Comune di Cison di Valmarino
CISON DI VALMARINO: ASPETTI DI VITA RELIGIOSA
La pieve di Cison è molto antica, probabilmente la sua origine risale all’VIII-IX
secolo. È documentata per la prima volta nell’atto di donazione di Sofia da
Camino all’abate di Santa Maria di Follina del 1170: nello scritto si menziona
infatti come testimone un tale Cassiodorus, plebano de Cisone. Analogamente in
un documento datato 1245 si incontra un altro pievano, Gerardo.
Dai giorni nostri però la serie interrotta degli arcipreti giunge però solo sino al
1400.
La chiesa di Cison è matrice di tutte le parrocchie della Valmareno: sparse in
tutto il territorio sorsero diverse cappelle addette alla cura d’anime dei borghi più
piccoli, le quali venivano raggiunte dal parroco cisonese.
Gli atti della visita pastorale del vescovo di Ceneda Niccolò Trevisan del 1475 ci
riferiscono che numerose chiesette campestri, tuttora esistenti, dipendevano
dall'Arcipretale di Cison.
Con lo scorrere dei secoli e con l’aumento della popolazione, le cappelle
dipendenti dalla chiesa matrice come Tovena, Valmareno, Rolle e Gai divennero,
in tempi diversi, parrocchie indipendenti.
Quale fosse l’ubicazione della prima chiesa eretta a Cison di Valmarino non lo si
può affermare con certezza, ma la tradizione vuole che il paese in origine
sorgesse nella valle di Sant’Antonio, intorno all’attuale chiesetta di San Silvestro,
che, secondo alcuni storici, può per tale ragione essere l’originaria chiesa
parrocchiale.
La chiesa arcipretale di Santa Maria Assunta.
Nella visita pastorale del 1475 si legge che è in corso la costruzione di una
nuova chiesa parrocchiale in sostituzione di una precedente “antichissima” e
quasi cadente. Ma questo edificio, dopo più di due secoli, era nuovamente
fatiscente e venne sostituito con la costruzione attuale, i cui lavori iniziarono nel
1683 e terminarono attorno al 1740;
L’attuale edificio, seppure privo di parte degli ornamenti, venne consacrata il 31
maggio 1746 dal vescovo Lorenzo Da Ponte.
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Il progetto si deve all’architetto Paolo Grempsel, sostituito poi nella fase finale dei
lavori dall'architetto Scotti.
Di stile neoclassico, la chiesa presenta due facciate: una è rivolta a ponente
dove si trova l’ingresso principale ornato da tre statue di Marco Casagrande
simboleggianti la Fede, la Speranza e la Carità; l’altra, che occulta l’abside, si
affaccia scenograficamente sulla piazza. Anche qui sono state posizionate, a
decoro della facciata, delle statue che rappresentano al centro il patrono San
Giovanni Battista ed ai lati, disposte in coppia, la Prudenza e la Giustizia da un
lato e la Fortezza e la Temperanza dall’altro.
L’Arcipretale di Cison è definita la più bella chiesa settecentesca della diocesi di
Vittorio Veneto; essa custodisce un patrimonio artistico eccezionale: preziosi
marmi, stucchi policromi, statue ornamentali e un notevole ciclo di dipinti.
L’interno ad unica navata è in stile barocco, decorato da affreschi e tele di Egidio
Dall’Oglio che rappresentano il momento centrale della maturità artistica del
pittore cisonese. Sulla parete centrale dietro l’altare campeggia la grande
Assunzione della Vergine, cui è titolata la chiesa, eseguita dal pittore nel 1753.
Allo stesso artista sono attribuiti le opere che ornano le pareti laterali, la cupola
del coro, e il soffitto della navata: la Natività e Decollazione di San Giovanni
Battista, il Padreterno e lo Spirito Santo sottoforma di colomba circondato da
Apostoli, la Gloria del Paradiso, la Carità e la Fede, San Gregorio Papa,
Sant’Agostino, San Gerolamo, Sant’Ambrogio.
Egidio Dall’Oglio è intervenuto anche nella decorazione degli altari raffigurando
altri santi cari al culto dei cisonesi: negli altari accanto al presbiterio si trovano
Santo Stefano, San Luigi Gonzaga, San Pietro d’Alcantara, San Giovanni
Nepomuceo, Santa Apollonia, Santa Teresa d’Avila, San Gerolamo e
Sant’Agostino, mentre nel primo altare a sinistra campeggia l’Annunciazione.
Sulle pareti laterali si aprono due cappelle, quella di sinistra è intitolata alla Beata
Vergine del Rosario, mentre quella di destra dedicata a San Giuseppe ospita la
pregevole pala di Fontebasso, il Transito di San Giuseppe; di Egidio Dall’Oglio
sono invece la Presentazione al Tempio e la Circoncisione. Dello stesso autore
sono i dipinti del soffitto della sacrestia e sue opere di un certo pregio sono
custodite anche nella vicina canonica.
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L’organo, costruito da Gaetano Callido nel 1779, è stato recentemente restaurato
restituendogli l’originale sonorità.
La chiesa di San Silvestro.
La prima attestazione risale al 1224, ma si presuppone che le sue origini siano
antichissime, legate alla nascita del primo borgo di Cison. È situata nella valle di
Sant’Antonio, a nord della borgata di Campomolino. Nel 1520 Andrea da
Campomolino lasciò nel suo testamento una terra alla luminaria di San Silvestro.
Nel 1594 la chiesetta venne restaurata e ampliata da Francesco Maria
Brandolini, intervento ricordato da una iscrizione sopra la porta. Anche all’interno
di questa chiesa troviamo opere del famoso artista cisonese Egidio Dall’Oglio.
La chiesetta di San Vito.
Al centro del paese, presso il ponte sul Rujo, si trova l’oratorio di San Vito. Viene
menzionato per la prima volta nel 1218; in seguito, nel 1443, viene citato nel
testamento del notaio Luca Pellicciaio, il quale dispone che con i suoi denari
vengano acquistati dei coppi per coprire la chiesetta di San Vito. È inoltre
ricordata nella già citata visita pastorale del 1475. L’attuale costruzione venne
eretta nel 1504 ed acquistata dai conti Brandolini nel 1680. Al suo interno si trova
un altare riccamente intagliato, in legno policromo, e anche qui sono conservate
pregevoli opere di Egidio Dall’Oglio.
La Beata Vergine delle Grazie.
Il tempio si trova presso il cimitero di Cison di Valmarino e fu eretto in memoria
dei caduti della prima guerra mondiale, su disegno di Marco Casagrande e di
Zanivan. All’interno si trovava un dipinto del Dall’Oglio dedicato alla Vergine che
venne trafugato nel 1969 e mai più ritrovato. Decorano un settecentesco
confessionale due piccole tele dello stesso autore. Dietro il tempio si trova
ancora la chiesetta di San Felice in Campagna, menzionata negli atti della visita
pastorale del 1475.
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La chiesetta di San Martino.
Presso il castello è ubicata la chiesetta dedicata a San Martino. La prima
attestazione dell’esistenza della cappella si trova in un documento del 1224: le fu
donato un campo da Gabriele da Camino. Dal castello proviene una campana
che porta la data del 1439 e impressa la treccia emblema del Gattamelata, oggi
conservata presso la villa Brandolini in paese, probabilmente apparteneva alla
piccola cappella. L’edificio attuale sostituì quello più antico nel XVIII secolo su
progetto dell’architetto Scotti, lo stesso che realizzò la parte settecentesca del
castello. All’interno si trovano affreschi di Egidio Dall’Oglio, tra i quali pare sia
ravvisabile il suo autoritratto nella figura di un austero personaggio nelle vesti di
membro di qualche confraternita. Sulle pareti esterne della cappella sono murate
le lapidi di Lippa degli Alidosi, moglie del conte Brandolino IV, primo conte della
Valmareno, di Antonio Maria Brandolini, - committente dell’ampliamento
cinquecentesco del castello, ed il bassorilievo di Brandolino III, cavalier d’arme,
morto nel 1396, proveniente da Bagnacavallo in Emilia Romagna, conte di
Zumelle.
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