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La storia ritrovata
Negli ultimi mesi sono stati pubblicati tre volumi che ripercorrono le origini e il passato dei quartieri di
Mercato Vecchio, Biadene e Caonada. Nati dalla spontanea iniziativa di cittadini appassionati,
sono la dimostrazione di un rinnovato interesse verso la storia comune dei luoghi in cui viviamo,
e stimoli importanti per far crescere il senso di appartenenza alla città
ra i molti risvegli di questa città ve
n’è uno verso il quale chi scrive non
può che nutrire una sfacciata preferenza. Mi riferisco alla riscoperta, non più
episodica o affidata all’iniziativa del singolo, della storia che ci riguarda. Ne sono
testimonianza quattro recenti pubblicazioni uscite negli ultimi undici mesi, particolare quest’ultimo del tutto straordinario e rivelatorio.
In due casi siamo di fronte all’intelligente
evoluzione di due mostre fotografiche di
quartiere (Mercato Vecchio e Caonada).
La raccolta delle immagini di un tema
appartiene a un genere ormai piuttosto
diffuso e frequentato: negli ultimi anni
T
analoghe iniziative si sono svolte anche a
S. Gaetano e Guarda. Ma, nel caso di
Mercato Vecchio e Caonada, la presenza
di una forte volontà progettuale e la conseguente ricerca di partner istituzionali e
privati, ha reso possibile giungere alla
stampa di due volumi.
Quello curato dagli amici di Mercato
Vecchio è una galleria di immagini accompagnata da didascalie e da un’introduzione di chi scrive; in quello di Caonada,
invece, le illustrazioni sono precedute da
un quadro storico arricchito da una serie
di scavi archivistici che cercano di dare
alcune risposte a quesiti (come per esempio quello sull’origine del nome del quartiere) affidati finora a tutto quel genere di
aneddoti che da invenzioni si fanno a
poco a poco certezze nella mentalità
comune.
In tutt’e due i casi le mostre all’origine
della pubblicazione sono state fermate
nel tempo e continueranno a fare da stimolo ai futuri percorsi di ricerca.
Il volume Montebelluna e il Mercato è,
invece, un’operazione schiettamente storiografica, promossa da un convegno di
studi e articolata in sezioni piuttosto
ampie che ripercorrono i processi sociali
in età medioevale e la grande contingenza del trasporto del mercato al piano e
della nascita del nostro centro urbano.
Un'opera destinata a durare nel tempo,
che colma un vuoto di ricerca e che ci
consente di affiancare, almeno sul piano
della propria autocoscienza, il cammino
delle limitrofe comunità urbane.
Un discorso a sé va invece fatto per il
volume Biadene, sguardo al passato,
tutto giocato sul filo della rievocazione di
un mondo recente, ma inesorabilmente
scomparso. Si tratta di una ri-costruzione
degli ambienti di vita e della socialità
della frazione, affidata ad una voce narrante che assume i caratteri della coralità
e che scorre fluida nell’articolazione dei
suoi numerosi quadranti sentimentali e
affettivi.
Resta da considerare la straordinarietà
apparente di queste uscite così ravvicina-
te. In realtà, già la fine degli anni ’90 era
stata segnata dalle iniziative promosse
nell’ambito della Biblioteca e dedicate a
Augusto Serena (convegno, ristampa di
Cronaca Montebellunese, seguita l’anno
scorso dalla raccolta in versi Cantilene) e
a Pietro Bertolini. Nel passaggio di millennio, poi, alcune mostre sul territorio,
la pubblicazione in edizione anastatica
del mappale cartografico di Angelo Prati
(con il corredo di un’importante monografia), frutto di importanti sinergie istituzionali, il volume di ricerca sul
Montello (a cura del Museo Civico e nell’ambito di un grande progetto di ricerca), quello, sempre del Museo, sulle
necropoli venete antiche rinvenute negli
anni ’60 e, a breve, una mostra sull’architettura del primo Novecento, dimostrano abbondantemente la percezione
di una storia ritrovata.
La strada è ormai inesorabilmente
aperta. Il moltiplicarsi delle iniziative e
delle occasioni determinerà, ci si augura, un processo emulativo che potrebbe, finalmente, farci uscire dal guado
dell’approssimazione e del campanilismo, ancora troppo presenti e diffusi. A
volte, infatti, la realtà è piuttosto ingrata:
sentire, dopo lustri di ricerca, rivendicare
la superiorità della propria frazione e del
proprio territorio è molto triste per chi
sta dedicando le proprie energie al tentativo di pensare al cammino che abbiamo
alle spalle come il solo modo per crescere e diventare finalmente e orgogliosamente in primo luogo cittadini di questa
città. Ma così vanno le cose che non
restano: al contrario dei libri.
Lucio De Bortoli
Assessore alle attività culturali
ed educative
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La storia ritrovata - Comune di Montebelluna