Veterinaria Italiana, 45 (2), 243‐248 Namibia: un esempio di cooperazione internazionale per lo studio delle patologie emergenti Vincenzo Caporale, Rossella Lelli, Massimo Scacchia & Attilio Pini Riassunto L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise è impegnato da anni nella ricerca e sperimentazione mirate ad approfondire la conoscenza delle malattie esotiche, cioè di quelle malattie che non sono presenti sul territorio nazionale. Per poter raggiungere tali obiettivi, è importante impegnarsi nella creazione di una rete di collaborazioni con Laboratori ed Enti di ricerca a livello nazionale ed internazionale. I rapporti che l’Istituto ha instaurato soprattutto con la Namibia e più di recente Botswana si stanno rivelando di notevole aiuto per la reciproca crescita tecnico‐scientifica. L’ Istituto coopera con i Servizi Veterinari della Namibia fornendo supporto tecnico‐scientifico e nel 2005, ha allestito un proprio Laboratorio di Virologia, presso il Central Veterinary Laboratory di Windhoek, nel quale, personale dell’Istituto e namibiano, in unita’ di intenti, condividono le competenze diagnostiche e la ricerca scientifica. Scopo del seguente lavoro è descrivere le attività svolte nell’ambito di questo rapporto di collaborazione. Parole chiave Animale, Cooperazione, esotiche, Namibia, Sanità. Italia, Malattie Introduzione L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” (IZS A&M) è impegnato da anni nella ricerca e sperimentazione mirate ad approfondire la conoscenza delle malattie esotiche, cioè di quelle malattie che non sono presenti sul territorio nazionale o nei confronti delle quali, anche se presenti, in caso di epidemie, si ritiene di dover mantenere i livelli di attenzione necessari per poterne fronteggiare l’eventuale endemizzazione e la diffusione sul territorio nazionale. Per poter raggiungere tali obiettivi, è importante impegnarsi nella creazione di una rete di collaborazioni con Laboratori ed Enti di ricerca a livello nazionale ed internazionale, che deve comprendere i Paesi del Bacino del Mediterraneo, dell’area balcanica, degli Stati Uniti, dei Paesi dell’America Latina, dell’Africa centrale e meridionale. Questo impegno costante negli anni, ha portato l’Istituto ad essere nominato dall’allora Ministero della Sanità come Centro di Referenza Nazionale per lo Studio delle Malattie Esotiche (CESME), con decreto del 2 maggio 1991 e del 4 ottobre 1999 (1, 2). In ambito internazionale, l’OIE ha nominato l’IZS A&M, Centro di collaborazione per la Formazione veterinaria, l’epidemiologia, la Sicurezza alimentare ed il benessere animale, oltre che laboratorio di riferimento per la pleuropolmonite contagiosa bovina (PPCB), la bluetongue (BT) e la brucellosi. I riconoscimenti ottenuti hanno reso ancora più importante la necessità di migliorare le prestazioni ed il livello di competenza del personale che opera in tali settori. Per raggiungere gli obiettivi di competenza si e’ ritenuto necessario migliorare ed intensificare i rapporti di collaborazione con paesi Africani. Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise ‘G. Caporale’, Via Campo Boario, 64100 Teramo, Italia [email protected] © IZS A&M 2009 www.izs.it/vet_italiana Vol. 45 (2), Vet Ital 243 Namibia: un esempio di cooperazione internazionale per lo studio delle patologie emergenti Vincenzo Caporale, Rossella Lelli, Massimo Scacchia & Attilio Pini Tali rapporti di collaborazione sono di mutua utilità, in quanto: la globalizzazione dei mercati e i cambia‐ menti climatici verificatisi negli ultimi anni aumentano il rischio che alcune patologie fino ad alcuni anni fa relegate nell’Africa subsahariana, si presentino nel Bacino del Mediterraneo, come è già successo per la BT e per la WND, solo per citare le più note rendono possibile la conoscenza approfondita di malattie altrimenti studiate solo accademicamente migliorano la possibilità di mettere a punto metodi diagnostici validi, sensibili e specifici,ed essere cosi’ pronti a fronteggiare eventuali emergenza epidemiche permettono di sperimentare vaccini per la profilassi delle stesse malattie facilitano la manipolazione di patogeni in territori nei quali sono naturalmente presenti forniscono un contributo tecnico scientifico ai paesi emergenti ed è un valido ausilio per il miglioramento sanitario delle produzioni zootecniche, essenziale per alleviare la povertà, incrementare la sicurezza alimentare e lo sviluppo auto‐sostenibile. Nel sud del mondo, le malattie animali, con particolare riguardo a quelle a carattere epizootico, causando alta morbilità e mortalità, mettono in pericolo quali‐ quantitativamente le produzioni zootecniche e scoraggiano investimenti privati nel settore. Con la globalizzazione dei mercati e l’ introduzione di misure sanitarie a difesa del sistema internazionale di mercato e del consumatore, è diventato imperativo focalizzare l’attenzione al controllo e all’eradicazione di tutte quelle patologie che sono ostacolo alla libera circolazione dei prodotti di origine animale. Per vincere tale sfida, è fondamentale essere in grado di raggiugere e di saper mantenere standard sanitari qualitativamente elevati. I rapporti che l’IZS A&M ha instaurato soprattutto con la Namibia e più di recente il Botswana si stanno rivelando di notevole aiuto per la reciproca crescita tecnico‐scientifica. Con la Namibia si è stabilito un solido legame di collaborazione sin dal 1996. 244 Vol. 45 (2), Vet Ital La Namibia è un paese arido e semi‐arido ed in molte delle sue regioni non cadono più di 400mm di pioggia l’anno, per cui solo la metà del suo territorio può essere destinata alle attività agricole e zootecniche. La zootecnia rappresenta, dopo l’attività mineraria, il settore più importante dell’economia e vede nell’allevamento bovino, con 2.4 milioni di capi, e ovi‐caprino,con 2.7 e 2.1 milioni di capi rispettivamente, il suo punto di forza. Un milione circa di abitanti, metà della popolazione del paese, vive di agricoltura e zootecnia. Questo patrimonio però è sotto costante minaccia di epidemie, come l’afta epizootica e la PPCB, che restano i pericoli maggiori, imputabili a movimentazione di animali da paesi limitrofi. Al fine di controllare queste due patologie l’area di confine con Angola e Zambia, è considerata dalle Autorità Veterinarie area di quarantena. Una barriera fisica, che corre nel territorio namibiano ad una profondità di circa 100 km dal confine nord del paese, la separa dal resto del suo territorio. A nord di essa predomina l’allevamento tradizionale effettuato su aree comunali, mentre al sud sono diffusi gli allevamenti commerciali, da dove è possibile esportare carne di bovino ed ovino nei paesi della Comunità Europea ed in Sud Africa. Il Direttorato dei Servizi Veterinari effettua ogni anno circa 500.000 vaccinazioni contro l’afta epizootica e circa 900.000 vaccinazioni nei confronti della PPCB nella zona a nord della barriera sanitaria. Inoltre gli allevatori contribuiscono, di loro iniziativa, al controllo, mediante vaccinazione, di alcune malattie quali carbonchio ematico, brucellosi, rabbia, clostridiosi, botulismo, malattia nodulare del bovino, febbre della Valle del Rift, bluetongue e peste equina. Anche l’allevamento dei cavalli, che non supera il numero di cinquantamila capi, è consolidato. La maggior parte degli animali è costituita da animali da sella, da competizione e da riproduttori di alta genealogia, esportati in Sud Africa, Europa e Penisola Arabica. A partire dal 1996, la collaborazione tra l’IZS A&M e il Central Veterinary Laboratory www.izs.it/vet_italiana © IZS A&M 2009 Vincenzo Caporale, Rossella Lelli, Massimo Scacchia & Attilio Pini (CVL) del Ministero dell’Agricoltura, Acque e Foreste (MAWF) in Windhoek, ha avuto come oggetto la PPCB e più specificatamente lo studio sulla patogenesi della malattia e sull’efficacia dei vaccini in uso. Namibia: un esempio di cooperazione internazionale per lo studio delle patologie emergenti febbre effimera (FE), la malattia nodulare dei bovini (MNB) (Figura 2) il morbo coitale maligno (MCM) e l’heartwater (HWD). Nel 2005 tale collaborazione è stata ufficializzata in una prima fase con un Memorandum of Understanding tra i Servizi Veterinari del MAWF e l’IZS A&M cui ha fatto seguito nel 2007 un accordo di collaborazione scientifica fra il sopra citato Ministero namibiano e il Ministero della Salute Italiano. Tale collaborazione e’ stata apprezzata dal MAWF, a tal punto, da richiedere le prestazioni di un dirigente dell’IZS A&M per rivestire il ruolo di responsabile della ricerca e delle attivita’ diagnostiche del CVL. L’ IZS A&M sul territorio namibiano coopera con i Servizi Veterinari fornendo supporto tecnico‐scientifico, linee guida e direttive internazionali per aumentare l’estensione delle aree autorizzate all’esportazione di carne bovina verso Paesi terzi e comunitari. Il CESME, nel 2005, ha ritenuto necessario allestire un proprio Laboratorio di Virologia, presso il CVL di Windhoek (Figura 1), nel quale, personale dell’Istituto e namibiano, in unita’ di intenti, condividono le competenze diagnostiche e la ricerca scientifica. Tale incontro di interessi si è avuto su patologie quali la peste equina (PE), l’encefalosi equina (EE), la febbre della Valle del Rift (FVR), la Figura 1 Laboratorio di Virologia del CESME presso il Laboratorio Centrale Veterinario di Windhoek, Namibia © IZS A&M 2009 Figura 2 Bovino affetto da malattia nodulare dei bovini (lumpy skin disease) Negli anni 2006‐2008, particolare attenzione è stata data alla PE e alla diagnosi differenziale con la EE. La PE è stata identificata come prioritaria dal Responsabile del CESME e dalla Direzione dell’Istituto, per le strette correlazioni eziologiche ed epidemiologiche con la bluetongue e quindi a rischio di introduzione nel continente europeo. Obiettivo dell’IZS A&M era quello di formare una task force di veterinari italiani capaci di poter riconoscere clinicamente la malattia ed intervenire tempestivamente qualora dovesse presentarsi sul territorio nazionale. Inoltre grande importanza è stata posta alla produzione di diagnostici innovativi e sviluppo di vaccini innocui ed efficaci da utilizzare in caso di necessita’. L’EE, identificata dai veterinari namibiani come necessità diagnostica differenziale rispetto alla PE, è un perfetto esempio di sinergismo tra l’IZS A&M e i Servizi Veterinari Namibiani (Figura 3). Il supporto ai veterinari di campo namibiani nella diagnosi e prevenzione della PE e’ realizzata attraverso l’applicazione pratica di prove diagnostiche tradizionali, come l’isolamento virale e lo sviluppo di prove piu’ innovative come RT‐PCR e real time RT‐PCR che permettano una tempestiva identifica‐ zione degli animali infetti. Naturalmente www.izs.it/vet_italiana Vol. 45 (2), Vet Ital 245 Namibia: un esempio di cooperazione internazionale per lo studio delle patologie emergenti Vincenzo Caporale, Rossella Lelli, Massimo Scacchia & Attilio Pini l’applicazione di tali metodiche è stata effettuata all’interno degli standards di qualità utilizzati nell’IZS A&M. Sono state redatte procedure operative standard ed il laboratorio di virologia è stato gestito in accordo alla UNI ISO 17025. Le attività svolte dal laboratorio di virologia del CESME in Namibia, hanno avuto una ricaduta su tutto il CVL, che ha acquisito nuove conoscenze diagnostiche e competenze circa l’utilizzo del sistema qualità. Aver identificato per il 2009 la data nella quale il CVL chiederà al South African National Accreditation System di essere accreditato, rende strategica la collaborazione scientifica fornita dall’IZS A&M anche nell’ambito del Sistema Qualita’. così a creare un meccanismo virtuoso che si manifesta con un sempre maggior conferi‐ mento di campioni da esaminare. Inoltre, utilizzando l’azienda sperimentale del CVL, sono stati prodotti sieri iperimmuni per i sierotipi della PE e sono in corso la produzione di sieri iperimmuni per RVF, lumpy skin diisease (LSD) e HWD. Tali reagenti sono stati e verranno utilizzati in Italia ma anche presso il CVL. Durante gli incontri avuti con i veterinari namibiani, nella fase di sensibilizzazione alle attivita’ dell’IZS A&M, e’ stata evidenziata da parte di questi ultimi la necessita’ di disporre di vaccini per la PE monovalenti inattivati specifici per i sierotipi circolanti sul territorio. Attualmente e’ in corso una sperimentazione per valutare l’innocuita’ e l’efficacia di un tale prodotto. Conclusioni Figura 3 Dott. Tiberio Di Mattia con allevatore di cavalli della Namibia La collaborazione con i veterinari, sia governativi che liberi professionisti, è stata caratterizzata dall’identificazione di leaders, cioè di i veterinari con maggiori esperienze, che giocano un ruolo di “informale consulenza” per numerosi colleghi. Con questi si sono stabiliti contatti sia telefonici che per e‐ mail, che hanno permesso di conoscere la situazione sul campo e di fornire in tempo reale i risultati delle prove diagnostiche eseguite. Tale approccio e’ stato utilizzato anche per le altre patologie, identificate dai veterinari namibiani e gia’ sopra elencate. L’erogare servizi affidabili e rapidi, ha aumentato la confidenza nel laboratorio diagnostico da parte dei clienti. Si è venuto 246 Vol. 45 (2), Vet Ital La sanita’ pubblica veterinaria, la sicurezza dei prodotti alimentari e la salvaguardia del patrimonio zootecnico, sono al centro della politica nazionale ed internazionale fatte proprie dall’IZS A&M. Da oltre 15 anni l’IZS A&M lavora alla produzione ed esportazione dell’innovazione. Oltre 100 sono i progetti di cooperazione internazionale portati avanti nel corso degli ultimi anni; personale dell’Istituto e’ costantemente impegnato nel mettere le proprie competenze tecnico‐ scientifiche a disposizione di Paesi europei ed extraeuropei. Dal 1996 l’Istituto svolge azione di collaborazione e supporto con il governo della Namibia nel campo della ricerca scientifica riguardante le malattie degli animali domestici definite esotiche per il territorio italiano (Figura 4, 5, 6 e 7). Inoltre, l’intervento dell’IZS A&M in Namibia ha lo scopo di ridurre l’area di quarantena a Nord del paese nella quale si concentra il maggior numero di allevatori tradizionali. Tale politica si inserisce nell’ambito delle collaborazioni tra laboratori del sud e del nord del mondo promosse anche dall’OIE attraverso i cosiddetti progetti di gemellaggio. www.izs.it/vet_italiana © IZS A&M 2009 Vincenzo Caporale, Rossella Lelli, Massimo Scacchia & Attilio Pini Figura 4 Il Dott. Massimo Scacchia di fronte al Laboratorio Centrale Veterinario di Luanda, Angola Namibia: un esempio di cooperazione internazionale per lo studio delle patologie emergenti Figura 7 Allevamento bovino area di Kasungula, Zambia Il risultato dell’intervento descritto sara’ sicuramente l’accrescimento della conoscenza scientifica sia da parte italiana che da quella namibiana ma anche e soprattutto la riduzione della poverta’ per le popolazioni rurali namibiane. Un motto riassume questo approccio: “Curare gli animali affinche’ gli uomini non facciano una vita da bestie”. Ringraziamenti Le attività descritte nella pubblicazione sono state rese possibili grazie al contributo di: Otto Huebschle†, Frans Joubert, Georgina Tjipura Zaire, Julia Shimwino, Rosa Stella Mbulu, Renatus Shilangale, Anna Laure Hager, Gisele Eberle, Anna Marais, Hentie Knott, tutto lo staff del CVL, i veterinari Namibiani, Federica Monaco, Gianluca Orsini, Federico Gaetano Ronchi, Giorgio Filipponi, Umberto Molini e Giovanni Savini. Figura 5 Il Dott. Massimo Scacchia insieme ad un gruppo di allevatori dello Zambia Figura 6 Attività nel Laboratorio di Livingstone, Zambia © IZS A&M 2009 www.izs.it/vet_italiana Vol. 45 (2), Vet Ital 247 Namibia: un esempio di cooperazione internazionale per lo studio delle patologie emergenti Vincenzo Caporale, Rossella Lelli, Massimo Scacchia & Attilio Pini Bibliografia 248 1. Ministero della Sanità 1991. Decreto ministeriale 2 maggio 1991. Inizio dell'attività del centro di referenza nazionale per le malattie esotiche presso l'Istituto Zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise, in Teramo (CESME). Gazz Uff, 107, 9 maggio, 9-10 (www.izs.it/IZS/Engine/RAServe File.php/f/2_pagina_cesme.pdf accesso 20 maggio 2009). 2. Ministero della Sanità 1999. Decreto ministeriale 4 ottobre 1999. Centri di Referenza nazionali nel settore veterinario. Gazz Uff, 300, 23 dicembre, 137 (gazzette.comune.jesi.an.it/300-99/10.htm accesso 20 maggio 2009). Vol. 45 (2), Vet Ital www.izs.it/vet_italiana © IZS A&M 2009 Veterinaria Italiana, 45 (2), 249‐253 Namibia: an example of international cooperation in the study of emerging diseases Vincenzo Caporale, Rossella Lelli, Massimo Scacchia & Attilio Pini Summary The Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise ‘G. Caporale’ (IZS A&M) has been engaged for many years in research and studies designed to increase knowledge and expertise when dealing with ‘exotic diseases’ namely, those diseases which are not present in a country. To achieve these objectives, it is important to create cooperation networks with laboratories and research organisations at national and international levels. The relationship between the IZS A&M with Namibia in particular and, more recently with Botswana, are proving to be very valuable to mutual technical/scientific growth. In 2005, the National Reference Centre for the Study of Exotic Diseases set up its own Virology Laboratory at the Windhoek Central Veterinary Laboratory where the Namibian and IZS A&M personnel, working towards common goals, share diagnostic responsibilities and scientific research. The authors describe the activities involved in this joint project. Keywords Animal, Cooperation, Exotic disease, Health, Italy, Namibia. Introduction For many years, the Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise ‘G. Caporale’ (IZS A&M) in Teramo, Italy, has been involved in research and studies designed to further knowledge and expertise in dealing with ‘exotic diseases’, namely diseases that are not present in Italy or diseases which, though present in Italy, are considered to require a high level of expertise to ensure that the disease does not become endemic or does not spread. To achieve these objectives, cooperation networks were established with laboratories and research organisations at both national and international levels; these must include countries of the Mediterranean Basin, the Balkans, the United States and countries of Latin America, Central and southern Africa. As a result of this constant commitment over the years, the Institute was appointed by the former Ministry of Health as the National Reference Centre for the Study of Exotic Diseases (CESME) by decrees of 2 May 1991 and 4 October 1999 (1, 2). At the international level, the World Organisation for Animal Health (Office International des Épizooties: OIE) designated the IZS A&M as a collaborating centre for veterinary training, epidemiology, food safety and animal welfare and as a reference laboratory for contagious bovine pleuro‐ pneumonia, bluetongue and brucellosis. These designations encouraged further improvements of the performance and skills of staff working in these specific fields. To obtain the skills, the Institute improved and reinforced its working relationships with several countries in Africa. These projects are useful to both parties, since: market globalisation and climate changes that have taken place in recent years increase the risk that some diseases, which were limited to sub‐Saharan Africa until a few Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise ‘G. Caporale’, Via Campo Boario, 64100 Teramo, Italy [email protected] © IZS A&M 2009 www.izs.it/vet_italiana Vol. 45 (2), Vet Ital 249 Namibia: an example of international cooperation in the study of emerging diseases Vincenzo Caporale, Rossella Lelli, Massimo Scacchia & Attilio Pini years ago, will occur in the Mediterranean Basin, as has already occurred in the case of bluetongue and West Nile disease they lead to an in‐depth knowledge of diseases that would otherwise only be studied academically they improve the possibilities of developing valid, sensitive and specific diagnostic methods, to ensure that all parties are ready to deal with epidemic emergencies they enable the testing of vaccines for disease control they facilitate the manipulation of pathogens in the areas in which they are present naturally they provide a technical and scientific contribution to developing countries and are a useful aid for the improvement of the safety of animal products, which is essential for the alleviation of poverty and for increasing food safety and sustainable development; in the southern hemisphere, animal diseases, especially epizootic diseases, cause high rates of morbidity and mortality, endanger the quality and quantity of animal products and discourage private investment in the sector with the globalisation of markets and the introduction of health measures to protect the international market system and consumers, it has become essential to focus on the control and eradication of all diseases that hinder the free circulation of products of animal origin; to meet this challenge, it is essential to achieve and maintain high‐ quality health standards. The relationship between the IZS A&M and Namibia in particular, and recently Botswana, are stimulating mutual technical/scientific growth. Strong ties and cooperation exist with Namibia since 1996. Namibia is an arid and semi‐arid country; many of its regions have no more than 400 mm of rainfall a year and only half of its territory can be used for arable farming and animal husbandry. Stock rearing is the most important sector of the economy after mining. Its strong point is cattle rearing, with 2.4 million head, and sheep and goat husbandry, with 2.7 and 2.1 million head, respectively. Approximately 250 Vol. 45 (2), Vet Ital one million inhabitants, half the country’s population, earn a living from agriculture. However, livestock is under the constant threat of epidemics, such as foot and mouth disease and contagious bovine pleuro‐ pneumonia, which remain the greatest dangers due to movements of animals from neighbouring countries. To control these two diseases, the border area between Angola and Zambia is classed as a quarantine area by the veterinary authorities. A physical barrier, which runs into Namibia at a depth of approximately 100 km from the northern border of the country, separates the quarantine area from the rest of its territory. Traditional animal husbandry in communal areas predominates to the north of the barrier, while the numerous commercial farms to the south export beef and lamb to countries in the European Union and to South Africa. Every year, the Namibian Directorate of Veterinary Services performs approximately 500 000 foot and mouth disease vaccinations and 900 000 contagious bovine pleuro‐ pneumonia vaccinations in the area to the north of the health barrier. Stockbreeders also contribute, on their own initiative, to the control by vaccination of some diseases, such as anthrax, brucellosis, rabies, clostridiosis, botulism, lumpy skin disease, Rift Valley fever, bluetongue and African horse sickness. The breeding of horses, which do not exceed 50 000 head, is also well established. Most of the animals are sports horses, racehorses and thoroughbred stud horses that are exported to South Africa, Europe and the Arabian Peninsula. Since 1996, the collaboration between the IZS A&M and the Central Veterinary Laboratories (CVL) of the Ministry of Agriculture, Water and Forestry (MAWF) in Windhoek has focused on contagious bovine pleuropneumonia and specifically on studying the pathogenesis of the disease and the efficacy of vaccines in use. This collaboration became official in 2005; the first stage was a Memorandum of Under‐ standing between the MAWF Veterinary Services and the IZS A&M followed, in 2007, www.izs.it/vet_italiana © IZS A&M 2009 Vincenzo Caporale, Rossella Lelli, Massimo Scacchia & Attilio Pini Namibia: an example of international cooperation in the study of emerging diseases by a scientific cooperation agreement between the MAWF and the Italian Ministry of Health. Lately, the MAWF has requested the services of an IZS A&M senior veterinary officer to act as the CVL’s head of research and diagnostic activities. In collaborating with the Namibian Veterinary Services, the IZS A&M is also providing technical/scientific support, guidelines and international directives to increase the size of the areas authorised to export beef to both European Union and other countries. In 2005, the CESME set up its own virology laboratory at the Windhoek CVL (Fig. 1), where the Namibian and IZS A&M staff work together to achieve common goals, share diagnostic responsibilities and scientific research. Common interests have been focused on diseases such as African horse sickness, equine encephalosis, Rift Valley fever, ephemeral fever, lumpy skin disease (Fig. 2), dourine and heartwater. Figure 2 Bovine affected by lumpy skin disease recognise the disease clinically and take prompt action should it occur in Italy. Great importance was placed on the production of innovative diagnostic assays and the development of safe vaccines which can be used in case of need. The requirement to conduct differential diagnoses between equine encephalosis and African horse sickness, identified by the Namibian Veterinary Services as a priority, is a perfect example of the positive results of joint work between IZS A&M and the Namibian Veterinary Services (Fig. 3). Figure 1 Virology Laboratory of the National Reference Centre for the Study of Exotic Diseases (CESME) at the Windhoek Central Veterinary Laboratory Between 2006 and 2008, particular attention was paid to African horse sickness and differential diagnosis with equine encephalosis. African horse sickness was identified as a priority due to its close aetiological and epidemiological links with bluetongue and the consequent risk of its introduction to the European continent. The aim of the IZS A&M was to train a task force of Italian veterinary surgeons who were able to Figure 3 Tiberio Di Mattia with a horse breeder in Namibia Support for Namibian veterinarians working in the field and engaged in the diagnosis and prevention of African horse sickness took the form of practical applications of traditional diagnostic tests, such as virus isolation and the © IZS A&M 2009 www.izs.it/vet_italiana Vol. 45 (2), Vet Ital 251 Namibia: an example of international cooperation in the study of emerging diseases Vincenzo Caporale, Rossella Lelli, Massimo Scacchia & Attilio Pini development of more innovative tests such as reverse transcriptase‐polymerase chain reaction (RT‐PCR) and real‐time RT‐PCR, which enable rapid identification of sick animals. These methods were subject to the quality standards used at the IZS A&M. Standard operating procedures were drafted and the virology laboratory was managed in accordance with UNI ISO 17025. The activities performed by the CESME virology laboratory in Namibia have had repercussions throughout the CVL which has gained new diagnostic expertise and skills in the use of the quality system. It has been decided that the CVL will apply to the South African National Accreditation System for accreditation in 2009; this of course makes the scientific collaboration provided by the IZS A&M, highly strategic. The collaboration with government and private veterinarians was characterised by the identification of leaders, namely the vets with the greatest experience, who act as ‘informal consultants’ to numerous colleagues. Telephone and e‐mail contact has been established with them, leading to the collection of information from the field, thus providing real‐time test results. Conclusions Veterinary public health, food safety and safeguarding the health of livestock are the core of the national and international cooperation policy adopted by the IZS A&M which has produced and exported innovations for over 15 years. Over 100 international cooperation projects have been implemented in recent years and the Institute’s staff are constantly engaged in making their technical/scientific skills available to European and non‐European countries alike. Since 1996, the Institute has conducted cooperation and support activities with the Namibian Government in the field of scientific research into diseases of domestic animals, considered as ‘exotic diseases’ as far as Italy is concerned (Figs 4, 5, 6 and 7). The activities of the IZS A&M in Namibia are also designed to reduce the quarantine area in the north of the country where the largest number of traditional stockbreeders are located. This policy falls within the framework of inter‐ laboratory cooperation projects between the southern and northern countries of the world, promoted by the OIE by means of twinning projects. The provision of reliable and rapid services has increased the confidence of clients in the diagnostic laboratory. A mechanism has been created which has resulted in an increasing supply of samples submitted for examination. Moreover, using the CVL’s experimental farm, hyperimmune sera have been produced for the African horse sickness serotypes and hyperimmune sera are produced for Rift Valley fever, lumpy skin disease and heartwater. These reagents have been and will be used both in Italy and at the CVL. During meetings with Namibian veterinarians, during the stage of raising awareness of the IZS A&M activities, the veterinarians highlighted the need for inactivated monovalent African horse sickness vaccines, specific for the serotypes circulating in the country. Tests are currently being conducted to evaluate the safety and efficacy of such a product. 252 Vol. 45 (2), Vet Ital Figure 4 Massimo Scacchia in front of Central Veterinary Laboratory in Luanda The result of the measures described will undoubtedly lead to an increase in the scientific knowledge of both Italians and Namibians alike and, above all, will lead to a reduction in poverty among the rural www.izs.it/vet_italiana © IZS A&M 2009 Vincenzo Caporale, Rossella Lelli, Massimo Scacchia & Attilio Pini Namibia: an example of international cooperation in the study of emerging diseases populations of Namibia. This approach is summed up by the following motto: ‘Treating animals makes life better for humans’. Figure 7 Cattle breeding in Kasungula, Zambia Figure 5 Massimo Scacchia with cattle breeders in Zambia Acknowledgements The activities described in this publication were conducted with the valuable contribution of the following whose assistance is gratefully acknowledged: Otto Huebschle†, Frans Joubert, Georgina Tjipura Zaire, Julia Shimwino, Rosa Stella Mbulu, Renatus Shilangale, Anna Laure Hager, Gisele Eberle, Anna Marais, Hentie Knott, all the CVL staff and the Namibian veterinarians, Federica Monaco, Gianluca Orsini, Federico Gaetano Ronchi, Giorgio Filipponi, Umberto Molini and Giovanni Savini. Figure 6 The Livingstone Laboratory, Zambia References 1. Ministero della Sanità 1991. Decreto ministeriale 2 maggio 1991. Inizio dell'attività del centro di referenza nazionale per le malattie esotiche presso l'Istituto Zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise, in Teramo (CESME). Gazz Uff, 107, 9 maggio, 9-10 (www.izs.it/IZS/Engine/RAServe File.php/f/2_pagina_cesme.pdf accesso 20 maggio 2009). 2. Ministero della Sanità 1999. Decreto ministeriale 4 ottobre 1999. Centri di Referenza nazionali nel settore veterinario. Gazz Uff, 300, 23 dicembre, 137 (gazzette.comune.jesi.an.it/300-99/10.htm accesso 20 maggio 2009). © IZS A&M 2009 www.izs.it/vet_italiana Vol. 45 (2), Vet Ital 253