Ev le a Ca 978 tr nta -88 ac rel -28 ce la, 6de Giu 105 ll lio 5a Gu 7 st id or ori ia zzi 1 le tracce della storia 1 + diventare cittadino dalla preistoria alla fine della repubblica romana 978-88-286-1052-6 le tracce della storia 1 dalla preistoria alla fine della repubblica romana 978-88-286-1055-7 Da augusto all’anno mille 978-88-286-1053-3 GUIDA PER il docente 978-88-286-1054-0 testimonianze e storiografia Brani di autori antichi introdotti e commentati con proposte di interpretazioni moderne. Per il docente Fascicolo di programmazione per storia e geografia. contenuti MULTIMEDIALI digitatlante Atlante storico digitale: le carte presenti sul libro con funzionalità aggiuntive. voci dal passato File audio che danno voce a grandi personaggi del passato. parole del cittadino Schede per riflettere su temi di cittadinanza e costituzione. audiosintesi File audio per ripassare i contenuti essenziali di ogni capitolo. e-map Mappe concettuali a completamento guidato. e-timeline Cronologie a completamento guidato. giulio guidorizzi le tracce della storia 1 dalla preistoria alla fine della repubblica romana le tracce della storia 1 storia e geografia Oltre 40 mappe per la visualizzazione geografica degli eventi storici. eva cantarella giulio guidorizzi le tracce della storia 2 eva cantarella Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE GRATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 l. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n. 633, art. 2, lett. d). e-test Esercizi autocorrettivi. PER IL DOCENTE Verifiche autocorrettive per la classe virtuale. Prezzo al pubblico Euro 00,00 cover_tracce 1.indd 1 04/01/11 08:53 SEZIONE 1 CAPITOLO 1 LA PREISTORIA E LE CIVILTÀ DELL’ANTICO ORIENTE Le origini dell’umanità TESTO 1. La comparsa dell’essere umano 2. Il piú antico stadio dell’umanità: il Paleolitico 3. La trasformazione dell’ambiente nel Mesolitico 4. La svolta del Neolitico 5. La nascita delle città RUBRICHE 9 11 14 15 18 LO SPAZIO, 4 · IL TEMPO, 4 · I FATTI, 5 · LE FONTI SCRITTE, 6 I DOCUMENTI ICONOGRAFICI, 7 · I CONCETTI CHIAVE, 8 STORIA • IDEE 10 L’origine della specie e l’ipotesi evoluzionista STORIA • SCIENZA 11 La lavorazione della pietra STORIA • CULTURA 14 Lo sciamano e il mondo magico STORIA • IDEE 20 Le Veneri preistoriche e il matriarcato STORIA • CULTURA 21 I riti di passaggio LO SCHEMA DEI CONTENUTI 23 VERIFICHE 24 STRUMENTI WEB digit atlante voci dal • L’evoluzione e la diffusione delle principali forme umane, 4 • Diffusione dell’agricoltura e dei villaggi in Medio Oriente, 16 • Diffusione dell’agricoltura in Europa, 17 • Diffusione delle tecniche metallurgiche, 22 CAPITOLO 2 passato • Darwin, 10 parole del cittadino • Famiglia, 13 Le civiltà della Mesopotamia RUBRICHE TESTO 1. La Mesopotamia, culla della civiltà 2. L’antichissima civiltà dei sumeri 3. L’impero degli accadi 4. La fioritura della civiltà babilonese 5. L’irruzione degli hittiti in Mesopotamia 6. Il poderoso impero degli assiri 7. L’impero «multinazionale» dei persiani 31 32 37 38 39 42 45 LO SPAZIO, 26 · IL TEMPO, 26 · I FATTI, 27 · LE FONTI SCRITTE, 28 · I DOCUMENTI ICONOGRAFICI, 29 I CONCETTI CHIAVE, 30 STORIA • SCIENZA La città-stato e l’«economia idraulica» STORIA • CULTURA Il ciclo della vegetazione: un dio che muore STORIA • LETTERATURA Il mito di Gilgamesh STORIA • SCIENZA Guerrieri e contadini scoprono il ferro: una nuova età della civilizzazione STORIA • CULTURA Le «torri del silenzio» LO SCHEMA DEI CONTENUTI VERIFICHE 31 35 36 39 48 49 50 STRUMENTI WEB digit atlante • L’estensione delle civiltà sumerica, accadica, babilonese, hittita, assira, 26 • Le risorse della Mesopotamia, 32 • L’impero babilonese, 38 • Il regno hittita, 41 • Il regno assiro, 42 IV voci dal passato • Hammurabi, 28 parole del cittadino • Stato, 46 Sommario CAPITOLO 3 La civiltà egizia RUBRICHE TESTO 1. Il dono del Nilo 2. La società egizia 3. La ricca e articolata religione egizia 4. L’Antico Regno: l’età delle piramidi 5. Il Medio Regno: l’apogeo dello stato egizio 6. Il Nuovo Regno: l’età dell’impero 7. Il crepuscolo dell’Egitto dopo il 1000 a.C. 57 59 63 67 68 69 72 LO SPAZIO, 52 · IL TEMPO, 52 · I FATTI, 53 LE FONTI SCRITTE, 54 · I DOCUMENTI ICONOGRAFICI, 55 I CONCETTI CHIAVE, 56 STORIA • CULTURA La stele di Rosetta STORIA • DONNE La condizione femminile nell’antico Egitto STORIA • CULTURA La civiltà della morte STORIA • SOCIETÀ L’organizzazione del lavoro nella Valle dei Re STORIA • LETTERATURA La letteratura egiziana LO SCHEMA DEI CONTENUTI VERIFICHE 58 62 65 66 71 73 74 STRUMENTI WEB digit atlante voci dal parole passato del cittadino • La distribuzione delle principali materie prime, 52 • L’estensione del Nuovo Regno, 69 • Tutankhamon, 70 LABORATORIO DELLE FONTI Non dimenticare il passato, 76 T1 La morale di Appu • T2 Genealogie e discendenze divine • T3 Le imprese di Sesostri • T4 Il «Papiro dei Re» e la storia dell’antico Egitto CAPITOLO 4 • Burocrazia, 56 Le civiltà dell’antica Palestina RUBRICHE TESTO 1. Le civiltà dell’antica Palestina: ebrei e fenici 2. Un popolo «unico»: gli ebrei 3. I fenici 83 84 90 LO SPAZIO, 78 · IL TEMPO, 78 · I FATTI, 79 · LE FONTI SCRITTE, 80 · I DOCUMENTI ICONOGRAFICI, 81 I CONCETTI CHIAVE, 82 STORIA • CULTURA Il marchio di Caiono e il capro espiatorio STORIA • RELIGIONE I sacrifici umani STORIA • CULTURA La nascita dell’alfabeto LO SCHEMA DEI CONTENUTI VERIFICHE 88 89 92 93 94 STRUMENTI WEB digit atlante • Le rotte commerciali della Fenicia e della Palestina, 78 • Migrazioni degli ebrei, 86 Sommario voci dal passato • Giuditta, 84 parole del cittadino • Lingua, 92 V SEZIONE 2 CAPITOLO 5 LA CIVILTÀ GRECA Alle radici della civiltà greca RUBRICHE TESTO 1. La Grecia prima dei greci: la civiltà cretese 2. Alle radici della religione greca: la religione cretese 3. L’alba della civiltà greca: i micenei 4. Un periodo «oscuro» 5. Il mondo descritto nei poemi omerici 6. L’organizzazione politica ed economica nel «Medioevo ellenico» 103 105 107 110 111 114 LO SPAZIO, 98 · IL TEMPO, 98 · I FATTI, 99 LE FONTI SCRITTE, 100 · I DOCUMENTI ICONOGRAFICI, 101 I CONCETTI CHIAVE, 102 STORIA • CULTURA 106 Le tre scritture di Creta STORIA • DIRITTO 109 Lo scudo di Achille STORIA • CULTURA 112 La «cultura della vergogna» STORIA • CULTURA 114 L’anima «doppio» del corpo LO SCHEMA DEI CONTENUTI 115 VERIFICHE 116 STRUMENTI WEB digit atlante voci dal parole passato del cittadino • Espansione delle civiltà cretese e micenea, 98 • Le ondate migratorie in Grecia, 110 • Tersite, 112 LABORATORIO DELLE FONTI Dèi e uomini di Creta, 118 T1 Minosse e il tributo degli ateniesi · T2 Cretesi, gente di mare · T3 La prima talassocrazia della storia · T4 Talassocrazia minoica ed espansione micenea CAPITOLO 6 • Ambiente, 110 La nascita della «polis» TESTO 1. La rivoluzione agraria e la nascita della «polis» 2. La comparsa dei tiranni 3. L’espansione coloniale 4. L’espansione economica e il progresso dei commerci RUBRICHE 125 129 130 134 LO SPAZIO, 120 · IL TEMPO, 120 · I FATTI, 121 LE FONTI SCRITTE, 122 · I DOCUMENTI ICONOGRAFICI, 123 I CONCETTI CHIAVE, 124 STORIA • CULTURA 128 Il «pharmakós» STORIA • SOCIETÀ 130 Aristocrazia e nuovi ricchi: la morale di Teognide STORIA • RELIGIONE 133 Gli oracoli LO SCHEMA DEI CONTENUTI 135 VERIFICHE 136 STRUMENTI WEB digit atlante • L’espansione coloniale greca, 120 • Le città stato-greche, 126 VI parole del cittadino • Uguaglianza, 128 Sommario CAPITOLO 7 Sparta e Atene RUBRICHE TESTO 1. Sparta tra militarismo e oligarchia 2. La tripartizione delle società spartana: spartiati, iloti e perieci 3. L’organizzazione politica spartana 4. Atene nell’epoca arcaica 5. La strada verso la democrazia 6. La tirannide di Pisistrato 7. L’avvento della democrazia con Clistene 143 145 146 147 149 152 153 LO SPAZIO, 138 · IL TEMPO, 138 · I FATTI, 139 LE FONTI SCRITTE, 140 · I DOCUMENTI ICONOGRAFICI, 141 I CONCETTI CHIAVE, 142 STORIA • DONNE 144 La condizione femminile a Sparta STORIA • DIRITTO 148 Le leggi di Dracone STORIA • DONNE 151 La condizione femminile ad Atene STORIA • RELIGIONE 152 I rituali d’iniziazione femminili e maschili LO SCHEMA DEI CONTENUTI 155 VERIFICHE 156 STRUMENTI WEB digit atlante voci dal parole passato del cittadino • Le sfere d’influenza di Sparta e Atene, 138 • Le trittie attiche secondo Clistene, 154 • Atena, 148 • Solone, 150 LABORATORIO DELLE FONTI La guida della città, 158 T1 Pittaco: sapiente o immorale tiranno? · T2 Cipselo: il flagello dei Bacchiadi · T3 Policrate: la (s)fortuna di un tiranno · T4 La tradizionale «anormalità» dei tiranni CAPITOLO 8 • Democrazia, 153 Il mondo comune dei greci RUBRICHE TESTO 1. La coesione del mondo greco 2. La religione «ufficiale» 3. I culti alternativi: i baccanali dionisiaci e i misteri 4. I giochi panellenici 5. La nascita della filosofia 165 165 167 171 173 LO SPAZIO, 160 · IL TEMPO, 160 · I FATTI, 161 LE FONTI SCRITTE, 162 · I DOCUMENTI ICONOGRAFICI, 163 I CONCETTI CHIAVE, 164 STORIA • CULTURA 168 L’antropologia per capire i greci STORIA • LETTERATURA 171 La lirica STORIA • SOCIETÀ 172 I giochi panellenici LO SCHEMA DEI CONTENUTI 175 VERIFICHE 176 STRUMENTI WEB digit atlante • La visione del mondo secondo il filosofo Anassimandro, 160 • I santuari del mondo greco, 169 Sommario VII CAPITOLO 9 Le guerre persiane e l’età classica RUBRICHE TESTO 1. Lo scontro tra greci e persiani 2. La prima guerra persiana 3. La seconda guerra persiana 4. L’età classica 5. L’ascesa di Atene 6. L’età di Pericle 7. La cultura democratica 8. Imperialismo e democrazia 9. La guerra del Peloponneso 10. Gli avvenimenti del 415 a.C. 11. La sconfitta di Atene 183 184 186 189 191 192 194 196 199 201 203 LO SPAZIO, 178 · IL TEMPO, 178 · I FATTI, 179 LE FONTI SCRITTE, 180 · I DOCUMENTI ICONOGRAFICI, 181 I CONCETTI CHIAVE, 182 STORIA • PERSONAGGI 186 Le Termopili STORIA • IDEE 190 Oriente e Occidente: nascita di un’ideologia STORIA • SCIENZA 191 Ippocrate e la nascita della medicina scientifica STORIA • LETTERATURA 196 La nascita del teatro: la tragedia STORIA • IDEE 200 La storiografia come scienza: Tucidide STORIA • SOCIETÀ 202 Uno scandalo politico: il «giallo» delle erme LO SCHEMA DEI CONTENUTI 205 VERIFICHE 207 STRUMENTI WEB digit atlante voci dal parole passato del cittadino • Lo scontro tra greci e persiani, 178 • Greci e cartaginesi nel Mediterraneo occidentale, 188 • Le guerre tra Sparta e Atene, 199 • Leonida, 186 • Pericle, 192 • Ideologia, 190 LABORATORIO DELLE FONTI La nascita del nemico, 208 T1 Contro i persiani, contro i troiani · T2 Serse e l’indomabile Grecia · T3 I greci, uniti per Elena · T4 «Inventare» il barbaro CAPITOLO 10 Dalla crisi della «polis» all’ellenismo RUBRICHE TESTO 1. Il declino della «polis» 2. L’egemonia spartana 3. L’ascesa dei macedoni 4. Alessandro il Grande 5. L’eredità di Alessandro 6. Caratteri generali dell’ellenismo 7. La cultura ellenistica 215 216 219 221 225 227 230 LO SPAZIO, 210 · IL TEMPO, 210 · I FATTI, 211 LE FONTI SCRITTE, 212 · I DOCUMENTI ICONOGRAFICI, 213 I CONCETTI CHIAVE, 214 STORIA • IDEE 217 Platone e la sua dottrina politica STORIA • PERSONAGGI 220 Aristotele STORIA • DONNE 228 La condizione femminile in età ellenistica STORIA • SCIENZA 231 Gli automi di Erone LO SCHEMA DEI CONTENUTI 233 VERIFICHE 234 STRUMENTI WEB digit atlante voci dal passato parole del cittadino • L’itinerario di Alessandro, 210 • La Grecia dopo la guerra del Peloponneso, 215 • Le monarchie ellenistiche, 226 • Tolomeo, 236 LABORATORIO DELLE FONTI I greci dopo la Grecia, 236 T1 Una letteratura non politica · T2 Dalla «polis» alla corte del re · T3 Conservazione (e allargamento) della cultura greca · T4 Cultura, scrittura ed élites nel mondo ellenistico VIII • Pena di morte, 217 Sommario SEZIONE 3 L’ASCESA DI ROMA CAPITOLO 11 Le origini di Roma TESTO RUBRICHE 1. Le diverse civiltà dell’Italia preromana 2. La civiltà nuragica 3. La civiltà etrusca 4. Le origini di Roma 5. L’organizzazione politica 6. La struttura sociale 7. La famiglia 8. La vita religiosa 245 247 247 251 253 255 256 258 LO SPAZIO, 240 · IL TEMPO, 240 · I FATTI, 241 LE FONTI SCRITTE, 242 · I DOCUMENTI ICONOGRAFICI, 243 I CONCETTI CHIAVE, 244 STORIA • SOCIETÀ Il casto Spurinna e le signore etrusche STORIA • RELIGIONE Riti funebri etruschi e credenze nell’aldilà STORIA • DIRITTO La pena del sacco e il supplizio dei parricidi STORIA • DIRITTO Essere schiavi STORIA • SOCIETÀ Il sistema onomastico e le donne senza nome LO SCHEMA DEI CONTENUTI VERIFICHE 248 249 256 257 259 261 262 STRUMENTI WEB digit atlante voci dal • Le popolazioni italiche, 240 • Le tracce delle antiche civiltà, 245 • I domini etruschi, 250 • Il Tevere e i sette colli, 251 parole passato • Giove, 251 del cittadino • Schiavitú, 257 CAPITOLO 12 L’espansione in Italia e l’inizio dell’età della repubblica TESTO RUBRICHE 1. L’avvento della repubblica 2. Le difficoltà di Roma nel secolo V a.C. 3. L’evoluzione della società romana nel secolo V a.C. 4. Il governo repubblicano 5. La contrastata ascesa di Roma nel secolo IV a.C. 6. Le guerre contro i sanniti 7. Lo scontro con Taranto e Pirro 267 268 269 270 273 275 278 LO SPAZIO, 262 · IL TEMPO, 262 · I FATTI, 263 LE FONTI SCRITTE, 264 · I DOCUMENTI ICONOGRAFICI, 265 I CONCETTI CHIAVE, 266 STORIA • DIRITTO 269 Il debitore fatto a pezzi STORIA • CULTURA 270 Giano, le porte e la magia delle canzoni STORIA • CULTURA 275 Contaminazione e rinnovamento: Mamurio Veturio STORIA • CULTURA Il funerale romano: morte di un individuo, 277 grandezza della stirpe LO SCHEMA DEI CONTENUTI 279 VERIFICHE 280 STRUMENTI WEB digit atlante voci dal passato parole del cittadino • I nemici di Roma, 262 • I celti in Italia, 274 • Lucrezia e Bruto, 267 LABORATORIO DELLE FONTI Eroi di un ideale comune, 282 T1 Orazio Coclite: il sacrificio per la collettività · T2 Muzio Scevola: la resistenza al dolore fisico· T3 Clelia: onore delle donne romane · T4 Porsenna, Tarquinio e l’assedio di Roma Sommario • Legge, 270 IX CAPITOLO 13 Le guerre puniche e la conquista dell’Oriente RUBRICHE TESTO 1. I rapporti tra Roma e Cartagine 2. Lo stato cartaginese 3. Roma all’inizio delle guerre puniche 4. La prima guerra punica 5. La seconda guerra punica 6. La conquista dell’Oriente 7. La terza guerra punica 289 290 291 292 294 296 299 LO SPAZIO, 284 · IL TEMPO, 284 · I FATTI, 285 LE FONTI SCRITTE, 286 · I DOCUMENTI ICONOGRAFICI, 287 I CONCETTI CHIAVE, 288 STORIA • RELIGIONE 289 La religione cartaginese STORIA • DIRITTO 291 Essere cittadini romani STORIA • SOCIETÀ 294 Il trionfo STORIA • SCIENZA 298 Come curare le fratture: medicina e magia LO SCHEMA DEI CONTENUTI 301 VERIFICHE 302 STRUMENTI WEB digit atlante parole cittadino • Guerra, 291 • I domini di Cartagine e di Roma prima delle guerre puniche, 284 • Prima e seconda guerra punica, 293 • La conquista dell’Oriente, 297 • Le imprese di Scipione Emiliano, 300 LABORATORIO DELLE FONTI Roma e i suoi nemici, 300 del T1 Pirro: un nemico degno di rispetto · T2 Annibale: una inestinguibile avversione a Roma · T3 Filippo e Antioco: la violenza punita dalla sorte · T4 Pirro e Annibale, come Achille e Ulisse CAPITOLO 14 La crisi della repubblica TESTO RUBRICHE 1. Roma e la cultura greca 2. La società dopo le guerre puniche 3. La vita politica e i problemi esteri 4. I Gracchi e la politica delle riforme 5. La guerra giugurtina: Caio Mario 6. Riforme di Silla e fase senatoria 311 312 314 314 317 319 LO SPAZIO, 306 · IL TEMPO, 306 · I FATTI, 307 LE FONTI SCRITTE, 308 · I DOCUMENTI ICONOGRAFICI, 309 I CONCETTI CHIAVE, 310 STORIA • RELIGIONE 311 La repressione del culto di Bacco STORIA • SOCIETÀ 314 Il «regno degli schiavi» di Sicilia STORIA • SOCIETÀ L’esercito romano verso la fine dell’età repubblicana 316 STORIA • SOCIETÀ 319 L’educazione romana LO SCHEMA DEI CONTENUTI 321 VERIFICHE 322 STRUMENTI WEB digit atlante voci dal passato parole del cittadino • Estensione del dominio romano, 306 • Le guerre di Caio Mario, 317 • La guerra contro Mitridate e la guerra civile, 318 • Mario, 317 LABORATORIO DELLE FONTI Graecia capta ferum victorem cepit, 324 T1 Il greco e l’educazione del giovane «Emiliano» · T2 L’Africano e gli Scipioni · T3 Catone e il timore dei filosofi · T4 La cultura greca e la classe dirigente romana X • Riforma, 314 Sommario CAPITOLO 15 La fine della repubblica TESTO RUBRICHE 1. L’ascesa di Pompeo 2. La crisi politica: lo scontro tra popolari e ottimati 3. Cesare verso la conquista del potere 4. La seconda guerra civile (49-45 a.C.) 5. Il governo di Cesare 6. L’eredità di Cesare: Antonio e Ottaviano 7. La fine della repubblica 8. Roma al centro della vita culturale del mondo antico 331 333 334 337 338 340 342 344 LO SPAZIO, 326 · IL TEMPO, 326 · I FATTI, 327 LE FONTI SCRITTE, 328 · I DOCUMENTI ICONOGRAFICI, 329 I CONCETTI CHIAVE, 330 STORIA • DONNE 334 Le donne avvocato STORIA • SOCIETÀ 335 I druidi STORIA • PERSONAGGI 339 La congiura contro Giulio Cesare STORIA • CULTURA 340 Giulio Cesare e il cavallo di ottobre STORIA • SOCIETÀ 343 I gladiatori LO SCHEMA DEI CONTENUTI 345 VERIFICHE 346 STRUMENTI WEB digit atlante voci dal passato parole del cittadino • La spartizione dei territori tra i triumviri, 326 • Guerra civile fra Cesare e Pompeo, 338 • Antonio, 340 • Suffragio, 333 LABORATORIO DELLE FONTI Il morso dell’aspide, 348 T1 Il sacrificio di Cesare · T2 La nuova era del puer · T3 L’ultima scelta di Cleopatra · T4 «Chi è il fanciullo?» www.libropiuweb.it digit atlante voci dal parole del audio e Sommario passato Atlante storico digitale: le carte presenti sul libro anche on line con funzionalità aggiuntive (zoom e frecce direzionali, legenda attiva, linea del tempo, animazioni). File audio che danno voce a grandi personaggi del passato. I brani sono tratti sia da fonti antiche sia da opere moderne. Per ogni audio sono disponibili la trascrizione del testo e un’introduzione. cittadino Schede per riflettere su temi di cittadinanza e costituzione: a partire dalla definizione tratta dal Devoto-Oli si costruisce un minipercorso operativo dall’antichità a oggi. sintesi File audio per ripassare i contenuti essenziali di ogni capitolo. I file, scaricabili in formato mp3, sono strutturati in tre parti (Cosa?, Come?, Quando?). test Esercizi autocorrettivi. XI 1 La preistoria e le civiltà dell’antico Oriente Capitolo 2 Le civiltà della Mesopotamia Capitolo 1 Le origini dell’umanità 4 milioni di anni fa 3 milioni di anni fa Incisioni rupestri nel Sahara libico: periodo conosciuto come «Periodo della Fauna Selvatica» 5000 a.C. III-I millennio a.C. Statuetta della cultura di Valdivia, in Ecuador 2000 a.C. “ CON IL NOME DI «PREISTORIA» SI INDICA IL PERIODO PRECEDENTE ALL’INVENZIONE DELLA SCRITTURA (AVVENUTA INTORNO AL 3000 A.C.): PER CONVENZIONE, INFATTI, LA «STORIA» INIZIA IN QUEL MOMENTO. I PRIMI OMINIDI COMPAIONO SULLA TERRA MOLTO TEMPO PRIMA, TRA I 7 E I 15 MILIONI DI ANNI FA: CIRCA 40 000 ANNI FA, INFINE, COMPARE L’HOMO SAPIENS SAPIENS. A PARTIRE DAL 10 000 A.C. LE POPOLAZIONI STANZIATE NELLA REGIONE CHE OGGI CHIAMIAMO MEDIO ORIENTE COMINCIANO A ORGANIZZARE LA VITA SOCIALE IN FORME PROGRESSIVAMENTE PIÚ COMPLESSE: NASCONO LE PRIME CITTÀ E LE PRIME FORME STATALI. I POPOLI PROTAGONISTI DI QUESTO ” SVILUPPO SONO, NEL VICINO ORIENTE, I SUMERI, GLI ACCADI, I BABILONESI, GLI HITTITI E GLI ASSIRI. Capitolo 3 La civiltà egizia 1284 a.C. Capitolo 4 Le civiltà dell’antica Palestina 900 a.C. Capitolo 11 Le origini di Roma 753 a.C. IV secolo a.C. Capitolo 12 L’espansione in Italia e l’inizio dell’età della repubblica CAPITOLO 3 La civiltà egizia D alla carta risulta chiaramente come tutta la civiltà egizia si sviluppi lungo il corso del Nilo: una lunga e stretta striscia di terra coltivata, in mezzo al deserto, che si allarga soltanto nella zona del delta. I prodotti principali sono orzo, grano e lino. Le materie prime, importanti per il raffinato artigianato egizio, provengono invece da altre zone, come mostra la cartina: l’oro dalle zone interne dell’Alto Egitto; l’avorio dalla Nubia; il legno dal Libano e il rame dal Sinai, regioni che finiscono per entrare sotto il controllo egizio; il porfido, il granito e l’arenaria, importanti materiali da costruzione, vengono estratti nelle aree interne e, trasportati sul Nilo, giungono alle città che sorgono lungo il fiume. This è la capitale piú antica, poi sostituita da Menfi, nella cui area sorgono anche le piramidi, i monumentali edifici sepolcrali che alcuni faraoni si sono fatti costruire. Tebe diviene invece capitale con il Nuovo Regno, dopo la liberazione del paese dagli hyksos, che hanno posto sul delta la loro capitale, Avaris. Per un brevissimo periodo, nel tentativo di limitare il potere del clero tebano, la capitale viene portata ad Achetaton. Sais è invece la capitale dell’ultimo periodo di prosperità del regno egizio prima dell’invasione persiana. Qadesh Siria Byblos e edit Mar M Rosetta eo rran Libano li H deg ykso s e . on a.C asi 00 v 17 in Sais Basso Egitto Tanis Gizah (Avaris) Saqqara Menfi el-Fayum Sinai M Akhetaton Ni lo a This r R Valle dei Re Tebe s o o s Alto Egitto Nil o 1a cateratta LIMITE DELL’ANTICO REGNO 2 a cateratta lo spazio EPOCA 3000-1000 a.C. circa LIMITE DEL MEDIO REGNO 3a cateratta AREA Il corso del fiume Nilo LIMITE DEL NUOVO REGNO 4a cateratta 5a cateratta TEMA La distribuzione delle principali materie prime Nubia Zona irrigata Piramidi Rame Vie carovaniere Capitali Oro Legno digit Avorio atlante il tempo 2400 a.C. Indebolimento del potere centrale 3100 a.C. Unificazone dell’Egitto 52 1700 a.C. Invasione degli hyksos nel Basso Egitto 2000 a.C. Rafforzamento del potere del faraone e inizio del Medio Regno 2000 a.C. Espansione verso Nubia e Siria 1350 a.C. Riforma politica e religiosa di Echnaton. Restaurazione di Tutankhamon 1600 a.C. Cacciata degli hyksos e inizio del Nuovo Regno 525-402 a.C. Prima dominazione persiana 1200 a.C. Ramses III respinge i «popoli del mare» 1284 a.C. ca. Battaglia di Qadesh e trattato di pace con gli hittiti 670-664 a.C. Invasione assira e saccheggio di Tebe 332 a.C. I persiani consegnano l’Egitto ad Alessandro Magno 402-332 a.C. Seconda dominazione persiana i fatti Il Nilo, ricchezza dell’Egitto La civiltà egizia, come quella mesopotamica, si sviluppa attorno a un grande fiume. Le piene del Nilo, regolari e meno violente di quelle dei fiumi mesopotamici, inondano i campi di limo, che rende il terreno estremamente fertile. Campi, villaggi e città si formano lungo il corso di questo fiume. Attorno al 3100 a.C., con l’unificazione politica dei due regni che si erano consolidati lungo il Nilo e la conseguente fondazione di This e poi di Menfi, ha inizio la storia egizia. Il faraone, la burocrazia, la politica militarista Il paese è governato da un faraone, sovrano cui sono tributati onori divini; un’efficiente burocrazia e una politica militaristica assicurano un rapido rafforzamento dello stato, che giunge a imporre tributi alle popolazioni del Sinai, della Libia e della Nubia. È un’epoca di grande ricchezza, che si concretizza in raffinate opere d’arte, edifici monumentali e piramidi. Scriba. La Sfinge di Gizah. Invasione e rinascita Un’invasione di popolazioni nomadi provenienti dall’Asia e ben organizzate militarmente pone fine a quest’epoca: la dominazione degli hyksos sul nord del paese dura circa un secolo, fino a quando i principi dell’Alto Egitto non riescono a riprendere il controllo, dando inizio al cosiddetto Nuovo Regno. La nuova capitale è Tebe. È un’epoca di grande splendore, in cui si sviluppano anche i commerci con le regioni vicine, Mesopotamia, Creta e mar Egeo. La riforma politica e religiosa di Echnaton Attorno al 1350 a.C., per contrastare il crescente potere dei sacerdoti di Ammone, il faraone Echnaton impone una violenta riforma politica e religiosa: introduce il culto monoteistico del disco solare Aton, requisisce le proprietà dei templi e fonda una nuova capitale, Achetaton, per cercare di emarginare il potente clero tebano. Una politica pacifista indebolisce però il paese a vantaggio degli hittiti, che estendono la loro influenza sulla Siria. Già però il faraone successivo, Tutankhamon, ristabilisce il culto di Ammone, restituendo ricchezze e potere alla classe sacerdotale e all’aristocrazia. Le grandi battaglie Con Ramses II e Ramses III l’Egitto raggiunge uno straordinario splendore artistico, sostenuto dalle ricchezze provenienti da una vincente politica militare. Dopo la battaglia di Qadesh viene stabilito un trattato di non aggressione con gli hittiti, che divide le ricche coste di Siria e Palestina in due distinte sfere d’influenza; vengono poi respinti i «popoli del mare», artefici della caduta dell’impero hittita. Il faraone Tutankhamon. Dominazioni straniere e resistenza culturale Segue un periodo di crisi con dinastie di origine straniera. Nel 671 a.C. gli assiri riescono a invadere il paese e a dominarlo per alcuni anni. Nel 525 a.C. sono invece i persiani a impadronirsi dell’Egitto per circa un secolo. Seguirà una seconda dominazione persiana, che si concluderà con la conquista greca dell’Egitto da parte di Alessandro Magno e l’inizio di una dinastia greca che governerà il paese sino alla conquista romana. Nonostante le molteplici invasioni, l’Egitto riesce però a mantenere una forte identità culturale e artistica, che costituisce una delle principali cause del profondo fascino che questa civiltà continua a esercitare. Sezione 1 - La preistoria e le civiltà dell’antico Oriente 53 N le fonti scritte EPOCA 1863 a.C. AUTORE Sesostri III, Medio Regno, XII dinastia (1878-1841 a.C.) TITOLO Stele di frontiera DESTINATARIO Chiunque si avvicini al confine; i nemici LINGUA Antico egizio elle società antiche, di solito basate sulla produzione agricola, la difesa dei confini è un compito fondamentale per il mantenimento dell’integrità del territorio e delle sue risorse. Il testo che segue è un’iscrizione su una stele di frontiera di Semna, sul confine meridionale dell’Egitto. È il faraone che parla in prima persona. Io sono un re che dice e che fa. Ciò che il mio cuore pensa è fatto per mia mano. Ardente nel conquistare, potente nell’attaccare, non è indolente di parola nel suo cuore. Sono uno che si preoccupa dei clienti, che veglia sul docile, ma che aggredisce l’aggressore, che è silenzioso quando si è silenziosi, che risponde a una parola secondo ciò che implica: perché un uomo che è silenzioso dopo che è stato assalito incoraggia il cuore degli avversari. Essere coraggiosi è essere aggressivi ed è da vili ritrarsi. È un vile chi recede dal proprio confine, perché il nubiano obbedisce appena le labbra sono aperte. […] Indietreggiare è la sua via verso chi lo aggredisce. Non è gente coraggiosa. Sono dei miserabili dal cuore spezzato. Lo ha visto sua Maestà stessa, non sono menzogne. L’iscrizione in prima persona è riconducibile a concezioni di tipo magico: la stele di confine si configura come un essere parlante che difende il territorio e minaccia gli eventuali invasori. Il testo è di grande interesse: il faraone, secondo una tipica ideologia della sovranità, si presenta come difensore e vendicatore dei deboli, concetto che permette di giustificare la guerra come atto di giustizia. Ma l’aspetto maggiormente messo in evidenza è una vera e propria etica del coraggio, ispirata a un’ideologia patriottica: bisogna essere ardenti nella conquista e reagire alle provocazioni; recedere dai confini è un atto di viltà. D’altra parte il nemico, in questo caso le popolazioni nere della Nubia, viene presentato come vile e miserabile per natura: la difesa del territorio implica anche un’ideologia etnocentrica. In Egitto la difesa dei confini, spesso molto lontani dal centro amministrativo del paese, rende necessaria la formazione di una struttura efficiente e ben organizzata controllata da scribi militari. Una buona rete di posti di approvvigionamento permette alle truppe di rifornirsi facilmente e di addentrarsi anche in zone desertiche per sorvegliare le rotte carovaniere, generalmente pattugliate da contingenti mercenari di nubiani. Prigionieri di tribú ribelli del sud della Nubia, durante il regno di Tutankhamon. 54 Sezione 1 - La preistoria e le civiltà dell’antico Oriente L i documenti iconografici EPOCA 1300-1200 a.C. PROVENIENZA Vicinanze di Tebe SOGGETTO Il defunto ara i campi dell’aldilà e vivaci pitture che decorano le tombe egizie ci hanno permesso di conoscere molti aspetti della vita quotidiana e sociale. Sennedjem è un artigiano che lavora nella necropoli reale di Tebe: vive in un villaggio di operai addetti alla necropoli situato nelle vicinanze di quest’ultima. La sua tomba, ai margini del villaggio, è un interessante esempio del prestigio sociale e della ricchezza che alcuni artigiani riescono a raggiungere con il loro lavoro. L’artigiano defunto non è alle dipendenze del re, ma diventa servo del dio del quale il faraone è l’incarnazione terrestre: anche nell’aldilà si mantengono gli stessi equilibri gerarchici. Queste immagini di lavoro nei campi e le raffigurazioni di schiavi al lavoro (ricorrono spesso scene di zappatura, semina, mietitura, vendemmia e pigiatura dell’uva) hanno diverse funzioni. Da un lato costituiscono, almeno nelle tombe di faraoni e dignitari, un’esaltazione delle ricchezze del defunto, dall’altro hanno uno scopo magico-rituale, sostitutivo di offerte in natura: la raffigurazione di scene di produzione di cibo, lavoro artigianale o costruzione rappresentano i beni di cui il defunto godrà nella vita ultraterrena. In questa immagine, secondo un modulo ricorrente nell’arte egizia, è raffigurato lo stesso defunto: Sennedjem, con un aratro trainato da due giovenche, ara i Campi di Ialu, il regno di Osiride nell’aldilà. Capitolo 3 - La civiltà egizia 55 BUROCRAZIA i concetti chiave parole del cittadino Burocrazia L a burocrazia è l’insieme dei funzionari, i burocrati, che, seguendo le direttive del potere politico, si occupano di amministrare lo stato. Il termine «burocrazia», dal francese bureau, «ufficio», e dal greco kratos, «potere», è stato coniato in Francia nel secolo XVIII. In forma embrionale una classe di funzionari è già presente nelle città-stato mesopotamiche. Questi funzionari, al servizio di sovrani e sacerdoti, vivono in una situazione di semiservitú in templi e palazzi, dove di solito vengono anche formati (devono infatti saper leggere e scrivere, conoscere i sistemi di calcolo, misura e notazione numerica). Hanno il compito di registrare entrate e uscite, annotando l’entità dei tributi e delle offerte; le riserve alimentari presenti nei magazzini; le spese per l’esercito, gli operai e gli artigiani; gli acquisti di derrate alimentari o di armi; i costi di costruzione o restauro di templi, palazzi e canali. Si forma gradualmente una classe di specialisti della scrittura che, per conto dello stato, registra le leggi e amministra la giustizia e, per conto dei privati, le interpreta o cura le azioni giudiziarie. Con la formazione di grandi regni anche la burocrazia si specializza nelle molteplici attività richieste dall’amministrazione di stati complessi, diventando una classe piú ampia e di maggior prestigio sociale: si occupa delle relazioni amministrative e giuridiche con gli stati o le città tributarie, di eserciti mercenari e flotte dislocate in regioni lontane e dell’organizzazione di trasporti efficienti per la circolazione di ordini e lettere. TEOCRAZIA È un modo di concepire l’autorità e amministrare il potere tipico di molte società antiche in cui la politica non è chiaramente distinta dalla religione: il sovrano è l’unico interprete della volontà divina o addirittura un dio in Terra. La sacralizzazione della sua figura legittima l’esercizio del potere da parte sua. Di solito questa concezione è accompagnata e sorretta da un complesso apparato simbolico: si formano miti che attestano l’immortalità del re e le sue capacità magiche e curative; si attestano culti del sovrano, del suo corpo o degli oggetti da lui toccati; vengono costruiti monumenti particolarmente sontuosi o imponenti destinati al sovrano o al suo cadavere. Dal punto di vista politico di solito la teocrazia, o «governo del dio», si pone come una forma di governo autocratica e centralistica, che limita il potere degli aristocratici e controlla direttamente l’esercito e la burocrazia, ma in cui la classe sacerdotale finisce per assumere un rilievo e un’influenza particolari. prima di andare avanti 1. Come descriveresti l’ambiente geografico e climatico in cui si sviluppa la civiltà egizia? 2. Quali sono i limiti cronologici entro i quali si sviluppa la storia dell’Egitto come stato indipendente? 3. Quale concezione hanno gli antichi egizi del proprio sovrano, il faraone? 4. Su quali regioni si estende il potere dei faraoni nel momento del massimo splendore dello stato egizio? 5. Quali funzioni svolge la complessa ed efficiente macchina burocratica dello stato egizio? 6. Intorno al 1000 a.C. inizia per l’Egitto un periodo di decadenza. Quali popoli ne approfittano? 7. Chi pone definitivamente fine alla storia dell’Egitto indipendente? ■ 56 Sezione 1 - La preistoria e le civiltà dell’antico Oriente 1. Il dono del Nilo L’antico Egitto: una striscia di terra fertile in mezzo al deserto «L’Egitto – scrive lo storico greco Erodoto – è un dono del Nilo». Senza questo fiume infatti la vita nella regione sarebbe stata impossibile. Sorgendo dai grandi laghi dell’Africa centrale, il Nilo, il fiume piú lungo del mondo, attraversa durante la sua corsa gli altipiani dell’Etiopia, dove riceve il contributo di altri grandi corsi d’acqua, e dopo una serie di cascate, le cosiddette «cateratte», sfocia nel Mediterraneo con un immenso delta. Il Nilo traccia il suo solco, sottile come una lama, aprendosi la via in un deserto sabbioso che lo assedia dalle due parti. La presenza del fiume consente un insediamento umano lungo le due ristrette fasce di terra che costeggiano le sue rive: poco piú di sei chilometri per ogni lato nel punto piú largo, meno di un chilometro in quello piú stretto. Oltre questo nastro di terra coltivabile c’è il deserto, che gli antichi egizi chiamavano «terra rossa» (ossia sabbiosa) in antitesi con la «terra nera» (vale a dire fertile) da cui essi traevano alimento. La vita economica e sociale dell’Egitto dipende dal Nilo Nell’antichità la vita della regione dipendeva completamente dal Nilo. Il fiume era navigabile in entrambe le direzioni: dalla foce sino ai confini del paese. Esso era perciò la grande via di comunicazione che consentiva di collegare facilmente luoghi distanti centinaia di chilometri: tutte le città egizie dovevano dunque sorgere lungo le rive del fiume e questo contribuí a determinare una certa uniformità sia urbanistica sia culturale. Una fiorente agricoltura favorita dalle piene regolari del Nilo Dalle piene del Nilo dipendeva l’approvvigionamento agricolo del paese. Infatti, al contrario dei fiumi mesopotamici, le cui piene erano violente e distruttive, il Nilo aveva un regime assolutamente regolare. Ogni anno, intorno alla fine di maggio, il fiume cresceva, ingrossato dalle piogge equatoriali, straripava oltre gli argini e depositava sulla terra uno strato di limo che la rendeva fertile. Durante le piene, come scrive Erodoto, «le città egizie sorgevano dall’acqua con le loro mura, come se fossero isole, e gli egizi andavano in barca attraverso la pianura»; poi, quando il fiume si era ritirato, i contadini potevano facilmente procedere alla semina e alla coltivazione: favorite dalle condizioni climatiche, le campagne producevano un raccolto abbondante e la terra non si esauriva poiché veniva ogni volta fertilizzata dalla successiva alluvione stagionale. Il Nilo con le sue piene rende fertili le terre che attraversa. Le antiche popolazioni locali seppero sfruttare questa caratteristica per dare vita a un’intensa attività agricola. Capitolo 3 - La civiltà egizia 57 filosofo» e forse un po’ visionario, che fondò una religione monoteista, sostituendo gli dèi tradizionali dell’Egitto con il culto di Aton (ossia il disco solare). Oltre a motivazioni teologiche, prodotte da una cultura di grande raffinatezza che non si appagava della religione tradizionale, il culto fondato da Amenofi IV traeva origine dal progetto della corte faraonica di contrastare l’influenza della classe sacerdotale, che stava diventando sempre piú invadente e minacciava di indebolire l’autorità del faraone. Il regno di Amenofi vide dunque un conflitto tra potere regale e sacerdotale, che in un primo momento sembrò favorire il faraone. Egli mutò il nome in quello di Echnaton, «amato da Aton», soppresse il culto di Ammone e di tutte le altre divinità, confiscandone le proprietà; per sottolineare il distacco dal passato fondò piú a nord una nuova capitale, Achetaton, presso l’odierno villaggio di Tell el-Amarna. Decisa fu la reazione dei sacerdoti di Ammone e della classe aristocratica, che vedevano minacciati i propri privilegi, cosicché dopo la morte prematura di AmenofiEchnaton il suo esperimento naufragò. Suo successore fu il giovane Tutankhamon, l’unico faraone di cui si sia trovata intatta la tomba; egli riportò la capitale a Tebe e ristabilí il culto di Ammone, restituendo il potere alla classe sacerdotale. Il suo stesso nome, che in origine era Tutankh-Aton, divenne appunto Tutankh-Amon, che significa «immagine vivente di Amon». Lo scontro con la potente classe sacerdotale Amenofi IV fece collocare, davanti alle colonne della corte, statue che lo raffiguravano in piedi con le insegne della regalità: barba posticcia, corona, cobra divino, scettro. voci dal passato Tutankhamon Echnaton perseguí una politica pacifista, con un netto mutamento di rotta rispetto all’imperialismo dell’epoca precedente: grazie a lui le spese militari vennero ridotte e si rinunciò a intervenire fuori dell’Egitto. Ma questa politica ebbe purtroppo conseguenze deleterie, poiché coincise con l’espansionismo della nascente potenza degli hittiti, i quali poterono senza sforzo impadronirsi di buona parte della Siria. La lotta ebbe il suo momento decisivo sotto Ramses II, che regnò dal 1298 al 1235 a.C.: egli guidò personalmente una serie di campagne in Siria, culminate nella battaglia di Qadesh, che terminò con esito incerto (vedi cap. 2.5, pp. 41-42). La guerra contro gli hittiti e la spartizione dell’Oriente EPOCA Nello schema, la periodizzazione della storia egizia. Tra l’Antico e il Medio e tra quest’ultimo e il Nuovo Regno si collocano i periodi «intermedi», caratterizzati da crisi sociali e disordini. 70 ANNI AVVENIMENTI Epoca predinastica 4500-3100 a.C. Lungo il fiume Nilo si hanno i primi insediamenti agricoli. Vari principati locali si trasformano in organismi politici piú complessi. Intorno al 3500 a.C. si costituiscono i due distretti dell’Alto Egitto e del Basso Egitto. Epoca arcaica 3100-2600 a.C. Il primo faraone, Menes, unifica i due distinti regni, l’Alto e il Basso Egitto, e s’insedia nella città di This. Antico Regno 2600-2200 a.C. Prime spedizioni militari in Libia e in Nubia; costruzione delle piramidi di Zoser e di Gizah. Nel 2400 a.C., alla fine della V dinastia, il potere statale va indebolendosi, sino alla perdita dell’unità politica. Medio Regno 2052-1786 a.C. L’unità del regno è ricostituita e le strutture dello stato centralizzato consolidate. Espansione del dominio egiziano in Nubia, Siria e Palestina. Intorno al 1700 a.C., gli hyksos, una popolazione asiatica, invadono il regno e fondano una nuova capitale nella regione del delta. Nuovo Regno 1567-1075 a.C. Grazie al re di Tebe Kamose e, successivamente, al faraone Ahmose, l’Egitto è nuovamente riunificato. Con Tutmosi III la civiltà egiziana conosce la massima espansione e il periodo piú glorioso della sua storia. Amenofi IV cerca di imporre il culto monoteista di Aton e trasferisce la capitale nel nord del regno, ma il successore, Tutankhamon, ristabilisce il culto di Ammone e riporta la capitale a Tebe. Sotto Ramses II, si ha lo scontro militare con gli hittiti che culmina con la battaglia di Qadesh (1284 a.C. ca.) Intorno al 1100 a.C. gli egiziani devono affrontare l’espansione dei «popoli del mare». Dopo il 1000 a.C. il potere centrale si indebolisce e ha inizio una lenta decadenza. Sezione 1 - La preistoria e le civiltà dell’antico Oriente STORIA • LETTERATURA La letteratura egiziana P iú di duemila anni di abitudine alla lettura e alla scrittura produssero in Egitto una letteratura di alto livello, che ci è in parte nota grazie a papiri e iscrizioni tombali. Le prime manifestazioni, che risalgono all’Antico Regno, furono formule magiche e scongiuri incisi sulle pareti delle tombe e delle piramidi; uno dei testi piú importanti, ampliatosi nel corso dei secoli con successive aggiunte, fu il Libro dei morti: una raccolta di massime sapienziali, inni religiosi, esortazioni. Il primo autore che ci sia noto è Imhotep, che fu anche, secondo la tradizione, il costruttore della prima piramide e l’inventore, per cosí dire, della letteratura egiziana. Il carattere religioso di molte opere letterarie (che erano destinate alla recitazione nel corso delle pubbliche cerimonie) si mantenne anche in seguito; al faraone Echnaton, per esempio, è attribuito un Inno al Sole di notevole valore letterario. Tra le opere di narrativa, destinate ad allietare le giornate dei nobili, immensa fortuna ebbe in particolare un romanzo, Le avventure di Sinuhe (composto durante il Medio Regno), che può essere considerato un prototipo dei racconti d’avventura; esso narra la fuga del protagonista dall’Egitto, i suoi viaggi in Siria e le successive peripezie in altre terre straniere. Esiste anche una letteratura civile e politica: canti della guerra di liberazione contro gli hyksos, un poema sulla celebre battaglia di Qadesh, altri che descrivono l’infelice situazione durante la crisi dell’Antico Regno. Nella letteratura egiziana del Nuovo Regno è rappresentato anche il genere della poesia amorosa, contenuta in una serie di raccolte che presentano testi di grande freschezza, ricchi di personaggi e situazioni delicatamente tratteggiati. Eccone alcuni esempi. Una fanciulla impaziente di correre dal suo innamorato: «Il mio cuore si è ricordato del tuo amore e metà della mia chioma era intrecciata. Venni di corsa a cercarti e lasciai a mezzo la pettinatura»; un’altra dimentica le sue occupazioni per amore: «Il tuo amore che mi respinge non lo posso lasciare. Io toglierò le mie reti: ma che dirò alla madre a cui ogni giorno porto la mia preda di caccia? Oggi non ho gettato le mie reti perché il tuo amore mi ha preso»; altre poesie descrivono invece le bellezze dell’innamorata: «Il melograno dice: i miei chicchi sono simili ai suoi denti. Il mio frutto ai suoi seni. Io sono il meglio del giardino perché duro tutte le stagioni». In particolare, tra i numerosi papiri che il deserto egiziano ci ha restituito, uno contiene il cosiddetto Canto dell’Arpista del re Antef, poema intriso di un senso di profonda malinconia. Il testo risale al «primo periodo intermedio» ed esprime il disorientamento di un’epoca che vede il crollo del potere centrale. Vediamone alcuni versi: «Periscono le generazioni e passano, altre stanno al loro posto dal tempo degli antenati: i re che esistettero un tempo riposano nelle loro piramidi, sono seppelliti nelle loro tombe i nobili e i glorificati egualmente. Quelli che hanno costruito edifici, di cui le sedi piú non esistono, cosa è avvenuto di loro? Nessuno viene di là, che ci dica la loro condizione, [che riferisca i loro bisogni, che tranquillizzi il nostro cuore, finché non giungiamo [a quel luogo dove loro sono andati». A questo punto i due imperi, esausti, stipularono (attorno al 1284 a.C.) un patto di non aggressione che divise l’Oriente in due sfere d’influenza ben distinte. Ebbe cosí inizio un periodo di straordinario splendore artistico e culturale, che si potrasse per tutto il lungo regno di Ramses II (la cui mummia è tuttora conservata al Museo egizio del Cairo). Questo sovrano è quindi passato alla storia come munifico costruttore di palazzi, di templi e di splendide opere d’arte. Ma la grandezza dell’Egitto stava volgendo al termine. Attorno al 1200 a.C. il bacino del Mediterraneo orientale fu sconvolto da un’ondata di invasori, i cosiddetti «popoli del mare», che si presentarono minacciosamente alle porte dello stesso Egitto. Qui, l’ultimo grande faraone del Nuovo Regno, Ramses III, li affrontò in una serie di sanguinose battaglie terrestri e navali: le sue vittorie (nel 1186 a.C.) furono di importanza vitale per il suo paese, poiché evitarono il crollo che aveva travolto altri grandi regni (come l’hittita e il miceneo, vedi cap. 2.5, p. 42 e cap. 5.3, p. 109). Tuttavia lo stato egizio uscí indebolito da questo difficile periodo e non riuscí piú a risollevarsi. Le cause del declino furono molteplici: il potere dei sacerdoti di Ammone divenne predominante mentre quello del faraone s’indeboliva in pari grado. A tutto ciò si aggiunse la perdita completa dei possedimenti asiatici. Nello stesso tempo altri popoli stavano ormai premendo alle porte dell’Egitto: Il declino dell’impero e la fine del Nuovo Regno Maschera funeraria di Tutankhamon, in legno ricoperto d’oro, che poggiava direttamente sul volto del faraone. Capitolo 3 - La civiltà egizia 71 in particolare, gli assiri. I successori di Ramses III si chiamarono tutti invariabilmente Ramses (dal IV all’XI) e regnarono per pochi anni ciascuno. I faraoni non riuscivano nemmeno piú a proteggere dai saccheggi le tombe della Valle dei Re, al punto che i sacerdoti di Ammone decisero un piano di emergenza per salvare le mummie reali: con l’aiuto di funzionari rimasti fedeli, essi radunarono i sarcofagi dei grandi faraoni del passato in una grotta nascosta, dove rimasero indisturbati, sino a quando, nel secolo scorso, furono casualmente scoperti. 7. Il crepuscolo dell’Egitto dopo il 1000 a.C. Dopo il 1000 a.C. l’Egitto, pur mantenendosi indipendente, cessa di essere una grande potenza. Indicativo del crollo del suo prestigio è il rapporto (conservato su un papiro) inviato a corte da un ufficiale egizio di nome Unamon, mandato in Siria a cercare legname per la barca sacra di Ammone: i principi locali si rifiutano di offrire il legname come tributo e Unamon è costretto a pagare la merce. I tempi erano decisamente cambiati: i suoi interlocutori erano i discendenti di quei principi siriani che, poco piú di un secolo prima, scrivevano al sovrano d’Egitto dicendo che «si prostravano sette e sette volte ai suoi piedi» e che erano «la polvere su cui egli camminava». Iniziò cosí una lenta decadenza che avrebbe tolto agli egizi la libertà. Verso il 900 a.C. il regno passò nelle mani di una dinastia libica; piú tardi, gli assiri, che attorno al 670 a.C. riuscirono a saccheggiare Tebe e a occupare l’Egitto (vedi cap. 2.6, p. 44), avrebbero detto che l’Egitto era solo «una canna spezzata». La decadenza e la sottomissione a opera degli assiri Accesso alla camera del sarcofago del faraone Ramses IV: sull’architrave il disco solare alato. Dopo pochi anni, tuttavia, l’Egitto poté riconquistare la propria indipendenza. Il potere fu preso da un principe locale, già vassallo dell’Assiria, il cui nome era Psammetico, fondatore della XXVI dinastia; egli riunificò rapidamente il paese e trasferí la capitale a Sais, nel delta del Nilo. Questo periodo (periodo saitico, 664-525 a.C.) fu l’ultimo di prosperità del regno egizio; Psammetico e i suoi successori ripristinarono il culto faraonico, L’effimera rinascita saitica I popoli del mare invadono il Vicino Oriente e attaccano l’Egitto L’Egitto perde i suoi possedimenti asiatici Ai confini dell’Egitto si afferma la temibile potenza degli assiri Si interrompono i normali rapporti commerciali con il Vicino Oriente L’Egitto esce fiaccato dallo scontro con i popoli del mare I successori di Ramses III regnano per pochi anni ciascuno: discontinuità del potere centrale Il prestigio internazionale dell’Egitto diminuisce Cresce l’influenza politica della casta sacerdotale L’autorità centrale del faraone s’indebolisce Progressiva decadenza dell’Egitto (gli assiri lo definiscono «una canna spezzata») Lo schema visualizza le cause prossime e remote della decadenza dell’Egitto dopo il 1000 a.C. 72 Nel 670 a.C. gli assiri sottomettono l’Egitto Sezione 1 - La preistoria e le civiltà dell’antico Oriente provvidero a restaurare i monumenti che ricordavano al popolo le glorie della loro civiltà e, accentuando i tratti conservatori della società, manifestarono l’inequivocabile volontà di ricollegarsi al periodo aureo del regno egizio, facendo leva sul rinnovato patriottismo del popolo. audio sintesi Sottomissione a opera dei persiani e definitivo tramonto dell’Egitto Nel nuovo sistema politico internazionale, però, l’Egitto non poteva aspirare a un ruolo di «superpotenza», com’era avvenuto all’epoca di Ramses II. La prima preoccupazione dei re saiti fu quella di garantire la sicurezza del paese: essi organizzarono perciò un sistema di fortificazioni verso oriente che sbarrasse la via alle invasioni provenienti dall’Asia, da dove potevano giungere i pericoli maggiori. Nel campo trincerato di Pelusio, alle foci del Nilo, concentrarono il meglio del loro esercito, il cui nerbo era ormai costituito da mercenari greci. Ma nel 525 a.C. i persiani abbatterono definitivamente il regno egizio, riducendo la regione a una semplice provincia del loro impero. Cosí ebbe fine l’antica storia egizia, dopo un arco di tempo straordinariamente lungo e glorioso: circa 2500 anni. lo schema dei contenuti Il sovrano egiziano, il faraone, è considerato una divinità CAPITOLO La civiltà egizia si sviluppa lungo il corso del Nilo 3 L’amministrazione pubblica è in mano agli scribi, funzionari della complessa burocrazia statale La casta sacerdotale custodisce il sapere e detiene un grande potere politico In origine gli egizi veneravano animali-totem La religione egizia è multiforme e stratificata Durante l’Antico Regno i faraoni costruiscono le piramidi La principale divinità egizia è Ammone-Ra, il sole Intorno al 3000 a.C. l’Egitto si unifica politicamente (Antico Regno) Durante il Medio Regno l’Egitto raggiunge il suo apogeo Con il Nuovo Regno l’Egitto diventa un vasto impero e sottomette Palestina e Mesopotamia Nel secolo VI a.C. i persiani cancellano l’indipendenza dell’Egitto Capitolo 3 - La civiltà egizia Dopo il 1000 a.C. inizia il declino dell’Egitto 73 e verifiche test Tempo 1 à Individua la periodizzazione essenziale della storia dell’Antico Egitto, distinguendo i limiti cronologici dei tre regni, della dominazione assira, della rinascita saitica. Spazio 2 à Metti a confronto le cartine della Mesopotamia e dell’Egitto (rispettivamente a p. 26 e a p. 52). Quali elementi geografici hanno in comune i due territori? Selezionare e schematizzare 3 à Indica con una crocetta se le seguenti affermazioni sono vere o false. VERO FALSO 1. 2. 3. 4. 5. 6. Il faraone è un dio. Il faraone è il rappresentante del dio sulla Terra. La successione al trono si basa sul principio della legittimità. La terra e i sudditi egizi sono un privato possesso del sovrano. Il visir è un sacerdote al servizio del faraone. Il visir è un funzionario responsabile dell’apparato amministrativo. 4 à Costruisci una tabella che riepiloghi le tre epoche della civiltà egizia, considerando i seguenti indicatori: durata, estensione territoriale, sovrani, capitali, vicende militari. 5 à Indica con una crocetta la risposta giusta per ogni quesito. Una sola è corretta. 1. Quali sono le prerogative della casta sacerdotale in Egitto? a. b. c. d. I sacerdoti sono i custodi del sapere religioso e controllano ogni aspetto della vita politica. I sacerdoti custodiscono i possedimenti reali e hanno il monopolio dell’istruzione. I sacerdoti sono i custodi del sapere e dei costumi tradizionali, amministrano grandi proprietà terriere ed esercitano una grande influenza sulla vita politica. I sacerdoti celebrano i riti e custodiscono il sapere. Il sommo sacerdote inoltre ricopre il ruolo di consigliere e di primo ministro del faraone. 2. Qual è il piú antico strato della multiforme religiosità egizia? a. b. c. d. Il culto di divinità zoomorfe. Il culto delle divinità zoomorfe, la principale delle quali è Ra. Il culto degli eroi-cacciatori rappresentati in forma di animali. Il culto di Ra, il sole. 3. Quali sono le principali direttrici dell’espansionismo egizio? a. b. c. d. Verso sud (Nubia) e verso ovest (Libia). Verso ovest (Libia) e verso est (Sinai, Palestina). Verso sud (Nubia) e verso est (Libia, Sinai, Palestina). Verso sud (Nubia) e verso est (Sinai, Palestina, Siria). 4. Qual è l’esito della battaglia di Qadesh? a. b. c. d. 74 Il faraone è sconfitto e l’Egitto perde il controllo dei territori asiatici. L’Egitto trionfa sugli hittiti e ottiene il controllo della Siria. La battaglia ha esito incerto, ma l’Egitto ne esce indebolito e perde il controllo dei territori asiatici. La battaglia ha esito incerto e in seguito gli imperi egizio e hittita giungono a un accordo sulle rispettive sfere d’influenza nel Vicino Oriente. Sezione 1 - La preistoria e le civiltà dell’antico Oriente verifiche Soggetti 6 e rapporti causali à Completa la tabella relativa alle classi sociali egizie. CLASSE CARATTERISTICHE scribi grande importanza religiosa, politica e culturale, garanzia del mantenimento dell’identità nazionale, depositari del sapere magico e scientifico militari contadini schiavi 7 svolgono le loro attività manuali alle dipendenze del faraone à Rispondi alle seguenti domande (max 3-6 righe). Qual è la funzione politica delle piramidi? Quali fattori favoriscono la conservazione dell’originale identità culturale dell’Egitto? Quali sono le motivazioni politiche della riforma religiosa di Amenofi IV? Per quali motivi durante il Nuovo Regno il culto di Osiride diviene piú «democratico» e l’immortalità non viene piú concepita come prerogativa esclusiva del faraone? Quali sono i principali fattori che determinano il declino dell’Egitto dopo il regno di Ramses II? Lessico 8 à Aiutandoti con il testo e con il vocabolario elabora una sintetica definizione dei termini seguenti. stato centralizzato – teocrazia – principio di legittimità – burocrazia – casta Confronti Fonte scritta 9 à Che cosa legittima il potere regale presso i sumeri, gli hittiti e gli egizi? 10 à Confronta la concezione dell’oltretomba presso sumeri ed egizi utilizzando come fonti l’epopea di Gilgamesh (vedi STORIA-LETTERATURA, p. 36) per i primi e le pitture tombali per i secondi. 11 à Rispondi alle seguenti domande dopo aver analizzato il testo de LE FONTI SCRITTE (vedi p. 54). Che ruolo rivendica per se stesso il faraone? A chi si rivolge? Quali caratteristiche morali si attribuisce? In che modo descrive gli stranieri? Che tipo di sentimenti ti pare che animino il faraone, nella considerazione di se stesso e dell’intera civiltà egizia cui appartiene? Documento iconografico 12 à Rispondi alle seguenti domande dopo aver analizzato l’immagine de GRAFICI (vedi p. 55). I DOCUMENTI ICONO- Quale ambiente decora la vivace pittura che vedi? Chi è il personaggio raffigurato? Che lavoro svolge nella vita reale? Al servizio di chi? A che scopo il committente del dipinto si è fatto ritrarre? Qual è la condizione economica dell’artigiano egizio? Gli è riconosciuto un elevato prestigio sociale? Capitolo 3 - La civiltà egizia 75 2 La civiltà greca Capitolo 6 La nascita della «polis» Capitolo 5 Alle radici della civiltà greca 1200 a.C. Placca d’oro dell’antica cultura Chavin, in Perú 900 a.C. 850 a.C. 753 a.C. Capitolo 7 Sparta e Atene VII-VI secolo a.C. Capitolo 11 Le origini di Roma “ I GRECI RIESCONO A DAR VITA A UN MONDO NUOVO E DIVERSO, DI STRAORDINARIA ORIGINALITÀ E RAFFINATEZZA, E INTRODUCONO FORME DI VITA ASSOCIATA, PRINCIPI E CONCETTI NEI QUALI L’OCCIDENTE CONTINUA A RICONOSCERE LE SUE RADICI. I GRECI RITENGONO CHE LE LORO COMUNITÀ – LE POLEIS – DEBBANO ESSERE AUTONOME E INDIPENDENTI DA OGNI INGERENZA DI UN POTERE SUPERIORE (COME PER ESEMPIO QUELLO DEI GRANDI SOVRANI ORIENTALI). COSÍ FACENDO, E DIFENDENDO QUESTA LORO LIBERTÀ, ESSI PONGONO LE BASI DI QUELLA FORMA DI GOVERNO CHE ANCOR OGGI, PROPRIO ” CON UN TERMINE DI ORIGINE GRECA, CHIAMIAMO «DEMOCRAZIA», VALE A DIRE «GOVERNO DEL POPOLO». Capitolo 8 Il mondo comune dei greci VI secolo a.C. Capitolo 9 Le guerre persiane e l’età classica V secolo a.C. Statua degli olmechi, civiltà mesoamericana dell’odierno Messico centro-meridionale IV secolo a.C. Capitolo 10 Dalla crisi della «polis» all’ellenismo 323 a.C. Le divinità etrusche Aplu, Tinia e Turms raffigurate su uno specchio d’argento del secolo IV a.C. CAPITOLO digit 6 La nascita della «polis» atlante L lo spazio EPOCA Secoli VIII-VI a.C. AREA Le coste del Mediterraneo e del mar Nero TEMA L’espansione coloniale greca a mappa mostra lo straordinario sviluppo politico e coloniale della civiltà greca a partire dalla metà del secolo VIII a.C. Corinto, Megara, Calcide, Eretria e, in Asia Minore, Focea e Mileto, fondano colonie agricole e porti commerciali sulle coste del Mediterraneo. La colonia piú antica è Pithecusa (Ischia), fondata attorno al 770 a.C. In Italia meridionale e in Sicilia, per la ricchezza delle terre e la posizione favorevole ai commerci, il fenomeno della colonizzazione ha uno sviluppo particolare, dando origine alla cosiddetta «Magna Grecia», area di notevole fervore artistico e culturale. In Sicilia vengono fondate Siracusa (773 a.C.), Catania (729 a.C.), Megara Hyblaia, Leontini, Gela, Selinunte (627 a.C.), Camarina e Agrigento (580 a.C.). In Italia meridionale si sviluppano Posidonia (Paestum), Taranto (706 a.C.), unica colonia di Sparta, Metaponto, Sibari, Crotone e Reggio. I focesi fondano numerose colonie in Occidente, tra cui Massalia (Marsiglia), Emporion ed Elea. Massalia, divenuta rapidamente un centro importante, fonda nuove colonie e stazioni commerciali, tra cui le attuali Nizza e Antibes. Naucrati, città-emporio fondata alla fine del secolo VII a.C. sul delta del Nilo, sorge per iniziativa di un gruppo di commercianti provenienti in gran parte dalle città greche dell’Asia Minore. Attorno al 630 a.C. sulle coste della Sirte viene fondato dagli abitanti di Thera e Creta il porto di Cirene, avamposto greco in un’area controllata dai fenici a est e dagli egizi a ovest. il tempo secolo VIII a.C. Prende avvio il fenomeno della colonizzazone 850 a.C. circa Rivoluzione agraria in Grecia e origine delle poleis 120 733 a.C. Corinto fonda in Sicilia la città di Siracusa 770 a.C. Fondazione di Pithecusa (Ischia) 627 a.C. Fondazione di Selinunte 657 a.C. Inizio della tirannide dei Cipselidi a Corinto 580 a.C. Fondazione di Agrigento. Policrate diventa tiranno di Samo secolo VII a.C. Contrasti sociali nelle poleis e formazione delle tirannidi. Inizio del primo periodo di tirannide di Pisistrato ad Atene i fatti La rivoluzione agraria e l’incremento demografico Nel corso del secolo VIII a.C. si manifestano due importanti fenomeni strettamente correlati: lo sviluppo dell’agricoltura e un notevole incremento demografico. Questi due fattori influiscono profondamente sulla struttura sociale ed economica del mondo greco. Il problema della terra: tensioni tra aristocrazia e contadini Da un lato si rafforza l’urbanizzazione, dall’altro cominciano a formarsi nelle campagne tensioni sociali tra le famiglie aristocratiche e i contadini per il possesso della terra. Le famiglie aristocratiche sono infatti grandi proprietarie terriere e controllano politicamente le città, mentre i contadini piú poveri hanno crescente bisogno di terra e finiscono spesso, per l’impossibilità di pagare i propri debiti, per lavorare nei campi degli aristocratici in una condizione servile. Uomo che porta un vitello. Pittura vascolare con banchetto. Una soluzione al problema: la colonizzazione di nuovi territori Prende cosí avvio un processo di colonizzazione di terre oltremare che costituirà per molto tempo una valvola di sfogo per le tensioni sociali interne. Si tratta della cosiddetta «seconda colonizzazione» (la prima è quella micenea, vedi cap. 5.3, p. 108). Nelle città si va intanto sviluppando un nuovo ceto di artigiani e di mercanti, che ambiscono a partecipare alla vita politica. Cultura oplitica e uguaglianza Lo sviluppo dell’agricoltura e la conseguente diffusione di una piccola proprietà terriera accanto alle grandi proprietà aristocratiche non modificano solo gli equilibri sociali, ma influiscono profondamente sull’assetto politico delle città che si stanno sviluppando. La difesa del nuovo e piú ampio territorio coltivato non può piú essere affidata alle sole famiglie aristocratiche; inoltre è piú vasta la classe di coloro che hanno interesse a difendere i raccolti e la terra. La comunità si organizza cosí per difendere collettivamente le terre: gli opliti, i cittadini-contadini in armi, combattono fianco a fianco e la salvezza dei singoli dipende dalla solidarietà del gruppo. La nuova cultura oplitica ha profonde conseguenze: da un lato si sviluppa una mentalità egualitaristica, che contribuisce a rafforzare le città, dall’altro il potere degli aristocratici, non piú arbitri della difesa di città e campagna, viene notevolmente ridimensionato. Una nuova organizzazione del potere Le famiglie aristocratiche devono cosí cedere parte del proprio potere sulle città e accettare costituzioni che prevedono la partecipazione politica di una piú ampia parte della comunità. Si stabiliscono cosí leggi scritte e magistrature elettive o per sorteggio che garantiscono i nuovi equilibri. Il nuovo assetto politico piú egualitario rafforza il sistema politico e permette lo sviluppo economico della polis, ormai vera e propria città-stato. Moneta ateniese. Sezione 2 - La civiltà greca Tirannidi e sviluppo mercantile I cambiamenti costituzionali finiscono però per scontentare tanto la vecchia aristocrazia terriera quanto gli artigiani, i mercanti e i cittadini piú poveri. In questa situazione di instabilità, tra i secoli VII e VI a.C. si instaurano in alcune città (tra le quali anche molte colonie) dei regimi tirannici, che, sostenendo soprattutto i ceti non proprietari di terre, favoriscono notevolmente lo sviluppo mercantile e artigianale. D’altra parte le nuove colonie, consentendo la formazione di una rete di traffici estesa a tutto il Mediterraneo, danno ulteriore impulso alle attività produttive e commerciali. 121 Il provvedimento piú importante di Solone, tuttavia, fu il riordino della società sulla base del censo, che diede vita a una timocrazia (costituzione fondata sulla ricchezza). A questo scopo, egli divise la cittadinanza in quattro classi sulla base del reddito agrario: i pentacosiomedimni (coloro che producevano almeno 500 medimni di cereali o l’equivalente in altri beni agricoli); i cavalieri (300 medimni); gli zeugiti (200 medimni); i tetí (coloro che non possedevano terra o producevano meno di 200 medimni). Il principio di base del nuovo sistema era che il godimento dei diritti politici dipendeva dal patrimonio, non dalla nascita. Coloro le cui terre producevano di piú erano obbligati a contribuire in maggiore misura alle necessità dello stato, ma in cambio avevano un maggior peso nella vita politica. La nuova costituzione, dunque, non concedeva a tutti uguali diritti: le classi che traevano i propri redditi dai commerci e in generale quelle meno abbienti rimasero escluse dalla partecipazione alle cariche pubbliche, alle quali erano ammessi solo i cittadini delle prime due classi. La massima concessione che Solone fece al popolo fu l’istituzione dell’«eliea», un tribunale popolare i cui componenti venivano estratti a sorte tra tutti i cittadini di sesso maschile che avessero compiuto trent’anni. Nel complesso, comunque, Solone spezzò i privilegi ereditari delle famiglie aristocratiche, allargando la base della partecipazione alla vita politica. Inoltre egli espropriò i nobili dei terreni pubblici usurpati nel corso del secolo VII a.C. e li ridistribuí tra i contadini e i pastori, venendo parzialmente incontro alle loro richieste e attenuando il loro disagio. La fine dei privilegi nobiliari: la costituzione timocratica di Solone censo È il reddito dei cittadino. Viene valutato in base alla quantità di olio o di grano prodotti e Solone ne fa il criterio di suddivisione in classi della popolazione e dell’attribuzione di diritti e doveri. voci dal passato Solone AREOPAGO • Consiglio degli anziani (ex arconti) ELIEA • tribunale popolare formato da giudici al di sopra dei 30 anni, sorteggiati tra tutti i cittadini ARCONTI • 9 magistrati nominati dalla I e II classe • funzioni: militari, religiose, legislative, esecutive, giudiziarie (in specifici settori) ECCLESÍA • assemblea di tutti i cittadini • I classe: reddito di almeno 500 medimni PENTACOSIOMEDIMNI cavalleria • II classe: reddito di almeno 300 medimni CAVALIERI • III classe: reddito di almeno 200 medimni ZEUGITI opliti con armamento pesante • IV classe: nullatenenti TETI rematori • donne e stranieri sono esclusi da qualunque diritto politico Nello schema, l’organizzazione politica ateniese dopo la riforma timocratica di Solone. 150 partecipazione elezione sorteggio Sezione 2 - La civiltà greca Pur lasciando inalterate le disposizioni di Dracone sull’omicidio, Solone fu autore di una vasta e complessa opera legislativa, che regolamentò molti aspetti della vita civile. In particolare vanno segnalate le sue norme sul diritto di famiglia. Egli stabilí che un matrimonio, per essere tale (e non concubinato) doveva essere preceduto da un atto di fidanzamento (eggye). Questo consenti di distinguere i figli legittimi da quelli illegittimi, attribuendo ai primi una posizione privilegiata nella spartizione dell’eredità. Considerato da alcuni il «padre della democrazia ateniese» (in realtà, egli ne fu piuttosto un precursore), Solone fu un personaggio dotato di un profondo equilibrio e di un grande senso politico. Secondo Plutarco, all’amico che un giorno gli aveva chiesto se ritenesse di aver dato ad Atene le leggi migliori, Solone avrebbe risposto: «Le migliori che essi potessero accettare». Conclusa la sua opera rinnovatrice, Solone si allontanò da Atene per non farvi piú ritorno, dopo aver fatto giurare ai suoi concittadini di non cambiare le regole che aveva dato alla città. L’equilibrata opera legislativa di Solone Testa del cosiddetto «efebo biondo». STORIA • DONNE La condizione femminile ad Atene Capitolo 7 - Sparta e Atene D ice Demostene che l’uomo ateniese poteva avere tre donne: la moglie (damar o gyné) «per la procreazione dei figli legittimi»; la concubina (pallaké) «per la cura del corpo», vale a dire per avere rapporti sessuali stabili; e infine la compagna per il piacere (etéra). Egli, in altre parole, non era tenuto a essere fedele alla moglie, poiché la fedeltà era un dovere solo femminile. Ma vediamo meglio qual era il ruolo di queste tre donne. La moglie, in genere, apparteneva a una famiglia amica, ed era stata promessa in sposa al futuro marito o al di lui padre quando era ancora bambina, a 6 o 7 anni. Il matrimonio di regola avveniva quando ella aveva circa 12-14 anni, e da quel momento la sua funzione era quella di dare al marito i figli necessari per la perpetuazione del gruppo familiare. Altri compiti non erano assegnati alla moglie greca. Se apparteneva a una classe sociale elevata, infatti, ella non si occupava neppure dell’allevamento dei figli, che venivano affidati nei primissimi anni di vita alle schiave, e quindi vivevano con gli uomini al di fuori delle mura domestiche e dell’influenza materna. Le mogli ateniesi inoltre (cosí come le ragazze da marito) non partecipavano in alcun modo alla vita sociale maschile: non andavano a teatro né ai banchetti e in generale non erano partecipi del mondo della cultura (tra l’altro, non ricevevano praticamente alcuna educazione). La concubina era spesso una straniera, con la quale l’uomo greco viveva senza sposarla. Dal punto di vista dei doveri, ella era pari alla moglie: una disposizione della legge di Dracone sull’omicidio, infatti, considerava la sua posizione simile a quella della moglie. Ma dal punto di vista dei diritti, la sua situazione era ben diversa, e la concubina non godeva di alcuna protezione. La etéra, infine (il cui nome significa «compagna») era una donna che, pur concedendosi all’uomo a pagamento, sarebbe tuttavia impreciso definire una prostituta. Le etére infatti erano donne colte, che conoscevano la musica, il canto, la danza, e che accompagnavano l’uomo nei luoghi di socialità (come i banchetti), nei quali non erano ammesse né le mogli né le concubine. A questo, si aggiunga che per i rapporti veramente occasionali l’uomo ateniese aveva a disposizione una quarta donna, la pórne, «prostituta», che esercitava il suo mestiere nelle strade o nelle case di tolleranza, e che era considerata al livello infimo nella scala sociale. E per finire va ricordato che le schiave erano a disposizione dei padroni, ai cui desideri non potevano in alcun modo sottrarsi. Per completare il quadro della condizione femminile ad Atene, va ricordato che anche se le donne, formalmente, avevano il diritto di chiedere il divorzio esattamente come gli uomini, di fatto esse potevano ben difficilmente esercitare questo diritto: come dice Medea, nella omonima tragedia di Euripide, una donna non può divorziare perché, a differenza di un uomo, viene mal giudicata. E per finire va ricordato che, oltre a non avere ovviamente alcun diritto politico, le donne non avevano neppure il diritto di ereditare il patrimonio paterno, che si trasmetteva solo ai discendenti maschi. Tutto quel che spettava alla donna era una dote che al momento del matrimonio veniva consegnata al marito, il quale ne poteva disporre a piacimento, salvo restituirla al suocero in caso di divorzio. Di fronte a un simile quadro non è difficile capire le ragioni per le quali la polis è stata definita una città di uomini fatta per gli uomini. Le donne, in realtà, servivano per soddisfare le diverse esigenze maschili e la loro vita era rigidamente determinata dal loro ruolo accanto a un uomo. 151 Le trittíe che componevano una tribú non erano contigue: ogni tribú era composta da una trittía collocata in pianura, una in montagna e una sulla costa. digit atlante Il sistema organizzato da Clistene era molto ingegnoso. I demi in cui egli aveva diviso il territorio attico (originariamente 100, in seguito 180) erano raggruppati in dieci tribú (o phylai) e ogni tribú era suddivisa in tre sottogruppi, detti «trittíe». Le trittíe che componevano una tribú, però, non erano geograficamente contigue: ogni tribú, infatti, era formata da una trittía collocata in pianura, una collocata in montagna e una collocata sulla costa. Di conseguenza, in ciascuna trittía prevaleva una diversa classe sociale: nelle trittíe della pianura gli aristocratici; in quelle della montagna i piccoli contadini (le cui terre si trovavano appunto in montagna); in quelle della costa i commercianti e gli artigiani. Questo faceva sí che in ogni tribú le classi piú povere (rappresentate da due trittíe su tre) potessero avere la maggioranza. Poiché le tribú, per volere di Clistene, divennero la base per la partecipazione alla vita politica, Atene iniziò finalmente il cammino verso la democrazia. Dopo aver suddiviso il territorio e la popolazione nel modo sopra esposto, Clistene istituí un nuovo organo di governo, il Consiglio dei Cinquecento o bulé, composto da cinquanta rappresentanti per ciascuna tribú scelti per sorteggio. Poiché nelle tribú prevalevano gli appartenenti alle classi meno abbienti, la riforma di Clistene garantí anche ai piú poveri la possibilità di esercitare un ruolo di rilievo nella vita politica. Va peraltro ricordato che, accanto al nuovo consiglio, continuava a esistere l’antico e glorioso Consiglio degli anziani, l’Areopago. Tuttavia, dopo la riforma di Clistene, il potere era ormai nelle mani di altri organismi politici e piú specificamente in quelle dell’ecclesía, l’assemblea popolare alla quale avevano diritto di partecipare tutti i cittadini. Originariamente l’ecclesía si riuniva soltanto dieci volte l’anno e teL’«ecclesía», organismo centrale nella democrazia ateniese Alcuni ostraka, i cocci su cui venivano incisi i nomi di coloro che si voleva mandare all’esilio. 154 Sezione 2 - La civiltà greca agorà Nell’agorà si svolge la vita pubblica degli abitanti della polis. Sede del mercato, è il luogo in cui si incontrano i cittadini e si svolgono le assemblee. audio sintesi neva le sue riunioni nell’agorà. A partire dal secolo V a.C., invece, le riunioni avevano luogo sulla collina della Pnice, in un anfiteatro naturale che conteneva fino a 25 000 persone con 18 000 posti a sedere. Man mano che i suoi poteri crescevano, l’ecclesía prese a riunirsi con maggiore frequenza fino a raggiungere quaranta riunioni all’anno. L’ecclesía aveva competenza in materia di politica estera (decideva della pace e della guerra, mandava e riceveva ambascerie, ratificava i trattati internazionali), nominava gli arconti e gli strateghi (comandanti militari), controllava il loro operato, ed era titolare del potere giudiziario (che pertanto spettava a tutto il popolo). Questo era peraltro delegato in via permanente all’eliea, che giudicava divisa in tribunali (dikastéria), i cui membri erano estratti a sorte. Infine, all’ecclesía spettava il potere di stabilire regole di condotta vincolanti, espresse nella forma di legge (nomos) e di decreto (pséphisma). Per completare il quadro del sistema democratico ateniese, resta da ricordare l’istituto dell’ostracismo. Come dice il suo nome (da óstrakon, «coccio»), esso consisteva nella possibilità di mandare in esilio chi era ritenuto pericoloso per la democrazia scrivendo il suo nome su un pezzetto di coccio. Introdotto da Clistene, secondo la tradizione, l’ostracismo veniva votato in un’assemblea le cui decisioni, data l’eccezionalità della materia, erano valide solo se a essa partecipavano almeno 6000 cittadini. Inevitabilmente, però, l’ostracismo venne ben presto utilizzato per scopi meno nobili di quelli per cui era stato introdotto e diventò una delle armi piú sfruttate nelle lotte tra le diverse fazioni politiche. lo schema dei contenuti Sparta e Atene sono due modelli antitetici di polis CAPITOLO 7 Sparta è un prototipo di società oligarchica e militarista Atene è un modello di società aperta e democratica Solo il ristretto ceto dominante (gli spartiati) gode dei diritti politici e partecipa al governo della città Solone sopprime i privilegi ereditari degli aristocratici e introduce la timocrazia Gli spartiati si dedicano esclusivamente all’arte della guerra Capitolo 7 - Sparta e Atene La vita economica di Sparta si regge sul lavoro servile degli iloti Clistene instaura la democrazia 155 LABORATORIO DELLE FONTI La guida della città La tirannide arcaica rappresenta un fenomeno storico articolato e difficilmente classificabile. Ciò dipende, anzitutto, dalla parzialità della maggior parte delle nostre fonti, che spesso risalgono a epoche successive e risentono della ormai avvenuta maturazione di un giudizio sulle tirannidi passate: i racconti di Erodoto sui Pisistratidi, sui Cipselidi (T2) e su Policrate (T3), per esempio, conservano numerose espansioni aneddotiche, che sembrano veicolare un’immagine piuttosto compatta del tiranno, delle sue peculiari vicende di nascita, di vita e anche di morte (T4). In questi T1 racconti, dunque, è necessario attenersi agli sparsi dati puramente storici ed evenemenziali, per cercare di comprendere la reale portata del fenomeno. La «fioritura» delle tirannidi arcaiche, in effetti, coincise con una fase complessa della storia greca, segnata da profondi mutamenti sociali e politici. Furono proprio i tiranni ad allargare gli orizzonti (economici, ma anche culturali) delle rispettive città, creare ampie reti di alleanze internazionali, spesso intraprendere importanti opere di monumentalizzazione: il modello, del resto, era costituito dai sovrani orientali Pittaco: sapiente o immorale tiranno? (Alceo, Frr. 70 e 129 Voigt) I frammenti della poesia di Alceo restituiscono squarci della concitata vita politica di Mitilene, città dell’isola di Lesbo, in epoca arcaica; soprattutto testimoniano il duro scontro tra le fazioni dominanti per assumere la guida della politica della città. Bersaglio principale dei versi alcaici diviene, dunque, Pittaco, a cui Alceo imputa la «rottura dei giuramenti» (ossia di accordi politici precedentemente assunti) e rivolge ingiuriose parole («grassone»). La valutazione storica dell’operato di Pittaco rimane comunque difficile, soprattutto perché la tradizione antica ha annoverato Pittaco nel canone dei Sette Sapienti, trasmettendone un’immagine ben diversa da quella proposta da Alceo, certo non imparziale. Fr. 70. … la lira suona durante il banchetto / festeggiando tra vani cialtroni… / Ma quello, che divenne parente d’Atridi,1 / divori la patria come fece con Mìrsilo2 / finché ad Ares piaccia di chiamarci alle armi. / Su, scordiamo quest’aspro rovello, / sciogliamo il nodo di questa contesa / che ci rode il cuore, e della guerra civile / che qualche dio ha eccitato / conducendo il popolo alla follia / per concedere a Pittaco un’amabile gloria. Fr. 129. [...] Ora volgete il cuore benevolo / alla nostra preghiera, / liberateci delle pene / e del duro esilio / e l’Erinni dei morti / insegua il figlio di Irra.3 / Qui sacrificammo insieme un giorno: / giurammo di non tradire mai i compagni, / morire piuttosto e rivestirci di terra / caduti per le mani dei tiranni, / oppure ucciderli e riscattare / dalla miseria il popolo. / Ma tra loro non parlava sincero, / il grassone: a cuor leggero / calcò sotto i piedi i giuramenti / e ora fa banchetto della nostra città. (da Lirici greci. Saffo, Alceo, Anacreonte, Ibico, a cura di G. Guidorizzi, Mondadori, Milano 1993) 1 Pittaco si imparentò con la nobile famiglia dei Pentelidi, che vantavano appunto di discendere dagli Atridi. 158 ed egizi, grandi costruttori e celebratori della propria grandezza. Da ciò deriva, per esempio nelle parole di Erodoto, la percezione della tirannide come di una esperienza politica peculiare, storicamente esaurita nella vita di personaggi straordinari, ossia fuori dalla normalità (T4). Si tratta, appunto, di un modello interpretativo maturato in epoca classica, ben diverso dalla realistica immediatezza – per esempio – dei ritratti dei «tiranni» di Lesbo tracciati da Alceo (secolo VII-VI a.C.) nei suoi versi (T1; vedi anche p. 122). 2 Mìrsilo è un precedente tiranno di Lesbo, di cui altrove Alceo cantò la morte (Fr. 332 Voigt). 3 Irra era il padre di Pittaco. La sua presunta origine tracia (dunque straniera) fomentava le accuse degli avversari. Cipselo: il flagello dei Bacchiadi T2 (Erodoto, Storie V 92) In una digressione del V libro delle Storie, Erodoto fornisce preziose informazioni sulla storia arcaica di Corinto, sull’egemonia della famiglia dei Bacchiadi e sulla successiva affermazione della tirannide di Cipselo. Il brano è interessante anche perché conserva gli oracoli che la Pizia (ossia la sacerdotessa delfica) avrebbe emesso sia ai Bacchiadi sia a Eezione (padre di Cipselo), prevedendo la sorte politica di Corinto. La costituzione dei Corinzi era questa: c’era un’oligarchia, e costoro, chiamati Bacchiadi, amministravano la città e si sposavano fra loro. Ad Anfione, che era uno di questi uomini, nacque una figlia zoppa di nome Labda. Poiché nessuno dei Bacchiadi voleva sposarla, la sposava Eezione, figlio di Echecrate, che era un popolano di Petra, ma di origine lapita e discendente da Ceneo. A costui, né da questa donna, né da altra nacquero figli, e perciò partì per Delfi per interrogare l’oracolo sulla prole. E a lui che entrava, la Pizia si rivolge subito con queste precise parole: “Eezione, nessuno onora te, o degno di molto onore; un leone / Labda ha nel ventre ma lo partorirà come un macigno precipite. / Poi si abbatterà sugli uomini che regnano da soli e punirà Corinto”. Questo vaticinio dato a Eezione viene per caso riferito ai Bacchiadi, ai quali era rimasto oscuro un precedente responso oracolare su Corinto, che portava alla stessa conclusione di quello di Eezione […].1 Quando Cipselo divenne adulto e interrogò l’oracolo, gli venne dato a Delfi un responso favorevole, confidando nel quale assalì e prese Corinto. […] Cipselo, divenuto tiranno, diveSezione 2 - La civiltà greca niva un uomo di questo genere, cioè perseguitò molti Corinzi, molti privò delle ricchezze e molti più della vita. (da Erodoto, Le storie. Volume V, a cura di G. Nenci, Fondazione Lorenzo Valla – Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1994) 1 Nella parte di testo omessa Erodoto racconta di come il piccolo figlio di Labda (che poi sarà chiamato «Cipselo») poté scampare a un attentato dei Bacchiadi. Policrate: la (s)fortuna di un tiranno T3 (Erodoto, Storie III 40; 43) Nel 522 a.C., Orete, satrapo di Sardi, attirò Policrate in un tranello e lo fece uccidere, esponendo il corpo del tiranno di Samo a un tremendo supplizio. Secondo Erodoto, del resto, già Amasi, faraone d’Egitto, aveva messo in guardia Policrate dai rovesci della sorte, rilevando che la sua enorme fortuna e il suo costante successo avrebbero attirato l’invidia degli dèi. [40] Certo Amasi non ignorava la grande fortuna di Policrate, ma essa era per lui oggetto d’inquietudine. Poiché questa fortuna di giorno in giorno aumentava sempre più, scrisse una lettera e la mandò a Samo: “Amasi dice a Policrate così. È dolce sapere che un amico e ospite è in buone condizioni; ma le tue grandi fortune non mi danno La tradizionale «anormalità» T4 dei tiranni Le tradizioni antiche circolanti su molte figure tiranniche – di cui soprattutto Erodoto conserva importanti testimonianze – sembrano convergere nel connotare il personaggio del tiranno secondo parametri costanti: il tiranno è un personaggio fuori dal normale, eccessivo in ogni aspetto o manifestazione della sua concitata vita, ma anche segnato da un rapporto esclusivo e particolare con il divino. Carmine Catenacci, in un recente libro, ha esaminato queste tipologie descrittive, che suggeriscono anche il livello di elaborazione – quando non di mistificazione – intervenuto in tempi precoci nelle biografie dei grandi tiranni greci. […] Pur con qualche adattamento, le vite e le personalità di figure quali Policrate, i Pisistratidi, i Cipselidi o gli Ortagoridi,1 così come tramandate, hanno poco da invidiare a quelle dei Labdacidi, degli Atridi e dei loro omologhi.2 Nelle vicende dei tiranni arcaici si cela la carriera ambigua dell’eroe e delle dinastie eroiche, in particolare di coloro che conquistano e detengono la regalità. Il tiranno è un predestinato al potere, spesso uno strumento atteso della dike, un giustiziere, comunque un uomo fuori dalla norma: i passaggi determinanti della sua esi- LABORATORIO Capitolo 7 - Sparta e Atene piacere, poiché conosco la divinità e so che è invidiosa. Per me stesso e per quanti mi stanno a cuore, vorrei che alcune cose avessero esito felice e altre andassero male; […]. Ora, dunque, dammi retta e contro la buona sorte fa’ così: dopo aver riflettuto, trova l’oggetto che per te ha più valore e per la cui perdita soprattutto ti affliggeresti l’animo: butta via quest’oggetto, in modo che non ricompaia più alla vista degli uomini”. […].1 [43] Amasi, letta la lettera che gli giungeva da Policrate, capì che è impossibile a un uomo sottrarre un suo simile al destino che lo sovrasta e che Policrate – fortunato in tutto e che ritrovava addirittura ciò che gettava via – non avrebbe fatto una buona fine. Allora gli mandò un araldo a Samo, per annunciare che rompeva i legami di ospitalità. Lo fece per questo motivo: perché, piombando su Policrate una sventura terribile e grande, egli stesso non si contristasse l’animo, come avviene per un proprio ospite. (da Erodoto, Le storie. Volume III, a cura di D. Asheri e S. Medaglia, Fondazione Lorenzo Valla – Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1990; trad. di A. Fraschetti) 1 Condiviso il suggerimento di Amasi, Policrate buttò in mare aperto un suo prezioso anello. Tempo dopo, però, ricevette in dono da un pescatore un grande pesce: Policrate ne ordinò la cottura, ma i servitori, nel preparare il pesce, vi trovarono all’interno l’anello del tiranno. Policrate, allora, si affrettò a mandare un resoconto dell’accaduto ad Amasi. stenza, dal concepimento fino all’ascesa al trono e alla morte, sono marcati da segni premonitori. […] La sua potenza è fuori dall’ordinario e incute timore. [...]. Ma il tiranno è anche un saggio: conia aforismi, emana leggi, dirime abilmente questioni controverse, si circonda di personalità dell’arte e della scienza. Lo splendore e la ricchezza della sua corte diventano proverbiali. Spesso l’azione del tiranno entra in contatto con il sacro: oracoli, feste, attività rituali e agonistiche, fondazioni di culti e colonie, costruzione di templi. Nei più importanti luoghi sacri e pubblici, egli innalza suoi imponenti memorials. Il passaggio di questo fondatore lascia segni tangibili nello spazio e nel tempo, opere che intervengono sul paesaggio e sugli elementi naturali civilizzandoli (fontane, gallerie, fortificazioni, porti ecc.), ma anche sulla cultura. (da C. Catenacci, Il tiranno e l’eroe. Per un’archeologia del potere nella Grecia antica, Bruno Mondadori, Milano 1996) 1 Stirpe di tiranni di Sicione («discendenti di Ortagora»). 2 I Labdacidi («discendenti di Labdaco») erano i sovrani di Tebe: a questa famiglia apparteneva anche Edipo. I piú noti fra gli Atridi («discendenti di Atreo») furono Agamennone e Menelao, sovrani di Argo (o Micene) e di Sparta, oltre che promotori della spedizione greca contro Troia. 1 Le tradizioni a noi pervenute in merito alla figura di Pittaco sono univoche? Pittaco è costantemente rappresentato in chiave negativa, come nei versi di Alceo (T1)? 2 Come può essere interpretata l’esistenza di una letteratura oracolare relativa a Cipselo e alla sua ascesa al potere (T2)? Chi – fra i sostenitori di Cipselo o quelli dei Bacchiadi – poteva avere utilità a far circolare simili oracoli? 3 Quali sono le caratteristiche del «modello tirannico» (T4)? Quali elementi tipologici ricorrono in modo costante nelle due narrazioni erodotee (T2 e T3)? 4 Perché i tratti descrittivi del personaggio di Pittaco, nei versi di Alceo (T1), paiono diversi dalle modalità con cui Erodoto descrive Cipselo e Policrate (T2 e T3)? In che epoca e dove è vissuto Alceo? Quando invece è vissuto Erodoto? 159