Corso teorico-pratico per i lavoratori addetti al Pronto Soccorso Aziendale Croce Rossa Italiana Dr. Rodolfo Osti Specialista in: Chirurgia Generale Chirurgia Pediatrica CRI 13 dicembre 2008 I numeri di un'emergenza italiana Vittime sul lavoro 1.546 il picco più alto registrato nel 2001 1.376 la media di questi ultimi anni 1.260 le morti bianche nel 2007 CRI 13 dicembre 2008 I numeri di un'emergenza italiana Nei cantieri Infortuni mortali nelle costruzioni 258 nell'anno 2006 235 nel 2007 16,6% sono immigrati CRI 13 dicembre 2008 I numeri di un'emergenza italiana Le cause degli infortuni mortali nei cantieri 42,55% cade dall'alto 20,85% travolto da mezzi meccanici 14,89% travolto da materiali di lavoro CRI 13 dicembre 2008 I numeri di un'emergenza italiana I costi - Quanto pesano ogni anno i danni derivati dagli infortuni sul lavoro? 45,44 miliardi di euro dei quali: - 11,76 contributi - 19,40 sistema economico - 14,38 prevenzione CRI Incidenti sul lavoro, 4 vittime in 48 ore Sono 33 i morti dall'inizio dell'anno —12 gennaio 2009 Incidenti sul lavoro, 4 vittime in 48 ore Sono 33 i morti dall'inizio dell'anno ROMA - Quattro incidenti mortali sul lavoro nelle ultime 48 ore, che aggravano il bilancio, già alto, delle morti bianche nel 2009: 33 i casi dal primo di gennaio a oggi. Da Nord a Sud, in questi due giorni quattro persone hanno perso la vita mentre svolgevano le loro mansioni: in Sicilia, a Trieste e a Torino. CRI 21 marzo 2009 Morti sul lavoro in calo del 5,2% ma il fenomeno resta drammatico "Il nostro Paese deve predisporre efficaci misure di prevenzione” ROMA - Le morti sul lavoro sono diminuite del 5,2% nei primi nove mesi del 2008, mentre nel complesso gli infortuni sul lavoro sono calati del 4,2%. Le "proiezioni" dell'Inail sono contenute nella relazione di accompagnamento alla bozza del nuovo testo unico in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, definita dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi, anticipate dall'agenzia Apcom. CRI Venerdì 13 giugno 2008 CORRIERE DELLA SERA Lavoro, strage senza fine: Tre morti in poche ore Due nel Milanese, uno a Palermo. Crolla un’impalcatura a Settimo Milanese: deceduti due stranieri. Un terzo è in coma. 12:52 CRONACHE A Termini Imerese un operaio di 44 anni è precipitato da un'altezza di tre metri nella centrale termoelettrica dell'Enel ed è morto sul colpo. CRI venerdì 13 giugno 2008 CORRIERE DELLA SERA CRI Eurispes: più morti negli incidenti sul lavoro che nella Guerra del Golfo di Nicoletta Cottone Il Sole 24 ore - 22 maggio 2007 La piaga degli incidenti sul lavoro in Italia ha causato più morti della seconda Guerra del Golfo. Lo studio dell'Eurispes «Infortuni sul lavoro: peggio di una guerra», presentato nella mattinata alla Camera dei deputati, ha calcolato come dall'aprile 2003 all'aprile 2007 i militari della coalizione che hanno perso la vita sono stati 3.520, mentre, dal 2003 al 2006, nel nostro Paese i morti sul lavoro sono stati ben 5.252. Un incidente ogni 15 lavoratori, un morto ogni 8.100 addetti: queste le cifre del fenomeno secondo l'Eurispes. CRI Eurispes: più morti negli incidenti sul lavoro che nella Guerra del Golfo Dai dati Inail, l'Eurispes ha messo in evidenza che ogni anno dal Nord al Sud muoiono in media 1.376 persone per infortuni sul lavoro. L'edilizia è il settore ad alto rischio, visto che quasi il 70% dei lavoratori (circa 850) perdono la vita per cadute dall'alto di impalcature nell'edilizia. Fra le cause seguono il ribaltamento del trattore in agricoltura e gli incidenti stradali nel trasporto merci per le eccessive ore trascorse alla guida. L'età media di chi perde la vita sul lavoro è di circa 37 anni. Ogni incidente, dunque, visto che la vita media è di 79,12 anni, comporta una perdita di vita pari a 42 anni. CRI Eurispes: più morti negli incidenti sul lavoro che nella Guerra del Golfo 1.376 persone per anno muoiono in media per infortuni sul lavoro CRI Eurispes: più morti negli incidenti sul lavoro che nella Guerra del Golfo In pericolo più gli uomini delle donne: le donne infortunate sono in media il 25,75% e i decessi si attestano su un valore medio del 7,7 per cento. La percentuale media delle denunce per infortunio tra i lavoratori immigrati è dell'11,71%, mentre quella dei decessi è del 12,03%: una sostanziale uguaglianza anomala, segnala il rapporto, dato che per i lavoratori italiani la percentuale degli incidenti è di gran lunga superiore a quella dei morti. Segno, secondo l'Eurispes, che molti infortuni non vengono denunciati. CRI Eurispes: più morti negli incidenti sul lavoro che nella Guerra del Golfo Nei trasporti il tasso medio di incidenti si attesta su posizioni più elevate, mentre nell'industria si registra il valore più basso. Osservando l'andamento delle morti bianche nel periodo 2003-2005, l'Eurispes evidenzia un picco nel 2004 nel settore agricoltura, passata da 129 morti (2003) a 175 (2004) per poi ridiscendere a 127. Si registra anche un decremento nell'industria e nei servizi, passati dai 1.308 morti del 2003 ai 1.137 del 2004 e ai 1.065 del 2005. Sostanziale stabilità del settore pubblico (12-16-14). CRI Eurispes: più morti negli incidenti sul lavoro che nella Guerra del Golfo La provincia con il maggiore tasso di incidenti (anno 2005) è Taranto (11,33), seguita da Gorizia e Ragusa. La Regione con più incidenti mortali in assoluto (anno 2003) è la Lombardia, seguita dall'Emilia Romagna. Si tratta, però, di un dato che non tiene conto della dimensione della popolazione a rischio di incidenti, cioè degli occupati. Se si rapporta invece il numero di morti al numero di ore lavoro o al totale degli addetti, la regione con la maggiore incidenza di morti bianche è il Molise, seguita da Basilicata e Calabria e in genere da regioni del Sud. CRI Eurispes: più morti negli incidenti sul lavoro che nella Guerra del Golfo Tra le cause degli incidenti si annoverano la scarsa padronanza della macchina, l'assuefazione ai rischi (abitudine e ripetitività dei gesti), la banalizzazione dei comportamenti di fronte al pericolo, la sottostima dei rischi, la diminuzione dell'attenzione nel lavoro di sorveglianza, il mancato rispetto delle procedure, l'aumento dello stress, la precarietà del lavoro legata a una formazione insufficiente e la manutenzione eseguita poco o male. CRI Eurispes: più morti negli incidenti sul lavoro che nella Guerra del Golfo Una efficace prevenzione deve puntare su formazione e addestramento, sul rispetto degli ordini, dei divieti e delle indicazioni, sul corretto uso dei dispositivi di protezione individuale, sul rigido rispetto delle procedure quando la sicurezza tecnica non basta. Dalla relazione emerge che l'inefficacia dell'azione di prevenzione e di controllo è imputabile a una mancanza di strategia centrale. CRI Eurispes: più morti negli incidenti sul lavoro che nella Guerra del Golfo «Allo stato attuale - chiude il rapporto – l'Inail è l'unico ente in grado di gestire la prevenzione e la componente assicurativa e di promuovere pratiche virtuose sui luoghi di lavoro per sostenere, promuovere ed estendere il sistema partecipato, già previsto dalla normativa vigente, ma ancora ampiamente disatteso». CRI Le prime leggi sulla sicurezza dei luoghi di lavoro furono introdotte in Italia nel 1942 nel codice civile mentre le prime leggi specifiche sull'argomento risalgono agli anni cinquanta. Importanti: D.P.R. n° 547 del 1955 D.P.R. n° 303 e n° 164 del 1956 Questi decreti, molto corposi e ben costituiti, sono tra i meno applicati nella storia dell'Italia repubblicana, infatti ancora tutt'oggi c'è un numero enorme di infortuni sul lavoro sia in fabbrica che nell'edilizia. CRI Anni '90: Dopo l'emanazione di direttive europee: legge n° 626 del 1994 legge n° 494 del 1996 che obbligano le imprese, i committenti e i datori di lavoro al rispetto dei decreti precedenti, a gestire il miglioramento continuo delle condizioni di lavoro, ad introdurre la formazione e l'informazione sui rischi per cui sono state create nuove figure professionali responsabili per la sicurezza. CRI Novità introdotte dal D.Lgs. 626/94 obbligo della valutazione del rischio (risk assessment) da parte del datore di lavoro introduzione di un Servizio di Prevenzione e Protezione, di cui, il RSPP, ne è il responsabile introduzione di un Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (art. 18) che deve essere eletto dai lavoratori stessi e deve essere consultato preventivamente in tutti i processi di valutazione dei rischi. CRI La valutazione del rischio, quindi, è un processo di individuazione dei pericoli e di tutte le misure di prevenzione e protezione volte a ridurre al minimo sostenibile le probabilità e il danno conseguente a potenziali infortuni e malattie professionali. CRI Il Datore di lavoro oggi non è solo "debitore della sicurezza nei posti di lavoro" ma deve essere partecipe e responsabile di un processo di miglioramento delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso una periodica valutazione dei rischi (che viene documentata in un apposito "documento di valutazione dei rischi" in riferimento all'art. 4 comma 2) del D.Lgs. 626/94), che non determina solo i requisiti oggettivi di sicurezza, ma considera anche gli aspetti organizzativi e soggettivi associati allo svolgimento dell'attività lavorativa. CRI La legge delega n. 123 del 2007 conferisce al Governo il mandato entro maggio 2008 di riformare la legge 626, introducendo: un'armonizzazione delle leggi vigenti; - l'estensione della 626 a tutti i settori, tipologie di rischio e lavoratori autonomi e dipendenti; - un adeguato sistema sanzionatorio; - l'obbligo di indossare tesserini di riconoscimento, indicanti dati del lavoratore e del datore di lavoro, all'interno dei cantieri e altri luoghi di lavoro, a pena di un'ammenda; - un rafforzamento degli organici degli ispettori del lavoro CRI In data 30 aprile 2008 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il testo definitivo del Decreto Legislativo 09/04/2008 n. 81. La nuova norma, che contiene 306 articoli e 51 allegati, costituisce il Testo Unico in materia di sicurezza sul lavoro. CRI La nuova normativa: - introduce sanzioni penali per i trasgressori; - istituisce i rappresentanti per la sicurezza, eletti dai lavoratori, con poteri di ispezionare impianti e prendere visione dei documenti aziendali; - obbliga i datori di lavoro a pubblicare una documentazione di valutazione complessiva del rischio; - determina una responsabilità in solido delle aziende appaltatrici nei confronti di quelle subappaltanti; - prevede la sospensione delle attività fino alla messa in regola, nelle aziende che non rispettino la 626, abbiano più del 20% dei lavoratori in nero, ovvero sottopongano i dipendenti a turni di lavoro maggiori di quelli consentiti dai Contratti Nazionali di categoria. CRI PRIMO SOCCORSO è l'insieme delle azioni che permettono di aiutare una o più persone in difficoltà, senza l’utilizzo di farmaci, nell'attesa dell'arrivo dei soccorsi qualificati. Nessuna azione deve essere svolta senza aver valutato la situazione. Appena possibile, compatibilmente con le possibilità, dopo aver compiuto un esame primario, è necessario effettuare una chiamata di emergenza per attivare la catena del soccorso, in Italia avvisando il 118, in Europa il 112. Prestare soccorso è un dovere del cittadino, tanto più se è un medico. CRI Compiti del Primo Soccorritore: 1. Evitare azioni convulse e dannose 2. Evitare l’aggravamento delle condizioni dell’infortunato 3. Proteggere l’infortunato da ulteriori rischi 4. Favorire la sua sopravvivenza 5. Saper distinguere i casi urgenti dai casi gravi ma non urgenti 6. Saper effettuare una corretta chiamata di soccorso. CRI Il soccorso è un obbligo: Morale, Medico-legale e Deontologico OMISSIONE DI SOCCORSO Art. 593 del Codice Penale (CP). Commette tale reato: "Chiunque trovando [ ... ] un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestare l'assistenza occorrente o di darne avviso alla autorità". •Sanzioni penali (l. 72/2003) sono: •Reclusione fino a 1 anno o multa fino a 2500 euro. Se dall'omissione del soccorso deriva una lesione personale, la pena è aumentata. In caso di morte la pena è raddoppiata. CRI Art 54 CP (Stato di necessità): "Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo. Questa disposizione non si attua a chi ha un particolare dovere giuridico di esporsi al pericolo". CRI PRONTO SOCCORSO è un insieme di attività sanitarie complesse (defibrillazione, intubazione, farmaci ...) che hanno come obiettivo il trattamento di emergenza di uno stato patologico insorto improvvisamente. Generalmente tali manovre sono dì pertinenza sanitaria. CRI Classificazione delle urgenze Emergenza (urgenza estrema): Arresto respiratorio Arresto cardio-respiratorio Emorragie arteriose imponenti CRI Classificazione delle urgenze Urgenze primarie: Emorragie gravi Portatori di laccio emostatico Membra sfracellate Gravi traumi toracici ed addominali Grave stato di shock Gravi ed estese ustioni Donne in fase avanzata di parto Avvelenamenti da sostanze di elevata tossicità CRI Classificazione delle urgenze Urgenze secondarie: Traumi cranici e vertebrali Sospette fratture di bacino Fratture esposte degli arti Urgenze terziarie: Ferite non gravi Piccole ustioni localizzate Fratture non esposte degli arti CRI Apparato Respiratorio Insieme di organi e di strutture che permettono l'ossigenazione del sangue, del liquido della cavità generale del corpo o direttamente dei tessuti e l'eliminazione di gas nocivi. CRI Apparato Respiratorio CRI Apparato Respiratorio L'apparato Respiratorio Umano è formato dalle prime vie respiratorie (naso, bocca), dalla faringe, dalla laringe, dalla trachea, dai due bronchi che da essa si dipartono, e che si ramificano in condotti di calibro via via minore, diventando bronchioli, e dai due polmoni. Nei polmoni avvengono i processi di scambio dei gas respiratori, ossigeno e anidride carbonica; gli altri organi dell'apparato costituiscono vie di conduzione dei flussi d'aria in entrata e in uscita. In tal senso, si possono comprendere nell'apparato respiratorio anche le vie nasali, la cavità boccale, la faringe e la laringe, che rappresentano le prime vie di ingresso e di uscita dell'aria. CRI Apparato Respiratorio CRI Apparato Respiratorio L'ingresso dell'aria nella laringe è regolato dall'epiglottide, un lembo di tessuto cartilagineo che, al momento della deglutizione, chiude la laringe e impedisce a particelle di cibo o di saliva di ostruire le vie respiratorie. Come in tutti i vertebrati, nell'uomo i due polmoni sono racchiusi nel torace, dotato di una base a cupola formata dal muscolo diaframma; ciascuno è rivestito da due sottili membrane sierose, le pleure, una aderente alla superficie esterna del polmone e l'altra alla superficie interna del torace. Le due pleure sono separate da una cavità virtuale in cui si trova una modesta quantità di fluido. CRI Apparato Respiratorio CRI Apparato Respiratorio I polmoni hanno una forma grossolanamente piramidale, che si adatta alla forma del torace. Non sono perfettamente simmetrici: il polmone destro è formato da tre lobi, mentre il sinistro è formato da due lobi e, vicino al margine mediano della base, presenta l'incisura cardiaca nella quale è collocato il cuore. Sul lato mediano di ciascun polmone si trova il peduncolo polmonare, formato dai bronchi, dalle arterie e dalle vene polmonari. Ciascun bronco, all'interno del polmone, si suddivide più volte fino a terminare in un lobulo, l'unità strutturale e funzionale polmonare. CRI Apparato Respiratorio CRI Apparato Respiratorio Le arterie e le vene polmonari che accompagnano il bronco si ramificano anch’esse negli stessi punti; le arteriole e le venule dei lobuli sono collegate attraverso un denso reticolo di capillari posti sulle pareti delle cellule polmonari. Anche i nervi del plesso polmonare e i vasi linfatici sono distribuiti nello stesso modo. All'interno del lobulo, il bronchiolo si divide nei bronchioli terminali, ognuno dei quali sbocca in due o più bronchioli respiratori. A sua volta, ciascuno dei bronchioli respiratori si apre su alcuni sacchi alveolari, le pareti dei quali presentano rigonfiamenti verso l'esterno che costituiscono i numerosi alveoli (cellule aeree) del lobulo. CRI Apparato Respiratorio CRI Apparato Respiratorio La funzione respiratoria, ovvero lo scambio di gas tra sangue e aria atmosferica, avviene a livello degli alveoli polmonari, minute strutture tondeggianti dotate di una parete estremamente sottile riccamente vascolarizzata, attraverso la quale avviene la diffusione dell'ossigeno dall'aria atmosferica al sangue, e dell'anidride carbonica in senso inverso. Essa richiede un flusso d'aria in entrata, ricco di ossigeno, e uno in uscita, mediante il quale l'organismo espelle anidride carbonica. Ciò si verifica, rispettivamente, durante l'inspirazione e l'espirazione, che avvengono per effetto dell'espansione e della contrazione della gabbia toracica. CRI Apparato Respiratorio CRI Apparato Respiratorio All'interno dei polmoni vi è una pressione uguale a quella atmosferica, mentre tra le due pleure il valore è inferiore; questa pressione negativa tende a fare espandere i due organi che altrimenti collasserebbero. Tale depressione è a sua volta dovuta all'espansione del torace per azione dei muscoli respiratori. Tra questi, il principale è il diaframma, una struttura muscolare a forma di cupola che separa la cavità toracica da quella addominale. Innervato dai nervi frenici (che hanno origine nella regione cervicale), si contrae in modo involontario abbassandosi (da 1 a 10 cm); produce dunque la diminuzione della pressione nei polmoni, i quali tendono a espandersi e, dunque, richiamano aria dall'esterno: in tal modo si verifica l'inspirazione. CRI Apparato Respiratorio All'espansione inspiratoria della gabbia toracica partecipano anche i muscoli intercostali, i muscoli sterno-cleidomastoidei (che innalzano lo sterno) e i muscoli scaleni (che sollevano le prime due costole). L'espirazione avviene in modo passivo per rilassamento del diaframma e degli altri muscoli: lo spazio della cavità toracica si riduce e i polmoni, elastici, si contraggono passivamente espellendo l'aria. In alcuni casi, l'espirazione può però essere praticata in modo volontario, come avviene ad esempio in alcune pratiche sportive di iperventilazione. In questo caso sono coinvolti anche i muscoli addominali (obliqui, retto e trasverso). CRI Apparato Respiratorio Le fosse nasali hanno essenzialmente due funzioni: l'una di convogliare l'aria inspirata verso l'albero respiratorio (funzione respiratoria), l'altra di concentrare le particelle odorose verso la mucosa olfattoria (funzione sensoriale). La mucosa nasale ha un importante ruolo fisiologico assicurando la filtrazione ed il condizionamento termico dell'aria inspirata e partecipando ai meccanismi di difesa contro gli agenti infettivi delle vie respiratorie. CRI Apparato Respiratorio La meccanica respiratoria Gli atti respiratori, in condizioni di riposo, sono automatici e involontari: si succedono regolarmente al ritmo di 12/16 al minuto e permettono di introdurre dai 7 agli 8 litri d'aria al minuto. E’ possibile modificare volontariamente la frequenza e la portata respiratoria. In caso di necessità il ritmo respiratorio si adegua automaticamente alle mutate condizioni dell'organismo, in stretta relazione con la funzionalità dell'apparato circolatorio. CRI Apparato Respiratorio GAS DISCIOLTI NEL SANGUE Normalmente, nel sangue arterioso, i valori dei gas in esso contenuti (espressi come pressioni parziali in millimetri di mercurio) sono: SANGUE pO2 pCO2 Arterioso Venoso 97 - 100 mmHg 35 - 45 mmHg 60 - 85 mmHg ~ 45 mmHg CRI Apparato Respiratorio Contenuto dei gas Aria inspirata Aria espirata Azoto 78% 78% Ossigeno Anidride Carbonica 21% 0,04% 16% 4% Altri gas 1,96% 2% CRI Apparato Respiratorio Regolazione del processo respiratorio è un fenomeno neurochimico. Regolazione biochimica o umorale Il controllo biochimico (o umorale) avviene a livello di specifici chemiorecettori (glomi aortici e glomi carotidei), che sono sensibili alla concentrazione parziale dell'anidride carbonica del sangue (PaCO2), il cui aumento viene “tradotto” in un segnale che produce l'aumento della ventilazione polmonare. I glomi sono innervati da fibre del sistema nervoso autonomo parasimpatico, annesse al nervo glossofaringeo nel caso dei glomi carotidei e al nervo vago per quanto riguarda i glomi aortici. CRI Apparato Respiratorio Regolazione del processo respiratorio è un fenomeno neurochimico. Regolazione nervosa i centri respiratori si trovano nella regione del tronco dell'encefalo e sono tre: il centro apneustico (o dell'inspirazione) e il centro pneumotassico (o espiratorio) sono nel ponte di Varolio; il terzo ed ultimo, il centro respiratorio bulbare, è situato nel bulbo. CRI Apparato Respiratorio CAUSE DI INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Sistema nervoso centrale: Affezioni cerebro-vascolari, intossicazioni, Meningiti, Traumi cranici e/o cerebrali. Midollo spinale: Poliomielite, Traumi del midollo. Parete toracica e pleura: Lesioni della parete toracica, Fratture costali, PNX ipertensivo (chiuso). Grosse vie respiratorie: Retrazione della lingua, Edema della glottide, Laringospasmo, Vomito, Coaguli ematici,Corpi estranei. Bronchi e polmoni: Bronchiti croniche ostruttive, Asma, Enfisema ostruttivo, Polmoniti, Edema polmonare, Embolia polmonare. Altre cause: Avvelenamenti (oppiacei, farmaci), Distrofia muscolare, Tetano, Botulismo. CRI Apparato Cardiocircolatorio Anatomia L'apparato cardiovascolare è formato da organi cavi di tipo vascolare: 1. Cuore, “muscolo" che rilassandosi (diastole) e contraendosi (sistole), funziona come una pompa e dà la spinta al sangue; 2. Vasi sanguigni, che trasportano il sangue: a) Arterie (conducono il sangue dal cuore ai tessuti), b) Vene (conducono il sangue dai tessuti al cuore), c) Capillari (permettono gli scambi sangue /tessuti/ sangue) CRI Apparato Cardiocircolatorio CRI Apparato Cardiocircolatorio Cuore Il cuore è un organo cavo che con le contrazioni dei suoi potenti muscoli (sistole) spinge il sangue nei vasi. Ha una forma pressoché conica (pera) con la “punta” (apice) rivolta verso il basso ed a sinistra. Si trova all'interno della gabbia toracica, tra i due polmoni. Sotto c'è il diaframma, il muscolo che divide la cavità toracica da quella addominale. Dietro si trova l'esofago e poi la colonna vertebrale. Davanti c'è lo sterno, (osso del torace dove si uniscono le costole). La membrana esterna che ricopre il cuore è il pericardio, quella interna è l'endocardio. Tra le due membrane è presente il miocardio, il muscolo involontario che lo fa pompare. CRI Apparato Cardiocircolatorio CRI Apparato Cardiocircolatorio CRI Apparato Cardiocircolatorio La cavità cardiaca è attraversata da una parete longitudinale che divide il cuore in due parti: a destra scorre il sangue venoso, a sinistra quello arterioso. Ciascuna delle due metà è poi a sua volta divisa da una parete orizzontale che forma l'atrio, la parte superiore, e il ventricolo, quella inferiore. Questa parete orizzontale non è però continua come quella longitudinale, contiene delle valvole unidirezionali che permettono al sangue di passare esclusivamente dall'atrio al ventricolo. La valvola che mette in comunicazione atrio e ventricolo destro si chiama tricuspide, perché è formata da tre lembi; quella sinistra si chiama bicuspide (è formata da due lembi) o mitrale. CRI Apparato Cardiocircolatorio CRI Apparato Cardiocircolatorio CRI Apparato Cardiocircolatorio Fisiologia del cuore Quando gli atrii si dilatano il sangue entra, a questo punto si contraggono e il sangue passa nei ventricoli sottostanti, che si dilatano per poi contrarsi e sospingerlo nelle arterie. La fase di dilatazione di atrii e ventricoli è detta diastole, quella di contrazione sistole. Il cuore si contrae normalmente, in una persona adulta, 60-70 volte al minuto. La frequenza cardiaca aumenta sotto sforzo, perché è necessario pompare una maggior quantità di sangue, ed è più frequente nei bambini. Questa capacità di contrazione del cuore è autonoma, il cuore continua a contrarsi per un breve periodo anche quando viene sottratto all'organismo. CRI Apparato Cardiocircolatorio Le arterie: trasportano il sangue dal cuore alle zone periferiche. A ogni contrazione il sangue viene spinto in avanti. Questo determina che la circolazione non sia continua ma a flussi. Per questo motivo, durante un'emorragia arteriosa, il sangue, di colore rosso vivo, esce a fiotti. Le vene: trasportano il sangue dalle zone periferiche al cuore. Il sangue fluisce in modo continuo. Questo movimento è aiutato dalla presenza di numerose valvole "a nido di rondine", che non permettono il refluire verso il basso del sangue. I capillari: vasi piccolissimi (diametro tra i 10 e i 20 millesimi di mm.), dove la parte terminale delle arterie si congiunge con la parte iniziale del sistema venoso. Questa sottigliezza consente al sangue di scorrere a contatto con i tessuti effettuando degli scambi di sostanze. CRI Apparato Cardiocircolatorio La grande circolazione La circolazione del sangue segue due diversi circuiti: la grande e la piccola circolazione. La grande circolazione consiste nell'insieme dei vasi che portano il sangue dal cuore alla periferia e da qui nuovamente al cuore. Il sangue parte dal ventricolo sinistro, carico di ossigeno, spinto dalla sistole, ed entra nell'aorta, l'arteria più grande. L'aorta con le sue diramazioni porta il sangue in tutte le aprti dell’organismo. Aorta ascendente, arco aortico, aorta toracica discendente , aorta addominale. CRI Apparato Cardiocircolatorio La grande circolazione Dopo che il sangue ha raggiunto le parti più periferiche del corpo, attraverso vasi sempre più piccoli, e dopo avere effettuato gli scambi nutrizionali con i tessuti attraverso la rete capillare, torna verso il cuore attraverso il sistema venoso. Il sangue che proviene da testa, torace e arti superiori, nel suo viaggio di ritorno confluisce nella vena cava superiore; quello che proviene dai visceri e dagli arti inferiori confluisce nella vena cava inferiore. Entrambe le vene sboccano nell'atrio destro del cuore chiudendo la grande circolazione. CRI Apparato Cardiocircolatorio CRI Catena della Sopravvivenza CRI Danno Anossico Cerebrale Inizia dopo 4-6’ di assenza di circolo Dopo circa 10’ si hanno cerebrali irreversibili. 4’ Morte clinica 10’ Morte biologica lesioni CRI Cause di arresto respiratorio Ostruzione delle vie aere da: o Caduta della lingua nel soggetto incosciente o o o o o corpi estranei. Intossicazione da farmaci, overdose da oppiacei. Annegamento. Elettrocuzione, folgorazione. Trauma. Arresto cardiaco. CRI Segni di allarme dell’attacco cardiaco Dolore o peso retrosternale Possibile irradiazione del dolore a: braccio sinistro, spalle, epigastrio, mandibola Altri sintomi: sudorazione, nausea e dispnea Insorgenza: sotto sforzo, stress emotivo o anche a riposo CRI Diagnosi di ACC (Soccorritori Professionisti) Stato di incoscienza Assenza di respiro o “gasping” Assenza di polso. CRI Diagnosi di ACC (Soccorritori Laici) Stato di incoscienza Assenza di respiro o “gasping” Assenza di segni di circolo (aspetto cadaverico, assenza di tosse, movimenti, ecc.) CRI Diagnosi di ACC (Soccorritori Laici) % Fatta diagnosi di ACC non c’è tempo da perdere! Ogni secondo che passa diminuiscono le possibilità di recupero della vittima! 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 1 2 3 4 Minuti 5 6 7 8 9 10 11 CRI Fasi del BLS “ABC” della RCP Airway Pervietà delle vie respiratorie Breathing Respirazione Circulation Circolazione CRI Valutazioni Ogni azione deve essere preceduta da una valutazione Stato di coscienza azione A Attività respiratoria azione B Segni di circolazione azione C N.B. Nessuno deve subire procedure di RCP se prima non è stata stabilita la necessità di tale intervento. CRI BLS - A Accertamento dello stato di coscienza CRI BLS - A Apertura delle vie aeree (1) CRI BLS - A Apertura delle vie aeree (2) CRI BLS - A Apertura delle vie aeree (3) Cannule orofaringee CRI BLS - B Valutazione della respirazione Rilevare l’attività respiratoria eseguendo il: Guarda (espansione toracica) Ascolta (rumori, rantolii ecc. dovuti a microrespirazione) Sento (variazioni termiche) per 10 sec. CRI BLS - B Attività Respiratoria Attività respiratoria G.A.S. Respiro Assente Ventila 2 insufflazioni 1,5-2’ Respiro Presente Mantieni pervietà vie aeree se necessario PLS CRI BLS - B Valutazione della respirazione CRI BLS - B Ventilazione Artificiale • Ventilazione artificiale Senza mezzi aggiuntivi: -- Bocca/bocca -- Bocca/naso Con mezzi aggiuntivi: -- Bocca/maschera -- Pallone/maschera CRI BLS - B Ventilazione Artificiale • Ventilazione artificiale Senza mezzi aggiuntivi: -- Bocca/bocca -- Bocca/naso Con mezzi aggiuntivi: -- Bocca/maschera -- Pallone/maschera CRI BLS - B Ventilazione (bocca-bocca) CRI BLS - B Ventilazione (bocca-maschera) CRI BLS - B Percentuali di ossigeno Pallone + O2 Pallone Pallone + O2 + Reservoir 21% 40/50% 80/90% CRI Complicanze o Ventilazione Inefficace Incompleta aderenza della maschera. Insufficiente iperestensione del capo Insufflazioni troppo rapide o brusca Ipoventilazione Distensione gastrica CRI BLS - C Valutazione della presenza di circolo Rilevare l’attività cardiaca ricercando il polso carotideo per 10 sec.: Presente Ventila, 12 atti al minuto Assente Compressioni toraciche CT CRI BLS - C Polso Carotideo CRI BLS - C Individuazione del punto di compressione CRI BLS - C Individuazione del punto di compressione CRI BLS - C Compressione Toracica CRI BLS - C CRI Compressione Toracica Cause più frequenti di lesioni e/o inefficacia Punto di compressione scorretto Compressioni troppo intense o brusche. Compressioni troppo superficiali Fratture sternali o costali Lesioni organi interni (polmoni, fegato, milza) Circolo insufficiente CRI Rivalutazione dell’efficacia della RCP Presente controlla il respiro per 10’ Assente riprendi MCE 15:2 Presente mantieni pervietà vie aeree Assente ventila 12 atti /minuto Polso Respiro CRI Aspetti medico legali (1) Iniziare la RCP senza tener conto Età apparente Aspetto cadaverico Midriasi Temperatura corporea CRI Aspetti medico legali (2) Per quanto tempo? Iniziare la RCP senza tener conto Fino all’arrivo di un medico e/o ALS Fino ad esaurimento fisico dei soccorritori N.B. non esiste un tempo predefinito oltre il quale è lecito interrompere la RCP. CRI Aspetti medico legali (3) Ci sono segni evidenti di morte biologica: Maciullamento. Decomposizione tissutale. Carbonizzazione. Decapitazione.