DR. GAETANO GIOVI
MEDICO CHIRURGO
SPEC. IN PSICOTERAPIA
GALLARATE
VIA MAGENTA 3
TEL 3496783330
e-mail:[email protected]
sito: Http://www.dottorgiovi.it
Io Psicoterapeuta.
Sono entrato in tale professione a 48 anni, dopo 20 anni di medicina di base e medico del lavoro.
Ho conseguito in 4 anni la specialità in Psicoterapia riconosciuta dal Ministero come specialità Medica al
pari della cardiologia, della Neurologia, delle Medicina interna, dell’ortopedia, della Medicina del lavoro,
ecc. ecc.
Quindi non solo formazione (come danno alcune scuole) ma proprio specialità medica, anche se poi la
modalità pratica non prevede alcun contatto con il corpo del paziente, ma in un certo senso, solo con il suo
“spirito”.
La psicoterapia non è la terapia della psiche o per la psiche, ma è la terapia CON LA PSICHE, da intendersi
più nella sua etimologia greca(psiché)che non nel volgare termine quotidiano. Infatti nell’etimologia greca
la psiché è un insieme e non una parte di un insieme, è l’individuo stesso, è l’essere ,più che il cosiddetto
inconscio, o Sé che intendiamo nel linguaggio comune.
Psicoterapia è quindi un processo che potremmo definire di “automedicazione” che con l’aiuto di una
persona appositamente formata a questo scopo, porta l’individuo(unico ed irripetibile) a ritrovare( ma per
alcuni è un trovare ex novo) un buon rapporto con se stesso, o addirittura se stesso. In poche parole a
risolvere quella conflittualità “interiore” , che comunque poi si manifesta” esteriore” con il corpo
(attraverso una sintomatologia fisica ) o con il comportamento(che si esprime comunque sempre attraverso
il corpo) che nasce dal semplice fatto che spesso le persone si formano in un modo, ma vivono, per
convenzione, per obbedienza, per quieto vivere, ecc. ecc. in un altro, che non gli appartiene o gli appartiene
solo in parte.
Ci sono tantissimi tipi di psicoterapia e spesso anche molto personalizzati, al punto tale, che è difficile
districarsi in un dedalo di proposte che spesso riducono un processo importante e delicato, ad un prodotto
da banco da supermercato. A volte da “ da supermercato a basso costo”(discount) addirittura.
Non ci si improvvisa psicoterapeuti, perché non bastano una Laurea in in Psicologia o in Medicina o una
specialità in psichiatria per fare lo psicoterapeuta, ma ci vuole un’apposita preparazione.
Aggiungiamo inoltre che
troppo spesso anche persone che praticano varie tecniche( corporee o
meditative), svolgono la funzione di psicoterapeuta diventando addirittura “guru”, maestri di vita, ecc.
Cioè esulano dalla loro competenza ed il più delle volte, sono guai.
Presso l’Ordine dei Medici e presso l’Ordine degli Psicologi esiste l’albo degli psicoterapeuti.
Pochi i medici e gli psichiatri psicoterapeuti, più gli psicologi.
Varie sono le scuole di psicoterapia, varie le linee di pensiero.
Alcune sono basate sull’analisi altre sul comportamento.
Alcune prevedono l’analisi personale nel corso della preparazione del terapeuta, altre no.
Io sono del parere che il terapeuta deve sottoporsi ad un’analisi personale(nella mia formazione 300 le ore
previste) perché ritengo indispensabile che prima di “dare una mano agli altri” sia utile che il terapeuta
sistemi i propri nuclei depressivi o gli opposti deliri di onnipotenza, che spesso si nascondono in coloro che
intraprendono determinate professioni di “aiuto” agli altri.
Io applico un ”sistema” dinamico per libera associazione. Il terapeuta , tenendo una posizione “uno in
fronte all’altro” funge da specchio , e lo aiuta a vedere l’altra faccia della luna, o meglio, le proprie zone
“ombra” da cui il più delle volte nasce la sofferenza. E , sia ben chiaro, non è detto che siano a contenuto
negativo, anzi spesso hanno contenuto positivo, ma vengono tarpate per educazione, per costume, ecc.
ecc.
Il terapeuta non cura i “matti”. Gli schizofrenici, per esempio, necessitano di terapia farmacologica e ben
fatta. A questa si può affiancare eventualmente della psicoterapia, con caratteristiche ben precise.
Ma anche un depresso grave deve essere curato ”farmacologicamente”, per rimettere in moto un sistema
bloccato, che altrimenti non permetterebbe di elaborare il proprio vissuto, e l’altra faccia della luna, non la
vedrebbe neppure da una astronave che giri intorno al nostro pianeta.
E allora a cosa serve?
Il terapeuta è un professionista che non ha alcun rapporto di tipo personale né con il paziente né con i
famigliari dello stesso e che si pone al suo fianco in un momento difficile della vita e lo aiuta a ritrovare
un minimo di serenità che gli permetta di vivere e non di “sopravvivere”. Lo affianca, cioè non si mette né
davanti a “tirarlo”, né “dietro “ a spingerlo.
Condivide con la persona che ha di fronte il dolore, ma non diventa né consolatore, né amico né
consigliere, come neppure giudice o maestro .Si limita(cosa non semplice) ad osservare e a far osservare ,
dando dei “rimandi” che aiutino la persona a vedere i vari aspetti di un “fatto” e non uno solo(a volte
negativo, ma a volte anche positivo). Non ha contatto fisico( a parte il congedo o per gli auguri di
Natale),non dà del “tu” salvo persone molto giovani. Non prevede contatto telefonico, tipo “pronto
soccorso”.
Fissa le sedute e delle regole precise che debbono essere rispettate da entrambi.
Questo per il semplice motivo che la terapia deve nei fatti essere la cosa più importante per la persona e
non deve essere posposta a niente. E’ un’ora la settimana dedicata a se stessi. Come si fa a migliorare il
rapporto con se stessi se poi, ci si mette, in coda ad altro? Fosse anche un hobby, perché se l’hobby diventa
più importante della seduta, c’è qualcosa che non va. D’altro canto quando si sceglie l’orario, si tiene in
considerazione già tutto il resto, quindi….. a parte la malattia o l’impedimento improvviso(macchina che
non parte, ritardo treno, ecc.)
La psicoterapia prevede un inizio ed una fine, che deve essere programmata, usando una riduzione
progressiva della frequenza delle sedute, in previsione del congedo.
A volte il paziente sospende la terapia per sua scelta(senza dire nulla), approfittando delle ferie o delle
vacanze natalizie. Solitamente non viene più ripresa da parte del terapeuta, salvo rare eccezioni.
Il rapporto è paritario, eccezion fatta per la differenza professionale. Ecco perché il terapeuta può essere e
fare solo il terapeuta per quella persona.
Purtroppo ci sono ancora troppi pregiudizi sulla psicoterapia, anche da parte di colleghi medici, che
ritengono inutile l’operato di uno psicoterapeuta, dimenticando che siamo un’unità psicosomatica e che le
malattie sono strettamente legate al modus vivendi(vivere), operandi(comportamento) et cogitandi
(pensare) del malato stesso.
Quindi la psicoterapia non serve solo per ansia, depressione, panico, melanconia, disagio giovanile ma
anche, e direi soprattutto, per chiunque vada incontro ad uno stato patologico con “danno d’organo”, cioè
a dirsi ulcere, tumori, infarti, diabete, ecc. ecc.
In poche parole a chi è stato affetto da infarto, per esempio, non è sufficiente prescrivere la dieta,
movimento, farmaci per il metabolismo del colesterolo, ma sarebbe anche utile aiutarlo ad elaborare i suoi
vissuti affettivi.
Chi soffre di ipertensione arteriosa, oltre la terapia antiipertensiva, sarebbe bene anche aiutarlo ad
elaborare il suo modus vivendi, fatto principalmente di un super controllo su tutto, al servizio di tutti, nel
terrore di sbagliare e di subire il giudizio degli altri.
Qui, però, facendo esplicito riferimento alla psicoterapia e non al “supporto psicologico” alla malattia
stessa( che già esiste in parecchi reparti da qualche anno), siamo ancora indietro.
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