NOME SCIENTIFICO: Cichorium intybus L.; Sp. Pl.
2: 813. (1753)
NOME COMUNE: Cicoria, Cicoria comune, Cicoria
selvatica,
Radicchio,
comune,
selvatico,
Radice
amara, matta.
ETIMOLOGIA: È difficile stabile con certezza l'origine
etimologica di questo binomio, quello del genere
potrebbe derivare dal greco "kikhória" forse da
"kikhéo"= io trovo, io cerco e "óros"= monte. Il nome
specifico derivato dal greco” èntubon” corrisponde
all'itliano indivia.
DESCRIZIONE: Pianta bienne o perenne, erbacea,
con radice a fittone, cilindrica o conica, lunga e
ramificata, recisa spande un latice bianco dal sapore
amaro; fusti eretti, ramosi per rami rigidi e divaricati,
incavati angolosi ispidi per peli rivolti verso il basso. Altezza 20÷150 cm. Le foglie riunite in rosetta
basale sono picciolate irregolarmente pennato partite con segmenti triangolari acuti, le primordiali
possono anche essere non dentate, indivise. Pelose, nei luoghi secchi, glabre nei luoghi erbosi, di
colore verde scuro, spesso sono soffuse di rosso, specie sulla nervatura. Le foglie cauline sono
alterne e sessili, le inferiori lobate sono pelose di sopra, le superiori oblunghe e lanceolate
abbastanza inguainanti. Le infiorescenze hanno involucro disposto su 2 file. Le brattee
dell'involucro sono cigliate, quelle esterne sono corte e ovali, le interne oblunghe, lanceolate e
dritte. I fiori tutti ligulati, con linguetta a 5 denti, sono riuniti in capolini di 2÷3 elementi portati da
brevi peduncoli, sono di colore azzurro intenso, più raramente bianchi o rosa. Le infiorescenze si
chiudono nel pomeriggio e con il brutto tempo. I frutti sono acheni color sabbia con cinque lati
ispidi sull'orlo, sormontati da pappo con pagliette brevissime. Papppo lungo 1/10-1/8 dell' achenio.
TIPO COROLOGICO: Cosmop. - In tutte le zone del mondo.
DISTRIBUZIONE IN ITALIA: presente in tutte le regioni italiane, isole comprese, dalle zone
marittime a quelle sub-montane fino a 1000 m.
FORMA BIOLOGICA: H scap - Emicriptofite scapose. Piante perenni per mezzo di gemme poste
a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
FIORITURA: luglio÷ottobre
HABITAT: Luoghi erbosi e campi
incolti, lungo i margini delle strade;
0÷1.200 m s.l.m.
TASSONOMIA
FILOGENETICA:
Magnoliophyta; Eudicotiledoni; Asteridi;
Asterales; Asteraceae (Compositae)
NOTE DI SISTEMATICA: È inclusa la
subsp. che un tempo era indicata come Cichorium intybus L. subsp. glabratum (C. Presl.) Arcang.
Possibili confusioni: Specie simile è il Cichorium endivia L. subsp pumilum (Jacq.) Cout. che si
differenzia per essere pianta annua, di dimensione minore, peloso-ispida, con peduncoli ingrossati
a clava sotto i capolini e pappo lungo 1/6-1/2 dell'achenio. Presente come avventizia naturalizzata
in LOM, TOS, UMB, LAZ, MOL, CAM, BAS, CAL, SIC e SAR.
PROPRIETÀ ED UTILIZZI: Specie commestibile officinale. Erba amara, diuretica, leggermente
lassativa, stomachica, antinfiammatoria, febbrifuga, ad azione tonica sul fegato e la cistifellea, è
ottima come depurativo per la presenza dell'acido dicaffeiltartarico, e per questo è indicata nel
drenaggio e come coadiuvante nelle terapie dimagranti. Con le radici cotte, oppure fresche
pestate, si ottiene una maschera rinfrescante ed emolliente da applicare sul viso, per combattere
gli arrossamenti della pelle. Gli ingredienti attivi contenuti nel Cichorium intybus, sono stati studiati
presso il Centro Resnati, dell' Ospedale San Raffaele di Milano, per valutarne l'efficacia nel
trattamento dell'alopecia androgenetica, pare con risultati incoraggianti. In cucina si possono
utilizzare le foglie per preparare insalate sia crude che cotte, saporite, ma decisamente amare. In
passato,soprattutto nel periodo bellico, le radici tostate, venivano usate come succedaneo del
caffè. Buona mellifera.
Impiegata sin dall'antichità nelle pratiche magiche si riteneva che la sua radice fosse in grado di
rendere invisibili. Accanto a questo, esisteva un uso terapeutico risalente agli antichi egizi, che la
citano già 4.000 anni fa nel “Papiro di Ebers”. Gli egizi come più tardi gli arabi fecero grande
consumo delle foglie come insalata. Al tempo dei faraoni il succo, unito ad aceto e olio di rosa,
veniva impiegato contro il mal di testa, mentre veniva bevuto con il vino per alleviare il fegato e i
problemi di vescica. Il medico greco Galeno la considerava “amica del fegato e non contraria allo
stomaco”. In epoca romana veniva coltivata come verdura. Estimatore di quest'erba era il poeta
latino Orazio che pare la consumasse tutti i giorni. Castore Durante la consigliava alle donne con
mammelle "languide" pare che il succo rendesse nuovamente il seno pieno e turgido.
Il botanico tedesco Conrad di Megenberg, vissuto nel XIV secolo, chiamò la cicoria "sponsa solis",
sposa del sole, e nella tradizione popolare di tutta la Germania era nota come erba del sole o del
solstizio. Un'altra leggenda vuole che, raccogliere la cicoria, senza sradicarla, ma con una moneta
d'oro nelle mani, nel giorno dei santi Piero e Paolo, il 29 giugno, assicuri la corresponsione
amorosa. L'uso della cicoria come surrogato del caffè, fu introdotto dal botanico e medico
padovano Prospero Alpini nel 1600 circa, aveva allora scopo terapeutico. Solo in seguito nel 1690
circa, la cicoria venne coltivata come succedaneo del caffè dagli olandesi, da qui il nome di "caffè
olandese". La coltivazione di cicoria a questo scopo, ebbe un grande impulso in seguito al blocco
continentale, quando Napoleone si oppose all'importazione della canna da zucchero e anche del
caffè. Tuttora come verdura, è un'importante coltura diffusa in tutta l'Europa continentale. Esistono
3 tipi principali di cicoria da fogliame: le cultivar amare, a foglia increspata (catalogna), coltivate
come verdura invernale; quelle a foglia stretta (tipo cicoria belga) consumate perlopiù in insalata;
quelle a foglia larga (tipo trevigiana a foglie rosse o radicchio), che si consumano crude o cotte.
PRINCIPALI FONTI :
PIGNATTI S., Flora d'Italia.Edagricole, Bologna. 1982
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C., Checklist of the Italian Vascular Flora.
Palombi, Roma. 2005
ARIETTI N., La flora economica e popolare del territorio bresciano. Geroldi. Brescia 1974.
BOWN. D., Encyclopaedia of Herbs and their Uses. Dorling Kindersley, London. 1995
TRISKA J. La flora d'Europa. Melita, La Spezia 1990.
AGRADI A., REGONDI S., ROTTI G., Conoscere le piante medicinali. Mediservice, Cologno
Monzese (MI). 2005
CATTABIANI A. Florario. Arnoldo Mondadori Editore, Milano. 1996.
http://www.actaplantarum.org
Illustration from Thomé's Flora von Deutschland, Österreich und der Schweiz, 1885
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