37 IL CAFFÈ 9 febbraio 2014 virgolette tra MARIAROSA MANCUSO C Tute Adidas, pellicce, scafandri spaziali... il costume fa Oscar schermi inquanta sfumature di bianco. Tante ne ha provate, lavorando con il direttore della fotografia Emmanuel Lubetzki, la costumista di “Gravity” Jany Temine. Una era troppo grigia, un’altra troppo beige, il bianco giusto per le riprese nello spazio profondo era inadatto alle riprese dentro la navicella (o quel che ne rimane dopo l’incidente con la tempesta di detriti). Sembra facile disegnare una tuta spaziale, perché va schizzata e fabbricata, non si può risolvere la faccenda andando alla Nasa e prendendone qualcuna in prestito. Le vere divise degli astronauti, spiega Jany Temine, addosso agli attori fanno l’effetto “Teletubbies”, i pupazzetti colorati e grassocci che saltellano nella più famosa serie della Bbc destinata ai bambini. Il 3D complicava ancor di più la faccenda, e c’era il problema della biancheria. Non si poteva certo far uscire Sandra Bullock dallo scafandro con il necessario pannolone. Quindi il completino gareggia in spartana eleganza con quello sfoggiato da Sigourney Weaver alla fine del primo “Alien”. L’attrice, alla prima prova costumi, aveva avvertito: “Farò molta palestra, il mio corpo diventerà muscoloso”. Promessa mantenuta, fa notare Jany Temi- libri L’altra informazione vista da Al Jazeera ne (che vanta 40 anni di esperienza, ha disegnato le divise scolastiche di Harry Potter e le palandrane dei maghi, e ha lavorato su “Skyfall”): in effetti l’ingegnera ha un fisico da urlo. Risultato: 10 nomination all’Oscar, 90 candidature ai più vari premi che si assegnano nel vasto mondo dei cinema, e nessuna per i costumi. I giurati dell’Oscar preferiscono i film d’epoca. La statuetta andrà al miglior broccato, al miglior taffetà, alle migliori paillettes o al miglior costume da bagno all’uncinetto (ne sfoggia uno stupendo Amy Adams in “American Hustle” di David O’ Russell). Magari al trionfo di camicie bianche e di abiti da lavoro nei campi di cotone disegnati dall’ottantenne costumista Patricia Norris per “12 anni” schiavo di Steve McQueen. I film contemporanei, peggio GRAVITY Eleganza spartana per Sandra Bullock nel film di Alfonso Cuarón che mai i film di fantascienza, hanno scarse possibilità di farsi notare. A meno che non siano firmati da Wes Anderson, che nei “Magnifici Tenenbaum” identifica i personaggi con il loro armadio: tuta Adidas rossa per Ben Stiller, pelliccia di visone per Gwyneth Paltrow. Il volpacchiotto gentiluomo “Mr Fox”, I film contemporanei e quelli di fantascienza, non sono notati dalle giurie B MARCO BAZZI GLI ITALIANI NON SONO PIGRI Barbara Serra nella pellicola di animazione, aveva un completo gemello del velluto rigato beige che il regista ha addosso in tutte le fotografie. Il prossimo film, “The Grand Budapest Hotel” (apre la Berlinale il 6 febbraio) è ambientato in un lussuoso albergo di inizio novecento. Già le divise dei fattorini, viste nel trailer, sono un incanto. arbara Serra è dal 2006 una delle conduttrici del telegiornale di Al Jazeera English. Nata a Milano da genitori italiani, ha studiato a Londra, dove vive, e ha iniziato la carriera giornalistica alla Bbc. Poi ha fatto una scelta “radicale”: quella di passare a un network che molti occidentali guardano con sospetto, al Jazeera, appunto. Ospite nei giorni scorsi di una conferenza a Lugano, Serra ha pubblicato recentemente un libro, Gli italiani non sono pigri (Garzanti), nel quale oltre a episodi della sua vita da “italiana all’estero” racconta anche la sua scelta professionale. “Sicuramente, gran parte degli italiani non ha visto i famigerati filmati di Bin Laden su Al Jazeera, ma sulla Rai o su Mediaset - scrive -. Se si accusa Al Jazeera di aver fatto da portavoce ai terroristi, l’accusa si dovrebbe estendere a tutti i canali che hanno rimandato in onda quei filmati”. Barbara Serra difende l’indipendenza e la qualità del giornalismo di Al Jazeera e lo fa partendo dalla sua esperienza. “Essendo l’unico grande canale all-news fuori dall’Occidente (Doha invece che Londra, New York o Atlanta) cerchiamo di vedere il mondo non solo con occhi occidentali”. E a chi sostiene che Al Jazeera sia il megafono dello stato del Qatar, che la finanzia, replica: “Se mai lo diventassimo, perderemmo il rispetto dei nostri telespettatori fino a diventare irrilevanti”. Quando ha deciso di lavorare per Al Jazeera, la giornalista qualche problema se l’è posto. “Avevo fatto estese ricerche, sfatando certi miti (per esempio, che Al Jazeera avesse mostrato video di esecuzioni di gruppi terroristici, cosa mai successa), ma sapevo che nell’istante in cui il mio volto fosse apparso su Al Jazeera, tutte quelle associazioni avrebbero incluso anche me. Per sempre”. Serra trova “enormemente fuorviante l’uso generalizzato di termini come mondo arabo e mondo occidentale”. Ci sono trecento milioni di persone nei Paesi arabi, spiega, che forse hanno in comune solo la lingua, parlata comunque in vari dialetti e accenti di ogni regione. “Credere che le popolazioni arabe la pensino tutte alla stessa maniera è tanto assurdo quanto credere che gli italiani siano tutti uguali”. Bellinzona centro Affittasi uffici e appartamenti di prestigio lacalla.ch Consulca: 091 821 12 62 Stazione FFS Nuovo svincolo autostradale Palazzo del Governo Tribunale federale Nuova fermata ferroviaria