia ad spendere el suo in l’hostaria. Mediolani, xviii septembris 1450. Iohannes de Ulesis. 412 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI PIACENZA DI CHIAMARE DAVANTI A LUI GOTTARDO DA PALLANZA PERCHÉ RESTITUISCA A TERESIO DA VERSA UN CAVALLO O DIA L’EQUIVALENTE IN DANARO 1450 settembre 18, Milano. 151v Potestati Placentie. Volimo che habbiati denanzi a voi Goctardo de Palanza et che lo costrenziate a restituire a Therixe da Versa, homo d’arme del spectabile miser Zohanne dala Noce, uno suo cavallo overo la valuta d’esso, quale gli tolse in Valsoldo, overo al portatore dela presente suo messo; et fategli tale provisione che non habiamo casone rescrivervi più. Et s’el si sente gravato da questo, venga da noy che li farimo rasone. Mediolani, die xviii septembris 1450. Iohannes de Ulesis. 413 FRANCESCO SFORZA COMUNICA A GIOVANNI DA TOLENTINO D’AVER SCRITTO AD ANDREA E ANTONIO TRECCO DI RISCUOTERE DAL CLERO QUANTO DOVUTO, NON DESTINANDO AGLI UOMINIDARME PIÙ DI DUECENTO DUCATI, SÌ CHE NON VENGANO INTACCATI I RIMANENTI CENTO DUCATI,OLTRE AI QUATTROCENTO DOVUTI DAGLI EBREI 1450 settembre 19, Milano. Ser Iohanni de Tolentino. Nuy scrivemo ad ser Andrea et Antonio Trecho che debbiano exigere li denari deli preti et che non li spendino in cosa alcuna, excepto che ducento ducati, li quali scrivemo siano dati ad certi homini d’arme, ma lo resto, che sonno ducati cento, et così li ducati quatrocento delli zudei, non volimo siano dispesi perché li havemo distribuiti. Et perché li zudei denno pagare perfine in mille ducati, pertanto vediate de fare che suppliscono perfino a mille ducati et fati che non siano dispesi in cosa alcuna et fate exigerli prestissimo. Mediolani, xviiii septembris 1450. Iohannes de Ulesis. 175 414 FRANCESCO SFORZA RICHIAMA AD ANDREA FULMINEO E AD ANTONIO TRECCO QUANTO SIGNIFICATO NELLA PRECEDENTE LETTERA A GIOVANNI DA TOLENTINO 1450 settembre 18, Milano Ser Andree de Fulgineo et Antonio Trecho thexaurario Cremone. Como per altre ve habiamo scripto, vogliate spazare quegli homeni d’arme che scripsemo; et siamo contenti che per lo spazo loro pigliati ducento ducati de quelli denari denno pagare li preti et vediate de havere lo resto, et cossì quelli quatrocento ducati delli zudei, et non li spendiati in cossa alcuna perché li havimo già distribuiti. Et perché fu decto alli zudei che pagassero perfine in mille ducati, vediate de havere lo resto perfine in mille, che saria seicento, et fate che non se ne spenda nisuno. Mediolani, xviiii septembris 1450. Iohannes de Ulesis. 415 FRANCESCO SFORZA CHIEDE AD ANTONIO TRECCO DI SOLLECITARE DA ANDREA DE OLIVI IL SUSSIDIO DI DUECENTO DUCATI D’ORO E DA FAUSTINO FUSTIGNONO IL VERSAMENTO DI CENTOCINQUANTA DUCATI 1450 settembre 19, Milano. Antonio Trecho Per uno nostro bisogno, richiedemo per nostre lettere Andrea de Olivi ne subvegna de ducento ducati d’oro et Fustino Fustignono de ducati centocinquanta, ali quali scrivemo li paghino a te. Pertanto vogli sollicitarli et quanto più tosto li havirai, avisa Cecho, nostro secretario, el quale te ordinarà quello havirai da fare et de questo te carichamo. Mediolani, die xviiii septembris 1450. Cichus. 416 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL COMMISSARIO, AL REFERENDARIO E AL TESORIERE DI PARMA DI INTENDERSI CON GIOVANNI ZABULO PERCHÈ CONCEDA ALLO SQUADRERIO STAMIGNONO, AI CONESTABILI PADOANO E BARTOLOMEO DA MESSINA, IL FABBISOGNO PER UN MESE. s.d. 152r Commissario et Referendario et Thesaurario Parme. Per provedere al vivere de Stamignono, nostro squatrero, et similiter al Paduano et Bartholomeo da Messina nostri conestabili lozati lì scrivemo opportunamente al nobile Zohan Zabulo, in lo qua le se confidamo gli provedirà; pertanto vogliati intendervi con luy et provederli per ogni modo che siano forniti per uno mese confortandoli a stare de bona voglia che infra pochi dì gli provedire mo per modo restarano contenti. Et voi, referendario et thesaurario, gli farite le scripture oportune. Cichus. 176 417 FRANCESCO SFORZA CHIEDE A GIOVANNI ZABULO DI RIPETERE PER UN MESE QUANTO GIÀ FATTO DAL REFERENDARIO GENERALE GIOVANNI BOTTO, CIOÈ DI FORNIRE AI CONESTABILI PADOANO E BARTOLOMEO DA MESSINA DI FRUMENTO E VINO E DI DARE ALLO SQUADRERIO STAMIGNONE TRE MOGGIA DI FRUMENTO 1450 settembre14, Milano. Iohanni Zabulo Parmensi. Como crediamo site informato, Zohanne Botto, nostro referendario generale, questi dì passati fece fornire el Paduano et Bartholomeo da Messina, nostri conestabili lozati lì, de frumento et vino per uno mese. Et perché el dicto mese se fornisse alli xxii del presente, non havendo nuy el modo de provedergli altramente, te confortiamo et caricamo vogli provedere che siano forniti per un altro mese de frumento et vino; et similiter siamo content et volimo sia proveduto ad Stami gnone, nostro squatrero, de moze tre de frumento per fine li provederemo de altro, come delibe ramo fare. El pretio del quale te assignamo sopra la intrata de quella nostra città de Parma del mese de marzo del anno 1451 proximo a venire deli primi denari; et per maiore chiarezza, havi mo sottoscritta la presente de nostra propria mano. Data Mediolani, die xviiii septembris 1450. Franciscusfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 418 FRANCESCO SFORZA COMUNICA A LAMPUGNINO BIRAGO CHE ANTONELLO DA INZAGO VORREBBE AVERE UN SUO CAVALLO DEL VALORE DI 32/35 DUCATI : LO STESSO SFORZA, PER COMPIACERE ANTONELLO, SAREBBE DISPOSTO A DARGLIENE TRENTACINQUE 1450 settembre 17, Milano. Lampugnino de Birago. Nui havemo veduto uno cavalo, qual haveti, quale se contentaria havere Antonello de Inzago, el quale cavallo può valere da xxxii perfin in xxxv ducati, il perché ve dicemo che, volendo vui compiacerne del dicto cavalo et darlo al dicto Antonello, ve prometemo pagarvi el dicto cavallo perfino ala quantità de ducati xxxv, et haverimolo in piacere da vuy. Et sopra ciò ne vogliati respondere. Mediolani, die xvii septembris 1450. Referente Iohanne camerario. Iohannes. 419 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE VENGA PORTATO ALTROVE IL SECONDO CAVALLO A CARICO DEGLI UOMINI DI CARCANO 1450 settembre 19, Milano. 152v Commissario Olegii et Capitaneo Sepri. Dilecti nostri, se prima li homini de Cardano se tenevano gravati de uno cavallo, quale gli era assegnato, adesso se teneno molto più per un altro, quale gli havite azonto, et de questo ne ha facto grave lamenta Zohanne da Castelnova, quale ha a fare nel dicto loco. Pertanto ve commec tiamo et volimo che, facendo contribuire alla spesa del primo cavallo per tucti li habitatori del 177 dicto loco, removiate el secondo et lo mectiate altrove, ove ve parirà meglio, perché non intendia mo che quello luoco sia gravato oltra el dovere. Mediolani, xviiii septembris 1450. Cichus. 420 FRANCESCO SFORZA PONE A CARICO DEGLI UOMINI DI CASTANA VENTIDUE CAVALLI GIÀ SISTEMATI A STRADELLA AI CUI ABITANTI LASCIA L’ONERE DELLA FORNITURA DELLO STRAME 1450 settembre 19, Milano. Communibus et hominibus Castanee et locorum circumstantium. Benchè ne rincresca gravarvi oltra el dovere, nondimancho, astrecti da necessità et perché quelli de Fiascho, che erano lozati in la Stratella, quali sonno xxii cavalli, non gli ponno stare per la peste, vi caricamo et volimo che voi lozati dicti xxii cavalli in quel loco et ville circumstanti et gli provedati de strame, come per altre nostre vi havimo scripto. Et perché sapemo che voi non porresti sopportare tanto carico, nì etiandio saria honesto lo supportasti, se ben potesti, ne pare che voi teniate conto del dicto strame, perché l’intencione nostra è ch’el vi sia pagato per li homeni dela Stratella; et cossì trovarite vi lo farimo pagare con effecto. Mediolani, die xviiii septembris 1450. Cichus. 421 FRANCESCO SFORZA ORDINA A MANFRINO E RAINALDO BECCARIA DI CONSEGNARE AL PODESTÀ DI LOMELLO UN LORO FAMIGLIO CHE OLTRE A RUBAR LORO “CERTE GALLINE”, MOLESTA DUE DOMESTICHE E LA MOGLIE DEL FRATELLO DEL QUERELANTE, MATTEO BECCARIA. 1450 settembre 18, Milano. Domino Manfrino et Raynaldo fratribus de Becharia. S’è lamentato da nuy Matheo de Becaria che per uno vostro fameglio è facto insulto a doe fante sche et etiamdio ala mogliere de Iacomo suo fratello cum saxi et parolle vituperose, cazando fino a cassa, lamentandose esse de certe galline a loro tolte; dice etiamdio ch’el dicto fameglio va a cercho cum l’arme per cometere scandalo contra l’ordini nostri, le qual cose havemo moleste et non intendemo de patire per modo alcuno. Pertanto, essendo così, ve comettiamo et volemo destegnati el dicto fameglio et lo mandati a Lomello in le mane del nostro podestà aciò lo possa punire segondo vole la rasone et farlo pentire dela sua temeraria presumpcione. Mediolani, xviii septembris 1450. Cichus. 422 FRANCESCO SFORZA DISSENTE DA INNOVAZIONI NELL’ABBAZIA DI LARDIRAGO, IL CUI ABATE INTENDEVA ACCOGLIERVI DEI CANONICI REGOLARI DELL’OSSERVANZA DI SANT’AGOSTINO 1450 settembre 14, Milano. 153r Abbati de Lardirago. Havemo facto pensero sopra quanto ne dicesti questi dì de recevere in la abbacia vostra certo numero de canonici regolari dela observancia de Sancto Augustino; unde dicemo che a nuy piace che reformati et fati vostro debito ala abbacia vostra, ma volemo, per quanto haveti cara la gratia nostra, habiati advertencia ad non fare novitate alcuna circa el titulo d’essa abbacia, la 178 qual cosa nuy non comportaressemo per modo alcuno et, facendo altramente, restaressemo malcontenti di facti vostri. Mediolani, die xviiii septembris 1450. Cichus. 423 FRANCESCO SFORZA IMPONE AGLI UOMINI DI MONTE INTROBIO DI OBBEDIRE A GIOVANNI PIETRO DA GIUSSANO SENZA INSISTERE NEL RIVENDICARE CAPITOLI LORO CONCESSI 1450 settembre 19, Milano. Comuni et hominibus Montis Introcii. Intendimo chomo vuy recusati obedire ha Giovanne Petro da Giusano, quale già più dì deputassemo officiale de Coreno Doro et de quel Monte de Introzo, et questo fati per respecto alhi capituli ve havemo concessi; lha qual cossa he contra lha mente, intentione et voluntà nostra, perché nuy volimo debiati obbedire et respondere in ogni cossa al dicto nostro offitiale, incominziando dal dì che lhuy intrò nel officio fino syeno finiti lhi sexe mexi che lhuy ha a stare ha hofitio, nonobstante dicti capituli, né altra cossa in contrario. Pertanto ve scrivimo questa aciò syati informati delha mente et animo nostro, quale senza altra replicatione et exceptione volimo debyati exequire , perché, finiti lhi primi sei mesi del dicto Iohanne Petro, provederimo per modo sereti contenti et seravi observato quanto ve havemo promesso. Data Mediolani, xviiii septembris MCCCCL. Cichus. 424 FRANCESCO SFORZA ESPRIME LA SUA INDIGNAZIONE PERCHÉ NON SI È PROVVEDUTO A DARE A SCARAMUZZA DA TREVISO E AI SUOI UOMINI ALLOGGIAMENTO, STRAME OLTRE A DUE STAIA DI GRANO A PERSONA. 1450 settembre 19, Milano. Nobili dilecto familiari, dilecto Francisco de Georgiis De novo s’è lamentato Scaramuza da Triviso, nostro homo d’arme de San Zenone, non po’ havere el debito suo, nonobstate che più volte habiamo scripto circa de ciò. De che se maravi gliamo, perché ne pare hormay una vergogna a repplicare tante littere de una medesima cosa; però te cometemo anchora per la presente et volemo provedi omnino che 153v al dicto Scara muza et ali suoy sia provisto segondo li ordini nostri per li dicti homini de San Zenone, cioè de logiamenti, strame et doa stara de grano per boca viva ogni mese. Et se li dicti homini foseno dificili a provederli per essere troppo excesivamente gravati, provede che sianno reducti al honesto, et poy, per quello tocharà a loro, omnino fazano el dovere avissandote che, quando questo non se facesse, ne sarà data casone de provedere altramente. Mediolani, die xviiii septembris 1450. Cichus. 179 425 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL PODESTÀ DI NOVARA CHE GIOVANNI DI ANGILELLI NON DEVE ESSERE PUNITO PER LA SUA ASSENZA 1450 settembre 19, Milano. Potestati Novarie. Havendo noy ad opperare lo egregio doctore nostro dilecto misser Iohanne di Angilelli, olim pode stà de quella nostra cità, il perché al presente lui non po’ retornare là, como dice havia promesso et dato segurtà, volemo et dechiaramovi per questa che, non tornando lui al tempo ordinato, nostra intencione è non sia preiudicio né pena alcuna a lui né alla segurtà et che questa sua absencia non incorra in cossa alcuna, perché, como sia expedito, noi lo faremo retornare là. Data Mediolani, die xviiii septembris 1450 Cichus. 426 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GRACINO DA PISCAROLO CHE, UNA VOLTA FATTA L’ASSEGNAZIONE STABILITA PER BIANCA MARIA, GLI VENGA DATO QUANTO PATTUITO 1450 settembre 18, Milano. Gracino de Piscarolo. Disignavimus strenuo Floravanti de Perusio,nostro armorum ductori, florenos trecentum ad computum soldorum quinquaginta quatuor pro quolibet floreno, super subvencione florenorum quindecim mille per comunitatem illius nostre civitatis camere nostre presencialiter facienda, sol vendos ei post factam aliam illustrissime consorti super ea ipsa subvencione assignacionem, si cut constat aliis litteris nostris tibi et referendario ibi preteritis diebus scriptis. Cum ergo inten cionis nostre sit quod eidem Floravanti de dicta pecunie quantitate satisfiat eo cicius quo fieri possit, et se et sociales suos manutenere possit, volumus et mandamus quatenus, cum primum soluta erit assignacio prefate consorti nostre, ut prefertur, facta, ordines et omnino provideas quod ex primis immediate exigendis pecuniis, causa premisse subvencionis, satisfiat smemorato Floravanti sive cuicumque 154r eius nuncio, de predistis florenis trecentum integre. Mediolani, die xviii septembris 1450. Cichus. 427 FRANCESCO SFORZA ORDINA A RAFFAELE PUGNELLO CHE NON COSTRINGA GALEOTTO DI SICILIA A PAGARE I MARCHESI DI GODIASCO PER LE CAPRE PRESE AL PARI DI QUANTO SI È FATTO PER GLI UOMINI DELLA COMPAGNIA DI MADONNA LUCHINA 1450 settembre 18, Milano. Raphaelli Pugnello. Per una littera, qual hai facta a Galeoto da Scicilia, nostro homodarme, restiamo avisati ch’el vole essere astrecta certa soa segurtà a pagare certi dinari ali marchese de Godeliasco per casone de alcune capre a loi tolte, et perch’el dicto Galeoto se lamenta de questo dicendo che, quando li suoi tolseno le dicte capre, quelli dela compagnia dela magnifica madona Luchina ne tolseno de l’altre et non sonno astrecti a pagarle né a restituirle, ne pare che, non essendo astrecti li altri a pagare nì a restituire le capre tolte per loro ali dicti marchesi, esso Galeoto et le 180 segurtà soe predicte etiamdio non siano gravati per la dicta casone. Et così volimo che in questo habii bona advertencia. Mediolani, die xviiii sptembris 1450. Cichus. 428 FRANCESCO SFORZA ORDINA A FOSCHINO ATTENDOLO DI PRENDERE TANTI CAVALIERI E UFFICIALI QUANTI NE NU TENEVA NICCOLÒ ZORZO, CHE HA ABBANDONATO LA CITTÀ CON TUTTA LA SUA MASNADA 1450 settembre 19, Milano. Domino Foschino de Attendolis,locuntenenti Laude. Havemo recevuto le toe littere et, inteso quanto ne scrivi dela partita de Nicolò Zorzo et dela sua masinata et officiali non è rimasto excepto il suo vicario, non te dicemo altro se non che vogli tenere tuti quilli cavalleri et officiali che teneva dicto Nicolò Zorzo et così la famiglia, li quali volimo siano pagati del salario d’esso Nicolò; et così per l’aligata scrivemo al referendario et thexaurero nostri lì che gli debiano pagare, sì che solicita siano pagati et che loro fazano el debito suo et che se attendi dì et nocte alla bona guardia de quella cità, et meterce ogni tuo ingenio per conservarla sana dala peste. Mediolani, die xviiii septembris 1450. Cichus. 429 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REFERENDARIO E AL TESORIERE DI LODI DI PAGARE, SUL SALARIO DELL’ALLONTANATOSI NICCOLÒ ZORZO, GLI UFFICIALI ARRUOLATI DA FOSCHINO ATTENDOLO 1450 settembre 19, Milano. Referendario et Thexaurario Laude. Perchè el nobile Nicolò Zorzo, potestate de quella nostra cità, s’è partito et ha menato via tuti li oficiali et famiglia sua, et perché quella nostra cità non sta bene senzo officiali 154v habiamo ordinato al magnifico affine et nostro locuntenenti Foschino de Attendoli che debia tore dicti officiali et fornirse de fanti secondo dovè tenere dicto Nicolò Zorzo; pertanto volimo et cometemovi debiati et pagare dicti officiali et fanti, ch’el dicto Foschino haverà tolti per l’absencia del dicto Nicolò, del suo salario et provisione per lo pagamento del suo officio per fin a tanto ch’el dicto Nicolò venirà o mandarà li suoi officiali et famiglia ch’è tenuto a tenere. Et questo non manchi, intendendove del pagamento col prefato Foschino. Mediolani, xviiii septembris 1450. Cichus. 181 430 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELL’ENTRATE DI FAR CONVALIDARE DAI DAZIERI DI PIZZIGHETTONE FINO A CENTO DUCATI D’ORO QUANTO GIOVANNI CAIMO HA SPESO PER SÉ E PER IL DUCA SULLE ENTRATE DELLA LOCALITÀ 1450 settemre 19, Milano. Regolatori et magistris intratarum. Zohanne Cayme, nostro cancellero et commissario in Pizleone, ha avuto casone spendere certi dinari dele intrate nostre di quella terra de Pizleone, sì per nostri bisogni come per bisogno de esso Zohanne; pertanto volimo faci fare la rasone deli dacieri de Pizleone et li faciati fare boni tuti quelli dinari hanno numerato al dicto nostro commissario fin ala summa de cento ducati d’oro, computando in la dicta summa di cento ducati sì quilli denari sonno spesi per nostri bisogni, como quelli sono spesi per bisogno d’esso Zohanne, metendoli per spesa consumata. Mediolani, die xviiii septembris 1450. Franciscusfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 431 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GRACINO DI PESCAROLO E AL REFERENDARIO DI PAVIA DI FAR AVER 2500 DUCATI A PIETRO MARIA ROSSI SULLE ENTRATE DELLE PORTE DELLA CITTÀ DI PAVIA 1450 settembre 19, Milano. Gracino di Pescarolo et domino referendario Papie. Quia spectabilis Petrus Maria de Rubeis presencialiter se iuvare commode non potest de illis ducatis quos ei designavimus super subvencione florenorum quindecim mille per comunitatem illius nostre civitatis camere nostre fienda, prout sua presens necessitas maxime exigit et nostre est intencionis quod ei de eiusmodi pecuniis indilate satisfiat, contentamur et volumus quatenus eidem Petro Marie, sive cuilibet eius nuncio, de dictis 2500 ducatis responderi faciatis ex denariis dacii intrate portarum premisse 155r civitatis ultimorum quinque mensium presentis anni et imbotaturarum vini et bladorum comitatus ibi nostri eiusdem anni, omni contradicione cessante. Mediolani, die xviiii septembris 1450. Franciscusfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 432 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE DUCALI DI DARE AL FRATELLO ALESSANDRO 500 DUCATI D’ORO IN CONTANTI E 300 DUCATI IN PANNO 1450 settembre 19, Milano. Regolatori et magistris intratarum nostrarum. Ve commectiamo et volimo che al magnifico miser Alexandro, nostro fratello, et a chadeuno suo messo facciati dare cinquecento ducati d’oro in denari contanti et trecento ducati in panno, spazandolo con ogni possibile celerità. Mediolani, xviiii septembris 1450. Cichus. Franciscusfortia Vicecomes manu propria subscripsit. 182 433 FRANCESCO SFORZA SI MERAVIGLIA CHE IL REFERENDARIO DI PIACENZA NON ABBIA FATTO DARE A GIOVANNI DALLA NOCE QUANTO DOVUTOGLI ASSERENDO CHE LA LETTERA NON ERA SOTTOSCRITTA DAL DUCA, PUR NON TRATTANDOSI DI UNA ASSEGNAZIONE NUOVA 1450 settembre 19, Milano. Referendario Placentie. Benchè più volte et anche nuovamente te haviamo scripto che debi fare satisfare al spectabile cavalero miser Zohanne dala Noce de quello resta havere del assignatione sua, non dimancho intendiamo per lamente del dicto miser Zohanne ch’el nostro scrivere poco gli è zovato, immo che tu dici non volere exequire la nostra lettera perché non è signata de nostra propria mano, di che meiavigliandone, perché questa non è assignatione nova, immo executione et satisfatione del assignatione altra volta facta et de simili lettere non bisogna altra signatura, te commrectiamo de novo et volimo che al dicto miser Zohanne, o a chi ordinarà luy, faciati satisfare de quello resta havere et exequire l’altra vostra lettera senza expectare altro da noy et con tanto maiore celerità quanto è menato più longo per lo passato. Mediolani, xviiii septembris 1450. Cichus. 434 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL LUOGOTENENTE DI CREMONA CHE, PERDURANDO LA MANCANZA DI ERBA, NON INDUGI OLTRE A PROVVEDERE DI STRAME I CAVALLI DELLA GENTE ALLOGGIATA NEL CREMONESE [1450] settembre 19, Milano. Locuntenenti Cremone. Ve havimo ali dì passati scripto per altre nostre che, non trovandose più herbe, facesseno provedere de strame alli cavalli dele nostre gente lozate lì in Cremonese, che non è anchora facto, secondo sentiamo per lamente a nui facte per le dicte nostre gente et maxime per Antonio da Landriano, quale se ne grava gravemente. Pertanto iterato ve scrivemo che gli fazati omnino provisione secondo che per le altre nostre vi havemo scripto. Mediolani, xviiii septembris. Cichus. 435 ORDINE AD ANGELO DE CAPOSILVIS DI NON CONSENTIRE DI MOLESTARE CON LA TASSA DEI CAVALLI GLI UOMINI DI CAMAIRASCO 1450 settembre 19, Milano. 155v Mediolani, die xviiii septembris 1450. Scriptum fuit Angelo de Caposilvis quod non permicteret molestari homines de Camayrasco de tassa equorum. Cichus. 183 436 FRANCESCO SFORZA ORDINA A OTTONE DA MANDELLO DI CONCEDERE LICENZA AI MULATTIERI E AI CARRETTIERI E AGLI UOMINI DI PIOVERA DI ANDARE E VENIRE PER LA CONDOTTA DEL SALE, MINACCIANDOLO, SE SI COMPORTA ALTRIMENTI, DI SEVERE SANZIONI 1450 settembre 19, Milano. Domino Ottoni de Mandello. Non possemo se non maravigliare che, habiandone scripto tante volte como habiamo,et habian done mandato a dire più volte che volisevo dare modo, forma et ordine cum effecto et non restasse per vui nì per l’homini vostri da Piovra ch’el sale non se conducesse , e pur ne pare che littere né ambasiati zovano, immo queste cose procedano in modo como se le dicte nostre littere et ambasate fosero nulla et le remetessevo da parte in contempto et dispresio nostro. Il che non vogliamo supportare. Sichè siando informati et giaramente sapendo che, per vostra cagione, è stato et resta da essere conducta gran quantità de sale, la qual cossa cede in nostro gran danno, dicemo, volemo et ve comandiamo che debiati concedere licencia a mulateri, carratori et con ducteri da venire et andare per la conducta d’esso sale, et fati che li vostri da Piopera vadano a conducere, siando satisfatti, como lor sirano, dela lor mercede, et dategli ali conducteri nostri mesi ogni aiuto sapeti et poseti. Il che, se fariti, ne fareti cosa grata et fareti el vostro dovere; si vero non, creditene che siamo disposti de non patire questo danno per vostra casone et farimove tale demostracione che non solum satisfareti al danno haveremo portato et portarimo, ma ancora ve trovati essere malcontenti. Sichè adoncha facti non manchi né per vui né per li vostri a fare ch’el sale se conduca et avisaretene del modo et ordine prendereti circa questo. Mediolani, die xviiii septembris 1450. Cichus. 437 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REFERENDARIO E AL TESORIERE DI ALESSANDRIA CHE DIANO IL DENARO CHE GLI SPETTA AD ANTONELLO PER CAVALCARE COME GLI È STATO ORDINATO 1450 settembre 19, Milano. Referendario et Thexaurario Alexandrie. Ad ciò che Antonello dal borgo possa cavalcare a fare quanto gli è stato ordinato, volimo et ve comandiamo che subito, havuta questa, gli faciati assignacione deli denari che gli toca per la rata sua, como se contene in la nostra littera in Borgogli, 156r non essendo facta in Borgoglio al conte Gasparo assignacione alcuna deli denari che gli tocano. Et questa assignacione faciamo fare lì al dicto Antonello per respecto che gli ha arme soe in pegno, senza le quale, como sapeti, lui non porria cavalcare; sichè spazatello prestissimo et non lo teneti in tempo. Data Mediolani, die xviiii septembris 1450. Cichus. 184 438 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REFERENDARIO E AL TESORIERE DI ALESSANDRIA DI DARE AL PROPRIO CONESTABILE, LUCA SCHIAVO, CENTO DUCATI D’ORO 1450 settembre 19, Milano. Referendario et thesaurario Alexandrie. Siamo contenti et volimo che a Lucha Schiavo, nostro conestabile, faciati dare et daghi tu the saurario, ducati cento d’oro de quelli denari dovevano pagare li homeni de Cassino per lo termi ne de luglio agosto et septembre come etiamdio vi scrive Pietro Acceptante de ordinatione nostra. Mediolani, die xviiii septembris 1450. Cichus. 439 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI NOVARA CHE IMPONGA A PIERINO DI CASTANO ABITANTE IN NOVARA DI SALDARE IL DEBITO CHE HA CON GIOVANNI DA PIACENZA 1450 settembre 20, Milano. Potestati Novarie. Ne ha exposto Iohanne de Piasenza, presente exhibitore, che debbe havere da uno Petrino de Casteno, habitatore de quella cità, certa quantità di dinare, como per lui te sarà facta informa zione. Pertanto volimo et per tenore de questa te cometemo che, essendo così como dice esso supplicante per omni via de rasone constrenzi dicto Petrino a satisfare al dicto exponente de tucto quello te constare essere suo vero debitore procedendo in questo fumarie et de plano sine strepitu et figura iudicii, in modo che esso supplicante senza dilacione conseguisca el debito suo. Data Mediolani, die xx septembris 1450. Cichus. 440 ORDINE AL PODESTÀ DI SAN NAZZARO DI CONSEGNARE I DUE LADRI CH’EGLI DETIENE 1450 settembre 19, Milano. Potestati Sancti Nazarii. Quod consignari faciat potestati Papie illos duos de Scaldasole qui furtaverunt granum, quos habet penes se detentos, nonobstante aliquibus litteris in contrarium emanatis. Mediolani, die xviiii septembris 1450. 185 441 DISPOSIZIONE DI INVIARE A SCALDASOLE DEI MEMBRI DELLA FAMIGLIA PODESTARILE PER PRENDERE I LADRI DI CUI ALLA NOTA PRECEDENTE. 1450 settembre 19, Milano Potestati Papie. Quod scribitur potestati Sancti Nazarii ut supra; pro eo igitur mittat aliquos de eius familia ad accipiendos dictos de Scaldasole. Mediolani, die quo supra. 442 RACCOMANDAZIONE ALL’UFFICIALE SOPRA LA CONSERVAZIONE DELLA SANITÀ IN ALESSANDRIA DI PERSEVERARE IN DILIGENZA E VIGILANZA 1450 SETTEMBRE 19, MILANO. Officiali super conservatione sanitatis Alexandrie. Commendatur de avisamento per ipsum scripto circha pestem; in quo denuo oneratur quod in futurum sic faciat adhibendo curam dt diligentiam quod, toto suo posse, civitas ipsa et terra Bergolii a peste conserventur. Mediolani, ut supra. 443 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIOVANNI DA TOLENTINO DI RESTITUIRE A SCARINZIO DA TRIESTE I CAVALLI SEQUESTRATI, POTENDO CHIUNQUE LIBERAMENTE VENIRE E FERMARSI NEL DUCATO [1450 ] settembre 20, Milano. 156v Domino Iohanni de Tolentino. Quod restitui faciat libere equos per ipsum sequestratos Scarinzio de Trieste noviter ad partes nostras advento, quoniam intentionis nostre est quod quilibet venire possit et stare secure in partibus nostris. Mediolani, die xx septembris. 444 FRANCESCO SFORZA SI COMPIACE CON IL PROVVISIONATO LODIGIANO,GIOVANNI DA MILANO, PER L’INFORMAZIONE SULLA PESTE. SI ORDINA VENGANO DATI DA 40 A 50 DUCATI PER LA PROSECUZIONE DEI LAVORI 1450 settembre 20, Milano. Iohanni de Mediolano provisionato Laude. Commendatur de avisamento quod facit circha pestem, que non exasperat in civitate illa Laude. Circha vero laboreria, que ibi fiunt, scribitur referendario et thexaurario ibidem quod recuperent xl usque in l ducatos expensis in dictis laboreriis. Die ut supra. 186 445 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REFERENDARIO E AL TESORIERE DI LODI CHE INVIINO AD ALESSIO DA POSTERLA CINQUANTA DUCATI PER IL COMPLETAMENTO DEI LAVORI INTRAPRESI 1450 settembre 20, Milano. Referendario et thexaurario Laude. Quod recupererent ducatos xl usque in l numerandos Alexio de Pusterla, officiali ibidem super laboreriis, ut maiori cum celeritate eadem laboreria expedita sortiantur, et id faciant pro quanto gratiam domini caripendunt. Die quo supra. 446 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REFERENDARIO DI PIACENZA DI APPURARE SE GIOVANNI DALLA PORTA DI VALENZA NEL RITORNO DA VIADANA ABBIA PORTATO ZAFFERANO, DEL CHE LO ACCUSANO I DAZIERI PIACENTINI E SE INNOCENTE, GLI VENGA RILASCIATA LA NAVE. 1450 settembre 20, Milano. Referendario Placencie. Ne ha significato Zohanne dala Porta da Valenza che, avendo lui conducto a Viadana per aqua certi balistreri sotto salvoconducto del illustre signore misser Carlo da Gonzaga, in la soa ritornata indreto gli è stata retenuta la nave a nome deli dacieri de quella nostra cità per casone, como lor dicono, che habia conducto in zuso zafrano senza pagamento de dacio; et perché lui nega havere conducto alcuno zafrano et altro, de che se paga dacio, et, essendo così, non saria honesto fose constrecto ad alcuno pagamento, te cometiamo et volemo che, essendo como lui dice,cioè ch’el non habia conducto cosa alcuna in zoso da pagare dacio, provedi non gli sia dato impazo alcuno, immo gli sia relaxata la dicta nave. Data Mediolani, xx septembris 1450. Cichus. 447 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI LODI DI COSTRINGERE, SE RISULTANO TALI, I DEBITORI DEL TROMBETTIERE DUCALE, FEDERICO DELLA MAGNA, A SALDARE LE LORO PENDENZE 1450 settembre 20, Milano. 157r Potestati Luade sive locumtenenti. Dilecte noster, Federico dela Magna, nostro tronbeta, ne ha rechesto vogliamo providere gli sia satisfacto da certi soi debitori habitanti in quella nostra cità; et perché, essendo luy occupato in li nostri servicii, non merita essare menato in longo per consecucione de tale suo credito, te comettiamo et volemo che, ad ognia sua rechesta o de suo messo, gli ministri rasone contra qualunca suo debitore summaria et expedita et senca strepito de piedo et, constandote del suo credito, li astrenzi per caduno rasonevele remedio a satisfarlo interamente de tuto quello debe havere, in modo non abia casone de replicarne più per quista casone. Data Mediolani, die xx septembris MCCCCL. 187 448 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL TESORIERE DI PIACENZA DI PROVVEDERE PERCHÉ FINALMENTE GIOVANNI DALLA NOCE ABBIA OGNI SUA ASSEGNAZIONE 1450 settembre 20, Milano. Placentie thexaurario. Non ha ancora el spectabel cavalero misser Zohanne dala Noce, nostro conductero, possuto conseguire tucti quelli dinari gli fecimo assignare altre volte in quella nostra cità benché più volte ne habiamo scripto al nostro referendario lì. Dil che lamentandose lui, te cometiamo et volemo, como etiamdio scrivemo al dicto referendario che, per omni modo satisfaci a lui, o a qualuncha el ordinarà, de tuto quello resta havere per casone dela dicta assignacione et in tal modo ch’el non habia casone de condolerse più. Mediolani, die xx septembris 1450. Cichus. 449 FRANCESCO SFORZA DISPONE CHE I COMMISSARI DI OLEGGIO E DEL SEPRIO SPOSTINO I CAVALLI DI SAGRAMORO DA PARMA, ATTUALMENTE AD AZZATE, IN LOCALITÀ NON GRAVATE DA TALE ONERE 1450 settembre 20, Milano. Domino Baptiste de Burgo,commissario Olegii et commissario Seprii. Mosti per compasione del comune et homini de loco de Azà del vicariato de Varese, qualli ne hanno supplicato gli vogliamo levare dale spalle certi cavalli de Sagramoro da Parma, allegando l’imposibilità loro per essere posti a sacomano al tempo dele guerre passate, per essere tempestati dui anni et per havere supportate infinite graveze de zente d’arme et d’altro, et recordando che se poriano metre in li luochi descripti in la inclusa cedulla, perchè non hanno carico alcuno de cavalli, siamo contenti et così ve comettiamo et volemo che, essendo così, cioè che essi lochi non habiano carico alcuno de cavalli, provideati che quelli de Sagramoro predicto se levano da Azà et vadino ad allogiare ali luochi predicti, avissandone dela cagione perché non hanno carico alcuno. Se ancora ve parese che havesseno poco gravamento per respecto ali altri luochi, gli metiati de quilli del dicto Sagramoro fin ala contingente porcione dela rata sua. Data Mediolani, die xx septembris 1450. Cichus. Locus Caydate et locus de Albuzago, locus de Quinzano, locus de Besnate, locus de Aliciago, locus de Solbiate super Arne, locus de Menzago. 188 450 FRANCESCO SFORZA INVITA FRANCHINO RUSCA A CONSEGNARE AL COMMISSARIO DUCALE ANGELO LA VALLE DI BALLERNO E LA BASTIDA DI MORBIO 1450 settembre 19, Milano. 157v Magnifico comiti Franchino Rusche. Como denanze la partita vostra da qui ve dicessemo, de novo ve repplicamo et confortiamo et caricamo che, per bona casone concernente grandemente el stato nostro, vogliate consignare la valle de Ballerno cum la bastita de Morbio in le mane de misser Angello, nostro commissario et mandatario, exhibitore dela presente, qual mandiamo lì solamente per questa casone. Data Mediolani, die xviiii septembris MCCCCL. Cichus. 451 FRANCESCO SFORZA, INDIGNATO PER LA RENITENZA DEGLI UOMINI DI FREGAROLO A DARE CARRI, PERSONE E BESTIE PER LA CONDUZIONE DEL SALE DA GENOVA A PAVIA, IMPONE LORO DI RECEDERE DA TALE ATTEGGIAMENTO MINACCIANDO ALTRIMENTI GRAVI SANZIONI. 1450 settembre 14, Milano. Communi et hominibus Fregarolii. Ex facta nobis relacione per Tristanum de Dexio, familiarem nostrum dilectum, intelleximus inobedienciam et renitenciam vestram in exhibicione plaustrorum necessariorum pro sale nostro, qui a Ianua ad civitatem nostram Papie conducendus est pro usu gabellarum nostrarum in detrimentum camere nostre non exiguum. Quare cum ipsius salis conducta nedum utilitatem prefate camere verum etiam omnimodum vestrum et aliorum subditorum nostrorum concernat, sumusque ceti vos iacturam nostram pati non velle, volumus et mandamus quatenus ad omnem instanciam ipsius Tristani, sive cuiuscumque nuncii sui, recuperetis et libere sibi exhibeatis plaustra cum personis et bestiis opportunis ad conductam predicti salis expediencia, si et quocienscumque opus fuerit, ita quod sal ipse expedite conduci possit et defectu plaustrorum impeditum in itinere non remaneat neque prefata camera iacturam exinde pati veniat. Alioquim hanc vestram negligenciam ab effectu cognosceretis supramodum nobis fuisse molestam. Data Mediolani, die xviiii septembris 1450. Iohannes. 452 FRANCESCO SFORZA, DOPO LA LODE PER L’ATTESTATA LORO DISPONIBILITÀ A PRESTARE CARRI PER LA CONDUZIONE DEL SALE, SOLLECITA GLI UOMINI DI BOSCO A ESSERE SEMPRE DISPONIBILI A QUALSIASI RICHIESTA DI CARRI, PERSONE E BESTIE PER ESIGENZE DI SALE DI CUI LE GABELLE DUCALI NE DENUNCIANO LA CARENZA 1450 settembre 19, Milano. Comuni et hominibus Boschi. Gratam admodum habuimus relacionem, quam de vobis fecit nobis dilectus familiaris noster Tristanus de Desio, circa dilligenciam et solicitudinem, qua usi fuistis in recuperacione 158r et exhibicione plaustrorum ad conductam salis nostri opportunorum, indeque fidem et devocionem vestram erga nos commendamus; verum, cum pro ipso sale conducendo necessaria adhuc sit non esigua plaustrorum quantitas, sic exigente maxima salis necessitate, qui in gabellis nostris deficit, volumus quod ad omnem instanciam memorati Tristani, sive cuiuscumque nuncii sui, 189 recuperetis adhuc et sibi libere exhibeatis alia plustra cum personis et bestiis opportunis ad conductam dicti salis expediencia, si et quandocumque opus fuerit, ita quod salem ipsum expedite conduci facere valeat, opportunitate temporis si presencialiter accomodante, et nos per effectum cognoscamus vos in solita fide et devocione erga nos perseverare. Data Mediolani, die xviiii septembris 1450. Iohannes. 453 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL LUOGOTENENTE E PODESTÀ DI ALESSANDRIA CHE LA PRIORITÀ SU OGNI ESIGENZA DI TRASPORTO SPETTA ALLA CONDOTTA DEL SALE PER CUI, A QUALSIASI RICHIESTA VUOLE CHE PROCURINO CARRI E IMBARCAZIONI 450 1settembre 19, Milano. Locuntenenti et potestati nostro Alexandrie. Ab habentibus curam et onus conducte salis nostri a Ianua ad civitatem nostram Papie condu cendi, avissati sumus quod, defectu plaustrorum et navium, sal in itinere impeditus remanet et conduci nequit in detrimentum camere nostre et in subditorum nostrorum incommodum non exi guum. Cum ergo hoc egre ferramus, volumus et mandamus quatenus ad omnem requisicio nem Tristanti de Dexio familiaris nostri, sive cuiuscumque nuncii sui, aut alterius curam conducte dicti salis habentis, provideri sibi faciatis de plaustris et navibus opportunis, in modum quod sal ipse expedite conduci possit et, eorum defectu, gabellis nostris sal non deficit et nec prefacta camera iacturan nec dicti subditi penuriam sali spati veniant, adhibendo in hoc omnem diligenciam et solicitudinem per modum quo de negligencia imputari non valeatis. Volentes quod non permitatis aliquam ibi navem alia ex causa per quempiam impediri, nisi facta prius noticia conductori dicti salis quoniam, si sal conducendus fuerit, intencionis nostre est quod eius conducte prius satisfiat. Data Mediolani, die xviiii septembris 1450. Iohannes. 454 NOTIFICA DI LETTERE CREDENZIALI A PROTASIO DE TABERNIS, CANCELLIERE DEL CARDINALE FIRMANI E ALLO STESSO PRELATO 1450 settembre 20, Milano. 158v Illustrissimo domino nostre pape. Littere credenciales in personam Protaxii de Tabernis, cancellarii reverendissimi cardinalis Firmani et similiter prefato cardinali. Data Mediolani, die xx septembris 1450. Cichus. 190 455 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CAPITANO DEL DISTRETTO DI ALESSANDRIA DI ACCORDARSI CON GIACOMINO FERUFFINO, O CON CHI PER LUI, PER LA LIBERA CONDOTTA MENSILE DI CINQUANTA SOMME DI BIADE DALL’ALESSANDRINO A GENOVA 1450 settembre 19, Milano. Capitaneo districtus nostri Alexandrie. Quoniam, vigore capitulorum salis nostri e Ianua ad civitatem nostram Papie conducendi, permititur quod e territorio nostro ad ipsas Ienue partes conduci possint some quinquaginta bladorum ab equis mensuatim, contentamur et volumus quatenus paciaris Iacobinum Ferufinum, conductorem dicte conducte, sive quenlibet eius nuncium, extrahere a commissa tibi iurisdicione et ad dictas Ianue partes conducere usque ad quantitatem dictarum summarum quinquaginta bladorum singulo mense, libere et expedite, omni inhibicione et impedimento remotis, cum tali tamen advertencia et cura quod sub isto pretextu blada alio in fraudem contra ordines nostros non divertantur. Data Mediolani, die xviiii septembris 1450. Iohannes. 456 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL LUOGOTENENTE, AL REFERENDARIO E AL TESORIERE DI PIACENZA DI SALDARE OGNI SPETTANZA DOVUTA A SCEVA DE CURTE PER LA PASSATA PODESTARIA IN MODO CHE EGLI POSSA POI SALDARE LE SUE PENDENZE CON LA CAMERA DUCALE 1450 settembre 19, Milano. Locuntenenti referendario et thexaurario Placencie. Maxime per alcuni denari debe pagare lo spectabile doctore nostro dilecto misser Sceva de Curte ala camera nostra, volimo et omnino ve carichiamo li safiati satisfare dele paghe debbe havere lì per la podestaria sua, intendendo faciati li sia satisfacto etiam per quello lui debbe havere per respecto dela comunità, segondo la continencia de nostre lettere per nui già a lui concesse, aciò anche lui possa ala nostra satisfare. Et questo fati senza excepcione, se credeti far cosa ne sia grata. Mediolani, die xviiii septembris 1450. Iohannes. 457 FRANCESCO SFORZA CERTIFICA A PASQUALE MARIPIERO CHE I SOLDI, DEI QUALI SI IMPUTA IL FURTO ALL’UOMODARME FRANCESCO MATTO, SONO PERVENUTI AD ANTONIO NARDO, SUO CONDOTTIERO. VENGA, PERCIÒ, RESTITUITO IL CAVALLO, SICCHÈ LO RIABBIA IL PROPRIETARIO, CRISTOFORO DA CREMONA 1450 settembre 21, Milano. 159r Magnifico domino Pasquali Mariperio. Magnifice et generose vir tamquam frater noster carissime, per Franceschino Matto homo d’ar me del quale scrisse la magnificencia vostra a nostro figliolo Tristano, che l’haveva robato xxiii ducati ad uno saccomano, et cetera, siamo certificati, tum per sacramento suo tum etiam per testimoni, che dicti denari sonno certi esser pervenuti in Nardo Antonio, vostro conductero; dela qual cosa essendone nuy talmente certificati, ne pare ch’el dicto Franceschino Matto più non gli 191 sia obligato. Il perché confortiamo et pregamo la prefata magnificencia vostra, dappuoy che li dicti denari sonno in el predicto Nardo Antonio, voglia operare et fare ch’el cavallo sia mò restituito et che lo rehabia Christoforo da Cremona, nostro conductero, de chi è, como siamo certi farà. Data Mediolani, die xxi septembris 1450. Cichus. 458 FRANCESCO SFORZA CHIEDE A PASQUALE MARIPIERO DI COSTRINGERE GIERICHINO A RESTITUIRE A PIETRO PAOLO DA NORCIA IL CAVALLO, CHE VILLANAMENTE RICUSA DI RIDARE 1450 settembre 21, Milano. Domino Pasquali Maripetro, procuratori Sancti Marci, nec non domino Iacobo Antonio Marcello militi ac provisoribus. Magnifici taquam fratres carissimi, segundo che alli dì passati scripsemo alle vostre magnificence, è stato abduto furtivamente uno cavallo al spectabile cavalero miser Petro Paulo da Norsa, et habuto chiara informatione che esso cavallo è venuto per le mane de Gierichino, predicto miser Petro Paulo gli l’ha facta rechiedere, et esso Gierichino non solum non ge l’ha voluto restituire, ma gli ha facto fare resposta assay inumana et bruscha: et pregamo le vostre magnificence che gli piaza dare opera cum effectu ch’el cavallo sia restituito al prefato miser Petro Paulo, come siamo certi farite, perché noy anchora havimo facto et faremo el simile volunteri per li vestri. Mediolani, die xxi septembris 1450. Cichus. 459 FRANCESCO SFORZA, AL DI LÀ DELLA SUPERFLUA SCUSA, SI COMPIACE DI ACCORDARE A MATTEO DE CURTE IL PERMESSO DI PORTARSI AL SERVIZIO DEL DUCA LUDOVICO 1450 settembre 21, Milano. 159v Domino Matheo de Curte. Veduto quello ne scrivite per una vostra continente doe parte, cioè la excusatione vostra del non essere venuto da noy, et la licentia, quale ne richiedite del andare ad servire lo illustre signor miser lo duxe, respondemo, quanto ala prima, che nuy havemo grata et accepta la dicta vostra excusatione, bench’el non bisognasse farla, perché cognoscemo el bono animo et sincera dispositione vostra et sappiamo che, si legitima casone non fusse intervenuta, saresti venuto ad ogni modo. Ala parte de l’andare a servire el prefato miser lo dusse, dicemo che questo ne piaze et ve ne concediamo piena licentia, perché desiderio nostro seria sempre de compiacere al prefato signor miser Ludoico et anchora havemo caro l’honore et bene vostro, repudandoce che,essendo vuy cum la signoria sua, siati cum nuy. Data Mediolani, die xxi septembris 1450. 192 460 FRANCESCO SFORZA, IN REAZIONE ALLE PRETESE DEI DAZIERI PIACENTINI, FA PRESENTE CHE IL GRANO DESTINATO ALLA CORTE DUCALE È ESENTE DA IMPOSTE E, QUINDI, PUÒ LIBERAMENTE TRASPORTARSI DAL PIACENTINO NEL MILANESE 1450 settembre 21, Milano. Referendario Placentie. Li dì passati concessemo licentia al spectabile cavalerio miser Auysino Bosso, nostro dilecto cortesano da fare condure de Piasentina in Milaneso certa quantitade de grano, et pare che li datieri de quella cità gli inhibiscano el condure d’esse senza pagamento de datio, perché non era signata la licentia de nostra propria mano. Et perché non è de usanza ch’el sia tolto pagamento de datio per le biade, quali venano per uso dela corte nostra et deli nostri, come questa. Volimo provedi cum li dicti datieri che esse posseno venire senza pagamento, secondo la dispositione de essa nostra licentia, et per tale modo ch’el non se habia per questo ad fare restore ali dicti datieri. Data Mediolani, die xxi septembris 1450. Cichus. 461 FRANCESCO SFORZA ORDINA AD ANGELELLO DA BOLOGNA CHE TENUTA PER UN GIORNO LA FORTEZZA DI MURCO IN VAL LUGANO CON LA PIEVE E LA VALLE DI BALERNO,. CONSEGNI IL TUTTO AI CONDOTTIERI DUCALI FRANCESCO, AMERICO E BERNABÒ SANSEVERINO. AVUTA, POI, LA BASTIDA DI MORBIO, LA SPIANI AL SUOLO 1450 settembre 21, Milano. 160r Domino Iohanni de Angilellis de Bononia. Aciò sappiate la mente nostra et quella possiati exequire, vi commectiamo et volimo che, da poi havirete havute in le mane vostre la forteza de Murco de Val Lugano et la pieve et valle de Balerno, et le havirete tenute uno zorno in le mane, subito li consignati ali magnifici Francesco, Americo et Bernabò de San Severino, nostri conducteri, liberamente et senza exceptione alcuna; volimo etiandio che, havuta in le mane la forteza overo bastita de Morbio, subito la facciati spianare et buctare per terra. Mediolani, xxi septembris 1450. Cichus. 462 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE ALLA GENTE ALLOGGIATA NEL PARMENSE SI DIA SINGOLARMENTE UNO STAIO DI FRUMENTO E STRAME PER I CAVALLI 1450 settembre 21, Milano. Domino Baptiste de Sabelischis. Dilecte noster, quamvis per altre nostre debiate essere giarito de quanto se deba provedere ale nostre gente logiate in Parmesano, nondimeno ve replicamo che la voluntade nostra si è che se dia stantia et strame per li cavali et uno staro de formento ala mesura cremonese per cisciauna bocha viva tanto, dando el sacramento dele boche vive; et questo è l’ordine nostro, el quale volimo che vuy giariate al marchexe de Soragna et anche ale gente sono alogiate a casa sua, che sciano piaciente et contente a questo nostro ordine. Data Mediolani, die xxi septembris MCCCCL. Cichus. 193 463 FRANCESCO SFORZA INVITA CORRADO DA FOGLIANO A TROVARE UN MODO DI RIDURRE IL TROPPO NUMERI DI CAVALLI CUI DEVE PROVVEDERE IL MARCHESE DI SORAGNA 1450 settembre 21, Milano. Magnifico Conrado de Foliano armorum, et cetera. Magnifice frater noster carissime, se grava el spectabile marchixe de Soragna del tropo numero de cavali ha ad casa, dicendo non podere supportare tanta spexa; per la qual cosa volemo che tu vedi se con bon modo tu gli poy fare qualche aleviacione, aciò che de tropo graveza non se habia a lomentare: vedelo adoncha, et haverimo piacere de ognia bono tractamento se li possa fare. Data Mediolani, die xxi septembris MCCCCL. Cichus. 464 IN SEGUITO A RICHIESTE DI LIBERAZIONE, FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI ALESSANDRIA DI RILASCIARE, SENZA CHE RESTI ALCUNA TESTIMONIANZA SCRITTA DI QUANTO PERPETRATO, ANSELMINO FERRO , INCRIMINATO PER AVERE SCAVALCATO LE MURA CITTADINE DI NOTTE 1450 settembre 21, Milano Domino potestati Alexandrie. Egregie miles dilecte noster, havemo presentito che haviti lì in prexone uno Anselmino Ferro di quela nostra cità per lo excesso per luy commesso in trapassare li muri dela cità di Noiti, et che contra luy procediti, secondo dispone la rexone; et perché siamo molto cum instantia pregati che li vogliamo perdonare questo suo dilito, la quale gratia siamo contenti farli per respecto dele dicte prechere, vi commetiamo et volimo che, recepute le presente,subito lo dobiate rexarlo liberamen te et deinde fare cancellare ognia proceso contra di luy facto per dicta caxone, sichè may in alcuno tempo non vencha a patire pena alcuna. Data Mediolani, die xxi septembris MCCCCL. Cichus. 465 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL TESORIERE DI CREMONA DI FAR TRASPORTARE AL CASTELLANO DI PIZZIGHETTONE TANTO FRUMENTO PER QUANTO AMMONTA L’ASSEGNAZIONE FATTA A GIOVANNI DA TOLENTINO, A GIACOMAZZO E AGLI ALTRI 1450 settembre 22, Milano. 160v Thexaurario Cremone. Volimo che debiati assegnare al Folignato, castellano de Piziguitone o ad Lucha, suo meso, tanto frumento quanto monta lo capsoldo dela rata et assignacione facta a misser Zohanne de Tolentino et misser Iacomazo et ali altri, fatte sopra le xx m milia libre donate, provedendo de carigii opportuni per far conduere dicto frumento nella rocha de Pizighitone, qual volimo sia per municione d’essa rocha; et non manchi. Mediolani, xxii septembris 1450. Iohannes de Ulesis. 194 466 FRANCESCO SFORZA, PER ASSECONDARE LE RICHIESTE DI LUDOVICO BOLERO, UOMO DEL RE RENATO, VUOLE CHE GIOVANNI DA CENTALO VENGA BEN TRATTATO E CHE VENGANO RESTITUITE A BOLERO LE ARMI CHE HA A SOLERO E A FREGAROLO 1450 settembre 22, Milano. Locuntenenti Alexandrie. Dal magnifico misser Ludovico Bolero, homo del illustre et serenissimo re Renato, havemo recevuto doe littere quale ve mandamo incluse continente quatro parte. Alla prima havemo sati sfacto, ale altre doe, che tocano el facto de Zohanne da Centalo, abitatore del Fregarolo, per l’imputacione fateli, como intenderiti in esse littere, volimo che, per respecto d’esso misser Ludo vico, quale è tanto nostro quanto potesse essere, habiati recomandato el dicto Zohanne et gli faciati tutto quello bono tractamento che ve sarà possibile e in modo che misser Ludovico inten da che havimo cari li suoi. Quanto ala quarta parte de l’arme, quale dice havere in li lochi de Sole ro et Fregarolo, siamo contenti de compiacerli e cossì volimo gli le faciati liberamente restituiire. Data Mediolani, die xxii septembris MCCCCL. Cichus. 467 FRANCESCO SFORZA ASSICURA LUDOVICO BOLERO AVER DISPOSTO DI COMPIACERLO NELLE RICHIESTE, DI CUI ALLLA MISSIVA PRECEDENTE. GLI INVIERÀ, INOLTRE, ABRAMO DE ARDICIIS PER ASSECONDARNE LA SUA RICHIESTA 1450 settembre 22, Milano Domino Ludovico de Bolero, vicecomiti Relame et de Monte, et cetera. Ut primum recepimus litteras magnificencie vestre, quibus requirit ut ad eam mittere velimus unum ex nostris intelecturum quecumque dicere voluerit statum nostrum concernencia, scripsi mus indilate ad Abraam de Ardiciis ut eo proficiscatur et veniet certi sumus. Rengraciamur autem magnificencie vestre ex eo quod pro negociis fidum a nobis fidum a nobis nuncium postula verit, ex inde quod singularem in nos affectionem declaraverit ; in favorem Iohannis de Centalo subditi vestri scripsimus opportune ad locuntenentem nostrum Alexandrie,nec dubitamus quin, virtute litterarum nostrarum et respectu magnificencie vestre, eidem Iohanni rem gratam facere studebit. Iniungimus etiam prefato locuntenenti nostro quod arma, de quibus in cedula vestra agi tur eidem magnificencie vestre restitui faciet. Ad cuius beneplacita queque ex animo parati sumus. Mediolani, xxii septembris 1450. Cichus. 195 468 FRANCESCO SFORZA CHIEDE AL PODESTÀ DI SALE IL MOTIVO PER CUI LORENZO TROVAMALA, GIOVANNI BONO MAZO, AGOSTINO GALIANO E GUGLIELINO TETO NON SI SONO PRESENTATI, COME ORDINATO DA LUI, NEL QUAL CASO RICHIEDA LA PENA COMMINATA DI CENTO DUCATI D’ORO A CIASCUNO DI LORO RINNOVANDO L’ORDINE DI PRESENTAZIONE. 1450 settembre 20, Milano. 161r Potestati Salarum. A xv vel a xvi del presente te forono presentate [littere] per nostra parte da Gulielmo da Malindo et Ferraro de Valo, como siamo informati, per le quale doveve fare comandamento a misser Lo renzo Trovamala, misser Zohanne Bono Mazo, Augustino Galiano et ad Gulielmo Theto de quella nostra terra iincontinenti et senza dimora dovesero comparere denanti al conspecto nostro ad oldire et intendere quanto li voremo dire et questo sotto pena de ducati cento d’oro per cadauno de loro ipso iure et facto da essere applicati ala camera nostra et etiam sotto altra pena, como in esse nostre littere se contene, ale quale te scrissemo che presto tu ne dovesti rispondere. E ora non sonno venuti né tu ce hai resposto, dil che molto ne maravigliamo de tal tua negligencia, la qual non possimo se non cannari et detestare; unde volimo et dicimo tu ce advisi se tal comandamento lo hai facto et habiano disobedito et, eo casu, tu procedi a fare rescotre la dicta pena, se de infermitate o d’altra simile causa non hanno digna excusacione, e li dinari manda al nostro thexaurero generale incontinenti. Et preterea falli un altro simile comandamento: debiano comparere denanti da noi sotto consimile pena. Si vero non li hay facto lo primo comandamento, hay facto male et te ne porresti avedere che ne dispiace, ma fallo de novo e prestissimo respondene et advisa de quanto sarà seguito, per quanto hai voglia de non perdere la gracia nostra. Mediolani, die xx septembris 1450. Iohannes de Ulesis. 469 COMUNICAZIONE A GIOVANNI BOLDEZONO CHE È STATA AFFIDATA PER DUE ANNI LA ROCCHETTA ALL’EBREO MANO PER 200 DUCATI 1450 settembre 22, Milano, Iohanni Boldezono. Quod dominus contentatur, respondendo litteris suis, dare domum sive rochetam Giarele Mano ebreo pro duobus annis, dummodo in ea non fiant aliqua illicita, et dummodo mittat die iovis poxime futuri illos ducatos ii centum quos dare mutuo promisit, et cetera. Mediolani, xxii septembris 1450. Cichus. 196 470 FRANCESCO SFORZA SI COMPIACE CON IL LUOGOTENENTE DI LODI PER AVER NOMINATO SEI CITTADINI ALLE PORTE DELLA CITTÀ PER LA SANITÀ, MA AVVERTE CHE IL LORO SALARIO È A CARICO DELLA COMUNITÀ 1450 settembre 22, Milano. Locuntenenti Laude. Per resposta dela toa lettera, te comendiamo dela provisione, qual hay facta, de sei citadini ale porte de quella nostra cità, per conservacione et salute d’essa, et piaceni che gli habii taxata la provisione de vintiquatro livre al mese; ma te avissamo che nostra intencione non è de pagare nui questa spesa , imo che la comunità lì la paghi, considerato che la redunda in bene d’essa e l’altre comunità dele terre nostre fanno el simile. Mediolani, die xxii septembris 1450. Cichus. 471 NELL’ATTESA DELLA NOMINA PONTIFICIA DEL TITOLARE DELL’ABAZIA DI SAN CELSO, FRANCESCO SFORZA NE NOMINA AD ECONOMO E AD AMMINISTRATORE FILIPPO DA GALLARATE 1450 settembre, Milano 161v Filippo de Gallarate, preposito ecclesie Sancti Laurentii Maioris Mediolani ac Iohanni de Cornibus Perché nuy havemo scripto et mandato alla Sanctità del nostro signore che se digna promovere alla bacia de Sancto Celso uno de quelli havemo proferito alla prelibata sua Santità, quale abacia de Sancto Celso vaca, et intendendo che, fra questo mezo che idoneamente serà proveduto al dicto benefitio, non patisca alcuno detrimento et che li fructi non siano disipati et vadano in mala parte, pertanto volimo et cossì per la presente vi ordinamo et deputamo iconimi et administratri dela dicta abacia cum pieno arbitrio de regulare, ordinare et despensar dicti fructi cum più utilmente vi parerà per bene del dicto monasterio; sichè volimo aceptiati dicto officio de iconemato et administratione, quali vogliati exercetari benetritamente et fidelemente perfino al dicto benefitio serà idoneamente proveduto per la Sanctità del nostro signore. Ex Mediolano, septembris 1450. Iohannes de Ulesis. 472 FRANCESCO SFORZA SI COMPIACE PER LA DISPONIBILITÀ DI ADOLONE SPINOLA ALLA PACIFICAZIONE CON NICOLA NONOSTANTE LA SUA INDISPONIBILITÀ A UNA COMPOSIZIONE E LO ASSICURA DEL SUO AIUTO 1450 settembre 22, Milano. Adolone Spinole de Guarco. Inteleximus quod optime dispositus es ad capescendam composicionem et concordiam cun Nicolao, consorte et adversario tuo contentus es etiam in aliquos affine set amicos comunes facere compromisum ut omnis invicem vertens diferencia cognoscatur et exitum habeat, ubi ille aliter omnia dificultat et nimia, sicut refertur, utens pertinacia, contenciones sequi et amplecti constituit. Cum igitur inter nostros, et eo maxime qui affinitate et sanguine cuniuncti cuiusmodi vos estis caritatem et animorum sinceritatem et unionem vigere libenter videamus, te comenda 197 mus et disposicionem tuam et hortamur in ea persencies et omnia offerre preponere et facere, quibus composicio et concordia succedat, velut optamus et utrumque vestrum decebit, sique Nicolosius dificiis adhuc et renitens fuerit et honestati negaverit acquiescere, et aliquo tibi favo re auxilioque nostro opus extiterit nequaquam tibi deficimus, ut qui tranquilitatis et amicicie viam spreverit, aliis flectatur remediis et pertinaciam sibi nocuise et honestatem ac mansuetudinem tibi profuisse dignoscat. Mediolani, die xxii septembris 1450. Cichus. 473 FRANCESCO SFORZA INVIA AI MEMBRI DEL CONSIGLIO DI GIUSTIZIA LA SUPPLICA DI PAOLO DA RHO PERCHÉ, ACCORTAMENTE INFORMATI DELLA FACCENDA, VI PROVVEDANO 1450 settembre 22, Milano. 162r Dominis de Consilio Iusticie. Supplicationem Pauli de Raude, civis nostri Mediolanensis, nobis porrectam vobis mittimus hiis inclusam, cuius attenta continencia, cum maxime in ea legitur supplicacione vos aut vestrorum aliqui de materia ibi narrata esse debeatis informati, comittimus vobis et volumus quatenus de narratis in ipsa supplicacione dilligenter informemini, et demum et bene re et mature intellecta, provideatis circa petita prout iuri et honestati videritis convenire. Mediolani, die xxii septembris 1450. Cichus. 474 FRANCESCO SFORZA SOLLECITA I FRATELLI GUIDO E FILIPPO TERZI A UN’EQUA RIPARTIZIONE DI TUTTI I BENI CON IL FRATELLO NICCOLÒ 1450 settembre 23, Milano. Guidoni comiti Belvederis ac Filipo de Triciis. E’ stato da nuy Nicolò Terzo vostro fratello et, gravandose che nele particione deli beni che meritamente tocariano a lui, cussì in case et possessione et fornace como altre cose, non lo tractate como meritamente doveresti. Ce ha richesto che gli providiano de opportuno remedio de ragione, ita che in comparticione vegna ad essere tractato equalmente per la parte sua, como vui; per la qual cosa noy, sempre desiderosi che de bono et equo se togliano le diferencie fra li nostri et maxime fra parenti como siti, ve confortiamo et carichiamo quanto più possimo che gli vogliati fare tal tractamento ch’el non habia più cagione recorere a noy per questa cosa, a noi sarà necessario provedere ala sua indemnità per via dela ragione. Mediolani, xxiii septembris 1450. Cichus. 198 475 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL LUOGOTENENTE DI ALESSANDRIA DI INDURRE ZANINO BARBERO E LORENZINO TROTTO, MOROSI NEL SALDARE I DEBITI CON ANGELO DA LAVELLO, A SODDISFARE IL CONDOTTIERO 1450 settembre 23, MILANO. Locumtenenti Alexandrie. El spectabile Angelelo de Lavello, nostro conductero, ne dice deve havere certa bona quantità de dinari da uno Zanino Barbero et Lorencino Trotto dela terra nostra da Castellazo, como sareti informato. Pertanto volimo habiati le parti da vui et, intesa questa cosa, provedeti in modo ch’el dicto Angello habia el debito suo senza altro litigio; et perché lui se dubita che, sentendo li dicti Zanino et Lorencino che lui cerchi questo facto, non se ne vadano cum Dio, volimo faciati questa cosa in modo che dicto Lorencino et Zanino non se possino partire, o per via de securtà o como ve parerà, per modo ch’el dicto Angello conseguisca el debito suo. Mediolani, xxiii septembris 1450. Cichus. 476 FRANCESCO SFORZA INFORMA CHE LE POSTE SONO FERME A DORNO E PERCIÒ LA CORRISPONDENZA VENGA INVIATA LÀ E NON LA SI TRATTENGA. SI PROVVEDA, INOLTRE, AL PAGAMENTO DEI CAVALLARI, COMPRESI QUELLI DI SERRAVALLE. 1450 settembre 23, Milano. 162v Referendario Alexandrie. Haviemo ricevuta vostra littera et inteso quanto scriviti del facto deli cavallari et cetera. Vi dicemo che le poste sonno ferme a Dorni, pertanto, avendo ad mandare littere, vogliati mandare ad Dorni, perché le poste sonno ordinate ad Dorni et ad Binascho, et non vogliati retenire le littere lì duy o tri dì, che poriano essere de tale importantia che gli andaria la testa, come l’altro dì che fureno retenute uno dì. Ceterum volimo che provediati al pagamento deli cavallari, secondo l’ordine dato ad Pietro Acceptante; et cossì volimo sia proveduto alli cavallari de Seravalle, per modo ce possano servire et siano tenuti a fare lo debito. Et non manchi. Mediolano, die xxii septembris 1450. Iohannes de Ulesis. 477 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI NOVARA DI PRESTARE OGNI ASSISTENZA AD ANGELO ATTENDOLO PERCHÈ POSSA PACIFICAMENTE GODERE DEL BENEFICIO DI S. GENESIO DI GEMME CONCESSOGLI DAL PONTEFICE. 1450 settembre 22, Milano. Potestati Novarie. Dilecte noster, perchè de consentimento et voluntà nostra el spectabile cavalero de San Giovanni, meser Angello deli Attendoli de Cotignola ha impetrato et obtenuto dal Summo Pontifice el beneficio de San Genexe da Ghemme del destrecto di quella nostra cità, como appare per evi dente bolle papale a nuy concesse; volimo et cussì ti commettiamo che, se per alcuna persona volesse fir molestato dicto cavalero et inquietato dela possessione del dicto 199 beneficio, gli presti et daghi ogni tuo adiuto et favore possibile, secondo che seray richesto, sichè vengha a stare pacificamente nela possessione predicta, del che molto ti carichamo. Mediolani, die xxii septembris 1450. In simili forma potestati vallis Sicide. Item in simili forma potestati Vulpeculi. 478 FRANCESCO SFORZA COMANDA AL PODESTÀ DI RETORBIDO DI RESTITUIRE I DIECI CARICHI DI FRUMENTO CHE, IN SPREGIO DELLE ESENZIONI, HA TOLTO AD ANGELO DA LAVELLO, IMPONENDOGLI RISPETTO PER LE CONCESSIONI DUCALI DI ESENZIONE 1450 settembre 22, Milano. 163r Potestati Retorbii. El spectabile Angelelo de Lavello, nostro conductero, como te havemo scripto per altra, ne dice et lamentase de vuy, che non volite observare la executione quale habiamo facta et concessa ale herede de Christofano da Lavello, et che gli haveti tolto circha dece some de formento, perché voleti contribuiscano per la rata parte sua, como fanno li altri de quella terra per le possessioni che loro hano lì. Dela qual cosa ne meravigliamo assay de vuy, che non habiate voluto observare le nostre littere de exemtione; e perché nostra intentione è che le exemtione nostre siano observate, pertanto volemo, et per la presente vi comandiamo debiate, ricevuta questa, restituire al dicto Angelello, o ad qualunche altro suo meso presente portator, tuto quello for mento gli fosse tolto per dicta cagione. Et de qui inanzi fati non presentiamo che cosa alcuna habiate contrafacto ala nostra exemtione, perché, come habiamo dicto, volemo le exemtioni per nuy concesse o confirmate siano observate. Data Mediolani, die xxii setembris 1450. Cichus. 479 FRANCESCO SFORZA PRESO ATTO DI QUANTO COMMESSO DA PIETRO DALLA PORTA A DANNO DEI FAMIGLI DI ETTORE DA DOGLIONE, INFORMA IL COMMISSARIO DI COMO DI AVER AFFIDATO LA RISOLUZIONE DELLA FACCENDA AL CONSIGLIO DI GIUSTIZIA, DI CUI EGLI DOVRÀ ATTUARE LE DISPOSIZIONI. 1450 settembre 23, Milano. Commissario Cumarum. Habiamo per le toe littere inteso quanto ne scrivi del excesso comeso per Petro dela Porta contra li famigli de Hector da Dogliono, et quanto tu hai facto circa quello et cetera. Al che non dagamo altra resposta a ti, perché habiamo comessa la causa al consiglio nostro de iusticia, dove tu haveray ad exequiri quanto per esso te firà scripto et comesso; ma ben volimo che faci per ogni modo e via restituire integramente tute quelle cosse et robbe sonno state robate e tolti ali famegli del predominato Hector, sichè ciascaduno venga a rehavere el suo. Data Mediolani, die xxiii septembris 1450. Iohannes. 200 480 FRANCESCO SFORZA CONSENTE CHE IL CASTELLANO DI S. COLOMBANO ACCORDI A PIETRO PAOLO DA FABRIANO DI AGGIRARSI PER IL CASTELLO PURCHÈ SEMPRE CON I “FERRI ALLI PIEDI” 1450 settembre 23, Milano. Castellano Sancti Columbani. Perché siamo molto astrecti et pregati ad in stantia de Petro Paulo da Fabriano, quale hai lì in persone, che voliamo cavarlo del fondo dela terra, siamo contenti che lo tray fore de unde è et lo lassi andare per lo castello, avendo però li ferri alli pedi continuamente; et nondimancho volimo lo facci bene guardare che non fuga, avisandote che se fuzesse te meteressemo ti in quello loco dove è luy. Data Mediolani, die xxiii septembris 1450. Cichus. 481 FRANCESCO SFORZA PRENDE ATTO DELL’INFORMAZIONE SUI COMPOERAMENTI DI PIETRO DALLA PORTE s. d. 163v Thome de Bonomia. a Carissime noster, habiamo per le toe littere inteso quanto ne scrivi del excesso commesso per Petro dalla Porta contra gli famigli de Hector da Dogliono. a Lo scritto è depennato da tratti di penna. A lato ” quia registratum”. 482 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SIA PUNTUALMENTE PAGATO IL SALARIO MENSILE MAGGIORATO, RISPETTO AGLI ALTR SIMILI OFFICIALI, A SIMONE ORRIGONE NOMINATO COLLATERALE GENERALE 1450 settembre 23, Milano. Regolatori et magistris intratarum. Dilecti nostri, havimo costituito Simone Horrigono collaterale nostro generale, como doviti havere visto per nostre lettere patenti facte per questo officio cum provisione de xx fiorini al mese. Et perché, come sapiti, el dicto Simone ha substenuto e nel corpo e nela robba danni et tormenti gravissimi et asprissimi per nostro respecto, è privato de tuti li soi beni mobili, per forma non ha modo de vivere, per li quali degnamente aveva meritato maiore cosa da nuy, ma, aciò possa substentarse la vita fin che gli providerimo de meglio, vogliamo et vi commettiamo ch’el dicto suo salario, sensualmente et senza alcuna retentione, gli ne faciati liberamente respondere che, attenduto il dicto suo caso gravissimo, meritamente gli bisogna havere più respecto che ad altri molti officiali, quali anchora loro per questo non hanno ad rechiamare nì ad lamentare che ad esso sia facto tractamento più favorevole o propitio che ad essi. Data Mediolani, die xxiii septembris 1450. Cichus. 201 483 FRANCESCO SFORZA DISPONE CHE SIANO LASCIATI RITORNARE A CASA GIULIO DE BURGO, GIOVANNI MATTO E FRATELLI, GIACOMINO DE ROSO E FRATELLO, BELINO DA MOBIO E FIGLIOLI, GENESO GENESI,BANDITI DA ROVAGNANO PER AVER ACCONSENTITO CHE IL DUCA DI SAVOIA SI IMPOSSESSASSE DEL TERRITORIO 1450 settembre 23, Milano. Potestati Novarie et potestati Romagnani. Dilecti nostri, volendo usare clemencia e benignità cum Iulio de Burgo, magistro Zohanne Matto et fratelli,Iacobino de Roso e fratello, Belino de Mobio e figlioli et Geneso di Genesi, bandezati da Romagnani per havere altre volte data quella nostra terra alo illustre signore duca de Savoya li havemo tolti ala gracia nostra e perdonato ogni loro mancamento, como vederiti per nostre patente littere. Pertanto siamo contenti et volemo che li lasati retornare a casa a loro piacere et non gli lasiati dare impazo alcuno, immo gli observati in tutto la dicta nostra littera. Data Mediolani, die xxiii septembris 1450. Cichus. 484 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI ARRESTI, A RICHIESTA DI CRISTORO DEL CONTE E DI LUCHINO PESTAGALA FRANCESCO RESTA LORO DEBITORE 1450 settembre 23, Milano. Commissario Binaschi. Ad instancia de Christoforo del Conte et de Luchino Pestagala, nostri cittadini milanesi, gli havemo concesso littera patente 164r de fare destenire Francesco Resta, suo debitore, per qualuncha officiali sotto la cui iurisdicione se retrovase. Et essendo lui in Rosà et avendo loro presentato la littera al podestà, dicono che esso podestà l’avisò et s’è reducto lì apreso a doa miglia et perché non è da tollerare che li nostri cittadini patiscano danno per defecto deli officiali, siamo contenti et te cometiamo che, veduta la dicta littera patente et constandote quello se contene in essa la exequisci et metti ad execucione contra lo dicto Francesco, nonobstante ch’el non se ritrovi essere sotto la iurisdicione toa. Mediolani, die xxiii septembris 1450. Cichus. 202 485 FRANCESCO SFORZA SOLLECITA I CONTI GIORGIO E LAZZARO DE ARCELLIS A CONSENTIRE A GUIDO, NICCOLÒ E OTTOLINO ,FRATELLI MAZI, DI RICUPERARE,SENZA ALCUNA OPPOSIZIONE, LA ROBA CHE HANNO A BORGONUOVO 1450 settembre 24, Milano. Comitibus Georgio et Lazaro de Arcellis. Perchè Guido, Nicolò et Ottolino fratelli di Mazi, qualli sonno nostri boni et fidelissimi servitori, hanno certa robba loro nel loco vostro de Borgonovo, de che vi confortiamo che lasati cavarli fora dicta robbaquello loco et che la possino conduere et far conduere dove che voleno: et etiam, se quelli che l’hanno non gli la voleremo dare, vogliateli astrenzere ad darglila perché non intendiamo che perdano dicta robba. Mediolani, die xxiiii septembris 1450. Iohannes de Ulesis. 486 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIOVANNI DE ANGELLELLIS DA BOLOGNA CHE, AVUTO IL POSSESSO, PER UN GIORNO, DELLA FORTEZZA DI MURCO, DELLA VAL LUGANO, DELLA PIEVE DI BALERNA CON IL TERRITORIO DI MENDRISIO, E DI TUTTE LE ALTRE TERRE, GIÀ TENUTE DA LUIGI SANSEVERINO, CEDA IL TUTTO A FRANCESCO, ALMERICO E BERNABÒ SANSEVERINO 1450 settembre 23, Milano Domino Iohanni de Angellellis de Bononia. Ad ciò sapiati la mente nostra e quella possiati exequire, ve commetiamo et volemo che, da poy haveriti havuta la possessione nelle mane vostre dela forteza de Murco de val Lugano et dela dicta valle et dela pieve de Balerna cum la terra de Mondrise et de tute le altre terre, cose et pertinencie, le quale teniva et possedeva la bona memoria del magnifico quondam signore Aluiso da Sancto Severino, et quelle talli terre, forteze, ville et pertinencie haverite tenuto uno giorno nele mane, subito le restituati, consignati et relaxati et in esse metiti in possessione pienissima li magnifici Francesco Almerico et Bernabò da San Severino, nostri conducteri, liberamente et senza excepcione alcuna, o veramente a chui mandarano essi ad suo nome. Volimo etiamdio che, avuta nele mane la forteza overo bastita de Morbio, la faciati spianare et butare per terra. Mediolani, die xxiii septembris 1450. Cichus. 487 CONCESSIONE DI LETTERE COMMENDATIZIE A GIOVANNI BARTOLOMEO DEL CARRETTO PER IL DUCA DI GENOVA 1450 settembre 24, Milano. 164v Domino duci Ianue. Facte fuerunt lettere recomendatitie dicto domino duci in personam Iohannis Bartholomei de Carrecto favorabiles et in ampla forma. Mediolani, die xxiiii septembris 1450. Cichus. 203 488 FRANCESCO SFORZA SI COMPIACE CON MANFREDO E GILBERTO DA CORREGGIO PER AVERE PUNITO I DELINQUENTI CHE AL PONTE DI LENZA AVEVANO RUBATO I BENE DI ZANELLO DA MILANO, BENI FATTIGLI RESTITUIRE 1450 settembre 24, Milano. Manfredo et domino Giberto de Corrigia. Havessimo ali dì passati grande lamenta che uno Zannello da Mediolano era stato robbato al ponte de Lenza per li vostri; dela qual cosa havissemo spiacere assai. Nunc autem ne hano referito li vostri cancelleri che haviti facto pigliare li malfactori et colpevoli et factone punitione et etiam facto restituire la robba tolta al dicto Zanello, del che havimo piacere et contenteza assai et vi ne commendiamo et regratiamo grandemente confortandove ad fare el simele, se simile caso occurresse per l’avenire, perché non poterissemo havere mazor piacere como che le strate nel dominio nostro rimangano secure. Ceterum, si forse mancasse qualche cosa al dicto Zanello, vi pregamo che procedate ad far fare integra restitutione de tucte le cose tolte. Mediolani, xxiiii septembris 1450. Cichus. 489 FRANCESCO SFORZA PROPONE A COSIMO DE MEDICI DI ELEGGERE A PODESTÀ DI FIRENZE PIETRO TEBALDESCHI DA NORCIA, DI CUI TESSE GRANDI ELOGI 1450 settembre 28, Milano. Magnifice Cosme de Medicis. Noy scriviamo a quella excelsa signoria pregandola se degni ad nostra complacentia eleggere a potestà de quella vostra città el spectabile cavalero et doctore miser Pietro de Thebaldeschi da Norsia, al presente nostro governatore de Alexandria, el quale amiamo cordialmente perché, ultra l’haverci servito longo tempo, è gentile homo discreto e virtuoso, apto ad ogni gran facto e governo; et etiam habiamo dicto a bocca e de novo scriviamo a Nicodemo, nostro cancellero, che ne dica cum la magnificentia vostra, perché sapiamo quanto continuamente habiate dato et daghiate favore alle cose nostre. Pertanto vi piaza volere dare favore a questa facenda, quale reputiamo nostra, come più largamente sentirete dal dicto Nicodemo, al quale vi piaza dar fede quanto alla nostra propria persona. Che invero, oltre li decti respecti, miser Pietro merita ogni piacere da voi tucti, perché è affectionatissimo a quella excelsa signoria prefata et a tucto quel populo. Mediolani, die xxviii septembris 1450. Cichus. In simili forma scrictum fuit communitati Florentie, addito hoc quod placet ei per viam suorum consiliorum removere devetum quod habet dictus dominus Petrus de mansione sua olim ad offitium capitaneatus populi illius civitatis; sed infrascriptis scriptum fuit in forma predicta ad litteram sine eadem particula, videlicet: Alexandro de Alexandris, Iohannotio de Pithis, Luce de Pithis, domino Bernardo de Inviis, Neroni de Nisys, domino Angelo de Azaiolis, 204 Nerio Gini de Caponibus. domino Iuliano de Avanzatis, Alamano de Salviatis, Nicodemo de Pontremulo. 490 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL LUOGOTENENTE E AL PODESTÀ DI ALESSANDRIA DI ESSERSI ACCORDATO CON GLI UOMINI DI CASTELLAZZO DI DARE STRAME E GRANO NONCHÉ VINO PER LA GENTE D’ARME 1450 settembre 24, Milano. 165r Locuntenenti et potestati Alexandrie. Sono stati da noi li homini dal Castellazo per uno comandamento gli è stato fatto de setecento ducati del provdere ale nostre zente d’arme; et perché sonno stati et remasti d’acordio cum nuy de volere dare ale dicte zente li strami et lo grano per le boche vive et del vino sopra li pegni, siamo contenti et volemo providiati et cossì scrivati al podestà de Castellazo che, contentando loro la cente d’arme in la forma dicta de sopra, non gli sia data altra molestia, immo anullato et revocato dicto comandamento. Mediolani, die xxiiii septembris 1450. Cichus. 491 FRANCESCO SFORZA COMUNICA A BIAGIO DI PIETRASANTA DI AVER CONCESSO A MANO EBREO, ATTUALMENTE ABITANTE A PAVIA, LA CASA O ROCCHETTA NEL TERRITORIO DI CLARELLE CON TUTTO QUANTO VI SI TROVA E DI CUI BIAGIO FARÀ, PREVENTIVAMENTE, UN INVENTARIO 1450 settembre 24, Milano. Blasio de Petra Sancta, potestati nostro Clarelle. Havemo deliberato per certo nostro respecto concedere quella nostra casa osia rocheta de quella nostra terra ad Mano ebreo, nunc habitatore dela nosta cità de Pavia, cum questo che luy la tenga et conserva ad nostro honore et stato fin tanto che a nuy piacerà. Per la qual cossa siamo contenti et volimo che subito, ad instantia d’esso Mano ebreo, tu gli consegni dicta rocheta osia casa et la giave d’essa cum ogni munitione et fornimento se ritrovi in essa . Et fallo per inventario in scrito, acià che nyuna cossa nostra vada in sinistro. Consigna adoncha la dicta casa ad esso Mano, como havemo dicto, senza veruna exceptione o contradictione. Data Mediolani, die xxquarto septembris 1450. Cichus. 205 492 FRANCESCO SFORZA INFORMA GIOVANNI DE BOLDIZONIBUS CHE MANDERÀ GIORGIO ALIPRANDO PER RISCUOTERE I 200 DUCATI CHE MANO INTENDE PRESTARE AL DUCA PER L’ASSEGNAZIONE DELLA CASA O ROCCHETTA DI GERELLA 1450 settembre 24,Milano. Iohanni de Boldizonibus. Per mandare ad executione quanto tu ne hay più fiate scrito et noy a ti rescritto nel facto de Mano ebreo per lo facto dela nostra casa osia rocheta dela Gerella, mandiamo là Georgio Aliprando, nostro familiare presente portatore, per tore quilli ducento ducati che ce vole prestare esso Mano et per fargli assignare la dicta casa. Et cussì scriviamo 165v per nostre littere al podestà dela Giarella che gli assegni la dicta casa et ogni fornimento et munitione che sia in essa per inventario in scrito, cum questo che esso Mano la tenga in nostro nome, honore et stato, cum iuramento da essere dato a luy per dicto Georgio de tenerla a nostro nome et de non darla may senza parte del contrasigno, quale gli mandiamo per dicto Georgio, sichè ancora tu seray ad exequire quanto sia ad fare per questa cagione. Data Mediolani, die xxiiii septembris 1450. Cichus. 493 FRANCESCO SFORZA ORDINA A MANO EBREO DI VERSARE A GIORGIO ALIPRANDO 200 DUCATI D’ORO PER LA CONSEGNA DELLA CASA O ROCCHETTA DELLA GERELLA. 1450 settembre 24, Milano Mano ebreo, habitatori civitatis nostre Papie. Mano ebreo, havendo nuy deliberato et siando contenti de concederte quella nostra casa osia rocheta dela Gerella per duy anni a venire, cum questo che tu ce presti ducento ducati d’oro, mandiamo là Georgio Aliprando, nostro familiare presente portatore, al quale volimo che assegni et numeri quelli ducento ducati a nostro nome et luy te darà littere directive al nostro potestate dela Gerella, che te consigni et metta ala possessione de dicta casa per duy anni, cum questo che tu la tegni et servi a nostro nome, honore et stato, et iura in mane del dicto Georgio de cussì fare et de non dare may a veruna persona, signore, signoria o communità dicta casa senza nostro contrasigno o senza la parte di quello, quale te darà dicto Georgio, nostro familiare. Data Mediolani, die xxiiii septembris 1450. Cichus. 494 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI DIANO 50 DUCATI D’ORO AL REFERENDARIO DI LODI. 1450 settembre 24, Milano Referendario Laude. Quod det domino Foschino locuntenenti Laude ducatos quinquaginta auri sine ulla excepcione. Data Mediolani, die xxiiii septembris 1450. Franciscusfortia Vicecomes manu propria subscripsi. Cichus. 206 495 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE L’ASSUNZIONE IN MAESTRI A FERRIS SERETONORUM DI GIOVANNI DETTO ROSSINO DE CAVALERIS E DI GIOVANNI DE PALUDO 1450 settembre 24, Milano. 166r Regulatori et magistris intratarum. Assumpsimus in magistros a ferris seretonorum curie nostre Iohannem dictum Rossinum de Cavaleriis et Iohannem de Paludo, cum mensuali provisione florenorum duorum pro singulo eorum, ad computum soldorum triginta duorum pro floreno; faciatis itaque de huiusmodi provisione ipsismet magistris temporibus debitis responderi, incipiendo in kalendis mensis septembris proxime preteritis. Data Mediolani, die xxiii septembris 1450. Cichus. 496 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AI MAESTRI DELLE ENTRATE STRAORDINARIE DI AVER AFFITTATO A DAVIDE DE SCAFFI DI PARMA IL POSSESSO E LA PODESTARIA DI CALISTANO 1450 settembre 24, Milano. Referendario Parme. Como sariti advisato dal officio deli magistri nostri extraordinari, havimo afictato la possessione cum la potestaria da Calistano a David de Scaffi de Parma per anni cinque per libre 724, et da luy siamo contenti del ficto de questo anno presente; perhò, tolto haveriti la debita securità da luy, ce ne vogliati avisare perché possamo fare ponerlo in possessione dela possessione et del officio, finito serà lo tempo de quelli quali tengono dicta possessione et officio. Data Mediolani, die xxiiii septembris l450. Cichus. 497 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AI MEMBRI DEL CONSIGLIO DI GIUSTIZIA CHE PER I BENI DELLA CAMERA DUCALE SI PROCEDA DAL POSSESSORIO AL PETITORIO 1450 settembre 23, Milano. Dominis de Consilio iustitie. Spectabiles et sapientes dilecti nostri, licet in le nostre lettere a voi mandate a Laude, date a dì xxv augusti, in el facto dele possessione da Roescala e de Scaldasole, assai se possa comprehendere la mente nostra, tamen, perchè sentiamo che vole essere deducto in dubio utrum se debia procedere super petitorio an super posessorio, per levare ogni dubio, vi mandiamo che la intentione nostra è che, per respecto ali dicti beni et possessione e anchora in le altre possessione e beni pertengono alla camera nostra e in le cause d’esse, se cognosca prima super lo posessorio tanto avante che se deducha il petitorio, perché cossì dicta li ordini dela rasone. Mediolani, die xxiii septembris 1450. Cichus. 207 498 FRANCESCO SFORZA ORDINA A PIETRO DE SCIPIONE DI PROVVEDERE CHE ALL’ATTUALE PODESTÀ DI SALSOMAGGIORE SIA DATA, COME AI TEMPI DI FILIPPO MARIA VISCONTI, UNA CHIAVE DELLE SALINE OLTRE AL SALARIO E ALLE ALTRE USUALI SPETTANZE 1450 settembre 24, Milano. 166v Petro de Scipiono, marchioni Palavicino. Magnifice dilectissime noster, certitudinem omnimodam habemus quod, tempore felicissime memorie illustrissimi quondam domini, soceri nostri honorandissimi, solebat potestas Salsi Maioris tenere clavem unam super salinis tuis Salsi Minoris, quo obviari veniret fraudibus que ex dispensa salis ipsarum salinarum in detrimentum gabellarum tunc ducalium comicti potuissent; quodque percipiebat ex dictis salinis ipse potestas propter curam eiusmodi oneris minimum quoddam salarium cum certis honorantiis; cum igitur pro tua erga nos fide et devotione non dubitemus non minori desiderio nobis et rebus nostris te commoveri et affectum esse quam prefato domino socero nostro fueris et conservationem intratarum nostrarum eque velud suas caripendere, hortamur te et oneramus quatenus ordinare veli set providere quod presens potestas noster dicte terre super salinis predictis possit et omnino permictatur tenere clavim unam iuxta solitum et prout tempore supradicto tenebatur, atque sibi respondeatur de salario et honorantiis exinde percipi soliti set haberi libere, omni exceptione sublata, talem ordinem super inde adhibendo quod in premissis fallum aliquod non interveniat, nec ulla quidam difficultas atque nos advisando de ordine ipso quem adhiberi feceris. Mediolani, die xxiiii septembris 1450. Ordinatione magistrorum intratarum Cichus. 499 FRANCESCO SFORZA ORDINA A DONNA LUCHINA DAL VERME DI CONSEGNARE, AI DAZIERI DELLA GABELLA DI CREMONA IL SALE PRODOTTO DALLE SALINE DI BOBBIO TRATTENENDO SOLO IL NECESSARIO PER I SUOI UOMINI, 1450 settembre 24, Milano. Domine Luchine de Verme. . Quantunqua per altre nostre littere ali dì passati vi scrivessemo che a Bernardo Ghiringhello, potestà nostro de Salso, volessevo far dare el sale dele vostre saline de Bobio, et voi circa de questo ne rescrivessevo volere exequire la voluntà nostra, nientedemeno, perché hora è bisogno che li datiarii dela gabella del sale dela città nostra de Cremona de l'anno presente, per fornimento et uso d'essa gabella, habiano dicto vostro sale, siamo contenti et vi confortiamo che, non obstante le dicte littere, facciati liberamente consignare e dare alli dictì datiarii, secundo vi serà scripto per li maystri dele intrate nostre ordinarie, ogni quantità de sale, la quale alle dicte saline vostre, ultra la dispensa et l'uso deli vostri homeni, ch'averà essere fabricato per soldi xii per stari, cioè a quello prexio et in quelli modi 167r et forma se faceva al tempo dela bona memoria delo illustrissimo quondam nostro socero et patre honorandissimo, remossa ogni exceptione et dificultà, et come fi dato alli vostri homeni da Bobio, caricandovi grandemente che alle dicte saline facciate fare tale provisione et ordine ch'el dicto sale ultra l’ uso deli predicti homeni non si dispensa alcuna quantità piccola né grande in alcune altre parte et loci salvo in consignarlo e darlo, come vi serà scripto per li antedicti maystri, secundo havemo dicto de sopra, come siamo certi che farite observare. Et si altramente se facesse serebbe questo in fraude et detrimento dele gabelle nostre, dela qual cosa prendarenemo molestia e dispiacere; 208 rescrivendone per vostre lettere alli maystri dele intrate nostre ordinarie de l'ordine haverite posto circa de questo. Mediolani, xxiiii septembris 1450. Ordinatione magistrorum intratarum Cichus. 500 FRANCESCO SFORZA ORDINA AI CONSOLI, AL COMUNE E AGLI UOMINI DI LACCHIARELLA DI PROVVEDERE ALL’ABITAZIONE DEL PODESTÀ 1450 settembre 25, Milano. Consulibus comuni et hominibus Lactarele. Perché havimo proveduto de quella nostra rochesta o casa havimo lì ad altri, il perché bisogna che Iohanne Antonio nostro podestà là vadi; pertanto volimo et ve comendiamo, per quanto haviti cara la gratia nostra, che subito senza tardanza debiati havere proveduto de un'altra idonea et suficiente stancia al dicto Iohanne Antonio potestà per sua habitacione et sua familia; et non manchi, perchè statim bisogna che lui vodi quella nostra, nela quale abitava. Fati adoncha che non habiamo più cagione de scrivere de ciò. Mediolanì, die xxv septembris 1450 Cichus. 501 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REFERENDARIO DI LODI DI RISCUOTERE SOLLECITAMENTE L’ADDIZIONE DELL’IMBOTTATO E DEL SALE 1450 settembre 25, Milano. Referendario Laude. Tu say quanto te fu commesso alli di passati quando eri qui da nuy circa lo facto dela addicione deli datii et maxime dela addicione sopra le intrade dele porte de l’imboctà et del sale; et perché questo facto non torni in descunzo alcuno de quella nostra communità, siamo certi che quelli nostri citadini remaneranno contenti dela dicta additione, perché de una cossi poca cosa, come l’aditione dicta, non vene attocarne quasi niente per homo. Pertanto vogliamo tu attendi 167v cum ogni industria et sollicitudine de rescotere la dicta addicione e ad spazare tucti quelli ad qui è facta la signatione là perché non vogliamo cosa alcuna de altro, anzo chi ne prestarà niente, gli faremo multo bene revedere. Data Mediolani, die xxv septembris 1450. Cichus. 209 502 FRANCESCO SFORZA ORDINA A DANESIO CRIVELLI CHE CONSENTA DI FARE LEGNA DA FUOCO E NON DA OPERA NEI BOSCHI DI CUSSAGO 1450 settembre 25, Milano. Danexìo de Crivellis. Dilecte noster, per non fare disconzo a quelli gentilhomini et citadini nostri quali hanno a fare neli boschi da Cuxago, siamo contenti et volimo che ad ogni loro posta li lassa talliare dela legna per fare focho solamente et non altro lignamo, che fusse da hopera; in che vogliamo sii advertente et faci bona guardia sichè non lassa tagliare lignamo alcuno, como havimo dicto, da hopera perchè troppo l’haveriamo a grande dispiazere. Data Mediolani die xxv septembris MCCCCL. Iohannes. 503 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL COMMISSARIO DI BINASCO DI PROVVEDERE CARRI PER IL TRASPORTO A MILANO DEL SALE LÌ SCARICATO E LASCI PASSARE I CARRETTIERI CHE LO TRASPORTANO 1450 settembre 25, Milano. Comissario Binaschi. Havemo facto ogni provissione perché sale se conduca qua, perché già più dì non ce n’è et hora, che se ne conduceva intendiamo che non lo lasi passare per Binasco nonobstante che li carrateri se scambiano, et che pegio pare che n’è descarricato quatro carra de dicto sale el quale è lasato lì senza essere reposto presso ad alcuno e sta senza guardia: che non ne piace punto. Pertanto te comandiamo strectamente che instanti faci provissione lì in Binasco de quelle carra che bisognono, per levare et conduere qua dicto sale descarricato, et subito subito et al più tardo in questo dì, lo faci consignare qua socto guardia de uno deli tuoi, et amodo provedi che ly carratori, che non venghano cum sale da Pavia imo da Sancta Croce, siano lasati passare liberamente, avissandoti che questo impedire che sai non venghi ne infecisse danno inextimabile Mediolani, xxv septembris 1450. Iohannes de Ulesis. 504 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL COMUNE E AGLI UOMINI DI BIANDRATE DI AVER DONATO DETTA LOCALITÀ ALLA SORELLA LISA E NE CHIEDE OBBEDIENZA, FEDELTÀ E PAGAMENTO DELLE ENTRATE 1450 settembre 25, Milano. 168r Comuni et hominibus terre nostre Biandrate. Dilecti nostri, nuy havemo concesso et donato quello luocho de Biandrà cum le sue pertinentie et iurisdictione ad Madona Lysea, nostra sorella; pertanto volimo che li dia plenaria obedientia come ad vostra superiore in ogni cosa, et che li faciati homagio de fidelità et che li respondeati de tucte le intrate de quello luocho nonobstante cosa alchuna in contrario, perché cossì è nostra intentione. Data Mediolani, die xxv septembris 1450. Cichus. 210 505 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL CASTELLANO DI BEREGUARDO DI AVER INVIATO ALLA ZELATA FRANCESCO GIRAMO PER SEQUESTRARE I FRUTTI DI QUEL POSSEDIMENTO, PERDURANDO LA LITE TRA SCARAMUZZA VISCONTI E FRATELLI CON BIGINO E FRATELLI 1450 settembre 25, Milano. Castellano nostro Belreguardi. De consentimento et mandamento nostro, mandamo li maystri de l’intrate nostre extraordinarie alla Zellata Francesco Giramo, per sequestrare li fructi de quella possessione, et in diferencia tra lo egregio cavalero misser Scaramuza Vesconte et suoy fratelli, nostri affini e Bigino et suoi fratelli deli diversi; et questo perchè niuna dele parte li possa mettere mane suso, finchè la dicta diferencia non sia finita. Pertanto, perchè li sey vicino, vogliamo che al dicto Francesco, se forse volese impedire et inhibire esso sequestro, gli presti ogni aiuto , brazo et favore cum li quali possa exequire quanto ha in commissione circa el dicto sequestro E poy, volendo luy et parendogli per el meglio de reponere essi fructi presso de ti in quello nostro castello, li recepti et cum bona cura et diligencia li guardi et servi, finchè te scriveremo como se ne debia disponete, el che farimo quando la dicte differencia sarà determinata. Mediolani, xxv septembris 1450. Iohannes de Ulesis. 506 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL PODESTÀ DI MORTARA DI AVER INVIATO BOSCHINO PER RACCOGLIERE I FRUTTI DEI POSSEDIMENTI E DEI BENI DEL DEFUNTO OTTOPAOLO GALIA 1450 settembre 26, Milano. Potestati Mortarii. Nui havemo concesso a Boschino nostro de potere recoglere tuti li fructi de questo anno de tute le possessione et bene che forano de Octopaulo Galia, cìtadino de Pavia, morto novamente; li qualli beni et fructi, como tu dei savere, forono presi per la camera nostra; pertanto vogliamo et così te comandiamo che nonobstante ogni altra littera che te sia scripto per nuy 168v o per lo referendario nostro de Pavia, tu debi lasare recoglere tuti li dicti ficti e fructi a Boschino predicto, overo al presente portatore suo fameglio; e così farali respondere liberamente d’ogni ficto et fructo de questo anno de tute le dicte possessione. E questa è nostra intencione. Mediolani, xxvi septembris 1450. Non preiudicando però ala relaxacione deli dicti beni immobili per nui facta a misser Antonino Preoctono, secundo che appare per l'altre nostre littere. Data ut supra. Cichus. 211 507 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL PODESTÀ, AL COMUNE E AGLI UOMINI DI STRADELLA DI SPOSTARE, CAUSA LA PESTE, I 22 CAVALLI DI FIASCO A CASTANA, IMPUTANDO ALLA COMUNITÀ DI STRADELLA LE SPESE PER DETTI CAVALLI [1450] settembre 25, Milano. Potestati ac communi et hominibus Stratelle. Dilecti nostri, vedendo nuy che quelli xxii cavalli de Fiasco, quali erano lozati in quella nostra terra, non li ponno stare per periculo dela peste, scripsemo in queste dì alli homini de Castanea che li volesseno allozare et provedere de strame, tenendo bon conto d'ogni cosa, perchè nostra intentione era che voi li satisfacesseno, come è conveniente e debito; et perchè intendimo che li hanno acceptati et li provedono in la forma dicta de sopra, ve commectiamo et volimo che ti, potestà, facci satisfare et voi, homeni, satisfaciate a quelli da Castanea dele spese facte et che farano alli decti cavalli, senza exceptione alcuna, perchè vi de' bastare havervi levati li cavalli da casa, senza che anche gli fazano le spese per voi. Mediolani, die xxv septembris. Iohannes. 508 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE NÉ I MASSARI E GLI UOMINI DI FILIPPINO VISCONTI, NÉ IL COMUNE DI CAVAGLIONE VENGANO COSTRETTI AI LAVORI CHE SI DEVONO FARE NELL’ADDA 1450 settembre 25, Milano. Petro de Cortona et Zanipono provisionato cornmìssariis super laboreriis in flumine Abdue. Benchè vi habiamo commesso in generale che voy divessevo strengere ogni homo del vicariato de Melzo a contribuire a quelli lavoreri se devono fare in Adda, nondimancho non intendevamo che in questo fosseno et se comprehendisseno li massari et homini del nobile Filippino Vesconte, patre de Zohanne, nostro cancellero, quale habitano nel loco de Cavaglione dela pieve de Cornaglione, quale habiamo disposti per nostre littere et vogliamo non siano strecti ad alcuno carico nè ch'el comune de quel loco de Cavaglione sia carigato per loro; e cossì habiamo scripto al capitaneo nostro de Marthesana et al potestà nostro de Melzo. Pertanto vi commandiamo che ali dicti massari et homeni non dagati nè lassate dare molestia alcuna per casone de quelli lavoreri, nè anche per loro caricate el comune supradicto. Et questo per quanto havite cara la gratia nostra. Mediolani die xxv septembris 1450. Iohannes. 212 509 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL PRIORE DI SAN BERNARDO QUANTO HA DECISO PER BARTOLOMEO DE SCAZOSI 1450 settembre 25, Milano. 169r Priori Sancti Bernardi. Reverende in Christo pater amice noster carissime, ob irnmensam Bertholomey de Scazosiis erga nos et statum nostrum fidem et devocionem, qui nec, ut rem gratam et nobis statuique nostro utilem faceret, laboribus et vite periculis pepercit, singulari affectione cum prosequamur ac ei complacere obnoxium arbitramur et pro aliquali recompensacione, licenciam questus et redditus in dominio nostro hospitalis vestri nomine percipiendi eidem et successoribus suis concessimus; sed ne nos vobis et conventui vestro adversari videamur, quem pro posse tueri et augeri intendimus, et dicto Bertholomeo concessa revocare nedum nefax, verum aliquid nobis adversi occurere cerciores reddimur mediam viam una vestra tuendi et sibi complacendi periculis habemus scilicet paternitatem vestram scilicet paternitatem vestram cum consensu capituli ad anno viginti pro pensione ad ratam pro rata eius, quod hactenus percipi consuevit, dictum Bertholomeum investire, nec dubitantes quin paternitas vestra ob suam in nos benivolenciam et caritatem ad ea se inclinet, que nobis grata sint, prout et nos complacremus; eandem hortamur, requirimus et maiorem in modum rogamus ut predictum Bertholomeum de questis illiusmodi ad tempus predictum investire velit modo predicto, Quod quidem gratum et acceptum nobis erit. Et si ipsa vestra paternitas circa factum prestandi sibi ficti liberam se magis intuitu nostro rediderit a qua liberalitate retrahere se etiam merito non debebit, propter occursas maxime his in temporibus in hac provincia malas et pravas bellorum condiciones, id sequidem gracius et accepcius habebimus nec paternitas vestra poterit damna consequi cum a vobis recognoscat et iusta solitum reditus exsolvet. Ad quelibet ipsius paternitatis vestre parati. Mediolani, xxv septembris 1450. 510 FRANCESCO SFORZA ORDINA AI PODESTÀ DI SONCINO, COVO E ANTEGNATE DI INFORMARLO DI TUTTE LE LETTERE RIGUARDANTI I FRUTTI DEI POSSEDIMENTI E BENI DI COVI E ANTIGNATE PER L’ACCERTAMENTO DI DETTI POSSEDIMENTI 1450 settembre 26, Milano. 169v Potestatibus Suncini ac Covi et Antignate. Dilecti nostri, se recordiamo haverve scripto altre volte che dovesti fare tenire in sequestro li fructi dele possessione et beni de Covo et Antignà, le quale el magnifico Bartolomeo Cogliono dice havea facto seminare. Da poy sonno concesse altre lettere, quale se dicono essere in favore dela donna del conte Pietro da Cono, per le quale se dice essa donna volere vendere lì dicti fructi; et perchè non se recordiamo essa lettera essere passata, ve commetiamo et volimo che subito ne advisati del tenore de tucte le lettere ve fonno scripte in questa materia da poy el sequestro deli dicti fructi in qua et se la dicta donna o altri hanno ragione alcuna sopra le dicte possessione et beni, et quale per modo che dìstinctamente intendiamo el tucto, tenendo in suspeso tucte le biave et fructi de essi beni et non lassandoli tore ad alcuna persona, sia che se voglia, fin ad tanto haveremo inteso la cosa et ve scriveremo altro. Mediolani, dia xxvi saptembris 1450. 213 511 FRANCESCO SFORZA INFORMA IL COLLEONI CIRCA LA VICENDA DELLE LETTERE RIGUARDANTI IL SEQUESTRO DEI FRUTTI DEI POSSEDIMENTI DI COVO E ANTEGNATE 1450 settembre 26, Milano. Magnifico Bartholomeo Colioni, capitaneo et cetera. Inteso quanto ne haveti scripto circa el facto dele biave et fructi dele possesione de Covo et Antignà, dìcemo per resposta che nuy se recordiamo molto bene che per nostra ordinatione fu facto el sequestro deli dicti fructi, ma non sapiamo zà che ad instantia de alcuna persona sia passata lettera in contrario; nondimancho, per intendere meglio questa cosa, scrivemo per le alligate ali nostri potestati de Suncino, de Cavo et de Ancignà, che tengano in sequestro li dicti fructi et non li lassino tore ad alcuna persona senza nostra saputa. Dela quale cosa ne advisamo la vostra magnificencia ali piacceri dela quale siamo aparechiati. Medìolani, xxvi septembris 1450. Franciscus Sfortia Vìcecomes dux Mediolani, et cetera. 512 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ E AL REFERENDARIO DI COMO CHE INDUCANO COLORO CHE HANNO PROMESSO DENARO E PANNO A CONSEGNARE QUANTO CONCESSO PERCHÉ DESTINATO IN AIUTO AL CONDOTTIERO FIORAVANTI DI PERUGIA 1450 settembre 25, Milano. 170r Potestatì et referendario Cumarum. Subvenire presencialiter nobis et camere nostre habent descripti in cedula presentìbus inclusa, de quantitibus pecuniarum ad unumquemque eorum inibi annotatis, quid in pecunia et quid in pannis, prout in ipsa cedula distincte et particulariter annotatum est, iuxta factam per eos superioribus dìebus promisionem spectabili et nobili Petro Cotte consiliario et Christoforo Pagano magistro intratarum nostris cum igitur huiusmodi subvencionem assignaverimus strenuo armorum ductori nostro Floravanto de Perusio, volumus et mandamus quatenus statim, his habitìs, ordinetis et provideatìs quod sibi de subvencìone ìpsa tam pecuniaria quam in pannis pro dicto descriptos omnino satisfìat, prout in cedula predicta continetur, omni exceptione sublata; verum dilligenter adversatis quod in extìmacione ìpsorum pannorum iustum et debitum precium non excedatur in decepcionem et detrimentum ìpsius Floravanti. Ut autem ìddem descripti debìtam consequi veniant restitucionem dìcte subvencionis, prout dignum est et intendimus, contentamur et volumus quod super illis daciis illius nostre civitatis anni proxime futuri, qui ipsi descripti maluerint, sic assignetis pecunias antedictas, sicut et nos per presentes assignamus, atque eisdem de ipsis postea, debitis temporibus, libere responderi faciatis. Mediolani, die xxv septembris 1450. Iohannes de Ulesis. 214 513 FRANCESCO SFORZA IMPONE AL COMUNE E AGLI UOMINI DI ANCARANO CHE DIANO A GIOVANNI DALLA GUARDIA OGNI ENTRATA, SPETTANZA E OMAGGIO 1450 settembre 26, Milano. Communi et hominibus terre Ancharani. Essendo di nostra intencione non solamente conservare, ma de augmentare la ragione, dritti, honorancìe, preheminencìe et prerogative del nobile homo Zohanne dala Guardia, idcirco vogliamo, et per le presente exprese ve comandiamo, respondati senza alcuna excepcìone al dicto Zohanni d'ogni sua intrata de quello loco, honorancia, utilìtà et commoditate, qual may.ad alcuno tempo per vui o per vostri antecessorì sia consueta dare, observando vui le presente littere per quanto haveti cara la gracia nostra. Mediolani, die xxvi septembris 1450. Cìchus. 514 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GASPARE DA SESSA CHE FACCIA RITORNARE DA GIULIANO MUNDO GLI UOMINI D’ARME CHE SONO ANDATI VIA DA LUI O, SE NON INTENDONO FARE CIÒ, RESTITUISCANO LE SUE ROBE E CAVALLI 1450 settembre 25, Milano. 170v Gaspari de Sexa. Altre volte te scrissemo dovessi provederi che quilli dui homini d'arme overo famegli de Iulliano Mundo, qualli serano partiti da lui e veniti cum ti, retornaseno seco o, quando non voleseno retornare, gli restituiseno li cavalli et robbe sue, et anchora niente è seguito; de che lui se grava et nuy ne maravìgliamo. Pertanto te replicamo de novo et te commetiamo, comandiamo et volemo provedi ch’el dìcto Zuliano Mundo almancho consegui la roba sua, quando pur non vogliano retornare. E in questo non intervenga fallo. Mediolani, xxv septembris 1450. Cìchus. 515 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIOVANNI DA TOLENTINO CHE I FAMIGLI DI ROSSO PORCO RESTITUISCANO A DALFINO DA VARANO I DUE CAVALLI RUBATI O L’EQUIVALENTE IN DENARO 1450 settembre 27, Milano. Domino Iohanni de Tolentino locuntenenti civìtatis nostre Cremone. Come per altre nostre ali dì passati ve scripsemo, havemo chiara informacione che li famigli de Rosso Porcho homo d’arme a tempo de nocte hanno furtato duy cavalli ad Dalfino da Varano; et, deliberando nuy che gli siano restituiti o la valuta d'essi, come vole la ragione et honestate, volimo che cum bono modo mandiati per Rosso Porco et non lo lassiati partire se prima non fa restituire dicti cavalli duy, o la valuta de quelli, o sia d’acordio cum esso Dalfino da Varano. Data Mediolani, die xxvii septembris 1450. Cìchus. 215 516 FRANCESCO SFORZA RICHIAMA IL COMMISSARIO DI BINASCO PER AVER IMPEDITO, NONOSTANTE GLI ORDINI DUCALI IN CONTRARIO, IL PASSAGGIO DEI CARRETTIERI TRASPORTANTI SALE 1450 settembre 26, Milano. Comissario nostro Binaschi. Quantunche heri per altre nostre littere te scripsemo che lasasti passare lì per Binasco li carrateri, che conducono sale, nondimeno intendemo che non li lasi passare; del che molto se maravi gliamo. Il perchè iterato per questo te comettiamo et comandiamo strectamente che debi lassar passare liberamente dicti carratori et qualunque altro che conduca sale, così da Pavia como da Sancta Croce, purchè non facinno dimora in essa terra de Binasco, ma che senza dimorare possino passare ultra de longo. In questo fa che non sia manchamento veruno, per quanto hay cara la gratia nostra, et maxirme atesso che questo non lasar passare quelli che conducono sale saria impedire el modo de havere sale: del che ne redundaria danno grandissimo. Mediolani die xxvi septembris 1450. Iohannes de Ulesis. 517 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REFERENDARIO DI LODI DI DARE AL CASTELLANO DELLA ROCCA DELLA CITTÀ UNA PAGA, CHE EGLI DICE ARRETRATA, E UN’ALTRA PER FORNIRE I SUOI FANTI DI VETTOVAGLIE 1450 settembre 27, Milano. 171r Referendario civitatis nostre Laude. Ad ciò che Venturino, castellano de quella nostra rocha de Lode, se possa fornire de vetualie, como se convene ad suoi pari, volimo tu gli fazi dare li dinari d'una paga, qual dice restarglì del passato; et ultra ciò fagli dare li dinari de un’altra avenire, mediante la quale se possa fornire delle cose necessare per meglio mantenire li fanti alla guardia de quella nostra rocha. Et non manchi per cosa veruna. Data Mediolani, die xxvii septembris 1450. Iohannes. 518 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE CHE SI PAGHINO IN CONTANTI IN TRE RATE 150 FIORINI PATTUITI CON GIOVANNI DA BORDELANO 1450 settembre 27, Milano. Regulatori et magistris intratarum nostrarum. Ut efficiamini clariores quomodo et quibus temporìbus dari et numerari volimus Iohanni de Bordelano illos florenos centum quinquaginta ad monetam, quos anno singulo sibi deputavìmus sicuti aliis nostris lìteris debuistis intelexisse, ordinavimus et volumus ut illos in tribus terminis sibi numerari et dari faciatis videlicet in primis quatuor mensibus anni, annum incipiendo in kalendìs proxìme preteriti mensibus iulii, florenos quinquaginta, et sic seriatim de quatuor mensibus in quatuor usque ad integram dictorum florenorum centum quinquaginta. Et sic exequamini omni excepcione et contradictione procul mota. Mediolanì, xxvii septembris 1450. Cìchus. 216 519 s.d. Referendario et thexaurarìo Alexandrie. Dilectì nostri, per altre nostre littere intendesti lo pagamento….. a A Così A. 520 FRANCESCO SFORZA COMANDA CHE NON SI ACCETTI NESSUNO PROVENIENTE DA LUOGO APPESTATO, E RIMPROVERA LA POCA AVVERTENZA DEI LOCALI 1450 settembre 27, Milano. 171v Potestatì, nobilibus, communitatibus et hominibus Glarolarum et Guazatorii. Dilectì nostri, sentimo quilli lochi essere per Dio gracia molto sani, ma siamo informati como alcuni homini de quelli vanno talhor ocultamente talhor senza regurdo ad Voghera, ala pieve et ad altri lochi infecti, e così quelli da lochi infecti vengono a parlare lì cum li homini, tal fiata de fora et tal fiata dentro da li lochi, il che molto ne dispiace. Pertanto volimo et comandamovi expressamente non debiati receptare nisuno qual venga da loco suspecto de peste ni conversa cum loro, né li vostri proprii non receptatì se vano contra la mente nostra e nisuno vada fora deli vostri terreni senza tua de ti, podestà, expressa licencia; e fa fare cride et comandamenti per parte nostra de questa nostra intencione, la qual volimo sia observata soto pena de l’havere et dela persona. Et fa le execucione, quando lo caso accedesse, arricordandovi, se per vostro defecto quelle terre se infectarano, faremo tal demostracione che e tu, potestate, e vui, homini, vi accorgerite per longo effecto quanto de vui restarimo malcontenti MedIolanì, die xxviii septembris 1450. Iohannes de Ulesis. 521 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REGLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE CHE SI DIA LA PROVVIGIONE DI DUE MESI A GIOVANNI ORLANDO PERCHÉ POSSA CURARSI DELLA SUA INSANIA 1450 settembre 28, Milano. Regulatori et magistris ìntratarum. Aciò che Iohanne Orlando, qual è insanio, meglio et più aptamente possi curare la salute sua, volemo che senza veruna excepcìone ad esso de presente gli faciati dare e numerare li denari de la sua provixione de dui mesi. Mediolani, die xxviii septembris 1450. Cìchus. 217 522 FRANCESCO SFORZA ORDINA A TESEO DE PONTANIS DI PORTARSI DA LUI DILIGENTEMENTE INFORMATO SU QUANTO È STATO FATTO DAGLI UOMINI DI PIETRO MARIA (ROSSI) INTORNO ALLA ROCCA DI RAVARANO 1450 settembre 28, Milano. Theseo de Pontanis de Spoleto. Crediamo che tu debie hormay havere ben asetate e acordate quelle differencie et cose del canto di là sichè per questa non dicemo altro, si non che voglì venire da noy e veni informatissimo et cum cose chiare et cum la veritate: si è vero che quelli de Petro Maria siano andati intorno ala rocha de Ravarano de nocte, como Orlando dice, et così li suoy; e veni informato del facto de quello bosco, per lo quale è venuta la questione, de chi è et per chi è stato posseduto, e ch’è stato casone e principio de questi excessi seguiti, et cetera. Mediolani, die xxviii septembris 1450. Cichus. 523 FRANCESCO SFORZA, INFORMATO DELLA BUONA VOLONTÀ DEI SIGNORI DI CORREGGIO VERSO DI LUI, ASSICURA ROBERTO DA SANSEVERINO CHE LI TERRÀ COME FRATERNI AMICI 1450 settembre 28, Milano. 172r Magnifico domino Roberto de Sanctoseverino. Havemo recevuta la tua littera et in questo quanto ne scrivi dele cose de là e como sono ben resetate e dela bona voluntà de quilli magnifici signori da Corrigia verso de nui et cetera. Dicemo che essendo cossì como tu ne scrivi, ne piace; et perché sonno stati qua da noi sei mesi, li qualli retornano da loro informati a pieno dela nostra intencione e voluntade, per queste ne accade dire poco, se non quella conclusione habiamo dicto e facto cum loro sotto brevitate dirlo ancora a ti, ad ciò tu ne sie informato, avegna ne rendiamo certi lo intenderai da loro, che, volendo loro essere nostri boni amici et che vogliano vivere et fare verso noy et l’honore nostro el debito loro, noi l’haveremo a caro et tegneremoli per boni amici et fratelli et parenti. In quanto che loro vogliano vivere legeramente e portarse secundo li apetitì loro, como hanno facto fin qui, intendemo anchora volerne intendere cum loro et fare per modo che intendiamo chiaramente como debiamo cum essi per lo tempo avenire. Ceterum siamo avissati da persona fidedigna, e questo è certo, como quilli soldati sonno allogiatì alla pieve in quello de Cibello hanno pratica de andarsene cum Dio, li qualli non sapemo se siano de li tuoi o de altri, pur siano de chi se voglia, vogli subito, recevuta questa, como meglio te parerà, siché tu te asecuri de tuti loro, E questo fa presto, per loro non piglassero la via che hanno praticata. Mediolani, xxviii septembris 1450. Cìchus. 218 524 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIACOMAZZO DA SALERNO DI RESTITUIRE AL SEGRETARIO DEL CARDINALE BENEVENTANO L’OSPEDALE DI CASTELNUOVO 1450 settembre 28, Milano. Domino Iacomatio de Salerno. Spectabilis, como per altre nostre dovitì havere inteso, vi havìmo scripto che dovestino restituire liberamente al secretario del reverendissimo monsignore cardinale de Benevento lo hospitale de Castellonovo, el quale, per quello che mò intendiamo, anche non l’haviti restituito, del che molto se maravigliamo. Pertanto dì novo vi scrivemo, carichamo et stringemo che per ogni modo vogliati restituire dicto hospìtale al prefato secretario, perché, oltra che fariti el dovere, a nuy fariti cosa grata. Medìolani, die xxviii septembris 1450. Iohannes. 525 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AI MAESTRI DELLE ENTRATE STRAORDINARIE CHE AL NOTAIO, GABRIELE TAVONO, DEL QUALE APPREZZA SOLLECITUDINE, FEDELTÀ E PERIZIA CORRISPONDANO OGNI MESE 5 FIORINI 1450 settembre 26, Milano. 169v Magistris intratarum extraordinariarum. Havemo recevuto le vostre littere circa el facto de Gabriel Tavono, notaro de quella nostra camera extraordinaria, et inteso el tenore de quelle, a noy pare cossa conveniente et ragionevele che qualuncha sia premiato de sua fatica et maxime cum quelli che se afaticano e serveno cum fede et solicitudine et pericia dele cose hanno a fare, como fa esso Gabriel, secundo el vostro scrivere, del qual, ultra ciò, havemo ogni bona informacione; siamo contenti, adoncha, et volimo che a dicto Gabriel faciatì respondere ogni mese de cimqui fiorini a rasone de soldi xxxii d'imperiali per fiorino, incomenzando in calende del presente messe et prosequendo fin a nostro ben piacere et faciendo fare sopra ciò ogni scripture et bollete opportune. Mediolani, die xxvi septembris 1450. Cichus. 526 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CAPITANO DEL SEPRIO DI REVOCARE, COME RICHIESTO DA BIANCA MARIA, OGNI MOLESTIA CONTRO I FRATELLI PIETRO E ARESMINO RAINOLDI 1450 settembre 28, Milano. Capitaneo Seprii. Se miravigliamo assai non debbi havere obedito le lettere te ha scripto la illustrissima madonna Biancha nostra consorte, continente devesse revocare ogni molestia et novità facta contra Petro et Uresmino fratelli de Raynoldi, per cagione de certe condemnatione per te o per tuo vicario facta contra de loro, perché essa madonna intendeva farla revedere ad ciò li predicti fratelli non havessero cagione iustamente de potersi lamentare. Pertanto volimo che, remossa ogni exceptione, veduta la presente, facci revocare ogni molestia et novità facta et suprasedi de fare per la dicta cagione donec scrivarimo altro sopra de ciò, et vogli mandare de novo alli maystri 219 dele intrate nostre extraordinarie il processo, ali quali havemo commessa la revisione dela dicta condemnatìone. Mediolanì, xxviii septembris 1450. Cichus. 527 FRANCESCO SFORZA ACCUSA RICEVUTA DELLA RATIFICA DEI CAPITOLI FATTI DAI PROCURATORI DI FEDERICO DI MONFERRATO, ANGELO GALLI E PIETRO DAL CANGELO, 1450 settembre 28, Milano. 173r Magnifico ac excellenti domino tamquam fratri nostro carissimo domino Federico Montisferrati Urbini ac Durantis comiti nostroque armorum capitaneo, et cetera. A dì xxvi del presente mese recevessemo la vostra lettera de dì xvi, pur del presente, cum la retificatione deli capituli zà facti per el spectabile cavalero miser Angelo de Galli et Piero dal Cangelo, vostri procuratori, et nuy, la quale, quantuncha non fusse stata necessaria, ad nuy è stata grata et accepta, onde per più vostra chiareza ve ne advisamo per questa nostra littera. La excusa che fa la signoria vostra per quello ch'el dicto miser Angelo domandò et replicò in la conclusione de dicti capituli in nome dela signoria vostra, non bisognava la signoria vostra la fessi, perchè, quello che luy dixe, el dise ad bono fine, come fanno li boni servitori per li loro signori; de che ne de' havere più tosto commendacione che altro, advisando che la signoria vostra che ciaschuno deli vostri sempre com nuy pono dire e fare ogni cosa cum quella segurtà et baldanza, come da fare el patre cum lo figliolo. Ex Mediolano, xxviii septembris 1450. Iohannes. 528 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CAPITANO DEL LAGO MAGGIORE DI INDURRE IL PADRE DI DON MARTINO, SMONACATOSI, A RIPORTARE IL FIGLIO NEL MONASTERO DELLA CERTOSA 1450 settembre 28, Milano. Capitaneo Lacus Maioris. Cosa nephanda inhonesta et digna de provisione ne è stata notificata, cioè che uno don Martino, già monaco professo nel monasterio dela Certosa de Pavia, più dì passati è uscito dal monasterio et gito ad casa del padre, il quale non solamente l’ha acceptato, ma gli ha consentito ch’el pigli habito mondiale contra le leze divine et humane et contra ogni bono exemplo a chi havesse voglia de vivere spiritualmente e bene; la qual cosa non volimo patere, perchè è cagione de molti scandali perchè non solamente luy, ma el padre, che gli consente et qualuncha gli parla, et pratica cum si è excomunìcato. Per la qual cosa, bisognandoli brazo seculare ad moderare questo fallo, volimo et te commectimo expressamente che, per ogni via et remedio oportuno, debbi operare ch’el padre del dìcto don Martino, qual se domanda Iohan del Nilex, habitatore de Lexa, conduca o faza effectualmente condure el dicto don Martino suo figlio al monasterio dela Certosa, et a consignarlo al priore del dicto monasterio. Et questo fa con ogni diligentia et cura et studio, se hai voglia farne cosa grata. Mediolani, xxviii septembris 1450. Cichus. 220 529 ORDINE AL PODESTÀ DI MORTARA DI NON DARE RICOVERO AI PELLEGRINI SENZA LICENZA DUCALE 1450 settembre 29, Milano. 173v Potestati Mortarii fuit scriptum quod non permitteret allogiare in hospitiis extra terra Mortarii pelegrinos sine sua licentia, et quod adverteret diligenter quod dìcta terra non morbo infectaretur. Data Mediolani die xxviiii septembris 1450. Cichus. 530 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIOVANNI DE ANGELELIS DI PORTARSI A COMO PER CONSEGNARE UNA CASA, CHE I FRATELLI SANSEVERINO, RIVENDICANO PER PRIVILEGI CONCESSI DA FILIPPO MARIA VISCONTI 1450 settembre 28, Milano. Domino Iohanni de Angelelis. Vuy sapeti la commissione haviti da nuy et siamo certi la exequiriti interamente, nondimanco, perché li magnifici fratelli da San Severino dicono havere una casa in la cità nostra de Como, quale li pertene per vigore di soy privilegii, siamo contenti, immo ve commetiamo et volemo che, spazate quelle cose de là, vi transferiti a Como et li metiati etiandio alla possessione loro, o a chi farà per loro de essa casa secondo la dispositione d'essi privilegii, maxime perché dicono che al tempo dela felice memoria del illustrissimo quondam signore passato era alla possessione dela dicta casa. Mediolanì, xxviii septembris 1450. Cìchus. 531 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI COMO CHE, ACCERTATO IL CREDITO DI GIOVANNI DA BALBIANO E SIMONE ORRIGONE, COSTRINGA GIOVANNI ANDREA ANDREANI DA CORENO A SODDISFARLI 1450 settembre 26, Milano. Potestati nostro Cumarum. A rechiesta del conte Zohanne da Balbiano et Symone Horrigono, scripsemo altre volte al capitanio nostro del laco de Como che, constandoli Zohanne Andrea di Andriani da Coreno esserli debitore per esser stato segurtà de miser Spilemberto da Trivulzo, lo dovesse constrenzere al pagamento, et ancora non l'ha facto, nì etiamdio se cura de farlo, come intendiamo per querella de essi conte Zohanne et Symone, pertanto te commetiamo et volimo che, constandote del debito d'esso Zohanne Andrea, provedi che li dicti conte Zohanne et Simone siano integramente satisfacti de quello veramente deverano havere et in tal forma che non habiamo iusta casone de lamentarse. Mediolanì, xxvi septembris 1450. Cìchus. 221 532 RIPETIZIONE QUASI AD VERBUM DELLA MISSIVA SUB N° 530 1450 settembre 28, Milano. 174r Domino Iohanni de Angelelis. Voy sapete la commissione haveti da noy et siamo certi la exequirete integramente, nondimancho perchè li magnifici fratelli da Sanseverino dicono havere una casa in la città nostra de Como, quale gli pertene per vigore de soi privilegii, siamo contenti, imrno ve commectìamo et volemo che, spazate quelle cose de là, ve transferiate a Como et li mectiate etiandio ala possessione loro, o chi farà per loro, d’essa casa, secondo la dispositione d’essi privilegii, maxime perché dicono che al tempo dela felice memoria del illustrissimo quondam signore passato era ala possessione dela dicta casa. Mediolani, xxviii septembris 1450. Cìchus. 533 FRANCESCO SFORZA COMUNICA A GIOVANNI DA TOLENTINO DI AVER ASSUNTO AL PROPRIO SERVIZIO BALDASSARE DA TREVISO E VUOLE CHE GLI DIA ALLOGGIO NEL CREMONESE CON I SUOI, ANCHE SE EGLI SI ACCONTENTEREBBE DI STARE A PESCAROLO 1450 settembre 29, Milano. Domino Iohanni de Tolentino. Havendo noi conducto alli nostri servitii el spectabile et strenuo cavalero miser Baldesar da Treviso, como per altre nostre devete essere advisato, volimo che voi gli diate lozamento lì in Cremonese in loco dove el possa stare bene cum li soi; et perchè lui dice che se contentaria de stare ad Pescarolo, provedendo a Zohanne Ungaro et alcuni altri sonno lì de altro lozamento, dicemo che anchora nuy seriamo contenti, parendo a voi che se faza, et caso che non potesse essere, volimo glilo fazate dare altrove per li soi cavalli vivi, in modo ch'el sia bene allozato, facendoli dare el formento per le boche vive et cossì el strame per li cavalli, non trovando ormai più herbe nè stopia, Volimo etiamdio che voi gli fazati bona cera et lo acarezate in modo ch'el conosca che l'havimo caro. Data Mediolani, die xxviiii septembris 1450. Cichus. 534 FRANCESCO SFORZA IMPONE A FRANCESCO DEI LUPI DI SORAGNA DI CONSEGNARE LA GIORNEA, CHE EGLI TIENE, AL CAVALIERE DEGLI ORSINI 1450 settembre 29, Milano. Spectabili Francesco de Luppis marchioni Soranie. Per queste nostre lettere te confortiamo, carichamo et strengemo che vogli dare quella zornea hay presso de ti al cavalero deli Orsini senza exceptione alcuna, perché ne faray cosa grata certificandote che deli dinari, che debi havere sopra la dicta zornea, nuy te ne seremo bono renditore Mediolani, xxx septembris 1450. Iohannes. 222 535 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE CHE HA DESTINATO CRISTOFORO DA SONCINO E DIONISIO DA NORCIA AL SERVIZIO DEL FIGLIO GALEAZZO 1450 settembre 29, Milano. 174v Regulatori et magistris intratarum nostrarum. Dilecti nostri, havemo tolti alli nostri servicii et deputati presso lo illustre Galeaz, nostro figliolo, magistro Chrìstoforo da Suncino et magistro Dyoniso da Norsia, cum mensuale provisione de 25 fiorini per caduno. Pertanto volimo che da mò inanzo, incomenzando a calende de octobre proximo che vene, gli faciatì respondere ad caduno de loro dela dìcta provisione. Data Mediolani, die xxviiii septembris 1450. 536 VIENE NOTIFICATO CHE A PIETRO DA CORTONA E A ZAMPONO È STATO RICHIESTO UN MAGGIOR NUMERO DI GUASTATORI PER LAVORI SUL FIUME MUZZA OLTRE A CHIEDERE AL PODESTÀ DI MELZO CHE I SUOI UOMINI DIANO OGNI AIUTO [1450] settembre 30, Milano. Petro de Cortona et Zampono. Scriptum fuit predìctis Petro et Zampono quod deberent invenire maiorem numerum guastatorum, quam ipsi possent, ad laborerium illud super flumine Mucie; et ut dictum laborerium haberet expeditionem, dominus non vult aliquem exemptum ad laborerium ipsum licet quod omnes tam nobiles quam ignobiles teneantur ad debitum. Et scriptum fuit potestati Melzii quod faceret et disponeret ex hominibus Melzii omne auxilium et favorem ad laborerium eundem. Mediolani, ultimo septembris. Iohannes. 537 FRANCESCO SFORZA RISPONDE ALLE LETTERE DI ANDREA FULGINEO PRECISANDO: QUANTO AL DENARO CHE DEBBONO I PRETI SI MERAVIGLIA CHE NON LO ABBIANO ANCORA DATO; QUANTO ALLA QUANTITÀ DI GRANO DOVUTA A GIOVANNI DALLA NOCE E A CRISTOFORO DA CREMONA, VUOLE CHE VENGA LORO DATA SENZA INTACCARE IL QUANTITATIVO DOVUTO AL CASTELLO DI MILANO. INFINE DAGLI EBREI NON PUÒ AVERE IN LOCO PIÙ DI DUECENTO DUCATI PER CUI LO INVITA AD OTTENERNE DI PIÙ, MA CON BELLE MANIERE 1450 settembre 30, Milano. Ser Andree de Fulgineo cancellario nostro. Dilecte noster, havemo recevuto le tue lettere continente più parte alle quale respondendo, prima alla parte deli dinari deli preti, dicemo penitus che non volimo se dispona de dicti dinari se non quanto se contene in le littere del’ assignatione de Antonio da Landriano, et bene se maravigliamo dela dureza de essi preti, che ancora non l’habino dati. Fa aduncha che subito li pagano et de essi dinari non dispone se non quanto è dicto o scripto. Ala parte ch’el non se pò dare lo grano dela sua rata ad miser Zohanne dala Noce né ad Christoforo da Cremona, che non gli desse de quello volimo per lo castello de Milano, perché dice non gli n’è d'altro, se maravigliamo chè pur credemo. ge ne deba esser quanto 175r basta per questa, etiam senza tore de quello havemo ordinato per lo castello qua. Pertanto, secondo per altre te havemo 223 scripto, mandane la raxone del dato et recevuto et omnino retrova quello de miser Zohanne dala Noce et Christoforo da Cremona. De quello del castello de Milano siamo contenti et volimo che ne dia queste due poste tanti zoè alli nostri provisionati et alla squadra de Octaviano Vesconte, secondo li bolletini te portarano. Ceterum, perché ali dì passati te scripsemo che desse ad Zohanne camarero dece moza de frumento et non fu specificato a quale mesura, volimo che tu intendi alla mesura lodesana et a quella mesura gelo dà. Per altre nostre te responderemo ale altre parte dele tue lettere et anche per queste. Al facto deli dinari deli zudei, nuy non trovamo poterne havere qua più cum ducento ducati siché volimo che cum bon modo habi lo resto ma non vresemo che tu lo cavasse per meterli in persone né cum aspere extorsione, perchè non potessero esser sforzati ma cum ogni altro modo honesto. Ala parte del caposoldo del frumento, restamo contenti che ne sia satisfacto ad quelli hominì d'arme et vederemo de provedere ad Piziguitone per altra via. Finalmente fa per ogni modo et via che miser Zohanne dala Noce et Christoforo da Cremona habiano la sua taxa dela quale t’è scripto et questo non manchi per cosa del mondo. Data Mediolani, ultimo septembris 1450. Cìchus. 538 FRANCESCO SFORZA ORDINA A RAINALDO DA APPIANO DI TRASMETTERE SIGILLATO IL PROCESSO , DI GRANDE INTERESSE PER LA CAMERA DUCALE, CONTRO MARCO FERRARIO AL CONSIGLIERE DI GIUSTIZIA SILLANO DE NIGRIS AD OGNI SUA RICHIESTA 1450 ottobre 1, Milano. Raynaldo de Aplano. Habes, ut informati sumus, penes te processum quendam alias contra Marcum Ferrarium formatum, et, quendam illius Camere nostre maxime interest, volumus et tibi mandamus quatenus, sub indignationis nostre pena, processum eiusmodi cum omnibus exinde secutis egregio et sapienti doctori consiliarioque nostro iusticie domino Silano de Nigris ad omnem eius requisicionem indilate tradas et obsignes tenendo pariter et tibi restituendo, quando nobis libuerit et non aliter; non intendentes preterea nec volentes ob causam ipsam ac consimilem et pro aliis multis informacionibus, quas nobis in utilitatem camere nostre asidue dare potes, quod longius quam huic ruri ire aliqualiter presumas absque speciali nostri seumemorati domini Silani licencia. Si qui tamen vel fuerint, qui audeant vel presumant te aliqua iniuria dicto vel facto afficere, quemadmodum nonnullos fuisse et esse inteleximus, quod nobis adeo molestum fuit et grave tulimus, volumus quod nos de eorum, qui te iniuria affecerint, nominibus et cognominibus avisatos cum primum reddas, quia talem fieri facimus punicionem, que ceteris exemplo erit; intencionis enim nostre est quod et tu et quilibet bonus civis noster tute domi sue stare possit et habitare. Mediolani, primo octobris 1450. Cichus. 224 539 FRANCESCO SFORZA RIMPROVERA PIETRO GIOVANNI DA CAMERINO PER AVER TOLTO AI FRATI DELLA CERTOSA GRANO E ALTRE COSE, ORDINANDONE L’IMMEDIATA RESTITUZIONE, MINACCIANDO, SE DISOBBEDIENTE, LA RIMOZIONE DAL LUOGO OVE SI TROVA 1450 settembre 30, Milano. 175v Petro Iohanni de Camerino. Per querela dei frati dela Certosa, intendiamo dele grande dishonestà, quale continuamente fai a loro et ali soi homini, et come novamente gli è stato tolto certo grano et alcune altre cose: del che se miravigliamo, perché pur te ne havemo scripto tante volte che te deveresse reparare. Pertanto te commectiamo de novo et volimo che, veduta la presente, subito gli fazi restituire integramente quel grano et ogni altra cosa tolta certificandote che, si ala receptione de questa tu non lo fai et ne sentiamo più querela, subito te levaremo da lì et mandaremote in altro loco, ove non havirai cosa alcuna, et queste habi per indubitato. Volemo etiandio che subito te levi da lì et vadì al tuo lozamento deputato. Mediolani, ultimo septembris 1450. Cìchus. 540 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL PODESTÀ E AL REFERENDARIO DI NOVARA DI AVER CONCESSO AI FRATELLI ANTONIO E GI ANPIETRO DA RABOCCIO LA FORTEZZA DI LANDIONA 1450 settembre 30, Milano. Potestati et referendario Novarie. a Havemo concesso ad Antonio et Zohanpetro fratelli da Raboccio la forteza et loco de Landiona cum tucti li datii et intrate d'esso et havemogline concessa lettera in piena forma; pertanto vi commectiamo et volimo che li rnectiate ala tenuta et posessione dela decta forteza et gli faciati respondere de tucti li datii et intrate d'esso loco, et etiandio gli lassatì ministrare rasone ali homeni, et provedatì che habiano obedientia da loro. Mediolani, xxx septembrìs 1450. Cichus. In simili forma scriptum fuìt comunitati et hominibus Landione. a Precede, cancellato communitati et hominibus Landione. 541 RICHIAMO AL PODESTÀ DI NOVARA DI MANDARE PER DUE MESI DIECI UOMINI DEL TUTTO SPESATI. 1450 ottobre 1. Potestati e referendario Novarie Scriptum fuìt, ut per alias olim litteras, quod deberet mittere homines decem solutos pro mensibus duobus de quibusvis denariis. I octobris 1450. Iohannes de Ulesis. 225 542 SOLLECITAZIONE A VILLANO DE GUALDO DI AVERE CURA DI CASSANO PERCHÈ NON SORGANO INCIDENTI E ORDINE A CREMONA DI INCARCERARE I DIECI FANTI ASSENTATISI SENZA PERMESSO Scriptum fuit Villano de Gualdo quod haberet optimam curam in loco Cassani ne scandalum et incomodum oriretur, et propter hoc et ad maiorem custodiam dicti loci, scripsit Novarie pro hominibus, et Cremone quod carcerentur decem illi, qui absque licentia a dicto loco discessere. Cichus. 543 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL LUOGOTENENTE DI CREMONA DI ARRESTARE I DIECI FANTI INVIATI A CASSANO E CHE SONO FUGGITI E DI INVIARNE ALTRI DIECI A SPESE DEI FUGGITIVI 1450 ottobre 1, Milano. Locuntenenti Cremone. Magnifice et strenue gener noster carissime, perché quelli dece fanti cremonesi, quali mandasti ad Cassano, sonno tucti fuziti, pertanto volimo che li fazati tucti pigliare et meterli in presone, et mandati ad Cassano dece altri fanti, et fati siano pagati alle spese de quelli sonno fuziti; et fati che subito exequati circha ciò quanto ve scrivemo, remossa ogni casone. Ex Mediolano, 1 octobris 1450. Iohannes de Ulesis. 544 FRANCESCO SFORZA RACCOMANDA FRATE GIOVANNI DA OMATE QUALE PRIORE DEL CONVENTO DI SAN GIOVANNI DI BELLINZONA 1450 ottobre 1, Milano. 176r Reverendo patri domino fratri Iohanni de Berinzona provinciali ordinis Sancti Augustini. Intendemo nuy che quilli de Belinzona hanno mandato dui priori al loco de San Zohanne de Belinzona, quali non sono accepti a quilli homini et desideririano de havere uno frate Zohanne de Homa, qual altre volte è stato al dicto beneficio, del quale grandemente se laudano Et pertanto, siando dicto frate Antonio caro alli dicti homini, et siandosi altre volte ben portato, vi confortamo lo vogliati deputare priore del dicto beneficio de San Zohanne perché sarà bene recto et governato de lui et compiaceritece asai. Ex Mediolano, primo octobris 1450. Iohannes de Ulesis. 226 545 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL COMMISSARIO DI NOVARA DI COMPORTARSI CON LA GENTE DI SEZZADIO UMANAMENTE. ORDINA, POI, CHE AGLI UOMINI DI RUGGERO DE GALLI E A QUELLI DI GIOVANNI DALLA NOCE SIA DATA LA QUOTA DI FRUMENTO CHE ANCORA NON HANNO RICEVUTO 1450 ottobre 1, Milano. Commissario Alexandrie. Havemo recevuta la vostra lettera et inteso quanto ne haveti scripto circha lo facto del subsidio et cetera Dicemo che in questo facto sequiti quanto ve pare necessario. Circha lo facto de quilli da Sezadio, dìcemo che cum loro ve portiati humanamente et vedati de farve obedire. Ulterius miser Rugero de Galli et quelli de miser Iohanne dala Nuce dicono che loro non pono havere lo frumento, come per altre havemo ordinato; pertanto volimo che per le boche vive, che se trovano havere, gli fati dare la rata loro del frumento, et altro non intendiamo gli sia dato. Data Miediolani, primo octobris 1450. Cichus. 546 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL PODESTÀ DI PAVIA E A GRACINO DI PESCAROLO DI AVER ORDINATO DEI LOCALI ALLA BOCCA DEL TICINO PER LA CONSERVAZIONE DEL SALE, VOLENDO CHE VI SIANO PERSONE PRONTE A RICEVERE LA MERCE RICUSANDO I NAVAROLI DI VENIRE A PAVIA CAUSA LA PESTE 1450 settembre 30, Milano. PotestatI Papie et Gracino de Piscarollo, referendario. Havemo imposto alli magistri dele intrate nostre facino subito ordinare certe stancie sonno in bocha de Ticino, ad ciò che in esse se possa conservare el sale, et gli sia posto tale ordine che, zonte siano le nave, le quale conducano el dicto sale, siano subito expedite et etiam gli siano ale predicte stantie le persone deputate a recevere ogni quantitade de sale ce conduca, perché recusano del tuto li navaroli de volere venire ad Pavia cum le nave per lo suspecto dela pesta: il perché, ad ciò che per defecto de debita provissione non segua per alcuno modo manchamento di sale, volimo et ve commandiamo che, habuta questa et remosa ogni exceptione, debiati fare. exequire quanto ve scriveranno li prenominati magistri et 176v in questo non lassati intervenire alcuno fallo, advisandove, si per difecto vostro non seranno ordinate le predicte case et poste tale provisione, che, giunte siano le nave alla predicta bocha se possano descarichare, et se ne segua alcuno manchamento, lo reputaremo ad vuy et seremo malcontentì de vuy et cossì vedereti per effecto, advisandone statim del ordine havereti posto in questo. Data Mediolani, die ultimo septembris 1450. Iohannes, Iohannes et Petrus. 227 547 FRANCESCO SFORZA SOLLECITA IL VESCOVO DI CREMONA A VOLER CELEBRARE SOLENNEMENTE OGNI ANNO LA FESTIVITÀ DI SAN FRANCESCO 1450 ottobre 1, Milano. Domino venerabili episcopo Cremone. Perchè nuy fra li altri sancti de Dio havemo in somma reverentia la festa de sancto Francesco, quale serà presto, haveriamo caro et così confortiamo et pregamo la signoria vostra voglia proveder et ordinare che lo dì dela celebratione et festa del prefato sancto Francesco in quella nostra città sia facta una sollemne processione et festa ad laude et gloria del prefato beato san Francesco, quale havemo in summa devotione. Et questo dicemo non tanto per questo presente anno, ma ne pare, così confortiamo la signoria vostra, lo faza fare annuatim, perché a nuy serà tanto più caro et grato quanto che sopra lì altri sanctì de Dio havemo in devotione et reverentia lo beato sancto Francesco. Data Mediolani, primo octobris 1450. Iohannes. 548 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTA’ E AL REFERENDARIO DI NOVARA DI DARE A GIOVANNI DALLA NOCE 318 DUCATI D’ORO, DETRATTI DALLE 12.000 LIRE CHE LA CITTA’ DEVE A FRANCESCO E FRATELLI SANSEVERINO , DEBITORI DI TALE CIFRA AL CITATO GIOVANNI [1450] ottobre 1, Milano. Potestati et referendario Novarie. Come devite sapere, nuy havemo assignati alli magnifici Francesco et fratelli da Sanseverino quelle dodecimilia libre, dele quale ne subvene quella nostra comunità; et per ch'el spectabile miser Zohanne dela Noce nostro conductere dice dovere havere da essi fratelli ducati trecento deceocto d’oro et nuy gli havemo promesso farglili restituire, deliberamo et volemo che deli primi denari dele decte dodecimilia libre ne dagate o fazate dare al decto miser Zohanne, o a qualuncha ordinarà luy, fine ala quantità de trecento deceocto ducati. 1 octobris, Mediolani. Cichus. 549 FRANCESCO SFORZA SI MERAVIGLIA CHE QUELLI DI CORREGIO ABBIANO MANDATO CAVALLI E FANTI A REGGIO PER PORTARE SOCCORSI NELLA RIBELLE GARFAGNANA. CHIEDE AL FRATELLO LA DISPOSIZIONE DELLA GENTE D’ARME NEL PARMENSE E UN ELENCO DELLA DISLOCAZIONE DEI CAVALLI AL TEMPO DI FILIPPO M. VISCONTI 1450 ottobre 1, [Milano]. 177r Domino Alexandro Sfortie. Havemo inteso, da poy la partita toa, che quelli da Corregio hanno mandati cavalli et fanti deli loro in quello de Regio per soccorrere certe terre de Garfignana quale se sonno revoltate contra el signore marchese de Ferrara; dela qual cosa ne miravigliamo, perchè questa è pure de quelle usate, che loro sonno nostre gente et sempre fano a lor modo, per la qualcosa vogliamo gli provedì come meglio te pare. Ceterum volimo ne mandi il compartimento de tucte le gente 228 d’arme che allozano im Parmesana, zoè tanto de quelle toccano alli zentili homIni de Parmesana, quanto de quelle toccano alle terre sotto alla città de Parma, perché volimo vedere quello de tenere quelli de Corrigio et cossì quello tocca a tucti gli altri; et questa lista del dicto compartimento mandiranela chiara e necta et quanto più presto sia possibile per uno cavallaro aposta. 1 octobris 1450. Cìchus. Post datam. Voressemo ne mandasse doe liste de compartitione, cioè una de cavalli che se alozava im Parmesana al tempo del signor duca passato, et l'altra lista come te scrivemo per la littera nostra. 550 FRANCESCO SFORZA SI COMPIACE PER L’ARRESTO DELL’UOMO D’ARME FORTINO PER I FURTI E DANNI DA LUI PERPETRATI E VUOLE CHE NON VENGA RILASCIATO A SUA INSAPUTA 1450 ottobre 1, Milano. Sacramoro Vicecomiti. Havemo inteso come voi havìte facto pigliare Fortino nostro homo d’arme per casone dele robarie e damni che faceva et cetera, de che n'è molto piaciuto et volemo quando havirà acordato et pagato li damni, che ha facti luy et li soi, non lo facciati relaxare de presone senza littera sottoscripta de nostra propria mano. 1 octobris Mediolani, 1450. Cichus. 551 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE, COME NEL PASSATO, GLI USCIERI DELLA CORTE ABBIANO DODICI MENSILITÀ 1450 ottobre 1, Milano. Regulatori et magistris intratarum. Non volendo noy che li usceri dela corte nostra siano in pezore grado et pezo tractati che siano sta i per lo passato, et essendo noi informati che al tempo del illustrissimo signor duca de Milano passato gli usceri dela corte sua haviano lo salario suo integramente ad rasone de paghe dodici per anno, per questa ve dicemo siamo contenti che li decti usceri nostri habiano lo salario suo ad rasone de xii paghe per anno, et così volimo gli fazate respondere, et questo intendimo, essendo stato cossì consueto per lo passato, come siamo informati. 1 octobris Mediolani, 1450 Cichus. 229 552 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REFERENDARIO DI PIACENZA DI COSTRINGERE GLI UOMINI DI CORANO A PAGARE QUATTROCENTO DUCATI PER I DUE ANNI NEI QUALI NON HANNO PAGATO NIENTE 1450 ottobre 1, Milano. Referendario Piacencie. Perché l’homini de Corano in dui anni che sonno sotto la dictione et devocione nostra non hanno may pagato dinaro in cosa veruna altra ala camera nostra, dove che a Francisco Picinino et ad Lazaro Todesco pagavano ducati ducento l’anno, essendo honesta cosa che li subditi nostri supportano cadauno el suo debito cazuto per la rata sua. Pertanto volemo, et così comandiamo che omnino tu provedi et astrengi dicti homeni ad exborsarci de presente et caliter ducati quatrocento per questi dui anni per li quali hanno pagato niente. Et in questo fa non gli sia fallo né excepcione veru na, perché maxime el bisogno del dinaro ne strenge, et havendo nuy supportato tanto tempo dicti homeni et tractandoli equalmente et meglio che gli altri, ne pare che meritamente se debiano con tentare pagare dicti dinari senza dificultate. Et così per ogni forma astringeli al dicto pagamento. Mediolani, xvi octobris 1450. Iohannes Christoforus. Cichus. 553 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AD ANDREA FULGINEO D’ESSERE D’ACCORDO CHE CON IL FRUMENTO DEL CAPOSOLDO SI SODDISFINO GLI UOMINI D’ARME DEI QUALI HA SCRITTO 1450 ottobre 1, Milano. 177v Ser Andree de Fulgineo, cancellario Secondo che herì per altre nostre lettere te scrivissemo, cossì per queste te dicemo che siamo contenti che de quello frumento del caposoldo se satisfaza a quelli homìnì d’arme, deli quali tu ne hai scripto; et così fa, perchè provediremo che per altra via se satisfaza a Pizchetone. Mediolano, l octobris 1450. Cìchus. 554 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI PROCURINO PER LA SUA CASA 3000 MOGGE DI FRUMENTO DA PAGARSI SULL’ENTRATA DELL’ANNO CORRENTE O DI QUELLO SUCCESSIVO 1450 settembre 1, Milano. Locuntenenti, referendario et thexaurario Alexandrie. Noi havemo de bisogno, per uso de casa nostra et per l’altre cosse importante al stato nostro, de moza tremilia de fromento; unde vogliamo debiati servare quello modo et via ve parerà più expediente, siché lo dicto frumento se habia prestissimo. Lo qual volemo pagati sopra l’intrate del resto del presente anno; e, mancandove denari siamo contenti gli fati qualche assignacione sopra l’intrate de l'anno da venire 1451. E vediti fare questa cosa più secretamente ve sia posibile, ad ciò non habia casone de incarirse lo precio. Et questo fati non manchi per cosa alcuna perché, como havemo dicto, è necessario che trovati le dicte tre milia moza de frumento in ogni modo, del modo gli haverite pigliato sopra ciò Mediolanì, die primo septembris 1450. Cichus. 230 555 NICCOLÒ V COMUNICA A FRANCESCO SFORZA CHE LA COMMENDA DELL’ABAZIA DI MORIMONDO È STATA ACCORDATA AL CARDINALE BENEVENTANO 1450 settembre 15, Fabriano. Dilecte filio nostro Francisco Sforcie Vicecomiti duci Mediolani. Dilecte fili, salutem et apostolicam benedicionem. Requisivit nos proximis diebus litteris ac nunciis magna cum instancia excellentia tua ut monasterium Morimundi ordìnis Cistercensium venerabili fratri nostro episcopo Mutinensi commendare; dìlecta vero in Christo filia nobilis mulier Blancha Maria ducisa consors tua per litteras suas etiam instanciam fecit ut prefatum rnonasterium venerabili fratri nostro archiepiscopo Mediolanensi in commendam dimittere dìgnaremur. Nos considerantes prefatum episcopum pacifica ecclesie sue possessione gaudere, aliudque beneficium in commendam obtinere, et a dìcto monasterio valde distare, ìpsum archiepìscopum Mediolanensem tante ecclesie fuisse prefectum, non potuimus, etiam certis aliis legittimis rationibus moti, precìbus huiusmodi condescendere; sed volentes circa regimen dicti monasterii oportune 178r providere, ìllud dilecto filio nostro cardinali Beneventano, qui excellentìe tue ac prefate ducise plurimum affi citur, commendamus, sperantes rnonasterium ipsum per ìpsius cardinalis circumspectam pro videnciam in spiritualibus et temporalibus felicia nocumenta suscepturum, et prefatum cardi nalem onera sibi dietim incumbencia pro status sui condecencia facilius supportare debere. Quare hor tamur excellentiam tuam ut hanc deliberacionem nostram equo ferat animo, ipsique cardinali pro virtute sua omnìa bona merentì faveat et assìstat ut prefati monasterii pacificam possessionem con segui ipsiusque bona recuperare et illud feliciter gubernare possit, quemadmodum nostri suique desiderii est. Et nobis in hoc singularissime complacebit excellentia tua et honori suo consulet. Data Fabriani sub anulo piscatoris die xv septembris MCCCCL, pontificatus nostri anno quarto. Petrus de Noxeto. 556 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL LUOGOTENENTE D’ALESSANDRIA SCRIVA AI MARCHESI D’INCISA CHE GLI CONSEGNINO L’ASSASSINO DI GIOVANNI BOIDO DA CASTELLAZZO PER LA SUA ESECUZIONE SULLA PIAZZA D’ALESSANDRIA 1450 ottobre 1, Milano. Locuntenenti Alexandrie. Non porriamo exponere quanto ne si stato moleste el caso seguito de Zohanne Boydo dal Castellazo, qual è stato cossì crudelmente assasinato, perché l'animo et ogni nostro studio è inclinato a questo, che cadauno possa andare inanze et indreto a fare li facti suoi; et però, deliberando non lassare impunito questo tale assassinamento scrivemo ali alligati per li marchesi de Ancisa che per ogni modo debiano consegnare ad vui, o a chi ordinareti vui, quello parente nostro homo d’arme, et ve commetiamo et volimo che, veduta la presente, subito cercati de haverlo in le mane vostre e lo faciati apicare o decapitare su la piaza de Alexandria, como vol rasone. Et simile volemo se facia ali figliolì et a qualuncha se fose trovato al dicto sassinamento, possendoli havere in sua possanza. Et dela robba fatine et disponitine como ordinarà el spectabile conte Gaspar nostro conductero. Mediolani, primo octobris 1450. Iohannes. 231 557 ORDINE AI MARCHESI D’INCISA DI CONSEGNARE PARENTO, ASSASSINO DI GIOVANNI BOIDO DA CASTELLAZZO 1450 ottobre 1, Milano. Spectabilibus marchionibus Incise. Quod consignent locuntenenti Alexandrie Parentum, qui sassinavit Iohannem Boydum de Castellacio. Data ut supra. Iohannes. 558 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI ARRESTI GRATA VILLANO CUI È ANDATO PARTE DEL BOTTINO RUBATO A FRANCESCO DA TRANO DA UN SUO FAMIGLIO 1450 ottobre 1, Milano. 178v Castellano Cassani et Zanipono provissionato ibidem. Ne dice Francesco de Trano, commissario olim de quella, che, essendo lui ad quello officio, se fugite da lui uno fameglio cum dinari et altre cose d'esso Francesco, lo qual fameglio, essendo per nui destenuto a Bergamo, ha confessato che uno Grata Villano, qual ve dirà esso Francesco, ha havute parte dele dicte cosse. Pertanto volimo ve informati de questo facto e, constando a vui ch’el dicto Grata Vilano sia colpevole de questo facto, volemo lo debiati subito destenere e non liberarlo per fin ch’esso Francesco sia integramente satisfacto dele cose sue. Mediolani, die primo octobris MCCCCL. 559 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI LIBERINO DA OGNI AGGRAVIO PER 2 CAVALLI GLI UOMINI DI MASNAGO 1450 ottobre 1, Milano. Domino Baptiste de Burgo commissario et Ambrosio de Crìvellis potestati Varisii. Per certi respecti, quali ne moveno a ciò, volimo che vediate se possibile è, senza troppo sconzo et gravamento d’altri nostri subditi, sgravare el loco de Masinago dela pieve de Varese de quelli dui cavalli gli sonno a casa et toglierli via, perchè el zentilhomo de quel luocho che è Antonio da Castiglione, ne ha satisfacto in altre cose equivalente la spesa de dicti dui cavalli; et haviremo caro che cossì se faza, Mediolani, die i octobris 1450. Cichus. 232 560 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE SI FACCIA QUANTO DA LUI SCRITTO A FAVORE DI FILIPPINO VISCONTI 1450 ottobre 1, Milano. Pisanello. Volimo che te intendi cum lo potestà de Melzo et con Piero da Cortona et Zampono nostro provisionato et fazi che li siano observate le lettere, quale havemo scripto in favore de Filippino Vesconte, quale sonno honeste, in modo non si possa gravare. Mediolani l octobris 1450. Iohannes de Ulesis. 561 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL CASTELLANO DI PAVIA CONSENTA A GIOVANNI MICHELE DI PARLARE PIÙ VOLTE CON IL MARCHESE DI COTRONO 1450 ottobre 1, Milano. Magnifico Bolognino castelano Papie. Siamo contenti et volimo lassi parlare Zohanne Michele, presente latore, doe o tre volte al illustre marchese de Cotrono; et questo non manchi. Data Mediolani, die primo octobris 1450. Cichus. 562 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GRACINO DA PESCAROLO CHE SI INFORMI SE IL REFERENDARIO DI PAVIA HA AVUTO DENARI E COSE DI CUI SI PARLA NELLA LETTERA INVIATA ALLO STESSO REFERENDARIO 1450 ottobre 1, Milano. 179r Gracino de Piscarolo. Nuy scrivemo al referendario nostro lì la lettera ala presente alligata. Pertanto volimo che, essendo luy in quella citade, lì presente, la dicta lettera quando non gli fusse tu l'apri et vedi et te informi diligentemente et bene s'è vero ch'el dicto referendario habia habuto li dinari et cose se contenino in la dicta lettera, et perché casone, et de tucto ne advisi. Et ulterius volimo tu cerchi de havere la cortellera, quale dice Gabriele esserli tolta, et la mandi ale mano del comissario nostro de Binascho, quale nela manderà qua da nuy. Data Mediolani, primo octobris 1450. Cichus. 233 563 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL PODESTÀ DI PESCAROLO CHE, PER RAGIONI DI STATO, PUÒ ASSENTARSI PURCHÈ LASCI UN IDONEO SOSTITUTO 1450 ottobre 1, Milano. Oradeo Favagrosse potestati Piscaroli. Siamo contenti et ne piace, per satisfare alla rechesta toa che, accadendote a fare alcuna cosa pertinente al stato nostro, te possi partire da quello officio quale te havemo assignato, por lo spatio de quatro mesi; et cossì te ne concediamo piena licentia lassando alcuna persona in tuo loco, quale sia idonea et supplisca per ti a quanto accaderà a fare. Data, Mediolani i octobris 1450. Cichus. 564 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE LUIGI OLDANO SI INTENDA CON IL PODESTÀ E GLI UOMINI DELLA LOCALITÀ CIRCA LA RICHIESTA DEI SANSEVERINO DI AVERE LA LORO ASSEGNAZIONE DI 12000 LIRE 1450 ottobre 2, Milano. Aluisio Oldano. Per che quisti da Sanseverino se voriano posser valere de quella assignacione a loro facta de libre xii mila e dicono che no se pigliando altro partito et altra via che per la via ordinania et che se va, non se ne venerà may a capo, pertanto ne pare che ve debiate intendere cum lo podestà et cum li homini et cum qualunche altro ve parirà sia intendenti, et vidiati dare tal forma et modo che se possino prestissimo ritrare et che se possino valere et aiutare neli bisognii loro. Et circa ad ciò vogliati usare ogni diligencia et solicitudine. Mediolani, ii octobris 1450. Iohannes de Ulesis. 565 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI INTERESSINO PRESTINAI E MUGNAI PER L’ACQUISTO DELLA QUANTITÀ DI FRUMENTO CHE GLI RIMANE INVENDUTO 1450 settembre 30, Milano. 179v Magistris intratarum nostrarum. Perchè nuy havemo comparato da uno merchadante mantovano moza dece de frumento, quale vogliamo che de presente sia venduto et perché non gli habiamo modo alcuno de venderlo presto et havere el dinare se non per la via havete venduto l’altro, pertanto vogliamo et ve commandiamo che providiati subito ch'el dicto frumento sia venduto per la via fu venduto l'altro, mandando per li pristinarì et farinari che in continenti butano fora el dinare; et questo non manchi per cosa alcuna. Mediolani, ultimo septembris 1450. Cichus. 234 566 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL COMMISSARIO E AL PODESTÀ DI PARMA CHE SOLLECITAMENTE RICUPERINO LA TAGLIA POSTA IN LUOGO DELL’IMBOTTATO 1450 settembre 28, Milano. Potestati commissario referendario et ancianis Parme. Per altre nostre lettere havemo scripto che la taglia in luocho dela imbotade se metesse, detrati alcuni loci descripti in quelle nostre littere et, secondo intendemo, fin al presente non l'haveti facto, dicendo che è contra la forma deli vostri ordini. Dela qualcosa assay se maravigliamo, havendo nuy scripto ch'el facesti solum per questo anno tanto per certi respecti, quali, se vuy li sapesti, non dubitamo restareti contenti. Pertanto volemo che, vedute le presente nostre littere, per ogni modo restiati contenti dela dicta taglia, come per altre nostre littere ve havemo scripto; et questo dicemo per questo anno tanto. Li dinari dela quale taglia volimo che vuy, commissario et potestate, sollicitati siano presto retrati, ad ciò se possa satisfare a quili ha assignatione sopra la dicta taglia, come è nostra intencione sia satisfacto a qualunche habia assignatione. Preterea nuy intendemo et volimo che tucti li dinari, quali pertengano alla camera nostra, siano pagati in mano del texaurerio de quella nostra citade et se altre nostre lettere fusseno in contrario a questa nostra voluntà, per la presente nuy le revocamo; et questo facemo ch'el dicto texaurerio habia assignare ragione alli magistri dele intrate nostre, secondo li ordini dela camera nostra. Mediolani, xxviii septembris 1450. 567 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI ROSATE CHE LIBERI I CARRETTIERI, PARTITI SENZA LICENZA. VUOLE, POI, CHE QUELLA COMUNITÀ E LE COMUNITÀ VICINE CONTRIBUISCANO AI CARICHI IMPOSTI 1450 settembre 29, Milano. 180r Potestati Rosate. Per usare clementia a quelli carratori, quali te scripsemo in questi dì che dovesse destinere perché erano partiti de qui senza licentia, siamo contenti et volimo che li relassati tucti et perché quella communità et homini se lamentano che quelli da Gazano Covezano Vergano et Gadé et cossì duy homini habitatori de quella terra, sonno renitenti ad contribuire alli carigi occurrenti in quella comunità, come facevano al tempo dela bona memoria del illustrissimo quondam signor duca passato; ve commetiamo et volemo che, essendo usato al dicto tempo li lochi et homini predicti ad contribuire cum quella comunità alli carigy carigi occurrenti, provede etiamdio che facino cossì per lo advenire. Mediolani, die ii octobris 1450. Iohannes. 235 568 FRANCESCO SFORZA COMANDA AL FIGLIO TRISTANO DI METTERE IN LIBERTÀ ANTONIO DA FORLÌ E SILVESTRO, UOMINI D’ARME DUCALI, RITENUTI VALENTI PERSONE 1450 ottobre 2, Milano. Magnifico Tristano, figlio nostro. Havemo pienamente inteso quello è sequito circa la detencione de Antonio da Forlì et Silvestro nostri homini d’arme, et la casone te ha mosto ad fare questo, et de tucto te ne commendamo; ma perché non ne po' accadere a niente che essi Antonio et Silvestro se dovessero partire nè fare cosa alcuna che fusse in detrimento del stato nostro et in manchamente del honore suo, perché sempre li havemo cogniosciuti valenti homini, per questa tale opinione se moviamo per nostra propria voluntà a scriverti la presente et te commettiamo et volemo che, sotto la fede sua, tu li relaxi tutti dui et gli commandi che vengano qua da noy; in fede del che havemo sottoscripta la presente de nostra propria mano Mediolani, 13 octobris 1450. Iohannes. Franciscus Sfortia manu propria. 569 ORDINE AI MAESTRI DELLE ENTRATE DI DARE A FOSCHINO DE ATTENDOLIS UN FINE PANNO MORELLO [1450] ottobre 1, [Milano]. Primo octobris. Magistris intratarum qui dent dent magnifico Foschino de Attendolis panum morelum finum pro uno vestito pro ipso. Cichus. 570 FRANCESCO SFORZA ORDINA AI MEMBRI DEL CONSIGLIO DI GIUSTIZIA DI RISOLVERE CELERMENTE LA VERTENZA TRA I NOBILI DE CURTO DE GUAZATORIO E GLI UOMINI DI SALE 1450 ottobre 2, Milano. Dominis de consilio iustice Quod ut cicius fieri potest, expediant causam ipsis comissam et vertentem inter nobiles de Curte de Guazatorio et homines Salarum. Mediolani, die ii octobris 1450. Iohannes de Ulesis. 236 571 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE LA GENTE D’ARME DIA APPOGGIO AGLI “INCANTATORI” DEGLI IMBOTTATI DEL FIENO E DEL VINO NELLA RICERCA DI DETTA MERCE 1450 settembre 30, Milano. 180v Domino Iohanni de Tollentino locuntenenti Cremone. Perché è qua el tempo de incantare l’imbotature de feno et vino de quella nostra cità e suo distrecto, et aciò che l’incantatore et daziario non habiano sguardo né timore ad abocare et augumentare esse imbotade, et che per questa la camera nostra non venghi ad patire detrimento, volemo che, havuta questa, imponiati e comandiati strectamente a tuta quella gente d’arme dela squadra vostra et cossì che admoneati per parte nostra qualunche altro nostro conductero de gente d’arme logiate in quella nostra cità et nel contado, che ali incantatori d’essi imbotati et loro officiale debiano dare et prestare paciencia in fare le cerche de dicte loro imbotate, così nele case et logiamenti loro como nele case et habitacione deli citadini et contadini, et che in questo non faciano renitencia alcuna, se hanno cara la gratia nostra; et così vui dareti ogni favore dal canto vostro ad essi incantatorì, in far le loro cerche et descriptione. E in questo ve carrichiamo e strengemo gli habiati bona dilligencia, e non manchi per cosa del mundo, perché altramente l'incantatori domandarano restauro et la camera nostra ne patirebe grande iactura e danno. Siché provedeti per modo non habia cagione de intervenire questi inconvenientì, et avisareti poi li maystri de l'intrate nostre de l’hordine haveriti posto a questo facto. Mediolani, die ultimo septembris 1450. Cichus. 572 FRANCESCO SFORZA DÀ IL MEDESIMO ORDINE, DI CUI ALLA MISSIVA PRECEDENTE, A TRISTANO SFORZA VISCONTI E A 14 ALTRE PERSONE [1450] In simili forma domino Tristano Sforcie Vicecomiti et infrascriptis, videlicet primo: Sagramoro Vicecomiti, Baldasarì de Trivisio, Antonio de Landriano, Antonio de Forlivio et Francisco de Liodda, Troyolo Arcamono et Malcorpo, Merlino de Modigliano, Pedrino de Pergamo, Rabotto de Laudech, Mariano de Calabria, Andree de Landriano, Gulielmo de Rossano, Domino de Parma, Iohanni Barrili, Petro dela Bella. 237 573 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL VICARIO E I DODICI DI PROVVISIONE DI MILANO DIANO 5 FIORINI MENSILI ALLA VEDOVA E AI FIGLI DI LUIGI DE ARSAGO CHE PERSE LA VITA A CAUSA DELLE FERITE RICEVUTE COMBATTENDO DURANTE I TORBIDI SCOPPIATI PER L’INGRESSO DELLO SFORZA IN CITTÀ 1450 settembre 26, Milano. 181r Vicario et duodecim provissionum Mediolani Non ignoratis credimus quonammodo pridie eius diei, quo feliciter ac iocunde fecimus in hanc inclitam urbem nostram ingressum, Aluisius de Arsago animo suo totus gladiatores atque satelites omni conatu satagentes impedire ne ad debitum nobis principatum reciperemur accepto letalli quoddam in illo turbine rerum vulnere, tandem post paucos dies decessit, relictis uxore cum plu ribus parvulis, qui ex multa inopia, velut accepimus, nec habent quomodo se vestiant, nec solo pa ne famen sibi sedare queunt, tam igitur pro pietate, qua movemur, erga dictam uxorem ac parvulos, qui patre amiso in ea sunt extrema condicione paupertatis, constituti ut gratitudinem aliquam ostendamus erga ipsos respectu patris eorum, qui non extimavit mortis obire discrimen pro status nostri beneficio rebus nostris tunc ambiguis exsistentibus, assignamus eis mensuales florenos quinque sibi respondendis de denariis intratarum comunis urbis smemorate et, illis aliquo superve niente casu aut impedimento non supplentibus super denariis proventuris ex condenna cionibus quibusvis per iudicem victualium urbis predicte faciendis, volentes ac vobis mandantes quatenus pro observacione huiusmodi assignacionis nostre dictis quondam Aluisii heredibus, de premissa mensuali provisione ex denariis memoratis et veluti prefertur respondere cum integritate nec non et buletas et scriptura quaslibet expedientes et opportunas fieri faciatis. Mediolani, xxvi septembris 1450. Angellus de Reate, legum doctor auditor. Cichus. 574 FRANCESCO SFORZA ORDINA A FILIPPO D’ANCONA CHE I FANTI ALLOGGIATI A CARO, DESIO E SEREGNO NON PRENDANO DAGLI UOMINI DI DETTE LOCALITÀ COSA ALCUNA SENZA PAGAMENTO 1450 ottobre 2, Milano. Filipo de Ancona. Aciò sii informato dela mente nostra volemo et cometemoti per questa che a quilli fanti logiati a Caro, Desio et Serigno non faci dare cosa alcuna da quelli homini se non cum lo loro dinaro et, havendoli dicti fanti havuta cosa alcuna dali dicti homini, volemo che gli sia integramente satisfacto, non obsta cosa alcuna te sia scripto in contrario perchè così è nostra intencione. Mediolani, ii octobris 1450. Cìchus. 238 575 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE NON SI COSTRINGA ANTONIOLO DA CREMA A PAGARE IL FRUMENTO PRESO, PER ORDINE DUCALE, PER DARLO A PROVVISIONATI E BALESTRIERI 1450 ottobre 2, Milano.. 181v Communi et hominibus Carate. Intendimo che volite astrengere Antoniolo da Crema, già vostro officiale, a pagarvi due moze et meza de frumento, quale vi ha tolto per dare ad alcuni provisionati nostri et balestreri; et perchè noi gli commandassemo de propria bocca, volimo et vi commandiamo che al decto Antoniolo non gli fazati molestia alcuna, relassandoli liberamente quelli denari del salario suo quali l’havite sequestrati, perchè cossì è nostra intentione. Mediolani, ii octobris 1450. Cichus. 576 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE DI AVER STABILITO UN MENSILE DI FIORINI 25 PER CRISTOFORO DA SONCINO E DIONISIO DA NORCIA, MEDICI DEL FIGLIO GALEAZZO 1450 ottobre 2, Milano. Regulatori et magìstris intratarum. Havemo assignato a magistro Christoforo da Soncino et a magistro Dionisio da Norsa, medici deputati presso lo illustre Galeaz, nostro figliolo, una mensuale provisione de fiorini xxv per caduno de loro, come vedirete per una littera signata de nostra propria mano. Pertanto siamo contenti et volimo che a caduno de loro facciate dare de presenti una paga in prestanza, aciò se ne possino aiutare. Mediolanì, ii octobris 1450 Cichus. 577 FRANCESCO SFORZA SOLLECITA I FRATELLI DA CORREGGIO A LIBERARE , COME RICHIEDE PIETRO MARIA ROSSI, PELLEGRINO ZACCAGNO E LI INVITA A RISPETTARE IL BUON VICINATO CON DETTO PIETRO MARIA 1450 ottrobre 2, Milano. Manfredo, domino Giberto et Antonio, fratribus de Corrigia. Havete destenuto in Brexello, per quello intendiamo, Pellegrino Zachagno subdito del magnifico Petro Maria, per la relassatione del quale esso Petro Maria ne fa grande instantia, dicendo essere destenuto senza alcuna legitima casone et voy essere difficili a relaxarlo. Pertanto haviremo caro, et cossi vi confortiamo et caricamo, vogliate fare relassare dicto Pellegrino et vivere et deportarvi con el dicto Petro Maria et li soi in modo ch'el para ve amate, come debono fare li boni vicini l'uno con l’altro; el che serà conveniente a l’honore vostro et a nuy grato. Mediolanì, ii octobris 1450. Cìchus. 239 578 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REFERENDARIO DI ALESSANDRIA DI PORTARSI CON 4 O 6 UOMINI DI QUARNIENTO SUL LUOGO DOVE EGLI DESIGNERÀ, ALLA PRESENZA DI TESTI E DI UN NOTAIO,IL POSTO DOVE COSTRUIRE UN MULINO SUL FIUME TANARO 1450 ottobre 2, Milano. 182r Referendario Alexandrie Concessimus communi et hominibus nostris Quarnienti quod possint construere et construi seu hedificari facere in flumine Tanegri molendinum unum a bancha de rivo supra, pro usu dictorum communis et hominum. Quapropter volumus et tibi precipiendo mandamus quatenus te transferas super locum, una cum quattuor sive sex ex hominibus predicti loci Cuarnienti, et diligenter videas situm et locum magis comodum pro dìctis nostris hominibus, ipsumque dictis hominibus assignes, presentibus testibus et notario, qui instrumentum conficiat de assignatione siti dicti molandini. Mediolani, ii octobris 1450. Cichus. 579 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE NON VENGA DATA NESSUNA MOLESTIA AGLI UOMINI DI QUARNIENTO E DI SOLERO PER COSTRINGERLI A CONTRIBUIRE CON ALESSANDRIA PER IL SUSSIDIO DI 10000 FIORINI 1450 ootobre 2, Milano. Locuntenenti potestati at referendario Alexandrie. Altra volta havite, potestate et referendario, per vostre lettere deschiarito che habiando vuy havuto littera dal venerabile miser l’abbate de Sancto Ambroso e lo spectabile miser Zohanne de Feruffini come delo subsidio de fiorini decemilia, quale li homini de Alexandria hanno promectuto fare, erano exclusi Quarniento et Solerio, essi Solerio et Quarniento non dovere essere astrecti a parte alcuna di quello subsidio; il perchè, siando noi de quella intentione, scrivemo ad voy tucti che per subsidio alcuno non lassati dar molestia ali predicti homini de Quarniento, perchè non debbeno con essi homini de Alexandria per tale casone participare deli altri carichi extrahordinari, quali soleno le ville contribuire cum la cittade, perché ad uno deli capituli de dicti homini, continente tal materia, havimo resposto che fiat iustitia, volimo essa responsione essere observata. Mediolanì, ii octobris 1450. Cìchus. 580 FRANCESCO SFORZA INVITA IL DOGE DI GENOVA A DARE OGNI AIUTO PER LA CONDUZIONE DELLA MAGGIOR QUANTITÀ DI SALE POSSIBILE A VANTAGGIO DELLE GABELLE DUCALI 1450 ottobre 2, Milano. Domino Perino de Campofregoso Ianuensi duci. Quantunche siamo certi che in quello concernerà la utilità dela camera nostra et potrà essere per alcuno modo augumento de l'intrate nostre lo favoraria sempre la signoria vostra, perchè il simile faressemo nui per la prefata vostra signoria in quello ce acadesse gli fose utile, nondimancho, 240 considerato quanto importa alo augumento et conservacione de l’intrate nostre che se habia del sale in copia per uso dele gabelle 182v nostre necessario, el quale fin al presente per le condicioni son occorse non l'habiamo potuto havere, il mancamento del quale ce ritorna in grande detrimento dela camera nostra. Il perché pregamo et confortamo la signoria vostra gli piaza in tuto quello gli sarà richesto a nome nostro, etìam per coloro ne hanno ad conduere el dicto sale, secondo l’ordì ne hano da nuy, farce dare ogni aiuto e favore, come sarà necessario et rechederano ala signoria vostra, aciò senza alcuno impedimento, in quella mazore copia sia possibile, lo possono fare conduere, né, per alcuno disturbio gli sia dato, segua alcuno mancamento de sale nele preditte nostre gabelle, quale siamo certi sarebe contra la disposicione vostra e in grande danno dela prefata Camera vostra. Mediolani, die ii octobris 1450. Cichus. Similiter domino Nicolao de Campofregoso mutatis mutandis. 581 FRANCESCO SFORZA ORDINA A BIAGIO ASSERETO VISCONTI DI VIETARE AI CARRETTIERI, PROVENIENTI DA GENOVA, DI VENDERE, NEL SUO TERRITORIO, IL SALE DESTINATO A MILANO 1450 ottobre 2, Milano. Domino Blasio Asereto Vicecomiti. Siamo avissati da più parte che per li mulateri qualli conducano el sale da Zenoa ad quella vostra terra, quando sono iuncti lì, di sua auctoritate propria vendano sal ad chi ne vole, eI quale da poy ce conduce in el paese nostro in grande detrimento de l’intrate nostre. E, quantuncha questo se fa za contra l'ordini e decreti nostri, non dimanco, perchè non furo puniti quelli contrafano ardiscano de fare pegio ogni dì. Il perché, non disponendose per alcuno modo de patire questo per el gran de detrimento ne segue a l’intrate nostre, sì per mancamento de sale sì ancora per le frosacione ce cometano, e siamo certi questo se faza contra la voluntà vostra, ve carigamo et stringemo, per chè siamo certi non mancho haviti care l'intrate nostre, che vogliati ordinare et provedere in modo che niuno ardisca vendere nè comprare sale, qual se conduca ala predicta terra, de quello dela conducta nostra et, se alcuno se retrovase qual contrafacese per alcuno modo ad questo nostro ordine, vogliatelo far punire in tal forma non presumano per l'avenire far el simile, et siano exempio ad altri de non contrafare a questo nostro ordine, avisandone del ordine haveritì posto sopra ciò. Mediolanì, ii octobris 1450. Cichus. 582 FRANCESCO SFORZA INVITA NICOLA CAMPOFREGOSO AD EVITARE CHE GLI UOMINI DI GAVI IMPEDISCANO LO SCARICO DEL SALE 1450 ottobre 2, [Milano]. 183r. Domino Nìcolao de Campofregoso. Spectabilis tanquam frater et amice carissime, siamo avissatì per li nostri, quali hanno carico de fare conduere el sale necessario per uso dele gabelle nostri che per li homini dela terra vostra di Gavi fi inhibito che li mulateri qualli conducano el dicto sale, segondo l'ordine altra fiada sopra de questo, non possano mandare in essa terra a scarigare el dicto sale e questo recusano de volere più conduere, la qual cosa sarebe in grande detrimento dela camera nostra e siamo certi sia contra la mente vostra Il perché ve pregamo et confortiamo ve piaza provedere et ordinare ch’el predicto nostro sale possa esser reposto in la dicta vostra terra, segondo altra fiata ordinato, aciò 241 per questo non segua in le gabelle nostre alcuno mancamento de sale, qual havendo loco sarebe grande danno dela camera nostra e, como è predicto, siamo certi sarebe contra la disposicione vostra. ii octobris 1450. Cichus. 583 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL VICARIO E AI DODICI DI PROVVISIONE DI MILANO DI AVERE ASSEGNATO A GIOVANNI DA PIOLTELLO UN MENSILE DI DUE FIORINI PER AVERE COMBATTUTO A FAVORE DEL DUCA NELLA PRESA DI MILANO 1450 settembre 26, Milano. Vicario et duodecim provisionum Mediolani. Fuit Iohannes de Pioltello in et de numero illorum benivollorum fìdelissimorumque nostrorum qui, quo die certatum est et dimicatum de nobis intra urbem reducendam ad apprehensionem debiti nobis principatus, arma pro nobis contra malignos emulos nostros et urbis eius vastatores, animis fidentibus ac intrepidis, assumpserunt; in qua quidam re, ut certiores effecti sumus et strenue et fortiter sese gessit nullum persone sue fugiendo nec evitando, quinimmo in medios illos sese audacter obiectando, ut sumpta ipsa pro nobis arma prevalerent et faceret clarius ab omnibus intelligi se partes nostras sequi atque fovere nec igitur huiusmodi sue erga nos permagne devocionis imminime ipsum ex toto dimitamus, sed pocius nostra consueta gratitudine complectamur, assignamus ei mensuales florenos duos sibi respondendis ex denariis comunis urbis smemorate et, illis aliquo superveniente casu aut impedimento non suplentibus, super denariis proventuris ex condem nationibus quibuscunque per iudicem victualium predicte urbis faciendis mandantes et volentes et cetera. Mediolani, xxvi septembris 1450. Angellus de Reate legum doctor auditor. Cichus. 584 RICHIAMO DELL’ORDINE AL LUOGOTENENTE E AL REFERENDARIO DI ALESSANDRIA DELL’OBBLIGO DI PROVVEDERE DENARO E FRUMENTO A RUGGERO DE GALLO 1450 ottobre 3, Milano. 183v Locuntenenti et referendario Alexandrie. Scriptum fuit supradictis quod deberent providere de denariis et de frumento spectabili domino Rugerio de Gallo, ut eis alias sibi ordinatum fuit, ita quod prefatus Rugerius non possit conqueri de aliquo. Data iii octobris 1450. Iohannes. 242 585 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CASTELLANO DELLA TORRE DI OLOGNO DI INFORMARSI DI QUANTI MILITARI ERANO NELLA TORRE QUANDO VI ENTRÒ 1450 ottobre 3, Milano. Castellano turris Olognii. Perché l'animo nostro è de fare le raxone et satisfare ad Antonio da Riva per le page ha servito in quella nostra torre, te commetiamo et volemo che ti informi quante page ha tenuto dentro, et de tucte ne advise, chiarendone etiam quante page gli trovasti quando festi l'intrade. Data Mediolani, iii octobris 1450. Cichus. 586 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE GRASSINO DELLA CAVALE, ABATE DI SAN PIETRO DI CIVATE, VENGA RIAMMESSO NELL’ABBAZIA ASSEGNANDOGLI FRUTTI E PROVENTI SPETTANTI ALL’ABBAZIA STESSA 1450 ottobre 2, Milano. Domino don Marino archipresbitero Voltorini et inconimo abbacie sancti Petri de Civate. Venerabilis dilecte noster, perché havemo deliberato ch'el venerabile meser don Grassino dala Cavale, abbate dela abbatia de san Petro da Clivà debbia reintrare nela dicta abbatia, el quale cum nostra bona licentia et consentimento gli vegnerà per intrarglì, volimo et commettiamovi che gli debiati assignare ogni fructi et proventi, intrate et cose pertinenti ala dicta abbacia liberamente et senza alcuna contradictione, facendogli provide assignacione de tute le rasone spectante ala predicta abbadia, dela quale rasone volimo ne tegnati rasone presso vuy. Data Mediolani, die secundo octobris 1450. Cichus. 587 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CAPITANO DELLA MARTESANA DI AIUTARE GRASSINO DALLA CAVALA A RIENTRARE NEL POSSESSO DI TUTTI I BENI DELL’ABBAZIA DI SAN PIETRO DI CIVATE 1450 ottobre 2, Milano. Capitaneo Martesane. Havimo deliberato che lo venerabile meser don Grassino dala Cavale, abbate di San Petro da Clivà, debia reintrare nela dicta abbatia, dela quale è stato absente et privato per le guerre passate; pertanto volimo et commettiamovi che vuy cum la famiglia vostra debiati andare ad darli adiuto et favore et ad metterlo in possessione dela dicta abbatia, providendo che gli possa stare quietamente et goldere pacificamente, et che gli sia resposto 184r integramente de ogni fructe, intrate, pro venti et cose spectanti ala predicta abbatia, siché ne possa disponere ad ogni suo piacere liberamente et senza alcuno impedimento. Mediolani, die secundo octobris 1450. Cichus. 243 588 FRANCESCO SFORZA ORDINA ALL’ECONOMO DEL MONASTERO DI CIVATE DI ADERIRE ALLA RICHIESTA DI GALEAZZO DA RIVA PER LA LOCAZIONE NOVENNALE DI UN PICCOLO POSSEDIMENTO DELLA CHIESA DI SAN PIETRO IN GESSATE 1450 ottobre 1, Milano. Iconimo monasterii Sancti Petri de Clivate Mediolani. Ce recordiamo ali dì passati havere scripto a te et ali monaci dela ecclesia de San Pietro in Gessià per lo facto d’una posessioncella del monasterio dela dicta gesia, la quale domanda a ficto novennio Galeaz da Riva nostro servitore; et pertanto noi volimo che havuta relatione a dicte nostre lettere quale allora te scripsemo debbi observare et mandare ad executione quanto in esse se contene. Mediolani, primo octobris 1450. Cìchus. 589 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIOVANNI DA TOLENTINO E AD ANDREA DA FULGINEO CHE INDUCANO CON BEL MODO GLI EBREI A VERSARE I 150 DUCATI PER COMPLETARE LA SOVVENZIONE DI MILLE DUCATI DA LORO DOVUTA 1450 ottobre 3, Milano. Iohanni de Tolentino et ser Andree de Fulgineo. Vi mandiamo inclusa una copia de supplicatione ad nuy sporta per parte deli hebrei habitanti lì in quella nostra città de Cremona, circa la materia dela subventione, quale de presente gli havemo domandata, de mille ducati, deli quali ne havemo habuto li ad Cremona ducati sexcentocinquanta et qua ducento sopra l'assignatione facta ad magistro Isach, li altri ducentotrentatrì ha habuto esso magistro Isach, siché in tucto havemo habuto da essi hebrei ducati octocentocinquanta, unde per fornire el resto fin in mille, volimo che habeate da vuy dicti hebrey et vidiate cum piazeveleze et dol ze parole che fornischano fin ala somma de mille, recordandoli che, piazendone loro al presente de questo nel advenire concederemo ad essi dele cose gli piacerano et gli renderemo tal merito che dignamente se contentarano da nuy. et cum questa via vedeti havere dicto compimento et pur se stessero duri et pertinaci, non gli usati però sforza né extorsione. et perché in essa supplica tione se contene che li quattrocentotrentatrì ducati, deli quali era facta qua assignatione ad ma gistro isach, sonno comuni cossì alli altri hebrei come alluy, magistro isach, volimo che ad dicti hebrei faciati rasone perché non habiano iusta casone de querelare et che caduno habia la rata sua. et potendo havere dicto resto, che sonno ducati centocinquanta de quelli ha habuto qua ma gistro isach, siamo più contenti li habeati per questo modo che per altro, poy che sonno COMUNI. Mediolani, iii octobris 1450. Cìchus. 244 590 FRANCESCO SFORZA CHIEDE AL CARDINALE GRECO DI FAR RIENTRARE NELL’ABBAZIA DI SAN GIOVANNI A PIRO L’ESTROMESSO ABATE ANTONIO GIOVANNI 1450 ottobre 3, Milano. 184v Reverendissimo cardinali Greco. E' stato denanzi da mi il venerabile miser Antonio Iohanne, abbate del monasterio de San Zohanne ad Pirum quale mi ha pregato lo voglia recommandare alla signoria vostra, dicendo luy che è de fora la dicta abbatia contra ogni debito de rasone, unde ad preghiere del decto miser l'abbate, me so’ mosso ad scrivere questa mia alla signoria vostra, pregando quella se degni havere per recomandato il predicto miser lo abbate, che, si iusta cosa è et sì possibile est, gli piaza fare restituire dicta abbatia al supradìcto miser Antonio Zohanne, la qual cosa possendo sortire ad effecto, io l'havìrò grato et accepto assay. iii octobris, Mediolani, 1450. Cichus. 591 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI OGGIONO DI CONSEGNARE LA CURA DEL PORTO A NICCOLÒ DA FOLIGNO E A LUDOVICO DORIA 1450 ottobre 3, Milano. Potestati Ozzene. Concesso habiamo ad Nicolò da Foligno et Ludovico Doria la cura de quello nostro porto, incommenzando in callende de octobre passato, come vederay per nostre patente littere; pertanto te commetiamo et volimo che gli consigni el dicto porto a qualuncha de loro verrà lì et da mò inanzi non te impazi d'esso, ma lassi el carico ali predicti. Data Mediolanì, die iii octobrìs 1450. Cìchus. 592 IMPOSIZIONE A PIETRO PAOLO CAPITANO DELLA MARTESANA DI PORTARSI SUL LUOGO DOVE BARTOLOMEO, FIGLIASTRO DI MORELLO DA PARMA, È STATO UCCISO; SEQUESTRARE I BENI DELLA LOCALITÀ, IMPRIGIONARE I FRATELLI GIACOMO E COSTANTINO DE MONTE, NONCHÈ GIOVANNINO E FRATELLI DA CASATE SEQUESTRANDO A TUTTI I RISPETTIVI BENI 1450 ottobre 3, Milano. Mediolani, die iii octobris 1450. Scriptum fuit domino Petro Paulo capitaneo Marthesane quod deberet se personaliter transferre ad locum de Fabrica eo quod interfectus fuit Bartholomeus, figliaster domini Morelli de Parma, et ipsum locum accipere in tenutam, bonaque ipsius loci instantiare et sequestrare, ac Iacobum et Costantinum de Monte fratres deprehendi facere, ìpsorumque bona etiam sequestrare, nec non Iohanninum et fratres de Casate et bona sua ut supra; et de his non aliter facere dìctus dominus Petrus Paulus debeat, quod per mandatum domini ordinatum et statutum sibì fuerit et quod de omnibus notum facìat domino punctualiter et etiam quomodo ìnvenerìt dictum homicidium factum fuisse. Iohannes. 245 593 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE CHE SI SODDISFI IL CREDITO CHE BENEDETTO DE REGUARDATIS HA DALLA CAMERA DUCALE 1450 settembre 2, Milano. 185r Regulatorì et magistris ìntratarum. Creditor est camere nostre insignìs arcium et medicine doctor magister Benedictus de Reguardatis, phìsicus noster dìlectissimus, de libris sex milibus quadraginta una et soldis quatuor ìmperialium, ocasione resti provìsionis et servitii sui a kalendis mensis augusti anni presentis retro; quamobrem cum dignum sìt ut de dictis sibi debitis pecuniis satisfiat, ea propter presentium serie comitimus vobis atque mandamus quatenus eidem magistro Benedicto integre satisfieri fatiatis de dìctis lìbris sexmilìbus quadraginta una et soldis quatuordecim, de quibus quidem pecuniis volumus et mandamus ut oportunam sibi fatiatis asignacionem super primis denariis imbotature vini et bladorum ducatus nostri Mediolani anni presentis, per modum quo dIcti crediti sui solucionem ìntegramque satisfacionem omnino consequi veniat, ut nostre est firme intentione. Data Mediolanì, die ii septembris 1450. Franciscus Sfortia manu propria subscripsit. Cichus. 594 FRANCESCO SFORZA VUOLE ACQUISIRE LA VERITÀ CIRCA IL DENUNZIATO FURTO DI UN CAVALLO E DI UNA MULA 1450 ottobre 4, Milano. Dominis et rectoribus Pergami E’ stato denanzi a noi Nicolò Barisone da Padua, presente ostensore, dìcendone che gli è fugito uno famiglio, quale li ha menato via una mula et uno cavallo, le quale bestie sonno state comperate qui per lo strenuo dìlecto nostro Petrino da Bergamo pregandone glile vogliamo far rendere, per la qual cosa havimo havuto denanzi da noi lo dìcto Petrino et volendo sapere la veritate da luy, come era passata questa cosa, ne ha sacramentato e dìcto che luy ha comparato dìcto cavallo e mula aposta de uno chiamato Meligazo de Zoni, quale sta in Bergamasco, et che, subito l’hebbe comparati, gli mandò fine a Zoni; siché, havendo luy zurato per suo sacramento la cosa essere passata per questa forma, et essendo li dìcti cavallo e mula dal canto vostro, noi non gli possemo fare altro, ben ne pare, et cossì vi confortiamo vogliate havere denanzì da voi lo dicto Meligazio et, si lui negasse haverle havute, vogliate mandarlo qua da noi, perchè lo mettarimo ad volto ad volto con lo dìcto Pedrino et intendiremo donde procedirà lo dìfecto et, trovando noi che lo dìcto Pedrino o altri deli nostri habiano dicte bestie, glile farimo restituire. Sì autem lo decto Meligazio le havirà havute, voi glili porrite fare restituire. Mediolani, die iiii octobris 1450. Cichus. 246 595 FRANCESCO SFORZA, A RICHIESTA DEI COMUNI E UOMINI DELLA PIEVE DI INCINO SI DICE DISPOSTO A LIBERARLI DALLA PRESENZA DELLA GENTE D’ARME, MA VI SI OPPONE CARLO GONZAGA, SE PRIMA NON GLI SI DANNO 1000 DUCATI D’ORO, SOMMA CHE LA GENTE DELLA PIEVE D’INCINO SI DICE DISPOSTA A VERSARE ENTRO UN MESE: OTTERRÀ, ALLORA, DAL DUCA L’ESENZIONE DELL’IMBOTTATO DEL VINO E DELLE BIADE PER L’ANNO IN CORSO. 1450 settembre 25, Milano. 186v Domine Luchine de Verme. Considerando noi quanti affanni, tribulatione, danni et guai habiano dato le guerre passate alli communi et homini dela pieve de Incino et considerando etiandio, post l'acquisito de Mediolano, che, per le innumerabile gente d’arme habiamo, non havemo possuto fare non gli habiamo dato deli carichi et molte spese per lozamento de dicte gente, et supplicato a noi più fiate per parte d'essi homini et comuni che iantandem gli vogliamo liberare da dicte gente d’arme, mossi per compassione, siamo deliberati de levare dicte gente da casa loro, benché invero a noi sia quasi impossibile, perchè non sapemo dove mandarle né che fare per lo grande numero che ne havìmo; ma inanci le mandarimo al bosco con promissione etiandio de non mandarge né lassarge mandare le dicte gente né verune altre fine ala festa de pasca resurrectionis dominice anni futuri 1451. Ma perché il removere de dicte gente a nuy non era facile, perché lo illustre signor miser Carlo da Gonzaga non gli consentiva, dicendo che gli era impossibile né gli poteva per veruno modo removere, se prima non haveva ducati mille d’oro, essi homini sonno stati contenti et hanno promesso dare fine ad uno mese proximo avenire al dicto miser Carlo ducati mille d’oro, et noi per scontro de dicti ducati mille, volendoli usare più cortesia, siamo stati contenti de liberargli, et cossì gli havemo liberati dalo imbottato del vino, e de biava del anno presente tanto, et gli havimo promesso de dare opera che la sìgnoria vostra et ogni altra persona havirà rata et ferma questa no stra tale liberatione da imbottato per questo anno tanto. Et questo havimo facto, non possendo fare altramente., deI che vi havemo voluti advisare ad ciò che voi etiam siate advisata de questa liberatione, pregandove et confortandove che la vogliate havere rata firma e grata, et ultra ciò liberare dicti comune et homìni da dicto imbottato per vostre littere o scripture. Mediolani, xxv septembris 1450. Cìchus. Facta fuit littera patens comunibus et hominibus plebis Incini de supradìcta materia, registrata in libro litterarum patentium in folio 94 et signata CIchus. 596 FRANCESCO SFORZA COMUNICA DI ESSERE DISPOSTO A GRATIFICARE GLI UOMINI DEL TERRITORIO DI QUARNIENTO DI VENTI MOGGIA DI FRUMENTO SULLE 200 DA LORO PROMESSE 1450 ottobre 4, Milano. 186r Regulatorì et magistris intratarum nostrarum. Promìserunt, sicuti estis informati, tradere denuo nobis homines terre nostre Quarnienti districtus nostri Alexandrie modios ducentum frumenti merchantilis et boni ad mensuram Alexandrinam. Cum igitur in huiusmodi oblatione promiserimus compensare modios viginti frumenti per homines illos datos armigeris nostris existentibus ibi logiatis, mandamus vobis ut, solventibus veil consignantibus hominibus commemoratis in terra ipsa Quarnienti modios centum octoginta 247 agentibus pro nobis ibi, pro reliquis viginti cassari fatiatis debitum ipsum sic quod nullatenus ea occasione amplius valeant molestari. Data Mediolani, die quarto octobris 1450. Cichus. 597 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI PAVIA DI INDAGARE TRA GLI ABITANTI DI GUAZZANO CHI HA RUBATO LA CAVALLA DI GIOVANNI DA CREMA 1450 ottobre 5, Milano. Potestati Papie. Mandando Angelo da Caposelvi, nostro famiglio, Zohanne da Crema, suo famiglio presente portatore a Pavia, per portare certe sue cose, et allogiando la sera alla villa de Guazzano, apesso a Pavia v miglia, gli fu tolta una cavalla; et perché in la dicta villa non allogia soldato né zente forestiere alcune, volimo provediati per quella megliore via et modo ve parerà, sichè lo dicto Zohanne rehabia la dicta cavalla, perché è cosa certa che l’ha de havere habuto qualcuno habitatore in essa villa. Et perché la dicta cavalla se retrovi non lassati manchare niente dal canto vostro. Mediolani, v octobris 1450 Cichus. 598 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CAPITANO DELLA MARTESANA DI IMPORRE AGLI UOMINI E AI COMUNI DI SOLBIATE DI SOPRA E DI SOTTO, DI MEZZANO E DI BELUSCO NONCHÉ DI CORNATE DI FORNIRE MENSILMENTE TRE MOGGIA DI FRUMENTO AL PROVVISIONATO DUCALE PIETRO DA BRINDISI 1450 ottobre 5, Milano. Capitaneo Martexane. Come per altre nostre te havemo scripto, cossì per questa te replicamo et dicerno che tu debi fare contribuire per le moza tre de frumento, che de’ havere ogni mese Pietro da Brindeci nostro provisionato, quale tenemo dentro dala torre da Cornà, dali homini et comuni de Sulbià di Sopra e di Sotte, Mezano et Beluscho insieme cum Cornà, siché ciaschuno deli sopradicti comuni contribuisca per la rata parte sua ogni mese al dicto Pietro da Brindeci per la summa deli dicti tri moza de frumento; et questo fati non sia fallo et che non habiamo casone scrivere più. Mediolani, v octobris1450. Cichus. 599 FRANCESCO SFORZA INVITA MANFREDO E GILBERTO DA CORREGGIO A FAR RICUPERARE GLI ANIMALE E QUANT’ALTRO È STATO RUBATO AL PARMENSE PIETRO GARIMBERTO E AI SUOI MASSARI 1450 ottobre 5, Milano. 186v Manfredo et Giberto de Corigia. Per li vostri sonno stati tolti ad Pietro Garimberto, nostro dilecto citadino de Parma, certi bovi et altre cose tolti alli suoi masari in lo loco de Ponte de Sorbele, per le quale robbarie è stato necessario alli dicti massari habandonare dicto loco, dele quale cose ne habiamo habuto dispia cero assay, perché cum li amici simile domestigeze non se devono usare. Et pertanto vi pregamo et caricamo quanto possemo facciate restituire al decto Pietro et alli soi massari bovi bestie et ogni altra cosa che li fosse stata tolta, per modo che non n'habiamo più lamentanza. Et 248 ultra questo vogliate amonire tucti li vostri che non vadano robando né facendo molestia alcuna alli homini del paiese né ad verun’ altra persona, perché ne havemo pur lamente assai. Mediolani, quinta octobris 1450. Cìchus. 600 FRANCESCO SFORZA ORDINA A BONIFORTO GARGALIA DI ALLOGGIARE I FANTI IN LUOGO PIÙ IDONEO 1450 ottobre 4, Milano. Boniforto Guargalie. Havendo tu ad allogiare de nostra impositione quelli fanti, non volimo per certo nostro respecto che tu li allogii né in lo Monte de Introzo nè adozzo, ma de là in zoso, fintanto che te scrivemo altro metendoli però in loco più acunzo, cossì per li homini come per li soldati, che sia possibile. Data Mediolani, iiii octobris 1450. Cichus. 601 SI È SCRITTO AD ANTONIO SPINOLA CHE TRATTENGA PAZIENTEMENTE PRESSO DI SÉ L’ARMIGERO DI CARLO 1450 ottobre 5, Milano. Antonio de Spinulis. Scriptum fuit Antonio de Spinulis quod se vellet patienter ferre pro aliquibus diebus de armigero, quem retinet apud se illustris domini Caroli, et provideret sibi de expensis prout solitum: sed, quia dominus non invenit nec habet locum aliquem pro suo logiamento ut posset removere abinde, ubi non solum in hoc sed in omni suo posse libenter complaceret, provideret ei usque dum ipse dominus providebit. Data Mediolanì, die v octobris 1450. Cichus. 602 FRANCESCO SFORZA ORDINA AD ANGELO DE CAPOSILVIS DI IMPRIGIONARE UN TEDESCO E NON LIBERARLO SENZA UNO SCRITTO DUCALE. DEVE, INVECE, LIBERARE GIOVAN GIACOMO DE REBUGHI E STRAZA CAPPA. SI MERAVIGLIA CHE DI TANTI LADRI E MALVIVENTI NON ABBIA PRESO CHE I SUMMENZIONATI. INFINE, SI FACCIA RESTITUIRE PORCI E DENARI RUBATI A GIOVANNI BONERO DA SETTIMO 1450 ottobre 6, Milano. 187 Angelo de Caposilvis. Havemo inteso quanto ne scrivi de Straza Cappa et de Zohaniacomo de Rebughi et cossi del todesco, che tu l’hai destenuti et cetera; dicemo n'è piaciuto et laudiamotene assai. Et perchè noi havemo pur captiva informatione de dicto todesco volimo lo fazi mettere in presone et non sia liberato senza littera sottoscripta de nostra propria mano. Li dicti Zohan Iacomo et Straza Cappa siamo contenti, recevuta questa, li fazi liberare et li amonerai siano savii per l’avenire. Pur alquanto ne miravigliamo che, havendo noi tanti lamenti quanti havemo ogni dì deli danni et robarie che fanno quelli nostri soldati in quelle parte, che tu non n’habbi havuto nele mane et pigliati più che costoro, et pertanto vogli havere ogni tuo ingegno per havere in le mane qualchuno de questi che vanno robbando et non volere scusare veruno, perchè deveresti havere più caro l’honore nostro che uno tristo. Ulterius è stato da noi Iohanni Bonero da Septimo, 249 presente portatore, quale dice l'è stato tolto presso Cognolo dece porci et dinari; pertanto vogli in ogni modo trovare chi sonno stati et fargli restituire ogni cosa del suo. Mediolanì, die vi octobris 1450. Cichus. 603 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CONSOLE E AGLI UOMINI DI VILLA BREMBO DI DARE ALLOGGIO E STRAME A 34 CAVALLI CONDOTTI LÌ DA GIOVANNI GIORGIO DA LAMPUGNANO 1450 ottobre 6, Milano. Consuli comuni et hominibus Ville Brembie. Per la gran moltitudine de gente d’arme havemo, è necessario che habiamo a mandare lì el stre nuo Zoanzorzo da Lampugnano con cavalli 34 per alozare fintanto che gli provediremo altroe. Volimo aduncha et vi commandiamo che a dicto Zohanne Zorzo per li decti 34 cavalli provediate pur solamente de stantia et strame et questo non vi deve agravare perchè vi sarà poca spesa et viverano modestamente secundo li havimo commandato, in modo che da loro non havirete molestia alcuna. Alozateli aduncha et non manchi, per quanto havite cara la gratia nostra. Mediolani, vi octobris 1450 Cichus. 604 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REFERENDARO E AL TESORIERE DI LODI CHE DEL DENARO ASSEGNATO AL CONDOTTIERO RABOTTO VENGANO DATI DUCATI D’ORO 30 E SOLDI 17 A FILIPPINO DI AZZAGO 1450 ottobre 6, Milano. 187v Referendario et thexaurario Laude. Volimo et per la presente ve commandiamo che de quelli dinari, li quali havimo assignati lì ad Rabotto, nostro conductero, ne debiati numerare ad Filipino de Arzago, presente latore nostro citadino milanese, ducati trenta d'oro et soldi xvii, li quali luy de’ havere dal dicto Rabotto; et non havendo modo de darli li dinari contandi al presente, siamo contenti et volimo che vuy prometiati questi dicti trenta ducati e soldi xvii como principali debitori al prefato Filipino; et questo facimo perch’el dicto habia el debito suo et non sia menato per litigio. Data Mediolani, vi octobris 1450. Iohannes. 605 FRANCESCO SFORZA ORDINA A MELCHIORRE LANCIVECCHIA DI CESSARE DI MOLESTARE I FRATI DELLA CERTOSA DI PAVIA, CHE RIVENDICANO DI NON ESSERE TENUTI CON L’ALTRO CLERO A CONTRIBUIRE AI CARICHI STATALI 1450 ottobre 6, Milano. Melchiori Lancivechie esecutori. Dilecte noster, ce hanno significato con grave querela li venerabili priore et monaci dela Certosa de Pavia che, sotto generalità del clero de Mediolano, tu l’hai molestato et molesti ogni dì, tenendoli li fanti im possessione et facendoli torre le cose loro. Et proinde rechiedono che li facciamo provedere oportunamente che non siano molestati ad instantia del dicto clero con lo quale allegano non havere comertio alcuno nè mai per lo passato havere contribuito con esso per carichi o spese alcune. Pertanto volemo che tu soprasedi de dare molestie alcune al decto monasterio dela Certosa, et subito li levi li fanti de possessione et li fazi restituire la bestia et ogni 250 altra cosa che li fusse sequestrata, perché deliberamo far vedere se de iure son obligati insemi cum el dicto clero de Mediolano. Fa aduncha senza contradictione alcuna. Mediolani, vi octobris 1450. Cichus. 606 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GRACINO DA PESCAROLO DI DARE AL BOLOGNINO IL COMPLETO SUO SALARIO 1450 ottobre 6, Milano. Gracino de Piscarolo. Noi scrivemo al Bolognino che vi debbia lassare, siché vogliate per qualche via provedere che lui habia el suo salario senza retentione alcuna, perchè non volimo a lui sia facta retentione alcuna; siché vedite per qual via satisfarlo. Data ut supra. Iohannes de Ulesis. 607 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI CERREDANO DI DARE AGLI UOMINI DEL FRATELLO GIOVANNI ALLOGGIO E STRAME E NULL’ALTRO FUORCHÈ LE 43 STAIA DI FRUMENTO CONCORDATE 1450 ottobre 6, Milano. 188r Potestati Cerredani. Ad cìò sapii la mente nostra circa quelle cose se hanno a dare a quelli de Zohanne nostro fratello logiati in quella terra, nostra intentione è et volimo che, dandoli quelli homini logiamento strame zoè xv libre grosse de feno tra el dì e la nocte per cavallo, et legne secondo l’ordine, non li sia data altra molestia advisandote che nuy siamo convenuti cum quelli homini che debiano dare ala fameglia del dicto Zohanne quarantatre stara de frumento, et del precio d'esso gli ne havemo facta assignatione sopra quello deno pagare in l'anno a venire Data Medìolani die vi octobris MCCCCL. Cichus. 608 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REFERENDARIO DI LODI DI DARE 50 DUCATI AI CAPOMASTRI PER I LAVORI FATTI E FORNIRE LORO I FERRAMENTI NECESSARI 1450 ottobre 7, Milano. Referendario Laude. Vogli de quelli cinquanta ducati, che te havemo scripto dovessi dare alli maestri, che fanno il nostro lavorerio, intenderte cum Iohanne da Mediolano, che siano dati et exborsatì per lo lavorerio che facemo fare de presente; et vogli provedere ch’el dicto Iohanne habia tucte quelle chiodere et ferramento te pareranno necessarii per quello gli havemo commesso et ordinato debia far fare. Data Mediolani, die vii octobrìs 1450. Cichus. 251 609 FRANCESCO SFORZA ORDINA A FRANCESCO MALETTA DI LIBERARE GIACOMO DA URBESAGLIA, RITENENDO LUI E SUO FRATELLO SUOI BUONI AMICI E SERVITORI 1450 ottobre 7, Milano. 188v Francisco Malette. Havemo veduto quanto ne hai scripto de quello hai sequito cum Iacomo da Urbesaglia; dicemo che de tucto remanemo advisati. Et perchè questo tale Iacomo non è quello che volimo dire nuy, considerato che costui et lo fratello sonno valenti homini et nostri boni amici et servitori, come per experientia li havemo sempre cognoscuti et de loro havemo quella bona confidentia che potessimo havere da alcuno nostro servitore et amico, volimo che subito, havuta questa, debi liberare et relaxare lo dicto Iacomo et rendergli soi cavalli arme et robba, che non gli manchi tanto che vaglia un pontale de strenga, perchè siamo certi che loro non fariano né consentariano fosse facta una minima cosa contra lo stato nostro. Mediolani, vii octobris 1450 Cichus. Dupplicata fuit die xiii octobris Medìolani. 610 FRANCESCO SFORZA CHIEDE LA LIBERAZIONE DI GIACOMO DA URBESAGLIA E LA RESTITUZIONE DI TUTTA LA SUA ROBA E GLI MOSTRI QUANTO LO STESSO DUCA SCRIVE SOPRA LA SUA FACCENDA 1450 ottobre 7, Milano. Francisco Malette. Nuy havimo ben inteso quanto ne hai scripto del facto de Iacomo da Urbesaglia et pertanto, poichè non lo trovi in alcuno defecto et poiché lui ha, et cossì suo fratello, le donne loro et possessione ad Vialbara in Pavese siamo contenti che tu relaxì lo dicto Iacomo et cavalli et robba soa, che non gli manchi niente, et mostrargli questa lettera ti scrivimo sopra lo facto suo, et ultra ciò gli dirai intorno questa materia quanto ti pare necessario, sichè lui remanga ben contento et satisfacto. Et non habia a male quello che gli hai facto. De Framuco et Abondio havemo inteso quello tu scrivi dela venuta loro qui et pertanto volimo che circa lo facto deli cavalli et robbe loro non debbi innovare altro, finché scrivemo altro. Data ut supra. Cichus. 252 611 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ E AGLI UOMINI DI VOGHERA DI FORNIRE A BOCCACINO SOCCO E COMPAGNI FIENO E BIADA 1450 ottobre 7, Milano Potestati et hominibus Viquerie. Volimo che provedati a Boccacino Socco et alli compagni de fieno et biava, como havite facto per lo passato secondo lì ordini nostri; et vogliate fare per modo che non habiamo ad scrivere più per ciò et fati non manchi. Mediolani, vii octobris 1450. Iohannes de Ulesis. 612 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REFERENDARIO DI PAVIA DI CANCELLARE LA CONDANNA DI BOLDRINO DA CARIO FATTA DAL PODETÀ DI SARTIRANA 1450 ottobre 7, Milano. 189r Referendario Papie. Siamo informati che la condemnatione facta a Boldrino da Cario, compagno del spectabile Moreto da Sannazaro nostro condutero, fo facta l’anno passato per lo potestà nostro de Sartirana, quando mandassemo esso domino Moreto cum li suoi alla dicta terra de Sartirana per lo vino venduto alla dìcta compagnia; et perché lo dicto Boldrino dice non haveano megliore conditione come in campo e pare, essendo cossì come luy dice, iusto et rasonevele fosano tractati nel facto dela victualia come quelli de campo, quali haveano victualia senza datio, pertanto, se trovareti essere cossi vero, volimo faciati cancellare e annulare la dicta condemnatione, come per altre nostre ali dì passati ve havemo scripto ad ciò ch'el dicto Boldrino per la dicta casone per alcuno tempo non sia molestato. Data Mediolani, vii octobris 1450. Cichus. 613 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE DELLE 200 MOGGIA DI FRUMENTO DATE DAGLI UOMINI DI QUARNIENTE SE NE DESTININO 180 ALLA CAMERA DUCALE E LE 36 LIRE DEL NOLEGGIO SI PRENDANO SUL CENSO DI CASSINE 1450 ottobre 6, Milano. Referendario Alexandrie. Havemo ordinato che dela summa de mogia ducento de frumento, quali li homini de Quarniente de presente ne danno per subsidio se ne conducano moza cento ottanta per uso dela corte nostra; et perché siamo informati che per nollo fino a Pavia d'esse moza cento ottanta si haverà a pagare soldi quattro per mogio libre xxxvi imperiali, volimo che quelle libre xxxvi vel quello che intenderay che dicto frumento costarà per nollo tanto fin a Pavia, provedi de havere del termino de septembre del censo de Cassine et li numeri secondo seray informato da Raynaldo Testagrossa, a cui havemo de questo dato commissione. Data Mediolani, die vi octobris 1450. Cichus. 253 614 FRANCESCO SFORZA ORDINA AI COLLATERALI GENERALI CHE INDUCANO LORENZINO GHILINO A CONSEGNARE I SOLDI DOVUTI A PIETRO MARIA ROSSI 1450 ottobre 7 Milano. Collateralibus generalibus. El magnifico Pietro Maria se grava che fin al presente dì non ha possuto consequire tucti li dinari quali debe havere da Lorenzino Ghilino per l’assignatìone a Iuy facta, licet tucti li altri, che erano in simile grado, habiano facto lo dovere; pertanto ve commetiamo et volimo provediati che esso Lorenzino faci el debito al dicto Petro Maria et gli satisfaza de tucto quello resta ad havere, come hanno facto li altri, per modo ch’el non se habia iusta casone de lamentarse. Data Mediolani, die vii octobris 1450. Cichus. 615 FRANCESCO SFORZA CHIEDE AL FRATELLO ALESSANDRO INFORMAZIONE SULLA DONNA E SUL POSSEDIMENTO E SU OGNI ALTRA COSA CHE IL CANCELLIERE DI GIACOMO PICCININO, CRISTFORO DA PARMA, HA IN CITTÀ O NEL PARMENSE 1450 ottobre 7, Milano. 189v Domino Alexandro. Alexandro, da uno nostro caro amico et servitore questa matina havemo havuta una lettera dela quale te mandiamo la copia qui inclusa, aciò che tu la vedi; pertanto, letta che l’havirai et bene examinata come vederai ch'el facto rechiede, vogli fare bona et celere provisione a quanto te pare expedire si chè scandalo né sinistro alcuno non possa accadere, perchè tu iudicarai quanto la cosa importa. Vogli ultra ciò per tua lettera farne subito avisati se quello ser Christoforo da Parma, cancellero del conte Iacomo Piccinino, ha donna o possessione o alcuna altra cosa in Parma e in Parmesana. A l’altra lettera facta a Guardasone non ce accade fare altra resposta se non che havimo inteso quello ne scrivi deli cavalli hanno mandati in Graffignana quelli de Correzo, unde volimo che de questo facto non fazi altra mentione, et molto ne piacerà se fine ala havuta de questa non ne havisse facta altra mentione. Mediolani, vii octobris 1450. Cichus. Dupplicata fuit die xiii octobris Mediolani. 616 FRANCESCO SFORZA COMUNICA DI AVER CONCORDATO CON GLI AMBASCIATORI DI COMO IL DONO DI FIORINI 550 RIPARTITI IN 4000 CONTANTI E 1500 IN PANNO, VALUTATO, QUESTO, DA UN ESTIMATORE PER PARTE 1450 ottobre 8, Milano. Communitati Cumarum. Sonno venuti da noy miser Luchino dela Porta et Zohanne Lavezaro, vostri ambasiatori, cum li quali, per fare omnino cosa grata a quella nostra comunità come è nostra intentione a fare in ogni cosa a nuy possibile, siamo remasti in compositione et accordio che, havendo dono da quella comunità fiorini 5500 de soldi xxxii per fiorino in termine d'uno mese proximo futuro comenzando dal presente dì, cioè fiorinì 4000 contanti et fiorinì 1500 in panno, lo quale panno 254 sia extimato per uno, mandarimo noy et un altro ponerà essa comunità, de remectere lo interzamento deli datii deli tre anni quali haveva decta comunità ordinato de darce et così per la presente remectimo. Et perché questo facemo per summa necessitate quale hanno le nostre gente d’arme, ve confortiamo caricamo et strengemo vogliate con effecto provedere che dicti denari e panno se possano havere fra el dicto termine, che ne farite cosa gratissima et acceptissima, como havimo dicto alli vostri predicti ambasiatori, ali quali vogliate dare sopra ciò piena fede quanto a noy, remectendo caduna promissione et domanda facta ad et per alcuni de quelli cittadini per cagione de questo subsidio. Data Mediolani, die viii octobris 1450. Cichus. Franciscusfortia manu propria subscripsit. 617 FRANCESCO SFORZA ORDINA , IN SEGUITO ALLA DENUNCIA DEGLI UOMINI DI BORDOLANO, CHE LA VERTENZA TRA L’UOMO D’ARME DUCALE SCHIAVETTO E IL MAGNIFICO GENTILE, VENGA RISOLTA CON L’ALLONTANAMENTO DELL’UOMO D’ARME 1450 ottobre 9, Milano. 190r Domino Iohanni de Tolentino locumtenenti Cremone. Più volte ne hanno facto querela li homini de Bordolano del facto de uno Schiavecto, nostro homo d’arme, che allogia lì, de certa differentia che lui ha col magnifico Gentile et del menacciare ch’el dicto Gentile fa verso el dicto Schiavecto per la qualcosa li dicti dubitano che per casone de lui quillo loco non venesse ad retenere qualche danno, o per via de farli brussare el suo allogiamento, che quando brusasse la stantia dove lui sta porriano ancora brusare delle altre, o forsi con farli qualche altro danno et per dicta casone ne hanno pregato el voramo fare removere de lì. Pertanto volimo che vui servate modo et via secundo meglio vi parirà che vui levati el dicto Schiavecto de lì et che se li daga allogiamento in qualche altro loco; et questo fati non manche, actento etiam che li dicti ne dicono ch’el dicto Schiavecto gli fo loro gionto oltra la rata loro, con dire che l’averiano ad tenere pochi dì, siché per omni modo fati che sia remosso de lì. Mediolani, 9 octobris 1450. Iohannes. 618 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIOVANNI DA MILANO DI PORTARSI CON GIACOMO DA SAN GENESIO DA STEFANO CARRATORE PER DECIDERE DEI BENI DUCALI 1450 ottobre 9, Milano. Iohanni de Mediolano. Per altra casone vene lì Iacomo da San Zenese, ma volimo che tu insieme con luy siate con Stefano Carratore per fare rasone deli nostri beni; et in quanto non volisse fare dicta rasone, volimo lo fazì venire qua da noy, advisandoti che si fusse absente da lì volimo mandi per esso. Mediolani, viiii octobris 1450 Cichus. 255 619 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL REFERENDARIO DI LODI LO INFORMI SE GLI STAI , PRESI DA GIACOMO DA SAN GENESIO IN PRESTITO DA ANTONIO DA BOLZANO, SONO STATI RESTITUITI 1450 ottobre 8, Milano. REFERENDARIO NOSTRO LAUDE. Perchè Iacomo da San Genese ne dice che li stari dove ha facto mesurare questi dì passati el frumento a Pizleone li ha impremutati lì in quella città da uno chiamato Antonio da Bolzano et poi li fece portare a Pizleone et quelli havere continuamente usato in fare mesurare dicto frumento, volimo et cossì ti commectiamo che te informi dela verità se cossì è che abbia impremutati dicti stari dal dicto Antonio et se poi dicti stari gli sonno restituiti, overo anche siano a Pizchetone; de che, secundo havirai informatione, vogline subito per tue lettere avisare. Mediolani, viii octobris 1450. Cichus. 620 RILASCIO DI LETTERE CREDENZIALI DIRETTE AL CARDINALE ORSINI PER NICODEMO TRANCHEDINI 1450 ottobre 10, Milano. 190v Reverendissimo domino cardinali de Ursinis. Scripte fuerunt littere credentiales prefato domino cardinali in personam Nicodemi in strictissima forma, subscripte manu domini, et quod prestaret sibi ausilium consilium et favorem. Datum Mediolani, die x octobris 1450. Cichus. Franciscus Sfortia manu propria subscripsit. In simili forma scriptum fuit infrascriptis cardinalibus: a summo pontifici, cardinali Patriarce L., cardinali Morinensi lohanni, cardinali Firmano D., cardinali Bononiensi F., cardinali Beniventano A., cardinali de Columna P. domino espiscopo Placentino N., domino Petro de Noseto. a Da in simili a de Noseto a margine sinistro. 621 FRANCESCO SFORZA RIMBROTTA LE AUTORITÀ DI CREMONA PER NON AVER RIPARATO IL PONTE SUL PO E INGIUNGE LORO DI FARLO SUBITO. 1450 ottobre 9, Milano. Locuntenenti potestati referendario ser Augustino de Narne ac presidentibus negociis civitatis Cremone. 256 Ne miravigliamo, havendovi noi tante volte scripto, sollicitato e facto dire che devessevo provedere alla reparatione de quel nostro ponte grande sopra Po, che non gli habiate facto qualche provisione, anzi è reducto a tal conditione che apena gli pò andare cavallo nè persona alcuna da pede, che quanto dispiacere ne habiamo non vi poressimo dire; et pertanto volimo et cossì per la presente vi commectimo et commandiamo, che, visis presentibus, voi mectiate ogni diligentia, studio et sollicitudine se possa per tucto cavalcare, et perchè sopra de ciò havimo dicto et informato più largamente Francesco Squasso presente portatore, volimo gli debiate credere quanto a noi proprii. Mediolanì, die viiii octobris 1450. Cichus. 622 FRANCESCO SFORZA RINGRAZIA IL CARDINALE BENEVENTANO PER IL PRIVILEGIO ACCORDATO AD ANGELO ATTENDOLO E PERÒ LO SUPPLICA A FARE INSERIRE UNA CLAUSOLA OMESSA 1450 ottobre 9, Milano Cardinali Beniventano. Miser Angilo deli Actendoli se lauda assai del opera che ha facta la vostra signoria nel facto del suo privilegio per nostro amore, dela qual cosa ne regratiamo essa vostra sìgnoria, et perchè lo decto miser Angilo dice che in lo decto suo privilegio gli mancha una clausula, pregamo la vostra signoria, possendose fare et essendo cosa iusta et honesta, gli piaza per nostro amore fargli mectere dicta clausula, perchè l’ haviremo grato et accepto assay. Mediolani, die viiii octotrìs 1450. Cichus. 623 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE SI DIA A SACRAMORO VISCONTI E ALLA SUA SQUADRA DEL VINO [1450] ottobre 9, Milano Communi et hominibus sancti Bassani. Volimo daghati del vino al spectabile miser Sacramoro Vesconte et alli altri dela squadra sua sopra le arme o altri loro pegni, si chè siate cauti et sicuri. Data Mediolani, die viiii octobris. Cichus. 624 FRANCESCO SFORZA ORDINA DI NON ALLOGGIARE GENTE A MUTONO DI LAGRINA ESSENDO DETTO LUOGO STATO SACCHEGGIATO 1450 ottobre, Milano. 191r Boniforto Guarguaglie. Perché havemo informatione che quello nostro loco de Mutono de Lagrina è stato saccomanato et è tucto disfacto, volimo che tu non gli debbi allozare nè far stari gente alcuna frostera in lo decto loco; et avendogli tu messo veruna persona, vogli omnino levarla et mecterla in altro loco, dove meglio te parirà. Mediolani, viiii octobris 1450. Cichus. 257 625 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL REFERENDARIO DI PIACENZA DI AVER RESTITUITO A GIOVANNI DELLA GUARDIA PROPRIETÀ E BENI DI ANCARANO E VUOLE CHE GLI UOMINI DEL LUOGO, ESENTI DA DAZI, PAGHINO A LUI LE ENTRATE 1450 ottobre 9, Milano. Referendario Placentie. Altre volte scrivessimo al potestà nostro de Piacenza e a te come avevamo restituito a Zohanne dela Guardia le sue proprietate et beni del loco e villa de Ancharano et ch’ el dovesti far mectere alla possessione et tenuta de essi, et che gli observasti ogni sue honorantie, prerogative et immunitati secundo aveva per lo passato. Novamente etiamdio havimo scripto ali homini del decto loco et villa d’Ancharano che senza exceptione respondeno al decto Zohanne del intrate et prerogative iuxta solitum. Le qual cose te reducemo a memoria aciò habbi cagione neli incanti deli datii et imboctate reservare et exceptare el dicto loco e villa. Et cossì volimo et expresse te imponiamo et commandiamo con ciò sia cosa che non intendiamo de difalcare alchuna commodità et honoranze del dicto Zohanne, ma de observargli, come gli son state observate per lo passato. Data Mediolani, viiii octobris 1450. Cichus. 626 FRANCESCO SFORZA COMUICA A ROBERTO DA SANSEVERINO CHE CONSENTE SIANO DATI A LUI I DENARI DEL SALE DI COLORNO 1450 ottobre 9, Milano. Domino Roberto de Santo Severino. Havemo recevuto la tua littera et, inteso quanto ne scrivi, non dicemo altro, perchè, vinendo qua miser Ghiberto, come tu scrivi, noy l'haviremo a caro et vederemolo volontero. Alla parte che tu scrivi del salle de Collorno, dicemo che siamo contenti che te sia resposta de quilli dinari per l'avenire a nostro beneplacito, como hay havuto de l'anno passato, et mandiamote la littera sottoscripta de nostra propria mano dirretiva a Desiderio, che te debia respondere de dicti dinari. Mediolanì, viiii octobris 1450. Cichus. 627 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE DI FARE UNA ASSEGNAZIONE, TRASFERIBILE, DI 2500 DUCATI A PIETRO MARIA ROSSI 1450 ottobre 10, Milano. 191v Regulatori et magistris intratarum nostrarum. Perché deliberamo et volimo omnino ch’el magnifico Pietro Maria Rosso nostro conductero habia quella quantità de dinari gli habiamo ordinato, ad cìò se possa mettere impuncto a luy e la gente d’arme sua, gli habiamo assignato sopra l’aditione è facta nel anno presente sopra li datii dela cità nostra de Pavia ducati duomillia cinquecento a soldi cinquantaquattro per ducato. Il perchè ve commandiamo et volimo ch’ al prenoniato Petro Maria fatiati anchora vuy sopra essa additione deli predicti duomilliacinquecento ducati opportuna et valida assignatione come 258 faciamo nuy per le presente, et da puoy gli fatiati respondere dela predicta quantità de dinari cum quella magiore celerità sia possibile, concedendogli che la dicta assignatione la possa transferire in cui meglio gli piacerà et recuperare sopra essa ogni quantità de dinari per maiore sua utilità et spazo poterà. La quale translatione sia valida et firma non altramente che se vuy stessi la facestivo, facendo fare ex nunc ogni scriptura, bollecte et confessione oportune e necessarie, in modo che, remota ogni difficultà, possa el predicto Pietro Maria, on vero coloro in chi transferirà la dicta assignatione, l’integra satisfactione d’essa consequire et havere. Et in questo non lassati per alcuno modo intervenga fallo alcuno, perché cossì è firma nostra dispositione. Data Mediolani, die x octobris 1450. Francischusfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 628 FRANCESCO SFORZA ORDINA A FOSCHINO DI MANDARE A CASA SUA CRISTOFORO CAGAMOSTO. ORDINA CHE I FANTI, SE ANCORA PRESENTI A SPINO, SIANO MANDATI VIA 1450 ottobre 10, Milano. 192r Domino Fuschino. Havemo inteso quanto ne ha decto Benedecto tuo cavallero circa li facti de Christoforo Cagamusto. Dicemo che, trovando essere stato per ligera casone et non gli trovando facidamento alcuno de captività, remandamo dicto Christoforo a casa, quale volimo possa stare a casa soa et fare li facti soi come de prima. Ala parte deli fanti dela signoria sonno venuti ad Spino, crediamo siano levati, ma quando non fossero levati, volimo mandi da miser Iacomo Antonio Marcello a farli levare de lì, come alluy scrivemo et havimo anchora dicto a boccha al predicto Benedecto. Mediolani, x octobris 1450. Cichus. 629 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE I FANTI ALLOGGIATI A SPINO VENGANO MANDATI VIA DA DETTA LOCALITÀ 1450 ottobre 10, Milano. Domino Iacobo Antonio Marcello. Sentiamo come alcuni fanti deli vostri sonno allozati ad Spino, territorio nostro de Lode, dove hanno tolto li stramì et robbati li massari, la qual cosa non credimo sia de intentione dela illustre signoria né vostra. Il perché vi pregamo et confortamo li vogliati far torre de lì et che non damnificano li homini nostri come non possimo credere sia intentione dela prefata illustre signoria, pregandovi sopra ciò ne vogliate respondere per questo nostro messo. Mediolani, die x octobris 1450. Cichus. 259 630 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL CAPITANO DEL SEPRIO LO INFORMI SCRUPOLOSAMENTE DI TUTTI I CAVALLI E DI TUTTI I SOLDATI SISTEMATI IN QUELLA PARTE 1450 ottobre 12, Milano. Capitaneo nostro Sepri. Ve commetiamo et volimo che subito prendi diligente et bona informatione de tucti li cavalli vivi et boche vive deli nostre gente logiate in quelle parte, dando el sacramento a loro et alli homini del paiese, per intendere meglio la verità, et tucto quello trovaray subito ne advisi et presto, non guardando in vulto ad alcuna persona nè in zente d’arme nè altri, ad scriverne la mera verità, perché se trovassemo facessi altramente te faressemo malcontento. Data Mediolani, xii octobris 1450. Cichus. Scriptum fuit in simili forma capitaneo comitatus Papie ultra Padum. Data Mediolani die xii octobris MCCCCL. Cichus. Scriptum etiam fuit in simili forma Laurentio de Urbeveteri, familiari nostro. Data Mediolani die xii octobris 1450. Cichus 631 FRANCESCO SFORZA, DOPO AVER LODATO BONIFORTE GUARGUAGLIA PER AVERE INDIVIDUATI I FRODATORI DEL SALE, VUOLE CHE LASCI ALLA COMPETENZA DEL CAPITANO DEL LAGO DI COMO IL PERSEGURLI. AGGIUNGE, POI, CHE GLI UOMINI DI URIO E DI MONTE INTROBIO NON DEVONO ESSERE TASSATI IN QUANTO CITTADINI DI COMO 1450 ottobre 10, Milano. 192v Die x octobris 1450, Mediolani. Ad Bonifortum Guarguagliam Boniforto, havimo veduto quanto tu ne hai scripto del cose dellà et de quanto hai sequito, dicemo che de ogni cosa remanemo bene advisati et ne piace quanto hai facto. Et quanto alla parte de quilli frosatorì del sale, che tu dice havere trovati, dicemo che hay facto bene a far tal invencione, ma considerato che al procedere più oltra contra li dicti frosatori specta al nostro capitaneo del laco de Como, volimo che tal invencione debbi dare al dicto capitaneo et informarlo del tuto como la posa passa, siché lui possa fare circa ciò quanto richede el suo officio como te hanno dicto et scripto li maistri nostri de l'intrade. Alla parte dele boche che sonno state taxate ali homini de Urio et de Monte Introcio et che, attento quello hanno tenuto per lo tempo passato, doveriano remanere contenti, dicemo, consìderato loro sonno citadini de Como non volemo che habianno la dicta taxa, sichè levala via et fa che lì dicti homini non habiano graveza alcuna de cavalli né de boche, ma vede de interpartirle fra quelli altri lochi de là, como meglio te pare. Data. Iohannes. 260 632 FRANCESCO SFORZA DICE A GRACINO DA PESCAROLO CHE PER QUANTO RIGUARDA I BENI DI GIACOMINO DE PRINOLI, MORTO SENZA EREDI, SEGUA QUANTO GLI DIRANNO I MAESTRI DELLE ENTRATE STRAORDINARIE 1450 ottobre 10, Milano. Gracino de Piscarolo. Havemo veduto quanto ne hai scripto circa lo facto di beni de quilli Iacomino de Prinoli, qual è passato de questa vita e non ha lasato herede alcuno; dicemo che in questo debi seguire quanto te scrivano lì nostri maystri de l’intrade extraordinarie per l'aligata, et de questo facto non monstrare cum persona alcuna che habi havuto altro da nuy. Et subito ne avisa como haverai facto. Mediolani, die x octobris 1450. Iohannes 633 FRANCESCO SFORZA SI MERAVIGLIA CHE GIOVANNI DA ISEO SIA STATO COSTRETTO A TROVARE UNA SISTEMAZIONE A LANGHIRANO PAGANDO 86 LIRE, IL CHE APPARE AL DUCA DISONESTO 1450 ottobre 8, Milano. 193r Ancianis et presidentibus civitatis Parme. Miser Zohanne de Iseo, capitaneo del vescovato de quella nostra terra, più volte ne ha facto querela che nel luoco de Langhirano, dove suole far stantia li precessori soi, cum faticha ha trovato casa dove alozare; e, quantunche ella non gli sia idonea e quantunche anchora nuy ne scrivesse mo a quelli homini ha convenuto promectere de quella dove sta, tal qual se sia, libre lxxxvi. La qualcosa ne pare altucto disonesta, che nostri officiali debiano pagare pensione de casa et in questa summa, non essendo usitato per lo passato. Pertanto vogliati provedere in forma non habia ad agravarse, perchè non intendimo sia pezo tractato luy come li altri capitanei passati al tempo dela bona memoria del signore nostro padre, ma più tosto meglio. Mediolani, viii octobris 1450. 634 ORDINE DI CONCEDERE IL TRASPORTO DI DIECI MOGGIA DI FRUMENTO A FALLAMESCHIA DA QUALUNQUE PARTE DEL CREMONESE 1450 ottobre 12, Milano. Domino Iohanni de Tollentino. Scriptum fuit predicto domino Iohanni che per certo bono respecto, dovesse concedere la tracta de moza diece de frumento ad Fallameschia da l'isola de Dovarisi de qualunqua terra del Cremonese, et condurlo a l'Isola de Dovarisi libere et sine contradictione aliqua. Mediolani, xii octobris 1450. Iohannes. 261 635 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CAPITANO DELLA LOMELLINA DI PORTARSI A TURIONO E, CONSTATATO CHE È LOCALITÀ DEL VERCELLESE E DIPENDENTE DAL DUCA DI SAVOIA, COMANDI A TUTTI I SUDDITI SFORZESCHI DI RITIRARSI NEI LORO ALLOGGIAMENTI 1450 ottobre 12, Milano. Capitaneo Lumeline. Intendimo como alchune dele nostre gente che stano dellà, sono andati ad alogiare a uno loco de Vercelli, chiamato Turiono; pertanto volimo che subito, havuta questa, debia andare al dicto loco de Turiono et vedere che sonno quili alogiano lì, et sapere si lo dicto loco è del Vercelese, et che sia delo illustrissimo signor duca de Savoya o suoi subditi et puoy per nostra parte comandaray ad tucti quili nostri che gli allogiano che se debbiano partire et andare ali loro allogiamenti. Et avisane de quale squadra sonno et commo se domandano loro. Data Mediolani, die xii octobris MCCCCL. Cichus. 636 FRANCESCO SFORZA CHIEDE AL DOGE GENOVESE PIETRO CAMPOFREGOSO DI PORRE TERMINE ALLA CONTROVERSIA TRA GLI ABTANTI DI NOVI E QUELLI SFORZESCHI DI POZOLO PER RAGIONE DI CONFINI E FURTO DI BUOI SOTTRATTI DAI SUDDITI GENOVESI. SI CHIEDE CHE I SUDDITI GENOVESI RESTITUISCANO GLI ANIMALI RUBATI E CHE SI RIMETTA A DEI SAGGI DELL’UNA E DELL’ALTRA PARTE LA RISOLUZIONE, IURE MEDIO, DEI CONFINI 1450 ottobre 10, Milano. 193v Domino Petro de Campofregoso Ianuensi duci, et cetera. Illustris princepes tamquam frater carisime, ut controversia, que iamdudum inter vestros de Novis et nostros de Pozolo vertitur, occasione confinium et nonnullorum bovum dìctis nostris de Pozolo ablatorum per ipsos de Novis, super his ex quibus controversia orta est sine debito et amore requisito, determinaretur, sepius scripsise recolimus, ad id magis moti cum nostri de Pozolo causam ipsam cognitioni cuiuslibet docti non suspecto partibus committi neque litterarum nostrarum animadversione neque etiam consideratione, que a iure sic exigatur, pro parte vestri adhibita provixio est ulla; verum cum molesto satis animo feramus nostros cum vestris contendere, quibus pariter bene esse volemus et volumus, ìndugium existimantes pati ut nostri opprimantur, curavimus ìterum his nostris dominatio vestra ortari velit suos de Novis sic commoni facere quod abductos boves primum restituant et quod controversia ipsa, ut dictum est, committatur et determinetur, ut utraque partium, sic iure iubente suis in debitis confìnibus persistat, quando autem secus fieret nostrorum violari iura ferre ut scitis, modo siquidem non cederet honori neque bene et pacifice simul vivendi et confinandi is esset modus. Placeat itaque rei huic talem adhiberi facere et modum et provisio nem quod ipsa de causa non habeamus ulterius ad vos scribere, sicuti in fraternitate vestra plurimum confidimus. Data, Mediolani die x octobris MCCCCL. Cichus. 262 637 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CASTELLANO DI CREMONA CHE CONSENTA AD AMBROGIO TRIVULZIO DI MUOVERSI DURANTE IL GIORNO NEL CASTELLO, MA DI FARGLI STRETTA GUARDIA DI NOTTE 1450 ottobre 11, Milano. Castellano Cremone. Siamo contenti che qualche a del dì tu lassì andare per lo castello Ambroxio da Trivulcio, quale hai in pressone, facendogli havere sempre bona guardia; de cetero la nocte volimo lo faci stare in loco che non se ne possa fugire et che tu staghi securo molto bene de lì facti suoy, recordandote che de dì et de nocte tu gli faci fare bona guardia per modo che tu ne lo sapi reconsignare ad ogni nostra posta. Mediolani, die xi septembris octobris 1450. b Cichus. a Forse si sottintende: ora. b Così A. 638 LETTERE CREDENZIALI AD ANTONIO DORIA DEL FU GOFFREDO PER IL DOGE DI GENOVA E PER TUTTI QUELLI DELLA CASA DORIA 1450 ottobre 11, Milano. 194r MCCCCL die xi octobris, Mediolani Facte fuerunt littere credencìales in personam domini Antoni de Aurea quondam domini Zonfredi ìnfrascriptis et primo domino et duci Ianuensi omnibus de domo Auree, Bartholomeo, Paulo et Branchaleoni ac Filipo, omnibus de Aurea. Cichus. 639 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE SI MANDINO DA LUI I DUE SUDDITI DI VENEZIA DERUBATI TRA CASSANO E MILANO 1450 ottobre 12, Milano. Villano de Gualdo commissario Cassani. Havemo inteso quanto ne hai scripto de quelli dui subditi dela signoria de Venexia, che sonno stati robati tra Cassano e qui, unde vogliamo che, essendo li dectì dui subditi li fazi che vengano qua da noy et, non essendo loro lì et sapendo tu dove siano, mandi per loro et per ogni modo fa che vengano qua da nuy, aciò che possiamo provedere che non habiano casone de lamentarse. Mediolani, xii octobris 1450. Iohannes. 263 640 FRANCESCO SFORZA DISPONE CHE SI RESTITUISCANO A BARTOLOMEO DORIA I 500 FIORINI D’ORO CON I QUALI SI RISCOSSE DA RAFFAELE NIGRI ALCUNI PEGNI DI BIANCA MARIA. TALE RESTITUZIONE SI FACCIA CON BUONI SULLE ENTRATE DEL SALE NEL MEDESIMO MODO CON CUI SI RECUPERARONO IN GENOVA 20000 FIORINI D’ORO 1450 ottobre 9, Milano Regulatori et magistris intratarum nostrarum. Dilecti nostni, ultra li fiorini xxmilia d'oro recuperati in Zenua sopra lo sale per miser Iohanne Ferufino et Antonio Guidolino, deli quali ne subene lì zintilhomini Doria et Ieronymo Larcharo et compagni, come seti informati, lo spectabile Bartholomeo Doria quondam domini Iacobi, ad suo nome et ad nome deli altri predicti subvenienti de casa Doria a nel mese de marzo proxime passato, nel recuperare fiorini d’oro cinquecento in Zenua a cambio, ad computo de soldi lxiiii per fiorino, deli quali se rescosse per Raphaelo di Nigri alcuni pigni dela illustrissima nostra consorte madona Biancha in Zenua, et gli prometessemo restìtuire dicti dinari et pagare li cambi, sive chiumenti, deli dinari del sale in quella medesima forma et maiora, che se pagariano li predicti fiorini xxmilia recuperati in Zenua, come è dicto de sopra. Pertanto siamo contenti et volimo che al predicto Bartholomeo et ad caduno altro in suo nome siano facti boni sopra li dinari del salle li predicti fiorini cinquecento cum li cambii, sive chiumentì, in quella medesma mainera et forma che gli farete boni lì predicti fiorini xxmilia come è dicto de sopra, facendo fare le debite scripture 194v come ve parirà bisognare, dummodo che le conventione, che forono facte per questa facenda, siano facte in tal forma Data Mediolani, die viiii octobris MCCCCL. Francìschusfortia Vìcecomes manu propria susbcripsit. Cìchus. a Da quondam a casa Doria aggiunto nel margine sinistro. 641 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ E ALL’UFFICIALE DELLE BOLLETTE DI PARMA DI PRENDERE TUTTI I PROVVEDIMENTI NECESSARI PER SALVARE LA CITTÀ DAL CONTAGIO DELLA PESTE 1450 ottobre 12, Milano. Potestati et offitiali bulletarum Parme. Per satisfatione del desiderio nostro quale è circa la salute et conservatione del terreno nostro et territorio da contagiosa peste più che circa altra cosa, sì per bene dele intrate nostre, como etiandio di nostri cittadini et subditi, quali non pono stare a casa per timore dela dìcta peste, deliberamo se faza ogni provisione expedìente sopra ciò; et pertanto, havendo nuy carissima quella nostra cità sopra le altre cose, ve commetiamo et volimo che, intendandovi tucti duy insieme, faciate tucte le provisione necessarie per emendare quella cità et conservarla sana et neta da essa peste, non manchandoli cosa alcuna perché non ne poteresti fare cosa alcuna più grata che questa. Et ad ciò che tu offitiale, non te possi scusari in cosa alcuna, te dasemo per la presente ogni arbitrio et posanza expediente circa tal materia, et volimo metti ogni studio et 264 opera tua, perché questo nostro desiderio se adimplisca et quella nostra cità se renda sana et libera, el che etiandio retornarà ad tuo grande honore et commendatione presso caduno. Data Mediolanì, xii octobris 1450. Cichus. 642 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ E AGLI UOMINI DI CARPIGNANO CHE LE ENTRATE DEL LUOGO VENGANO PAGATE A FRANCESCO SANSEVERINO 1450 otobre 12, Milano. Potestati comuni et hominibus Carpagnani. Come per altre nostre littere doveti havere inteso, havemo concesso al magnifico Francesco da Sanseverino, nostro condutero, le intrate de quella nostra terra, dele quale, per quanto havemo mò inteso, anche non gli ne respondeti secondo havemo deliberato et è nostra intentione. Pertanto di novo ve scrivemo et volimo che dele dicte intrate debiate respondere interamente et senza exceptione alcuna al predìcto Francesco overo a qualunche suo factore o messo quale luy ordinasse. In che volemo non fatiati contradictione alcuna, perché cossì è la mente et totale dispositione et intentione nostra. Mediolani, duodecimo octobris MCCCCL. Cìchus. 643 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL REFERENDARIO DI LODI SI IMPEGNI A RISCUOTERE L’ADDIZIONE DEL SALE DATA LA SUA MODESTA ENTITÀ. 1450 ottobre 12, Milano. 195r Referendario Laude. Come per un’altra nostra de dì xxv de septembre proxime passato ti havemo scripto cossì per questa repplicando ti dicemo che tu say quanto ti fu commesso alli dì passati, quando eri qui da nuy, circha lo facto dela additione deli datii et maxime dela additione sopra le intrate dele porte deli imbottati et del sale; et perchè questo facto non torna in descuntio alcuno de quella nostra comunità, siamo certi che quelli nostri citadini remaneranno contenti dela dicta additione, perché de si poca cosa, come è la dicta additione, ne veni ad tocare una minima cosa per homo. Pertanto volimo che tu attendi cum ogni tuo ingenio et industria et sollicitudine a rescotere la dicta addicione et ad spazare tucti quelli a chi è facta la assignatione là, perché nuy non volimo cosa alcuna de altri, anzi chi ne prestarà niente è gli molto bene a rendere. Data Mediolani, die xii octobris 1450. 644 FRANCESCO SFORZA SCRIVE AD ANDREA DE FULGINEO DI VENIR VIA CONSTATANDO DI NON POTER OTTENERE IL SUPPLEMENTO DI FRUMENTO 1450 ottobre 12, Milano. Ser Andree de Fulgineo canzellario nostro. Havemo riceuto più toe littere et, intexo quanto scrivi, de tuto ristamo advisati. Dicemote che in somma che vogli per ogni modo havere lo resto et suplimento per fin in mille moza de frumento et vedendo tu non podere havere dicto suplimento, vogli venire via con lo conte et rexon di questi 265 frumenti, et de ogni cosa vedi fare siano spazate quele squadre, per le quale te havemo per altre nostre scripto. Ex Mediolano, xii octobris MCCCCL . Iohannes de Ulesis. Ser Andrea, scrivemo ad miser Iohanne da Tolentino, come poray vedere del spazamento de meser Baldassaro da Trevisio; pertanto seray cum luy che gli sia data presta expedicione. Data ut in litteris. A margine: replicata die xv octobris. 645 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL LUOGOTENENTE E IL PODESTÀ DI ALESSANDRIA PROCEDANO ALL’ESAME DEI MALFATTORI ARRESTATI PER FURTI E OMICIDI IN PRESENZA DEL CANCELLIERE DEL CONTE GASPARRE 1450 ottobre 12, Milano. 195v Locuntenenti et potestati Alexandrie. Havemo ricevuta vostra lettera et inteso quanto havete scripto de quanto havete exequìto circa lo examine de quili malfactori, quali haviti facti pigliare de nostra commissione, quali hanno facto rubbarie et homicidii et altri dilitti et cetera. Dicemo che de tuto restamo advisati et commendamo la diligentia vostra; ma bene se grava et dole lo spectabile conte Gasparro de vuy che non haveti voluto che gli sia stato presente alo examine haveti facto de quelli talli malfactori lo canzilliero suo siandogli maxime lo interesso delli compagnii d'esso conte Gasparro. Pertanto vi dicemo per que sta che vogliate procedere allo examino di questi malfactori et ad alchuna punitione iuridica insie me, et non sia uno de voy senza l’altro et vogliati che de continuo gli sia presente lo dicto canzilliero del prefato conte Gasparro, et vogliati havere bona advertentia che, non havendo suffi cienti et evidenti iuditii, non procedatì ad tortura nè ad acto personale, ma procedati maturamente et cum grande diligentia et advertentia che non siano artati et torturati fuora dello dovere Ex Mediolano, die xii octobris 1450. Cìchus. 646 FRANCESCO SFORZA ORDINA AGLI UOMINI E AL COMUNE DI CUTRONO DI RESTITUIRE, IN PARTE, A QUELLI DI VALENZASCA IL BESTIAME LORO TOLTO AVENDO ESSI DATA CAUZIONE DI PAGARE OGNI CONDANNA 1450 0ttobre 12, Milano. Hominibus et comuni Cutrone. Perché quelli de Valenzasca, secundo ne hanno referito, hanno data idonea cautione et securitade de stare a rasone curn vuy et de pagare ogni condemnatione che rasonevelemente fossero condemnati, et sonno offerto fare ad ogni vostra instantia restituire ogni pignoratione facta ad vuy per loro, dagando nuy segurtade idonea de fare lo simile. Pertanto volimo, stando cossì, che debiati integralemente havere restituito ogni quantitade de bastiame, che gli haveti tolto sopra lo territorio loro proprìo, et non de quello dela dìfferentia, et fati non habiamo ad scrivere più sopra de ciò et vogliati dìcta restitutione havere facta fra termine de octo dì. Ex Mediolano xii octobris 1440. Cichus. 266 647 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI DOMODOSSOLA DI INDURRE LE DUE PARTI, GLI UOMINI DI CUTRONE E QUELLI DI VALENZASCA A RECIPROCAMENTE RESTITUIRE LE COSE RUBATE E OBBLIGA IL PODESTÀ A RENDERE GIUSTIZIA CONTRO I MALFATTORI 1450 ottobre 13, Mlano. 196r Domino Antonio de Rangonibus, potestatì Domus Ossule. Maravigliamone grandemente havendo vuy sentito le corerie et insolentie usati per quelli de Cutrono verso quelli de Valenzasca, che non haveti facta alcuna dimonstratione né in fare punitione deli malefactori nè in far fare la restitutione dele robarie et cose tolte, pertanto ve dicerno et commandiamovi che vogliati far fare la restitutione dele cose tolte hinc inde et corregere li malefactori mediante la iustitia, perché, non provedendo et succedendo altri scandoli et inconvenienti, saria imputato alla vostra negligencia et rencresceriane. Sìché vogliati fare rasone ad ciascuno et cossì vogliatì haveri cura et diligencia in la expeditione dela commissione haveti. Ex Mediolano, xiii octobris 1450. Cìchus. 648 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIOVANNI DA TOLENTINO DI FAR PAGARE DAGLI EBREI 150 DUCATI, ASSEGNATI A BALDASSARE DA TREVISO 1450 ottobre 12, Milano. Iohanni de Tolentino. Havemo veduto quanto ne hai scnipto circa lo facto deli centocinquanta ducati che degono pagare li hebrei, dicemo che magistro Isach non è venuto qui, ma ben vi avisamo che lui deli quatrocento ducati devia havere qui, non ha recevuti se non cento. Et perché li decti 150 ducati sonno stati assignati alo strenuo cavalere miser Baldexar de Trivisio, volimo che voi fati pagare li decti 150 ducati fra li hebrei de quella nostra città, perché esso miser Baldexare non pò expectar più ad recevere lì decti denari; et se per caso lo decto magistro Isach deverà pagare luy questi denari, poy gli serà facto pagare cum lì decti ebrei. Mandatì ad executione con boni modi quanto havimo dicto de sopra. Mediolani xii ootobris 1450. Cìchus A margine: replicata die xv octobris, et cetera. 267 649 FRANCESCO SFORZA ORDINA A MARTINO DA TRESSENO DI PORTARSI DAL DUCA QUANDO SARÀ INFORMATO DAL COMMISSARIO DI PIZZIGHETTONE CHE IL FAMIGLIO DI PERRINO FOCO STA PER MUOVERSI 1450 ottobre 12, Milano. Martino de Tresseno. Volemo havere informatione da te et da uno famellio di Perrino Focho, quale debe fare vegnire da nuy Io commissario nostro di Pizighitone. Pertanto quando decto commissario te adviserà che quello fameglio sta per partirse, vegnerai ancora tu da nuy incontenente, non facendone mentione ad alcuno de questa nostra ordìnatione, et lasserai in tuo loco per uno dì quello lassasti l’altro dì o altri che te parirà perché in uno dì seray expedito da nuy. Data Mediolanì, die xii octobris1450. Cichus. 650 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE SI FACCIANO VERSARE 150 DUCATI D’ORO A BALDASSARE DI BALZI SOPRA L’IMBOTTATO DELLE BIADE E DEL VINO DELLA PIEVE DI PARABIAGO 1450 ottobre 13, Milano. 196v Regulatori et magistris intratarum nostrarum. Volimo debiati dare et fare pagare al nobile dilecto nostro Baldesarro di Balzi, sopra l'imbotato de biave et vino dela pieve de Parabiago del presente anno, ducati centocinquanta d’oro ad rasone de soldi sexantaquactro de imperialibus per ciascuno ducato, et gli ne fati tucte quelle scripture seranno opportune, ponendoli per dinari consumati et provedendo in modo che se ne possa presto valere et aductare. Data Mediolani, dìe xiii octobris 1450. Franciscusfortia manu propria subscripsit Cìchus. 651 FRANCESCO SFORZA COMANDA AL CAPITANO DEL SEPRIO DI REPERIRE ALTRI DIECI CARRI PER I LAVORI DEL CASTELLO DEL GALLARATESE E VUOLE CHE IN PIÙ OTTO CARRI SIANO A DISPOSIZIONE PER OGNI BISOGNO 1450 ottobre 14, Milano. Capitaneo Sepri. L’altro dì per altre nostre te scripsemo che dovesti commandare dece carre per lì lavorerii, quali facemo fare qui a questo nostro castello in quello vicariato nostro de Gallarà, dele quale ne sonno venute alcune, dove intendemo essere alcuni lochi che non hanno contribuito alla spexa dele dicte carre; et perché mò di novo havemo bisogno dele altre carre per li dicti lavorerii nostri, et ad cìò che caduno venghi a suportare la debita portione del loro carico, volimo che, alla receputa de questa, commandi nel dicto vicariato nostro ultra le predicte dece carre, octo altre carre quale faci stare in puncto et aparechiate, sìché ad ogni rechiesta nostra li possi subito mandare. Ala spesa dele quali carre, cossì dele dece quanto etiandio de queste ultime octo, 268 intendimo che ogniuno, del dicto vicariato li debia contribuire, ad cìò che la spexa se porti equale, ricordandoti che volimo carri et non dinari. Data Mediolanì, die xiiii octobris 1450. Iohannes. 652 FRANCESCO SFORZA, SODDISFATTO DEL DONO CHE CASALMAGGIORE GLI FA PER IL SUO INGRESSO NELLA CITTÀ DI MILANO, DI CENTO DUCATI CHE EGLI DEVOLVE A GIORGIO DA LODI 1450 ottobre 12, Milano. 197r Consilio, comuni et hominibus terre nostre Casalismaioris. Zorgio da Lode, presente portatore, ne ha referito del presente et dono che quella comunitade ne fa per fare quello fecero le altre nostre terre in la felice intrata nostra de questa inclita cità et apprensione del ducato del che ve rencratiamo, et, trovandosse qui dìcto Zorgio, ne ha facto contento in nome vostro deli ducati cento. Però vogliati satisfare et respondere ad luy deli dicti ducati cento, sichè ne resti contento et satisfacto da vuy in nome nostro et, per più vostra chiareza, havemo sottoscripta la presente de nostra propria mano. Data Mediolani, xii octobris 1450. Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 653 FRANCESCO SFORZA ORDINA AD ALBERTO SANETO CHE NON SI DIA NUOVO ALLOGGIAMENTO NÉ AGLI UOMINI DI PAOLO DA ROMA NÉ A QUELLI DI GIACOMO PICCININO, MA VUOLE RIMANGANO DOVE ATTUALMENTE STANNO 1450 ottobre 14, Milano. Alberto Saneto de Tritio. Dilecte noster, havimo inteso quanto ne hai scripto et quanto ancora ne ha dicto Bartolomeo Trovamale, dicemo che de ogni cosa remanimo et ne piace quanto hai seguito, unde volimo ti sforzi per ogni via et modo ti sia possibile che, per alcuni boni respecti, ad quelli de Paulo da Roma et de Iacomo de Picinino non sia dato altro novo allogiamento né siano mossi da li luochi dove loro stanno de presenti, ma in questo facto volimo che te porti tanto honestamente quanto ti sia possibile et non dimonstrare cum niuno che de questo facto habbi havuta cosa alcuna da nui. Data Mediolani, die xiiii octobris 1450. Iohannes. 269 654 FRANCESCO SFORZA DICE A PIETRO DA LONATE CHE IL COGNATO INNOCENZO COTTA PUÒ, SE INTENDE VIVERE BENE E FARE IL SUO DOVERE VERSO QUELLI A CUI È TENUTO, RITORNARE A CASA PERCHÉ AVRÀ DAL DUCA IL SALVACONDOTTO 1450 ottobre 14, Milano. 197v Petro de Lonate in Villarasca. Havemo inteso quello scriveti mandascevo a dire ad Innocento Cotta, vostro cognato et quanto esso Innocento responde. Dicemo che quello dice Innocento non ne pare honesto ch’el voglia capitulare per tornare ad casa sua, dala quale indebite s’è partito, perché molte cose dice in la littera non sonno vere che non havesse audientia dali offitiali nostri et parci sia partito per altra voluntà haveva et non per paura avesse, perché sa che da nuy fu ben veduto et cossì seria stato bene tractato; ma ch’el se ne sia fugito et possa voglia venire et stare cum lo salvoconducto et ch’el non sia facto ragione ad quelli degono havere da luy, non ne pare honesto, ma, volendo luy venire et stare ad casa sua et adtendere ad bene vivere et fare lo dovere ad quilli è tenuto, siamo contenti torni et cossì da nuy serà sempre bennedicto e ben tractato, et cossì li faremo salvoconducto. Altramente non ne pare honesto ch’el vegnia, perché seria dare exempio che ogniuno dovesse dare se ne potesse fugire et poy avessi salvoconducto de retornare et starsi securo ad casa sua, et chi dovessi havere havessi patientia: questo cum nostro honore non poteressemo fare nel faressemo. Data Mediolani, xiiii octobris 1450. Cichus. 655 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL VESCOVO DI TORTONA QUALI SONO I PROVVEDIMENTI CUI OCCORRE RICORRERE PER I SOLDATI E I CAVALLI ALLOGGIATI PRESSO GLI ECCLESIASTICI 1450 ottobre 14, Milano. Reverendo episcopo Terdone. Intelligentes quod homines ecclesie vestre suppositi declararì petunt de ordine nostro circha provisionem gentibus armigeris apud eos stantiatis fatiendam, avisamus paternitatem vestram quod ex dicto ordine debet gentibus ipsis de alogiamento et de straminibus pro equis vivis providere et ulterius de stariis duobus frumenti ad mensuram mediolanensem pro singola bucha viva et singulo mense; cuius tamen frumenti pretium nos solvere intendimus et in rationibus dictarum gentium computare. Erit etiam nobis gratum et acceptum si supra pigneribus ipsarum gentium fiet 199r eis de vino pro victu suo provisio, donec pro eius pretio debite satisfecerint, sicut intendimus, quare potestis dictos homines vestros avisare de ipso ordine ut, intelligentes mentem nostram, melius fiant quid acturi sint et ultra se gravari non patiantur. Data Mediolani, die xiiii octobris 1450. Cichus. Franciscus Sfortia, et cetera. 270 656 FRANCESCO SFORZA ASSICURA LE AUTORITÀ DI PAVIA CHE LA TRATTENUTA DI 200 LIRE CHE GRACINO VORREBBE FARE, NON È CONSENTITA, PERCHÉ DETTA SOMMA È MENSILMENTE DESTINATA AI LAVORI. A GRACINO POI, IL DUCA SCRIVE DI NON POTERGLI DARE I RICHIESTI 100 DUCATI PERCHÉ SONO ASSEGNATI AI SOLDATI s.d. Locuntenenti potestatis et duodecim adiunctis provisionum civitatis Papie. Havemo veduto quello per vostre ne scriveti, condolendove dela retentione pare voglia essere facta per Gracino dele ducento libre, quali nuy lassamo mensuatim ad quella nostra comunità per li lavorerii, quale retentione pare faza in executione de lettere a luy scripte per li magistri dele intrate nostre et cetera. Ve dicemo che, benché nuy habiamo scripto et ordinato che ad caduno sallariato sia retenuto la paga de questo mese, che per compiacere a quella nostra comunità et ad ciò meglio se possa provedere alla saluta de quella nostra cità, quale desideramo più che niuna altra cosa, siamo contenti non ve sia facta altra retentione per lo presente; così se scrive per le alligate opportune ad esso Gracino. Deli cento ducati che ne domandati impresto, nuy volentieri ve compiaceriamo, possendolo fare, ma perché li denari dele additioni sonno assignati tucti ad soldati, non ve ne possiamo compiacere de presente; de che ne dole grandemente per lo caso è in quella nostra città, del quele havimo tanto afanno quanto dire se possa. Cichus. 657 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL PODESTÀ DI NOVARA CONVOCHI I PIÙ ABBIENTI CITTADINI PER CONVINCERLI A VERSARE ALLA CAMERA DUCALE 12000 LIRE, CHE LORO RICUPERERANNO CON L’ADDIZIONE DEI DAZI E DELLA GABELLA DEL SALE 1450 ottobre 15, Milano. Potestati Novarie. Havemo facto assignare alli spectabili conducteri nostri Francesco Imerico et Bernabò fratelli de Sanctoseverino de xii milia libre dovete alla camera nostra per cagione dela compositione de quella comunità, le quale devosi rescose per addicione deli dacii et dela gabella del sale de quela cità; et perché essi fratelli de questi dinari al presente non se possano aiutare, como richedeno li suoi bisogni, et nuy haverimo molto cara la sua expedicione et presta consequicione deli dicti dinari aciò se possino de presente metre in puncto et satisfare ale sue necessità, et nuy etiandio deli sui servicii più comodamente neli nostri bisogni se possiamo aiutare, te comettiamo et volemo et carrichiamo che, haucte queste, vogli havere denanti da te quelli megliori citadini te parirà et indureli cum quello meglior modo serà possibile che ne vogliano subvenire et exbursare ala prefata camera li predicti dinari, cum questo che a quelli che subvenirano gli faci assignare, come per le presente nuy assignamo, quelli dinari deli quali subvenirano sopra la predicta addicione, taliter che sianno cauti et seguri de conseguire la sua restitucione. Circa la qual cosa vogli usare ogni dilligencia per modo cognoscano per effecto la tua opera in questo havere facto bono proficuo; dela qual cosa, ultra el commodo dela prefata camera, ne prenderemo ancora grande piacere, rendendosi certi che, se tu voray adoperarti et far bona diligencia, sarà satisfacto a questa nostra voluntà, perché non dubitamo haveresti bona in molte maior cosa. Et como faray sopra questo vogliamo avissare. Mediolani, xv octobris 1450. Cichus. 271 658 FRANCESCO SFORZA ORDINA A DANESIO CRIVELLI CHE CONSENTA A GIOVANNANTONIO DA VIMERCATE DI TAGLIARE LEGNA NEI BOSCHI DI CUSAGO DI PROPRIETÀ DI AZZO TEDESCO PER IL RIFACIMENTO DELLA CASA BRUCIATA 1450 ottobre 14, Milano. 199v Danexio de Crivellis generali intratarum nostrarum magistro. Considerato che Iohanneantonio da Vimercato ha recevuto novamente grande iactura per lo brusare dela casa sua, ala rehedificatione dela quale ultra la spexa dele altre cose gli è necessario havere lignamo, contentamose et vogliamo per recunzare essa casa che gli concede liberamente opportuna licentia de potere fare tagliare in li boschi da Cusago, che sonno de Azo Toschano, ligni trenta boni da opera et da edificare, et quelli lassare condure qui ad Mediolano et consignare alla casa sua per la dicta rehedificatione de essa casa; et questo, senza exceptione veruna, non ostante ordine nì decreto alcuno facto contra questa materia, alo quale, per questa volta tantum et per compiazere ad esso Zohanneantonio, derogamo. Mediolani, xiiii octobris 1450. Iohannes. 659 FRANCESCO SFORZA COMUNICA A BETUCIO DEI CORTISI CHE L’AMICO EBREO ISACCO SI FA LATITANTE. LO AVVERTA CHE SE RITORNASSE VERRÀ ESPULSO DALLO STATO 1450 ottobre 15, Milano. Betucio de Cortisiis de Cotignola castellano castri Cremone. Come per altre nostre lettere te havemo scripto, sentemo che magistro Isacho ebreo è absento da quella nostra cità, overo sta in ascosto et non compare, che non è bono exemplo et ne dispiaze et rencresce et ce deliberamo dargli ad intendere; et perché sapemo luy essere tuo amico, te advisamo che non volimo che may più possa retornare nele terre nostre et, s’el ce serà, volimo ne sia scunciato. Mediolani, xv octobris 1450. Iohannes. 670 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REFERENDARIO DI LODI DI FORNIRE A GIOVANNI DA MILANO LE FERRAMENTA DI CUI HA BISOGNO PER I LAVORI IN CORSO A LODI 1450 ottobre 15, Milano. Referendario Laude. Iohanne da Mediolano, quale fa fare lì alcuni nostri lavorerii, ne scrive bisognargli alcuni ferramenti, senza li quali non pò fornire dicti nostri lavorerii. Il perché volimo gli faci provedere de tucti quelli ferramenti te rechiederà esso Iohanne per essi nostri lavorerii, ad ciò non manchi de fornirli, come gli havemo commandato. Data Mediolani, die xv octobris 1450. Iohannes. 272 671 FRANCESCO SFORZA CHIEDE AD ANTONIO CAMPOFREGOSO DI COSTRINGERE UN CAVALLARO DI LUCA SCHIAVO, RIPARATO A NOVI, A RESTITUIRE LA ROBA RUBATA A DETTO SCHIAVO 1450 ottobre 15, Milano. 200r Domino Antonio de Campofregoso. Ne ha significato Lucha Schiavo nostro conestabile che uno suo cavallero è capitato lì in quella terra de Novi, quale fugito da luy gli ha portato via certi suoi dinari; et dice che, avendo luy mandato da vuy duy suoy famigli per rehavere dicto cavallerio et robba sua, li haveti menazati et sbarufati, la quale cosa non la credemo però. Pertanto, perché tucte le rasone sonno contra li fugitivi, vi confortiamo et pregamo vogliati strengere dicto cavallerio ad restituire la dicta robba integre, secondo che per suoi messi dicto Lucha ve rechiederà; in la qual cosa, oltra che fareti lo dovere, fareti ad nuy cosa grata. Data Mediolani, die xv octobris MCCCCL. Iohannes. 672 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL FIGLIO TRISTANO DI RESTITUIRE I DUE CAVALLI E LE ALTRE COSE RUBATE A DUE SUDDITI VENEZIANI 1450 ottobre 16, Milano. Domini Tristano Sfortia Vicecomiti. Tristano, sonno stati qui da noy Marcho de Frecholi et Scarnitio, quali sono venuti dal canto nostro dicendone como tu gli hai tolto doi cavalli, che loro menavano, et certe altre loro cose et cetera; della quale cosa ne maravegliamo grandemente de ti che, venendo quili del canto dela signoria de Venezia dal canto nostro, ali quali ne deveristo fare honore et carezze, tu gli robbie et fatigli tali portamenti. Et pertanto vogli subito, recevuta questa, senza altra exeptione et replicatione, restituire alli sopradicti Marcho et Scarnitio li soi cavalli et ogni altra cosa del loro, che non gli manchi uno punctale de strincha, admonendoti che non te vogli usare ad fare simile cose perché, se lo saperemo, te daremo ad intendere havaray fato malle et ch’el ne recrescarà grandemente. Data Mediolani, die xvi octobris MCCCCL. Cichus. 673 FRANCESCO SFORZA ORDINA A MERLINO DI FAR RESTITUIRE CAVALLI E QUANT’ALTRO È STATO TOLTO A MARCO FREGOLI E A SCARNIZIO 1450 ottobre 16, Milano. 200v Merlino armigero. Strenue dilecte noster, sonno venuti ad noy Marcho de Fregoli et Scarnitio, quali se lamentano che li soy famigli et doi altri deli soy homini d’arme, venendo loro dal canto nostro, gli anno tolto quatro cavalli, una panzera et certe altre cose et cetera; della quale cosa ne maravigliamo assay. Et pertanto volemo et commandiamoti che subito, recevuta questa, tu fazi alli dicti Marcho et 273 Scarnitio rendere li dicti cavalli panzera et ogne altra cosa del loro, che non gli manchi uno tristo punctale de strenga. Et questa fa senza replicatione et exceptione. Data Mediolani, die xvi octobris 1450. Cichus. 674 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE DAGLI UOMINI DI CASTELLAZZO SI PROVVEDA A LUCA SCHIAVO DI QUANTO NECESSARIO PER VIVERE 1450 ottobre 15, Milano. Locuntenenti Alexandrie. Si lamenta Lucha Schiavo nostro connestabile che non gli fi a né del vivere suo ne dele ligne da quelli nostri homini dal Castellazzo; il perché, intendendo nuy ch’el sia tractato nel modo che sonno tractati li altri nostri soldati allogiati in Alexandrina, vogliamo provediati che per li dicti homini dal Castellacio gli sia provisto quanto al vivere suo, secondo li ordini nostri et come è provisto alli altri soldati nostri, sichè anchora luy non habia casone de lamentarse et essere pegio tractato che li altri. Data Mediolan, die xv octobris 1450. Iohannes. a Sottinteso provisto. 675 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE A MASEOLINO DA VENEZIA VENGA DATO QUANTO GLI SPETTA AVENDO TERMINATO IL SUO UFFICIO DI REFERENDARIO DI NOVARA 1450 ottobre 16, Milano. Regulatori et magistris intratarum nostrarum. Maseoliono da Venetia nostro referendario de Novara, finirà lo suo offitio in fine del presente mese et intende de tornare ad casa sua; pertanto volimo ordinati ch’el sia pagato del salario suo de quello che resta ad havere, come sonno stati pagati li altri referendarii passati, et che non sia tenuto in tempo niente. Data Mediolani, die xvi octobris MCCCCL. Cichus. 676 FRANCESCO SFORZA ORDINA A PASQUALE DE PASQUALINIS E AD ANTONIO DE TUDERTO CHE SI FACCIA UNA GIUSTA RIPARTIZIONE DEI FRUTTI DELL’ABBAZIA 1450 ottobre 16, Milano. 201r Domino Pasquali de Pasqualinis et Antonio de Tuderto. Ne è facto querella per li factori del reverendissimo monsignore de Vesconti, arcivescovo di questa nostra inclita cità, che dela ratta deli fructi de quella abbatia, quale era partita fra luy et vuy, secondo che eratino remasti d’acordio, gli haveti levata una certa parte d’essi fructi che spectavano a luy; la qualcosa essendo cussì, non ne pare sia licita né honesta, anci fuora d’ogni rasone.Pertanto vi confortiamo et carichamo vogliati liberamente restituirgli ogni cosa a luy tolta dela dicta sua ratta, dappuoy facta la compositione fra vuy predicta, et lassargli cavare de lì et condure dove gli piacerà ogni suo fructo, cossì biave, vino et feno, como de altre cose, senza exceptione alcuna, facendo sopra ciò in modo che non habiamo più querella. Data Mediolani. die xvi octobris 1450. Cichus. 274 677 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE GLI ANZIANI E I PRESIDENTI DELLA CITTTÀ DI PARMA LASCINO IL CASEO DELLE BESTIE E IL DAZIO DELLE BESTIE DEL CONTADO 1450 ottobre 17, Milano. Potestati et locuntenenti commissarii Parme. Nuy scrivemo per lo presente exhibitore alli anciani et presidenti de quella nostra cità che vogliano compiacere de lassare el caseo dele bestie de essa cità et per lo simile lo datio dele bestie del contado, li quali altre volte li concedessemo per nostri capituli, per satisfare a certa devotione de nostra donna; il perché vogliamo che ve retrovate cum li dicti antiani et presidenti et vediati, cum quelli più honesti modi ve siano possibile de fare che essi anciani et presidenti ne compiaciano de dicti datio et casio. Et perché nostra intentione è de provedergli de tanta intrade quanto hanno de dicti datii, come meglio ve informarà Aluysio Garimberto nostro compagno, volimo fatiati essi antiani et presidenti securi de quello restareti de acordio cum loro et per quella via vi dirà el dicto Aluysio, al quale siamo contenti dagati piena fede et gli credati in questo facto quanto ad nuy proprii. Data Mediolani, die xvii octobris 1450. Cichus. 678 FRANCESCO SFORZA SCRIVE A FOSCHINO DE ATTENDOLIS DI CONSENTIRE A CATERINA DALLA CORTE DI RITORNARE A LODI QUALORA, BENE INFORMATO, GLI RISULTI IMMUNE DA OGNI PERICOLO DI CONTAGIO 1450 ottobre 17, Milano. 201v Foschino de Attendolis. Ce ha facto supplicare Caterina dalla Corte, moglie de maestro Antonio da Mediolano, che, essendo stata già più de tri mesi passati absente da Lode per suspecto de morbo, et essendo essa stata in luoco sano essendo sana, et non pratichata in luoco suspecto, vogliamo essere contenti ch’ella ritorni a Lode; il perché gli compiaceressemo volentiera se se potesse senza periculo o suspecto alcuno. Volemo adoncha che tu te ne informi diligentemente et potendo essere la sua ritornata senza periculo o suspecto alcuno, siamo contenti che li concedi che la possa ritornare, ma in ciò habbie così facta diligentia che periculo non incorra. Mediolani, xvii octobris 1450. Cichus. 679 FRANCESCO SFORZA ORDINA AD ALBERTO SANETO DA TREZZO CHE DIA BIADA, CIOÈ FRUMENTO PER I SOLDATI DI PAOLO DA ROMA E DEGLI ALTRI E NON PER I CAVALLI 1450 ottobre 18, Milano. Alberto Saneto de Tritio. Quando te partisti da nuy te ordinassemo che dovessi far dare la biava per le boche vive ad quelli soldati sonno dal canto de là et non te ordinassemo né dicessemo niente che facessi dare la biava per li cavalli loro; mò è venuto da nuy el cancellerio de Paulo da Roma, quale ne dice che tu gli voli fare dare la biava per li cavalli vivi et non per le boche vive, che, essendo questo 275 vero, seria tucto lo contrario de quello te havemo ordinato. Et pertanto te dicemo et replicamo che tu debie far dare la biava, zoè frumento, per le boche vive et non per li cavalli, tanto ad quelli del dicto Paulo quanto alli altri del canto de là. Data Mediolani, die xviii octobris 1450. Cichus. 680 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL LUOGOTENENTE DI CREMONA DI NON FARE SISTEMARE I CAVALLI DI BALDASSARRE DA TEVISO A CASTEL NUOVO BOCCA D’ADDA 1450 ottobre 18, Milano. Locuntenenti Cremone. Li homini nostri de Castellonovo de Bocha d’Ada hano mandato qui da nuy et se gravano deli cavalli de miser Baldessaro da Trevise, quali pare vogliati mandare ad allogiare là, come vedereti per la inclusa supplicatione; pertanto volimo, et cossì per la presente ve dechiaramo, che la intentione nostra è non li gravati al presente de logiare dicti cavalli in quello loco, ma li allogiati altrove, dove pare ad vuy, secondo ve havemo mò per altre scriptoure Mediolani, xviii octobris 1450. Cichu 681 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIOVANNI DA TOLENTINO DI CHIAMARE PRESSO DI SÉ IL CREDITORE DI CRISTOFORO DA CREMONA, CONNESTABILE DUCALE, DEBITORE DI OLTRE 100 DUCATI D’ORO PER INDURLO AD UNA MORATORIA 1450 ottobre 18, Milano. 202r Iohanni de Tolentino. El strenuo Christoforo da Cremona nostro conestabile ce significa essere obligato ad uno nostro cittadino cremonese de cento ducati d’oro o più per li quali ha promesso et è stato securtade magistro Mondino Zupellaro, etiam nostro cittadino; et essendo già passato el termine del pagamento, fi molestata la securtade, del che molto se dole esso Christoforo, et confessando el debito et allegando la inhabilità, perché da luy non pò et noy fina mò havimo male avuto el modo de sostenerlo de dinari, volimo che avuto denanti a voy el suo creditore, del quale sariti informato, lo confortate et inducate con bono modo per nostra complacentia ad havere patientia almancho per cinque o sey mesi, fra el qual termine esso Christoforo, o del suo o mediante lo aiuto li farimo, potrà satisfare al debito come è sua intentione, et a tale creditore date intendere che questo non se richiede per preiudicare ale sue rasone, ma per la impotentia de Christoforo, el quale omnino gli satisfarà al termine havimo dicto. Mediolani, xviii octobris 1450. Iohannes. 276 682 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIOVANNI DA TOLENTINO CHE, IN ASSENZA DI MAESTRO ISACH, INDUCA GLI EBREI A VERSARE I 130 DUCATI ASSEGNATI A BALDASSARRE DA TREVISO, ASSICURANDOLI CHE SI PROCEDERÀ CONTRO ISACH SIA PERSONALMENTE CHE REALMENTE. 1450 ottobre 18, Milano. Domino Iohanni de Tolentino. Rispondendo alle vostre littere circa el facto de maystro Isach, el quale debbe essere absentato de lì, dicemo che qua non è venuto, ma como in altre nostre vi havimo scripto, a noy pare che con bono modo inducate gli altri ebrei, che si trovano lì, a buctare fora quelli 130 ducati assegnati a miser Baldesarre et poy, atrovandose che maystro Isach debia pagare, se procederà contra luy cossì realmente come personalmente in modo che luy pagarà, et cossì ce pare se debbia fare. Ceterum ordinate a ser Andrea, nostro cancellero, che non se parta de lì mentre non siano spazate quelle squadre de gente d’arme, quale gli havimo mandate, perché non volimo che la ragione del grano vada in tante mane, che poi non se potesse intendere. Mediolani. xviii octobris 1450. Cichus. 683 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE LAZZARO DE ARCELLIS DI BORGONUOVO GLI MANDI UNA LISTA DI TUTTO IL FRUMENTO E OGNI ALTRA COSA CHE VITALIANO DE VITALIANI HA AVUTO PER UOMINI E CAVALLI E QUANTI SOLDI GLI SONO STATI DATI 1450 ottobre19, Milano. Comiti Lazaro de Arcellis de Borgo Novo Volimo che subito ne mandiate una lista de tucto lo fromento et ogni altra cosa ha havuta lì da quelli homini Vitaliano de Vitaliani, nostro homo d’arme, da poy che luy gli è allogiato, et per quanti cavalli et boche vive, et se luy ha recevuto dinari alcuni; et cossì anchora ne advisati de tucto quello hanno avuto li altri, che sonno allogiati lì cum luy, sichè de tucto ne vogliati advisare chiaramente. Data Mediolani, die xviiii octobris MCCCCL. Persanetes. 684 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIOVANNI DA TOLENTINO DI BEN SISTEMARE NEL CREMONESE AL DI LÀ DELL’ADDA BALDASSARRE DA TREVISO IN MODO CHE POSSA RIFERIRE A BORSO D’ESTE DI ESSERE STATO VISTO E TRATTATO BEN VOLONTIERI DAL DUCA 1450 ottobre 18, Milano. 202v Domino Iohanni de Tolentino. Altre volte per più nostre littere ve havemo scrito quanto desideremo che misser Baldesar de Trevisio sia ben veduto acarezato et ricolto dali nostri, in modo ch’el cognosca noy averlo caro, per reverentia dela felice memoria del marchexe passato, et mò non mancho lo desideremo per rispecto del illustre signor miser Borso el quale reputamo in loco de caro fratelo, considerato che esso miser Baldesar è sua creatura et che ala sua signoria farà sapere tuto quelo tractamento 277 haverà dal canto nostro; per questo rispecto deliberamo fargli ogni bono tractamento a noy possibile. Et prima circha el fato deli 150 ducati deli ebrei a luy assegnati, volimo che scrivate el modo, qual per altre nostre ve havemo scripto, in fare che gli ebrei gli butano fora et poy si faciano pagare ad magistro Isach. E circha el fato deli logiamenti suoi, sentendo nuy che aviti posti xviii cavali de li suoi a Castelnovo de Boca D’Ada, se ne maraeliamo, perché già più mesi passati per più nostre littere ve havemo giarito che non ve impazate de Castelnovo de qua d’Ada, perché, avendo noy tanti cavali in Lodesana quanti havemo et che non gli pono capere beni, gli averissimo saputo metere deli cavali senza che gli avesino posto de quili che volimo alogiano de là d’Ada in Cremonese. Dovete anchora sapere che quanto aspeta in fare ragione havimo dicto se lasi al podestate dela terra, et quanto aspecta a l’intrate al referendario di Cremona, et quanto aspeta al stato nostro voy haviti a piliare caricho. Volimo adoncha, per concludere el fato de miser Baldesar, che gli diate logiamento bono in Cremonese de là d’Ada in modo ch’el se possa contentare, perché se bene intenderiti le nostre littere, nuy cerchamo ch’el sia tractato in modo ch’el referischa al illustre signor miser che vedemo volentera li suoy. Ceterum, intese le vostre novissime littere circha el fato deli ebrei che mandano qua ad alegare la sua inhibilità, dicemo che vengano 203r a suo piacere, che da nuy non haverano altra risposta, sichè exequiti quanto ne havimo scrito, non aspectando altra nostra reposta, et non debbe gravare a lor pagare questi pochi dinare, siando lor certi de rehaverli da magistro Isach, che pur se trovarà tanta sua roba che potrà pagare. Data Mediolani, die xviii octobris MCCCCL. Cichus. 685 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL REFERENDARIO E IL TESORIERE DI LODI DIANO 40 DUCATI PER IL COMPIMENTO DELLA BASTIDA 1450 ottobre 13, Milano. Referendario et thesaurario Laude. Ad ciò che Iohanne da Milano, nostro provisionato, cum più cellerità possa perseverare alla expeditione dela bastita nostra, volimo che subito gli numerati ducati quaranta, cioè ducati 40; et questo fareti senza dimora, ad ciò che per lo manchamento di essi dinari non manchano li lavorerii, quali si fanno alla dicta bastita. Data Mediolani, die xiii octobris 1450. Iohannes. 686 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE CHE VENGANO RISPETTATE TUTTE LE ESENZIONI DI CUI GODONO FRANCESCO DA CASTELLEONE E IL FRATELLO 1450 ottobre 18, Milano. Regulatori et magistris intratarum. Havemo informatione che li nobili Francesco da Castellione et suo fratello hanno de molti privilegi de exemptione et concessione, cossì dal serenissimo imperatore Sigismundo, come etiam dal illustrissimo signore quondam nostro padre passato duca, le quale exemptione et confirmatione non intendimo infringere, ma piutosto che li siano observate. Volimo aduncha et vi commectiamo che, anchora havuta voy notitia et informatione de dicte exemptione et reformatione, che gli siano observate in la forma che fidevano observate al tempo dela felice memoria del duca passato, servando el tema et forma a voy data da essere servata in similibus. Mediolani, xviii octobris 1450. Cichus. 278 687 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE SI CONVOCHINO DA LUI DUE UOMINI DI GRAVEDONA, SORICO, DONGO E DOMASO 1450 ottobre 19, Milano. Capitaneo lacus Cumarum. Volimo che subito, avuta questa, comandiati ali homini dela pieve de Gravadona, de Sorico, Donco et Domaso che mandino qui da nuy duy de loro homini per caduno de essi luochi, perché havemo ad conferire cum loro de alcune cose che ne accadeno. Data Mediolani, die xviiii octobris 1450. Iohannes. 688 FRANCESCO SFORZA CHIEDE A LUCHINA DAL VERME L’ELENCO,ALLO STATO ATTUALE, DELLE CONDOTTE, DEI CONDOTTIERI E DEGLI UOINI D’ARME DELLA SUA COMPAGNIA 1450 ottobre 19, Milano. 203v Domine.Luchine de Verme. Confortiamo et pregamo la signoria vostra gli piaza, visis presentibus, mandare la lista dele conducte delli conducteri et homini d’arme dela compagnia dela signoria vostra, et maxime como et in che termine se trovano al presente; la quale vi piaza mandare in mane de Cecho nostro secretario. Mediolani, xviiii octobris 1450. Cichus. 689 FRANCESCO SFORZA ESPRIME AL CARDINALE BENEVENTANO LA SUA ADESIONE CHE GIOVANNI PIETRO DA SESTO CONTINUI A PRESTARE LA SUA OPERA NEI SERVIZI PAPALI 1450 ottobre 18, Milano. Reverendissimo cardinali Beneventano. Havemo veduto quanto la signoria vostra ne scrive circa el facto de Zohanpietro da Sexto; dicemo che, per satisfare alla mente dela Santità de nostro signore, et anchora per fare cosa grata ala signoria vostra, siamo contenti che luy stia de là et che se eserciti in li servitii dela prefata Santità et maxime in quello officio ch’el ha deputato de presenti, come la signoria vostra ne scrive. Et cossì ordinarimo qui cum li nostri officiali che non serà dato impazo né molestia alcuna alle cose sue. Mediolani, die xviii octobris 1450. Cichus. 279 690 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIOVANNI DA TOLENTINO DI DARGLI UNA PRECISA INFORMAZIONE DELLA QUANTITÀ DI FRUMENTO CHE ANDREA DA FOLIGNO HA RICEVUTO DA QUALSIASI PERSONA IN NOME DEL DUCA 1450 ottobre 18, Milano. Iohanni da Tolentino. Como per altre nostre ve avemo scripto, il simile per questa ve replicamo che subito, recevuta la presente, ne debiate avixare particularmente de tucta quella quantitade de frumento che ha recuto ser Andrea da Foligno nostro canzelero in nostro nome da qualuncha persona et per qualunche modo voglia se sia; et de quello retrovaray, avisarcene prestissimo, perché volemo essere chiaro del tucto. Data Mediolani, die xviii octobris 1450. Iohannes. 691 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI MILANO DI LIBERARE UN FAMIGLIO DELLO SQUADRERO GIACOMO FERRARO 1450 ottobre 20, Milano Potestati Mediolani. Siamo contenti et volimo che, veduta la presente, subito fatiati liberamente relaxare uno fameglio de meser Iacomo Ferraro, nostro squadrero, quale fo preso la nocte proxima passata. Ex curia nostra Mediolani, die xx octobris MCCCCL. Cichus. 692 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AGLI UOMINI DELLA PIEVE DI INCINO CHE CARLO GONZAGA HA CHIESTO LICENZA AL DUCA DI SISTEMARE I SUOI UOMINI PRESSO LA GENTE DEL LUOGO SE DETTA GENTE INSISTE A NON DARGLI I SOLDI CHE SONO TENUTI A VERSARGLI 1450 ottobre 19, Milano. 204r Hominibus plebis Incini. Lo illustro signor messer Karolo da Gonzaga, nostro capitanio generale, ne dice como vuy non gli voleti dare quelli denari che seti obligati a dargli, et che lo menati ala longa; per la qualcosa ne ha domandato licentia ch’el vole mandare li soy fanti ad stare lì suso da vuy per darve spesa. Noy gli habiamo risposto che, se in termino de duy dì voy non gli dagati dicti denari, che siamo contenti gli possa mandare, maxime considerato ch’el prefato signor messer Carolo dice che ha con vuy tale acordio et obligacione, zoè che, non servandogli voy de dare dicti denari, luy possa mandare li suoy fanti a stare nele case vostre; sichè ve ne voliamo per questa havere advisati, ad ciò che in questo termino possiate recattare dicti denari tucti et fare ch’el dicto signor messer Carolo sia satisfacto et contento da voy, ad ciò non habia cagione de mandarve dicti fanti et spese ale spale vostre. Data Mediolani, die 19 octobris 1450 Cichus. 280 693 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE ROBERTO SANSEVERINO GLI FACCIA MANDARE IL CAVALLO PORTATO DA UN CERTO SCHIAVO IN CASA DI UN FAMIGLIO DI ROBERTO 1450 ottobre 19, Milano. Domino Roberto de Sancto Severino Siamo informati che uno tuo fameglio receptò in casa sua uno Schiavo, quale era venuto dal canto de Veneciani, et che menò uno cavalo, et ch’el dicto tuo fameglio, da poy che habbe in casa il cavalo dede licentia al dicto Schiavo et retenne lo cavalo per luy; et perché n’ è dicto ch’el dicto cavalo il deve havere Balzarino o il dicto tuo fameglio, volemo, receuta questa, tu debbe trovare che ha il dicto cavalo et mandarnelo qua ad nuy per uno deli toy fameglii, et sia che chi se voglia che l’habia altri deli toy o famegli o homo d’arme. Data Mediolani, xviiii octobris 1450. Cichus. 694 FRANCESCO SFORZA ORDINA AGLI UFFICIALI E AGLI UOMINI DI BORDOLANO DI DARE OSPITALITÀ A SCHIAVETTO, SUO UOMO D’ARME CON TUTTI I CAVALLI E LA ROBA SUA 1450 ottobre 19, Milano. Officialibus et hominibus Bordolanni. E’ stato qui da noi el Schiavetto, nostro homo d’arme, quale ne dice che dubita star lì dove il sta, per suspecto ch’el non sia robato una nocte et cetera. Pertanto volemo che debiate receptare dicto Schiavetto con tutti li cavali e robba soa dento da quella nostra terra, et provedergli de stantia comoda per luy et per li dicti suoy cavali. Et cussì volemo anchora debiate provedere al vivere suo per lo advenire et tractarlo come haveti facto fina al presente. Et questo facti senza altra replicacione et exceptione. Data Mediolani, die 19 octobris 1450. Cichus. 695 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL COMMISSARIO E AL PODESTÀ DI PARMA CHE LIBERINO IL FAMIGLIO DEI GENTILUOMINI DA CORREGGIO DOPO CHE EGLI ABBIA RESTITUITO I CAVALLI RUBATI A CRISTOFORO DA VALERA. COMUNICA D’AVER SCRITTO A GIOVANNI ZABOLO DI DARE PANE E VINO PER UN MESE AI FANTI CHE LÌ SI TROVANO 1450 ottobre 20, Milano. 204v Comissario et potestati Parme. Intendemo como vui haveti in presone uno fameglio de quelli magnifici zentilhomini da Corregio, qual ha furato al conte Christoforo da Valera dui cavalli, dela qual cosa lui meritamente meritaria la forca; unde, non volendo nui guardare al suo errore, ma piutosto guardare a fare cosa grata ali dicti zentilhomini, siamo contenti et così volimo che, rendendo lo dicto fameglio li dicti dui cavalli al prefato conte Christoforo da Vallera, vui non procedati più ultra contra lui, ma volimo, como lui haverà renduti li dicti cavalli, como havimo dicto, lo debiati liberare. Ultra ciò scrivemo ad Zohanne Zabolo che debia provedere a quilli fanti sonno lì per le boche vive tanto de pane, vino 281 per uno mese; sichè solicitatello in modo che subito sia mandato ad execucione questa nostra intencione. Mediolani, die xx octobris 1450. Cichus. 696 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI MELZO DI SEGNALARGLI I DISOBBEDIENTI CHE NON VOGLIONO FORNIRE CARRI, DEI QUALI EGLI RIBADISCE LA NECESSITÀ DI AVERLI COME OGNI ALTRA COSA RICHIESTA DA ZAMPONE E PIERO DA CORTONA 1450 ottobre 20, Milano. Potestati Meltii. Havemo recevuta la tua lettera et inteso quanto ne scrivi de quelli che non te volano obedire, dicando che in la tua commissione non se specifica carri et cetera; ad che te respondemo che tu te vogli fare obedire et quelli, che non te voranno essere obedienti, ne advisaray nuy, perché gli daremo tal punitione che gli parerà havere errato. Et la tua commissione intendemo sia de carri guastatori et ogni altra cosa; et vogli in ogni modo dare tucto quello adiuto et favore, tanto de carri quanto de ogni altra cosa, secondo et come te sarà rechiesto per Zampone et Piero da Cortona. Data Mediolani, die xx octobris MCCCCL. Cichus. 697 FRANCESCO SFORZA SCRIVE A PASQUALE MARIPIETRO, PROCURATORE DI SAN MARCO, CHE FACCIA RESTITUIRE DAI FAMIGLI DEL CONTE GIACOMO PICCININO IL CAVALLO RUBATO AD ASOLA AD UN FAMIGLIO DELL’UOMO D’ARME DUCALE SIMONE RIGONE., NON AVENDO IL FAMIGLIO DEL RIGONE ALCUNA SODDISFAZIONE DAL PICCININO, CHE, ANZI, HA RISPOSTO ESSERE CONSUETUTDINE TRA BRACESCHI E SFOZESCHI RUBARSI RECIPROCAMENTE 1450 ottobre 20, Milano. Domino Pasquali Maripetro, procuratori sancti Marci ac provisori, et cetera Havendo mandato Symone Rigone , nostro homo d’arme, uno suo fameglio ad Asola per alcune sue facende et, essendo allogiato al hosteria, certi famigli del conte Iacomo andarono lì et tolse al dicto famiglio uno suo cavallo, dicendo dicti famigli ch’el selaro del prefato conte Iacomo ne havea perso uno, et che loro volevano tore questa per contracambio del suo; il perché il dicto Symone andò ad parlare al conte 205r Iacomo et domandogli ch’el gli piacessi fare restituire dicto suo cavallo, il quale conte Iacomo gli respose che non gli voleva fare restituire et che l’ era usanza de Braceschi et Sforceschi robbare l’uno l’altro, et, comandogli che se partessi subito de lì et ch’el venessi per li facti suoi. Unde, avendo nuy inteso questo, ne vogliamo havervene advisati ad ciò che ve piaza volere provedere ch’el dicto conte Iacomo restituisca dicto cavallo al dicto Symone Rigone od a questo suo fameglio presente portatore, come rechiede l’honestate et lo dovere. Et se questa cosa andarà da Braceschi ad Sforceschi, speramo in Dio che ne prestarà la gratia che ne poteremo bene vendicare, advengha imperochè molta et molte volte habiano provati le mane et opere degli Sforceschi, et come ne rendemo certissimi vuy ne seti informatissimo. Data Mediolani, die xx octobris 1450. Cichus. 282 698 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PARMENSE GIOVANNI ZABALO DI PROVVEDERE A BARTOLOMEO DA MESSINA E AL PADOVANO, CONNESTABILI DUCALI DI PARMA , FRUMENTO E VINO PER UN MESE 1450 ottobre 20, Milano. Iohanni Zabalo, civi parmensi. Aciò che Bartholomeo da Missina et el Padoano, nostri connestabili de quella nostra cità, per el manchamento del vivere loro non habiano casone de absentarse, deliberamo et volemo gli faciati fare provisione de frumento et vino per uno mese, a rasone de mezo staro de frumento per boca et meza mesura de vino, et de questo ve ne confortiamo et carichiamo quanto più potemo, non dicendo de non a quisti nostri bisogni presenti, pur como haveti facto da qui indreto, havendo intelligencia col nostro comissario lì, che solamente queste victualie sianno distribuite ali dicti connestabili per le boche vive. Et fatene tenere tal cunto che a tempo se possa fare le scripture oportune ala camera nostra. Mediolani, die xx octobris 1450. Cichus. 699 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE I FANTI ABBIANO MEZZA MISURA DI VINO E MEZZO STAIO DI FRUMENTO DA TUTTI I LUOGHI DOVE SONO ALLOGGIATI 1450 ottobre 20, Milano. Doimino Alexandro Sforcie, et cetera. Tu sai quanto altra volta ne dicesti del vivere de quelli fanti che sonno ala guardia de Parma, et che loro haviano la taxa de fora ; mò trovano che hanno havuto da vivere 205v da dentro et la taxa de fora, del che se ne maravigliamo. Al presente te avisamo che nui habiamo ordinato che in Parma gli sia dato mezo staro de frumento et meza mesura de vino el mese per cadauna boca viva a quella mesura; et così volimo che tu ordine et faci cum effecto che li dicti fanti habiano le taxe loro de fora da tucti quilli luochi dove sonno alogiati, ad ciò che essi possano supplire alla vita loro et altri loro bisogni. Mediolani, die xx octobris 1450. Cichus. 700 FRANCESCO SFORZA ORDINA ALL’UFFICIALE DEL PORTO DI ARENA DI PERMETTERE AL MILANESE GIOVANNI CORO DI PORTARE 40 SACCHI DI FRUMENTO A MILANO 1450 ottobre 20, Milano. Offitiali portus Arene. Quod sinat Iohannem Corum mediolanensem citra Padum conducere sachos quadraginta frumenti ad hanc urbem nostram, aliquibus ordinibus editis ocaxione pestis in contrarium non attentis. Mediolani, die xx octobris 1450. Cichus. 283 701 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL PODESTÀ DI ALESSANRIA DI AVER PERDONATO IL CATTIVO COMPORTAMENTO DI DENTE D’OSSOLA CONTRO IL CAVALLARO DELLO STESSO PODESTÀ, MA VUOLE SIA AMMONITO AFFINCHÈ NON LO RIFACCIA 1450 ottobre 20, Milano. Potestati Alexandrie. Nui havemo inteso l’acto dishonesto facto per Dente d’Ossola de quella nostra cità contra el tuo cavalero, et benché de questo facto nui siamo stati malcontenti et se ne siamo trovati de mala voglia, perché non deliberamo comportare che homo del mundo presuma fare simili acti verso li officiali nostri, tamen siamo remasti contenti fargli gracia et perdonarli per questa volta, et così volimo per dicta cagione non gli procedi contra altramente, et faci casare et annullare ogni condennacione gli fosse facta per dicta casone, admonendolo in modo che da mò inanzi faza in modo non sentiamo più querella. Mediolani, die xx octobris MCCCCL. Cichus. 702 FRANCESCO SFORZA CONSIDERATO IL PESSIMO STATO IN CUI , PER NEGLIGENZA, SONO STATI TENUTI GLI ARGINI DEL PO CON DANNO PER I CITTADINI DI CREMONA E DI CASALMAGGIORE, VUOLE CHE L’UFFICIALE DELLE STRADE DI CREMONA CON LA PARTECIPAZIONE DI STEFANINO ZACCARIA, PODESTÀ DI CASALMAGGIORE PROVVEDA SOLLECITAMENTE AL LORO RIFACIMENTO 1450 ottobre 20, Milano. Officiali stratarum civitatis nostre Cremone. Havemo inteso che, per incuria et negligentia deli officiali passati tuoy processori, et de quelli a chi aspecta, li arzeni del Po sonno guasti et desfacti in modo che ne resulta grande damno et detrimento cossì alli nostri cittadini de Cremona come etiandio a quelli da Casalmaiore, perché li dugali et conducti non pono discorere et irrigare per li campi come solevano, che ridonda etiandio in damno dele intrate nostre. Volimo adoncha et te commetimo 206r che, cum participatione et inteligentia de Stefanino Zacharia, nostro podestà de Casalmaiore, al quale havemo facto commissione a bocha sopra ciò, debiati trambe duy attendere et curare la refactione de dicti arzeni, ponendogli ogni cura, studio, diligentia et sollicitudine, che dicti arzeni se reconzano presto. Data Mediolani, die xx octobris MCCCCL. Cichus. 284 703 FRANCESCO SFORZA, RIMPROVERATO IL LUOGOTENENTE DI CREMONA, CHE PER LA NEGLIGENZA SUA E DEGLI ALTRI UFFICIALI IL PONTE SIA IN UNO STATO FATISCENTE, ORDINA CHE LO SI RESTAURI “ A PONTATE, O SUGLI SANDONI “ CON LE ENTRATE DUCALI E GLI INTERVENTI COMUNITARI. SPETTERÀ A MAESTRO AGUZZO DECIDERE SUL TIPO DI RIFACIMENTO 1450 ottobre 20, Milano Locuntenenti Cremone. Quella nostra comunità de Cremona ha mandato qua a nuy suoy ambasatori per essergli dato intendere che nuy volevemo et intendevemo che essa rifacesse a tute sue spese quello nostro ponte, che non è nostra intentione et ben sapimo che, dovendoli ley refare tucto, gli seria nedum insuportabile spesa, ma ancha impossibile. ben ve screpsemo, gravandone de vuy et l’altri nostri officiali, per incuria et negligentia l’abiati lassato cossì anichilare et ruinare che, dove prima gli seria andato uno solde, mò gli andaria uno ducato de spesa, et è pur vero che havendone havuto cura et metendoli anchoy una asse et domane uno chiode, come accade lo bisogno, no seria venuto ad questo. come se sia, deliberando che omnino se recunza, volimo bene che essa nostra comunità adiuti et faza quello che abelmente pote, et demum volimo che, tra la parte del datio se cava del dicto ponte et cum qualche cosa de l’entrate nostre et cum adiuto darà essa comunità, se recunci. et per questo volimo che alla recevuta de questa, mandate qua da nuy maestro aguzo, informato dele cose pertinente ad tale refactione, et se megli fusse farlo a pontate et ficate o sulli saudoni. intendimo anchora che le terre circonstante, zoè quelle le quale ve pareranno gli debba contribuire, contribuischa alla spesa de dicto ponte in mandarce dele opere et sic in similibus. Data mediolani, die xx octobris MCCCCL. Cichus. 704 FRANCESCO SFORZA DOPO ESSERSI LAMENTATO PER LA MANCATA CONTRIBUZIONE DI CARRI PER I LAVORI DEL CASTELLO ORDINA CHE SI FACCIA PER DETTI CARRI TUTTO QUELLO CHE DIRÀ FRANCESCO SPERANZA INVIATO APPOSITAMENTE A CREMONA . IMPONE CHE VI SIA DISPONIBILITÀ DI CARRI E CARRETTIERI ANCHE PER IL MESE SUCCESSIVO 1450 ottobre 21, Milano. 206v Locuntenenti Cremone. Più volte havemo scripto ch’el se dovesse provedere alla satisfacione deli carri, quali tene quella nostra comunità alli lavorerii de questo nostro castello. Et fin a qui non sonno satisfacti, de che continuamente ne facta grave lamente et nuy se ne maravigliamo grandemente et simo malcontenti, considerato che, come posseti pensare, non pono stare qua senza gran descontio et spesa. Pertanto, venendo lì Francesco di Speranzi, superiore deli dicti carri, solamente per questa casone ve confortiamo, caricamo et strenzemo vogliati provedere che subito gli sia resposto de tucto quello debbene havere gli dicti carre overo carratori d’essi, cossì del passato, come del presente et de uno mese havenire; perché è necessario che etiandio ne servano per uno mese al dicto castello et, in questo, vogliati mettere ogni studio et diligentia vostra et fare per modo che li dicti carre possino servire, et non habiano più casone de lamentarse, facendo astrenzere alla satisfatione de essi carre quelli a chi specta pagarli, come intendereti dal dicto Francesco. Data Mediolani, die xxi octobris MCCCCL. Cichus. 285 705 FRANCESCO SFORZA COMUICA ALLE AUTORITÀ DI ALESSANDRIA DI AVER CONCESSO IN FEUDO NOBILE E GENTILE AL CONSIGLIERE DUCALE GIOVANNI FERUFFINO IL LUOGO E IL CASTELLO DI SEZZADIO E PERCIÒ, A LUI SI DEVE FEDELTÀ E PAGAMENTO DELLE ENTRATE DEL LUOGO 1450 ottobre 21, Milano. Locuntenenti, potestati et referendario Alexandrie. In remuneratione dela fede, amore et dilectione, quale porta a nuy et allo stato nostro el spectabile doctore Zohanne Ferufino, nostro dilecto consigliero, gli havemo concesso in feudo nobile et gentile el loco et castello de Sezedo cum soe pertinentie per si et per suoi figlioli, come vederite per lo privilegio quale gli havemo concesso. Pertanto ve commetiamo et volimo che imprendere la possessione deli dicti locho et castello, in tore la fidelità deli homini d’essi, et in fare le altre cose secondo la dispositione 207r del dicto privilegio, gli dagati a luy et a qualunche suo messo ogni aiuto et favore expediente, et de l’intrate d’esso locho lassatene disponere ad suo modo. Data Mediolani, die xxi octobris Mccccl. Cichus. Scriptum fuit in simili forma nobilibus comuni et hominibus Sezadii et Georgio de Annono. Data Mediolani, die xxi octobris MCCCCL. Cichus. 706 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI MILANO DI RENDERE GIUSTIZIA A BALOSSO DA FIGINO, TURLUPINATO DAI SUOI DEBITORI, CHE LO RIPAGANO CON SOLO PAROLE PER LA BIADA E I BUOI LORO VENDUTI 1450 ottobre 21, Milano. Potestati Mediolani. E’ stato da nuy el nobile Balasso da Figino, quale dice de havere da Chitobotazo et Polino da Figino, compagni, certa quantitate de biava et alcuni bovi, et perché dice che li predicti gli danno parole et lo menano alla longa, volimo debiati havere denanzo da vuy ambe doe le parte, et veduta la verità del facto, volimo ministati rasone summaria et expedita al dicto Galasso contra dicti soy debitori, sichè presto, mediante la rasone, possa consequire lo debito suo. Data Mediolani, die xxi octobris MCCCCL. Cichus. 286 707 FRANCESCO SFORZA DETERMINA QUANTO DEBBANO PAGARE GLI UOMINI DI GAIA PER L’IMBOTTATO DEL VINO , DEL PANE, DELLA CARNE E PER L’ALTRO DAZIO DOVUTO AL CONTE UGOLINO CRIVELLI FISSANDOLO IN 600 DUCATI D’ORO COMPRENSIVI DI QUANTO RICAVATO AL NETTO DA 400 STAIA DI SALE. TALE CIFRA VARRÀ ANNUALMENTE PER I DUE ANNI SUCCESSIVI DANDO ALLA COMUNITÀ 400 STAIA DI SALE, VALUTATO SOLDI 14 PER STAIO 1450 ottobre 18, Milano. Comiti Ugolino de Crivellis Desiderando nuy et omnino intendendo che hormay sia posto fine alla controversia et diferentia, quale s’è vertita e se verte de presente fra te et li homini de Gaya per quella quantità de dinari non specificata, quale essi homini et comune te debano dare et pagare in loco et scontro dele imbotate et del datio de pane, vino et carne et de qualunche altro datio et caricho, usato per loro essere pagato nel tempo passato, per lo tenore de questa nostra dichiaramo intentione nostra essere et omnino volimo che dicti homini de Gaya, per tucto lo tempo passato, incomenzando dal dì che quella terra 207v vene sotta la nostra devotione, fin ad callende de septembre proximo passato, te debiano dare et pagare realiter, per integro et fornito pagamento de dito tempo, ducati sex cento d’oro, compensandoli et essendoli fati boni nel dito pagamento ogni quantità de dinare, qual sia pervenuta in te de neto deli dinari cavati dele quatrocento stara de sale, dal dicto kallende de septembre in dreto, per li offitiali nostri a ti dato et consignato per uso d’essi homini, volendo omnino che per tuto quelo tempo tu non debi, né possi domandari, né consequire da queli homini niente altro per cagione de dicto imbotature, datii et qualunque altro caricho consueto, così al nome tuo, como a nome dela camera nostra. Et per lo advenire, incomenzando dal dito kallende de septembre fin a duy ani proximi, volemo et che ve charegamo ch’essi homini debiano et siane obligati ad pagare ducati sex cento d’oro ogni anno dagando nuy overo fatiando dare ad essi homini, in caduno anno fin a diti duy anni, stara quattrocento de sale per lo quale loro non siano obligati ad pagare che soldi quatordece imperiali per caduno staro per pretio d’esso sale; et forniti che siano dicti anny duy dechiareremo e diremo la intentione nostra quanto devrano pagare et esserti obligati dicti homini per l’altro tempo advenire; quale nostra dechiaratione et mente havemo suprascripta te carichamo et volemo omnino che debe observare integramente, como similiter scripto, opportune, et comandato ali homini sopradicti. In simili forma, substantia comuni et hominibus Galiate, mutatis mutandis, addita in fine aliquibus verbis exhortatoriis, videlicet recordandovi che nelo advenire et inante che passiano quisti duy anny ve poterimo fare et faremo de lì cose vi sarano grato et molto vi piacerano, il che non potemo fare de presente et datene de bona volia che farimo per modo meritamente vi contentariti de nuy. Data Mediolani, die xviii octobris 1450. 287 708 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL PODESTÀ E GLI UOMINI DI ROMANENGO PROVVEDANO A BIASINO DA MILANO, UOMO D’ARME DUCALE, UN ALLOGGIAMENTO SUFFICIENTE PER TUTTI I SUOI CAVALLI 1450 ottobre 23, Milano. 208r Potestati, Comuni et hominibus Romanenghi. E’ stato qui da nuy Biasino da Mediolano, nostro homo d’arme quale logia in quella nostra terra, dicendo che luy non pò havere tanto logiamento che gli possa logiare dentro li suoi cavalli vivi et che bisogna li tegna ad l’aere et cetera; la qual cosa non credemo pur essendo cossì, volimo gli debiati provedere de logiamento suficiento per tucti li suoi cavalli vivi, come è debito e iusto. Data Mediolani, xxiii octobris 1450. Cichus. 709 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIACOMO BECCARIA DI FAR RESTITUIRE A LUIGI GARELLO UNA CAVALLA, RUBATAGLI, CHE GUGLIELMINO SI RIFIUTA DI RIDARE O DI PAGARE IL PREZZO RICHIESTO 1450 ottobre 21, Milano. Iacobo de Becharia. Dilecte noster, fo altre volte furata ad Aluise Garello, nostro cavallario d’Alexandria, una cavalla et poy venduta ad uno Thomeno da Basignana, quale, essendo conducta ala pieve de Cario, el dicto Aluise la regnobe et la fece sequestrare, et benchè Guillmino Batarino fosse segurtade o de restituire al dicto cavallaio la cavalla o de darli sete ducati, pur fin a qui niente è seguito, de che ne fa gravissima lamenta. Pertanto non volendoli mancare de rasone, ni etiandio patire ch’el resta privato indebitamente dela dicta cavalla, ve comandiamo et volemo che, essendo come è dicto, cioè ch’el dicto Guillmino prometesse de darli o li dinari o la cavalla, lo astrenzati ad observare la dicta promissione et a contentare el dicto cavallaro, in modo ch’el non habia ligitima casone de lamentarse. Data Mediolani, die xxi octobris MCCCCL. Cichus. 710 FRANCESCO SFORZA VUOLE SI LASCI STABILMENTE SUL PONTE DI LODI GIOVANNI GROSSO DA MILANO, PROVVISIONATO DUCALE, 1450 ottobre 23, Milano. Conestabili pontis nostri Laude. Volimo tu lassi stare Iohanne da Milano Grosso, nostro provvisionato, suso quello nostro ponte de Lode de dì et de nocte. Data Mediolani, die xxiii octobris 1450. Cichus. 288 711 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE PAGHINO ALLA CAMERA DUCALE IL CASSIO DELLE BESTIE DI PARMA E IL DAZIO DELLE BESTIE DEL CONTADO, ASSICURANDO CHE IL DUCA DARÀ L’EQUIVALENTE IN ENTRATE 1450 ottobre 19, Milano. 208v Anzianis et presidentibus negotiis communitatis nostre Parme. Per certi degni respecti, li quali debitamente moveno lo animo nostro, seriamo contenti de redure ad la camera nostra lo cassio dele bestie di quella nostra citade et etiam lo datio dele bestie di quelo nostro contato, li quali per nostri capituli concessimo ad essa comunitade per satisfare ala devotione de Nostra Donna ala festa de Sancta Maria de avosto. Ma perché nostra intentione è però de conservare la dicta devotione, deliberemo, in scontro de quelo si cava dele dicti cassio et datio, provedere de altretanta intrata e piutosto del più che del mancho et farvi ben cauti e securi. Et come meglio vi informerà a bocha lo podestà nostro di quella terra e meser Baptista di Sabaleschi ali quali siamo contenti li dati plena fede sopra di ciò quanto ala nostra propria persona. Et si ve prechiamo e confortiamo, si desiderati farvi cosa accepta, non ne vogliate dire de non, anzi, liberamente, compiacervi maxime non constandovi più come fa ricordandovi che tuto quelo ve dirà et prometerà essi potestà e miser Batista in questo facto, vi sarà sanato et nuy lo haveremo rato e fermo. Data Mediolani, die xviiii octobris MCCCCL. Cichus. 712 FRANCESCO SFORZA VOLENDO AVERE DALLA COMUNITÀ DI SALE L’EGUALE QUANTITATIVO DI FRUMENTO E BIADA DATO A CRISTOFORO DA ROMANO IN NOME DEL DUCA (CIOÈ 288 SACCHI E STAIA 8 DI FRUMENTO, NONCHÉ 312 SACCHI DI BIADA PER CAVALLI) E CONSEGNATI A CERTI BARCAIOLI CHIEDE AL PODESTÀ DI SALE CHE INDAGHI PRESSO DETTI BARCAIOLI LA QUANTITÀ DI SALE LORO CONSEGNATA E QUANTA NE DIEDERO IN PIZZIGHETTONE 1450 ottobre 20, Milano. Potestati Salarum. Volendo nuy, in lo principio de questo presente anno, havere da quelli homini et comunitade de Sale certa quantitade de formento et biada consegnaron, secondo n’è stato referto, a Christofano de Romano, in nome nostro, sachi 288 cioè ducento octanta octo et stare viii de frumento, et sachi trecento dodice cioè 312 de biada da cavalli, quale intendemo quello Christoforo in presentia delo potestade de lì consegna a certi navaroli, secondo che intenderai dali agenti di quella comunità, e troveray ancora con tua industria. Volendo adoncha essere certificati de questa cosa, ti dicemo che, habuiti da ti dicti navaroli, investighi da essi quanta quantitade ne tenga ciascheduno et se haveranno li suoi retorni da quello a chui forono consegnati, ne li manderai. Saperai ancora da loro a quale mesura lo consignarono in Pizleone et quella mesura come torna con la mesura de Sali. Ceterum, per havere tucto compidamente quanto bezogna, 209r certificherai cum mercanti che siano uzati portare frumento et biade de quello loco a Pavia et in questa cittade come responde lo sacho de quella terra del frumento et similiter dela biada da cavalli cum lo sacho de Pavia et con lo moggio di questa terra et tucto inteso chiaramente et distintamente ne manderai la resposta prestissimo senza demora. Data Mediolani, die xx octobris 1450. Iohannes. 289 713 FRANCESCO SFORZA RICHIAMATA LA CONVENZONE DEI SUOI AGENTI CON ZANNULINO DA CREMONA PER 2000 STAIA DI FRUMENTO E L’ALTRA CONVENZIONE CON DOMENICO DA VERTUA PER 880 STAIA (ENTRAMBE ALLA MISURA LODIGIANA E DA TRASFERIRSI A PIZZIGHETTONE), VUOLE SAPERE A QUALE MISURA VENNE REALMENTE CONSEGNATO IL FRUMENTO, CHI FU IL MISURATORE , ECC. 1450 ottobre 22, Milano. Domino Petro de Tolentino servitore vicario, locumtenentis Cremone. Haveno in lo principio de questo anno li agenti per nuy conventione con Zannulino da Cremona per stara ii milia de frumento alla mezura lodezana, quale si devia consegnare in Pizleone, et con Dominico de Vertua de stara mille octocento octanta a dicta mezura, et da fir consegnando ut supra; volendo adhonca bene intendere nuy questa cossa, te dicemo che, habuiti dati li suprascripti vel quelli che per essi condusseno lo formento suprascripto, con sacramento et con quella industria saperay uzare, investigharay bene a quale mesura consegnarono lo formento soprascripto, et chi fo lo mezuradore, uno o più, et item secondo uno staro vel con più stari, et se li stari tucti erano eguali, vel differentiati, et come lo cognosceno, et se fu quella quantitade che consignarono ciaschaduno de loro la suprascripta, vel se fo più et poi reducta a quella quantitade, et ultimo se, consegnando loro a Iacomo da Sancto Genexio, esso Iacomo lassariti ricevere alla gente d’arme quella mizura che li suprascripti consegnavano, et se cum una mezura vel con più et quanto con ciaschaduna vel se pure consignarono differentiatamente dalla destributione. At recordando in la consignatione differentiam, intendemi bene, la quantitade de ciaschaduna differentia così in consignare, come etiamdio in lo distribuire, facto per li agenti per noy et demum, per avere la intelligentia del tucto, uzerai tucti quelli modi et advizamenti saperay fare; bene advertendo a distinguere ogni cosa sichè, separatamente, ciaschaduna parte, se possa ben intendere et come habi computo tucto, ne manderai prestissima responsione. Mediolani, die xxii octobris 1450, Cichus. 714 FRANCESCO SFORZA ORDINA CHE GALLASSO DEL PAGLIO DA CARPI NON VENGA IMPORTUNATO DAI DAZIERI PER IL TRASPORTO DI BIADA , GODENDO EGLI DELL’ESENZIONE DUCALE DEI DAZI 1450 ottobre 22, Milano. 209v Gracino de Piscarolo et referendario Papie. Sono stati da nuy li factori del magnifico Gallasso del Paglio da Carpo significandone che non gli fi observata la lettera quale nuy li concedessemo, signata de nostra propria mane, che podesseno condure dele parte da sotto certa quantità de biade et che sonno artati ali pagamenti delli datii dela qualcosa se meravigliamo. Pertanto volimo et vi commandiamo che provediati et fazati che per ciaschaduno datiero, et per qualunchuno altro gli sia observata dicta lettera nostra integramente et senza pagamento de alcuno datio non altramente como sonno observate ali altri a chi havimo concesse simile lettere, perché cussì è nostra intentione. Mediolani, die 22 octobris 1450. Iohannes. 290 715 ORDINE AD ANTONIO DA TREZZO DI PRESTARE OGNI AIUTO A TRISTANO DA DESIO PER IL TRASPORTO DEL FRUMENTO 1450 ottobre 23, Milano. Antonio de Tricio Mediolani, die xxiii octobris 1450. Scriptum fuit Antonio de Tricio quod deberet dare auxilium et favorem Tristano de Dexio ad conducentum frumentum. Datum illustrissimo domino nostro Episcopo Mutinensi. 716 IL PODESTÀ DI NOVARA E BARTOLOMEO DE CAZIIS INDUCANO GLI UOMINI DI BORGO LAVEZZARO A PAGARE AD AGOSTINO BECCARIA IL SALARIO DOVUTOGLI PER LA PASSATA PODESTARIA [1450 ottobre 23, Milano]. Potestati Novarie et domino Bartholomeo de Caziis. Scriptum fuit suprascriptis quod facere deberent ius et auxilium impenderet Augustino de Beccaria ad rendimentum salarium suum, quod debet habere ab hominibus Burgi Lavezarii de anno preterito, ubi dominus Augustinus fuit potestas. Cichus. 717 FRANCESCO SFORZA ORDINA AGLI UOMINI DI AZZATE DI ALLOGGIARE CARLO DA PARMA CON ALTRI DUE UOMINI D’ARME E PROVVEDERE LORO CIBO E DARE STRAME PER I CAVALLI 1450 ottobre 24, Milano. Hominibus et comuni Azzate. Perché deliberamo presto provedere al logiamento de quelli nostri soldati che sonno allogiati lì, in quello loco, volimo, et cossì per la presente ve commendiamo, che debiati teniri et allogiare in quello nostro loco Carlo da Parma cum duy altri homini d’armi, del spectabile nostro conductiero Sacramoro da Parma, et provedergli de stramo per li cavalli vivi et cossì per lo vivere loro, secondo haveti facto fin al presente. Et questo non manchi per quanto haveti ad caro la gratia nostra. Data Mediolani, die xxiiii octobris 1450. Cichus. 291 718 FRANCESCO SFORZA ORDINA A PIETRO BENEDETTO DI NON MOLESTARE GLI UOMINI E I MASSARI DELLE QUATTRO MARIE PERCHÉ GODONO DELLE ESENZIONI DUCALI. 1450 ottobre 24, Milano. 210r Petro Benedicto provixionato Volemo in execucione dela taxa toa, quale te havemo ordinata tu non debe molestare né dare impazo veruno ad quelli homini et massari, quali fossene dele Quatro Marie, perché sonno exempti da nuy et quelli boni che tu gli ha tolto vogli subito restituirgli. Data Mediolani, 24 octobris 1450. Cichus. 719 FRANCESCO SFORZA NON VUOLE CHE ANDREA DA CREMA VENGA INFASTIDITO PER AVERE, (SU RICHIESTA DELLO STESSO SFORZA PRIMA DEL SUO INGRESSO IN MILANO) RAZZIATA A CARATE LA BIADA APPARTENENTE AI CITTADINI MILANESI 1450 ottobre 24, Milano. Potestati Mediolani. Nel tempo dela presente guerra passata, inanzi che nuy fessemo l’intrata de questa nostra inclita cità, mandasseme uno Andrea da Crema, nostro fameglio, quali alogiava cum Angelo da Caposelvi, nostro fameglio al luocho nostro de Carrate, al qual nuy committessemo et ordinassemo che devesse tuore ogni biava ch’el trovasse fossi stata de Milanesi et maxime de quelli che alhora erano dentro de questa nostra cità de Mediolano; la qual biava devisse dare et distribuire secondo nuy gli scriveressemo. Et cussì fo facto et cetera. Mò pare che li dicti citadini, ali quali noy fessemo tore la biava, alora. come nostri inimici, vogliano fare astrenzere quelli ali quali noy fessemo tore la biava che gli restituiscano la loro biava, o li satisfaceno et cetera. Et considerato che questa biava l’havevemo facto tore noy, et hautela li nostri soldati et gente, pertanto volemo per questa ve cometemo, che per dicta casione, vuy non debiate astrenzere veruna persona et sia chi se voglia, quale avesse data biava veruna al deto Andrea perché, como havemo dicto, gli havemo facto tore nuy. Ex Mediolano, 24 octobris 1450. Cichus. 720 FRANCESCO SFORZA CHIEDE AI RETTORI DI BERGAMO DI RESTITUIRE A DIONIGI BIGLIA E AI CITTADINI E AI MERCANTI MILANESI LA ROBA LORO TOLTA IN BERGAMO DOPO LA SUA PRESA DI MILANO 1450 ottobre 24, Milano. 210v Rectoribus Pergami. E’ stato denanzi da noy il nobile dilecto nostro Dionisi Biglia cum alcuni altri citadini et merchadanti de questa nostra inclita città dicande che dopoy hauto che havessemo il dominio de questa città, in quello principio, gli fo tolto per voy alcune sue robbe et mercancie quale erano in quella città de Pergamo, secondo diceno tutti lorro senza alcuna casione et rasone, et hannone supplicato gli voliamo provedere et cetera; per la qual cosa, essende cussì, ve confortiamo et pregiamo il ve piaza havere per recomandati li dicti nostri homini et cittadini et provedere che lo dicto Dionisio et compagni habiano, integramente, la robba loro perché le robbe et mercancie 292 deli homini dela illustrissima signoria de Venesia, che sonno in le terre nostre, sonno salve, et a loro posta et petticione, et piaceve volere respondere a questa nostra lettera ad ciò nuy sapiamo ad che modo ne habiamo a governare in questa facenda. Data Mediolani, 24 octobris 1450. Cichus. 721 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL FIGLIO TRISTANO GLI SCRIVA IL PERCHÉ HA TOLTO A ROGINALE ARMI E CAVALLI 1450 ottobre 24, Milano. Domino Tristano Sforcie. Roginale è venuto qua ad noy qual se lamenta che gli è stato tolto le arme et li cavali soy. Et perché non sapiamo la casione perché li sia stato facto questo, volemo, recevuta questa, tu mandi qui ad noy uno tuo informatissimo de questa cosa; et ultra de ciò per tua lettera ne advisa anchora chiaramente como è passata questa cosa, perché deliberamo volere multo bene intenderla; et fa che lo dicto tuo con la dicta informacione vegna prestissimo qui da noy. Data Mediolani, 24 octobris 1450. Cichus. 722 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE NON SI TOCCHINO GLI STIPENDI DEL COMMISSARIO E DEL CASTELLANO DI BELLINZONA 1450 ottobre 20, Milano. Referendario Cumarum. A dì passati te scrissemo che al comissario et castellano nostro de Berinzona tu dovesti fare retenere tanti dinari dele loro paghe quanto assendeva la somma deli dinari per loro havuti dali homini da Clari; unde havendo nuy, dapoi, havuto vera informacione sopra questo facto, per questa nostra te scrivimo et commandamo che, nonobstante alcun’altra cosa a te scripta in contrario, ala quale per lo tenore de questa expressamente derrogamo, tu non faci, né lasi fare altra novità né retentione veruna ad essi nostri commissario et castellano per la casone sopra dicta, né così fare respondere altramente de quelli dinari a dicti homini da Clari se non te mandiamo altro in contrario. Mediolani, 20 octobris 1450. Cichus. 723 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI MELZO DI PRENDERE TRE SOLDATI, COMPAGLI DELL’UOMO D’ARME RUGGERO, LEGARLI E METTERLI IN UN LUOGO DAL QUALE NON POSSANO FUGGIRE 1450 ottobre 23, Milano. 211r Potestati Melci. Per certo bon respecto volemo che, subito recevuta questa, debbi andar personalmente ali logiamenti de Antonio Cazalupo, Pizeto de Chugnolo et Casamata, compagni de Rugero homo d’arme delo strenuo Alexandro Visconte, et meni cum ti alcuni dela terra, quali te diano aiuto et favore ad pigliare dicti tre soldati et, presi li haveray, volimo li debbi tenere ligati et meterli in loco 293 che non se ne possano fugire. Et se altri soldati che alozano voleseno dargli favore, comandoli, per quanto hanno cara la gracia nostra, che non se impazano de cosa alcuna et in ciò usa ogni tua dilligencia, per modo che la cosa habia effecto et havisane subito come haverar seguito. Data Mediolani, die xxiii octobris 1450. Cichus. 724 ORDINE AL VICARIO DI LODI DI CONSEGNARE AL LOCALE LUOGOTENENTE LE CHIAVI DELLE PORTE DI LODI 1450 ottobre 22, Milano. Vicario Laude. Quod consignet domino locuntenenti ibidem omnes claves portarum civitatis Laude quas habet penes se. Data Mediolani, die xxi octobris 1450. Iohannes. 725 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CAPITANO DELLA MARTESANA CHE AD OGNI RICHIESTA DELL’ABATE DI CIVATE, COSTRINGA I DEBITORI MOROSI DEL MONASTERO A PAGARE INTEGRALMENTE QUANTO DOVUTO 1450 ottobre 24, Milano. Capitaneo Martesane. El venerabile don Traffino dala Canale, abbate de Sanpetro de Chiva, dice havere molti debitori in la vostra iurisditione per casone de fitti dala sua abbatia dali quali non pò consequire el debito suo, immo è menato per dilatione, in suo gran detrimento et damno et ne rechiede vogliamo provedere ala satisfatione soa. Essendo aduncha honesta questa soa requisitione et degna de provisione, ve commectiamo et volimo che, ad ogni richiesta soa et de qualuncha suo messo, astrenzati tucti li soi veri debitori per tucti quelli remedii ve parirano expedienti a satisfarli integramente de tucto quello deno dare, procedendo in questo summarie et expeditamente, et senza litigio, et in modo che presto consegna el devere perché, come sapete, le cose ecclesiastice meritano essere tractate favorevolmente et non essere conducte in longo. Mediolani, xxiiii octobris 1450. Cichus. In simili forma scriptum fuit Bartholomeo de Trovamalis sive eius locuntenenti in plebe Incini mutatis mutandis. 726 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE CHE SI DIANO A CARLO GONZAGA, CAPITANO GENERALE, 3500 DUCATI D’ORO RIPARTITI IN VARIE RATE SULLE ENTRATE A PARTIRE DAL 1551 1450 ottobre 19, Milano. 211v Regulatori et magistris intratarum. Carissimi nostri, extat camere nostre creditor illustris dilectissimus noster dominus Carolus de Gonzaga, capitaneus noster generalis, de ducatis tribus mille quingentis aureis quos, cum omnino disponamus assequatur, deliberavimus de eis super intratis nostris opportunam assignationem facere ut de ipsis usque modo, si sibi videbitur et opus fuerit, suis in 294 opportunitatibus iuvare se valeat, volumus itaque et vobis mandamus quatenus prefato domino Carolo de eis ipsis ducatis tribusmillequingentis super primis denariis dacii et additionis intrate portarum proximorum septem mensium huius inclite urbis nostre anni proximi venturi mccccl primi in mense iulii de libris tribus mille septingentis triginta tribus et solidis sex imperialibus, videlicet pro tertia parte ad quintam diem eiusdem mensis et reliquis duabus partibus ad diem vigesimam ipsius mensis, item et in mense iulii proxime subsequuturo de aliis libris tribusmille septingentis trigenta tribus et soldis sex imperialium modo et ordine predictis, necnon super eodem datio ulteriorum quinque mensium dicti venturi anni in mense augusti de libris mille ducentis quattragentaquattuor soldis octo et dinaris octo imperialium ad diem quintam eiudem mensis, et de libris duabus mille quattringentis octuagenta octo soldis decem septem et denariis quattuor imperialium in eodem mense ad terminum viginti dierum, que pecunie summam ascendit ipsorum ducatorum trium millium quingentorum, firmam et validam assignationem fatiatis sicut et nos per presentes facimus, et de eis tribus mille quingentis ducatis postea sibi in predicto limitato tempore responderi et satisfieri fatiatis, ita quod integram illiusmodi pecunie quantitatis satisfationem consequatur et omnino habeat quenadmodum disponimus et intendimus, declarantes nostre esse intentionis, quod hec ipsa assignatio illam habeat roboris firmitatem et obtineat et de ea ita agere et disponere possit ipse dominus Carolus prout vigore patentium litterarum nostrarum assignationis per nos eidem facte de ducatis viginti novem millibus ducentis octuaginta aureis potest et eidem licet fieri eximuit, proinde facendo quascumque confessiones et scripturas oportunas, ordine in contrarium existente non obstante nec attento, cui in hac parte duntaxat derogamus, decernentes et quod quicquid pecuniarum in antedictis mensibus iunii, iulii deficere veniet ex suprascripta assignatione id assequi debent et percipere ex pecuniis datii et additionis eiusdem datii in prefato mense augusti post libras octocentum sexdecem prius super dicto datio assignatas. Data Mediolani, die xviiii octobris MCCCCL. Francischus Sfortia Vicecomes manu propria. Cichus. 727 FRANCESCO SFORZA SI CONGRATULA CON IL PODESTÀ DI MORTARA PER LA CAUTELA NEL NON LASCIARE ENTRARE NEL PAESE MATTEO DA BIASSONO PER SISTEMARE I BENI DEL FRATELLO DEFUNTO. ALLA INSISTENZA DI MATTEO IL DUCA ACCONSENTE CHE ENTRI CON UN COMPAGNO QUALORA SIA ACCERTATO CHE È SANO 1450 ottobre 24, Milano. 212r Potestati communi et hominibus Mortarii. Ce ha facto supplicare Mathio de Biasono, nostro cittadino pavese, che, essendo morto lì uno suo fratello non di male suspecto et volendo luy venire là per provedere che li beni lassati per dicto quondam suo fratello non andasseno in sinistro, et voy non l’havite voluto lassar intrare dentro la terra, del che ve commendiamo et dicemove havete facto bene, né a noy poresti far cosa più grata al presente, come da havere tal cura et diligentia de quella terra, che mediante la gratia de Dio se conservi da peste; ma perché ce fa allegare suo grave preiudicio e damno s’el non potesse provedere al facto suo, et etiam dice essere sanissimo, siamo contenti et volimo che, facendo voy prima vedere se cossì è, come dice ch’el sia sano, nonobstante ch’el sia stato a Pavia, lo lassati intrare in quella nostra terra con uno compagno per potere provedere al facto et hoc etiandio constandovi dicto suo fratello non esse morto de mal suspecto. Data Mediolani, die xxiiii octobris 1450. Cichus. 295 728 FRANCESCO SFORZA, IN SEGUITO ALLE LAMENTELE DI GIOVANNI SPAGNOLO, ORDINA CHE ALLA DI LUI MOGLIE SI DIANO, COME ORDINATO DAL DUCA, FRUMENTO E VINO 1450 ottobre 24, Milano. Comuni et hominibus Castrinovi Bucce Abdue. S’è gravato a nuy magistro Zohanne Spagnolo, nostro balestrero, che voy non gli respondite alla donna soa del frumento et vino secundo vi havemo scripto; di che miravigliandose noy, de novo ve dicemo et commectimo che, remossa ogni cagione, gli respondati et fazati respondere como ve havemo per altre scripto et ordinato. Mediolani, xxiiii octobris 1450. Cichus. 729 FRANCESCO SFORZA SOLLECITA ROLANDO PALLAVICINO A INDURRE I SUOI UOMINI A PROVVEDERE AI SOLDATI E AI CAVALLI, NON RICUSANDO DI PORTARE STRAME PER QUESTI 1450 ottobre 25, Milano. Magnifico Rolando Palavicino. Ve pregamo et caricamo che ad quelle nostre zente sonno allogiate nel territorio vostro gli fatiati provedere per lo advenire per le boche et cavalli loro vivi, secondo hanno avuto per lo tempo passato; et perché li dicti nostri ne dicono che li homeni vostri non gli volono portare stramo et che bisogna lo badano attore a sachomano cum li cavalli loro, et considerato che portando li cavalli lo stramo per uso loro non gli remaneria cavallo veruno che non se schorticaso poy, anchora che se loro andarano a sachomano faranno gran damno alli dicti vostri, come sapiti fanno li soldati per despecto, ve pregamo et caricamo assay, ch’el ve piaza ordinare che alli dicti nostri sia portato lo stramo cum qualche carro, de che ne fareti piacere assay. Mediolani,xxv octobris 1450 Cichus. 730 FRANCESCO SFORZA ORDINA A ROLANDO PALLAVICINO CHE SI DIA PER GLI UOMINI E PER I CAVALLI , SISTEMATI NEL SUO TERRITORIO, QUANTO SI È DATO NEL PASSATO 1450 ottobre 25, Milano. Magnifico Rolando Palavicino. Ve pregamo et caricamo che ad quelle nostre zente sonno allogiate nel territorio vostro gli fatiati provedere per lo advenire per le boche vive et cavalli loro vivi, secondo hanno havuto per lo tempo passato; et perché li dicti nostri ne dicono che li homini vostri non gli volono portare stramo et che bisogna lo vadano attore a sachomano cum li cavalli loro, et considerando che, portando li cavalli lo stramo per uso loro non gli remaneria cavallo veruno che non s’è schorticaso, poy anchora che se loro andarano ad sachomano, faranno gran damno alli dicti vostri, come sapiti fanno li soldati per despecto, ve pregamo et caricamo assay, che’l ve piaza ordinare che alli dicti nostri sia portato lo stramo cum qualche carro, de che ne fareti piacere assay. Mediolani, xxv octobris 1450. Cichus. 296 731 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GUGLIELMO TROMPELLI DI BORGONOVO DI PORTARSI DA LUI CON I PRIVILEGI CONCESSI DA FILIPPO M. VISCONTI AL CONTE FILIPPO DARCELLO E CONFERMATI A DONNA ELENA 1450 ottobre 25, Milano. 212v Domino Guglielmo Trompello de Borgonovo, doctori. Ve confortiamo et carichamo che, recevuta la presente, vegnati fin qua da nuy et che portiati con vuy gli privilegii che altre volte concesse lo illustre segnor quondam duca, nostro padre, al conte Filippo Darcello et la conformatione facta a madonna Helena de quelle cose che teneno, le quale siamo chiaramente informati che sonno appresso de vuy; et essendo vuy, quindi, habile ad venire, siamo contenti et volimo che omnino dagati dicti privilegii et scripture e integramente al nostro cavallero, presente portatore, quale mandiamo per questa sola facenda. Data Mediolani, die xxv octobris 1450. Iohannes. 732 FRANCESCO SFORZA RIBADISCE A GIOVANNI DA TOLENTINO, LUOGOTENENTE DI CREMONA DI DARE ALLE SQUADRE SFORZESCHE DEL CREMONESE IL FRUMENTO GIÀ ALTRE VOLTE RICHIESTO E MAI AVUTO 1450 ottobre 25, Milano. Domino Iohanni de Tolentino locuntenenti Cremone. Vuy haveriti intexo quelo ve scripsimo in questi dì del dare formento a quele nostre squadre del Cremonexe. Pur intendiamo, per lamenta del spectabile cavallero meser Sacramoro Vesconte, che doe volte ha mandato a tore, et non l'ha posuto havere; de che maravigliandose, per che havemo scripto a quili nostri citadini per la soventione del grano in la forma per vuy recordata, de novo ve replicamo et caricamovi vogliate provedere che le dicte squadre omnino habiano el fromento ordinato et presto, perché, come sapiti, senza esso non hano el modo de vivere. Data Mediolani, die xxv octobris MCCCCL. 733 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL PODESTÀ DI BELLANO SI INFORMI SUI COMPORTAMENTI DI ANTONINO MAGINO E DELL’AMICO DEGLI UOMINI DELLA MONTAGNA DI INTROZZO. QUANTO AL BESTIAME, CAUTELOSAMENTE FACCIA IN MODO CHE NON VADA IN VALSASSINA 1450 ottobre 25, Milano. Potestati Bellani. Per tre lettere date a xvi del presente restiamo advisati de quello te hanno dicto Antonino Magino et quell'altro amico deli homini de la montagna de Introzo, quali hanno mandato ad Pergamo per accordarse, et cetera. Et circa de ciò non dicemo altro, se non che, commendandote del tuo aviso, te caricamo che cum bono modo vedi de intendere più oltra li portamenti soi, et come faranno et de tucto ne advisi. Alla parte del bestiamo, quale se conduce per lì in Valsaxina, siamo contenti faci quella provisione te parirà, ad ciò non gli sia conducto, ma habbi advertentia a farlo cossì honestamente ch'el non parà nuy proibiamo che una parte non possa conversare cum l’altra. Data Mediolani, die xxv octobris MCCCCL. Cichus. 297 734 FRANCESCO SFORZA CHIEDE AL CONTE DI URBINO DI FAVORIRE LE RICHIESTE DI GIACOMO FERRARO DAL DUCA PRESO AL SUO SERVIZIO 1450 ottobre 24, Milano. 213r Comiti Urbini. Magnifice et excelens domine tamquam frater honorande, perché havemo conducto a nostri servicii el spectabile cavaliero messer Iacomo Ferraro et desideramo ogni suo bene et commodo como lo nostro pro prio, lo recomandiamo alla signoria vostra et la confortiamo et pregamo che, havendo luy bisogno de qual che favore de la excelencia vostra per soe facende et rechedendone, gli lo piaza dare et tractarlo como merita la fede et devocione soa verse la signoria vostra, el che haveremo gratissimo. Apparechiati ali pia ceri dela excelentia vostra. Data Mediolani, xxiiii octobris MCCCCL. Cichus. Franciscus Sfortia Vicecomes dux Mediolani et cetera, Papie Anglerieque comes ac Cremone dominus. 735 FRANCESCO SFORZA SOLLECITA IL PODESTÀ E IL REFERENDARIO DI CREMONA A DARE AI PANDALFESCHI, PRESI AI SUOI SERVIZI FRUMENTO PER 250 (...200...) DUCATI 1450 ottobre 26, Milano. Potestati et referendario Cremone. Per altre nostre ve scripsemo che ad quelli homini d'arme Pandalfeschi, quali havemo tolti ali servitii nostri, dovestivi far dare tanto frumento de quello nostro lì che montasse alla summa de ducento cinquanta duca ti, secondo gli havemo promesso per la prestantia loro, et fin a mò non haveti facto niente; del che grande mente se ne maravigliamo, et pertanto de novo ve replicamo et commandiamo che, subito recevuta la pre sente, debiati far dare dicto frumento alli predicti homini d’armi fin alla summa de ducento ducati, como ha vemo dicto de sopra, non manchando in ciò, per quanto haveti cara la gratia nostra, dagandogli presto expeditione ad ciò non habiano casone de spendere el suo suso per le hostarie et nuy non habiamo più lamenta. Data Mediolani, die xxvi octobris MCCCCL. Cichus. 298 736 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL REFERENDARIIO E IL TESORIERE DI PARMA DIANO AL COMMISSARIO BATTISTA DI SEVALISCHI DA NORCIA UN MENSILE DI 15 DUCATI D’ORO 1450 ottobre 26, Milano. Referendario et thexaurario Parme. Siamo contenti et volimo che a misser Batista de Sevalischi da Norsia, comissario de quella nostra cità, vuy dati et pagati per soa provisione ogni mese ducati xv d’oro, incomenzando in calende de setembre proximo passato fin a nostro beneplacito. Et questo volimo che faciati senza alcuna contradicione; et per più vostra chiareza havimo sottoscripto la presente de nostra propria mano. Mediolani, xxvi octobris 1450. Cichus. Franciscus Sfortia, et cetera. 737 FRANCESCO SFORZA ORDINA A BETUCIO, CASTELLANO DELLA ROCCA DI CREMONA DI ACCOGLIERE E BEN CUSTODIRE COLORO CHE IL LOCALE COMMISSARIO, GIOVANNI DA TOLENTINO, VORRÀ FOSSERO DETENUTI IN DETTA ROCCA 1450 ottobre 25, Milano. 213v Betucio, castellano arcis Cremone. Havimo facte certe commissione ad miser Iohanne da Tolentino lecotenente de quella nostra cità, per la quale forse gli acaderà destenere certe persone, et gli havemo scripto che, bisognando destenirli, li metti in quello nostro castello sotto tua guardia; volimo aduncha che, accadendo volerseli mettere, tu li acepti et teni sotto bona custodia, et cossì dicemo per lo advenire volesse lui destenire qualunch’altra persona per bene del stato nostro. Data Mediolani, die xxv octobris MCCCCL. Cichus. 738 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIOVANNI DA TOLENTINO CHE SE, LA SICUREZZA LO IMPONE, METTA IN PRIGIONE NEL CASTELLO DI CREMONA IL SUO SQUADRERIO MAZZAFERRATA 1450 ottobre 25, Milano. Domino Iohanni de Tolentino. El nobile Francesco Malecta, nostro famiglio, ce ha facto relatione de quanto gli havite scripto sopra el facto de Mazaferrata, vostro squadrero e, inteso tucto, a noy pare che per ogni modo debiate pigliare de luy ogni migliore secureza che a voy sia possibile et, non parendove poterne pigliare secureza quale vi satisfaza, se non per destenerlo personalmente, destenitelo et fatelo mectere in quel nostro castello de Cremona in guardia de Bectuzo, nostro castellano, al quale scrivimo che lo accepti et luy et qualunch’altro che a voy parisse da essere destenuto per cose importante al facto nostro. Mediolani, xxv octobris 1450. Cichus. 299 739 FRANCESCO SFORZA RINGRAZIA ALBERTO SANTO PER LE NOTIZIE SU GIACOMO PICCININO. ORDINA CHE METTA PURE NELLA LISTA DELLE ALTRE COSE LE VACCHE, DI CUI PARLA E, INOLTRE, DISPONE CHE, RITROVATO IL CAVALLO, GLIELO SI RIMANDI. ORDINA, ANCORA, CHE GLI UOMINI D’ARME SISTEMATI NELLA VILLA DEL PROTONOTARIO, FRATELLO DI GIOVANNI MATTEO BOTTIGELLA, SIANO TRASFERITI PRESSO DONNA LUCHINA 1450 ottobre 27, Milano. Alberto Sancto. Havimo veduto quanto ne hay scripto de quello tu hay sequito circha lo facto de quelle cose de Iacomo Picinino; dicemo che de tucto remanemo advisati e ne piaze quanto hay facto, et cossì volimo che quello groppo de vache, che tu ne scrivi, lo metti in la lista che tu hay facto del altre cose et per ogni modo vedi che quello cavallo sia retrovato et mandalo qui da nuy senza che te scrivemo altro. Circha lo facto deli allogiamenti de quelli homini d’arme che tu ne scrivi, ti dicemo che loro hanno ragione, et per che Iohanne Matheo Butigella da Pavia che l’allogiamento de quelli homini d’arme è stato più dì in una villa del protonotario suo fratello, e de ciò luy se grava assay per lo gran damno che ne receve, volimo tu vedi fare levare dicti homini d’arme de quella villa et allogiarli in li luochi dela magnifica madonna Luchina, perché la magnificencia sua ha dicto che ella ne he contenta. Data Mediolani, die xxvii octobris 1450 Cichus. 740 FRANCESCO SFORZA FA SAPERE A BASSANO DA CASALE E AD ANTONIO DA VARESE CHE GLI È MOLTO GRADITA L’OFFERTA DEL LORO AMICO DI PORTARSI AI SUOI SERVIZI: LO ACCETTA VOLENTIERI ANCHE CON I SUOI UOMINI, DEI QUALI ASSICURA IL LIBERO PASSAGGIO, AVENDO GIÀ INFORMATO DELLA LORO VENUTA GIOVANNI DA TOLENTINO 1450 ottobre 26, Milano. 214r Baxano de Casale et Antonio de Varesio. Havimo recevuta la vostra littera et inteso per quella la bona voluntate et dispositione delo amico verso nuy et che omnino ha deliberato de volere venire alli nostri servicii, et cetera; restamo del tucti ben advisati. Al che ve respondemo che siamo molto contenti che lo dicto amico vegni ad sua posta, perché serà sempre da nuy ben veduto e tractato et per efecto gli mostraremo che nuy lo amamo et lo havemo ad caro, siché gli posseti mandare a dire ch’el vegni quanto più presto el po’ et che il meni più gente cum luy ch’el porà, perché ad tucti provederemo in forma che restaranno da nuy bene contenti. Alla parte che diceti che nuy gli debiamo mandare la littera del passo et che sia receptato et cetera, dicemo ch’el n'è paruto per più suo bene et per più honestate non gli la mandare, ma nuy havemo bene scripto al magnifico miser Iohanne da Tolentino, locotenente nostro de Cremona, che deve venire uno nostro amico dal canto delà et cetera, lo nome del quale vuy ve lo advisareti; al quale amico et tucti quelli veneranno cum luy li debia vedere volantura e farli allogiare et cetera, siché uno dì o duy inanzo ch’el dicto amico vorà venire de qua, poreti advisare el dicto miser Iohanne del nome de l’amico et cetera, et per questa via la cosa passarà bene e serà secretissima et de tucto poreti advisare esso amico et che vegna liberamente che serà receptato in tucte le terre nostre et veduto volunctera da tucti li nostri. Data Mediolani, die xxvi octobris MCCCCL. Cichus. 300 741 FRANCESCO SFORZA INFORMA IL LUOGOTENENTE DI CREMONA, GIOVANNI DA TOLENTINO, DELLA VENUTA DI UOMINI ( DI CUI ALLA MISSIVA PRECEDENTE) E DISPOONE CHE SI DIA LORO BUONA ACCOGLIENZA E ALLOGGIO 1450 ottobre 26, Milano. Locumtenenti nostro Cremone. El deve venire dal canto de Venetiani uno nostro amico, lo nome del quale Baxano da Casale et Antonio da Varexio ve ne advisarà, lo quale amico havemo conducto alli nostri soldi et servitii. Et perché siamo certi lo dicto nostro amico venirà in Cremonese, volimo, quando vuy sereti advisati dali dicti Baxano et Antonio dela venuta del dicto amico, vuy lo fatiati receptare in ogni luocho deli nostri et provedergli de qualche logiamento per luy e per tucti quelli veneranno cum luy, per fin atanto che nuy gli provederemo per altra via. Al quale amico volimo fatiati careze et honore. Data Mediolani, die xxvi octobris MCCCCL. Cichus. 742 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ GIOVANNI VISCONTI, AGLI OFFICILALI DELLA SANITÀ E AGLI ALTRI UFFICIALI DI ALESSANDRIA DI LASCIARE LIBERI I QUATTRO ALESSANDRINI SE ANCHE A LORO CONSTA CHE ABBIANO AGITO “EX CAUSA PIA” 1450 ottobre 26, Milano. 214v Potestati Iohanni Vicecomiti, officiali sanitatis et ceteris officialibus Alexandrie. Vederiti per la supplicacione de Raynero Choa, Petrantonio Guasco, Francesco Cremonese et Raynaldo Sarde, nostri citadini de Alexandria, qual ve mandiamo introclusa, quanto essi ne hanno supplicato. Et perché se così fosse quanto lor hanno significato che la cosa si’ proceduta ex causa pia più tosto che per altro respecto lucrativo, a nuy pare la causa digna de misericordia, siamo contenti et ve cometimo che, bene intellecta la continencia d’essa supplicacione et trovando essere como fi significato, annullate et irritate dicta condemnacione, laudando nuy però et comandando quanto tu hai facto, Iohanne Vesconte, et confortandote ad fare el simile per l’avenire et anche ogni altra provisione expediente per conservare quella nostra cità da pestilencia, dela qual cosa non ne potresti far cosa più grata. Mediolani, xxvi octobris 1450. Cichus. 743 FRANCESCO SFORZA RACCOMANDA A TOMMASO DA BOLOGNA UN POVERACCCIO, A TORTO INCOLPATO E BANDITO DALLA SUA TERRA. IMPONE CHE DI QUELLA PERSONA NON RIMANGA NESSUNA TESTIMONIANZA SCRITTA RELATIVA ALLA SUA CONDSANNA 1450 ottobre 26, Milano. Thome de Bononia. Dilecte noster, el povero homo presente portatore, chiamato Pedro da Ozonigo, ne ha supplicato flebili voce lo vogliamo per reccomandato cum sie che già circha dui mesi el dicto fosse inculpato a torto ch’el haveva rotta una presone et per questa casone fia messo in bando, in modo ch’el non ha potuto né po’ repatriare. Et perché lo predicto Pedro ne pare poverissima creatura et persona che non possa fare né bene né male, misericordia moti, gli havimo perdonato quando 301 bene havesso commesso dicto excesso. Pertanto volimo, et per la presente te commandiamo, debbi far annullare et cassare ogni scriptura, processo et condemnatione facta, et revocare ogni bando proclamato contra de luy, in modo che, per lo advenire, non habia molestia alcuna. Data Mediolani, xxvi octobris 1450. Iohannes. 744 FRANCESCO SFORZA ORDINA AI MAESTRI DELLE ENTRATE DI DARE 300 DUCATI D’ORO AD ANTONELLO PICCININO DA CORNETO 1450 ottobre 27, Milano. Mediolani, die xxvii octobris 1450. Scriptum fuit magistris intratarum quod darent ducathos auri ecc domino domino comunitas Cassinarum pro subsidio. Antonello Picinino de Corneto, quos postea redderent cuiusque eis cummodaret, de ducatis cc, quos dabat Data ut supra. Franciscus Sforcia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 745 ORDINE DI CONSEGNARE AL FIGLIO DI GIACOMINO IL VELLUTO SEQUESTRATO A CRISTOFORO 1450 ottobre 27, Milano. 215r Mediolani, die xxvii octobis 1450. Scriptum fuit Iohanni Caymo commissario Pizleonis quod per querelam factam per procuratorem olim Iacomini Tubete, dominus intellexerat cum fecisse sequestrare in manibus Christofori Tubete brachia xviii velluti tangentem dicto Iacomino et quam dominus volebat dari filiis, quod vellutum ideo liberaret dictis filiis quia sic erat intentio domini, quod vellutum fuit ex lucro facto per Tubetam domini in eundo portatum novum gloriosi introytus Mediolani. 746 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE DI DARE 100 DUCATI PRO CAPITE AD ANDREA DE OLIVI E A FUSTINO FUSTIGNANO, CHE GLI IMPRESTARONO TALE SOMMA PER IL FRATELLO ALESSANDRO 1450 ottobre 28, Milano. Regulatori et magistris intratarum nostrarum. Li nobili citadini nostri de Cremona Andrea de Olivi et Fustino Fustignano ad questi dì ne imprestarono ducati ducento, zoé cento per uno, quali fureno numerati al magnifico miser Alexandro, nostro fratello, pertanto volimo che subito havuta questa, remossa ogni cagione, fatiati assignatione deli dicti ducento ducati, cioé 200 ducati, alli dicti Andrea et Fustino suso l’entrate nostre de Cremona deli mesi de aprile et mazo proximo avenire. Mediolani, xxviii octobris MCCCCL. Cichus. 302 747 FRANCESCO SFORZA DICE A PIETRO MARIA ROSSI DI ESSERE IMPOSSIBILITATO A COMPIACERLO A FAVORE DEI MARCHESI DI FOSDINOVO, PERCHÉ PREVENUTO, NELLE RICHIESTE DI GENTE, DAI SIGNORI FIORENTINI 1450 ottobre 27, Milano. Magnifico Petro Marie. Respondendo alle vestre lettere circha il facto deli marchesi de Fosdenovo contra Spineta Malaspina, dicemo che voluntiera ve haveressemo compiazuto in questo come in altre cose, ma, considerato che ambedue le parte recomandati et homini deli illustre signori Fiorentini et havendone essi signori Fiorentini requesto alcune dele nostre gente, non havemo possuto fare salvo honore nostro che non ge ne havemo mandato. Ben ce rencrese che non siamo più presto advisati de quanto ne haveti scripto, perché ce seressemo sforzati fare cosa vi fusse stata grata; ma, essendo la cosa passata tanto inanzo come l’è, non potrissemo cum honore nostro revocarla. Data Mediolani, die xxvii octobris MCCCCL. Cichus. 748 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CAPITANO DI BINASCO CHE TENGA, FINO A UNA SUA NUOVA DECISIONE, ANDREA ALBANESE E IL DI LUI SUOCERO, COLPEVOLI DELL’ASSASSINIO DI GABRIELE DEL CONTE 1450 ottobre 28, Milano. 215v Capitaneo nostro Binaschi. Perché Andrea Albaneso, nostro homo d’arme et lo socero suo, quali habitano al mulino de Guizano, dicto lo mulino de Parocti, presso al muro del barcho de Pavia et apresso ad Vilaregio, hanno ferito a morte Gabriel del Conte, nostro citadino milannese, pertanto volimo servi ogni via et modo te parerà de pigliare li dicti Andrea et suo socero, li quali volimo tegni in destreto et in persone perfinché haveremo lo tuo adviso et che nuy te responderemo quello doveray far de loro; et questo fa quanto più presto poteray, et per modo che tu exequisqui quanto per questa te scrivemo. Data Mediolani, die xxviii octobris 1450. Cichus. 303 749 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE VINCENZO AMIDANI DETERMINI IL PAPA E I CARDINALI A RESTITUIRE LA ROBA , CHE DICE, A VITERBO, È STATA INGIUSTAMENTE TOLTA A FIASCO 1450 ottobre 29, Milano. Vincentio de Amidanis. Havemo scripto più fiate et per nostri messi proprii facto supplicare ala sanctità de nostro segnore che se dignasse fare restituire la robba, qual fu tolta a Viterbo, senza veruna honestà o colore de ragione, al strenuo Fiascho, nostro compagno, et similiter havemo instato apresso multi de quelli reverendi signori cardinali che vogliano operare et persuadere che così se faza; et quamvisdio da tucti habiamo havuto bo na resposta cum promissa de operare che se faza la restitutione, pur fine a qui non è sequito effecto alcu no. Il perché, havendo noy questa cosa a core, persuasi dala iustitia et equitate et impulsi da l’amore, qual portamo ad esso Fiasco, novamente scrivimo super inde ala sanctità de nostro signore et ali cardinali, el nome deli quali vederai a tergo dele aligate, che vogliano tendere ala restitutione de dicta robba, tolta inde bite. Il perché volimo che tu operi insti solliciti preghi et fazi cum ogni cura studio et diligentia che così fiza facto, avisandote che per una cosa non ne potresti più compiacere, como che per a nostra contemplatione per tua industria la restitutione se facesse ala moglie de dicto Fiasco, quale vene là per questa cagione. Data Mediolani, die xxviiii octobris 1450. Cichus. 750 FRANCESCO SFORZA CHIEDE AL PAPA DI ATTUARE LA PROMESSA DI RESTITUZIONE DELLA ROBA SOTTRATTA A FIASCO DA CALABRIA E AVVERTE IL PONTEFICE CHE LA LISTA DEI BENI SEQUESTRATI, CHE EGLI HA NELLE MANI, NON CORRISPONDE CHE A UN TERZO DI QUANTO È STATO SACCHEGGIATO 1450 ottobre 27, Milano. 216r Beatissimo domino nostro pape. Ne ricordo per altre mie lettere et anche per mei proprii messi, havere facto recordare et supplicare ala beatitudine vostra che se dignasse far restituire al strenuo Fiasco da Calabria, mio compagno, quella soa robba, che gli fo tolta ad Viterbio, dala quale sempre ho havuta quella resposta bona et benigna che se convene ala sanctità vostra. Ma perché la cosa pur fin mo' non ha havuto effecto, come serò certo sia intentione dela vostra beatitudine, et considerando la cosa essere facta senza veruna honestà o colore de ragione, et etiam conoscendo mi che non essendo dal canto del dicto Fiasco mancamento alcuno, né havendo contrafacto in cosa alcuna, cossì se poteria haver tolta quella robba su lo altare o ala strata, et rendendome certissimo che la sanctità vostra, quale è fontana de iustitia pietà et misericordia, sia disposita che se restituisca, non me è parso superfluo de novo pregare et supplicare a quella che, venendo là per dicta casone la moglie de dicto Fiasco, se degni ordinare che la robba sia restituita, così perché la ragione et honestà el rechede, cossì etiandio per mia singulare complacentia. Et per che sento la sanctità vostra havere una lista dela dicta robba tolta, aviso la vostra clementia che ho informatione la lista non contenere la mità, né il terzo dela robba, perché fu sachezata in modo che non se ne poteria far fede. Sì che supplico la clementia vostra gli voglia havere quella consideratione gli parirà et piacerà. La quale Dio conservi in longo et a la quale iterum devote mi reccomando. Mediolani, xxvii octobris 1450. Cichus. Replicate fuerunt suprascripte littere omnibus infrascriptis die xxii ianuarii 1451 Laude additis ut infra. Cichus.In simili forma vel quasi scriptum fuit, mutatis mutandis, infrascriptis, videlicet: 304 Reverendissimo cardinali Beniventano, reverendissimo cardinali de Columna et beatissimo sanctissimi domini nostri pape camerario, reverendo domino Vicecamerario, domino Soldano. 751 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE DI DARE AD ANTONIO TRECCO I 100 DUCATI VERSATI AD ANTONIO GUIDOBONO 1450 ottobre 29, Milano. Regulatori et magistris intratarum nostrarum. Antonio Trecho ha dato, per uno nostro strectissimo facto, ad Antonio Guidobono ducati cento. Volimo gli li compensati in le sue rasone, siché in lo presente anno li possa havere et li habia per ogni modo. Mediolani, xxviiii octobris 1450. Cichus. Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit. 752 FRANCESCO SFORZA, RICHIAMATA LA TRADIZIONE NATALIZIA DEL BUE GRASSO, INVITA ( E CON LUI UNA LUNGA SERIE DI ECCLESIASTICI) IL PRIORE DI MORTARA A VERSARE I CONSUETI 50 DUCATI 1450 ottobre 27, Milano. 216v Domino Priori Mortarii. Come siamo certi deve sapere la reverentia vostra, solivamo in li tempi passati, caduno anno alla festa de Natale, per l’honorantia del bove grasso, pagare ala camera dela bona memoria de l’illustrissimo signor nostro padre et socero honorandissimo ducati cinquanta d'oro. Et perché siamo certi siti disposto, per l’amore et devotione ce portate, volere fare verso de noy el simile et quantuncha non vi lo havessemo richiesto l’averistevo facto da voy stesso, ve carichamo et confortiamo vi piaza et vogliati provedere et adoperare in modo che li predicti cinquanta ducati ad ogni richiesta deli maistri de le intrate ce possino havere et fir dati ad cui ordinarano, avisandone de l’ordine havirete posto in questo. Mediolani, xxvii octobris 1450. Cichus. In simili forma scriptum fuit infrascriptis de denariorum quantitate pro ut patet, videlicet: abbati Sancti Marini pro ducatis aureis L.ta abbati Sancti Bartholomei iustrata pro ducatis aureis L.ta abbati Sancti Lanfranchi pro ducatis aureis L.ta archiepiscopo Mediolanensi pro ducatis aureis L.ta abbati de Bremide pro ducatis aureis L.ta abbati Sancti Petri in Celo Aureo pro ducatis aureis L.ta priori Sancti Maioli pro ducatis aureis L.ta 305 episcopo Papiensi pro ducatis aureis L.ta abbati Sancti Ambrosii Mediolani pro ducatis aureis L.ta abbati Sancti Salvatoris pro ducati aureis L.ta Infrascriptis scriptum fuit die 29 octobris 1450 a : episcopo Laudensi pro ducatis aureis L.ta preposito Sancte Marte pro ducatis aureis L.ta abbati Clarevallis Florenzole pro ducatis aureis L.ta abbati de Locavana pro ducatis aureis L.ta episcopo Cremonensi pro ducatis aureis L.ta abbati Columbecte in Florenzola pro ducatis aureis L.ta abbati Sancti Sepulcri pro ducatis aureis L.ta abbati Sancti Laurencii pro ducatis aureis L.ta abbati Sancti Savini pro ducatis aureis L.ta abbati Sancti Petri de Herbamata pro ducatis aureis L.ta abbati Aquelogne pro ducatis aureis L.ta episcopo Parmensi pro ducatis aureis L.ta abbati Sancti Stefani L.ta abbati Sancti Bartolomei pro ducatis aureis L.ta preposito Capucii pro ducatis aureis L.ta abbati Sancti Basilidis pro ducatis aureis L.ta abbati Sancti Laurencii pro ducatis aureis L.ta episcopo Novariensi pro ducatis aureis L.ta abbati Sancti Bartholomei pro ducatis aureis L.ta abbati Romagnani pro ducatis aureis L.ta preposito de Dolzago pro ducatis aureis L.ta priori Carpignani pro ducatis aureis L.ta 306 preposito Sancte Marie L.ta Die xvii novembris b a Aggiunto nel margine sinistro. b Da episcopo Novariensi a preposito Sancte Marie inserito successivamente con altra data. Die xvii novembris scritto a margine. 753 FRANCESCO SFORZA ORDINA A FRANCESCO DE GIORGIIS DI DISTRIBUIRE DODICI FANTI E DODICI CAVALLI DEL CONDOTTIERO PAOLO DA ROMA IN SEI LOCALITÀ, RICORDANDO DI DARE MENSILMENTE AGLI UOMINI DUE STAIA DI GRANO A PERSONA E DELLO STRAME PER I CAVALLI 1450 ottobre 29, Milano. Francisco de Giorgiis. Dilecte noster volemo debi alogiare nelle infrascripte sey ville o lochi cioè Rocholi Materno, Monti Torri, Castello de Lambro et Marciano dodici cavalli con dodici boche de quelli de lo spectabile et strenuo Spanolo da Roma nostro conductiero et cioè cavalli et doi boche per chiascheuno de dicti lochi, alli quali volemo farti provedere per li homini de ciascheuno de li dicti lochi de prestantie et strame per li cavalli loro et così volemo gli fagi provedere omne mese de doi stara de grano per per bocha ala mesura milanese et non manchi perché così è la voluntà nostra. Datum Mediolani, xxviiii octobris 1450. 754 FRANCESCO SFORZA FA PRESENTE A COMMISSARIO, REFERENDARIO E TESORIERE DI PIACENZA CHE I BENI DI IORIO ADVOCATI , MORTO DI PESTE, DEVONO ESSERE CONFISCATI DALLA CAMERA DUCALE PER ESSERSI EGLI PORTATO IN CITTÀ CONTRO GLI ORDINI. DECIDE CHE I 40 DUCATI D’ORO, TROVATI PRESSO DETTO IORIO SIANO DATI AL FAMIGLIO DUCALE ANTONELLO DA PIACENZA 1450 ottobre 30, Milano. Commissario referendario et thexaurario Placentie. Siamo avvisati che le passato de questa vita uno iorio de advocatis per casone de posto et che li suoi beni debeno essere confiscati alla camera nostra perché essendo luy de fuora infermo se reduse in la cità contra li ordini nostri; havemo etiamdio inteso che oltra li altri beni se gli sonno retrovati ducati quaranta d’oro quali el commissario sopra la sanitate ha facto deponere presso antonio dale caselle et pertanto ut commettemo et volimo che dovendo rasonevolemente essere applicati alla camera nostra li beni del dicto quondam iorio provediati che li dicti xl ducati siano exbursati ad ti texaurerio et da poy li fatiati dare et dagati ad misser antonello da piasenza nostro fameglio o ad che ordenarà luy liberamente et senza exceptione alcuna metendoli per spesa consumata. Data mediolani, die xxxx octobris MCCCCL. Iohannes. 307 Abbati Sancti Stefani Abbati Sancti Bartolomei Pro Ducatis Aureis Preposito Capucii Pro Ducatis Aureis Abbati Sancti Basilidis Pro Ducatis Aureis Abbati Sancti Laurencii Pro Ducatis Aureis Episcopo Novariensi Pro Ducatis Aureis Abbati Sancti Bartholomei Pro Ducatis Aureis Abbati Romagnani Pro Ducatis Aureis Preposito De Dolzago Pro Ducatis Aureis Priori Carpignani Pro Ducatis Aureis Preposito Sancte Marie die xvii novembris a a scritto a margine. L.Ta L.Ta L.Ta L.Ta L.Ta L.Ta L.Ta L.Ta L.Ta L.Ta L.Ta 755 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE CHE SI PAGHI IL DOVUTO A PIETRO DE ACCEPTANTIBUS PER I DIVERSI SERVIZI DA LUI RESI 1450 ottobre 30, Milano. 217v Regulatori et magistris intratarum. Ha cavalcato in questi dì passati Pedro Aceptante in li nostri servitii; essendo adoncha nostra intentione che per lo tempo he stato exercitato per nuy li sia facto el debito, ve commettiamo et volemo che per lo tempo he stato de fora li faciate fare la razone della andata sua per due cavalli, in la forma se fanno a quelli cavalcano senza provizione, ma per lo tempo che ello è stato et sta qui sopra la spesa siamo contenti et volemo gli faciate la razone come alli altri che stanno sopra la spesa senza provizione, vel altramente li provediate secondo vi parerà honesto et condecente, faciendo fare le oportune scripture. Mediolani, die xxx octobris 1450. Cichus. 756 FRANCESCO SFORZA ORDINA A FUSCHINO ATTENDOLI, LUOGOTENENTE DI LODI, CHE VENGA ESCLUSIVAMENTE IMPRIGIONATO (SALVANDOGLI COSÌ LA VITA) COLUI CHE LO HA AIUTATO A RITROVARE LA REFURTIVA, LASCIANDO CHE LA GIUSTIZIA FACCIA IL SUO LIBERO CORSO PER L’ALTRO MALANDRINO 1450 ottobre 30, Milano. Domino Fuschino de Attendulis locumtenenti Laude. Havimo recevuta tua littera et inteso quanto scrivi circha al facto de quelli malefactori de Domenico da Mu zano, quali hay sostenuti per lo furto del panno hanno facto, et cetera. Dicemo hay facto bene de quanto hai exequito et piacene et commendiamote; ma circha el facto de fare rasone alli dicti malefactori, te dice mo che havendo promesso Domenico da Nuzano ad uno de li dicti duy malefactori che, facendo luy retro vare la robba furata, che li faria perdonare la vita, siamo contenti et cossì volimo che quello tale che ha facto retrovare la robba sia retenuto senza 308 farli altra novitate, et de l'altro malfactore siamo contenti et voli mo che ne faci quanto vole la ragione et iustitia, perché cossì è nostr iIntentione. Data Mediolani, die xxx octobris MCCCCL. Iohannes de Ulesis. 757 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE ALBERTO SANCTO LASCI INVIARE A GIACOMO PICCININO GLI INDUMENTI SUOI 1450 ottobre 29, Milano. Alberto Sancto de Tritio. Dilecte noster, nuy siamo contenti che tu lassi mandare qui ad Iacomo Picinino delle cose soe, ciò è qualche vestito, calce, camise et cose simile, senza le quale luy non può stare. Data Mediolani, die xxviiii octobris 1450. Cichus. 758 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL LUOGOTENENTE DI CREMONA DI PERMETTERE, A RICHIESTA DEL CONDOTTIERO GUIOVANNI DALLA NOCE, CHE DOMENICO DALLA NOCE POSSA ABITARE NELLE LOCALITÀ DI FIESSO E SALVAROLO, PAGANDO PERÒ LE TASSE A CREMONA 1450 ottobre 30, Milano. 218r Locumtenenti Cremone. Per compiacere el spectabile et strenuo nostro conductero miser Iohanne dela Noce, siamo contenti et volimo che, non obstanti alcuni ordini, decreti o statuti de quella nostra citade che fosseno in contrario, lassi stare et habitare Domenico dala Noce, nostro citadino de la dicta cità, in le ville del Fiesso et Salvarolo, pagando però luy a Cremona per la sua ratta de li carichi, come fanno li altri nostri citadini Cremonesi. Data Mediolani, die xxx octobris 1450. Iohannes. 759 FRANCESCO SFORZA SCRIVE AL LUOGOTENENTE DI CREMONA CHE ORDINI A UNO DEI FRATELLI, MAFIO E ONOFRIO DI CASELLI, DI PORTARE DA LUI I 40 DUCATI D’ORO LASCIATI DAL DEFUNTO PROVVISIONATO FRANCESE 1450 ottobre 31, Milano. Dicto locumtenenti Cremone. Siamo certificati ch’el Franzoso nostro provisionato, quale è morto in questi dì lì in Cremona, anzo la morte sua, mise in mano de Mafio et Honofrio di Casselli, fratelli, ducati quaranta d’oro; unde volimo che, subito havuta questa, fatiati che uno de quelli fratelli incontinenti porti qua da nuy li dicti ducati quaranta. Et in questo non gli sia fallo alcuno. Data Mediolani, die ultimo octobris 1450. Iohannes. 309 760 FRANCESCO SFORZA COMANDA A PIETRO DA CORTONA DI NON MOLESTARE ULTERIORMENTE MARLIANO E DINTORNI CON RICHIESTA DI GUASTATORI 1450 ottobre 31, Milano. Petro de Cortona. A li dì passati te scripsemo che per certi boni respecti non volevamo che, in la rechiesta quale hai a fare de guastatori, tu gravasse Marliano né gli rechiedesse più como dece guastatori; et quando te scripsemo intendevamo de Marliano et de le terre conrespondente a Marliano in li carichi occurrenti, et così te replicamo. Non gli gravare aduncha de più, come te havemo scripto. Mediolani, ultimo octobris 1450. Cichus. 761 FRANCESCO SFORZA CHIEDE AI SIGNORI , AI PRIORI DELLE ARTI E AL VESSILLIFERO DELLA GIUSTIZIA DEL POPOLO E DEL COMUNE DI FIRENZE UNA PROROGA DI SEI MESI PER RISCATTARE I PEGNI ( ARGENTERIA E GIOIE CONCESSE DAL DEFUNTO MARCHESE LIONELLO D’ESTE), IMPOSSIBILITATO A FARLO AL PRESENTE PER LE RICORRENTI SPESE. CHIEDE, INOLTRE, DI “FARE RISCOTERE LI DENARI DEL NOSTRO SERVITO VECHIO, QUALI NE SONO ASSIGNATI, ET D’ESSI FARE RISCOTERE LI DICTI PEGNI” 1450 ottobre 31, Milano. 218v Dominis et prioribus artium et vexillifero iustitie populi et communis Florentie. Excellens et cetera, l’è gran tempo che la bona memoria de l'illustre Leonello quondam marchese de Ferrara, per subvenire ad uno nostro grave bisogno, ne concedette alcune argentere et zoye, quale furono impegnate lì per certa quantità de denari a Bono banchero, et mai non le havemo possuto rescotere per le conditione passate, nì etiamdio gli havemo el modo de presenti per le nostre tollerabile spese, quale continuamente occorrono; et perch’el termino de rescodere decti pegni ogni dì passa et cognoscemo le signorie vostre essere prompte et calde in le cose nostre, però recorremo da esse confidentemente et le confortiamo et pregamo con quanta maiore affectione possemo gli piaza operare et provedere ch’el termino de rescotere dicti pegni a sia prorogato per sei mesi avenire. Gli piaccia etiamdio fra questo tempo usare ogni studio et diligentia in fare riscotere li denari del nostro servito vechio, quali ne sono assignati, et d’essi fare riscotere li dicti pegni, como siamo certi faranno per lo amore et dilectione quale ne portano; nondimanco fra questo mezzo vederemo de provederli per altra via, quando altramente non se possa fare, ma, come è dicto, più grata ne seria la via dela dicta assignatione et così pregamo le segnorie vostre voglano fare. Ali piaceri dela quale siamo continuamente aparechiati. Mediolani, die ultimo octobris MCCCCL. a Segue depennato da tratti verticali a penna il testo da ogne dì passa fino a operare et provedere. 310 762 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AGLI ANZIANI E AL VESSILLIFERO DELLA GIUSTIZIA DEL POPOLO E DEL COMUNE DI LUCCA LA DISPONIBILITÀ DEL MARCHESE DI FERRARA A CONCORDARE BUONI RAPPORTI CON LORO 1450 ottobre 31, Milano. Antianis et vexilifero iustitie populli et comunis Luchani. Sonno retornati li vostri ambasatori, quale mandessemo alo illustre signor lo marchese de Ferrara, per provedere che tra le magnificentie vostre et la signoria sua sequa bona concordia et amicicia. La qual pre fato signor marchese ne ha resposto per li dicti nostri che la signoria sua è contenta, per nostro amore, to gliere via le offese tra li vostri homini et li suoi et che, fin che loro erano a Ferrara, lo prefato signor marche se havea mandato a togliere via le offese predicte et poi che per lui non mancarà 219r may a redurse cum le magnificentie vostre ale cose iuste et honeste. Li dicti nostri ne dicono che lo prefato signor marchese è ben disposito a volere bene vivere cum le magnificencie vostre; siche confortiamo esse magnificientie vo stre ad volere pacifice et bene vivere cum lo prefato segnor marchese et reduerse cum la signoria sua a le cose iuste et honeste, perché facendolo nuy n’haveremo piacere asay. Data Mediolani, ultimo octobris 1450. Cichus. 763 FRANCESCO SFORZA DISPONE CHE DAL REFERENDARIO DI PAVIA O DAL SUO LUOGOTENENTE E DA GRACINO DA PISCAROLO SI PRESTI ATTENZIONE ALLA SUPPLICA DEL COMUNE DI DOVERASCO, E CIOÈ CHE NON ABBIANO A SOFFRIRE INGIUSTIZIA 1450 novembre 2, Milano. Referendario Papie vel ipsius locuntenenti et Gracino de Piscarolo. Exibuerunt nobis supplicacionem comune et homines Doveraschi illius nostri comitatus Papie, cuius continentiam plurium attendentes disponiti omnino talia enorma non perpeti, scribimus vobis et comittimus quatenus de contentis in supplicatione ipsa dilligenter informari velitis et debitam adhibere provissionem, quod ipsi supplicantes iniusticiam non paciantur, nec vexentur ullo modo propter debitum, avissantes vos quod capitaneo inibi nominato de huiusmodi facta vobis comissione scribimus et quod vobis et mandatis vestris super ipsa causa firmiter obediat et exequatur quicquid sibi superinde mandaveritis et duxeritis fiendum. Mediolani, secundo novembris 1450. Cichus. 311 764 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL CAPITANO DI CASTEGGIO SMETTA DI ANGARIARE LA GENTE DI DOVERASCO E SI ATTENGA , ANCHE, A QUANTO GLI DIRANNO I REFERENDARI DI PAVIA 1450 novembre 2, Milano. Capitaneo Clastigii. Per parte del comune et homini de Doverascho n’è porrecto et facto grandissimi lamenti dele extorsione, che tu gli fay o la famiglia tua in le execucione che hay a fare; le quale cose, cossì essendo, molto ne dispiaceno né volemole comportare, dove, intendendo che per ogni modo che questa cosa sia intesa et fazassi de rasone, havemo cometuto a li nostri referendarii a Pavia che dilligentemente se informano de questo et provedano che quelli homini non siano ultragiati. Pertanto te scrivemo et comandamote che a quanto te scriverano et mandarano dicti referendarii sopra de ciò, exequisci como se nuy te scrivessemo. Data ut supra. Cichus. 765 FRANCESCO SFORZA RACCOMANDA A MARTINO, ABATE DI CASANOVA CONSIGLIERE DEL LEGATO DI SAVOIA, IL CONTE FRANCHINO RUSCA CHE HA DEI BENI NEI TERRITORI SABAUDI 1450 novembre 1, Milano. 219v Domino Martino abbati Casenove consiliario reverendissimi et excellentissimi domini legati Sabaudie, et cetera. Licet persuadeamus nobis non esse opus reccomendatione apud vestram paternitatem pro iis, qui nostri sunt, quos gratis et benignis favoribus assidue prosequeretur pro sua in nos benevolentia et caritate, quia tamen contingere posset magnificum dilectissimum nostrum comitem Franchinum Ruscham, sive agentes pro eo, super nonnullis bonis et posessionibus quas illis impartibus habere dicit, favoribus nostris indigere, eundem et res suas omnis paternitatis vestre ex animo commendamus pariter et rogamus ut, quandocum que ad eam recursum habuerint ipse et sui predicti, libeat eisdem patrocinium et favores quoscunque ho nestos et possibiles prebere et declarare quod eos caros habeat quemadmodum et nos suos omnes et subditos vestri reverendissimi domini caros habemus et iuvaminibus nostris utique prosequi vellemus. Mediolani, primo novembris 1450. Cichus. 312 766 FRANCESCO SFORZA RACCOMANDA ALLA COMUNITÀ DI FIRENZE GIACOMO E I FRATELLI DI PIACENZA IN LITE CON L’EREDE PIACENTINO DI UBERTINO BARDI PERCHÉ LA LORO VERTENZA , GIÀ TIRATA IN LUNGO, VENGA RISOLTA CON RITO SOMMARIO 1450 novembre 3, Milano. Comunitati Florentie. Siamo certi le signorie vostre siano informate de una differentia, quale vertisse fra Iacobo et li fratelli da Piasenza nostri citadini da una parte, et lo herede de Ubertino di Bardi, citadino de quella nostra città, da l’altra, per certa quantità de dinari, che li dicti Iacobo et fratelli pretendeno havere dal predicto herede. Et benché nuy crediamo non essere necessario recommandare ale signorie vostre li homini et citadini nostri, li quali sonno vostri, tamen, perché dicti fratelli se agravano non esserli administrata in quella cità raxone né iustitia, et che sonno menati per litigio in modo che non possono consequire el debito suo, et più che novamente gli è stato rotto uno salvoconducto senza alcuna denunciacione, il quale gli haveva concesso già longo tempo fa le signorie vostre, la qualcosa credemo perhò essere molto aliena dala veritate, pregamo le signorie vostre vogliano in raxone havere recommandati dicti fratelli et farli administrare raxone summaria et expedita, ad ciò non siano menati più in longo et che la raxone equitate et veritate habia loco, così per l'una parte como per l'altra, et niuna de quella se possa dignamente lamentare; et per questa casone mandiamo da le signorie vostre Tristano da Dexio, nostro famiglio presente latore, informato dela intentione nostra circha ciò, al piaza le signorie vostre credere et prestare piena fede quanto a nuy proprii. Mediolani, iii novembris 1450. Cichus. 220r In simili forma scriptum fuit: sex deputatis ad officium merchancie Florencie, Cosme de Medicis, domino Angelo de Azayolis, Bocchacino de Alamanis et Nicodemo de Pontremulo, mutatis mutandis. Cichus. 767 FRANCESCO SFORZA INFORMA IL REGOLATORE E I MAESTRI DELLE ENTRATE DI AVER NOMINATO QUATTRO RAGIONIERI PER VERIFICARE L’OPERATO DI ANTONIO MORONE GIÀ TESORIERE GENERALE DUCALE 1450 novembre 3, Milano. Regulatori et magistris intratarum. Intendentes quod rationes Antonii Moroni, olim thesaurarii nostri generalis, videantur et debite concludantur, occasione administratorum per eum in ipsa thesauraria, committimus vobis et volumus quatenus Thomeum de Sclagenatis, Bernardum de Affori, Iohannem de Vicecomitibus et Aluysium de Varisio, ratio natores Camere nostre, deputatis, sicut et nos per presentes deputamus, ad videndum examinandum et diligenter calculandum quascunque rationes dicti Antonii causa administrationis thesaurarie predicte, relaturos de hinc vobis quicquid superinde compererint. Mediolani, iii novembris 1450. Cichus. Iohannes, Christoforus 313 768 FRANCESCO SFORZA INFORMA GIACOMAZZO DA SALERNO DI AVERE AFFIDATO A RAFFAELE PUGNELLO LA VERTENZA FRA AGOSTINO DA SALERNO E GLI UOMINI DI FABIANO, CHE NON VUOLE VENGANO MOLESTATI DA DETTO AGOSTINO FINO ALLA CONCLUSIONE DELLA CAUSA 1450 novembre 4, Milano. Domino Iacomacio de Salerno. Perché havemo commessa la differentia, quale ha Augustino da Salerno cum li homini de Fabiano, ad Raffaello Pugnello, quale farà rasone a chi l’havirà, pertanto vogliati fare che dicto Augustino non die alcuna molestia né impedimento ali dicti homini per fine Raffaello havirà deciso quanto vorrà rasone. Mediolani, iiii novembris 1450. Iohannes de Ulesis. 769 FRANCESCO SFORZA CONCEDE AD ANTONIO PORRO, CAPITANO DEL LAGO DI COMO, DI PORTARSI A MILANO PER ATTENDERE ALLE SUE FACCENDE 1450 novembre 4, Milano. 220v Antonio Porro capitaneo lacus Cumarum. Siamo contenti et cossì per questa nostra littera te concediamo piena licentia che possi venire et stare qui otto dì, per fare li facti toi, et poi tornare al tuo offitio. Mediolani, iiii novembris 1450. 770 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL FRATELLO ALESSANDRO DI AVER CONSENTITO A GIACOMINO DELLA GIROLA DI PORTARSI DA LUI 1450 novembre 4, Milano. Domino Alexandro Sfortie. Iacomino de la Girola è venuto qui da noy, il quale ne ha domandato licentia, dicendone che luy vole venire da ti; et perché nuy non volimo tenere niuno per forza, gli habiamo concessa e data dicta licentia, sì che noy te ne avisiamo che lo dicto Iacomino non sta più con noy, né ali nostri soldi et servitii et è in sua libertate. Luy ne ha pregato ti ne vogliamo scrivere, siché noy ti ne avimo voluto avisare, aciò che tu sappi come la cosa passa. Mediolani, iiii novembris 1450. Cichus. 314 771 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE FOSCHINO ATTENDOLI, INSIEME CON IL VICARIO DEL PODESTÀ, FACCIA SMETTERE TAL MACORATO DI DARE FASTIDIO A MASTRO PIETRO, MANISCALCO DUCALE, CHE NON PUÒ BENEFICIARE DELL’ABITAZIONE DATAGLI 1450 novembre 4, Milano. Foschino de Attendolis. Maystro Pietro nostro manescalco se grava che, essendoli assignata lì in Lode una stantia per lozamento, non la pò usare né per uso del suo exercitio né per suo habitare, et questo per insolentia et temerità de uno chiamato el Macorato. Volimo adunca che, participato de questo con el vicario del potestà, tu provedi che, essendo assignata tale stantia per logiamento al dicto maystro Pietro, esso ne possa usare honestamente senza iniuria de veruno. Mediolani, iiii novembris 1450. Cichus. 772 ORDINE AL COMUNE E AGLI UOMINI DI CAMPO SPINOSO DI PAGARE AI FAMILIARI E AGLI STIPENDIARI DI FIASCO DI GIRACIO LE TASSE PRECEDENTEMENTE VERSATE AD ANTONIO DI PROVENZA 1450 novembre 4, Milano. Comuni et hominibus Campi Spinosi. Mediolani, iiii novembris 1450. Scriptum fuit suprascriptis quod de tassis, de quibus respondebant Antonio de Provenzia et armigeris suis, deberent, ipsis dimissis, respondere familiaribus et stipendiariis Flaschi de Giracio. Iohannes de Ulesis. 773 FRANCESCO SFORZA CHIEDE NUOVAMENTE A GIACOMO BIRIETTA DI INTERPORRE UNA BUONA PAROLA PRESSO IL PREVOSTO DI SAN BERNARDO A FAVORE DI BARTOLOMEO STAZOSO 1450 novembre 4, Milano. 221r Iacobo Biriette merchatori in Gebenis. Vi facissemo, inante la partita vostra da qui, recomandare per Piero da Pusterla nostro Bertolomeo Stazoso per caxone de l’inquesta che noy gli havemo data et concessa in el dominio nostro, ciò è vi interponesti col reverendo monsignor preposto de San Bernardo talmente che, per nostra reverentia et contemtamento, luy fuse contento che dicto Bartolomeo havese dicta in questa, et maxime offerendose luy de ricognoscerla dela paternità sua, secondo la ratta de Lombardia et cetera. Anchora di novo desiderosi che dicto Bartolomeo goda et tenga questa cosa, vi dicemo, confortiamo et charicamo vogliate fare tale opera presso esso preposito, del quale sapemo quanto potete desponere, ch’el sia contento compiacere al desiderio nostro; il che ascriveremo a non mediocra complacentia, offerendoli per la sua paternità ad ognia et magiore cosa liberamento apparechiato. Data Mediolani, die iiii novembris MCCCCL. Cichus. 315 774 FRANCESCO SFORZA CONFIDA NELL’ASCENDENTE CHE GIOVANNI ZABOLO HA SUI SUOI CONCITTADINI PARMESI PER REPERIRE 300 DUCATI D’ORO A FAVORE DEL FRATELLO ALESSANDRO 1450 novembre 4, Milano. Iohanni de Zabolis, civi Parmensi. Benché siamo certissimi che da ti non habii el modo al presente de subvenirne de alcuna quantità de peccunia a nuy necessarie, segondo che habiamo inteso per toe littere et etiam como hay facto la scusa, nondimanco confidando ne la tua devocione al stato nostro, non dubitamo che, vogliandote adoperare cum lo credito che hay preso quelli citadini, non retrove facilmente da una o vero più persone per fin ala summa de trecento ducati d’oro per cosa importante asay al stato nostro; il perché deliberamo de man dare lo magnifico Alexandro, nostro fratello carissimo in le parte de Toschana per bono respecto. Te con fortiamo et carrichiamo quanto possimo che vogli tenere modo che habiamo li dicti tricenti ducati, como credemo saperai fare, li quale volemo sianno dati et numerati al prefato nostro fratello, perché meglio habia el modo de andare a l’impressa gli havemo comissa, etiam se bene fose de bisogno che li recha tasse ad interesse 221v de dui per cento, de qualli ducati trecento et interesse te faremo fare tanti as signamenti sopra el dacio dele porte de quella cità del mese de aprile et de mazo proximo avenire, o vero sopra quale altro dacio meglio parerà et piazerà a te; o vero che facesseno la dicta subvencione in modo et forma che sareti cauti, et de ciò scrivemo oportunamente al referendario et thexaurero nostri lì che fazano, como tu diray, tanti assignamenti ut supra in modo o forma che o altri che subvenirà ala camera nostra o vero ti deli predicti ducati remagna satisfacto, così per la sorte como per lo interesse. Mediolani, die iiii novembris 1450. Cichus. 775 FRANCESCO SFORZA INFORMA IL REFERENDARIO DI PARMA DI AVER CHIESTO A GIOVANNI ZABOLO DI PROCURARGLI PRESSO I PARMESI 300 DUCATI D’ORO PER IL FRATELLO ALESSANDRO 1450 novembre 4, Milano. Referendario nostro Parme. Perché havendo de presente la Camera nostra bisogno recuperare alcuna quantità de dinari per strecta necessitate et importantissime al stato nostro, havemo scripto al nobile nostro dilecto Zohanne Zabolo citadino li voglia subvenire ala Camera nostra de trecenti ducati d’oro, o per altri, perché siamo certi non ha lui el modo, ben che siamo certissimi provedaria a maior facto, lo havemo caricato et exortato li voglia recuperare da altri o ad interesse, purché rechati per satisfare a questa nostra necessitate et poy darli a l’illustre signor Alexandro, nostro fratello, perché habiamo casone de transferirlo aIe parte de Toschano per alcune cosse importantissime al stato nostro. E quando li talli haverano subvenito ala camera de quelli ducati trecento, volemo li fati assignacione sopra li dacii de l’intrate dele porte de quella nostra cità del mese d’aprile et mazo proximo che venirano, et sopra qualuncha altro dacio li parirà et piacerà a loro, como per la presente li assignamo o per altra via, pur che remagnano taciti et contenti de nuy. Volemo etiandio, s’el sarà necessario per via de interesse, volemo li faci assignacione cossì per lo interesse como per la sorte. Mediolani, iiii novembris 1450. Cichus. 316 776 FRANCESCO SFORZA RIDICE AL TESORIERE DI PARMA QUANTO SURRIPORTATO PER LA RICHIESTA FATTA A GIOVANNI ZABOLO 1450 novembre 4, Milano. 222r Thexaurario Parme. Scrivemo lì per nostre littere al nobile nostro dilecto Zohanne Zabollo voglia rechatare lì in quella nostra cità ducati trecento d’oro per satisfare alcuni nostri bisogni, qualli importano asai al Stato nostro, li qualli volemo siano dati al magnifico misser Alexandro, nostro fratello, per che havemo bisogno transferirlo ale parte toscane per alcune fazende al stato nostro importantissime. Havemo etiamdio scripto al referendario lì quanto citius sia subvenuto deli dicti ducati ala camera nostra li faza fare assignacione sopra lo dacio dele porte di quella nostra cità del mese di aprile et mazo proximi che venerano, o sopra qualuncha altro dacio piacerà a loro, o per altra via et modo rimangano contenti de nuy. Et se forsi non fosse altro modo ad recatare quilli talli dinari, salvo che per via de interesse, volimo etiamdio siano satisfacti così delo interesse como dela sorte. Et quando sarà el termine dela dicta assignacione volimo statim respondi, et exborsi li dicti trecento ducati a quelli haverano ala Camera nostra subvenuto, cessando ogni excusacione et dilacione. Data Mediolani, die iiii novembris 1450. Cichus. 777 FRANCESCO SFORZA SI RIVOLGE AL REFERENDARIO E AL TESORIERE DI PARMA PER CHIEDERE, ALL’UNO L’ASSEGNAZIONE SOPRA LE ENTRATE DELLE PORTE CITTADINE DI APRILE E MAGGO 1451 PER RIMBORSARE I 300 DUCATI RACCOLTI DA GIOVANNI ZABOLO, E ALL’ALTRO ULTERIORI 200 DUCATI 1450 novembre 4, Milano. Referendario et thaxaurario Parme. Como vederiti per nostre littere scrivemo a Zohanne Zabolo, cittadino lì, per alcuni bisogni nostri ne voglia subvenire de trecento ducati, li quali volimo siano dati al magnifico misser Alexandro, nostro fratelo et ti referendario li faci l’assignacione sopra l'intrate dele porte de quella nostra cità del mese di aprile et marzo proximi che venerano; non obstante quelli trecento havemo ancora bisogno, per nostre grandissime necessitate, recuperare ultra quelli altri ducento ducati, qualli ti texaurero te confortiamo vogli essere insieme cum lo dicto Zohanne Zabolo, et tra l'uno e l'altro, tenere et servare quello meglior modo sia posibile al rechato d'essi ducento ducati, li qualli volemo siano dopo exbursati, et statim datene cento ad Antonio da Dexio presente exhibitore, et li altri cento ad Francesco Maletta. Et volemo faci fare tu, referendario, la assignacione sopra ciò, como havimo dicto; et perché siamo informati ch’el dicto Zohanne Zabolo, vogli tu thexorero, non habiando altro modo, al manco recuperarli ad interesse li dicti denari, et questo tenitelo in vuy. Data Mediolani, die suprascripta. Cichus. 317 778 FRANCESCO SFORZA ORDINA A SAGRAMORO DA PARMA DI RESTITUIRE IL PAIO DI BUOI SOTTRATTI A OPICIO DA CASTIGLIONE NON ESSENDO EGLI TENUTO A PAGARE LA TASSA DEI SOLDATI CON IL COMUNE DI CASTIGLIONE, IN QUANTO GIÀ LA PAGA NELLA PIEVE DI VARESE 1450 novembre 4, Milano. 222v Sacramoro de Parma. Ce ha significato con querela Opicio da Castiglione, nostro cittadino milanese, che già più mesi passati tu gli facesti torre uno paro de bovi, li quali mai gli hay restituiti, et questo dice essere facto sotto protesto che sia obligato pagare le tasse de soldati cum el comune de Castiglione, et luy allega che non, perché paga et contribuisce in la pieve de Varese per le dicte tasse, come allega et se proferisce farne fede, et per questo inferisce non essere obligato a contribuire con quilli da Castiglione, et per consequente essergli tolti li soi bovi indebite. Volimo aduncha, per non dare materia a veruno de lamentarse de torto o iniustitia, che tu te informi o faza far fede se così è che contribuisca cum la pieve de Varese, et, trovando essere cossì, che tu gli restituischi li soi bovi, perché non saria debito ch’el pagasse in duy luochi. Mediolani, iiii novembris 1450. Cichus. 779 CICCO SIMONETTA VUOLE CHE MARTINO DA TRESSINO CESSI LA DISTRIBUZIONE DI GRANO 1450 novembre 4, Milano. Martino de Tressino. lo ho recevuta vostra lettera et inteso quanto scrivite del facto del dispensare del frumento et cetera; dico che vogliati per honesto modo sopra sedere alla dicta dispensatione et non fate altra distributione, se altro de novo non vi serà scripto; et non mostrate ve ne habiamo scripto. Mediolani, iiii novembris 1450. Vester Cichus ducalis secretarius. 780 FRANCESCO SFORZA ESPRIME AL VICARIO DEL VESCOVO, AL PREPOSITO, AI CANONICI E AL CAPITOLO DELLA COMUNITÀ DI PIACENZA IL PROPRIO DISAPPUNTO PER AVERE ESSI DATO IL CANONICATO A PERSONA DIVERSA DA QUELLA DA LUI INDICATA E PERTANTO ORDINA CHE LO SI CONFERISCA A PRETE TOMMASO. FA PRESENTE AL VICARIO CHE È SUA INTENZIONE “ CHE NON SIANO IMPETRATI ALCHUNI BENEFICI” 1450 novembre 5, Milano. Domino vicario episcopi et preposito, canonicis et capitulo comunitatis Placentie. Per altre nostre vi scripsemo che volesti ad contemplatione nostra conferire lo canonicato, vacante per la morte de messer Baldasarro, a pre’ Thomaso fratello de Zohanne Vesconte, nostro camorero, et non lo havite facto, anzi l’havete conferito ad uno altro, che ne maravigliamo; il che ve dicemo che vogliati conferire dicto canonicato al prefato pre’ Thomaso et elegerlo in canonico solennemente et fatilo mectere in possessione. Ceterum havemo recevute littere de voy, miser lo vicario, responsive alle nostre, circa el facto de lo impetrare deli beneficii et cetera; di che respondemo che nostra intentione è che non siano impetrati alchuni beneficii tanto deli 318 reservati in corte, quanto deli non reservati et de tucti quelli se expectano alla collatione vostra. Et questo è la intentione nostra. Mediolani, v novembris 1450. Iohannes de Ulesis. 781 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL COMMISSARIO DI BELLINZONA COSTRINGA GUIDINO DELLI RONCI DI BREGNANO A DARE IL DOVUTO A FRANCESCO ARDITO 1450 ottobre 31, Milano. 223r Commissario Bilinzone. Ha facto lamenta denanci a noy miser Francesco Ardito devere havere certa quantità de denari per casone de sua mercede da Guidino deli Ronci de Bregnano si che vi commectiamo et vogliamo astrengati realmente et personalmente dicto Guidino a pagare dicto miser Francesco de tucto quello che da luy debitamente deverà havere per la dicta sua mercede, per forma non sentiamo più querela. Mediolani, ultimo octobris 1450. Iohannes de Ulesis. 782 FRANCESCO SFORZA COMANDA AL CAPITANO DEL LAGO DI COMO DI NON AGIRE CONTRO IL COMUNE DI GRAVEDONA, MA CONTRO I SINGOLI ATTORI DELL’OPPOSIZIONE A MEMBRI DELLA FAMIGLIA CAPITANEALE, INVIATI COLÀ PER INTERCETTARE IL FRUMENTO CONDOTTOVI ABUSIVAMENTE 1450 novembre 4, Milano. Capitaneo lacus Cumarum. La nostra comunità de Grabedona ne ha facto significare, per suo ambassatore mandato a nui, che gli procedi contra per uno certo mancamento, insolencia et temerità, qual tu dice havere comisso alcuni da Gravedona in prohibere che la tua famiglia non facesse l’officio suo contra alcuni che menaveno frumento a Gravedona, allegando esso ambassadore de Gravedona che per tale processo, qual tu far contra el co mune, ne sequita gran danno a l’homini tucti e mancamento de l’intrate nostre, perché non osano andare a fare li facti loro et mercatare como solevano; per la qual cosa, considerando nuy che dicto comune de Gravedona ha supportato et supporta pur de grande spese per le nostre gente d’arme, per non dargli tanta graveza, siamo contenti et volimo che per questa fiata tu desisti de procedere contra el dicto comune per la dicta casone, ma, parendote lo excesso meritare punitione, volemo che tu procedi contra li culpevoli e non contra tuto el comune. El qual na ha facto dire che, se l’è comisso cosa veruna contra el debito, è contra la mente sua et senza sua saputa e consentimento. Fa adoncha quanto te havemo sopradicto. Mediolani, quarto novembris 1450. Cichus. 319 783 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL LUOGOTENENTE DI ALESSANDRIA MANDI DA GIOVANNI DA NAPOLI UNA PERSONA DI FIDUCIA CHE LO INFORMI DEI FATTI “ DE MISSER ROGIERO” 1450 novembre 5, Milano. Locuntenenti Alexandrie. Havimo inteso quanto ne scriveti, respondendo aIe nostre littere, circa el facto de quelli connestabili et havemo etiandio inteso quanto ne ha scripto Antonio da Campofregoso, siché non acade a dire altro circa de ciò. Ma perché Zohanne da Napoli ne ha scripto che, se nuy gli mandiamo uno fidato, ne avissarà de alcune cose importante in li facti de misser Rogiero, volimo gli mandiati uno di vostri fidati cum le littere credenciale qui alligate, et de poi ne avissati de tucto quello referirà. Mediolani, v novembris 1450. Cichus. 784 FRANCESCO SFORZA SOLLECITA FRATE DONATO DA SARONNO AD APPOGGIARE LA PREVOSTURA DEL CONVENTO DI BRERA A FRA MARTINO 1450 novembre 5, Milano. 223v Fratri Donato de Sarono. Intendemo nuy essere una certa controversia nello vostro convento de Blera per casone del vostro prevostato. Il che, siando nuy affectionate al venerabile frate Martino per li benemeriti et virtute soe, haveriamo gratissimo che dicto prevostato pervenesse al dicto frate Martino. Pertanto ve confortiamo et stringemo che per nostra contemplacione vogliati essere contento a dare la vostra voce liberamente al dicto frate Martino a ciò possa conseguire dicto prevostato senza contradicione, pacificamente; la qual cosa reputaremo gratissima. Mediolani, v novembris 1450. Iohannes de Ulesis. 785 FRANCESCO SFORZA RACCOMANDA AL GENERALE DEL CONVENTO DI BRERA CHE SI DIA LA PREPOSITURA DEL CONVENTO, A FRA MARTINO 1450 novembre 5, Milano. Generali conventus Brayde. Siando noy informati che nel vostro convento de Blera vertisse una controversia et diferentia per casone de prepostato del dicto ordine, per la qual cosa havendo noi affectione assay al venerabile frate Martino del decto ordine per le sue virtuti et benemeriti, quale havemo carissimo, haverimo carissimo luy consegua honore et dignitate come merita le virtute sue. Pertanto ve confortamo et strengemo che vi piaza, ad contemplatione nostra, dare tale opera efficace a modo ch’el dicto prepostato pervenga nela persona del dicto frate Martino, come saperite fare et operare et speramo farite per nostro respecto. La qual cosa conseguendo effecto, lo riputarimo in piacere assai et maxime intendendo ch’el dicto fra Martino ha la magiore parte dele voce. Mediolani, v novembris 1450. Iohannes de Ulesis. 320 786 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL LUOGOTENENTE DI PIACENZA SI INFORMI CIRCA LA SUPPLICA DI ANTONIA, FIGLIA DI MARTINO DA FAENZA, SUPPLICA CHE GLI È INCOMPRENSIBILE 1450 novembre 4, Milano. Locumtenenti Placencie. Per parte de la nostra honesta dona Antonia, figliola misser Martino da Favenza, havemo recevuta la supplicacione qual ve mandamo introclusa; et perché nuy non intendemo la substancia d’essa, volimo che tu te informi dela substancia et de quanto fi supplicato et ne avise distinctamente como sia passata la facenda et, insieme col tuo apparere, ne faci giari quelIo te pare sia da fare. Mediolani, quarto novembris 1450. Cichus. 787 FRANCESCO SFORZA SI AUGURA CHE IL CONTE GIOVANNI MANFREDI CONSENTA ALL’ATTUALE PODESTÀ DI PAVIA, CONTE ANTONIO CRIVELLI, DI PROTRARRE IL SUO INCARICO PER TUTTO IL MESE PRIMA DEL DI LUI SUBENTRO 1450 novembre 5, Milano. 224r Comiti Iohanni de Manfredis. Per satisfare agIi aconci del conte Antonio Crivello, nostro podestà de Pavia, e non sconzando el facto vostro, sarisemo molto contenti che vui lo lasasti fornire in I’officio dela potestaria de Pavia tucto el mese presente non obstante che, per la concessione a vui facta de quello, gli debiati intrare più presto. Et questo dicemo non per volere el sconzo vostro et non per artarve se non a quanto ve piace, ma perché forsi non ve trovaresevo in puncto et al conte Antonio saria aconzo asay, per certi suoi respecti, haveressemo piacere che gline compiacesti che fuse sempre cum vostra voluntà e non altramente. Mediolani, v novembris 1450. Cichus. 788 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL REFERENDARIO E I PRESIDENTI DI CREMONA DETTAGLIATAMENTE INFORMINO PER SCRITTO I MAESTRI DELLE ENTRATE SULLA QUANTITÀ DI DENARI E DI FRUMENTO AVUTI IN SEGUITO ALLA CONVENZIONE FATTA CON LA COMUNITÀ E IL DISRETTO DI CREMONA 1450 novembre 3, Milano. Referendario et presidentibus Cremone. Deliberando nuy de intendere ogni quantità così de frumento como de dinari, ce ha havuta questo anno per la convencione sone facta ad nostro nome cum quella nostra comunità e del distrecto d’essa, ve cometiamo et volemo che havuta questa debiati particularmente mandare in scripto ali maystri de l’intrate nostre ogni quantità de dinari et frumento havuto per la predicta cagione, et da cui et quando etiam ad chui è data, de quale mandamento et ordinamento, et per qual vigore, in modo possiamo apertamente intendere el tuti et exequire quanto gli habiamo commisso; et in questo non lassati per alcuno modo intervenga alcuno fallo né dillactione de 321 tempo quantuncha minima, avissandone da poi de l’ordine haveriti posto in questo et como haveriti facto. Mediolani, die iii novembris 1450. Cichus, Antonius, Iohannes, Iohannes Petrus. 789 FRANCESCO SFORZA COMUNICA A CAZANIMICO SPINOLA DI AVERE ORDINATO IL RINVIO DI QUINDICI GIORNI DELLA CAUSA FRA LUI E FRANCESCO POMPEO BOSSIO 1450 novembre 1, Milano. Cazanimico Spinole. Havemo veduto quello ne ha scripto lo illustre ser misser lo duxe in favore nostro, cossì quello ne haveti scripto vuy, unde ve avissamo como nuy facemo soprasedere nella causa vertise fra vuy et Francesco Pompeio Boso, per la qual seti chiamato qui fino a questo mezo mese. Potreti adoncha, cossì ve confortamo, passato mezo questo mese, vegnati a defendere le rasone vostre per che ve sarà ministrato iusticia, così ve mandamo inclusa la licentia del passo. Mediolani, primo novembris 1450. Cichus. 790 FRANCESCO SFORZA INFORMA DOMENICO GUAZARDO DEL RINVIO DI QUINDICI GIORNI DELLA CAUSA SPINOLA CONTRO BOSSIO 1450 novembre 1, Milano. 224v Dominico Guazardo. Havimo veduto quello ne scrivi de quanto te ha dicto lo illustre misser lo duxe de Cazanimico Spinola, lo quale par sia del magistrato deli anciani de quella inclita cità, et non posse venire a presentarse inanzi ali nostri maystri de l’intrate, dove è chiamato per certa diferencia ha cum Francesco Pompeyo Bossio. Volimo adoncha te ritrovi cum lo prefato illustre signor misser lo duxe et cum lo prefato Cazanimico, ali quali darai le alligate dicendoli como nuy facimo suprasedere questa causa fin a mezo questo mese de no vembre, et che poi esso Cazanimico vegna o mandi a defendere la rasone sua per che gli sarà ministrato iusticia. Mediolani, die primo novembris 1450. Cichus. 322 791 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL DOGE DI GENOVA CHE LA CAUSA, DAVANTI AI MILANESI MAESTRI DELLE ENTRATE, TRA CAZANIMICO SPINOLA, MEMBRO DEGLI ANZIANI, E FRANCESCO POMPEO BOSSIO, CITTADINO MILANESE È STATA RINVIATA SINO A METÀ NOVEMBRE, “QUO TEMPORE EUNDEM CAZANIMICUM AB OFFICIO ABSOLUTUM ESSE CREDIMUS” 1450 novembre 1, Milano. Domino duci Ianue. Vidimus que pridie nobis scripsisti de nobili Cazanimico Spinola quem, cum ex supremo ancianorum magistratu vestro nunc sit et vocatus esset coram magistris intratarum nostrarum pro causa quadam, que verti videtur inter ipsum Cazanimicum et Franciscum Pompeium Bossium civem nostrum Mediolanensem, nec comode ab eo abesse posse dicitur, donec officio suo functum sit; vidimus etiam que superinde nobis ipse Cazanimicus scripsit, unde, habitis coram nobis magistris ipsis, ordinavimus et iniunximus eis quate nus in causa predicta suprasedere et eam suspensam tenere debeant ad usque medium instantis mensis novembris, quo tempore eundem Cazanimicum ab officio absolutum esse credimus. Poterit igitur vestra illustris dominatio eidem Cazanimico, cui etiam nos scripsimus, hoc significari facere ut quemadmodum rei sue providendum sit non ignoret. Parati ad queque vobis grata. Mediolani, die suprascripta. Cichus. 792 FRANCESCO SFORZA SI LAMENTA CON IL COMMISSARIO E IL CAPITANO DELLA MARTESANA DI NON AVERE IMPEDITO CHE SI CONDUCESSE BIADA PER MALGRATE E LECCO FUORI DAL DUCATO DI MILANO SENZA PAGAMENTO DI DAZI, SPECIE DI QUELLO DELLA BIADA DEL LAGO DI COMO 1450 novembre 3, Milano. Comissario et capitaneo Martesane. Quantoncha ali di passati più fiade ve habiamo commisso et scripto a vui, misser lo capitaneo, in modo che contra l’ordini et decreti nostri non ce potesse conducere alcuna 225r quantità de biada per el loco de Malgrà et la terra nostra de Leuco fora del ducato nostro de Milano, nondimanco par se gline conduca molta quantità, non facto ancora el dicto pagamento così de li dacii de questa nostra inclita cità, como de Como; la qual cosa non solum ritorna ad diminucione per lo avenire per l’intrate nostre et deli dacii del pre sente anno, ma evacua el paeso nostro de biada. Il perché, non disponendose per alcuno modo de patire questo, de novo ve carichiamo et comandamo vogliati cum ogni opera, solicitudine et diligentia pro vedere che per li dicti loci non se possa conducere, né se conduca alcuna quantità de biada contra li predicti nostri ordini, se prima non sia facto el debito pagamento de dacii predicti et maxime del dacio dela biada del laco de Como, el quale per questo patisse mazor danno che li altri; et in questo provideati in modo che non sentiamo più lamenta, né ancora habiamo cagione de far repplicare tante littere, avisando da poi li maistri de l'intrate nostre de l’ordine havereti posto in questo. Mediolani, die iii novembris 1450. Cichus. Matheus Iohannes. 323 793 FRANCESCO SFORZA RISCRIVE AL DOGE DI GENOVA DI FAR RESTITUIRE AL CONTE MANFREDO DA LANDO LA LOCALITÀ DI TERSOGNO DEL CONTADO DI COMPIANO 1450 novembre 4, Milano. Illustri domino duci Ianue. Per altre nostre litere havemo scripto et anco a bocha per Dominico Guazardo, nostro fameglio, facto dire alla segnoria vostra gli piaza fare restituire al conte Manfredo da Lando el luocho de Tersogno del contà de Compiano, quale, come la segnoria vostra sa, gli fi retenuto; et perché pur desideramo che la resti tucione predicta gli sia facta, la quale haveremo molto gratissima, de novo scrivemo et preghamo vostra segnoria voglia fare dicto luoco restituire al predicto conte Manfredo, maxime attenduto ch’el dicto luoco è del contado de Compiano patrimoniale del conte Manfredo, per la quale restitucione ne sequirà che, dove de presente fi tenuto cum spesa et violento, doppoi la dicta restitucione, sarà alli piaceri della signoria vo stra 225v et dicto conte cum tucti li suoi homini cum quello insieme, promettendovi noy ex inde de fare che per el dicto conte Manfredo non se farà novità alcuna contra l’homini de quello luoco, quali per ri specto della casa vostra li havesseno facto qualche despiacere, imo li faremo remettere integramente ogni iniuria quale gli fosse facta, et farimoli ben tractare. Mediolani, iiii novembris 1450. Cichus. 794 FRANCESCO SFORZA INVITA NICOLA CAMPOFREGOSO A VOLER CONVINCERE IL DOGE PER LA RESTITUZIONE DELLA LOCALITÀ DI TERSOGNO AL CONTE MANFREDO DA LANDO, RESTITUZIONE DA CUI LO STESSO NICOLA TRARRÀ DEI VANTAGGI 1450 novembre 4, Milano. Domini Nicolao de Campofregosio capitaneo, et cetera. Per nostre littere havemo scripto et anco a bocha per Dominico Guazardo, nostro famiglio, facto dire a l’illustre miser lo duxe che voglia fare restituire al conte Manfredo da Lando el luoco de Tersogno del contà de Compiano, quale, come la magnificencia vostra sa, gli fi retenuto; circa la quale restitucione cogno sce mo apertamente esserli necessarie l’opere vostre et persuasione et conforti vostri. Il perché, rendendose noy certissimi che la magnificencia vostra farne cosa haverà piacere, pregamola et confortamola voglia cum bono animo et voluntariamente condescendere alla restitucione del dicto luoco al conte Manfredo, et così confortare et pregare lo prefato miser lo duce, attenduto maxime che dicto luoco è patrimoniale del dicto conte Manfredo. In la qual cosa, ultra che più cose ne havereti per dicta restitucione, cioé primo havereti dicto luocco sempre alli piaceri vostri senza spexa, né damno alcuno, secondo che mo’ l’haveti et violento et cum grande spesa, et puoi insieme cum quello havereti dicto conte Manfredo et li homini suoi apparechiati sempre ali honori et piaceri vostri, a noy ancora fareti cosa gratissima, quale desideramo se facia, promettendovi noy de fare che per lo dicto conte Manfredo non se farà novità alcuna contra li homini del dicto luoco, quali per respecto della casa vostra gli havessero facto qualche despiacere, imo li faremo remettere integramente ogni iniuria li fosse facta. Siché vi pregamo che per tucti li respecti vogliati condescendere alla dicta restitucione, perché, como havemo dicto, ne fareti cosa grata. Data Mediolani, die iiii novembris 1450. Cichus. Circa suprascripta scriptum fuit hominibus et Dominico Guazardo. 324 795 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE DI RESTITUIRE, CON RATE MENSILI, SULLE ENTRATE ORDINARIE MILANESI DI AGOSTO- SETTEMBRE- OTTOBRE 1451, AGLI EBREI COMPLESSIVAMENTE LIRE 12477, 10 PER I MUTUI (E RELETIVI INTERESSI) CON LORO STIPULATI NEGLI ANNI 1446-1447 1450 novembre 3, Milano. 226v Regulatori et magistris intratarum. Dilecti nostri, habere debent a camera nostra Solaam de Bosignor et eius socii ebrey ducatos duos mille ducentum, de quibus usque die septimo mensis augusti anni 1447 mutuo nobis subvenerunt cum interesse ducatorum quatuordecim pro centeno in anno; quod quidem usque in diem presentem capit in summa, computatis nonnullis aliis expensis inde sequutis, ducatos septemcentum duos et solidos triginta duos ultra libras cl, solidos vii in drapis presentialiter sibi et in hac civitate solutos. Debet quoque Leonardus Nicolay Bonarelli de Ancona ab ipsa camera habere ducatos trecentum quatuor, de quibus mutuo nobis similiter subvenit de mense augusti anni 1446 cum interesse ducatorum viginti pro centeno singulo anno, quod ascendet in summam ducatos centum nonagintaduos, soldos 46. Qui omnes denarii, computatis et m de imperialium, qui pro interesse temporis futuri ad rationem quindecim pro centeno yuxta captam conventionem debentur, ascendunt sumam librarum duodecim mile quatuorcentum septuaginta septem et solidos decem imperialium, sicut de premissis omnibus constat per rationem visam et calculatam cum ipsis ebreis et Leonardo per dilectum familiarem nostrum Steffaninum de Zachariis, cum sientia et participatione vestriy. Et quia nedum obtulerant illi, verum etiam promiserunt restituere nobis nonnulla yocala et pignora nostra penes eos pro cautione denariorum, de quibus, ut pretangitur, mutuo nobis subvenerunt existentia, si securi per nos fiant de solutione dictarum librarum xii milia cccclxxvii lx per faciendam eis super intratis nostris assignationem oportunam, habentes hanc oblationem et permissionem suam non modo gratam sed etiam aceptam sumam, deliberamus et intendimus digne eorum peticioni satisfacere. Qua re contentamur, volumus et mandamus quatenus eisdem ebreis a Leonardo formam validam et inrevocabilem asignationem faciatis licet et nos per presentes irevocabiliter facimus de predictis libris duodecimmille quatuorcentum septuaginta septem et solidis decem imperialium super quibuscumque intratis ordinariis huius inclite urbis nostre mensium augusti, sectembris et octobris proxime futuri anni 1451, sibi mensuatim pro rata solvendi, decernentes et ipsis ebreis et Leonardo concedentes per ipsam assignationem in totum veI partem alienare aut in alium transfere possint, prout sibi melius videbitur et magis placuerit, faciendo fieri ex nunc quaslibet scripturas pro premissis necessariis et expedientes et congruis temporibus solutiones debitas. Mediolani, iii novembris 1450. Cichus. 796 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE CHE SI PAGHI, CON RATE MENSILI SULLE ENTRATE ORDINARIE DI CREMONA NEI MESI DI AGOSTO- SETTEMBRE- OTTOBRE 1451, IL MUTUO DI 500 DUCATI VENETI CONTRATTO CON LELIO FEDENERO DI ANCONA 1450 novembre 3, Milano. Regulatori et magistris intratarum. Dilecti nostri, subvenit alias mutuo nobis Lilius Fedenerus de Ancona de ducatis 500 Venetis prompte quidem et libera manu et absque ullo prorsus interesse; nos itaque restitucioni huiusmodi denarios oportune intendentes providere, tum quia dignum est ita, tum ut ipse Lilius in futuris necessitatibus nostris subvenire etiam nobis possit, volumus et mandamus quatenus 325 eidem Lilio dictos ducatos 500 assignetis sicut et nos per presentes assignamus super quibuscumque intratis ordinariis nostre civitatis Cremone in mensibus augusti, septembris et octobris anni proxime futuri 1451 mensuatim pro rata solvendos, aut de ipsis assignatis faciatis super quibusvis intratis nostris, prout melius vobis videbitur, intratis Cremone satisfacere nequeuntibus, cum hoc quod huiusmodi assignacioni possit ille in alium transfere si et prout sibi videbitur et magis placuerit, faciendo fieri ex nunc scripturas quaslibet proinde necessarias et expedientes et congruis temporibus solutis debitis. Mediolani, iii novembris 1450. Cichus. 797 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE I NOBILI CRIVELLI DI MAGENTA PUNTUALMENTE VERSINO ALL’UFFICIALE DEL PORTO DI BUFFALORA LA QUOTA DA LORO DOVUTAGLI PER LA SUA CARICA 1450 novembre 6, Milano. 227r Nobilibus de Crivellis in Mazenta. Per più secureza et maior conservacione de tuto el ducato de questa nostra cità dala condicione de la peste, qual è in molti lochi como sapiti, havemo deputato officiale al porto de Bofalora Zohane da … Et cossì è posto ala possessione d’esso officio, como doveti havere intesso; ma perché intendiamo ch’el ve tocha a contribuire al suo salario, ve cometiamo et volemo che, per la parte toca a vuy, gli voliati satisfare integramente ali tempi debiti, el che ritornarà etiamdio in beneficio vostro, conservandosse questa parte da quella contagiosa peste. Data Mediolani, die vi novembris 1450. Cichus. 798 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE DI DARE AL FRATELLO GIOVANNI SFORZA DUCATI 150 D’ORO PER IL SUO SOSTENTAMENTO 1450 novembre 6, Milano. Regulatori et magistris intratarum. Ut magnificus germanus noster Iohannes Sfortia sustentare se valeat, donec uberiorem sibi facere poterimus provissionem, contentamur immo comittimus vobis et volumus quod eidem, seu agentibus pro eo, dari et numerari faciatis ducatos centum quinquaginta auri et in auro, omni exceptione remota. Data ut supra. Cichus. 326 799 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL REGOLATORE E I MAESTRI DELLE ENTRATE DIANO A TRE SUOI NUOVI PIFFERAI UN INDIVIDUALE SALARIO DI 10 FIORINI MENSILI ANTICIPANDO LORO, AL PRESENTE, QUATTRO MENSILITÀ 1450 novembre 6, Milano. Regulatori et magistris intratarum. Sumpsimus ad servicia nostra et in pifferos aulae nostre Antonium de Leuco, Petrum de Casate, et Bertholomeum de Porris cum mensuali sallario florenorum decem a soldis triginta duobus pro floreno per unumquemque eorum percipiendorum. Qua re comittimus vobis et volumus quod eisdem et unicuique eorum de dicta provissione, incipiendo in calendis octobris proximi delapsi, debitis atque ordinatis tempomribus, de cetero responderi faciatis. Mediolani, vi novembris 1450. Cichus. Quin etiam de presenti unicuique eorum prestanciam quatuor mensium fieri faciatis, ut se apparare et in puncti ponere valeant. Data ut supra. 800 FRANCESCO SFORZA COMANDA AL CONTE LAZARO ARCELLI CHE IN ISCRITTO SEGNALI QUANTO HA AVUTO LÌ E NEL TERRITORIO DI BORGONUOVO IL DUCALE UOMO D’ARME VITALIANO, ATTUALMENTE AGLI ARRESTI. VUOLE, INOLTRE, GLI SCRIVANO QUANTI CAVALLI E QUANTI UOMINI D’ARME ( DI CUI SEGNALERANNO I NOMI) RISIEDONO A BORGONUOVO 1450 novembre 7, Milano. Domino comiti Lazaro de Arcellis. Volemo, recevita questa, vui ne mandiati in scripto tuta la biava et ogni altra cosa che havesse havuta lì o nel territorio de Borgonovo Vitaliano nostro homodarme, qual è in presone. Item mandatine in scripto tuti li cavalli vivi et boche vive, lo nome de quelli homini d’armi che sono alogiati in Borgonovo et nelo territorio de Borgonovo, el che chiaramente possiamo sapere la veritate et in la lista, che ne mandariti, guardati non compiacere ad homo del mondo, ma mandatene in scripto la veritate, altramente ne gravaressemo de vui. Mediolani, vii novembris 1450. Cichus. 801 FRANCESCO SFORZA RIMPROVERA IL CAPITANO DI CASTEGGIO DICENDOGLI CHE È O UN INCAPACE O UN BUGIARDO, PER NON SAPER FARE O PER NON VOLER FARE. GLI ORDINA CHE QUANTO PRIMA GLI INVII UNA LISTA”CHIARA ET NETA ET CHE SIA VERA” CON I NOMI DEGLI UOMINI D’ARME CON I LORO CAVALLI, CON IL NUMERO DEI SOLDATI E L’INDICAZIONE DEI LORO ALLOGGI 1450 novembre 7, Milano. 227v Capitaneo Clastigii. Te havemo scripto più volte che ne dovesse mandare in scripto tuti li cavalli vivi et le boche vive che sonno logiati de là da Po sotto la iurisdicione del tuo officio, et tu ne scrive haverne mandato lo nome deli homini d'arme et dove sonno logiati; per la qual tua resposta ne pare comprendere 327 due cose: o che tu non sai fare quello te scrivemo, o che tu non lo voli fare, che crediamo sia più tosto per non lo sapere fare che per non volerlo fare, che certamente ne havemo havuto et havemo dispiacere asai che tu non ne habii mandato dicta lista. Et pertanto vogli subito, recevuta questa, mandarne in scripto homini d’arme per homini d’arme et li cavalli loro et le boche, che se retrovano de presente vive, et li lochi dove logiano, siché possiamo chiaramente sapere la veritate et intendere como passa questo facto. Et la dicta lista manderala per meso proprio et che l'habiamo quanto più presto sia possibile, interlassando ogni altra cosa per mandarne dicta lista chiara et neta et che sia vera de quello tu ne scriveray. Data Mediolani, die vii novembris 1450. Cichus. 802 TOTALE DEI VARI DAZI PRESENTATO DAGLI UFFICIALI ELETTI DAL COMUNE DI LODI Mccccl die lune septimo septembris 228r Adicio facta per infrascriptos dominos officiales ellectos per comune Laude super daciis infrascriptis pro anno presenti et futuro, videlicet per dominum Paulum de Brachis, Bernardum Boconum, Martinum de Trexio, Bonsignorem de Bonsignoribus, Iohannem de Vignate quondam Antonii et Baptistam de Pelato et cetera, videlicet: super dacio macine frumenti pro quolibet modio frumenti solidos duos imperialium et ad computum pro rata montara fin a cenaro libre 356 soldi; super dacio panis albi venalis pro quolibet modio solidos quatuor imperialium, lire 232 soldi; super dacio scanature bestiarum pro qualibet libra carnium imperialium unum cum dimidio libre 316 soldi; super dacio traversus tercia pars eius quod solvi consuetum est et solvitur de presenti, libre 18 soldi; super dacio mercancie pro qualibet libra precii solidos quatuor, libre 180 soldi; super dacio lini et stupe pro qualibet vintina solidos denarios sex et pro quolibet rubolini solidos denarios octo, libre 52 soldi; super dacio vini de minuto ad computum imperialium duorum pro quolibet bocale vini, libre 250 soldi; super dacio bulletarum forensium pro quolibet equestri denarios tres et pro quolibet pedestri denarios tres, libre 20 soldi; super dacio pontis Abdue tercia pars eius quod solvitur de presenti et solvi consuetum est, libre 50 soldi.Summa: libre 1474 soldi; summa: ducati 460 soldi 40. Li dacii de l’intrata et sale montarano a rasone de soldo i per mozo de biada grossa et soldi i per brenta et de salle denari vi per libra, montarano fino a Natalle circa ducati 400. 803 DALLA RELAZIONE DI DONATO DA LODI RISULTA CHE GASPARE DEL PIGLIO DEVE ANCORA AL SUO CANCELLIERE ANTONIO DALLA ROCCA DUCATI 48 s.d. 228v Relacio facta per Donatum de Laude. Referisse Donato da Lode havere parlato cum misser Gasparro del Piglio per el salario de ser Antonio dala Rocha suo cancellero, et dice ch’el dicto misser Gasparro gli ha dicto havere promesso al prefato misser Antonio per il salario suo soldo per una lanza, zoé sete ducati, et ha havuto esso Antonio in tuto ducati xxxv et resta havere ducati xxxv per il servito suo et xiii ducati pro spese, siché resta havere ser Antonio in tutto ducati xlviii soldi. 328 804 FRANCESCO SFORZA SI DICE D’ACCORDO CON LE PROPOSTE DI GIOVANNI DA ALESSANDRIA (IN PRESENZA DI FURTI, ASSASSINI, MALVAGI COMPORTAMENTI DEI SOLDATI) DI FAR PERCORRERE IL TERRITORIO DA UN VALENT’UOMO CON ASSISTENTI. QUANTO AL SUSSIDIO, SE LA CAVI CON LE ENTRATE. SI DICE, POI, CONVINTO CHE SE IL DOGE DI GENOVA PASSASSE DEL DENARO A SANTINO DA RIVA, QUESTO LO SERVIREBBE E FAREBBE TUTTO QUELLO CHE IL DOGE GLI DICESSE 1450 novembre 6, Milano. 229r Domino Iohanni de Alexandria. Havemo recevute due vostre littere de data a dì tre del presente et inteso quanto scrivite. Respondemo a le parte, et primo ad quanto scriviti delo ricordo ne faceti ad volere obviare alli mali portamenti deli soldati et alli robbamenti et assassinamenti sonno commessi, con recordarce che ve pareria fosse ben facto a dare la cura et guardia ad uno qualche valente homo che descorresse lo paese cum x o xii cavalli et cetera. Dicemo che ne pare optimo ricordo lo vostro et parce sia ben facto, siché vogliati provedere de meterli uno chi parirà ad vui, et fategli provedere là dove parerà a vui essere più aconzo, ma habiati advertencia de non metere el lupo per guardiano delle peccore, et habbia bona informacione de chi pigliariti ad questa cura et guardia ad ciò non multiplicono inconvenienti. Alla parte del fare dela iusticia, dicemo che havemo intesso quanto scriveti et parce che sia bene ad mantenere iusticia et ad pigliare ogni via che se observi. Alla parte del richedere subsidio che ve pare non havere loco et cetera, dicemo che vediati et provati de havere dicto subsidio ponendo li dinari consumati, et fatigli quelli che se può; et in caso che non possa havere loco dicto subsidio, vedati de havere dicto subsidio per via delle intrate como scriveti, et fate presto et advisatece como haveriti facto. Al facto de Antonello dal Borgo, nuy expectiamo le liste et venuto che sarano, provederemo al facto suo per qualche bona via che remagnarà satisfacto. Ceterum, per che Sanctino da Riva e in Astesana e senza soldo da nisuno et voria pur cum essere in libertà fare de le cose asay et proferirse, havendo aiutorio de dinari, che farà molte cosse, et nuy non havemo voluto attenderli, perché non volemo che fuza contra lo illustre signor duxe de Zenova, de che havemo facto concepto che, dasendo el prefato illustre signor duxe qualche dinaro al prefato Sanctino, che lui lo serverà et faria bon servicio et restarli servitore e farà tutto quello vorà dicto illustre signor duxe, et sarà utilissimo dinaro. Pertanto vogliati recordare et persuadere al prefato signor duxe che li faza provedere de qualche dinaro et haverlo al suo comando et succederali utile et comodo asay. Et non essendo ancora spazato dellà, vogliati expedirvi subito dellà et andati ad Zenoa ad sequire quanto ve havemo imposto et advisatene subito 229v de questo et de quanto ve havimo comisso particularmente et chiaramente; et circa al facto de Sanctino non recordamo questo per alcuno nostro acunzo se non per ben et cauteza d’esso illustre signor lo duxe, perché non habia casone de pigliare altro partito che havesse a fare contra la segnoria sua, nì entendemo faza in questo lo parere suo. Mediolani, die vi novembris 1450. 805 FRANCESCO SFORZA INFORMA IL REGOLATORE E I MAESTRI DELLE NOSTRE ENTRATE CHE DIFFIDANDO DELLA COMUNITÀ DI CASTIGLIONE, PRIMA RIBELLE E POI AMICA, HA DESIGNATO FILIPPO VISCONTI A REGGERE QUELLA COMUNITÀ E PERTANTO VUOLE CHE GLI SI PASSINO 600 FIORINI. DENARI CHE DOVRANNO ESSERE VERSATI DAI RIBELLI E, IN PARTICOLARE, SI TRATTERRANNO A GIACOMINO DA CASTIGLIONE, CHE NE È STATO IL CAPORIONE, 400 FIORINI 1450 novembre 6, Milano. Regulatori et magistris intratarum nostrarum. Siando rebellatosse Castiglone da nuy et siando da poy retornato a nostra obediencia et havendo nuy suspecto del dicto loco che non se rebellase un’altra volta, mettessemo lo spectabile nostro affine misser Filippo Vesconte alla cura et conservacione del dicto loco; lo qual 329 ha tenuto cum dispendio asay custodito dicto loco uno bon tempo. Il perché per satisfactione deli fanti che gli tenne et dispendii che ha haviti per guardia del dicto loco, havemo deliberato gli sianno dati et pagati fiorini sey cento, cioè fiorini 600, a rasone de soldi trentaduy per ciaschuno firino, intendendo tamen che questi sey cento fiorini debiano pagare quelli che forano principalli a fare rebellare da nuy dicto locho. Et havendo chiareza et informacione vera che Iacobino da Castiglione fo uno deli principali a fare rebellare dicto locho, volimo che, sopra l’assignacione che ha, gli faciati retenere fiorini quatrocento, et fatine respondere al dicto misser Filippo, facendo le opportune scripte et quello bisogna, per modo che li habia. Mediolani, die vi novembris 1450. Cichus. 806 FRANCESCO SFORZA IMPONE AGLI UOMINI DI SEZZADIO DI PRESTARE FEDELTÀ AL CONSIGLIERE DUCALE, GIOVANNI FERRUFFINI, FEUDATARIO DEL LUOGO 1450 novembre 8, Milano. Hominibus Sezadii. Per il privilegio del feudo di quella terra da nuy concesso al spectabile doctore misser Zohanne Ferofino, nostro consiglero carissimo, et subsequentemente per altre nostre littere scripte a Gulielmino Ferofino potestà de essa terra, doveti havere expressamente intesa la mente et total disposicione nostra che doveti dare piena obediencia et giurare la fidelitate nele mane del prefato misser Zohanne et qualuncha suo meso et procuratore a questo; et nondimeno, per quello habiamo intexo, par che faciati difficultate in exibirle la dicta fidelitate, rechedendo vuy che la debiano fare insieme cum vui li zentilhomini Ferofini de quella terra a parenti d’esso misser Zohanne, b la fidelità di quali zentilhomini resservamo in nuy, e per vigore di nostri decreti a nui specta, nè intendiamo nì volemo che prestino fidelità alcuna ad altri che a nuy. 230r c Il perché, havendo nuy molto molesto questa vostra renitencia, la qual non ha in se nì rasone, nì honestate alcuna, volemo et comandiamove expresamente per queste nostre presentelittere che, remosta ogni exceptione et dimora, gli faciati la dicta fidelitate non li usando più scusa né renitencia alcuna, per quanto haviti cara la gracia nostra et per modo non vi habiamo più casone de scrivere sopra di ciò. Mediolani, viii novembris 1450. Cichus. a Segue depennato con tratto di penna la fidelitate ali quali per vigore de certi decreti è reservata in nuy. b Segue depennato da tratto di penna del che esso misser Zohanne non ne fa instancia alcuna per sua modestia, cum etiamdio lo vole et nuy siamo asai contenti. c Segue depennato da un tratto di penna né per modo alcuno volemo se remova. 330 807 FRANCESCO SFORZA FA PRESENTE AI NOBILI FERRUFFINO CHE, SE ANCHE GIOVANNI FERRUFFINI NON VUOLE CHE I SUOI PARENTI GLI GIURINO FEDELTÀ, È DOVEROSO CHE ESSI GLI PORTINO “REVERENCIA “ QUANTO ALLA PERSONA DEL DUCA 1450 novembre 6, Milano. Nobilibus de Ferofinis. Carissimi nostri, siamo informati como el spectabile doctore misser Zohanne Ferofino, nostro consiglero carissimo, per sua modestia et honore etiam de la casata vostra et volendo così la raxone de li nostri decreti, non richede né vole fidelitate alcuna da vui per vigore del feudo qual li havemo concesso de quella terra de Seze; la qual cosa ne é stata grata et accepta et nondimeno, a ciò questo non venga ad essere in diminucione alcuna del dicto feudo per nuy concesso, volimo che in ogni cosa vi possa ministrare ragione como se dispone per esso privilegio nostro et comandamove gli siati obediente et gli portiati reverencia quanto ala nostra propria persona, non li contrafacendo per condicione alcuna, per quanto haveti cara la gratia nostra. Mediolani, vi novembris 1450. Cichus. 808 FRANCESCO SFORZA IMPONE AL POTESTÀ DI GIAROLE DI PERSEGUIRE I DEBITORI DI SCEVA CORTI ( DI CUI HA BISOGNO PER IMPIEGARLO IN AFFARI DI STATO) IN MODO CHE POSSA RITORNARE PRESSO IL DUCA 1450 novembre, Milano. Potestati Glarolarum. Vederai le nostre littere patente havimo concesso al spectabile doctore nostro dilectissimo miser Sceva de Corte contra li suoy debitori; et perché li havimo imposto ch’el retorni presto da nuy, havendo nuy bisogno de adoperarlo nelli importantissimi facti nostri, volimo faci omni execucione contra li dicti suoi veri debitori, in modo et forma ch’el possa retornar da nuy presto, et non manchi per quanto hai cara la gracia nostra. Mediolani, die suprascripta. Cichus. In simili forma, mutatis mutandis, potestati Castrinovi Terdonensis. 809 FRANCESCO SFORZA RIPETE AL CAPITANO DELLA VALLE DI LUGANO CHE DAGLI UOMINI DI DETTA VALLE SI DEVONO, SENZA ULTERIORE RESISTENZA, DARE 140 DUCATI D’ORO 1450 novembre 6, Milano. 230v Capitaneo Vallis Lugani. Per un’altra nostra sottoscripta de nostra propria mano te havemo scripto et ordinato che tu facese dare et pagare al spectabile cavalero misser Zohanne dala Noce, nostro conductero, dalli homini dela Valle de Lugano ducati cento quaranta d’oro per la guardia del castello de Morcho. Pare tu habi resposto al messo de misser Zohanne che tu non li volli far pagare se tu non hay littera et licentia dali magnifici fratelli da Santo Severino; dela qual cosa ne maravigliamo asay che non habii exequito quanto per dicta nostra littera te scrivevamo et pertanto volimo et per la presente te comandiamo che tu scrivi ogni via et modo te parerà più cellere et expeditiva de fare 331 che lo dicto misser Zohanne habia prestissimo li dlcti ducati 140 d'oro, et che sia satisfacto integramente delli dicti dinari. Et de questo facto fa che nuy non habiamo più querella, né casone de replicartello più perché li predicti da Sanseverino non hanno a contradire a tal pagamento. Mediolani, vi novembris 1450. Cichus. 810 FRANCESCO SFORZA CHIEDE AL DOGE DI GENOVA, PIETRO DI CAMPOFREGOSO, DI FARGLI AVERE QUANTO DI GRATIFICANTE DISSE A FILIPPO SPINOLA QUANDO LO PREGÒ DI CONSENTIRE CHE FOSSE MESSO A CAPO DELL’UFFICIO DI PONTE MAURIZIO 1450 novembre 7, Milano. Domino Petro de Campofregoso, Dei gratia Ianuensi duci. Non sumus immemores superioribus diebus fiducialiter per nostras litteras rogasse dominationem vestram ut spectatum Filippum Spinulam quondam Neapoleonis dignoretur nostro frui possit cum honore preficere offitio Pontis Mauritii, ipso admodum cupiente in numero servitorurn excellentie vestre describi; et cum intellexerimus dominationem vestram et grate et optime respondi fecisse ipsi Filippo et si novum apud nos non sit id boni responsi contemplatione nostra dedisse, rengratiamur tamen excellenciam vestram et simul eam rogamus ut nos etiam per litteras suas de responso super re huiuscemodi participem fatiat, offerentes nos ad similia et maiora paratos pro dominatione vestra. Data Mediolani, vii novembris 1450. Cichus. Franciscus Sfortia, et cetera. 811 FRANCESCO SFORZA FA SAPERE A GIOVANNI FRANCESCO DE UBERTIS, LUOGOTENENTE DI CARLO GONZAGA, DI AVER SCRITTO AL LUOGOTENENTE DI CREMONA, GIOVANNI DA TOLENTINO, CHE INDAGASSE E PUNISSE I SOLDATI DUCALI CHE SUL TERRITORIO GONZAGHESCO EBBERO UN PESSIMO COMPORTSAMENTO 1450 novembre 9, Milano. 231r Iohanni Francisco de Ubertis, locuntenenti illustris domini Caroli. Havemo veduto quanto per una tua littera hai scripto ad lo illustre ser messer Carolo, nostro generale capitaneo, deli damni et robbamenti che fanno li nostri soldati su lo territorio del prefato illustre segnor misser Carolo dela qual cosa n’è molto dispiaciuto quanto dire se possa. Et perché a questo se gli possa provedere et obviare volemo et così per la presente ve comettemo et diamo piena et larga licentia che, venendo alcuni deli nostri per robare sulo terratorio del prefato segnor misser Carolo, te sforci por ogni modo pigliarli et mandarli in mano del magnifico misser Zohanne de Tollentino, locotenente nostro de Cremona, alo quale havemo comesso gli debia far rasone et iusticia perché nostra intencione è che li homini et subditi del prefato segnor misser Carolo sianno più guardati et defesi che li nostri proprii. Mediolani, die viiii 1450. Cichus. 332 812 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL LUOGOTENENTE DI CREMONA, GIOVANNI DATOLENTINO, AMMONISCA I MILITARI SISTEMATI A CASALMAGGIORE IN MODO CHE SI GUARDINO “DE ANDARE ROBANDO” NEL TERRITORIO GONZAGHESCO, “PERCHÉ SERANO MOLTO BENE PUNITI” 1450 novembre 9, Milano. Locumtenenti Cremone. El locotenente de l’illustre segnor misser Carolo de Gonzaga, qual sta nelle terre sue de Cremonese, ne scrive como alcuni deli nostri vanno nel territorio del prefato segnor misser Carolo ad robbare li homini et fare ogni male che ponno; al quale locotenente hahiamo resposto che andando veruno degli nostri ad robbare più in lo dicto terreno che lo debiano pigliare et mandarlo ligato nelle mane vostre perché vui gli fareti ragione. Per la qual cossa volemo vuy fatiati a sapere a tutti quilli logiano a Casal Magiore ali lochi circumstanti che se guardano de andare robando né togliendo el suo ad alcuna persona, perché serano molto bene puniti et senza alcuna remissione et fategli avissato de quello havemo scripto et ordinato al prefato locotenente ad ciò che habiano casone guardarse de far male, né dispiacere a nisuna persona. Mediolani, die viiii novembris 1450. Cichus. 813 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE DI NON FARE ALCUNA TRATTENUTA SULLO STIPENDIO ALL’AULICO DUCALE, SCARAMUZZA BALBO 1450 novembre 9, Milano. 231v Regulatori et magistris intratarum. Quanquam de mandato et ordinatione nostra debeat unicuique salariatorum nostrorum paga una retineri ex et super paghis undecim eis cursuris, non propterea intendimus quod ordo ipse se extendat ad nobilem Scaramuciam Balbum aulicum nostrum quin imo volumus quod de paga ipsa more solito sibi respondeatur hanc igitur mentem nostram exequamini et proinde ad offitiales nostros Papie oportune scribatis. Mediolani, viiii novembris 1450. Cichus. 814 FRANCESCO SFORZA RINNOVA AL POTESTÀ DI CANTÙ L’ORDINE DI SORVEGLIARE STRETTAMENTE GIOVANNI VOLPE, GROSSO DEBITORE DI ANTONIO DA LEGNANO 1450 novembre 9, Milano. Potestati Canturii. A rechesta de Antonio da Legnano, nostro citadino et mercadante, te scripsemo altre volte che dovesse destinere Zohanne Volpe, suo debitore de bona quantità de dinari, perché era et è fugitivo et recusa fare, el debito et fin adesso non l'hai facto. Immo per quello intendemo dal dicto Antonio non te ne curi, del che maravigliamone perché doveresse stimare le nostre littere, te cometiamo de novo et volemo che destegni personalmente non relaxandolo fin attanto che l’habia facto contento de quello debbe havere et in tuto exequissi la disposicione de l’altre nostre littere, senza darne casone de scri vere più circa ciò perché se retrovaressemo de ti mal contento. Mediolani, viiii novembris 1450. Cichus. 333 815 FRANCESCO SFORZA CHIEDE IN PRESTITO ALL’EBREO MANO 1200 DUCATI. NEL CASO NON FOSSE IN GRADO DI PRESTARGLIELI CERCHI DI TROVARNE ALMENO 800, ASSICURANDO LA RESTITUZIONE, CON IL “DEBITO INTERESSE” SULLE ENTRATE DUCALI 450 novembre 9, Milano. Mano ebreo, habitatore Papie sive Glarolarum. Nui mandassemo ali dì passati a te el nostro carissimo Zohanne Pilizone a richederti cum bona confidentia per nostro bisogno ducati mile ducento in presto cum bona promissione de restituirli et lui ne ha referito per parte tua che, per le condicione occurrente, tu non gli hay el nostro perché quilli che te aiutavano non te respondano anci richedano quello de che tu te aiutavi. Ma perché c’è intervenuto un bisogno al quale ce bisogna suplire et considerato che sempre ali nostri bisogni tu te se’ proferto et anche ce ha aiutato, non possiamo credere che a questo tanto nostro bisogno a tu ce vogli abandonare. Pertanto te confortiamo et carichiamo che tu non te vogli dire de non atanto nostro bisogno che te prometiamo ala fede nostra che tal servicio non se smentigaremo may et te daremo a vedere che l’havemo havuto a caro et quando tu non 232r potesse servirce de tuta questa summa almanco vedi de servirce de octocento ducati recatandoli tu como meglio te pare, prometendote che de questi et de quelli dele tapezarie et de ogni altro dinaro te faremo bona assignatione cum debito interesse sulle intrate nostre et in tute queste cose daray piena fede ad esso Zohanne Boldizone qual è informata dela mente nostra et tuto exequissi circa questa materia et non manco che se nuy te lo dicessemo. Mediolani, die viiii novembris 1450. Cichus. a Cosi A. 816 FRANCESCO SFORZA INFORMA IL MARCHESE DI FERRARA DI AVERE SOLAMENTE VISTO IL SUO MESSAGGERO, NICOLÒ SALIMBENE PERCHÉ , RITORNATO ALL’OSTERIA, MORÌ. SE DOVEVA RIFERIRE COSE IMPORTANTI SE NE MANDI ORA UN ALTRO 1450 novembre 9, Milano. Domino Marchioni Ferrarie. Advissamo la segnoria vostra che mercordì proximo passato che fo a dì quatro del presente gionse qua da nuy Nicolò Salimbene, fameglio dela signoria vostra cum littere credenciale de quella et perché dicto Nicolò vense tarde et solamente presentò le littere et fece la visitacione, rimasimo cum luy che vegnisse da nuy la matina sequente et che gli daresimo audientia et retornato ala hostaria subito se amalò et non è may venuto, nì mandato da nuy et tandem è morto. Si che havendo lui a eferire cosa alcuna d’importantia la segnoria vostra gli ne po' mandare un altro o vero dirlo cum Antonio da Trezo el quale poy ne avisarà per sua littera de tuto, siché la segnoria vostra sia avisata de quanto circa ciò gli accade del caso del dicto Nicolò n’è tanto rincresciuto quanto dir se possa. Mediolani, die suprascripta. Cichus. 334 817 FRANCESCO SFORZA, ASSECONDANDO GIOVANNI GALEAZZO TROTTO, IMPONE AI MAESTRI DELLE ENTRATE DI ANNULLARE QUALSIASI CONDANNA PER FRODE CONTRO BARTOLOMEO TROTTO, GIULIANO MALANZANA E CHINO DI MINO DEL TERRITORIO DI CASTELLAZZO 1450 novembre 9, Milano. Magistris intratarum. Tam ut complaceamus nobili dilecto nostro Iohanni Galeaz Trotto quam ut benigne clementerque agamus cum Bartholomeo Trotto, Iuliano Malanzana et Chino de Mino de terra nostra Castellacii, eis et unicuique eorum remitendum et annullandum duximus atque remittimus et annullamus quancunque condemnacione eis factam occaxione salis et bladorum frosatorum contra ordines nostros comittimus ergo vobis et volumus quod condemnacionem ipsam de quibuscumque libris et filciis super quibus descripti reponantur cassari irritari et annullari penitus et omino faciatis ita quod nullo futuro tempore valeant proinde molestari aut quovismodo inquietari. Mediolani, die viiiii novembris 1450. Iohannes. 818 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE GUGLIELMINO GHERINDELLO PRESTI FEDE A QUANTO RIFERITOGLI DA PIETRO DA NORCIA, LUOGOTENENTE D’ALESSANDRIA 1450 novembre 9, Milano. Guilielmino Gherindello. Quod credat rellatibus spectabilis militis domini Petri de Nursia locuntenentis Alexandrie. Data, ut supra. Iohannes. 819 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CAPITANO DEL DIVIETO DI ALESSANDRIA CHE CANCELLI OGNI CONDANNA PER FRODE RIGUARDANTE BARTOLOMEO TROTTO, GIULIANO MALANZANA E CHINO DI MINO 1450 novembre 9, Milano. 232v Capitaneo devetus Alexandrie presenti et futuro. Volendo participare dela gracia nostra cum Bertholomeo Trotto, Iulliano Malanzana et Chino de Mino dela terra nostra del Castellazo, condennati per casone de frosacione do biade et sale havemo scripto ali magistri de l’intrate nostre extraordinarie che cassino et anullino la dicta condemnacione. Pertanto cometiamo ancora a ti et volemo che dal canto tuo faci cassare la dicta condemnacione e non li molesti, né lasi molestare per la dicta casone. Mediolani, die viiii novembris 1450. Iohannes. 335 820 FRANCESCO SFORZA INFORMA IL LUOGOTENENTE DI ALESSANDRIA CHE NON È POSSIBILE ACCETTARE LA CONDIZIONE POSTA DA GUGLIELMINO GHERINDELLO DA BOSCO PER LA CESSIONE DELLA POSSESSIONE RIVENDICATA DA GIAN GALEAZZO TROTTO 1450 novembre 9, Milano. Locumtenenti Alexandrie. Lamentandose altre volte Zohanne Galeazo Trotto de Guilielmino Gherindello dal Bosco per una possessione qual gli teneva indebiatamente, confortassemo el dicto Gulielmino che gli la volesse relaxare; esso se monstrò ben disposito a fare la dicta ralaxacione, ma voleva retenere per sè una peza de terra de cir ca quaranta pertiche, la qual havendo nuy voluto intendere la condicione sua troviamo che saria troppo gran desconzo et danno a Zohane Galeazo a relaxarla. Pertanto ve cometiamo et volemo che, havuto da lui el dicto Gulielmino lo confortiati et vediati de indurlo per ogni modo a restituire la dicta possessione ad esso Zohanne Galeazo, mettendo in questo ogni dilligencia vostra et avisandolo che s’el vole alcuna cosa da nuy che la faremo et aciò ceh’el ve creda in questo ve mandiamo alligata littera de credencia in vestra persona. Mediolani, die suprascripta. Iohannes. 821 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL LUOGOTENENTE E IL VICE POTESTÀ DI PIACENZA INDUCANO ANTONIO BARUTERO A DARE , COME GIÀ ORDINATOGLI, A NICOLÒ DA VERONA QUANTO GLI È DOVUTO 1450 novembre 10, Milano. Locumtenenti et vicepotestati Placencie. Ve scrivessemo ali di passati che dovesse servare modoche misser Antonio Barutero satisfacess a Nicolò da Verona, nostro home d’arme de quello debitamente deve havere da lui; del che secondo intendemo dal dicto Nicolò pare fin a qui non ne habiati fato niente. Pertanto volimo che subito recevuta questa, servati modo et forma ch’el dicto Nicolò sia satisfacto dal dicto Antonio integramente senza dilacione alcuna de tuto quello debbe havere da luy debitamente. Data Mediolani, die x novembris 1450. Iohannes. 822 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CAPITANO DELLA VALTELLINA CHE I COMUNI DI TRESIVIO E PLANA INVIINO, ENTRO SEI GIORNI, DUE O TRE UOMINI CON PIENO LORO MANDATO, DAL DUCA, DOVE PURE SI PORTERÀ GIOVANNI BRANDANO DI QUADRIO DA PONTE CON PIENO MANDATO DEI NIPOTI , E AVVISI CHE NEL FRATTEMPO LA ESECUZIONE DELLA SENTENZA VIENE SOSPESA 1450 novembre 10, Milano. 233r Capitaneo Vallistelline. Bono respectu volumus quod bhs visis comunia et homines Trisivii Plani illius nostre vallis monitos faciatis ut duo, vel tres cum pIeno eorurm mandato infra dies sex continuos a monicione facta computandos ad nostri presenciam mittant et similiter Iohanni Brandano de Quadrio de Ponte precipiatis ut et ipse etiam cum pleno in personam nepotum eius mandato ad nos veniat intra terminum antedictum litteras preterea his alligatas per propriurm nuncium domino Francisco 336 de Ponte illico presentari faciatis qualiter in premissis feceritis, avissando nos et interim ab execucione sentencie late inter dictas partes supersederi faciendo, donec aliud mandaverimus superinde Data Mediolani, die x novembris 1450. Cichus. 823 FRANCESCO SFORZA AMMONISCE GABRIELE E LANCILLOTTO DE BOSIIS DI SALDARE IL DEBITO CHE HANNO CON FRANCESCO DA FOSSATO CHE HA GIÀ INUTILMENTE ACCORDATO UNA DILAZIONE 1450 novembre 10, Milano. Gabrieli et Lanziloto de Bosiis. Vuy sapeti che altre volte ad complacentia de miser Aluysino et vostra nuy ve fossemo favorevole ad ciò non foste molestati per lo debito haveti cum Francesco da Fossato, nostro citadino, et fecemo opera cum lo dicto Francesco che ve expectasse per alcuni dì et queste facemo credendo nuy che dovesti essere valent’homini et observare la promessa. Adesso è stato da nuy el dicto Francescho lamentandosse de vuy et dicendo che l’è passato el termino de duy mesi, et tanto più quanto è da callende in qua et anchora non gli è facto el dovere et suplica vogliamo provedere non sia menato più in longao. Pertanto parendone giusta questa sua rechesta et non possendo più patire tanta instantia quanto el ne fa continuamente, ve confortiamo et admoniamo che subito et senza dilatione lo vogliati fare contento de quello debe havere, in modo non hahiamo più querella, certificandovi che non lo facendo vuy, ne serà necessario provedere alla satisfatione sua per altra via, nì poteremo fare altramente del nostro honore advisandone dela. receptione dela presente et dela intentione vostra circa ciò. Mediolani, die x novembris 1450. Cichus. 824 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE DAI MAESTRI DELLE ENTRATE E DAI COLLATERALI GENERALI , DALLE CALENDE DI NOVEMBRE, ASSUNTO COME CAVALLARO ARASINO DA SANT’ANGELO CON IL MENSILE DI SETTE FIORINI. VUOLE , INOLTRE, CHE SIA CANCELLATO DAI RUOLI DEI CAVALLARI FRANCESCO DA ROMAGNANO 1450 novembre 9, Milano. 233v Magistris intratarum.et collateralibus generalibus. Dilecti nostri, volumus quod Franciscum de Romagnano, caballarium nostrum cum una equitatura ultimo octobris proximi preteriti cassari faciatis eiusque rationes ac solutiones et scripturas quaslibet provide opportunas fieri suique loco poni et scribi in calendis mensis huius, Arasinum de Sancto Angelo cum una equitatura et cum illa mensuali provisione florenorum vii a soldis xxxii imperialium pro quolibet floreno quam et prout habent alii caballarii curie nostre, faciendo eidem Arasino de dicta provisione ordinatis temporibus responderi. Data Mediolani, die viiii novembris 1450. Cichus. 337 825 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE, OCCORRENDO, IL POTESTÀ DI LODI O IL SUO LUOGOTENENTE CON RITO SOMMARIO INDUCANO, STEFANINO PETROLO, DONATO DE DOLZINIS E ANTONINO BORRO A PAGARE IL DOVUTO A GIOVANNI CAIMO, FINORA SODDISFATTO A SOLE PAROLE 1450 novembre 10, Milano. Potestati nostro Laude, sive eius locumtenenti. Dilecte noster, obbligantur Stefaninus Petrolus et Donatus de Dolzinis ac Antoninus Burrus in suppositati tibi iurisdictione residentes, Iohanni de Caymis, dilecto civi nostro Mediolanensi. et officiali tabellariorum de nonnullis pecuniis massaritii de causa quenadmodum significat, qui omnes sibi verba potius et dilaciones dare, quam satisfacere student, in non leve suum detrimentum; committimus ergo tibi et volumus quod ad omnem ipsius Iohannis et legitimi nuntii sui petitionem, constante de vero debito, compellas eos per omnia iuris remedia et ea que consimilibus in causis usitari solent et debent ad satisfaciendum sibi de eo quod debuerint omni cum celeritate possibili, super inde procedendo summarie, sirnpliciter et de plano, sine strepitu et figura iudicii, cessantibus cavillationibus et frivolis exceptionibus quibuslibet, et per modum quidem quo minime deducatur per anfractus litigiorum, aliis et nostris presertim in servitiis occupatus. Mediolani, x novembris 1450. Iohannes. 826 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL LUOGOTENENTE DI CREMONA CHE GLI SI INVIINO I GIÀ RICHIESTI 40 DUCATI, CHE ERANO DEL DEFUNTO FRANCESE 1450 novembre 9, Milano. 234r Locumtenenti Cremone. A questi dì ve scrivessemo dovesti tenere modo de havere quelli quaranta ducati che ha Masio Cassella et lo fratello che sonno del Franzoso olim nostro provissionato novamente morto e vui non haveti mandati nel li debitori de che ne maravigliamo asay; unde iterato ve repplicamo et vogliamo che subito veduta la pre sente tegnati modo de havere li dicti dinari senza alcuna excepcione et mandarceli per lo Tambornino no stro presente portatore et questo non manchi per cosa niuna al mondo, perché così è l'intenzione nostra. Mediolani, die viiii novembris 1450. Iohannes. 338 827 FRANCESCO SFORZA SCRIVE AL CONNESTABILE FRANCESCO DA BOLOGNA PERCHÉ RICHIEDA I CAVALLI TRATTENUTIGLI A CARPI. RIMANDI IL SUO FAMIGLIO DA ALBERTO PIO E , NEL CASO CHE IL TENTATIVO RISULTASSE NULLO, PASSI ALLA RAPPRESAGLIA NEI LIMITI DEL VOLORE DEI CAVALLI 1450 novembre 10, Milano. Francesco de Bononia connestabili. Havimo recevuta tua littera et intesso quanto ne hay a de tuo fameglio che hay mandato a Carpo per lo facto deli tuoi cavalli che te sonno stati retenuti ad Carpo et che non li hai possuto rahavere. Dicemo che, per più honestà del facto nostro, tu debbi remandare a misser Alberto et vedere de havere li tuoi cavalli cum bono rnodo, et se tu li porrai rehavere como te pare iusto, bene quidem, in caso che tu non li possi rehavere, siamo contenti che tu vedi de fare la represaglia che vaglia la quantità deli dinari che vaglino li dicti cavalli, la quelle reprasaglia facta che l’haveray la farai tenere et governare molto bene presso ti, che non ne sia mosso tanto che vaglia uno puntal do stringa, adciò che, se quelli talli che hanno li tuoi cavalli te li volerano rendore, tu possi restituire la dicta represaglia senza mancamento alcuno; et como haveray facta la dicta reprasaglia volimo che subito ne avisi. Data Mediolani, die x novembris 1450. Cichus. a Scripto sottointeso. 828 FRANCESCO DA BOLOGNA NARRA A FRANCESCO SFORZA IL VANO TENTATIVO DA LUI FATTO PER RIAVERE I SUOI CAVALLI E COME DA TUTTO RISULTI CHE ALBERTO PIO “NON PARE CHE DAGA TROPPO AUDIENCIA ALE LETERE D’ESSA VOSTRA ...SIGNORIA” 1450 novembre 5. Illustrissime princeps et potens domino et domino mi honorande, post humiles et debitas racomandacio nes et humilmente piglarò segurtade dando aviso ala illustrissima vostra signoria circa al facto de li cavalli, ma retenuto quello de Carpi et similmente li mandai uno fameglio colla littera de la vostra signoria eccellentissima esso misser Alberto essere trovato et non dimanco non li possi parlare et non possi intrare in Carpi. Ma perché le guardie dala porta mandarano dentro la dicta littera, dela quale stecte circa dui dì inan ci havesse resposta nisuna, da poi li dedi resposta a boca che per altri tempi era fugiti da lui certi cavalli 234v in le terre dela segnoria vostra et ohe non ne ha may possuto avere ragio, siché ultimamente non le volia rendere; quapropter a mo non pare che daga troppo audiencia aIe littere d’essa vostra illustrissima segnoria. Pertanto supplico essa vostra illustrissima signoria che li piaza volermi avisare quanto ho ad seguire circa questa materia et quanto la illustrissima signoria vostra manderà tanto exequirò, ala qual humilmente me recomando integramente. Die v novembris 1450. Servitor Franciscus de Bononia conestabilis. A tergo: Illustrissimo ac potenti domino domino Francisco Sfortie Vicecomiti duci Mediolani, Anglerieque comiti ac Cremone domino et domino nostro honorandissimo. 339 829 FRANCESCO SFORZA ORDINA A DANESIO CRIVELLI CHE SI CONSENTA AD ANTONIO DI MINUTI , A MATTEO DA PESARO, DUCALE REGOLATORE E MAESTRO DELLE ENTRATE, E A GIOVANNI BOTTO, DUCALE REFERENDARIO GENERALE DI FAR TAGLIARE LEGNA NEI BOSCHI DI CUSAGO 1450 novembre 10, Milano. Danesio de Crivellis. Siamo contenti et volemo che a qualuche messo de ser Antonio di Minuti, de Matheo da Pesaro, nostro regulatore et maystro de l’intrate et Iohanne Botto, nostro referendario generale che te portarà questa nostra littera, tu lassi tagliare in quelli nostri boschi de Cusago, in loco dove sia manco disconzo, una nave de ligno da foco per cadauno deli dicti tre, cioé ser Antonio, Matheo et Iohanne Botto, et questo non manchi. Mediolani, die x novembris 1450. Cichus. 830 FRANCESCO SFORZA CONCED AL PODESTÀ E AL LUOGOTENENTE DI ALESSANDRIA DI DISPORRE DI TODESCHINO, COMPAGNO DEL CONTE GASPARE DA VIMERCATE NEI LIMITI CHE LORO DIRÀ IL CANCELLIERE DEL CONTE 1450 novembre 10, Milano. Locumtenenti et potestati Alexandrie. Volimo che del Todeschino che è là in persona, lo quale è compagno del conte Gasparro da Vicomercato, vui ne disponati tanto quanto el cancellero de conte Gasparo a boca ve dirà. Mediolani, die suprascripta. Cichus. 831 FRANCESCO SFORZA RINGRAZIA PIETRO CAMPANA DA CASALE PER AVERGLI RIFERITO LE PAROLE DI UN AMICO CONTRO IL DUCA 1450 novembre 10, Milano. Petro Campane de Casalli. Havemo veduto quanto tu ne scrivi de le parole che ha dicto quello amico contra nuy, dicemo che a nuy è molto piaciuto questo avisso che ne hay dato et te ne laudamo et comendiamo, et così te confortiamo a fare per l’avenire de tuto quello te accaderà. Mediolani, die suprascripta. Cichus. 340 832 FRANCESCO SFORZA INVITA FEDERICO DA URBINO AD AVERE BUONI RAPPORTI CON IL MALATESTA, CHE, DICE IL DUCA “TENEMO PER NOSTRO BON FIGLIOLO ET FRATELLO” ED È “MOLTO CONTRARIO ET ALIENO DALA VITA DEL SIGNOR...SIGISMONDO , SUO FRATELLO” 1450 novembre 10, Milano. Domino Federico. Intendemo per più vie che fra vui la segnoria vostra et lo magnifico segnor domino Malatesta sonno alcune diferentie, la qual cosa a nuy dole et rincresce 235r perché haveressimo molto caro che fra vui fosse bona amicicia et fraternità et che da l’una parte e l’altra se vevisse pacificamente et quietamente. Et perché cum lo dicto signor misser Malatesta havemo bona amicicia et lo tenemo per nostro bon figliolo et fratello se per lo amore et affectione che lui ha in nuy corno etiandio perché lui è molto contrario et alieno dala vita del signor rnisser Sigismondo, suo fratello, pregamo et confortamo la signoria vostra quanto sapimo et possemo voglia cum lo dicto signor misser Malatesta et sui subditi vivere quiete et pacifice, et lui haverlo per bon fratello, perché ne rendemo certissimi farà el simile dal canto suo, certificando la signoria vostra che tuto quello farà verso lo dicto signor misser Malatesta aIe cose sue, reputaremo ch’el faza verso nuy per li respecti che havemo dicto de sopra. Mediolani, x novembris 1450. Cichus. 833 FRANCESCO SFORZA AVVERTE IL POTESTÀ DI MORTARA CHE ILARIO DA PARMA, COMPAGNO DEL CONDOTTIERO DUCALE AMERICO, NON PUÒ, IN QUANTO AL SERVIZIO DEL DUCA, ESSERE ESTIMATO COME GLI ALTRI RESIDENTI IN MORTARA 1450 novembre 10, Milano. Potestati Mortarii. S’è lamentato ad nuy Ilario da Parma, compagno del magnifico Americo nostro conductero habitante in quella nostra terra de Mortara, dicendo che per quello nostro commune è posto in extimo como son no li al tri de quella nostra terra, dela qualcosa ne miravigliamo parendone fuora del devere che, essendo luy alli servitii nostri, debia essere posto in extimo como li altri de quella nostra terra; pertanto volimo provedati in modo non sia gravato ultra el debito et lo usato perche servendo ad nuy non può fare la factione como li altri. Mediolani, x novembris 1450. Cichus. 341 834 FRANCESCO SFORZA RICHIAMA GIOVANNI DA TOLENTINO PERCHÉ FACCIA RISPETTARE GLI ORDINI CIRCA I PASSAGGI DEL PO. NESSUNO DEVE PASSARLO SENZA IL BOLETTINO E LA LICENZA “SIGNATA DELA NOSTRA CORNIOLA SECRETA”. I PROVENIENTI DI LÀ DAL FIUME DEVONO ESSERE INQUISITI SUL DA DOVE VENGONO, SUL PERCHÉ VENGONO E SUL CHI SONO 1450 novembre 10, Milano. Iohanni da Tolentino. Siamo certificati, et questo è verissimo, che ogni persona passa Po e va inanzi e indrieto a lor piacere e non l'è persone alcuna che gli habia a mente, né che servi niilllo ordine nostro quanto si in quella nostra cit tà non fusse persona alcuna per noy. Dela qual cosa ne maravigliamo assai et non sapemo donde se proceda tanta negligentia et poca advertentia e per qual casone non sonno observati li ordini e comandamenti nostri circa el facto de pasar Po, che vegna l’homo donde se voglia et de loco suspecto o d’altro luoco, che non gli sia dicte niente, che per certo n’habiamo grandissimo dispiacere. Unde vogliamo, recevuta que sta, voi vi debiate diligemtemente informare unde procede questo difecto et avisarne subito per vostra litte ra del tucto; et vogliate ordinare et provedergli per tal via et modo che homo del mondo, et sia chi se voglia de soldati, possa passar Po senza lo nostro bullactino et licentia signata dela nostra corniola secreta, et che dele persone che vengono dal 235v canto de là da Po, per passare dal canto de qua, se vogliano multo ben vedere chi sono et donde vengono et dove sonno stati et cetera, et demandargli sottilmente de lor progresso, aciò che quella nostra città et anchora li altri nostri luochi dal canto de qua se preservino sani. Et mectetigli tali ordini et tale persone fidate che sia exequito cum effecto questa nostra voluntà, et per modo che la mente nostra ne stia reposata, et del tucto ne vogliati avisare per vostra littera. Mediolani, x novembris 1450. Cichus. 835 FRANCESCO SFORZA SCRIVE AD ALBERTO SANTO DA TREZZO CHE AGLI UOMINI DI GIACOMO PICCININO SI CONCEDA DI SISTEMARSI IN TERRA DUCALE CON UN CAPITANO SFORZESCO. VUOLE CHE SI ABBIA LA MASSIMA CURA DEI CAVALLI, DELLA ROBA E DELLE ALTRE COSE DEL SUDDETTO PICCININO 1450 novembre 11, Milano. Alberto Sancto de Tricio. Havemo recevute tucte le tue littere et inteso quanto ne scrivi. Del tucti restiamo advisati et non accade altra resposta, se non che te comendiamo et laudiamo assay dela tua diligentia et sollicitudine et li advisi tuoi l'habiamo habuti cari et acepti assay, et perché quelli homini d’arme de Iacomo Pizinino sapiano et intendano li facti loro, volimo et cossì siamo contenti che tu gli dige, per nostra parte, che li diamo piena licentia che se possano conzare dal canto nostro cum qualunche capitaneo et conductiero doli nostri; deli cavalli, robba et altre cose del dicto Iacomo Picinino vogli havere bona guardia et cura che non vada in sinistro tanto che vaglia uno puntale de stringha, senza nostra licentia et littera sottoscripta de nostra propria mano. Et fa bene adtendere ad quelli cavalli. Data Mediolani, die xi novembris 1450. Cichus. 342 836 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL CAPITANO DELLA MARTESANA FACCIA RESTITUIRE BESTIE E BIADE SEQUESTRATE DAI SUOI FANTI AD ANTONIO BIRAGO 1450 novembris 11, Milano. Capitaneo Martesane. S’è lamentato da nuy Antonio da Birago, mulinaro, de certe bestie cariche de biada ad luy tolta per li tuoi fanti, conducendoli da Bollà, como vederay per la inclusa nota; dela qual cosa essendo cossì come luy dice ne maravigliamo, et pertanto,essendo cossì, volimo debbi liberargli et fargli rendere dicte bestie et biade et haveriamo caro intendere da ti come questa cosa è seguita. Data Mediolani, die xi novembris 1450. Iohannes. 837 LETTERA DI ANTONIO BIRAGO ( MUGNAIO ) CON CUI DENUNCIA QUELLO ACUI È STATO PROVVEDUTO CON LA LETTERA PRECEDENTE s.d. 236r Havuto notitia come sabato do matina a dì 6 novembris 1450, me fonno tolte due bestie, zòè uno mullo et una mulla dentro da Bollà cum stare xviii de mestura, zòè segalo et miglio et melego, omgni cosa insieme quando lo molinaro fo per darla ad chi l'era so, li fanti del capitaneo de Martesana ce tolsano le bestie et la farina et menala via. Del che prego la signoria vostra che ne voglia fare una li ttera che habia le bestie et la farina perché la non è mia, ma è de tre persone: Cerutus modio i; Petrus de Cuxano stara vii; Balzarinus de Novate stara iii. Antonio da Berago, mulinaro. 838 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL LUOGOTENENTE DI LODI CHE ALLE IMBARCAZIONI CARICHE DI BIADE , FERME A PIZZIGHETTONE, SI MANDI UN UOMO FIDATO CHE LE FACCIA RISALIRE FINO A CASTIGLIONE E CHE POI PROCEDANO UNA A UNA, AVVISANDO SUBITO IL DUCA SE MAI QUALCUNA VENISSE FERMATA 1450 novembre 11, Milano. Locumtenenti Laude. Perché, segondo sentimo, lì a Pizighitone sonno accepttati circa sey e sete nave carriche di biade quale voriano venire suso, ma pur se dubitano a venire senza licencia per non essere arrestati li a Cerreto, et nuy, segondo sai te havimo avissato, non intendimo che se debia piglare licencia alcuna perché non intendimo consentire a preiudicare ale rasone nostre, perché Crema non ha a fare cum Lodi, et Cerreti è de Lodesano. Pertanto per questa te dicemo che vogli fare venire suso le dicte nave et mandarli uno di tuoi fidato e scorto, che venga insieme cum le dicte nave, ma che vegnano insieme per fin a Castiglione o di sopra, como parerà ali conductori, et che poi ne sia mandata una dele dicte nave oltra, senza le altre, et passando se mandino le altre ad una o due nave; et arrestandose nave alcuna, vogli subito avissarce, facendo ritrare le altre in loco che stiano salve et aconzamente, et passando dicte nave, como è dicto, col nome de Dio. Et perché nuy scrivemo a Zohanne Caymo più distinctamente, vogli ordinare che quello tuo che gli mandaray se intenda in ogni cosa col dicto Zohanne. Mediolani, die xi novembris 1450. Cichus. 343 839 FRANCESCO SFORZA INFORMA IL COMMISSARIO, PODESTÀ E REFERENDARIO DI COMO DI AVERE STABILITO PER L’ANNO SUCCESSIVO UNA ADDIZIONALE SUI DAZI PER CONSENTIRE LA RESTITUZIONE AI CITTADINI DEI 5500 FIORINI DA LORO MUTUATI AL DUCA 1450 novembre 10, Milano. 236v Commissario, potestati et referendario civitatis nostre Cumarum. Dilecti nostri, sicut ex aliis litteris nostris intelligetis, ordinavimus et concessimus quod super daciis illius nostre civitatis in anno proxime venturo, illis duntaxat reservatis que littere ipse declarant, additio fieri valeat pro fienda nostris civibus ibi, qui Camere nostre presentialiter mutuo subvenire habent de florenis quin que milibus quingentis, de eis opportuna restitucione; ut igitur hi, quibus illiusmodi pecunie de nostri mandato assignate fuere, maiori cum celeritate et eodem tempore assignatarum sibi pecuniarum integram satisfacionem assequi veniant et habere, volumus vobisque mandamus quatenus facta de civibus illis, qui illiusmodi pecunias denumerare debebant, electione, assignetis ipsis, ut pretangitur, assignationes haben tibus tot ex dictis civibus quot eorum pecunie assignaciones suas ascendant, ita quod unusquisque ipso rum assignatos sibi cives intelligat et deinde ex eis debitam satisfationem consequi possit. In qua habenda assistatis eisdem omni auxilio omnique favore ac innovacionibus quibuslibet opportunis. Mediolani, die decimo novembris 1450. Christoforus. Iohannes Petrus. 840 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL COMMISSARIO, PODESTÀ E REFERENDARIO DI COMO DI IMPORRE UNA ADDIZIONALE SUI DAZI DELLE PORTE E DELL’IMBOTTATO, ( MA NON SUI DAZI DELLE BIADE E DEL VINO AL MINUTO) PER RISARCIRE COLORO CHE HANNO DATO A MUTUO 5500 FIORINI 1450 Novembre 15, Milano. 237r Commissario, potestati et referendario nostris Cumarum, nec non presidentibus negociis civitatis ibi. Ut magnifici cives illi nostri, qui, per fiendam illic compartitionem iuxta datum superinde ordinem quemadum ex litteris tui commissarii modo advisati sumus, presentialiter Camere nostre mutuo subvenire habent de florenis quinque milibus quingentis, loco conventionis alias per agentes nomine illius nostre comunitatis cum prefata Camera nostra habite, mutuandarum per eos pecuniarum debi tam cum integritate satisfationem assequantur, ut nostre firme est dispositionis, et animadvertentes nullum impresentiarum ap tiorem modum adesse fiende sibi eiusmodi restitutionis, quam per dandam additionem datiis illius nostre civitatis in anno proxime venturo ad quam comunitas ipsa acquiescere videtur contentamur et ita per pre sentes opportunam vobis licentiam concedimus quatenus antedictam additionem, de qua vobis melius et pro minori intratarum nostrarum detrimento expedire videbitur super datiis ibi et maxime super datio intra te portarum seu imbottati, in ipso futuro anno facere valeatis, reservatis dumtaxat datiis bladi lacus lacus et vini de minuto,super quibus illiusmodi additionem fieri debere non intendimus aliqualiter, et postea exigendas ex ea pecunias in satisfationem antedictorum civium converti, videlicet uniuscuiusque pro mutuata per eum portione, usque dumtaxat ad ipsorum quinque milium quingentorum florenorurn quantitatem; sed talem in ipsa fienda adhibeatis diligentiam simul et advertentiam, quod super illis tantumodo datiis ea fiat ex qui us eo minorem Camera ipsa nostra 344 patiatur iacturam quo possibile fuerit, declarantes et decernentes intentionis nostre omnino esse ut ii omnes ex memoratis civibus, qui priores in fienda eiusmodi subventio ne extiterint, debeant prius pro eorum parte integram satisfationem consequi; et sic vos omnes, reiecta pro rus quacumque difficultate, observetis et exequamini, ac observari et executioni demandari omino faciatis, approbantes et confirmantes ex nunc quicquid in premissis feceritis, servato tamen ordine ante dicto. Mediolani, die xv novembris 1450. Iohannes Petrus. Christoforus. Cichus. 841 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE VINCENZO AMIDANI FACCIA DI TUTTO PERCHÉ CESSI LA RAPPRESAGLIA (ACCORDATA DA EUGENIO IV E CONFERMATA DA NICOLÒ V) DEI PERUGINI CONTRO GLI UOMINI DI SANTA FIORA . NE PERORI LA CESSAZIONE PRESSO IL PONTEFICE E SE NE AVVALGA, A SUPPORTO, DEL CARDINALE AGNESI 1450 novembre 10, Milano. 237v Vincentio de Amidanis. La magnifica nostra cugnata contessa de Sanctafiore, mogliera del magnifico Boso nostro fratello, manda lì uno suo fidato exibitore dela presente a supplicare ala Sanctità de nostro signore per la revocatione de certa represaglia concessa per la felice memoria de sanctissimo papa Eugenio et deinde confirmata per la Sanctità de nostro signore presente a Perusini contra li homini soi de Sanctafiore per casone de certa robaria de pecore et altre bestie facta da l’una parte a l’altra sul territorio Senese fino al tempo che Nicolò Piccinino campezava in quelle parte; per la quale represaglia sequene infiniti damni a quelli poveri homeni de Sancta Fiore, perchè da essi Perusini non solamente se tractano male in la robba, ma sonno menati via per presoni, come se fra loro fusse guerra bandita, el che crediamo non sia mente dela Sanctità soa. Et perché havemo ordinato ch’el decto messo fidato dela contessa habia prima recorso dal reverendissimo monsignore de Benivento et da ti, n’è parso de scriverti la presente et recommendarti questo facto, et cossì te lo recommandiamo et volimo che, intendendo da luy come passò el facto d’essa robaria, facci ogni opera et instantia presso la Sanctità soa et esso monsignore et ove serà expediente, che li poveri homini de Sanctafiore non siano gravati contra el debito, immo sia revocata la concessione dela dicta represaglia, essendo cossì come n’dato ad intendere, cioè che essi Perusini sopra el Senese prima havesseno robato el bestiame de quelli de Sancta Fiore. Et circa de ciò non dicemo altro, perché intendirà la cosa piùchiaramente per relatione del decto messo et per lettere del dicto Boso; ma ben te avisamo che ogni bona provisione et votiva expeditione se farà al dicto messo ne serà gratissima. Et perché el dicto messo etiandio te informerà de una differentia vertente tra essa contessa et Angelo da Sala per la possessione de Castelfranco, te commectiamo che etiandio in questo facto gli sii favorevole et fazi tucto quello te serà possibile per obtenimento del suo desiderio. Mediolani, x novembris 1450. Cichus. In simili forma, mutatis mutandis, scriptum fuit infrascriptis, reservata tamen ipsis ultima particula de differentia possessionis Castri Franchi, videlicet: sanctissimo domino nostro Pape et reverendissimo domino cardinali Beniventano. 345 842 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE ALBERTO SANTO, CONSTATATO CHE LEONE DA MILANO È FRATELLO DEL CASTELLANO, GLI DIA TUTTA LA ROBA DEL DEFUNTO 1450 novembre 12, Milano. 238r Alberto Sancto. Volimo, constando ad ti che Leone da Mediolano fosse fratello del castellano, quale fu morto, gli fazi et debi dare et restituire tucta la robba et ogni altra cosa del suo al supradicto Leone perché, essendo suo fretello, è rasonevole debbia havere la robba sua. Mediolani, xii novembris 1450. Cichus. 843 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE GIOVANNI DA ALESSANDRIA E PIETRO DE ACCEPTANTIBUS MIGLIORINO SEMPRE PIÙ LE CONDIZIONI DELLE LOCALITÀ DA LORO MENZIONATE 1450 novembre 12, Milano. Iohanni de Alexandria et Petro de Acceptantibus. Inteso quanto ne scrivite circa la compositione de quelle terre, non dicemo altro se non che vi vogliate sforzere de tirarle più suso vi sia possibile et augmentare lo facto nostro quanto più possete. Mediolani, xii novembris 1450. Cichus. 844 FRANCESCO SFORZA CONSENTE CHE FILIPPO VISCONTI TENGA CASTIGLIONE FINO A CHE L’ARCIPRETE, SUO SUBENTRANTE, NON GLI ABBIA VERSATO I 600 FIORINI DAL VISCONTI SPESI PER LA CONSERVAZIONE E CUSTODIA DELLA LOCALITÀ 1450 novembre 12, Milano. Domino Filippo Vicecomiti. Perchè intendimo che quello luoco de Castiglione, quale tenite debiate consignare in mano de l’arciprete a nome nostro et che vi siano pagati de presenti, per le paghe havite tenute in guardare et conservare dicto luoco et per li altri dispendii havuti, fiorini seicento, cioè 600, ad rasone de soldi xxxii per fiorino, et intendendo tamen che, restando voy ad havere più pagamento facto che sarianno le rasone vostre de li decti 600 fiorini, computando la robba havete havuta d’alcuni gentili homini, che vi sia facto per lo decto arciprete integro pagamento, ovvero che vi sia remesso nele mane dicto castello et luoco perfine sarite integre satisfacto; ma vogliate, havuti che havireti dicti 600 fiorini fare libere consignare, corno è dicto, dicto luoco nele mane del dicto arciprete che poi immediate sarano vidute le rasone vostre et, restando voy havere, sarite integre satisfacto. Mediolani, xii novembris 1450. Cichus. 346 845 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI CASALMAGGIORE DI COSTRINGERE MARCHESINO BOCCACCIO A VERSARE (SE REALMENTE DOVUTI) I 12 DUCATI DI CUI PAOLO DA PISA SI DICE CREDITORE 1450 novembre 12, Milano. Potestati Casalis Maioris. Ce richede el strenuo Paulo da Pisa, nostro homo d’arme, che dovendo lui havere da Marchesino Bocacio dodeci ducati debitamente et recusando lui satisfarli, gli faciamo fare ragione senza strepito de piado. Parendoce adoncha la sua richesta honesta, et considerato che ha ad cavalcare in li nostri servicii, vogliamo che havuta bona informacione del debito, costrengi esso Marchesino a satisfare al dicto Paulo de tuto quello se troverà suo vero debitore, procedendo in la causa sumnariamente et sola fatti veritate inspecta. Mediolani, die xii novembris 1450. Cichus. 846 FRANCESCO SFORZA RICORDA AL LUOGOTENENTE DI ALESSANDRIA CHE SUO UFFICIO È QUELLO DI RENDERE GIUSTIZIA E CIÒ FACCIA NEL CASO DELTODESCHINO 1450 novembre 12, Milano. 238v Locumtenenti Alexandrie. Havemo inteso quello ne scriveti del Todeschino, quale parente, quando fo conducto ala morte imputoe d'essere stato ala morte de quello frate de Sancto Bernardo et el simile ha confessato lui. Intendimo etiamdio como misser Zohanne Ferrofino ve ha dicto gli debiati far ragione et vui non lo voleti fare senza licencia; al che respondendo prima se meravigliamo de vui perché l'officio vostro è de far ragione et capitandovi simile malfactore in le mane li doveresti punire senza aspectare altro da nuy, che saria casone de securare le strate et daria materia a cadanuo de ben vivere. Et in conclusione dicemo che, constandovi per confessione d'esso Todeschino e d’altri el delicto, gli faciati senza altra dillatione, quello vole la ragione, participando però et intendendovi in el tuto col cavallero del conte Gasparro da Vicomercato. Mediolani, xii novembris 1450. Iohanne. 847 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PROVISIONATO GIOVANNI DA MILANO CHE, SE È VERO QUANTO AFFERMA GIOVANNI DALLI CAVALLI, GLI FACCIA RESTITUIRE IL CAVALLO TOLTOGLI 1450 novembre 13, Milano. Iohanni de Mediolano provisionato. Iohanne dali Cavalli, presente portatore, ne dice essergli altre volte stato tolto uno suo cavallo, qual dice sapere dove è et non poterlo havere, como da lui intenderay; pertanto volemo te informi de questo fatto et, trovando tu ch’el dicto cavallo gli sia stato tolto indebitamente como lui dice, provede gli sia restituito, ma in questo fatto fa in modo che niuno habia casone dolersi de ti et che nuy non ne habiamo querella. Mediolani, xiii novembris 1450. Iohannes. 347 848 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL CAPITANO DELL’EPISCOPATO DI CREMONA GLI FACCIA SAPERE PERCHÈ UNA GRANDISSIMA QUANTITÀ DI BIADE VA FUORI DEL CREMONESE DIRETTA IN GRAN PARTE IN TERRA VENEZIANA 1450 novembre 12, Milano. Capitaneo episcopatus Cremonensis. Nui havemo scripto più littere circa le biave che vanno nel terreno dela signoria de Venecia et may da vui non habiamo havuta resposta alcuna, che ne maravigliamo asay. Immo siamo avisati et certificati da molti lochi como da poy che habiamo scripto de questa cosa gli n’è andata et ogni dì gli ne va in grandissima quantità che per certo non sapemo ad chi imputare et dare questo defecto se non a vui che, vel vui lo faceti non gli voleti provedere, vel che vuy non posseti provedere. Et perché questo ne retorna in grandissimo danno volemo, recevuta questa, vuy ne avisati quala è la casone che dicte biave vanno in lo terreno predieto de Veniciani 239r ad ciò che nuy gli possiamo provedere et obviare ad queste cose che per cosa alcuna del mondo non deliberamo comportare, né patire che victualia veruna vada fora del Cremonese et maxime in le terre et lochi supradicti. Mediolani, die xii novembris 1450. Cichus. 849 FRANCESCO SFORZA RICHIAMA IL FIGLIO TRISTANO A FARE DI TUTTO A CHE LE VETTOVAGLIE NON VADANO IN TERRA VENEZIANA E CERCHI DI SORPRENDERE QUALCUNO DI COLORO CHE ILLEGALMENTE LE ESPORTANO PER PUNIRLO ESEMPLARMENTE 1450 novembre 12, Milano. Domino Tristano Sforcie. Siamo informati como passa et se conduce de molta biava et in grande quantitate da quelli lochi nostri de Cremonese in Bresana et in le terre et lochi de Veniciani, che non te porressemo dire lo danno segue ad nui et ali suditi et gente nostre et siamo avissati che alcuni di nostri sonno allogiati de là gli fanno la scorta. Pertanto volemo et per la presente te cometemo che vogli per tute quelle vie et modi te parerà provedere et obviare che biave, victualia, né niuna altra cosa vada in le terre et lochi de Veniciani et sforzati metterglie ogni tuo incegno, studio et sagacità de dì et de nocte de trovare qualcuno indefecto et ad ciò se gli possa dare tal debita punicione che sia exempio ad li altri et re sponderano de l’ordine et provisione gli haverai facto, ad ciò che biava, victualia, né veruna altra cosa possa andare in lo terreno de Veniciani. Data ut supra. Cichus. 348 850 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL VESCOVO DI PAVIA DI AVERE INTESO DAL SUO STESSO AVVOCATO CHE DOVREBBE RICONOSCERE LA COGNATA DI FRANCHINO (CONTROPARTE CON CUI IL VESCOVO È IN LITE). CERCHI QUINDI DI PORRE FINE ALLA CONTROVERSIA 1450 novembre 13, Milano. Episcopo Papie. Desiderando nuy de vedere expedita la causa, quale Franchino nostro ha cum vuy scrissemo li dì passati a misser Stefano Fazardo, vostro advocato et informato dela cosa che ne volese avisare del parere suo circa quello facto et se cum honestà la paternità vostra li possene compiacere; è accaduto de presente el dicto misser Stefano essere venuto qui, et habbiamo parlato cum esso qual ne dice et afferma che per la iusticia posseti et doveti recognoscere la cognata d’esso Franchino, pertanto ve confortiamo quanto più strectamente possiamo et possimo che sando la cosa de la natura che è dicto ve piaza de mettergli fine et de avisarne de l’ordine haveriti preso per expedicione de questo facto ad ciò ne possiamo avisare Franchino qual haveriti apparechiato ad ogni vostro acconzo, de che pensati et habiati per fermo ne fareti cosa gratissima che asay crediamo intendiate quello merita Franchino cum nuy che in maior cosa gli vorremo compiacere. Mediolani, xiii novembris 1450. Iohannes de Ulesis. 851 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI SALSO, BERNARDO DE GHIRINGHELLI , CHE A NESSUNO VENGA DATO SALE DI SALSO MINORE SE NON AI PARMENSI E CHE IL COMMISSARIO SOPRA IL SALE NEL PARMENSE, DESIDERIO GROSSO, ABBIA ABBONDANZA DI SALE E NON GLI CAPITI PIÙ, COME È AVVENUTO, DI MANDARE CARRI PER PRENDERE SALE E RITORNASSERO ,POI, VUOTI 1450 novembre 11, Milano. 239v Bernardo de Ghiringhellis potestati Salsi. Come vederay per la copia dele lettere de Desiderio Grosso, nostro commissario sopra del sale in le parte nostre de Parmesana pare che, per tuo difecto, non habbia potuto havere sale quantunca più e più fiade gli sia promesso de dare et habia mandato li carri per torne, quali senza sale sonno retornati indietro; et questo è proceduto perchè contra ogni consuetudine et nostro ordine ha dato sale altroe, come per esse littere più largamente vederay, la qual cosa non solo torna a disturbio et danno deli cittadini et homeni nostri de Parmesana, ma a grande iactura et diminutione de l’intrate nostre, del che assai se meravigliamo et siamo mal contenti de ti, né sappiamo per qual modo presumi de fare et patire questo, maxime essendoge el decto nostro ordine incontrario. Pertanto volimo et te commandiamo, per quanto hay cara la gratia nostra, vogli, havuta questa, ordinare et provedere che per alcuno modo directo, né indirecto fiza dato ad alcuno del sale de Salso Minori, se non per uso d'essi Parmesani, ali quali è deputato, et anchora de presenti ne habia dicto commissario in tal copia non segua alcuno manchamento de sale, né habia in lo avenire cum spesa et damno dela Camera nostra mandare li carri, quali da poi senza sale retornano indireto, avisandoti s’el farai te darimo ad intendere havirai facto male ad damnificare la Camera nostra et contra dire alli ordini nostri predicti, avisandone de l’ordine havirai posto sopra de ciò et como havirai facto. Mediolani, xi novembris 1450. Antonius. Iohannes Petrus. Cichus. 349 852 FRANCESCO SFORZA DICE A PIETRO DE SCIPIONE, MARCHESE PALLAVICINO, DI VOLERE IL PARMENSE FORNITO DEL SALE DI SALSO MINORE, COME VUOLE UNA VECCHIA CONSUETUDINE E L’ORDINE DUCALE 1450 novembre 11, Milano. Petro de Scipioni marchioni Palavicino. Quantuncha per le consuetudine passate etiam per l’ordine nostro se debia dare el sale se tabrica in Salso Minore per uso dela città nostra de Parma, non dimancho pare se ne dia altroe, como più largamente potirete intendere per la copia a questa inclusa, et per questo li Parmesani non possono havere sale, in grande danno et detrimento de l’intrate nostre, del che assai se maravigliamo et siamo malcontenti. Il perché essendo nuy certi che tua intentione non è che al predicto nostro ordine sia per alcuno modo contrafacto, ma volere favorire et aiutare li intrate nostre te caricamo et strengemo vogli, havuta questa ordinare et provedere in modo ch’el predecto 240r sale sia dato ad ogni richiesta de Desiderio Grosso, commissario nostro sopra el sale in el Parmesano, et ne habia in tal copia che per mancamento de sale non segua tanto damno aIe dicte nostre intrate, nè in questo lassi per alchuno modo intervenga alchuno fallo, né difficultà. Anche li vogli ponere, come siamo certi farai, tale ordine non segua alchuno manchamento de sale in le predicte nostre parte, né si ne dia altroe contra lo antedicto nostro ordine, et avisane subito como farai. Mediolani, xi novembris 1450. Antonius. Iohannes Petrus . Cichus. 853 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REFERENDARIO E AL TESORIERE DI PAVIA CHE SI OSSERVINO ESENZIONE E IMMUNITÀ, GIÀ VISCONTEE, ALL’ABATE E AL MONASTERO DI LARDIRAGO 1450 settembre 15, Milano. Referendario et thesaurario Papie. Lo reverendo patre miser l’abate de Lardirago ha mandato da noy ad supplicarne che li vogliamo fare observare le soe immunitate et exemptione et del suo monastero. Del che, havendo noy informatione che dicte exemtione sonno state observate per lo passato al tempo dela bona memoria de l' illustrissimo signor duca passato et da poy la morte d’esso signor per fine al presente, ne pare sia bene li debiano essere observati; pertanto vogliati liberamente et con effecto dare opera et curare che dicte exemptione siano integramente observate, como sono per lo passato fin qui. Mediolani, xv septembris 1450. Cichus. 350 854 FRANCESCO SFORZA ORDINA A PIETRO PAOLO DA SPOLETO CHE SIA ASSOLTO, SENZA CHE RIMANGA ALCUNA ISCRIZIONE NEI REGISTRI, BATTISTA DA ROBIA, CONDANNATO PER IL PORTO DI UN COLTELLO 1450 novembre 13, Milano. Domino Pietro Paulo de Spoleto. Baptista da Robia, presente portatore, è stato qua da noy, domandandone gratia de una certa condamna sone, quale dice voy haver gli facta perchè portava una cortella. Mossi da pietà, maxime considerato lo dicto Baptista non la portava per male ad fare siamo remasti contenti compiacergli de dicta gratia, la quale quanto a noy se specta gli l’habiamo facta liberamente. Et cossì per questa vi comectimo debiate cassare e cancellare ogni scriptura et processa havessevo facta o facta fare per dicta casone, per modo che per alcuno tempo non gli possa essere dato impazo alcuno. Mediolani, xiii novembris 1450. Iohannes de Ulesis. 855 FRANCESCO SFORZA SI DICE GRATO A DONNA CHIARA ATTENDOLI, CONTESSA DI COTIGNOLA E SANT’ANGELO, PER LE FELICITAZIONI FATTEGLI PER LO STATO SFORZESCO. AL RIMPROVERO DI NON SCRIVERLE ADDUCE LA SCUSA DEL SUO GRAN DAFFARE E PROMETTE UNA PIÙ ASSIDUA CORRISPONDENZA 1450 NOVEMBRE 13, MILANO. 240v Magnifice domine Clare de Attendolis, comitisse Cotignole et Sancti Angelli. Cum gran piacere et contenteza de l’animo nostro havemo recevuta una littera vostra per la quale ve con gratulate et realegrate del nostro prospero et felice stato et vi maravigliati che nel passato non vi habiamo may scripto cosa alcuna; et respondendo dicemo che siamo certi et certissimi la vostra magnificencia ha bia preso singulare contenteza de l’amplitudine et gloria nostra et degnamente ne pò prendere perché de ogni bene et amplitudine nostra sempre parteciparono cum la magnificencia vostra et con lo magnifico con te vostro marito, donde lo rengraciamo quanto sapemo et potemo, certificandola che siamo de simile ani mo verso de ley et prendemo quello piacere et consolacione del suo bono essere et di soi che prendiamo del nostro proprio et tra l’altre cose havemo inteso cum summa contenteza ch'el prefato conte vostro marito sia in bon stato cum la sacra mayestà del re. Et se per lo passato non ve havemo scripto alcuna cosa non è proceduto per oblivione di facti vostri, ma per le nostre grande occupatione nostre, et per non metere la casa vostra in suspecto perché credendo nuy de fare bene non vorramo incontrarse male, che troppo ne doleria pur nell’avenire, intendendo nuy el desiderio vostro gli satisfaremo volontera et gli scrivaremo più spesso apparigiati ali piacere d‘essa vostra magnificentia. Mediolani, xiii novembris 1450. Cichus. 351 856 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL LUOGOTENENTE DI ALESSANDRIA CHE QUANDO SARÀ RISOLTA LA VERTENZA TRA PIETRO INVICIATO E BATTISTA DEL FRESCO, FACCIA PAGARE AL LOCATARIO IL CANONE D’AFFITTO FISSATO SULLA CIFRA DEL PASSATO 1450 novembre 14, Milano. Locumtenenti Alexandrie. E’ stato qui da nuy Diodato presente portatore, qual como da luy intenderay ha ad ficto una possessione chiamata la possessione de San Zohanne de Castellazo, dela qual possessione è differencia de misser Petro Inviciato et de misser Batista del Fresco, siché esso Diodato se grava ad sborsare lo ficto d’essa possessione non sapendo ad chi debitamente specta dicta possessione. Per tanto comettimo et volimo debbi provedere che esso Diodato a chi debitamente se doveria respondere del ficto dela dicta possessione, ma quando de rasone et sia terminato ad chi specta saremo contenti el responda del dicto ficto ad che gli haverà meglior rasone et così volimo debiati exequire. Anchora ne dice esso Diodato che non ha may pagato per ficto della dicta possessione se non ducati sexanta l'nno et che mo' gli no sonno domandati octanta, sì che provedeti como ha pagato per lo passato, così paghi per l’avenire. Mediolani, xiiii novembris 1450. Cichus. 857 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI BOSCO DI FAR SALDARE I DEBITI DEI QUALI È CREDITORE INSODDISFATTO BIASSINO SPONGATA DI CASTELLAZZO 1450 novembre 14, Milano. 241r Potestati Boschi. Ce ha significato Biaxino Spongata dela terra nostra dal Castellazo che ha molti debitori in quella iurisdictione a te commissa et maxime per biava, dali qualli non po' conseguire el debito in suo grave preiudicio et danno et provide ce richede gli faciamo ministrare ragione; et parendoce la sua richesta honesta volemo et te cometimo che ad ogni richesta et instanzia d’esso Biaxino, aut de Deodato dala Cerra, in nome d’esso Biasino procedi contra qualunche suo vero debitore, sumarie, simpliciter et de plano, sine strepitu et figura iudicii, cavilationibus et frivolis exceptionibus cessantibus quibuscumque, et postquam te constarà del vero debito gli costrengi a far el dovere de quanto deveno por ogni remedio de ragione. Mediolani, xiiii novembris 1450. Cichus. 352 858 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE FOSCHINO ATTENDOLI, LUOGOTENENTE DI LODI, FACCIA CESSARE L’IMPOSIZIONE DI FORNITURE DI CARRI E DI BUOI DA PARTE DI GIOVANNI DA MILANO 1450 novembre 14, Milano. Foschino de Attendolis, locumteneti Laude. Ultra quello hieri te scripsemo deli modi havemo inforrnatione tene Zohanne da Mediolano in quella nostra città, siamo informati ch’el dicto Zohanne da Mediolano va commandando carri per lo contado de quella nostra città; di che ne miravigliamo et rendemone certi che questo commandare de carri lo faza piutosto per usurpare qualche cosa che per altre casone. Unde te dicemo che nostra intentione è el dicto Zohanne da Mediolano non se impazi de comandare né carri, né bovi in quella nostra città, né nel contado; ben volimo che bisognando li carri, nè altro per la rochetta o per altro nostro facto debbi prevedere li habia, ma luy non volimo se impazi de commandare cosa alcuna nella città, né anchora nel contado, se nuy non scrivessemo altro et cossi volimo debi exequire. Mediolani, xiiii novembris 1450. Cichus. 859 FRANCESCO SFORZA INFORMA GIOVANNI CAIMO, COMMISSARIO DI PIZZIGHETTONE, DI NON POTERGLI DARE IN AIUTO GABRIELE DA PIOLTINO, DELEGATO ALLA GUARDIA DI QUEL PONTE DI PIACENZA CHE VUOLE SIA SISTEMATO PRONTAMENTE 1450 novembre 14, Milano. Iohanni Caymo, commissario Pizleonis. Havemo veduto quello ne scrivi del caso te è occurso del cavallo te ha mosso lo pede et cetera. Restamo de tucto avisati et condolendose del tuo male, te dicemo che noy havemo remandato Gabriel de Pioltino, del quale ne scrivi, ala guardia del porto de Piasenza, siché non poteria lassar là per venire ad aiutarti, ma volimo provedi per altra via como parirà a ti, siché non si perda tempo alcuno a fare li aparechi per aconzare lo ponte, di che te caricamo strectamente. Data ut supra. Cichus. 860 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL REGOLATORE E I MAESTRI DELLE ENTRATE METTANO IN CONTO A FRANCESCO SANSEVERINO L’AMMONTARE DELL’UFFICIO DI PODESTÀ DI CALPIGNANO AFFIDATO A GIOVANNI ANTONIO AMADEO 1450 novembre 14, Milano. 241v Regulatori et magistris intratarum. Siamo informati come voy havete deliberato lo officio dela potestaria de Calpignano de Novarese a Iohanni Antonio Amadeo, cancellero del magnifico Francesco da Sanseverino, nostro conductero, quale lo ha incantato a doy anni per fiorini tremta; pertanto, avendogli voy deliberato dicto officio, siamo contenti ponati aconto d'esso magnifico Francesco quello monta dicto officio, prechè cossì ne ha pregato esso magnifico Francesco, et de ciò ne avisati per vostre lettere aziò possiamo fare expedire le littere d'esso officio et far ponere aconto d’esso maginifico Francesco quello montarà lo incanto del dicto officio. Mediolani, xiiii novembris 1450. Cichus. 353 861 FRANCESCO SFORZA ORDINA AI MAESTRI DELLE ENTRATE CHE L’ABBATE DEL MONASTERO MILANESE DI SAN VINCENZO NON VENGA GRAVATO DEL CONTRIBUTO PER IL BUE GRASSO 1450 novembre 14, Milano. Magistris intratarum nostrarum. Informati quod venerabilis dominus abbas Sancti Vincentii, huius preclarissime urbis, quo tempore illu strissimus dominus olim dux Filippus Maria recolende memorie vitam agebat in humanis, numquam gra vatus fuit pro bove pingui, quem alii religiosi singulis annis Camere sue solvere consueverant, conten tamur et volumus quod presentem abbatem eius monasterii, pro anno presenti dumtaxat, nullatenus grava ri permictatis dicta occasione. Mediolani, xiiii novembris 1450. Iohannes. 862 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL REFERENDARIO DI LODI FACCIA AVERE AL CONDOTTIERO RABOTTO IL DOVUTO, TRATTENENDO SOLO 20 DUCATI PER PAGARE LA GARANZIA DI BALDASSARRE DA BARZA 1450 novembre 14, Milano. Referendario Laude. Segondo che per le altre nostre littere te havimo scripto volimo che, postpositis omnibus, tu actendi a l’in tegro spazamento del strenuo Rabotto, nostro conductero, retenendo lì quelli venti ducati, quali luy resta ad pagare per la segurtade de Baldexare de Barza; falo adoncha spazare subito cum la retentione de dicti venti ducati. Mediolani, die xiiii nobembris 1450. Cichus. 863 FRANCESCO SFORZA RACCOMANDA AL PAPA ANTONIO DA PESARO, ANCHE SE NON SI COMPORTÒ BENE VERSO IL DUCA 1450 novembre 14, Milano. Sanctissimo domino nostro Pape. Benchè ser Antonio da Pesaro per lo passato se sia portato senistramente et mancho che bene verso me et il Stato mio, et a torto in verità apresso Dio et il mondo, non dimeno venendo luy per le sue fazende al conspecto dela Sanctità vestra serò contento et havirò caro che la Beatitudine vostra, non havendo respecto veruno a me, lo veda volontera et lo recogli humanamente et in le sue petitione lo trae ti come gli piace et pare et ultra ciò lo raccomando ala clementia vostra, la quale Dio se degni conservare longamente in bona prosperità como desidero. Mediolani, xiiii novembris 1450. Cichus. 354 864 FRANCESCO SFORZA NON VUOLE CHE ALBERTO SANTO LASCI IL POSTO DOVE SI TROVA, FINO A CHE NON SIANO DIVERSAMENTE SISTEMATI GLI UOMINI D’ARME CHE FURONO GIÀ DI GIACOMO PICCININO 1450 novembre 14, Milano. 242r Alberto Sancto. Perché quilli homini d’arme erano de Iacomo Pizinino sono conzi cum il strenuo cavallero missere Ruglero da Rossano, nostro conductero, e de nostro consentimento sono al suo guerno, e volendogli conservare, non volemo che tu te parti da lì finatanto cho tu habi proveduto che possano stare lì o in li lochi circumstanti, mentre gli provedaremo altroe, como è nostra intentione de prevedergli presto, facendogli fare ogni aconzo possibile cusì de alogiamemti e del vivere como de ogni altra cosa. Mediolani, die xiiii novembris 1450. 865 FRANCESCO SFORZA ORDINA AI SIGNORI DEL CONSIGLIO SEGRETO E AI MAESTRI DELLE ENTRATE STRAORDINARIE CHE ANTONIO DA PESARO NON SIA CONSIDERATO RIBELLE NONOSTANTE CHE “PER LO VIGORE DELLE CRIDE FACTE ALI DÌ PASSATI FUSSE CADUTO IN RIBELLIONE” 450 novembre 14, Milano. Dominis de Consilio Segreto et magistris intratarum extraordinariarum. Per certi respecti, quali ne moveno a cusì fare, non volimo che ser Antonio da Pesaro sia reputato né scripto sulli nostri libri per ribello, non obstante che per lo vigore dele cride facte ali dì passati fusse caduto in ribellione; ale qual gride, in questo caso tanto, per le presente derogamo et volimo sia derogato et volimo et commandiamo che esso ser Antonio sia in quel grado et stato che l’era inanzi la pubblicatione d'esse cride. Et cosi ordinate che questa nostra mente sia mandata ad executione. Mediolani, xiiii novembris 1450. Cichus. 866 FRANCESCO SFORZA SI DICE GRATO A FRANCESCO SICCO PER LE ESPRESSIONI DI STIMA ESPRESSEGLI ANCHE TRAMITE IL CONTE GALEAZZO D’ARCO, ANTONIO GUIDOBONO E CARLO DA LAGNELLO 1450 novembre 14, Milano. Francisco de Sichis. Quamvisdio a noy non sia novo lo amore et benevolentia qual ne portate, non dimeno non poteressimo esprimere quanto havemo havuto a caro la confirmatione quale de ciò ne ha facta li spectabile conte Galeaz Darchi, Antonio Guidobone et Karolo da Lagnello, per relatione deli quali comprehendemo expressamente voy non solum amarne perfectamente, ma essere desideroso d’ogni nostro honore et exaltatione et gloria, dele qual cose ultra che immortaliter ve rengratiamo; vi avisamo anchora che fate bene ad havere tale animo et bona voluntà verso noy, perche invero potete reputare ogni nostro bene et exaltatione vostra propria et, mettendone alla experientia, trovarite essere vero quanto ve dicemo, finalmente a tucti li vostri honori et comodi et voluntera in verità se offerimo aparechiati. Mediolani, xiiii novembris 1450. Cichus. 355 867 FRANCESCO SFORZA RINGRAZIA GIACOMO MORARIO PER LE ESPRESSIONI AMICHEVOLI. CONSENTE CHE I CREMONESI POSSANO MACINARE AI SUOI MULINI DI CANNETO 1450 novembre 14, Milano. 242v Iacobo Morario. Ben che sempre habiamo conosciuto che cum amore caritate et benevolentia prosequite noy et il nostro Stato pur, ad retificatione de questo, havimo inteso voluntera quanto ne ha referito per parte vostra el nobile Carlo de Lagnello et singularmente ve ne rengratiamo, offerendoce pariformiter a tucti vestri honori, piaceri et comodi aparechiati; et per compiacervi como sempre etiam in maioribus faressemo, voluntera havemo scripto ad Angilo Lombardo, capitaneo nostro del distrecto Cremonese, che lassi andare li nostri homini del Cremonese ad macinare aIe vostre moline de Caneto, secundo che esso Carlo per vostra parte ne ha rechesto et havemolo facto voluntera. Ben vi confortiamo et pregamo che facciate tale admonitione ali vostri molinari et homini che, intendendone de questo cum el prefato Angilo le biave, non fizano menate ali luochi vedati secundo l’ordini nostri. Mediolani, die xiiii novembris 1450. Cichus. 868 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE ANGELO LOMBARDO , CAPITANO DUCALE DEL DISTRETTO CREMONESE, CHE LASCI AI CREMONESI LA POSSIBILITÀ DI MACINARE GRANO A CANNETO 1450 novembre 14, Milano. Angelo Lombardo. Havendo noy in amico singulare lo egregio Iacomo Moraro et volendo compiacergli per bono respecto, siamo contenti che tu concedi et presti patientia ali homini nostri del Cremenese, che vadano ad macinare aIe sue muline de Canneto, admonendoli però et intendendoti cum esso Iacomo che le biade non fidessono menate a loco vetito contra li ordini nostri, como più volte ali dì passati te havemo scripto. Mediolani, xiiii novembris 1450. Cichus. 869 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL REGOLATORE E I MAESTRI DELLE ENTRATE ISCRIVAO NEL QUADERNETTO DEI GENTILUOMINI ESENTI PIETRO CAIMO DI BERNARDO 1450 novembre 14, Milano. Regulatori et magistris intratarum. Volimo che facciate notare et descrivere nel quaternetto deli altri zentili homeni da essere preservati exempti, Pietro Caymo de miser Bernardo et ordinate ch'el sia preservato exempto asieme cum li altri, segondo l'ordine et forma et voy data da essere observata in similibus. Mediolani, die xiiii novembri 1450. Cichus. 356 870 FRANCESCO SFORZA PRECISA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE COME DEVE ESSERE INTESA LA DISPOSIZIONE A FAVORE DI PIETRO CAIMO DI BERNARDO 1450 novembre 18, Milano. Domini regulator et magistri intratarum. Vole el nostro illustrissimo signor che quella littera, qual ve scrisse ali dì passati la sua excelentia per la excelentia de Petro Caymo, de misser Bernardo, vaglie et hahia quella substanciacia et quello effecto che hanno quelle de l’altri zentil’homini che sono notati sulo quaderneto et como se essa littera fose data già dui mesi fa. Servate adoncha questa tal mente del nostro illustrissimo servitore. Mediolani, die xviii novembris 1450. Cichus. 871 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AD ANTONIO DA PESARO CHE NONOSTANTE LE GRIDE NON LO RITIENE RIBELLE E VUOLE VENGA CANCELLATO IL SUO NOME OVE APPARISSE COME TALE 1450 novembre 14, Milano. 243r Ser Antonio de Pisauro. Havemo udito voluntera et inteso quanto ne ha referito il nobile Carlo da Langnello per parte vostra et per compiacerve in quanto luy ne ha rechiesto per parte vostra, nuy ve avisemo fine mo’ che non vi havemo per ribello et cossì per lo presente ve chiarimo, non obstante alcune cride havessemo facto pubblicare per le quale potesseno quoque modo essere reputato ribello; aIe quale cride, per quanto aspecta al facto vostro,derogamo et volimo sia derogato et havimo chiariti li nostri officiali et magistrati, deputati ad exequire le dicte cride, che vi havimo per exceptato et commandatoli per nostre lettere che de tucti et qualuncha libro, dove fostivo scripto per ribello, vigore dele cride, vi debbano cassare, irritare et anullare ogni scriptura contra et in vostro preiudicio facta per dispositione d'esse cride, et così si farà. Mediolani, xiiii novembris 1450. Cichus. 872 FRANCESCO SFORZA ORDINA AD ANTONIO DA BESOZZO DI RIPRISTINARE LA DISPONIBILITÀ DI POSTO PER I CAVALLI DI GIORGIO DA ANNONE 1450 novembre 14, Milano. Antonio de Besucio. Fo deputato altre volte lozamento a Zorzo D’Annone, nostro cortesano, in la piove de Brebia per li soi cavalli; et per che l’è stato absente più dì in li nostri servitii, pare gli sia posto altri in suo luoco et privato luy del dicto lozamento, del che se dole et retrove malcontento, non sapendo ove reponere li dicti cavalli. Pertanto ne pare et cossi te confortiamo et caricamo vogli provedere ch'el suo lozamento usato gli sia preservato et si alcuno gli fusse posto, sia remosto et mandato altroe perché intendiamo ch'el dicto Zorzo omnino habia el suo. Mediolani, xiiii novembris 1450. Cichus. In simili forma scriptum fuit capitaneo Seprii. 357 873 LETTERE COMMENDATIZIE AL PAPA, AL CARDINALE FIRMANO E AL CARDINALE BENEVENTANO PER IL VESCOVO DI BOBBIO [1450] novembre 14, Milano. Serenissimo domino nostro pape. Littere recommendationis in personam domini episcopi Bobiensis, item cardinali Firmano; item cardinali Beniventano; item littere passus pro eodem. Mediolani, xiiii novembris. 874 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE CHE IL NUOVO OSPEDALE MILANESE GODA DEL DIRITTO DI ESENZIONE 1450 novembre 14, Milano. 243v Regulatori et magistris intratarum. Acteso quanto havite scripto dela informatione havite che l'Ospidale Novo de questa nostra inclita città per li tempi passati è stato preservato exempto, cossì per concessione del duca ultimo passato como de soi precessori, et non intendendo per reverentia dela religione preiudicare a quilli siamo contenti et volimo ordinate che esso Hospitale sia preservato exempto secundo la forma a voy data da essere servata in similibus. Mediolani, xiiii novembris 1450. Cichus. 875 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIOVANNI CAYMO (CHE TERRÀ CONTO DI OGNI SPESA) E A FILIGNATO CHE LE SPESE DEGLI AMBASCIATORI DI RE RENATO A PIZZIGHETTONE SIANO DA LORO PAGATE. SIA, INOLTRE, ACCONSENTITO AGLI AMBASCIATORI DI ENTRARE NEL CASTELLO E DI STARVI A LORO PIACIMENTO 1450 novembre 15, Milano. Filignato et Iohanni de Caymis. Quod solvi facere debeant omnes expensas factas in loco Pizleonis per ambassiatores serenissimi regis Renati, et quod eos venerarentur summo modo et quod sinerent eos ingredi castrum illud, stare ac morari ad eorum beneplacitum et, ut informabuntur a Francisco Maleta, cui plenariam et credulam adhibent fidem, et quod de dictis expensis dictus Iohannes Caymus debeat tenere computum, quia per dominum nostrum fiet sibi fieri satitisfationem magistris intratarum. Mediolani , xv novembris 1450. Cichus. Franciscus Sfortia Vicomes manu propria subscripsit. In simili forma castellano et thexaurario Cremone, data et subscripta ut supra. In simili forma commissario et thexaurario Parma, data et signata ut supra. 358 876 FRANCESCO SFORZA, IRRITATO PER L’ INDIFFERENZA DELL’ ARCIPRETE DI MULAZZANO ALLA PROPOSTA CANDIDATURA AL CANONICATO DEL PRETE GIOVANNI BASSANO, GLI IMPONE DI DESIGNARLO ALTRIMENTI VI PROVVEDERÀ LUI STESSO DIMOSTRANDOGLI CHE, ALL’OCCORRENZA, SA “ESSERE VESCOVO ET ABBATE, PRETE ET CANONICO” 1450 novembre 15, Milano. Archipresbitero Murazani. Nuy ve havemo scripto et per altre nostre littere replicato et exortato ve piacesse ellegere al canonicato de Mulazano, qual vaca per la morte del domno prete Bassano de Glisate, domno prete Iohanne Basano filio Martini, idoneo et sufficiente; et secundo siamo informati fin qui non havete facto né voluto fare niente, stimando poco el nostro scrivere e le nostre littere quanto ve scrivesse lo minimo diacono habiati. De che molto ne maravigliamo; et perché scriviamo humanamente et honestamente ve pare forsi non sia vero el nostro scrivere et che non preciamo non essere obediti da vui et observato quanto ve scrivemo, et pensati forsi da nuy non gli sapiamo provedere, siché per queste ve dicemo et confortiamo che, senza più scrivere, debiate ellegere et deputare al canonicato 244r esso prete Zohanne et fare tute le cose necesare et opportune in ciò, se non volete gli provederemo poy nuy avisandove che, bisognando, savemo essere vescovo et abbate, prete et canonico. Mediolani, xv novembris 1450. Cichus. 877 FRANCESCO SFORZA ORDINA A PIETRO DA NORCIA DI TROVARE FRUMENTO PER I CONNESTABILI ANTONELLO DAL BORGO E LUCA SCHIAVO 1450 novembre 15, Milano. Domino Petro de Nursia. Volemo in ogne modo, et così ve sforzati, trovare in presto tanto frumento che ne possiati dare al strenuo Antonello dal Borgo et a Luca Schiavo, nostro connestabili, che gli basti per uno mese, et per trovare dicto frumento metitigli ogni vostra cura et dilligentia, siché li dicti habiano frumento per uno mese. Et questo non vole mancare per cosa alcuna. Data ut supra. Cichus. 878 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL LUOGOTENENTE DI LODI RENDA GIUSTIZIA ALLO SQUADRERIO DUCALE, FRANCALANZA, DA UN BERGAMASCO DA CUI PRETENDE PER VENTOTTO FORMAGGI UNA CIFRA SUPERIORE A 7 DUCATI, PREZZO DI VENDITA DI DETTA MERCE 1450 novembre 15, Milano. Locumtenenti Laude. Essendo altre volte cum Francesco Pizinino a servicii de Milanesi Francalanza, nostro squadrero gli fecemo toglere le soe robbe et bene, quale haveva in Pavese et tra l’altre cose XXVIII formagie quale haveva uno suo Pergamasco. Da poi, retornato lui a nostri servicii gli fecimo restituire ogni cosa et etiandio sette ducati quali haveva preso da sé per lo precio del dicto formagio venduto uno Lanzaloto nostro comissario; adesso intendiamo per querella d’esso Francalanza, che volendo lui saldo et rasone cum el dicto Pergamasco et farli boni li dicti VII ducati, esso non se vole contentare dicendo che formagio valeva cento livere et che così gli lo vole computare; venendo 359 adonca et mandando lì el dicto Francalanza per questa casone, ve comettiamo et volemo gli faciati rasone contra el dicto Pergamasco e provideati che, non essendo venduto el dicto formagio più che sette ducati non sia compensato al dicto Francalanza ultra el dovere. Mediolani, die suprascripta. Cichus. 879 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE TADDEO DAL VERME NON ABBIA A SPARLARE DEL CONDOTTIERO PAOLO DA ROMA 1450 novembre 16, Milano. Tadeo de Verme. Como siamo certi haveti inteso, Paulo da Roma ha havuta bona licencia da noy et così dalla magnifica madona Luchina, il quale Paulo retorna a casa sua; et perché n’è stato referito havete havuto a dire alcune parole verso dicto Paulo, quale noy non credemo imperò sia vero, pur sia la cosa como se voglia, ve avisamo che tuto quello fose dicto o facto contra dicto Paulo reputaressemo fosse dicto e facto alla nostra propria persona, como più largamente intenderite da Aluiso, nostro trombeta, presente portatore informato dela mente nostra, al quale sopra ciò vogliati credere et dare piena fede quanto a nuy proprii. Data Mediolani, die xvi novembris 1450. Cichus. 880 FRANCESCO SFORZA COMANDA CHE GUINIFORTE DA CANTONE IN METTONO INTERVENGA NELLE OPERAZIONI CONNESSE CONNESSE LA DELIBERAZIONE DUCALE DI “FARE REINCANTARE LE IMBOTATURE “ LOCALI, PERCHÉ LE PRECEDENTI ERANO AVVENUTE SENZA DELIBERAZIONE NÉ DEL DUCA NÉ DEI MAESTRI DELLE ENTRATE 1450 novembre 14, Milano. 244v Guiniforto de Cantono in Metono. Como vederai per nostre littere patente, havemo deliberato de novo fare reincantare le imbotature dele terre comune nonobstante alcuna composicione cum esse terre facta per li daciarii de esse imbotature, quale composicione, participando la Camera nostra, como participa in dicte imbotature, non se dovea fare senza saputa et deliberacione nostra et deli maystri de l’intrate nostre como è facta et ad fare de novo dicta cercha et descriptione havimo deputato per officiale el dilecto nostro fameglio Filipo de Ancona al quale, una cum quelli haverà in sua compagnia, volemo, et così per questa nostra te commandiamo, che debbi dare ogni paciencia, consiglio et favore necessario in fare dicta cercha in quello loco lì et ulterius che tu vadi cum dicto Filipo et compagni in qualuncha terra e loco dove saray richesto da loro per confortare et operare cum effecto che li homini che quilli lochi stiano pacienti et obedienti a lasare fornire dicta circa, et descriptione et generaliter quanto se contene nele dicte littere pattente; et ad exequire questa nostra intencione vogli metre ogni tuo studio et dilligencia, se hay cara la gracia nostra sapemo bene che tu poy asay disponere et mettere ordine a dicta facenda et così aspectiamo l’effecto et fa che non manchi per cosa del mondo. Mediolani, xiiii novembris 1450. Cichus. Antonius. Christoforus. Iohannes Petrus. 360 881 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CAPITANO DELLA LOMELLINA DI RILASCIARE GIOVANNI FRASCAROLO DOPO AVER DATO 200 DUCATI COME GARANZIA DI PORTARSI DAL DUCA E DI NON ANDARSENE A SUA INSAPUTA, OLTRE A DEPOSITARE PRESSO UN TERZO CAVALLI E RAME 1450 novembre 16, Milano. Capitaneo Lomelline. Volemo et comandamote che, subito recevuta la presente, faci destenere personalmente Zohanne da Frascarolo homo d‘arme del spectabile misser Moreto de Sancto Nazaro, qual habita nel loco de Medda, et prima che lo relaxi gli faci dare segurtade de ducento ducati ch’el vegnarà et se consignarà qui da nuy et non se partirà senza nostra saputa, facendo interim deponere li cavali et rame sue preso una terza persona, a ciò non vadano in sinistro. Mediolani, xvi novembris 1450. Ionannes. 882 FRANCESCO SFORZA DICE AL PODESTÀ E ALLA COMUNITÀ DI CREMONA CHE VUOLE ABBIA LUOGO LA COMPOSIZIONE TRA DETTA COMUNITÀ E IL LOCALE PARATICO DEL LANIFICIO CON IL PAGAMENTO DI 120 DUCATI DA PARTE DEGLI ARTISTI DEL LANIFICIO 1450 novembre 15, Milano. 245r Potestati et comunitati Cremone. Doveti già molti dì fa e mesi essere informati dela deferencia qual vertisse tra la comunità et universi tà deli artisti del lanificio sive draparia de quella nostra cità et dele alegacione fra l’una parte et l’altra in defensione dela causa loro et per questo non ve replicamo quanto per qualuncha dele parte molte fiate et agitato nanti a nuy. ma ben ve dicimo che, portando nuy quello amore che portemo a quella nostra cità, ogni differencia et discordia che nasese fra quilli nostri citadini ne è tanto exosa e più che nuy potessemo dire né scrivere. Et così, desiderando nuy che lì se viva bene unitamente et pacifice et se toglie via ogni cagione de rancore et inimicicie più tosto per via de acordio et amicabile composicione che per via iudiciaria, ed haendo nuy inteso che per li deputati de quella nostra cità et alcuni adiuncti a suasione de ti potestà, era praticata et quasi conclusa compositione et accordio fra le parte in questo modo, cioé che il pratico o vero artisti, sive Università deli artisti del lanificio pagasseno cento vinti ducati o vero quanto tu, podestà, determinase et le parte ambedue rimanesero de acordio et tacite et contente così per lo passato como etiam per lo avenire, la qual cosa per unione et ben vivere de quella nostra carissima cità a nuy piaceria ultra modo, ve pregamo, confortamo et carichiamo che vogliati terminare la dicta causa per tale acordio, non agravando però a questo se non quanto ve pare, ma ben ve avissamo che facendo così ne fareti cosa gratissima che sia sempre, como havemo dicto, cum piacere dele parte. Mediolani, xv novembris 1450. Cichus. 361 883 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL LUOGOTENENTE DI PIACENZA PRENDA E TENGA NELLA CITTADELLA POLO FRANCESCO E GIOVANNI O ANTONIO BALESTRAZO, PERCHÉ POLO FRANCESCO TRESCA PER CONSEGNARE BADIA A GIACOMO PICCININO, CUI DA ANTONIO O GIOVANNI SI INTENDE DARE MONTE SANTO E ANCHE COMPIANO 1450 novembre 16, Milano. Locumtenenti Placencie. Per uno nostro servitore n’è sporto la cedula introclusa de doe pratiche quale se movano cum el conte Iacomo, como tu vederay. Pertanto te comettiamo et volemo che subito vidi de havere in le rnane Polo Francesco et Zohanne o Antonio Balestrazo, nominati in la dicta cedula et li tegni in quella citadella cum bona guardia, avisandone como haverai facto. Mediolani, die xvi novembris 1450. Iohannes. Polo Francesco, hahitore dela Badia, quale loco è in Piasentina sopra Castelarquato, he stato da conte Iacomo Pizinino, praticando de dargli la Badia et ha alcune pratiche in Fiorendola 245v Zohanne o Antonio Balestrazo, homo del conte Zohanne Angosola, è stato dal conte Iacomo Pizinino praticando de dargli Monte Sancto, qual è loco del dicto conte Iohnanne; e li sopradicti danno speranza al conte Iacomo de fargli havere Compiano et ambiduy hanno intelligencia cum molti altri, deli qualli se haverà piena informacione havendo in le mane li dui suprascripti. 884 FRANCESCO SFDORZA VUOLE CHE IL PODESTÀ DI MILANO, CONSTATATO CHE GIOVANNI DETTO CIGOLA DE MAYNERIIS E GIACOMO DE VALIANIS SI SONO ( DOPO I RECIPROCI FERIMENTI) REALMENTE RAPPACIFICATI, LI LIBERI DAL CARCERE 1450 novembre 16, Milano. Potestati Mediolani. Detenti sunt apud vos quidam Iohannes dictus Cigola de Mayneriis et Iacobus de Valianis pro mutuis vulneribus sibi ipsis illatis; verum, quia intelleximus utrumque eorum gravi vulnere affectum esse et pacem contraxisse adinvicem, complacere volentes magistro Martiniano sutori nostro, contentamur et volumus ut, si ita est quod pax inter ipsos contracta sit, pro eo quod ad Cameram nostram pertineat, nulatenus contra eos nec alterum eorum procedatis, sed eos ex carceribus libere relaxari faciatis. Mediolani, xvi novombris 1450. Cichus. 362 885 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL CAPITANO DEL SEPRIO RIDIA A GIORGIO DA ANNONE DISPONIBILITÀ DI SPAZIO PER CAVALLI E PERSONE 1450 novembre 14, Milano. Capitaneo Seprii. Fo deputato altre volte logiamento a Zorzo de Annono, cortesano, in la pieve de Brebia per li suoi cavalli; et perché l’è stato absente più dì in li nostri servitii par gli siano posti altri in suo loco et privato lui de suo logiamento del che se dole et retrova mal contento non sapendo ove reponare li dicti cavalli. Per tanto volemo provedi ch’el suo usato logiamento gli sia reservato per li cavalli et boche vivi ch’el se retrova hhavere, et se alcuno altro gli fose posto, sia mosto et mandato altrove, ordinando etiandio che ali cavalli et famegli ch'el mandarà sia provisto segondo l’ordini nostri. Mediolani, xiiii novembris 1450. Cichus. In simili forma Antonio de Besucio. 886 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CAPITANO DELLA MARTESANA DI PORTARSI SUL POSTO PER COMPRENDERE QUELLO CHE IL PROVVISIONATO LOCALE, BERTRAME DA VARESE, INTENDE CON “FACENDA DEL PORTO” 1450 novembre 16, Milano. Capitaneo Martesane. Vederiti per le incluse littere quanto ne scrive Bertrame da Varise nostro provisionato. Et perché non intendimo bene quella facenda del porto, volimo che vuy ve transferati là su el loco et, intendove cum esso Bertrame, providiati a quanto è da provedere per honore et bene del Stato nostro. Mediolani, xvi novembris 1450. Cichus. 887 FRANCESCO SFOIRZA VUOLE CHE IL PODESTÀ DI MELZO LIBERI I TRE FAMIGLI DI RUGGERO DA TORSI PERCHÉ IL DERUBATO DICE DI ESSERE STATO SODDISFATTO 1450 novembre 16, Milano. 246r Potestati Melcii. Misser Zohanne dala Noce, nostro conductero ne dice che quello citadino qual fo robato da quelli tre famegli de Rogiero da Torsi, nostro homo d’arme, qualli sono destenuti lì, è stato da loro et chiamase contento et satisfacto da loro. Per tanto semo contenti et volemo, chiamandose contento et satisfacto dicto citadino, debbi subito liberare dicti tre famegli de Rogero. Mediolani, xvi novembris 1450. Cichus. 363 888 FRANCESCO SFORZA DICE A BELTRAMO DE VARESE DI AVER SCRITTO AL CAPITANO DELLA MARTESANA DI PORTARSI SUL POSTO PER INTENDERE MEGLIO LA FACCENDA DEL PORTO 1450 novembre 16, Milano. Bertrame de Varisio. Havemo inteso quanto ne hay scripto de quello te ha dicto el Torsa da Malgrado et del porto da Imbersago; et per intendere meglio la cosa et che se gli facia la debita provisione, havemo scripto ad misser Petropaulo, nostro capitaneo in Martesana, che venga là per intendere et provedere a quanto sarà a fare, siché tu te intenderay cum lui sopra ciò. Mediolani, xvi novembris 1450. Cichus. 889 FRANCESCO SFORZA IMPONE AL LUOGOTENENTE DI LODI DI CATTURARE TRE O QUATTRO MALANDRINI AUTORI DI “ROBBARIE ET EXCESSI” O, SE NON GLI RIESCE, DI FARGLI AVERE I LORO NOMI PER POTERE INTERVENIRE 1450 novembre 16, Milano. Locumtencnti Laude. Havemo recevuto tue più littere circa le robbarie et excessi, qualli se cometeno in quello nostro territorio, le quale ne sonno tanto exose quanto dir se potesse. Et, desideriose de farne punicione, volimo che tu cerchi de havere nele mane tre o quatro deli malfactori, aut, non potendolo fat tu, avissane al manco del nome de quelli, a ciò che gli possiamo provedere, perché scrivendone tu d’esse infinite robbarie et non provedendo de punirli o non avisando nuy, valeria niente. Siché aut tu cerchi haverne veruno nele mano, aut ne avisi del nome d'essi, aciò che se gli possa provedere. Mediolani, die xvi novembris 1450. Cichus. 890 FRANCESCO SFORZA ALLE LETTERE DI PIETRO DE ACCEPTANTIBUS RISPONDE CON UNO SCRITTO CON DIRETTIVE PER GLI UOMINI DI CASTELLAZZO. 1450 novembre 17, Milano. 246v Petro de Acceptantibus. Havemo recevuto due tue littere et inteso quanto per quelle scrivi. Dela littera domandi directiva alli homini del Castellazo, dicemo che ti la mandiamo ligata con questa in bona forma siché spazate et manda ad execucione quanto hai da fare, et avisane chiaramente come haverai facto con tucti quelli luochi. Ala parte che dici che non te havimo resposto, dicemo che è stato per tuo difecto, per che una volta scrivi che sonno d’acordo et un’altra volta scrivi in altra forma. Pertanto vogli avisarne de tucto et scrivere chiaro. Mediolani, xvii novembris 1450. Iohannes de Ulesis. 364 891 FRANCESCO SFORZA CHIEDE AI MEMBRI DEL CONSGILIO SEGRETO DI PRENDERE VISIONE DELLE LETTERE E DEI PRIVILEGI DI AMBROGIO VISCONTI PER APPURARE SE DETTO AMBROGIO SIA ESENTE DALLE IMBOTTATURE E DA ALTRI ONERI 1450 novembre 17, Milano. Dominis de Conselio Segreto. Requirit a nobis Ambrosius de Vicecomitibus, civis huius inclite urbis nostre, ut cum ab imbottaturis immu nem preservare faciamus iis modo et forma quibus et prout tempore illustrissimi quondam principis et du cis precessoris nostri extitit preservatus; verum, quia rei huius ignari sumus, commectimus vobis et volu mus ut per visionem litterarum et privilegiorum suorum et ali'ter quomodocumque videbitur, informemini si a dictis imbottaturis vel ne et a quibus aliis oneribus exemptionem habet, et si ea fuit sibi hactenus observata, quicquid compereritis nobis intimando. Mediolani, xvii novembris 1450. Cichus. 892 FRANCESCO SFORZA SCRIVE AD ANDREA DA FULGINEO DI DARE AI FAMIGLI DI GRAZIANO DA COTIGNOLA ALLOGGIAMENTI E NIENT’ ALTRO 1450 novembre 19, Milano. Ser Andree de Fulgineo. Volimo non debbi movere li famigli de Gratiano da Cotignola del logiamento dove sonn al presente et cossì te commettemo, ma volimo non gli sia dato stramo, nè cosa alcuna se non te scrivemo altro et cossì exequissi et ordinarai, perchè cossì è la voluntà nostra, Mediolani, die xviiii novembris 1450 Iohannes. 893 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL COMMISSARIO E AL PODESTÀ DI PARMA DI NON MOLESTARE I BENI DI NICCOLÒ TERZI E DELLA MADRE. OGNI CONTESTAZIONE IN PROPOSITO VUOLE SIA PORTATA DAVANTI A LUI 1450 novembre 17, Milano. 247r Commissario et potestati Parme. Volimo che non siano molestati per modo alcuno directe vel indirecte li beni del nobile Nicolò de Terzi, figliolo che fu del conte Zorzo de Terzi, et cossi dela madre, donna che fu del predicto conte Zorzo. Et se alcuno se pretendesse havere rasone alcuna contra essi beni comparano denanzi a nuy che gli farimo administrare iustitia et rasone. Mediolani, xvii novembris 1450. Iohannes de Ulesis. 365 894 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL FIGLIO TRISTANO RESTITUISCA A RUGINALE I CAVALLI 1450 novembre 16, Milano. Domino Tristano Sfortie et cetera. L’è stato qui da nuy Ruginale, presente portatore quale remandiamo là et volimo che subito hauta questa, remossa ogni casone, debi restituirgli quelli dui suoi cavalli et non manchi, perché cossì è la voluntà nostra. Data Mediolani, die xvi novembris MCCCCL. Cichus. 895 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE GIOVANNI DA TOLENTINO, FATTO SLOGGIARE DA SONCINO RUGINALE, TOVI A DETTO UOMO D’ARME UN ALLOGGIO PER LUI E I CAVALLI 1450 novembre 17, Milano. Domino Iohanni de Tolentino. Nuy havemo remosso Ruginale, nostro homo d’arme presente portatore da Suncino dove logiava, perchè non volimo allogia lì per bono respecto, pertanto volimo gli provediati de logiamenti per luy et li cavalli suoi, dove parerà ad vuy et li fati tratare come feriano tractati li altri allogiano in Cremonese, et non manchi. Data Mediolani, die xvii novembris 1450. Cichus. 896 FRANCESCO SFORZA AVVERTE IL CASTELLANO DELLE TORRETTE DI TREZZO, FERMO LANDRIANI, CHE, SAPUTO COME NOTTETEMPO SI PORTANO IN TERRA VENEZIANA BIADE E ALTRO CON IL BURCHIELLO DEL CASTELLANO, LUI SOLO DEVE SERVIRSI DI TALE IMBARCAZIONE 1450 novembre 17, Milano. Firmo de Landriano, castellano turrectarum Tricii. Noy havemo ordinato et comrnandato al nostro capitaneo del Sovero che non lassi passare biava alcuna per Martesana. senza nostra licentia, et questo habiamo facto adciò che biava, né veruna altra cosa se possa condure dellà d’Adda in le terre de Venitiani, per che siamo più che certif'icati che ogni dì si gli ne conduce in grande quantità. Et perché siamo avisati che alcuni vostri passano biava et altre cose con uno burchiello, quale tenete lì de nocte tempo, la qual cosa retorna in grave danno dele intrate nostre, rendendovi noy imperò certissimi che voy de questo non ne sapete niente, perché non lo comportarestivo, più per togliere via questi suspecti et per togliere questo incarico dale spalle vostre, volimo che voy nisuna altra persona debia usare dicto vostro burchiello in passare gente, né veruna latra altra cosa de qua, né de là d’Adda, excepto si non fusse per qualche cosa importante al Stato nostro et non altamente, perché li vostri possono passare al porto, quale tene lì quelli nobili castellani et voy vi possite fornire dele cose ve bisognono per lo dicto porto et alli captivi se torrà la via de damnificare le nostre intrate. Mediolani, xvii novembris 1450. Cichus. 366 897 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIOVANNI DA TOLENTINO DI SCRIVERGLI SUI PROVVEDIMENTI DA LUI PRESI PERCHÉ NÉ IN GERADADDA NÉ DI LÀ DALL’OGLIO PASSINO VETTOVAGLIE 1450 novembre 17, Milano. 247v Iohanni de Tolentino. Per più nostre vi havemo scripto che devessevo provedere che victualia veruna vada in le terre de Venitiani et parne che fino qui non gli sia stata facta provisione alcuna, anzi siamo certificati et avisati dali amici nostri che stanno dal canto de Venitiani, como del Cremonese se conduce tanta biava et victualia de dì et de nocte che pare uno mercato bandito et dicene che gli è facta la scorta per alcuni homini d’arme deli nostri; dela qual cosa ne miravigliamo tanto quanto al mondo dir se possa, che haveste dove noy scripto tante volte che glisse proveda, che non gli sia stato may facto niente, et non possemo pensare donde proceda questo difecto, si non per poca diligentia et per non gli volere provedere, per che non po’ essere che, continuandose el transito dele dicte victualie come fanno, che non ne fusse trovato qualchuno de questi et ch'al dì tante di quelli che conducono dicte biave, quanto de quelli che li fanno la scorta; che non vi poressemo dire il dispiacere grande che noy n’havimo. Per la qual cosa volimo che debiate subito, recevuta questa, avisare l'ordine et le provisione havete facte per obviare che in Chiaradadda, né dillà da Oglio non possa andare né passare victualia grassa, né niuna altra cosa lunga uno dito. Et in questo, misser Zohanne, vogliati usargli ogni diligentia et solliecitudine, per che non vi porressemo scrivere el dispiacere grande n’havimo et lo damno et lo incomodo sequirà alli homini del Pavese et alle nostre gente d’arme. Vogliate anchora mandare le ligate littere allo illustre signor marchese de Mantua et cossì le altre due ne dirizano per messi proprii. Mediolani, xvii novembris 1450. Cichus. 898 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE I MAESTRI DELLE ENTRATE FACCIANO BUONI AL TESORIERO DI LODI, BASSANO DE DOSSI, PER 100 DUCATI, DA LUI PRECEDENTEMENTE DATI AL DUCA 1450 novembre 17, Milano. Regulatori et magistris intrarurum. L’anno passato, essendo noy ad Calcho, Bassano de Dosso, nostro thesaurero de Lode, ne subvenne de ducati cento d’oro venitiani, quali exbursò ad Cecho nostro secretario, como vederete per littere sottoscripte de nostra propria mano; et per che dicti danari furono spesi per esso Cecho de nostro ordine et commandamento al tempo dela guerra, siamo contenti e volimo li facciati boni ad esso Bassano, como se contene in dicte littere sottoseripte de nostra mano, et li mettati ad conto nostro per spesa consumata. Mediolani, die xvii novembris 1450. Iohannes de Ulesis. 367 899 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DELLA VALLE SESIA CHE LA QUOTA DI SUSSIDIO RACCOLTA A VARALLO E A VALLENGIA VENGA SUBITO MANDATA, MENTRE AGLI UOMINI DI BALLANUZA E D’ALTROVE, RENITENTI A VERSARE LA LORO QUOTA, SI PROSPETTI IL RADDOPPIAMENTO DELLA MEDESIMA SE PERSISTESSERO NEL RIFIUTO DI CONCORRERE AL SUSSIDIO 1450 novembre 18, Milano. 248r Potestati Vallis Sicido. Ne para zamai essere de debito et honestà deli nomini da quella nostra Valle a satisfare ala Camera nostra per il subsidio deli ducati diuicento per loro promesso, et perché intendando noy per relatione de duy d’essi homini venuti qua che li homeni da Varallo Borgo et Vallengia de dicta Valle hanno parechiati li denari per la portione sua de dicto subsidio, et che li homini de dicto luoco de Ballanuza et deli altri luochi da li in suso, che sono dela iurisditione de quella Valle, son rinitente a volere satisfare per la loro portione del dicto subsidio, qual cosa non poco habiamo in dispiacere, volimo et te mandiamo che, viste le presente, statim provede che quelli denari hanno pagati li detti homini da Vallaro Bergamo et Vallengia senza dlimora siano mandati qua da esse, numerati come ordinarano li maystri dele intrate nostre; et ulterius farai fare commandamento alli predicti homini de Ballanza et altri luochi suprascripti che,infra sei dì proximi avenire de poi facto commandamento, debiano havere mandato qua integralmente tucti quelli denari li vengono imparte per lo dicto subsidio, sotto pena de pagare el duplo et il dicto termino, se non havirano satisfacto superinde. Volimo et infina per le presente te commandiamo che constringii li decti homini ad pagare cossi el debito dela pena come el principale debito del dicto subsidio, mandando qua il canepare d’essi luochi ali predicti maystri dele intrate. Et in queste cose non ne cada fallo, rescrivendo subito ad essi magistri come haviray facto in nele cose predicte. Mediolani, xviii novembis 1450. Cichus. 900 FRANCESCO SFORZA COMANDA AL PODESTÀ DI SIZIANO CHE SI RESTITUISCANO A BELTRAME DA MADRIGNANO ASSI E USCI DA LUI RIVENDICATI 1450 novembre 17, Milano. Potestati nostro Septiani. Per quento intendiamo da Beltramo da Madregnano, nostro cittadino, tucte le asse che fece mectere Rabotto, nostro squadrero ala fazata dela casa ove soleva alozare in quella terra, et tucte quelle sono suIa fossa del castello et certe altre asse et hostii, dele quali saray informato da luy, sono soe; et per che dicto Rabotto confessa el simile, et nostra intentione è checadauno habia suo devere, te commetiamo et volimo provedi che al dicto Beltramo siano restituite le dicte asse et hostii senza exceptione alcuna. Mediolani, die xvii novembris 1450. Cichus. 368 901 FRANCESCO SFORZA SCRIVE AL FIGLIO TRISTANO DI AVER OTTENUTO CHE QUEI DI BARBATA AUTONOMAMENTE DIANO UN LORO CONTRIBUTO PER LA SPESA DELLO STRAME 1450 novembre 17, Milano. 248v Domino Tristano Sfortie. Ad instantia de quella comunità de Soncino scrissemo ad miser Pasquale, vicario del reverendissimo monsignor de B a che volesse fare contribuire l’homini de Barbata ala spesa del strame con quella comunità, per le gente d’arme nostre che sonno allogiate lì, perché dicta comunità allegava non potere supplere ala spesa da per sì. Hora l’è venuto da nuy dicto misser Pasquale,el quale, dolendose de questo, ne dice che l’homini de Barbata may non hanno contribuito per niuno tempo ad spesa veruna con la comunità de Soncino et ch’el dicto loco non è iurisclictione de Soncino et per questo non debbe contribuire ad questa spesa, né ad niunaltra con esso, et se la comunità de Soncino obtenesse questa cosa al presente, sempre poteria per lo advenire astringere dicti homini de Barbata ad contribuire con loro ad ogni spesa. Per la qual cosa, intendendo nuy de non derogare a niuna sua raxone, havemo confortato dicto miser Pasquale voglia intonderse con ti et sforzarse de far fare qualche contributione da li dicti homini, et cossì ne ha promesso fare. Pertanto volemo te debbi intendere con esso et con lo podestà nostro lì, et tuore quelle strame che te farà dare et comparterlo fra quelle nostre gente, secondo te parerà, et ultraciò volerno che per respecto del reverendissimo monsignore de B. dicti homini siano bene tractati in tucte le sue cose. Data Mediolani, xvii novembris 1450. Cichus. a Così A. 902 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL COMUNE E AGLI UOMINI DI MIRADONO DI CONSEGNARE GIOVANNI DA MUADEN AL CONDOTTIERO GIOVANNI DALLA NOCE, CREDITORE DEL FUGGITIVO, QUALORA COSTUI NON L’AVESSE GIÀ SODDISFATTO DEL SUO CREDITO 1450 novembre 18, Milano. Comunis et hominibus Miradoni. Per altre nostre littere ve habiamo scripto como dovesivo substenere Zohanne de Muaden, qual se era fugito dal spectabile cavallero misser Zohanne dala Noce, nostro conductero, aciò che luy fose pagato integramente de quello doveva havere da esso Zohanne; da poy havemo sentito per uno trombeta del prefato cavallero che lo haveti sostenuto, il che ne è piaciuto asay. Pertanto volemo et comandamovi che, vedute le presente, debiati mandare et consignare el dicto giovane nele mano del predicto misser Giovane dala Noce, o veramente el contenti et satisfaza de tuto quello deve havere da luy et questo non manchi per modo alcuno. Mediolani, xviii novembris 1450. Iohannes. 369 903 FRANCESCO SFORZA COMANDA A BONIFACIO GUARGUAGLIA DI PORTARSI IN VALTELLINA PER INDIVIDUARE DOVE E QUANTI MILITARI VI POTREBBE FAR ALLOGGIARE 1450 nobembre 18, Milano. 249r Bonifatio Guargualie. Nuy havemo tanto numero de gente ale spalle che ne bisogna darne fatica et affano a tute le terre e lochi nostri; unde, benché nuy lo faciamo mal volentere, ne bisogna per ogni modo mandarne in Valtelina la par te sua. Pertanto volemo che, subito havuta questa te transferischi nela parte de Valtellina et togli diligen temente in scripto tuti li lochi et ville dove possano logiare gente in quelle parte et dapoi ne avisa subito deli logiamenti haveray trovato, et quante gente gli porriano logiare a loco per loco et non guardare in faza a homo del mondo, ma ne avisa puncttulmente de quello haveray trovato, in modo non habiamo casone dolerse de ti, per che, subito havuta la resposta de questo compartito, mandamo là quelle gente quelle intendimo allogiare in quelle parte. Sichè in questo facto usa dilligentia e non perdere un’hora de tempo. Mediolani, xviii novembris 1450. Cichus. 904 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI VARESE DI COSTRINGERE CARLO, PARENTE DI AMBROGIO DA VELLA, A RESTITUIRE ( SE CONSTA CHE L’ABBIA PRESA ) LA PANCERA O L’EQUIVALENTE, DEL CONTE BARTOLOMEO DA ALBONESE 1450 novembre 18, Milano. Potestati Varisii. S'el te consta per indicii et informazione per ti recevute Carlo, parente de Ambrosio da Vella, havere tolto la pancera del conte Bartholomeo de Albonese, como esso Bartholomeo ne ha significato, et dela quale te scripsemo ali dì passati, volemo che, recevuta la presente, strengi lo dicto Carlo alla restituzione dela dicta pancera o ala satisfactione de quella, etiamdio ala solucione dele spese facte et che se farano per la dicta casone, se de rasone te pare se li debiano pagare, senza litigio et dilacione de tempo, aciò ch’el dicto Baltholomeo più non hahia per questo iustamente ad querelarse. Data Mediolani, xviii novembris 1450. Cichus. 905 FRANCESCO SFORZA COMANDA AL CAPITANO DI NOVARA DI COSTRINGERE TUTTI QUELLI CHE LAVORANO A SILLAVENGO A CONTRIBUIRE AL CARICO DELLA GENTE D’ARME 1450 novembre 18, Milano. Capitaneo Novarie. Se grave el spectabile Bernabò da Sancto Severino et etiam el comune et homini del loco de Silanengo che molti sono in quello loco qualli gli hanno suoi beni et proprietate et fanno lavorerio a sua mane et nondimeno, sotto protesto che siano citadini de Novara, non voleno contribuire al carrico dele gente d'arme asieme cum l'altri del dicto loco de Silanengo, in grave preiudicio de 370 l'altri del dicto loco; et proinde rechedeno gli sia proveduto opportunamente. Volimo adoncha et te cometimo che provedi per ogni rimedio opportuno che li dicti, che stano et lavorano nel dicto loco de Sillanengo e non veleno contribuire ali carichi sotto pretesto che siano citadini, come è dicto de sopra, siano artati a contribuirli, ita et quemad modum fano l'altri, qualli si appelano citadini in l'altre terre del Novarese. 245v Et circa questo fa tale provisione che né el dicto Barnabò, né el dicto comune habiano cagione de gravarse, né noy habiamo più cagione de scrivere sopra ciò. Mediolani die xviii novembris 1450. 906 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE NERIO DA FOGLIANO, GIOVANNI CORSICO E GLI ALTRI DELLA COMPAGNIA DI ALESSANDRO, ALLOGGIATI A CHIGNOLO, SE NE PARTANO DA LÌ CON I CAVALLI E OGNI ALTRA COSA E SI UNISCANO AL FRATELLO ALESSANDRO 1450 novembre 19, Milano. Nerio de Foliano, Iohanni Corsico, et ceteris, de comitiva domini Alexandri allogiantibus in Cugnolo. Volimo che, subito havuta questa, vuy cum li cavalli vostri et cum ogni altra cosa del vostro debiati partirne de lì dove allogiati et andati a trovare el magnifico nostro fratello misser Alexandro, ad ciò che ve retrovati cum luy in la impresa ala qual luy è andato, avisandove che questo sabato proximo passato, che fo dì xiiii del presente mese, lui cum nome de Dio se partì de Parmesana et andò via; siché vuy andati presto. Mediolani, xviiii novembris 1450. Cichus. 907 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL LUOGOTENENTE DI ALESSANDRIA CHE SI RESTITUISCANO, SE NESSUNO LI RECLAMA, A PINZIROLO DA MILANO I CAVALLI TOLTIGLI CON DUE SUOI FAMIGLI ACCUSATI DI FURTO 1450 novembre 19, Milano. Locumtenenti Alexandrie. E’ venuto da nuy Pinzirolo da Milano, quale fo homo d’arme nela compagnia de miser Carolo da Gonzagha, dicendo che gli haveti facto pigliare et destenere duy famigli, quali imputati denno havere facto certa robbaria; et ultra, che li haveti facto pigliare et tuore li suoi cavalli et robba, li quali cavalli esso Pinzirolo dice essere suoi propri et hanne pregato gli fatiamo rendere essi cavalli et cetera. Pertanto volimo che, non comparendo persona alcuna che domanda per la dicta robbaria, dlebiati liberamente farli rendere dicta cavalli et ogni altra robba sua; se vero comparesse alcuna persona che domandasse per casone ut supra, volimo che prima li faciati satisfare et satisfazendo dicto Pinzirolo, farteli proinde similmente rendere dicti cavalli et robbe senza puoy alcuna contradictione. Data Mediolani, die xviiii novembris 1450. Iohannes. 371 908 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE ALBERTO SANTO DA TREZZO RESTITUISCA OGNI COSA A GIOVANNI DA MONTESERCHIO, USCITO DI PRIGIONE. SI DIA A MASO DA PISA ALLOGGIO PER CAVALLI E UOMINI. CHIEDE, INFINE, CHE GLI SI MANDINOI I DUE CAVALLI CHE FURONO GIÀ DI GIACOMO PICCININO 1450 novembre 19, Milano. Alberto Sancto de Tritio. Volemo debie restituire ogne cosa del suo ad Iohanne da Monteserchio, quale havemo facto liberare de presone, che non gli manchi niente. Anchora volemo provedi de logiamento opportuno ad Maso da Pisa per li cavali che se retrova vivi et per le boche vive, et cossì prevedi circa al vivere suo como li altri nostri sonno del canto de là. Ceterum vogli subito, recevuta questa, mandare qui ad noy quelli doi cavalli che erano de Iacomo Piccinino, zoé uno cavallo chiamato Caromecosta e l'altra il Balocto, come per altre nostre te havemo scripto, et maravegliamone che tu non gli habie mandati fino adesso. Mediolani, die xviiii novembris 1450. Iohannes. 909 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE PODESTÀ, COMUNE E UOMINI DI CAORSO PROVVEDANO ALL’UOMO D’ARME, TOMMASINO FORLANO, IL NECESSARIO PER UOMINI E CAVALLI 1450 novembre 19, Milano. Potestati comuni et hominibus Caursii. Volemo debiati provedere ad Thomasino Forlano, nostro homo d’arme, per li cavalli vivi et per le boche che se retrova per lo tempo advenire, como haveti facto per lo tempo passato et como provedeti et dati ad li altri nostri, quali sonno logiati in quello loco. Mediolani, dio 19 novembris 1450. Cichus. 910 FRANCESCO SFORZA ORDINA AD ALBERTO SANTO DI NON PIÙ IMPICCIARSI DELLE ROBE E DEI CAVALLI DI GIACOMO PICCININO: TUTTO È STATO LASCIATO A DONNA LUCHINA, TRANNE I DUE CAVALLI PERSONALI DEL CONDOTTIERO 1450 novembre 19, Milano. Alberto Sancto. Volimo che de cavalli et robbe et cose de Iacomo Pizinino non impazi più oltra né altramente, che tucto havemo remesso ala magnifica madonna Luchina, excepto quelli cavalli dela persona soa, quali volimo per noy; et de quelli farai quanto per noi sei avisato. Del resto lassarai disponere quello piacerà alla prefata madonna Luchina, che così siamo contenti. Mediolani, xviiii novembris 1450. Cichus. 372 911 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE GRACINO DA PISCAROLO FACCIA OSSERVARE DAI DAZIERI LA TRATTA PER DUE MESI DI MILLE MOGGIA DI FRUMENTO A FAVORE DI CARLO GONZAGA 1450 novembre 19, Milano. Gracino de Piscarolo. Per nostre littere, date a v del presente, quale haveray ligate ale presente, te scrivemo che debii fare observare la confirmacione per duy mesi de una tracta de mille moza de frumento, qual havemo concessa a lo illustre signor misser Carlo; et perché quelli fanno per esso misser Carlo dubitano che le dicte. littere non gli siano observate per la novità 250v facta ad esso misser Carlo, te comettemo et volemo che le exequisi et faci observare dali dacieri la confirmacione o vero prorogacione de la dicta tracta, non obstante che la non sia sottoscripto de nostra propria mano. Mediolani, xviiii novembris 1450. Cichus. 912 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI VARESE CHE NON VENGA GRAVATO IN VARESE ANTONIO MARLIANO, DETTO VEDANINO, PERCHÉ BASTA CHE PAGHI A MILANO 1450 novembre 19, Milano. Potestati Varisii. Già per nostre littere dupplicate dovete essere informato come ad Antonio da Marliano, dicto Vedanino, de quello nostro burgo de Varese, interveniente maxime le virtù et meriti de Damiano suo figliolo, havemo concesso la separacione da quello borgo a questa nostra cità, ita che in li carichi occurrenti non sia gravato in quello borgo, ma basti ch’el paghi qua a Milano; et se non fosti bene avisati de ciò, ve ne avisamo per le presente et ve comettemo che per veruno carrico occurrenti lì in quello nostro burgo non lo lasati agravare, né molestare, anci gli faciati observare la littera sua de la separacione per nuy a luy concessa, Mediolani, xviiii novembris 1450. Iohannes. 913 FRANCESCO SFORZA ORDINA ALL’ABATE DI LARDIRAGO , AL COMUNE E AGLI UOMINI DEL POSTO CHE ACCETTINO IL CARICO DEGLI OTTO CAVALLI DI ROBINO MALORDICA: IN CASO DI RENITENZA IL CARICO SARÀ RADDOPPIATO 1450 novembre 19, Milano. Abbati de Larderaghi ac fratri et comuni et hominibus ibidem. Vuy seti renitenti a provedere ad Robino Malordica franzoso, nostro homo d’arme per otto cavalli, como per altre ve havimo scripto; de che molto se maravigliamo et retrovamo mal contenti. Et però ve commettimmo et de novo volimo che, omnino acceptiati dicti cavall et gli provediati come ve scripsemo, certifi candove che se non lo fareti, ve mandaremo el doppio più cavli alle spalle et veli faremo acceptare, vogliati o non. Data Mediolani, die xviiii novembris 1450. Cichus. 914 373 FRANCESCO SFORZA SI LAMENTA CON IL LUOGOTENENTE E IL CAPITANO DEL DIVIETO DI ALESSANDRIA PER LA COSTANTE USCITA DI UNA ASSAI GRANDE QUANTITÀ DI BIADE SENZA LICENZA 1450 novembre 19, Milano. Locumtenenti et capitaneo devetus Alexandrie. Siamo informati che ogni dì vanno giuso de quel nostro terreno biave in grandissima quantità senza nostra licentia contra li ordini et comandamenti nostri; dela qual cosa ne miravigliamo et dolemo grandemente de voy, parendone usati grande negligentia in questo facto. Pertanto volimo che subito havuta questa ne avisate donde procede questo facto, provedendo da mo’ inanzi in modo che non sia conducto uno granello senza nostra licentia et ordine. Mediolani, die xviiii novembris 1450. Iohannes. 915 FRANCESCO SFORZA SCRIVE AL VICARIO DEL VESCOVO DI PIACENZA DI RIAMMETTERE PRETE GIACOMO PANICCIARO, REDUCE IN CITTÀ, NEL BENEFICIO DI CUI ERA STATO PRIVATO 1450 novembre 19, Milano. 251r Domino vicario episcopi Placentie. Siamo informati come per suspecto de morbo et epidimia uno prete Iacomo Panicciaro se absentoe da quella cità, come hanno facto li altri religiosi et laici da Piasenza, o tucti o la più parte; et da puoy, restaverata et resanata la cità, pare sia facto comandamento, o ordine che sia, che ogniuno debia tornare sotto certa pena. Et esso prete Iacomo Panicciaro, o per negligentia o qualche casone non sapiamo, certamente è stato da te privato del suo benefitio; la qualcosa ne fa pigliare qualche admiratione che, non tornando, cossì presto sia stato privato, il perché te confortiamo et pregamo te piaccia, ad nostra contemplatione et per nostro respecto, restituirgli il dicto suo benefitio, reponerlo al suo primo loco. La qual cosa facendo, come credemo faray, ultra sia onesta, equa et rasonevele, ne compiaceray grandemente et haveremolo caro et grato assay. Data Mediolani, die xviiii novembris MCCCCL. Cichus. 916 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REFERENDARIO E AL TESORIERE DI CREMONA DI TROVARE DUE IMBARCAZIONI PER FAR FRONTE ALLE RICHIESTE DEL NIPOTE, ROBERTO SANSEVERINO, PER IL TRASPORTO DI BIADE, VINO E ALTRO DA COLOGNO A MILANO 1450 novembre 20, Milano. Referendario et thexaurario Cremone. El magnifico nostro nepote misser Roberto da Sancto Severino fa conducere da Colornio qui aei Millano, per uso de casa sua, certa quantità de biada, vino et altre cose. Per tanto nuy volimo che gli trovati, havuta questa, doe nave che porti trecento sachi per una, le quale nave consignareti ad ogni peticione del dicto misser Roberto e de la dona sua, e dela spesa aviarà in le dicte nave per conduere le cose sopradicte, siamo contenti che la ponati ad nostro conto et che per chiareza vostra havimo sotto scripta la presente de nostra propria mano. 374 Data Mediolani, die xx novembris 1450. Cichus. Franciscus Sforcia Vicecomes manu propria subscripsit. 917 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE PIETRO DE ACCEPTANTIBUS, CON PIETRO DA NORCIA, PROVVEDA AI RIFORNIMENTI DELLE FORTEZZE SENZA INTACCARE I FONDI PER ALESSANDRIA 450 novembre 19, Milano. 251v Petro de Acceptantibus. Per più secureza et contentamento del animo nostro, volimo che tu rendi quelle nostre roche così dela cità come difora et similiter ogni altre forteze, et trovandali veruno mancamento volimo che, intendendote cum misser Pietro da Norsa nostro locotenente, tu assieme cum luy gli facciate quella provisione sia possibile, non movendo però a questo denari veruni dela subventione de quella nostra città de Alexandria, per ché quelli havimo deputati ad altro, ma per ogni altra via, come saria in fargli mettere entro qualche sacho de biava per li subditi nostri, secundo che è bene usanza, et fargli tucto quello si puote et de quello non si po’ provedere altramente avisatene li maystri dele intrate nostre et etiam provedi che li castellani et custodi dele nostre forteze tengano sue limitate paghe, ita che in ogni evento ne possiamo vivere cum ogni secureza. Mediolani, xviiii novembris 1450. Cichus. 918 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE DESIDERIO GROSSO CERCHI DI PORTARSI QUANTO PRIMA DA LUI CON I 1000 DUCATI CHE MARCO CERATO E MANFREDOTO DA CORNAZZANO DEVONO SBORSARE 1450 novembre 19, Milano. Desiderio Grosso, Havemo inteso quanto tu ne scrivi deli denari, quali debeno exbursare Marco Cerato et Manfredoto da Cornazano et, scrivendo tu de cinquecenti ducati, tanto ne siamo miravigliati per che li sono littere d’essi Marcho et Manfredoto de mille, como te scripsemo postea. Subsequenter deve essere venuto là Francisco Maletta, quale havirà chiarita et discussa la cosa, per modo che li ducati mille se exbursarano; si che non gli perdendo tempo veruno circa da retrargli et havergli et subito veni ad noi senza perdimento de tempo et, atento el bisogno nostro vorressimo che foste già mo’ qua. Veni adunca subito et portali tucti li decti mille ducati. Mediolani, xviiii novembris 1450. Cichus. 919 375 FRANCESCO SFORZA ORDINA AD ALESSANDRO CASTIGLIONE, REFERENDARIO DI PARMA, CHE ESEGUA QUANTO GLI HANNO SCRITTO I MAESTRI DELLE ENTRATE SIA CIRCA I 100 DUCATI PER IL TRASPORTO DEL GRANO DAL MODENESE, SIA CIRCA I 300 DUCATI PROMESSI DA BARTOLOMEO FULCHINO 1450 novembre 19, Milano. Alexandro de Castiliono, referendario Parme. Havemo inteso quanto tu ne scrivi dela rechiesta a Zohanne Tabulo, facta in nostro nome, de trecento ducati, et quanto luy ha recusato per non potere né luy, né gli compagni, ma che Bartholomeo deli Fulchini liberamente ge ha subvenuto; et per che li maystri dele intrate nostre per nostra impositione te debeno havere resposto, non te dicemo altro, salvo che tu exequischi quanto loro te scriveno, cossì nel facto deli cento ducati per la conducta del grano de Modenese, ali quali se farà debita assignatione, et cossì de quelli como deli trecento, como etiam in le altre cose. Mediolani, xviiii novembris 1450. Cichus. 920 FRANCESCO SFORZA ORDINA A FILIPPO MARIA VISCONTI CHE SI RIDIA A OTTO DA CASTIONE QUANTO GLI HANNO RUBATO I FANTI DELLA ROCCA DI CASTIONE 1450 novembre 19, Milano. 252r Domino Filippo Maria Vicecomiti. Ell’è stato qui da noy Otto da Castione presente portatore, quale se grava che per quelli fanti sonno nela rocha de Castione gli è stato tolto tre pelandre da dona, uno chiavatoro de argento et alcuno altre cose, como da luy intendirite. Et per che simili cose sonno a nuy tanto exose quanto se potesse dire, ve confortiamo et caricamo vogliate provedere per modo che questo Otto rehabia integramente le cose soe et che nuy non ne habiamo più querela. Mediolani, die xviiii novembris 1450. Iohannes. 921 FRANCESCO SFORZA RINGRAZIA IL TESORIERE DI PARMA, BARTOLOMEO FULCHINO, PER AVER FORNITO PER UN MESE FRUMENTO E VINO AI FANTI DI PARMA E AUSPICA CHE FACCIA ALTRETTANTO PER IL MESE SEGUENTE 1450 novembre 20, Milano. Bartholomeo Fulchino, thesaurario Parme. Havemo inteso quanto havite facto circa lo providimento havite facto ad quelli fanti lì de frumento et vino per uno mese, di che ve regratiamo grandemente dela vostra liberalitate et bona voluntate. Et cussì ve confortiamo et strengemo che vogliate, bisognando, provedere a li dicti fanti per uno altro mese, che nuy ve faremo fare le littere del pagamento de quanto haverite facto fare et che fariti dare per nostre littere in opportuna forma, per modo seriri integramente satisfacto. Ex Mediolano, xx novembris 1450. Cichus. Post datam: intendendo che gli faciate provedere per lo mese ha a venire, como haveti facto 376 provedere per questo presente Data ut supra. a a Da post a supra aggiunto nel margine sinistro. 922 FRANCESCO SFORZA ACCUSA RICEVUTA DELLA LETTERA DI GIACOMAZZO DA SALERNO E RINVIA AL SUO RITORNO UNA MATURA DECISIONE 1450 novembre 20, Milano. Domino Iacomacio de Salerno. Havemo receuta vostra littera et inteso quanto scriveti circha al facto del parentado et cetera, dicemo ne pare dicate bene, perché una simile cosa se vole bene examinare et intendere perché se fa una volta sola; sì che fra questo mezo che retornareti da la vostra cavalcata, vuy poriti havere matura et bona cognicione de la cosa et poriteve intendere con Alexandro, che ne serrà informato, et secondo la vera informacione haverite de la cosa, porite deliberare quanto haveriti a fare et cussì ve ne confortiamo faciati. Ex Mediolano, xx novembris 1450. Iohannes de Ulesis. 923 FRANCESCO SFORZA INFORMA TOMASO DA BOLOGNA DI AVER DECISO CHE ETTORE DA DOYONO RIMANGA NELL’ATTUALE ALLOGGIO E GLI SI DIA VITTO ANCORA PER UN MESE 1450 novembre 19, Milano. Tome de Bononia. Volemo che Hector de Doyono resti più nel suo alogiamento usato et che gli sia proveduto per uno mese per lo vivere soy, come gli è stato preveduto per lo passato; che fra questo mezo o vero luy resterà con noy, o luy prenderà altro partito, ma fra questo mezo non gli sia innovato niente. Ex Mediolano, viiii novembris 1450. Iohannes de Ulesis. 924 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL VICARIO DELL’ARCIVESCOVO DI MILANO TRATTENGA ANCORA IN PRIGIONE IL PRETE TOMMASO, DETENUTO AD ISTANZA DEL CONSIGLIERE DUCALE LANCILLOTTO CROTTO 1450 novembre 20, Milano. 252v Venerabili vicario domini archiepiscopi Mediolani. Non volemo che per alcuno modo debiate liberare né relasare de presone pre’ Tomaso, qual haveti destenuto ad instancia del spectabile consciliero nostro Lanzilotto Crotto, per che intendemo che la casione se intenda più chiaramente, retenendole perfina a tanto ve scrivemo altro incontrario. Data Mediolani, xx novembris 1450. Cichus. 377 925 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE DI AVER SCELTO BIAGIO DA COTIGNOLA A CASTELLANO DEL PONTE DI LECCO, “CUM PAGIS VIGINTI DUABUS MORTUIS COMPUTATIS” DANDO MENSILMENTE 3 FIORINI “ PRO PAGA PRO DICTIS XX PAGIS” 1450 novembre 18, Milano. Regulatori et magistris intratarum. Deputavimus nuperrime providum virum nobis carum magistrum Blasium de Cotignola in castellanum pontis nostri Leuchi, loco Galeacii et Gabrielis de Bossis, ibidem in presenciarum castelanorum, cum pagis viginti duabus mortuis computatis; et ut idoneos homines et personas aptos et fidos reperire secum habere et ducere possit, deque victu vitualibus opportunis et necessariis providere et ea parare et se fulcire et munire queat, edicimus vobis et presentium tenore mandamus, ut omnibus posthabitis, eidem magistro Blasio infra terminum dierum duodecim secutorum proxime provideatis de salario duorum mensium futurorum, ad racionem florenorum trium singulo mense pro paga, pro dictis xx pagis, exceptione remota. Mediolani, xviii novembris 1450. Cichus. 926 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIOVANNI DA TOLENTINO DI TROVARE ALLOGGIO PER BEVILACQUA E I SUOI CAVALLI, O DOVE SI TROVAVA MERLINO E I SUOI O DOVE ERANO GLI ALTRI PANDALFESCHI 1450 novembre 20, Milano. Domino Iohanni de Tolentino. Volemo che al strenuo Bivelaqua exibitore presente gli debbi provedere de alogiamento et tenere modo et via alogiarlo luy et li soy cavalli in qualche loco dove eranno Merlino et li soy o vero dove eranno quelli altri Pandolfeschi sì che habia qualche alogiamento in quelli luochi per ogni modo senza più rapplicare de ciò. Data Mediolani, xx novembris 1450. Cichus. 927 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIOVANNI DA TOLENTINO DI SISTEMARE TROILO DA DUYONE NELLA LOCALITÀ DI SOLAROLO DI SAN GIOVANNI IN CROCE DEL CONTADO DI CREMONA IN MODO CHE VI SIA POSTO PER CINQUE PERSONE E TRE CAVALLI, PROVVEDENDO A TUTTI IL NECESSARIO SOSTENTAMENTO 1450 novembre 18, Milano. 253r Iohanni de Tolentino. Volimo che fazate lozare Troyolo da Duyone nella villa de Solarolo de San Zohanne in Croce del nostro contado de Cremona, quale ha boche cinque et cavalli tre; per le quale bocche et cavalli vogliati farli provedere per lo vivere loro, como è proveduto alli altri nostri soldati de Cremonese, tanto per le boche quanto per licavalli, et non manchi. Mediolani, xviii novembris 1450. Cichus. 378 928 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE CHE SULLE ENTRATE DI PELLEGRINO SI DIANO SESSANTA MOGGIA DI FRUMENTO A LANFRANCO DA BORDONE PER IL SOSTENTAMENTO E L’EDUCAZIONE DEI FIGLI DEL DEFUNTO CONTE 1450 novembre 20, Milano. Regulatori et magistris intratarum. Contentamur et volumus quod de et supor intratis terre nostre Pellegrini responderi faciatis de modiis saxaginta frumenti ad mensuram Parmensem Lafranco de Bordono, pro substentatione et educatione filiorurn quondam comitis Antonii et Aluysii de Bordono eius fratrum, faciendo super inde ei fieri bullectas opportunas, ut sine mora dictam frumenti quantitatem consequatur. Mediolani, xx novembris 1450. Cichus. Franciscus Sfortia manu propria subscripsi. 929 FRANCESCO SFORZA SOLLECITA IL MAESTRO ANTONIO DE PAVIGLIONI DI METTERE MANO AI LAVORI FINO AL PRESENTE RINVIATI, MA GIÀ PAGATI 1450 novembre 20, Milano. Magistro Antonio Papilionibus, Sapete che havite recevuto li nostri denari per farne quelli lavoreri de quali eravamo in conventione, et non havite asteso a lavorerio nostro, né havite restituiti li nostri denari, né site venuto como per vostre lettere ne havite scripto, del che ne miravigliamo. Pertanto vogliate venire et actendere al nostro lavorero, non havendo consideratione a veruna cosa passata, che ve promectimo non ve havirerno mancho caro che prima, et farimove dele cose ve piacerano et per cosa veruna non ve tractarimo pegio né mancho honorevilmente che prima. Sì che disponiteve de venire con intentione de servirce et actendere ad far bone che ve trovarite ben contento de noy; et circa questa materia havite a crodere a magistro Rizardo, nostro phisico et presente portatore, quanto a noy proprii. Mediolani, xx novembris 1450. Cichus. 379 930 FRAMNCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI LACCHIARELLA DI DARE MENSILMENTE DAGLI UOMINI DEL LUOGO AL CONSIGLIERE DUCALE, TOMMASO DA RIETI, QUANTO STABILITO, SIA EGLI PRESENTE O NON 1450 novembre 20, Milano. 253v Potestati Lattarelle. Volimo et cossì per questa ve commectimo et ordinamo che debiate exequire con ogni vostra diligentia et sollicitudine che la casa, quali è stata ordinata al spectabile cavalero miser Thomaso da Riete, nostro consegliero, percipienda mensuatim dali homini de quella nostra terra, gli sia resposto integramente per lo avenire come li è stato facto per lo passato, siché mese per mese esse sia satesfacto dela dicta soa casa, et si per lo tempo passato gli restasse ad satisfarlo de cosa alcuna, vogliate senza de expectare de havere altra lettera nè commandamento de noy, farlo integramente satisfare, sì che lo dicto miser Thomaso se chiami contento, Et perché alle volte por nostre fazende ne accade tenerlo qua o mandarlo in altro loco vo limo, in l’absentia soa, gli usati più diligentia et sollicitudine che non faristevo in la sua presentia perché stagando fora de lì, sta cum mazore spesa che non sta quando esso dimora lì, sì che non manchi per cosa niuna. Mediolani, xx novembris 1450. Cichus. 931 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL GOVERNATORE DELLE MARCHE INDUCA ANTONIO DE PAVIGLIONI (FATTOSI UCCEL DI BOSCO, DOPO AVER RICEVUTO ANTICIPI SULLE OPERE DA FARE ) O A RITORNARE PER FARE I LAVORI CONVENUTI O A RESTITUIRE I SOLDI ANTICIPATIGLI 1450 novembre 20, Milano. Reverendissimo gubernatori Marchie. Già siando apresso noy maystro Antonio de Paviglioni da Norsia, et nunc hahitatore dela Ripatransone, recevecte una quantità de denari da noy per certi lavoreri quale, secundo eravamo convenuti, gli ne doveva fare; et partitose, non ne fece lo lavorerio secundo doveva, né fece la restitutione deli nostri denari et, quamvisdio per più nostre littere l’hahiamo rechiesto che aut venga ad fornire el lavorerio nostro, aut ne restituisca li nostri denari, como è convenevole, più mai non è venuto, né facto restitutione veruna deli nostri denari contra ogni honestate et ragione. Et per tanto confortamo et pregamo la signoria vostra che, secundo rechiede la rasone et honestate, voglia ordinare et mandare che esso magistro Antonio sia astrecto per ogni via et remedio de rasone ad venire qua et cum idonea et sufficiente securtate, ad satisfare al nostro lavorerio, aut fare la restitucione de dicti nostri denari, como più pienamemte informarà la vostra reverendissima segnoria maystro Rizardo, nostro phisico, informato sopra ciò dela mente nostra, al quale piaza ala segnoria vostra dargli fede in questo quanto a noy proprii, in operare che esso magistro Antonio vegna ad satisfare o per una via o per l’altra. Mediolani, die xx novembris 1450 Cichus. 380 932 FRANCESCO SFORZA ORDINA A RAFFAELE PUGNELLO DI DARE VITTO AGLI UOMINI DI GASPARE DA PIGLIO, SI CHE NON SIANO LEGITTIMAMENTE MOTIVATI AD ANDARSENE VIA 1450 novembre 20, Milano. 254r Raffaeli Pugnello. Scriptum fuit predicto Raffaeli quod provideri faceret illis spectabilis Gasparis de Pillio de eorum victu ut non haberent causam discedendi, tam illis qui non dederunt fideiussionem quam non. Mediolani, xx novembris 1450. Cichus. 933 PERORAZIONE A DONNA LUCHINA DAL VERME PERCHÉ RESTITUISCA A BEVILACQUA LA FORTEZZA E LIBERARE DAL CARCERE SUO FIGLIO s.d. Domine Luchine de Verme. Scriptum fuit in comendationem strenui Bivilaque die xx novembris, ut videlicet vellit sua magnificentia restituere sibi castrum suum et facere liberari de carceribus eius filium et in reliquis occurrentibus bene recoligat et tractet et habeat in servitorem, et cetera. 934 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL PODESTÀ DI SALE RACCOLGA IL GIURAMENTO DI FEDELTÀ DEGLI UOMINI D’ARME DI FERAGUTO E DI NON PARTIRSENE A INSAPUTA DEL DUCA 1450 novembre 21, Milano. Potestati Salarum. Per tue littere restiamo advisati de quanto hay agitato et facto per quello te ha riferito Gandolfo, nostro fameglio, et de tutto te commendiamo, né accade a dire altro circha de ciò, seno che debbe tore el zuramonto de fidelità da quelli homini d’arme de Feraguto et promessa da loro de non partirse de lì senza saputa nostra, provedendogli interiIn a modo usato. Data Mediolani, xxi novembris MCCCCL. Cichus. 935 FRANCESCO SFORZA COMANDA AL CAPITANO DELLA MARTESANA CHE, SE A CRISTOFORO DA CAMINATA NON SI IMPUTA ALTRO CHE DI AVER TOLTO ALCUNI PALI, LO SI SCARCERI 1450 novembre 21, Milano. Capitaneo Martesane. L'è stato a noi sporta per parte de Christoforo de Caminata, povero agricola de quella nostra terra, la suplicacione del tenore inclusa la qual considerata et maxime che per avere tolto luy alcuni puochi palli non ne pare meritare tanto male, deliberamo et volemo che, s'el non è destenuto per altro che per casone d'essi palli, vuy lo faciate liberamente relassare de presone et revocare ogni novità facta contra de luy, né patire che per la fameglia vostra sia oltragiato in torgli uno ducato como lui significa. Data Mediolani, xxi novembris MCCCCL. Iohannes. 381 936 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIORGIO DA ANNONE DI SCEGLIERE UN SUO UOMO AVVEDUTO E CAPACE A PUNTUALMENTE CENSIRE UOMINI E CAVALLI DI ONOFRIO RUFALDO E DELLA SUA SQUADRA 1450 novembre 20, Milano. 254v Georgio de Annone. Volemo che, subito havuta questa, mandi uno delli toy che sia praticho et inteligente ad fare la descrictione delli cavalli et boche vive ha Honofrio Rufaldo et quelli de la squadra sua, commetendo et ordinando ad quello tuo che, per via de sacramento et per ogni modo gli parerà, proveda in modo che in fare la dicta discriptione de cavalli et boche vive non sia fraudato né ingannato; et de questo Honofrio non saprà niente fino ch'el serrà sul facto. La qual discricione volemo faci notare et ordinare in scripto et nela manda subito qui. Data Mediolani, xx novembris 1450. Iohannes. 937 FRANCESCO SFORZA CONFERMA AL COMMISSARIO DI PARMA DI ESSERE AL CORRENTE DELLA TAGLIA DELL’IMBOTTATO. QUANTO ALLA PERMANENZA IN LOCO DI BARTOLOMEO DA BOLOGNA, SCRIVERÀ AL TESORIERE DI PARMA CHE VOGLIA PROVVEDERVI PER UN MESE E CHE VOGLIA INFORMARE IL DUCA E I MAESTRI DELLE ENTRATE DEL FRUMENTO E DEL VINO CHE HA FATTO DARE E DARÀ 1450 novembre 20, Milano. Commissario Parme. Havemo recevuto duy vostre littere continente uno effecto allo qual respondemo,et prima alla parte de quanto è seguito della imposicione della taglia dela imbotata et cetera, dicemo che restamo advisati de tutto et per li nostri magistri delle intrate è stato scripto supra ciò de quanto accade. Alla parte scriveti di Bartolomeo da Bologna, qual è restato lì, nuy scrivemo al texaurero nostro lì che gli voglia provedere per uno altro mese et cussì voglia advisarne noy et li magistri delle intrate nostre della valuta, del formento et dello vino che a facto dare et darà et noy li faremo fare alli magistri delle intracte nostre el boletino et littere del pagamento in bona forma. Data Mediolani, xx novembris 1450. Iohanne de Ulesis. 938 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL PODESTÀ DI LACCHIARELLA ESATTAMENTE LO INFORMI SU QUANTO HA AVUTO GASPARE DEL PIGLIO DALLA COMUNITÀ LOCALE DURANTE LA SUA PERMANENZA LÌ 1450 novembre 21, Milano. 255r Comuni Lactarelle. Volemo ne mandate subito havuta questa in scripto particularmente tutto quello ha havuto Gasparo del Piglio de quella comunità nel tempo logiava lì. Data Mediolani, xxi novembris 1450. 382 939 FRANCESCO SFORZA ORDINA A FOSCHINO ATTENDOLI DI INFORMARLO SE COLUI A CUI NEI GIORNI SCORSI DIEDE LICENZA DI PORTARSI A VENEZIA È BERNARDO MAMARELLA DI LODI (CHE, SI È PORTATO COLÀ IN GRAN SEGRETO CON INNOCENTE COTTA E BECONDINO DELL’ACQUA ) O CHI ALTRO E, IN TAL CASO GLI DICA CHI È, SE È RITORNATO E DOVE È 1450 novembre 21, Milano. Domino Foschino de Atendolis. Nuy siamo informati et advisati che uno Bernardo Mamarella, citadino de Lode, l'è stato ad Venesia in grande secreto con Innocente Cotta et con Becondino de l’Acqua da Lode, quale sta a Venexia. a Et perche alli dl passati nuy concessimo licentia ad uno citadino de Lode de andare a Venexia et non sapiamo se sia tornato, né sapimo se fosse may questo Bernardo, per tanto volemo ve informatl diligenter chi fo quello citadino andò a Venexia et se è tornato et dove se retrova, et cussì dove se trova el dicto Bernardo Mamarella, facendo questo facto cum diligentia et secretamente, et del tutto ne avisate chiaramente subito. Data Mediolani, xxi novembris MCCCCL. Iohannes. a Segue depennato con tratto di penna et non sapemo se sia tornato. 940 FRANCESCO SFORZA COMANDA AL TESORIERE DI CREMONA DI LIQUIDARE AL CONDOTTIERO ANTONIO DA LANDRIANO QUANTO È PATTUITO 1450 novembre 21, Milano. Texaurario Cremone. Per due lettere del spectabile Antonio da Landriano, nostro conductero, restiamo avisati che anchora non ha possuto consequire da ti el resto del denaro della assignacione soa, quantuncha per altre te habiamo scripto gli li dovesse dare et habi li denari presso de ti como luy dice. Pertanto te commitiamo et volemo che ad esso Antonio o a qualuncha altro farà per luy a habia iusta casone de lamentarse, nì noy replicare supra de ciò. Data Mediolani, die xxi novembris MCCCCL. Cichus. a Manca la parte della frase che ordina il pagamento. 941 FRANCESCO SFORZA ORDINA A DANESIO CRIVELLI DI CONSENTIRE AD ANDREA BIRAGO DI FAR TAGLIARE DELLA LEGNA NEL DUCALE BOSCO DI CUSAGO 1450 novembre 21, Milano. 255v Danesio de Crivellis. Siamo contenti et volimo a qualuncha messo del spectabile Andrea de Birago, nostro consegliero et portatore de questa, per uso del dicto Andrea tu lassi tagliare in quelli nostri boschi de Cusago pezi de legni da fuoco cinquecento centinara, cioé legni da mesura, et questo farai senza contradictione alcuna. Mediolani, xxi novernbris 1450. Cichus. 383 942 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE FRATE MANSUETO, ABBATE DI SAN LORENZO, DIA DEL GRANO AL COMMISSARIO GIOVANNI CAYMO PER DISTRIBUIRLO ALLA GENTE SISTEMATA LÌ E LO ASSICURA CHE LO RIPAGHERÀ CON QUELLO CHE ARRIVERÀ A PIZZIGHETTONE 1450 novembre 21, Milano. Fratri Mansueto, abbati Sancti Laurentii. Per che dale parte inferiori facemo condure una bona quantità de grano, quale serà in Piziguitone fra octo o dece di, et fra questo mezo non havimo el modo de sostenere le nostre zente lozate lì, perché etiandio intendiamo che voi havete certo frumento in la dicta terra, ve confortiamo et caricamo che lo vogliate far dare a Zohanne Caymo, nostro commissario, aciò lo possa distribuire secundo ha in ordinatione da noy, certificandovi che del primo che serà conducto ve lo farimo restituire senza fallo. Mediolani, xxi novembris 1450. Cichus. 943 FRANCESCO SFORZA SI DICE SORPRESO CON GIOVANNI CAYMO DELLA DISPONIBIILITÀ DI SOLE VENTI MOGGIA DI GRANO. CERCHI DI FARSENE, GARBATAMENTE, DARE DA CHI NE HA 1450 novembre 21, Milano. Iohanni de Caymis. Veduto quello ne scrivi et respondendote ad una sola parte, se maravigliamo pur assai che da quelli homini non se possa havere più che xx moze de frurnento, né possiamo credere che non gline sia mazora quantità. Quanto ala parte del frumento surascripto dicemo che si tu potesse con bono modo indure quelli de chi l’è a darnelo, saressemo molto contenti che lo tollessi, ma quando non fosseno contenti non li volimo gravare contra la voluntà soa. A fra’ Mansueto scrivimo per le aligate quanto bisogna per che ne impresti lo fromento che l’ha, si che vogli mandarli le lettere a sollecitarlo che lo daga. Mediolani, xxi novembris 1450. Cichus. 944 FRANCESCO SFORZA CHIEDE A LUCHINA DAL VERME DI DARE VITTO E STRAME RISPETTIVAMENTE A UOMINI E CAVALLI (SONO CIRCA 100) DEL FIGLIO DI PAOLO DA ROMA 1450 novembre 21, Milano. Domine Luchine de Verme. Nuy havimo concessa licentia a Paulo da Roma, conductero dela bona memoria del conte Aluysio, lo quale Paulo ha lassato con noy suo figliolo con cento cavalli. Pertanto vi pregamo et confortamo che al dicto figliolo per le bocche et cavalli vivi che luy ha, gli fati provedere del vivere lo[ro] et del strame per li cavalli, como li è stato proveduto fin qui, considerato che vi havemo levata la briga del dicto Paulo con li cavalli et boche che vive. Mediolani, die xxi novembris 1450. Cichus. 384 945 FRANCESCO SFORZA COMANDA A GIORGIO DA ANNONE DI MANTENERE ALLOGGIATI, DOVE ATTUALMENTE SONO, ANTONIO TROTTO E I SUOI, FORNENDO LORO VITTO E STRAME PER I CAVALLI 1450 novembre 21, Milano. 256r Georgio de Annono. Volimo che non debbi per niuna via del mondo removere el spectahile cavalero Antonio Trotto né alcuni de li soi da li loro logiamenti dove sono logiati de presente; immo volimo gli faci provedere de strame et omni altra cosa como et in quello modo che gli è stato proveduto per lo passato fin a qui, per fin a tanto che te scriveremo altro et gli provedaremo a lui et ali altri sonno logiate in quelle parte d'altro logiamento. Mediolani, die xxi novembris 1450. Cichus. 946 FRANCESCO SFORZA ORDINA LUOGOTENENTE, PODESTÀ E REFERENDARIO DI ALESSANDRIA DI RESTITUIRE A GIULIANO GHIGLINO IL BESTIAME E NON LO SI COSTRINGA A PAGARE IL SUSSIDIO 1450 novembre 21, Milano. Dominis locumtenenti, potestati, referendario Alexandrie. Habiamo novamente intexo dal nobile dilecto nostro Iuliano Ghiglino como non havendo luy possuto far presentare le nostre littere, quale pridie scrivevamo a vuy locotenente nostro a ciò gli facesseve restituire certo suo bestiame gli haveva tolto Antonello dal Borgo, nostro squadrero, per le qual nostre leterre volevamo ch’el dicto bestiamo liberamente gli fosse restituito et non gli fosse dato molestia alcuna per lo subsidio che debba pagare quella nostra citade, attesa la exencione et promessa che ha dala dicta comunità, donec fusse dechiarato a cui spectasse de pagare, vedendo li soy lì ch’el dicto bestiame fidiva mal tractato, gli anno rescosse con certe promesse et securtade de pagare dicto subsidio o de consignare esso bestiame, etiam non obstante littere che noy scrivessimo. Per la qual cosa, deliberando noy che al dicto Iuliano non sia facto torto, volemo et sì ve commandiamo expressamente che non obstante alcuna obligacione, deposito o instrurnento facto per veruno per casione del dicto bestiame verso lo dicto Antonello, per qualuncha modo sia facto, non faciate astringere esso Iuliano, né le sue securtade ad consignare esso bestiame ho a pagare quella quantitade de danari gli fi comandato per esso subsidio. Volemo anchora che per dicto Antonello, né per veruno altro non lasiate fare alli predicti molestia alcuna quantuncha minima, fin a tanto non sia cognosuto et determinato se luy doverà pagare o non. Per la qual cosa si la dicta comunità pretende de havere rasone alcuna contra dicto Iuliano, per la qual il debia essere costrecto ad pagare per lo dicto subsidio, mandi qui da noy uno suo messo, perché audita et intexa una parte e l’altra, li faremo quela declaracione che la rasone vorà. Data Mediolani, die xxi novembris 1450. Iohannes. 385 947 FRANCESCO SFORZA ORDINA AD ANDREA DA FOLIGNO DI SISTEMARE A CUGNOLO I SUOI UOMINI D’ARME, PROVVEDENDOLI DI QUANTO VENIVA LORO DATO NEL PASSATO, FACENDO, ANCHE, LORO PAGARE “LI PORCI CHE HANNO TOLTI ALI PATRONI” 1450 novembre 22. Milano. 256v Ser Andree de Folignio. Siamo contenti et volimo che, non obstante cosa havisimo scripto in contrario, che faci pur alogiare lì a Cugnolo quelli tui homini d’arme, et che li sia proveduto como è stato facto per lo passato, cum questo che pagano li porci che hanno tolti ali patroni de che erano per modo restano da loro satisfacti; per cusì è nostra intencione. Mediolani, xxii novembris 1450. Iohannes de Ulesis. 948 FRANCESCO SFORZA COMANDA AL VICARIO DEL PODESTÀ DI CREMONA DI LASCIARE, PER IL MOMENTO, IN PACE LUIGI TODESCO PER LA ROBA DI ANTONIO BOLETO 1450 novembre 21, Milano. Vicario potestati Cremone. Volimo non debiati dare impazo, molestia alcuna ad Aluisio Todesco, per lo facto dela roba de Antonio Boleto, fin che ve scrivaremo altro in contrario. Mediolani, xii novembris 1450. Cichus. 949 FRANCESCO SFORZA COMANDA AD ANTONIO DELLA CHIESA DI RESTITUIRE IMMEDIATAMENTE IL LETTO RIVENDICATO DA GIOVANNI DA BUSTO, IMPEGNATO CON MOGLIE E SORELLA NELLA C OSTRUZIONE DEL CASTELLO DI MILANO 1450 novembre 21, Milano. Antonio dela Ecclesia. Perché Iohanne da Busti cum la dona et sorella sua stanno ad lavorare in questo nostro castello de Porta Zobia et perché havemo a core dicto nostro castello sia fornito prestissimo, et non tanto che comportassimo che li lavoratori se partano de dicto lavorerio, ma nostra intencione è farne toglere de l’altri per fornire dicta opera et per che lo dicto Iohanne dice che tu hay uno suo lecto, volemo, visis presentibus, tu gli lo debie restituire, et maxime lo dicto Iohanne non essendote obligato in cosa alcuna, segondo lui ne dice; siché, essendo così, vogli ogni modo restituirle dicto lecto. Mediolani, ut supra. Cichus. 386 950 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AL CASTELLANO DELLA ROCCHETTEA DI PARMA L’ESONERO DAL COMANDO DELLA FORTEZZA PER LA “ TRISTISSIMA GUARDIA” FATTA 1450 novembre 20, Milano. Castellano rochete civitatis Parme. Come per un’altra nostra te havimo scripto ad questi dì passati, così per questa te replicamo che nuy te havemo remoso da quella forteza dovo tu stay et havimo deputato in tuo scambio Chechino da Fiorenza; si ché non volimo tu staghi nuy in la dicta forteza, se non fin atanto venerà là lo dicto Chechino, lo qualle se trovarà là presto. Et questo nuy te avissamo ch’el non è proceduto da altro se non per li mali modi tu hay tenuti et teni in quella forteza, tanto in fare tristissime guardie, quanto in ogni altra cosa, siché, ad ciò non intervenga sinestro alcuno, havimo proveduto al facto nostro, como è dicto de sopra. De questo te havemo voluto avisare, ad ciò possi provedere ali facti tuoy como te pare. Mediolani, xx novembris 1450. Cichus. 951 FRANCESCO SFORZA ORDINA ALLO SQUADRERIO ANTONELLO DAL BURGO CHE LA SMETTA DI INFASTIDIRE GIULIANO GHIGLINO PER IL SUSSIDIO E RESTITUISCA IL BESTIAME DA LUI PRESO A GARANZIA DEL PAGAMENTO DI DETTO SUSSIDIO 1450 novembre 21, Milano. 257r Antonello de Burgo squadrerio nostro. Havimo inteso como non hai voluto restituire lo bestiamo per ti tolto ad Iuliano Ghiglino per casone del subsidio al quale lui dice non essere tenuto a pagare per una exemptione et promessa dela comunità, de Alexandria, et cetera, se prima non hay havuto segurtà de pagare o de consignare dicto bestiame infra certo tempo, non obstante littere nuy scrivessemo in contrario. Il perché deliberando nuy che non obstante alcuna obligacione, né instrumento facto per qualuncha modo se sia facta per questa cagione, non dachi impazo né molestia alcuna al dicto Iuliano, né ala segurtà data per questo finché sia deliberato per nuy s’el dicto Iuliano debbe pagare dicto subsidio per la quantità gli fi domandata, o vero la dicta comunità. Mediolani, xxi novembris 1450. Iohannes. 952 387 FRANCESCO SFORZA ESIGE DA ALBERTOSANTO DA TREZZO CHE GLI MANDI SUBITO I GIÀ RICHIESTIGLI DUE CAVALLI DI GIACOMO PICCININO E VI AGGIUNGA IL CAVALLO BAIO SAURO GIÀ DI GAILOTO 1450 novembre 22, Milano. Albersancto de Tricio. Per doe altre nostre littere te havemo scripto ne dovessi mandare quilli dui cavalli de Iacomo Picinino, cioé quilli qualli l'uno se chiamò "Caro me costa" ,l'altro******,et fin a qui non l'hay facto, del che ne maravigliamo asay. Per tanto volimo che subito recevuta questa, ne mandi dicti dui cavalli et un altro cavallo bayo sauro che fo de Gailoto, et questo fa senza perdicione de tempo per quanto hay cara la gratia nostra. Mediolani, xxii novembris 1450. Cichus. 953 FRANCESCO SFORZA DICE A FOSCHINO ATTENDOLI D’ESSERE INFORMATO CHE L’IMBARCAZIONE CON GRANO È A CAVENAGO: QUANTO AL PAGAMENTO DEL DAZIO A CERRETO, RICORDA CHE NULLA È DOVUTO, SALVO SI DESSE “QUALCHE COSA PER CORTESIA”. SI AVVISINO LE IMBARCAZIONI, CHE SONO A CAVENAGO E ANCHE QUELLE FERME A PIZZIGHETTONE, CHE RISALGANO FINO A LODI. IL PAGAMENTO DEL FRUMENTO AVVERRÀ A CREMONA. 1450 novembre 22, Milano. 257v Magnifico Foschino de Attendolis. Nuy havemo recevuti le vostre littere et intexo quanto ne scriveti de quelle nave de formento sonno giunte ad Cavenago; restamo de tutto advisati et ve dicemo che, intendendo noy che le nave se conducevene su so per Adda pagavano dacio ad Cerreto, deliberasseno per niente volerlo comportare, per che non volemo ne sia tolta la iurisdicione nostra et mandassemo ser Simone de Spoletto, nostro canzelero dalli magnifici miser Pasqual et miser Iacomoantonio a dirgli che noy non intendevamo comportare che le nave se conducene suso per Adda recognoscano alcuna da lor, né ancha pagano datio alcuno a Cereto. Qual ser Simone è tornato da noy et refferitone como esso miser Pasquale et miser Iacomoantonio hanno dicto che le nave se conduceno suso non saranno constrecte ad pagare cossa alcuna ad Cereto, salvo se non pagasero qualche cosa per cortesia per la licentia gli sarà facta. Pertanto volemo advisate tutte quelle nave sonno ad Cavenago et cussì in giuso verso Pizigitone, che vegnino suso et le lassate venire da per loro et poy ne advisate quando sonno gionte ad Lode, como haranno facto ad Cereto. Et che pur noy havemo bisogno de frumento per le gente nostre volemo, gioncta che sia quella nave de grano de Burlazo la reteniate in nostro nome et ne advisate quanto grano sarà, per che noy gli faremo respondere al pagamento del dicto frumento a Cremona, et non havendo modo dicto Burlazo ad condure subito la dicta nave suso, volemo la fati condure voy, tamen che domane sia a Lode, dechiarando ad esso Burlazo che noy non facemo questo per torgli niente del suo, ma volemmogli pagare per quello lo vendesse ad altro e cussì è voluntade nostra. Data Mediolani, die xxii novembris 1450. Cichus. Duplicata Mediolani, die xxiii novembris. 954 388 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL CAPITANO DEL DIVIETO DI NOVARA INDUCA GLI UOMINI DI ROMANENGO A PAGARE IL DOVUTO RECLAMATO DAL SUO FAMIGLIO LORENZO DA ORVIETO 1450 novembre 23, Milano. 258r Capitaneo devetus Novariensis. Per altre nostre littere scripsemo ad questi dì passati al podestà de Novara che dovesse astringere mediante la iusticia li homini de Romagnano ad satisfare ad Lorenzo de Orivieto, nostro fameglio, de quanto li sonno pre publico instrumento dobitori et obligati, et pare che non habia exequito dicte nostre littere. Il perché per questa presente te commetemo et volemo che debbi, veduta la veritade del facto, senza alcun litigio, astringere li dicti de Romagnano per ogni migliore et più favorevoli remedii della rasone a satisfare al dicto Lorenzo de tutto quello ve constarà luy essere creditore delli dicti homini, amputata et remmossa ogni frivola exceptionc et dilacione frustatoria. Et vogliate expedire prestissimo dicto Lorenzo, quale havimo ad operare in altre nostre facende et cussì anchora ve commectemo che gli faciate rasone contra qualuncha suo debitore vero, astrenzendoli ad fare lo devere, veduta che havereti la veritade del facto, senza litigio, adciò possa subito retorna’ da noy. Ex Mediolano, xxiii novembris MCCCL. Iohannes de Ulesis. 955 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI VARESE CHE, SU ISTANZA DEL CONDOTTIERO SAGRAMORO DI PARMA, SI LIBERI IL SUO SACCHEGGIATORE, PREMESSA, PERÒ, LA RESTITUZIONE DEL MALTOLTO A TUTTI I DERUBATI 1450 novembre 23, Milano. Potestati Varesii. De precibus annuamus spectabilis et strenui armorum ductoris nostri Sagramoris de Parma, contentamur et volumus quod detentum per vos saccomanuml suum, post harum receptionem, statim libere relaxetis, omni contradicione remota; intendimus tamen quod prius satisfieri faciatis integre hiis, quibus saccomanus ipse res aliquas abstulerit, si qui comparuerint de illo querimoniam facientes. Data Modiolani, die xxiii novembris MCCCCL. Cichus. 956 389 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE GIORGIO DA ANNONE FACCIA RESTITUIRE “VESTIMENTE ET ROBBE” DI GIOVANNI FRANCESCO DEGLI UBERTINI, GIÀ LUOGOTENENTE DI TORTONA. SI RESTITUISCA ANCHE LA BIADA PER I CAVALLI, MA IL FRUMENTO RIMANGA NELLE FORTEZZE E A LUI SE NE FACCIA AVERE (SEMPRE CHE SIA SUO E NON DI CARLO GONZAGA) IL VALORE SULLE ENTRATE DUCALI 1450 novembre 23, Milano. 258v Georgio de Annono, Terdone. Ultra quello che per altre nostre littere te havemo scripto per la restitucione delle vestimente et robbe de miser Iohanne Francesco de li Ubertini, cho fo locotenente de quella nostra cità, siamo etiamdio contenti et volemo che gli faci restituire quella biava da cavalli tanto ha in quelle nostre forteze, intendendo de la biava tanto, non autem de formento, perché volemo ch’el formento remagna in le fortece per municione; ma per non torgli niente del suo volemo che tu gli faci assignare sulle intrate nostre Iì deli denari che montarà esso forrnento havendo prima bona informacione e chiara ch'el dicto formento sia suo e non de miser Carlo. Data Mediolani, xxiii novembris MCCCCL. Cichus. 957 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI GALLARATE CHE, SE BESNATE È STATA DI TROPPO CARICATA DI CAVALLI, GLIENE SI DIA IL “DEBITO E NON PIÙ” 1450 novembre 23, Milano. Capitaneo ac potestati Galarate. El nobile homo Iacomo Vesconte se querelIa et condole del compartito facto per miser Baptista dei cavalli sonno allogiati là ad Besnà, dicando essere molto agravato vultra che sia el devero; perciò volemo che revediate questo compartitto et, essendo gravatto et datogli più che la sua parte et più che non sia dovere, teniate modo et via darli la sua parte, in quanto sia debito e non più, et facte per modo non habia iusta casone de querellarse, né retornare più da noy per questo. Data Mediolani, die xxiii novembris MCCCCL. Cichus. 958 FRANCESCO SFORZA COMANDA AL PODESTÀ DI VARESE DI CHIAMARE DAVANTI A SÉ I LOCATARI, DAI QUALI GABRIELE DA VARESE RECLAMA IL PAGAMENTO DEL CANONE, E DI COSTRINGERLI A SALDARE, SE MOROSI, IL DOVUTO 1450 novembre 23, Milano. Potesta Varesii. Miser Gabriel, fratello de Francesco da Varexe, nostro camorero ne oxpone altre volte havere affictato l’hospitale delle Nove Fontane de quello territorio ad uno Leone Tacto et Guiglielmo Horrigone de quella terra, dalli quali non pò conseguire el ficto del dicto hospitale, et ne ha pregato vogliamo provedere cl sia satisfacto. Pertanto volimo habiate dinanzi vuy li dicti Leone et Guglielmo ei intendeti questo facto et, trovando voy che esso misere Gabriel debia havere cosa alcuna dalli dicti Leone et Guglielmo, volemo provediati per omnia iuris remedia che esso misere Gabriel sia satisfacto, per modo possa valersi del dicto ficto et non manchi. Data Mediolani, die xxiii novembris 1450. Cichus. 390 959 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CANCELLIERE VINCENZO AMIDANI DI PORTARSI DAL PAPA E DI PERORARE LA COMPOSIZIONE DELLA VERTENZA TRA IL MARCHESE DI FERRARA E LA COMUNITÀ DI LUCCA. CHIEDA, IN CIÒ, IL SUPPORTO DEL CARDINALE BENEVENTANO E FACCIA VEDERE AL VESCOVO DI MODENA, INVIATO DEL MARCHESE ESTENSE, LA LETTERA DUCALE. IL TUTTO FATTO CON ABILE REGIA IN MODO CHE A LUCCA SI VENGA A SAPERE DELL’INTEVENTO FAVOREVOLE SFORZESCO 1450 23 novembre, Milano. 259r Vincentio canzelario. Tu say quanto ad noy è amica et benivola la magnifica comunità de Luca, et perché fra lo illustrissimo signore marchexe de Ferrara et essa magnifica comunità è una certa differencia, coma sarray informato, per la qual esso illustre signor marchexo intendimo manda lì dalla santità del nostro signore el reverendo monsignore vescovo de Modena. Pertanto, desiderando noy che fra esso illustre signor marchese e la prefacta magnifica comunità de Luca sia bona amicicia et benivolentia, te commectemo et volimo te ri trovo alli pedi della santità del nostro signore et, poy le debite recomendacione, digli alla santità soa che havendo noy bona amicicia et benivolentia con lo illustre signor marchexe et con la prefacta magnifica comunità de Luca sia bona amicicia et benivolentia, te commectemo et volimo te ritrove alli piedi della santità del nostro signore et poy le debite recomendacione, digli alla santità soa che havendo noy bona amicicia et benivolentia con lo illustre signor marchexe et con la prefacta magnifica comunità, desideriamo grandemente se levi ogni differentia fosse tra loro, et però pregamo la santità soa, adsesso che esso monsignore di Modena sarrà lì, gli piaza volere intendere o commectere questa cosa o provedere per qualoncha modo gli parerà, che al tutto se levi ogni garra et differntia fosse fra loro, sì che esso illustre signor marchexe et la prefata magnifica comunità resteno in bona amicicia et benivolentia et siano bene de acordio insieme, recommandandogli la prefacta magnifica comunità quanto strectamente saperay da parte nostra; et tu volemo soliciti questo facto con la prefacta santità et con lo reverendissimo monsignore de Benivento, al qual anchora noy scrivemo per la alligata sopra ciò, et dove bisognarà, sì che quella magnifica comunità habia bona et votiva expedicione, et cognosca per effecto che queste nostre recomandacione gli sianno state favorevolle, come lo confidano. Cussi anchora te retrovaray col prefacto monsignore di Modena et gli dirray de queste littere che noy scrivemo. Data Mediolani, xxiii novembris MCCCCL. Cichus. 960 FRANCESCO SFORZA SCRIVE AL SIGNORE DI BAYLO, LUOGOTENENTE DI ASTI PER SBUGIARDARE I “SEMINATORI DI ZIZANIE” CON INSINUAZIONI DI INTENDIMENTI SFORZESCHI DI ATTACCARE ASTI. IL DUCA GLI RICORDA CHE LA FEDELTÀ ALLA FRANCIA FU PER LUI CAUSA DI PERDITE DI DOMINIO IN VARIE PARTI D’ITALIA E, TUTTAVIA, RIAFFERMA CHE TALE FEDELTÀ SARÀ TRADIZIONALE IN CASA SFORZA 1450 novembre 21, Milano. 259v Domino Bayli, locumtenenti civitatis Aste. Stando noy stati advisati da più persone et luochi che alla magnificencia vostra et a chi fa per la maestà del re di Franza in quella cità d'Aste è stato posto uno certo suspecto et umbreza che noy habiamo opi nione di far contro le cose d'Aste. La qual cosa non crediamo per cosa del mondo che debia capere nella mente delle prefecta maestà, né della magnificencia vostra; pur, ad nostra satisfacione, ve dicemo et certificamo che non tanto habiemo membro né vena alcuna che pensi de fare contra le cose della prefecta maestà, ma foressemo contra qualuncha tentasse o cerchasse temptare contro lo stato et cose della prelibata maestà, et in ciò ne trovarà sempre 391 caldissimi et bene disposti ad metergli lo stato, la robba et la persona quanto nessuno altro, che più fidelissimo et devoto gli sia per fine ce bastarà la vita, como havimo facto per lo passato, che, per essere noy stati servitori partesani et constanti in la devocione della casa de Franza, havemo perduto tutto lo stato in lo reame et altroe ce lassò la bona memoria del nostro padre et cussì la marcha ello patrimonio et quello havevamo aquistato nuy. Et siamo molto ben contenti havergli perduto, per essere stati tenuti et cognosuti partesani devoti et servitore della casa de Franza como siamo stati con effecto. Ma chi cercha indure et fare credere tali errori, non sonno ponto benivoli alla maestà prefacta, nì a noy benché, como havimo dicto, non crediamo che la magnificencia vostra nella maestà prefacta debia credere che abiamo tale opinione et concepto, per che cognoserà per effecto che siamo inclinati con amore et afficione ad sequire le voluntande soe in ognl cosa che sia amplitudine et stato della maestà soa et casa de Franza, perché la bona memoria de nostro padre et de tutti quelli de casa nostra et cussì noy siamo continuamente stati amici, servitori et partesani della casa de Franza, como havemo dicto, et cussì è nostra disposicione essere noy et li nostri perpetuo, et non si troverà may el contrario. Et non dubitamo ponto che havirano più credito la fede, opere et optimo concepto nostro apresso la prefacta maestà, che questi tale seminatori de zizanie quali, como havemo dicto, sonno inimici alla prefaeta maestà et ad noy, pregandove ve piaza respondere della receptione de questa nostra presente littera. Ex Mediolano, xxi novembris MCCCCL. Franciscus Sforcia Vicecomes, dux Mediolani, et cetera, Papie Anglerieque comes ac Cremone dominus. Cichus. 961 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL COMUNE E AGLI UOMINI DI BORGONUOVO, COLPEVOLI DI NEGLIGENZA NEL CURARE I TRE SCOMPARSI CAVALLI DI VITALIANO BORROMEO, DATI LORO IN CUSTODIA DALL’UOMO D’ARME DUCALE FRANCESCO MALETTA , DI RISARCIRGLIELI A VENTI DUCATI L’UNO 1450 novembre 23, Milano. 260r Comuni et hominibus Burginovi. Ali dì passati Francesco Maletta, nostro fameglio, ve lassò in governo tri cavalli de Vitaliano, già nostro homo d'arme. Pertanto volemo che in ogni modo vuy dati li dicti cavalli ad Zohanne dal Purgatorio, nostro fameglio, advisandove che, havendo vuy per vostra negligencia lassato andare via li dicti cavalli, intende mo gli pagati ad vostre spese ad rasone de ducati xx l'uno, perchè havimo havuto informacione che valianno anchora più. Data Mediolani, die xxiii novembris 1450. Iohannes. 962 392 FRANCESCO SFORZA CONCEDE AL PODESTÀ DI MALETTO DI ASSENTARSI PER 15 GIORNI PER PORTARSI A MILANO, LASCIANDO IN LOCO UN SOSTITUTO 1450 novembre 24, Milano. Potestati Maletti. Tuis annuere volentes requisicionibus, contentamur quod ab officio cui prees te habsentare possis huc venturus spacio dierum quindecim, itu, mora et redditu computatis, dimissa tamen loco tui persona idonea et sufficienti, que diligenter in omnibus suppleat vices tuas, Data Mediolani, die xxiiii novembris MCCCCL. Cichus. 963 FRANCESCO SFORZA INFORMA IL REGOLATORE E I MAESTRI DELLE ENTRATE DI AVERE ASSUNTO, A TRE FIORINI MENSILI, COME SERVITORI DELLA CANCELLERIA SEGRETA BARTOLOMEO CAVALLI E GASPARINO TANZI 1450 novembre 23, Milano. Regulatori et magistris intratarum. Sumpsimus ad servicia nostra et ad canzelariam nostram secretam pro servitoribus deputavimus Bartolomeum de Cavallis et Gasparinum de Tanziis cum mensuali florenorum trium pro singulo eorum salario. Quare volumus et mandamus vobis quod eis et utriusque a eorum de dicto salario temporibus debitis, incipientes die quintodecimo presentis, responderi et opportunas scripturas fieri faciatis, Data Mediolani, die xxiii novembris MCCCCL. Cichus. a Così A. 964 FRANCESCO SFORZA INFORMA IL REGOLATORE, I MAESTRI DELLE ENTRATE E I COLLATERALI GENERALI DELL’ASSUNZIONE (CON STIPENDIO MENSILE DI 7 FIORINI) , A CAVALLARI DELLA POSTA DI TORTONA, MARTINO E IL FIGLIO STEFANO DE GALANTIS 1450 novembre 23, Milano. Regulatori, magistris intratarum ac colettaribus generalibus. Sumpsimus ad servicia nostra et in nunero cabellariorum nostrorum Martinum et Stefanum eius filium de Galantis, residentiam facientes in civitate nostra Terdone et ad postam ibi servituros, com a equis duobus et stipendio mensuali ad computum florenorum septem pro singulo eorum. Committimus ergo vobis et volumus quod facta eis scripcione de ceteris in kalendis futuri mensis decembris incipiendo, eis et unicuique eorum de dicto stipendio singulis mensibus responderi faciatis per manus texaurarii nostri Terdone, nec non scripturas opportunas fieri. Data Mediolani, xxiii novembris MCCCCL. Cichus. a Così A. 393 965 FRANCESCO SFORZA ORDINA AD ANTONIO DEGLI EUSTACHI, CAPITANO DEL NAVIGLIO, DI FAR AVVIARE ALLA DARSENA DI PAVIA L’IMBARCAZIONE CATTURATA DALL’UFFICIALE DEL PORTO DI TOVO 1450 novembre 23, Milano. 260v Domino Antonio de Eustachio, Navigii capitaneo. Sanciamo essere pervenuto nelle mane del officiale nostro del porto dal Tovo una nave de uno Fachino da Pavia, il qual contra li ordini nostri debbe havere facto, et, per che intendiarno che la Camera nostra habia la parte sua de soa invencione, ve commectemo et volemo che havuta la dicta nave cum le municione sue et le altre cosse eranno in essa nelle mane vostre, faciate rasone secondo li ordini vostri, in modo che né la Camera nostra pattischa detrimento alcuno nelli ventori habiano casone de lamentarserse, la qual nave et municione fariti poy reponere ala darsina nostra. Data Mediolani, die xxiii novembris MCCCCL. Antonius. Francischinus. Iohannes. 966 FRANCESCO SFORZA ORDINA A GIOVANNI DA TOLENTINO CHE SI DIA A FRANCESCO DI SPERANZI, CAPO DEI CARRI, QUANTO HA DI ARRETRATO E ANCHE IL CORRISPETTIVO DEL MESE SUCCESSIVO PER EVITARE CHE SE NE VADA VIA CON DANNO PER I LAVORO DEL CASTELLO DI MILANO 1450 novembre 23, Milano. Domino Iohanni de Tolentino. Francisco di Speranzi, superiore delle carre, qual mantene quella nostra comunità sopra lavoreri de questo castello, se lamenta et grava che non pò essere pagato et satisfacto del suo servito et che, non essendoli provisto altramente, non gli porà stare, el che, quando seguisse, daria grande detrimento et dampno alle cose nostre. Pertanto ve confortiamo et carichamo vogliate provodere et mettere talle ordine che gli sia satisfacto cussì di quello debbe havere per lo passato, como de quello deverà havere anchora per uno altro mese avenire, nel qual è necessario ch'el servi como ha facto da qui indrieto, et in questo metiti ogni diligentia vostra adciò se faccia como è dicto et non hahia casone levarse de qui, avixandove che nostra intencione è che cadauno, cussi exepto, como non, contribuischa a questo carico. Data Mediolani, xxiii novembris MCCCCL. Iohannes. 394 967 FRANCESCO SFORZA COMANDA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE DI DARE AL CAPITANO DELLE PARTI DI DOMODOSSALA E DEL COMITATO DI ANGERA, GIOVANNI STEFANO DA CASATE ( SULLE PRIME ENTRATE DEGLI INCANTI DEI DAZI DEL PANE, VINO E CARNE DI CORBETTA, BOLLATE O DONATO DEL BORGO DI BUSTO ARSIZIO, DESIO , NEI MESI DI GENNAIO, FEBBRAIO E MARZO 1451) IL PAGAMENTO DELLO STIPENDIO DELLE 25 PAGHE DEL SUO UFFIOCIO DI DOMODOSSOLA 1450 novembre 12, Milano. 261r Regulatori et magistris intratarum. Consequi non potuit egregius miles dominus Iohannes Stefanus de Caxate, dilectus capitaneus noster partium Domiossule et comitatu Anglerie, illas pecunias que sibi super imbotaturis plebis Corbete huius nostre inclite urbis anni presentis assignate fuerunt, occasione stipendii illarum phagarum viginti quinque, quas tenore habet in decto officio Domiossule. Con a ergo intendamus ut de eis omnino satisfacionem assequatur, sicut etiam dignum est, quandoquidem et ipse ad requisicionem nostram adhuc exspectare contentatur, assignavimus eidem dictas peccunias super prinis peccuniis, que ex incantibus daciorum panis, vini et carnium plebium Corbette, Bolate, seu Donati, burgi Busciarsitii et Dexii, ducatus prefacte civitatis nostre, in primis tribus mensibus ianuarii, februarii et marcii proximi futuri anni preventuris, ita ut primus sit in quem peccunie dictorum incantuum seu daciorum usque ad integram ipsius crediti sui satisfacionem perveniant. Volumus itaque et mandamus vobis quatenus prenominato domino Iohanni Stefano de premissis peccuniis super antedictis daciis earundem plebium in eis ipsis tribus mensibus firmam et validam assignacionem faciatis, sicut et nos per presentes facimus, et de eis postea debitis temporibus sibi responderi, usque ad completam satisfacionem suam, et ulterius provideatis quod pro exequtione huius intencionis nostre fiant confessiones et scripture oportune, sine aliqua oxceptione et omni contradicione cessante, aliquibus etiam in contrarium disponentibus aliqualiter non ostantibus, nec attentis. Data Mediolani, die xii novembris MCCCCL. Cichus. a Così A. 968 FRANCESCO SFORZA COMANDA A DONATO DA MILANO DI PORTARSI DA LUI CON I DENARI CHE HA LANCILLOTTO DA TRIVOLI E I 20 DUCATI PRESI DAL FIGLIO TRISTANO SENZA LICENZA PATERNA. GLI FA SAPERE CHE LO VUOL MANDARE “IN CERTO LOCO” PER AFFARI DUCALI. 1450 novembre 23, Milano. Donato de Mediolano. Vogli, recevuta questa, venire qua ad noy et portare con ti quelli denari che restano in mane de Lanzilotto da Trivoli, et cussì anchora quelli vinti ducati che se haveva tolto Tristano, nostro figliolo senza nostra licentia, li quali te faray dare da quello che li dedi ad essi Tristano perché volemo che, se gli è dato alcuna cosa, gli l’habia dato del suo et non del nostro, et circha in ogni modo de haverli. Et facto questo, voglie presto venire qua ad noy perché te volemo mandare in certo loco per alcune nostre facende advisandote che, allo tornare che faray indrieto per andare dove te volemo mandare, tu faray la via de Castellione et questo te habiamo voluto advisare ad ciò che tu non trove, né faci scuxa alcuna con toa mogliere. Data Mediolani, die xxiii novembris 1450. Cichus. 969 395 FRANCESCO SFORZA COMANDA AI MAESTRI DELLE ENTRATE ORDINARIE DI VERSARE AL MARCHESE DI MANTOVA 17700 DUCATI (COMPUTANDO, PERÒ, NELLA SOMMA QUANTO HA GIÀ RICEVUTO ) PERCHÈ ASSUNTO AI SERVIZI DUCALI. COME TROVARE LA SOMMA, IL DUCA L’AFFIDA ALLA “DILIGENTIA ET STUDIO LORO”. 1450 novembre 24, Milano. 261v Magistris intractarum ordinariarium. Como haveti inteso noy havemo conducto alli nostri servicii lo illustre signor marchese de Mantoa et siamo obligati ad dargli ducati xvii milia dcc al presente, perché cussì siamo convenuti et remasti d'acordio insieme. Pertanto volimo, ve stringemo et ve caricammo quanto strectamente possimo debbiati, havuta questa, provedere et ordinare per quello modo et via parerà ad vuy, che esso illustre signor marchese con ogni celerità possitile habia dicti clucati xviimilia settecento ad rasone de soldi liiii per ducato; et in questo poneti ogni diligentia et solicitudine per modo che esso illustre signor marchexe possa valerse de dicti denari et hahia casone chiamarse contento de noy, computando però in dicti ducati 17.700 ogni denaro havesse havuto fina alla recevuta de questa, portati alla signoria soa per Carolo de Agnelli, suo mandatario et fati in modo non sia bisogno replicarve più questo facto, aciò che esso illustre signor marchexe possa anchora attendere et exequire le promesse che luy ha facto ad noy, considerato quanto al facto nostro importa el facto de esso illustre signor marchexe, advisandove che nuy siamo obligati per scriptura ad esso illustre signor marchexe de dargli tutti li dicti ducati 17.700, per fino ad mezo el mese de decembre proximo et deliberamo per ogni modo che anze el dicto termino sia satisfacto de dicti denari da noy, sichè ad questo ve sforciate con ogni vostra diligentia et studio, in modo che esso illustre signore marchexe anzi el dicto tempo sia contento et satisfacto da noy de dicti denari, deli quali fareti debitore esso illustre signor marchexe; et in questo fate tutte quelle scripture e bollette ve parerane necessarie et opportune, et non manchi. Data Mediolani, xxiiii novembris 1450. Cichus. 970 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE ANDREA DA FULGINEO CONTROLLI SE IL NUMERO DEI CAVALLI ASSEGNATI, LEGITTIMA LE LAGNANZE DI GIOVANNI GIORGIO DA LAMPUGNANO E DEGLI UOMINI DI CASALE PUSTERLENGO, NEL QUAL CASO, PROVVEDA CHE ABBIANO LA QUOTA CHE A LORO SPETTA 1450 novembre 23, Milano. 263r Andree de Fulgineo. Se gravano Iohannegeorgio de Lampugnano et l'homini da Casale Pusterlengo che tropo et ultra el iusto seriano taxati in tanti cavalli, quanti gli mostri volere dare offerendoce ad acceptare la loro contingente parte; et dicono esser contenti acceptare quello numero da cavali che gli tocha, secondo el loro extimo facto al tempo del duca passato. Il perchè volemo che tu te informe quanti cavalli gli tochariano el dicto suo extimo, et trovando che per quello gli ne tocasse ragionevelle parte, fageIo observare, casu qua non vedi che habiano la parte sua et non ultra, aciò non habiano casone legiptima lamentarse. Data Mediolani, die xxiiii 1450. Cichus. 396 971 FRANCESCO SFORZA FA SAPERE A PODESTÀ, COMUNE E UOMINI DI CUGNOLO CHE DEVONO PROVVEDERE AI SOLI UOMINI D’ARME DESTINATI A STARE LÌ; GLI ALTRI TORNINO PRESSO LE LORO SQUADRE 1450 novembre 24, Milano. Potestati, comuni et hominibus Cugnoli. Inteso quanto per vostra littera ne scriviti dela spexa grande che haveti de quelli nostri soldati che sonno alogiati lì in quello nostro loco dicemo, et cossì è nostra intentione che vuy non debiati dare cosa alcuna ad niuno homo d'arme che sia logiato là se non solamente ad quelli homini d'arme che havevamo deputa to stagano lì ad li altri non gli dati cosa alcuna, perchè volimo vada ciascheduno alle squadre sue et sopra de ciò intenderetevi cum ser Andree da Foligno nostro cancellero quale è informato dela intentione nostra. Data Mediolani, die xxiiii novembris 1450. Cichus. 972 FRANCESCO SFORZA COMANDA AL COMMISSARIO DI PIZZIGHETTONE, GIOVANNI CAIMO, CHE PRENDA L’UOMO D’ARME FINOCHIO, CHE AVEVA PROMESSO A MARCO CASSINARO E COMPAGNI, DIRETTI A MILANO CON UN CERTO NUMERO DI PORCI, DI FAR LORO BUONA COMPAGNIA. MA SULLA STRADA LODI – PIZZIGHETTONE LI DERUBÒ, CON ALTRI SOCI, DI PORCI E DELLA ROBA. NON LI RILASCI FINCHÈ NON AVRANNO RESTITUITO IL TUTTO O L’EQUIVALENTE IN DENARO 1450 novembre 24, Milano. Iohanni de Caymis, commisario Pizleonis. Marco Cassinaro et li compagni conduceno de Parmesana certa quantitate de porci a questa nostra citade et essendo a Pizghitone et dubitando che non fusseno robati, cercareno de havere bona compagnia, et retrovandoli Finocio, nostro homo d’arme, fe obligo et promesse farli bona compagnia et che non seriano robati. Et havendo conducti dicti porci tra Lode et Pizguitone, il dicto Finochio cum alcuni altri compagni gli misseno a saccomano et tolsero dicti porci, secundo loro ne hanno referito. Pertanto, constando a ti ch’el sia cossì, volemo per ogni modo te sforze havere in le mane da ti Finochio, quale volemo tu non debii relassare fino attanto che esso non habia restituito o pagato tuta la roba et ogni altra cossa et tucti li porci che sono stati tolti ali predicti, et che siano satisfacti fino ad uno pontal de stringha, se dovesse ben vendere li cavagli suoy et ciò che ha al mondo, perchè deliberamo che non habia tradito et incanato dicti nostri homini et che si ne passi cossì legeramente, como luy crede. Et circha questo non havere resguardo a cossa alcuna, fa’ che tu exequischo quanto per questa te scrivemo. Data Mediolani, die xxiiii novembris 1450. Cichus. 397 973 FRANCESCO SFORZA INFORMA BOLOGNINO ATTENDOLI CHE LA PODESTARIA DI TORTONA SARÀ, PER IL BISOGNO DUCALE DI DENARO, MESSA ALL’INCANTO. SE FACIO DELLA SOMALIA VI VOLESSE CONCORRERE, IL DUCA NE SAREBBE CONTENTO E, A PARITÀ D’OFFERTA, ASSEGNEREBBE L’UFFICIO A LUI. 1450 novembre 25, Milano. 263v Magnifico Bolognino de Attendolis. Nuy havemo resposto ad Gandolfo vostro nepote che eravamo contenti che finito el tempo de quello è podestà de Terdona, el dicto officio remanesse ad miser Facio della Somalia. Da poy, considerato el grabisogno havemo de denari havemo ordinato che dicto officio se incanti, et cussì lo fecimo incantare. Pertanto vogliate advisare Gandolfo de questo, perché, volendo miser Facio incantare dieto officio lo possa incante et ne sia advisato, perché noy sarimo più contenti lo habia luy che uno altro per quello precio se debbia deliberare ad altri. Data Mediolani, die xxv novembris MCCCCL. Cichus. 974 FRANCESCO SFORZA RICORDATO A RAFFAELE ZACCARIA QUANTO ABBIA “ AD CUORE LE CAZE “ E COME IN LOMELLINA NON SI OSSERVINO GLI ORDINI DATI IN PROPOSITO, GLI COMANDA DI FARE DELLE GRIDE AUTORIZZANDOLO A PUNIRE IN OGNI MODO I VIOLATORI DELLE DISPOSIZIONI SULLA CACCIA. VUOLE CHE AL PODESTÀ DI GARLASCO FACCIA IL MEDESIMO “COMMANDAMENTO”. 1450 novembre 25, Milano. Rafaeli Zacharie, capitaneo futuro Lomelline. Tu say quanto havemo ad cuore le caze de questo nostro paese, quale non intendimo per niente comportare siano defacte et guaste, ma volemo sianno preservate per li solazi et piaceri nostri et della nostra illustre consorte; et perché siamo informati che in quello nostro paese de Lomellina sonno molti che non attendono ad altro se no a desfare le caze nostre et pigliare li animali et uxelli ad tradimento contra li ordini et commandamenti nostri, volimo et te committemo debbi con ogni diligentia et solicitudine attendere ad preservare le caze de questo paese de Lomelina che non sianno guaste, facendo fare chride et commandamenti como parerà a ti circha questo facto, et se fosse trovato niuno che contrafacesse in questo alli ordini et commandamenti nostri, volemo gli debbi condempnari iremisibiliter alla pena se contene nelli ordini havemo facto supra ciò et secondo le chride havemo facto fare da per tucto. Et perché lo podestà de Garlasco dice non havere intexo questo nostro deveto, volimo debbi fargli quello medesmo commandamento è stato facto alli altri per questa casione et ad questo te damo per la presente et concedemo piena licentia et arbitrio de comandare, exequire et condemnare como parerà ad ti, secondo li ordini nostri. Data Modiolani, die xxv novembris 1450. Iohannes. 398 975 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL COMMISSARIO, AL CAPITANO DEL DIVIETO, AL REFERENDARIO E AL TESORIERE DI ALESSANDRIA CHE VENGANO RILASCIATI I DUE UOMINI CHE SI SONO PORTATI AD ASTI, STANTE IL RAPPORTO D’AMICIZIA CON LA CITTÀ. DECIDE CHE SI DIA FRUMENTO AD ANTONELLO DAL BURGO E A LUCA SCHIAVO IN QUANTITÀ SUFFICIENTE PER QUINDICI GIORNI 1450 novembre 25, Milano. 264r. Commisario capitaneo devetus referendario et thexaurario Alexandrie. Dilecti nostri, havimo viduto quanto vui, commissario, ne haveti a et deli advisamenti che ne dati de tucto ad compimento remanimo advisati. Et respondendo ale parte, et primo ad quella ne scriveti de quelli duoi chiamati Iuliano, quali haveti facto pigliare perché erano andati in Aste, dicemo che ne meravegliamo li habiati facto sostunere, perché cum Astesani non havimo guerra, né odio alcuno, ma più tosto bona amicitia, siché, non havendo vui li predicti trovato in altro errore volimo che li relaxati. Ala parte del fromento per Antonello dal Burgo et Luca Schiavo, dicemo che finché nui mandarimo uno nostro là cum commissione de fare li compartiti deli allogiamenti, volimo trovati et fati dare al dicto Antonello et Luca, per le boche vive che hanno tanto fromento che gli basti quindeci dì, in lo modo et forma che se dà ali altri, perché puoy gli farrimo altra provisione, et questo fati non manche per cosa alcuna. Ale altre parte dele littere de vui commissario, havimo resposto ad pieno per altre. Mediolani, xxv novembris 1450. Cichus. a Sottointeso scripto. 976 FRANCESCO SFORZA COMANDA A GIORGIO TORTI E AD ANTONIO DA FABRIANO CHE FACCIANO CELERMENTE QUANTO IMPOSTO LORO E LI ASSICURA CHE VERRÀ MANDATA, AGLI UOMINI DI OTTAVIANO, LA LETTERA RICHIESTA 1450 novembre 25, Milano. Domino Georgio de Tortis et Antonio de Fabriano. Havemo recevuta vostra littera et inteso quanto scriveti de quanto haveti exequito dicemo che haveti fatto bene vogliate attendere ad dare expedicione cum presteza ad quanto vi havemo comisso et che haveti ad fare, per modo ne cavati presto et bono effecto. Alla parte della littera adimandati se scriva alli homini Octaviano, et cetera, dicemo che noy gli scrivemo opportunamente per la aligata della quale ve mandamo la copia inclusa, la qual allegata vogliate fare apresentare et spazati quanto haveti a fare. Ex Mediolano, xxv novembris 1450. Iohannes de Ulesis. 399 977 FRANCESCO SFORZA LODA CORRADO DA FOGLIANO PER AVERE RICEVUTO IL GIURAMENTO DI FEDELTÀ DEGLI UOMINI DI CARLO GONZAGA 1450 novembre 25, Milano. 264v Conrado de Foliano. Per tue littere restiamo avisati como hay tolta la fidelità da quelli homini d’arme del signor misser Carolo et expectave che li altri venesseno, et cetera, et de tutto te commondiamo et dicemo che siamo contenti che, mettuto ordine alle cose de là, vegni ad noy a tuo piacere. Data Mediolani, xxv novembris MCCCCL. Cichus. 978 FRANCESCO SFORZA ESPRIME AGLI UFFICIALI E UOMINI DI OTTABIANO IL SUO STUPORE PERCHÉ GLI UOMINI DEL POSTO NON CONSENTONO A GIORGIO TORTI DI AMMINISTRARE LA GIUSTIZIA. COMANDA CHE GLI SI FACCIA ESERCITARE IL SUO INCARICO, ALTRIMENTI REAGIRÀ 1450 novembre 24, Milano. Officiali et hominibus Octaviani. Nuy havemo mandato alle parte dellà lo egregio et famoso doctore de legie messer Giorzo di Torti per exe quire la iusticia in alcune cose li habiamo commesso; et volendo exequire dicto messer Giorzo in quello loco quello gli habiamo commesso, pare che gli sia stato prohibito ad exequire la iusticia, che grandemente ne maravigliamo che vogliate impedire la iusticia. Il perché vi dicemo che vogliate, recevuta questa lassare fare rasone et iusticia contra qualunche gli parerà et che possa exequire quanto gli habbiamo commesso, chè, quando altramente faciati et che seati casone de impedire la iusticia che non habbia loco vi certificamo che vi daremo ad vedere che faciate male et che ne dispiaza; et perché crediati questa littera proceda della mente nostra, la havemo sottoscripta de nostra propria mane. Ex Mediolano, xxiiii novembris MCCCCL. Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit. Cichus. 979 FRANCESCO SFORZA COMUNICA A GIORGIO DA ANNONE, AL COMMISSARIO, AL REFERENDARIO E AL TESORIERE DI TORTONA DI AVER NOMINATO L’UOMO D’ARME DUCALE, MANGIAVILLANO, CASTELLANO DELLA LOCALE ROCCA 1450 novembre 26, Milano. 265r Georgio de Annono, comissario ac referendario, thexaurario Terdone, et cetera. Havimo deputato per castellano della rocha de Tortona, Mangiavilano, nostro homo d'arme, presente portatore; pertanto volemo, hauta questa, lo metiate in possessione della dicta rocha et oltre a questo, ad ciò luy possa fornire de quello gli fa bisogno in la detta rocha, volimo che de presente gli provediati di doy phage. Et questo vederite non manchi. Data Mediolani, die xxvi novembris MCCCCL. Cichus. 400 980 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE GIOVANNI DA TOLENTINO, LUOGOTENENTE DI CREMONA, FACCIA APRIRE LA PORTA DI OGNISANTI, ORDINANDO CHE SIA BEN VIGILATA 1450 novembre 25, Milano. Domino Iohanni de Tolentino, Cremonensi locumtenenti. Havemo intexo de novo como la porta d’Ognisancti de quella nostra cittade sta serrata, della qualcosa se maravigliamo, non havendo noy saputi né sapende la casone perché se tengha serrata. Et pertanto, parende ad noy che, quella porta stasse meglio aperta che serrata per utile della citade et per ogni altro respecto, maxime al presente non essendogli altro suspecto como intendiamo, siamo contenti et volemo la fati aprire, facendogli havere balla cura et tona guardia coma alle altre porte de quella nostra cittade. Data Mediolani, die xxv novembris MCCCCL. Cichus. 981 FRANCESCO SFORZA ORDINA AD ANDREA DA FULGINEO CHE SUI POSSEDIMENTI DI SAN FIORANO DEL CONSIGLIERE ANTONIO TRIVULZIO NON GRAVI LA TASSA DEI CAVALLI ESSENDO EGLI, “ SECUNDO LUY NE DICE, ... TASSATO TRI CAVALLI ET MEZO” 1450 novembre 26, Milano. Ser Andree de Fulgineo. Volemo che tu debbi prevedere como te parerà che in le possessione del spectahile nostro consciliero Antonio da Trivulzio, quale sonno ad Sam Fiorano, non gli debbi dare graveza, né spesa alcuna de tassa da cavalli, perché volemo, per honore suo, de questo facto tanto sia exempto che secundo luy ne dice, gli è tassato tri cavalli et mezo; ma questo fa con bono modo et la spesa della dicta soa tassa la porray mettere in qualche altro loco dove te parerà, sì che non ne vegna lamentanza. Data Mediolani, die xxvi novembris MCCCCL. Cichus. 982 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE MARTINO DA TRESINO DISTRIBUISCA LE QUARANTOTTO MOGGIA DI FRUMENTO CHE GLI SONO STATE ASSEGNATE 1450 novembre 26, Milano. 265v Martino de Tresino, Laude. Te havimo scripto alli dì passati che tu daghe ad alcune delle nostre gente le quantitate delli formenti delle qual per nostre littere te havimo scripto et de quelli formenti te faresserno assignare; et adciò che tu possi satisfare a quanto te havemo scripto, havimo ordinato per nostre littere al magnifico Foschino nostro locotenente lì che te facia assignare quarantaocto moza de formento, per dare a quelli de chi te havimo scripto et anche te scriverimo, fina alla dispensacione della dieta summa de quarantaocto moza, la qual volimo da Burlazzo da Cremona. Data Mediolani, xxvi novembris MCCCCL. Cichus. 401 983 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE FOSCHINO ATTENDOLI, ASSECONDI LA RICHIESTA DI BURLAZO DI AVERE UNA CERTA QUANTITÀ DI FRUMENTO PER PAGARE “ EL NAVILIO ET QUELLI L’HANNO CONDUCTO” TOGLIENDONE, PREVENTIVAMENTE, QUARANTOTTO MOGGIA DA DARE A MARTINO DA TRESINO 1450 novembre 26, Milano. Domino Foschino de Attendolis. Havemo inteso quanto tu ne scrive del formento de Burlazo et perché luy è stato qua da noy et ce rechiede che ge vogliamo lassare tanta quantitade de formento che vendendolo, possa pagare el navilio et quelli l'hanno conducto, siammo contenti che della summa tu ce hay scripto tu ne togli per quarantaocto moza et il resto gli lassi ad luy; et quello tu torraray fa extimare recto iudicio et quanto se gli debba dare per staro, advisandone del precio se convenirà ad ciò che gli possiamo fare debito pagarnento o per via de asignacione, o altramente, assignando dicto formento ad Martino da Tresino di quella nostra città, adciò lo possa dispensare secondo la voluntà nostra et secondo li scripti gli havemo scripti et scriverimo. Data Mediolani, xxvi novembris MCCCCL. Cichus. 984 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI MORTARA DI METTERE IN LIBERTÀ L’UOMO D’ARME DETENUTO PER FURTO, PREVIA RESTITUZIONE DELLA REFURTIVA 1450 novembre 26, Milano. Potestati Mortarii. Volendo participare della clementia nostra con Cerpelone, fameglio de qual Angelo homo d'arme, quale è lì destenuto per certa robbaria, siamo contenti et volemo che restituendo luy le cose tolte, ita che quello ha chi le à tolto se contenti da luy, tu lo lassi andare per li facti soy con lo relasare de presone. Data Mediolani,xxvi novembris 1450. Iohannes. 985 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE GIORGIO DA ANNONE SCRIVA A GIOVANNI FILIPPO DAL FIESCO DI DESISTERE DAL PROPOSITO DI ATTACCARE IL CASTELLO DI SURLE E ALTRE TERRE 1450 novembre 26, Milano. 266r Georgio de Annono. Siamo avisati dal spectabile misero Antonio et altri zentilomini da Lonà, nostri fidelissimi et cari citadini Pavesi ch’el magnifico Zohanne Filipo dal Fiesco fa certo amasso de gente et col favore de Zenovesi delibera andare a Campo al castello de Surle et alle altre soe terre; el che, quantuncha ne para duro a creder lo per l’amore et benevolentia che gli portiamo et che luy demonstra verso de noy non di manchi gli scrlvimo quanto bisogna, confortandelo se cussì è ch’el voglia desistere della impresa et più tosto favorizali quanto bisognasse che darli impazo. Et perché essendo tu lì alle confine poteray asay facilmente provedere ad queste cose volemo, ultra quello scrivemo nuy al dicto Zohanne Filippo, gli scrivi anchora tu et lo conforti et preghi, se cussì è, como è dicto de supra, che non se voglia impazare delle terre delli dicti zentilomini, 402 immo favorezarli et aiutarli, como è dicto, usando in questo ogni diligencia toa et facendo per la salute et conservacione d’esse terre como faressi per le nostre prorie, rescrivendone quello haveray da luy per resposta circha de ciò et tutto quello sentiray più ultra in questa materia. Data Mediolani, xxvi novembris 1450. Cichus. 986 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL LUOGOTENENTE DI ALESSANDRIA DIA LIRE 2000, PRETESE DAL MARCHESE DI MONFERRATO, QUALE RIMANENZA SPETTANTEGLI PER IL PERIODO IN CUI EBBE IL POSSESSO DI ALESSANDRIA 1450 novembre 26, Milano. Locumtenenti Alexadrie. Lo illustre signor marchese de Monferrà ne ha facto dire ch'el resta havere circha doe millia libre delle intrate de quella nostra città, per el tempo che la signoria soa l’à tenuta, et may non gle ha possuto conseguire. Et per che degna cosa è ch’el habbia el denaro suo, ve commettiamo et volemo provediati che a qualunca farà per la signoria sua sia integramente satisfacto de quello resta havere, con tante maiore cele rità quanto che el ha expectato fin al dì presente, et in modo che non ve hahiamo più casone de replicarve circha questa materia. Mediolani, xxvi novembris 1450. Iohannes. 987 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL LUOGOTENETE E AL PODESTÀ DI ALESSANDRIA DI CONVOCARE GLI UOMINI DELL’ ALESSANDRINO PER UNA RIPARTIZIONE DELL’ONERE DEI CAVALLI ( PORTATO A OTTOCENTO UNITÀ CONTRO LE MILLE AL TEMPO DI FILIPPO M. VISCONTI ). PER TALE OPERAZIONE MANDA IL FAMIGLIO DUCALE NICCOLÒ DA PALUDE, CHE PROVVEDERÀ, POI, ALLA SISTEMAZIONE DEI CAVALLI 1450 novembre 26, Milano. 266v Locumtenenti et potestati Alexandrie. Per che siamo avisati che li alogiamenti in quelle parte sono molto male compartiti, per che gli sono deli lochi che sono tropo excessivamente agravati et che hanno mancho del devero, haverno deliberato prove dere che cadauno sia tractato equalmente et niuno porti il carico del altro; et, quantunca troviamo che al tempo dello illustrissimo quondam signore passato, ad Alexandria et Alexandrina erano taxati milli cavalli, non dimancho, havendo rispecto alle condicione passate, deliberamo che ne habieno solamente octocento. Pertanto ve commettiamo et volemo che, convocati delli homini de cadauna terra faciate fare el compartito delli dicti octocento cavalli sopra lo extimo de cadauna terra et loco con ogni equalità et celerità possibile et per modo che niuno habbia iusta casone de lamentarse. Et per questa casono mandiamo lì Nicolò da Palude, nostro fameglio, quale volemo sia presente al dicto compartito et secondo esso proce da poy allogiare delli dicti octocento cavalli. Data Mediolani, xxvi novembris MCCCCL. Cichus. 403 988 FRANCESCO SFORZA DICE AD ANDREA DA FULGINEO DI NON VOLERE CHE L’OSPEDALETTO DEL VESCOVADO DI LODI SIA OCCUPATO DA ALTRI SOLDATI OLTRE A QUELLI DI FIORAVANTE DA PERUGIA 1450 novembre 26, Milano. Ser Andree de Fulgineo. Perchè le possessione del hospitaletto del vescovato della città nostra de Lode è del spectabile et strenuo conductero nostro Fioravanti da Perosa non volemo che gli debbia allogiare gente alcuna là; immo la preservaray, perché non pare conveniente che, essendo dicto Fioravante quello homo che è con noy per altri soldati gli debbano essere occupate le cose sue. Data Mediolani, xxvi novembris MCCCCL. Iohannes. 989 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE ANDREA DA FULGINEO CERCHI DI RISARCIRE QUEL POVERACCIO, CHE GLI RIMANDA, DEL FURTO DEI PORCI 1450 novembre 26, Milano. 267r Ser Andree de Fulgineo. Questo povero homo ad chi ali dì passati forono tolti quelli porci, como tu say, ritorna là da ti; et per luy ne ha havuto gran dampno, volimo ti sforzi di vedere che gli sianno pagati dlcti porci, et fa luy non habia mate ria per questo facto de retornare più' da noy ad dare impazo. Data Mediolani, xxvi novembris 1450. Cichus. 990 FRANCESCO SFORZA INFORMA PIETRO DE ACCEPTANTIBUS DI ALCUNI PROVVEDIMENTI DA LUI PRESI. A QUEI DI CASTELLAZZO HA IMPOSTO CHE PAGHINO E COSÌ HA FATTO CON QUELLI DEL BOSECO . A GIACOMO ORSINO E AD ANTONELLO DA PARMA SI FARÀ AVERE FRUMENTO. QUANTO ALLE FORTEZZE, SE IL PROBLEMA SONO LE MUNIZIONI , CONSENTE LA SPESA SINO A 150 FIORINI. INFINE, AGLI UOMINI DI SESE E DI MAZO È STATO DETTO CHE FACCIANO IL LORO DOVERE 1450 novembre 26, Milano. Petro de Acceptantibus. Havimo recevuta toa littera et inteso quanto scrivi; respondendo alle parte, dicemo che noy havemo multo bene rebuffacto quelli del Castellaccio et rimandati li indrieto et chiaritogli molto bene che nostra inten cione è che paghino, sì che non vogliative spazarvi et maravigliamone che non habbiate concluxo. Alla par te de quelli del Boseco che se vanno fregando in li panni, et cetera, dicemo che nostra intencione è che pa ghino secondo te havemo commesso, nientemene fatilo più aconzamente et humanamente che se può. Al facto de Iacomo Ursino et de Antonello da Parma, dicemo che gli faciate respondere de quello formento ti fo prima scripto, per che del secondo, che havemo scripto, havimo commesso ad quello Bartolomeo con duce lo formento ad Sancta Croce, che gli lo dia. Alla parte de provedere alle fortezze dicemo che delle spese gli vanno vi vogliate intendere con li magistri dello intrate nostre, ma vedendo ti che sianno necessarie alcune monicione che non se potesse fare senza, siamo contenti gli provediati che fazati spendere per fina in cento, ho cento et cinquanta fiorini, ma ad questo habbi bona advertencia. Al facto delli homini da Sese, dicemo che nostra intencione è che facino lo dovere, 404 como say essere nostra intencione. Al facto de quelli da Mazo, intendite con lo locotenente et fa che obediscano. Ex Mediolano, die xxvi novembris MCCCCL. Iohannes de Ulesis. 991 FRANCESCO SFORZA SI COMPIACE CON ANGELO LOMBARDO, CAPITANO DEL DIVIETO DI CREMONA, PER LE DISPOSIZIONI PRESE PER I PASSAGGI IN TERRE VENEZIANE. E’, COMUNQUE, INFORMATO CHE DETTI PASSAGGI NON CESSANO. GLI CONSENTE DI ASSENTARSI UN MESE PER IL GIUBILEO: LASCI, PERÒ, UNA PERSONA FIDATA 1450 novembre 26, Milano. 267v Angello Lombardo, capitaneo devetus Cremone. Havemo recevuta la toa littera et inteso quanto ne scrive delli ordini et provisione hay facto perché biada, né veruna altra cosa sia conducta in lo terreno della signoria de Venecia, et cetera, dicemo che essendo cussì como tu ne scrive, ch’el ne piaze; ma noy pur semmo advisati dalli amici nostri quello che per altre nostre te havimo scripto, si che vogli in ogni modo provedere ad questa cosa per che tu poy bem considerare quanto importa al facto nostro. Del andare tuo al iubileo siamo contenti darte licentia per uno mese, ad ciò che tu possi andare et retornare nel dicto termino, lassande però una persona idonea et fidata in tuo loco et che habbia cura et bona guarda de dì e de nocte al tuo officio, per che tu poy bene compre hende et considerare quello che importa ad lassargli una persona fidata et da bene,ad lasargli el contrario. Data Mediolani, xxvi novembris 1450. Cichus. 992 FRANCESCO SFORZA SCRIVE A GIOVANNI CAIMO DI VOLERE CHE IL PONTE SI “ FORNISCA PRESTISSIMO”. VADA PURE A ROMA PER IL GIUBILEO MA LASCI, DURANTE LA SUA ASSENZA DI UN MESE, UNA PERSONA FIDATA: SE NON L’HA, AVVISI IL DUCA. PER IL RICEVIMENTO DELL’AMBASCIATORE DEL RE RANIERI, HA ORDINATO CHE GLI SI FACCIANO DEI BUONI E DI PASSARLI AL TESORIERE DI CREMONA 1450 novembre 26, Milano. Iohanni de Caymis. Havemo inteso la tua littera quanto ne scrivi; del facte del ponte dicemo che vogli servare ogni via e modo possibile et con ogni diligentia et sollicitudine ch'el dicto ponte se faccia et fornisca prestissimo. Del tuo an dare ad Roma al Iubileo siamo contenti, lassando tu in tuo loco una persona idonea, fidatissima et sufficiente, perché tu vedi molto bem quanto importa quella terra al stato nostro, et non havendogli il modo de posserli una persona fidata et sufficiente, voglie in ogni modo advisarne perché gli manderemo una persona che starà in tuo loco fina alla toa venuta, intendendo che la dicta toa licentia vaglia et dura uno mese tantum proximo cho verrà, et non ultra. Delli denari che tu hay disposi per fare honore allo ambasiatore della maestà del re Raynero, te advisamo como havemo ordinato alli nostri magistri delle intrate ordinarie che te le feceno fare boni et darli dal thexaurario de Cremona come tu ne scrivi et commendamote grande mente del honore hai facto allo dicto ambasiatore. Data Mediolani, xxvi novembris 1450. Cichus. 993 405 FRANCESCO SFORZA VUOLE CHE IL CAPITANO DELLA MARTESANA CHIAMI DAVANTI A SÉ IL MASTRO GIACOMINO DA VAPRIO E PAOLO ANGRADO PER LA VERTENZA DI CERTE BIADE E VINO TOLTE NELLA LOCALITÀ DI MEDA A GIACOMINO IN NOME DI PAOLO 1450 novembre 26, Milano. 268r Capitaneo Martesane. Sopra una querella quale ne ha exposto mastro Iacomino da Vaprio, pinctore, contra Paulo Angrado in casone de certe biade et vino toltogli nel loco de Medde a nome d’esso Paulo, n’è data la supplicacione qui inclusa, la cui sostantia havere continentia bene intesa, ve commettiamo et volimo che havuta denanzi a vuy una parte et l’altra et intesa la verità, se trovarite che le diete biade et vino fosseno tolte al dicto magistro Iacomino innanze l‘havuta de Mediolano, volemo provediati che habbia pacieniia et ch’esso Paulo non sia agravato per questa casone ma, trovando che la sia tolta da poy l’hauta de Mediolano, nostra intencione è faciate in questo quello vole la rasone. Data Mediolani, xxvi novembris 1450. Cichus. 994 ORDINE AL PODESTÀ DI VARESE DI FAR RESTITUIRE A GIOVANNI DA VARESE QUANTO GLI È STATO TOLTO DAI FAMIGLIARI DI GIOVANNI DA SAPERIO 1450 novembre 26, Milano. Potestati Varesini. Scriptum fuit quod restitui faciat Iohanni de \/aresio omnes res quas sibi dicit oblatas a familiaribus Iohanis de Saperio, si sic in re compererit, ut ille querimoniam fecit. Data Mediolani, xxvi novembris mccccl. Cichus. 995 CONCESSIONE DI LASCIAPASSARE A BARTOLOMEO DA CERNUSCO PER TRE PERSONE, VALIDO DUE ANNI 1450 novembre 26, Milano. Die xxvi novembris, Mediolani. a Concesse fuerunt littere passus Bartholomeo de Cernusculo, civi Mediolani in forma consueta pro personis tribus equestribus, sive pedestribus valiture annis duobus. a Il testo è depennato con tratto di penna. 996 406 FRANCESCO SFORZA NOTIFICA A PASQUALE MALIPIETRO CHE UN TALE DI NOME SCHIAVETTO, FAMIGLIO DELL’UOMO D’ARME DUCALE LANCILLOTTO, È FUGGITO IN TERRA VENEZIANA. VOGLIA FARLO RICERCARE IMPONENDOGLI, POI, DI RESTITUIRE IL MALTOLTO 1450 novembre 26, Milano. Domino Pasquali Malipetro. Al strenuo Lanzalotto da Como, nostro homo d’arme è fugito novamente uno suo famiglio che ha nomo Schiavetto quale debbe esse capitato in le terre della illustre signoria de Venesia, et gli à menato via duy delli soy cavalli, l’uno liardo et I’altro bayo, et similmente ge ha portato via certa soa robba, como la magnificencia vostra intenderà più pienamente per esso luy, o per suo messo. Il perché, ad ciò che le bone usan ze et ordini servati per noy et per vuy fin a qui im provedere a tale cosa se habiano a servare firmamente per lo avenire, como è nostra intencione, vi confortamo et pregamo che vogliate dare opera di fare ritrovare dicto Schiavetto et retorvandosi dove se voglia per le terre della prefata signoria, provedere che sianno restituiti dicti cavalli et robbe a prenominato Lanzilotto, perché el simile faremo noy verso li vostri, como havemo continuamente facto per fina mo’. Data Mediolani, xxvi novembris 1450. Franciscus Sfortia Vicecomes dux mediolani, et cetera, Papie Anglerieque comes ac Cremone dominus. Cichus. In simili forma scriptum fuit domino Antonio Marcello. 997 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PROVVISIONATO TOMASO MARDILEONE DI FAR RESTITUIRE A MAFIOLO DA RIVA DUE “ SOMME DE BIADA” TOLTEGLI DAI PROVVISIONATI IVI ALLOGGIATI 1450 novembre 27, Milano. 268v Tomasio Mardileonis, provisionato. Volemo et per la presente te commandiamo che faci restituire ad Mafiolo da Rippa quelle due somme de biada le qual gli sonno stato tolte per li provisionati nostri che alogiano lì, considerato ch’el dicto Mafiolo haveva bona licentia del Conscilio nostro Secreto et che faci liberare le securtade che luy à date per le bestie in modo che non possano essere molestate per dicta casone; et questo non manchi, perché cussì è nostra intentione. Data Mediolani, die xxvii novembris MCCCCL. Cichus. 998 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL CASTELLANO DI MONZA DI CONCEDERE A GIACOMO GRIFFO DI PARLARE CON GIOVANNI DA OSSONA , MICHELE DA INCINO E GIOVANNI DA APPIANO, IVI DETENUTI 1450 novembre 27, Milano. Castelano Modoetie. Ut daret liberam facultatem Iacobo Griffo loquendi in aliquo loco, seu camera cum Iohanne de Ossona, Michaele de Incino et Iohanne de Aplano, ibidem Modoetie detentis, et hoc imposicione domini, et cetera. Mediolani, dia xxvii novembris 1450 et cetera. Cichus. 999 407 FRANCESCO SFORZA ORDINA A SAGRAMORO VISCONTI DI PRENDERE L’INDIVIDUO FUGGITO CON UN CAVALLO DI GUIDO DA FAENZA: FACCIA RESTITUIRE IL CAVALLO O IL SUO VALSENTE E SI MANDI DA LUI IL FUGGITIVO 1450 novembre 28, Milano. Domino Sagramoro de Vicecomitibus. Ne ha dicto Guido da Faenza nostro capo de squadra che s'è fugito lì uno de quelli dal canto de là, qual ha menato cum sì uno delli soy cavalli, qualli, dopo el fugire che feci Zulio da Fiorenza, gli forono involati, como debba sapere in quella nocte. Pertanto volemo che recevuta questa tegni modo de havere nelle mano tue dicto cavallo et quello talle ch’è fugito lo mandi qua ad noy; et se per ventura fosse venduto dicto cavallo volemo che per quello haverà recevuto gli faci restituire a chi igli averà exbursati et lo cavallo, como è predicto, tegni modo de haverlo nelle tue mane et quello s'è fugito lo mandi qua da noy perchè poy te scriveremo de quanto haveray a fare in questo. Data Mediolani, xxviii MCCCCL. Iohannes. 1000 FRANCESCO SFORZA ORDINA AI COLLETTORI GENERALI CHE UN CAVALLO (SCOPERTO MANCANTE ALLA MOSTRA, PERCHÉ DATO DAL PODESTÀ A SVEVA SFORZA, COGNATA DEL DUCA) SIA DATO PER PRESENTE ALLA MOSTRA 1450 novembre 26, Milano. 269r Collateralibus generalibus. De mense iunii proxime delapso, cum Iohannes de Petra Sancta permanupressisset et comperisset domino Iohanni de Iordanis, potestati ibidem nostro equurn unurn ad monstram deesse noluit eum scribere, verurn quia informati summus quod potestas ipse dictum equum mutuaverat magnifice domine Sveve Sfortie, cognate nostre et illum Mantuam dimiserat pro suis negociis, contentamur et volumus cum pro rei honestate tum ut complaceamus dicte domine Sveve, quod equum ipsum scribi faciatis non aliter quam si ad monstram comparuisset, sic quod potestats ipse nullum proinde detrimemtum paciatur. Ex curia nostra Mediolani, die xxvi novembris MCCCCL. Cichus. 1001 FRANCESCO SFORZA COMUNICA AD ANREA DA FULGINEO LA PROPOSTA PER I COMPARTITI FATTA DA ANTONIO TRIVULZIO. PORRE IN OGNI LUOGO DOVE SI DEVONO FARE ALLOGGIAMENTI UN INCARICATO. STABILITO IL NUMERO DEI CAVALLI CHE DEVONO ESSERE SISTEMATI IN UNA ZONA, I VARI INCARICATI LOCALI SI RIUNISCONO E FANNO IL COMPARTITO. AVVENUTO CIÒ, ANDREA EMANERÀ L’ORDINE E DARÀ IL VIA AGLI ALLOGGIAMENTI 1450 novembre 27, Milano. Ser Andree de Fulgineo, Misser Antonio da Triulsi s'è gravato cum nuy dicendo che lì ad Cotogno lo compartito è male ordinato et che lì sonno alozate più gente che non comporta el luoco et recordace, al facto del allozare in modo facile quale ne pare laudabile, zò è de havere uno homo idoneo et intendente per ciascuno luoco dove si die mandare cavalli ad lozare. Verbi gratia, tu say che ti havimo avisato del numero delli cavalli che intendimo che alozino in Lodesana, sì che vogli havere uno 408 homo intendente per ciascuno luoco de Lodesana, dove se devono allozare cavalli, et redulli tucti insieme et chiarisili lo numero delli cavalli che denno alozare in Lodesana, et fa che loro fazano lo compartito deli dicti cavalli, como a loro pare, et poy exequirai l'ordine loro et faray alozare dicte zente che cossì facendo ne pare serà manco incarco a nuy et anchora a ti, che l'hai Mediolani, xxvii novembris 1450. Cichus. 1002 FRANCESCO SFORZA ORDINA AD ANTONIO DA BESOZZO CHE GIORGIO DA ANNONE ABBIA, AL RITORNO, L’USATO SUO ALLOGGIO CHE, DONATO ZOZO , ATTUALE OCCUPANTE, LASCERÀ LIBERO PER ANDARSENE “AL SUO USATO” DI BUSTO 1450 novembre 26, Milano. Antonio de Besucio. Ad ciò che Zorzo de Annono nostro cortesano, quando el retornarà da nuy trovi expedito el suo loza men to quale altre volte gli deputassemo in la pieve de Brebia et anchora per che intendiamo che Donato Zozo, nostro homo d’arme lozato nel lozamento d'esso Zorzo ha lozamento a Busti, te commectiamo et volimo essendo vero che esso Donato habia lozamento altrove, provedi ch'el se levi de lì et vada al suo usato. Mediolani, die xxvi novembris 1450. Cichus. 1003 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL LUOGOTENENTE DI PIACENZA DI NOMINARE INTERINALMENTE UN ECONOMO PER LA CURA DEI BENI DI UNA CAPPELLA IN PIACENZA SENZA TITOLARE PER LA MORTE DEL BENEFICIARIO 1450 novembre 28, Milano. 269v Locumtenenti Placentie. Perchè segondo siamo informati vaca una capella de Sancto Nazaro, aut de Sancto Sepulcro in quella nostra cità per la morte de quondam prete Michele da Rola, aciò che li beni dela dicta capella passano regulatamente et non vadano in sinistro, fin atanto ch’eI venerabile abbate, a chi specta, gli provederà de idoneo capellano che tu gli deputi sufficiente iconimo, il quale hahia cura deli beni dela dicta capella et a nuy ne habia a rendere ragione a quello a chi sarà previsto dela dicta capella. Mediolani, xxviii novembris 1450. Cichus. 1004 409 FRANCESCO SFORZA COMANDA AL PODESTÀ DI SALE DI NON DARE A GANDOLFO LA CELATA DA LUI RICHIESTA 1450 novembre 28, Milano. Potestati Sallarum. Rospondendo a quello ne scrivi dela cellata, qual te ha domandata Gandolfo, et de l’altre arma de Ferraguto, et cetera dicemo che hay facto bene a non darla al dicto Gandolfo, né volemo gli la daghi, imo la retegni preso ti in sieme cum l’altre arme fin che te scrivaremo altro. Mediolani, xxviii novembris 1450. Iohannes. 1005 FRANCESCO SFORZA NON VUOLE CHE ANDREA DA FULGINEO SISTEMI ALTRI CAVALLI A MALEDO 1450 novembre 28, Milano. Andree de Fulgineo. Siamo avisati che hai delivrato logiare alculli cavalli a Maleo, et perché gli ne sonno alcuni de Zohanne Camerero et d’altri, volemo che tu non gli daghi altro impazo ma, s’el te parese che ne havessero pochi per la rata sua, volemo ne avisi. Mediolani, xxviii novembris 1450. Iohannes. 1006 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE DI SALDARE DUE ANDATE A GENOVA FATTE DA SCEVA CON I SUOI CAVALLI 1450 novembre 28, Mialno. Regulatori et magistris intratarum. Volimo a misser Sceva metiate rasone de doe andate per lui in nostro nome facte a Zenoa cum suoi cavalli a computo usato per cavallo; l'una andata fo da Lodi a Zenoa a dì xii de zugno et la retornata a dì xxviiii del dicto mese; l'altra fu pur da Lodi a quatro dì de luglio et la rotornata a xxiii de quollo stesso mese de l'anno presente, et faciti de ciò fare debito e credito et scripture oportune ali libri dela Camera nostra, segondo lo dovere. Mediolani, xxviii novembris 1450. Cichus. 1007 410 FRANCESCO SFORZA RIMPROVERA IL FRATELLO ALESSANDRO PER AVER TOLTO ( CONTRAVVENENDO UNA DISPOSIZIONE FATTAGLI ) CAVALLI E ROBE A BONAMINO E AGLI UOMINI D’ARME PRESI AI SERVIZI DUCALI. RESTITUISCA TUTTO 1450 28 novembre, Milano. 270r Domino Alexandro Sforcie. Havemo recevuto la toa littera et intexo quanto ne responde circha li cavalli et robba che hay facto togliere ad Bonamino et ad quelli altri homini d’arme, che noy havemo tolti alli nostri servicii; dicemo che ne me ravigliamo asay che tu non gli habbia facto restituire ogni cosa del loro, coma per altre nostre littere sot toscripte de nostra propria mane te habiamo scripto. Et perché tu dici che facesti tuore li cavalli et la robba loro alli predicti perché erano alevati in casa de terci, et cebera, ad questo te dicemo che non ne pare bona scusa la toa, perché se Beltramo haveva fallato, costoro non gli havevano culpa veruna et per questo non se gli dovea tore la robba loro, et perché tu dice che gli debiamo mandare che vegnano drieto ad ti, et cetera, dicemo che non havendo loro li soy cavalli et la robba loro et maxime li cavalli delle persone proprie dolIi homini d’arme non poriano venire drieto con le arme loro. Et pertanto volemo, oramay che doveti essere tutti insieme, tu fazi restituire tutti li cavalli et robba soa alli predicti nostri homini d’arme, perché non havendo li cavalli delle persone loro et che non habiando la robba loro, bisogna li provediamo del nostro che quanto al presente siammo in aptitudine de fare queste spese, tu lo say; sì che vogli in ogni mo do, senza altra replicacione, fare restituire alli predicti nostri homini d’arme tutti li cavalli et robba loro et fare che chiamano contenti da ti, perché cussi è nostra intencione. Data Mediolani, xxviii novembris 1450. Cichus. 1008 FRANCESCO SFORZA SCRIVE AL PATRIARCA DI AVERE INTESO QUANTO, IN SUO NOME, GLI HA RIFERITO IL SEGRETARIO, MICHELE DA COMO, CHE, A SUA VOLTA, GLI RIPORTERÀ LA SUA RISPOSTA. CIRCA LA “COMMENDARIA” DI INVERNO, L’INTENZIONE DUCALE È CHE SIA DATA A CHI NE HA PIÙ DIRITTO DI AVERLA 1450 novembre 28, Milano. Reverendissimo patriarca. Havemo intexo quanto per parte della signoria vostra ne ha refferito Michele da Commo, vostro segretario, del che remanemo advisati del tutto. Et per che havemo resposto ad pieno al dicto Michele et informatolo de questo et de altre cose che luy haverà ad refferire alla prefacta vostra signoria per parte nostra per que sta non facemo altra resposta, si non che preghiamo la vostra signoria se degni credere in tutte quelle cose ch’el dicto Michele gli refferirà et dirà per parte nostra quanto alla propria nostra persona. Ceterum respondendo alla prefacta signoria vostra circha lo facto della commendaria de Inverno dicemo che nostra intencione è che qualunche persona che gli haverà megliore rasone, sia data ad quella et sia certa la si gnoria vostra che non se farà se non quanto rechiede et vole iusticia et rasone. Data Mediolani, xxviii novembris 1450. Franciscus Sfortia Vicecomes dux Mediolani et cetera, Papia Anglerieque comes ac Cremone dominus. Cichus. 1009 411 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI ROSATE DI ALLOGGIARE I FAMIGLI DUCALI. DÀ POI DISPOSIZIONE PER I QUATTRO UOMINI D’ARME IVI SISTEMATI 1450 novembre 27, Milano. 270v Potestati Rossate. Intesso quanto ne scrivi, te rispondemo che nostra intencione è et volemo che faci allogiare lì quilli nostri famegli, como t'è stato ordinato. Ala parte de quelle gente d’arme sono logiati li, cioé Vitorio, Boniforto et Iacomo Ursino te dicemo che Victorio ha havuto licencia da nuy, siché volemo non gli faci respondere de cosa alcuna; a Boniforto non se gli debba respondere, perché gli provederemo in altro; a Iacomo Ursino bem volimo che gli faci provedere et respondere como hay in ordene. Data Mediolani, xxvii novembris 1450. Iohannes. 1010 FRANCESCO SFORZA ACCONSENTE CHE FILIPPO CONFALONIERI RESTITUISCA I LETTI AL CONTE ALBERTO SCOTTI, TOLTIGLI DURANTE LA SOMMOSSA DI PIACENZA 1450 novembre28, Milano. Domino Filippo de Confanoneriis. Havemo inteso che haveti in deposito preso de vuy certi lecti del magnifico conte Alberto Scoto, qualli gli forano tolti ala novità de Piasenza qualli seti ben disposito ad restituirli, che molto ne piace et ve ne comendiamo; per tanto ve confortiamo et caricamo che ve piaza restituirli essi lecti et l’haverimo gratissimo. Mediolani, xxviii novembris 1450. Iohannes. 1011 FRANCESCO SFORZA COMANDA A PODESTÀ, CAPITANO DELLA CITTADELLA E DEPUTATI AGLI AFFARI DI NOVARA CHE SI CONSENTA AI PROVVISIONATI DELLA LOCALE CITTADELLA DI USCIRE PER LA PORTA DEL SOCCORSO E CHE INOLTRE SIANO FORNITI DI LEGNA 1450 novembre 28, Milano. Potestati, capitaneo citadelle ac deputatis ad negocia Novarie. Quelli nostri provisionati che sonno ala guardia de quella nostra citadella de Novaria se lamentano che non tanto a loro sia proveduto de legne da foco per la guardia che fanno in la dieta citadella, ma che gli è devetato lo usire fora d’essa citadella per la porta del Seccorso; la qual cosa a nuy non pare iusta, né rasonevele perché dovete pensare che, facendo loro la dicta guardia non gli porriano stare. Pertanto volimo et ve caricamo che vui provideati che li dicti nostri provisionati habiano dele ligne, a ciò che loro possano attendere a fare la guardia et quello ch’hano a fare. Mediolani, ut supra. Iohannes. 412 1012 FRANCESCO SFORZA ORDINA A LUDOVICO DA LUGO, CAPITANO DELLA VALTELLINA, CHE FACCIA AVERE A STEFANO DA CASATE QUANTO GLI È DOVUTO, QUALE RIMANENZA DEL SALARIO DEL PADRE, GIÀ CAPITANO DELLA VALTELLINA 1450 novembre 28, Milano. 271r Domino Ludovico de Lugo, capitaneo Vallis Teline. Ce ha significato lo egregio cavaliero miser Iohanne Stefano da Casate havere de molti debitori in quella nostra valle per resto del salario della bona memoria de Francesco conte suo padre qual fo capitano d’essa nostra valle, et proinde ce rechiede gli faciamo fare ragione summaria contra essi suoi debitori, attento maxime che luy è forestero là et non poteria vacare apradi senza suo grande detrimemto et spesa et, parendoce la sua rechiesta honestissima, volimo et ve commitemo che ad ogni instancia et richiesta d’esse misere Iohanne Stefano, o de qualuncha suo messo, o procuratore gli faciate ragione sumaria, simpliciter et de plano sine strepitu e figura iudicii, cavilacionibus et frivolis exceptionibus pospositis quibuscumque, ita che mediante iusticia consequischa el devere suo interamente. Data Mediolani,die xxviii novembris MCCCCL. Cichus. 1013 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL PODESTÀ DI ARENA DI CORRISPONDERE AI SOLDATI DI FIASCO, NONOSTANTE LA LORO PARTENZA A CAUSA DELLA PESTE, QUELLO CHE È LORO DOVUTO 1450 novembre 29, Milano. Potestati Arene. Lo strenuo Fiasco nostro conductero ne dice che dal'hora se partirono li cornpagni suoi da Arena per rispecto del morbo non gli è stata risposta delle tasse da quelli homini da Arena secondo gli respondivano prima la partita loro, del che ne maravigliamo per che questa non era nostra intencione. Pertanto volemo et per questa te commettiamo debbi ordinare che per li gentilomini et homini da Arena sia risposto delle tasse soe alli dicti compagni et soldati de Fiasco, quali logiaveno lì secondo gli respondevano prima et cussì gli faray respondere delle dicte tasse per tutto el tempo passato che per gla loro abscentia non l'hanno havute. Et questo non manchi per quanto luy à cara la gratia nostra, perché, mancando non ne poreste fare cosa che più ne dispiacesse. Data Mediolani, die xxviiii novembris MCCCCL. Cichus. 413 1014 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL REGOLATORE E AI MAESTRI DELLE ENTRATE DI PAGARE I MACELLAI PER LE VARIE FORNITURE DI CARNE. DEL TOTALE DI DUCATI 178.8 E DI LIRE 157.12 DISPONE CHE DUCATI 158.8 VENGANO PAGATI “EX PECUNIIS CAMERE NOSTRE “, PREVIA RESTITUZIONE DI UNA CONFETTIERA E PIATTINO D’ARGENTO 1450 novembre 28, Milano. 271v Regulatori et magitris intractarum. Habere restant a Camera nostra Petrus dela Marascha et Iohannes Laurencius becharii curie nostre libras centumquinquagintaseptem et solidos duodecim imperialium super ratione carnium per eos pro usu ipsius curie a die xiiii proxime presentis mensis decembris retro datarum, intendentes igitur quod eis de huiusmodi peccunia nec minus de infrascriptis aliis creditis suis satisfiat, pro ut coveniens est, volumus et mandamus quatenus eisdem bechariis de ipsis libris centumquinquagintaseptem et solidis duodecim responderi faciatis et de ipsis debitorem fieri Antonium cancelarium prefacte curie expenditorem. Cumque ulterius creditores sint prefacte Camere iidem bechariis causa carnium per eos pro fulcimento et usu pre facte curie similiter datarum de ducatis septuaginta tribus et solidis octo a solidis lxiii pro ducato, super racione ducatorum ccliii quos de anno usque mccccxlviii proxime pro nobis solvere sibi habebat Matheus de Pisanis et receperunt solummodo ducatos clxxx, item sint creditores ut supra de ducatis vigintiquinque ex ducatis quinquaginta per Lanzilottum di Pigino debendis, item creditores sint de ducatis octuaginta aureos de quibus usque de mense octobris dicti anni mccccxlii memoratus Matheus sibi responderi habeat in hac civitate, prout ei scripseramus, sed propter repetititium ipsius Mathei ab ea civitate recessum illos persolvere sibi non potuit, quorum quidem omnium creditorum summa ascendat ducatos clxxviii et so lidos viii ultra libras clvii et solidos xii primum positas, faciatis eisdem bechariis de ipsis ducatis clviii et so lidos viii ex pecuniis Camere nostre responderi, fieri faciendo de premissis onmibus scripturas, confes siones et soluptiones opportunas et huiusmodi denarios pro expensa consumata et absque reptencione capsoldi positi; verum quia ipsi becharii hac de causa penes se habent confecteram unam ac piatellum unum argenti curie nostre, mementote et omnino facite quod antefaciendam sibi soluptionem denariorum antedictorum nobis restituant confecteram et piatellum predictos absque ullla exceptione. Data Mediolani, xxviii novembris 1450. Antonius. Matheus. Cichus. 1015 FRANCESCO SFORZA ORDINA A DANESIO CRIVELLI, UFFICIALE DELLE CACCE DI CUSAGO, DI CONSENTIRE A QUALUNQUE INVIATO DEL CONSIGLIERE DUCALE ANDREA BIRAGO DI TAGLIARE, NEL BOSCO DI CUSAGO, QUARANTA CARRI DI LEGNA DA FUOCO 1450 novembre 30, Milano. 272r Danesio Crivellis, officiali caciarum Cusaghi. Siamo contenti et volemo che ad qualuncha messo del spectabile nostro consciliero Andrea de Birago, portatore de questa in nome del dicto Andrea, tu lassi tagliare in quelli nostri boschi de Cusagho quaranta cara de legne da fuocho, cioé ligni de mesura. Data Mediolani, die ultimo novembris 1450. Iohannes. 414 1016 FRANCESCO SFORZA ORDINA A PIETRO DA LONATE IN LAVINZASCA CHE NON LASCI PARTIRE LA DONNA DI INNOCENTE COTTA VOGLIOSA DI ANDARE DOV’È INNOCENTE. IL DUCA LE HA DATO, CONTRAGGENIO, IL PERMESSO DI LASCIARE LA DONNA “IN SOA LIBERTADE” PERCHÉ PIETRO L’AVEVA ASSICURATO CHE LA “DONNA NON SE PARTIRIA” 1450 novembre 29, Milano. Petro de Lonate in Lavinzascha. Nuy siamo advisati como la donna de Innocente Cotta circha con summa instantia de partirse et andare dov’è el dicto Innocente, la qual cosa seguendo sarria ad noy molestissima et in grandissimo dispiacere. Et pertanto, per che como tu say ad tua rechiesta, fossemo contenti lassare la dicta donna in soa libertade et tu prometesti che la dicta donna non se partiria, te havemo voluto advisare de questo et te dicemo dobbi provedere in modo che la dicta donna non se parta, né possa partirse per alcuno modo, certificandote che, se per caso la se partisse, noy non se gravariamo, né se recoreriamo ad nissuno se non ad ti et non poresse fare cosa che più ne fosse in dispiacere de questa, si che provedi mo’ como pare ad ti, perché questo incarico à tutto lo tuo, et basta. Data mediolani, die xxviiii novembris 1450. Iohannes. 1017 FRANCESCO SFORZA ORDINA A MAGISTRO GASPARINO, SERVITORE IN MILANO, DI DARE DODICI DELLE QUATTORDICI GIORNEE CHE HA ( E CHE FURONO DI PIETRO DELLA BELLA) A GIOVANNIANTONIO E A BARTOLOMEO DELLA BELLA 1450 novembre 30, Milano. Magistro Gasparino servitori in Mediolano. De quelle quatuordece zornee hay in mano, che forono de Piero della Bella nostro squadrero, volimo, rimosa ogni casone, ne daghe duodece, zioè XII ad Iohanneantonio della Bella et ad Bartolomeo della Bella, quali sonno nostri soldati, pangando loro la factura delle dicte zornee, et non manchi. Data Mediolani, xxx novembris 1450. +Cichus. 1018 FRANCESCO SFORZA ORDINA AL SUDDETTO GASPARINO DI DARE LE DUE GIORNEE RIMASTE A MICHELE DA VENEZIA 1450 novembre 30, Milano. Magistro Gasparino suprascripto. Volemo debbi dare ad Michele da Venesia, presente portatore quelle doe zornee te restano, che forono de Piero della Bella, pagando luy la factura doesse, et non manchi. Data Mediolani, xxx novembris MCCCCL. Cichus. 415 1019 FRANCESCO SFORZA COMANDA A TOMMASO TIBALDO DA BOLOGNA, COMMISSARIO DI COMO, DI COSTRINGERE GIOVANNI ANDREA ANDRIANI A MANTENERE LA PROMESSA DI RILEVARE DALLA GARANZIA DATA DAL CONTE GIOVANNI DA BALBIANO E SIMONE ARRIGONO A QUELLI DI PIURO PER LA LIBERAZIONE DI SPILIMBERTO DA TRIULZO 1450 novembre 28, Milano. 272v. Thome Tebaldo de Bononia, commissario Cumarum. Secondo siamo informati dal conte Zohanne da Balbiano et Simone Arrigono essendo preso da quelli de Piuri misere Spilimberto da Triuzio loro lo rescoteno medianti soy pigni et denari per ducati centoocto, quali promesseno a quelli de Piuri, dopoy uno Zohanneandrea di Andriani a pregare d’esso misere Spilimberto, promessi et dadi la fede soa ad essi conte Zohanne et Simone de relevarli dalla dicta promissione facta a quelli de Piuri per casone d'essi ducati cviii, el che may non ha facto. Et bem che per nostre littere commectessemo altre volte al capitaneo nost