MA COSA SERVE DAVVERO
ALLA SCUOLA?
CARLO FIORENTINI
Le risposte a questa domanda potrebbero essere
molteplici
La priorità è il sistema nazionale di valutazione o
un sistema nazionale di formazione in servizio
idoneo ad attivare “il processo attraverso il quale si
sviluppano
e
organizzano
la
ricerca
e
l’innovazione educativa”, è, cioè, un cammino di
costante
miglioramento
dell’aspetto
centrale
della
scuola, il processo di insegnamento-apprendimento.
Ma indubbiamente potrebbero essere indicate
molte altre priorità
Una politica del reclutamento che non produca
precariato; “altrove questo fenomeno non esiste”
(Bottani, Requiem per la scuola, 2013)
Una formazione iniziale dei docenti adeguata al
definitivo abbandono della scuola del programma.
Un reclutamento di dirigenti adeguati alla
scuola dell’inclusione e delle competenze (per non
parlare dell’indecenza della politica delle
reggenze).
La scuola è un sistema complesso
La scelta effettuata 15 anni fa con la grande
riforma dell’autonomia scolastica
è consistita nell’abbandono dell’illusione
centralistica e nel conferimento della centralità
dell’iniziativa alle singole autonomie
scolastiche per realizzare il progetto di
scuola: “garantire ai soggetti coinvolti il
successo formativo coerentemente con gli
obiettivi generali dell’istruzione” (Regolamento 275 del
1999)
L’autonomia scolastica è stata dichiarata in modo
chiaro
Il progetto di scuola (la mission) delle singole scuole
autonome è stato chiaramente indicato e ribadito in
questi15 anni (dichiarato).
Negli 3 ultimi anni sono state rinnovate le indicazioni
di tutta la scuola, dalla scuola dell’infanzia alla scuola
di II grado.
Al centro delle nuove indicazioni c’è il curricolo per
competenze (di nuovo un dichiarato
eccellente).
Progettare e valutare per competenze
“una competenza sia generale, sia di studio, sia di
lavoro si sviluppa in un contesto nel quale lo
studente è coinvolto, personalmente o
collettivamente, nell’affrontare situazioni, nel
portare a termine compiti, nel realizzare prodotti,
nel risolvere problemi, che implicano l’attivazione
e il coordinamento operativo di quanto sa, sa fare,
sa essere o sa collaborare con gli altri.”
(Linee guida tecnici e professionali)
Progettare e valutare per competenze
Linee guida tecnici
“L’ambiente
nel quale si svolgono i percorsi dovrebbe
assumere sempre più le caratteristiche di un laboratorio
nel quale si opera individualmente o in gruppo al fine di
acquisire e controllare la qualità delle conoscenze a e
abilità progressivamente affrontate, mentre se ne verifica
la spendibilità nell’affrontare esercizi e problemi sempre
più impegnativi sotto la guida dei docenti.”
Si tratta di promuovere una metodologia di
insegnamento e apprendimento di tipo laboratoriale …”
Il superamento del
centralismo si è bloccato
È stato impedito (in particolare da governi e
maggioranze di centrodestra che hanno governato
per il maggior numero di anni) il ruolo delle Regioni
previsto dalle modifiche al Titolo V della
Costituzione confermato dal Referendum del 2001.
Le burocrazie ministeriali hanno continuato
ad avere il ruolo di sempre nella gestione del
sistema scolastico.
È così stata realizzata
un’autonomia scolastica dimezzata
Il progetto di scuola è stato anche
costantemente negato: non garantendo alle
scuole autonome le condizioni umane e
finanziarie per la sua realizzazione, e
promuovendo con le circolari e le risorse la
politica riduzionista dei progetti. (agito)
Le scuole autonome hanno generalmente
perso così di vista il compito fondamentale.
Evidentemente ministri e ministero ritengono che
ogni scuola autonoma sia in grado di realizzare
il progetto di scuola con il suo funzionamento
di routine: garantire, cioè, a tutti gli studenti
competenze adeguate in tutti gli ambiti
culturali, ed innanzitutto in italiano,
matematica e scienze.
La situazione purtroppo è molto diversa:
la routine perpetua la scuola del
programma.
La scuola delle competenze è l’antitesi della scuola
enciclopedica-nozionistica-trasmissiva
I dati delle indagini OCSE PISA indicano da molti
anni per la scuola italiana una situazione molto
preoccupante e la necessità di un radicale
cambiamento sia dal punto di vista metodologico
che concettuale nell’insegnamento dell’italiano,
della matematica e delle scienze.
Ciò implicherebbe una costante attività di
ricerca e sperimentazione.
Ma questa è stata costantemente negata
non garantendo alle scuole autonome le condizioni umane
e finanziarie per la sua realizzazione, nonostante che in
teoria venga dichiarato in modo ineccepibile:
“ la trasformazione di tutte le scuole in comunità
professionali caratterizzate da “partecipazione” ed
“apprendimento continuo”.
“La costruzione del curricolo per competenze non è un
adempimento formale, ma è “il processo attraverso il
quale si sviluppano e organizzano la ricerca e
l’innovazione educativa”.
(Indicazioni scuola del Primo Ciclo)
IL CURRICOLO PER COMPETENZE:
una visione sistemica
Il curricolo per competenze può essere realizzato
soltanto all’interno del paradigma della
complessità e quindi di una politica sistemica, dove
cooperano con pari dignità scuola (dove per
scuola non si dovrebbe intendere funzionari
ministeriali) e università, formazione in
servizio e formazione iniziale, esperti (operativi e
non solo teorici) del curricolo per competenze sia
dell’ università sia del mondo della scuola.
La formazione iniziale è troppo spesso assurda e
riduzionista
È assurda quando i disciplinaristi ripropongono
contenuti disciplinari già affrontati nel percorso della
laurea e non problematiche di carattere epistemologico
e didattico disciplinare.
È accettabile che un docente universitario con sole
competenze disciplinari insegni didattiche ed
epistemologie disciplinari all’interno del TFA? Cioè
non le insegni.
È riduzionista quando i contributi dei vari ambiti
rimangono totalmente sconnessi.
Il curricolo: la complessità
Il programma: il riduzionismo
DISCIPLINE:
discipline linguistiche
discipline scientifiche
discipline storiche, ecc,
EPISTEMOLOGIA E
DIDATTICA DISCIPLINARE
IPOTESI DI CURRICOLO PER COMPETENZE
(che cosa, come e con quali relazioni insegnare alle varie età)
SCIENZE DELL’EDUCAZIONE:
pedagogia
psicologia dell’apprendimento
storia della scuola
sociologia dell’educazione
SPERIMENTAZIONE E
RIFLESSIONE
SULLE ESPERIENZE DIDATTICHE
Un sistema nazionale di formazione in servizio
La priorità del curricolo per competenze diventa operante solo
indirizzando risorse permanenti per sostenere la ricerca e la
sperimentazione, vincolando una parte significativa del
FIS (perlomeno riportandolo a prima dei tagli) .
La priorità è un sistema di formazione in servizio
idoneo ad attivare un cammino di costante miglioramento
dell’aspetto centrale della scuola, il processo di insegnamentoapprendimento nella prospettiva del curricolo per
competenze, che implica lo sviluppo di una competenza
complessa in tutti gli insegnanti.
CCNL Scuola Art. 27
Profilo professionale docente
Il profilo professionale dei docenti è costituito da
competenze disciplinari, psicopedagogiche,
metodologico-didattiche, organizzativo-relazionali
e di ricerca, documentazione e valutazione tra loro
correlate ed interagenti, che si sviluppano col
maturare dell'esperienza didattica, l'attività
di studio e di sistematizzazione della
pratica didattica
Laboratori sul curricolo verticale delle principali
aree disciplinari
Lo sviluppo di una formazione in servizio
adeguata è possibile soltanto con strutture
permanenti nelle scuole.
Queste strutture possono effettivamente essere in grado
di realizzare un curricolo per competenze se, anche
con l’aiuto di esperti esterni, sono caratterizzate da
attività di ricerca, progettazione,
sperimentazione, e quindi di monitoraggio e
valutazione, ed infine di riprogettazione, e di
documentazione.
Laboratori sul curricolo verticale delle principali
aree disciplinari
Il compito del laboratorio disciplinare è quello di
contribuire in modo determinante a realizzare il
curricolo della scuola a partire dalle Indicazioni
nazionali e dalle proposte più rilevanti ed aggiornate
sul curricolo relative alle varie aree disciplinari,
prodotti dalla ricerca sulla cultura della scuola.
Dovrebbero costituire la struttura
fondamentale (il cuore) delle scuole autonome
Un esempio significativo:
Regione Toscana
Laboratori del sapere scientifico (LSS)
Migliorare la qualità dell’insegnamento scientifico
nella scuola per il successo formativo degli alunni
attraverso la costituzione di un gruppo
permanente di ricerca/sviluppo per una didattica
innovativa nelle discipline scientifiche, che
ricerchi, sperimenti, verifichi e documenti percorsi
di apprendimento finalizzati al miglioramento
dell’apprendimento degli alunni: il Laboratorio del
Sapere Scientifico (LSS).
L’autonomia scolastica va compiutamente realizzata, puntando
effettivamente sulla
autonomia e responsabilità delle scuole
Sono i dati delle indagini OCSE PISA, insieme a quelli di
altre indagini internazionali e nazionali, che motivano
l’urgenza per la politica di valutare le scuole, per punire o
sostenere quelle (a seconda dei vari ministri) che hanno
risultati deludenti in italiano, matematica e scienze.
La politica deve indicare alle scuole autonome i compiti
fondamentali:
non promuovendo più con le circolari e le risorse la
politica riduzionista dei progetti, ma garantendo
alle scuole autonome le condizioni umane e
finanziarie per la sua realizzazione.
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Ma cosa serve davvero alla scuola?