Il trecento
• Nel trecento a Firenze nascono i tre massimi autori della
letteratura italiana: Dante, Petrarca e Boccaccio
• e un altro genio nel campo della pittura: Giotto.
Le cause della fioritura culturale
• Mercanti e banchieri acquisiscono una tale potenza
finanziaria da uscire dallo stato di soggezione in cui la
cultura medioevale li aveva relegati.
La borghesia, in questo periodo, si conforma ai
modelli aristocratici, cercando di dimenticare le
proprie origini per conformarsi alle maschere cortesi e
cavalleresche.
Cambiano i modelli politici, con i comuni e le
signorie che subentrano al sistema feudale e
comincia nascere un modo nuovo di vedere la
religione che non permea più in modo opprimente la
vita degli individui. Entra in crisi anche il rapporto tra
Papato e Impero. L’etica borghese individualistica è
l’etica dello stato moderno in formazione.
Per quanto riguarda la religione, comincia ad essere ridotta a
instrumentum regni, come testimonia il trasferimento della sede
papale ad Avignone e la nascita delle chiese nazionali. I vescovi
sono sempre più dipendenti dall’autorità statale e nasce la
divisione tra alto clero, aristocratico e riservato alle famiglie
nobili, e basso clero, più vicino alle istanze evangeliche e ai ceti
popolari.
La religiosità nel trecento si trasforma: perde in termini di
monopolio teologico, ma acquista in termini di autenticità
evangelica sotto la spinta del modello francescano. Una figura
come quella di Caterina da Siena sceglie i potenti come bersaglio
delle sue ammonizioni e testimonia la qualità e il livello di questa
religiosità mistico-evangelica.
Il denaro conquista il potere e il potere assicura denaro: le
Signorie, a differenza dei Comuni, cercano la più ampia
giurisdizione territoriale per assicurarsi una vasta area di
mercato e per dominare le vie di comunicazione.
Il capitale si consolida in beni immobili, soprattutto
terreni; anche in questo la borghesia prende a
modello l’aristocrazia feudale
Accumulo di capitale nella mani di poche famiglie e suo
congelamento nelle proprietà terriere significa che i ceti urbani
e contadini si trasformano in proletari, con lo sviluppo di forme
di sfruttamento e di conseguente povertà che provocano
rivolte sia nelle città che nelle campagne.
Il Trecento è, per tutti questi motivi, un secolo di
complessiva decadenza economica , testimoniata anche
dal calo della popolazione, portato anche dalla peste
del 1348. Ma la peste rappresenta solo l’ultimo anello di
una catena fatta di povertà crescente, fame, carestie,
guerre.
E’ dentro questo quadro così mosso e contraddittorio che si
inserisce la presenza delle opere più alte di tutta la nostra
letteratura.
La letteratura italiana, nata tardi, diventa di colpo la maggiore letteratura
europea: la città del fiore e del fiorini (Firenze) diventa capitale finanziaria e
culturale. Grandezza e debolezza, altissima civiltà e mancanza di prospettive
politiche: è il dramma della nostra storia e della nostra letteratura.
Con Dante trova la massima espressione, ma anche il suo termine, la poesia
che nasce da valori civili.
Con Petrarca e Boccaccio comincia la letteratura come mestiere.
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Dante Alighieri Il suo tempo, la sua vita