HealthNewsletter
a cura della redazione scientifica Phoenix
Emicrania e cefalea
nuovi trattamenti e approcci futuri
Il termine “mal di testa”, più correttamente cefalea, è un’espressione
utilizzata genericamente per descrivere cefalee, emicranie e nevralgie
dei nervi cranici. La cefalea costituisce il disturbo più comune nel
mondo: si stima infatti che almeno il
64% della popolazione maschile e il
78% di quella femminile ne soffra in
modo cronico e ricorrente.
Si distinguono numerose forme di
cefalea. Nella maggior parte dei casi
si tratta di cefalea di forma primaria,
o idiopatica, nella quale non è possibile individuare una causa precisa,
mentre sono molteplici le cause di
cefalea secondaria. Il mal di testa
nella sua forma più comune insorge
generalmente al mattino e raggiunge il picco dell’intensità in circa
mezz’ora. Se non viene bloccato al
suo esordio, può durare fino a 1-2
giorni. L’emicrania è la forma più
grave di cefalea e colpisce il 10%
delle persone nel mondo, in parti-
brali. A questa fase ne segue una di
forte dilatazione delle arterie, con
la comparsa del dolore. Il 60% delle
donne che soffre di emicrania assiste al riacutizzarsi degli attacchi in
corrispondenza del ciclo mestruale.
Nell’emicrania, inoltre, è stato evidenziato il ruolo delle intolleranze
alimentari nei confronti di numerosi alimenti.
La cefalea di natura tensiva è la forma più comune mal di testa e lo
stress è il fattore predominante per
il suo scatenarsi. In questo tipo di
cefalea, il dolore è di intensità lieve
e/o moderata ed è accompagnato
dalla contrazione dei muscoli del
collo e del capo. La tensione nervosa agisce sui circuiti cerebrali, alterando i rapporti tra i neurotrasmettitori che regolano la percezione del
dolore. Questo tipo di cefalea interessa tra il 30 e il 50% dei soggetti
sofferenti di cefalea. Per ridurre i
sintomi del comune mal di testa è
necessario riposo, assenza di stimoli
visivi e uditivi e ridurre al minimo
situazioni fonte di stress.
La cefalea a grappolo è caratterizzata da violenti attacchi quotidiani
(1-3 al giorno, soprattutto durante la
notte), intervallati da lunghi periodi
di benessere. Il dolore, molto intenso, interessa la fronte, l’orbita e le
colar modo le donne. Oggigiorno tempie e può presentarsi associato a
l’emicrania è considerata una vera lacrimazione e rinorrea. Questa cone propria patologia neurovascola- dizione colpisce prevalentemente
re, spesso associata a ipertensione. la popolazione maschile (rapporto
La natura vascolare dell’emicrania maschio/femmina 8:1).
è considerata una delle ipotesi più L’International Headache Society
attendibili, in cui si osserva la con- (organizzazione che promuove la
trazione di un’arteria della testa, ricerca e le informazioni relative a
con la conseguente riduzione del questi disturbi) ha classificato quasi
flusso sanguigno nelle aree cere- 100 diversi tipi di mal di testa.
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Aggiornamento Settembre 2010
Secondo un’indagine Gfk Eurisko, in
Italia il 10% della popolazione soffre
di emicrania, colpendo in particolare le donne: sono infatti 4.500.000
(gli uomini sono 1.500.000), hanno
tra i 35 e i 44 anni, sono casalinghe,
impiegate o insegnanti, sposate con
figli e soffrono in media di 3 attacchi
al mese, che comporta la perdita di
milioni di giornate lavorative e costi
sociali rilevanti. Nonostante questa
patologia impedisca il normale svolgimento delle attività quotidiane,
compromettendo studio, lavoro e
vita sociale, molte persone che ne
sono affette non conoscono la differenza tra comune mal di testa ed
emicrania. Come conseguenza, non
ricorrono a terapie adeguate, né tantomeno a uno specialista.
Quali esami?
E’ importante accertare l’origine di
questa patologia sottoponendosi a
una visita neurologica. Solitamente
l’anamnesi del paziente permette di
diagnosticare con certezza la presenza di emicrania. Quando però
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lo specialista nutra dubbi riguardo
la causa dell’emicrania potrà prescrivere esami di approfondimento.
Uno di questi, l’elettroencefalogramma, consente di diagnosticare malattie (ad esempio encefalite, demenza,
epilessia) ed è in grado di accertare
se vi siano lesioni cerebrali in persone che abbiano subito traumi alla
scatola cranica.
Altri esami, come la TAC o la riso-
Nel mondo
La WHO (Organizzazione Mondiale della Salute) colloca l’emicrania tra le
principali cause di disabilità (20° posto).
Soffre di emicrania il 12% della popolazione mondiale, perlopiù in età giovanile, produttiva, con punte che sfiorano il 25% nelle donne in età fertile.
nanza magnetica, permettono di
escludere cause intercraniali secondarie. I mezzi terapeutici attualmente disponibili permettono una ge-
stione soddisfacente dell’emicrania
nella maggior parte dei casi se impiegati in maniera razionale da uno
specialista.
Cause e stili di vita da evitare
Dieta
Gli alimenti possono costituire un
fattore significativo per la manifestazione dell’emicrania, soprattutto in
bambini e adolescenti. Spesso sono
gli additivi chimici contenuti negli
alimenti ad essere responsabili della sua comparsa. Sostanze come la
tiramina (Fig. 1), feniletilamina, tirosina, glutammato di sodio (MSG),
aspartame, caffeina, solfiti, nitrati
(nelle carni conservate) e istamina
(vino e birra) sembrano scatenare
questa condizione, alterando la patofisiologia dell’attacco di emicrania. Non solo gli alimenti, ma anche
alcune combinazioni alimentari
possono provocare gli attacchi nei
soggetti sensibili. Per un processo
digestivo ottimale, infatti, è necessario accostare gli alimenti non solo
dal punto di vista organolettico, ma
soprattutto tenendo conto delle caratteristiche enzimatico-digestive.
Una regola molto semplice può essere di non associare i carboidrati
con le proteine, mentre le verdure
possono essere consumate sempre.
Disturbi del sonno
È importante considerare la qualità
del sonno dei pazienti colpiti da cefalea cronica. È stato infatti osservato che in alcuni di questi soggetti il
trattamento dei disturbi del sonno
ha prodotto miglioramenti nella sintomatologia e in alcuni casi ha portato alla completa risoluzione della
patologia. Studi recenti indicano
che negli emicranici la frequenza di
sonnolenza diurna è 3 volte maggiore di chi non soffre di mal di testa e
i disturbi del sonno sono 5 volte più
comuni. In caso di cefalea cronica,
il rischio di disturbi del sonno è 17
volte maggiore.
Fattori ambientali
La WHO ha stimato che il 30% degli edifici uffici nuovi o ristrutturati
possono causare problemi di salute
a individui suscettibili. Cefalea, rinite, irritazione della congiuntiva, disturbi respiratori, eruzioni cutanee,
affaticamento e nausea sono i sintomi più comuni, attribuiti alla sindrome dell’edificio malato che compaiono principalmente in coloro che
lavorano in edifici con aria condizionata.Tuttavia, tale sintomatologia
è stata anche osservata in individui
che lavorano in edifici ventilati naturalmente. (Fig. 2)
Alimenti contenenti tiramina
Fig.1
BEVANDE
CARNI
PESCI
ORTAGGI
FRUTTI
DOLCI
CEREALI
birra
cioccolata calda
superalcolici
carne affumicata
carne in scatola
fegato di pollo
pancetta
prosciutto
salame
salsiccia
selvaggina
caviale
aringhe in salamoia
pesce affumicato
pesce salato ed
essicato
cavolo
cavolfiore
cipolle
crauti
fagioli
fave
olive
patate
piselli
avocado
banane
fichi
noci
uva
susine
uva passa
cioccolato
gelato
torte
paste al cioccolato
krapfen
dolci al caffè
crackers al
formaggio
pane con
formaggio
pane lievitato
caldo
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LATTE E
DERIVATI
latte fresco
latte a lunga
conservazione
panna, burro
yogurt
formaggio (fresco, stagionato)
prodotti confezionati per l’infanzia
(biscotti secchi,
pastina, omogenizzati, liofilizzati,
farine lattee)
alcuni prodotti di
pasticceria
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Fattori implicati nell’esordio di un attacco di emicrania
Fig.2
ORMONALI
DIETA
CAMBIAMENTI
STIMOLI SENSORIALI
STRESS
mestruazioni
ovulazione
terapia ormonale
sostitutiva
alcolici
cioccolato
formaggi stagionati
glutammato di sodio
dolcificanti artificiali
caffeina
frutta secca
nitrati e nitriti
agrumi
climatici
stagionali
viaggi
altitudine
imprevisti
disturbi del sonno
dieta
saltare i pasti
luci abbaglianti
luci tremolanti
odori
delusioni
attività intensa
perdite (separazione,
divorzio, lutto)
difficoltà nelle relazioni
perdita/cambiamento del
lavoro
periodi di crisi
Terapie utili
Agopuntura
Biofeedback
Una recente rassegna (Cochrane,
2009) indica che questa metodica
può essere considerata un trattamento sicuro e di dimostrata validità nella cefalea (in particolare in
quella emicranica e di tipo muscolotensivo). Tra i meccanismi d’azione
di questa terapia, che mediano l’effetto analgesico, troviamo la liberazione di endorfine e l’induzione dei
recettori oppioidi. L’agopuntura in
alcuni casi mostra una buona efficacia come rimedio non-farmacologico, mentre in altri può essere un
utile complemento alla farmacoprofilassi dell’emicrania.
Il biofeedback, termine derivato
dalla contrazione delle parole inglesi biological feedback, è una tecnica terapeutica utilizzata per il trattamento di vari disturbi e malattie in
medicina, psichiatria e psicosomatica. Il principio su cui si basa è costituito dalla possibilità di apprendere
a controllare e autoregolare varie
funzioni fisiologiche quali tensione
muscolare, temperatura cutanea,
conduttanza cutanea, pressione
arteriosa, frequenza cardiaca, che
normalmente sono al di fuori della
consapevolezza e del controllo volontario.
Il settore in cui questa metodica ha avuto
maggiore diffusione
è quello della terapia
dell’ansia cronica e
dei disturbi psicofisiologici stress-dipendenti, delle cefalee di tipo
tensivo e vascolare,
dei tic e del bruxismo.
Una recente metanalisi (per un totale di
55 studi) ha mostrato
che questa metodica è
in grado di ridurre in
maniera sostanziale e
significativa il dolore
e i sintomi psicologici
in pazienti emicranici
cronicizzati
(Nesto-
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riuc e Martin, 2007). Un’altra metanalisi (Trautmann et al., 2006) ha
fornito le medesime evidenze positive in bambini e adolescenti.
Stretching e yoga
Anche l’apprendimento di una serie di esercizi di contrazione e di
rilassamento muscolare (stretchins,
yoga) è in grado di produrre un generale rilassamento psicofisico. La
differenza con il biofeefback è che
quest’ultimo si rivolge a specifici
sistemi di risposta, mentre le tecniche di rilassamento favoriscono il
benessere generale dell’organismo.
Anche un
“pace-maker”
può servire
La stimolazione del nervo occipitale, una metodica di avanguardia che
sta fornendo risultati soddisfacenti,
ha mostrato di ridurre il dolore cronico da emicrania in pazienti intolleranti alle terapie farmacologiche.
Viene utilizzato una sorta di pacemaker sottocutaneo impiantato a
livello occipitale che ha la capacità
di “spegnere” la cefalea cronica grazie a una leggera scossa data ai nervi
occipitali da due mini-cateteri.
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Trattamenti non-farmacologici e cefalee
Partenio
Il partenio (Tanacetum parthenium), noto anche come feverfew
(in inglese “antipiretico”) è un’erba
molto diffusa, tradizionalmente utilizzata com antinfiammatorio, antisettico e antiemicranico. Nella moderna fitoterapia è principalmente
impiegato nella profilassi dell’emicrania.
Gli effetti del partenio sono stati
sufficientemente studiati, con risultati variabili e con forti indicazioni
di prevenzione profilattica ma non
abortiva sull’emicrania. Il meccanismo d’azione del partenio sembra
collegato all’inibizione dell’aggregazione piastrinica e al blocco del
rilascio di serotonina nelle piastrine
e nei neutrofili. Il partenio ha anche
attacchi, anche se non si è osservata una diminuzione nella gravità. In
un altro studio la sintomatologia è
stata diminuita assumendo una dose
profilattica di 50 mg di partenio al
giorno.
L’estratto secco (50-400 mg) standardizzato nel principio attivo più
importante, il partenolide (0.20.75%) è in grado di fornire risultati
apprezzabili.
che il partenio rappresenta un rimedio preventivo dell’emicrania.
Magnesio
Il magnesio svolge un importante
ruolo nella produzione di energia
a livello mitocondriale, nella comunicazione tra cellule, rilassamento muscolare e scheletrico e nella
produzione e regolazione della serotonina e altri neurotrasmettitori.
Nei soggetti sofferenti di emicrania
sono stati osservati livelli significativamente bassi di magnesio nel
sangue, nel liquido cerebrospinale
e nella saliva. Il magnesio regola il
tono delle arterie cerebrali, modula
il rilascio di ossido nitrico (NO) dai
vasi sanguigni e controlla il rilascio
di serotonina. Una riduzione dei li-
Autore
Pazienti/dropout
Terapia
Parametri misurati
Risultati
Johnson et al.
17/2
2 cps (25 mg) di polvere
partenio
Frequenza del mal di testa, incidenza di nausea
e vomito.
La frequenza del mal di
testa è diminuita rispetto
ai soggetti placebo.
Frequenza, durata e
gravità del mal di testa.
Incidenza di nausea e
vomito.
24% di riduzione nella
frequenza degli attacchi;
significativa riduzione di
nausea e vomito. Nessun
cambiamento nella durata e gravità degli attacchi.
Nessun effetto
Murphy et al.
72/12
1 cps (82 mg) di polvere
partenio
Kuritzky et al.
20/nr
100 mg di partenio
Effetti del partenio
sull'uptake di 5-HTP e
sull'attività delle piastrine.
Weerdt et al.
50/6
1 cps (143 mg) di partenio granulato
Gravità degli attacchi di
Nessun effetto significaemicrania, giorni di lavoro tivo.
persi.
57/nr
2 cps (50 mg) di polvere
di partenio
Intensità del dolore; gravità di nausea e vomito;
sensibilità a rumore e
luce.
Palevich et al.
un effetto sulla sintesi delle prostaglandine e potrebbe quindi ridurre
l’infiammazione vascolare a livello
cerebrale.
Alcuni studi clinici hanno mostrato
la sua efficacia. In uno di questi, in
76 soggetti affetti da emicrania ha
ridotto del 24% la frequenza degli
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In una recente rassegna (Centre for
Reviews and Dissemination, 2008),
è stata valutata l’efficacia del partenio nell’emicrania in studi clinici,
placebo-controllati, randomizzati. Il
dosaggio variava da 6.25 a 143 mg/
die e il periodo di trattamento da 1
a 6 mesi. I risultati ottenuti indicano
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Significative riduzione in
tutti i parametri osservati.
velli di magnesio intracellulare è
stata osservata nella corteccia dei
pazienti durante un attacco di emicrania.
I migliori risultati ottenuti con la
somministrazione di magnesio sono
stati riportati nel trattamento acuto
di pazienti con aura e nella profilassi
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nr = non riportati
PARTENIO ED EMICRANIA: EVIDENZE CLINICHE
dell’emicrania premestruale. L’efficacia del magnesio nella terapia della fase acuta potrebbe essere collegata ai livelli di magnesio ionizzato.
Per ottenere un beneficio profilattico è richiesta la supplementazione
di magnesio per almeno 3-4 mesi.
La somministrazione di magnesio è
stata associata con la riduzione del
40% nella frequenza dell’emicrania
dopo la 9a settimana di trattamento.
In altri studi controllati, gli integratori di magnesio hanno mostrato un
buon grado di utilità nel ridurre la
frequenza in pazienti pediatrici. La
dose media di magnesio utilizzata
negli studi era di 350-500 mg/die,
anche se si è registrato come effetto
collaterale la diarrea.
È stato ipotizzato che la carenza di
magnesio possa provocare numerosi sintomi della PMS (sindrome premestruale). In uno studio su donne
con emicrania associata al ciclo mestruale, 360 mg di magnesio al giorno sono stati più efficaci del placebo nella riduzione dei sintomi.
Vitamina B-2
(riboflavina)
Alte dosi di riboflavina (vitamina
B-2), un metabolic enhance, possono prevenire gli attacchi di emicrania, come riportato da uno studio europeo pubblicato sulla rivista
scientifica European Journal of
Neurology. Secondo lo studio, gli
effetti benefici sono apparsi dopo
un mese di assunzione giornaliera
di 400 mg di B-2. Questo dosaggio
è superiore a quello raccomandato
di questa vitamina; tuttavia, essendo
una vitamina idrosolubile, quantitativi eccessivi di B-2 non si depositano nell’organismo, ma vengono
eliminati con le urine.
Un deficit del metabolismo della
riboflavina nel mitocondrio, condizione che pregiudica il metabolismo dell’ossigeno, potrebbe avere
un ruolo nella patogenesi dell’emicrania. Ed è proprio grazie al ruolo svolto dalla riboflavina svolto
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fenolici del salice possiedono effetti
fisiologici e farmacologici similari.
B-2 Riboflavina
Nel tratto intestinale tali sostanze
• sembra che i pazienti emicrasi convertono nel principio attivo,
nici abbiano un difetto mitoconl’acido salicilico.
driale nella regolazione dell’O2
A causa del tempo di conversione, le
proprietà terapeutiche sono espres• la riboflavina è il precursore di
se più lentamente rispetto al farmamolecole chiave nella catena di
co, ma continuano ad essere efficaci
trasporto degli elettroni nel mitoper un tempo maggiore di quello
condrio
dei salicilati. La salicina svolge atti• 200 mg/die ai pasti per 3 mesi
vità analgesiche e antinfiammatorie
produce il 68% di riduzione desimili a quelle dell’aspirina, inibengli attacchi di emicrania (studio
do la produzione di prostaglandine,
randomizzato controllato)
sostanze importanti nella mediazione del dolore, dell’infiammazione e
• effetto collaterale: colorazione
della febbre. Questo composto ha
gialla delle urine
mostrato un’azione antiaggregante
piastrinica minore di quella dell’aciSchoenen, Neurology 1998; Sando acetilsalicilico. Particolare di
dor, Headache 2000; Magis, Headache 2007.
importanza non secondaria, la salicilina non presenta gastrolesività, al
nell’apporto di ossigeno alle cellule, contrario dell’acido acetilsalicilico.
che tale nutriente presenta un’azio- E’ stato recentemente osservato che
ne positiva contro l’emicrania, ridu- Salix alba riconosce, interagisce
cendo la frequenza degli attacchi e e coopera con i recettori 5-HT2a
i giorni di durata. Gli effetti sono osservabili già dopo 1 mese di terapia,
anche se l’effetto massimo si sperimenta dopo 3 mesi.
L’utilizzo della riboflavina come
agente anti-emicrania, eventualmente associata ai farmaci prescritti, è
preferibile, grazie al bilancio positivo tra efficacia ed effetti collaterali,
tenendo comunque presente che gli
effetti sono raggiungibili non prima
delle 6-8 settimane di trattamento.
Per l’eccellente grado di tolleranza, e 5-HT2c e i recettori 5-HT1d, che
la riboflavina può essere il nutrien- hanno mostrato di avere un ruolo
te di prima scelta per bambini e nella profilassi dell’emicrania. Salix
adolescenti e, se una profilassi anti- alba potrebbe favorire gli effetti
emicrania fosse necessaria, durante della serotonina endogena a questi
la gravidanza.
recettori durante l’attivazione trigemino-vascolare, risultando in un
effetto triptano-simile, riducendo
l’infiammazione neuronale. SeconLe proprietà del salice bianco (Salix do questo meccanismo, la durata e
alba), diffuso rimedio antireumatico l’intensità del dolore dovrebbero
e antipiretico, sono note fin dall’an- essere ridotte. L’attività antinfiamtichità. La corteccia (in particolare matoria del salice potrebbe svolgequella dei giovani rami di 2-3 anni), re un ruolo negli effetti preventivi
contiene salicilina, il precursore fi- della cefalea e nei dolori d’origine
toterapico dell’aspirina (acido ace- flogistica, in particolare quando astilsalicilico), anche se tutti i glicosidi sociato al partenio.
Salice bianco
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5-HTP
bile per la sintesi di ATP. Potente antiossidante e stabilizzatore di memGriffonia simplicifolia brana, questo coenzima mostra in
particolare attività cardioprotettiva,
La Griffonia simplicifolia è una neuroprotettiva e antiaging.
pianta che cresce in alcune regioni In uno studio in aperto 31 pazienti
dell’Africa Occidentale, nelle quali è hanno assunto 150 mg di coenzima
ampiamente utilizzata dalle popola- Q10, che come la riboflavina è un
zioni che ne usano corteccia, radice metabolic enhancer, in un’unica
e foglie.
somministrazione giornaliera per
I semi di Griffonia che vengono 3 mesi. Il 63% dei partecipanti ha
utilizzati in fitoterapia sono ricchi mostrato oltre il 50% della riduziodi 5-idrossitriptofano (7-10%), il cui ne del numero degli attacchi, senza
massimo contenuto viene osservato effetti collaterali.
a maturazione completa.
In un altro studio in doppio cieco
Studi risalenti agli anni ’60 hanno controllato, 100 mg di questo coenindividuato nella pianta elevate con- zima 3 volte al giorno hanno portacentrazioni di L-5HTP, che fa della to a una significativa riduzione nella
griffonia una ricca fonte di seroto- frequenza dell’emicrania. La carenza
nina. È stato osservato un collega- di coenzima Q10 è una condizione
mento tra serotonina ed emicrania. piuttosto diffusa nell’emicrania peI livelli plasmatici di 5-HTP sono diatrica e in quella degli adolescenti.
più bassi nei soggetti che soffrono L’identificazione della sua carenza e
di emicrania rispetto ai quelli sani. la conseguente somministrazione
In alcuni studi la supplementazione (1-3 mg/kg/die) può fornire buoni
di 5-HTP ha mostrato di ridurre la risultati clinici a questi pazienti.
Almeno 3 studi hanno mostrato
l’efficacia terapeutica del coenzima
Q10 nella prevenzione di questa patologia. Rozen et al. hanno evidenziato una significativa riduzione nel
numero dei giorni di emicrania, che
si è verificata a partire dal primo
mese di trattamento profilattico.
Nello studio di Sandor in doppio
cieco, placebo-controllato, la ridugravità degli attacchi. Studi clinici zione della frequenza degli attacchi
condotti su oltre 400 pazienti evi- fu significativa nel gruppo che avedenziano il miglioramento della sin- va assunto 300 mg di coenzima Q10,
tomatologia, sia nella frequenza che rispetto al gruppo placebo. Nel suo
nella gravità. Il 74% dei pazienti ha studio randomizzato, Hershey ha
risposto positivamente al trattamento, mentre nell’86% dei casi è stato
evidenziato un miglioramento dei
sintomi delle sindromi dolorose.
Melatonina
La melatonina è un ormone prodotto da una ghiandola posta alla base
del cervello, la ghiandola pineale, o
epifisi, nella quale viene sintetizzata
a partire dalla serotonina. Quando
verso la fine degli anni ’50 fu scoperta la melatonina, si considerò
l’ipotesi che la ghiandola pineale,
grazie alla sua secrezione ormonale,
fosse in grado di regolare le funzioni
endocrine di altri organi. La secrezione di melatonina segue un ritmo giornaliero: inizia verso sera (h.
20.00), raggiunge il culmine di notte
(h. 3.00-4.00), scende al minimo al
mattino (h. 8.00-9.00) e rimane bassa durante il giorno.
La produzione di melatonina decresce con l’età; quando l’uomo invecchia, la ghiandola pineale si calcifica
e produce quantità sempre minori
di melatonina. I livelli di questo ormone sono alti nell’infanzia e iniziano a diminuire durante la pubertà,
regolarmente, fino alla vecchiaia
(-90%).
La ghiandola pineale, e quindi la
melatonina, sono state associate alla
patofisiologia dell’emicrania. Alcuni
pazienti emicranici sono sensibili
agli agenti ambientali che influenzano la secrezione di melatonina.
In alcuni studi sono stati osservati
anomalie nella secrezione della melatonina nei pazienti emicranici e
il miglioramento della sindrome in
seguito alla somministrazione orale
della stessa.
Almeno 6 studi hanno riportato una
o più associazioni della melatonina
con l’emicrania, 4 dei quali hanno
rilevato bassi livelli di melatonina di
base, durante la fase acuta dell’attacco, con insonnia o, nell’emicrania
mestruale, senza il suo normale inCoenzima Q10
cremento che si verifica durante la
(ubidecarenone)
fase luteale.
In uno studio in aperto la sommiIl coenzima Q10 è un nutriente che
nistrazione serale di melatonina (3
svolge un importante ruolo nella
mg/die per 3 mesi) a bambini con
catena respiratoria dei mitocondri, mostrato la risposta alla supplemen- emicrania primaria, ha mostrato il
dove agisce come trasportatore di tazione di coenzima Q10 nell’emi- miglioramento dei sintomi e la riduelettroni e risulta quindi indispensa- crania pediatrica e degli adolescenti. zione degli attacchi.
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migraine. Headache 2007, Jan;47(1):7380.
Miano S, Parisi P, Pelliccia A, Luchetti
A, Paolino MC, Villa MP. Melatonin to
prevent migraine or tension-type headache in children. Neurol Sci 2008
Spet;29(4):285-7.
Informazioni Riservate Esclusivamente alle Persone
Qualificate nei Settori della Medicina, Alimentazione e
Farmacia (art. 6 comma II - D.L. n. 111 del 27 gennaio
1992). Vietata la Divulgazione al Pubblico
Aggiornamento Settembre 2010
www.pho.it
Partenio
300 mg
0,2% Partenolide
Feverfew
RELAX
Informazioni Prodotto
Ogni capsula contiene
Partenio sommità fiorite
300 mg
(Tanacetum parthenium) estratto secco titolato
0,2% [600mcg] partenolide maltodestrina, agente di carica (cellulosa m.c.), antiagglomeranti (magnesio stearato vegetale e biossido di silicio).
Capsula di origine vegetale in idrossipropilmetilcellulosa.
cefalea ricorrente, è stato somministrato estratto di
partenio (82 mg/die), o un placebo per 4 mesi. Al
termine è stata evidenziata una riduzione del 24%
nel numero e nell’intensità delle crisi di cefalea nei
pazienti trattati con partenio, oltre alla riduzione
degli accessi di vomito. Si è inoltre constatato che il
numero dei giorni lavorativi persi a causa degli attacchi erano inferiori nei soggetti che avevano assunto
partenio (68), rispetto al gruppo che aveva assunto
il placebo (76).
Azione antinfiammatoria
Il partenio, Tanacetum parthenium, è una pianta originaria dell’Europa sud orientale, diffusa anche in Australia
e Nord America, usata per secoli come rimedio contro
numerosi disturbi quali febbre, irregolarità mestruali e
cefalee. La droga è composta dalle parti aeree raccolte
durante la stagione estiva quando la pianta è in fiore.
Nella fitoterapia moderna il partenio è utilizzato principalmente nella profilassi dell’emicrania, mentre risulta
meno efficace quando l’emicrania è già presente.
Il principio attivo più importante è un lattone sesquiterpenico, il partenolide, la cui somministrazione ad animali
da esperimento ha mostrato effetti analgesici e la capacità di inibire l’aggregazione piastrinica.
Il partenolide ha mostrato, inoltre, di inibire la crescita di
linee cellulari tumorali in vitro, con una virtuale capacità
di potenziare la sensibilità delle cellule cancerose ai farmaci chemioterapici.
Sembra esercitare anche un’attività antistaminica e
antiprostaglandinica. In particolare, in vitro inibisce in
maniera dose-dipendente l’attività della ciclossigenasi e
della 5-lipossigenasi, riducendo la sintesi di leucotrieni,
soprattutto di leucotrieni B-4, citochine proinfiammatorie
come il TNF alfa e l’interleukina 1. I risultati clinici sono
molto positivi, confermati in studi in doppio cieco e statisticamente significativi.
Già nell’antichità il partenio era considerato un ottimo rimedio per la febbre e altri stati infiammatori. Gli
estratti di partenio titolati in partenolide hanno mostrato di svolgere azione antinfiammatoria. Sembra
che questa sostanza abbia la capacità di prevenire il
rilascio di acido arachidonico, precursore delle prostaglandine. L’azione antinfiammatoria viene svolta
mediante l’inibizione della degradazione dei polimorfonucleati che esercitano la funzione fagocitaria nei
processi infiammatori.
Azione antispasmodica
Grazie all’effetto antispasmodico che la droga esercita a livello della muscolatura liscia, è possibile pensare
all’applicazione del partenio in caso di crampi mestruali e dolori della sindrome premestruale.
Utile in caso di
• EMICRANIE E CEFALEE
• PATOLOGIE INFIAMMATORIE
• DOLORI MESTRUALI
• FEBBRE
Modo d’uso
1 capsula al giorno durante i pasti con
un bicchiere d’acqua abbondante.
Avvertenze
Non assumere in gravidanza e durante l’allattamento. Controindicato nei
soggetti allergici alle piante appartenenti alla famiglia delle Asteraceae (o
Compositae). Non associare ad anticoagulanti, antiaggreganti piastrinici e
antinfiammatori non steroidei.
Integratori sinergici
Magnesium 375
Ginkgo Plus
PMS
B-2 100
Salice Bianco
Prevenzione emicrania e cefalea
Il partenolide esplica un’azione rilassante sulla muscolatura liscia dei vasi sanguigni, esercitando un effetto contrario alle sostanze vasocostrittrici rilasciate dalle piastrine. Sembra inoltre che il partenolide
inibisca il rilascio di serotonina, fattore scatenante
l’emicrania, agendo sui leucociti polimorfonucleati riducendone la degranulazione e diminuendo di conseguenza l’emissione di sostanze proinfiammatorie e
vasocostrittrici.
Uno studio della City of London Migraine Clinic ha dimostrato la capacità di un preparato a base di partenio di ridurre di circa 2/3 gli attacchi di emicrania nel
gruppo dei pazienti trattati, registrando un risultato
simile a quello di alcuni farmaci per combattere l’emicrania (Johnson ES et al., 1985). Secondo questi dati è
possibile affermare che l’assunzione di partenio è in
grado di alleviare almeno 1/4 di tutti i tipi di cefalee.
In una revisione di 6 studi sull’effetto preventivo
dell’emicrania di questa pianta (con dosaggi che variavano tra gli 82 e 143 mg/die), per un periodo di
1-6 mesi, il partenio ha mostrato effetti benefici in
quasi tutti gli studi, rispetto al placebo, riducendo incidenza e gravità degli attacchi, nausea e vomito.
In uno studio clinico a 72 pazienti affetti da crisi di
50 capsule
# 0206
bibliografia
• Sheldon S. Hendler, D. Rorvik. PDR for nutritional supplements. Thomson
2001 pp306-309.
• Pfaffenrath V, Diener H, Fischer M, et al. The efficacy and safety of
Tanacetum parthenium (feverfew) in migraine prophylaxis - a double blind, placebo-controlled dose-response study. Cephalalgia
2002;22:523-532.
• Ernst E, Pittler MH. The efficacy and safety of feverfew (Tanacetum
parthenium): an update of a systematic review. Public Health Nutrition
2000;3:509-514.
­201
Magnesium 375
375 mg
Magnesio ad Elevata Biodisponibilità
MINERALE ANTISTRESS
Informazioni Prodotto
Ogni tavoletta contiene
Magnesio
375 mg*
Ingredienti: ossido di magnesio, agente di carica (cellulosa m.c.), stabilizzante (sorbitolo), addensante (carbossimetilcellulosa di sodio), agente di carica (calcio fosfato
bibasico), antiagglomerante (magnesio stearato vegetale),
ascorbato di magnesio, citrato di magnesio, gluconato di
magnesio, succinato di magnesio, agenti di rivestimento
(amido di mais, talco e glicerolo), colorante esterno
(biossido di titanio).
*100% RDA (Razione Giornaliera Raccomandata)
Il magnesio (Mg) è l’elemento catalitico e strutturale
di maggiore significato nella fisiologia dell’organismo
umano. Necessario per l’integrità funzionale e anatomica di numerosi organelli cellulari, è coinvolto in tutte le
principali vie metaboliche (carboidrati, proteine e lipidi)
e nelle reazioni di ossidoriduzione. Partecipando a più di
300 reazioni biochimiche, il Mg risulta essenziale per la
crescita, la difesa immunitaria, la produzione di energia,
l’attività nervosa, cerebrale e muscolare, in particolare
quella relativa al muscolo cardiaco.
Sistema cardiovascolare
Il deficit primario di magnesio è considerato tra i primi fattori di rischio per le malattie cardiovascolari ed
è stato associato a numerose condizioni:
Aritmie cardiache Il Mg ha un ruolo essenziale nell’elettrofisiologia cardiaca. Il suo utilizzo come
agente di controllo dell’aritmia ventricolare e sopraventricolare è un’area di interesse crescente negli ultimi anni. Negli studi effettuati su alcuni tipi di aritmia
(QT lungo, aritmia ventricolare asintomatica e postoperatoria) si è potuto constatare che la supplementazione di Mg rappresenta un approccio fisiologico con
un ottimo rapporto costo-efficacia-sicurezza.
Malattia coronarica Il Mg mostra un ruolo rilevante
nella patogenesi delle malattie delle coronarie e della
morte cardiaca improvvisa. Sono stati osservati per 10
anni 400 soggetti (25-63 anni) ad alto rischio e divisi
in 2 gruppi: al 1° fu prescritta una dieta ricca di Mg,
mentre il 2° seguì la dieta usuale. Le complicazioni
totali nel 1° gruppo furono significativamente minori
di quelle del 2° (28,6% contro 60,3%). La morte cardiaca improvvisa fu una volta e mezza maggiore nel
2° gruppo rispetto al 1° e la mortalità totale fu nel
1° gruppo del 10,7%, nel 2° del 18%.
Ipertensione Bassi livelli nel siero o un apporto carente di Mg sono associati all’incremento del rischio
di malattia coronarica e ipertensione. Studi epidemiologici, in vivo e clinici hanno dimostrato che l’assunzione orale di Mg (365 mg/die) può esercitare un
effetto benefico sull’ipertensione leggera-moderata.
di Mg, condizione che riduce ulteriormente i livelli di
Mg nei tessuti.
Depressione In numerosi studi la somministrazione
di Mg, in particolare nella depressione e nei disturbi
comportamentali, il Mg ha mostrato effetti benefici.
In uno studio condotto da Cox et al. su soggetti affetti da depressione cronica primaria, è stato rilevato
che l’89% dei pazienti presentava carenza di Mg. Il
suo deficit è stato osservato anche in pazienti schizofrenici, maniaco-depressivi e in bambini affetti da
iperattività e disturbi dell’attenzione (ADHD).
Emicrania La carenza di Mg induce una costrizione e
uno spasmo dei vasi sanguigni cerebrali, provocando
ipereccitabilità cellulare. È stato osservato che il 50%
dei pazienti durante un attacco acuto di emicrania
mostra bassi livelli di Mg. In alcuni studi in doppio
cieco la somministrazione orale di Mg (600 mg/die)
ha mostrato di ridurre la frequenza degli attacchi e i
giorni di durata dell’emicrania.
Sindrome premestruale In uno studio studio su 192
donne sofferenti di PMS, la supplementazione di Mg
(360 mg 3 volte/die) in particolare durante la fase
luteale, dall’ovulazione alla mestruazione, ha favorito
la riduzione di irritabilità, ansia, depressione, gonfiore
agli arti e tensione mammaria. In un altro studio la
somministrazione di Mg durante la settimana che
precede il ciclo ha mostrato di ridurre la durata dei
giorni di emicrania e dei sintomi di questa sindrome.
Sistema osteoarticolare
In alcuni studi in donne in menopausa, la somministrazione di Mg ha mostrato di prevenire il rischio
di fratture e promuovere l’aumento della densità
ossea. Il consumo Mg supplementare rappresenta
anche un fattore protettivo per il mantenimento di
un corretto equilibrio acido-basico. Infatti, l’organismo
nel tentativo di compensare l’eccesso di acidi assunti
con la dieta, utilizza le basi presenti nelle ossa, tra cui
il Mg, provocando fragilità ossea e osteoporosi. Il Mg
svolge un ruolo importante nella funzione muscolare, tant’è che tra i sintomi della sua carenza vi sono i
crampi muscolari.
Stipsi
Possiamo considerare il Mg un lassativo naturale. La
sua carenza può provocare stipsi perché il Mg regola
e mantiene l’alcalinità intestinale e previene la formazione di gas nel tratto gastrointestinale.
• ARITMIE CARDIACHE
• TERAPIE A BASE DI DIURETICI
• IPERTENSIONE LEGGERAMODERATA
• STRESS
• EMICRANIA E CEFALEA
TENSIVA
• DEPRESSIONE
• OSTEOPOROSI
• SBALZI D’UMORE
• CRAMPI MUSCOLARI
• SINDROME PREMESTURALE
• STIPSI
Modo d’uso
1 tavoletta al giorno con acqua
durante il pasto.
Avvertenze
Non assumere in caso di insufficienza
renale, blocco atrio-ventricolare di
grado elevato e miastenia grave.
Può causare diarrea, nausea e
crampi addominali. Può diminuire
l’assorbimento di farmaci bifosfonati,
chinolonici e tetracicline.
Integratori sinergici
Calcium 750
B-6
Potassium 99
Biancospino
LaxFactors
Adrenal
Rodiola
100 tavolette
# 0046
Sistema nervoso
Stress La carenza di Mg si verifica durante condizioni
di stress intenso, sia fisico che mentale. Il suo deficit,
inoltre, aumenta le conseguenze negative dello stress.
Queste reazioni sono mediate dall’eccessivo rilascio
degli ormoni dello stress (catecolamine e corticosteroidi), la cui produzione aumenta in caso di deficit
Utile in caso di
bibliografia
• Schulze MB et al. Fiber and magnesium intake and incidence of type 2
diabetes - a prospective study and meta-analysis. Arch Intern Med
2007;167:956-965.
­151
B-2
100 mg
Riboflavina (vitamina B-2)
INTEGRITÀ CELLULARE
Informazioni Prodotto
Ogni compressa contiene
Vitamina B-2 (riboflavina)
100 mg
agente di carica (calcio fosfato bibasico), stabilizzante
(sorbitolo), antiagglomeranti (acido stearico e magnesio
stearato vegetali), addensante (carbossimetilcellulosa di
sodio), emulsionante (lecitina di soia), agenti di rivestimento
(idrossipropilmetilcellulosa e polietilenglicole).
La vitamina B-2, o riboflavina, è una vitamina idrosolubile del gruppo B, che viene rapidamente assorbita
dal tratto gastrointestinale e, a causa della sua facile
escrezione, difficilmente immagazzinata nell’organismo.
La vitamina B-2 si trasforma per il 75% in flavin-adenindinucleotide (FAD) e per il 25% in flavin-mononucleotide (FMN). Funzionando da trasportatori dell’ossigeno,
questi due composti rivestono un ruolo fondamentale
nella degradazione di vari substrati e intervengono nelle
reazioni ossidoriduttive, entrando in questo modo a far
parte della catena respiratoria. La vitamina B-2 partecipa a numerose reazioni cellulari essenziali per produrre
energia e per consentire il normale metabolismo di zuccheri, grassi e proteine. La riboflavina è particolarmente
legata al metabolismo delle proteine e la sua carenza
può provocare la riduzione della loro sintesi: per questo
motivo viene definita “vitamina della crescita”. Intervenendo nelle reazioni di trasformazione di altri nutrienti
(vitamina B-6, acido folico, niacina e vitamina K) nelle
loro forme biologicamente attive, un suo stato carenziale
può provocare a cascata il deficit di altre vitamine.
Più che una vera e propria carenza, è maggiormente
diffusa la cosiddetta carenza subclinica, riscontrabile in
particolare in donne che utilizzano contraccettivi orali,
bambini, diabetici, adolescenti e anziani. La vitamina B-2
viene distrutta dalla luce e persa in considerevoli quantità nell’acqua di cottura degli alimenti.
cataratta, rispetto ai soggetti che ne consumavano
poca. In un recente studio su 408 donne è stato trovato che l’alto apporto di riboflavina con la dieta è
inversamente associato al cambiamento dell’opacità
del cristallino in 5 anni.
Profilassi dell’emicrania
Secondo una recente teoria, il metabolismo alterato dell’ossigeno nei mitocondri cerebrali può essere implicato nella patologia dell’emicrania. Grazie al
loro ruolo di trasportatori di ossigeno, FAD e FMN
potrebbero essere utilizzati nella profilassi di questo disturbo. In uno studio in doppio cieco durato
3 mesi, condotto su 55 pazienti affetti da emicrania,
la somministrazione di riboflavina (400 mg/die) ha
riportato interessanti risultati rispetto alla durata degli attacchi e il numero di giorni di questa sindrome.
Un altro studio clinico ha evidenziato che la supplementazione di 400 mg/die di riboflavina per 3 mesi è
in grado di ridurre la frequenza media degli attacchi.
Sebbene queste ricerche siano preliminari, i dati provenienti dalla maggior parte degli studi suggeriscono
che la supplementazione di vitamina B-2 potrebbe
essere un’utile aggiunta alla terapia farmacologica di
prevenzione dell’emicrania.
Abuso di alcolici
Dati recenti indicano che il 50% dei soggetti che
abusano di alcolici presenta una carenza di vitamina
B-2 (la quantità di tale nutriente viene misurata dalla
ridotta attività del glutatione).
Utile in caso di
• DERMATITI SEBORROICHE
• RAGADI LABIALI
• CATARATTA
• PROTEZIONE OCULARE
• EMICRANIA
• PROTEZIONE ANTIOSSIDANTE
• ASSUNZIONE DI
CONTRACCETTIVI ORALI E
ANTIBIOTICI
• ABUSO DI ALCOLICI
Modo d’uso
1 compressa al giorno con acqua
durante il pasto.
Avvertenze
Gli integratori a base di riboflavina
conferiscono una colorazione gialloverde alle urine, che tuttavia non
riveste alcun significato patologico.
Integratori sinergici
B Complex 50 t/r
OcuFactors Plus
Partenio
Magnesium 375
Manifestazioni cutanee
e problemi alle mucose
Chiazze eritematose con successive ragadi agli angoli
della bocca (cheiliti), dermatiti seborroiche nelle pieghe naso-labiali e glossiti, sono alterazioni che, trattate con riboflavina (soprattutto sotto forma di trattamento coadiuvante), possono migliore rapidamente.
Antiossidante
La riboflavina ha un’attività antiossidante, che deriva
dal suo ruolo di precursore del FAD e come cofattore nella produzione del glutatione. La carenza di
riboflavina incrementa la perossidazione dei lipidi e
diminuisce la generazione del glutatione ridotto, che
è necessario per il funzionamento dell’antiossidante
glutatione perossidasi.
100 compresse
# 0082
Cataratta e problemi oculari
Uno studio caso-controllo ha trovato una rilevante
riduzione del rischio (33-51%) di disturbi oculari in
donne e uomini con maggiore apporto giornaliero
di riboflavina, rispetto a quelli con una minore assunzione. Uno studio di prevalenza su 2.900 uomini e
donne australiani, di 49 anni e oltre, ha evidenziato
che la più alta assunzione di riboflavina era associata
alla riduzione del 50% di incidenza di sviluppo della
bibliografia
• Schoenen J, Jacquy J, Lenaerts M. Effectiveness of high-dose riboflavin
in migraine prophylaxis. A randomized controlled trial. Neurol 1998, vol.
50; issue 2:466-470.
• Manore MM. Effect of physical activity on thiamine, riboflavin, and
vitamin B-6. Am J Clin Nutr August 2000, vol. 72, n° 2; 598S-606s.
­47
Salice Bianco
400 mg
15% Salicina
White Willow
STAGIONE INVERNALE
Informazioni Prodotto
Due capsule contengono
Salice bianco corteccia
(Salix alba) estratto secco titolato
15% [120mg] salicina
800 mg
maltodestrina, antiagglomeranti (magnesio stearato vegetale e biossido di silicio). Capsula di origine
vegetale in idrossipropilmetilcellulosa.
e 5-HT2c e i recettori 5-HT1d, che hanno mostrato
di avere un ruolo nella profilassi dell’emicrania. Salix alba potrebbe favorire gli effetti della serotonina
endogena a questi recettori durante l’attivazione trigemino-vascolare, risultando in un effetto triptano-simile, riducendo l’infiammazione neuronale. Secondo
questo meccanismo, la durata e l’intensità del dolore
dovrebbero essere ridotte. L’attività antinfiammatoria del salice potrebbe svolgere un ruolo negli effetti
preventivi della cefalea, in particolare quando associato al partenio.
Le virtù terapeutiche della corteccia di salice bianco
(Salix alba) sono note fin dall’antichità. Diffuso rimedio
antireumatico e febbrifugo, il primo documento del suo
uso è rintracciabile nel Papiro Ebers, scritto oltre 3500
anni fa. La corteccia (in particolare quella dei giovani
rami di 2-3 anni), contiene salicilina, il precursore fitoterapico dell’aspirina (acido acetilsalicilico), anche se tutte le
glicosidi fenoliche del salice possiedono effetti fisiologici e
farmacologici similari. Nel tratto intestinale tali sostanze
si convertono nel principio attivo, acido salicilico. A causa
del tempo di conversione, le proprietà terapeutiche sono
espresse più lentamente, ma continuano ad essere efficaci per un tempo maggiore di quello dei salicilati. La
salicina svolge attività analgesiche e antinfiammatorie,
simili a quelle dell’aspirina, inibendo la produzione di
prostaglandine, sostanze importanti nella mediazione
del dolore, dell’infiammazione e della febbre. Questo
composto ha mostrato un’azione antiaggregante piastrinica minore di quella dell’acido acetilsalicilico. Particolare di importanza non secondaria, la salicilina non presenta gastrolesività, al contrario dell’acido acetilsalicilico.
Recenti studi clinici hanno mostrato l’efficacia della somministrazione dell’e.s. di corteccia di salice bianco nel
controllo del dolore lombare e nell’osteoartrite.
Utile in caso di
• DISTURBI REUMATICI
• MALATTIE FEBBRILI DA
RAFFREDDAMENTO
• STATI INFIAMMATORI
• MAL DI TESTA
Modo d’uso
1-2 capsule 2 volte al giorno con
acqua durante i pasti.
Avvertenze
Non assumere durante la gravidanza
e l’allattamento.
Integratori sinergici
RheumFactors
EPA & DHA
Bromelain
Partenio
Noni
Allergeni
Contiene salicilati.
Disturbi reumatici acuti e cronici
I salicilati sono stati utilizzati per circa un secolo per il
trattamento delle malattie articolari, sia di natura infiammatoria che degenerativa. Recenti rassegne confermano questo ruolo che si esplica mediante l’attività antinfiammatoria e analgesica. E’ stato condotto
uno studio randomizzato, doppio cieco, controllato
con placebo, su 78 pazienti affetti da osteoartrite, per
valutare l’efficacia terapeutica dell’e.s. di corteccia di
salice bianco tit. al 50% in salicilina, a un dosaggio di
240 mg/die, per 2 settimane. I sintomi sono stati valutati con il WOMAC Osteoarthritis Index (indice di misurazione di dolore, rigidità e funzionalità). Al termine
del trattamento è stato osservato un miglioramento
del 14% nei soggetti del gruppo verum, rispetto a
un peggioramento del 2% del gruppo placebo. In un
altro studio, 120 pazienti con lombalgia hanno ricevuto giornalmente e.s. di corteccia di salice contenente 120 o 240 mg di salicilina o un placebo, per
4 settimane. I risultati hanno mostrato nel 39% dei
soggetti del gruppo trattato con 240 mg di salicilina
la completa assenza di sintomi, mentre nel gruppo
che ne aveva assunta 120 mg la percentuale risultò
del 15%. Nel gruppo placebo fu del 6%.
Cefalee e dolori d’origine flogistica
E’ stato recentemente osservato che Salix alba riconosce, interagisce e coopera con i recettori 5-HT2a
50 capsule
# 0322
bibliografia
• Vlachojannis JE, et al. A systematic review on the effectiveness of
willow bark for musculoskeletal pain. Phytother Res 2009 Jan 12.
­216
5-HTP
100 mg
5-Idrossitriptofano
RELAX E BENESSERE MENTALE
Informazioni Prodotto
osservati in uno studio in doppio cieco su 14 donne
in sovrappeso (900 mg/die).
Una capsula contiene
Emicrania, cefalea
Griffonia semi
400 mg
(Griffonia simplicifolia) estratto secco titolato
25% [100mg] 5-HTP
maltodestrina, agente di carica (cellulosa m.c.), antiagglomeranti (magnesio stearato vegetale e biossido di silicio).
Capsula di origine vegetale in idrossipropilmetilcellulosa.
Il 5-HTP (5-idrossitriptofano), aminoacido naturale precursore del neurotrasmettitore serotonina e intermedio
del metabolismo del triptofano, partecipa alla regolazione del tono di umore, sonno, emozioni, appetito e
funzioni cognitive.
Il triptofano, precursore del 5-HTP e della serotonina, è
contenuto in numerosi alimenti, in particolare in carni
e latticini, tuttavia solo il 3% supera la barriera ematoencefalica per essere utilizzato, contro il 70% del 5-HTP.
Tra le fonti principali di 5-HTP troviamo i semi di una
leguminosa africana (Griffonia simplicifolia). L’attività
psicoattiva del 5-HTP sembra dipendere dalla sua azione sulla sintesi della serotonina nel SNC. Il 5-HTP stimola i neuroni serotoninergici ad aumentare la produzione
e di conseguenza il rilascio di serotonina.
Depressione e sbalzi d’umore
In numerosi studi clinici sono stati osservati livelli ridotti di 5-HTP in pazienti depressi. In un esperimento condotto in Francia in 28 (su 36) soggetti affetti
da depressione grave e trattati con 5-HTP, sono stati
riportati risultati positivi. In uno studio giapponese in
24 pazienti ospedalizzati per depressione, trattati con
5-HTP, sono stati osservati miglioramenti dei sintomi
depressivi. In uno studio in doppio cieco su 59 pazienti depressi trattati con 150-300 mg/die per 3 settimane, vi è stata una risposta positiva in 40 soggetti
(67,8%), 13 dei quali con netto miglioramento. L’80%
dei pazienti responsivi ha ottenuto il miglioramento
in 1 settimana.
Controllo dell’appetito
L’effetto dimagrante del 5-HTP è dato dal fatto
che, sottoforma di serotonina, inibisce il segnale della fame, riduce il desiderio di carboidrati e migliora
l’umore, aumentando il consumo calorico basale.
Cali di peso corporeo, in rapporto a placebo, si sono
verificati a dosaggi di 800-900 mg/die in alcune settimane, in percentuali variabili tra il 2 e il 5%, senza
alterazione del tono dell’umore.
In uno studio in doppio cieco placebo, condotto su
19 soggetti obesi, l’assunzione di 5-HTP (8 mg/kg/
die) per 5 settimane ha prodotto un calo di peso
pari al 5%, rispetto al gruppo di controllo. Un successivo esperimento della durata di 12 settimane, ha
ottenuto i medesimi risultati.
In un altro studio, a 20 donne in sovrappeso sono
stati somministrati 900 mg/die di 5-HTP, o del placebo, per 6 settimane. Alla conclusione dello studio
è stata osservata una riduzione del peso corporeo
(2-5%) nel gruppo che aveva assunto 5-HTP, ma
non nel gruppo placebo. Benefici similari sono stati
Bassi livelli di serotonina possono causare cefalee
croniche ed emicrania. Il 5-HTP è stato utilizzato con
successo nella prevenzione delle cefalee croniche
di vario tipo, incluse le emicranie di tipo tensivo. In
uno studio 124 pazienti sono stati trattati con 5-HTP
(600 mg/die) o metisergide (farmaco per l’emicrania) per 6 mesi. Si è osservato un miglioramento significativo nel 75% dei pazienti trattati con metisergide e nel 71% di quelli trattati con 5-HTP. Il 5-HTP ha
ridotto intensità e durata dell’attacco, piuttosto che la
frequenza, mostrando maggiore tollerabilità.
In un altro studio su 48 bambini (6-13 anni) l’assunzione di 4,5 mg/kg/die di 5-HTP ha prodotto una
riduzione del 70% nella frequenza delle emicranie,
contro l’11% del gruppo placebo.
Insonnia
Il 5-HTP è efficace nel trattamento dell’insonnia, in
particolare nel migliorare la qualità del sonno nella fase REM. Il 5-HTP è convertito direttamente in
melatonina, quindi, una parte degli effetti indotti sul
sonno dal 5-HTP, è il risultato dell’aumento dei livelli
di melatonina.
Alcuni ricercatori francesi hanno osservato che la
somministrazione di 100 mg/die di 5-HTP a soggetti
affetti da insonnia leggera, era in grado di indurre significativi miglioramenti nella qualità del sonno.
In uno studio su bambini sofferenti di incubi e paure
notturne persistenti, la somministrazione di 2 mg/kg/
die di 5-HTP in 6 mesi ha prodotto la remissione del
disturbo nell’83% dei bambini trattati.
Abuso psicostimolanti
Amfetamina e cocaina danneggiano l’integrità dei
neuroni serotoninergici del SNC. Alcuni studi indicano un potenziale utilizzo del 5-HTP per i consumatori di psicostimolanti ad alti dosaggi o cronici,
in particolare amfetamina, metamfetamina, cocaina.
I benefici maggiori riguardano il miglioramento dei
deficit cognitivi associati all’abuso di queste sostanze.
Utile in caso di
• DEPRESSIONE
• SOVRAPPESO
• SBALZI D’UMORE
• EMICRANIA, CEFALEA
• INSONNIA
• INCUBI NOTTURNI
• ABUSO PSICOSTIMOLANTI
• FAME NERVOSA
Modo d’uso
1 capsula al giorno con acqua durante
il pasto.
Avvertenze
Non assumere con farmaci
antidepressivi, durante la gravidanza,
l’allattamento e al di sotto dei 18 anni
di età. In caso di qualsiasi patologia
o durante l’assunzione di qualsiasi
farmaco, consultare il medico prima
di utilizzare il prodotto.
Integratori sinergici
Magnesium 375
Bed Time
Cal-Mag-Zinc
Rodiola
Slim Factors
Mellissa
Iperico
Fibromialgia
Si sono avuti buoni riscontri nell’attività analgesica in
soggetti affetti da fibromialgia. Sono in corso studi
per perfezionare dosaggi e tossicità.
50 capsule
# 0261
bibliografia
• Bruni O, Ferri R, Miano S, Verrillo E. L-5-Hydroxytryphtophan treat ment of sleep terrors in children. Eur J Ped 2004 Jul 402-7.
• Ribeiro CA. L-5-hydroxytryptophan in the profylaxis of chronic tension type headache: a double-blind, randomized, placebo-controlled study. Headache Jun 2000;40(6):451-6.
­23
Co En Q10 100
100 mg
Coenzima Q10
ANTIOSSIDANTE
Informazioni Prodotto
Ogni capsula contiene
Coenzima Q10 (Kaneka Q10™)
100 mg
Ingredienti: olio vegetale, emulsionante (lecitina di
soia), Kaneka Q10™ (coenzima Q10 - puro, cristallino
e di origine giapponese). Capsula in gelatina, colorante
(caramello).
Kaneka Q10™ è un marchio di
Keneka Corporation - Japan
Il coenzima Q10 (CoQ10), o ubichinone, è un cofattore
che svolge un ruolo primario nel metabolismo energetico cellulare. Costituente essenziale della catena respiratoria mitocondriale, è un potente antiossidante che
inibisce la perossidazione lipidica. Ridotti livelli plasmatici
di CoQ10 sono stati associati a forme di cardiomiopatia
e di scompenso cardiaco congestizio e a malattie neurodegenerative (Alzheimer, Parkinson), in cui il ruolo del
CoQ10 appare in stretta relazione con una ridotta attività antiossidante. È stato anche osservato il suo deficit
primario in alcuni tipi di encefalomiopatia mitocondriale.
Il CoQ10 rappresenta una sostanza antiaging che mostra effetti benefici sulla riduzione dei fenomeni dovuti al
declino senile naturale.
Dati recenti indicano che l’assunzione di statine inibisce
la sintesi di coenzima Q10 e pertanto in questo caso se
ne consiglia la supplementazione.
Il coenzima Q10 (ubidecarenone) utilizzato in questa
formulazione è completamente naturale e ottenuto
dalla fermentazione di lieviti, che lo rende bioidentico
a quello sintetizzato dal nostro organismo. Prodotto dal
gruppo giapponese Kaneka da oltre 30 anni, l’ubidecarenone KanekaQ10™ vanta ricerche e studi clinici che
ne confermano la qualità e la sicurezza.
Malattie cardiovascolari
Scompenso cardiaco congestizio È stato osservato
che i livelli di CoQ10 sono più bassi nei pazienti con
scompenso cardiaco congestizio rispetto a quelli sani.
La somministrazione di CoQ10 (100-200 mg/die
per 3 mesi), in associazione con la terapia convenzionale farmacologica, ha mostrato in questi pazienti
miglioramenti in alcune misurazioni della funzionalità
cardiaca. Una meta-analisi di 8 studi ha osservato
gli effetti della supplementazione di CoQ10 nello
scompenso cardiaco congestizio: in oltre 350 pazienti la sua somministrazione (che variava tra i 60 e i 200
mg/die) ha migliorato numerosi parametri cardiaci di
questa condizione.
Infarto del miocardio e chirurgia cardiaca In alcuni
studi su animali un pre-trattamento con il coenzima
Q10 ha mostrato la riduzione del danno del miocardio da ischemia-riperfusione. In pazienti in attesa di
by pass coronarico, il pre-trattamento con CoQ10
(60-300 mg/die) ha fornito benefici nel recupero
post-operatorio.
Angina pectoris In 5 piccoli studi placebo-controllo
sono stati esaminati gli effetti della supplementazione orale di CoQ10 (60-600 mg/die) in aggiunta alla
terapia farmacologica per angina pectoris. È stato osservato il miglioramento della tolleranza all’esercizio
fisico e ridotti o rallentati cambiamenti elettrocardiografici da ischemia rispetto ai soggetti placebo.
Ipertensione L’aggiunta di 120 mg/die di CoQ10
per 8 settimane alla convenzionale terapia in pazienti
con ipertensione e malattia coronarica, ha mostrato
di ridurre la pressione sanguigna sistolica (12 mm/
Hg) e diastolica (6 mm/Hg) rispetto ai soggetti placebo. In pazienti con ipertensione sistolica isolata, la
supplementazione di coenzima Q10 (120 mg/die) e
vitamina E (300 U.I./die) per 12 settimane ha portato
alla diminuzione media di 17 mm/Hg della pressione
sistolica, rispetto alla sola somministrazione di vitamina E. In soggetti diabetici, oltre al miglioramento della
pressione sanguigna, la somministrazione di CoQ10
ha mostrato un miglior controllo glicemico.
Funzione dell’endotelio vascolare Anche se sono
necessari ulteriori studi, la somministrazione di
CoQ10 ha mostrato di migliorare la vasodilatazione
endotelio-dipendente in pazienti diabetici e in pazienti con disfunzioni endoteliali.
Attività neuroprotettiva
È stata stata studiata la potenziale utilità del coenzima
Q10 in alcune malattie degenerative, quali morbo di
Parkinson, Alzheimer, sclerosi amiotrofica laterale e
morbo di Huntington. In particolare nel morbo di
Parkinson è stato evidenziato che la somministrazione di almeno 300 mg di questo coenzima è in grado
di rallentare il progressivo declino funzionale associato a questa patologia.
Invecchiamento
Il CoQ10 svolge un importante ruolo nella sintesi
dell’ATP, in particolare in qualità di antiossidante. Alcuni studi riportano che i livelli tissutali di coenzima
Q10 declinano con l’invecchiamento e pertanto la
sua supplementazione potrebbe essere importante
durante questo periodo.
Utile in caso di
• PROTEZIONE
CARDIOVASCOLARE
• ANGINA PECTORIS
• MORBO DI PARKINSON
• TERAPIE A BASE DI STATINE
• IPERTENSIONE MODERATA
• EMICRANIA
• CFS
Modo d’uso
1-2 capsule al giorno con acqua
durante i pasti.
Avvertenze
Può causare lievi disturbi intestinali.
Evitare l’uso contemporaneo a
farmaci anticoagulanti, insulina e altri
ipoglicemizzanti orali.
Integratori sinergici
E 400
L-Carnitine
L-Taurine
Biancospino
Allergeni
Emicrania
In uno studio pubblicato su Neurology (2005;64:7135) è stato riportato che la supplementazione con
CoQ10 può ridurre la frequenza degli attacchi di
emicrania nei soggetti che ne soffrono cronicamente. Questa attività preventiva era già stata osservata
in precedenza, mostrando la riduzione degli attacchi
mensili.
Contiene soia.
CFS (sindrome da affaticamento cronico)
Alcuni buoni risultati sono stati osservati nella CFS.
Pazienti affetti da questa sindrome, sottoposti a moderato esercizio fisico, sono stati trovati carenti di
CoQ10. La somministrazione di 100 mg/die di questo coenzima per 3 mesi ha mostrato una migliore
tolleranza all’esercizio fisico e un minore affaticamento post-esercizio.
30 capsule
fotoprotette
# 0333
bibliografia
• Belardinelli R, Mucaj A, Lacalaprice F, et al. Coenzyme Q10 and exercise
training in chronic heart failure. Eur Heart J 2006.
• Burke BE, Neuenschwander R, Olson RD. Randomized, double-blind,
placebo-controlled trial of coenzyme Q10 in isolated systolic
hypertension. South Med J 2001;94(11):1112-1117.
­85
Melatonin
3 mg
Melatonina a Rapido Assorbimento
CICLO SONNO-VEGLIA
Sbalzi d’umore
Informazioni Prodotto
Ogni compressa sublinguale contiene
Melatonina
3 mg
edulcoranti (sorbitolo e fruttosio), addensante (cellulosa
m.c.), aroma (menta piperita), antiagglomerante (magnesio stearato vegetale).
La melatonina è un ormone prodotto da una ghiandola posta alla base del cervello, la ghiandola pineale,
o epifisi, nella quale viene sintetizzata a partire dalla
serotonina. Per lungo tempo l’epifisi fu considerato un
organo privo di specifica funzione. Quando verso la fine
degli anni ’50 fu scoperta la melatonina, si considerò
l’ipotesi che la ghiandola pineale, grazie alla sua secrezione ormonale, fosse in grado di regolare le funzioni
endocrine di altri organi. La secrezione di melatonina
segue un ritmo giornaliero: inizia verso sera (h. 20.00),
raggiunge il culmine di notte (h. 3.00-4.00), scende al
minimo al mattino (h. 8.00-9.00) e rimane bassa durante il giorno. La produzione di melatonina decresce
con l’età; quando l’uomo invecchia, la ghiandola pineale
si calcifica e produce quantità sempre minori di melatonina. I livelli di questo ormone sono alti nell’infanzia e
iniziano a diminuire durante la pubertà, regolarmente,
fino alla vecchiaia (-90%).
La melatonina può essere utile anche in caso di depressione. Alcuni studi in doppio cieco indicano che
la sua supplementazione, anche a dosaggi bassi, è in
grado di ridurre gli sbalzi d’umore e i disturbi del sonno collegati alla depressione.
Calo delle difese immunitarie
Secondo numerosi studi, la melatonina sembra essere in grado di incrementare la produzione dei linfociti NK, cellule che svolgono funzione di sorveglianza
immunitaria, in particolare nei confronti delle cellule
tumorali e delle cellule infettate da virus. Esperimenti in vivo e in vitro hanno evidenziato la capacità di
questo ormone di inibire lo sviluppo di alcuni tipi di
tumore. Si attendono dati più precisi che possano
confermare questa interessante ipotesi.
Utile in caso di
• INSONNIA
• DISTURBI DEL SONNO
• STRESS
• DEPRESSIONE
• TINNITO (ASSOCIATO
ALL’INSONNIA)
Protezione antiossidante
Modo d’uso
Presente in elevate concentrazioni nel nucleo cellulare, la melatonina protegge il DNA dal danno dei
radicali liberi. La sua attività antiossidante è particolarmente efficace, poiché questa sostanza è sia liposolubile che idrosolubile. Grazie a questa proprietà, la
melatonina viene proposta per contrastare i processi
di invecchiamento cellulare che sono ritenuti responsabili dello sviluppo di numerose patologie.
1 compressa al giorno da sciogliere
lentamente sotta la lingua mezz’ora
prima di coricarsi.
Insonnia e disturbi del sonno
La melatonina, tra gli induttori del sonno disponibili,
è uno tra i più efficaci e sicuri; la sua azione, infatti si manifesta nel 90% dei soggetti dopo mezz’ora
dall’assunzione. Il sonno provocato dalla melatonina
risulta più naturale e ristoratore, favorendo un risveglio pieno di forza e vitalità. L’organismo umano
è regolato da un orologio interno che disciplina la
secrezione di ormoni in momenti diversi, per controllare le funzioni corporee. Questo bioritmo naturale delle secrezioni ormonali è chiamato “ritmo
circadiano”. La melatonina svolge un ruolo primario
nel sincronizzare la secrezione degli ormoni e il ciclo
sonno-veglia. Disturbi del sistema circadiano (equilibrio metabolico relativo alle 24 ore) possono anche
derivare dall’esposizione notturna a luce artificiale intensa, da turni lavorativi notturni e da turni di lavoro
a rotazione. Alcuni studi mostrano che nelle persone
anziane (che presentano bassi livelli di melatonina),
la somministrazione di 2 mg per notte di questo ormone produce benefici effetti in termini di qualità del
sonno, dopo tre settimane di trattamento.
Avvertenze
Non assumere durante la gravidanza
e l’allattamento. Non assumere
con bevande alcoliche, durante la
guida di veicoli o macchinari e al di
sotto dei 18 anni. Da usare sotto
stretta supervisione medica in caso
di qualsiasi patologia e durante
l’assunzione di qualsiasi farmaco.
Integratori sinergici
Valeriana
B-12
Magnesium 375
Bed Time
Iperico
Melissa
Sindrome da jet lag
Numerosi studi in doppio cieco hanno dimostrato
che la melatonina è molto efficace nella sindrome
da jet lag. La desincronizzazione tra i ritmi endogeni
dell’organismo e quelli dell’ambiente esterno, può
portare a disturbi quali affaticamento, insonnia o risveglio mattutino precoce, cefalea, irritabilità, stipsi e
una sensazione di malessere generale, sintomi tipici
che si possono verificare dopo lunghi viaggi transcontinentali. Si consiglia l’assunzione di melatonina
il giorno della partenza, all’orario corrispondente al
momento di coricarsi del luogo di destinazione, continuando l’assunzione per 3-4 giorni.
60 compresse
sublinguali
# 0228
bibliografia
• Arendt J. Melatonin, circadian rhythms, and sleep. N Eng Med 2000;
343:1114-6.
• Garfinkel D et al. Improvement of sleep quality in ederly people by
controlled-released melatonin. Lancet 1995; 346:541-4.
• Petrie K et al. Effect on jet-lag after long haul flights. BMJ
1989;298:705-7.
• Lewy AJ, Bauer VK, Cutler NL, Sack Rl. Melatonin treatment of winter
depression: a pilot study. Psychiatr Res 1998; 77:57-61.
­155
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Emicrania e cefalea - PHOENIX – Integratori Alimentari Long Life