IDEE di scuola Se conosci la tua STORIA sai da dove viene... il colore del sangue che ti scorre nelle vene...... Almamegretta “Figli di Annibale” 2 1870-1952 MARIA MONTESSORI 3 L’obiettivo principale di un insegnante …“è lo studio delle condizioni necessarie per lo sviluppo delle attività spontanee dell’individuo, è l’arte di suscitare gioia ed entusiasmo per il lavoro. MARIA MONTESSORI (1934) 4 “ L’interesse che spinge ad una spontanea attività è la vera chiave psicologica dell’educazione. (...)” MARIA MONTESSORI 5 OGGI IERI MARIA MONTESSORI 6 CELESTIN FREINET “Come interessare Giuseppe alla lettura e alla scrittura che lo lasciano indifferente.....” 1896-1966 CELESTIN FREINET “.... mentre è interessantissimo, secondo le stagioni, alle lumache che custodisce vive nelle sue scatole mal chiuse, ai suoi insetti e alle sue cicale che cantano nel momento meno opportuno?” CELESTIN FREINET e la scuola di Vence 1936-1940 LA STAMPERIA CELESTIN FREINET e la scuola di Vence AL LAVORO PER IL GIORNALE DELLA SCUOLA CELESTIN FREINET e la scuola di Vence IN PISCINA ESERCITAZIONI INDIVIDUALIZZATE CELESTIN FREINET e la scuola di Vence “Superare la barriera che divide la scuola dalla vita reale” LABORATORIO DI CUCINA (mamma Freinet prepara una torta) LAVORI DOMESTICI 1923 - 1967 Non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali. Da Lettera ad una professoressa DON MILANI 13 "Su una parete della nostra scuola c'è scritto grande : I CARE . E' il motto intraducibile dei giovani americani migliori. Me ne importa, mi sta a cuore. E' il contrario esatto del motto fascista -Me ne frego-. " Da Lettera ai giudici, 1965 DON MILANI 14 Gli amici mi chiedono come faccio a far scuola e come faccio ad averla piena. Insistono perché io scriva per loro un metodo, che io precisi per loro i programmi, le materie, la tecnica didattica. Sbagliano la domanda, non dovrebbero preoccuparsi di come bisogna fare per far scuola, ma solo di come bisogna essere per fare scuola. DON MILANI 15 Don MILANI e la scuola di Barbiana Don MILANI e la scuola di Barbiana INTERNO LA PISCINA Don MILANI e la scuola di Barbiana Se si perde loro (i ragazzi più difficili) la scuola non è più scuola. É un ospedale che cura i sani e respinge i malati. Da Lettera a una professoressa .... MARIO LODI … come DON MILANI e dopo FREINET..... 1922 .... non sono convinto, da quel che vedo frequentandoli, che i bambini di sei anni abbiano esigenze troppo diverse da quelle di sempre.... 19 ... Semmai abbiamo un problema in più da fronteggiare, fatto di Tv e computer che scollano sempre più i bambini dalla vita reale per proiettarli in un eterno virtuale, insinuando in loro la convinzione che l'avere conti più dell'essere e del sapere» MARIO LODI 20 “I bambini arrivano in classe con un sapere: esplorando il mondo hanno imparato a osservare, a parlare e sviluppato spontaneamente un'enorme mole di conoscenze.... MARIO LODI 21 “....Da lì bisogna partire, cominciando a non ignorare le cose che sanno e replicando il metodo con cui le hanno apprese. Un bambino che nasce ha nel pianto il primo strumento per esercitare la libertà di espressione, sa usarlo anche se non sa che esiste l'articolo 21” MARIO LODI 22 Ma a scuola “l'io deve diventare noi”: ...Tra le prime cose che chiedevo ai miei bambini era di darsi da fare assieme per rendere la loro aula più accogliente: la si fa bella con i contributi di tutti, perché così diventa casa e la si rispetta. É il nostro antidoto contro il vandalismo.” MARIO LODI 23 «Quando l'io diventa noi, i cittadini dell'aula hanno bisogno di darsi delle norme condivise, perché senza regnano caos e prevaricazione: discutere insieme le regole, darsele democraticamente, significa accettarle. MARIO LODI 24 ... Lo stesso vale per la valutazione: ci si autovaluta, con un linguaggio che i bambini sappiano capire, nel rispetto dei tempi di tutti. Non credo ai voti alle elementari: un bambino di quell'età non può essere sintetizzato a numeri. .. MARIO LODI 25 ... So per esperienza che far leva sui progressi, sulla soddisfazione, nell'apprendimento paga più della sottolineatura degli errori» MARIO LODI 26 Gianni RODARI “Dobbiamo imparare a fare le cose difficili... parlare al sordo, mostrare la rosa al cieco, 1920- 1980 liberare gli schiavi che si credono liberi.” Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo? Se si mettessero insieme le lagrime versate nei cinque continenti per colpa dell'ortografia, si otterrebbe una cascata da sfruttare per la produzione dell'energia elettrica. GIANNI RODARI 28 Danilo Dolci C'è chi insegna guidando gli altri come cavalli passo per passo: forse c'è chi si sente soddisfatto 1924- 1997 così guidato. C'è chi insegna lodando quanto trova di buono e divertendo: c'è pure chi si sente soddisfatto essendo incoraggiato. DANILO DOLCI 30 C'è pure chi educa, senza nascondere l'assurdo ch'è nel mondo, aperto ad ogni sviluppo ma cercando d'essere franco all'altro come a sé, sognando gli altri come ora non sono: ciascuno cresce solo se sognato. DANILO DOLCI 31 Alberto Manzi “Non è mai troppo tardi” “Non insegnavo a leggere e a scrivere: invogliavo la gente a leggere e a scrivere....” 1924- 1997 “Educare a pensare” Il maestro non può insegnare pensieri, ma deve insegnare a pensare..... .... educare a pensare significa anche cercare di conoscere e di capire quel che il discente sa già..... ALBERTO MANZI 33 SCUOLA e SFIDE PEDAGOGICHE Voglio una vita spericolata............ di quelle vite fatte così......... Vasco Rossi “Una vita spericolata” 34 una vita spericolata............ 35 SCUOLA e SFIDE PEDAGOGICHE voglio una vita esagerata...... voglio una vita come quelle dei film.. voglio una vita che non e' mai tardi di quelle che non dormi mai ..... Vasco Rossi “Una vita spericolata” 36 37 38 39 SCUOLA e FAMIGLIA I genitori sono maestri: sono quelli che conoscono meglio quel bambino; i professionisti non possono far altro che ASCOLTARE E IMPARARE Eric Schopler (1927- 2006) 40 Scuola, Famiglia, Disabilità I professionisti sono maestri per le conoscenze generali, l'esperienza vasta con numerosi bambini, la conoscenza di strategie e tecniche; i genitori non possono far altro che ASCOLTARE E IMPARARE Eric Schopler 41 Scuola, Famiglia, Disabilità Data la durezza della vita e del lavoro con bambini così difficili, è necessario che professionisti e genitori si sostengano emotivamente a vicenda Eric Schopler 42 7° Convegno internazionale 2009 Erickson Mozione finale: «Una vita non si boccia. Mai» Temiamo il declino di una vera integrazione, verso nuove forme di esclusione, di carità compassionevole, di assistenzialismo, cioè l’opposto di una naturale realizzazione di diritti elementari, che pensavamo conquistati una volta per tutte 43 SCUOLA e DIRITTI ... diritto alla qualità della vita, allo studio, al lavoro, alla relazione, allo sviluppo di tutte le potenzialità ed eccellenze, alla cura come rispetto e dignità, all’autodeterminazione, alla non discriminazione e pari opportunità. 7° Convegno internazionale 2009 Erickson Mozione finale 44 SCUOLA e SFIDE PEDAGOGICHE per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti. Fabrizio De Andrè “Storia di un impiegato” 45 Non dimenticate mai che la disabilità attraversa la vita, è nella vita, non è un destino fuori di noi. … la disabilità riguarda tutti, non è bene girarsi dall’altra parte perchè oggi non vi riguarda. 7° Convegno internazionale 2009 Erickson Mozione finale 46 La disabilità è una sfida pedagogica che riguarda TUTTI i docenti, perchè.... “Ci vogliono molti maghi e molte fate........ per far suonare i campanellini più nascosti” da: “C'era una volta un folletto..” Scuola Guarini – IC n. 2 Anno Scolastico 2009-2010 47 .... quel bambino compagno di banco di vostro figlio è una risorsa di civiltà e di apprendimento per tutti, non un peso perchè così vostro figlio non va avanti. Il destino di tutti è il vostro personale destino. Non bocciate la vita degli altri, perchè vi interessa solo la promozione della vostra. Così bocciate la vostra umanità. 7° Convegno internazionale 2009 Erickson Mozione finale 48