Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo
2.39 Il territorio rurale
2.39.1
L’assetto del territorio
Il territorio rurale di Campogalliano è
caratterizzato dalla compresenza di valori naturali,
ambientali e paesaggistici e di attività produttive
agricole (di carattere prevalentemente intensivo).
Possiamo considerare il complesso del territorio in
alcune articolazioni, che corrispondono agli
individuati dalla L.R. 20/2000 per il territorio rurale.
Queste articolazioni, che non sono univoche, ma al
contrario contemplano molteplici sovrapposizioni,
fanno riferimento:
all'uso e alle caratteristiche morfologiche,
pedologiche e climatiche dei suoli in rapporto
alla vocazione agricola, zootecnica, silvopastorale o forestale;
alla presenza di valori paesaggistici, quale
manifestazione visibile dell’identità fisica,
biologica, vegetazionale e culturale;
alle caratteristiche delle aziende agricole e
alla loro vocazione e specializzazione
nell'attività di produzione di beni agroalimentari;
alla consistenza del patrimonio edilizio
esistente e delle dotazioni infrastrutturali e di
servizi.
Il territorio rurale si caratterizza per la necessità
di integrare le politiche volte a salvaguardare il
valore naturale, ambientale e paesaggistico del
territorio con quelle mirate a garantire lo sviluppo
delle attività agricole. Gli obiettivi generali per il
territorio rurale sono i seguenti:
preservare i suoli ad elevata vocazione
agricola;
mantenere le funzioni economiche, ecologiche
e sociali dell’agricoltura;
salvaguardare la sicurezza del territorio;
promuovere la valorizzazione e la
salvaguardia del paesaggio rurale.
134
Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo
Le colture praticate
Fonte: Carta aerofotogrammetrica 1:5000 AIMAG
135
Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo
2.39.2
Il sistema insediativo rurale
Il processo di urbanesimo degli ultimi decenni e
l’affermazione di nuovi sistemi colturali e di
maggiore produttività del lavoro in agricoltura
hanno prodotto la rarefazione della popolazione e
abbandono del patrimonio edilizio in quote
importanti.
Al censimento del xxxxx la popolazione
residente nelle case sparse ammontava al xxx %
del totale comunale. Ancora nel xxxx questa quota
era del xxxx %; nel 2001 è stato censito solo un
xxx % di popolazione residente nel territorio rurale.
Le politiche urbanistiche attuate dal governo
locale hanno largamente preservato il territorio
rurale dallo sprawl, che in altre regioni lo ha invece
fittamente cosparso di nuove costruzioni. A questo
risultato hanno concorso discipline urbanistiche di
crescente efficacia, sostenute da una coerente
prassi, ma soprattutto l’offerta costante da parte
del Comune di terreno edificabile in ambito urbano
(in proporzioni di straordinario rilievo), che grazie al
basso prezzo ha superato la concorrenza dei suoli
agricoli.
Le intrusioni in territorio agricolo da parte di
funzioni urbane si limitano sostanzialmente a tre
industrie insediate in zone diverse, al riuso di due
fornaci dismesse, e alle rilocalizzazioni comportate
dalla realizzazione della linea ferroviaria ad alta
velocità. La presenza dei due frantoi nel
comprensorio dei laghi è in conflitto con la qualità
del contesto ambientale e delle parti urbane
attraversate dalla movimentazione degli inerti, ma
non è di per sè impropria nell’ambito rurale.
L’importanza e la qualità della produzione
agricola e le forme di conduzione legano tuttora
strettamente il luogo di residenza degli addetti
all’azienda agricola.. Complessivamente il territorio
rurale risultava presidiato al 1951 da una
popolazione sparsa di oltre 1.300 persone che,
seppur molto ridotta rispetto alle 4.564 del
censimento 1951, è destinata a permanere nel
tempo - in funzione della produzione agricola - e
ad accrescersi, per effetto dell’attrattiva che la
residenza in campagna esercita.
Di conseguenza è destinata a permanere
anche l’esigenza di supportare adeguatamente il
territorio rurale con i sistemi infrastrutturali e i
servizi necessari alla popolazione residente: reti,
viabilità, servizi di trasporto.
L’acquisita e irreversibile motorizzazione
privata ha accantonato definitivamente le
preoccupazioni e le istanze che all’avvio della
pianificazione urbanistica nel nostro territorio
inducevano a ricercare la riduzione della
popolazione sparsa e ad auspicarne la
concentrazione nei centri abitati.
Un recupero di popolazione nel territorio rurale
deve invece essere visto come condizione
indispensabile al mantenimento del sistema
insediativo rurale sopravvissuto alle trasformazioni
economiche e sociali della seconda metà del ‘900,
136
nonché per il mantenimento o il rafforzamento dei
servizi elementari nei centri frazionali.
A questo scopo è determinante in particolare la
disponibilità di un ampio patrimonio edilizio
esistente, abbandonato dalla conduzione agraria e
in stato di degrado, e che in larga parte è di
interesse culturale e paesaggistico. La rilevazione
sistematica di tutto il patrimonio edilizio ha
accertato nel territorio rurale la presenza di 257
fabbricati inutilizzati e recuperabili per funzioni
residenziali, dei quali 147 di interesse culturale e
paesaggistico.
I due estratti cartografici a lato mostrano
rispettivamente due campioni delle rilevazioni
effettuate sull’uso attuale e sullo stato di utilizzo
del patrimonio edilizio.
La disponibilità di questo patrimonio deve
costituire insieme la condizione di fattibilità e il
limite superiore dell’incremento di popolazione nel
territori rurale, congiuntamente alle potenzialità dei
servizi elementari.
Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo
L’uso attuale dei fabbricati nel territorio rurale
Fonte: Rilevazione del patrimonio edilizio nel territorio rurale
137
Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo
2.39.3
Aree di valore naturale ed ambientale
La perimetrazione riprende le aree classificate
del PTCP come zone di tutela dei caratteri
ambientali di di laghi, bacini e corsi d’acqua (art.
17), comprendendo sia le fasce di espansione
inondabili che le zone di tutela ordinaria; sono
state ricomprese anche le aree classificate come
invasi ed alvei di laghi, bacini e corsi d’acqua (art.
18), nonché quelle classificate come zone di tutela
naturalistica (art. 25).
Questo ambito è dominato visivamente dal
corso del Fiume Secchia (segnalato dalla
presenza delle alberature), dalle escavazioni di
ghiaia, dai bacini dei laghi Curiel e dalle arginature
della cassa di espansione. Proprio questa parte
del territorio, che in passato è stata pesantemente
modificata dall’intervento antropico, assume ora –
con la sistemazione dei laghi Curiel e dei bacini
della cassa di espansione del fiume Secchia e i
processi di rinaturalizzazione- i caratteri di un
ambiente naturale.
Dovranno essere poste le condizioni per
favorire gli interventi volti alla conservazione ed
accrescimento del patrimonio locale di biodiversità,
attualmente concentrato nell’area del Parco
fluviale del Secchia.
Le trasformazioni fisiche o funzionali richieste
Non ne sono individuate.
Le limitazioni e i condizionamenti richiesti
La costruzione di nuovi edifici legati alla
produzione agricola dovrebbe essere limitata
all’ampliamento dei centri aziendali esistenti; per le
esigenze legate invece alla fruizione didattica,
ricreativa e sportiva del territorio, eventuali nuovi
edifici potranno essere consentiti, purché coerenti
con le limitazioni della pianificazione sovraordinata
(PAI e PTCP). In ogni caso saranno da preferire
soluzioni tradizionali e a basso impatto ambientale.
Opportunità e sinergie correlate
Sono da considerarsi i progetti per una
maggiore fruizione didattica e ricreativa per l’intera
area, e una maggiore fruizione sportiva per la zona
dei Laghi Curiel. Verificare l’ipotesi di un
collegamento pedonale e ciclabile verso la
provincia di Reggio.
138
Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo
Aree di valore naturale ed ambientale
Fonte: Quadro conoscitivo – xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
139
Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo
2.39.4
I valori del paesaggio agrario
Complessivamente il territorio di
Campogalliano è caratterizzato da una buona
qualità paesaggistica, con un uso ordinato delle
aree agricole; sono però presenti, in ambiti
specifici e circoscritti, alcuni tipi di interferenze con
il paesaggio agrario.
Le maggiori interferenze sono costituite
essenzialmente dalla presenza di edifici industriali
(anche di ragguardevole dimensione) in territorio
agricolo, spesso in assenza di adeguate
schermature arboree che non siano quelle
strettamente utili all’attività stessa.
Non è certo casuale che gli insediamenti
industriali più impattanti verso il paesaggio siano
costituiti dagli stabilimenti ceramici; ciò è legato
alla tipologia e alle dimensioni sia degli impianti
che dei piazzali per lo stoccaggio del prodotto
finito.
Nel territorio di Campogalliano si trovano alcuni
grandi allevamenti zootecnici (ora dismessi) che
costituiscono un indubbio fattore negativo del
paesaggio agrario, a causa delle tipologie, dei
materiali usati, delle dimensioni, e ovviamente del
degrado legato all’abbandono.
Tra le altre interferenze presenti nel territorio
agrario possiamo citare l’impianto di essenze
arboree ed arbustive non idonee, o di reti
schermanti alte diversi metri per costituire una
barriera non solo fisicamente ma anche
visivamente impenetrabile.
Il margine del capoluogo non è
sufficientemente risolto verso il territorio agricolo,
sia nelle zone residenziali, che – soprattutto - nelle
zone produttive; nella maggior parte dei casi
manca un intento progettuale che concluda
positivamente l’area urbana, schermando
visivamente gli edifici verso il contesto agricolo.
Relativamente alle zone residenziali, è
indubbio che la conformazione di Campogalliano
lascia disponibile per un ampliamento i soli
quadranti meridionale e sud-occidentale. In queste
zone, e particolarmente nella parte di territorio
compresa tra la zona produttiva posta ad ovest
dell’autostrada A22 e via dell’Albone, la qualità del
paesaggio agrario è particolarmente elevata,
comprendendo sia edifici di interesse
architettonico (Madonna della Sassola, Villa De
Pietri, Casino Ricchi), che elementi vegetazionali di
pregio.
Inoltre, la conformazione specifica delle zone
residenziali, disposte ai lati della zona inedificata
delle Montagnole, e della contigua zona
cimiteriale, offre la rara opportunità di mantenere
aperto un varco inedificato verso il territorio
agricolo, con vedute significative verso la Madonna
della Sassola, l’imponente corte alberata del
Casino Ricchi, e, più oltre, le fasce alberate del
fiume Secchia, e l’Appennino. Infine, la posizione e
la conformazione di via Croce e via Madonna,
poste ai margini dell’edificato, consentono visuali
dinamiche sul paesaggio agrario circostante.
140
Riguardo alle grandi infrastrutture viarie che
attraversano il territorio di Campogalliano, mentre
l’impatto dell’Autostrada A22 può essere definito
rilevante (soprattutto per la mancanza di adeguate
schermature arboree ai margini delle due aree di
servizio) ma non eccessivamente traumatico,
l’Autostrada A1 incide più profondamente nel
settore meridionale del comune, segnando un
confine abbastanza netto tra le parti del territorio
poste a nord dell’arteria e quelle poste a sud,
praticamente isolate dal resto del territorio
comunale.
A ciò si deve aggiungere il fatto che ai lati
dell’autostrada hanno trovato sistemazione alcune
attività industriali (in parte dismesse) che non solo
non si integrano nel paesaggio rurale circostante,
ma ne costituiscono gravi interferenze.
Interferenza ancora maggiore è quella portata
dal tracciato ferroviario ad alta velocità nella tratta
Milano-Bologna, che – proprio nel territorio di
Campogalliano - abbandona l’affiancamento a raso
all’Autostrada del Sole per distaccarsene verso
nord con un tracciato in gran parte su viadotto;
questa configurazione del tracciato taglia
completamente fuori dalla percezione visiva a
media distanza il grande apparato paesaggistico
costituito dalla vegetazione cresciuta sulle sponde
del fiume Secchia, prima pienamente percepibile
da ampie porzioni del territorio meridionale del
Comune.
Il tracciato sopraelevato della TAV
compromette inoltre la percezione del cambio di
paesaggio perifluviale, che – nella parte sudorientale del territorio - passa dall’alveo incassato
alle opere di difesa idraulica costituite dagli argini
golenali.
Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
Fonte: Quadro conoscitivo – xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
Esempi di margini urbani
Fonte: Rilevazione del paesaggio agrario
141
Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo
2.39.5
I valori e le emergenze vegetazionali
La vegetazione arborea non è presente in
modo significativo nel territorio agrario, anche a
seguito dell’avvenuto accorpamento di fondi.
La rilevazione del territorio rurale ha identificato
le emergenze vegetazionali paesisticamente
significative: l’esigenza di una tutela degli
esemplari e delle associazioni arboree trova
scarso supporto negli strumenti normativi propri
della disciplina urbanistica ed edilizia. Meglio si
presterebbe allo scopo il ricorso all’autonoma
potestà regolamentare del comune, con un
regolamento dell’ambiente e del paesaggio,
raccordato alla disciplina urbanistica.
Il fattore decisivo per la salvaguardia del
patrimonio arboreo e del paesaggio agrario va
comunque riconosciuto nel coinvolgimento e nella
sensibilizzazione di agricoltori e cittadini, alla
ricerca dell’affermazione di valori condivisi.
L’uso di essenze arboree ed arbustive non
idonee, o di alte reti schermanti assolutamente
estranee al paesaggio locale, frammenta la
percezione visiva del territorio agricolo, e andrebbe
prevenuto mediante appropriate norme.
2.39.6
Ambiti agricoli di rilievo paesaggistico
La perimetrazione riprende le aree classificate
del PTCP come “zone di particolare interesse
paesaggistico ambientale” (art. 19): anche questo
ambito è dominato visivamente dal corso del
Fiume Secchia, dalle escavazioni di ghiaia, dai
bacini dei laghi Curiel e dalle arginature della
cassa di espansione.
Alla classificazione operata dal PTCP si
aggiungono le aree interessate dal Fiume Secchia
(con le sue aree golenali) e dal corso del Cavo
Lama, e dalle rispettiva fasce di rispetto di 150
metri per lato, in quanto tutelate dal Codice dei
Beni Culturali e del Paesaggio.
Infine, si considera di particolare rilievo
paesaggistico tutta la parte del territorio comunale
compresa tra l’autostrada A1 a sud, l’autostrada
A22 ad est, i margini dell’abitato a nord-est, via
Rubiera a nord-ovest, e via Valle ad ovest.
Questa parte del territorio, nonostante l’impatto
subito a causa dell’attraversamento della linea
ferroviaria ad alta velocità, e la prossimità di zone
urbanizzate sia di tipo residenziale, che di tipo
produttivo, la qualità del paesaggio agrario è
decisamente elevata, comprendendo sia edifici di
interesse architettonico, che elementi vegetazionali
di pregio che costituiscono importanti elementi
percettivi del paesaggio. Sono presenti inoltre due
elementi idrografici significativi, il Canale di
Calvetro (che proprio in questa parte del territorio
sfocia nel Fiume Secchia), e il Canale di Carpi, che
ha determinato in parte la conformazione del
centro edificato di Campogalliano, e che in passato
forniva energia al mulino della Valle, a quello di
Campogalliano e a quello di Panzano.
Inoltre, la conformazione specifica delle zone
residenziali (poste all’interno di via Croce e via
142
Madonna), e della zona produttiva (sviluppatasi
lungo l’asse dell’autostrada A22), nonché la
posizione della zona cimiteriale hanno finora
mantenuto aperto un varco inedificato verso il
territorio agricolo, con vedute significative verso
Villa De Pietri con la sua provana, la Madonna
della Sassola, l’imponente corte alberata del
Casino Ricchi e, più oltre, le fasce alberate del
fiume Secchia, e l’Appennino. Infine, la stessa
posizione e conformazione di via Croce e via
Madonna, poste ai margini dell’edificato,
consentono visuali dinamiche sul paesaggio.
Come obiettivi prioritari di governo di queste
parti di territorio, anche in conformità a quanto
previsto dalla legge regionale, si individuano:
la salvaguardia dei valori antropologici,
archeologici, storici e architettonici;
la conservazione e ricostituzione del
paesaggio rurale e del suo patrimonio di
biodiversità;
la salvaguardia o ricostituzione dei processi
naturali, degli equilibri idraulici e idrogeologici
e degli equilibri ecologici.
Essenziali per il mantenimento dei valori
paesaggistici sono il recupero e la conservazione
degli edifici di valore storico, architettonico, e
testimoniale: gli interventi dovranno rispettare non
solo le tipologie edilizie trazionali ed utilizzare
materiali e finiture adeguate, ma dovranno porre
particolare attenzione al rapporto dei manufatti con
il paesaggio circostante.
La costruzione di nuovi edifici legati alla
produzione agricola dovrebbe va limitata
all’adeguamento delle strutture dei centri aziendali.
Per le esigenze legate invece alla fruizione
didattica, ricreativa e sportiva del territorio,
eventuali nuovi edifici potranno essere consentiti,
purché coerenti con le limitazioni della
pianificazione sovraordinata (PAI e PTCP). In ogni
caso saranno da preferire soluzioni tradizionali e a
basso impatto ambientale.
L’eventuale previsione di ampliamento del
territorio urbanizzato (sia per fini residenziali che
produttivi) dovrà essere attentamente valutata, ed
eventualmente messa in atto solo nel caso in cui
non sia possibile trovare una valida alternativa. In
ogni caso, dovrà essere posta particolare
attenzione alla soluzione di margine dell’abitato
verso il territorio agricolo, collocando al perimetro
esterno estese schermature arboree.
Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo
Paesaggio agrario a sud dell’abitato di Campogalliano
Fonte: Rilevazione del paesaggio agrario
143
Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo
2.39.7
La qualificazione del paesaggio agrario
Esaminando il margine dell’abitato (sia delle
frazioni che del capoluogo) in rapporto alle
possibili trasformazioni urbanistiche, e al loro
impatto sul paesaggio agrario, possiamo notare
che nel caso delle due frazioni di Panzano e
Saliceto Buzzalino un modesto e localizzato
incremento della superficie urbanizzata potrebbe
consentire un’adeguata marginatura arborea.
Nel capoluogo la situazione è molto più
variegata. Il margine settentrionale della zona
produttiva posta a nord di via Di Vittorio potrebbe
beneficiare di un modesto incremento della
superficie urbanizzata sul lato nord di via Tonelli,
consentendo una migliore conclusione
del’inxsediaemnto urbano, e andando a incidere su
un paesaggio agrario di qualità medio-bassa.
Per analoghe ragioni, sarebbe auspicabile un
modesto incremento della zona produttiva posta
immediatamente ad ovest di via Canale Carpi per
qualificare il margine nord eliminando i fattori di
disturbo esistenti.
Diverso il caso della zona produttiva posta tra
l’autostrada A22 e la dismessa via Ponte Alto:
mentre un incremento nel settore meridionale può
essere compatibile con il paesaggio agrario
(mantenendo le dovute distanze dalle arginature
del fiume Secchia, e predisponendo una fascia
arborea adeguata), la conformazione del
paesaggio sconsiglia ampliamenti della zona
produttiva nell’area posta a nord di via Ponte Alto.
Si ritiene preferibile che un ampliamento delle
zone residenziali sia localizzato nella zona sudoccidentale dell’abitato, a nord di via Zucchini; ciò
consentirebbe anche di migliorare il rapporto tra il
territorio agrario e quello urbano, che attualmente
presenta alla campagna un retro irrisolto.
Merita recepimento nella pianificazione la
proposta del Consorzio di bonifica per la
valorizzazione paesaggistica e ambientale del
Cavo Lama, come corridoio verde e supporto di un
percorso ciclopedonale aperto a percezioni del
paesaggio da punti di vista inusuali.
L’attuazione di modesti ampliamenti o
trasformazioni funzionali negli edifici industriali in
zona agricola deve essere occasione per mitigare
l’attuale impatto sul paesaggio circostante.
Non essendo al momento ipotizzabile una
riutilizzazione degli impianti zootecnici dismessi,
che sia occasione per interventi di miglioramento
paesaggistico, gli strumenti urbanistici dovranno
trovare modo di incentivarne la rimozione.
Le trasformazioni fisiche o funzionali richieste
Le trasformazioni implicate dalla valorizzazione
del paesaggio rurale consistono in:
circoscrivere il perimetro del territorio
urbanizzato mediante cortine arboree;
mitigazione paesaggistica degli stabilimenti
industriali esistenti nel territorio rurale e delle
infrastrutture viarie esistenti;
144
interventi sistematici di valorizzazione
paesaggistica e ambientale del Canale di
Carpi e del cavo Lama;
rimozione delle strutture edilizie prive di
interesse culturale, e in disfacimento fisico.
Le limitazioni e i condizionamenti richiesti
La localizzazione di nuovi insediamenti deve
preservare le parti del territorio periurbano in cui
sono riconosciuti i maggiori valori paesaggistici del
territorio agricolo:
il settore nord-est, compreso fra via Nuova e
via Ponte Alto;
il settore sud-est, compreso fra via Rubiera e
via Madonna, mantenendo il varco verso il
territorio rurale e circoscrivendo nuove
urbanizzazioni a quanto strettamente
indispensabile e privo di alternative.
La realizzazione o il potenziamento di
infrastrutture per la mobilità, nonché interventi
significativi sui fabbricati industriali in territorio
rurale devono comprendere la mitigazione
paesaggistica.
Le nuove urbanizzazioni devono disporre al
perimetro cortine arboree a demarcazione fra
paesaggio urbano e paesaggio agrario.
La realizzazione di nuove costruzioni per
l’agricoltura deve informarsi al rispetto e al
miglioramento della qualità del paesaggio, anche
nelle caratteristiche progettuali.
Nelle strutture edilizie e negli impianti per
l’agricoltura, soprattutto se di grandi dimensioni, è
da ricercare la mitigazione dell'impatto visivo,
incentivando la realizzazione di cortine alberate in
prossimità di strade, canali e sul limite dei centri
aziendali, il mantenimento e il ripristino di
alberature e siepi.
Opportunità e sinergie correlate
Nuove urbanizzazioni o edificazioni,
opportunamente ubicate e conformate, possono
concretizzare le condizioni per interventi di
mitigazione delle preesistenze nei confronti del
paesaggio periurbano e agrario.
Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo
Ambiti agricoli di rilievo paesaggistico
Fonte: Quadro conoscitivo – xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
145
Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo
2.39.8
L’agricoltura a Campogalliano
L’attività agricola ha un impatto contenuto sul
PIL, ma rimane di importanza fondamentale per
l’autoapprovvigionamento alimentare, la qualità dei
prodotti, l’uso del suolo e il paesaggio, il
mantenimento di know-how tecnico e di
competenze professionali di assoluta importanza.
La riduzione da 273 a 216 del numero di
aziende con superficie agricola utilizzabile (SAU)
dal 1990 al 2000 non ha carattere negativo,
conseguendo a un processo di continua
riorganizzazione aziendale su dimensioni maggiori.
Infatti nel 2000 la SAU risultava pari a 1.699 ettari,
maggiore dei 1.625 ettari utilizzati nel 1982.
La SAU media è di conseguenza cresciuta,
raggiungendo circa i 9,7 ettari, valore superiore ai
9,2 della media provinciale. Per il 62,3% la
superficie è destinata a seminativi, per il 26% a
colture legnose. La dimensione è un indicatore
importante della robustezza delle imprese. Il
grafico a destra mostra che Campogalliano ha una
minor quota di aziende piccole (circa 70%) e una
maggior quota di aziende medie (circa 27%)
rispetto ai comuni vicini, ad eccezione per
Bastiglia. Ha invece una quota minore di imprese
grandi rispetto a Formigine, Bastiglia e Modena.
La forma di lavoro largamente predominante è
quella della conduzione diretta (96%). L’età media
del conduttore è sostanzialmente in linea con
quella provinciale.
Le principali coltivazioni a Campogalliano sono
impostate su vite e su piante da frutto, la cui
estensione praticamente si equivale. Questo rende
la specializzazione di Campogalliano, e differente
da tutti gli altri comuni, eccettuata Modena.
Riguardo ai seminativi si registra a
Campogalliano una sostanziale stabilità: l’aumento
della superficie di cereali, frumento e foraggi, e il
calo dei seminativi a orto, è molto contenuto se
confrontato con quanto avvenuto nei comuni vicini
sia modenesi che reggiani.
Analogamente a tutti i comuni dell’area
l’allevamento a Campogalliano è specializzato
nella produzione suinicola, che nel 2000
produceva il 93% dei capi allevati.
Il numero medio di capi per azienda è a
Campogalliano il linea con i valori della provincia di
Modena, in cui la dimensione dell’allevamento
oscilla tra 2000 e 4000 capi suini per azienda,
rispetto mentre è tra 500 e 1500 nei vicini comuni
del reggiano.
Circa l’avicultura, si registra una netta
diminuzione del loro numero rispetto al 1990, in
controtendenza con quanto è invece accaduto in
tutti gli altri comuni circostanti del modenese.
146
Nell’ambito del lavoro di preparazione del
quadro conoscitivo non vi è stato tuttora modo di
valutare adeguatamente il significato e le
implicazioni dell’impennata dei prezzi agricoli sui
mercati mondiali. Quanto si può derivarne al
momento è l’ulteriore difficoltà di riferire la
pianificazione del territorio a un quadro
previsionale stabile ed affidabile
In conclusione le valutazioni presentate
esprimono la necessità di conformare la disciplina
urbanistica del territori rurale in funzione di
esigenze di sviluppo e modificazione tempestiva
delle strutture aziendali al sopravvenire di nuove
opportunità ed esigenze produttive.
Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo
147
90%
80%
70%
ettari
60%
1-10
50%
10-50
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Aziende agricole per dimensione
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90000
80000
70000
60000
2000__CAPI_SUINI
50000
2000__BOVI_TOT
40000
30000
20000
10000
0
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Zootecnia: composizione dei capi allevati
Andamento della produzione lorda in Emilia-Romagna a prezzi correnti e prezzi costanti
(1995) nel periodo 1995-2005 (milioni di euro).
Fonte: G. Fiorani – Lo scenario economico-sociale
Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo
2.39.9
Il territorio ad alta vocazione
produttiva agricola
La legge urbanistica regionale ha introdotto
una novità strutturale nel richiedere al PSC la
delimitazione del territorio rurale, entro il quale il
governo del territorio assume caratteri del tutto
diversi da quelli del territorio urbanizzato e
urbanizzabile.
Considerando sia le caratteristiche pedologiche
del territorio, generalmente privo di significative
limitazioni per le varie colture, sia il suo uso attuale
caratterizzato da un’elevata presenza di colture
legnose, l’intero territorio comunale (eccettuate
solo le aree fluviali e i Laghi Curiel) risulta
praticamente da classificarsi ad alta vocazione
produttiva agricola.
Gli obiettivi da perseguirvi, in coerenza peraltro
a quanto prescritto dalla legge regionale
urbanistica, devono consistere:
nella conservazione dei suoli agricoli
produttivi, evitando l’insediamento di attività
non strettamente connesse con la produzione
agricola;
nello sviluppo delle aziende agricole,
consentendo interventi volti ad assicurare
dotazioni infrastrutturali, attrezzature,
ammodernamento delle sedi operative
dell'azienda e delle abitazioni per gli addetti.
La disciplina delle trasformazioni edilizie
interne ai centri aziendali non dovrà quindi
consistere in parametri prestabiliti in funzione di
variabili quali la superficie o i requisiti soggettivi dei
titolari, di consueto tanto astratti quanto complicati.
Riprendendo l’esperienza del Comune di
Modena, all’interno dei centri aziendali
(univocamente individuati tramite la rilevazione
diretta) l’ampliamento o la costruzione ex-novo di
edifici produttivi e/o di servizio, e di abitazioni
agricole, dovranno essere unicamente condizionati
da esigenze di tuela e qualificazione dei beni
culturali e del paesaggio, e quindi:
dalla priorità al recupero delle costruzioni di
interesse culturale e ambientale;
da criteri compositivi per il loro corretto
inserimento nel contesto paesaggistico rurale;
dalla contestuale attuazione di interventi di
mitigazione e qualificazione paesaggistica,
principalmente mediante piantumazioni e la
rimozione di costruzioni incongrue.
Nuove costruzioni e impianti che non possano
trovare collocazione all’interno del perimetro
identificato come centro aziendale dovranno
essere oggetto di specifica valutazione, e
disciplinati mediante piano urbanistico attuativo
(PUA).
148
Le trasformazioni fisiche o funzionali richieste
Sviluppo e potenziamento dei centri aziendali
esistenti mediante interventi di nuova costruzione
o modificazione di costruzioni esistenti.
Realizzazione di nuovi centri aziendali.
Realizzazione di impianti per la produzione di
energia da celle fotovoltaiche e da biomasse.
Le limitazioni e i condizionamenti richiesti
L’uso come civile abitazione di patrimonio
agricolo dismesso deve essere nettamente
subordinato al prevalere delle esigenze della
conduzione agraria rispetto ai requisiti di abitabilità
e salubrità della funzione residenziale estranea.
La realizzazione di impianti per la produzione
energetica deve essere oggetto di valutazioni e
provvedimenti su specifici progetti.
Opportunità e sinergie correlate
Significativi interventi di adeguamento dei
centri aziendali come occasione per qualificazione
del paesaggio.
Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo
Ambiti ad alta vocazione produttiva agricola
Fonte: Quadro conoscitivo – xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
149
Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo
2.39.10
Il patrimonio edilizio estraneo
all’agricoltura.
Il PSC affida la copertura di circa un quarto del
fabbisogno abitativo dei prossimi vent’anni agli
interventi di recupero a fini residenziali di edifici
non più connessi all’agricoltura, per limitare il
consumo di territorio agricolo, e per contribuire alla
permanenza sul territorio degli edifici agricoli
tradizionali. Per limitare possibili interferenze tra
usi agricoli ed usi “residenziali urbani” dovrà
essere posta attenzione al far crescere la
consapevolezza della natura essenzialmente
produttiva piuttosto che “arcadica” del territorio
agricolo, nel quale altri usi non dovranno
pretendere la prevalenza di stili di vita
propriamente urbani.
Allo stesso tempo tuttavia il tema del
recupero/riuso anche a fini abitativi del patrimonio
esistente (già ampiamente incentivato a partire
dalla L.R.6/95) non trova nella legge 20, al di là di
indicazioni generali, criteri precisi a cui far
corrispondere il quadro delle scelte locali.
2.39.10.1
Il recupero dei tipi agricoli tradizionali
A tal fine, per gli interventi di recupero (in
particolare a fini residenziali) degli edifici non più
connessi all’agricoltura, grande attenzione dovrà
essere posta alla definizione di norme edilizie
(eventualmente integrate da strumenti
regolamentari) che evitino la frammentazione delle
aree comuni, l’uso incongruo di pavimentazioni
estranee al contesto rurale, l’uso di recinzioni e di
tipologie di siepi in contrasto con i caratteri del
paesaggio rurale. Si dovrà inoltre la valorizzazione
del contesto e degli elementi che rapportavano
l'edificio all'ambiente circostante (siepi, viali, rete
viaria, parco..).
Per gli interventi di recupero sarà compito del
PSC definire i criteri in base ai quali è possibile
prevedere il riuso ad altri fini abitativi del
patrimonio edilizio non più utilizzato a fini agricoli.
Spetterà al RUE la loro traduzione in norme e
prescrizioni individualmente riferite ai singoli
organismi edilizi.
Tali criteri riguardano sia gli aspetti tipologici
(gli interventi di recupero dovranno riproporre la
leggibilità dell’impianto architettonico e distributivo
dell’edificio), sia quelli ambientali, con particolare
attenzione alla limitazione della capacità
insediativa, alla disponibilità di allacciamenti e al
trattamento dei reflui.
Negli interventi di recupero per funzioni non
agricole le nuove costruzioni, quando ammesse,
devono essere dimensionate allo stretto
indispensabile e secondo criteri di integrazione
tipologica e paesaggistica. La rimozione degli
allevamenti dismessi
Nel territorio rurale sono stati censiti xxxx
impianti zootecnici, in stato di abbandono e di
irreversibile deterioramento fisico, che sono causa
di gravi compromissioni del paesaggio agrario.
150
Per favorirne la rimozione saranno ammesse
trasformazioni edilizie per realizzare nuove unità
immobiliari con destinazione generalmente
abitativa, previa demolizione di tutte le strutture
adibite all’attività di allevamento. Si utilizzerà un
parametro di conversione della superficie coperta
in superficie utile pari generalmente al 10%, ma
commisurato non linearmente all’effettiva
consistenza, per consentire da un lato di ricavare
almeno un alloggio nel caso degli allevamenti di
minore dimensione, e per impedire invece (nel
caso degli allevamenti più grandi) la realizzazione
di un numero troppo elevato di alloggi.
2.39.10.3
Le attività industriali in territorio rurale
Per gli impianti industriali esistenti nel territorio
rurale è da escludere la possibilità di accrescimenti
della superficie fondiaria. Può invece essere
considerata l’opportunità di consentire ampliamenti
dei fabbricati, condizionata all’attuazione di
decisive misure di mitigazione paesaggistica.
Le trasformazioni fisiche o funzionali richieste
Adeguamento da parte di famiglie e imprese
del patrimonio edilizio occupato, mediante
ampliamenti, sopraelevazioni, costruzione di
pertinenze.
Ristrutturazioni e ampliamenti negli stabilimenti
ubicati in zona agricola.
Interventi di recupero sui fabbricati inutilizzati,
per un’estesa gamma di destinazioni d’uso.
Le limitazioni e i condizionamenti richiesti
Il recupero di patrimonio inutilizzato deve
informarsi al contesto rurale, evitando per ogni
aspetto la ricerca dell’omologazione all’ambiente
urbano.
La capacità insediativa deve essere
commisurata alla disponibilità delle utenze e alle
soluzioni adottabili per i reflui, escludendo in ogni
caso la concentrazione di abitazioni di piccola
dimensione.
Interventi di adeguamento o trasformazione
negli impianti industriali ubicati in zona agricola
possono essere ammessi esclusivamente
all’interno della superficie fondiaria individuata dal
piano regolatore vigente.
Sono comunque da osservarsi i criteri disposti
in materia dalla legge urbanistica regionale.
Opportunità e sinergie correlate
Risposta al fabbisogno abitativo, integrativa in
misura sostanziale delle nuove edificazioni.
la completa compatibilità con il contesto
abitato delle funzioni integrative e
complementari alla residenza da inserirsi, e la
mitigazione delle situazioni conflittuali.
Comune di Campogalliano PSC – DOCUMENTO PRELIMINARE – Quadro conoscitivo
Gli schemi di aggregazione nella generazione dei tipi edilizi
Fonte: L.Bolelli, M.Croci, “Le case sparse: ricerca storica e censimento”, Campogalliano
(MO), 1991
151
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2.39Il territorio rurale - Comune di Campogalliano