Tecnica L’elettronica (1a puntata) DALLA FISICA AL DIGITALE Siamo definitivamente passati dall’alimentazione in cui era il carburatore a miscelare aria e benzina a quella basata sull’iniezione elettronica. Vantaggi e svantaggi delle due soluzioni di Ivan Merighi Responsabile assistenza tecnica Faster96 e sviluppo prodotto Dynojet Italia L’ELETTRONICA IN 6 PUNTATE 1. 2. 3. 4. 5. 6. Dal carburatore all’iniezione Come è fatta l’iniezione I sensori dell’iniezione e sonda lambda Valvole parzializzatrici e cornetti d’aspirazione variabili L’acceleratore elettronico Le mappe GIRI MOTORE COME UN BATTITO CARDIACO L’asse Y indica le parti di aria mentre l’asse X indica il regime di rotazione del motore. La curva blu mostra come aumenta la quantità di aria aspirata dal motore in funzione del regime di rotazione 1 O rmai la quasi totalità delle moto nuove in vendita sono alimentate con l’iniezione elettronica. Fanno eccezione alcune fuoristrada specialistiche ma è questione di tempo, poco, in base ad un calendario che pone fuori legge inesorabilmente i motori con il carburatore, non ancora dalla circolazione ma da nuove omologazioni e in un prossimo futuro dalla vendita. Ma quali sono le differenze tra il caro vecchio carburatore e l’iniezione elettronica? Entrambi i sistemi servono per miscelare la benzina con l’aria aspirata dal motore, ma mentre il carburatore funziona meccanica- TEMPI MODERNI L’evoluzione tecnica ha comportato molti organi in più rispetto al recente passato: nella pagina a fianco, una 4 cilindri da Gran Premio con i suoi 4 carburatori in bella vista. A fianco, uno spaccato di una moto odierna, con iniezione elettronica, pompa benzina, aspirazione dal cupolino diretta nell’air box, sensori, sonde... mente, l’iniezione è gestita da una centralina. Il carburatore viene regolato dalla Casa o dal meccanico e tale impostazione rimane fissa (a meno che non vi mettiate lì con gli attrezzi necessari strada facendo), quindi sensibile alle variazioni climatiche o di altitudine, mentre l’iniezione può contare su correzioni automatiche basate sulla presenza di sensori. Durante il funzionamento del motore il movimento del pistone verso il basso richiama l’aria verso la camera di combustione. A questo flusso di aria viene miscelato il carburante tramite il carburatore oppure l’iniettore. ARIA E BENZINA FANNO LE CURVE INSIEME Sul lato destro e in rosso le parti di carburante. La carburazione corretta a tutti i regimi si ottiene se la quantità di benzina è iniettata sempre nella giusta proporzione con l’aria aspirata: le loro curve devono procedere insieme 2 Tecnica zona di influenza del getto del massimo L’elettronica (1a puntata) Il grafico 1 (pag. 110) mostra un diagramma di come può apparire la curva del flusso dell’aria di un motore. Vi è rappresentata la quantità dell’aria aspirata in funzione del regime di rotazione. Il flusso di aria aspirata da ogni motore è determinato da molti fattori come il profilo degli alberi a camme, l’andamento e le dimensioni dei condotti di aspirazione e scarico, l’airbox, l’impianto di scarico, ecc. Per ottenere un ipotetico rapporto aria/ benzina di 14:1 costante a tutti i regimi di giri, la quantità di benzina miscelata all’aria (curva della benzina) dovrebbe avere un andamento simile alla curva dell’aria (vedi grafico 2). La combustione più efficace infatti si ottiene con il giusto rapporto aria/ benzina. La quantità di benzina miscelata all’aria non deve essere troppa (carburazione grassa) altrimenti il carburante non brucerebbe com- 3 zona di influenza dello spillo conico zona di influenza dello smusso della farfalla zona di influenza del getto del minimo LA CARBURAZIONE AD ORECCHIO Il disegno sopra mostra quale organo del carburatore influenza l’alimentazione al progressivo aprirsi della valvola comandata dalla manopola del gas. La carburazione in questo caso si modifica intervenendo, con semplici utensili e molta esperienza, sui rispettivi organi del carburatore pletamente e in modo efficace, e non deve essere troppo poca (carburazione magra) altrimenti la combustione risulterebbe scarsa e genererebbe un surriscaldamento. Il rapporto L’IMPORTANZA DI UNA BUONA CARBURAZIONE inmoto Nel riquadro in alto viene mostrata la potenza del motore (asse Y) in funzione dei giri motore (asse X). Nel riquadro in basso la rilevazione del rapporto stechiometrico (rapporto aria/benzina sull’asse Y) effettuata tramite una sonda lambda per acquisizione dati. La prima rilevazione (curva blu) mostra un rapporto aria/benzina troppo ricco di benzina in particolare fino a 5.000 giri. La seconda rilevazione (curva rossa) mostra una diversa regolazione dello spillo conico. Al variare della carburazione varia anche la potenza del motore. L’effetto della sola regolazione dello spillo conico interessa un range di giri molto ampio 112 aria/benzina (anche chiamato rapporto stechiometrico) di riferimento è di 14,7:1 ovvero una parte di benzina per ogni 14,7 di aria. Questo è il valore di riferimento per le normative anti-inquinamento, il miglior compromesso fra il corretto funzionamento del motore e le emissioni inquinanti. Generalmente però la migliore resa del motore la si ha con un rapporto aria/benzina più ricco di benzina, che può variare da 12,8:1 a 13,8:1 in base alla configurazione del motore stesso. Il carburatore miscela la benzina in base alle dimensioni dei getti e dello spillo conico. Queste parti meccaniche permettono di regolare la carburazione su fasce però molto ampie e poco definite del range dei giri motore, ma soprattutto non in funzione dell’apertura dell’acceleratore, costringendo sempre alla ricerca di un compromesso. Il grafico 3 mostra l’effetto sulla carburazione della variazione dello spillo conico, e si vede come l’area interessata va dai 2.500 ai circa 7.000 giri motore. Per variare la carburazione al minimo si utilizza la vite di registro miscela oppure si sostituisce il getto del minimo. Questi hanno effetto (in un motore che raggiunge i 12.000 giri) INIEZIONE BATTE CARBURATORE 4 dal regime del minimo e fino a circa 2.500/3.000 giri motore. Il getto del massimo invece ha effetto da circa 6.000 giri motore e fino al limitatore di giri. A vantaggio del carburatore rimane solo la ridotta dotazione di attrezzi necessaria per l’intervento, insieme all’esperienza di come usarli, mentre a sfavore c’è il tempo necessario per lo smontaggio delle parti, la regolazione e il montaggio. La quantità di benzina inviata da un impianto a iniezione elettronica è invece determinata dalla mappa della benzina che è scritta all’interno della centralina (ECU). Una mappa benzina prevede regolazioni molto più mirate e definite (ad esempio cambia per fasce di regime ogni 250 giri), e separatamente anche in funzione dell’apertura dell’acceleratore. La regolazione della carburazione tramite una centralina di iniezione elettronica però è molto più difficile perché richiede attrezzatura specifica (generalmente un computer) e non è praticabile “a orecchio” come spesso è possibile fare per il carburatore. Una volta in possesso del necessario è possibile una messa a punto molto più accurata e mirata con il risultato di una resa superiore e in un tempo molto breve, A sinistra, un moderno carburatore per un sofisticato monocilindrico da fuoristrada. Nella pagina a fianco, lo schema di influenza sulla carburazione dei vari organi del carburatore. Nel grafico 4, il rapporto stechiometrico imperfetto a tutti i regimi di un motore alimentato a carburatore. Nel riquadro inferiore in mostra l’andamento altalenante del rapporto stechiometrico che non segue mai la linea ottimale indicata con la linea rossa tratteggiata. Una diversa regolazione della carburazione non farebbe altro che spostare la linea blu più in alto o in basso, mantenendo l’andamento altalenante. Nel grafico 5, il rapporto aria/benzina dello stesso motore alimentato ad iniezione: risulta sempre perfetto grazie alla precisione di intervento permessa dalla centralina elettronica. La carburazione del motore rappresentato con la curva blu ricopia sempre la linea rossa tratteggiata ottimale 5 inmoto 113 Tecnica L’elettronica (1a puntata) generalmente una riprogrammazione della centralina richiede pochi minuti o secondi. I grafici 4 e 5 mostrano la differenza nelle curve di carburazione: il 4 la curva di carburazione di una moto a carburatori, il 5 la curva di carburazione dello stesso modello ma ad iniezione. GLI IMPIANTI di iniezione elettronica hanno anche un altro vantaggio rispetto ai carburatori, ovvero la possibilità di adeguare autonomamente la carburazione, entro certi limiti impostati dal costruttore, al variare dell’altitudine e/o condizioni climatiche. Alle centraline di iniezione elettronica sono collegati dei sensori che forniscono informazioni sulle condizioni ambientali e del veicolo; pressione atmosferica, temperatura dell’aria, temperatura del motore, posizione dell’acceleratore, e altri ancora, nonché dello stato della combustione (sonda lambda) di cui parleremo più avanti. Conoscendo le informazioni di questi sensori la centralina può attuare delle correzioni temporanee alla mappa benzina ed adeguarsi automaticamente fra estate ed inverno o fra mare e montagna, senza che sia necessario intervenire manualmente. Nelle moto alimentate a carburatore è comunque presente, oggi, una centralina elettronica per la gestione dell’anticipo di accensione, del limitatore di giri e di altre funzioni. Negli impianti di iniezione elettronica la centralina invece è unica e in grado di gestire anche tutti questi parametri contemporaneamente. A vantaggio dell’iniezione elettronica c’è anche la versatilità nelle diverse condizioni di utilizzo, ovvero una moto da strada o fuoristrada con l’elettronica se viene utilizzata quotidianamente per andare in ufficio o solamente in pista, non risente di problematiche particolari e la resa è in tutti i casi ottimale. La taratura di un carburatore talvolta deve invece essere rivista a seconda del tipo di utilizzo della moto per avere la mi- gliore regolarità di risposta oppure il consumo più contenuto. Una importante differenziazione a svantaggio dell’iniezione elettronica riguarda invece la sua alimentazione. A differenza del carburatore l’impianto di iniezione richiede una quantità di energia per il proprio funzionamento e per comandare dei piccoli motori elettrici (servomotori) utilizzati per alcune funzioni specifiche al fine di migliorare l’erogazione del motore. La necessità di una batteria di alimentazione è stata fino a poco fa un elemento discriminante per l’utilizzo su alcune categorie di moto in cui il contenimento del peso è molto im- portante. Il funzionamento dei recenti impianti di iniezione elettronica è stato finemente ottimizzato per ridurre al minimo il consumo di energia e l’adozione di potenti e rapidi generatori di corrente hanno permesso la recente diffusione di impianti di iniezione “batteryless” (senza batteria) su moto come le enduro, le cross e le trial. Inoltre a una iniezione elettronica è sempre abbinata una pompa della benzina, laddove invece una volta il carburante arrivava al carburatore quasi sempre per caduta, se c’era la sufficiente differenza di livello tra rubinetto della benzina del serbatoio e vaschetta del carburatore. ■ ALL’INIEZIONE PIACE IL CONDOTTO DRITTO Sul prossimo numero analizzeremo le componenti dell’iniezione. Nella foto in sezione di un moderno motore si può notare come i condotti di aspirazione siano rettilinei, per quanto possibile, per migliorare “la respirazione” inmoto 115