PROTOCOLLO ERGOFTALMOLOGIA (CON SPECIFICO RIFERIMENTO AGLI ADDETTI A VIDEOTERMINALE) Il protocollo regolamenta le attività della U.O.O. Medicina del Lavoro correlate alle prestazioni di ergooftalmologia con specifico riferimento agli addetti all’uso di videoterminali, relativamente in particolare a: 1) metodologia di valutazione delle condizioni di lavoro e di rischio 2) finalità, criteri e strumenti della sorveglianza sanitaria 3) informazione e formazione degli addetti all’utilizzo di VDT 4) formazione e addestramento degli operatori della U.O.O.M.L. In appendice sono riportati i riferimenti normativi e bibliografici considerati. 1) Valutazione delle condizioni di lavoro e di rischio La analisi delle condizioni di lavoro e la valutazione delle condizioni di rischio viene effettuata dalla U.O.O.M.L. : * nell’ambito del processo di valutazione del rischio specifico per aziende/enti convenzionati * come anamnesi lavorativa nelle attività ambulatoriali di sorveglianza sanitaria degli addetti a VDT, comunque pervenuti alla osservazione (inviati dal medico curante o dal medico competente aziendale o visitati in qualità di medici competenti di aziende convenzionate) Gli effetti sulla salute del lavoro con unità video sono correlabili alla caratteristiche dell’ambiente e del posto di lavoro, alle caratteristiche del lavoro e del software, alla durata del lavoro. La analisi deve pertanto considerare tali elementi, la loro conformità ed idoneità: Per la valutazione sono acquisite come riferimento le indicazioni del D.Lvo.626/94,allegati e s.m.i.,e circolari esplicative (all.1), delle norme UNI , ( all.2), dei lavori bibliografici citati nello allegato 5 e nella appendice. Gli elementi da considerare nella valutazione delle condizioni di rischio sono peraltro esplicitamente previsti nella norma legislativa che all’art. 52 del D.Lvo 626/94 prevede che: “il datore di lavoro …analizza i posti di lavoro con particolare riguardo : a) ai rischi per la vista e per gli occhi b) ai problemi legati alla postura ed all’affaticamento fisico o mentale c) alle condizioni ergonomiche e di igiene ambientale Nel decreto del Ministero del Lavoro 2/10/2000, “Linee guida d’uso dei VDT” sono formulate indicazioni relative ad arredi e ambienti atte ad evitare l’insorgenza di disturbi muscolo-scheletrici, problemi visivi e disturbi da affaticamento mentale, da intendersi come prescrizioni minime. A) Definizione di Videoterminale L’utilizzo di “attrezzature munite di VDT” è normato dal Titolo VI del D.Lgs 626/94 , relativi allegati e s.m.i. Non sono compresi sistemi e posti di lavoro elencati all’art. 50 : a) ai posti di guida di veicoli o macchine; b) ai sistemi informatici montati a bordo di un mezzo di trasporto; c) ai sistemi informatici destinati in modo prioritario all’utilizzazione da parte del pubblico; d) ai sistemi denominati “portatili” ove non siano oggetto di utilizzazione prolungata in un posto di lavoro; e) alle macchine calcolatrici, ai registratori di cassa e a tutte le attrezzature munite di un piccolo dispositivo di visualizzazione dei dati o delle misure, necessario all’uso diretto di tale attrezzatura; f) alle macchine di videoscrittura senza schermo separato. Sono da ritenersi esclusi per analogia, tra le altre, le attività di esattoria in generale (caselli autostradali, biglietterie FFSS, aeroportuali, marittime, di agenzie di viaggi, sportelli postali, casse supermercati ecc.) in quanto le attrezzature di lavoro sono in genere dotate di piccoli dispositivi di visualizzazione dei dati (lettera e del comma 2). Vanno altresì escluse, anche se non esenti da impegno visivo e posturale, quelle attività che richiedono l’osservazione di monitor (controlli su monitor di sistemi a circuito chiuso, di visualizzazione di processo, degli accessi nelle banche, aeroporti, ecc.). Si ritiene invece, che rientrino nel campo di applicazione del titolo VI categorie di lavoratori quali i controllori di volo (radaristi), che oltre agli schermi radar utilizzano VDT e PC, gli addetti alla moviola, al montaggio di registrazioni televisive e cinematografiche, alle sale di regia, i cameramen, gli addetti a controllo di processo, ecc., in quanto utilizzatori di schermi che presentano immagini grafiche e/o alfanumeriche anche se solo per parte del tempo di utilizzo dell’apparecchiatura. (7). L’utilizzo di VDT definito come “schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo di procedimento di visualizzazione utilizzato” (1), è molto diffuso nel terziario e nell’industria: A titolo esemplificativo sono citate in Tab:1 le più diffuse attività professionali che richiedono uso di apparecchiature informatizzate, e in tab. 2 i diversi tipi di lavoro con VDT. B) Analisi semplificata delle condizioni di lavoro e di rischio L’analisi semplificata va effettuata per tutti i posti di lavoro con VDT utilizzati abitualmente; è eventualmente accorpabile per serie omogenee in situazioni sovrapponibili ( es. arredi, attrezzature standard). L’obbligo normativo di adeguamento del posto di lavoro alle prescrizioni minime degli allegati parrebbe in realtà limitato ai posti di lavoro dei lavoratori che utilizzano VDT in modo sistematico ed abituale per venti ore settimanali (art 58 D.Lgs 626/94 come modificato dalla L.422/2000.) Per gli altri posti rimarrebbe comunque la necessità di raccordo con le norme dei titolo I (principi ergonomici), titolo II ( microclima, illuminazione) e titolo III ( attrezzatura) del D.Lgs 626/94. Per la analisi si utilizzano due schede: 1) questionario di autovalutazione (all. 3) 2) scheda dei rilevazione (all. 4) L’analisi è limitata alle condizioni di rischio correlate all’utilizzo di VDT; una valutazione più complessiva delle condizioni di lavoro in ufficio presuppone la verifica di altri elementi (es. uscite emergenza,impianti, arredi, altri macchinari o attrezzature ecc.), da analizzare se si opera in un contesto più complessivo di valutazione dei rischi per aziende convenzionate.(vedi Valutazione del rischio nel lavoro di ufficio) 1) questionario di autovalutazione 1a) Nell’ambito della valutazione dei rischi : Va compilato da o con i lavoratori addetti. E’ uno strumento che si prefigge 3 obiettivi: - la raccolta dei giudizi soggettivi dei lavoratori -la loro partecipazione al processo di valutazione -la informazione sui rischi (contestuale alla istruzione per la compilazione). La compilazione deve essere “guidata” da parte del R.S.P.P. o dal preposto aziendale o, da parte dei tecnici e/o ASV-IP. della U.O.O.M.L. In caso siano occupati più lavoratori, deve preferibilmente essere fatta in gruppo e preceduta e correlata alla informazione sui rischi. 1b) Nella attività ambulatoriale: - per i soggetti inviati dal medico curante o dal medico competente va compilata come “anamnesi lavorativa” nell’ambito della anamnesi ergooftalmologica , da parte della ASV/IP con attenzione particolare agli aspetti correlati alla funzione visiva -per i soggetti visitati in qualità di medici competenti va recuperata dal materiale predisposto per la valutazione. con anche la scheda di rilevazione. E’ utilizzata come anamnesi lavorativa oltre che per gli aspetti visivi anche per gli aspetti correlabili a disturbi muscolo-scheletrici e affaticamento mentale 2) scheda di rilevazione. La scheda di rilevazione è descrittiva degli elementi ( ambiente-posto di lavoro- caratteristiche del lavoro) che sono ritenuti potenziali fonte di danno per la salute. E’ compilata dal R.S.P.P. / preposto aziendale e/o dal tecnico U.O.O.M.L. in relazione ai rapporti di lavoro strutturati con la azienda convenzionata. Le misurazioni dei parametri microclima, illuminazione, inquinamento indoor sono da effettuare se segnalati come problematici da più del 10% degli addetti ( questionario di autovalutazione) Si procederà alla misurazione del rumore, nell’ambito della valutazione dei rischi ex D.Lgs 277/91 se complessivamente più agevole della valutazione del rischio senza misure , per analogia con situazioni note. I parametri di riferimento( descritti negli allegati del D.Lgs 626/94, circolari ministeriali ; desunti dalle norme di buona tecnica) sono riassunti nello all.5 , che ha significato di quadro sinottico. E’ possibile attribuire un punteggio alle diverse condizioni riscontrate, che è risultato epidemiologicamente correlato alla insorgenza di astenopia tra gli addetti.(9) C) Analisi approfondita La analisi delle condizioni di lavoro e di rischio può essere approfondita rispetto al livello di conoscenza acquisita con la analisi semplificata. L’approfondimento può riguardare: - - -variabili fisico-ambientali es. illuminazione (con misure di illuminamento e di luminanza); es. inquinamento indoor (con rilevazione dei parametri NOx, CO, SOV, aldeidi, polveri…) (vedi protocolli di igiene industriale) -condizioni biologiche es. impegno arto superiore( digitazione , uso di mouse); es. impegno visivo (mire professionale e tempi relativi, rapporto tra accomodazione richiesta e accomodazione disponibile ) E’ ritenuta opportuna una analisi approfondita se: - - impegno lavorativo con VDT rilevante .: più di venti ore settimana continuative con compiti poco variegati (es. attività continuativa di immissione dati o videoscrittura) ambienti e posti di lavoro non rispondenti ai criteri minimi e difficilmente adattabili previsione di impegnative modifiche e ristrutturazioni eccesso di prevalenza, nei lavoratori, di disturbi accusati necessità di approfondimento/verifica del posto di lavoro di lavoratori con quadri patologici (app.visivo e locomotore-colonna / arto superiore) Analisi della postura La postura di lavoro, eretta o assisa, è un elemento di potenziale nocività quando è fissa, cioè quando, per lo svolgimento del compito lavorativo, non sono possibili alternative nell’impegno dell’apparato locomotore. Ulteriori potenziali elementi negativi sono anche la postura in quanto tale e le caratteristiche strutturali e di disposizione nello spazio di arredi e altri componenti del posto di lavoro. Gli elementi da analizzare per la valutazione del rischio connesso alle posture, sono pertanto: - organizzazione del lavoro: tempi, pause, durata del lavoro che determina la fissità posturale atteggiamenti posturali: assunti dai diversi segmenti corporei caratteristiche ed ergonomicità degli arredi/strumenti; in particolare, per la postura assisa, il sedile Ciò che si valuta non è la postura di per se stessa, ma la sua tollerabilità all’interno delle condizioni spaziali, temporali ed operative in cui essa si colloca (25) La unità di ricerca EPM/Milano ha proposto una procedura per l’analisi delle posture fisse prolungate con l’espressione di indici sintetici di rischio (24). Per la rilevazione sono state predisposte delle schede ed è previsto un punteggio di rischio crescente (da 0 a 100): punteggio 0-10 = rischio assente; 11-40 = rischio moderato; 41-70 = rischio marcato; 71-100 = rischio estremo; rispettivamente per il tronco, per il tratto cervicale della colonna vertebrale e per gli arti superiori ed inferiori (all.7) Sinteticamente una postura: - non deve comportate disagio a breve termine - non deve causare patologia morfofunzionale a lungo termine (25) L’analisi della postura negli addetti a VDT è da affrontare secondo la procedura EPM: - nelle situazioni operative di reale costrittività e fissità - come approfondimento della condizione di esposizione in base agli esiti della sorveglianza sanitaria (es. prevalenza inattesa di disturbi o patologie nel gruppo; valutazione di un potenziale rapporto causale di quadri patologici in singoli) Altrimenti, negli addetti a VDT, è da ritenersi sufficiente la analisi delle condizioni lavorative e di rischio da postura attraverso i dati raccolti nella “Scheda di rilevazione” (all.4) 2) Sorveglianza sanitaria I principali rischi per la salute degli operatori addetti a VDT riguardano: a) apparato visivo b) apparato muscolo-scheletrico c) stress-affaticamento mentale. Sono stati segnalati negli utilizzatoti di VDT disturbi cutanei ( prurito, eritema al volto e agli arti superiori) che sono stati associati a condizioni microclimatiche (bassa umidità relativa) ; a cariche elettrostatiche (tra schermo e operatore) ; a inquinanti aerodispersi; le segnalazioni sono da validare sotto il profilo epidemiologico e causale. Non esiste rischio da radiazioni X ( la emissione di Rx da VDT non modifica i valori di fondo della radioattività naturale). Non si hanno effetti sulla gravidanza se non correlati allo stress,o a posture fisse. La sorveglianza sanitaria, , si prefigge di evidenziare disturbi o condizioni funzionali o cliniche a carico dell’apparato visivo e dell’apparato muscolo scheletrico, causate o favorite dall’uso di VDT o l’aggravamento di patologie preesistenti. Il D.Lgs 626/94 (come modificato dalla L.422/2000 ) all’art. 55, prevede obbligo di sorveglianza sanitaria per: i lavoratori che utilizzano una attrezzatura munita di videoterminale in modo sistematico o abituale per venti ore settimanali ( sistematico= inserito in un complessivo sistema di organizzazione del lavoro abituale= ripetuto di fatto nel tempo anche al di fuori di una organizzazione sistematica) a cura del medico competente prima che siano addetti alla attività ad una visita medica per evidenziare eventuali malformazioni strutturali e ad un esame degli occhi e della vista; qualora l’esito della visita medica ne evidenzi la necessità, il lavoratore è sottoposto ad esami specialistici. In base alle risultanze degli accertamenti i lavoratori vengono classificati in : idonei con o senza prescrizioni , non idonei; le visite di controllo, salvo casi particolari stabiliti dal medico competente, sono previste con periodicità biennale per i lavoratori classificati come idonei con prescrizioni e per i lavoratori che abbiano compiuto i 50 anni di età, quinquennale negli altri casi.. il lavoratore è sottoposto a controllo oftalmologico a sua richiesta ogniqualvolta sospetti una sopravvenuta alterazione della funzione visiva confermata dal medico competente. a) apparato visivo. L’utilizzo di VDT non sembra produrre danni permanenti anatomici o funzionali all’apparato visivo, anche se mancano dati definitivi circa i possibili effetti a lungo termine connessi a disagi oculari protratti(20). Sono invece dimostrati disturbi oculo-visivi dovuti ad affaticamento visivo (astenopia). Astenopia. Sono state date diverse definizioni di astenopia occupazionale : tra esse quella proposta dal G.I.L.V. secondo cui si tratta di “una sindrome causata da noxae occupazionali in grado di concorrere a determinare , anche in rapporto alle caratteristiche oftalmologiche del lavoratore un disagio alla visione, che si manifesta con un insieme di sintomi e segni in prevalenza oculari e visivi, ma anche generali” (20) L’astenopia è occupazionale quando vi è presenza di almeno 2 sintomi astenopici, che si presentano in maniera non occasionale e chiaramente associati nel tempo con lavoro a visione ravvicinata (10) La astenopia si può manifestare con: -sintomi visivi: principali : fastidio alla luce/fotofobia visione sfuocata visione sdoppiata ridotta velocità alla lettura secondari: aloni colorati effetto Mc Collough cui possono corrispondere: riduzione della acuità visiva riduzione dell’ampiezza fusiva allontanamento del punto prossimo di accomodazione( P.P.A.) comparsa o aumento di forie miopizzazione transitoria -sintomi oculari: principali: lacrimazione prurito bruciore “gritty feeling” dolore periorbitario e/o retrobulbare secondari: alterazioni dell’ammiccamento pesantezza dei bulbi secchezza cui possono corrispondere: iperemia congiuntivele alterazioni del film lacrimale secrezione oculare - sintomi generali cefalea astenia nausea dispepsia vertigine tensione generale Non è ancora possibile una valutazione quantitativa della astenopia. Può esserle attribuita una diversa significatività, da collegare in particolare ai provvedimenti da adottare da parte del medico competente. Astenopia Occupazionale Frequenza 1volta/settimana 2/4 volte/settimana > 4 volte/settimana Livello/grado Trascurabile Moderata Intensa Provvedimenti da parte del medico competente Nessuno Possibili Necessari Le caratteristiche della astenopia occupazionale sono: - è molto diffusa tra gli addetti a VDT, ma è presente anche nella popolazione generale i sintomi sono aspecifici e prevalentemente soggettivi non è ancora possibile una quantificazione oggettiva è rapidamente reversibile non c’è evidenza che possa diventare cronica ha una componente psico-emotiva significativa le cause non sono completamente definite Tra le cause dell’astenopia sono state individuate: * caratteristiche del lavoro, in particolare intensità e durata dell’impegno visivo. L’impegno visivo nell’uso di VDT è in genere: ravvicinato (tra 50 e 70 cm. con impegno della funzione di accomodazione e convergenza) statico: senza alternanza tra visione ravvicinata e per lontano protratto: con differente durata nelle diverse condizioni,spesso molte ore al giorno per anni Popolazioni impiegatizie con basso impegno (meno di due ore /die) hanno mostrato una prevalenza di disturbi astenopici del 20%. *condizioni ambientali: parametri illuminotecnici dell’ambiente e dello schermo condizioni microclimatiche inquinanti chimici *caratteristiche dell’apparato oculare: - ametropie non corrette o mal corrette anisometropia elevata ( anche corretta) anomalie dell’accomodazione eteroforie deficit della convergenza deficit della fusione anomalie della superficie oculare. Nell’ambito della sorveglianza sanitaria andranno pertanto indagate tali condizioni tramite: a) anamnesi ergoftalmologica b) accertamenti specifici Ad esito della sorveglianza sanitaria dovranno essere formulati c) giudizi di idoneità e dovranno essere predisposti d)programmi di controlli periodici successivi . a) anamnesi ergoftalmologica: comprende: -anamnesi lavorativa con informazioni su caratteristiche del lavoro e condizioni ambientali -anamnesi oftalmologica familiare e patologica -raccolta dei disturbi accusati (per evidenziare la astenopia) Traccia per la anamnesi è riportata nella Sezione anamnestica della cartella ergoftalmologica (all.6) da utilizzare per la sorveglianza agli addetti a tutti i compiti visivi ravvicinati. Per gli utilizzatori di VDT la anamnesi lavorativa è guidata dal questionario di autovalutazione; particolare attenzione verrà posta agli aspetti correlati all’impegno visivo se gli accertamenti svolti sono limitati alla funzionalità visiva (richiesta di prestazione ambulatoriale specifica) b) esecuzione di accertamenti specifici: 1) screening oftalmologico 2) esame clinico oftalmologico. 1) screening oftalmologico Viene effettuato a cura del medico del lavoro , con l’ausilio di ortoanalzzatore (Ergovision.) Ha la finalità di verificare : la acuità visiva (emmetropia; ametropie ; adeguatezza della correzione in uso) la visione binoculare (forie, fusione, stereopsi) la visione dei colori (l’importanza della cui adeguatezza è da correlare alla natura del compito visivo) la visione dei contrasti e mesopica ( in rapporto alle condizioni illuminotecniche dell’ambiente e/o dello schermo) Gli ortoanalizzatori consentono di indagare queste funzioni Per la sensibilità e specificità dimostrata , per la acuità visiva , soprattutto in popolazioni non giovani (in cui la prevalenza dei disturbi è più elevata) e per le forie le apparecchiature sono risultate affidabili.( 12; 15) Relativamente allo screening ,le procedure da adottare nella U.O.O.M.L prevedono: 1) analisi della domanda: a)-soggetto inviato dal medico di base: -comprensione del quesito diagnostico: (facilitata se il quesito è chiaramente formulato per cui è opportuno dare indicazioni in tal senso in fase di appuntamento) a cura del medico -indicazioni alla ASV/IP della batteria di test da effettuare e dei test più significativi. b)- soggetto inviato dal medico competente aziendale: -comprensione della natura della richiesta ( a cura del medico): -esecuzione dello screening con ergovision con o senza eventuale approfondimento specialistico oculistico -supporto specialistico relativamente a soggetti o condizioni problematiche -acquisizione di informazioni sulle condizioni lavorative condizionanti l’insorgenza di disturbi visivi (documento di valutazione del rischio; descrizione da parte del medico competente) da richiedere in fase di ricezione della richiesta e di predisposizione del calendario degli appuntamenti a cura della ASV/IP -indicazione alla ASV/IP della batteria dei test da effettuare e dei test più significativi (a cura del medico) c)-soggetto visitato in qualità di medici competenti convenzionate) (dipendenti di aziende -valutazione delle condizioni di lavoro : recupero ed analisi del documento di valutazione dei rischi -sorveglianza sanitaria finalizzata alla formulazione del giudizio di idoneità : da considerare non solo l’apparato visivo ma anche l’apparato muscolo – scheletrico e lo stress- affaticamento mentale 2) effettuazione degli accertamenti a cura della ASV/IP: a) raccolta della anamnesi corrispondente sezione della ergoftalmologica e compilazione cartella ergoftalmologica della b) effettuazione dello screening con ergovision (in fase iniziale è opportuno che venga effettuata l’intera sequenza dei test Ergovision per finalità di apprendimento sia relativamente alla manualità che alla valutazione complessiva della funzione visiva) 3) valutazione a cura del medico del lavoro e a) refertazione degli accertamenti per medico di base o medico competente b) eventuale richiesta di approfondimento specialistico oculistico c) formulazione del giudizio di idoneità (acquisito il parere dello specialista se necessario). 2) esame clinico oftalmologico: Si dovrà richiedere una visita specialistica oculistica in tutti i casi in cui vi sia necessità di una diagnosi o di terapia. Inoltre nei casi in cui si rilevino: a) aspetti anamnestici significativi: disturbi pregressi della motilità oculare alterazioni recidivanti e/o croniche a carico degli annessi e della superficie oculare: - cataratta - glaucoma - uso abituale di lenti a contatto correttive riscontro in anamnesi familiare o patologica di alterazioni rilevanti per patologia oculare b) sintomi e segni di astenopia: significativa la presenza di almeno due sintomi astenopici non occasionali e correlati con il lavoro c) evidenza di alterazioni significative Ametropie elevate: miopia superiore a –6D (anche in un solo occhio) Ipermetropia superiore a +3D (anche in un solo occhio) Astigmatismo superiore a 2D cil. (anche in un solo occhio) Valori refrattometrici significativamente diversi dalla correzione in uso: - valore sferico o cilindrico che si discosti di 1.00 D o più rispetto alla correzione in uso - asse dell’astigmatismo diverso di almeno 15 gradi dalla correzione in uso Visus massimo: per lontano inferiore a 8/10 monoculare Per vicino (50 cm.) superiore al 2° carattere (DW o J) o inferiore a 6/10 (tavole decimali) monoculare Eteroforie: orizzontali (a 50 cm.) con valori non compresi tra +8 e –15 diottrie Prismatiche Verticali (a 50 cm.) con valore diverso da 0 diottrie prismatiche Assenza di stereopsi Deficit di convergenza: punto prossimo di convergenza non misurabile Variazioni del senso cromatico (rispetto a controlli precedenti) Gli accertamenti da effettuare a cura dello specialista sono: - Esame della refrazione ed eventuale prescrizione della correzione ottica Esame biomicroscopico di annessi e segmento anteriore: blefarite congiuntivite allergica alterazioni della trasparenza corneale (postumi traumatici, infettivi, chirur.) alterazioni di colore dell’iride (eterocromia) alterazioni di forma della pupilla (coloboma) alterazioni della trasparenza del cristallino (cataratta) - Valutazione della motilità oculare: versioni nelle nove posizioni dello sguardo riglessi corneali P.P.C. e P.P.A. Forie (cover test) e misura dell’entità delle forie Fusione (luci di Worth) e valutazione dell’ampiezza fusionale Stereopsi - Esame del senso cromatico: tavole di Ishihara Esame oftalmoscopico del polo posteriore: papilla e macula. Ulteriori approfondimenti potranno essere: - diagnostici effettuati a cura dello specialista Esame della refrazione in cicloplegia Test ortottici complementari (se disturbi della motilità) Esame della secrezione lacrimale (se irritazione) Esame del visus p.l. e p.v. e della motilità oculare dopo la sospensione di LAC Tonometria (se sospetto clinico-anamnestico di glaucoma) Gonioscopia (se sospetto clinico-anamnestico di glaucoma - Esame della sensibilità al contrasto Esame del campo visivo Esame del vitreo Esame della periferia retinica Test del senso cromatico L’invio allo specialista oculista seguirà le procedure concordate con la U.O. di oculistica : Allo specialista verrà trasmessa la cartella ergoftalmologica già compilata nelle parti “anamnesi” e screening con ortoanalizzatore , a cura della ASV/IP della U.O.O.M.L.; lo specialista compilerà la medesima cartella nella parte esame clinico oftalmologico; la cartella verrà restituita alla U.O.O:M.L. a cura degli operatori sanitari del poliambulatorio (oppure verrà ritirata presso il poliambulatorio a cura della ASV/IP della U.O.O.M.L.) c) giudizi di idoneità. I giudizi di idoneità sono formulati dal medico competente in base agli esiti della visita e degli accertamenti effettuati : Verranno pertanto espressi in termini di idoneità alla mansione specifica solo per i lavoratori dipendenti di aziende convenzionate visitati in qualità di medici competenti ; il giudizio sarà complessivo relativo cioè anche agli altri aspetti di nocività potenziali correlati al lavoro con VDT (apparato muscoloscheletrico, stress mentale) Per i lavoratori inviati dal medico di base o dal medico competente si formuleranno delle considerazioni relative alle condizioni visive, come riscontrate. Il giudizio potrà essere formulato come: 1) non idoneità : a) temporanea b) permanente 2) a) idoneità b) idoneità con prescrizioni. 1a) non idoneità temporanea. - Soggetti con patologie oculari non chiaramente inquadrate fino al completamento degli accertamenti diagnostici - Soggetti con patologie acute oculari che comportino una riduzione del visus al di sotto dei limiti prescritti per l’esecuzione del compito visivo abituale.,fino ad avvenuta guarigione : - che provocano marcata riduzione del visus ( cheratite erpetica, emorragia vitreale, uveite) che alterano la visione binoculare (ematoma orbitario, strabismo paralitico) patologia dell’apparato lacrimale (dacriocistiti e dacrioadeniti acute) -patologie con intensa sintomatologia irritativa (congiuntiviti, blefariti, sindrome dell’occhio secco) 1b) non idoneità permanente : tra i lavoratori addetti a VDT/PC sono rare le condizioni oculo –visive tali da determinare una non idoneità totale o permanente * Soggetti che non possiedono una acuità visiva minima tale da consentire nelle normali condizioni di lavoro la visione adeguata dei caratteri e delle informazioni visive, presentate dal VDT alla abituale distanza di lavoro (50-70 cm.) livello soglia di tale acuità visiva almeno 2/10 corretti per ciascun occhio (20) Patologie causa di grave riduzione del visus: (7) Malattie oculari congenite gravi (retinopatia pigmentosa avanzata, otticopatie congenite) Cheratocono bilaterale avanzato Cataratta bilaterale avanzata Maculopatie (miopica, senile dismetabolica) Gravi patologie del nervo ottico (otticopatia glaucomatosa, neurite ottica) Patologie causa di gravi alterazioni della funzione binoculare: Paralisi miogene (oftalmoplegia esoftalmica, miastenia, miosite esoftalmica acuta) Paralisi neurogene (paralisi isolata del nervo oculomotore comune, del nervo trocleare, del nervo abducente) Eteroforie in fase di marcato scompenso * significativo peggioramento rapportabile al lavoro di una determinata funzione Peggioramento ingravescente della miopia in soggetti di età superiore a 35 anni Progressivo aumento della etoroforia Riduzione dell’ampiezza fusionale Deterioramento ingravescente a carico della superficie oculare Si tratta cioè di patologie oculari, con o senza alterazioni rifrattive, alterazioni della motilità oculare e della superficie oculare, non correggibili, incompatibili con gli impegni visivi richiesti dai compiti lavorativi 2a) idoneità ogni soggetto emmetrope ed ortoforico, con visione binoculare normale- non affetto da strabismi anche latenti o da discromatopsie Non comportano limitazioni, purchè compito, alterazioni quali: - presbiopia ≤ 2D - forie - discromatopsie - ipermetropie ≤ 4D - miopie < 8 D - astigmatismi minori di 3 D - anisometropie > 3D garantiscano un visus adeguato al In tab 3 sono riportate le acutezze visive richieste per la osservazione di alcuni caratteri comunemente utilizzati nel lavoro con VDT in funzione della distanza di osservazione. Tab.3: Acutezze visive per l’osservazione di alcuni caratteri comunemente utilizzati nel lavoro con VDT/PC in funzione della distanza di osservazione (20) Dettaglio da osservare Distanza di osservazione 50 cm. 70 cm 90 cm. “C” di Word 97, Time New Roman 10 * 1,5/10 (6’36’’) “C” di Word 97, Time New Roman 8 * 5,5/10 (2’18’’) “3” Eudora Courier mew 12 3,4/10 (3’0’’) “X” Help Eudora Courier New 12 1,1/10 (10’12’’) 2,1/10 (4’48’’) 6/10 (1’36’’) 4,2/10 (2’24’’) 1,4/10 (7’28’’) 2,8/10 (3’36’’) 8/10 (1’18’’) 5,6/10 (1’48’’) 1,8/10 (5’42’’) * Zoom al 75% L’ idoneità può essere limitata da prescrizioni concernenti essenzialmente: a)una limitazione temporale della durata del tempo un incremento del N° di pause . di lavoro complessivo o b)una maggiore frequenza di controlli sanitari da parte del medico competente o dell’ oftalmologo, nonché terapie oftalmologiche e/o esercizi ortottici. a) Una limitazione temporale dell’impegno visivo deve essere formulata presenza di significativi sintomi di affaticamento o disagio visivo. in Tra le cause oculari vi sono: - ambliopia parziale con visus inferiore a 6/10 (anche monolaterale) - alterazioni della motilità oculare estrinseca quali: eteroforie medioelevate eteroforie facilmente scompensabili nistagmo deficit neurologici - patologia infiammatoria cronica degli annessi - patologia della superficie oculare( es. sindrome dell’occhio secco) - alterazione della trasparenza della cornea - cheratocono - cataratta - afachia, pseudoafachia - difetti rifrattivi elevati (a prescindere dal visus ottenibile con correzione) - retinopatir degenerative - maculopatie con alterazione della visione centrale - alterazioni del campo visivo b)I controlli più ravvicinati , con cadenza da valutare caso per caso, possono essere a cura del medico competente o dell’oftalmologo, in particolare per patologie che per loro naturale evoluzione possono progressivamente ridurre la acuità visiva. Tra queste vi sono: - cheratocono - glaucoma - cataratta - miopia degenerativa - uveite - retinopatia evolutiva (diabetica, ipertensiva,maculopatie, degenerazioni tappeto retiniche,…) - gravi patologie del nervo ottico (otticopatia glaucomatosa, neurite ottica) - patologie(paralisi neurogene e miogene) causa di alterazioni della funzione binoculare In tab. 4 sono riportate le indicazioni guida per il giudizio di idoneità derivati dai risultati dell’anamnesi e degli accertamenti oftalmologici (20) d) periodicità dei controlli. Secondo la norma (art. 21 della L. 422/2000) la periodicità dei controlli deve svolgersi :; ogni 5 anni per i soggetti idonei senza prescrizioni di età inferiore a 50 anni ogni 2 anni per i soggetti idonei con prescrizioni o di età superiore a 50 anni fatte salve frequenze diverse: stabilite dal medico competente - ogni qualvolta la visita ne evidenzi la necessità - su richiesta del lavoratore(confermata dal medico competente) Nelle tabelle 5 e 6 sono riportati le periodicità dei ricontrolli (1° e successivi al primo )suggeriti dal G.I.L.V.(10), da diversificare in relazione a : - durata del tempo, di lavoro con presenza e significatività di eventuale astenopia; natura, gravità, evolutività della patologie presenti; riscontro di aggravamento; prescrizione di correzioni e/o rieducazione ortottica N° di ricontrolli effettuati Tab.2. Classificazione dei diversi tipi di lavoro con VDT (da Visual Display Terminals and Workers’ Health – WHO Offset Publication n° 99 – 1987, modificata). _______________________________________________________________ IMMISSIONE DI DATI (data entry): l’informazione è inserita nel computer, spesso secondo uno schema prefissato. Il ritmo di lavoro è spesso alto, con poche interruzioni, poca possibilità di controllare la velocità di lavoro e poche opportunità per prendere decisioni. L’enfasi visiva è posta sul documento fonte dei dati. Esempi: - contabilità amministrativa - carico fatture - controllo polizze ACQUISIZIONE DI DATI (data acquisition): i dati sono letti sullo schermo, quindi con forte enfasi visiva sullo schermo. Il ritmo è medio, con alcune interruzioni. Il controllo esercitato sulla velocità di lavoro e le opportunità di prendere decisioni variano. Esempi: - operatore telefonico COMUNICAZIONE INTERATTIVA (interactive communication – conversational mode): questa modalità lavorativa prevede sia l’immissione che l’acquisizione di dati, quindi consiste in una conversazione con il VDT. Il ritmo è medio ed intermittente, con enfasi visiva sullo schermo. Vi sono frequenti intervalli per l’elaborazione, il controllo della velocità di lavoro e le opportunità di decisione sono variabili. Esempi: - impiegati addetti alla prenotazione viaggi. VIDEOSCRITTURA (Word processing): prevede immissione di testi, richiamo, ricerca, formattazione e correzione. Il ritmo di immissione è alto ma intermittente, con enfasi visiva che varia tra schermo e il documento fonte di dati. Le interruzioni sono poche, con alcune opportunità per il controllo della velocità e il prendere decisioni. Esempi: - segretarie - impiegate studi professionali PROGRAMMAZIONE, CAD, CAM (programming, computer assisted design and manufacturing): questi lavori sono spesso classificati come professionali, in contrapposizione ai precedenti definiti come lavori d’ufficio. Il tempo passato al VDT può variare. Il ritmo di immissione è basso ed intermittente, con enfasi visiva sia sullo schermo che sui documenti. Le interruzioni sono frequenti e ci sono notevoli opportunità per il controllo della velocità di lavoro e le decisioni. Esempi: - programmatori - progettisti _______________________________________________________________ _________________ Da G. Molteni-G.C. Cesana: “Lavoro terziario e salute” – Ed. Masson Tab. 4. Indicazioni guida per il giudizio d’idoneità derivati dai risultati della visita oculistica. Tipo di affezione Oculo-visiva Deficit visus bilaterale Deficit visus monoculare Vizi refrattivi elevati Presbiopia Disturbi ortottici Anomalie della visione binoculare e della motilità con insufficiente compenso Strabismo Uso LAC Occhio miglior e >7/10 >7/10 <7/10 <7/10 Occhio peggiore <2/10 >3/10 <3/10 >3/10 <3/10 < 8/10 Indifferente < 6/10 Indifferente Miopia > 8 D Ipermetropia > 4 D Astigmatismo > 3 D Anisometropie > 3 D >2 D Deficit convergenza (>15 cm) eteroforie marcate exo > - 10 ∆ eso > + 4 ∆ iper-ipo > 2 ∆ v. monoculo v. corrispondente deficit refrettivo o patologia oculare Patologie oculari acute v. situazioni corrispondenti Patologie oculari croniche TIPO DI IDONEITA’ Astenopi a NO Astenopi a SI F A B B C B C C D B C C C C C A C C D C D C D B A/B C B/C E Legenda A idoneo senza prescrizioni B idoneo con prescrizione controllo medico competente più frequente C idoneo con prescrizione controllo oculistico e medico competente più frequente D idoneo con prescrizione di limitazione temporale della durata complessiva del lavoro al VDT aumentando numero delle pause E temporaneamente non idoneo F non idoneo (mansioni ad hoc) Note 1. Visus valutato con la miglior correzione possibile e tollerabile per vicino e lontano 2. Patologie oculari croniche importanti da valutare caso per caso 3. L’evolutività determina il passaggio da A e B a C. 4. Per la significatività dell’astenopia, in relazione ai casi B/C ovvero D, vedi testo pagg. 23-24. Tab. 5 – Periodicità del ricontrollo e ulteriori interventi preventivi per visite ergoftalmologiche Reperto ergoftalmologico * Alterazioni gravi Tempo di esposizione (ore medie/settimana) > 20 ≤ 20 Alterazioni lievi > 20 ≤ 20 Alterazioni assenti > 20 10 – 20 < 10 Tempo di ricontrollo Ulteriori interventi preventivi 6 mesi 1 anno Eventuale correzione della ametropia e rieducazione ortottica Eventuale correzione della ametropia e rieducazione ortottica Nessuno Nessuno Nessuno 1 anno 2 anni 2 anni 3 anni Non ricontrollo * Sono considerate sole le alterazioni ergoftalmologiche importanti (disturbi della binocularità, dell’accomodazione e della refrazione possibilmente evolutivi) Da: L’ergoftalmologia per la tutela della funzione visiva nei luoghi di lavoro. Piccoli B. Miglior M. Grieco A. e coll, Atti del VII Congresso Nazionale della S.I.E.T.O. Siena 16-18 febbraio 1990 (modificata) Tab. 6 – Periodicità del ricontrollo e ulteriori interventi preventivi per visite ergoftalmologiche successive alla prima Reperto Reperto ergoftalmologico ergoftalomologico attuale precedente Invariato Invariato Invariato Invariato Invariato Aggravamento di alterazioni pregresse o insorgenza di alterazioni gravi Aggravamento contenuto di alterazioni pregresse o insorgenza di alterazioni lievi Alterazioni Alterazioni Alterazioni assenti Alterazioni Alterazioni Alterazioni assenti Alterazioni Alterazioni Alterazioni assenti Tempo di esposizione (ore medie/sett.) > 20 > 20 > 20 1 (2) anni 2 (3) anni 3 (4) anni Nessuno Nessuno Nessuno gravi lievi ≤ 20 ≤ 20 ≤ 20 2 (3) anni 3 (4) anni 4 (5) anni Nessuno Nessuno Nessuno gravi lievi __ __ __ 6 mesi 6 mesi 6 mesi > 20 1 anno ≤ 20 2 anni gravi lievi Alterazioni gravi Alterazioni lievi Alterazioni assenti Tempo di ricontrollo (*) Ulteriori interventi preventivi Eventuale correzione dell’ametropia e rieducazione ortottica: riduzione dell’esposizione (dopo più controlli positivi) Eventuale correzione dell’ametropia e rieducazione ortottica: riduzione dell’esposizione (dopo più controlli positivi). * i numeri tra parentesi si riferiscono a controlli successivi al secondo. Da : L’ergoftalmologia per la tutela della funzione visiva nei luoghi di lavoro. Piccoli B. Miglior M. Grieco A. e coll. Atti del VII Congresso Nazionale della S.I.E.T.O. Siena, 16-18 febbraio 1990 (modificata). Da GILV “Il rapporto tra lavoro e visione sotto il profilo medico preventivo: primi orientamenti per un corretto approccio ergoftalmologico – parte seconda, metodo. Med. Lav. 1993, 84, 4 324-331(10) b) apparato muscolo-scheletrico. L’utilizzo di VDT può causare disturbi e danni all’apparato muscolo- scheletrico ed in particolare a: colonna vertebrale : da posture fisse e/o incongrue arto superiore : da movimenti ripetuti (digitazione-uso di mouse) - La sorveglianza sanitaria con riferimento al rischio da postura, prevede la valutazione clinica dell’apparato locomotore secondo la metodologia e con gli strumenti descritti nel protocollo “Movimentazione Manuale dei carichi” La scheda all. 8 “valutazione clinica dell’apparato locomotore” è una sezione specifica da allegare alla cartella sanitaria. La sorveglianza sanitaria con riferimento al rischio da movimenti ripetuti, prevede la valutazione clinica dell’arto superiore. secondo la metodologia e con gli strumenti descritti nel protocollo “movimenti e sforzi ripetuti degli arti superiori”. La scheda all. 9 Valutazione clinica per patologie dell’arto superiore” è una sezione specifica da allegare alla cartella sanitaria Criteri di idoneità Data la efficacia e la praticabilità degli interventi possibili di tipo preventivo (strutturazione del posto di lavoro, organizzazione de] lavoro, informazione e formazione degli addetti —tipo Back school”), non si configurano situazioni di “non idoneità per problemi connessi alla postura. Possono essere oggetto di “prescrizioni, in relazione alle condizioni individuali, modifiche organizzative finalizzate alla interruzione della fissità degli atteggiamenti posturali, (es. pause ) o la pratica di esercizi muscolari ( rilassamento, stiramento, rinforzo). La indicazione ad interventi di informazione- formazione dei comprensivi anche di sedute collettive di “educazione motoria”, opportuna, diviene imperativa quando la prevalenza dei disturbi nel lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria, è superiore alla attesa. ( cfr. bibliografia protocollo M.M.C.). lavoratori, comunque gruppo dei prevalenza Relativamente alle patologie dell’arto superiore, sono di riferimento per il giudizio di idoneità limitata o non idoneità, i criteri esposti nello specifico citato protocollo. Il riscontro, nei lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria. di quadri patologici impone una valutazione approfondita delle specifiche condizioni di lavoro. c) Stress- affaticamento mentale La analisi delle condizioni di lavoro per gli aspetti correlati allo stress o affaticamento mentale è complessa, stante principalmente la loro genesi multifattoriale. APPENDICE: riferimenti normativi e bibliografici 1) 2) 3) 4) D. Lvo 626/94 – titolo VI e allegato VII (integrato dal D. Lvo 242/96) L. 29/XII/2000 n° 422 – art. 21 – Modifiche al D.Lvo 626/94 Decreto Min. lavoro 2/X/2000 – Linee guida d’uso dei VDT Circolare Min. Lavoro 16/2001 – Chiarimenti operativi in ordine alla definizione di “lavoratore esposto” e “Sorveglianza Sanitaria” 5) Sentenza Corte di Giustizia CEE 12/XII/1996 6) Norme UNI - UNI EN 29241 parte 1^ - Requisiti ergonomici per il lavoro di ufficio con videoterminali (VDT) UNI 10530 – Sistemi di lavoro e illuminazione UNI 10380 – Illuminazione di interni con luce artificiale UNI 7498 – Sedie e poggiapiedi dimensioni e caratteristiche costruttive UNI 8582 – Sedie e sgabelli determinazione della stabilitàù UNI 7367 – Piano di lavoro – scrivania e sedia – tavolo per videoterminale sedia UNI 9095 – Tavoli per VDT – dimensioni 7) Conferenza dei Presidenti delle Regioni e della Province Autonome: Sicurezza e salute nei luoghi di lavoro – Linee guida per l’applicazione del D.Lvo 626/94 8) G. Molteni – GC Cesana: “Lavoro terziario e salute” Ed. Masson 9) Piccoli – D’Orso – Troiano et AA: “Significance and role of working condition analysis in ergophthalmological surveillance of vales display unit operators – work with display units 92 – Luczak Caber (Editors) 10) G.I.L.U . – “Il rapporto tra lavoro e visione sotto il profilo medico preventivo: primi orientamenti per un corretto approccio ergooftalmologico“ parte I e II – Med. Lav. 1993: 84, 4 pagg. 324-331 11) Dossier Ambiente n° 30 – “Videoterminali – salute e lavoro” 12) Atti 53 “Congresso S.I.L.M. “ Stresa 1990 – in particolare: - Barbieri Arduini Gullo et AA – “Sensibilità specificità delle apparecchiature di screening visivo – pagg. 423-426 - Piccoli – Gratton – “Visione e lavoro d’ufficio” – pagg. 99-110 - Bergamaschi – Apostali – Semeraro: “Criteri per la valutazione della funzione visiva e per la formulazione del giudizio di idoneità lavorativa specifica degli operatori al VDT” – pagg. 491-496 13) Grieco .- Piccoli – “Visione e lavoro” Nota I: Metodo per la valutazione del carico di lavoro visivo e delle condizioni illluminotecniche nei luoghi di lavoro – Med. Lav. 5, 496-514, 1982 14) Piccoli – Perris – Gratton – Grieco: Visione e Lavoro – Nota II : Metodo per lo studio della funzionalità visiva in lavoro – Med. Lav. 1985, 76:3, 238245 15) Baldasseroni – Fusini- Tartaglia “Considerazioni epidemiologiche sullo screening oculistico in Medicina del Lavoro” Med Lav. 1994, 85, 2: 99-106 16) Pierini –Piccoli - Moroni “Dermatiti in operatori a VDT: rassegna della letteratura” Med.Lav. 1991, 82, 5: 451-457 17) Rechichi – Scullica “Asthnopie et ecran de Visualization ” J.F. Ophtalmol. 1990, 13, 8/9 – 456-560 18) RosE “Workplace Video Display Terminals and Visual fatigue” J.O.M. 29, 4, 1987 pagg.321-324 19) Bergqvist U.O. “Video display terminals and health” Scand. J. Work Environ. Health 10, 1984 pag. 2 20) Apostoli – Bergamaschi et AA “ Funzione visiva ed idoneità al lavoro” – Folia Med. 69 (II) 13-34, 1998 21) Bergqvist U.: “Possibile effects of working with V.D.U.” – British Journal of Industrial Medicine: 46: 217-221, 1989 22) Bergqvist U. et AA “Eye discomfort and work with visual display terminals” Scan. J. Work Environ. Health, 1994, 20 23) Scullica L. Rechichi C. “The influence of refractive defects on the appearance of asthenopia in subjects employed at videoterminals (Epidemiological survey on 30000 subjecte) Bull.Ocul, 68, 1989, 7:25-48 24) Colombini D. Occhipinti E. “Messa a punto e prima sperimentazione di una procedura per l’espressione di indici sintetici di rischio nella valutazione delle posture fisse prolungate” 53° Congresso S.I.M.L.I.I. Stresa 1990 25) Colombini-Occhipinti-Greco-Boccardi-Menoni “Posture di lavoro e artropatie” Comune di Milano 1986 26) Bergqvist U. Wolgaste et AA “Muscoloskeletal disorders among visual display terminal workers: individual, ergonomic and work, organizational factors” Ergonomics 38:763-776, 1995 27) Occhipinti-Colombini-Molteni-Greco “Posture, artropatie e lay-out nel lavoro nel lavoro di ufficio” 53° Congresso S.I.M.L.I.I. Stresa 1990