Uomo e Ambiente
Di
Elisa Magnani
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Ambiente ed Ecosistema
• Ambiente: 2 componenti, biotici e abiotici:
elementi solidi (Litosfera e Pedosfera), gassosi
(Atmosfera), liquidi (Idrosfera).
• Ecosistema: insieme degli organismi viventi e dei
fattori abiotici presenti in un dato ambiente, e delle
relazioni che legano tali elementi, come flussi di
energia e di materia.
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Perché è importante l’Ambiente Naturale?
• Produzione di risorse naturali utili all'uomo → uso
compatibile con tassi di rigenerazione o con
sostituzione
• Ricezione dei rifiuti: al di sotto della capacità di
carico dell'ecosistema
• Bene estetico per l'umanità intera e per le
generazioni future
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Valore delle Risorse Naturali
• Valore d’uso  valore economico
– Usi diretti
• usi tradizionali: raccolta prodotti naturali,
coltivazione
• non tradizionali: turismo
– Usi indiretti:
• preservazione per sfruttamento futuro  valore
potenziale
• Valore di non uso  valore culturale
– valori culturali o spirituali: foreste sacre o animali
taboo  no valore monetario ma spesso per le
popolazioni indigene è più importante perché
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rappresenta l’identità comune.
Inquinamento e Degrado Ambientale
• Inquinamento: alterazione di una realtà ambientale
dovuta all’immissione di sostanze estranee che
eccedono la capacità ricettiva dell’ecosistema stesso.
Cause: naturali oppure umane.
• Degrado ambientale: cambiamento in senso negativo
dell’ecosistema in una delle sue caratteristiche
costitutive o funzionali, che ne determina
l’allontanamento dallo stato ottimale. Non solo
immissione di sostanze estranee.
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La biodiversità
Differenza nel numero di ecosistemi, specie e geni presenti
tra le popolazioni animali e vegetali di tutto il pianeta.
Frutto di milioni di anni di evoluzione, influenzata da processi
naturali e antropici:
• Distruzione habitat (deforestazione e inquinamento)
• Sfruttamento insostenibile di specie vegetali
• Caccia illegale (commercio internazionale specie protette)
• Mancate politiche di tutela
Quante specie di organismi viventi ci sono? Non lo sappiamo e non
siamo neppure in grado di indicarne il numero con
l’approssimazione dell’ordine di grandezza. Il totale complessivo di
tutte le specie viventi si colloca tra i 10 e i 100 milioni di specie.
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Il valore della biodiversità
•Estetico
•Commerciale
•Potenziale (sfruttamento futuro in ambito medico,
industriale o alimentare).
E’ importante tutelare la biodiversità perché dalla
sua
scomparsa
potrebbe
dipendere
il
peggioramento delle condizioni di vita delle
generazioni future.
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Convenzione sulla biodiversità (1992)
Obiettivo: Conservare la diversità biologica, promuovere l’uso
sostenibile delle sue componenti e la condivisione equa dei
benefici provenienti dal loro sfruttamento.
Condividere l’accesso alle risorse e il trasferimento delle
tecnologie
• Alcune linee-guida:
– Conservazione in-situ
– Conservazione ex-situ
– Uso sostenibile delle
componenti della
biodiversità
– Ricerca ed educazione
• Ostacoli:
–
–
–
–
–
Politici
Istituzionali e tecnici
Informazione
Cooperazione
Politiche economiche e
risorse finanziarie
– Fattori socioeconomici
– Fenomeni naturali
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CITES, Convention on International Trade in
Endangered Species (1975)
Accordo volontario tra stati per proteggere la propria riserva
di flora e fauna, soprattutto quella in pericolo di estinzione:
commercio internazionale delle specie protette sottoposto a
stretto controllo, attraverso un sistema di autorizzazioni.
Testo approvato nel 1973 e entrata in vigore nel 1975.
Non sostituisce le leggi nazionali, ma fornisce linee guida che
ogni stato membro deve adottare nella propria legislazione
per implementare la convenzione a livello nazionale.
Oggi è tra gli accordi di conservazioni più ampi: 160 membri
volontari.
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CITES, Convention on International Trade in
Endangered Species (1975)
• Appendice I: include tutte le specie minacciate di
estinzione
• Appendice II: include specie non necessariamente
minacciate, ma il cui commercio va controllato
• Appendice III: include specie protette almeno in un
paese, il cui commercio va tenuto sotto controllo
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La deforestazione
Cause:
• Uso commerciale del legname
• Uso del legname come combustibile e fonte
energetica
• Aprire nuovi spazi per agricoltura nei PVS: tecnica
agricola del Ladang, o “Taglia e brucia”
• Aprire nuovi spazi per allevamento del bestiame su
larga scala
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La deforestazione
Effetti:
• Perdita di biodiversità e del valore potenziale delle
risorse forestali
• Immissione in atmosfera di grosse quantità di CO2, in
seguito agli incendi appiccati per eliminare foresta e
sottobosco
• Destabilizzazione degli ecosistemi
• Perdita di culture associate agli ecosistemi forestali
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La dichiarazione dei principi sulle foreste (1992)
• Sancisce il diritto degli stati di utilizzare le foreste
secondo le proprie necessità, senza ledere i principi di
conservazione e sviluppo delle stesse.
• Non è vincolante!
• 1997: Forum intergovernativo sulle foreste  quadro
legale internazionale sulle foreste.
• Tuttavia, la distruzione delle foreste tropicali negli anni
‘90 è cresciuta a un ritmo più veloce che negli ‘80.
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La desertificazione
Degrado del suolo in aree aride, semi aride e aridesemi umide, causato da attività umane e da variazioni
climatiche (Convenzione per combattere la Desertificazione , 1994).
Povertà, instabilità politica, deforestazione, pascolo
eccessivo e scarsa irrigazione causano l’abbassamento
della produttività del suolo, provocando la
desertificazione.
14
La desertificazione
ALCUNI DATI
• 39% superficie terrestre
affetta da desertificazione
• 250
mln
di
persone
interessate
• 110 Paesi interessati
• Perdita di reddito imputabile:
45 mld dollari/anno
• 70% dei terreni agricoli aridi
sono già degradati (30% terre
emerse)
• Ogni anno persi 12 mln ha di
terre agricole
• Desertificazione = perdita di
biodiversità
LE AREE PIÙ COLPITE
•Africa e PVS di Asia,
America Latina e Caraibi
• USA, Australia, Europa
meridionale e orientale
(Italia, Grecia, Portogallo e
Spagna)
•Tutto
il
bacino
del
Mediterraneo
•Africa: 66% di tutti i terreni
è arido o semi arido
•Nord America: 34%.
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Cause della desertificazione
• Erosione del suolo: cementificazione spazi rurali,
tecniche agricole errate, terreni aridi adibiti a
pascolo, siccità;
• Salinizzazione;
• Rimozione della coltre vegetale e del materiale
rigenerativo;
• Variazioni del regime pluviometrico;
• Deforestazione
• Mancati investimenti in programmi per frenare
l'avanzata del deserto.
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L’inquinamento atmosferico
Presenza nell'atmosfera di sostanze che causano un effetto
misurabile sull’essere umano, sugli animali, sulla vegetazione o sui
diversi materiali.
Inquinanti antropici o naturali:
•Primari, liberati nell'ambiente come tali (biossido di zolfo,
monossido di azoto)
•Secondari, si formano successivamente in atmosfera attraverso
reazioni chimico-fisiche (acido solforico).
Fonti di inquinamento di origine antropogenica:
•grandi sorgenti fisse (industrie, impianti per la produzione di
energia elettrica ed inceneritori)
•da piccole sorgenti fisse (impianti per il riscaldamento domestico)
•sorgenti mobili (il traffico veicolare).
Molte di queste sorgenti sono strettamente legate alla produzione
17 ed
al consumo di energia, specialmente combustibili fossili.
Le piogge acide
Processo di ricaduta dall’atmosfera di particelle, gas e
precipitazioni acide.
Causa: ossidi di zolfo (SO) e ossidi d'azoto (NO) presenti
in atmosfera sia per cause naturali che antropiche;
legandosi all’acqua atmosferica si originano gli acidi: da
SO  acido solforico, da NO  acido nitrico.
Persistenza in atmosfera di OS: 2-4 giorni  deposizione
nei luoghi di emissione; NO: restano più a lungo
nell'atmosfera  inquinamento in zone lontane dal luogo
di emissione.
Effetti: acidificazione di laghi e corsi d’acqua, danni alla
vegetazione e suoli forestali, decadimento di materiali da
costruzione e vernici.
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Il buco nell’ozono
Ozono: gas costituito da tre atomi di ossigeno che rappresenta
uno schermo nei confronti delle radiazioni ultraviolette (raggi
UV) provenienti dal sole.
Il buco si trova sopra l’Antartide e si ripresenta naturalmente
all’inizio della primavera per un paio di mesi; da alcuni decenni
il buco non si richiude totalmente ed ogni anno aumenta.
Cause: presenza in atmosfera di un composti chimici in grado di
attaccare l’ozono (ODS, Ozone Depleting Substances):
Clorofluorocarburi, Idroclorofluorocarburi, Bromofluorocarburi.
Protocollo di Montreal (1987): restrizioni su produzione e uso di
diversi CFC. Emendato nel 1997 (Montreal) e nel 1999
(Beijing): misure di controllo su idrofluorocarburi e
bromofluorometani.
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Effetti del buco nell’ozono
•I raggi UV-B possono attaccare e danneggiare molecole
come il DNA,  formazione melanomi e altri tipi di
cancro della pelle,
• Interferenza sui meccanismi di difesa immunitaria,
• Effetti sulla retina dell’occhio,
• Effetti > su organismi più piccoli (fitoplancton e
zooplancton), che giocano un ruolo cruciale nella catena
alimentare marina,
• Effetti sulle piante: i raggi UV rallentano la crescita
fogliare e quindi l’area deputata alla cattura dell’energia
solare  no fotosintesi.
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L’effetto serra
Presenza in atmosfera di gas serra (anidride carbonica, vapor
acqueo, metano, ecc..) che ostacolano il passaggio verso lo
spazio di parte delle radiazioni infrarosse provenienti dalla
superficie della Terra (calore riemesso): si comportano come i
vetri di una serra.
Fenomeno naturale che regola la temperatura della Terra: senza
i gas serrra sarebbe di 33°C più fredda.
L’aumento di concentrazione di questi gas sta portando la
temperatura del pianeta ad innalzarsi (global warming)
determinando profondi mutamenti sul clima sia a livello
planetario che locale.
Prima della Rivoluzione Industriale l’uomo rilasciava pochi gas
in atmosfera; oggi tali gas sono aumentati in seguito a: crescita
della popolazione, utilizzo di combustibili fossili e
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deforestazione.
Effetti dell’effetto serra
•Aumento rischi fisici su persone con problemi cardiaci o
respiratori.
•Maggiore diffusione delle malattie.
•Aumento dell’inquinamento biologico delle acque.
•Aumento calore e evaporazione dai bacini idrici  aumento
precipitazioni + fenomeni meteorologici più violenti con
inondazioni ed erosioni del terreno.
•Diminuzione complessiva delle superfici glaciali  innalzamento
livello medio del mare (ultimi 100 anni: circa 15-20cm) 
numerose città costiere e isole rischiano di scomparire.
•Zone tropicali: riduzione umidità del suolo  minore resa agricola
•Europa: molte aree a rischio di desertificazione
↓
I deserti potrebbero espandersi in terre ora semiaride; le foreste
diminuire ulteriormente; intere popolazioni potrebbero non avere
più risorse idriche.
22
Il Protocollo di Kyoto, 1997
Redatto e approvato nel corso della Convenzione Quadro sui
Cambiamenti Climatici del 1997, è un accordo legale attraverso
il quale gli stati industrializzati si impegnano a ridurre le loro
emissioni collettive di gas serra del 5,2% rispetto all’anno
1990.
L’accordo doveva entrare in vigore solo “al novantesimo giorno
dopo la data in cui non meno di 55 Parti della Convenzione (i
membri della convenzione sul climate change, 1992) inclusi
nell’Annexe I, che producevano almeno il 55% delle emissioni di
biossido di carbonio del 1990, avessero depositato i propri strumenti
di ratifica, approvazione e accettazione”.
55 parti: marzo 2002 (ratifica Islanda), 55%: novembre 2004
(ratifica Russia: 17,4% emissioni del 1990)  entrato in vigore
il 16 Febbraio 2005.
23
Il Protocollo e i PVS
I PVS contribuiscono meno ai cambiamenti del clima,
ma verosimilmente subiranno la maggior parte dei suoi
effetti.
Molti PVS hanno firmato l'accordo però hanno specifici
obiettivi, ma devono rendere noti i loro livelli di
emissione e dare avvio a programmi nazionali per la
riduzione delle alterazioni del clima.
Cina ed India, tra i più grossi inquinatori potenziali con
enormi popolazioni ed economie in crescita, hanno
entrambi sottoscritto l'accordo, ma essendo comprese fra
I PVS, non saranno legate a rispettarlo fino a quando
non usciranno da questa condizione.
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Gli strumenti del Protocollo
“Meccanismi flessibili”:
• Emisssion Trading: scambio di emissione tra paesi o
società in relazione ai rispettivi obiettivi.
• Joint Implementation: partecipazione a programmi di
riduzione delle emissioni in Paesi in via di transizione
(ex economie pianificate URSS e paesi est europeo) 
acquisizione di crediti validi per gli obiettivi di
abbattimento nel Paese promotore.
• Clean Developement Mechanism: realizzazione nei PVS
progetti che conseguano un beneficio ambientale in
termini di emissioni di gas serra  crediti sull’obbligo
relativo al proprio paese.
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Critiche al Protocollo
•Impatto irrilevante: necessarie riduzioni molto maggiori
(fino 70%)  Kyoto=mezzo per sensibilizzare sul global
warming.
•Se i PS limitassero i consumi di combustibili fossili, il
loro prezzo diminuirebbe e sarebbero più accessibili ai
PVS.
•Efficacia dubbia: nel breve-medio periodo 2/3 delle
nuove emissioni proverrà da PVS che non hanno firmato
o che, pur avendo firmato, non sono ancora sottoposti alle
riduzioni (Cina, India, Indonesia, Brasile): le previsioni
AEA (Agenzia Europea dell’Ambiente) indicano che
dopo il 2030 le emissioni di questi paesi raggiungeranno
il 50% del totale.
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Paesi
CO2/anno
%
mondo
USA
5410
24
Cina
2893
13
Russia
1416
6
Giappone
1128
6
Germania
857
4
India
908
4
Regno Unito
550
2
Canada
477
2
Italia
426
2
Francia
376
2
Sud Africa
353
2
Brasile
295
1
Arabia Saudita
270
1
Iran
259
1
Indonesia
208
1
I principali Paesi emettitori di CO2
(1998) in MT di CO2 ( milioni di tonnellate/anno)
Allocazion
e annuale
2008-2012
Emissioni
2002
Quote
vendibil
i
Federazione
Russa
3040
1876
- 1163
Ucraina
919
483
-435
Repub. Ceca
176
143
-33
Ungheria
106
78
-28
Gran Bretagna
657
634
-27
Slovacchia
66
51
-14
Potenziali offerenti di diritti di emissione in Mton CO2
Allocazion
e annuale
2008-2012
Emissioni
2002
Quote
acquist
abili
Giappone
1116
1330
214
Canada
572
731
159
Italia
475
553
78
Spagna
327
399
72
Germania
990
1014
23
Belgio
135
150
15
27
Principali acquirenti di diritti di emissione in Mton CO2
La Direttiva UE 2003/87/CE Emission Trading
La UE si è assunta l’impegno di ridurre entro il 2020
le emissioni di gas serra dell’8% rispetto al 1990.
La Direttiva ha istituito il sistema per lo scambio di
quote di emissioni di gas serra all’interno dell’UE e
ha regolato l’utilizzo dei “crediti di emissione”.
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Lo “stato” dell’Unione
•Francia: NO obiettivi di riduzione  78% di energia
nucleare
•Germania: ha ridotto del 19% le propire emissioni
(obiettivo: 21 %)  chiusura vecchi impianti della
Germania Orientale e alle energie alternative.
•G.Bretagna: ha ridotto del 13,4% (obiettivo: 12,5%), 
trasformazione di vecchie centrali a carbone in nuove
centrali a gas.
•Italia: maggiore scostamento in Europa rispetto agli
obiettivi di riduzione: ben 77,8 milioni di tonnellate in più
(obiettivo: 6,5 % entro il 2012)  NON sarà facile
rispettare gli obiettivi.
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Tipi di inquinamento e di degrado ambientale,
e convenzioni internazionali
• Perdita della Biodiversità
– CITES: Convention on
International Trade in
endangered Species of Wild
Fauna and Flora, 1975
• Deforestazione
– Dichiarazione sulle foreste,
Rio de Janeiro, 1992
• Desertificazione
– Convention to Combat
Desertification, 1994
• Inquinamento atmosferico
– Piogge acide
– Buco nell’ozono  Protocollo
di Montreal, 1997
– Effetto serra  Protocollo di
Kyoto, 1997
– Inquinamento acustico
• Inquinamento del suolo
– Cause chimiche
– Cause fisiche
• Inquinamento idrico
– Fluviale
– Marino
30
Effetti degli inquinamenti sull’uomo
•
•
•
•
Riduzione spazi ecumenici
Scarsità di acqua dolce (irrigazione e uso umano)
Innalzamento oceani.
Riduzione produzione agricola e aumento
inquinamento del suolo e delle acque
• Scomparsa risorse naturali e loro valore potenziale
• Scomparsa foreste e perdita di una fonte di
ossigeno
• Gravi conseguenze sul clima e sulla salute
dell'uomo.
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