DOCUMENTO DELLE UNIONI CNA PRODUZIONE E CNA FEDERMODA DELLA CNA TOSCANA I SETTORI PRODUTTIVI RAPPRESENTATI DALLE UNIONI SONO I SEGUENTI: MECCANICA, LEGNO‐ARREDO, SISTEMA MODA, TESSILE, NAUTICA, CHIMICA, GOMMA E PLASTICA IL MANIFATTURIERO IN TOSCANA in Toscana sono attive 416.437 imprese (fonte Unioncamere 2007), se si escludono le imprese commerciali il numero scende a circa 350.000, di queste 65.523 appartengono al settore manifatturiero (circa il 15,85 %), di cui 39.757 sono artigiane (fonte ufficio statistico Regione Toscana). Per quanto concerne il rilievo occupazionale, il manifatturiero copre circa il 20% della forza lavoro occupata in Toscana. Le imprese riconducibili ai settori Federmoda (tessile, abbigliamento, pelletteria e calzature), sono circa 13.000, mentre quelle che sono riconducibili all’Unione Produzione (meccanica, legno, arredo, chimica, gomma, plastica e nautica) sono circa 28.000 (dati Istat, database Asia 2007). Il numero delle imprese manifatturiere che fanno riferimento ai raggruppamenti di cui sopra, sono raggruppabili nelle seguenti classi dimensionali: inferiori a 20 dipendenti circa 39.000, fra i 21 ed i 49 dipendenti circa 2.000, fra i 50 ed i 249 addetti circa 500, oltre 250 addetti sono circa 50 (fonte banca dati Asia‐Istat 2007). Dai tati forniti emerge che le imprese piccole (sotto i 50 addetti), rappresentano il 98,3% del totale del settore ed occupano oltre 201.000 lavoratori, su un totale di 256.00 occupati nei settori di riferimento, ovvero il 78% del totale dell’occupazione del settore. Le imprese con meno di 20 addetti occupano circa 150.000 lavoratori, ovvero circa il 60% degli occupati nel settore (fonte database ASIA 2007). PER ILLUSTRARE ULTERIORMENTE IL QUADRO DEL MANIFATTURIERO SINTETIZZIAMO ALCUNI DATI CHE EMERGONO DALLE RECENTI INDAGINI DELL’IRPET 1) SECONDO I DATI FORNITI DALL’IRPET ASSISTIAMO AD UN CALO DEL PESO DEL MANIFATTURIERO RISPETTO AGLI ALTRI SETTORI 2) IL PESO DEL MANIFATTURIERO IN SENSO STRETTO (MANIFATTURIERO + ESTRATTIVO + UTILITIES INDUSTRIALI, ) E’ ORMAI RIDOTTO A CIRCA IL 21% (20% SE SI PRENDE IL SOLO IL MANIFATTURIERO), 3) IL PESO DEL MANIFATTURIERO IN TOSCANA IN TERMINI OCCUPAZIONALI (UNITA’ DI LAVORO (VEDI SOPRA), -
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CIRCA UN 20% IN TERMINI DI UNITA’ DI LAVORO NEL 2009 (STIME IRPET) IL 27,8% DI ADDETTI SUL TOTALE ADDETTI DELLA BANCA DATI ASIA CHE NEL 2007 CONTAVA 1.181.682 ADDETTI A FRONTE DI 1.570.000 OCCUPATI STIMATI DALL’ISTAT NEL 2009 (INDAGINE CAMPIONARIA SULLE FDL) POSSIAMO STIMARE CHE IL MANIFATTURIERO IN TOSCANA PESA CIRCA IL 19/20% SULL’OCCUPAZIONE TOTALE : 328.508 ADDETTI DEL MANIFATTURIERO DELLA BANCA DATI ASIA (2007) RAPPORTATI AI 1.570.000 OCCUPATI ISTAT (2009) DANNO UN RAPPORTO PARI A 20,9% MALGRADO TUTTO, PRENDENDO GLI ADDETTI 2007 DELLA BANCA DATI ASIA, I PICCOLI (FINO A 19) FANNO ANCORA MOLTI PIU’ ADDETTI DEI MEDI E DEI GRANDI MESSI INSIEME 42503; 13%
0-19
20-249
179996; 55%
106008; 32%
249+
4) I DATI CI MOSTRANO CHE LE IMPRESE CHE SOFFRONO MAGGIORMENTE SONO QUELLE DI PICCOLE DIMENSIONI E CHE OPERANO NELL’AMBITO DELLA SUBFORNITURA Dai dati sopra indicati emerge con chiarezza che le piccole imprese rappresentano la quasi totalità delle imprese del settore manifatturiero ed occupano circa i 2/3 dei lavoratori, tali numeri debbono indurre gli attori della politica locale a promuovere azioni coerenti con il quadro economico sopra descritto. PROVVEDIMENTI PER SOSTENERE IL MANIFATTURIERO Le imprese ricomprese nelle Unioni della Produzione e di Federmoda ritengono particolarmente rilevanti, oltre ai problemi di ambito nazionale, 3 temi di competenza della Regione Toscana, in riferimento ai quali è indispensabile intervenire, al fine di tutelare in maniera appropriata gli interessi delle imprese, del manifatturiero toscano e dei lavoratori. Le tre tematiche individuate sono strettamente connesse alla politica economica che intende promuovere la Regione Toscana al fine di sostenere e promuovere le piccole imprese che, i numeri, indicano come il vero motore produttivo del nostro territorio. Le 3 aree individuate come centrali e strateigiche sono: a) il tema dei bandi pubblici di incentivazione; b) le attività di internazionalizzazione svolte da Toscana Promozione; c) il ruolo e la funzione dei centri per il trasferimento tecnologico e l’innovazione. A) Bandi di incentivazione Per quanto riguarda i bandi di incentivazione economica, si sono svolte le seguenti considerazioni: a) non è condivisibile la scelta della Regione di aprire i bandi alle grandi imprese, b) i bandi presentano una eccessiva complessità nella compilazione e nella formulazione delle domande, c) la tempistica di risposta nella valutazione dei progetti presentati è eccessivamente lunga, d) la tempistica relativa all’uscita dei bandi raramente è programmabile, in ogni caso quasi mai concertata e condivisa; e) le soglie di accesso ai bandi sono eccessivamente elevate, f) sono eccessivamente privilegiate le aziende di dimensione più consistente sia nella formulazione dei bandi che nell’assegnazione degli stessi. In base a queste considerazioni si ritiene di poter chiedere quanto segue: •
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Predisporre bandi dedicati alle micro ed alle piccole imprese; Semplificare le modalità di partecipazione; Ridurre i tempi di valutazione dei progetti e di liquidazione dei contributi; Prevedere e rispettare una pianificazione nell’uscita dei bandi al fine di consentire una corretta programmazione alle imprese; Ridurre le soglie di accesso per la partecipazione ai bandi; Ridurre i criteri di premialità che privilegiano le imprese di dimensioni più grandi, in particolare le grandi e medie imprese; Accelerare i tempi per l’attivazione del fondo rotativo per gli investimenti; Promuovere bandi che favoriscano lo start up di reti e raggruppamenti di imprese; Promuovere misure che favoriscano l’attivazione di opportunità di sviluppo commerciale per le piccole imprese del manifatturiero; Promuovere voucher per l’innovazione e la ricerca attraverso la localizzazione di dottorandi e borsisti presso le piccole imprese che intendono promuovere progetti di innovazione di processo e/o di prodotto. b) Attività di sostegno all’internazionalizzazione delle piccole imprese In ordine al tema dell’internazionalizzazione, gestita a livello regionale da Toscana Promozione, sono stati rilevati i seguenti problemi: a) Toscana Promozione agisce in autonomia non confrontandosi con le associazioni di categoria, b) le iniziative dell’Agenzia regionale sono rivolte prevalentemente ad imprese strutturate e non considerano le esigenze espresse dalle piccole imprese, c) i mercati di sbocco selezionati dall’Agenzia regionale (India e Cina) non sono coerenti con le necessità delle piccole imprese, d) la tempistica e le modalità di organizzazione delle iniziative di Toscana Promozione sono spesso incompatibili con i tempi delle imprese (non possono essere organizzate iniziative che prevedono 24 ore per aderire alle iniziative). In considerazione delle riflessioni svolte si sono condivide le seguenti richieste da rivolgere a Toscana Promozione: • Attivare un sistema di concertazione fra Toscana Promozione e le organizzazioni di categoria, al fine di rendere più efficace il Piano promozionale; • Orientare le attività dell’agenzia anche verso il sistema delle piccole imprese; • Definire il quadro dei Paesi target per le iniziative promozionali includendo anche mercati più coerenti con le esigenze delle piccole imprese (Europa, nord Africa, medio Oriente ecc….); • Rimodulare l’iter funzionale ed organizzativo di Toscana Promozione, rendendolo compatibile con le necessità aziendali; • E’ necessario prevedere servizi di assistenza finalizzati all’accompagnamento delle imprese che avviano percorsi di internazionalizzazione; • È necessario prevedere programmi di internazionalizzazione che diano continuità alle azioni, in maniera tale che siano garantiti programmi pluriennali di intenrazionalizzazione presso lo stesso paese. c) Centri per il trasferimento tecnologico e l’innovazione Per quanto attiene ai centri per il trasferimento tecnologico riteniamo che debba essere promossa una seria riflessione su tali enti, al fine di accrescerne l’effettiva capacità di contribuire alla crescita tecnologica delle imprese. Riteniamo, infatti, che tali soggetti offrano un contributo inadeguato rispetto alle esigenze delle imprese. Per questo chiediamo che tali soggetti debbano essere oggetto di un progetto complessivo di riorganizzazione, che tenga conto delle seguenti indicazioni: a) significativa riduzione del numero dei centri per il trasferimento tecnologico; b) qualificazione delle competenze dei centri di trasferimento tecnologico; c) miglioramento della dotazione tecnologica degli stessi; d) sviluppo di forme di collaborazione costante fra detti centri e le associazioni imprenditoriali, sia nell’operatività che nella governance; e) migliorare la collaborazione fra detti centri, le università ed il CNR, in maniera da utilizzare tutte le competenze presenti nel territorio reginale, evitando duplicazioni ed accrescendo una effettiva capacità di innovazione. Altri temi Infine si richiedono interventi per promuovere l’etica di impresa e garanzie sul futuro della CIG in deroga, affinché sia garantita almeno per tutto il prossimo anno. In particolare, con riferimento al tema dell’Etica di Impresa, si chiede di proseguire nel lavoro impostato dalla Regione Toscana negli anni scorsi con progetti come Fabbrica Ethica al fine di sostenere progetti ed iniziative legate alla responsabilità sociale, tanto all’interno delle singole imprese quanto a livello di filiere produttive. 
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documento Federmoda e Produzione