Vol. 22 (2), 2012, 65-122
ISSN 1120-7698
Giornale di Patologia delle Piante
- Giornale di Patologia delle Piante, Vol. 22 (2) 2012, 65-122
Atti del Convegno:
“Aggiornamenti sulla peronospora della cipolla ed
altre avversità delle colture ortive da seme”
Proceedings of the Workshop:
“Updates on onion downy mildew and other phytosanitary
problems of vegetable seed crops”
A cura di/Edited by
Gianfranco Romanazzi
CRA - Centro di Ricerca per la Patologia Vegetale – Roma
Quadrimestrale - Spedizione in abbonamento postale - Gruppo IV / 70%
PETRIA
Giornale di Patologia delle Piante
(Rivista fondata nel 1991 da Antonio Quacquarelli)
COMITATO DI DIREZIONE / EDITORS
Marina Barba, Roma
Antonio Graniti, Bari
COMITATO SCIENTIFICO / EDITORIAL BOARD
(2010-2012)
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COPERTINA/COVER: a cura di G. Romanazzi e M. Rossi - Fasi del ciclo di produzione della
cipolla da seme ed infezioni di peronospora/Steps of onion seed production and downy mildew
symptoms
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Fascicolo singolo:
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Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 284/90 del 03/05/1990
Direttore responsabile: Marina Barba
Stampa eseguita da:
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Chiuso in Redazione marzo 2012
Finito di stampare marzo 2012
Atti del Convegno:
“Aggiornamenti sulla peronospora della
cipolla ed altre avversità delle colture ortive da
seme”
Proceedings of the Workshop:
“Updates on onion downy mildew and other
phytosanitary problems of vegetable seed
crops”
Ancona, Italy, 29 Marzo/March 2012
Organizzato da/Organized by
Gianfranco Romanazzi
Comitato Scientifico/Scientific Committee
Franco Faretra
Agostino Brunelli
Elisa Conte
Gianfranco Romanazzi
Comitato Organizzatore/Organizing Committee
Gianfranco Romanazzi
Sergio Murolo
Valeria Mancini
Erica Feliziani
Monica Rossi
Sandro Nardi
Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e
Ambientali,
Sezione Protezione delle Piante,
Facoltà di Agraria,
Università Politecnica delle Marche,
via Brecce Bianche, I-60131 Ancona
Tel. +39 071 220 4336 – Fax +39 071 220 4856
e-mail: [email protected]
Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
PRESENTAZIONE
Le colture da seme assumono sempre maggiore importanza nell’economia
agricola italiana e rappresentano una nicchia in grado di fornire, nelle condizioni
colturali idonee, redditi di discreto interesse anche con superfici investite relativamente
limitate. La protezione di tali colture non è agevole, poiché non sempre si dispone
di informazioni dettagliate sui principali patogeni e sulle relative strategie di lotta.
Inoltre, il numero di agrofarmaci registrati su tali colture è spesso limitato, non
sempre garantisce un’adeguata protezione e di rado permette una loro alternanza come
strategie anti resistenza. L’incontro, partendo dalla peronospora della cipolla, tende a
fare il punto sulle recenti acquisizioni sulle avversità delle colture ortive da seme, al
fine di migliorare le strategie di contenimento. Nell’occasione verranno presentati i
risultati di prove di lotta contro la peronospora della cipolla ed altre avversità delle
colture ortive da seme.
PRESENTATION
Seed crops are becoming increasingly important in the Italian agricultural
economy, and they represent a niche that under the appropriate cultivation conditions
can provide incomes of considerable interest, even with relatively limited planted
areas. The protection of these crops is not always easy, since detailed information on the
main pathogens and related control strategies are not always available. Furthermore,
the number of pesticides registered for use on such crops is often limited, and those
registered do not always guarantee adequate protection, as the limited number rarely
allowed their alternate use to prevent the appearance of resistant isolates of pathogens.
This meeting starts from onion downy mildew, but will also summarize the recent
information concerning the phytosanitary problems of vegetable seed crops for the
improvement of control strategies. The results of trials aimed at the control of onion
downy mildew and other diseases, pests and weeds that are dangerous for vegetable
seed crops will be presented.
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Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
PROGRAMMA
8.30 - Registrazione dei partecipanti e affissione dei poster
8.45 - Saluto delle autorità
9.00 - Presentazioni orali
Moderatore: Franco Faretra
Pier Luigi Longarini
Le ortive da seme in Italia e nel mondo/Vegetable seed crops in Italy
and in the World
Rodolfo Santilocchi
Importanza dell’ambiente collinare italiano per le colture ortive da
seme/Importance of hilly environment for Italian vegetable seed
crop production
Giovanni Vannacci
Le malattie trasmesse per seme nelle colture ortive/Seed-transmitted
diseases of vegetable crops
Cesare Petricca
Principi attivi registrati per la protezione delle colture ortive da seme/
Active ingredients registered for seed vegetable protection
Gianfranco Romanazzi, Valeria Mancini, Sergio Murolo, Erica
Feliziani
Valutazione dell’efficacia di fungicidi di sintesi e di sostanze naturali
nella difesa antiperonosporica della cipolla da seme/Evaluation
of synthetic and natural fungicides for the protection of seed
bearing onion from downy mildew
Francesco Faggioli, Stefania Loreti, Laura Tomassoli
Importanza della diagnosi su seme di pomodoro per l’identificazione
di alcuni agenti infettivi “seed-borne”/Importance of routine
diagnosis for systemic pathogens on tomato seeds
Laura Tomassoli, Massimo Turina
Excursus conoscitivo sulla malattia causata da Iris yellow spot virus
(IYSV) su cipolla da seme/Excursus on Iris yellow spot virus
(IYSV) and the disease caused on seed onion
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Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
Roberto Orsini, Michele Bianchelli, Pierangelo Pacioni, Rodolfo
Santilocchi
Effetto di trattamenti brachizzanti sulle caratteristiche agronomicosanitarie di cipolla da seme (Allium cepa L.)/Effects of growth
regulator treatments on agronomic and health characteristics of
onion seed (Allium cepa L.)
11.15 ­- Coffee break
11.45 - Discussione dei poster
Valeria Mancini, Sergio Murolo, Gianfranco Romanazzi
Diagnosi molecolare di Peronospora destructor in piante di cipolla/
Molecular diagnosis of Peronospora destructor in onion plants
Marina Ciuffo, Teresa Cosmi, Paolo Fini, Silvia Ogliara, Elena
Rossini, Laura Salandri, Antonio Tiberini, Valerio Vicchi,
Laura Tomassoli
STRATECO: monitoraggio per la presenza di Iris yellow spot virus sul
territorio nazionale/STRATECO: surveys on Iris yellow spot virus
in Italy
Antonio Tiberini, Marina Ciuffo, Ariana Manglli, Massimo
Turina, Laura Tomassoli
Messa a punto della diagnosi per Iris yellow spot virus: verso la
definizione di un protocollo/Improvement in the detection of Iris
yellow spot virus in onion to validate a diagnostic protocol
Roberto Orsini, Mirco Franceschetti
Effetto dell’epoca di raccolta sul contenimento delle avversità di
radicchio (Cichorium intybus L. var. foliosum) da seme/Effects of
harvesting period on adversity containment in radicchio chicory
(Cichorium intybus L. var. foliosum) seed production
Luca Tenti, Valeria Mancini, Roberto Orsini, Gianfranco
Romanazzi
Identificazione di un protocollo di produzione e sterilizzazione di
sementi di cavolo cappuccio ibrido (Brassica oleracea L. var.
capitata)/Identification of production and sterilisation protocol
for hybrid cabbage seeds (Brassica oleracea L. var. capitata)
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Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
12.15 - Presentazioni orali
Agostino Brunelli
Aggiornamenti dalle Giornate Fitopatologiche 2012 sulla protezione
delle colture ortive da seme
Comunicazioni da parte di Società agrochimiche sulla protezione
delle colture ortive
13.00 - Dibattito
13.15 - Conclusioni
Andrea Bordoni
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Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
Materiale incluso negli Atti
INDICE
PRESENTAZIONI ORALI
Giovanni Vannacci
Le malattie trasmesse per seme nelle colture ortive/Seed-transmitted
diseases of vegetable crops ................................................pag. 73
Gianfranco Romanazzi, Valeria Mancini, Sergio Murolo, Erica
Feliziani
Valutazione dell’efficacia di fungicidi di sintesi e di sostanze naturali
nella difesa antiperonosporica della cipolla da seme/Evaluation
of synthetic and natural fungicides for the protection of seed
bearing onion from downy mildew .....................................pag. 76
Francesco Faggioli, Stefania Loreti, Laura Tomassoli
Importanza della diagnosi su seme di pomodoro per l’identificazione
di alcuni agenti infettivi “seed-borne”/Importance of routine
diagnosis for systemic pathogens on tomato seeds ............pag. 80
Laura Tomassoli, Massimo Turina
Excursus conoscitivo sulla malattia causata da Iris yellow spot virus
(IYSV) su cipolla da seme/Excursus on Iris yellow spot virus
(IYSV) and the disease caused on seed onion .....................pag. 85
Roberto Orsini, Michele Bianchelli, Pierangelo Pacioni, Rodolfo
Santilocchi
Effetto di trattamenti brachizzanti sulle caratteristiche agronomicosanitarie di cipolla da seme (Allium cepa L.)/Effects of growth
regulator treatments on agronomic and health characteristics of
onion seed (Allium cepa L.) ...............................................pag. 90
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Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
POSTER
Valeria Mancini, Sergio Murolo, Gianfranco Romanazzi
Diagnosi molecolare di Peronospora destructor in piante di cipolla/
Molecular diagnosis of Peronospora destructor in onion plants ....
............................................................................................pag. 94
Marina Ciuffo, Teresa Cosmi, Paolo Fini, Silvia Ogliara, Elena
Rossini, Laura Salandri, Antonio Tiberini, Valerio Vicchi,
Laura Tomassoli
STRATECO: monitoraggio per la presenza di Iris yellow spot virus sul
territorio nazionale/STRATECO: surveys on Iris yellow spot virus
in Italy .......................................................................pag. 97
Antonio Tiberini, Marina Ciuffo, Ariana Manglli, Massimo
Turina, Laura Tomassoli
Messa a punto della diagnosi per Iris yellow spot virus: verso la
definizione di un protocollo/Improvement in the detection of Iris
yellow spot virus in onion to validate a diagnostic protocol ..........
..........................................................................................pag. 101
Roberto Orsini, Mirco Franceschetti
Effetto dell’epoca di raccolta sul contenimento delle avversità di
radicchio (Cichorium intybus L. var. foliosum) da seme/Effects of
harvesting period on adversity containment in radicchio chicory
(Cichorium intybus L. var. foliosum) seed production .....pag. 106
Luca Tenti, Valeria Mancini, Roberto Orsini, Gianfranco
Romanazzi
Identificazione di un protocollo di produzione e sterilizzazione di
sementi di cavolo cappuccio ibrido (Brassica oleracea L. var.
capitata)/Identification of production and sterilisation protocol
for hybrid cabbage seeds (Brassica oleracea L. var. capitata) ........
..........................................................................................pag. 110
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Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
Le malattie trasmesse per seme nelle colture
ortive
G. Vannacci
Dipartimento di Coltivazione e Difesa delle Specie Legnose “G. Scaramuzzi”
Via del Borghetto, 80, I-56100 Pisa
e-mail: [email protected]
Se si considera che la gran parte delle colture orticole è riprodotta per seme
(“seme” è qui inteso in senso tecnico e non botanico) e che i semi possono ospitare,
e trasmettere alla coltura che da tale seme si originerà, organismi patogeni, risulta
evidente che lo stato sanitario del seme è un parametro di fondamentale importanza
per giudicare la “qualità” di un lotto di seme. A puro titolo orientativo, sui semi delle
4 colture che occupano il maggior areale di coltivazione in Italia (coriandolo, pisello,
cipolla, ravanello) sono segnalati come associati al seme rispettivamente 9, 27, 20
(come Allium spp.) e 14 possibili patogeni (generi o specie) (Richardson, 1990). Nel
caso delle colture portaseme, la trasmissione per seme di organismi patogeni può
causare due tipi di problemi. Il primo è comune alle colture da consumo, ed è connesso
con la perdita di produzione dovuta agli effetti del patogeno sulla pianta, il secondo
è relativo alla riduzione della qualità del prodotto (seme) in quanto sarà facilmente
infetto o contaminato dallo stesso patogeno che ha attaccato la coltura. Infezione e
contaminazione sono due modalità diverse attraverso le quali un patogeno può trovarsi
associato ad un seme. Semi infetti ospitano l’organismo patogeno all’interno dei loro
tessuti, fino all’embrione (caso frequente specialmente per semi con embrione grosso
che occupa quasi l’intero volume del seme, come nelle Leguminose o delle Crucifere),
mentre nel seme contaminato il patogeno è semplicemente aderente alla superficie
esterna del seme o i suoi propaguli si possono ritrovare frammisti al seme stesso
(come nel caso degli sclerozi di Sclerotinia sclerotiorum in diverse piante orticole).
Nel caso di infezioni embrionali il passaggio generazionale, vale a dire l’infezione
delle nuove piantine che da quel seme si origineranno, è già avvenuto e siamo, perciò,
di fronte alla situazione peggiore anche per quanto riguarda l’adozione di strategie di
difesa. Se il seme è contaminato, i propaguli del patogeno sono esterni, e quindi più
facilmente raggiungibili da prodotti, chimici o biologici che siano, impiegati nella
difesa e più esposti alle interferenze dovute all’ambiente, anch’esso inteso in senso sia
fisico (umidità, pH, etc.) che biologico (microrganismi del terreno/spermosfera). Non
sempre il ritrovamento di microrganismi in associazione al seme significa che essi
siano patogeni o, se patogeni, che siano effettivamente trasmessi alle nuove piante.
Con l’eccezione dei patogeni da quarantena, la quantificazione dell’infezione del
seme è di grande importanza. Normalmente essa viene espressa come percentuale di
semi infetti, ma può essere espressa come numero di sclerozi (o di frammenti di pianta
o di particelle di terreno infetti) per unità di peso di seme. Da sola, quest’informazione
non ha un significato immediatamente riconducibile al danno economico connesso
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Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
con l’uso del seme infetto in campo. La fase di passaggio del patogeno dal seme alla
pianta è alquanto complessa e può essere fortemente influenzata da fattori ambientali,
dal genotipo dell’ospite e dalle pratiche agronomiche. E’ solo un agronomo che ben
conosce la coltura e l’ambiente dove questa sarà effettuata che potrà valutare l’effettivo
rischio che l’uso del seme infetto potrà comportare. Nondimeno la diagnostica dei
patogeni associati al seme rappresenta il primo requisito per una corretta gestione
fitosanitaria di una coltura (Vannacci, 1998). Le tecniche disponibili vanno dal
riconoscimento degli organi di riproduzione fungina sui semi variamente incubati
a tecniche molecolari la cui applicazione richiede un laboratorio ben attrezzato e
qualificato (Vannacci e Firrao, 2007). Da un punto di vista normativo, ben poco è
presente nella legislazione sementiera circa eventuali limiti alla presenza di patogeni
sul seme. Ai fini della certificazione la frase che più frequentemente si ritrova è che
la presenza di patogeni “è tollerata nella misura più limitata possibile”, e questo
lascia spazio alle più diverse interpretazioni. Per contro, di un certo interesse è il
D.M. 14 aprile 1997, relativo alla commercializzazione delle piantine e dei materiali
di propagazione di ortaggi, semi esclusi (Vannacci, 2001). Nonostante l’esplicita
esclusione del seme, si può ricordare, con esclusivo riferimento ai funghi, che dei 95
patogeni indicati nel decreto, una larga parte sono trasmessi per seme e, quindi, anche
se indirettamente, questa norma può avere ricadute sulla commercializzazione del
seme di ortive.
Parole chiave: Difesa, Diagnostica, Legislazione, Patogeni fungini.
Seed-transmitted diseases of vegetable crops
Most vegetable crops are reproduced by seeds (seed is used here in its technical,
and not botanical, meaning), and seeds can harbour, and transmit, plant pathogens.
The healthy conditions of a seed lot is therefore an important parameter to define seed
‘quality’. As an indication of the problem, considering the four major seed crops in
Italy of coriander, pea, Allium spp. and radish, there are, respectively, 9, 27, 20 and
14 possible pathogens (either as genus or species) that have been recorded on their
seeds (Richardson, 1990). In seed crops, seed transmission of plant pathogens can
result in economic losses, as both yield reductions consequent to the effects of the
disease on the crop, and lower seed quality as a result of the presence of the same
pathogen on harvested seeds. Seeds can be infected or contaminated by pathogens.
Infected seeds carry the infection within their tissues, and seeds with large embryos
(for example, bean) can frequently have embryonic infections. Contaminated seeds
carry the pathogen on the surface of integuments or its propagules, or mixed in
with the seeds (as with the sclerotia of Sclerotinia sclerotiorum in many vegetable
crops). Embryonic infections represent the worst case, as infection of the new plant
has already occurred, and it makes disease control more difficult. The pathogen
inoculum in contaminated seeds is outside of the seed, and so it can be easily reached
74
Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
by chemical or biological treatments, and its development is highly modulated by the
physical and biological environment surrounding the sown seeds. Microorganisms
associated with seeds are not always pathogenic, or, if they are pathogens, they are
not always effectively transmitted to the new plants. With the exception of quarantine
pathogens, quantifying pathogen inoculum in a seed lot is very important. Usually,
the ‘quantity’ of a pathogen is expressed in terms of the percentage of infected seeds,
although it can be expressed as the number of sclerotia (or infected fragments of
plant residues, or infected particles of soil) per seed weight units. Considered alone,
this information does not represent a reliable parameter to be able to infer economic
losses linked to the use of such seeds. Seed-plant transmission of pathogens is a very
complex matter, and it can be modulated by the environment, the host genotype, and
the agricultural practices. Only a well experienced agronomist with a deep knowledge
of a crop and of its growing environment can estimate the risk connected with the use
of seeds with defined levels of infection. However, diagnosis of seed-transmitted plant
pathogens is the starting point for a successful crop protection strategy (Vannacci,
1998). Available detection methods range from microscopic identification of fungal
pathogens sporulating on incubated seeds, to molecular techniques requiring well
equipped laboratories (Vannacci and Firrao, 2007). Italian seed rules do not particularly
consider the issue of seed transmission of pathogens. When required for certification
purposes, these rules state that the presence of pathogens “is tolerated at the lowest
possible level”, which allows a wide range of interpretation. The Ministerial Decree
of 14 April 1997 on commercialisation of vegetables plants and their propagation
material (although with the exclusion of seeds) is of some interest (Vannacci, 2001).
Despite this seed exclusion, and with reference to fungal pathogens, a large part of
the 95 pathogens indicated into the Decree are seed transmitted, and this affects the
seed trade.
Key-words: Crop protection, Diagnostics, Fungal pathogens, Law.
Lavori citati/References
Richardson M.J., 1990. An annotated list of seed-borne diseases. International Seed
Testing Association, Zurich, Switzerland.
Vannacci G., 1998. Diagnosi di patogeni fungini trasmessi per seme oggetto di
legislazione fitosanitaria. Notiziario sulle malattie delle piante, 9, 85-95.
Vannacci G., 2001. Funghi trasmessi per seme nelle principali specie orticole. In:
Atti Progetto POM A32, Tavola rotonda “Miglioramento genetico delle specie
ortofrutticole, produzione sementiera e norme fitosanitarie”, Locorotondo
(Bari), 4-7 Dicembre 2001, 2, 1143-1153.
Vannacci G., G. Firrao, 2007. Nuovi scenari per la diagnostica fitopatologia.
Informatore Fitopatologico, 2, 29-31.
75
Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA DI FUNGICIDI DI
SINTESI E DI SOSTANZE NATURALI NELLA DIFESA
ANTIPERONOSPORICA DELLA CIPOLLA DA SEME
G. Romanazzi, V. Mancini, S. Murolo, E. Feliziani
Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali, Università Politecnica
delle Marche
Via Brecce Bianche, I-60131 Ancona
E-mail: [email protected]
Le colture da seme rappresentano in Italia un settore produttivo particolarmente
importante (Tisselli e Tersi, 2008). L’Emilia-Romagna, le Marche e la Puglia
rappresentano le regioni a maggiore produzione di sementi orticole, tra le quali un
ruolo predominante è ricoperto dalla cipolla (Tisselli et al., 2009). Una delle principali
problematiche nella produzione della cipolla da seme a livello mondiale è costituito
dalla peronospora causata da Peronospora destructor Berk. (Casp.) (Schwartz
e Mohan, 2008), che diventa particolarmente distruttiva in caso di condizioni
climatiche favorevoli. Per evitare perdite di produzione è importante applicare una
strategia di lotta integrata, alternando mezzi agronomici e chimici (Develash e Sugha,
1997; Krauthausen et al., 2001; Schwartz e Mohan, 2008). Sebbene l’applicazione
di fungicidi sia di fondamentale importanza per evitare perdite di produzione, il
numero di principi attivi approvati per il controllo della peronospora della cipolla in
Italia è piuttosto limitato, e comprende: azoxystrobin, formulati rameici, cymoxanil,
chlorothalonil, dimethomorph, dodina, iprovalicarb, metalaxyl-M e pyraclostrobin.
Inoltre, l’efficacia dei fungicidi è garantita solo se applicati prima o subito dopo la
comparsa dei primi sintomi, rendendo più complessa l’individuazione dell’epoca di
applicazione (Jesperson e Sutton, 1987; Kennedy, 1998; Whiteman e Beresford, 1998;
Surviliené et al., 2008).
In questo studio è stata valutata l’efficacia di 14 fungicidi, sia registrati sia non
registrati per il controllo della peronospora della cipolla in Italia, nonché di 2 prodotti
naturali caratterizzati da attività antifungina, su due varietà di cipolla.
La prova è stata condotta nella primavera 2011 presso un campo sperimentale
di circa 7000 m2 a Jesi (AN), coltivato con due varietà, una femminile (portaseme)
ed una maschile (impollinatrice), applicando un disegno sperimentale a blocchi
randomizzati con tre repliche. In totale sono state effettuate 6 applicazioni ogni 14
giorni a partire dal momento in cui le piante erano allo stadio di 5 foglie, valutando
l’efficacia di 16 formulati commerciali a base di: mandipropamid + folpet (Pergado
F), benthiavalicarb + mancozeb (Valbon), iprovalicarb + rame (Melody compact),
metalaxyl-M + mancozeb (Ridomil gold MZ), cymoxanil + rame (Curzate R),
azoxystrobin (Ortiva), mancozeb (Dithane), solfato di rame (Poltiglia disperss),
idrossido di rame (Kocide 3000), dodina (Dodene 35 SL), dimethomorph + mancozeb
76
Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
(Forum MZ), dimethomorph + pyraclostrobin (Cabrio duo), metiram + pyraclostrobin
(Cabrio top), chlorothalonil + metalaxyl-M (Folio gold). Tra i prodotti naturali sono
stati utilizzati uno a base di chitosano (Chito Plant) e l’altro a base di rame, induttori
SAR e fosfito di K (Labimethyl + Labifito). Alla comparsa dei primi sintomi sono stati
eseguiti i rilievi, valutando l’incidenza della malattia, la gravità media e l’indice di
infezione sugli scapi fiorali.
Il periodo, in cui è stata condotta la prova, è stato caratterizzato da elevata
umidità relativa, precipitazioni costanti e temperature inferiori ai 22°C, condizioni
climatiche favorevoli alla comparsa dei sintomi, che insieme alla collocazione del
campo sperimentale in un’area scarsamente ventilata, hanno contribuito ad un’elevata
pressione di malattia. Prendendo in considerazione l’indice di infezione medio della
malattia delle due linee, i trattamenti più efficaci sono stati quelli effettuati con
dimethomorph + mancozeb, dimethomorph + pyraclostrobin, benthiavalicarb +
mancozeb, metalaxyl-M + mancozeb, azoxystrobin e mancozeb, che hanno fornito
una riduzione rispetto al testimone compresa tra il 61% e l’80%. Un livello di
riduzione dell’infezione tra il 27% e il 40% rispetto al testimone è stato osservato sulle
parcelle trattate con mandipropamid + folpet, metiram + pyraclostrobin, iprovalicarb
+ ossicloruro di rame ed il prodotto naturale contenente rame, induttori SAR e fosfito
di K.
Parole chiave: Peronospora della cipolla, Peronospora destructor.
Evaluation of synthetic and natural fungicides for protection of
seed-bearing onion from downy mildew
Seed crops in Italy represent a particularly important productive sector (Tisselli
and Tersi, 2008). Emilia-Romagna, Marche and Puglia are the Italian regions that are
mainly involved in the production of vegetable seeds, and among these seed-bearing
crops, onion has a remarkable role (Tisselli et al., 2009). For this crop, one of the
main diseases that results in a significant economic impact worldwide is onion downy
mildew. This is caused by Peronospora destructor Berk. (Casp.) (Schwartz and Mohan,
2008), which becomes particularly destructive under favorable climatic conditions.
To avoid production losses, it is necessary to apply integrated disease management,
using agronomic and chemical strategies (Develash and Sugha, 1997; Krauthausen et
al., 2001; Schwartz and Mohan, 2008). Although fungicide application is essential to
avoid production losses, there is a relatively short list of active ingredients approved
for the use in the control of onion downy mildew. This includes: azoxystrobin, copperbased formulations, cymoxanil, chlorothalonil, dimethomorph, dodina, iprovalicarb,
pyraclostrobin and metalaxyl-M. Furthermore, the fungicide effectiveness is ensured
only if they are applied before or shortly after the onset of symptoms, making it
more difficult to identify the correct time of application (Jesperson and Sutton, 1987;
Kennedy, 1998; Whiteman and Beresford, 1998; Surviliené et al., 2008).
77
Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
In this study, two onion varieties were assessed for the effectiveness of 14
fungicides, some registered and some not registered, for the control of onion downy
mildew in Italy. Two natural products characterised by antifungal activity were also
assessed. The trials were carried out during the spring of 2011 in an experimental
field of about 7,000 m2, cultivated with the two varieties, one female and one male.
A randomised block design with three replicates was used. In total, six applications
were made every 14 days, starting from the moment in which the plants were at the
fifth leaf stage, with the evaluation of the effectiveness of 16 commercial products,
based on: mandipropamid + folpet (Pergado F), benthiavalicarb + mancozeb (Valbon),
iprovalicarb + copper (Melody compact), metalaxyl-M + mancozeb (Ridomil gold
MZ), cymoxanil + copper (Curzate R), azoxystrobin (Ortiva), mancozeb (Dithane),
copper sulphate (Poltiglia disperss), copper hydroxide (Kocide 3000), dodina (Dodene
35 SL), dimethomorph + mancozeb (Forum MZ), dimethomorph + pyraclostrobin
(Cabrio duo), metiram + pyraclostrobin (Cabrio top), chlorothalonil + metalaxyl-M
(Folio gold). The natural products used were one based on chitosan (Chito Plant) and
the other on copper, SAR inducers and K phosphite (Labimethyl + Labifito). At the
onset of the first symptoms, surveys were carried out to assess the severity, disease
incidence and infection index on the stalks.
The period in which the test was conducted was characterised by high relative
humidity, continuous precipitation, and temperatures below 22 °C, which represent
climatic conditions favourable to the onset of symptoms. Along with the location of
the experimental field in a poorly ventilated area, these factors contributed to high
disease pressure. Taking into account the average infection index on the two lines,
the most effective treatments were those made with dimethomorph + mancozeb,
dimethomorph + pyraclostrobin, benthiavalicarb + mancozeb, metalaxyl-M +
mancozeb, azoxystrobin, and mancozeb, that provided a reduction of the infection
as compared to the control ranging from 61% to 80%. An intermediate protection,
with 27-40% reduction respect to the control was obtained in plots sprayed with
mandipropamid + folpet, metiram + pyraclostrobin, iprovalicarb + copper, and the
natural product containing copper, SAR inducers and K phosphite.
Key words: Onion downy mildew, Peronospora destructor.
Ringraziamenti/Acknowledgments
Il lavoro è stato condotto nell’ambito del progetto “Peronospora della cipolla
da seme” promosso dalla Ditta Monsanto. Si ringraziano la Dott. Monica Rossi,
Giuseppe Laccetti e Attilio Marzioni per la collaborazione all’impostazione e alla
gestione della prova sperimentale.
Thanks are expressed to Monsanto, which promoted the project “Onion downy
mildew”, to Dr Monica Rossi, Giuseppe Laccetti and Attilio Marzioni, which provided
great help in the planning and running of the field trials.
78
Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
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79
Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
Importanza della diagnosi su seme di pomodoro
per l’identificazione di alcuni agenti infettivi
“seed-borne”
F. Faggioli, S. Loreti, L. Tomassoli
CRA-PAV, Centro di Ricerca per la Patologia Vegetale
Via C.G. Bertero, 22, I-00156 Roma
E-mail: [email protected]
Un elevato numero di specie ortive è colpito da patogeni sistemici, che
possono colonizzare o raggiungere, attraverso i tessuti vascolari, anche gli organi
riproduttivi della pianta e, conseguentemente, i frutti e i semi che da essi derivano.
Per questo motivo le sementi possono rappresentare un rischio fitosanitario per la
diffusione delle malattie sistemiche a lunga, da un paese ad un altro, e a breve, da
un ciclo vegetativo al successivo, distanza. Tra i patogeni sistemici del pomodoro
(Solanum lycopersicon) si annoverano diversi organismi da quarantena che sono in
grado di infettarne il seme e trasmettere l’infezione alla piantina da esso germogliata.
Fra i patogeni batterici, sulla semente di pomodoro sono previsti controlli per
Clavibacter michiganensis subsp. michiganensis (Cmm) e Xanthomonas campestris
pv. vesicatoria (sin X. axonopodis pv. vesicatoria) (Xav), entrambi segnalati nella
lista A2 dell’EPPO. Studi sulla trasmissibilità di Cmm attraverso il seme hanno
verificato non più dell’1% di trasmissione della malattia (Grogan e Kendrick, 1953).
La contaminazione della semente da Xav può avvenire durante l’estrazione del seme
da bacche infette, ed è riportato che il batterio può sopravvivere fino a 10 anni in semi
di pomodoro (Bashan et al., 1982). Entrambe le malattie sono ubiquitarie per la coltura
del pomodoro ma spesso i focolai d’infezione sono determinati dalla diffusione di
sementi infette. E’ quanto accaduto nell’estate 2010, quando semente infetta da Cmm
è stata intercettata solo dopo la già avvenuta distribuzione, e nuovi casi di cancro
batterico si sono verificati in Puglia e Basilicata (Fanigliulo et al., 2010) e in seguito
in altre regioni italiane. I protocolli diagnostici specifici per le analisi su seme sono
riportati dall’EPPO, dall’International Seed Federation (ISF) e sono disponibili kit
sierologici commerciali. Il protocollo di diagnosi di Cmm è in questo momento in
fase di revisione da parte dell’EPPO, ed è in corso di validazione a livello nazionale
(Progetto nazionale MIPAAF: ARNADIA).
Altri due agenti patogeni sistemici quali Pepino mosaic virus (PepMV) e Potato
spindle tuber viroid (PSTVd) hanno assunto un’elevata importanza fitosanitaria per la
semente di pomodoro. Sebbene la percentuale di trasmissione per seme sia piuttosto
bassa, calcolata pari allo 0,057% per PepMV (Hanssen et al., 2010) e accertata in pochi
e circoscritti esperimenti per PSTVd (Singh, 1970; Kryczynski et al., 1988), la capacità
dei due agenti infettivi di causare infezione anche per semplice contatto determina
un’alta probabilità di diffusione della malattia nel corso delle operazioni colturali,
80
Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
anche con sorgente di inoculo costituita da poche piantine. PepMV è stato identificato
in Europa nel 2000 (Van der Vlugt et al., 2000) e si è rapidamente diffuso in molti
paesi. Il sospetto iniziale che il seme fosse una via di trasmissione è stato provato da
numerose ricerche. Per tale motivo, la Decisione Europea 2004/200/EU ha imposto il
divieto di introduzione da paesi terzi e circolazione tra i paesi comunitari di semente di
pomodoro infetta dal virus, rendendo obbligatorio il passaporto fitosanitario. Diversi
protocolli diagnostici specifici per le analisi su seme di pomodoro sono forniti da
Ditte commerciali per kit sierologici, o dall’ISF ma soprattutto protocolli diagnostici
sierologici e molecolari sono stati validati sia a livello europeo (Progetto: PEPEIRA)
che nazionale (Progetto MIPAAF: ARNADIA).
Diversa è la situazione riguardo il PSTVd, organismo da quarantena presente
nell’allegato I/A1 della Direttiva 2000/29/EC. Questo viroide è stato inizialmente
studiato su patata e tutte le normative fitosanitarie originariamente si riferivano a
questa specie. Recentemente però, le infezioni accertate su ornamentali e i casi di
focolai su pomodoro, gli hanno conferito una maggiore importanza e pericolosità in
molti paesi. Specificatamente, dopo le prime segnalazioni su Solanum jasminoides
e pomodoro (Verhoeven et al., 2006, 2008; Di Serio, 2007; Navarro et al., 2009),
il mondo scientifico si è particolarmente attivato per aumentare le conoscenze
epidemiologiche, biologiche e diagnostiche per le nuove combinazioni ospite/PSTVd
(progetto EUPHRESCO e bando Floricoltura MIPAAF: PSTVd-free). In particolare,
la voce “seme pomodoro” rappresenta una delle linee di ricerca principali su cui
investigare per ottenere dati certi sul ruolo del seme nella diffusione e, quindi, definire
i parametri per un buon campionamento e una diagnosi sensibile. A questo proposito,
nel 2012 ha preso il via un EUPHRESCO di cui l’Italia fa parte con il CRA-PAV.
Non tutti i paesi da cui l’Italia importa seme di pomodoro appaiono trasparenti o
attivi in materia fitosanitaria. Risulta difficile, infatti, ottenere dati certi in letteratura
sulla presenza o meno, in questi paesi, dei patogeni illustrati. Pertanto, in attesa
di ulteriori sviluppi sia della ricerca che degli aspetti legislativi, si auspica un alto
livello di guardia nei controlli delle sementi di pomodoro al fine di ridurre il rischio di
diffusione ed endemizzazione di questi patogeni in Italia.
Parole chiave: Cmm, PepMV, Pomodoro, PSTVd, Semente, Xav.
Importance of routine diagnosis for systemic pathogens on
tomato seeds
A large number of crops are affected by systemic pathogens that can colonize
the reproductive organs as well as the fruits and seeds. For this reason, seeds can
pose risks regarding the movement and introduction of a pest from one country to
another, and from one cultivation area to another. Therefore, different vegetable
species are subject to international and national regulations that impose controls on
seeds. Specifically, tomato (Solanum lycopersicum) seed marketing (certification of
81
Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
pathogen-free materials) is regulated by European Directives against two bacteria:
Clavibacter michiganensis subsp. michiganensis (Cmm) and Xanthomonas campestris
pv. vesicatoria (syn. X. axonopodis pv. vesicatoria), (Xav) that are included in the
EPPO A2 list of quarantine organisms. Cmm seed transmission has been investigated,
ascertaining not more than 1% of disease transmission (Grogan and Kendrick, 1953).
Xav seed contamination generally occurs during seed extraction from infected berries,
and this bacterium can survive on tomato seeds for periods of at least 10 years (Bashan
et al., 1982). Both diseases are ubiquitous for growing tomatoes, and new outbreaks
are often caused by infected seed as the inoculum source. Since summer 2010, new
outbreaks of tomato canker (Cmm) have been recorded in Apulia and Basilicata
(Fanigliulo et al., 2010), and more recently in other Italian regions, as consequence
of the previous distribution of infected tomato seeds. Specific diagnostic protocols for
seed analysis have been reported by EPPO, the International Seed Federation (ISF),
and commercial serological kits are available. Furthermore, the Cmm diagnostic
protocol is currently under review by the EPPO, and its validation is in progress at a
national level (national MIPAAF Project: ARNADIA).
Two other systemic pathogens, Pepino mosaic virus (PepMV) and Potato
spindle tuber viroid (PSTVd) have assumed high importance for tomato seeds. Both
pathogens can also infect tomato seeds, and have the potential to infect the emergent
plantlets. The PepMV seed transmission rate has been calculated at around 0.057%
(Hanssen et al., 2010), while PSTVd seed transmission has been investigated in few
experiments (Singh, 1970; Kryczynski et al., 1988); both of these pathogens can be
transmitted by contact, so from a few infected seedlings, the disease can spread rapidly
throughout a field. PepMV was first identified in Europe in 2000 (Van der Vlugt et
al., 2000), and then suddenly spread to many countries. European Decision 2004/200/
EU imposed a ban on the introduction of tomato seeds infected by PepMV from Third
World countries, and their circulation among the EU countries. Specific diagnostic
protocols for PepMV detection on tomato seeds are available and are provided by
companies that produce serological kits, or by the ISF; in particular, serological and
molecular diagnostic protocols have been validated both at European (European
project: PEPEIRA) and national levels (MIPAAF Project: ARNADIA).
PSTVd is a quarantine pathogen that is included in list I/A1 of Directive
2000/29/EC. This viroid was initially studied in potato, and originally all of the
phytosanitary regulations referred to this species. Recently, infection on ornamental
plants and cases of outbreaks on tomato have promoted greater concern for PSTVd.
Specifically, after the first reports of PSTVd on Solanum jasminoides and tomato
in Europe and Italy (Verhoeven et al., 2006, 2008; Di Serio 2007; Navarro et al.,
2009), scientists have improved the knowledge of the epidemiological, biological and
diagnostic aspects of new host-PSTVd combinations (EUPHRESCO and MiPAAF
projects). In the light of the foregoing, the ‘tomato seed’ question represents one of
the main research lines for investigation, because unlike PepMV, there are no reliable
data on the role of seed dissemination and on the actual percentage of seed infection,
and therefore it is not possible to define the parameters for good sampling and for
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Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
the determination of the sensitivity of diagnostic methods for the identification of
PSTVd directly in batches of seeds. In this regard, in 2012, the European project
EUPHRESCO was started, in which Italy (through CRA-PAV) is taking part.
It should be stressed that not all of the countries from which Italy imports
tomato seeds are active in plant health, and it is difficult to obtain reliable data on the
presence or absence of those pathogens in tomato growing areas. Therefore, pending
further developments in research and legislative matters, it is suggested that a high
level of vigilance be maintained in the control of tomato seeds, to reduce the risk of
the spread of these pathogens in Italy.
Key words: Cmm, PepMV, PSTVd, Tomato seeds, Xav.
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Bashan Y., S. Diab, Y. Okon, 1982. Survival of Xanthomonas campestris pv.
vesicatoria in pepper seeds and roots, in symptomless and dry leaves in nonhost plants and in the soil. Plant and Soil, 68, 161-170.
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Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
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infecting ornamentals in the Netherlands: Citrus exocortis viroid in Verbena
sp., Potato spindle tuber viroid in Brugmansia suaveolens and Solanum
jasminoides, and Tomato apical stunt viroid in Cestrum sp. Plant Pathology,
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84
Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
Excursus conoscitivo sulla malattia causata da
Iris yellow spot virus su cipolla da seme
L. Tomassoli1, M. Turina2
1
CRA-PAV, Centro di Ricerca per la Patologia Vegetale
Via C.G. Bertero, 22, I-00156 Roma
2
IVV-CNR, Istituto di Virologia Vegetale
Strada delle Cacce, 73, I-10135 Torino
E-mail: [email protected]
Iris yellow spot virus (IYSV) è un virus che, contrariamente al nome assegnato
alla sua prima identificazione e caratterizzazione nel 1998 su Iris hollandica (Cortes et
al., 1998), si propone sullo scenario mondiale come grave patogeno per la coltivazione
della cipolla (Allium cepa) da seme, da bulbo e per altre alliacee coltivate (aglio,
cipollotto, erba cipollina, porro, scalogno). Le prime segnalazioni di IYSV su cipolla
risalgono agli anni ‘90 nel Nord America, in Israele, India e Brasile (Hall et al., 1993;
Gera et al., 1998; Kumar e Rawal, 1999; Nagata et al., 1999) per quanto descrizioni
sulla malattia si ebbero anche negli anni precedenti. Attualmente, IYSV è presente in
tutti i continenti, da singole località a vaste aree territoriali di regioni o stati, causando
danni di intensità variabile.
IYSV appartiene al genere Tospovirus della famiglia Bunyaviridae in cui si
distinguono altri 4 generi di soli virus animali ed umani. Ciò conferisce ai tospovirus
un interesse particolare rispetto ad altri fitovirus in quanto dotati di caratteristiche
chimico-strutturali e biologiche diverse che entrano in gioco nelle interazioni tra
il virus stesso, piante ospiti e vettori. Questi ultimi appartengono al genere Thrips
(ordine Thysanoptera) e nel particolare IYSV è trasmesso dal tripide della cipolla
(Thrips tabaci) i cui aspetti epidemiologici nella diffusione su larga scala e modalità
di trasmissione (tempi di suzione ed efficienza) non sono ancora ben conosciuti.
Ugualmente gli studi sulla possibilità di trasmissione del virus attraverso il bulbo non
hanno raggiunto un’unanime conclusione, mentre si può escludere completamente
la trasmissione del virus attraverso il seme. Le specie di interesse agrario che sono
naturalmente suscettibili al virus appartengono tutte al genere Allium (Liliaceae)
mentre le specie floricole e spontanee accertate come ospiti appartengono anche
ad altre famiglie botaniche (Amaranthaceae, Asteraceae, Fabaceae, Graminaceae,
Portulaceae). Le piante infestanti e i ricacci di cipolla della coltivazione precedente
sono le possibili fonti di acquisizione primaria di IYSV da parte dei tripidi mentre
l’importanza del loro ruolo ai fini dello svernamento del virus non è ancora stato ben
chiarito.
Nelle aree di nuova introduzione e laddove gli agricoltori e tecnici agrari non
sono ancora ben informati sul problema fitosanitario, la sintomatologia causata da
IYSV su cipolla può trarre in inganno poiché si manifesta spesso con aree gialle
clorotiche non ben definite che successivamente necrotizzano ricordando l’evoluzione
85
Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
degli attacchi di Peronospora e Cladosporium o danni provocati da agenti abiotici.
La letteratura riporta un’ampia variabilità di sintomi (da clorosi a necrosi di anelli
concentrici, maculature, macchie romboidali su foglie e scapi fiorali, isolate o
coalescenti), i quali sono influenzati da fattori ambientali, dall’azione di suzione dei
tripidi, dalle fasi fenologiche e caratteristiche varietali delle piante. E’ certo che le
lesioni causate riducono la superficie verde fotosintetizzante della pianta con effetti
sulla resa e qualità del prodotto finale (seme e bulbi) tanto maggiori quanto più sono
estese e precoci e, nei casi estremi, determinano il collasso dell’intera foglia o dello
scapo fiorale (Gent et al., 2006). La presenza del virus è stata accertata anche in
infezioni asintomatiche in particolari combinazioni di ceppi virali, e varietà di cipolla.
L’accertamento della presenza del virus mediante test diagnostici (Pappu et al., 2008;
Tiberini et al., 2010) è di rilevante importanza per le misure di intervento da attuare
in caso di malattia e, in particolare, per stabilire la qualità del bulbo-seme nei vivai
destinati alla coltivazione di cipolla portaseme. La prevenzione infatti rimane la prima
strategia di lotta per evitare l’introduzione di IYSV in nuove aree o ridurre l’impatto
del virus dove già presente. Le tecniche agronomiche per una buona conduzione della
coltivazione in assenza di stress idrici e pedologici, carenze o eccessi nutrizionali,
le necessarie rotazioni colturali, il controllo dei tripidi e dei residui colturali sono le
strategie che vengono indicate utili per un programma fitosanitario integrato (Gent et
al., 2006).
In Italia, IYSV è un virus emergente per la cipolla. Anche se si ipotizza una
presenza pregressa del virus, esso è stato ufficialmente segnalato e caratterizzato nel
2007 (Vicchi et al., 2008; Tomassoli et al., 2009) in coltivazioni da seme. Da allora
sono state intraprese indagini conoscitive in diverse regioni. In generale, i progetti
di ricerca sull’argomento sono particolarmente attivi, soprattutto nell’America del
Nord, e i risultati che sono stati ad oggi ottenuti possono contribuire a gestire anche la
situazione italiana ma rimane buona regola essere attivi sul proprio territorio con linee
strategiche di controllo fitosanitario sulla importazione di bulbo-seme, di ricerca nel
settore sementiero per varietà autoctone resistenti e di controllo delle coltivazioni per
l’eradicazione o il confinamento della malattia ad aree ristrette.
Parole chiave: Epidemiologia, Prevenzione, Tospovirus.
Excursus on Iris yellow spot virus and the disease caused on
seed onions
Iris yellow spot virus (IYSV) is the cause of an important disease that can
damage onion crops (Allium cepa) that are grown for bulbs, and more importantly, also
for seed production; IYSV is a cause of disease also on other vegetable alliums (leek,
shallot, bunching onion, chives, garlic). IYSV was first recognized as a distinctive
member of the genus Tospovirus (family Bunyaviridae) in Iris hollandica (Cortes
et al., 1998). IYSV was ascertained as the causal agent of disease on onion in the
86
Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
1990s in North America, Israel, India and Brazil (Hall et al., 1993; Gera et al., 1998;
Kumar and Rawal, 1999; Nagata et al., 1999). Nowadays, IYSV has a worldwide
distribution, with different incidence and causing different economic losses to local
production according to specific local parameters.
Among the five genera of the family Bunyaviridae, Tospovirus is the only
genus that includes members that infect plants rather than animals and humans.
Therefore, tospoviruses are widely studied for their epidemiology and mechanisms
of virus–plant and host–vector interactions. In particular, tospoviruses are transmitted
by thrips (Thysanoptera), and the onion thrip (Thrips tabaci) is specifically the only
vector of IYSV. The virus is not seed-borne, while bulb infection and its role as an
overwintering material and a pathway for long distance spread is still debated. The
virus was thought to infect a narrow range of host plants, which includes vegetable
crops of the genus Allium (Liliaceae) and some ornamental monocotyledonous
species; nevertheless, more recently other ornamentals and weed species belonging to
different families (Amaranthaceae, Asteraceae, Fabaceae, Graminaceae, Portulaceae)
have been reported to be infected by IYSV. Volunteer onion plants, mainly, and
specific weeds, are the source of infection for viruliferous thrips that transmit the
virus to healthy plants.
IYSV causes various symptoms that are probably influenced by climate
conditions, the density of the thrip population, the age of the crops, and the specific
susceptibilities of different crop varieties. Chlorosis or necrosis of concentric rings,
small spots or confluent lesions, diamond-shaped areas can be present on leaves and
flower stalks, and these lesions can surround a leaf and cause its collapse (Gent et
al., 2006). Damage to infected plants consists of reductions in the mature seed size
and yield, or in defective bulb grades. Lack of experience with the disease can often
generate misleading information, as the lesions can resemble leaf spots caused by
fungi (Peronospora and Cladosporium) or by abiotic injury. IYSV can be identified by
serological and molecular assays (Pappu et al., 2008; Tiberini et al., 2010); a clear and
rapid diagnosis of the virus is of great importance for the management of the disease
and to certify the virus-free status of the first year bulb-seed in the onion life cycle
for seed production. High quality of new planting material is the first requirement
to prevent the introduction of IYSV into a new area, or into an already infected area
where an integrated program of control is necessary to fight the establishment of the
virus. Crop rotation, optimal plant density, correct water and nutrient management of
the soil, weeds and onion volunteer removal, and finally, thrips control, are the main
strategies for integrated pest management of IYSV (Gent et al., 2006).
IYSV is an emergent virus in Italy. Conclusive evidence of its presence on
onion seed crops was reported in 2007, even if the disease was suspected to be present
in previous years (Vicchi et al., 2008; Tomassoli et al., 2009). In some Italian regions,
specific surveys are being carried out to better understand its incidence and diffusion.
Worldwide, several projects and studies on IYSV are in progress, and every published
result is important for the specific Italian aspects of the disease. Nevertheless,
national investigations and further experimental studies are necessary, to provide full
87
Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
surveillance of the disease, to support phytosanitary control of imported materials,
and to improve genetic breeding or screening of local varieties for virus resistance.
Key words: Epidemiology, Management, Tospovirus.
Ringraziamenti/Acknowledgements
Il presente lavoro è stato prodotto nell’ambito del Progetto STRA.TE.CO.
finanziato dal Ministero delle Politiche Agrarie, Alimentari e Forestali (DM
30290/7303/09 del 23/12/2009).
This work was supported by a grant of the Italian Ministry of Agricultural,
Food and Forestry Policies (DM 30290/7303/09 del 23/12/2009).
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88
Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
Vicchi V., A.R. Babini, E. Barioni, D. Dradi, P. Fini, P. Grillini, L. Tomassoli, M.
Turina, 2008. Maculatura gialla segnalata su cipolla da seme. L’Informatore
Agrario, 64(43), 74-75.
89
Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
Effetto di trattamenti brachizzanti sulle
caratteristiche agronomico-sanitarie di
cipolla da seme (Allium cepa L.)
R. Orsini, M. Bianchelli, P. Pacioni, R. Santilocchi
Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali (D3A), Università
Politecnica delle Marche,
via Brecce Bianche, I-60131 Ancona
E-mail: [email protected]
La cipolla da seme è una coltura tradizionale delle aree pedocollinari. La
sensibilità alle malattie fungine, peronospora in particolare (Howard et al., 2008), ne
rende idonea la coltivazione nelle aree asciutte e ventilate delle colline romagnole e
marchigiane, dove trova le sue aree più vocate (Pollini, 2005). Nelle Marche la cipolla
è coltivata per un 25% delle superfici destinate a colture da seme (Associazione
Italiana Sementi 2010, www.sementi.it). Relativamente alla tecnica colturale ed
ai costi annessi, la raccolta rappresenta ad oggi l’operazione che richiede il maggior
fabbisogno di manodopera (Canestrale et al., 2008) con un’incidenza che va dal 15%
al 18% del costo di produzione (Tisselli et al., 2009), svolgendosi nella maggior
parte dei casi ancora integralmente a mano con recisione diretta degli scapi fiorali. I
tempi di raccolta richiesti ricorrendo ad agevolatrici meccaniche sono sensibilmente
inferiori rispetto a quelli necessari per la raccolta manuale (Fabbri, 2005). Tuttavia per
agevolare la raccolta meccanica è necessario uniformare e abbassare l’altezza dello
scapo fiorale attraverso l’impiego di prodotti brachizzanti (Marfoglia, 2008).
L’obiettivo del presente lavoro è stato quello di verificare l’effetto di brachizzanti
sul contenimento della taglia degli scapi fiorali e sulla qualità agronomica e sanitaria
della semente di cipolla al fine di ottimizzarne la raccolta meccanica.
La prova sperimentale è stata condotta nell’annata agraria 2009/2010 presso
l’azienda agricola De Angelis sita nel comune di Massignano (AP), su una superficie
di circa 1 ha. La varietà di cipolla adottata è stata la Bianca tonda “di Pompei”.
La tecnica colturale adottata rispecchia quella suggerita dalla Cooperativa Agricola
Cesenate (CAC) per la zona in esame e prevede il trapianto nel periodo autunnale,
il controllo della flora infestante e delle principali crittogame (peronospora, ruggini
e botrite) in pre-fioritura e la raccolta manuale in piena estate. Sono stati inoltre
somministrati, ad inizio fioritura, 8 trattamenti brachizzanti posti a confronto con un
trattamento di controllo non brachizzato secondo un disegno sperimentale a blocchi
completi randomizzati con 3 repliche. I trattamenti adottati sono stati: trinexapac-etile
11,91 g/l (0,8 kg/ha), glyphosate 450 g/l in dose piena (0,4 l/ha) e frazionata (0,2 l/
ha + 0,2 l/ha), Naa 8% (0,4 l/ha), clormequat 461 g/l (1 l/ha), ethephon 480 g/l in
dose piena (2,8 l/ha) e frazionata (1,4 l/ha + 1,4 l/ha) e tebuconazolo 25% (1 l/ha).
Le dosi impiegate hanno rispettato le indicazioni riportate in etichetta nel caso in cui
la molecola fosse effettivamente concepita come fitoregolatore di crescita. Nel caso
90
Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
di prodotti non prettamente concepiti come fitoregolatori (es. glyphosate), la dose da
distribuire è stata determinata empiricamente mancando in letteratura informazioni
in merito. Le variabili misurate hanno riguardato: l’altezza degli scapi fiorali (m), la
produzione di seme (t/ha), la germinabilità (% semi germinati e sani), lo stato sanitario
(% semi affetti da patologie).
In merito ai risultati sperimentali, tutte le tesi a confronto hanno mostrato effetti
significativi nel contenimento della taglia dello scapo fiorale rispetto al trattamento di
controllo. L’ethephon in particolare ha fatto registrare i risultati migliori contenendo
la taglia delle piante di circa 0,32 m (trattamento in dose piena) e 0,22 m (trattamento
in dose frazionata) rispetto al controllo non trattato. La produzione di seme si è
attestata in media sui valori attesi per la zona in esame ed è stata pari a 1,3 t/ha
senza differenze significative tra i trattamenti a confronto. La germinabilità è stata
pari in media al 91%, valore che supera gli standard qualitativi imposti dall’European
Seed Association (ESA) per la commercializzazione del prodotto. Il dato osservato è
attribuibile da un lato ad un efficace controllo in campo delle patologie della cipolla
testimoniato dall’ottimale stato sanitario della semente (9% di incidenza in media),
dall’altro ad un rapido processo di asciugatura che ha limitato fortemente il propagarsi
di patogeni nelle fasi successive alla raccolta.
In conclusione i trattamenti brachizzanti testati hanno mostrato effetti positivi
sul contenimento della taglia degli scapi fiorali di cipolla Bianca tonda “di Pompei”
senza incidere sulla produzione e sulle caratteristiche agronomiche e sanitarie della
semente.
Parole chiave: Altezza scapo fiorale, Ethephon, Germinabilità.
Effects of growth regulator treatments on agronomic and health
characteristics of onion seed (Allium cepa L.)
The Onion seed is a traditional crop for hilly areas. The sensitivity to fungal
diseases, and especially downy mildew (Howard et al., 2008), makes it suitable for
cultivation in the dry and windy hilly areas of the Romagna and Marche regions,
which provide a particularly suitable environment (Pollini, 2005). In the Marche
region (central Italy), onion is grown in 25% of areas dedicated to seed crops (Italian
Seed Association; Associazione Italiana Sementi, 2010; www.sementi.it). With regard
to agronomic practices and the related costs, seed collection is now the most labourintensive operation (Canestrale et al., 2008). In most cases, this even takes place
entirely by hand with the direct cutting of the flower stalks, and this incurs from
15% to 18% of the production costs (Tisselli et al., 2009). Collection times using
mechanical facilitators are significantly lower than those required for hand cutting
(Fabbri, 2005). However, to facilitate mechanical harvesting there is the need to
align and lower the flowering stem height, for which growth regulator products are
91
Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
necessary (Marfoglia, 2008).
The objective of this study was to test the effect of growth regulators on the
flower stalk height and on the agronomic and health characteristics of the onion seed,
to optimise mechanical harvesting.
The experiment was carried out in 2009/2010 at the De Angelis farm in
Massignano (AP), over an area of 1 ha. The variety used was Bianca tonda ‘di
Pompei’. The cultivation technique followed that suggested for the zone by the
Cooperativa Agricola Cesenate, which involved transplanting in autumn, weed and
disease control (downy mildew, rust and gray mold) at pre-flowering, and handcutting in summer. At the beginning of flowering, eight growth regulator treatments
were compared to a control, according to a randomised complete-block experimental
design with three replicates. The treatments were: 11.91 g/l ethyl-trinexapac (0.8 kg/
ha), 450 g/l glyphosate at full dose (0.4 l/ha) and fractional (0.2 l/ha + 0.2 l/ha), 8%
Naa (0.4 l/ha), 461g/l chlormequat (1 l/ha), 480 g/l etephon at full dose (2.8 l/ha) and
fractional (1.4 l/ha + 1.4 l/ha), and 25% tebuconazole (1 l/ha). If the treatment was a
recognised plant growth regulator, the dose complied with the label instructions. In
the case of products not strictly intended as plant growth regulators (e.g. glyphosate),
the dose was determined empirically, as there is no literature information for this crop.
The variables collated were the height of the flower stalks (m), seed production (t/ha),
germination (%), and seed health status (% seeds with disease).
Regarding the experimental results, all of the treatments compared showed
significant effects for limiting the height of the flowering stem, compared to the
control. In particular, ethephon showed the best result here, limiting the height of
the plants to approximately 0.32 m (full dose treatment) and 0.22 m (treatment in
fractionated dose). Seed production reached expected values for the area in question,
at 1.3 t/ha, with no significant differences between these treatments. The germination
rate was estimated at a mean of 91%, which exceeded the quality standard of the
European Seed Association for the commercialisation of this product. These optimal
data are attributable, on the one hand, to effective control of onion diseases in the field,
as witnessed by the optimal health status of the seed (9% incidence, on average), and
on the other hand, to a rapid drying process, which severely restricted post-harvest
pathogen spread.
In conclusion, growth regulator treatments show positive effects for limiting
flower stalk height of Bianca tonda ‘di Pompei’ onion, without affecting the production
or agronomic and health characteristics of the seed.
Keywords: Ethephon, Flowering stem height, Germination.
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Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
Ringraziamenti/Acknowledgments
Si desidera ringraziare la Cooperativa Agricola Cesenate (CAC) nelle persone
di: il Presidente Giovanni Piersanti, Giancarlo Fabbri, Eros Marfoglia, Paolo
Gasperini, Cinzia Asioli, Giampiero Verdini e Napoleoni Danilo.
Thanks are expressed to Cooperativa Agricola Cesenate (CAC), in particularly
to the President Giovanni Piersanti, Giancarlo Fabbri, Eros Marfoglia, Paolo
Gasperini, Cinzia Asioli, Giampiero Verdini and Napoleoni Danilo.
Lavori citati/References
Canestrale R., V. Tisselli, 2008. Tecnica di raccolta e condizionamento del seme di
cipolla. In: Azioni di innovazione e ricerca a supporto del piano sementiero,
PRIS 2 - Azioni a carattere Regionale - Tematica 3, Regione Umbria, Città di
Castello, 225-231 .
Fabbri G., 2005. Cipolla da seme, è tempo di puntare sull’innovazione. Agricoltura,
10, 90-92.
Schawartz H. F., S. K. Mohan, 2008. Compendium of onion and garlic diseases and
pests, second edition. The American Phytopathological Society St. Paul, MN,
USA, 127 pp.
Marfoglia E., 2008. Incoraggianti i primi test sulla raccolta meccanizzata della
cipolla. CAC sementi News, 7, 2.
Pollini A., 2005. La difesa delle piante da orto. Atlante fotografico delle avversità più
diffuse, i sintomi, la diagnosi e le terapie. Edagricole, Bologna, Italia, 504 pp.
Tisselli V., V. Altamura, M. Antonelli, 2009. La cipolla da seme, coltura da
salvaguardare. Agricoltura 2, 82-84.
93
Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
DIAGNOSI MOLECOLARE DI PERONOSPORA DESTRUCTOR
IN PIANTE DI CIPOLLA
V. Mancini, S. Murolo, G. Romanazzi
Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali, Università Politecnica
delle Marche
Via Brecce Bianche, I-60131 Ancona
E-mail: [email protected]
La peronospora della cipolla, causata da Peronospora destructor Berk.
(Casp.), è una delle più gravi malattie della cipolla, su cui provoca notevoli perdite
di produzione (Schwartz e Mohan, 2008). L’identificazione del patogeno e la
conoscenza del suo ciclo biologico sono di fondamentale importanza per trovare
nuove e più efficaci strategie nel controllo della malattia. La determinazione univoca
dell’agente causale è fondamentale nella pianificazione di una adeguata e precoce
strategia di controllo, senza attendere la comparsa dei primi sintomi. Essendo un
parassita obbligato, P. destructor può sopravvivere solo sui tessuti dell’ospite, quindi
per l’identificazione non possono essere impiegati metodi di diagnosi tradizionali. I
metodi diagnostici molecolari forniscono risultati in tempi rapidi, aspetto importante
nel caso in cui vadano prese misure di controllo; inoltre la loro maggiore sensibilità
permette di effettuare una diagnosi precoce della malattia prima della comparsa dei
sintomi in campo, in modo da intervenire tempestivamente con l’applicazione di
fitofarmaci.
L’obiettivo di questo studio è stato quello di mettere a punto un protocollo
di diagnosi per l’identificazione molecolare di P. destructor in tessuti di cipolla
sintomatici e asintomatici.
Campioni di foglie, scapi fiorali, sintomatici e asintomatici, e bulbi di cipolla
asintomatici sono stati prelevati in alcuni vivai e campi sperimentali. I sintomi
variavano da clorosi a necrosi più o meno estese sulla superficie fogliare e dello
scapo fiorale. Dopo essere stati decontaminati con una soluzione di ipoclorito di sodio
all’1%, i tessuti vegetali sono stati sottoposti ad estrazione del DNA tramite il metodo
proposto da Doyle e Doyle (1990). Il DNA estratto è stato dapprima amplificato con i
primer generici ITS3F/ITS4R, successivamente con i primer specifici PdesF1/PdesR1,
disegnati sulla regione ITS2 della sequenza di P. destructor (Saracchi et al., 2000).
La reazione di PCR per entrambe le coppie di primer è stata effettuata applicando
il seguente ciclo di amplificazione: predenaturazione a 94°C for 4 min, 30 cicli di
denaturazione a 94°C per 30 s, appaiamento a 55°C per 45 s, estensione a 72°C per 1
min, ed una estensione finale per 7 min.
In seguito ad amplificazione del DNA con i primer ITS3F/ITS4R e ad
elettroforesi su gel di agarosio, sono state visualizzate due bande: una della lunghezza
di 450 pb e l’altra pari a 610 pb. La prima, relativa al DNA di cipolla, è stata visualizzata
in tutti i campioni analizzati, mentre la banda di 610 pb corrispondente alla presenza
94
Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
del DNA del patogeno target è risultata presente in alcuni campioni sintomatici. Dai
campioni di foglie, gambi e bulbi asintomatici non è stato rilevato alcun amplicone del
patogeno. I primer specifici PdesF1/PdesR1 hanno rilevato la presenza del patogeno
in foglie gambi e bulbi, sia sintomatici sia asintomatici.
I metodi di diagnosi molecolare sono uno strumento importante per
individuare la presenza di un patogeno anche in tessuti vegetali in cui non si siano
ancora manifestati i sintomi e per riconoscere con certezza un determinato patogeno
che potrebbe essere confuso con altri che causano sintomi simili. Dai risultati ottenuti
la PCR eseguita con entrambe le coppie di primer è stata efficace nel discriminare P.
destructor in tessuti sintomatici di cipolla.
Parole chiave: Allium cepa, PCR, Peronospora della cipolla.
Molecular diagnosis of Peronospora destructor in onion plants
Onion downy mildew, which is caused by Peronospora destructor Berk.
(Casp.), is one of the most destructive diseases of onion, with infection resulting in
significant production losses (Schwartz and Mohan, 2008). The identification of the
pathogen and the knowledge of its biological cycle are essential to find new and more
effective strategies in controlling this disease. The univocal determination of the causal
agent is important in planning an appropriate and precocious control strategy, without
the need to wait for the onset of the first disease symptoms. As an obligate parasite, P.
destructor can only survive on host tissues, so traditional diagnostic methods cannot
be used for its identification. Molecular diagnostic methods can provide rapid results,
an important aspect for the control measure that must be taken; moreover, their greater
sensitivity can allow early diagnosis of the disease, before the onset of symptoms in
the field. This allows with the fungicide application to be carried out at the right time.
The objective of this study was to develop a molecular diagnostic protocol
for molecular identification of P. destructor in asymptomatic and symptomatic onion
tissues.
Samples of asymptomatic and symptomatic onion leaves and stalks, and
asymptomatic onion bulbs, were collected from some nurseries and experimental
fields. The symptoms ranged from chlorosis to more or less extensive necrosis on the
leaf and stalk surface. After external decontamination with 1% sodium hypochlorite,
the vegetable tissues were subjected to DNA extraction, using the method proposed
by Doyle and Doyle (1990). The extracted DNA was first amplified with the generic
primers ITS3F/ITS4R, then with the specific primers PdesF1/PdesR1, designed on
the ITS2 region of the P. destructor sequence (Saracchi et al., 2000). PCR reactions
for both primers pairs were performed by applying the following amplification cycle:
initial denaturation at 94 °C for 4 min, 30 cycles of denaturation at 94 °C for 30 s,
annealing at 55 °C for 45 s, extension at 72 °C for 1 min, and final extension for 7 min.
Following the DNA amplification with the primers ITS3F/ITS4R and agarose
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Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
gel electrophoresis, two bands were visualised, representing lengths of 450 bp and
610 bp. The former related to the onion DNA was seen in all of the samples, while the
610 bp band corresponding to the presence of the target pathogen DNA was present
in some of the symptomatic samples. No pathogen amplicons were detected in the
asymptomatic samples of leaves, stalks and bulbs. The specific primers PdesF1/
PdesR1 detected the presence of the pathogen in both asymptomatic and symptomatic
leaves, stalks and bulbs.
Molecular diagnostic methods are an important tool in detecting the presence
of a pathogen in plant tissues, which have not yet manifested symptoms and to
recognize with certainty a specific pathogen that could be confused with others that
cause similar symptoms. From the results obtained the PCR performed with both
primers pair was effective in discriminating P. destructor in symptomatic tissues of
onion.
Key words: Allium cepa, Onion downy mildew, PCR.
Ringraziamenti/Acknowledgments
Il lavoro è stato condotto nell’ambito del progetto “Peronospora della cipolla
da seme” promosso dalla Ditta Monsanto. Si ringraziano la Dott. Monica Rossi e
Giuseppe Laccetti per la collaborazione alla raccolta dei campioni.
Thanks are expressed to Monsanto, which promoted the project “Onion downy
mildew”, to Dr Monica Rossi and Giuseppe Laccetti, which provided great help in
the field survey.
Lavori citati/References
Doyle J.J., J.L. Doyle, 1990. Isolation of plant DNA from fresh tissue. Focus, 12,
13-15.
Saracchi M., S. Quaroni, S. Osti, 2000. Studies on molecular probes for Peronospora
destructor detection. In: Proceedings of the 5th Congress of the European
Foundation for Plant Pathology, 134-137.
Schwartz H.F., S.K. Mohan, 2008. Compendium of Onion and Garlic Diseases and
Pests, 2nd Ed. American Phytopathological Society Press, St. Paul, Minnesota
pp.127.
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Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
STRATECO: monitoraggio per la presenza di Iris
yellow spot virus sul territorio nazionale
M. Ciuffo1, T. Cosmi2, P. Fini3, S. Ogliara4, E. Rossini5, L. Salandri6,
A. Tiberini6, V. Vicchi3, L. Tomassoli6
Istituto di Virologia Vegetale, CNR
Strada delle Cacce, 73, I-10135 Torino
2
Regione Veneto, Unità periferica per i Servizi fitosanitari
Viale dell’Agricoltura, 1/a, I-37060 Buttapietra (VR)
3
Regione Emilia-Romagna, Servizio Fitosanitario
Via di Saliceto, 81, I-40128 Bologna
4
Regione Piemonte,Settore Fitosanitario
Via Livorno, 60, I-10144 Torino
5
ASSAM - Servizio Fitosanitario Marche
Via dell’Industria, 1, I-60027 Osimo Stazione (AN)
6
CRAPAV Centro di Ricerca per la Patologia Vegetale
Via C.G. Bertero, 22, I-00156 Roma
1
Email: [email protected]
La problematica fitosanitaria della virosi su cipolla causata da Iris yellow
spot virus (IYSV), genere Tospovirus, è divenuta realtà in Italia dal 2008 (Vicchi
et al., 2008) quando furono osservati per la prima volta i tipici sintomi a macchia
romboidale (diamond shaped) su foglie e steli fiorali di alcune colture da seme in
Emilia Romagna. L’identificazione certa del virus è stata ottenuta grazie alla messa
a punto di metodiche sierologiche e diagnostiche molecolari ed analisi di sequenze
degli isolati trovati (Tomassoli et al., 2009).
Nell’ambito del progetto nazionale STRA.TE.CO., finanziato dal Ministero
per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, è stato possibile avviare un’azione
coordinata di indagine per conoscere la situazione nelle regioni interessate al
problema sia per la coltivazione di cipolla biennale da seme (vivai per bulbi-seme e
campi portaseme) che di cipolla per bulbo destinato al consumo. Le regioni (Servizi
Fitosanitari Regionali - SFR) che hanno aderito al programma, hanno effettuato
controlli e campionamenti nelle aziende agricole e nei vivai rilevando la presenza
del tripide (Thrips tabaci), vettore specifico di IYSV, la tipologia dei sintomi e alcuni
parametri colturali. I laboratori dei SFR o ad essi convenzionati, hanno effettuato
le analisi diagnostiche sul materiale raccolto utilizzando principalmente il metodo
sierologico ELISA, in alcuni casi confermato con saggi molecolari di RT-PCR.
Nel corso del 2010, sono state monitorate 14 coltivazioni, relative a complessive 7
aziende, ed IYSV è stato accertato in: 2 campi di vivaio per la produzione di bulboseme di cipolla (Emilia Romagna), 5 campi di cipolla per la produzione di bulbo
al consumo (Piemonte e Veneto) e 2 campi di scalogno per la produzione di bulbo
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Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
al consumo (Veneto). Il tospovirus è stato trovato anche su piante asintomatiche e
la percentuale di infezione virale variava dal 5 al 50 % ma in nessun caso è stato
segnalato da parte dei coltivatori alcun danno significativo alla produzione. Nel
corso del 2011, sono proseguiti i controlli per la produzione al consumo in Piemonte
confermando la presenza del virus mentre nuovi focolai di infezione di IYSV sono stati
accertati in aziende di cipolla portaseme nelle Marche. Di quattro aziende controllate
in quest’ultima regione, due sono risultate interessate dalla malattia con presenza
di sintomi caratteristici da IYSV sulle foglie e sugli scapi fiorali. In Piemonte, le
analisi diagnostiche sono state eseguite in momenti diversi del ciclo vegetativo in
tre aziende e hanno evidenziato che la malattia si diffonde soprattutto nella fase
conclusiva all’aumentare delle infestazioni del tripide vettore. Nella stessa regione
sono stati controllati campi di porro e diverse piante infestanti senza accertare nuovi
focolai o ipotetici serbatoi di infezione. Alcuni studi condotti sulla individuazione
delle idonee misure di controllo per le infezioni di IYSV considerano rilevanti alcune
caratteristiche varietali che contrastano la colonizzazione delle piante da parte del
tripide-vettore (Gent et al., 2006). Osservazioni nel merito non sono state fatte ma
sono state individuate le varietà risultate suscettibili a IYSV in questo biennio di
monitoraggio: ‘Borettana’, ‘Bramata di Milano’, ‘Dorata Rossa’, ‘Aviv’, ‘Amika’,
‘Elenka’ e ‘Bonus’ per la cipolla, e ‘Ambition’ e ‘Conservo’ per lo scalogno. Per la
gestione di una malattia virale, sono di primaria importanza l’individuazione delle vie
di introduzione del patogeno e stabilire le strategie di difesa. A tale scopo nel corso
della campagna 2010, sono stati effettuati anche dei saggi preliminari per esaminare
la presenza del virus in differenti parti del bulbo: colletto, guaine fogliari esterne,
apice vegetativo, girello e radici. Mediante RT-PCR (Tiberini et al., 2011), è stata
accertata la presenza del virus in 6 dei 20 campioni saggiati in estratti provenienti
da colletto ed in 2 campioni estratti da apice. L’identificazione del virus nell’apice
vegetativo ha suggerito di analizzare le piante generate dai bulbi maturi conservati ed
appartenenti ai lotti infetti ma non è stata riscontrata alcuna infezione. Tale risultato si
esprime a favore dell’ipotesi che i bulbi da piante infette non rappresentano un mezzo
di disseminazione dell’infezione.
In conclusione, IYSV è sicuramente un patogeno emergente per l’Italia la cui
produzione di alliacee coltivabili e, da non sottovalutare, di fiori recisi suscettibili a
IYSV (e.g. Eustoma grandiflorum) rappresenta una importante voce economica per
molte regioni italiane. L’attività di indagine deve perciò proseguire per evitare che
IYSV si diffonda maggiormente ed uguagli in incidenza e gravità altri due tospovirus
(Tomato spotted wilt virus e Impatiens necrotic spot virus) presenti sul nostro territorio.
Parole chiave: Cipolla, Diffusione, IYSV, Scalogno.
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Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
STRATECO: surveys on Iris yellow spot virus in Italy
The issue of virus disease of onion caused by Iris yellow spot virus (IYSV),
genus Tospovirus, became a reality in Italy in 2008 (Vicchi et al., 2008), when for
the first time, the typical diamond-shaped symptoms were observed on leaves and
flower stalks of some onion seed crops in Emilia Romagna. The virus was identified
by the development of specific diagnostic methods and by sequencing part of the
nucleocapsid gene for some representative isolates (Tomassoli et al., 2009).
In the framework of the national project STRA.TE.CO., funded by the Italian
Agriculture Ministry, it has been possible to coordinate an investigation to assess
IYSV presence in the different regions involved, with the problem either in onionseed biennial crops (nurseries for bulb seeds and seed-bearing fields) or onion bulbs
for consumption. The regions (Regional Plant Protection Services - SFR) joining
the program have performed checks and surveys on farms and nurseries through
the detection of the presence of thrips (Thrips tabaci), the IYSV specific vector, and
through the types of symptoms. The laboratories of the SFR, or those affiliated with
the SFR, have performed analyses on the collected materials using the DAS-ELISA
serological method, as confirmed by molecular assays (RT-PCR) in cases of borderline
results. During 2010, 14 fields were monitored and IYSV was found in: 2 onion-seed
fields (Emilia Romagna), 5 onion-bulb fields (Piedmont and Veneto), and 2 shallotbulb fields (Veneto). The tospovirus also occurred on asymptomatic plants, and the
percentages of viral infection ranged from 5% to 50%, although in no cases there was
significant damage to production reported by the growers. During 2011, the checks
continued in the production area in the Piedmont region, and IYSV presence on onion
was confirmed on three different farms. In particular, the percentages of infected
plants increased late in the growing season, when the weather conditions favored thrip
infestation. In the same area, no natural infection was recorded in leek crops or in a
number of weeds surveyed. New outbreaks of IYSV were established in the Marche
region on seed-bearing onion in 2011. Of the 4 farms checked in this region, two of
them were affected by the disease, showing the characteristic symptoms of IYSV on
leaves and flower stalks. Some studies aimed at finding the appropriate control measure
against IYSV on onion considered the relevance of some cultivar characteristics,
contrasting the colonization and feeding of the thrip vector (Gent et al., 2006). During
the two years of monitoring, the cultivars that proved to be susceptible to IYSV were
‘Borrettana’, ‘Bramata di Milano’, ‘Dorata Rossa’, ‘Aviv’, ‘Amika’, ‘Elenka’ and
‘Bonus’ for onion, and ‘Ambition’ and Conservo’ for shallot, although no data were
collected on these cultivars regarding the disease behavior (openness between leaves,
leaf color, bulb color). During 2010, tests were performed to investigate the presence
of the IYSV on different parts of the plants: base of scape and leaves, fleshy scales,
apex, short stem, and roots. By RT-PCR (Tiberini et al., 2011), the virus was found in
6 out of 20 samples assayed in extracts from the base of the scape and on leaves, and
in 2 samples from the apex. There was no virus identification in the remaining parts.
This preliminary data confirm the hypothesis that bulbs are not a source for virus
dissemination.
99
Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
In conclusion, IYSV is definitely an emerging pathogen in Italy, with the
vegetable alliums and ornamental species that are susceptible to IYSV (e.g. Eustoma
grandiflorum) are of economic importance in many Italian regions. Therefore,
investigations and research should continue to prevent new outbreaks, and to prevent
the spread of this dangerous IYSV, as occurred in Italy for other two tospoviruses
(Tomato spotted wilt virus and Impatiens necrotic spot virus).
Key words: Diffusion, IYSV, Onion, Shallot.
Ringraziamenti/Acknowledgements
Il presente lavoro è stato prodotto nell’ambito del Progetto STRA.TE.CO
finanziato dal Ministero delle Politiche Agrarie, Alimentari e Forestali (DM
30290/7303/09 del 23/12/2009).
This work was supported by a grant of the Italian Ministry of Agricultural,
Food and Forestry Policies (DM 30290/7303/09 del 23/12/2009).
Lavori citati/References
Gent D.H., L.J. du Toit, S.F. Fichtner, K.S. Mohan, H.R. Pappu, H.F. Schwartz, 2006.
Iris yellow spot virus: an emerging threat to onion bulb and seed production.
Plant Disease, 90, 1468-1480.
Tiberini A., T. Cosmi, P. Gotta, L. Salandri, M. Turina, V. Vicchi, L. Tomassoli,
2011. Current status of Iris yellow spot virus in Italy and assessment of different
diagnostic tools for routine monitoring . Proceeding of the 4th International
Working Group of Legume and Vegetable Viruses (IWGLVV), Antequera,
Spain, May 17-20, 2011, p.29.
Tomassoli L., A. Tiberini, V. Masenga, V. Vicchi, M. Turina, 2009. Characterization
of Iris yellow spot virus isolates from onion crops in Northern Italy. Journal of
Plant Pathology, 91, 733-739
Vicchi V., A.-R. Babini, E. Barioni, D. Dradi, P. Fini, P. Grillini, L. Tomassoli, M.
Turina, 2008. Maculatura gialla segnalata su cipolla da seme. L’Informatore
Agrario, 64(43), 74-75.
100
Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
Messa a punto della diagnosi per Iris
yellow spot virus: verso la definizione di un
protocollo
A. Tiberini1, M. Ciuffo2, A. Manglli1, M. Turina2, L. Tomassoli1
1
CRAPAV Centro di Ricerca per la Patologia Vegetale
Via C.G. Bertero, 22, I-00156 Roma
2
Istituto di Virologia Vegetale, CNR
Strada delle Cacce, 73, I-10135 Torino
E-mail: [email protected]
Il gruppo tassonomico dei Tospovirus include alcune tra le specie virali di
maggiore importanza per l’economia agricola mondiale. Il genere Tospovirus
(famiglia Bunyaviridae) annovera almeno 13 specie virali, di cui per alcune esiste, e
per altre si teme, un rischio fitosanitario per il nostro paese. Di fatto, alcuni di questi
fitovirus sono oggetto di normativa europea in qualità di organismi nocivi per le piante
(Direttiva 2000/29/CE Annex II) e sono inclusi nelle liste EPPO “Pest list” ed “Alert
list”. Iris yellow spot virus (IYSV) (Pozzer et al., 1999; Pappu et al., 2006), trasmesso
da Thrips tabaci, fitofago diffusamente presente anche nelle coltivazioni delle liliacee
ortive italiane (Gilioli et al., 2005), è stato individuato per la prima volta nel 1993 nel
Nord-Ovest degli USA (Hall et al., 1993) e caratterizzato come nuova specie virale su
piante di Iris (Iris hollandica) in Olanda (Cortes et al., 1998). Nel Nord Italia, IYSV è
stato identificato su cipolla (Allium cepa) e scalogno (A. ascalonicum) in coltivazioni
sia per la produzione del seme che per la produzione di bulbo da consumo (Vicchi et
al., 2008; Tomassoli et al., 2009; Tiberini et al., 2011). E’ noto che IYSV ha causato
in altri paesi danni anche a coltivazioni di porro, erba cipollina, aglio, diverse specie
ornamentali (Alstroemeria sp., Eustoma sp., Iris hollandica, Hippeastrum x hybridum)
e un numero sempre crescente di specie spontanee per cui, al momento, sono circa 30
le specie suscettibili ad infezione naturale da IYSV. In cipolla, i sintomi descritti per la
malattia, tra cui le lesioni romboidali (diamond shape) sugli scapi fiorali e sulle foglie
delle piante infette, possono non essere facilmente associati alla malattia o spesso
confusi con sintomi causati da malattie fungine, batteriche o virali come ad esempio
Tomato spotted wilt virus (TSWV). Inoltre, i tessuti lesionati dall’infezione da IYSV
tendono a necrotizzare ed essere colonizzati da ospiti secondari come Stemphylium
spp. o Alternaria spp., portando ad una diagnosi visiva di non facile interpretazione.
A seguito delle prime segnalazioni di IYSV in Italia, nacque la necessità di
fornire agli operatori fitosanitari ed ai laboratori fitodiagnostici le metodologie più
accurate, veloci e sensibili nella identificazione del virus durante le operazioni di
monitoraggio da intraprendere. La diagnosi per IYSV può essere eseguita sia con saggi
sierologici quali il saggio ELISA e il “tissue blot immunoassay” - TBIA (Sundaraj et
al., 2010) sia con metodi molecolari come RT-PCR (Pappu et al., 2008) e Real Time
101
Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
RT-qPCR, quest’ultima messa a punto su Eustoma grandiflorum (Mumford et al.,
2008). Nel corso della nostra prima esperienza con IYSV (Tomassoli et al., 2009), i
risultati ottenuti dalle analisi, eseguite su campioni provenienti da un vivaio di bulbiseme, hanno evidenziato significative discordanze e diversa efficienza nell’identificare
il virus a seconda dei metodi utilizzati. Per questo motivo, nell’ambito del Progetto
STRA.TE.CO., si è voluto mettere a confronto tra loro kit sierologici DAS-ELISA,
al momento in commercio, e gli stessi con le tecniche di RT-PCR qualitativa e
Real Time RT-qPCR. Tutti i saggi sono stati eseguiti con gli stessi estratti grezzi
eseguendo l’estrazione di RNA totale per le analisi molecolari entro le 24 ore dalla
macerazione dei tessuti. Anche in questo caso, sono stati osservati valori diversi di
sensibilità, specificità e accuratezza tra i diversi metodi e reagenti sierologici. Solo
un kit ELISA ha mostrato una buona affidabilità confrontabile con i saggi molecolari.
Comunque, alcuni campioni risultati negativi a IYSV nel saggio ELISA hanno fornito
un amplificato atteso in RT-PCR. D’altra parte, il saggio RT-PCR non ha identificato
due campioni debolmente positivi al saggio ELISA. Per risolvere questi risultati
dubbi, è stato messo a punto, su cipolla, un nuovo saggio duplex di Real Time RTqPCR utilizzando una sonda Taqman®, marcata con 6-FAM/BHQ, specificatamente
disegnata nella regione codificante per la proteina N di IYSV di una sequenza di
riferimento (Access. No. AY377428.1), e una seconda sonda Taqman® disegnata per
il gene della citocromo c ossidasi (mtCOXI), marcata con Cy5/BHQ, da usare come
controllo interno della pianta. Il metodo così messo a punto è stato applicato agli
stessi estratti di RNA totali dei campioni precedentemente saggiati e si è dimostrato
molto efficiente nell’identificare IYSV, confermando tutti i campioni risultati infetti
in RT-PCR, e fornendo un buon segnale di amplificazione per i due campioni risultati
debolmente infetti solo in ELISA. Il saggio ha fornito anche una buona specificità e
sensibilità analitica in prove di validazione. Si ipotizza quindi a breve la stesura di
un protocollo diagnostico da validare anche attraverso un ring test, al fine di avere
uno strumento efficace nel prosieguo dell’attività di monitoraggio e negli studi sul
patogeno e sulla malattia.
Parole chiave: Diagnosi, ELISA, IYSV, RT-PCR, Real Time RT-qPCR.
Improvement in the detection of Iris yellow spot virus in onion to
validate a diagnostic protocol
The taxonomic group of tospovirus includes some of the viral species of
greatest importance for the global agricultural economy. The genus Tospovirus (family
Bunyaviridae) includes at least 13 viral species; some of these are already a pest risk
in Italy, for others, the risk is for their introduction. Indeed, some of these viruses
are subject to European regulations regarding organisms harmful to plants (Directive
2000/29/EC Annex II) and are included in the EPPO “Pest List” and “Alert List”. Iris
yellow spot virus (IYSV) (Pozzer et al., 1999; Pappu et al., 2006) is transmitted by
102
Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
Thrips tabaci, a pest that is also widespread in allium crops in Italy (Gilioli et al., 2005).
IYSV was identified for the first time in 1993, in the northwest of the USA (Hall et al.,
1993), and it was characterized as a new plant viral species on Iris (Iris hollandica) in
the Netherlands (Cortes et al., 1998). In northern Italy, IYSV has been identified on
onion (Allium cepa) and shallot (A. ascalonicum), on crops for both seed production
and bulb production for consumption (Vicchi et al., 2008; Tomassoli et al., 2009;
Tiberini et al., 2011). IYSV can cause damage to crops of leeks, chives, garlic, several
ornamental species (Alstroemeria sp., Eustoma sp., Iris hollandica, Hippeastrum x
hybridum), and an increasing number of weed species; to date, about 30 species have
been found to be susceptible to natural infections by IYSV. The symptoms normally
described in literature on onion are diamond shapes on the flower stalks and leaves
of infected plants, although these cannot be easily specifically related to IYSV or are
often confused with symptoms caused by fungal, bacterial or viral diseases such as
Tomato spotted wilt virus (TSWV). In addition, tissues damaged by IYSV infection
tend to be necrotic and colonized by secondary hosts, such as Stemphylium spp. or
Alternaria spp., often resulting in inaccurate visual diagnosis.
After the first reports of IYSV in Italy, there was the need to provide a precise,
fast and sensitive diagnostic method for virus identification to phytosanitary operators
and laboratories during field surveys. IYSV diagnosis can be made either by serological
tests, such as ELISA and ‘tissue blot immunoassay’ (TBIA) (Sundaraj et al., 2010), or
molecular methods, such as RT-PCR (Pappu et al., 2008) and real-time quantitative
(q)RT-PCR, with the latter developed first for Eustoma grandiflorum (Mumford et
al., 2008). In a previous study (Tomassoli et al., 2009), the results obtained from
diagnostic analyses performed on samples from seed-bulb nurseries shown significant
discrepancies and different efficiencies for virus identification, depending on the
method used. For this reason, in the framework of the Project STRA.TE.CO. we
want to compare some of the serological DAS-ELISA kits currently on the market
with the molecular techniques of end-point RT-PCR and real-time qRT-PCR. All of
the assays were performed with the same crude extracts and by extracting the total
RNA within 24 h of tissue maceration. Again, different values were observed for
sensitivity, specificity and accuracy between the different methods and serological
reagents. Only one ELISA kit showed good reliability that was equivalent to that
of the molecular assays. At the same time, some samples were positive for IYSV
in RT-PCR but negative in ELISA. On the other hand, the RT-PCR assay did not
identify two samples that were weakly positive in ELISA test. To solve these doubtful
results, a new duplex real-time RT-qPCR assay was developed for onion. This uses
a Taqman® probe, labeled with 6-FAM/BHQ1, which is specifically designed on the
IYSV N protein coding region of a reference sequence (Access. No. AY377428.1),
and also a second Taqman® probe that is specifically designed on the cytochrome c
oxidase gene (mtCOXI), labeled with Cy5/BHQ2, and was included as a plant internal
control. The method was applied to the same total RNA extracts as for the samples
previously tested, and it has proven to be very efficient in the identification of IYSV,
with confirmation of the positivity for all the samples which had been positive with
103
Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
RT-PCR, and in providing a good real-time reaction amplification in the two samples
shown to be weakly infected by ELISA. This test also had good analytical specificity
and sensitivity in the validation tests. Thus, a diagnostic protocol that will also be
validated by a ring test is planned, to efficiently proceed with the monitoring activities
and with studies on this pathogen and disease.
Key words: diagnosis, ELISA, IYSV, RT-PCR, real-time RT-qPCR.
Ringraziamenti/Acknowledgements
Il presente lavoro è stato prodotto nell’ambito del Progetto STRA.TE.CO.
finanziato dal Ministero delle Politiche Agrarie, Alimentari e Forestali (DM
30290/7303/09 del 23/12/2009).
This work was supported by a grant of the Italian Ministry of Agricultural,
Food and Forestry Policies (DM 30290/7303/09 del 23/12/2009).
Lavori citati/References
Cortês I., J. Livieratos, A. Derks, D. Peters, R. Fund Kormelink, 1998. Molecular
and serological characterization of iris yellow spot virus, a new and distinct
tospovirus species. Phytopathology, 88, 1276-1282.
Gilioli G., J. Baumgartner, V. Vacanta, 2005. Il tripide della cipolla. Mezzi e
strategie di lotta. Informatore Fitopatologico, 60(10), 27-32.
Hall J.M., K. Mohan, E.A. Knott, J.W. Moyer, 1993. Tospoviruses associated with
scape blight of onion (Allium cepa) seed crops in Idaho. Plant Disease, 77,
952.
Mumford R.A., R. Glover, M. Daly, T. Nixon, V. Harju, A. Skelton, 2008. Iris
yellow spot virus (IYSV) infecting Lisianthus (Eustoma grandiflorum) in the
UK: first finding and detection by real-time PCR. New Disease Reports, 16, 6.
Pappu H.R., L.J. Du Toit, H.F. Schwartz, S.K. Mohan, 2006. Sequence diversity of
the nucleoprotein gene of iris yellow spot virus (genus Tospovirus, family
Bunyaviridae) isolates from the western region of the United States. Archives
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Pappu H. R., I. M. Rosales, K. L. Druffel, 2008. Serological and molecular assays
for rapid and sensitive detection of Iris yellow spot virus infection of bulb and
seed onion crops. Plant Disease, 92, 588-594.
Pozzer L., I.C. Bezerra, R. Kormelink, M. Prins, D. Peters, R. de O. Resende, A.
C. de Avila, 1999. Characterization of a tospovirus isolate of iris yellow spot
virus associated with a disease in onion fields in Brazil. Plant Disease, 83,
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Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
Sundaraj S., K.S. Naidu, U.B. Zher, R.S. Kankanally, 2010. Detection of Iris yellow
spot virus (IYSV) by Tissue Blot Immunoassay (TBIA) and their efficient
mechanical transmission to onion. Proceeding 2010 National Allium Research
Conference, December 8-10, Reno, Nevada, USA.
Tiberini A., T. Cosmi, P. Gotta, L. Salandri, M. Turina, V. Vicchi, L. Tomassoli, 2011.
Current status of Iris yellow spot virus in Italy and assessment of different
diagnostic tools for routine monitoring . Proceeding of the 4th International
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Spain, May 17-20, 2011, p.29.
Tomassoli L., A. Tiberini, V. Masenga, V. Vicchi, M. Turina, 2009. Characterization
of Iris yellow spot virus isolates from onion crops in Northern Italy. Journal of
Plant Pathology, 91, 733-739.
Vicchi V., E. Barioni, A.R. Babini, P. Fini, P. Girllini, D. Dradi, 2008. Cipolla da
seme a rischio per la presenza di tospovirus. L’informatore Agrario, 64(6),
66-67.
105
Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
Effetto dell’epoca di raccolta sul
contenimento delle avversità di RADICCHIO
(Cichorium intybus L. var. foliosum) da seme
R. Orsini, M. Franceschetti
Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali (D3A), Università
Politecnica delle Marche,
via Brecce Bianche, I-60131 Ancona
E-mail: [email protected]
La superficie nazionale investita a radicchio coltivato per la produzione di seme
è pari a 256 ha e rappresenta il 30% delle cicorie (Giolo, 2003; Associazione Italiana
Sementi, 2011). Obiettivo del presente lavoro è stato quello di valutare l’effetto di
diverse epoche di raccolta sulle caratteristiche agronomico-sanitarie di seme ibrido di
Cichorium intybus (L.) var. foliosum tipologia Palla Rossa.
La sperimentazione è stata condotta nell’annata agraria 2009-2010 a San
Lorenzo in Campo (PU) in località San Vito sul Cesano a un’altitudine di 220 m s.l.m.
Il suolo destinato alla prova sperimentale presentava tessitura argillosa, reazione
leggermente alcalina e giacitura pianeggiante. La precessione colturale è stata
caratterizzata da frumento duro. La preparazione del letto di semina è stata condotta
secondo metodi tradizionali: aratura a 40 cm, estirpatura e 2 passaggi di affinamento
prima del trapianto che è avvenuto nel mese di marzo, adottando un rapporto linea
impollinante - linea portaseme di 2:1. Il controllo della flora infestante è avvenuto
per via chimica (pre-trapianto) e meccanica (post trapianto). Il controllo chimico dei
principali patogeni del radicchio (sclerotinia, alternaria, oidio, elateridi ed afidi) è
stato effettuato in pre e post-fioritura. Sono state confrontate tre modalità di raccolta,
quali M1: raccolta della biomassa epigea a petali caduti; M2: raccolta dopo 14 giorni
rispetto ad M1 previo trattamento disseccante con glufosinate ammonio (0,4 l/ha) ed
M3: raccolta a maturazione fisiologica.
Le variabili misurate hanno riguardato: i) la fittezza (piante/ha), ii) la
produzione di seme (kg/ha), iii) la germinabilità (%), iv) i semi vuoti (%), v) lo stato
sanitario (% di semi o germogli affetti da patologie), vi) il peso dei 1000 semi (g). Il
disegno sperimentale adottato è a blocchi completi randomizzati con 3 repliche.
Nel corso del 2010 sono stati osservati 1276 mm di precipitazione superiori
del 68% rispetto alla media poliennale della zona (dati forniti dal Servizio
Agrometeorologico regionale dell’ASSAM per il periodo 1999-2010). La distribuzione
delle piogge ha interessato principalmente i mesi di maggio, giugno ed agosto. Le
temperature hanno mostrato incrementi medi rispetto alla serie storica pari a 3 e 2°C
rispettivamente nei mesi di luglio e agosto e punte massime di 37 e 35°C. In merito
ai risultati è stata osservata una fittezza di circa 42900 piante/ha inferiore dell’11%
rispetto alle aspettative (47600 piante/ha). Le fallanze registrate sono state attribuite
106
Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
ad elateridi che hanno colpito l’apparato ipogeo della coltura, a causa del probabile
dilavamento del trattamento geodisinfestante somministrato (clorpirifos) che potrebbe
averne vanificato l’effetto. In merito alle produzioni, sono stati osservati valori pari
in media a 13 kg/ha senza differenze significative tra i trattamenti. Relativamente alla
germinabilità i valori medi osservati sono stati pari al 77% ed inferiori alla soglia per la
commercializzazione stabilita dall’European Seed Association (www.euroseeds.org)
che è pari all’88%. La modalità di raccolta M1 ha fatto registrare valori percentuali
significativamente più alti di semi vuoti rispetto ai trattamenti a confronto (9% vs
2% vs 1.5% rispettivamente per M1, M2 ed M3). Il dato è stato associato, in accordo
con quanto riscontrato da Addicot e Lynch (1957), al drastico essiccamento della
pianta conseguente al taglio avvenuto a caduta petali. Al contrario, nelle modalità di
raccolta M2 ed M3 la graduale essiccazione della biomassa raccolta ha determinato
percentuali di semi vuoti minori. Lo stato sanitario è risultato la componente che
ha maggiormente penalizzato le caratteristiche qualitative della semente di cicoria.
In questa voce sono confluiti in maniera preponderante i valori dei semi e germogli
marciti (97% in media) unitamente, ma in misura minore, ai semi ed ai germogli
anormali (3% in media). Per questa variabile, il trattamento M1 ha fatto riscontrare i
valori in assoluto migliori rispetto ai trattamenti a confronto (12% vs 22% vs 23,5%
rispettivamente per M1, M2 ed M3). Il dato è stato associato alla capacità della pianta,
una volta falciata, di perdere con maggiore efficacia umidità riducendo i rischi di
incidenza delle patologie. In merito al peso dei 1000 semi non sono state riscontrate
differenze significative tra le diverse modalità di raccolta. I valori ottenuti, compresi
tra 1,3 g e 1,7 g, si allineano con quelli riportati da Quagliotti (1992).
La corretta identificazione della raccolta unita ad una progressiva ed equilibrata
traslocazione delle riserve nei semi può garantire il raggiungimento di valori molto
vicini agli standard commerciali. La produzione sementiera riferita a colture orticole
come il radicchio tipologia Palla Rossa, potrebbe fornire interessanti opportunità di
reddito ad aziende di piccola dimensione come quelle caratterizzanti l’Italia centrale,
tuttavia richiede investimenti in ricerca finalizzati all’ottimizzazione della filiera.
Parole chiave: Cicoria, Germinabilità, Stato sanitario della semente.
Effects of harvesting period on adversity containment in chicory
(Cichorium intybus L. var. foliosum) seed production
The national area planted with Cichorium intybus L. (chicory) for seed
production is 256 ha, which represents 30% of the total area allocated to chicory
(Giolo, 2003; Italian Seed Association [Associazione Italiana Sementi], 2011). The
objective of this study was to evaluate the effects of different harvest periods on
the agronomic characteristics and health of hybrid seed of Cichorium intybus L.var.
foliosum Palla Rossa type. The experiment was conducted in 2009-2010 in San
107
Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
Lorenzo in Campo (PU, Italy) at an altitude of 220 m a.s.l. The experimental site is
characterised by a clay soil, which is slightly alkaline and level. The previous crop
was durum wheat. The preparation of the seed-bed was in accordance with traditional
plowing to 40 cm, with two steps of harrowing before the transplant in March, with a
ratio of male line to female line of 2:1. Weed control was by chemical (pre-transplant)
and mechanical (post-transplant) methods. Chemical control of the main diseases of
chicory (sclerotinia, alternaria, oidio, aphids and elateridae) was carried out in the
pre-flowering and post-flowering phases. Three harvesting methods were compared:
M1, cutting of the above-ground biomass in the fallen petals phase; M2, cutting 14
days later than M1, after treatment with glufosinate ammonium desiccant (0.4 l/ha);
and M3, cutting at physiological maturity. The measured variables were: (i) plant
density (plants/ha); (ii) seed production (kg/ha); (iii) germination rate (%); (iv) empty
seeds (%); (v) health state (%seeds or seedlings with disease); and (vi) 1,000-seed
weight (g). The experiment was performed according to a randomised complete-block
design, with three replicates.
During 2010, there was 1276 mm of precipitation, which was 68% more than
the long-term average rainfall values of the area (data provided by the meteorological
services for the regional ASSAM, for the 1990-2010 period). This abundance of
rainfall mainly affected May, June and August. The temperatures were at average
levels compared to the long-term series, with increases of 3 °C and 2 °C and peaks
of 37 °C and 35 °C in July and August, respectively. The results showed a density of
about 42,900 plants/ha, which was 11% lower than expected (47,600 plants/ha). This
was attributed to the Elateridae that hit the root system due to probable soil leaching
of the insecticide treatment (chlorpyrifos) that might have mitigated the effect. For
seed production, on average this reached 13 kg/ha, with no differences between
treatments. The germination percentage was 77% on average, lower than the threshold
for marketing established by the European Seed Association (www.euroseeds.org),
which is 88%. For the empty seeds percentage, M1 showed significantly higher
levels compared to the other treatments (9% vs. 2% vs. 1.5% for M1, M2 and M3,
respectively). According to Addicot and Lynch (1957), this dynamic can be associated
with the drastic drying of the plant following the cutting at petal fall. In contrast, the
M2 and M3 treatments showed gradual drying of the harvested biomass, resulting
in lower percentages of empty seeds. The health status was the most penalising
component for the quality of the chicory seed. This was predominantly due to the
level of rotted shoots (97% on average) together with, to a lesser extent, abnormal
shoots (3% on average). For this latter variable, M1 was the best compared to the
other treatments (12% vs. 22% vs. 23.5% for M1, M2 and M3, respectively).
This result has been associated with the loss of humidity by the plant once
mown, which is more effective for the reduction of the risks of disease incidence.
The 1,000 seeds weight showed no significant differences between the different
treatments. The values obtained, which were between 1.3 g and 1.7 g, confirm those
reported by Quagliotti (1992).
Correct identification of the harvesting period, together with progressive and
108
Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
balanced translocation of reserves into the seeds can ensure attainment of values very
close to commercial standards. Seed production related to horticultural crops like
the Palla Rossa type chicory can provide interesting income opportunities for small
farms, such as those characteristic of central Italy; however, this still requires research
investment aimed at optimising the improvement in this sector.
Keywords: Chicory, germinability, Seed health status.
Ringraziamenti/Acknowledgments
Si desidera ringraziare la Cooperativa Agricola Cesenate a.r.l. nelle igure dei
Tecnici del comparto colture primaverili tra cui Iader Turci e Matteo Mazzotti. Un
ringraziamento speciale va alla Responsabile del laboratorio sementi Dott.ssa Cinzia
Asioli per le analisi effettuate. Si desidera inoltre ringraziare il Dott. Romanazzi
ed il Dott. Murolo del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali
dell’Università Politecnica delle Marche per la consulenza fitopatologica.
Thanks are expressed to Cooperativa Agricola Cesenate a.r.l. and to the
technicians of spring crops, in particular Iader Turci and Matteo Mazzotti. A special
thanks are expressed to the Responsible of the seed laboratory, Dr Cinzia Asioli for the
analysis carried out and Dr Romanazzi and Dr Murolo, Department of Agricultural,
Food and Environmental Sciences, Marche Polytechnic University.
Lavori citati/References
Addicot F.T., R.S. Lynch, 1957. Defoliation and desiccation: harvest-aid practices,
Advances in Agronomy, 9, 69-91
Associazione Italiana Sementi [Italian Seed Association], 2011. Indagini conoscitive
superfici coltivate, www.sementi.it
Giolo M., 2003. Problematiche attuali delle varietà da seme di cicoria a foglia
“radicchio”. Sementi Elette, 4, 28-33
Quagliotti L., 1992. Produzione delle sementi ortive, Edagricole, Bologna, Italia,
737 pp.
109
Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
IDENTIFICAZIONE DI UN PROTOCOLLO DI PRODUZIONE
E STERILIZZAZIONE DI SEMENTI DI CAVOLO
CAPPUCCIO IBRIDO
(Brassica oleracea L. var. capitata)
L. Tenti, V. Mancini, R. Orsini, G. Romanazzi
Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali (D3A), Università
Politecnica delle Marche,
via Brecce Bianche, I-60131 Ancona
E-mail: [email protected]
L’obiettivo della sperimentazione è stato quello di identificare un protocollo
di raccolta e sterilizzazione del seme di cavolo cappuccio rivolto a massimizzarne la
produzione, la qualità agronomico-sanitaria e fornire un supporto all’implementazione
del protocollo ufficiale di certificazione ed analisi seme di Brassica oleracea (Gazzetta
Ufficiale, 1993).
La prova sperimentale ha riguardato due linee pure auto incompatibili di
cavolo cappuccio e si è svolta nell’annata agraria 2010/2011 a San Lorenzo in Campo
(PU), ad una altitudine di 280 m s.l.m., su un terreno argilloso con pendenza media
del 10% e precessione colturale di frumento duro. La tecnica colturale adottata è stata
suggerita dalla ditta Anseme SpA, che ha commissionato la produzione del seme. Il
controllo dei principali fitofagi e dei patogeni fungini (peronospora ed alternariosi in
particolare) è avvenuto secondo le pratiche correntemente in uso nella zona. Lo sfalcio
è stato effettuato manualmente in estate e la trebbiatura meccanica al raggiungimento
del livello di umidità ottimale, determinato empiricamente in base alla frattura vitrea
dei culmi che si verifica in media dopo 40 giorni dal taglio. Per valutare gli effetti
dell’epoca di raccolta sulla qualità agronomico-sanitaria della semente, sono state
messe a confronto differenti epoche di sfalcio (En): E1: inizio invaiatura; E2: metà
invaiatura; E3: invaiatura completa/maturazione agronomica; E4: maturazione di
morte. Per E3 è stata adottata la tecnica convenzionale che prevede essiccazione e
trebbiatura in campo, mentre il materiale raccolto nelle altre epoche a confronto è
stato stoccato in ambiente controllato, al fine di contenere l’incidenza degli agenti
atmosferici sulle caratteristiche dei campioni. Sono stati testati diversi protocolli di
sterilizzazione della semente dapprima sul campione E3 e poi, una volta individuato il
più efficace, sulle altre epoche. A tale scopo sono state confrontate tre diverse soluzioni
sterilizzanti, costituite da 1% NaCl, 70% EtOH e la loro combinazione (Tohyama
e Tsuda, 1995), usando come testimone semi lavati in acqua. Alle soluzioni è stato
aggiunto un detergente (poliossietilene ottilfenil etere, 0,1%). I campioni trattati con
la soluzione sterilizzante, 30 s per EtOH e 3 min per NaCl, sono stati risciacquati con
acqua sterile. Le soluzioni in cui sono stati lavati i semi sono state raccolte, diluite
(tal quale; 1:10; 1:100) e distribuite in piastre Petri contenenti un substrato costituito
da agar patata (potato dextrose agar, PDA) addizionato di ampicillina (100 mg/l) e
110
Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
solfato di streptomicina (100 mg/l), per valutare la presenza di funghi patogeni sulla
superficie esterna del seme. I campioni di semi sterilizzati ed i controlli lavati con
acqua sono stati posti su Petri contenenti PDA per valutare la presenza di funghi
patogeni all’interno dei semi. Le piastre Petri sono state incubate in termostato a 24°C
per 7 giorni per favorire la germinazione del seme e lo sviluppo di eventuali patogeni.
Dal punto di vista agronomico è stato adottato come controllo non sterilizzato il
protocollo previsto in Gazzetta Ufficiale (1993) il quale è stato messo a confronto
con la soluzione sterilizzante più efficace. Per valutare l’efficacia del trattamento di
sterilizzazione sono stati registrati i seguenti parametri: i) germinabilità del seme (%);
ii) caratteristiche biometriche della radichetta e della piumetta (mm) (solo per E3); iii)
incidenza dei patogeni presenti sul/nel seme come fattore limitante la germinabilità
(%).
In E3 tutti i trattamenti sterilizzanti ed il testimone hanno garantito il superamento
della soglia minima di germinabilità per la commercializzazione che è pari al 75%.
Dal punto di vista biometrico, il trattamento con il solo EtOH ha determinato una
significativa contrazione della radichetta (-21% rispetto al testimone), mentre quello
con il solo NaCl ha comportato un significativo incremento di sviluppo (+29% rispetto
al testimone). Il trattamento in sequenza con i due composti decontaminanti non
ha presentato differenze statisticamente significative rispetto al testimone lavato in
acqua. Per quanto riguarda la dimensione della piumetta, non sono emerse differenze
significative tra i trattamenti. I semi non germinati per infezione sono risultati molto
contenuti, pari in media al 2,5% nel trattamento di controllo e al 1% nei trattamenti
sterilizzanti. I risultati osservati, seppur preliminari, in accordo con Tohyama e Tsuda
(1995), suggeriscono l’impiego del trattamento con EtOH e NaCl come trattamento
sterilizzante. Dai primi risultati agronomici è emersa, in entrambi i trattamenti, una
germinabilità superiore al limite minimo di commercializzazione. Il trattamento
dei semi con EtOH e NaCl ha mostrato mediamente un significativo effetto di
contenimento dell’infezione rispetto al testimone (15% contro 63% di infezione,
rispettivamente). Il trattamento con le soluzioni sterilizzanti, applicate singolarmente o
in combinazione, ha determinato un più basso livello di contaminazione sia all’interno
che sulla superficie dei semi rispetto al testimone. Mettendo a confronto le diverse
epoche di raccolta dei campioni, i semi raccolti in E3 hanno mostrato un più elevato
livello di contaminazione da parte di patogeni fungini, le cui colonie sono in corso di
identificazione.
Parole chiave: Disinfezione del seme, Epoca di raccolta, Germinabilità, Parassiti
fungini.
111
Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
Identification of production and sterilisation protocol for hybrid
cabbage seeds (Brassica oleracea L. var. capitata)
The aim of this study was to identify a protocol for collecting and sterilising the
seeds of cabbage, to maximise the production and the agronomic and health quality,
and to provide support for the implementation of the official protocol analysis and
seed certification of Brassica oleracea (Gazzetta Ufficiale, 1993).
The study used two pure lines of self-incompatible cabbage, and it took place
in 2010/2011 in San Lorenzo in Campo (PU, Italy), at an altitude of 280 m a.s.l., on
a clay soil plot with an average slope of 10%. The previous crop was durum wheat.
The adopted cultivation technique was suggested by the Anseme Spa company that
commissioned the seed production. The control of major insect pests and fungal
pathogens (downy mildew and Alternaria in particular) was carried out according to
the practices currently in use in the area. Mowing was carried out manually in the
summer, and the mechanics threshing was carried out at the optimal humidity levels,
determined empirically on the vitreous fracture of culms that occurs on average
after 40 days from the cut. To evaluate the effects of harvest on the seed agronomic
and health quality, different harvest periods (En) were compared: E1, early veraison;
E2, mid-veraison; E3, complete veraison/ agronomic maturity; E4, death aging. For
E3, the conventional technique was adopted, which uses field drying and threshing,
while the material collected in the other harvesting periods was stored in a controlled
environment to contain the impact of atmospheric agents on sample characteristics.
We tested several protocols for seed sterilisation, first in the larger sample (E3), then
once the most effective seed sterilisation was decided on, his was used on the other
samples. For this purpose three different solutions were used, containing 1% NaCl,
70% EtOH or their combination (1% NaCl + 70% EtOH) (Tohyama and Tsuda, 1995),
with samples washed in water used as the controls. A detergent (0.1% polyoxyethylene
octylphenyl ether) was added to all of the washing solutions. The samples treated
with the sterilising solution, as EtOH for 30 s, and NaCl for 3 min, and they were
rinsed with sterile water. Both solutions in which the seed samples were washed were
collected, diluted (undiluted; 1:10; 1:100) and plated in Petri dishes on a substrate
of potato dextrose agar (PDA) supplemented with 100 mg/l ampicillin and 100 mg/l
streptomycin sulfate, to determine the presence of fungi washed from the seeds. The
seed themselves were placed in Petri dishes containing the substrate as above to assess
the presence of pathogens within the seeds. All of the Petri dishes were incubated
at 24 °C for 7 days, to promote seed germination and pathogen development. For
the agronomic aspects, the protocol provided in the Italian Gazzetta Ufficiale (1993)
was adopted as the non sterilised control, which was compared with a more effective
sterilising solution. To evaluate the effectiveness of the sterilisation treatment, the
following variables were analysed: (i) effects of the sterilising treatment on the seed
germination (%); (ii) rootlet and plume biometric length (mm); and (iii) incidence of
fungal infection that resulted in a limiting factor for seed germination (%).
In E3, all of the sterilising treatments and the control exceeded the minimum
112
Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
germination rate for seed marketing, which is 75%. For the biometric characteristics,
use of EtOH resulted in a significant reduction in the rootlet length (-21%, compared
to control), while with NaCl there was a significant increase in the rootlet growth
(+29%, compared to control), while the combined treatment provided results that
were not different from the control. For the plume size, no significant differences were
seen among the treatments compared. The number of seeds that did not germinate due
to fungal infections was very low, and amounted on average to 2.5% in the control
treatment and 1% in the sterilising treatments, with no significant differences. The
first results are in agreement with Tohyama and Tsuda (1995), and suggest the use
of the treatment with 70% EtOH and 1% NaCl as sterilising treatments. Preliminary
agronomic results show that for both of these treatments, there were germination
values higher than the minimum marketing target. The combined treatment showed,
on average, a significant reduction in fungal infections compared to the controls (63%
versus 15%, respectively). The three different sterilising solutions provided a lower
level of infection, both inside and on the surface of seeds, as compared with the nonsterilised control. Comparing the different harvesting periods, seeds collected in E3
had a higher level of fungal contamination, and colony identification is in progress.
Key words: Fungal parasites, Germination, Harvesting period, Seed disinfection.
Lavori citati/References
Gazzetta Ufficiale, 1993. Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
Metodi ufficiali di analisi per le sementi, 2, 91
Tohyama A., M. Tsuda, 1995. Alternaria on cruciferous plants. 4. Alternaria species
on seed of some cruciferous crops and their pathogenicity. Mycoscience, 36,
257-261
113
Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
Elenco dei partecipanti al Convegno/Meeting participants
Alfarano Luigi
Dow AgroSciences Italia s.r.l., viale A. Masini, 36, I-40126 Bologna
Tel: 051-28661
Fax: 051-2866166
e-mail: [email protected]
Badaloni Massimo
Istituto di Istruzione Superiore “Vanvitelli-Stracca-Angelini”, Via U.
Trevi 4, I-60131 Ancona
e-mail: [email protected]
Baldi Edoardo
Istituto di Istruzione Superiore “Vanvitelli-Stracca-Angelini”, Via U.
Trevi 4, I-60131 Ancona
e-mail: [email protected]
Bastianelli Massimo
Università Politecnica delle Marche, Facoltà di Agraria, via Brecce
Bianche, I-60131 Ancona
Tel: 071-9188566
e-mail: [email protected]
Bastoni Marco
Isi Sementi, Fraz. Ponte Ghiara, 8/A, 43036 Fidenza (Pr)
Tel: 335-5697423
Fax: 0524-524255
e-mail: [email protected]
Bordoni Andrea
Regione Marche, Servizio Agricoltura Forestazione e Pesca, Via Tiziano,
44, I-60121 ANCONA
e-mail: [email protected]
Brunelli Agostino
Dipartimento di Protezione e Valorizzazione Agroalimentare, Università
di Bologna, Viale G. Fanin 46, I-40127 Bologna
Tel: 051-2096546
Fax: 051-2096547
e-mail: [email protected]
114
Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
Calisesi Carlotta
Anseme Spa, Via Cipro, 60 – Cesena (FC)
Tel: 0547-382121
e-mail: [email protected]
Campolucci Marco
Azienda Agricola “Il Traiano” di Campolucci Marco, via Guinzano, 1,
I-60010 Ostra Vetere (AN)
Tel: 338 8943594
e-mail: [email protected]
Ciarimboli Marco
Consorzio Agrario di Forlì, Via S.R. da Cascia, 119, I-47521 Cesena (FC)
Tel: 0547-633530
e-mail: [email protected]
Ciarrocchi Lorenzo
Università Politecnica delle Marche, Facoltà di Agraria, via Brecce
Bianche, I-60131 Ancona
e-mail: [email protected]
Conte Elisa
CRA- Centro di Ricerca per la Patologia Vegetale, Via C.G. Bertero,
22, I- 00156 Roma
Tel: 06-82070321
Fax: 06-82070320
e-mail: [email protected]
D’Ascenzo Domenico
ARSSA Servizio Fitosanitario Regionale, Regione Abruzzo, Via
Nazionale, 38, I-65010 Villanova di Cepagatti (PE)
e-mail: [email protected]
Del Gobbo Gianluca
Università Politecnica delle Marche, Facoltà di Agraria, via Brecce
Bianche, I-60131 Ancona
Tel: 339-7182723
e-mail: [email protected]
Di Camillo Luigi
Bayer Crop Science
e-mail: [email protected]
115
Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
Di Giansante Paolo
Università Politecnica delle Marche, Facoltà di Agraria, via Brecce
Bianche, I-60131 Ancona
e-mail: [email protected]
Di Matteo Luca
Università Politecnica delle Marche, Facoltà di Agraria, via Brecce
Bianche, I-60131 Ancona
Tel: 347-1418650
e-mail: [email protected]
Faretra Franco
Dipartimento di Protezione delle Piante e Microbiologia Applicata,
Università di Bari,
Via Amendola, 165/A, I-70126 Bari
Tel: 080-5443052
e-mail: [email protected]
Feliziani Erica
Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali, Università
Politecnica delle Marche, via Brecce Bianche, I-60131 Ancona
Tel: 071-2204871
Fax: 071-2204856
e-mail: [email protected]
Foglia Renzo
Università Politecnica delle Marche, Facoltà di Agraria, via Brecce
Bianche, I-60131 Ancona
Tel: 071-986270
e-mail: [email protected]
Franceschetti Mirco
Università Politecnica delle Marche, Facoltà di Agraria, via Brecce
Bianche, I-60131 Ancona
e-mail: [email protected]
Fraternali Grilli Giovanni
Consorzio Agrario di Forlì, Via S.R. da Cascia, 119, I-47521 Cesena (FC)
Tel: 0547-633530
e-mail: [email protected]
116
Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
Ingino Gennaro
Università politecnica delle marche, Facoltà di Agraria, via Brecce
Bianche, I-60131 Ancona
e-mail: [email protected]
Korf Hennie
Monsanto Vegetable Seeds, Ijsselstein, Netherlands
e-mail: [email protected]
Lanciotti Roberto
Università politecnica delle marche, Facoltà di Agraria, via Brecce
Bianche, I-60131 Ancona
Tel: 338-9068466
e-mail: [email protected]
Landi Lucia
Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali, Università
Politecnica delle Marche, via Brecce Bianche, I-60131 Ancona
Tel: 071-2204871
Fax: 071-2204856
e-mail: [email protected]
Laurenzi Elisa
Università politecnica delle marche, Facoltà di Agraria, via Brecce
Bianche, I-60131 Ancona
Tel: 338-4615474
e-mail: [email protected]
Longarini Pier Luigi
Monsanto, Vegetable Seeds Division, Strada Traversante Ravadese,
60A, 43122 Parma
Tel: 0521-398411
Fax: 0521-607352
e-mail: [email protected]
Mancini Valeria
Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali, Università
Politecnica delle Marche, via Brecce Bianche, I-60131 Ancona
Tel: 071-2204697
Fax: 071-2204856
e-mail: [email protected]
117
Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
Marini Alessandro
Università Politecnica delle Marche, Facoltà di Agraria, via Brecce
Bianche, I-60131 Ancona
e-mail: [email protected]
Mascetti Matteo
Università politecnica delle marche, Facoltà di Agraria, via Brecce
Bianche, I-60131 Ancona
Tel: 0736-899697
e-mail: [email protected]
Mezzetti Bruno
Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali, Università
Politecnica delle Marche, via Brecce Bianche, I-60131 Ancona
Tel: 071-2204933
E-mail: [email protected]
Moretti Matteo
Isi Sementi, Fraz. Ponte Ghiara, 8/A, 43036 Fidenza (Pr)
Tel: 335-7158157
Fax: 0524-524255
e-mail: [email protected]
Moroni Alessandra
Istituto di Istruzione Superiore “Vanvitelli-Stracca-Angelini”, Via U.
Trevi 4, I-60131 Ancona
e-mail: [email protected]
Murolo Sergio
Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali, Università
Politecnica delle Marche, via Brecce Bianche, I-60131 Ancona
Tel: 071-2204697
Fax: 071-2204856
e-mail: [email protected]
Muselmani Emily
Istituto di Istruzione Superiore “Vanvitelli-Stracca-Angelini”, Via U.
Trevi 4, I-60131 Ancona
e-mail: [email protected]
118
Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
Nardi Sandro
Assam, Servizio Fitosanitario, Regione Marche, Via Alpi, 21, I-60131
Ancona
Tel: 071-808334
Fax: 071-85979
e-mail: [email protected]
Natalini Alessandro
Isi Sementi Research S.R.L., Fraz. Ponte Ghiara, 8/A, 43036 Fidenza (Pr)
Tel: 335-7741512
Fax: 0524-524255
e-mail: [email protected]
Natalini Giovanni
Arusia, Via Fontivegge, 51, I-06124 Perugia
Tel: 075-5031391
Fax: 075-5031237
e-mail: [email protected]
Orsini Roberto
Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali, Università
Politecnica delle Marche, via Brecce Bianche, I-60131 Ancona
Tel: 071-2204157
Fax: 071-2204856
e-mail: [email protected]
Pacioni Pierangelo
Università politecnica delle marche, Facoltà di Agraria, via Brecce
Bianche, I-60131 Ancona
e-mail: [email protected]
Petricca Cesare
Ministero Delle Politiche Agricole, Alimentari E Forestali
e-mail: [email protected]
Picchio Nicola
Università Politecnica delle Marche, Facoltà di Agraria, via Brecce
Bianche, I-60131 Ancona
Tel: 329-6429869
e-mail: [email protected]
119
Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
Prencipe Nunzio
Syngenta Crop Protection
e-mail: [email protected]
Romanazzi Gianfranco
Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali, Università
Politecnica delle Marche, via Brecce Bianche, I-60131 Ancona
Tel: 071-2204336
Fax: 071-2204856
e-mail: [email protected]
Romitelli Denise
Università Politecnica delle Marche, Facoltà di Agraria, via Brecce
Bianche, I-60131 Ancona
e-mail: [email protected]
Rossi Monica
Monsanto, Via Guido Rossa, 3, I-60030, Monsano (AN)
Tel: 346-8196289
e-mail: [email protected]
Santilocchi Rodolfo
Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali, Università
Politecnica delle Marche, via Brecce Bianche, I-60131 Ancona
Tel: 071-2204857
E-mail: [email protected]
Sciarra Francesco
Università Politecnica delle Marche, Facoltà di Agraria, via Brecce
Bianche, I-60131 Ancona
e-mail: [email protected]
Tenti Luca
Università politecnica delle marche, Facoltà di Agraria, via Brecce
Bianche, I-60131 Ancona
e-mail: [email protected]
Tiberini Antionio
Centro Di Ricerca Per La Patologia Vegetale, Via C.G. Bertero, 22,
I-00156 Roma
Tel 06-82070228
Fax: 06-82070245
e-mail: [email protected]
120
Petria 22 (2), 65-122 (2012) -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
Tomassoli Laura
Centro di Ricerca per la Patologia Vegetale, via C.G. Bertero, 22,
I-00156 Roma
Tel: 06-82070292
Fax: 06-82070246
e-mail: [email protected]
Tonelli Andrea Università politecnica delle marche, Facoltà di Agraria, via Brecce
Bianche, I-60131 Ancona
Tel: 339-1988124
Trozzo Laura
Università politecnica delle marche, Facoltà di Agraria, via Brecce
Bianche, I-60131 Ancona
Tel: 340-8323665
e-mail: [email protected]
Vandini Gianluca
Cerexagri Italia, via Terni, 275, I-47522 S. Carlo di Cesena (FC)
Tel: 0547-661523
Fax: 0547-661450
e-mail: [email protected]
Vannacci Giovanni
Dipartimento di Coltivazione e Difesa delle Specie Legnose, Università di
Pisa, Via del Borghetto, 80, I-56124 Pisa Tel: 050-2216102
Fax: 050-2216109
e-mail: [email protected]
Vieri Luca
Dow Agrosciences Italia S.R.L., Viale A. Masini, 36, I-40126 Bologna
Tel: 051-28661
Fax: 051-2866166
e-mail: [email protected]
Virgili Filippo
Università politecnica delle marche, Facoltà di Agraria, via Brecce
Bianche, I-60131 Ancona
e-mail: [email protected]
121
Petria -Workshop Ancona 2012 “Difesa ortive da seme”
Indice per autori/Conferences Autors Index
Bianchelli M. Ciuffo M. Cosmi T. Faggioli F. Feliziani E. Fini P. Franceschetti M. Loreti S. Mancini V. Manglli A. Murolo S. Ogliara S. 90
97-101
97
80
76
97
106
80
76-94-110
101
76-94
97
Orsini R. Pacioni P. Romanazzi G. Rossini E. Salandri L. Santilocchi R. Tenti L. Tiberini A. Tomassoli L. Turina M. Vannacci G. Vicchi V. 122
90-106-110
90
76-94-110
97
97
90
110
97-101
80-85-97-101
85-101
73
97
Scarica

Atti del convegno - Facoltà di Agraria - Convegni