Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo 2.39 Il territorio rurale 2.39.1 L’assetto del territorio Il territorio rurale di Campogalliano è caratterizzato dalla compresenza di valori naturali, ambientali e paesaggistici e di attività produttive agricole (di carattere prevalentemente intensivo). Possiamo considerare il complesso del territorio in alcune articolazioni, che corrispondono agli individuati dalla L.R. 20/2000 per il territorio rurale. Queste articolazioni, che non sono univoche, ma al contrario contemplano molteplici sovrapposizioni, fanno riferimento: all'uso e alle caratteristiche morfologiche, pedologiche e climatiche dei suoli in rapporto alla vocazione agricola, zootecnica, silvopastorale o forestale; alla presenza di valori paesaggistici, quale manifestazione visibile dell’identità fisica, biologica, vegetazionale e culturale; alle caratteristiche delle aziende agricole e alla loro vocazione e specializzazione nell'attività di produzione di beni agroalimentari; alla consistenza del patrimonio edilizio esistente e delle dotazioni infrastrutturali e di servizi. Il territorio rurale si caratterizza per la necessità di integrare le politiche volte a salvaguardare il valore naturale, ambientale e paesaggistico del territorio con quelle mirate a garantire lo sviluppo delle attività agricole. Gli obiettivi generali per il territorio rurale sono i seguenti: preservare i suoli ad elevata vocazione agricola; mantenere le funzioni economiche, ecologiche e sociali dell’agricoltura; salvaguardare la sicurezza del territorio; promuovere la valorizzazione e la salvaguardia del paesaggio rurale. 134 Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo Le colture praticate Fonte: Carta aerofotogrammetrica 1:5000 AIMAG 135 Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo 2.39.2 Il sistema insediativo rurale Il processo di urbanesimo degli ultimi decenni e l’affermazione di nuovi sistemi colturali e di maggiore produttività del lavoro in agricoltura hanno prodotto la rarefazione della popolazione e abbandono del patrimonio edilizio in quote importanti. Al censimento del xxxxx la popolazione residente nelle case sparse ammontava al xxx % del totale comunale. Ancora nel xxxx questa quota era del xxxx %; nel 2001 è stato censito solo un xxx % di popolazione residente nel territorio rurale. Le politiche urbanistiche attuate dal governo locale hanno largamente preservato il territorio rurale dallo sprawl, che in altre regioni lo ha invece fittamente cosparso di nuove costruzioni. A questo risultato hanno concorso discipline urbanistiche di crescente efficacia, sostenute da una coerente prassi, ma soprattutto l’offerta costante da parte del Comune di terreno edificabile in ambito urbano (in proporzioni di straordinario rilievo), che grazie al basso prezzo ha superato la concorrenza dei suoli agricoli. Le intrusioni in territorio agricolo da parte di funzioni urbane si limitano sostanzialmente a tre industrie insediate in zone diverse, al riuso di due fornaci dismesse, e alle rilocalizzazioni comportate dalla realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità. La presenza dei due frantoi nel comprensorio dei laghi è in conflitto con la qualità del contesto ambientale e delle parti urbane attraversate dalla movimentazione degli inerti, ma non è di per sè impropria nell’ambito rurale. L’importanza e la qualità della produzione agricola e le forme di conduzione legano tuttora strettamente il luogo di residenza degli addetti all’azienda agricola.. Complessivamente il territorio rurale risultava presidiato al 1951 da una popolazione sparsa di oltre 1.300 persone che, seppur molto ridotta rispetto alle 4.564 del censimento 1951, è destinata a permanere nel tempo - in funzione della produzione agricola - e ad accrescersi, per effetto dell’attrattiva che la residenza in campagna esercita. Di conseguenza è destinata a permanere anche l’esigenza di supportare adeguatamente il territorio rurale con i sistemi infrastrutturali e i servizi necessari alla popolazione residente: reti, viabilità, servizi di trasporto. L’acquisita e irreversibile motorizzazione privata ha accantonato definitivamente le preoccupazioni e le istanze che all’avvio della pianificazione urbanistica nel nostro territorio inducevano a ricercare la riduzione della popolazione sparsa e ad auspicarne la concentrazione nei centri abitati. Un recupero di popolazione nel territorio rurale deve invece essere visto come condizione indispensabile al mantenimento del sistema insediativo rurale sopravvissuto alle trasformazioni economiche e sociali della seconda metà del ‘900, 136 nonché per il mantenimento o il rafforzamento dei servizi elementari nei centri frazionali. A questo scopo è determinante in particolare la disponibilità di un ampio patrimonio edilizio esistente, abbandonato dalla conduzione agraria e in stato di degrado, e che in larga parte è di interesse culturale e paesaggistico. La rilevazione sistematica di tutto il patrimonio edilizio ha accertato nel territorio rurale la presenza di 257 fabbricati inutilizzati e recuperabili per funzioni residenziali, dei quali 147 di interesse culturale e paesaggistico. I due estratti cartografici a lato mostrano rispettivamente due campioni delle rilevazioni effettuate sull’uso attuale e sullo stato di utilizzo del patrimonio edilizio. La disponibilità di questo patrimonio deve costituire insieme la condizione di fattibilità e il limite superiore dell’incremento di popolazione nel territori rurale, congiuntamente alle potenzialità dei servizi elementari. Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo L’uso attuale dei fabbricati nel territorio rurale Fonte: Rilevazione del patrimonio edilizio nel territorio rurale 137 Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo 2.39.3 Aree di valore naturale ed ambientale La perimetrazione riprende le aree classificate del PTCP come zone di tutela dei caratteri ambientali di di laghi, bacini e corsi d’acqua (art. 17), comprendendo sia le fasce di espansione inondabili che le zone di tutela ordinaria; sono state ricomprese anche le aree classificate come invasi ed alvei di laghi, bacini e corsi d’acqua (art. 18), nonché quelle classificate come zone di tutela naturalistica (art. 25). Questo ambito è dominato visivamente dal corso del Fiume Secchia (segnalato dalla presenza delle alberature), dalle escavazioni di ghiaia, dai bacini dei laghi Curiel e dalle arginature della cassa di espansione. Proprio questa parte del territorio, che in passato è stata pesantemente modificata dall’intervento antropico, assume ora – con la sistemazione dei laghi Curiel e dei bacini della cassa di espansione del fiume Secchia e i processi di rinaturalizzazione- i caratteri di un ambiente naturale. Dovranno essere poste le condizioni per favorire gli interventi volti alla conservazione ed accrescimento del patrimonio locale di biodiversità, attualmente concentrato nell’area del Parco fluviale del Secchia. Le trasformazioni fisiche o funzionali richieste Non ne sono individuate. Le limitazioni e i condizionamenti richiesti La costruzione di nuovi edifici legati alla produzione agricola dovrebbe essere limitata all’ampliamento dei centri aziendali esistenti; per le esigenze legate invece alla fruizione didattica, ricreativa e sportiva del territorio, eventuali nuovi edifici potranno essere consentiti, purché coerenti con le limitazioni della pianificazione sovraordinata (PAI e PTCP). In ogni caso saranno da preferire soluzioni tradizionali e a basso impatto ambientale. Opportunità e sinergie correlate Sono da considerarsi i progetti per una maggiore fruizione didattica e ricreativa per l’intera area, e una maggiore fruizione sportiva per la zona dei Laghi Curiel. Verificare l’ipotesi di un collegamento pedonale e ciclabile verso la provincia di Reggio. 138 Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo Aree di valore naturale ed ambientale Fonte: Quadro conoscitivo – xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx 139 Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo 2.39.4 I valori del paesaggio agrario Complessivamente il territorio di Campogalliano è caratterizzato da una buona qualità paesaggistica, con un uso ordinato delle aree agricole; sono però presenti, in ambiti specifici e circoscritti, alcuni tipi di interferenze con il paesaggio agrario. Le maggiori interferenze sono costituite essenzialmente dalla presenza di edifici industriali (anche di ragguardevole dimensione) in territorio agricolo, spesso in assenza di adeguate schermature arboree che non siano quelle strettamente utili all’attività stessa. Non è certo casuale che gli insediamenti industriali più impattanti verso il paesaggio siano costituiti dagli stabilimenti ceramici; ciò è legato alla tipologia e alle dimensioni sia degli impianti che dei piazzali per lo stoccaggio del prodotto finito. Nel territorio di Campogalliano si trovano alcuni grandi allevamenti zootecnici (ora dismessi) che costituiscono un indubbio fattore negativo del paesaggio agrario, a causa delle tipologie, dei materiali usati, delle dimensioni, e ovviamente del degrado legato all’abbandono. Tra le altre interferenze presenti nel territorio agrario possiamo citare l’impianto di essenze arboree ed arbustive non idonee, o di reti schermanti alte diversi metri per costituire una barriera non solo fisicamente ma anche visivamente impenetrabile. Il margine del capoluogo non è sufficientemente risolto verso il territorio agricolo, sia nelle zone residenziali, che – soprattutto - nelle zone produttive; nella maggior parte dei casi manca un intento progettuale che concluda positivamente l’area urbana, schermando visivamente gli edifici verso il contesto agricolo. Relativamente alle zone residenziali, è indubbio che la conformazione di Campogalliano lascia disponibile per un ampliamento i soli quadranti meridionale e sud-occidentale. In queste zone, e particolarmente nella parte di territorio compresa tra la zona produttiva posta ad ovest dell’autostrada A22 e via dell’Albone, la qualità del paesaggio agrario è particolarmente elevata, comprendendo sia edifici di interesse architettonico (Madonna della Sassola, Villa De Pietri, Casino Ricchi), che elementi vegetazionali di pregio. Inoltre, la conformazione specifica delle zone residenziali, disposte ai lati della zona inedificata delle Montagnole, e della contigua zona cimiteriale, offre la rara opportunità di mantenere aperto un varco inedificato verso il territorio agricolo, con vedute significative verso la Madonna della Sassola, l’imponente corte alberata del Casino Ricchi, e, più oltre, le fasce alberate del fiume Secchia, e l’Appennino. Infine, la posizione e la conformazione di via Croce e via Madonna, poste ai margini dell’edificato, consentono visuali dinamiche sul paesaggio agrario circostante. 140 Riguardo alle grandi infrastrutture viarie che attraversano il territorio di Campogalliano, mentre l’impatto dell’Autostrada A22 può essere definito rilevante (soprattutto per la mancanza di adeguate schermature arboree ai margini delle due aree di servizio) ma non eccessivamente traumatico, l’Autostrada A1 incide più profondamente nel settore meridionale del comune, segnando un confine abbastanza netto tra le parti del territorio poste a nord dell’arteria e quelle poste a sud, praticamente isolate dal resto del territorio comunale. A ciò si deve aggiungere il fatto che ai lati dell’autostrada hanno trovato sistemazione alcune attività industriali (in parte dismesse) che non solo non si integrano nel paesaggio rurale circostante, ma ne costituiscono gravi interferenze. Interferenza ancora maggiore è quella portata dal tracciato ferroviario ad alta velocità nella tratta Milano-Bologna, che – proprio nel territorio di Campogalliano - abbandona l’affiancamento a raso all’Autostrada del Sole per distaccarsene verso nord con un tracciato in gran parte su viadotto; questa configurazione del tracciato taglia completamente fuori dalla percezione visiva a media distanza il grande apparato paesaggistico costituito dalla vegetazione cresciuta sulle sponde del fiume Secchia, prima pienamente percepibile da ampie porzioni del territorio meridionale del Comune. Il tracciato sopraelevato della TAV compromette inoltre la percezione del cambio di paesaggio perifluviale, che – nella parte sudorientale del territorio - passa dall’alveo incassato alle opere di difesa idraulica costituite dagli argini golenali. Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx Fonte: Quadro conoscitivo – xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx Esempi di margini urbani Fonte: Rilevazione del paesaggio agrario 141 Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo 2.39.5 I valori e le emergenze vegetazionali La vegetazione arborea non è presente in modo significativo nel territorio agrario, anche a seguito dell’avvenuto accorpamento di fondi. La rilevazione del territorio rurale ha identificato le emergenze vegetazionali paesisticamente significative: l’esigenza di una tutela degli esemplari e delle associazioni arboree trova scarso supporto negli strumenti normativi propri della disciplina urbanistica ed edilizia. Meglio si presterebbe allo scopo il ricorso all’autonoma potestà regolamentare del comune, con un regolamento dell’ambiente e del paesaggio, raccordato alla disciplina urbanistica. Il fattore decisivo per la salvaguardia del patrimonio arboreo e del paesaggio agrario va comunque riconosciuto nel coinvolgimento e nella sensibilizzazione di agricoltori e cittadini, alla ricerca dell’affermazione di valori condivisi. L’uso di essenze arboree ed arbustive non idonee, o di alte reti schermanti assolutamente estranee al paesaggio locale, frammenta la percezione visiva del territorio agricolo, e andrebbe prevenuto mediante appropriate norme. 2.39.6 Ambiti agricoli di rilievo paesaggistico La perimetrazione riprende le aree classificate del PTCP come “zone di particolare interesse paesaggistico ambientale” (art. 19): anche questo ambito è dominato visivamente dal corso del Fiume Secchia, dalle escavazioni di ghiaia, dai bacini dei laghi Curiel e dalle arginature della cassa di espansione. Alla classificazione operata dal PTCP si aggiungono le aree interessate dal Fiume Secchia (con le sue aree golenali) e dal corso del Cavo Lama, e dalle rispettiva fasce di rispetto di 150 metri per lato, in quanto tutelate dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. Infine, si considera di particolare rilievo paesaggistico tutta la parte del territorio comunale compresa tra l’autostrada A1 a sud, l’autostrada A22 ad est, i margini dell’abitato a nord-est, via Rubiera a nord-ovest, e via Valle ad ovest. Questa parte del territorio, nonostante l’impatto subito a causa dell’attraversamento della linea ferroviaria ad alta velocità, e la prossimità di zone urbanizzate sia di tipo residenziale, che di tipo produttivo, la qualità del paesaggio agrario è decisamente elevata, comprendendo sia edifici di interesse architettonico, che elementi vegetazionali di pregio che costituiscono importanti elementi percettivi del paesaggio. Sono presenti inoltre due elementi idrografici significativi, il Canale di Calvetro (che proprio in questa parte del territorio sfocia nel Fiume Secchia), e il Canale di Carpi, che ha determinato in parte la conformazione del centro edificato di Campogalliano, e che in passato forniva energia al mulino della Valle, a quello di Campogalliano e a quello di Panzano. Inoltre, la conformazione specifica delle zone residenziali (poste all’interno di via Croce e via 142 Madonna), e della zona produttiva (sviluppatasi lungo l’asse dell’autostrada A22), nonché la posizione della zona cimiteriale hanno finora mantenuto aperto un varco inedificato verso il territorio agricolo, con vedute significative verso Villa De Pietri con la sua provana, la Madonna della Sassola, l’imponente corte alberata del Casino Ricchi e, più oltre, le fasce alberate del fiume Secchia, e l’Appennino. Infine, la stessa posizione e conformazione di via Croce e via Madonna, poste ai margini dell’edificato, consentono visuali dinamiche sul paesaggio. Come obiettivi prioritari di governo di queste parti di territorio, anche in conformità a quanto previsto dalla legge regionale, si individuano: la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici; la conservazione e ricostituzione del paesaggio rurale e del suo patrimonio di biodiversità; la salvaguardia o ricostituzione dei processi naturali, degli equilibri idraulici e idrogeologici e degli equilibri ecologici. Essenziali per il mantenimento dei valori paesaggistici sono il recupero e la conservazione degli edifici di valore storico, architettonico, e testimoniale: gli interventi dovranno rispettare non solo le tipologie edilizie trazionali ed utilizzare materiali e finiture adeguate, ma dovranno porre particolare attenzione al rapporto dei manufatti con il paesaggio circostante. La costruzione di nuovi edifici legati alla produzione agricola dovrebbe va limitata all’adeguamento delle strutture dei centri aziendali. Per le esigenze legate invece alla fruizione didattica, ricreativa e sportiva del territorio, eventuali nuovi edifici potranno essere consentiti, purché coerenti con le limitazioni della pianificazione sovraordinata (PAI e PTCP). In ogni caso saranno da preferire soluzioni tradizionali e a basso impatto ambientale. L’eventuale previsione di ampliamento del territorio urbanizzato (sia per fini residenziali che produttivi) dovrà essere attentamente valutata, ed eventualmente messa in atto solo nel caso in cui non sia possibile trovare una valida alternativa. In ogni caso, dovrà essere posta particolare attenzione alla soluzione di margine dell’abitato verso il territorio agricolo, collocando al perimetro esterno estese schermature arboree. Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo Paesaggio agrario a sud dell’abitato di Campogalliano Fonte: Rilevazione del paesaggio agrario 143 Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo 2.39.7 La qualificazione del paesaggio agrario Esaminando il margine dell’abitato (sia delle frazioni che del capoluogo) in rapporto alle possibili trasformazioni urbanistiche, e al loro impatto sul paesaggio agrario, possiamo notare che nel caso delle due frazioni di Panzano e Saliceto Buzzalino un modesto e localizzato incremento della superficie urbanizzata potrebbe consentire un’adeguata marginatura arborea. Nel capoluogo la situazione è molto più variegata. Il margine settentrionale della zona produttiva posta a nord di via Di Vittorio potrebbe beneficiare di un modesto incremento della superficie urbanizzata sul lato nord di via Tonelli, consentendo una migliore conclusione del’inxsediaemnto urbano, e andando a incidere su un paesaggio agrario di qualità medio-bassa. Per analoghe ragioni, sarebbe auspicabile un modesto incremento della zona produttiva posta immediatamente ad ovest di via Canale Carpi per qualificare il margine nord eliminando i fattori di disturbo esistenti. Diverso il caso della zona produttiva posta tra l’autostrada A22 e la dismessa via Ponte Alto: mentre un incremento nel settore meridionale può essere compatibile con il paesaggio agrario (mantenendo le dovute distanze dalle arginature del fiume Secchia, e predisponendo una fascia arborea adeguata), la conformazione del paesaggio sconsiglia ampliamenti della zona produttiva nell’area posta a nord di via Ponte Alto. Si ritiene preferibile che un ampliamento delle zone residenziali sia localizzato nella zona sudoccidentale dell’abitato, a nord di via Zucchini; ciò consentirebbe anche di migliorare il rapporto tra il territorio agrario e quello urbano, che attualmente presenta alla campagna un retro irrisolto. Merita recepimento nella pianificazione la proposta del Consorzio di bonifica per la valorizzazione paesaggistica e ambientale del Cavo Lama, come corridoio verde e supporto di un percorso ciclopedonale aperto a percezioni del paesaggio da punti di vista inusuali. L’attuazione di modesti ampliamenti o trasformazioni funzionali negli edifici industriali in zona agricola deve essere occasione per mitigare l’attuale impatto sul paesaggio circostante. Non essendo al momento ipotizzabile una riutilizzazione degli impianti zootecnici dismessi, che sia occasione per interventi di miglioramento paesaggistico, gli strumenti urbanistici dovranno trovare modo di incentivarne la rimozione. Le trasformazioni fisiche o funzionali richieste Le trasformazioni implicate dalla valorizzazione del paesaggio rurale consistono in: circoscrivere il perimetro del territorio urbanizzato mediante cortine arboree; mitigazione paesaggistica degli stabilimenti industriali esistenti nel territorio rurale e delle infrastrutture viarie esistenti; 144 interventi sistematici di valorizzazione paesaggistica e ambientale del Canale di Carpi e del cavo Lama; rimozione delle strutture edilizie prive di interesse culturale, e in disfacimento fisico. Le limitazioni e i condizionamenti richiesti La localizzazione di nuovi insediamenti deve preservare le parti del territorio periurbano in cui sono riconosciuti i maggiori valori paesaggistici del territorio agricolo: il settore nord-est, compreso fra via Nuova e via Ponte Alto; il settore sud-est, compreso fra via Rubiera e via Madonna, mantenendo il varco verso il territorio rurale e circoscrivendo nuove urbanizzazioni a quanto strettamente indispensabile e privo di alternative. La realizzazione o il potenziamento di infrastrutture per la mobilità, nonché interventi significativi sui fabbricati industriali in territorio rurale devono comprendere la mitigazione paesaggistica. Le nuove urbanizzazioni devono disporre al perimetro cortine arboree a demarcazione fra paesaggio urbano e paesaggio agrario. La realizzazione di nuove costruzioni per l’agricoltura deve informarsi al rispetto e al miglioramento della qualità del paesaggio, anche nelle caratteristiche progettuali. Nelle strutture edilizie e negli impianti per l’agricoltura, soprattutto se di grandi dimensioni, è da ricercare la mitigazione dell'impatto visivo, incentivando la realizzazione di cortine alberate in prossimità di strade, canali e sul limite dei centri aziendali, il mantenimento e il ripristino di alberature e siepi. Opportunità e sinergie correlate Nuove urbanizzazioni o edificazioni, opportunamente ubicate e conformate, possono concretizzare le condizioni per interventi di mitigazione delle preesistenze nei confronti del paesaggio periurbano e agrario. Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo Ambiti agricoli di rilievo paesaggistico Fonte: Quadro conoscitivo – xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx 145 Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo 2.39.8 L’agricoltura a Campogalliano L’attività agricola ha un impatto contenuto sul PIL, ma rimane di importanza fondamentale per l’autoapprovvigionamento alimentare, la qualità dei prodotti, l’uso del suolo e il paesaggio, il mantenimento di know-how tecnico e di competenze professionali di assoluta importanza. La riduzione da 273 a 216 del numero di aziende con superficie agricola utilizzabile (SAU) dal 1990 al 2000 non ha carattere negativo, conseguendo a un processo di continua riorganizzazione aziendale su dimensioni maggiori. Infatti nel 2000 la SAU risultava pari a 1.699 ettari, maggiore dei 1.625 ettari utilizzati nel 1982. La SAU media è di conseguenza cresciuta, raggiungendo circa i 9,7 ettari, valore superiore ai 9,2 della media provinciale. Per il 62,3% la superficie è destinata a seminativi, per il 26% a colture legnose. La dimensione è un indicatore importante della robustezza delle imprese. Il grafico a destra mostra che Campogalliano ha una minor quota di aziende piccole (circa 70%) e una maggior quota di aziende medie (circa 27%) rispetto ai comuni vicini, ad eccezione per Bastiglia. Ha invece una quota minore di imprese grandi rispetto a Formigine, Bastiglia e Modena. La forma di lavoro largamente predominante è quella della conduzione diretta (96%). L’età media del conduttore è sostanzialmente in linea con quella provinciale. Le principali coltivazioni a Campogalliano sono impostate su vite e su piante da frutto, la cui estensione praticamente si equivale. Questo rende la specializzazione di Campogalliano, e differente da tutti gli altri comuni, eccettuata Modena. Riguardo ai seminativi si registra a Campogalliano una sostanziale stabilità: l’aumento della superficie di cereali, frumento e foraggi, e il calo dei seminativi a orto, è molto contenuto se confrontato con quanto avvenuto nei comuni vicini sia modenesi che reggiani. Analogamente a tutti i comuni dell’area l’allevamento a Campogalliano è specializzato nella produzione suinicola, che nel 2000 produceva il 93% dei capi allevati. Il numero medio di capi per azienda è a Campogalliano il linea con i valori della provincia di Modena, in cui la dimensione dell’allevamento oscilla tra 2000 e 4000 capi suini per azienda, rispetto mentre è tra 500 e 1500 nei vicini comuni del reggiano. Circa l’avicultura, si registra una netta diminuzione del loro numero rispetto al 1990, in controtendenza con quanto è invece accaduto in tutti gli altri comuni circostanti del modenese. 146 Nell’ambito del lavoro di preparazione del quadro conoscitivo non vi è stato tuttora modo di valutare adeguatamente il significato e le implicazioni dell’impennata dei prezzi agricoli sui mercati mondiali. Quanto si può derivarne al momento è l’ulteriore difficoltà di riferire la pianificazione del territorio a un quadro previsionale stabile ed affidabile In conclusione le valutazioni presentate esprimono la necessità di conformare la disciplina urbanistica del territori rurale in funzione di esigenze di sviluppo e modificazione tempestiva delle strutture aziendali al sopravvenire di nuove opportunità ed esigenze produttive. Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo 147 90% 80% 70% ettari 60% 1-10 50% 10-50 40% OLTRE 50 30% 20% 10% Ca rp i Fo rm ig in e M od en a So lie ra Ca sa lg ra nd e Co rre gg Ri io o Sa lic et o Sa R ub n M ie ar ra tin o in Ri o Ba s Ca t ig lia m po ga llia no 0% Aziende agricole per dimensione 100000 90000 80000 70000 60000 2000__CAPI_SUINI 50000 2000__BOVI_TOT 40000 30000 20000 10000 0 o o to e a io lia Ri ian er ce nd ig gg in bi all st ra ali re u g o a g r S l n R B ti po o sa Co ar m Ri Ca M Ca n a S i rp Ca a ne en igi m od r M Fo ra l ie So Zootecnia: composizione dei capi allevati Andamento della produzione lorda in Emilia-Romagna a prezzi correnti e prezzi costanti (1995) nel periodo 1995-2005 (milioni di euro). Fonte: G. Fiorani – Lo scenario economico-sociale Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo 2.39.9 Il territorio ad alta vocazione produttiva agricola La legge urbanistica regionale ha introdotto una novità strutturale nel richiedere al PSC la delimitazione del territorio rurale, entro il quale il governo del territorio assume caratteri del tutto diversi da quelli del territorio urbanizzato e urbanizzabile. Considerando sia le caratteristiche pedologiche del territorio, generalmente privo di significative limitazioni per le varie colture, sia il suo uso attuale caratterizzato da un’elevata presenza di colture legnose, l’intero territorio comunale (eccettuate solo le aree fluviali e i Laghi Curiel) risulta praticamente da classificarsi ad alta vocazione produttiva agricola. Gli obiettivi da perseguirvi, in coerenza peraltro a quanto prescritto dalla legge regionale urbanistica, devono consistere: nella conservazione dei suoli agricoli produttivi, evitando l’insediamento di attività non strettamente connesse con la produzione agricola; nello sviluppo delle aziende agricole, consentendo interventi volti ad assicurare dotazioni infrastrutturali, attrezzature, ammodernamento delle sedi operative dell'azienda e delle abitazioni per gli addetti. La disciplina delle trasformazioni edilizie interne ai centri aziendali non dovrà quindi consistere in parametri prestabiliti in funzione di variabili quali la superficie o i requisiti soggettivi dei titolari, di consueto tanto astratti quanto complicati. Riprendendo l’esperienza del Comune di Modena, all’interno dei centri aziendali (univocamente individuati tramite la rilevazione diretta) l’ampliamento o la costruzione ex-novo di edifici produttivi e/o di servizio, e di abitazioni agricole, dovranno essere unicamente condizionati da esigenze di tuela e qualificazione dei beni culturali e del paesaggio, e quindi: dalla priorità al recupero delle costruzioni di interesse culturale e ambientale; da criteri compositivi per il loro corretto inserimento nel contesto paesaggistico rurale; dalla contestuale attuazione di interventi di mitigazione e qualificazione paesaggistica, principalmente mediante piantumazioni e la rimozione di costruzioni incongrue. Nuove costruzioni e impianti che non possano trovare collocazione all’interno del perimetro identificato come centro aziendale dovranno essere oggetto di specifica valutazione, e disciplinati mediante piano urbanistico attuativo (PUA). 148 Le trasformazioni fisiche o funzionali richieste Sviluppo e potenziamento dei centri aziendali esistenti mediante interventi di nuova costruzione o modificazione di costruzioni esistenti. Realizzazione di nuovi centri aziendali. Realizzazione di impianti per la produzione di energia da celle fotovoltaiche e da biomasse. Le limitazioni e i condizionamenti richiesti L’uso come civile abitazione di patrimonio agricolo dismesso deve essere nettamente subordinato al prevalere delle esigenze della conduzione agraria rispetto ai requisiti di abitabilità e salubrità della funzione residenziale estranea. La realizzazione di impianti per la produzione energetica deve essere oggetto di valutazioni e provvedimenti su specifici progetti. Opportunità e sinergie correlate Significativi interventi di adeguamento dei centri aziendali come occasione per qualificazione del paesaggio. Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo Ambiti ad alta vocazione produttiva agricola Fonte: Quadro conoscitivo – xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx 149 Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo 2.39.10 Il patrimonio edilizio estraneo all’agricoltura. Il PSC affida la copertura di circa un quarto del fabbisogno abitativo dei prossimi vent’anni agli interventi di recupero a fini residenziali di edifici non più connessi all’agricoltura, per limitare il consumo di territorio agricolo, e per contribuire alla permanenza sul territorio degli edifici agricoli tradizionali. Per limitare possibili interferenze tra usi agricoli ed usi “residenziali urbani” dovrà essere posta attenzione al far crescere la consapevolezza della natura essenzialmente produttiva piuttosto che “arcadica” del territorio agricolo, nel quale altri usi non dovranno pretendere la prevalenza di stili di vita propriamente urbani. Allo stesso tempo tuttavia il tema del recupero/riuso anche a fini abitativi del patrimonio esistente (già ampiamente incentivato a partire dalla L.R.6/95) non trova nella legge 20, al di là di indicazioni generali, criteri precisi a cui far corrispondere il quadro delle scelte locali. 2.39.10.1 Il recupero dei tipi agricoli tradizionali A tal fine, per gli interventi di recupero (in particolare a fini residenziali) degli edifici non più connessi all’agricoltura, grande attenzione dovrà essere posta alla definizione di norme edilizie (eventualmente integrate da strumenti regolamentari) che evitino la frammentazione delle aree comuni, l’uso incongruo di pavimentazioni estranee al contesto rurale, l’uso di recinzioni e di tipologie di siepi in contrasto con i caratteri del paesaggio rurale. Si dovrà inoltre la valorizzazione del contesto e degli elementi che rapportavano l'edificio all'ambiente circostante (siepi, viali, rete viaria, parco..). Per gli interventi di recupero sarà compito del PSC definire i criteri in base ai quali è possibile prevedere il riuso ad altri fini abitativi del patrimonio edilizio non più utilizzato a fini agricoli. Spetterà al RUE la loro traduzione in norme e prescrizioni individualmente riferite ai singoli organismi edilizi. Tali criteri riguardano sia gli aspetti tipologici (gli interventi di recupero dovranno riproporre la leggibilità dell’impianto architettonico e distributivo dell’edificio), sia quelli ambientali, con particolare attenzione alla limitazione della capacità insediativa, alla disponibilità di allacciamenti e al trattamento dei reflui. Negli interventi di recupero per funzioni non agricole le nuove costruzioni, quando ammesse, devono essere dimensionate allo stretto indispensabile e secondo criteri di integrazione tipologica e paesaggistica. La rimozione degli allevamenti dismessi Nel territorio rurale sono stati censiti xxxx impianti zootecnici, in stato di abbandono e di irreversibile deterioramento fisico, che sono causa di gravi compromissioni del paesaggio agrario. 150 Per favorirne la rimozione saranno ammesse trasformazioni edilizie per realizzare nuove unità immobiliari con destinazione generalmente abitativa, previa demolizione di tutte le strutture adibite all’attività di allevamento. Si utilizzerà un parametro di conversione della superficie coperta in superficie utile pari generalmente al 10%, ma commisurato non linearmente all’effettiva consistenza, per consentire da un lato di ricavare almeno un alloggio nel caso degli allevamenti di minore dimensione, e per impedire invece (nel caso degli allevamenti più grandi) la realizzazione di un numero troppo elevato di alloggi. 2.39.10.3 Le attività industriali in territorio rurale Per gli impianti industriali esistenti nel territorio rurale è da escludere la possibilità di accrescimenti della superficie fondiaria. Può invece essere considerata l’opportunità di consentire ampliamenti dei fabbricati, condizionata all’attuazione di decisive misure di mitigazione paesaggistica. Le trasformazioni fisiche o funzionali richieste Adeguamento da parte di famiglie e imprese del patrimonio edilizio occupato, mediante ampliamenti, sopraelevazioni, costruzione di pertinenze. Ristrutturazioni e ampliamenti negli stabilimenti ubicati in zona agricola. Interventi di recupero sui fabbricati inutilizzati, per un’estesa gamma di destinazioni d’uso. Le limitazioni e i condizionamenti richiesti Il recupero di patrimonio inutilizzato deve informarsi al contesto rurale, evitando per ogni aspetto la ricerca dell’omologazione all’ambiente urbano. La capacità insediativa deve essere commisurata alla disponibilità delle utenze e alle soluzioni adottabili per i reflui, escludendo in ogni caso la concentrazione di abitazioni di piccola dimensione. Interventi di adeguamento o trasformazione negli impianti industriali ubicati in zona agricola possono essere ammessi esclusivamente all’interno della superficie fondiaria individuata dal piano regolatore vigente. Sono comunque da osservarsi i criteri disposti in materia dalla legge urbanistica regionale. Opportunità e sinergie correlate Risposta al fabbisogno abitativo, integrativa in misura sostanziale delle nuove edificazioni. la completa compatibilità con il contesto abitato delle funzioni integrative e complementari alla residenza da inserirsi, e la mitigazione delle situazioni conflittuali. Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo Gli schemi di aggregazione nella generazione dei tipi edilizi Fonte: L.Bolelli, M.Croci, “Le case sparse: ricerca storica e censimento”, Campogalliano (MO), 1991 151