70 13 - ANNO XVI - N. 1 170 201 SABATTO 22 GIUGNO 20 SABA RED AZIONE ISERNIA REDAZIONE Agnone. Filippo Piritore ha assicurato il proprio appoggio agli specialisti del San Francesco Caracciolo “Ospedale, l’Asrem ci ignora” I medici ricorrono al prefetto: l’azienda non risponde ai fax e alle richieste di Vitt orio Labanca Vittorio AGNONE. “E’ stato un incontro molto cordiale. Il Prefetto è stato ad ascoltare tutte le problematiche relative ai servizi ospedalieri che non funzionano e che rischiano di bloccare anche le emergenze che arrivano nel nosocomio. E’ restato perplesso e titubante perché non riusciamo ad interfacciarci con la dirigenza dell’Asrem che ci ignora quasi. Ci ha assicurato ogni possibile appoggio da parte sua”. A parlare così è Giovanni Di Nucci responsabile dell’unità operativa complessa di Medicina del San Francesco Caracciolo, che l’altra mattina è stato ricevuto dal Prefetto di Isernia, Filippo Piritore, insieme ai colleghi Renato Meo del Laboratorio Analisi e Armando Falasca della ChiParkinson, la scuola di teatro del Neuromed incontra la cittadinanza per illustrare il lavoro svolto dal laboratorio ‘Parkinzone’. L’evento avverrà in occasione della chiusura estiva dei corsi della scuola di teatro, e si svolgerà il 25 giugno presso il Ristorante Amphitryon di Venafro. L’occasione, si legge in una nota inviata dall’istituto neurologico di Pozzilli, “sarà anche utile per poter incontrare i docenti ed il dottor Nicola Modugno (del Centro per lo Studio e la Cura della Malattia di Parkinson e Disordini del Movimento dell’Irccs Neuromed) per scambiarsi domande e opinioni. La ‘lezione aperta’, che avrà inizio alle ore 12, non vuole essere un ‘saggio’ o una ‘recita’, in senso stret- rancesco Caracciolo L’ospedale San FFrancesco rurgia, tutti del plesso ospedaliero altomolisano. “Abbiamo esposto con calma tutte le problematiche urgenti del Caracciolo –aggiunge l’endocrinologo- e come, nonostante i ripetitivi fax quotidiani, non rice- viamo alcuna risposta dalla Dirigenza dell’Asrem. Da Campobasso ci ignorano e credo che vogliano ignorare le nostre istanze. Non sappiamo con chi interfacciarci, con chi parlare per la soluzione di talune pro- blematiche anche le più semplici che quotidianamente si presentano. Questo è stato detto al Prefetto che è rimasto stupito di quanto sta accadendo nella sanità di Agnone”. Conclude così il dottor Di Nucci. E mentre continuano gli appelli politici e della società civile rivolti al Presidente Frattura affinchè venga ad Agnone per chiarire quale sarà il futuro del Caracciolo e della sanità zonale, inviti questi da mesi elusi e non si sa il perché da parte del “Governatore”, pare che il sindaco Michele Carosella oggi o al più tardi ad inizio della settimana prossima, dovrebbe avere un incontro con Frattura proprio sul delicato problema dell’ospedale dei suoi reparti, dal Sert, alla Dialisi, dal Il pref ett o prefe tto ore Piritore Filippo Pirit Laboratorio Analisi alla Rdiologia e di altri che soffrono per la mancanza del personale: in alcuni casi per l’assenza del personale medico laureato. Cosa questa che provoca ritardi, quasi impossibilità di assi- stenza e di ricoveri con una diminuzione sostanziale soprattutto dell’affluenza proveniente da fuori regione che ha sempre significato un notevole afflusso economico per la sanità molisana. L’appuntamento è previsto per martedì mattina presso l’Amphitryon di Venafro Parkinson, il teatro come terapia Il laboratorio ‘Parkinzone’ del Neuromed illustra il percorso svolto con i pazienti to, ma una vera e propria lezione strutturata aperta al pubblico”. Sarà così possibile capire il percorso che l’associazione svolge ed ha svolto con i pazienti, “un percorso – viene evidenziato nel comunicato – di propedeutica teatrale, di espressione, in cui il teatro è diventato il mezzo per intraprendere un viaggio attraverso la trasformazione e il cambiamento. Attraverso le attività di Parkinzone, il paziente ha modo di lavorare sulla voce, sul canto, sul concetto di impulso, sulle improvvisazioni singo- le e collettive. Quello che verrà mostrato durante la lezione aperta sarà solo una piccola parte del percorso intrapreso dai pazienti, durante sette mesi di laboratorio svolto presso gli spazu dedicati all’interno della struttura ospedaliera dell’Irccs Neuromed, con grande entusiasmo e partecipazione”. Il progetto, a cura di Maria Teresa Berardelli, Maria Grazia Laurini e Marcella Favilla, è finalizzato a mostrare come il teatro, attraverso un’esplorazione libe- Interverrà anche il dottor Nicola Modugno omed Il Neur Neuromed ra e naturale, abbia come meta il riconoscimento di sé e degli altri. “In questo clima di aper- tura - spoiegano dal Neuromed - si esplorano, accantonando la paura e il pregiudizio, nuove possibilità di stare con gli altri e con se stessi. In barba alla Malattia”. 70 13 - ANNO XVI - N. 1 170 201 SABATTO 22 GIUGNO 20 SABA RED AZIONE CAMPOBASSO REDAZIONE Il sindaco Notarangelo al fianco del comitato pro Vietri LARINO. Ieri mattina il Comitato Civico Frentano ha manifestato a gran voce davanti all’ospedale ‘Vietri’ di Larino per chiedere alla Regione di prendere di petto la questione del nosocomio frentano, la cui offerta è da tempo ridotta. Il sindaco Notarangelo era in prima linea assieme gli assessori comunali Michele Palmieri (vicepresidente del comitato) e Miriam Petriella per “dire no a questa logica alla quale ci si oppone fer- 18 mamente. Chiediamo che sia ridata dignità alla struttura perché questo significa qualità di offerta per i cittadini”. D’altronde, i disagi per i cittadini dell’area si susseguono sempre di più. In primis, i dializzati, costretti a dover raggiungere il Cardarelli di Campobasso o il San Timoteo di Termoli. Si spera, insomma, che arrivino risposte concrete e che non si lasci morire il Vietri. Il sindaco Notarangelo 4 LE CITTÀ DEL MOLISE C Sabato 22 giugno 2013 Lavoro, stato di disagio per i dipendenti della della Css AMPOBASSO. Riceviamo e pubblichiamo una nota dei lavoratori della C.s.s., cooperativa servizi sanitari di Campobasso, sulla situazione lavorativa degli stessi. «Si fa sempre più insostenibile la situazione per gli operatori del comparto sanità della Cooperativa Cs.s. Ad oggi sono sei le mensilità arretrate non ancora percepite; gli operatori vanno avanti per inerzia, a proprie spese, anticipando i costi del carburante e facendosi carico di tutte quelle incombenze al fine di garantire la continuità del servizio, ma stare sei mesi senza retribuzione è davvero troppo e la situazione rischia di precipitare da un momento all’altro se la Cooperativa C.s.s. non correrà ai ripari. Innumerevoli nel corso degli anni gli incontri con i vertici della cooperativa, insieme ai sindacati e alle istituzioni, ma la problematica è rimasta sempre tale, se non peggiorata. Anche esponenti politici nazionali si sono occupati delle sorti della C.s.s che, nel solo Molise, è rappresentata da circa 150 lavoratori; si ricordano, le interrogazioni parlamentari di Di Pietro e Di Giuseppe del novembre 2012. Ma l’aspetto che ci preme sottolineare è quanto accaduto giusto un anno fa. Da parte dei vertici della Cooperativa a noi operatori fu detto che se fosse stata effettuata una ricapitalizzazione della stessa sarebbero stati risolti tutti i problemi relativi ai ritardi nei pagamenti degli stipendi: a ciascuno di noi lavoratori fu chiesto uno sforzo economico non indifferente, vale a dire l’acquisizione di quote per un importo pari a 5mila euro, attraverso delle trattenute in busta paga. Abbiamo sopportato anche questo ma i benefici della “strana” operazione sono stati del tutto disattesi, tant’è che ci troviamo ancora oggi alle prese con i problemi di sempre, ma con un ulteriore aggravio di costo della “ricapitalizzazione”: insomma “cornuti e mazziati”. Sappiamo benissimo che la morsa della crisi si fa sentire in tutto il settore della sanità molisana, ma siamo convinti di non esagerare quando sosteniamo che la nostra problematica è la più seria e non è più tollerabile che nessuno delle parti in causa faccia qualcosa, si tiri indietro, scaricandosi le responsabilità a vicenda. I colleghi di altre aziende in sofferenza, anche della sanità, al primo ritardo di una mensilità subito scendono in piazza o si presentano davanti ai Palazzi regionali reclamando il dovuto, ma sfidiamo chiunque a la- vorare con sei mensilità in arretrato, dopo aver anche sostenuto una ricapitalizzazione rivelatasi “farlocca” e anticipando spese ogni giorno, dato che assistenza sanitaria a domicilio significa giustappunto svegliarsi ogni mattina e andare presso le abitazioni delle persone e non aspettarle al caldo di un ospedale o di una clinica… Abbiamo tutti una famiglia, figli da crescere e far studiare, mutui da pagare ma siamo costretti a ricorrere a qualche risparmio o addirittura a chiedere prestiti per poter continuare a lavorare senza guadagnare. Ciò è intollerabile: siamo stanchi di essere presi in giro, siamo demoralizzati e demotivati: chiediamo che chi di dovere si impegni realmente e metta fine a tale ignobile situazione. Ad essere penalizzati siamo solo noi lavoratori, ma di certo questa situazione non fa onore a nessuno, poichè la dignità del lavoro è del tutto calpestata». Sabato 22 giugno 2013 CAMPOBASSO. Denunciano: vantiamo sei mesi di stipendi arretrati e la ricapitalizzazione che ci siamo sobbarcati un anno fa rischia di essere un sacrificio inutile. Sono gli operatori della Css, comparto sanità. Lamentano di andare “avanti per inerzia, a proprie spese, anticipando i costi del carburante e facendosi carico di tutte quelle incombenze al fine di garantire la continuità del servizio, ma stare sei mesi senza retribuzione è davvero troppo e la situazione rischia di precipitare da un momento all’altro se la Cooperativa non correrà ai ripari”. Raccontano la lo- L’allarme degli operatori sanitari della Css: vantiamo sei mesi di stipendi arretrati ro versione dei fatti tornando ad un anno fa quando “da parte dei vertici della Cooperativa a noi operatori fu detto che se fosse stata effettuata una ricapitalizzazione della stessa sarebbero stati risolti tutti i problemi relativi ai ritardi nei pagamenti degli stipendi: a ciascuno di noi lavoratori fu chiesto uno sforzo economico non indifferente, vale a dire l’acquisizione di quote per un impor- to pari a 5mila euro, attraverso delle trattenute in busta paga”. Invece, si ritrovano ancora in crisi e in difficoltà. “Abbiamo tutti una famiglia, figli da crescere e far studiare, mutui da pagare ma siamo costretti a ricorrere a qualche risparmio o addirittura – concludono il loro appello - a chiedere prestiti per poter continuare a lavorare senza guadagnare”. Politica 3 Campobasso Sabato 22 giugno 2013 C.da Colle delle Api - 86100 Campobasso - Tel. 0874 618827 - 483400 - 628249 - Fax 0874 484626 - E-mail: [email protected] Accusato di violenza, martedì l’interrogatorio Il medico, denunciato da tre pazienti, racconterà al gip la sua versione dei fatti CAMPOBASSO. “Non si avvarrà della facoltà di non rispondere, al giudice racconterà la sua versione dei fatti. Un’occasione per chiarire la sua posizione che va assolutamente ridimensionata”. L’avvocato Stefano Brienza che difende il medico accusato di violenza sessuale è fiducioso sull’esito dell’interrogatorio di garanzia fissato per martedì pomeriggio davanti al giudice per le indagini preliminari Rinaldi. “Insieme alla mia collega, l’avvocato Lucia Mancini, dimostreremo che il nostro assistito – continua Brienza – non è invischiato in questa vicenda così come è stato detto fino ad ora. Demoliremo il ca- stello accusatorio puntando l’attenzione sull’attendibilità delle segnalazioni che hanno fatto scattare la misura restrittiva in cui si ravvedono diverse contraddizioni, nei racconti non si ravvede rilevanza penale, e poi siamo di fronte ad episodi in cui non c’è stata violenza e in cui manca anche il dissenso dell’altra parte. Martedì sarà lui stesso a chiarire diversi punti ancora in ombra”. A far scattare l’arresto sono stati gli uomini della Squadra mobile in seguito alla denuncia di tre donne che hanno raccontato di essere state palpeggiate dal medico. Sabato 22 giugno 2013 Agnone Alto Molise 13 Si riscontrano difficoltà nel trasportare le provette da Agnone a Isernia Laboratorio analisi, chiesto l’intervento della magistratura AGNONE. È caos e preoccupazione nell’ospedale San Francesco Caracciolo per le difficoltà dovute alla mancanza del servizio di emergenza-urgenza del laboratorio analisi negli orari pomeridiani e notturni. Una premessa va fatta: di mattina gli esami si possono svolgere regolarmente nel reparto della struttura agnonese. Problemi ci sono solo dopo le 14.00, di notte, e nei festivi, perché, per mancanza di personale sanitario, che non è stato rimpiazzato nonostante il presidio agnonese dovrebbe essere in rete con il Veneziale di Isernia e con il SS. Rosario di Venafro, le provette di sangue vengono trasportate dalla cittadina alto molisana al capoluogo pentro. E tale situazione agli operatori del pronto soccorso e al personale che lavora nello stabilimento ospedaliero sem- Dopo il caos spunta l’ipotesi di presentare una denuncia in procura bra sempre più assurda. Le lamentele, da quando la scorsa settimana è stato predisposto il trasporto delle provette, si sono moltiplicate, nel timore di non riuscire a garantire l’emergenza nelle modalità adeguate, qualora dopo le 14 si presenti in ospedale un caso grave. Ma ad ogni modo, anche per i pazienti che hanno bisogno di cure meno immediate, c’è da attendere ore. E va da sé che le cose si complichino. Il personale che lavora nel Caracciolo ci parla di difficoltà pratiche anche nel reperire gli autisti, che a bordo di auto Fiat Panda della sanità pubbli- ca devono viaggiare da Agnone ad Isernia. “Quando durante il trasporto c’è necessità di inviare altro materiale da analizzare – ci raccontano – gli autisti devono fare avanti e indietro più di una volta. Gli autisti ne sono pochi, non si possono programmare. Di notte ce n’è solo uno che può viaggiare, perché un altro deve restare ad Agnone, pronto per un’eventuale emergenza. E poi, così facendo, quanto si spende di più? Non sarebbe meglio inviare nella cittadina il personale mancante”? “Una notte gli autisti hanno dovuto fare avanti e dietro per quattro volte – ci spiegano – Il pronto soccorso in queste condizioni non può funzionare in sicurezza, ci sono negligenze gravi. Mentre ad Isernia ci sono tanti medici e biologi, Agnone ne è sprovvista. Ma che senso ha”? Sull’argomento tuona anche il responsabile pastorale della dio- cesi di Trivento, don Francesco Martino che chiede lumi alla magistratura, sottolineando che si tratta di “interruzione di pubblico servizio”. “Come rappresentante della chiesa – dice – sono scioccato per il silenzio totale dell’Asrem e anche della magistratura, in una situazione del genere. Il Comune continua a dirsi tranquillo perché nel piano Basso si parla di ospedale di area disagiata, ma avere un contenitore vuoto non serve a niente. Farebbe bene, piuttosto, a denunciare alla procura della Repubblica”. Intanto, mentre si attendono risvolti sulla diffida inviata dal comitato Articolo 32 con il sostegno del comune, ai vertici istituzionali e sanitari, chiedendo il ripristino dei servizi tagliati da un giorno all’altro, depotenziando la struttura, aleggia la notizia di una trasformazione del Caracciolo in ospedale di comunità, dove le attività per acuti saranno dismesse. Sulla carta non si capisce bene cosa c’è. D’altronde, il piano BassoRosato, che ha ridisegnato la sanità molisana, non sarebbe stato pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione Molise, motivo per cui il ricorso al Tar è fermo al palo, pur essendo già stato preparato dagli avvocati Franco Cianci e Simone Dal Pozzo, e firmato da almeno undici sindaci alto molisani. “La diffida dopo ventotto giorni diventa penale – annuncia Franco Di Nucci del comitato Articolo 32 – e comunque i vari problemi vanno assolutamente risolti. C’è un marasma, un’impossibilità di comprensione su quanto sta accadendo”. A breve sarà organizzata un’assemblea pubblica con la cittadinanza per discutere della questione e non è escluso che si pensi ad azioni legali più forti. Az Larino Basso Molise 21 Sabato 22 giugno 2013 Nella conferenza stampa davanti all’ospedale anche il sindaco e gli assessori Palmieri e Petriella Dialisi out, il comitato va in Procura Il disservizio al Vietri al centro dell’ultima protesta del movimento civico frentano LARINO. Dopo l’ennesimo disservizio, che questa volta coinvolge il reparto della dialisi funzionante su un solo turno giornaliero per carenza di organico, Il Comitato civico frentano “pro Vietri” si è appellato direttamente alla magistratura “affinchè la legge venga rispettata”. Non mollano, anzi rilanciano la loro azione di denuncia e difesa dell’ospedale di Larino, i componenti del comitato che da oltre cinque anni rappresentano l’unico baluardo a difesa della sanità frentana. Questa volta, la goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza è la dialisi, costretta a funzionare a singhiozzo perché mancano un medico e due infermieri. Con buona pace di tutti quei pazienti che per salvare la vita devono recarsi presso gli ospedali di Termoli e Campobasso. Nel corso della conferenza stampa di ieri mattina, erano presenti anche alcuni di loro, come Cinzia Malatesta, che ha raccontato il suo calvario quotidiano, simile a quello di tanti altri dializzati . “Ho bisogno di tre dialisi settimanali, ma da quando il reparto di Larino funziona solo di mattina o di pome- riggio, sono costretta a rivolgermi al San Timoteo o al Cardarelli – ha raccontato la signora Malatesta, aggiungendo che – dopo una seduta dialitica, non è affatto semplice affrontare viaggi lunghi. Per evitare questi disagi, basterebbe che l’azienda sanitaria assumesse un medico e due infermieri in più al fine di coprire anche il secondo turno. Sono sconcertata, anche perché mi sono rivolta agli organi competenti ma a tutt’oggi non ho avuto nessuna risposta. A nome di tutti i dializzati, voglio lanciare un appello per smuovere le coscienze”. Ancora più duro l’intervento di Carolina Mancini, la “pasionara” del Comitato, che ha raccontato la tragica fine di un paziente, morto il 14 giugno scorso lungo il tragitto per Campobasso, dove era costretto a recarsi per effettuare i cicli di dialisi. “Questo episodio la dice lunga sulla sensibilità dei vertici aziendali e dei commissari nei confronti di chi soffre. Mentre negli anni 2010 e 2011 sono stati mandati in pensione settantaquattro unità lavorative con un costo di oltre undici milioni di euro. Ed oggi non si hanno le risorse per assumere un medico e due infermieri per garantire un servizio essenziale a pazienti che stanno veramente male. E questo è uno scandalo! E allora non ci appelliamo, ma invochiamo l’intervento della magistratura”. “Speriamo che qualcosa possa muoversi in fretta – ha affermato il presidente del Comitato Pardo Spina – noi siamo in grado di suggerire la strada per tutelare la salute dei cittadini. Ma ci rammarichiamo anche con il nuovo presidente della Regione, che avrebbe dovuto subito affrontare di petto la situazione. E per questo siamo felici che la nuova amministrazione sia qui con noi, a difesa della sanità non solo di Larino, ma di tutto il territorio”. Ed infatti, tra le fila del Comitato pro Vietri ieri erano presenti il suo vicepresidente Michele Palmieri (da poco eletto assessore comunale) ed il sindaco Vincenzo Notarangelo. Il quale ha dichiarato che “la nuova amministrazione difenderà tutte le istituzioni cittadine. Oggi siamo qui per il Vietri, un ospedale nevralgico per il Basso Molise, che nuovamente è sotto attacco a causa della paventata ed ulteriore riduzione del personale. L’amministrazione dice di no a questa logica, opponendosi fermamente e chiedendo rispetto per tutti coloro che soffrono”. edl