Review n. 8 – Italus Hortus 15 (4), 2008: 59-68 Modelli ecofisiologici di qualità: i casi delle pesche e dei pomodori Nadia Bertin*, Philippe Bussières e Michel Génard Unité Plantes et Systèmes de culture Horticoles, INRA, Domaine St-Paul, Site Agroparc, F-84914 Avignon Cedex 9 (Francia) Ricevuto: 23 giugno 2008; Accettato: 18 luglio 2008 Ecophysiological models of quality: cases of peach and tomato fruit Abstract. Quality is a complex trait, including size, overall flavour (taste and texture) and visual attractiveness (colour, shape). Quality of the product at harvest depends on each step of the production chain, from variety development by breeders and choice by producers, to the conditions of production and distribution. Its management requires the integration of knowledge at the different steps. Ecophysiological models represent a helpful tool for this integration, but very few mechanistic models of quality traits have been developed. In this work, we describe some process based models developed on peach and tomato fruits, which describe main processes governing final fruit size and composition in primary compounds: cell division and expansion, accumulation of carbon and water, sugar and acid metabolism. Perspectives of integration of such models to account for interactions among biological processes are discussed. Key words: modelling, fruit size, sugar, acid, quality parameters. Introduzione Dare una definizione di qualità del prodotto è difficile, dato che il termine è utilizzato in diversi modi (Shewfelt, 1999) per designare tipologie differenti di qualità: commerciale, organolettica, nutrizionale ed igienico-sanitaria; essa inoltre riguarda in misura diversa produttori, distributori e consumatori. Sono stati definiti degli standard di qualità volti a quantificare i parametri oggetto di attenzione nella fase di commercializzazione (rivisto da Gruda, 2005). Fino a qualche decennio fa, il miglioramento genetico ha favorito principalmente produttori e distributori, attraverso la costituzione di cultivar produttive e resistenti, caratterizzate da prodotti con elevata serbevolezza; le rese sono state incrementate anche grazie al miglioramento delle tecniche colturali, mentre sono state per lo più ignorate le preferenze del consumatore. * Recentemente, la crescente domanda di un miglioramento del gusto dei prodotti freschi ha determinato un incremento delle ricerche concernenti questi tratti, specialmente per quanto riguarda i frutti. In orticoltura, la maggior parte dei modelli colturali sono basati sui processi di assimilazione del carbonio e prevedono la distribuzione degli assimilati tra gli organi di accumulo secondo specifiche regole di priorità (Marcelis, 1993; Heuvelink e Bertin, 1994). I modelli dedicati o che contribuiscono alla previsione del bilancio idrico a livello della pianta o del frutto (Lee, 1990; Bussières, 1994; Génard e Huguet, 1997; Leonardi et al., 2000; Bussières, 2002; Gibert et al., 2005) hanno iniziato a muoversi verso modelli di qualità, dato che l’accumulo di acqua è coinvolto nel determinismo di diversi parametri di qualità, in particolare nella dimensione dell’organo e nella diluizione dei composti accumulati. La tabella 1 dà un quadro, non pienamente esaustivo, di alcuni dei recenti modelli direttamente o indirettamente dedicati alla previsione della qualità del prodotto. Essi riguardano principalmente la previsione della dimensione del frutto, del contenuto in sostanza secca ed il verificarsi del marciume apicale in relazione ai flussi xilematici. Altri tratti di qualità sono stati raramente soggetti a modellizzazione, per la complessità dovuta al coinvolgimento di molti processi biologici interagenti durante le fasi successive allo sviluppo del frutto. Considerando la grande importanza della qualità del prodotto e la larga applicazione della modellizzazione, questo lavoro si concentrerà sull’elaborazione dei principali parametri di qualità, es. dimensione del frutto, contenuto di acqua e di sostanza secca, composizione in zuccheri ed acidi basandoci sulla nostra esperienza su pesca e pomodoro. La qualità finale è determinata attraverso fasi consecutive dello sviluppo del frutto: una fase iniziale di intensa divisione cellulare, una seconda di espansione cellulare e rapida crescita ed una terza di maturazione. Saranno presentati modelli meccanicistici, relativi alle prime due fasi, in base al livello organizzativo cui sono stati descritti. I processi che avvengono durante la maturazione sono estremamente importanti per la qualità finale (cambiamenti di colore, sintesi di pig- [email protected] 59 Bertin et al. menti, consistenza…), ma sebbene esistano complessi modelli biochimici, sono necessarie ulteriori ricerche per l’integrazione a livello di frutto. Recentemente è stato proposto un modello basato sull’emissione di etilene da parte del frutto (Génard e Gouble, 2005) che può essere impiegato per futuri modelli, in considerazione del suo ruolo come fattore guida della maggior parte dei processi che avvengono durante la Tab. 1 - Alcuni esempi di recenti ricerche riguardanti la modellizzazione della qualità del prodotto di alcune specie ortofrutticole. Tab. 1 - Some examples of research focussed on modelling product quality of some horticultural species from the recent literature. Specie Melo Broccolo Crisantemo Tratti qualitativi dimensione contenuto di sostanza secca, glucorafanina qualità totale visiva Organi frutto pianta chioma, pianta fiore reciso dimensione, stadio di raccolta frutti Lattuga concentrazione nitrato pianta Pesco Pesco Pesco biomassa secca rapporto peso polpa su totale, dimensione, zuccheri concentrazione citrato rapporto peso polpa su totale, dimensione, zuccheri frutto medio frutto medio fotosintesi, distribuzione assimilati, crescita chioma fotosintesi, distribuzione assimilati, crescita trasmissione della luce, chioma, pianta, frutto fotosintesi, distribuzione assimilati, crescita del frutto e contenuto di sostanza secca fotosintesi, distribuzione pianta, compartimenti assimilati, respirazione, crescita, del tessuto flussi di N, C e acqua ai compartimenti fotosintesi, respirazione, distribuzione assimilati di ramo, frutto riserva, crescita, flussi di N, C e acqua carbonio, sub-modelli dell’acqua fusto, nocciolo e e dello zucchero, distribuzione polpa assimilati e riserve ciclo del citrato, trasporto ed attività enzimatica, respirazione frutti Condizioni colturali Riferimento camera di crescita Austin et al., 1999 serra Kläring, et al., 2001 Heuvelink et al., 2001 serra serra campo, vasi Léchaudel et al., 2005 campo, suolo Lescourret et al., 2005 campo, suolo Lobit et al., 2003 frutto medio frutto medio pianta, frutto carbonio, flussi di calcio ed chioma, pianta, frutto, acqua nello xilema e nel floema, serra traspirazione cellula marciume apicale frutto medio Pomodoro dimensione frutto di alcuni frutto, cellula germogli Pomodoro dimensione, contenuto di sostanza secca frutto medio frutto, peduncolo carbonio, sub-modelli dell’acqua campo, e dello zucchero, QTL suolo moltiplicazione cellulare, accorciamento telomeri potenziali idrici, resistenze, flussi nel peduncolo, calice e frutto, relazione acqua e carbonio Marcelis et al., 1998 serra, Seginer idroponica, et al., 2004. suolo mesocarpo, frutto Peperone 60 Meccanismi considerati numero di cellule, espansione cellulare, trasferimento, frutto, compartimenti allocazione assimilati, del frutto dipendenza dalla dimensione temperatura Cetriolo Mango Livelli modellizzati Quilot et al., 2005 Bar-Tal et al., 1999 serra, idroponica Bertin et al., 2003 serra, idroponica Bussières, 2002 Modelli ecofisiologici di qualità Specie Pomodoro Pomodoro Rosa Rosa Tratti qualitativi contenuto di sostanza secca, marciume apicale contenuto di sostanza secca, marciume apicale, consistenza fluttuazioni della produzione parte epigea, foglie, gemma Organi Livelli modellizzati Meccanismi considerati frutto chioma, pianta, grappolo, frutto accumulo di sostanza secca e distribuzione, crescita delle foglie, traspirazione, flusso di calcio frutto medio chioma assorbimento dei nutrienti e CE calcolata dal clima e modelli di fotosintesi e traspirazione ramo chioma distribuzione carboidrati pianta chioma distribuzione della sostanza secca maturazione. L’evoluzione della qualità nel post-raccolta non sarà considerata, sebbene determinante per la percezione finale di qualità da parte dei consumatori. Modellizzazione dei processi coinvolti nelle variazioni della dimensione dei frutti descritti a livello cellulare L’incremento del volume del frutto scaturisce dallo sviluppo del tessuto (Ho e Hewitt, 1986) tramite due importanti processi: la produzione di nuove cellule e l’espansione cellulare. Il ruolo fondamentale della divisione cellulare nell’organogenesi e nella determinazione della dimensione degli organi è stata riconosciuta (Mizukami, 2001), anche se è stata raramente integrata ai modelli relativi all’accrescimento del frutto. Modelli di divisione cellulare Un modello di moltiplicazione cellulare è stato sviluppato per descrivere la dinamica delle cellule durante il primo periodo di accrescimento del frutto di Condizioni colturali Riferimento serra Hamer, 2002 serra, idroponica Schwarz et al., 2001 serra Dayan et al., 2002 Guttierrez Colomer et al., 2006 pomodoro (Bertin et al., 2003). Esso considera una successione di divisioni che avvengono in ognuna delle due fasi del periodo di divisione cellulare. Nella prima fase tutte le cellule si dividono ed il loro numero totale aumenta esponenzialmente. Nella seconda fase, che inizia prima dell’antesi, l’attività di proliferazione diminuisce progressivamente dopo ogni ciclo mitotico (fig. 1). Come osservato sperimentalmente, le due fasi si sovrappongono parzialmente durante lo sviluppo iniziale del frutto. Il momento in cui l’attività proliferativa diminuisce, il suo ritmo di diminuzione e la lunghezza del ciclo cellulare, rappresentano i tre parametri stimati adattando il modello alla dinamica della popolazione cellulare osservata in frutti di pomodoro (cv Raissa) e relativa a tre differenti posizioni sul grappolo. E’ stato ipotizzato che il momento in cui l’attività proliferativa diminuisce dipende dalla posizione del frutto. Tuttavia, sarebbe necessario integrare il modello considerando anche i controlli genetici ed ambientali al fine di fornire una previsione realistica della dinamica della popolazione cellulare nel frutto. Questo modello è compatibile con simili Fig. 1 - Rappresentazione schematica del modello di divisione cellulare sviluppato sul pomodoro (Bertin et al., 2003). I cerchi simboleggiano cicli mitotici consecutivi. Dopo un dato periodo di moltiplicazione esponenziale delle cellule (fino al tempo B), l’attività proliferativa (ı) decrementa ad ogni ciclo cellulare. Le frecce verso il basso mostrano la proporzione delle cellule non proliferative dopo ogni ciclo. ı 1 = 1 e ı i = ı 1 ‰i-1 dove i-1 è il numero di cicli cellulari compiuti dopo il tempo B (fonte: Bertin et al., 2003). Fig. 1 - Schematic representation of cell division model developed on tomato fruit (Bertin et al., 2003). Circles symbolize successive cell mitotic cycles. After a given period of exponential multiplication of cells (until B), , the proliferative activity (ı) decreases after each cell cycle. The down going arrows show the proportion of non-proliferating cells appearing after each cycle. ı 1 = 1 and ı i = ı 1 ‰i-1 where i-1 is the number f cell cycles performed after B. (source: Bertin et al., 2003). 61 Bertin et al. modelli fenomelologici continui proposti in letteratura per altri organi (es. Thornley, 1981). Inoltre, sono stati sviluppati altri complessi modelli matematici che descrivono le basi molecolari per il controllo mitotico (es. Ciliberto e Tyson, 2000), anche se l’elevato numero di parametri (superiore a 30) renderebbe difficoltosa l’applicazione a livello di frutto. Modelli di espansione cellulare Terminata la divisione cellulare, l’accrescimento del frutto deriva dalla crescita e dall’espansione delle cellule, dipendenti dall’accumulo di sostanza secca ed acqua. Le variazioni di volume nel frutto sono di diversa natura: di lungo periodo (giorni), variazioni irreversibili o plastiche sono determinanti per l’espansione cellulare (Green et al., 1971), di breve periodo (ore), variazioni reversibili o elastiche (Ortega, 1990) riflettono risposte di breve periodo dei flussi floematici e xilematici all’ambiente frutto. Molti lavori propongono di modellizzare la crescita plastica della cellula o del tessuto tramite l’equazione di Lockart (1965), che collega il ritmo di variazione del volume cellulare o del tessuto all’irreversibile estensibilità della parete cellulare (φ; MPa-1 h-1) ed alla pressione di turgore (P; MPa) al di sopra di una data soglia di produzione, che determinerebbe l’estensione irreversibile della parete: Questo modello permette di analizzare la crescita cellulare conseguenti alle relazioni idriche ed alle proprietà reologiche della cellula, che risultano dominanti nella risposta della crescita cellulare agli stress ambientali (Jones e Tardieu, 1998). Per considerare le variazioni plastiche ed elastiche della dimensione del frutto l’equazione [1] può essere completata come segue: dove ε è il modulo elastico volumetrico (MPa). Sebbene questi modelli siano stati utilizzati ed applicati con successo in molti ambienti, altre ipotesi sono state avanzate. Mingo et al. (2003) hanno dimostrato che la crescita del frutto è influenzata dallo stress idrico senza modificarne il turgore cellulare e, per le piante coltivate in terreni secchi, hanno proposto una regolazione dell’espansione cellulare mediante il pH sub-epidermico. Un’abbondante letteratura ha sottolineato il ruolo delle proprietà reologiche della cuticola e 62 delle cellule epidermiche nel controllo della crescita del frutto di pomodoro (Thompson et al., 1998; Andrew et al., 2002; Bargel e Neinhuis, 2005).Questi modelli, peraltro, possono non essere del tutto esaustivi nelle diverse condizioni ambientali, specialmente in quelle che generano stress. Dalle nostre conoscenze, nessun attuale modello descrive la limitazione della crescita in relazione alle proprietà epidermiche ed i futuri modelli dovrebbero considerare questi risultati soprattutto perchè le proprietà epidermiche sono verosimilmente coinvolte in molti tratti di qualità. Modelli di endoreduplicazione cellulare Durante il periodo di espansione cellulare, l’endoreduplicazione del DNA avviene a differenti livelli in numerose specie ed in molti organi delle piante. L’endoreduplicazione è un ciclo cellulare incompleto che conduce all’incremento del contenuto di DNA nucleare (D’Amato, 1964), che nei pomodori è superiore a 256C (C è il contenuto di DNA nucleare aploide) (Bergervoet et al., 1996). L’endoreduplicazione può essere coinvolta nel controllo della crescita del frutto e nell’accumulo degli zuccheri dato che definisce la dimensione limite di una cellula (Traas et al., 1998) e facilita la funzione di accumulo del frutto (Bergervoet et al., 1996). In molte specie ed organi sono state riportate relazioni positive tra l’endoreduplicazione e la dimensione cellulare (Melaragno et al., 1993; Cheniclet et al., 2005) anche se solo alcuni modelli ne prevedono l’inclusione. Un modello matematico di endoreduplicazione del DNA è stato proposto (Schweitzer et al., 1995; Lee et al., 2004) ed applicato al tessuto presentando un limitato numero di classi di DNA. Recentemente ne è stato sviluppato uno meccanicistico che accoppia la moltiplicazione cellulare e l’endoreduplicazione del DNA (Bertin et al., 2007) per simulare l’endoreduplicazione delle cellule del pericarpo di pomodoro. Esso prende in considerazione il progressivo decremento della capacità proliferativa delle cellule dopo ogni ciclo mitotico (fig. 1). Le cellule non proliferative, o cessano totalmente l’endoreduplicazione, o spostano irreversibilmente la sintesi ripetuta di DNA determinando un incremento della ploidia della cellula. Il modello calcola il numero totale di cellule e la loro distribuzione secondo i modelli di ploidia da 2 C a 256 C in relazione allo sviluppo del tessuto. Modellizzazione dei processi coinvolti nel bilancio idrico e del carbonio descritti a livello di frutto I processi su menzionati sono stati descritti a livello di cellula o di tessuto. Un certo numero di processi Modelli ecofisiologici di qualità legati alla qualità sono descritti a livello di frutto, o perché essi intervengono a questo livello o per la difficoltà di descriverli a livello di cellula, causa l’esistenza di relazioni intercellulari. In questo caso la modellizzazione a livello di frutto può fornire le necessarie variabili in ingresso per modelli che descrivono i processi cellulari. Tra i processi descritti a livello di frutto, quelli che guidano il bilancio idrico e del carbonio sono importanti perché in generale i sistemi cellulari dipendono largamente dal carbonio e dall’acqua e perché essi sono direttamente coinvolti nella diluizione dei composti accumulati e nella crescita dei frutti carnosi, costituiti principalmente da acqua (95% nel pomodoro maturo). La modellizzazione dell’effettivo afflusso ed efflusso di carbonio ed acqua nel frutto e dal frutto è complessa, includendo il trasporto attraverso il peduncolo e l’epidermide, lo scaricamento del floema e la regolazione della pressione osmotica interna ed idrostatica. La maggior parte degli attuali modelli hanno collegato l’afflusso di acqua al frutto alla differenza di potenziale idrico tra fusto e frutti ed alla resistenza idraulica incontrata nel percorso (Lee 1989; Johnson et al. 1992; Bussières, 1994). I modelli di seguito esposti presentano approcci integrati. Modelli di ripartizione di acqua e sostanza secca nel frutto Bussières (2002) ha presentato un modello di ripartizione di acqua nel pomodoro basato su un submodello di import nel frutto ed un sub-modello di flusso nel peduncolo. Il sub-modello dell’import di acqua nel frutto assimila le vie di trasferimento dell’acqua a due reti vascolari, una che si estende nel centro del frutto ed un’altra nel pericarpo (Bussières, 1994). Il ritmo di allocazione di acqua attraverso ogni via di trasferimento è inversamente proporzionale alla lunghezza del percorso e proporzionale alla differenza tra il potenziale idrico φD al punto di giunzione del peduncolo con il frutto ed il potenziale idrico del frutto stesso. Questo dipende dal potenziale osmotico del frutto φosm e dalla resistenza del tessuto, che aumenta con il suo spessore. Dopo l’integrazione di tutte le vie di trasferimento a livello di frutto intero, il ritmo di ripartizione di acqua per unità di superficie di frutto è una funzione lineare decrescente del raggio del frutto. Il sub-modello di flusso nel peduncolo (fig. 2) considera che l’acqua, trasferita principalmente attraverso il floema, è la somma della traspirazione del calice e dell’allocazione di acqua nel frutto. Il ritmo di flusso è proporzionale alla superficie del peduncolo, alla differenza di potenziale idrico tra i due estremi del peduncolo ed alla conduttività floematica del pedun- Fig. 2 - Un modello di import di acqua in pomodoro (Bussières, 2002). Il ritmo di trasferimento (traspirazione del calice (dC) + afflusso di acqua nel frutto (dM) è proporzionale alla superficie A del peduncolo, alla differenza di potenziale (Φp – ΦD) tra gli estremi del peduncolo ed alla conduttività floematica del peduncolo µ diviso per la lunghezza del peduncolo L. Fig. 2 - A model of water import in tomato fruit (Bussières, 2002. The transfer rate (calyx transpiration (dC) + water import in the fruit (dM)) is proportional to the sectional area A of the pedicel, to the difference of water potentials (Φp – ΦD) between pedicel endings, and to the pedicel phloem conductivity µ divided by the pedicel lenght L. colo divisa per la lunghezza del peduncolo stesso (Bussières, 2002). Questo modello dà un’adeguata previsione del peso fresco del frutto e del contenuto in sostanza secca (fig. 3). Fishman e Génard (1998) proposero un modello biofisico di ripartizione di acqua e sostanza secca nella pesca. Esso combina i flussi di acqua xilematici e floematici e di carbonio verso il frutto (fig. 4A) ed il Fig. 3 - Concentrazione di sostanza secca in pomodoro coltivato a diversi livelli di salinità previsti (linee) dal modello di afflusso di acqua da Bussières (2002) (simboli) nelle prove di Ho et al. (1987), usando le relazioni trovate nella serie di dati tra i ritmi di allocazione di acqua e sostanza secca stimati per unità di superficie di frutto (Bussières, 1993). Fig. 3 - Dry matter concentration of tomato fruits grown at different salinities (symbols) in the trials of Ho et al. (1987) predicted (lines) by the model of water import from Bussières (2002), using relations found in the data sets between estimated rates of water and dry matter imports per unit surface area of fruit (Bussières, 1993). 63 Bertin et al. ritmo di espansione cellulare governato dall’equazione di Lockart (eq. 1). I bilanci dell’acqua e del carbonio sono calcolati considerando che: • la traspirazione dipende dalla superficie del frutto, dal coefficiente di permeazione della cuticola, dalla temperatura e dalla differenza di umidità tra aria e frutto; • la respirazione è la somma della respirazione di mantenimento e di crescita, essendo quest’ultima proporzionale al ritmo di incremento di biomassa secca, dipendenti entrambi dalla temperatura. Il frutto è considerato come un grande compartimento separato dall’esterno (tessuto xilematico e floematico) da una membrana composita ed i flussi attraverso questa membrana sono descritti dalle equazioni termodinamiche, in quanto coinvolgono la conduttività idraulica della membrana, le differenze di pressione osmotica ed idraulica sui due lati della stessa e la sua impermeabilità ai soluti. L’assorbimento totale di carbonio dal floema è la somma dei contributi derivanti dal flusso di massa, dalla diffusione passiva e dal trasporto attivo (o facilitato), quest’ultimo rappresentato dalla funzione di Michaelis-Menten con un termine di inibizione non competitiva che spiega il decremento di assorbimento di carbonio con l’età del frutto. Questo modello è stato applicato con successo per la previsione della crescita stagionale di biomassa secca e fresca della pesca in relazione ai diversi rapporti foglia:frutto (fig. 4B). Modello del metabolismo dello zucchero Una volta importati nei frutti, gli assimilati del carbonio sono parzialmente impiegati per crescita e mantenimento, ed il resto sono immagazzinati sotto diverse forme. La natura dei composti del carbonio importati ed immagazzinati dipende dalla specie ed è determinata geneticamente. Raramente sono stati sviluppati modelli relativi al metabolismo degli zuccheri nei frutti e il modello SUGAR (Génard e Souty, 1996) ha posto le basi per ulteriori sviluppi. Esso simula la divisione di una data quantità di carbonio scaricata dal floema in saccarosio, sorbitolo, glucosio, fruttosio, altri composti e CO2 prodotta dalla respirazione (fig. 5A). Il frutto è assimilato ad un singolo compartimento ed il flusso di carbonio tra due aree si presume sia proporzionale alla quantità di carbonio alla fonte. Il modello SUGAR è stato usato per la previsione degli effetti ambientali sulla concentrazione zuccherina della pesca (fig. 5B) (Génard e Huguet, 1997; Génard et al., 1999) ed analizza le variazioni stagionali dei singoli zuccheri (Génard et al., 2003). Modello del contenuto di acido Gli acidi malico e citrico sono i principali acidi contenuti nella maggior parte dei frutti (Tucker, 1993). Un modello del metabolismo del citrato a livello cellulare è stato sviluppato per stimare la concentrazione del frutto intero durante il periodo di rapida crescita (Lobit et al., 2003). Come la maggior Fig. 4 - A Rappresentazione concettuale dei collegamenti tra crescita cellulare guidata dalla pressione di turgore (P) ed accumulo del carbonio (C), ed acqua trasportata dal floema (phl) e dallo xilema (xyl). φ è il potenziale idrico e π è la pressione osmotica del frutto (Fonte: Génard, com. pers.). B Incremento stagionale della biomassa secca e fresca dei frutti di pesco per differenti rapporti foglia: frutto misurati in campo (simboli) e previsti dal modello di Fishman e Génard (1998) (linee) (Fonte: Fishman e Génard, 1998). Fig.4 - A Conceptual representation of the link between cell growth driver by turgor pressure (P) and accumulation of carbon C and water transported from phloem (phl) and xylem (xyl). φ is water potential and π is fruit osmotic pressure (Source: Génard, pers. comm.). B Seasonal growth of dry and fresh masses of peach fruits for different leaf: fruit ratios measured in the field (symbols) and predicted by the model of Fishman and Génard (1998) (lines) (Source: Fishman and Génard, 1998). 64 Modelli ecofisiologici di qualità Fig. 5 - A Rappresentazione schematica del modello SUGAR (Génard e Souty, 1996), in cui λph è la proporzione di zucchero nella linfa floematica, k1(t), k2(t), k3(t) e k4(t) sono i ritmi relativi di trasformazione dello zucchero tra i diversi pool nella pesca. Adattando ai dati sperimentali determinati: k1(t) = k1,3 exp(-k1,1*(t-k1,2)), k2 e k3 costante e k4(t) = k4*(1/Wdry)*dWdry/dt, dove Wdry è la biomassa secca del mesocarpo (Fonte: Génard et al., 2003). B Distribuzione di una data quantità di carbonio scaricato dal floema in saccarosio, sorbitolo, glucosio, fruttosio misurato per diversi rapporti foglie/frutto: 30 (croci), 18 (triangoli) e 6 (cerchi) e simulati dal modello (linee). (Fonte: Génard e Souty, 1996). Fig. 5 - A Schematic representation of the SUGAR model (Génard and Souty, 1996), in which λph is the proportion of sucrose in the phloem sap, k1(t), k2(t), k3(t) and k4(t) are the relative rates of sugar transformation among the different pools in peach fruit. Fitting on experimental data determined: k1(t) = k1,3 exp(-k1,1*(t-k1,2)), k2 and k3 constant and k4(t) = k4*(1/Wdry)*dWdry/dt, where Wdry is mesocarp dry mass. (Source: Génard et al., 2003). B Partitioning of a given amount of carbon unloaded from the phloem into sucrose, sorbitol, glucose, fructose measured for different leaves/fruit ratios: 30 (crosses), 18 (triangles) and 6 (circles) and simulated by the model (lines). (Source: Génard and Souty, 1996). parte degli acidi, il citrato è immagazzinato nei vacuoli delle cellule del mesocarpo e scambiato tra vacuoli e citosol, dove è sintetizzato grazie ad una serie di enzimi mitocondriali. Il modello si basa su una rappresentazione semplificata del ciclo del citrato mitocondriale, considerando solamente tre composti intermedi, citrato, malato e piruvato (fig. 6A). I flussi tra i composti sono assunti come dipendenti dall’attività enzimatica, dalla temperatura, dalla concentrazione dei composti iniziali e finali e da un fattore generale alla base della regolazione di complessi processi metabolici riguardanti gli stadi successivi del ciclo del citrato. La CO2 prodotta da queste reazioni è assimilata alla respirazione (Re). I trasporti tra citosol e mitocondri sono guidati da gradienti di concentrazione tra i due compartimenti e dipendono dalla temperatura e dal trasporto attivo, che è proporzionale al peso secco del mesocarpo (DW1) nello stadio di indurimento del nocciolo. Il numero e l’attività dei mitocondri è considerata come costante. Lo sviluppo matematico conduce ad una singola equazione che permette di calcolare il ritmo di produzione netta del citrato (ϕ mol day-1): dove a (mol g-1 d-1), d (g mol-1 d-1), b e c (°K-1) sono coefficienti. Fornendo giornalmente input di respirazione ed un incremento di peso fresco e secco, questo modello prevede bene le variazioni stagionali della concentrazione del citrato nella pesca (fig. 6B). A differenza dell’acido citrico, la modellizzazione del contenuto di acido malico è complessa e piuttosto limitata per le scarse conoscenze sulla regolazione del trasporto ed il metabolismo del malato a livello di frutto. Associazione di processi e passaggio dalla cellula al frutto Al fine di acquisire nuove informazione e far progredire la modellizzazione relativa alla qualità dei frutti, il prossimo stadio sarà quello dell’integrazione dei diversi processi con la descrizione delle interazioni complesse e dei meccanismi di feedback tra i processi stessi. Questo dovrà essere considerato per i passaggi da cellula a pianta. Per esempio, il modello del metabolismo dello zucchero (Génard e Souty, 1996) si basa su un dato input di carbonio giornaliero verso il frutto; ma è noto che l’attività enzimatica che controlla il metabolismo dello zucchero e la compartimentazione, esercita un controllo di feedback sul ritmo di import di carbonio nel frutto (Ho, 2003). Le interazioni complesse tra regolazione dello scaricamento del floema, metabolismo del carbonio e compartimentazione nel frutto saranno probabilmente difficili da integrare. Il primo tentativo di integrazione e simulazione dei tratti multipli di qualità è stato espresso nel modello virtuale della pesca sviluppato da Lescourret e Génard (2005). Questo modello prevede 65 Bertin et al. Fig. 6 - A Rappresentazione schematica del modello dell’acido citrico (Lobit et al., 2003). B- Variazione stagionale della concentrazione di citrato in pesca misurato (simboli) in due anni diversi (grafici superiore ed inferiore) e previsti dal modello (linee). Fig. 6 - A Schematic representation of citric acid model (Lobit et al., 2003). B Seasonal variations of citrate concentration in peach fruit measured (symbols) on two different years (upper and lower graphs) and predicted by the model (lines). dimensione, contenuto di sostanza secca e composizione zuccherina della pesca in risposta alle fluttuazioni ambientali, accoppiando 3 sub-modelli applicati durante il periodo di crescita intensiva (escludendo divisione e indurimento del nocciolo): • un sub-modello del carbonio che calcola la disponibilità giornaliera di carbonio (assimilazione e rimobilizzazione dalle riserve) e la sua distribuzione tra gli organi vegetativi e riproduttivi, determinando così il flusso giornaliero di carbonio ad ogni frutto medio del fusto; • il modello SUGAR (Génard e Souty, 1996; Génard et al., 2003) ha usato questo flusso giornaliero di carbonio come input per simulare le trasformazioni metaboliche tra i singoli zuccheri; • un sub-modello dell’acqua sviluppato da Fishman e Génard (1998), in cui il potenziale idrico del fusto, la temperatura e l’umidità dell’aria sono considerati costanti e la pressione osmotica del frutto è calcolata dal contenuto in zuccheri simulato dal sub-modello SUGAR. Il modello virtuale integrato è stato applicato con successo in molte condizioni ambientali, anche se risulta difficile la determinazione dei fattori guida o delle variabili utili all’integrazione. Nel caso delle pesche “virtuali”, una domanda teorica di carbonio ne determina l’ingresso nel frutto influenzando il suo potenziale osmotico e l’ingresso di acqua che causa, a sua volta, un incremento di volume. Effettivamente, 66 l’acqua ed il carbonio entrano simultaneamente nel frutto, specialmente nel caso del pomodoro. Questi aggiustamenti intervengono per mantenere il turgore cellulare, integrando l’espansione e la crescita della cellula, la diluizione del carbonio tramite l’acqua, l’accumulo di zucchero e la compartimentazione. L’integrazione del modello necessita di stabilire delle semplici regole per giustificare delle regolazioni complesse. Conclusioni - applicazioni di modelli ecofisiologici per il controllo della qualità dei frutti Il frutto è un complesso sistema biofisiologico nel quale molti processi interagiscono a differenti livelli e la qualità è un complesso tratto quantitativo controllato da geni multipli. I modelli ecofisiologici hanno la potenzialità di simulare il complesso sistema in interazione con l’ambiente attraverso l’integrazione dei processi a diversi livelli organizzativi. In questo, essi rappresentano uno strumento valido per comprendere il comportamento delle piante o delle colture rilevando i processi chiave e/o gli stadi di sviluppo alla base del controllo dei tratti complessi (Struik et al., 2005). Relativamente alla qualità dei frutti, sono stati fatti considerevoli progressi; d’altra parte, ulteriori ricerche sono ancora necessarie per un certo numero di processi, specialmente quelli relativi agli acidi, ai composti secondari ed alla maturazione, e per l’inte- Modelli ecofisiologici di qualità grazione dei processi che intervengono durante le prime fasi di sviluppo del frutto, come per esempio la divisione cellulare, che richiederebbe l’integrazione di diversi livelli di controllo (cellula, tessuto, organo, pianta). Scopo dei modelli ecofisiologici è stato quello di usare una pianta virtuale o dei frutti virtuali per svolgere esperimenti teorici ed evidenziare le proprietà più evidenti del sistema (Lescourret e Génard, 2005), per disegnare nuovi ideotipi adatti ad ambienti specifici (Kropff et al., 1995) o per analizzare le interazioni genotipo x ambiente (Reymond et al., 2003; Tardieu, 2003). Recentemente è apparsa la potenzialità dell’uso dei modelli ecofisiologici per analizzare i tratti quantitativi (QTL) (Yin et al., 1999; Quilot et al., 2005), offrendo così nuove opportunità per migliorare le strategie di incrocio (Yin et al., 2004). Per questo scopo, i modelli dovrebbero essere validati in un ampio campo di condizioni ambientali e le informazioni relative ai QTL incorporate. Questo implica una sperimentazione estensiva per definire i coefficienti genetici (parametri genotipo-specifico e ambiente-indipendente) e fornire ogni genotipo di una serie di caratteri. Lo scambio di informazioni tra i modelli ecofisiologici e le analisi QTL è particolarmente promettente per il pomodoro, quale obiettivo di numerosi studi genetici e molecolari in tutto il mondo. Nonostante questo, il miglioramento genetico della qualità dei frutti nelle cultivar commerciali è ancora rallentato dal complesso controllo multigenico dei numerosi tratti quantitativi e dall’antagonismo tra la dimensione del frutto ed il contenuto di carboidrati. I modelli basati sui QTL fornirebbero uno strumento per analizzare questo complesso controllo genetico, fornendo informazioni sul ruolo funzionale dei QTL associati con i geni potenzialmente candidati e, secondariamente, prevedendo la crescita e la composizione del frutto di ogni genotipo virtuale definito dai suoi alleli ai differenti QTLs identificati. Riassunto La qualità è un tratto complesso che dipende dagli operatori che agiscono ai diversi livelli e quindi la sua gestione richiede l’integrazione delle diverse conoscenze (costitutore, produttore, distributore). I modelli ecofisiologici rappresentano un valido strumento per raggiungere questo scopo. In questo lavoro, sono presentati dei modelli sviluppati per pesca e pomodoro, che descrivono i principali processi che regolano la dimensione finale del frutto e la composizione in composti primari: divisione ed espansione delle cellule, accumulo di carbonio e acqua, metabolismo degli zuccheri e degli acidi. Sono inoltre discusse le prospettive di integrazione dei modelli per chiarire le interazioni tra i processi biologici. Parole chiave: modellizzazione, dimensione frutto, zuccheri, acidi, parametri di qualità. Testo tradotto dalla dott.ssa Marianna Martorana, Dipartimento di OrtoFloroArboricoltura e Tecnologie Agroalimentari, Università di Catania Bibliografia ANDREWS J., ADAMS S.R., BURTON K.S., EVERED C.E., 2002. Subcellular localization of peroxidase in tomato fruit skin and the possible implications for the regulation of fruit growth. J. Exp. Bot. 53: 2185-2191. AUSTIN P.T., HALL A.J., GANDAR P.W., WARRINGTON I.J., FULTON T.A., HALLIGAN E.A, 1999. A compartment model of the effect of early-season temperatures on potential size and growth of ‘Delicious’ apple fruits. Ann. Bot. 83: 129-143. BARGEL H., NEINHUIS C., 2005. Tomato (Lycopersicon esculentum Mill.) fruit growth and ripening as related to the bio chemical properties of fruit skin and isolated cuticle. J. Exp. Bot. 56: 1049-1060. B A R - T A L A., F I S H M A N S., A L O N I B., G E N A R D M., 1999. Simulation of environmental effects on Ca content in pepper fruit. Acta Hort. 507: 253-262. BERGERVOET J.H.W., VERHOEVEN H.A., GILISSEN L.J.W., BINO R.J., 1996. High amounts of nuclear DNA in tomato (Lycopersicon esculentum Mill.) pericarp. Plant Sc. 116: 141145. BERTIN N., F ISHMAN S., GENARD M., 2003. A model for early stage of tomato fruit development:cell multiplication and ces sation of the cell proliferative activity. Ann. Bot. 92: 65-72. BERTIN N., LECOMTE A., BRUNEL B., F ISHMAN S., GENARD M., 2007. A model describing cell polyploidization in tissues of growing fruit as related to cessation of cell proliferation. Journal of Experimental Botany 58: 1003-1013. BUSSIÈRES P., 1993. Potential dry matter and water import rates in the tomato fruit in relationship to fruit size. Ann. Bot. 72: 63-72. BUSSIÈRES P., 1994. Water import rate in tomato fruit: a resis tance model. Ann. Bot. 73:75-82. BUSSIÈRES P., 2002. Water import in the young tomato fruit limit ed by pedicel resistance and calyx transpiration. Funct. Plant Biol. 29: 631-641. CHENICLET C., RONG W.Y., CAUSSE M., FRANGNE N., BOLLING L., C A R D E J.P., R E N A U D I N J.P., 2005. Cell expansion and endoreduplication show a large genetic variability in pericarp and contribute strongly to tomato fruit growth. P l a n t Physiol.139 (in press). CILIBERTO A., TYSON J.J., 2000. Mathematical model for early development of the sea urchin embryo. Bull. Math. Biol. 62: 37-59. D’AMATO F., 1964. Endopolyploidy as a factor in plant tissue development. Carpologia 17:41-52. DAYAN E., P RESNOV E., F UCHS M., BEN ASHER J., 2002. Rose growth: a model to describe green house rose growth. Acta Hort. 593: 63-70. F I S H M A N S., GE N A R D M., 1998. A biophysical model of fruit growth: simulation of seasonal and diurnal dynamics of mass. Plant Cell Env. 21: 739-752. GENARD M., GOUBLE B ., 2005. ETHY. A theory of fruit climac teric ethylene emission. Plant Physiol. 139: 531-545. 67 Bertin et al. GENARD M., HUGUET J.G, 1997. Modelling the effect of irrigation on peach fruit quality. Acta Hort. 449: 161-168. GENARD M., LESCOURRET F., GOMEZ L., HABIB R., 2003. Changes in fruit sugar concentrations in response to assimilate supply, metabolism and dilution: a modelling approach applied to peach fruit (Prunus persica). Tree Physiol. 23: 373-385. GENARD M., REICH M., LOBIT P., BESSET J., 1999. Correlations between sugar and acid content and peach growth. J. Hort. Sci. Biotech. 74: 772-776. GENARD M., SOUTY M., 1996. Modeling the peach sugar contents in relation to fruit growth. J. Am. Soc. Hort. Sci. 121: 11221131. GIBERT C., LESCOURRET F., GENARD M., VERCAMBRE G., PEREZ PASTOR A., 2005. Modelling the effect of fruit growth on sur face conductance to water vapour diffusion. Ann. Bot. 95: 673-683. GREEN P.B., ERICKSON R.O., BUGGY J., 1971. Metabolic and phys ical control of cell elongation rate. Plant Physiol. 47: 423430. GRUDA N., 2005. Impact of environmental factors on product quality of greenhouse vegetables for fresh consumption. Crit. Rev. Plant Sci. 24: 227–247. GUTTIERREZ COLOMER R.P., GONZALEZ-REAL M.M., BAILLE A., 2006. Dry matter production and partitioning in rose (Rosa hybrida) flower shoots. Scientia Hortic-Amsterdam 107: 284291. HAMER P.J.C., 2002. Analysis of strategies for reducing calcium deficiencies in glasshouse grown tomatoes: model functions and simulations. Agr. Sys. 76: 181-205. HEUVELINK E., BERTIN N., 1994. Dry matter partitioning in a tomato crop: comparison of two simulation models. J. Hort. Sci. 69: 885-903. HEUVELINK E., LEE J.H., CARVALHO S.M.P., 2001. Modelling visu al product qualità in cut chrysanthemum. Acta Hort. 566: 7784. HO L.C., 2003. Genetic and cultivation manipulation for improv ing tomato fruit quality. Acta Hort. 613: 21-31. HO L.C., HEWITT J.D., 1986. Fruit development. In: The Tomato Crop., JG. Atherton and J. Rudich (eds). Chapman and Hall, London: 201-240. HO L.C., GRANGE R.I., PICKEN A.J., 1987. An analysis of the accumulation of water and dry matter in tomato fruit. Plant Cell Environ. 10: 157-162. JOHNSON R.W., DIXON M.A., LEE D.R., 1992. Water relations of tomato during fruit growth. Plant Cell Environ. 15: 947-953. JONES H.G., TARDIEU F., 1998. Modelling water relations of horti cultural crops: a review. Scientia Hortic-Amsterdam 74: 2146. KLÄRING H.P., SCHONHOF I., KRUMBEIN A., 2001. Modelling yield and product quality of Broccoli as affected by temperature and irradiance. Acta Hort. 566: 85-90. KROPFF M.J., HAVERKORT A.J., AGGARWAL P.K., KOOMAN P.L., 1995. Using systems approaches to design and evaluate ideo types for specific environments. In: Eco-regional approaches for sustainable land use and food production. J. Bouma, Bam Bouman JC. Luyten and HG. Zandstra (eds.). Dordrecht, Netherlands: Kluwer Academic Publ.: 417-435. L E C H A U D E L M., G E N A R D M., L E S C O U R R E T F., U R B A N L . , JANNOYER M., 2005. Modelling effects of weather and sourcesink relationships on mango fruit growth. Tree Physiol. 25: 583-597. LEE D.R., 1989. Vasculature of the abscission zone of tomato fruit: implications for transport. Can. J. Bot. 67: 1898-1902. LEE D.R., 1990. A unidirectional water flux model of fruit growth. Can. J. Bot. 68: 1286- 1290. LEE H-C., CHIOU D-W., CHEN W-H., MARKHART A.H., CHEN YH., LIN T-Y., 2004. Dynamic of cell growth and endoredupli - 68 cation during orchid flower development. Plant Sc. 166: 659667. LEONARDI C., BAILLE A., GUICHARD S., 2000. Predicting transpi ration of shaded and non shaded tomato fruits under green house environments. Scientia Hortic-Amsterdam 84: 297-307. LESCOURRET F., GENARD M., 2005. A virtual peach fruit model simulating changes in fruit quality during the final stage of fruit growth. Tree Physiol 25: 1-13. LO B I T P., GÉ N A R D M., WU B.H., S O I N G P., H A B I B R., 2003. Modelling citrate metabolism in fruits: response to growth and temperature. J Exp. Bot. 54: 2489-2501. LPCKART J.A., 1965. An analysis of irreversible plant cell elonga tion. J. Theor. Biol. 8: 264- 275. MA R C L I S L.F.M., 1993. Simulation of biomass allocation in greenhouse crops – a review. Acta Hort. 328: 49-67. MARCELIS L.F.M., GIJZEN H., 1998. Evaluation under commercial conditions of a model of prediction of the yield and quality of cucumber fruits. Scientia Hortic. Amsterdam 76: 171-181. M E L A R A G N O J.E., M E H R O T R A B., C O L E M A A.W., 1993. Relationship between endopolyploidy and cell size in epider mal tissue of Arabidopsis. The Plant Cell 5: 1661-68. MINGO D.M., BACON M.A., DAVIES W.J., 2003. Non-hydraulic regulation of fruit growth in tomato plants (Lycopersicon esculentum cv. Solairo) growing in drying soil. J. Exp. Bot. 54: 1205-1212. MIZUKAMI Y., 2001. A matter of size: developmental control of organ size in plants. Curr. Opin. Plant Biol. 4: 533-539. ORTEGA J.K.E., 1990. Governing equations for plant cell growth. Physiol. Plantarum 79: 116-121. QU I L O T B., KE R V E L L A J., GÉ N A R D M., LE S C O U R R E T F., 2005. Analysing the genetic control of peach fruit quality through an ecophysiological model combined with a QTL approach. J. Exp. Bot. 56: 3083–3092. R E Y M O N D M., M U L L E R B., L E O N A R D I A., C H A R C O S S E T A . , TARDIEU F., 2003. Combining quantitative trait loci analysis and an ecophysiological model to analyze the genetic vari ability of the reponses of maize leaf growth to temperature and water deficit. Plant Physiol. 131: 664-675. SCHWARZ D., KLÄRING H.P., I NGRAM K.T., HUNG Y.C., 2001. Models-based control of nutrient solution concentration influ ences tomato growth and fruit quality. J. Am. Soc. Hortic. Sci. 126: 778-784. SCHWEIZER L., YERK-DAVIS G.L., PHILLIPS R.L., SRIENC F., JONES R.J., 1995. Dynamic of maize endosperm development and DNA endoreduplication. Proc. Natl. Acad. Sci. 92: 70707074. SEGINER I., BLEYAERT P., BREUGELMANS M., 2004. Modelling ontogenic changes of nitrogen and water content in lettuce. Ann. Bot. 94: 393-404. SHERWFELT R., 1999. What is quality? Postharvest Biol. Tec. 15: 197-200. STRUIK P.C., YIN X., DE VISSER P., 2005. Complex quality traits: now time to model. Trends Plant Sci. 10: 513-516. TARDIEU F., 2003. Virtual plants: modeling as a tool for the genomics of tolerance to water deficit. Trends Plant Sci. 8: 914 TH O M P S O N D.S., DA V I E S W.J., HO L.C., 1998. Regulation of tomato fruit growth by epidermal cell walls enzymes. Plant Cell Environ. 21: 589-599. THORNLEY J.H.M., 1981. Organogenesis. In: Mathematics and Plant Physiology. Rose DA. and Charles-Edwards DA. (eds). Academic Press, London: 49-65. T R A A S J., H Ü L S K A M P M., G E N D R E A U E., H Ö F T E H. 1998. Endoreduplication and development: rule without dividing. Curr. Opin. Plant Biol. 1: 498-503. TUCKER G.A., 1993. Introduction. In: Biochemistry of fruit ripening. GB. Seymour, JE. Taylor e GA. Tucker (eds.), Chapman and Hall, London: 1-51.