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AZIONE ISERNIA
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Agnone. Filippo Piritore ha assicurato il proprio appoggio agli specialisti del San Francesco Caracciolo
“Ospedale, l’Asrem ci ignora”
I medici ricorrono al prefetto: l’azienda non risponde ai fax e alle richieste
di Vitt
orio Labanca
Vittorio
AGNONE. “E’ stato un incontro molto cordiale. Il
Prefetto è stato ad ascoltare tutte le problematiche
relative ai servizi ospedalieri che non funzionano e che
rischiano di bloccare anche
le emergenze che arrivano
nel nosocomio. E’ restato
perplesso e titubante perché non riusciamo ad interfacciarci con la dirigenza
dell’Asrem che ci ignora
quasi. Ci ha assicurato ogni
possibile appoggio da parte sua”. A parlare così è
Giovanni Di Nucci responsabile dell’unità operativa
complessa di Medicina del
San Francesco Caracciolo,
che l’altra mattina è stato
ricevuto dal Prefetto di Isernia, Filippo Piritore, insieme ai colleghi Renato Meo
del Laboratorio Analisi e Armando Falasca della ChiParkinson, la scuola di
teatro del Neuromed incontra la cittadinanza per
illustrare il lavoro svolto dal
laboratorio ‘Parkinzone’.
L’evento avverrà in occasione della chiusura estiva
dei corsi della scuola di teatro, e si svolgerà il 25 giugno presso il Ristorante
Amphitryon di Venafro.
L’occasione, si legge in una
nota inviata dall’istituto
neurologico di Pozzilli,
“sarà anche utile per poter
incontrare i docenti ed il
dottor Nicola Modugno (del
Centro per lo Studio e la
Cura della Malattia di
Parkinson e Disordini del
Movimento dell’Irccs Neuromed) per scambiarsi domande e opinioni.
La ‘lezione aperta’, che
avrà inizio alle ore 12, non
vuole essere un ‘saggio’ o
una ‘recita’, in senso stret-
rancesco Caracciolo
L’ospedale San FFrancesco
rurgia, tutti del plesso ospedaliero altomolisano. “Abbiamo esposto con calma
tutte le problematiche urgenti del Caracciolo –aggiunge l’endocrinologo- e
come, nonostante i ripetitivi fax quotidiani, non rice-
viamo alcuna risposta dalla Dirigenza dell’Asrem. Da
Campobasso ci ignorano e
credo che vogliano ignorare le nostre istanze. Non
sappiamo con chi interfacciarci, con chi parlare per
la soluzione di talune pro-
blematiche anche le più
semplici che quotidianamente si presentano. Questo è stato detto al Prefetto che è rimasto stupito di
quanto sta accadendo nella sanità di Agnone”.
Conclude così il dottor Di
Nucci. E mentre continuano gli appelli politici e della società civile rivolti al
Presidente Frattura affinchè venga ad Agnone per
chiarire quale sarà il futuro del Caracciolo e della
sanità zonale, inviti questi
da mesi elusi e non si sa il
perché da parte del “Governatore”, pare che il sindaco Michele Carosella oggi o
al più tardi ad inizio della
settimana prossima, dovrebbe avere un incontro
con Frattura proprio sul
delicato problema dell’ospedale dei suoi reparti,
dal Sert, alla Dialisi, dal
Il pref
ett
o
prefe
tto
ore
Piritore
Filippo Pirit
Laboratorio Analisi alla
Rdiologia e di altri che soffrono per la mancanza del
personale: in alcuni casi
per l’assenza del personale medico laureato. Cosa
questa che provoca ritardi,
quasi impossibilità di assi-
stenza e di ricoveri con una
diminuzione sostanziale
soprattutto dell’affluenza
proveniente da fuori regione che ha sempre significato un notevole afflusso
economico per la sanità
molisana.
L’appuntamento è previsto per martedì mattina presso l’Amphitryon di Venafro
Parkinson, il teatro come terapia
Il laboratorio ‘Parkinzone’ del Neuromed illustra il percorso svolto con i pazienti
to, ma una vera e propria
lezione strutturata aperta
al pubblico”. Sarà così possibile capire il percorso che
l’associazione svolge ed ha
svolto con i pazienti, “un
percorso – viene evidenziato nel comunicato – di propedeutica teatrale, di
espressione, in cui il teatro
è diventato il mezzo per intraprendere un viaggio attraverso la trasformazione
e il cambiamento. Attraverso le attività di Parkinzone,
il paziente ha modo di lavorare sulla voce, sul canto, sul concetto di impulso,
sulle improvvisazioni singo-
le e collettive.
Quello che verrà mostrato durante la lezione aperta sarà solo una piccola
parte del percorso intrapreso dai pazienti, durante
sette mesi di laboratorio
svolto presso gli spazu dedicati all’interno della struttura ospedaliera dell’Irccs
Neuromed, con grande entusiasmo e partecipazione”.
Il progetto, a cura di Maria Teresa Berardelli, Maria
Grazia Laurini e Marcella
Favilla, è finalizzato a mostrare come il teatro, attraverso un’esplorazione libe-
Interverrà
anche
il dottor
Nicola
Modugno
omed
Il Neur
Neuromed
ra e naturale, abbia come
meta il riconoscimento di
sé e degli altri.
“In questo clima di aper-
tura - spoiegano dal Neuromed - si esplorano, accantonando la paura e il
pregiudizio, nuove possibilità di stare con gli altri e
con se stessi. In barba alla
Malattia”.
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AZIONE CAMPOBASSO
REDAZIONE
Il sindaco Notarangelo al fianco
del comitato pro Vietri
LARINO. Ieri mattina il Comitato Civico Frentano ha manifestato a gran voce
davanti all’ospedale ‘Vietri’ di Larino per
chiedere alla Regione di prendere di petto la questione del nosocomio frentano, la cui offerta è da tempo ridotta.
Il sindaco Notarangelo era in prima linea assieme gli assessori comunali Michele Palmieri (vicepresidente del comitato) e Miriam Petriella per “dire no a
questa logica alla quale ci si oppone fer-
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mamente. Chiediamo che sia ridata dignità alla struttura perché questo significa qualità di offerta per i cittadini”.
D’altronde, i disagi per i cittadini dell’area si susseguono sempre di più. In
primis, i dializzati, costretti a dover raggiungere il Cardarelli di Campobasso o
il San Timoteo di Termoli.
Si spera, insomma, che arrivino risposte concrete e che non si lasci morire il
Vietri.
Il sindaco
Notarangelo
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LE CITTÀ DEL MOLISE
C
Sabato 22 giugno 2013
Lavoro, stato di disagio
per i dipendenti della della Css
AMPOBASSO.
Riceviamo e pubblichiamo una nota dei
lavoratori della C.s.s.,
cooperativa servizi sanitari di Campobasso,
sulla situazione lavorativa degli stessi.
«Si fa sempre più insostenibile la situazione per gli operatori del
comparto sanità della
Cooperativa Cs.s. Ad
oggi sono sei le mensilità arretrate non ancora
percepite; gli operatori
vanno avanti per inerzia, a proprie spese,
anticipando i costi del
carburante e facendosi carico di tutte quelle
incombenze al fine di
garantire la continuità
del servizio, ma stare
sei mesi senza retribuzione è davvero troppo
e la situazione rischia
di precipitare da un
momento all’altro se la
Cooperativa C.s.s. non
correrà ai ripari. Innumerevoli nel corso degli
anni gli incontri con i
vertici della cooperativa, insieme ai sindacati
e alle istituzioni, ma la
problematica è rimasta
sempre tale, se non peggiorata. Anche esponenti politici nazionali si
sono occupati delle sorti della C.s.s che, nel solo
Molise, è rappresentata
da circa 150 lavoratori;
si ricordano, le interrogazioni parlamentari di
Di Pietro e Di Giuseppe
del novembre 2012. Ma
l’aspetto che ci preme
sottolineare è quanto
accaduto giusto un anno
fa. Da parte dei vertici
della Cooperativa a noi
operatori fu detto che
se fosse stata effettuata
una ricapitalizzazione
della stessa sarebbero
stati risolti tutti i problemi relativi ai ritardi nei pagamenti degli
stipendi: a ciascuno di
noi lavoratori fu chiesto
uno sforzo economico
non indifferente, vale
a dire l’acquisizione di
quote per un importo
pari a 5mila euro, attraverso delle trattenute
in busta paga. Abbiamo
sopportato anche questo ma i benefici della
“strana”
operazione
sono stati del tutto disattesi, tant’è che ci troviamo ancora oggi alle
prese con i problemi di
sempre, ma con un ulteriore aggravio di costo
della “ricapitalizzazione”: insomma “cornuti
e mazziati”. Sappiamo
benissimo che la morsa
della crisi si fa sentire
in tutto il settore della sanità molisana, ma
siamo convinti di non
esagerare quando sosteniamo che la nostra
problematica è la più
seria e non è più tollerabile che nessuno delle parti in causa faccia
qualcosa, si tiri indietro,
scaricandosi le responsabilità a vicenda. I colleghi di altre aziende in
sofferenza, anche della
sanità, al primo ritardo
di una mensilità subito
scendono in piazza o
si presentano davanti
ai Palazzi regionali reclamando il dovuto, ma
sfidiamo chiunque a la-
vorare con sei mensilità
in arretrato, dopo aver
anche sostenuto una
ricapitalizzazione rivelatasi “farlocca” e anticipando spese ogni giorno, dato che assistenza
sanitaria a domicilio
significa giustappunto
svegliarsi ogni mattina
e andare presso le abitazioni delle persone e
non aspettarle al caldo
di un ospedale o di una
clinica… Abbiamo tutti una famiglia, figli da
crescere e far studiare,
mutui da pagare ma siamo costretti a ricorrere
a qualche risparmio o
addirittura a chiedere
prestiti per poter continuare a lavorare senza
guadagnare. Ciò è intollerabile: siamo stanchi
di essere presi in giro,
siamo demoralizzati e
demotivati: chiediamo
che chi di dovere si impegni realmente e metta
fine a tale ignobile situazione. Ad essere penalizzati siamo solo noi
lavoratori, ma di certo
questa situazione non fa
onore a nessuno, poichè
la dignità del lavoro è
del tutto calpestata».
Sabato 22 giugno 2013
CAMPOBASSO. Denunciano: vantiamo sei mesi di
stipendi arretrati e la ricapitalizzazione che ci siamo
sobbarcati un anno fa rischia di essere un sacrificio
inutile. Sono gli operatori
della Css, comparto sanità.
Lamentano di andare “avanti per inerzia, a proprie spese, anticipando i costi del
carburante e facendosi carico di tutte quelle incombenze al fine di garantire la continuità del servizio, ma stare
sei mesi senza retribuzione
è davvero troppo e la situazione rischia di precipitare
da un momento all’altro se
la Cooperativa non correrà
ai ripari”. Raccontano la lo-
L’allarme degli operatori
sanitari della Css: vantiamo
sei mesi di stipendi arretrati
ro versione dei fatti tornando ad un anno fa quando “da
parte dei vertici della Cooperativa a noi operatori fu
detto che se fosse stata effettuata una ricapitalizzazione
della stessa sarebbero stati
risolti tutti i problemi relativi ai ritardi nei pagamenti
degli stipendi: a ciascuno di
noi lavoratori fu chiesto uno
sforzo economico non indifferente, vale a dire l’acquisizione di quote per un impor-
to pari a 5mila euro, attraverso delle trattenute in busta paga”. Invece, si ritrovano ancora in crisi e in difficoltà. “Abbiamo tutti una
famiglia, figli da crescere e
far studiare, mutui da pagare ma siamo costretti a ricorrere a qualche risparmio o
addirittura – concludono il
loro appello - a chiedere
prestiti per poter continuare
a lavorare senza guadagnare”.
Politica
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Campobasso
Sabato 22 giugno 2013
C.da Colle delle Api - 86100 Campobasso - Tel. 0874 618827 - 483400 - 628249 - Fax 0874 484626 - E-mail: [email protected]
Accusato di violenza, martedì l’interrogatorio
Il medico, denunciato da tre pazienti, racconterà al gip la sua versione dei fatti
CAMPOBASSO. “Non si avvarrà
della facoltà di non rispondere, al
giudice racconterà la sua versione dei
fatti. Un’occasione per chiarire la sua
posizione che va assolutamente ridimensionata”. L’avvocato Stefano
Brienza che difende il medico accusato di violenza sessuale è fiducioso
sull’esito dell’interrogatorio di garanzia fissato per martedì pomeriggio
davanti al giudice per le indagini preliminari Rinaldi. “Insieme alla mia
collega, l’avvocato Lucia Mancini,
dimostreremo che il nostro assistito –
continua Brienza – non è invischiato
in questa vicenda così come è stato
detto fino ad ora. Demoliremo il ca-
stello accusatorio puntando l’attenzione sull’attendibilità delle segnalazioni che hanno fatto scattare la misura restrittiva in cui si ravvedono diverse contraddizioni, nei racconti non
si ravvede rilevanza penale, e poi siamo di fronte ad episodi in cui non c’è
stata violenza e in cui manca anche il
dissenso dell’altra parte. Martedì sarà
lui stesso a chiarire diversi punti ancora in ombra”. A far scattare l’arresto sono stati gli uomini della Squadra mobile in seguito alla denuncia di
tre donne che hanno raccontato di essere state palpeggiate dal medico.
Sabato 22 giugno 2013
Agnone Alto Molise 13
Si riscontrano difficoltà nel trasportare le provette da Agnone a Isernia
Laboratorio analisi, chiesto
l’intervento della magistratura
AGNONE. È caos e preoccupazione nell’ospedale San
Francesco Caracciolo per le
difficoltà dovute alla mancanza
del servizio di emergenza-urgenza del laboratorio analisi
negli orari pomeridiani e notturni. Una premessa va fatta: di
mattina gli esami si possono
svolgere regolarmente nel reparto della struttura agnonese.
Problemi ci sono solo dopo le
14.00, di notte, e nei festivi,
perché, per mancanza di personale sanitario, che non è stato
rimpiazzato nonostante il presidio agnonese dovrebbe essere in rete con il Veneziale di
Isernia e con il SS. Rosario di
Venafro, le provette di sangue
vengono trasportate dalla cittadina alto molisana al capoluogo pentro. E tale situazione agli
operatori del pronto soccorso e
al personale che lavora nello
stabilimento ospedaliero sem-
Dopo il caos spunta l’ipotesi di presentare una denuncia in procura
bra sempre più assurda. Le lamentele, da quando la scorsa
settimana è stato predisposto il
trasporto delle provette, si sono
moltiplicate, nel timore di non
riuscire a garantire l’emergenza nelle modalità adeguate,
qualora dopo le 14 si presenti
in ospedale un caso grave. Ma
ad ogni modo, anche per i pazienti che hanno bisogno di cure meno immediate, c’è
da attendere
ore. E va da sé
che le cose si
complichino.
Il personale
che lavora nel
Caracciolo ci
parla di difficoltà pratiche
anche nel reperire gli autisti, che a bordo di auto Fiat
Panda della
sanità pubbli-
ca devono viaggiare da Agnone ad Isernia. “Quando durante
il trasporto c’è necessità di inviare altro materiale da analizzare – ci raccontano – gli autisti devono fare avanti e indietro più di una volta. Gli autisti
ne sono pochi, non si possono
programmare. Di notte ce n’è
solo uno che può viaggiare,
perché un altro deve restare ad
Agnone, pronto per un’eventuale emergenza. E poi, così facendo, quanto si spende di più?
Non sarebbe meglio inviare
nella cittadina il personale
mancante”? “Una notte gli autisti hanno dovuto fare avanti e
dietro per quattro volte – ci
spiegano – Il pronto soccorso
in queste condizioni non può
funzionare in sicurezza, ci sono negligenze gravi. Mentre ad
Isernia ci sono tanti medici e
biologi, Agnone ne è sprovvista. Ma che senso ha”? Sull’argomento tuona anche il responsabile pastorale della dio-
cesi di Trivento, don Francesco
Martino che chiede lumi alla
magistratura, sottolineando che
si tratta di “interruzione di pubblico servizio”. “Come rappresentante della chiesa – dice –
sono scioccato per il silenzio
totale dell’Asrem e anche della
magistratura, in una situazione
del genere. Il Comune continua
a dirsi tranquillo perché nel
piano Basso si parla di ospedale di area disagiata, ma avere
un contenitore vuoto non serve
a niente. Farebbe bene, piuttosto, a denunciare alla procura
della Repubblica”. Intanto,
mentre si attendono risvolti
sulla diffida inviata dal comitato Articolo 32 con il sostegno
del comune, ai vertici istituzionali e sanitari, chiedendo il ripristino dei servizi tagliati da
un giorno all’altro, depotenziando la struttura, aleggia la
notizia di una trasformazione
del Caracciolo in ospedale di
comunità, dove le attività per
acuti saranno dismesse. Sulla
carta non si capisce bene cosa
c’è. D’altronde, il piano BassoRosato, che ha ridisegnato la
sanità molisana, non sarebbe
stato pubblicato sul bollettino
ufficiale della Regione Molise,
motivo per cui il ricorso al Tar
è fermo al palo, pur essendo
già stato preparato dagli avvocati Franco Cianci e Simone
Dal Pozzo, e firmato da almeno undici sindaci alto molisani.
“La diffida dopo ventotto giorni diventa penale – annuncia
Franco Di Nucci del comitato
Articolo 32 – e comunque i vari problemi vanno assolutamente risolti. C’è un marasma,
un’impossibilità di comprensione su quanto sta accadendo”. A breve sarà organizzata
un’assemblea pubblica con la
cittadinanza per discutere della
questione e non è escluso che
si pensi ad azioni legali più forti.
Az
Larino Basso Molise 21
Sabato 22 giugno 2013
Nella conferenza stampa davanti all’ospedale anche il sindaco e gli assessori Palmieri e Petriella
Dialisi out, il comitato va in Procura
Il disservizio al Vietri al centro dell’ultima protesta del movimento civico frentano
LARINO. Dopo l’ennesimo disservizio, che questa volta coinvolge il
reparto della dialisi funzionante su
un solo turno giornaliero per carenza
di organico, Il Comitato civico frentano “pro Vietri” si è appellato direttamente alla magistratura “affinchè
la legge venga rispettata”.
Non mollano, anzi rilanciano la loro
azione di denuncia e difesa dell’ospedale di Larino, i componenti
del comitato che da oltre cinque anni rappresentano l’unico baluardo a
difesa della sanità frentana.
Questa volta, la goccia che ha fatto
traboccare il vaso della pazienza è la
dialisi, costretta a funzionare a singhiozzo perché mancano un medico
e due infermieri. Con buona pace di
tutti quei pazienti che per salvare la
vita devono recarsi presso gli ospedali di Termoli e Campobasso.
Nel corso della conferenza stampa di
ieri mattina, erano presenti anche alcuni di loro, come Cinzia Malatesta,
che ha raccontato il suo calvario
quotidiano, simile a quello di tanti
altri dializzati .
“Ho bisogno di tre dialisi settimanali, ma da quando il reparto di Larino
funziona solo di mattina o di pome-
riggio, sono costretta a rivolgermi al
San Timoteo o al Cardarelli – ha raccontato la signora Malatesta, aggiungendo che – dopo una seduta dialitica, non è affatto semplice affrontare
viaggi lunghi. Per evitare questi disagi, basterebbe che l’azienda sanitaria assumesse un medico e due infermieri in più al fine di coprire anche il secondo turno. Sono sconcertata, anche perché mi sono rivolta
agli organi competenti ma a tutt’oggi non ho avuto nessuna risposta. A
nome di tutti i dializzati, voglio lanciare un appello per smuovere le coscienze”.
Ancora più duro l’intervento di Carolina Mancini, la “pasionara” del
Comitato, che ha raccontato la tragica fine di un paziente, morto il 14
giugno scorso lungo il tragitto per
Campobasso, dove era costretto a recarsi per effettuare i cicli di dialisi.
“Questo episodio la dice lunga sulla
sensibilità dei vertici aziendali e dei
commissari nei confronti di chi soffre. Mentre negli anni 2010 e 2011
sono stati mandati in pensione settantaquattro unità lavorative con un
costo di oltre undici milioni di euro.
Ed oggi non si hanno le risorse per
assumere un medico e due infermieri per garantire un servizio essenziale a pazienti che stanno veramente
male. E questo è uno scandalo! E allora non ci appelliamo, ma invochiamo l’intervento della magistratura”.
“Speriamo che qualcosa possa muoversi in fretta – ha affermato il presidente del Comitato Pardo Spina –
noi siamo in grado di suggerire la
strada per tutelare la salute dei cittadini. Ma ci rammarichiamo anche
con il nuovo presidente della Regione, che avrebbe dovuto subito affrontare di petto la situazione. E per
questo siamo felici che la nuova amministrazione sia qui con noi, a difesa della sanità non solo di Larino, ma
di tutto il territorio”.
Ed infatti, tra le fila del Comitato pro
Vietri ieri erano presenti il suo vicepresidente Michele Palmieri (da poco eletto assessore comunale) ed il
sindaco Vincenzo Notarangelo.
Il quale ha dichiarato che “la nuova
amministrazione difenderà tutte le
istituzioni cittadine. Oggi siamo qui
per il Vietri, un ospedale nevralgico
per il Basso Molise, che nuovamente è sotto attacco a causa della paventata ed ulteriore riduzione del
personale. L’amministrazione dice di
no a questa logica, opponendosi fermamente e chiedendo rispetto per
tutti coloro che soffrono”.
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“Ospedale, l`Asrem ci ignora” “Ospedale, l`Asrem ci ignora”