UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI PAVIA INTERFACOLTÀ Dipartimento di Chimica Direttore: Chiar.mo Prof L. Toma _____________________________________ Studio della frazione flavonoidica di specie vegetali del genere Huperzia Relatore: Chiar.mo Prof. Giovanni Vidari Correlatore: Dott. Davide Gozzini Tesi Sperimentale di Laurea Magistrale in Biotecnologie Mediche e Farmaceutiche di Jorge Eduardo Ponce Zea Anno Accademico 2011-2012 1 Prefazione Lo studio effettuato per la realizzazione di questa tesi si inserisce nell’ambito delle ricerche condotte nel Laboratorio di Sostanze Naturali del Dipartimento di Chimica Organica dell’Università di Pavia. Qui si eseguono lavori di isolamento e caratterizzazione di metaboliti secondari presenti in piante e funghi. Nel presente lavoro è stata effettuata un'analisi comparativa delle frazioni contenenti flavonoidi di cinque specie del genere Huperzia. 2 Sommario Prefazione ........................................................................................................................................... 2 Sommario ............................................................................................................................................ 3 Introduzione ........................................................................................................................................ 4 Importanza .......................................................................................................................................... 8 Metodologia ........................................................................................................................................ 9 Materiali ............................................................................................................................................ 14 Metaboliti secondari, Flavonoidi e Tricina ........................................................................................ 16 I flavonoidi ......................................................................................................................................... 17 Tricina ................................................................................................................................................ 22 Importanza biologica della Tricina ................................................................................................ 28 Il genere Huperzia ........................................................................................................................... 31 Procedura esperimentale ................................................................................................................ 37 Ottenimento delle frazione flavonoidiche ..................................................................................... 38 Estrazione acida e ottenimento delle torte.................................................................................... 39 SPE (Solid phase extraction)........................................................................................................... 42 TLC preparative (cromatografia su strato sottile) ........................................................................ 44 Analisi UPLC delle Frazioni Flavonoidiche ......................................................................................... 45 Elaborazione e comparazione dei profili metabolici delle diverse frazioni ...................................... 52 Quantificazione di Tricina nelle frazioni contenenti flavonoidi ........................................................ 64 Elaborazione della retta di taratura Standard di Tricina ................................................................... 64 Calcolo della quantità di Tricina presente negli estratti flavonoidici ................................................ 68 Isolamento e caratterizzazione di metaboliti di Huperzia espinosana. ............................................ 71 Discussione dei risultati e conclusioni............................................................................................... 79 3 Introduzione Ad oggi il principale scopo delle ricerche nel campo dei prodotti naturali continua ad essere quello di trovare molecole (metaboliti secondari) che abbiano un impiego medico-farmaceutico. Poco più di 200 anni fa, nel 1804 Friedrich Sertürner isolò la prima molecola pura farmacologicamente attiva derivante da una pianta: la morfina. Questo diede inizio ad un'era in cui i farmaci potevano essere purificati, studiati, e somministrati in dosi precise. Fino allo scorso secolo l’80% dei farmaci provenivano o erano derivati di composti naturali. L'avvento della chimica combinatoriale, il modello più attuale per la scoperta di farmaci, non ha favorito più per molto tempo le ricerche sui prodotti naturali. Tuttavia la scoperta di nuove specie e le continue innovazioni dei metodi di analisi chimica e di attività biologica, con strumenti e tecnologie sofisticate, hanno ampliato il numero di composti che possono essere oggetto di ricerca, rivelando nuove molecole interessanti che potrebbero diventare delle sostanze con potenziale uso terapeutico. Rispetto alla chimica combinatoriale, l'identificazione di prodotti naturali per la ricerca di nuovi farmaci è più efficace nella scoperta di molecole di successo terapeutico. Certamente si può dire che la ricerca nel campo delle sostanze naturali è ancora lontana dall’essere terminata e che i suoi benefici sono potenzialmente elevati, nonostante gli eccezionali risultati ottenuti con l’isolamento di centinaia di migliaia di composti; infatti, approssimativamente 170000 molecole di origine naturale sono state isolate.1 I metaboliti secondari sono importanti non solo in ambiti “commerciali”, come quello medico-farmaceutico, cosmetico od alimentare. L’isolamento e 1 Successful, but often unconventional: the continued and long-term contribution of natural products to healthcare, Lutz Mueller-Kuhrt, Expert Opin. Drug Discov., 2007 2(3):305-311 4 l’identificazione strutturale di nuove sostanze naturali rappresenta anche un importante contributo per l’incremento delle conoscenze nel contesto chimico e biologico. L’identificazione di particolari scheletri molecolari può essere utile per studi chemo-tassonomici, ecologici, di biologia evolutiva e di biologia molecolare. In questo ampio scenario di ricerca fitochimica, è stato fondamentale il contributo delle conoscenze tradizionali riguardo all’uso delle risorse vegetali: conoscenze che hanno un uso ampio e diverso, dal ritualistico, a quello medicinale e cosmetico. Al giorno d'oggi nel mondo circa 70.000 diverse piante vengono utilizzate come medicamenti tradizionali, mentre il mercato mondiale per la medicina a base di erbe ha un valore di circa 60 miliardi di dollari.2 Un approccio per la scoperta di sostanze provenienti da fonti naturali, con un alto potenziale farmacologico, è quello di preselezionare sia piante che estratti utilizzando dati etno-farmacologici. In paesi come l’Ecuador, queste nozioni etnobotaniche sono parte della cultura tradizionale, e riguardano in molti casi piante endemiche sulle quali l’informazione scientifica relativa ai composti chimici ed ai loro meccanismi d’azione è scarsa. La ricerca fitochimica delle piante ecuadoriane del genere Huperzia (famiglia Lycopodiaceae) è iniziata con questa prospettiva. Nel 2010, sono stati effettuati studi etnobotanici da parte di ricercatori dell’UTPL (Universidad Técnica Particular de Loja) con il proposito di ottenere informazioni sull´uso tradizionale delle piante medicinali del genere Huperzia all’interno della comunità Saraguro nel sud dell’Ecuador. Questi studi hanno evidenziato che la ‘Waminga’, nome con il quale sono identificati i diversi tipi di Huperzia nella comunità Saraguro, viene usata ampiamente sia nei rituali, che a scopi medicinali. 2 Herbal Medicine: An Introduction to Its History, Usage, Regulation, Current Trends, and Research Needs. Wachtel-Galor S, CRC Press, 2011. 5 Lo studio fitochimico delle più rilevanti specie di Huperzia usate dai Saraguro, è stato realizzato nel laboratorio dei Prodotti Naturali del Dipartimento di Chimica dell’Università di Pavia. Già nel 1986 uno studio su una specie usata nella medicina tradizionale cinese, l’Huperzia serrata, aveva documentato l’isolamento dell’ Uperzina A (HupA)3, un alcaloide promettente nella terapia del morbo di Alzheimer, in quanto forte inibitore dell'enzima acetilcolinesterasi (AChE). Dal genere Huperzia sono stati isolati altri 141 alcaloidi oltre all'HupA.4 Con la speranza di trovare nuovi alcaloidi nelle specie ecuadoriane del genere Huperzia, si è iniziato il percorso di isolamento e caratterizzazione, del quale si è occupato il Ph.D Armijos. Il presente lavoro è complementare a quello citato perché si occupa di altri metaboliti rilevanti, i flavonoidi, che sono contenuti nelle frazioni non alcaloidee delle stesse piante. Questo lavoro di tesi riguarda l’analisi delle frazioni contenenti i flavonoidi ed è iniziato con l'estrazione e la separazione delle suddette frazioni. In seguito sono stati determinati i fingerprint delle frazioni flavonoidiche degli estratti tramite cromatografia liquida ad alte prestazioni accoppiata ad uno spettrometro di massa, che ha consentito di definire la distribuzione dei flavonoidi nelle specie: -Huperzia compacta -Huperzia crassa -Huperzia espinosana -Huperzia brevifolia -Huperzia kuestery 3 . Studies on the alkaloids of Huperzia serrate, Yao et al. Trev. Yuan SQ, Wei TT, 1988, 23(7):516-20 4 Huperzine A from Huperzia species—An ethnopharmacolgical review, Xiaoqiang Maa et Al, Journal of Ethnopharmacology 2007, 113, 15–3. 6 È stata inoltre quantificata la quantità presente di tricina, il metabolita più abbondante trovato nelle frazioni contenenti i flavonoidi delle Huperzie. Infine, si è iniziato il lavoro d’isolamento, separazione e purificazione di alcuni metaboliti secondari presenti in Huperzia espinosana. 7 Importanza Gli studi precedenti di tipo fitochimico nel genere Huperzia hanno portato all’isolamento di due molecole importanti: HupA e tricina5, composti che hanno mostrato delle attività ampiamente documentate e di grande interesse in ambito medicinale. Ad oggi la bassa disponibilità della tricina da fonti naturali e i suoi elevati costi di produzione non permettono il suo impiego come medicinale. Quindi è di grande interesse identificare altre fonti dalle quali sia possibile isolarla. Un normale processo d’isolamento, purificazione e caratterizzazione è lungo e costoso, ragione per la quale si sono cercate altre strategie per indagare la natura dei flavonoidi presenti nelle Huperzie. Per ottenere informazioni sui metaboliti secondari presenti in un estratto in forma rapida e affidabile, si possono usare metodi cromatografici accoppiati a tecniche spettrometriche, dai quali si ottengono dati che successivamente si comparano con i dati presenti in letteratura. I motivi sopra indicati ben giustificano l’opportunità e l’importanza dello studio sulla distribuzione e l’abbondanza della tricina e degli altri flavonoidi presenti nelle 5 specie di Huperzie indicate, impiegando metodi cromatografici insieme a tecniche spettrometriche. 5 The yellow colouring matter of khapli wheat, Triticum dicoccum. Anderson and Perkin, J.Chem. Soc., 1931, 2624 -2625 8 Metodologia In questo lavoro sono state utilizzate delle tecniche e delle metodologie di tipo cromatografico e di spettrometria. Queste tecniche vengono utilizzate per l’isolamento e la caratterizzazione strutturale di metaboliti secondari, e sono utilizzate nella Chimica dei prodotti organici naturali. I metaboliti secondari sono strutturalmente molto diversi, ma sono caratterizzati da comuni origini biosintetiche e da proprietà chimico-fisiche che ci permettono di separarli in frazioni che contengono composti di caratteristiche simili. Generalmente il percorso dello studio dei metaboliti segue le seguenti tappe: - Estrazione delle sostanze naturali dalla massa biologica di partenza per ottenere i cosiddetti estratti totali. - Separazione dei costituenti degli estratti totali. - Caratterizzazione dei costituenti puri tramite analisi fisico-chimiche e spettroscopiche. - Eventuale sintesi totale o semi-sintesi a conferma della struttura molecolare La preparazione degli estratti è un passaggio determinante del lavoro. Le condizioni dell’ estrazione devono essere non denaturanti, anche se spesso non si conoscono a priori le caratteristiche dei metaboliti. Si possono stabilire comunque delle regole generali che ci permettono di ridurre il rischio di degradazione dei composti di interesse. Nel caso delle piante il materiale vegetale, botanicamente identificato ed in genere seccato all’aria all’ombra, viene separato fra semi, foglie, frutti, corteccia, ecc., sminuzzato, ed omogeneizzato in un solvente opportuno. Si 9 opera talvolta a bassa temperatura in quanto durante il trattamento meccanico della biomassa vengono rotti dei compartimenti cellulari che possono contenere enzimi in grado di apportare modificazioni chimiche ai metaboliti secondari, creando così artefatti; la bassa temperatura impedisce agli enzimi di essere operativi. In seguito si filtra la biomassa solida, e si evapora il solvente; si ottengono così estratti di consistenza oleosa o cerosa, che vengono conservati a -20°C. L’essiccamento della biomassa da utilizzare deve essere effettuata al riparo del sole, in ambiente ventilato e a temperature relativamente basse (30°C). L'essiccamento è utile quando si stanno cercando principi attivi che devono essere attivi anche nella sua forma secca. La diversità dei metaboliti secondari ci obbliga ad estrarre con più di un solvente o miscela di solventi, aumentando la polarità ad ogni tappa di estrazione; in seguito vengono elencati i solventi che possono essere usati, in ordine crescente di polarità: -Esano -Cloruro di Metilene -Acetato di Etile -Metanolo -Miscela di Acqua e metanolo -Acqua Spesso gli estratti più ricchi di composti di interesse sono quelli di polarità medio-alta. Talvolta si può semplificare l’estrazione che viene effettuata utilizzando un solo 10 solvente o una sola miscela di solventi, ad esempio etanolo/H2O; questo estratto totale comunque dovrà essere sottoposto ad un processo di ripartizione bifasica, che utilizza due solventi non miscibili di polarità diversa messi in un imbuto separatore, dove viene messo l’estratto totale. In questo sistema i metaboliti si ripartiranno secondo la loro affinità con i solventi utilizzati. Ad esempio in un sistema a due fasi in cui sono stati utilizzati esano e acqua, i metaboliti meno polari tenderanno a distribuirsi nella fase organica, mentre quelli più polari si distribuiranno in acqua. Le procedure finora descritte riguardano un’estrazione indiscriminata di tutti i metaboliti secondari, e operando in questo modo negli estratti totali troveremo più composti da separare e caratterizzare. Tuttavia esistono procedure di estrazione mirata o selettiva, in cui si estraggono composti che possiedono determinate caratteristiche fisico-chimiche. In queste estrazioni si utilizzano condizioni e solventi più selettivi, ad esempio l’uso di solventi acidi per separare sostanze basiche, come nel caso dell’estrazione degli alcaloidi. Nello stesso modo si usano solventi di natura basica per l’estrazione di acidi. Si può inoltre far ricorso anche alla distillazione in corrente di vapore per ottenere gli oli essenziali. Recentemente si è introdotta l’estrazione in presenza di micro-onde e si è notato un notevole aumento della resa estrattiva. Una volta ottenuti gli estratti totali, si procede alla separazione e purificazione dei componenti. Attualmente la tecnica di separazione più usata è la cromatografia su colonna per ripartizione, che si basa sulla diversa affinità che i composti possono avere per una fase stazionaria e una fase mobile. La cromatografia di ripartizione viene divisa principalmente i due grandi classi: -cromatografia di ripartizione in fase diretta. Fase stazionaria polare (gel di silice) utilizzando solventi di polarità media bassa (esano, acetato d’etile, cloruro di metilene) 11 -Cromatografia di ripartizione in fase inversa. Fase stazionaria apolare (gel di silice ricoperto da catene idrocarburiche, solitamente C-18) eluita con solventi di polarità alta come acqua, alcoli, acetonitrile. Eventualmente quando si hanno a disposizione composti quasi puri e in quantità sufficiente, si ricorre ai metodi di purificazione tradizionali quali la distillazione frazionata (oli essenziali, nicotina), la ricristallizzazione e la sublimazione (canfora, caffeina). I composti puri devono essere caratterizzati e identificati, cioè ne devono essere identificate la struttura chimica, la stereochimica e le principali proprietà chimico-fisiche. Per l’identificazione strutturale si ricorre a diverse tecniche spettroscopiche, alcune basate sulla risonanza magnetica nucleare (NMR). Le spettroscopie NMR del protone (1H-NMR) e del carbonio (13C-NMR) sono tecniche di indagine a cui il composto puro è comunemente sottoposto. Altre tecniche spettroscopiche di indagine strutturale che si affiancano a quelle NMR sono: la spettroscopia di assorbimento nell’infrarosso (IR), che permette di identificare i gruppi funzionali della molecola; la spettrometria di massa (MS), che permette di risalire al peso molecolare, alla formula bruta, e ad alcune informazioni strutturali, la spettrofotometria UV-visibile, che permette di riconoscere la presenza nelle molecole di particolari cromofori grazie alle rispettive bande di assorbimento. Attualmente si dispone di procedure, basate sulle banche dati delle molecole, che permettono l’identificazione dei metaboliti secondari in maniera più veloce e affidabile rispetto a quella tradizionale,. Da queste banche si possono consultare i dati riguardanti le caratteristiche chimico-fisiche dei composti. Dal confronto con quanto presente in letteratura si può quindi giungere as una successiva identificazione rapida e semplice dei composti naturali, isolati o da 12 specie nuove o da specie che non siano ancora state studiate approfonditamente a livello fitochimico. Strategie di ‘dereplication’ prevedono l’uso di tecniche cromatografiche strumentali, come l’HPLC. Questa tecnica si è dimostrata utile sotto diversi aspetti per la separazione di metaboliti secondari . Infatti, i sistemi cromatografici moderni ad alta pressione sono in grado di produrre picchi cromatografici con una migliore risoluzione; inoltre, il volume di solvente con il quale vengono eluiti i composti viene ridotto e la separazione può essere effettuata in un periodo di tempo molto più breve. Esistono strumentazioni HPLC costituite da due o tre pompe. Il vantaggio di avere più di una pompa è che i solventi che costituiscono la fase mobile possono essere programmati secondo gradienti di polarità: ciò permette di cambiare in modo continuo la composizione della fase mobile consentendo la purificazione di una più ampia gamma di composti. L’uso di sistemi con rivelatori a fotodiodo-array (PDA o DAD) permette la scansione dell'intero campo UV-visibile (da 210 a 650 nm). Per la separazione dei prodotti naturali, l'uso di questi rivelatori è di grande vantaggio perché le molecole possono essere distinte a seconda dei differenti spettri UV. Inoltre, MS e NMR in combinazione con la rivelazione UV vengono utilizzati per identificare i composti direttamente contenuti in una matrice complessa. Parametri analitici utilizzati I metaboliti secondari sono contenuti in matrici biologiche complesse, il che introduce numerose difficoltà nella validazione dei metodi analitici utilizzati. 13 Per misurare in questo lavoro l’accuratezza delle misure quantitative abbiamo previsto il controllo dei parametri in seguito descritti: • Specificità: ossia la capacità di un metodo di distinguere tra l’analita che si intende misurare e le altre sostanze; tale caratteristica dipende prevalentemente dalla tecnica di misura, ma può variare in base alla classe dei composti o della matrice. • Accuratezza: concordanza tra il valore medio ottenuto da un’ampia serie di risultati e un valore di riferimento accettato. • Ripetibilità: si intende la precisione ottenuta in seguito a successive prove indipendenti, ma utilizzando lo stesso metodo, nello stesso laboratorio, con lo stesso operatore che utilizza la stessa apparecchiatura, su elementi di prova identici. • Riproducibilità intra-laboratorio: si intende la precisione ottenuta nello stesso laboratorio in condizioni predeterminate, relative ad esempio al metodo, ai materiali della prova, agli operatori, all’ambiente, nel corso di ampi intervalli di tempo di durata giustificata. • Linearità: è la capacità di un metodo all’interno di un intervallo di dare un risultato che può mettersi in relazione lineare con la concentrazione dell’analita. • Limite di rivelabilità: è la quantità minima di analita all’interno di un campione che può essere rivelata ma non necessariamente quantificata come un valore esatto. Al di sotto del limite di rivelabilità la probabilità di dichiarare erroneamente l'assenza o presenza di un componente è maggiore. • Limite di quantificazione: è il limite inferiore di concentrazione al quale è possibile ottenere una misura quantitativa con precisione e accuratezza. 14 Materiali Per le tecniche cromatografiche: Kieselgel 60 Merck (230-400 mesh) per separazioni su colonna; LiChrospher 100 RP-18 (12 µm) Merck per separazioni su colonna a fase inversa lastre in alluminio per TLC su gel di silice Fluka, dotate di indicatore di fluorescenza a 254 nm; lastre in alluminio per TLC su fase inversa Merck RP-18, dotate di indicatore di fluorescenza a 254 nm; lampada a fluorescenza a 254 e 366 nm; soluzione rivelatrice per TLC, costituita da vanillina 0,5 % in acido solforico-etanolo 4:1; cartucce per SPE: SUPELCO DSC-18, 60 mL/10g Colonna per LC: LiChroCART® 250-4, Purosphere ®STAR RP-18e (5µm) Sistema UPLC: JASCO-X-LC-PAD Solventi: Acqua e metanolo. Optima® LC/MS, Fisher Chemical Per la caratterizzazione spettroscopica spettrometro NMR Brucker CXP 200 MHz spettrometro di massa Thermo scientific- LTQL hESI 15 Metaboliti secondari, Flavonoidi e Tricina Vengono classificati come fitocomposti le entità chimiche che conformano le piante. Possono essere di due tipi: metaboliti primari se sono coinvolti in funzioni essenziali alla vita dell’organismo e metaboliti secondari se il loro ruolo non è considerato direttamente necessario alla sopravvivenza6. I metaboliti secondari non sono uniformemente prodotti nel regno vegetale, ma anzi le diverse specie possono produrre metaboliti unici, che non si riscontrano in alcun altro organismo. Queste molecole presentano una notevole diversità chimica e nella pianta che li produce possono essere coinvolti in una complessa rete di pathway metabolici7. La produzione di metaboliti secondari nelle piante avviene sotto determinate condizione fisiologiche; spesso può essere indotta da fattori ambientali che provocano stress nella pianta, come ad esempio le radiazioni UV, o come parte di un meccanismo di difesa contro i nemici naturali. I metaboliti secondari possono essere coinvolti nella pigmentazione cellulare di fiori e semi attraendo insetti impollinatori, entrando così a far parte, seppur indirettamente, del processo di riproduzione della pianta. La maggior parte dei metaboliti secondari delle piante che vengono usati come farmaci o come composti guida per la loro produzione, appartengono alle famiglie delle acetogenine, dei polichetidi, dei terpenoidi, degli alcaloidi e dei flavonoidi. La biosintesi dei metaboliti secondari avviene in diversi compartimenti cellulari. I composti idrofili sono prodotti principalmente nel citosol. I terpenoidi e alcuni alcaloidi vengono sintetizzati all’interno dei cloroplasti. Altri alcaloidi sono sintetizzati nei mitocondri insieme ad alcuni tipi di ammine. Infine i metaboliti lipofili si trovano nel reticolo endoplasmatico liscio. 6 7 Natural products from plants / Leland J. Cseke ... [et al.].-- 2nd ed., 2006, capitolo 1. rd Medicinal Natural Products A biosynthetic approach, Dewick, 3 ed, 2009, p. 7-38 16 17 I flavonoidi Struttura base dei flavonoidi I flavonoidi sono derivati del flavone (2-fenil-γ-benzopirone) e vengono sintetizzati nelle piante attraverso una combinazione di due vie metaboliche: la via dell’acilpolimalonato e la via dell’acido shikimico. Il precursore comune a tutti i flavonoidi è la naringenina calcone, sintetizzata dalla calcone sintasi (CHS: E1 in figura) che catalizza una serie di decarbossilazioni e condensazioni, a partire da una molecola di cumaril CoA (che deriva dalla via dell’acido shikimico) alla quale vengono addizionate 3 molecole di malonil CoA (provenienti dal ciclo di Krebs); si forma un intermedio polichetidico che subisce una serie di ciclizzazioni ed aromatizzazioni, formando la struttura del calcone che verrà poi isomerizzata dalla calcone isomerasi (CHI: E2 in figura) per formare la naringenina flavanone. Quest’ultima molecola può essere modificata da diversi enzimi per originare le diverse classi di flavonoidi7. 18 Biosintesi e suddivisione dei flavonoidi in famiglie 19 Ci sono circa 8000 flavonoidi distribuiti in briofite e piante vascolari. Attualmente sono conosciute solo alcune delle loro funzioni all’interno della pianta8: -protezione dai raggi UV, -protezione contro ossidanti o radicali liberi, -modulazione dell’attività enzimatica, -attrazione o repulsione degli insetti, -nodulazione nelle piante leguminose, -germinazione del polline. Sembra che i flavonoidi siano stati durante l’evoluzione componenti vitali delle piante, permettendo a queste di svilupparsi nelle terre emerse primigenie fornendo loro protezione dai raggi UV in assenza dello strato di ozono. La variabilità strutturale all’interno della classe dei flavonoidi si manifesta principalmente in due aspetti: -nei suoi sostituenti, che possono essere gruppi ossidrilici, metossilici o glicosidici, sugli anelli benzenici o su quello piranico -nelle variazioni dell’anello piranico. Nelle piante i flavonoidi sono frequentemente legati a zuccheri, formando OGlicosidi e C-glicosidi. 8 Flavonoids: biosynthesis, biological functions, and biotechnological applications, Ferreyra et Al., Frontiers in Plant Science, 2012, Volume 3, Article 222. 20 I flavonoidi sono una classe piuttosto diffusa nel regno vegetale, e sono parte integrante della nostra dieta: si trovano nelle foglie. nella frutta, e nei semi; abbondano nel te, nel vino ed in molti altri alimenti. Si stima che il consumo giornaliero di flavonoidi sia di 1-2 g9. Sono state riportate per i flavonoidi diverse benefiche attività biologiche8; tra queste abbiamo: antiinfiammatoria antibatterica antivirale antiallergica citotossica antitumorale stimolante le funzione cognitive vasodilatatoria inibitoria dell’ossidazione delle LDL (low density lipoprotein) inibitoria dell’aggregazione piastrinica inibitoria degli enzimi ciclo-ossigenasi e lipo-ossigenasi 9 A Review of Phytochemistry and Pharmacology of Flavonoids, Bimlesh Kumar et al., Internationale Pharmaceutica Sciencia, 2011, Vol 1, Issue 1. 21 Tricina La tricina è un flavone di-metilato. Studi recenti sembrano indicare che la tricina sia presente in natura più frequentemente di quanto si pensasse10: si trova generalmente nel grano e nei cereali. Ha un ampio spettro di attività biologiche, superiore a quello riportato per altri flavonoidi in alcuni aspetti; per questo motivo si sta cercando di capirne con maggiori dettagli la biosintesi,11 e si spera di potere in futuro, tramite ingegnerizzazione del pathway metabolico biosintetico, ottenerne maggiori quantità. Un’altra strategia è focalizzata ad incrementare il suo accumulo nel grano che potrebbe pertanto essere utilizzato in futuro come nutraceutico (alimento che offre benefici di tipo preventivo o di trattamento nei confronti di una determinata malattia). La tricina è stata isolata per la prima volta nella specie di grano Triticum dicoccum,12 ed è prodotta come risposta a stress ambientali o a patogeni.11 10 Occurrence and distribution of the flavone Tricetin and its methyl derivatives as free aglycones, Wollenweber et al, Natural Product Communications, 2008, 3 (8), 1293-1298. 11 Tricin biosynthesis during growth of wheat under different abiotic stresses, Amira Moheb et al, Plant Science, 2013, 201–202, 115-120. 12 The yellow coloring matter of Khapli wheat, Triticum dicoccum. Anderson JA II. The constitution of tricetin. Can. J. Res., 1932, 7, 285–292. 22 Rivelazione tramite fluorescenza dell'accumulo di tricina in semi sotto stress ambientale 11 È stato riportato che anche la tricetina (figura sottostante), precursore della tricina, sia distribuita in natura più ampiamente di quanto si credesse in passato;13 inoltre questi flavonoidi sono stati isolati in specie non correlate fra di loro e quindi la loro presenza non ha un grande significato tassonomico. Tricetina 23 In letteratura sono presenti diverse pubblicazioni che documentano la presenza della tricina nel regno vegetale13, questa molecola può essere trovata sia in forma glicosilata o come aglicone. Nelle prossime tabelle vengono elencate alcune specie nelle quali è indicata la presenza di questo flavone13. Specie vegetale Autori erba, Carex spp e palme Harborne and Hall 1964; Harborne 1975; Riso, mais, orzo e avena Harborne and Williams 1976 Phoenix formosana Lin et al. 2009 Ficus sp Zhang et al. 2008a, b Bamboo foglie Jiao et al. 2007 Saccharum officinarum Duarte-Almeida et al. 2007; Colombo et al. 2006 Sasa borealis (Poaceae) Par et al. 2007 Sorghum bicolor Kwon and Kim 2003 Japanese millet Watanabe 1999 Medicago sativa Stochmal et al. 2001 Trigonella foenum-graecum Shang et al. 1998 Orobanche ramosa Melek et al. 1992 Pyrethrum tatsienense Yang et al. 2006 Lycopodium japonicum Yan et al. 2005 La tricina libera o glicosilata è presente nelle piante in associazione con altri Cglicosilflavoni e di derivati dei flavonoli,14 tutti immagazzinati nei vacuoli.15 13 Tricin—a potential multifunctional nutraceutical, Jin Min Zhou et Al., Phytochem Rev, 2010, 9:413– 424. 14 Occurrence of tricin and of glycoflavones in grasses , Harborne JB, Hall E) Phytochemistry Plant polyphenols. XII, 1964, 3, 421–428 24 In seguito sono elencate le forme glicosilate di cui si ha registro13. Forma glicosilata Autori della tricina 7-O-b-D-glucopiranoside Mabry et al. 1984; Lin et al. 2009; Park et al. 2007; Wang et al. 2004; Zhang et al. 2008a 5-glucoside Wallace 1974; Adjei-Afriyie et al. 2000a, b 5-glucoside Polyakova 1992 5-diglucoside 5,7-glucoside 4’-glucoside Hasegawa et al. 2008 4’-apioside Syrchina et al. 1992 7-glucuronide Harborne and Hall 1964; Markham and Porter 1973 7-diglucuronide Timoteo et al. 2008 7-glucuronide solfato Williams et al. 1983 Glicosidi di tricina legata ad un gruppo solfato Harborne and Williams 1976 7-(2’’-ramnosil)-agalacturonide Mabry et al. 1984 7-glucuronide-4’glucoside Stochmal et al. 2001; Kowalska et al. 2007 7-diglucuronide Timoteo et al. 2008 7-neoesperidoside Colombo et al. 2006, 2008 Derivati di flavolignani 15 The biology and structural distribution of surface flavonoids, Joseph CO, Grotewold E , Rec Res Develop Plant, 2004,Sci 2:1–19 25 7-b-(6’’-metossi cinnamoil)-glucoside Duarte-Almeida et al. 2007 4’-b-guaiacil-gliceril Bouaziz et al. 2002; Lei et al. 2007 4’-(b-guaiacil-gliceril)-7-bglucoside Yang et al. 2006 7-[20-p-cumaril]-btriglucuronide Nakajima et al. 2003 feruloil diglcuronide Kowalska et al. 2007 Tricina C-glicosidi e metil eteri 6-C-xiloside-8-C-esoside Theodor et al. 1980; 1981 6,8-di-C-glicoside Theodor et al. 1980; 1981 6,8-di-C-glucoside Theodor et al. 1980; 1981 7- O-metil etere Shao et al. 2008; Yamazaki et al. 2007; Zhao et al. 2007 4’-O-metil etere Yang et al. 2006; Shao et al. 2008 La glicosilazione ed alcuni tipi di derivatizzazione della tricina la rendono più solubile in acqua, nonostante essa venga accumulata come aglicone nelle foglie, fiori ed altri tessuti vegetali.10 La lipofilia dell’aglicone permette alla tricina di passare più facilmente attraverso le membrane cellulari e di agire in modo più efficace contro erbivori e patogeni. Il precursore della tricina, la tricetina, è stata riportata in letteratura come glicoside nel 1986, e come aglicone nel 1997.10 La scarsa distribuzione della tricetina nelle piante può essere attribuita alla sua citotossicità: si rende necessaria la derivatizzazione dei suoi gruppi ossidrilici e quindi la trasformazione in tricina, composto meno tossico, come verrà discusso in seguito. 26 Resa dell’isolamento di tricina da altre piante Ad oggi la quantità maggiore di tricina isolata, pari a 1.93 mg/g, è stata riportata da una varietà medicinale di riso (Oryza sativa) del Kerala, una regione dell’India. Nella seguente tabella vengono riportati le quantità e le specie dalle quali la tricina era stata isolata precedentemente a partire di materiale essiccato.16 Specie Quantità Autori Triticum spp 1.3 g da 5.8 kg 0.224 mg/g Anderson e Perkin 1931 Triticum aestivum 0.77 g/kg 0.77 mg/g Sarhan et al 2013 Spartina cinosuroides 45 mg da 9 kg 5 µg/g Miles et al 1983 canna da zucchero 13 µg in 100 g 0.13 µg /g Duarte-Almeida et al 2007 germoglio di bambù 3.09 g da 5 kg 0,618 mg/g Jiao et al 2007 Desmostachia bipinnata 100 mg/kg 0,1 mg/g Awaad et al. 2008 A differenza di molti composti flavonoidici, la tricina non è disponibile commercialmente e l'isolamento è spesso limitato dalla sua bassa abbondanza; inoltre non è prodotta in maniera uniforme dalle specie note che la sintetizzano. In alternativa vi è la sintesi chimica,17 sicuramente utile per effettuare ulteriori sperimentazioni18 e test farmacologici. Tuttavia, uno studio 16 Isolation, Characterization and Quantification of Tricin and Flavonolignans in the Medicinal Rice Njavara (Oryza sativa L.), as Compared to Staple Varieties, Smitha et al, Plant Foods Hum Nutr., 2011, 66, 91–96 17 Synthetical experiments in the chromone group. IX. A synthesis of 5,7,4’-trihydroxy-3’,5’dimethoxyflavone, believed to be identical to tricin, Gulati et al., J Chem Soc, 1933, 942–943 18 Synthesis of tricin, the vir-gene inducing expression factor , Shong X-H et al., Zhongshan Daxue Zueban, 1999, 38:127–128 27 recente propone il Triticum aestivum, una specie di grano, coltivato in condizioni controllate, come fonte poco costosa di tricina.19 Importanza biologica della Tricina Alcune delle attività biologiche determinate per la tricina13 sono riportate nella seguente tabella: Attività Autori Attività fungicida nei confronti di 34 specie fungine diverse Weidenborner e Iha 1997 Inibizione della crescita del micelio di Oryzae pyricularia e Rhyzoctinia solani e battericida Lakse Pruner 1989; Zhang et al. 1996; Padmavati et al. 1997; Almada-Ruiz e Martinez-Tellez 2003; Pretorius 2003; Kong et al. 2004 Attività di difesa contro piante infestanti, batteri e funghi Bylka et al 2004;. Kong et al. 2004; Tsuchida 2008 Erbicida Chung et al. 2005 Inibizione della germinazione Cooper et al. 1977 Fattore di trascrizione del gene vir nel riso Cummins et al. 2006 Interazioni pianta-insetto Adjei-Afriyie et al 2000a, b;. Simmonds 2003; Ling et al. 2007 Anti-feedant contro Anthonomus grandis Miles et al. 1993 Boh 19 Winter wheat hull (husk) is a valuable source for tricin, a potential selective cytotoxic agent, A. Moheb et al. / Food Chemistry, 2013, 138, 931–937 28 Forse ancora più interessanti sono le attività della tricina sull’uomo. Esse sono correlate a quelle dei flavonoidi che sono coinvolti nella cardioprotezione, neuro-protezione e chemoprevenzione. Tradizionalmente le attività benefiche dei flavonoidi sono state attribuite alle loro proprietà antiossidanti e di scavenging dei radicali liberi. Tuttavia, studi recenti indicano che la tricina e altri flavonoidi influenzano fortemente il signaling intracellulare e l'espressione genica attraverso interazioni con proteine specifiche. I flavoni metossilati, come la tricina, hanno una migliore biodisponibilità rispetto ad altri flavonoidi. Inoltre è stata indicata una migliorata biodisponibilità della tricina dopo derivatizzazione con aminoacidi.20 Studi recenti conferiscono alla tricina un’ importante attività antivirale nel confronto del citomegalovirus,21 una potenziale attività inibitoria dell’enzima tirosinasi nella produzione di melanina22 ed una protezione cellulare nell’ ischemia cerebrale tramite l’inibizione della reazione infiammatoria che coinvolge l’attivazione di NF-ĸB.23 La tricina inoltre inibisce la proliferazione di cellule epatiche indotta da PDGF in malattie croniche del fegato.24 In un altro lavoro è stata dimostrata una potente attività di inibizione della crescita di linee cellulari di un tumore epatico (HepG2) e del pancreas (INS832/13).13 20 Increased Bioavailability of Tricin-Amino Acid Derivatives via a Prodrug Approach, Masayuki et al., J. Med. Chem. 2011, 54, 1529–1536 21 Anti-cytomegalovirus effects of tricin are dependent on CXCL11, T. Murayama et al. / Microbes and Infection, 2012, 14, 1086-1092 22 Molecular inhibitory mechanism of tricin on tyrosinase, Y. Mu et al. / Spectrochimica Acta Part A: Molecular and Biomolecular Spectroscopy, 2013, 107, 235–240 23 Tricin 7-glucoside protects against experimental cerebral ischemia by reduction of NF-ĸB and HMGB1 expression, W.-L. Jiang et al. / European Journal of Pharmaceutical Sciences, 2012, 45, 50–57 24 Tricin Inhibits Proliferation of Human Hepatic Stellate Cells In Vitro by Blocking Tyrosine Phosphorylation of PDGF Receptor and its Signaling Pathways, Seki N., Journal of Cellular Biochemistry, 2012, 113, 2346–2355 29 Nella tabella seguente sono elencate le principali attività sull’uomo13. Attività Autori Antiossidante Watanabe 1999; Kwon et al. 2002, Kwon e Kim 2003; Lu et al. 2006; Maurıcio DuarteAlmeida et al. 2006; Hasegawa et al. 2008; Mu et al. 2008 Potente inibizione della lipoperossidazione Rice-Evans et al. 1997; Effetto di risparmio sulla vitamina E (sinergismo) Pietta 2000 Antivirale Li et al 2005;. Sakai et al 2008 Antistaminico Kuwabara et al. 2003 Immunomodulatore Liang et al 1997;. Wang et al 2004. Antitubercolare Gu et al. 2004 Rilassamento della muscolatura liscia Bichoff et al. 1964 Antitumorale Lee et al 1981;. Miles et al 1983;. Hudson et al. 2000, 2004, Cai et al. 2004, 2005, 2009; Yanet al. 2005 Inibizione della proliferazione di cellule tumorali umane del colon, del fegato e del pancreas Hudson et al 2000;. Cai et al.2004; Serhan et al. 2013 Inibizione della proliferazione linfocitaria Xiong et al. 2006 Agente chemio-preventivo del cancro Verschoyle et al. 2006; Serhan et al. 2013 Citotossico selettivo contro cellule resistente nel cancro alla mammella Duarte-Almeida et al. 2007 Inibizione competitiva dell'enzima sulfotransferasi Harris e Waring2008 30 Il genere Huperzia Huperzia è un genere di piante vascolari che appartiene alla divisione delle Lycophyte nella famiglia delle Lycopodaceae. Il genere Huperzia è stato originariamente incluso nel genere Lycopodium, dal quale differisce perché non ha foglie sporangiali differenziate, e perché gli sporangi non producono strobili. Studi di metaboliti secondari sono stati effettuati per chiarire la loro classificazione tassonomica,25 e una diversità nei profili dei flavonoidi è stata evidenziata tra il genere Huperzia e altre Lycopodiaceae.26 Questi studi hanno evidenziato la presenza di tricina in elevate quantità. Il genere Huperzia è molto importante dal punto di vista evolutivo: i suoi esemplari sono considerati dei fossili viventi perché sono discendenti delle prime piante vascolari esistenti e tra le prime a produrre tracheidi,27 le cellule specializzate nel trasporto di acqua e nutrienti. Queste specie hanno subito importanti cambiamenti genetici che hanno permesso loro di adattarsi e colonizzare le terre emerse nel periodo Devoniano inferiore (circa 400 milioni di anni fa) rivoluzionando la vita sulla Terra. 25 Phenolics acids in the genus Lycopodium, Pedersen et al., Biochemical Systematics and Ecology, 1982, 10, 3-9 26 Etude Chimiosystematique des Lycopodiales, Isoetales, Selaginellales et Psilotales, Voirin et al., Biochemical Systematics and Ecology, 1978, 6, 99-102 27 The origin and early evolution of tracheids in vascular plants: integration of palaeobotanical and neobotanical data, W. Friedman et al. Phil.Trans. R. Soc. Lond. B, 2000, 355, 857-868 31 Il genere Huperzia si trova a metà strada tra le briofite e le angiosperme nella linea evolutiva.28 Studi filogenetici hanno analizzato il loro condroma (materiale genetico mitocondriale) e hanno evidenziato che queste primitive piante vascolari sono state molto attive dal punto di vista genetico:19 duplicazione e cambiamenti mutazione casuali, genetici, hanno prodotto nuovi enzimi a partire dai geni del metabolismo primario,29 creando nuove vie metaboliche, come la via biosintetica ai flavonoidi,30 che ebbe, filogeneticamente parlando, inizio nelle briofite. La produzione di flavonoidi e di altri composti fenolici ha fornito un vantaggio evolutivo nella colonizzazione della superficie terrestre. È da ricordare che durante i primi stadi evolutivi del pianeta, quando non si era ancora formato lo strato di ozono nell'atmosfera, i flavonoidi si sono dimostrati essere efficaci agenti protettivi contro i danni causati ai tessuti fotosintetici e al DNA da parte delle radiazioni UV.31 Ad oggi, esistono circa 400 specie note di Huperzia distribuite nel mondo, suddivise in due gruppi secondo l’ambiente in cui si trovano: Huperzia in senso 28 The Mitochondrial Genome of the Lycophyte Huperzia squarrosa: The Most Archaic Form in Vascular Plants, Yang et al., PLoS ONE, 2012, 7, e35168 29 The evolution of flavonoids and their genes, MARK D. RAUSHER, Department of Biology, Box 90338, Duke University, Durham, NC 27708 USA. 30 Flavonoid Evolution: An Enzymic Approach, Helen A. Stafford, Plant Physiol. 1991, 96, 680-685 31 The role of UV-B radiation in aquatic and terrestrial ecosystems—an experimental and functional analysis of the evolution of UV-absorbing compounds, Rozema et al, Journal of Photochemistry and Photobiology B: Biology, 2002, 66, 2–12 32 stretto, che abitano climi temperati e freddi e Phlegmarius, che si ritrovano soprattutto in ecosistemi tropicali e subtropicali32. Hughes et Al. hanno messo in evidenza che le specie vegetali che si trovano sulle Ande33 hanno subito la più spettacolare diversificazione in specie finora documentata; questo fenomeno si è verificato anche per il genere Huperzia, specialmente per le specie ecuadoriane. Gli ecosistemi del pàramo dell' Ecuador sono l´habitat di crescita di una grande varietà di specie della famiglia delle Lycopodiaceae, che comprendono diverse specie del genere Huperzia; nella provincia di Loja, nella parte meridionale dell'Ecuador, sono presenti 33 specie della famiglia Lycopodiaceae e tra queste, sono ben 28 le specie che appartengono al genere Huperzia. Dal punto di vista etnobotanico l’uso di queste piante è parte delle conoscenze tradizionali della popolazione dei Saraguro, nella provincia di Loja in Ecuador. Secondo Jørgensen & León, sono state registrate 11 diverse specie appartenenti al genere Huperzia34 impiegate dagli indigeni Saraguro come piante medicinali. I Saraguro hanno una visione magico-religiosa del mondo: considerano le malattie come un disequilibrio energetico all’interno dell’individuo e una mancanza di armonia con la realtà che lo circonda. Anche il trattamento 32 Warren H. Wagner Jr. & Joseph M. Beitel, Lycopodiaceae, Flora of North America Editorial Committee, Flora of North America North of Mexico. New York and Oxford. Vol. 2 33 Island radiation on a continental scale: Exceptional rates of plant diversification after uplift of the Andes, Hughes and Eastwood, PNAS, 2006, 103, 10334–10339 34 Catalogue of the vascular plants of Ecuador, Jørgensen, P.M. & S. León-Yánez (eds.), Monogr. Syst. Bot. Missouri Bot. Gard. 1999, 75: i–viii, 148-152 33 e la cura delle malattie hanno una connotazione magica e vengono utilizzate alcune piante nei rituali di guarigione. Le persone specializzate nella pratica medicinale e ritualistica dentro la comunità vengono chiamati Yachak o guaritori. Nella tabella seguente vengono descritte le principali malattie di tipo soprannaturale trattate dai yachak35. Malattia Definizione ESPANTO E 'prodotto da esperienze spiacevoli, incidente che generano un forte impatto emotivo. VAHO DE AGUA Si verifica quando la persona è esposta al vapore acqueo, attraversando un ponte, le persone con contusioni, fratture, ferite, lesioni; le donne dopo il parto sono le più esposte. MAL D’ARIA E 'causata da esposizione a forti venti, mentre la persona cammina ad altitudine elevata o si trova a contatto con l'aria fredda all’uscita da un luogo caldo. MAL HECHO Il MAL HECHO può essere tanto una malattia organica come psicologica; è provocata intenzionalmente da una persona su un altra. La gelosia, rivalità, invidia sarebbero i motivi per cui alcune persone causano male agli altri. SHUKA È simile al MAL DELL´OCCHIO e per i Saraguro esistono persone che hanno una forte “energia” nei propri occhi; se questi individui con lo sguardo forte o “energizzante” osservano un’altra persona con mala intenzione le provocano la shuka; i bambini piccoli hanno la maggiore probabilità di ammalarsi per la SHUK e secondo i Saraguro la malattia si verifica anche negli animali. Le Huperzie vengono usati dai yachak principalmente per ‘visionare’, inducendo o potenziando l’effetto allucinogeno in preparazione che contengono anche il ‘San Pedro’ Echinopsis pachanoi. In altri casi vengono usate come purgante intestinale. In seguito sono elencate le piante appartenenti alla famiglia Lycopodiaceae che vengono usate dai yachak.31 35 Etnobotanica, ecologia e isolamento dei metaboliti secondari dalle specie psicoattive della famiglia lycopodiaceae utilizzate dai Saraguro nel sud dell’Ecuador, Armijos Chabaco, 2012 34 Uso tradizionale Applicazione Espanto, shuka, mal aire. Purgante, vaho de agua. Topica. Espanto, vaho de agua. Topica. Espanto, mal aire , purgante. Topica, orale. Espanto. Shuka, mal´aira , purgante, visionar, vaho de agua. Topica, orale. Espanto, shuka, mal aire. Topica. Shuka, mal aire , vaho de agua, purgante, mal hecho, espanto. Topica, orale. Espanto, shuka , mal aire, purgante , visionar, vaho de agua, mal hecho. Orale. Shuka, purgante, visionar, espanto, vaho de agua. Topica, orale. Shuka, purgante, espanto, vaho de agua. Topica, orale. Specie / Nome indigena Huperzia brevifolia (Grew. & Hook.) Holub WAMINGA VERDE Huperzia columnaris B. Øllg. WAMINGA OSO Huperzia espinosana B. Øllg.. WAMINGA OSO WARMI Huperzia weberbaueri (Nessel) Holub WAMINGA SUCA Huperzia crassa (Humb. & Bonpl. ex Willd.) Rothm. WAMINGA AMARILLA Huperzia compacta (Hook.) Trevisan WAMINGA ROJA O WAMINGA VERDE Huperzia tetragona (Grew. & Hook.) Trevisan TRENCILLA VERDE Huperzia tetragona (Grew. & Hook.) Trevisan TRENCILLA ROJA Huperzia tetragona (Grew. & Hook.) Trevisan TRENCILLA AMARILLA Le specie di Huperzia analizzate in questo lavoro di tesi, sono tutte utilizzate come rimedi naturali dai Saraguro; inoltre due di esse, Huperzia espinosana (B. Øllg)36 e Huperzia compacta (Hook) sono 36 37 endemiche. La 37 , tabella Huperzia espinosana B. Øllg.; Harling & Andersson, Fl. Ecuador 1988, 33: 47, f. 7A Huperzia compacta (Hook.) Trevis.; Atti Soc. Ital. Sci. Nat., 1874 17: 249 35 seguente indica le piante studiate in questa tesi, le coordinate geografiche del luogo di ritrovamento e l'altitudine del punto di raccolta. Specie: Coordinate geografiche nome scientifico / nome indigena UTM ed Altitudine Huperzia compacta (Hook.) Trevisan WAMINGA ROJA Huperzia espinosana B. Øllg. WAMINGA OSO WARMI (17)694877E-954739N 3128 m s.l.m. Huperzia brevifolia (Grew. & Hook.) Holub WAMINGA VERDE Huperzia kuestery B. Øllg Huperzia crassa (Humb. & Bonpl. ex Willd.) Rothm. WAMINGA AMARILLA (17)686161E-9589043N 3621 m s.l.m. 36 Procedura esperimentale In questo capitolo saranno trattati: - il processo di ottenimento delle frazione flavonoidiche - l’analisi delle frazioni in LC-UV-MS - la preparazione della curva di taratura - la quantificazione della Tricina negli estratti - separazione di fitocomposti di Huperzia espinosana 37 Ottenimento delle frazione flavonoidiche Il seguente schema rappresenta i processi a cui è stata sottoposta ogni pianta; i processi, esaminati singolarmente, verranno spiegati nelle pagine successive. In seguito vengono elencati i nomi delle specie prese in esame ed i relativi quantitativi di pianta secca che hanno costituito la biomassa di partenza. Huperzia kuesteri (HK) (38,68g) Huperzia brevifolia (HB) (21,95g) Huperzia espinosana (HE) Huperzia crassa (HCS) (200g) Huperzia compacta (HCT) (200g) (48,12g) 38 Estrazione acida e ottenimento delle torte La parte aerea di tutte le piante è stata essiccata da due a tre settimane a temperatura ambiente. Il materiale essiccato è stato macinato fino a ottenere una polvere. Successivamente, la polvere è stata macerata utilizzando come solvente di estrazione una miscela idroalcolica (metanolo: acqua in rapporto 90:10), per ottenere l'estratto totale di ogni pianta. La macerazione è stata eseguita ripetutamente ed esaustivamente rinnovando ogni volta la miscela idroalcolica. È stato usato un test specifico per gli alcaloidi, il test di Dragendorff, per verificare l’ assenza di alcaloidi nell’ ultimo estratto. Il macerato è stato filtrato e concentrato sotto pressione ridotta per ottenere un estratto di aspetto sciropposo (A) che è stato trattato nuovamente con una soluzione di acido solforico (H2SO4) al 2%. Per ulteriore filtrazione sono state ottenute due frazioni: una soluzione acida (B) (pH 2-3) contenente gli alcaloidi come sali solfato, ed una parte solida che non contiene alcaloidi (C). Per estrarre gli alcaloidi dalla soluzione acida è stata eseguita la seguente procedura. La soluzione acida (B) è stata inizialmente ripartita con cloroformio per rimuovere le sostanze organiche non salificate che ostacolerebbero le successive fasi di purificazione. Successivamente, la soluzione acida è stata neutralizzata a pH 7 con una soluzione acquosa di ammoniaca ed è stata nuovamente estratta con cloroformio. Finalmente la soluzione è stata alcalinizzata fino a pH 12 con ammoniaca acquosa cosi da estrarre gli alcaloidi con cloroformio. L'estrazione liquido-liquido è stata ripetuta fino a quando il test di Dragendorff è risultato negativo. Le frazione organica contenente gli alcaloidi è stata svaporata in una camera di estrazione con circolazione continua dell'aria durante 72 ore; i residui secchi contenenti gli alcaloidi sono 39 stati poi pesati ed etichettati per essere sottoposti alle successive analisi chimiche. Nel processo di estrazione degli alcaloidi, dopo trattamento con acidi dell’estratto A per ottenere la frazione alcaloidea B, il solido trattenuto sul filtro C è stato raccolto, neutralizzato con NH3 e poi essiccato; da questa frazione non alcaloidea è stata isolata la tricina e gli altri flavonoidi delle specie del genere Huperzia prese in esame. Processo di estrazione acida degli alcaloidi I lavoro descritto successivamente riguarderà le frazioni non alcaloidee (FNA) o residuo C. Nella seguente tabella sono riportati, per ciascuna Huperzia, il peso della frazione non alcaloidea e la sua resa percentuale rispetto alla pianta secca analizzata. 40 Pianta Pianta secca (g) FNA (g) % HK 38,68 4,69 12,12 HB 21,95 5,87 27,71 HE 48,12 4,65 9,66 HCS 200 15,6 7,80 HCT 200 18,08 9,04 Come si può notare dall’analisi in TLC sotto riportata, le frazioni non alcaloidee contengono principalmente due classi di metaboliti secondari potenzialmente interessanti per la nostra ricerca: flavonoidi e terpenoidi. I due gruppi risultano cromatograficamente ben separabili. TLC-Frazione non alcaloidea. (MeOH:H2O-9:1) In ordine da sinistra:, H.kue, H. bre, H.cta, H. esp, H. css 41 SPE (Solid phase extraction) Per ottenere delle frazioni arricchite in flavonoidi (FAF) sono state utlizzate due differenti tecniche cromatografiche: la SPE (solid phase extraction) e la TLC (thin layer chromatography) preparativa. La SPE è una tecnica di estrazione che utilizza l'affinità di una fase solida, impaccata in una cartuccia, per una o più sostanze presenti in una matrice più o meno complessa. Il campione sciolto in un solvente appropriato viene adsorbito sulla fase solida, e viene quindi eluito tramite un’ opportuna fase mobile. Flavonoidi vengono eluiti, mentre terpeni e clorofille vengono trattenuti dalla fase stazionaria La tecnica SPE con cartucce di RP-18 è stata utilizzata sia per rimuovere l’abbondante clorofilla presente negli estratti che per separare il gruppo dei 42 flavonoidi da quello dei terpeni. A tale scopo è stato prelevato un grammo da ogni residuo non alcaloideo (C) cercando di solubilizzarlo in una miscela di solventi adatta (MeOH / H2O, 4 : 1) per eseguire le separazioni in SPE, su cartucce contenenti 10 g di fase stazionaria. Tuttavia si è notata la presenza di una parte non solubile, probabilmente di natura molto lipofila. I campioni sono stati pertanto centrifugati e i surnatanti sono stati recuperati per aspirazione con una pipetta e sottoposti alla separazione SPE. Tramite questo processo si sono ottenute frazioni arricchite in flavonoidi, separate da terpeni e clorofilla, più trattenuti sulla fase stazionaria; più in dettaglio: - una prima frazione costituita principalmente da flavonoidi, eluita con una soluzione MeOH /H2O,4: 1. - una seconda frazione costituita da terpeni e clorofilla, eluita con 100% MeOH. - una terza frazione con le clorofille eluita con 100% acetone. Nella seguente tabella sono riportati pesi e % delle diverse frazioni arricchite in flavonoidi. FNA (1g) FAF (mg) % HK 169 16,9 HB 395 39,5 HE 280 28,0 HCS 170 17,0 HCT 692 69,2 Residuo C 43 TLC preparative (cromatografia su strato sottile) Da ogni frazione costituita principalmente da flavonoidi ottenuta con la tecnica SPE, sono stati prelevati 20 mg che sono stati sottoposti ad un'ulteriore purificazione mediante TLC preparative. La TLC preparativa non è altro che una cromatografia su strato sottile dalla quale si recuperano selettivamente gli eventuali analiti separati. Lo scopo di questo processo è stato quello di ottenere frazioni costituite solo da molecole di natura flavonoidica, atte ad una successiva analisi mediante LC. I campioni, solubilizzati in MeOH, sono stati adsorbiti su lastre di vetro per TLC in fase inversa RP-18. La miscela eluente utilizzata era costituita da (MeOH / H2O, 4 : 1). La fase stazionaria è stata asportata dal supporto in vetro in corrispondenza unicamente dei composti flavonoidici, rivelati dalla caratteristica fluorescenza alla luce UV e dalla colorazione giallo intenso con il reattivo alla vanillina. Le polveri così ottenute sono state quindi eluite con MeOH puro, consentendo di calcolare la resa percentuale del processo (mostrata in tabella). FAF Flavonoidi (20 mg) (mg) HK 6 30 HB 9 45 HE 10 50 HCS 13 65 HCT 11 55 Percentuale % 44 Nome Pianta Torte (g) % F in FNA % F in Pianta seca secca (g) HK 38,68 4,69 5,07 0,614484 HB 21,95 5,87 17,775 4,925453 HE 48,12 4,65 14 1,3524 HCS 200 15,6 11,05 0,8619 HCT 200 18,08 38,06 3,440624 Dalle rese ottenute nei processi di purificazione, la percentuale di flavonoidi più alta trovata è stata nelle piante H. brevifolia e H. compacta. Mentre H. kuestery sembra produrre poche quantità di flavonoidi. 45 Analisi UPLC delle Frazioni Flavonoidiche Le frazioni composte dai soli flavonoidi, ottenute dalle TLC preparative, sono state analizzate (alla concentrazione di 1mg/mL ed iniettando un volume di 5µL di MeOH per HPLC) mediante UPLC con colonna di fase inversa (ved. sezione: materiali), secondo un gradiente crescente di polarità, con un flusso di 1 mL/min. Il rivelatore UV è stato impostato sulla lunghezza d'onda di 350nm. Gli ultimi 10 minuti dell’eluizione sono serviti a riportare la colonna cromatografica nelle condizioni iniziali della corsa, prima di proseguire con l'analisi successiva. Nelle seguenti pagine si mostrano i profili cromatografici di ogni frazioneNelle pagine successive sono riportati i cromatogrammi delle analisi delle frazioni flavonoidiche delle diverse piante. Le aree dei diversi picchi danno solo una stima qualitativa della concentrazione relativa dei diversi flavonoidi, dato che il coefficiente di estinzione a 350 nm può evidentemente variare da composto a composto. 46 Huperzia crassa Peak Name tR Area 1 7,330 296228 44737 23,868 35,565 2 7,447 433618 50466 34,939 40,119 3 9,207 11811 1579 0,952 1,255 4 9,827 70225 7196 5,658 5,720 5 10,153 220654 10760 17,779 8,554 7 10,897 178337 9108 14,369 7,240 8 14,380 1404 2,120 1,116 26315 Height Area% Height% Nota: Il picco 6 che si osserva nel grafico non è stato considerato nella tabella. 47 Huperzia espinosana Peak Name tR Area Height Area% Height% 1 7,313 2 9,190 1318 216 0,102 0,302 3 9,793 46783 5057 3,627 7,073 4 10,130 25891 1448 2,007 2,025 5 10,883 43286 2229 3,356 3,117 6 12,677 18791 1170 1,457 1,636 7 13,007 5943 418 0,461 0,585 8 14,290 809089 34837 62,732 48,722 338660 26127 26,258 36,540 48 Huperzia compacta Peak Name tR Area Height Area% Height% 1 15,560 1082491 37383 77,307 67,458 2 21,507 32277 921 2,305 1,661 3 23,137 57378 3243 4,098 5,852 4 23,600 228111 13869 16,291 25,028 49 Huperzia brevifolia Peak Name tR Area Height Area% Height% 1 13,410 10516 658 0,268 0,512 2 14,167 4730 247 0,120 0,192 3 15,553 3114912 83689 79,280 65,019 4 20,963 109604 2035 2,790 1,581 5 22,907 99456 3997 2,531 3,106 6 23,437 359824 25395 9,158 19,730 7 23,653 229970 12694 5,853 9,862 50 Huperzia kuestery Peak Name tR Area Height Area% Height% 1 7,523 22897 1850 0,680 1,769 2 10,127 4616 512 0,137 0,490 3 13,337 9575 609 0,284 0,582 4 13,953 17543 1039 0,521 0,994 5 15,530 2622234 64858 77,887 62,013 6 20,673 209793 3741 6,231 3,577 7 22,660 42376 1947 1,259 1,862 8 23,290 277949 19997 8,256 19,120 9 23,543 159728 10033 4,744 9,593 51 Elaborazione e comparazione dei profili metabolici delle diverse frazioni Dai tempi di ritenzione nei profili cromatografici è stata ipotizzata l’esistenza di 16 composti distribuiti diversamente tra le piante. È stato utilizzato la media del tempo di ritenzione della tricina (picco 11) come referente per normalizzare i tempi di ritenzione tra i diversi analisi. H H H H H crassa espinosana compacta brevifolia kuestery 1 6,954 7,984 dv.st CV% 0 0 2 7,911 0,051 0,652 3 8,028 4 9,788 9,861 9,558 0,158 1,626 5 10,408 10,464 0,040 0,384 6 10,734 10,801 0,047 0,438 7 11,478 11,554 0,054 0,471 0 8 12,818 9 13,348 10 13,678 11 14,961 14,961 12,768 0,035 0,278 0 0,000 14,961 12 13 0 13,575 13,384 0,148 1,099 14,961 14,961 20,371 20,104 0,188 0,933 20,908 14 0 0 0 0 22,315 22,091 0,158 0,712 15 22,538 22,845 22,721 0,155 0,680 16 23,001 23,061 22,974 0,045 0,194 52 In chimica analitica, verificare la specificità del metodo per un analita, cioè che i picchi all’interno di un cromatogramma non siano una somma di più composti, è molto rilevante. Inizialmente bisognerebbe valutare la purezza di ogni componente (picco); inoltre è necessario considerare la variabilità interna della matrice biologica analizzata: è possibile che lo stesso composto, all'interno di due matrici diverse presenti tempi di ritenzione leggermente differenti. Ciò può essere correlato, non tanto ad un'inadeguatezza del metodo d'analisi scelto, quanto alla variabilità del campione. Per risolvere questi inconvenienti sono stati utilizzati, in accoppiamento alla separazione cromatografica, un rivelatore Photodiode Array ed uno spettrometro di massa: in questa maniera è stato possibile identificare univocamente ciascun picco mediante il profilo di assorbimento UV e la massa dello ione. In seguito è riportata una tabella riassuntiva dei composti e la massa dello ione rilevato in MS. Nelle seguenti pagine si riportano il profilo di assorbimento UV per ogni picco di ogni frazione. 53 cssa esp brev cta 1 kue 491 2 491.13 491.20 3 461.16 4 354.99 355.04 5 207.03 207.05 6 607.37 607.39 7 637.36 637.38 385 8 637.28 637.2 9 607.25 10 607.20 269.06 315 11 328.97 329.10 329.14 329.2 329 12 961 385. 13 783.42 783 14 813.21 813 15 783.22 783.22 783 16 753.26 753.20 753 54 Pianta 1 2 3 4 5 0.100118 H. 0.100146 6 0.196341 7 0.0254672 0.0198706 0.102905 0.02 0.01 0.05 Abs Abs 0.01 0.1 0.05 0.05 Abs Abs Abs Abs 0 0 crassa 0 0 -0.0174666 200.469 0 0 250 300 350 400 -0.0214159 200 250 300 350 400 -0.0165704 200 Wavelength [nm] Wavelength [nm] -0.01 250 300 350 400 -0.0323171 200 250 H. 300 350 -0.01 -0.0124291 200 400 -0.0150192 200.128 250 Wavelength [nm] Wavelength [nm] 0.00346568 350 250 400 300 350 400 Wavelength [nm] 0.0297419 0.199469 0.100109 300 Wavelength [nm] 0 0.0200227 0.02 0.01 0.05 espinosan Abs Abs 0.1 -0.005 0.01 Abs Abs Abs 0 0 -0.01 0 -0.0129263 200 a -0.01 0 250 300 350 -0.0138656 227.773 250 400 Wavelength [nm] 300 350 400 Wavelength [nm] -0.0224779 200 250 300 Wavelength [nm] 350 400 -0.0120639 200.125 250 300 Wavelength [nm] 350 400 -0.0153574 200 250 300 350 400 Wavelength [nm] H. compacta H. brevifolia 0.00524307 H. 0.00160351 0 0 -0.005 Abs Abs -0.005 -0.01 kuestery -0.01 -0.0153128 225.399 250 300 Wavelength [nm] 350 400 -0.0137085 200 250 300 350 400 Wavelength [nm] 55 Pianta 8 9 10 H. 11 12 0.00980777 0 Abs -0.01 crassa -0.0154458 200.139 250 300 350 400 Wavelength [nm] 0.009893 H. 0.00996086 0.149941 0.1 0 0 Abs Abs Abs -0.01 espinosana -0.0151428 200 0 -0.01 250 300 350 -0.0151079 200 400 250 Wavelength [nm] 300 350 -0.0506486 200 400 250 Wavelength [nm] 300 350 400 350 400 Wavelength [nm] 0.0974359 H. 0.05 Abs 0 Compacta -0.0401709 200 250 300 Wavelength [nm] 0.00079139 0.000460074 H. 0.00978245 0.0988166 -0.005 0 0.05 -0.01 Abs Abs Abs Abs -0.01 -0.01 0 brevifolia -0.0204032 200 250 300 350 -0.015 -0.0158876 200 400 250 Wavelength [nm] 350 -0.0182336 200.229 400 250 300 350 400 Wavelength [nm] Wavelength [nm] 0.00725765 1.92168E-005 H. 300 -0.0143083 200 250 300 350 400 Wavelength [nm] 0.0974359 0.005 -0.005 0.05 0 Abs Abs Abs -0.005 -0.01 0 -0.01 kuestery -0.0154121 225.323 250 300 350 Wavelength [nm] 400 -0.0125696 216.097 250 300 Wavelength [nm] 350 400 -0.0401709 200 250 300 350 400 Wavelength [nm] 56 Pianta 13 14 15 16 H. crassa H. espinosana 0.0195347 -0.0049764 H. 0.01 Abs -0.01 Abs 0 compacta -0.0153872 231.514 250 300 350 -0.0104942 237.743 399.3 300 350 388.582 Wavelength [nm] Wavelength [nm] H. 0.0398501 0.00980834 0.00422074 0.02 0 Abs 0 Abs Abs brevifolia 0 -0.01 -0.0117888 200.128 250 300 350 400 -0.01 Wavelength [nm] -0.0164041 200 250 300 350 -0.0126269 200 400 250 0 400 350 400 0.04 0.05 0 Abs 350 0.0500139 0.0986412 0.00992097 0.00201304 H. 300 Wavelength [nm] Wavelength [nm] -0.005 Abs Abs Abs 0.02 0 kuestery 0 -0.01 -0.0113599 230.292 250 300 350 Wavelength [nm] 399.743 -0.01 -0.011673 200.721 250 300 Wavelength [nm] 350 400 -0.0136533 200.229 250 300 Wavelength [nm] 350 400 -0.0112176 200.698 250 300 Wavelength [nm] 57 Dai profili si può osservare che la maggior parte di composti presentano il profilo di assorbimento UV tipico dei flavoni, tranne per alcuni composti nei quali la bassa quantità e la presenza di eventuale impurezza ha alterato il normale assorbimento. Curva di assorbimento UV tipico dei flavoni La seguente tabella mostra i massimi delle curve di assorbimento UV. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 H css max H esp max 250-260-355 250-260-355 300 225-310 250-280-330 250-280-330 250-260-355 250-280-330 310 250-280-330 250-280-330 H cta max H bre max H kue max 250-280-350 250-280-330 250-280-330 250-340 250-260-355 250-260-355 250-280-330 250-340 250-280-330 250-280-330 250-280-330 250-280-330 250-280-330 250-280-330 280-330 230-270-330 250-280-330 250-280-330 280-330 320 320 320 250-280-330 250-325 58 La complessità delle frazioni ha reso difficile un’identificazione univoca dei picchi cromatografici e potrebbe essere causata da due fattori: 1. La differente quantità di ogni componente ha influenzato i tempi di ritenzione, i profili di assorbimento UV e gli spettri di massa. 2. L’elevata quantità di tricina in ogni campione ha reso difficile le analisi degli altri composti minoritari: non è stato possibile, pertanto, iniettare quantità adeguate per la loro identificazione senza mandare la colonna in saturazione. Tuttavia è stata ideata una strategia per ridurre la variabilità tra le frazioni riducendo il numero di composti idonei per l’identificazione. È stato preparato un campione formato da un’aliquota di tutte le frazioni flavonoidiche delle specie ed è stata analizzata con lo stesso metodo in UPLC–UV-MS. 9 MIX - CH7 10000 Intensity [µV] 2 1 0 12 4 -10000 5 13 6 10 7 3 4.0 6.0 8.0 10.0 12.0 8 14.0 16.0 Retention Time [min] 18.0 20.0 11 22.0 24.0 Cromatogramma della miscella delle frazione flavonoidiche In questo modo sono stati identificati 13 picchi principali che si possono osservare nel cromatogramma sopra riportato. Dai tempi di ritenzione, i profili di assorbimento UV e gli spettri di massa a ioni negativi, è stato possibile elaborare una matrice con i componenti maggioritari. 59 Una ricerca bibliografica nella letteratura scientifica (che comprende sia gli spettri UV38 che i pesi molecolari ricavati dalla massa dello ione [M-H-]) dei flavonoidi presenti nelle piante del genere Huperzia39, incrociata con i dati provenienti dalle nostre analisi, ci ha permesso di identificare, con ragionevole certezza, la maggior parte dei composti. Due picchi identificati solo nei cromatogrammi di Huperzia compacta e Huperzia espinosana non si sono trovati nella miscela, però sono stati aggiunti, nella tabella in seguito riportata, con i numeri 3 e 9. Inoltre, il picco 1 di Huperzia kuestery, inizialmente classificato come entità separata, corrisponde in realtà al picco 2 dell’ Huperzia crassa e Huperzia espinosana. Pertanto, nella tabella seguente, i composti sono stati rinumerati da 1 a 15, così che la tricina corrisponde ora al picco 10 e non più 11 della tabella precedente; a scalare anche la numerazione di tutti gli altri composti. 1 491.20 Tricina-C-glucoside 2 461.18 Crisoeriolo-C-glucoside 3 401.03 Apigenin-C-arabinoside 4 207.05 Calcone 5 607.38 Crisoeriolo-C-glu-C-rha 6 637.37 Tricin-C-glu-C-rham 7 637.23 Metil crisoeriolo-C-di-glu 8 607.25 Selgina-C-rham-C-rha 9 315.11 Selgina 10 329.11 Tricina 11 783.70 Tricina-C-glu-C-rha-C-rha 12 384.99 Crisina-C-arabinoside 13 813.30 Trimetiltricetina-C-glu-C-glu—C-rha 14 783.22 Selgina-C-glu-C-glu-C-rha 15 753.26 Crisoeriolo-C-glu-C-rha-C-rha 38 The Systematic Identification of Flavonoids, Mabry T., Markham K., Thomas M., Springer-Verlag, 1970. Apport de la Biochimie Flavonique & la Systematique du Genre Lycopodium, Voirin et al., Biochemical Systematics and Ecology, 1978, 6, 95-97 39 60 Dall’ esame dei dati spettroscopici si evinceva la presenza di flavonoidi glicosilati. Per questo motivo si è provata una reazione di idrolisi acida che permettesse di scindere gli agliconi dagli zuccheri, per indagarne successivamente la loro natura chimica. Si è quindi preparata una miscela delle frazioni contenenti i flavonoidi di ogni pianta. Questa miscela di 10 mg è stata sottoposta ad idrolisi in 20 mL di una soluzione contenenti 10 mL di HCl (2N) e 10 mL di H2O:MeOH (1:1) a 80 °C per 2 h. Al termine è stata verificata l’andamento della reazione in TLC e si è notata l’assenza di macchie corrispondenti ai possibili zuccheri presenti. La reazione è stata quindi ripetuta per 12h utilizzando HCl a concentrazione più elevata, senza tuttavia ottenere alcuna significativa formazione di zuccheri liberi. Da questo risultato si è concluso che i flavonoidi glicosilati hanno un legame Cglicosidico; infatti, gli O-glicosidi avrebbero dovuto dare, in queste condizioni, una veloce reazione d’idrolisi. 61 Struttura degli agliconi trovati Nome Molecola Nome Calcone Methyl chrysoeriol Crisina Selgina Apigenina Tricina Crisoeriolo Trimetil tricetina Molecola 62 In conclusione, dai profili cromatografici, dai dati degli spettri di massa e dagli spettri di assorbimento UV possiamo riassumere la distribuzione dei flavonoidi nella seguente tabella. CSS ESP 1 X 2 X 3 CTA BRE KUE X X X X X 4 X X 5 X X 6 X X 7 8 X 9 X 10 X X X 11 12 X X X X X X X X X X X 13 14 X X X 15 X X X Dal confronto della distribuzione dei flavonoidi si può dedurre che ogni Huperzia mostra un pattern caratteristico, anche se c’è, almeno qualitativamente, una certa somiglianza fra H.crassa e H. espinosana, e fra H. brevifolia e H. kuestery; la H. compacta è più vicina alle ultime che alle prime due specie. Gli agliconi sono tutti dei favoni e la tricina è comune a tutte le specie; anche il crisoeriolo, sotto forma di diversi C-glicosidi, è presente in tutte le specie. 63 Quantificazione di Tricina nelle frazioni contenenti flavonoidi Data l’uniforme presenza di tricina in tutte le frazioni flavonoidiche di Huperzia, così da costituire un possibile caratteristico marker chemotassonomico, almeno per le specie ecuadoriane, abbiamo ritenuto interessante quantificare questo flavone nelle diverse frazioni. Per questo scopo abbiamo ricavato innanzitutto una retta di taratura usando soluzioni a diversa concentrazione di tricina pura, ottenuta per separazione e cristallizzazione da processi estrattivi di H. compacta. Elaborazione della retta di taratura Standard di Tricina Da una soluzione madre di tricina di 300mg/mL sono state preparate 5 soluzioni standard a 10 ppm, 50 ppm, 100ppm, 500ppm e 1000ppm. Precisione Ogni soluzione è stata analizzata tre volte in cromatografia liquida in modo da ottenere dati per analizzare la precisione del metodo e ripetibilità (inter-assay precision) . tR Tricina10ppm1 Tricina10ppm2 Tricina10ppm3 Tricina50ppm1 Tricina50ppm2 Tricina50ppm3 Tricina100ppm1 Tricina100ppm2 Tricina100ppm3 Tricina500ppm1 Tricina500ppm2 Tricina500ppm3 Tricina1000ppm1 Tricina1000ppm2 Tricina1000ppm3 15,7 15,857 15,75 15,853 15,877 15,817 15,72 15,68 15,807 15,63 15,647 15,72 15,673 15,603 15,487 media dev.standard coef. Variazione media dev.standard coef. Variazione media dev.standard coef. Variazione media dev.standard coef. Variazione media dev.standard coef. Variazione 15,769 0,080023 0,51 15,85 0,030246 0,19 15,736 0,06475 0,41 15,666 0,047881 0,31 15,588 0,094301 0,00605 64 Precissione nei tR Grafico della linea di tendenza e regressione lineare Area Tricina10ppm2 28159 media 27935 Tricina10ppm3 22097 dev.standard 5729,299 Tricina10ppm3 33549 coef. Variazione 20,51 Tricina50ppm1 133458 media 140524 Tricina50ppm2 144263 dev.standard 6123,034 Tricina50ppm3 143851 coef. Variazione 4,36 Tricina100ppm1 314361 media 320881 Tricina100ppm2 302547 dev.standard 22319,27 Tricina100ppm3 345734 coef. Variazione 6,96 Tricina500ppm1 1628136 media 1665846 Tricina500ppm2 1697943 dev.standard 35240,27 Tricina500ppm3 1671458 coef. Variazione 2,12 Tricina1000ppm1 3361965 media 3372218 Tricina1000ppm2 3378774 dev.standard 8993,697 Tricina1000ppm3 3375914 coef. Variazione 0,002667 65 Accuratezza e precisione nel calcolo delle concentrazioni 66 Linearità, sensibilità, limiti di rivelabilità e di quantificazione Statistica della regressione R multiplo 0,999900624 R al quadrato 0,999801258 R quadrato 0,999785971 standard 19346,86194 al Coefficienti Intercetta -18841,7737 Pendenza 3386,513101 corretto Errore (RSD) Osservazioni 15 Il coefficiente di correlazione R2=0,9998 indica la linearità della procedura analitica nell’intervallo di concentrazioni analizzati. La sensibilità del metodo corrisponde alla pendenza della retta, s=3386.513 Per il calcolo dei limiti di rilevabilità e di quantificazione è stato eseguito l’approccio raccomandato dall’ICH basato sull’errore standard della regressione lineare. Per cui il: Da cui si ottengono: DL=18,853ppm QL=57,129ppm 67 Calcolo della quantità di Tricina presente negli estratti flavonoidi Viene effettuata l’interpolazione delle aree ottenute nelle precedenti analisi UPLC delle frazione contenenti flavonoidi alla retta di taratura effettuata. (Nota: il segnale ricavato da Huperzia crassa non è entro i limiti di quantificazione ricavato dalla curva di calibrazione, ma la sua ipotetica concentrazione viene comunque calcolata.) 68 Interpolazione dati Campione Area Concentrazione(ppm) HK 1338341 402,83±10,48 HB 1118111 337,32±10,48 HE 809089 245,40±10,48 HCS 26315 Non quantificabile (12,55812) HCT 1082491 326,73±10,48 69 Rese delle frazioni ottenute nei diversi processi e calcolo della quantità di Tricina presente nel materiale di partenza Pianta Estrazione acida Pianta secca (g) 42 pianta secca FNA (g) FAF41 % in (mg) FNA 38,68 4,69 12,12 1 169 16,9 HB 21,95 5,87 27,71 1 395 39,5 HE 48,12 4,65 9,66 1 280 28 HCS 200 15,6 7,8 1 170 17 HCT 200 18,08 9,04 1 692 69,2 TLC FAF 41 % in HK Pianta 40 FNA40 (g) SPE F42 Quantità totale UPLC in pianta secca % in F µg % in (mg) (mg) FAF µg tricina F mg/g % totale HK 20 6 30 2500 402,833 16,11 0,990 0,099 HB 20 9 45 2000 337,323 16,87 8,307 0,830 HE 20 10 50 2390 245,402 10,27 1,388 0,138 HCS 20 13 65 1910 HCT 20 11 55 1880 326,728 17,38 5,979 12,558 0,657 NQ NQ 0,597 FNA: frazione non alcaloidea FAF: frazione arricchita di flavonoidi F: Flavonoidi 70 Quantità di tricina presente nelle piante Isolamento e caratterizzazione di metaboliti di Huperzia espinosana. Per avere delle informazioni ulteriori sulle strutture dei diversi flavonoidi si è deciso di procedere alla separazione cromatografia della frazione flavonoidica dell’ H. espinosana. 2.34 g della frazione non alcaloidea di questa pianta sono stati frazionati con la tecnica SPE, seguendo la stessa procedura precedentemente descritta per la preparazione delle frazioni analizzate in UPLC (v. sopra). Si sono ottenuti 1,09 g della frazione arricchita in flavonoidi. Quest’ultima è stata sottoposta ad una separazione cromatografia preparativa sotto media pressione, utilizzando un cromatografo Isolera. È stata utilizzata una colonna cromatografica con 120 g di silice di fase inversa RP-18 (25-40 µm) ed una fase mobile iniziale contenente MeOH-H2O, 6:4, al 1% di acido trifluroacetico, incrementando quindi il MeOH secondo un gradiente fino al 100%. Il cromatogramma registrato a 350 nm è mostrato nella figura seguente. 71 Dalla separazione sono state ottenute 26 frazioni e tra queste la frazione 11 (6,56mg) è stata considerata pura abbastanza da poter essere sottoposta ad un’analisi 1H-NMR e ad un’analisi in spettrometria di massa a ioni negativi. TLC delle frazioni ottenute dalla separazione cromatografica della frazione flavonoidica di H. espinosana tramite Isolera 72 Spettro 1H NMR della frazione 11 73 Spettro di massa a ioni negativi della frazione 11 74 Da queste analisi abbiamo identificato la frazione 11 come il flavone selgina.43 I segnali dell’analisi 1H NMR sono stati confrontati con quelli della tricina44, dal quale differisce solo per l’intensità del segnale dei gruppi metossilici (-OCH3 3.94ppm) Uno standard di selgina è stato iniettato in UPLC ed eluito con lo stesso metodo utilizzato per le analisi degli estratti flavonoidici; in questa maniera siamo riusciti ad identificare nei cromatogrammi il picco corrispondente alla selgina. Selgina : picco in magenta, corrisponde al #6 in Huperzia espinosana 43 Structure-function relationships of wheat flavone O-methyltransferase: Homology modeling and sitedirected mutagenesis, Zhou JM et al., BMC Plant Biol. 2010, 29,10:156 44 Alfalfa (Medicago sativa L.) Flavonoids. 2. Tricin and Chrysoeriol Glycosides from Aerial Parts, Stochmal et al. , J. Agric. Food Chem., 2001, 49 (11), pp 5310–5314 75 Le frazioni 23 e 24 sono state riunite (45mg) e si è cercato di frazionarle ulteriormente. Per questo motivo è stata effettuata una seconda separazione cromatografica su fase inversa con l’eluente MeOH:H2O in proporzione 4:1. Le 14 frazioni così ottenute sono però risultate essere ancora miscele di composti. Tramite analisi TLC sono state selezionate quelle che sembravano essere più pure (F5 e F7) che sono state successivamente analizzate in UPLC per trovare la corrispondenza con i composti presenti negli estratti totali. Frazione 5 - CH7 0 Intensity [µV] 7 -5000 6 2 -10000 1 5 3 4 8 0.0 5.0 9 10.0 10 15.0 20.0 25.0 Retention Time [min] 30.0 35.0 40.0 Cromatogramma Frazione 5 76 Frazione 7 - CH7 7 5000 0 Intensity [µV] 1 -5000 2 3 4 8 56 -10000 0.0 5.0 11 9 10 10.0 12 15.0 20.0 25.0 Retention Time [min] 30.0 35.0 40.0 Cromatogramma frazione 7 In magenta la frazione 7, si nota la presenza di tricina picco 11 77 Dai cromatogrammi UPLC si è potuto osservare che le frazioni erano ancora delle complesse miscele, ciò che ha reso impossibile stabilire una corrispondenza univoca con i composti della miscela totale di flavonoidi. Il nostro lavoro di isolamento e caratterizzazione dei flavonoidi di Huperzia espinosana si è fermato a questo punto. Per maggiore chiarezza il lavoro di separazione è stato riassunto nello schema seguente. 78 Discussione dei risultati e conclusioni. Dalle analisi effettuate è stato possibile individuare la presenza di almeno 15 composti presenti nelle frazioni flavonoidiche. Questi composti, distribuiti diversamente tra le specie di Huperzia, sono correlati strutturalmente in quanto sono tutti derivati o precursori della tricina, che è il componente maggioritario in tutte le piante ad eccezione della Huperzia crassa. Alcuni composti sono stati trovati nella forma glicosilata e dalla nostra indagine possiamo concludere che sono tutti C-glicosidi. 1 491.20 Tricina-C-glucoside 2 461.18 Crisoeriolo-C-glucoside 3 401.03 Apigenin-C-arabinoside 4 207.05 Calcone 5 607.38 Crisoeriolo-C-glu-C-rha 6 637.37 Tricin-C-glu-C-rham 7 637.23 Metil crisoeriolo-C-di-glu 8 607.25 Selgina-C-rham-C-rha 9 315.11 Selgina 10 329.11 Tricina 11 783.70 Tricina-C-glu-C-rha-C-rha 12 384.99 Crisina-C-arabinoside 13 813.30 Trimetiltricetina-C-glu-C-glu—C-rha 14 783.22 Selgina-C-glu-C-glu-C-rha 15 753.26 Crisoeriolo-C-glu-C-rha-C-rha 79 Struttura degli agliconi flavonoidici identificati Nome Molecola Nome Calcone Methyl chrysoeriol Crisina Selgina Apigenina Tricina Crisoeriolo Trimetil tricetina Molecola La quantità abbondante di tricina nelle frazioni isolate ci ha portato ad analizzare la sua quantità percentuale negli estratti delle diverse Huperzie (v. tabella sottostante). Le quantità trovate in Huperzia brevifolia e in H- compacta superano di gran lunga le quantità finora documentate in letteratura per altri vegetali (v. tabella sottostante). È noto che la tricina mostra proprietà molto interessanti dal punto di vista terapeutico e nutrizionale; per questa ragione la comunità scientifica sta tentando di incrementarne la resa ottenibile da fonti 80 naturali al fine di poter effettuare ulteriori esperimenti e per renderla disponibile commercialmente. Specie Quantità Tricina Specie Quantità totale Huperzia: mg/g Triticum spp 0,224 mg/g Kuestery 0,990138 Triticum aestivum 0,77 mg/g Brevifolia 8,307357 Spartina cinosuroides 5 µg/g Espinosana 1,388626 canna da zucchero 0,13 µg /g Crassa 0,056669 germoglio di bambù 0,618 mg/g Compacta 5,.979514 Desmostachia bipinnata 0,1 mg/g Oryza sativa 1,93 mg/g L’elevata produzione di flavonoidi nelle specie di Huperzia ecuadoregne può essere spiegata dal fatto che queste piante sono state selezionate dai fattori ambientali: è noto che i flavonoidi proteggono le piante dalle radiazioni UV e le Huperzie ecuadoregne, a causa della loro ubicazione geografica, sono sottoposte ad un’elevata quantità di radiazioni UV; per questo motivo, solo le piante che sono riuscite a produrre quantità elevate di questi composti fotoprotettivi sono riuscite a crescere ed a riprodursi. Purtroppo non è possibile pensare ad una coltivazione o ad uno sfruttamento intensivo di queste piante in quanto sono considerate specie minacciate dalla continua perdita del proprio habitat; inoltre il loro ciclo vitale è troppo lungo: esse impiegano fino ad un decennio per raggiungere la loro maturità. Tuttavia un approccio biotecnologico potrebbe andare a modificare il “macchinario” enzimatico delle Huperzie per la produzione di tricina, già molto attivo, analogamente a quello che già avviene per il riso o l’orzo. 81 Riassunto Questo lavoro di tesi comprende lo studio fitochimico delle frazione flavonoidiche di 5 specie vegetali del genere Huperzia. Il genere Huperzia appartiene alla divisione Lycopodiophyta, sono piante vascolari inferiori , le più antiche ancora in vita e le prime ad avere cellule specializzate nel trasporto di acqua e nutrienti (tracheidi). Specie di questo genere vengono utilizzate come medicinali in distinte parti del mondo. In Ecuador vengono utilizzate dalla comunità indigena dei Saraguro nella provincia di Loja. Studi precedenti sui metaboliti delle Huperzie, hanno isolato diversi tipi di alcaloidi, flavonoidi e acidi fenolici. Tra questi, l’uperzina A, alcaloide attivo nella inibizione dell’acetilcolinestarasi. In questo lavoro sono stati identificati 15 composti appartenenti alla classe dei flavoni, alcuni di questi si sono trovati nella forma glicosilata. La strategia di identificazione è stata quella di “dereplication” che è consistita in un metodo cromatografico accoppiato a tecniche spettroscopiche di PAD e massa. Dei composti identificati, il più abbondante è il flavone Tricina, del quale in letteratura sono documentate importante attività, tra le più importante ci sono l’attività anti-infiammatoria, antiossidante, antitumorale, e chemo-preventiva; per le quale è suscitato enorme interesse per ulteriori studi e il suo impiego terapeutico. È stata quantificata anche la quantità di Tricina presente nelle diverse frazioni, tramite l’elaborazione di una retta di taratura. Da questa indagine, in Huperzia brevifolia è stata riscontrata la maggior quantità di Tricina, circa 8 g per kg, che è la resa maggiore finora documentata nell’isolamento di questa molecola. Ipotizziamo che queste quantità riscontrate sono dovute al fatto che queste piante sono state selezionate dai fattori ambientali: è noto che i flavonoidi proteggono la pianta dalle radiazioni UV e le Huperzie ecuadoregne, a causa della loro ubicazione geografica, sono sottoposte ad un’elevata quantità di radiazioni UV; per questo motivo, solo le piante che sono riuscite a produrre quantità elevate di questi composti protettivi sono riuscite a crescere ed a riprodursi. 82 Abstract This is an phytochemical study of 5 species of Huperzia genus that grow in Ecuador paramo. It was analyzed the composition of flavonoid fractions. Huperzia are lower vascular plants, they are ancient species that aroused on late Devonian and are the first who produced tracheids. Some Huperzia spp are used in traditional medicine. In Ecuador, Saraguro indigenous community used Huperzia in preparations for rituals and illness treatment. Previous phytochemical studies had isolated alkaloids, flavonoids and phenolic acids. In this study flavonoid fractions were analyzed by LC-UV-MS. We identified 15 compounds, some of them were C-glycosylated. Structures of these natural products were deduced by the registered UV absorption profile, mass spectra and literature data. The analyses conducted represent an overview of flavonoids and their conjugates in different Huperzia species. Tricin, the most abundant compound contained in analyzed fractions, was quantified. Quantification required a calibration curve elaboration. We found that Huperzia brevifolia produces the highest quantity of tricin documented until now, 8 mg in 1 g of dried plant. Recent studies seem to indicate that tricin commands several biological properties that are superior to other flavonoids and polyphenols in terms of nutraceutical and pharmaceutical values. Unlike most flavonoid compounds, tricin is not readily available commercially and until now its isolation from native plants is often limited by its low abundance and unstable resources. The only alternative to making it available in suitable quantities for experimentation and pharmacological testing is through chemical synthetic methods. Our findings are important since it provides a new important source to get available tricin in higher quantities. 83 Ringraziamenti Desidero innanzitutto ringraziare il Professore Giovanni Vidari, per la sua disponibilità, per i consigli e per l’importante aiuto fornito nella elaborazione di questa tesi. Inoltre, ringrazio il Dottore Davide Gozzini, per essere stato sempre disponibile a provvedere aiuto e consigli . Ringrazio anche a Matteo Valli, Chabaco Armijos, Gianluca Gilarodoni, Vladimir Morocho e Jorge Ramirez che mi hanno aiutato, guidato e consigliato durante i miei lavori sperimentali . Ringrazio il SENESCYT per la concessione della borsa di studio che mi ha permesso di finire il mio percorso universitario. Ringrazio i miei genitori Marlon e Consuelo e mia sorella Diana, per il sostegno dato in questi anni. Voglio ringraziare anche a tutti quelli che mi hanno sostenuto e aiutato in diversi modi in questi anni di università; ai miei compagni di classe, ai professori, a miei amici, a tutte le persone che conformano il Laboratorio B2. Voglio ringraziare al mio zio Pedro e alla sua famiglia. Un particolare ringraziamento a tutti i componenti della famiglia Marinoni Donoso. Ringrazio in modo speciale i miei amici Carlos, Danner, Eduardo, David, Amelia, Yamile, Luis, Max, Francesca, Valentina, Floriana, Cascio, Laurent, Adriana, Roberta, Pol, Pamela, Paola e tutte le altre persone con cui ho avuto opportunità di compartire momenti e dalle quali ho imparato tanto. Ringrazio soprattutto alla mia famiglia; zii, cugini, nonni e amici in Ecuador, che hanno fatto arrivare le loro parole di sostegno anche a mille km di distanza. 84