Notiziario
IL SAMARITAN Numero 1 Anno XIII Marzo-Aprile 2013
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Anno 13, Numero 1
Marzo-Aprile 2013
IL SAMARITAN
Tanti auguri di Buona Pasqua
a tutti i Samaritani!
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IL SAMARITAN Numero 1 Anno XIII Marzo-Aprile 2013
SOMMARIO
IL SAMARITAN
Periodico Trimestrale
dell’Associazione “Il Samaritan” ONLUS
Numero 1 Anno XIII
Marzo-Aprile 2013
Reg. Trib. di Udine
rich. il 31/05/2006
Direttore Responsabile
Bruno Foti
Redazione
Fabrizio Barbarino, Marco Benedetti, Antonino Cappellari, Elisa Sonagere, Renato Toppazzini
Hanno collaborato
a questo numero:
Stefania Agostinis, Daniela Bosoppi,
Flavia Buttazzoni, Sergio De Cecco,
Agnese Diana, Ettore Floreano, Manuela Marcuzzi, Marco Marcuzzi,
Pietro Mazzarini, Giovanni Molinaro, Carmen Navarro, Eva Pascoli,
Giorgio Pascoli, Paolo Toppazzini,
Graziella Zambano
Contatti
Associazione “Il Samaritan” O.N.L.U.S.
P.zza Giovanni XXIII, 1
33030 - S.Giacomo di Ragogna (UD)
Tel.:
Fax :
E-mail:
Web:
0432 954617 / 954644
0432 943953
[email protected]
http://www.ilsamaritan.org
Auguri del presidente
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Il Samaritan
alla Comunità Collinare
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Trasparenza
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Gli eventi del Samaritan:
Siamo tutti attori!
La solidarietà
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Tornando a casa
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Esperienze e attività:
Dai diamanti non nasce niente...
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Il progetto “Casa Elena” continua
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L’evoluzione della carta
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Un mese in Africa
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Pensieri:
Ho conosciuto un maestro
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Abbiamo chiesto a Dio
di lasciarci soli
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Bentornata primavera!
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Al sucedeve une volte:
Piligrins di Sclavanie
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Benvignûts al Samaritan
Orari e prossimi eventi
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L’angolo della solidarietà
Offerte
C.C.P n° 11795333
http://www.ilsamaritan.org
Aggiornamenti, nuovi articoli, foto e notizie!
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IL SAMARITAN Numero 1 Anno XIII Marzo-Aprile 2013
Carissimi lettori, buona Pasqua !
Mi preme iniziare, meglio dire ricominciare, da questo augurio: sappiate che, in questo particolare momento, esso assume per me un significato forte, diverso.
Un significato che desidero condividere con tutti voi, grazie a questo spazio. Nell’ultimo periodo, come tanti, anche noi samaritani viviamo in un clima dove a regnare sono soprattutto insicurezza e preoccupazione. Malgrado tutto, la nostra famiglia non può permettersi di disperdere
energie cadendo nella facile tentazione di abbandonarsi ad atteggiamenti di sconforto e insofferenza. Tantomeno d’ora innanzi, con l’imminente apertura del cantiere di “Cjase Balet” e l’avvio di altre numerose, valide iniziative. Sono tutti impegni improrogabili e importantissimi: impegni davanti ai quali nessuno tra noi può esimersi e che ci vedranno coinvolti in un passaggio
particolarmente difficile della nostra vita associativa.
Infatti soci e consiglieri mai come prima d’ora sono chiamati a fare scelte importanti per il conseguimento dell’obbiettivo e non solo: per di più, al pari di alpinisti in arrampicata sulla parete
rocciosa di una montagna, devono farle in tempi brevi, facendo da una parte attenzione a non
commettere errori e dall’altra a non tardare nella propria azione a causa di eccessivi tentennamenti. Possiamo assicurarvi che le nostre menti e le nostre coscienze sono concentrate al cento
per cento per assolvere nel migliore dei modi a doveri e responsabilità, così come possiamo garantirvi che i nostri operatori ed i preziosi volontari non sono da meno in quanto a propositi e
determinazione.
Quello che mi piacerebbe fare invece ora è lasciare per un istante in disparte le incombenze e
soffermarmi nel saper riconoscere e apprezzare gli aspetti più positivi in questa nostra pur incerta esistenza. Tutti prima o poi abbiamo bisogno di ricaricare le pile! Dicono che alle volte è
sufficiente una piccola pausa di riflessione e allora, quale occasione migliore della festa religiosa più importante dell’anno?
E’ possibile sia così anche per qualcuno o addirittura la maggior parte di voi?
Se davvero così fosse, allora questa pausa di riflessione potremmo farla insieme, magari come
tante piccole piante che nello stesso momento si sforzano di attraversare la crosta dura del terreno per andare oltre. E, guarda caso, le risorse necessarie le trovano nella parte più soffice di
quello stesso terreno. Allo stesso modo, noi samaritani dobbiamo guardare ai sentimenti e ai valori che ci hanno ispirato, formato, accompagnato nel nostro cammino: gli stessi che dopo quindici anni ci tengono uniti ancora oggi e ci permettono di guardare avanti con serenità, contro e
oltre ogni difficoltà.
Oppure, ancora insieme, possiamo farla come un gruppo di bambini che forse non sa ancora
nulla del mondo, ma comunque nel mondo vive e si muove perché possiede il senso della collettività e riconosce pochi, sicuri punti di riferimento. Allo stesso modo ciascuno di noi può seguire
l’esempio che viene dai nostri ragazzi: essi infatti nutrono fiducia incondizionata nei confronti
delle proprie famiglie e di quella del Samaritan, non sanno cos’è il cinismo, ma soprattutto tra di
loro si aiutano come fratelli, contro e oltre ogni difficoltà.
Infine potremmo farla con gli occhi di tutte quelle persone che forse non rispondono appieno ai
canoni di perfezione, talento e personalismo tanto cari a una parte della nostra società, ma che
al di là delle paure e delle insicurezze non rinunciano a vivere la vita pienamente, gettando il
cuore oltre l’ostacolo. Sono le stesse persone che non si preoccupano solamente del proprio futuro e di quello dei loro cari, ma hanno a cuore anche quello di tutti gli altri, a partire dai più
deboli ed emarginati. E con questi occhi e con questo cuore qui, adesso, tutti, indistintamente,
abbiamo l’opportunità e la speranza di ritrovare il nostro punto di partenza dopo il passaggio
più difficile.
Speriamo lo ritrovino i potenti della terra, ricordando che il mondo è fatto anche di persone e
non solo di “business”. Speriamo lo ritrovino le religioni, aiutando i popoli a riunirsi in una
prospettiva di vera Pace. Speriamo di ritrovarlo noi, gente comune, grazie a una nuova coscienza partecipativa che ci permetta di sognare e poter credere ancora in un mondo migliore.
Per quanto mi riguarda, dentro di me sento un’altra sfera esistenziale spingere e rivendicare un
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proprio coinvolgimento: sarà perché è vero che la speranza nasce dal cuore? O semplicemente
perché è dall’intimo più profondo che viene la forza indispensabile per tirare avanti nei periodi
più critici?
Lo so cosa state pensando… Per questo metto da parte una volta per tutte la filosofia “spicciola”
e concludo confidandovi che di due cose sono assolutamente certo: la prima è che nel lontano e
recente passato abbiamo attraversato ancora momenti di difficoltà e insieme ne siamo sempre
usciti. La seconda è che insieme ce la faremo anche stavolta, con umiltà e a testa alta… parola di
Eva, non è una contraddizione!
Il Presidente
IL SAMARITAN PRESENTA IL PROGETTO
AI SINDACI DELLA COMUNITA’ COLLINARE
L’Associazione di volontariato Il Samaritan o.n.l.u.s. ha presentato ai Sindaci della Comunità
Collinare e alla Responsabile del Servizio sociale dei Comuni dell’Ambito di San Daniele il progetto per la costruzione della nuova struttura residenziale per disabili Cjase Balet. Nel corso
dell’incontro, che si è tenuto martedì 12 febbraio presso la Sala Consiliare del Comune di Ragogna, l’ingegner Nicola Ceschia ha esposto il piano di lavoro strutturale e il quadro economico
previsto, mentre l’èquipe dell’Associazione ha presentato una previsione di conto economico relativo alla gestione futura dell’opera.
Cjase Balet, che sorgerà a Pignano di Ragogna, rientra nell’ottica del “dopo di noi” e si integra
perfettamente nel contesto degli interventi attuato dalla rete di consultazione e concertazione sociale per le progettualità del Tavolo Tematico Disabilità, previsto all’interno del Piano di Zona.
La realizzazione del progetto prevede l’accoglienza a tempo pieno di 14 utenti con disabilità lieve, media e grave (servizio residenziale), mentre alcuni spazi previsti dal progetto architettonico
consentiranno lo svolgimento di una serie di attività diurne alternative (servizio semiresidenziale
per 16 utenti).
Attualmente il fabbricato “Cjase Balet” ha una pianta articolata a ferro di cavallo e una superficie
coperta di 375 mq. Il progetto per la costruzione della nuova struttura prevede la demolizione di
tutti i manufatti esistenti e la realizzazione di un nuovo fabbricato, sviluppato su una superficie
coperta fuori terra di mq 614,00. Si svilupperà su due piani e parte dell’edificio sarà dotato di un
piano interrato, avente una superficie di 299,00 mq.
L’Associazione ha ricevuto il plauso di tutti i presenti non soltanto per il pregio e l’utilità della
nuova struttura che si andrà a realizzare, ma soprattutto per il lodevole lavoro svolto in questi anni nel territorio. La qualità dell’assistenza e della cura alla persona, il sostegno del benessere psico-fisico e la promozione di una cultura della solidarietà sono solo alcuni degli aspetti che caratterizzano l’Associazione e le hanno permesso di creare una propria rete di volontariato che assicura, tra gli altri, un servizio di trasporti rivolto agli anziani e alle persone in difficoltà. Il volontariato, ricchezza incommensurabile del Samaritan, è solo uno dei nodi di una rete che è necessario
ampliare, per permettere una maggior sinergia, efficienza ed efficacia tra tutti i Servizi che lavorano per la disabilità. Dall’incontro sono nate diverse proposte in questo senso; prima fra tutte la
necessità di un tavolo tematico che segua l’andamento della costruzione e della gestione della
nuova struttura, in cui l’Associazione operi in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, i
Sindaci della Collinare e l’Azienda Sanitaria “Medio Friuli”.
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L’obiettivo rimane quello di assicurare alla comunità un servizio innovativo e di qualità, funzionale e corrispondente alle necessità delle persone disabili e delle loro famiglie, che hanno diritto,
come qualunque altro cittadino, alla garanzia di una adeguata qualità della vita.
Eva
Trasparenza
La prima volta in cui sono entrata al Samaritan è stato per restare vicino ai ragazzi diversamente
abili mentre una psicologa aiutava i loro genitori a comprendere alcune difficoltà giornaliere con i
propri figli e con la società. Doveva essere la mia una presenza limitata all’occasione. Così pensavo. Non avevo fatto i conti con ciò che queste persone, ragazzi e famigliari mi avrebbero comunicato. Un mondo ricco di affetti sinceri e di accoglienza. Quel pomeriggio d’estate si è trasformato in un appuntamento costante, segnato dai ritmi che l’associazione ha via via ampliato, fino a
giungere alla continuità dei 365 giorni all’anno.
Insieme ai genitori e alle volontarie si lavorava per i mercatini il cui scopo era di farci conoscere
sul territorio e avere qualche entrata per i nostri bisogni di gestione interna. Sono divenuta socia
dopo il classico periodo di frequentazione. La signora Clelia, per motivi famigliari, fu costretta a
dare le dimissioni da tesoriere. Da questo fatto scaturì la mia nomina a tale incarico: responsabilità della cassa del Samaritan come tesoriere. Chi ha sempre svolto il ruolo di economo è Guido
Sant, un altro volontario, con il pallino del “perfettamente corretto”. Il mio incarico si è dunque
protratto dalle cariche triennali fino ad oggi. Dunque, di anno in anno, con scrupolo ho controllato le entrate e le uscite, giornalmente. Perché questa puntualizzazione? I fatti che recentemente
hanno coinvolto don Antonino Cappellari, parroco nel nostro paese e ispiratore, presidente e
membro attivo del nostro sodalizio, non hanno niente a che vedere con i bilanci trasparenti del
Samaritan, convalidati dai revisori dei conti e disponibili a chiunque li voglia consultare.
I nostri ragazzi ora sentono la sua assenza, soprattutto il venerdì quando ci si ritrova per la lettura
del Vangelo. In quei momenti si è soliti inviare un Angelo a chi è nel dolore o lontano. Ora il venerdì ne parte sempre uno per lui, affinché lo aiuti in questi frangenti. Si prega pure perché il
progetto di Cjase Balet trovi persone dal cuore buono che riescano a percepire la necessità e l’urgenza dell’iniziativa. Le istituzioni vedono la trasparenza del nostro agire sia nella parte amministrativa, sia nell’impegno per la ricerca dell’emancipazione intellettiva, motoria e di autonomia
dei nostri ragazzi e per il sostegno alle famiglie.
Per questo non ci fanno mancare il contributo economico, ma ciò non basta. Serve soprattutto
l’aiuto del singolo il quale non può ignorare il grande bisogno che abbiamo di tutti in molteplici
forme e modi.
Graziella
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Gli eventi e le uscite del Samaritan
Siamo tutti attori!
Domenica 16 dicembre 2012 si è svolto lo spettacolo organizzato dagli operatori del Samaritan
in Sala Canciani a San Giacomo di Ragogna. Lo spettacolo si è sviluppato in varie parti: nella
prima abbiamo messo in scena una rappresentazione scherzosa delle attività di lettura del Messaggero Veneto, cercando articoli sul Natale e proponendo idee su come organizzare le feste in
economia. Nella seconda parte dello spettacolo ci siamo divertiti a travestirci da galli e galline,
fingendo di scappare dal pollaio rimasto aperto… Ettore ci ha corso dietro per farci rientrare.
Infine l’ultima parte ha riguardato la preparazione della torta di Natale e la sua conseguente e
reale abbuffata! Abbiamo tutti mangiato una buonissima torta. A chiudere lo spettacolo sono stati i nostri canti, in collaborazione con le coriste Graziella, Carmen e al piano Sandro D’Agosto.
Un saluto dagli “attori” dello spettacolo di Natale
LA SOLIDARIETA’
e torta a Cisterna la sera! L’accoglienza è stata
davvero calorosa e piena di affetto per la nostra piccola ma basilare rappresentanza. Ettore, Giorgio, Manuela e Agnese hanno
“raccontato” (ognuno a modo proprio, ovviamente) come si vive tra Casa Anute e Casa
Elena, le attività quotidiane e i laboratori, l’orto e il giardino, il mantenimento scolastico, il
progetto di Cjase Balet. Una panoramica essenziale, intervallata da commenti e risate, in
un clima piacevole e sereno, come se ci si conoscesse da sempre. Le volontarie del gruppo
di Cisterna ci hanno mostrato i loro lavori e
hanno regalato ai ragazzi un segnalibro, che
ancora oggi custodiscono.
Che cosa dire? Abbiamo vissuto un’altra esperienza di solidarietà che, ancora una volta, abbatte le barriere tra le persone e ci rende tutti
più simili e vicini. Stringere le mani e guardare negli occhi persone con cui si condividono
finalità e obiettivi, con cui si condivide il Bene, è una ricchezza. La solidarietà è ancora un
valore grande, quando è accompagnata da tanta umiltà.
Eva
Ho conosciuto Chiara verso novembre, al telefono, e per molto tempo il nostro è stato un
rapporto fatto di parole. Mi aveva raccontato
del suo gruppo parrocchiale, a Cisterna, delle
persone che vi fanno parte e di come esse operano, dei lavori artigianali e dei mercatini organizzati per raccogliere fondi. Desideravano
destinare il loro ricavato al Samaritan, pur conoscendo ancora pochissimo di noi.
Alcune volontarie del gruppo sono venute a
portare l’offerta di persona, in occasione dello
spettacolo di Natale. Hanno conosciuto i nostri
ragazzi e sono rimaste davvero entusiaste di
quello che sanno fare sul palcoscenico..! Avevo promesso personalmente a Chiara che saremmo andati a trovarle. Per ringraziarle, certo, ma anche per conoscerle e raccontare loro
quello che i nostri ragazzi sanno fare…nella
vita reale!
La serata organizzata per l’incontro è caduta
proprio giovedì 21 febbraio…il compleanno di
Manuela! Non credo immaginasse di festeggiarlo così…torta al Samaritan nel pomeriggio
Ci siamo recati all’incontro a Cisterna nella canonica con le catechiste e il parroco del paese e
quello di Coseano; Don Valentino conosce bene Ermanno Zin. Siamo partiti alle 20 da Casa
Anute ed eravamo: Agnese Diana, Manuela Pidutti, Giorgio De Monte, Marius, Ettore e Eva. A
Cisterna ci attendeva una signora di nome Vanilla, un nome che non compare sul calendario,
che ci ha accompagnato nella sala parrocchiale dove c’erano tante signore. Eva ha raccontato
la storia del Samaritan e i progetti di varia natura e le attività che vengono svolte. Io e Agnese
abbiamo raccontato le attività che vengono fatte durante la giornata; controllo se le 6 galline ci
fanno le uova, faccio il cameriere al tavolo quando si mangia. Con la carta riciclata, con Giorgio Pascoli e Pietro Mazzarini, Claudio Pauluzzo, Paolo Toppazzini e Manuela Marcuzzi, Anna
Bierti prepariamo per le bomboniere. Le persone sono rimaste molto entusiaste; dopo ci hanno
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raccontato anche loro le attività che fanno. Una signora di nome Caterina alla fine ci ha offerto
dei succhi di frutta e le torte; erano molto buone. Ci siamo recati a questo incontro per ringraziare per l’offerta data al Samaritan ONLUS ed eravamo tutti contenti della serata. Al ritorno,
alla radio del pulmino abbiamo ascoltato le partite di calcio.
Ettore Floreano
Un momento della presentazione del libro
“E.. se fosse vero?”
Tornando a casa…
La grande necessità dell’uomo, dopo aver soddisfatto il primario bisogno del bere e del mangiare in cui si
identificano gli elementi per la conservazione della vita, affiora la grande domanda del senso della vita
stessa. Da dove veniamo, dove andiamo. Interrogativi che nei secoli hanno trovato patriarchi e profeti ad
annunciare la presenza di Dio nella storia degli uomini. Poi, un giorno, una fanciulla in cui splendeva l’innocente bellezza dell’essere e brillava la luce della grazia, ha detto SI al messaggero divino. Quel sì è stato
il momento dell’incarnazione del Figlio di Dio. Le sue braccia lo hanno cullato e accompagnato passo dopo passo fino ai piedi del patibolo, dove gli è stato affidato, in Giovanni, l’umanità intera, prima di morire,
per poi risorgere. Una madre non smette mai di guardare le sue creature attraverso gli occhi del cuore.
Da trent’anni la Gospa (la “Signora” [NdR]), in un paesino della Bosnia, ha cominciato a farsi presente
con alcuni privilegiati, a parlare con loro, esprimendo il dolore per tutti gli uomini che hanno abbandonato
la via che Gesù Cristo, il Figlio Suo, aveva indicato. Pregate, digiunate, convertitevi, confessate i vostri
abbandoni dai sentieri di Dio. Siete stati pensati perché la vostra vita giunga alla pienezza di senso. Il senso è che ciascuno ha un posto speciale nel cuore del Signore. Non è il nulla che ci attende con la morte!
La morte è l’uscio in cui si passa per accedere al Tutto. Chi ha intrapreso il viaggio per Medjugorie, ha
seguito un personale impulso. Ciascuno ha vissuto l’esperienza con la propria sensibilità. Il libro “E…se
fosse vero” raccoglie la testimonianza di alcuni che si fanno testimoni della bellezza interiore che il pellegrinaggio ha suscitato. Un fatto è certo, ha messo in loro il desiderio di condividerlo attraverso dure aspetti: quello esperenziale e quello solidale. La signora Giacomina De Micheli e tante persone a lei vicine,
hanno deciso di dividere equamente il ricavato dalla vendita del libro tra la nostra Associazione e la missione Bimbo in Congo. Tre serate sono state organizzate per la testimonianza diretta: a Mels, a Ragogna e
a San Odorico. Nella serata organizzata nel teatro parrocchiale il coro Insolite Note ha messo in sintonia i
racconti con i sentimenti attraverso dei canti mariani. Noi del Samaritan, mentre ci apprestiamo ad iniziare
il grande progetto della nuova casa-famiglia abbiamo accolto l’aiuto economico con profonda gratitudine,
ma anche come un segno del Cielo in cui scorgiamo la Madre che ci sostiene, portandoci accanto la solidarietà di tante persone buone.
Una volontaria
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Esperienze e attività
DAI DIAMANTI NON NASCE NIENTE
DAL RICICLO NASCONO I FIOR
Chest blec poetic di Fabrizio De Andrè “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i
fior…” comedât in “Dai diamants nol nas nuie, dal ricicli a nassin las roses” al conte in struc ce
che o stin sperimentant tal laboratori de cjarte di Sant Denêl, a “Cjase Eline”. Cheste ativitât e je
rivade aromai al secont an di vite, tacant dai prins lavôrs sperimentai di sfueuts e bustes a cjase
Balet di Pignan. Cul timp o vin zontât coretîfs al nestri riciclâ; tal selezionâ il tipo di cjarte, tal
zontâ ingredients par evitâ che si inzalìs, tal sopressâle par rindile plui slissote; nus mancje ancjemò il perfezionament par rivâ a scrivi parsore. Intant a son rivades las primes ordenazions di
bombonieres. Il ritmi di produzion al è aumentât, cussì ancje las zornades di vore e la int che nus
jude.
Si cjatìn
a “Cjase Eline”, Via Di Mezzo il miercui des 8 a buinore aes 5 sore sere: il laboratori de cjarte
al’è simpri la stesse dì, des 2 aes 5, come ancje il laboratori des roses viert ai volontaris vuidâts di
Flavia Casasola e Stefania Conzatti. Nus cure la cjase Jasmin. Il vinars, des 8.30 a misdì, o produsìn i bilietuts cun Ettore e Paolo e la partecipazion di Jana. La sabide invesit, la buinore, o vin
tacât il laboratori di acuerel par ducj i ospits dal Samaritan: e je la ativitât preferide di Fabiana.
Tal dopomisdì il laboratori de cjarte al è viert ancje ai volontaris. I esperts di riferiment a son:
Ettore che al tae a strissules di 2 centimetris i cuotidians, Claudio pal pirulament (filâ) de cjarte di
gjornâl, Anna e fruçone a man la cjarte, Manuela M. invesit par fin cul mixer, Fabrizio responsabil dal meti in dret, Agnese la nestre “factotum”. Un ringraziament ancje pal nestri consulent pai
media Filippo di Maian.
I lavôrs
di chest an si puedin viodi ancje tas buteghes di Ruvigne, San Denêl e Maian, indulà che o vin
insiorât las vetrines in ocasion de Vierte e des festivitâts di Pasche. Cu la cjarte pirulade dai
gjornâi, o vin realizât ûfs, cjampanutes, vasuts, puartelapis e intreçâts zeis. Une vore di roses incolorides di cjarte crespe, cu la cjarte riciclade, sachetuts e biliets augurâi.
Un incuintri impuartant
al è stât chel cui fruts de dutrine di San Denêl. Par mostrâ la nestre ativitât dal laboratori de cjarte, o vin tacât di une flabe su la sô divignince cinese. Daspò o vin proietât las fases di lavorazion
de cjarte fin a rivâ al prodot finît, in chest câs bombonieres e biliets. Claudio invesit, al à mostrât
in direte il pirulâ des strissules dai cuotidians; l’interès dai fruts al è stât tant che no vevin avonde
strissules par ducj i seneôs di partecipâ. Ducj a volevin pirulâ par fâ glemuçs.
Tal divignî…
*las prossimes collaborazions in vore a son cul a pene nassût “Scriptorium Foroiuliense” di Ruvigne, par furnì la cjarte fate a man, indulà che, cun pinei, penins e plumes di ocje, si scrivarà cun
l’incjustri in grafie gotiche.
*o proviudìn ancje pal prossim an une collaborazion cu la Scuele de Infanzie di San Denêl, in
chestes ocasions o larìn a mostrâ las fases di lavôr de cjarte fin a realizâ un sfuei par ogni frut.
In struc
o pensi che las roses fates no son dome chês che o produsìn cu la cjarte, ma pluitost il rivâ, midiant di une piçule rivoluzion culturâl, a metisi in scolte par imparâ di lôr… indulà che, i cussì
nomenâts “disabii”, cui lôr ritmis, nus oblein a fânus cognossi altres cualitâts. Par fâ chest, al covente: il cognossisi, la visibilitât, il metisi in rêt; cussì, ur darìn dignitât e a podaran deventâ protagoniscj pluitost che zuiâ la viere cjarte de caritât e dal puarinâsi.
Gjorgjo
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Il laboratorio della carta
Borse realizzate
nel laboratorio
Il progetto “Casa Elena” continua…
Partendo dal concetto di autodeterminazione della persona disabile, si è posto alla base di questo
lavoro l'idea di assegnare ai soggetti coinvolti, ruoli sociali veri, sviluppando in loro la capacità di
pensare e decidere in modo autonomo. Si è deciso di lavorare su aree di abilità personali e sociali
quali l’orientamento nello spazio e nel tempo, utilizzo degli elettrodomestici, gestione della casa,
sviluppo di un comportamento sociale adeguato e gestione delle emozioni con l’obiettivo generale di raggiungere discrete capacità nella gestione dei compiti assegnati e minor bisogno della presenza educativa. Il progetto si è sviluppato all’interno di “Casa Elena” per due volte alla settimana ed ha visto coinvolto un gruppo di cinque ragazzi. La giornata è stata scandita da diverse attività quali: scelta del menù, spesa, preparazione della tavola e del pranzo, sparecchio, lavaggio
delle stoviglie ed infine attività di organizzazione del tempo libero. Per rispettare la sequenzialità
degli impegni, i ragazzi hanno seguito un piano di lavoro prestabilito, denominato Planning. L’educatore si è, in una fase iniziale, affiancato ai ragazzi, attraverso la tecnica dell’aiuto e riduzione
dell’aiuto oltre che la tecnica dell’apprendimento imitativo per ciò che riguarda l’intervento nelle
varie attività, strategie di automonitoraggio per permettere ai ragazzi di autovalutare le loro capacità.
Il progetto “Casa Elena” è stato improntato sulla verifica dell’acquisizione di abilità e del cambiamento
nel comportamento dei soggetti, essi sono stati motivati e stimolati a partecipare attivamente al cambiamento. Un
approccio alla persona con disabilità intellettiva lieve, basato sullo stimolo di identificazione dei
bisogni ed attivazione di autonomie, permette a quest’ultimo di acquisire un maggior grado di
autodeterminazione e una maggiore competenza nell’affrontare le problematiche legate alla vita
in autonomia.
Pietro
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L’EVOLUZIONE DELLA CARTA
Il laboratorio della carta nel tempo ha subito un graduale mutamento e trasformazione, diventando consapevolezza di cosa sia fare arte, educazione, formazione e cultura. Dopo aver individuato
quali potevano essere i primi obbiettivi da raggiungere, ci siamo messi a lavorare tutti con slancio, entusiasmo e un po’ di frenesia che sono gli ingredienti vitali per sostenere il nostro spirito
creativo. Ognuno di noi ha compreso qual era il suo ruolo nel manipolare la carta, qual era il passaggio che le riusciva meglio e l’ha portato avanti diventando un valore aggiunto per gli altri.
Stando insieme abbiamo capito che il laboratorio può creare una possibilità di lavoro e col tempo
dei corsi di formazione per bambini ed adulti erogati dall’associazione. I corsi devono essere tenuti sia da persone con disabilità (che sono diventate insegnanti di semplicità e portatori di valori
quali la fiducia, il coraggio, l’ascolto) che da persone del team operativo. I luoghi a cui pensiamo
sono le scuole, i ricreatori, le parrocchie, ecc. Nel laboratorio ci sentiamo artigiani, dove uomini e
donne costruiscono e trasformano ciò che altri hanno gettato via ed è per questo che il nostro
motto d’ora in avanti saranno le tre R: riciclo, risparmio, riuso.
Entriamo ora nello specifico del laboratorio e parliamo dei nostri ragazzi e dei loro progressi. In
questi mesi di lavoro, infatti, ognuno di loro con tanto impegno e sempre con il sorriso ha migliorato direi quasi “raffinato” le proprie abilità: Anna, sotto l’attenta guida di Claudio che è il
“maestro” pirulatore del gruppo, con tutta la sua calma è passata da “distruggitrice” di carta bianca utilizzata per creare biglietti augurali a esperta “pirulatrice”, avvolgendo strette strette le strisce che Ettore prepara ritagliando le pagine di vari quotidiani per trasformarle in un resistente e
variopinto filo; Claudio ed Ettore ormai sono “mastri” provetti che lavorano tutt’uno con la carta. E che dire di Jasmine, “l’instancabile”, si prodiga sempre per terminare presto il suo lavoro e,
se le avanza tempo, si offre con piacere per riordinare. Ultimamente si sono aggiunte Elena che ci
allieta con la sua simpatia e ci fa venire l’acquolina in bocca con le sue strepitose ricette dolci e
salate; la sua bravura nel pirulare anche lei la carta ti lascia senza parole… e poi c’è la saggia
mamma di Flavia, la signora Rosalba, che crea stupende composizioni floreali e rallegra i nostri
mercoledì pomeriggio cantando con noi tante villotte friulane. Pirulare, questa è la nuova parola
chiave del gruppo, i ragazzi avvolgono la carta di giornale fino a formare dei fili che poi vengono
utilizzati per avvolgere scatoline, vasetti e quant’altro si presti per creare bomboniere, vasi o portapenne. Con l’arrivo della Pasqua e della primavera abbiamo creato con la nostra tecnica anche
campane e uova. I colori del giornale, dal grigio al rosa, fino al giallo si prestano molto per essere
affiancati da quelli sgargianti dei fiori di carta, così anche qui si celebra l’arrivo della bella stagione e delle giornate di sole. Il mercoledì insieme a questa attività c’è anche quella promossa e
seguita da Giorgio, il quale, con il fido assistente Ettore, crea i fogli di carta riciclatala. Nascono così splendidi bigliettini sempre più sofisticati. Grazie alla disponibilità di molti commercianti di Ragogna, San Daniele e Forgaria, ai quali vogliamo esprimere tutta la nostra riconoscenza,
abbiamo potuto esporre nelle vetrine dei loro negozi i nostri piccoli capolavori così che tutte le
persone potessero apprezzarli. Questo è stato per noi motivo di grande orgoglio in quanto premia
la costanza, l’abilità e soprattutto l’impegno dei nostri grandi artigiani.
Flavia e Stefania
Sul sito del Samaritan, alla sezione “Progetto Casa Elena”, potete scaricare anche
l’intervista ai ragazzi disabili e non durante un’assemblea d’istituto: ce ne sono delle belle!
Il ventun marzo entra la primavera, le giornate si allungano, arrivano le rondini e arriva il tempo di lavorare nell’orto. Quest’anno lavoriamo in collaborazione con l’orto sinergico e a noi piacerebbe piantare
tanti tipi diversi di verdure: fagioli, cetrioli, tegoline, lamponi, fragole, peperoni, angurie e meloni, pomodori, melanzane e zucche.
Ci piacerebbe avere quest’anno un bellissimo orto con tanta verdura e buona frutta.
Agnese, Manuela P. e Paolo
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IL SAMARITAN Numero 1 Anno XIII Marzo-Aprile 2013
Un mese in Africa
Il mese di febbraio sono stato assente al Samaritan perché ho partecipato come volontario ad una missione
umanitaria in Africa, precisamente a Mukamba nel Congo Democratico.
L’obiettivo era quello di costruire una scuola per i bambini del luogo, dove nascerà una nuova missione
cattolica. Tra uomini e donne eravamo in 18 più Jean Claude, sacerdote missionario nonché Presidente
dell’Associazione Volontari di Maria Immacolata.
Per l’occasione ci avevano preparato un piccolo villaggio fatto di capanne coperte di fango ed il tetto di
paglia, con tanto di porte e finestrelle. Ci servivano per cambiarci e per dormire. Si dormiva su materassi
gonfiabili, sollevati un po’ da terra, chi poteva…Per quanto mi riguarda ho dovuto arrangiarmi con mezzi
di fortuna, perché il mio materasso è saltato la prima notte. Una capanna senza muri posizionata quasi al
centro del villaggio serviva come ritrovo e per condividere il companatico. Due pannellini fotovoltaici ci
permettevano di avere luce dopo il tramonto per la cena e svaghi vari (briscule, tre siet, ramin, Rosari…),
finchè durava la carica, poi a letto o a guardare le stelle! Per il resto della notte si usavano pile a mano
(torce). C’erano tre WC coperti, due spazi per lavarsi con rispettivi secchi, anche se poi preferivamo usare
la vasca naturale (il lago era vicino).
Avevamo delle sacche d’acqua per sciacquarci il viso e le mani. Una capanna era adibita a cucina, gestita
da persone del luogo (soprattutto donne). Ogni giorno la cucina ci forniva: the, caffè, polenta di mais,
foglie di manioca (pianta spontanea), si alternavano invece verdure e radici varie, legumi, carne, (polli
americani o carne di maiale e capra) pesce del lago e pesciolini tipo frittura, termiti tostate, arachidi, riso,
frittelle e frutti vari (banane, cocco, ananas, arance, passiflora e altro…). Là non si butta niente perciò a
volte non arrivava a tutti. Il cibo era razionato, soprattutto la carne, ma non si pativa la fame, si mangiava
una banana in più o qualcos’altro…
Poi il virus intestinale ha fatto arrivare la quaresima per più di qualcuno, me compreso…ma ne ha guadagnato il fisico e il peso. Per dissetarci avevamo l’acqua in bottiglia e la birra che si comprava per far contro alle spese. Per i più forti c’era l’acqua del lago bollita. Solo per noi c’erano piatti, posate, bicchieri e
tazze, mentre loro usavano il metodo tradizionale per cibarsi.
La gente del posto ci ha accolti con gioia e stupore anche perché al momento eravamo l’unica loro risorsa
o “speranza” di avere qualcosa in più.
Il nostro villaggio era circondato da bambini/e con gli occhioni bianchi che risaltavano sul viso nero sorridente e le pupille dilatate che ti fissavano. Di lì a poco ti sentivi dire “l’om blanc” o “bonbon” appena
avvistate le caramelle. Quando avevano preso confidenza ti chiedevano “el balon” oppure “el baschet” o il
“scjapò” ( il cappello) e il “savon” se ti lavavi nel lago. Noi avevamo in quei giorni a portata di mano tutto
ciò che fino a quel momento loro non avevano mai avuto. Dove regnava il niente e il tutto era il niente…
avevano intravisto la possibilità di avere qualche cosa, anche solo la bottiglia dell’acqua vuota. Ovunque
tu andassi: sul cantiere della nuova scuola, al campo per seminare alberi di teck oppure a fare un giro per
vedere il paesaggio e dove ti trovi….loro erano con te, dalla mattina alla sera, fino alla fine. Tutti ti salutavano: Bonjour, Betau etc…Grandi e piccini! Chi ti chiamava per nome, perché ti eri presentato il giorno
prima, mentre tu non ti ricordavi di lui o di lei…Avevo imparato a memorizzare la maglietta che indossavano per riconoscere chi mi chiamava, ma rimanevo fregato quando la cambiavano…Ero di nuovo al
punto di partenza. L’essere chiamato per nome, anche in Africa, devo dire che mi riempiva di gioia!
La scuola non è stata completata. Alla nostra partenza si contavano realizzate tre aule e ne rimanevano da
fare altre tre più il tetto.
Le difficoltà e la mancanza di materiale hanno contribuito parecchio alla mancata ultimazione della scuola
ma… come dice Jean Claud: non siamo in Italia e il Signore è contento per quello che abbiamo fatto.
Ci sarebbe molto altro da dire e da scrivere, ma non posso riempire tutto il notiziario con il racconto di
questa mia esperienza. Quando avrò il cd con le foto magari organizzeremo una serata a tema.
L’Africa è grande e là tutto è più grande, anche la miseria!
E’ un cuore grande, ma ferito da chi è senza scrupoli, da chi vuole il potere e spremere il sottosuolo, che
invece è molto ricco. E qui mi fermo perché vado a toccare argomenti e Stati che sono fuori dall’Africa
ma hanno le mani dentro…
In Africa si muore per malattie banali, dovute a molteplici cause, una di queste è l’indifferenza, l’altra è
l’egoismo (il mio, il tuo, il suo…), di chi vuole il potere.
L’amore è la medicina, però serve anche il coraggio di cambiare e naturalmente di amare.
Ma questo succede anche a noi!
Buona Pasqua a tutti…
Giovj
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Pensieri...
Anche
La luce
Sembra triste
Oggi
Coltiva
Le relazioni
Il resto
Lo lasciamo qui
L’amore
Lo portiamo
Con noi
Non aver
Paura
Di perdere
La purezza
Il cuore
Ti darà
La strada
Fai della
Tua opera
Una preghiera
Sono i sogni
Che fanno
Vivere
L’uomo
Non darti
Per morto
Quando
Respiri ancora
Marcuzzi M.
un sorriso schietto e frizzante che ormai si è
perso.
Ho conosciuto un giovane, Vanni Gubian, il
cui sorriso non si è mai perso e neppure la
speranza. Quando è stato revisore dei conti del
Samaritan riusciva sempre a sorprendermi
quando, accanto all’aridità delle cifre, inseriva
con intelligenza e brio la battuta che ci spiazzava, innescando una risata generale. Chiedeva, si informava, era ligio al suo compito, ma
poi, cominciando da se stesso, sorrideva e trasmetteva la leggerezza del suo essere anche a
tutto il Direttivo.
Per cinque anni si è dibattuto nel mare agitato
della malattia, conservando questo suo prezioso tratto. Egli è stato un generoso insegnante;
alla sua scuola, quella del sorriso, tutti dobbiamo attingere per essere noi stessi portatori validi degli antichi valori nei quali il semplice
sorriso apre alla cordialità e all’incontro rendendo tutto più leggero e lieto.
I buoni esempi sono semi preziosi. Quelli di
Vanni confortino ora chi è nel dolore per non
scorgerli più sul suo viso buono.
Graziella
Ho conosciuto un maestro
Avere l’età della nostra Costituzione italiana
vuol dire che si è fatto un lungo tratto della
vita, facendo diverse esperienze e vedendo
come, con il passare degli anni, le abitudini e
le cose vadano cambiando. Se all’inizio si notavano i danni che la guerra aveva prodotto, i
visi tristi di chi piangeva un suo caro scomparso, con il passare del tempo la speranza
ricominciava a rifiorire, anche grazie al lavoro
di chi emigrava per migliorare le condizioni di
vita.
Sul volto delle persone tornava il sorriso con
la gioia dello stare insieme a parlare, nelle calde serate estive, sulle panchine fuori casa.
Non mancavano le voci canterine, i giovani
che si organizzavano per andare a fare quattro
balli o una nuotata al fiume. Tutti con l’allegria nel cuore e il viso sorridente nonostante
non mancassero i problemi. Poi, pian piano il
sorriso è scomparso o quasi, come se per l’acquisto delle molte cose che oggi ci ritroviamo,
accanto alla carta moneta avessimo dovuto
pagare anche lo scotto di una felicità passata,
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IL SAMARITAN Numero 1 Anno XIII Marzo-Aprile 2013
Abbiamo chiesto a Dio di lasciarci da soli
Questo è un messaggio un po’ differente dagli altri, non vuol far ridere ma piuttosto riflettere.
Una signora rilasciava un’intervista in televisione e la conduttrice le chiese: “Com’è possibile che
Dio abbia permesso quella strage delle Torri Gemelle a New York?”. La signora rispose in modo
profondo e perspicace: “Io credo che Dio sia stato molto rattristato da tutto questo ma, dopo tanto
tempo che Gli chiedevamo di uscire dalle nostre scuole, dalla nostra Costituzione, dalle nostre
vite, Dio ‘gentleman’ si è a poco a poco ritirato per riflettere e per rispettare le nostre richieste
insistenti”.
Come sperare che Dio ci dia la sua benedizione e la sua protezione se insistiamo affinché ci lasci
soli?
Penso che tutto incominciò quando la signora Madalyn Murray O'Hair si lamentò chiedendo il
ritiro della croce dalle aule scolastiche e la rinuncia alla preghiera. E noi abbiamo detto di sì!
Poi un’altra persona ha deciso che non si dovrebbe leggere la Bibbia, questa stessa Bibbia che ci
insegna a “non ammazzare, non rubare e invece amare il tuo prossimo come te stesso”. E noi abbiamo detto di sì!
Poi un grande medico, il dott. Benjamin Spock, ha detto che non si devono correggere i nostri
figli quando si comportano male perché la loro personalità ne sarebbe soffocata e si potrebbe alterare la loro stima personale. E siccome un esperto sa bene di cosa parla, abbiamo detto di sì!
Adesso ci chiediamo perché i nostri figli non hanno più coscienza, perché non conoscono la differenza tra il bene e il male, perché possono ammazzare senza emozione uno straniero, un parente o
loro stessi?
E’ tanto strano vedere a che punto è facile per le persone rigettare Dio e dopo chiederci perché il
loro mondo sta diventando un inferno. Perché crediamo a tutto quello che ci raccontano i media e
come rimettiamo in discussione tutto quello che ci dice la Bibbia?
Perché ci preoccupiamo più di quello che pensa di noi la gente piuttosto che capire cosa pensa
Dio di noi?
Cerchiamo una risposta ma se non la troviamo non lamentiamoci del mondo nel quale viviamo.
Carmen
Un’immagine del villaggio di Mukamba in Congo dove Giovanni ha fatto il volontario per un mese
Quando qualcuno dei nostri ragazzi diversamente abili è capace di sorridere, di divertirsi, di suscitare felicità intorno a sé, allora, non soltanto egli riprende fiducia in se stesso, ma noi ci accorgiamo quanto tutti i momenti passati insieme valgano la pena di essere vissuti.
Carmen
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IL SAMARITAN Numero 1 Anno XIII Marzo-Aprile 2013
Bentornata primavera!
Attorno a Cjase Balet sono fioriti i narcisi, i giacinti, le primule ed altri fiori…ma nella casetta sopra la
scarpata, i vasi sono vuoti, il giardino abbandonato, le finestre chiuse…quest’anno manca la padrona di
casa…Marisa non c’è più a vigilare sulla serra e sulle piante. Quando fioriranno i papaveri lei non ci sarà,
questa volta…
In quale misura quei fiori potranno aiutarci a guarire il dolore per la sua assenza?
Il dottor Roger Ulrich, pioniere della ricerca sui giardini curativi ha dimostrato che l’accesso al verde e ai
fiori fa innegabilmente bene! Un giardino può essere usato come luogo di meditazione e anti-stress, ma
può trasformarsi in uno strumento terapeutico attivo, in grado di curare specifiche patologie. Come la demenza senile, l’autismo e alcuni tipi di disabilità. Per i malati d’Alzheimer si privilegiano fiori gialli e azzurri e gli architetti specializzati in “progetti verdi per utenze fragili” realizzano per loro spazi ad anello,
senza percorsi ciechi e senza muretti o pareti, ma con attrezzi agricoli e cartelli con i nomi disseminati
ovunque per favorire il recupero della memoria.
L’ortoterapia invece è particolarmente adatta per le persone impacciate nella motricità fine. Tagliare l’erba, potare, scavare sono attività semplici che danno un risultato visibile, anche se svolte in modo grossolano. Una volta migliorato un determinato movimento si passa a quello più fine: la posa dei semi o la cura
dei fiori. Alla fine di ogni esercizio c’è la soddisfazione di avercela fatta! Il vantaggio del lavoro nell’orto
per i disabili è che il risultato c’è sempre per tutti, non conta fare meglio o peggio. Ogni piccola realizzazione diventa un successo che ha un valore enorme: dal punto di vista fisico e per l’autostima. Il beneficio dell’ortoterapia è tangibile anche per i bambini ospedalizzati perché consente loro di frequentare un
ambiente tattile e olfattivamente diverso da quello in cui vengono curati. L’orto è uno stimolo alla guarigione e soddisfa quelle spinte creative spesso inespresse a causa della malattia. Inoltre il lavoro di gruppo
infonde sicurezza e diventa motivo di distrazione.
Le operazioni di giardinaggio presuppongono autonomia e controllo: elementi psicologici importanti per i
disabili e per i bambini. Per questo l’orto è una terapia per la mente che favorisce e coadiuva le terapie
classiche, riabilitative e curative.
Molti studi provano come l’esposizione al verde aumenti il livello di serotonina nel corpo umano, che diventa una carica di energia e un antidoto contro la depressione. L’influenza positiva della natura determina
anche la riuscita del processo terapeutico nei pazienti psichiatrici. L’esperienza dell’orto sinergico ce lo
può insegnare. Secondo la medicina olistica vivere in uno spazio verde e lavorare ad un progetto comune,
in compagnia, rilassandosi e vivendo la giornata con un ritmo diverso trasmette vibrazioni positive.
Concludendo l’orto e il giardino migliorano la vita di tutti: disabili, malati, anziani, familiari e personale
medico. E lo fanno in modo naturale e decisamente low cost!
Come sempre, avevi ragione tu Marisa! Questa primavera, quando i nostri ragazzi torneranno a lavorare a
Cjase Balet, sapranno che ci sarai sempre tu a vegliare sui loro passi e sui loro gesti. Quest’anno non potranno vederti, non ti sentiranno brontolare, ma noi sappiamo che ti ritroveranno tra gli alberi, in mezzo
all’erba e in ogni fiore…
Daniela
QUEL BEL VIAGGIO IN TRENO
QUANDO ANDAVO A CIVIDALE CON LA LITTORINA, IL TRENO SI FERMAVA A MOIMACCO, REMANZACCO, RUBIGNACCO, CIVIDALE. IL TRAGITTO IN TRENO IO LO TROVAVO MOLTO BELLO, PERCHE' SENTIVO IL RUMORE E IL FISCHIO DELLE RUOTE SULLE SCIE QUANDO CORREVANO. ANDAVO A CASA OGNI FINE SETTIMANA, IL SABATO E LA DOMENICA. RIENTRAVO A
CIVIDALE IL LUNEDI, PER TUTTA LA SETTIMANA STAVO IN COLLEGIO.
ETTORE FLOREANO VALENTINO
PROGRAMMA COMUNITARIO LEONARDO: Dall’8 al 19 aprile l’Associazione Il Samaritan ospiterà
due studenti francesi di una scuola superiore di Sainte Bazeille, nell’ambito del Programma Comunitario
Leonardo. Questa iniziativa è stata promossa dal Comune di Ragogna e dal Comune di Sainte Bazeille ed
è stata approvata dagli organismi europei. I due studenti parteciperanno alle attività in calendario dell’Associazione. Nel prossimo numero vi racconteremo i dettagli di questa nuova e sicuramente ricca esperienza.
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IL SAMARITAN Numero 1 Anno XIII Marzo-Aprile 2013
Al sucedeve une volte…
Piligrins di Sclavanie
Si conte, ansit contavin i nestris vecjos dai spiritâs di Clausêt; salacôr te storie di chel paîs, tai
libris, tas memories di cert si cjatarâ alc ch’al feveli di chest.
Dutcâs a Clausêt si lave, cussì contavin, par parâ fôr i spirs e, che a paraju fôr vignive int cun
spirtâs di ogni bande.
Duc’ scrupulavin si tratas di “spirs dal mâl”, val a dî alc di “patologjc”, che al veve par chei
tinps, a ce viudi pui che cu’ la midisine, cun tune atre “mosfere”.
Ere cunvinssion gjenerâl si tratas di striamens o atres gjaularies. Risulte clâr ch’a si leve a preâ; si
contave che cuanche te Messe el predi al “alčave”, o tes funsions al benedive cu’ la Relicuie de
Sante Spine, sucedivin senes e rubones di no podè nancje contâ. Chei che si cjatavin in glesie restavin scaturîs: ai “spiritâs” ur cjapavin svenimens, gravonavin, berlavin, butavin baves, blestemavin, maludivin, si stuargevin parcjere tanche madracs invelegnâs. Vadî ere une scolmace dal
mâl, podopo si cuietavin e scuasi duc’ vignivin deliberâs. Par chei atris bisugnave tornâ.
Si à contât chest par pandi che a Clausêt vignive int di ogni bande, tant ‘l ere inomenât par vuarî
di chesc’ mâi. Vignive int dal Friûl di soreli jevât e di chel amont. Vignive int parfin de Sclavanie
e tante.
La int de Sclavanie no vignive a pît bessole o in pičui trops. Vignive a la grande, in prupission,
cun Crôs, ferâls, confenons e atris inpresc’ dal gjener; a voltes ancje cun predis.
La prupission dai Sclâs - contavin - son lades dilunc fin dal “14” (1914). Podopo cu’ la vuere son
vignudes a cessâ.
Cuanche forin scomenčades nissun lu saveve a dî.
Par rivâ a Clausêt i piligrins de Sclavanie dovevin treghetâ el Tiliment te Tabine, chest fin al
1906, cuant al è stât viert el puint par Pinčan.
Passâ l’aghe sul barcjon dulà che el Tiliment ‘l ere pui grant, no ere une rube di nuie; ancje parcè
che pui di cualchi volte la barcje si ere scuasi ribaltade e el spavent nol ere mancjât.
I piligrins, alore, par bonasi l’aghe tal passale, par vê jutori, si fermavin inte glesie di Vile, intitulade a San Jacun, che di piligrinagjôs di sigûr s’intendeve, no mancjant di dàur ‘ne man.
Rivades te place di Vile las prupissions dai piligrins sclâs, poavin fôr de glesie Crôs, ferâls e atri,
jentrant duc’ a preâ. Preavn e cjantavin in sclâf cun tante fede e devossion; maraveant ogni volte
la nestre int.
Finît di preâ, tornavin a dâ adun la prupission indrečansi viers la Tabine.
Tornant indavôr di Clausêt no si fermavin, lavin drès, rinfrancjâs e cui lûr “spiritâs” vuarîs.
Sergjo di Baco
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Nuovi volontari:

Della Vedova Fiorinda (rappresentante
dei giovani volontari per il 2013)
Nuovi nati:

Alessio (nipote di Salvatore)

Itan (nipote di Stefano)
Nuovi Soci:

De Monte Otello, Casasola Enzo, Buttazzoni Flavia, Collini Lorenzo.
La casetta di Anute di
Taide è aperta dal lunedì
al venerdì con i seguenti
orari:
Casa Elena (sede amministrativa) è aperta dal
lunedì al giovedì con i
seguenti orari:
9:00—17:00
8:00—16:00
e il venerdì:
8:00—14:00
Festa dell’Associazione - domenica 28 aprile 2013
I primi uccellini annunciano la primavera e così anche noi
al Samaritan partiamo con i lavori d’estate!
Educatori, ragazzi e volontari si attivano a riordinare l’orto, a
lavorare la carta riciclata e la carta crespa per le bomboniere,
tagliare i rosai (ce ne sono 200!)…
La festa della fondazione è stata fissata per il 28 aprile e quest’anno, per motivi legati all’agibilità di Cjase Balet, si farà nel
terreno dietro la Sala della Comunità, accanto alla canonica.
Stiamo lavorando per l’organizzazione del pranzo, della lotteria
e della presentazione di tutte le novità del mercatino.
La Santa Messa sarà celebrata alle ore 11
nella chiesa di San Giacomo.
Venite a trovarci e a condividere con la famiglia del Samaritan
la gioia di questa bella giornata!
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Un sentito ringraziamento a…
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Lino Diana e Vallino per la potatura
dei rosai;
Ivo Molinaro per il buon vino per i
nostri rinfreschi;
I volontari solleciti e sempre presenti
a guidare i nostri mezzi di trasporto;
Le accompagnatrici durante i trasporti;
Rita Buttazzoni per le perline e i bei
filati per i nostri lavoretti;
Stefania, Rosalba, Flavia, Fiorinda
per i bei fiori e oggettini vari che realizzano con i nostri ragazzi;
Le volontarie del laboratorio della
creta: Mauretta, Paola e Marisa;
Anna Bellami per i centrini sempre
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perfetti e le presine;
Manuela per il servizio di parrucchiera;
Rita Pezzetta per tutti i lavori a maglia;
La signora gentile che, tramite la famiglia Zin, ci ha mandato i fili di ricamo;
Germe, Maura, Gina, Patrizia, Renza,
Odille, Miranda per tutti i lavori di
cucito, maglieria e uncinetto per il nostro mercatino;
Il laboratorio ortopedico Cividini per
averci regalato le cerate;
Un grazie speciale a chi in varie occasioni ci ha portato torte, dolciumi e
succhi di frutta per le merende dei
Offerte per Cjase Balet dal 1/12/2012 al 15/03/2013
Natolino Milvia € 50, Plotone del canto-Rauscedo €335, Gruppo di manualità- Cisterna € 500,
De Cecco Ermes € 100, Amici di Pignano €100, N.N. € 150, Mirco Daffarra € 250, Contardo
Marco €100, Arpinelli Silva in memoria di G.B. Leonarduzzi € 50, Leonarduzzi Lucia in memoria di G.B. Leonarduzzi € 50, Luigi Fadiga e Zanatta Anna Laura € 500, Cappellari Marisa €40,
Vismara Guido € 250, Banca di Cividale € 300, Beltrame dott. Giorgio € 500, Frucco Antonio
€10, Bosoppi Daniela in memoria di Vanni Gubian € 60, Colle Aldo € 50, in memoria di Luciano
Floramo: Tessitori Elvira e Giacomo € 50, dott. Burtolo Renzo e Paola Crasti € 100, fam. Nida
Ciciliot € 20, fam. Giacomini Federico € 60, Contardo Giannina € 100.
Offerte per attività dal 1/12/2012 al 15/03/2013
N.N. € 50, Lizzi Gianni € 50, offerte teatro € 231,40, Laura Mirolo € 50, N.N. € 50, Luzzini Daniela e Roberto € 50, Piuzzi Maria € 10, Marisa, Daniela, Anna, Daniela De Cecco, Nefrida, Marianna, Teresa e Gina € 140, Elisabetta Buttazzoni € 100, Marcuzzi Adriana € 50, Andreutti Lucienne € 50, Filippuzzi Manlio e Serena € 100, Parrocchia S. Michele Arcangelo – San Daniele €
2550, Romanzin Daniele e Siriu Anna € 150, Marcuzzi Carlo € 50, Michele Giovannini € 200,
Andreina Paolo € 200, B.R.M. € 40, N.N. Muris € 150, N.N. € 100, N.N. € 80, N.N. € 100, N.N.
€ 100, N.N. € 30, N.N. € 10, N.N. € 50, Cedaro Serena € 10, N.N. € 59,89, Peresson Giancarlo €
20, Argento Maura € 200, Carmen Navarro € 150, Sebastiano Suraci € 200, Offerta libro “E… se
fosse vero ?” € 1765, N.N. San Giacomo € 630, Cristian Sant € 500, Viviano Cosolo € 150, Maria Pascoli € 50.
Fondo Progetto Casa Elena
A.F.D.S. Sezione di San Daniele € 200.
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Destinazione del 5 per mille dell’IRPEF a
IL SAMARITAN
Ass. “IL SAMARITAN” O.N.L.U.S.
P.za Giovanni XXIII, 1
33030 RAGOGNA (UD)
Tel. 0432 954617 - 0432 954644
Fax. 0432 943953
E-mail : [email protected]
Sito web: http://www.ilsamaritan.org
C.F. 94065890306 - C.C.P. n° 11795333
(Ciclostilato in proprio da “IL SAMARITAN” Ragogna - Udine)
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